Che bellezza: ancora sei mesi in compagnia di Luca! E il cuore si riscalda nel petto… --------- Sig. Rossi, chiunque a giugno partecipa alla S. Messa, vuoi qui a Bari, vuoi in America latina od in Australia, non può non notare il cambio del colore dei paramenti liturgici: adesso, infatti, si celebra in verde. Sig. Rossi: Siamo, cioè, nel ‘Tempo Ordinario’. --------- Bravo, sig. Rossi! Ed io colgo la palla al balzo per chiacchierare un po’ con te circa l’evangelista Luca, il cui racconto d’ora in avanti sarà proclamato ordinatamente in tutte le domeniche fino al termine dell’anno liturgico, cioè sino a fine novembre. Mi assale, però, un Quando si cammina con Gesù in mezzo, piccolo dubbio: ma tu lo sai davvero che stiamo nell’anno C del ciclo liturgico festivo, cioè nulla è più come prima… nell’anno per così dire affidato all’evangelista Luca? Sig. Rossi: Mi sono sempre chiesto, in verità, perché esistono l’anno A, B e C del ciclo liturgico festivo… --------- Questa è stata una felicissima scelta del Vaticano II. I Padri conciliari hanno inteso valorizzare il fatto che la Chiesa ha la fortuna di possedere non un solo vangelo di Gesù Cristo, bensì quattro; e quattro ritratti di una stessa persona la fanno conoscere certamente meglio di uno solo, ciascun autore raccontando secondo la propria sensibilità interpretativa. Prima del Concilio, purtroppo, essendo ogni anno ripetute le stesse pericopi evangeliche, quanta Parola di Dio restava non proclamata… Sig. Rossi: Non avresti fatto meglio a chiacchierare su questo vangelo già a dicembre, la prima domenica di Avvento/C? --------- Apparentemente sì. Ma, come tu ben sai, nei ‘Tempi forti’ la proclamazione liturgica non segue ordinatamente, capitolo per capitolo, il filo del racconto dell’evangelista dell’anno, focalizzandosi l’attenzione in modo prevalente sui santi misteri propri del ‘Tempo’. Ma, ora che siamo nelle ‘domeniche verdi’, è il momento giusto per approfondire la conoscenza di lui. Nulla di meglio, a riguardo, che inviare in Paradiso proprio te, sig. Rossi, per intervistare direttamente S. Luca. INTERVISTA - SCOOP ALL’EVANGELISTA LUCA Sig. Rossi: Egregio evangelista, dai miei studi risulta che tutti ti volevano un sacco di bene anche ai tuoi tempi e perfino quel “ciclone” di S. Paolo ti definiva “caro” (Col 4,14). Come mai? Luca: Sarà certamente dipeso anche dall’indole ereditata dai miei genitori, persone degnissime, e dagli studi umanistici che mi avevano affinato la sensibilità (a quei tempi, in verità, la “facoltà” di medicina era proprio serissima…); la…. colpa principale però la attribuisco addirittura a Gesù di Nazaret. Sig. Rossi: In che senso? Luca: Mi spiego meglio. Mi sarebbe piaciuto tanto aver conosciuto di persona quell’Uomo capace di guarire ogni malattia, anche quelle di fronte alle quali noi medici siamo impotenti (Lc 8,43); mi fu fatta grazia, però, di incontrare i suoi discepoli. Quando poi ad Antiochia, la mia città natale, arrivò Paolo di Tarso, ne rimasi conquistato: nemmeno lui aveva conosciuto di persona Gesù prima della Sua morte e risurrezione, ma, da Damasco in poi, Ne era pieno fino a traboccarNe. Non potei far altro, da quando conobbi l’apostolo, che mettermi a lui vicino senza abbandonarlo più. E presso di lui appresi Gesù Cristo, la “carezza del Padre offerta agli uomini”. (Ci guadagnò anche lui, in verità, perché era malaticcio, ed avere in questa condizione un medico accanto è sempre molto utile…) Sig. Rossi: Capisco adesso perché fosti chiamato “scriba mansuetudinis Christi”. Un’antichissima tradizione vuole che tu, oltre che medico, sia stato anche pittore ed abbia fatto diversi ritratti di Maria (ce n’è uno, veneratissimo, a Bologna sul “colle di S. Luca”…) Luca: Io ho soltanto dipinto con la penna, in verità; ma si è fantasticato che dipingessi col pennello, forse