Noi come studenti del Liceo Kennedy di Via
Nicola Fabrizi ci siamo resi conto della
ricchezza artistica e culturale del territorio in
cui ci troviamo. Questo ci ha portato a
focalizzare meglio i nostri interessi su alcuni
itinerari urbani che hanno portato alla nascita
della Repubblica Romana. Essi, situati
prevalentemente intorno alla nostra scuola, ci
hanno consentito di ricostruire la storia dei
luoghi immaginandone la storia passata. Tra i
più importanti ricordiamo la Passeggiata del
Gianicolo, San Pietro in Montorio, le Mura
Gianicolensi e Villa Spada.
San Pietro in Montorio
Subì gravi danneggiamenti per mano dei francesi
di Napoleone III, intervenuti a soffocare la
Repubblica Romana del 1849. Durante la difesa
del Gianicolo la chiesa fu utilizzata come
ospedale (i romani lo rinominarono San Pietro in
Mortorio); e l’archivio saccheggiato, andò
disperso.
Targa marmorea in ricordo dell’invasione francese
del 1849 e del valoroso coraggio dei patrioti
italiani.
Roma venne assaltata
all’alba del 3 giugno
1849. Il primo
obiettivo era la
conquista del
Gianicolo, monte
sopra Trastevere dal
quale si dominava la
città. Esso venne
parzialmente
conquistato solo dopo
una sanguinosa
battaglia, nella quale
si distinsero
particolarmente i
volontari reduci dalla
prima guerra di
indipendenza, guidati da
Garibaldi. Seguirono molti giorni di bombardamento, durati sino al
20. Quella notte i francesi presero un tratto dei bastioni di
Trastevere. Dopo altri sei giorni di cannonate, il 26, venne
comandato un nuovo assalto al caposaldo dei difensori sul
Gianicolo, la Villa del Vascello. Qui si combatté l’ultima battaglia
della storia della Repubblica Romana. Il generale Garibaldi
difendette il Vascello ed i volontari attaccarono i francesi alla
baionetta. La targa, che si trova a Via San Pancrazio, è stata posta
in memoria dei 3000 italiani, fra morti e feriti, che combatterono
in quell’ultima fase della difesa di Roma. Di francesi ne caddero
2000, ma la battaglia per gli italiani era ormai perduta.
Targa in memoria di
Giuseppe Mazzini,
situata in Via Capo le
Case a Roma. Con la sua
morte scomparve dalla
scena politica europea
uno dei personaggi più
attivi e controversi del
Risorgimento italiano. La
sua vita, passata quasi
interamente in esilio e
tutta dedicata alla causa
dell’Italia unita e
repubblicana, i suoi
ripetuti e sfortunati tentativi rivoluzionari, i suoi appelli da
Londra o da Ginevra contro gli austriaci o contro la
monarchia dei Savoia, avevano costituito per quarant’anni
un punto di riferimento costante della vita politica
nazionale. Le numerose associazioni da lui fondate, dalla
Giovine Italia alla Giovine Europa, all’Associazione nazionale
italiana, al Partito d’Azione, all’Unione degli operai italiani,
fino alle più recenti associazioni operaie, avevano promosso
la diffusione in Italia degli ideali unitari e repubblicani.
Mazzini aveva cercato in tutti i modi di impedire un
processo di unificazione nazionale fondato sulla progressiva
annessione della penisola al Piemonte, cercando di fare
del Risorgimento un movimento di popolo.
L’attuale Villa Spada
Villa Spada, ora in Via Giacomo Medici, era tenuta
dal battaglione dei Bersaglieri Lombardi,
comandati dal colonnello Luciano Manara, di 24
anni, eroe delle Cinque Giornate di Milano e poi
Capo di Stato Maggiore di Garibaldi.
Mura Gianicolensi
Le Mura Gianicolensi vennero erette nel 1643 da
Papa Urbano VIII e realizzate in occasione
della cosiddetta guerra di Castro, scoppiata tra
le due potenti famiglie dei Barberini e dei
Farnese.
Su tale mura si possono trovare due targhe di
grande importanza:
La prima e più antica, risalente al 1850, fu posta nel
punto cruciale della battaglia ed al termine di lunghi
lavori di restauro. E’ una targa pontificia, accompagnata
dai tre stemmi delle famiglie Odescalchi e MastaiFerretti e del Comune di Roma:
AN. SAL. REP. MDCCCL / AUCTORITATE PII IX
PONT.MAX. / SPQR / MOENIA IANICULENSIA /
IN PERDUELLIBUS EX URBE / FRANCORUM
VIRTUTE PROFLIGANDIS / QUA FATISCENTIA
QUA DIRUTA / INSTAURAVIT REFECIT / VIRO
PRINC. PRAES.