perché sono sempre stato più interessato a quello che succede dentro che all’aspetto esteriore delle persone, mi è sempre piaciuto scendere dentro di esse, farne risaltare i pensieri più nascosti, i sentimenti più intimi…. Sig. Rossi: Ma qual è stato il personaggio più bello che hai dipinto? Doveva essere proprio di eccezionale bellezza… Luca: Ho fatto del mio meglio per dipingere, soprattutto, il volto/il cuore di Gesù negli episodi più significativi della sua vita: alla fine ho scoperto che era Lui che, in ogni parola, espressione del viso, gesto del corpo dipingeva il Padre, finalmente visibile agli uomini… E’ solo questa visibilità di Dio che può dare ali al nostro vivere sulla faccia della terra. Sig. Rossi: Spiegati un po’ meglio… Luca: Voglio dire che, specie nel “mio” anno liturgico, dovreste, grazie ai miei input, apprendere a guardare anche voi più a fondo, perché Dio, il vero protagonista della storia, è ben nascosto sotto la corteccia delle c.d. cause seconde: “L’essenziale è invisibile agli occhi” (S. Exupéry), il messaggio della Volpe al Piccolo Principe è esattamente nello stesso senso. Sig. Rossi: E tu, “evangelista della tenerezza di Dio”, come intendi riscaldarci il cuore nel “tuo” anno liturgico? Luca: DipingendoveLo domenica per domenica così come io l’ho scoperto grazie al mio maestro Paolo. A) Ogni tre anni vi dipingo la predilezione di Gesù per i poveri (Lc 4,18) affinché tutti i poveri della storia, anche quelli di oggi, alzino il capo odorando il profumo della liberazione! B) Ogni tre anni vi ripresento le parabole della pecorella smarrita, della monetina perduta e del figliol prodigo (Lc 15,3-32) affinché tutti i prodighi, gli smarriti, i perduti presenti sulla faccia della terra oggi si sentano uno per uno cercati, abbracciati, festeggiati da un Dio che è sempre Madre/Padre dalle larghe braccia grondanti misericordia! C) Ogni tre anni vi ripropongo l’avventura incredibile del “buon ladrone”, passato senza anticamera alcuna dalla morte in croce al Paradiso (Lc 23,40-43) affinché anche oggi sperimentiate che non è vero che l’uomo “perde il pelo ma non il vizio”: diventa possibilissimo per chi si affida all’amore di Dio cambiare (anche all’ultimo minuto della vita!). D) Ogni tre anni vi dipingo Maria Maddalena (Lc 8,2) per convincervi che quando si incontra Gesù Cristo, che ti guarda in quel modo, anche tu oggi puoi essere trasformato da schifezza in meraviglia. E) Soprattutto mi sta a cuore ogni tre anni ri-evangelizzarvi la gioia di Dio (Lc 15,7.10.24): infatti di null’altro avete più bisogno voi, uomini “gaudenti e disperati” (Benedetto XVI) di oggi, che di conoscere/sperimentare l’oceanica gioia di Dio, così sventuratamente sconosciuta, così scarsamente testimoniata… F) Ed ogni tre anni vi ripropongo, naturalmente, anche la chiamata dell’uomo alla gioia: una volta che ci si sente cercati, guardati, chiamati per nome ed invitati ad ospitare a casa propria Dio in persona, si può forse non scoppiare di gioia? L’avventura di Zaccheo (Lc 19,6), così simile a quella del collega Matteo, ha ispirato nientepopodimeno che Papa Francesco per il motto del suo stemma “miserando atque eligendo”: da sempre egli ha considerato rivolti s sé lo sguardo d’amore e l’invito di Gesù a mangiare a casa sua, di un peccatore! Sig. Rossi: Resto proprio sorpreso ed ammirato: è meraviglioso quello che hai nel cuore il primo giugno, evangelista dell’anno. Infinite grazie, caro Luca: è proprio un dono grande averti come compagno di viaggio perché, di domenica in domenica, noi scopriamo che tu assomigli terribilmente a quel Gesù, l’amico discreto che si affiancò ai due smarriti di Emmaus e, passo dopo passo, ne “riscaldò il cuore nel petto” (Lc 24,32). Beatissimi loro, d’accordo, ma anche noi mica da meno… Bari, 01.06.2013 Con affetto tuo don Vittorio