(1850. Il senato e il popolo romano. Per autorità, Pio IX,
pontefice massimo, rifece le Mura Gianicolensi distrutte
dai nemici della città sconfitti dal valore dei francesi)
La seconda, del 1871, ricorda che il IV GIUGNO
MDCCCLXXI / SPQR / DOPO VENTI ANNI /
DA CHE L'ESERCITO FRANCESE / ENTRATO
PER QUESTE LACERE MURA / TORNO' I
ROMANI / SOTTO IL GOVERNO
SACERDOTALE / ROMA LIBERA E
RICONGIUNTA ALL'ITALIA / ONORA LA
MEMORIA DI COLORO / CHE COMBATTENDO
STRENUAMENTE / CADDERO IN DIFESA
DELLA PATRIA.
Targa in onore di Nino Costa,
importante pittore romano della seconda
metà dell'Ottocento e patriota,
combattente con Garibaldi nella difesa
della Repubblica Romana del 1849. Il
palazzo di famiglia è sulla piazza S.
Francesco a Ripa, dove ora sorge una
chiesa.
Monumento equestre ad
Anita
Il Faro
Monumento a Giuseppe
Garibaldi
Il Monumento a
Giuseppe Garibaldi,
realizzato da Gallori nel
1895,è un'imponente
statua equestre situata
a Roma sul Gianicolo,
nel punto più alto del
colle. Il monumento
comprende quattro
gruppi scultorei, uno dei
quali La Battaglia di
Calatafimi, rappresentata
sul lato ovest, guidata da
Garibaldi, fu un fatto
decisivo della spedizione
dei Mille (1860) e portò
all‘annessione del
Mezzogiorno al regno d'Italia.
Gli altri due gruppi scultorei
rappresentano a nord
l'America e a sud l'Europa per ricordare le battaglie di Garibaldi a
difesa dei popoli dei due continenti.
Sui fianchi del basamento risaltano due motti di Garibaldi " Italia e
Vittorio Emanuele II" e "Roma o morte", quest'ultimo lanciato per la
spedizione dell'Aspromonte, intrapresa nel tentativo di liberare Roma
dal potere temporale dei papi.
Sul retro del basamento, la data XX settembre 1870 ricorda la presa
di Roma da parte dell'esercito italiano segnando così la realizzazione
del sogno garibaldino: un ' Italia unita con Roma capitale.
L’eroe indossa poncho e cappello, appare sereno in
sella a un cavallo immobile; è indubbiamente un
Garibaldi post-unitario, non più battagliero ma
vigilante. Il tono pacato e per nulla trionfalistico
del monumento equestre bilancia la concitazione
dei quattro gruppi del basamento.
L'AMERICA (Lato
Nord del basamento)
l'allegoria
rappresenta:
- al centro l'America,
che reca in mano un
ramoscello di quercia,
simbolo di forza
-a sinistra
l'Agricoltura
- a destra il
Commercio
L'EUROPA (Lato Sud
del basamento)
l'allegoria
rappresenta:
-al centro l'Europa
seduta sul toro, a
ricordare il mito
delle sue origini.
-a sinistra la Storia
-a destra il Genio
LA DIFESA DI ROMA
(Lato Est del basamento)
Il gruppo scultoreo sul lato est del monumento a
Giuseppe Garibaldi rappresenta la difesa della
Repubblica Romana, guidata da Garibaldi nel giugno
1849. Qui sono raffigurati bersaglieri e popolani che
combattono e cadono tenendo alta la bandiera
repubblicana.
LA BATTAGLIA DI CALATAFIMI
(Lato Ovest del basamento)
a Calatafimi, il 15 maggio 1860, i garibaldini
ottengono una decisiva vittoria sui borbonici.
insieme con l'esultanza dei vincitori, il gruppo
scultoreo esprime tutta la durezza del
combattimento, con il cannone spezzato, il
garibaldino ferito, e il caduto borbonico in
primo piano.
Tra i tanti eroi
risorgimentali, ne
ricordiamo alcuni a cui
molte vie del quartiere di
Monteverde, che
quotidianamente
percorriamo, sono
dedicate.
GIACINTO CARINI
(Palermo 1821 – Roma 1880)
E’ stato un politico italiano. Partecipò alla
rivoluzione indipendentista siciliana del 1848, fu
garibaldino, nel '60 fu generale dei Mille e fu
ferito a Palermo. Nell'Italia unita fu deputato.
FRANCESCO CUCCHI
(Bergamo 1834- Roma 1913)
E’ stato un patriota e politico italiano. Fu senatore
del Regno d'Italia nella XVIII legislatura. Si
arruolò nel 1859 nei cacciatori delle Alpi, al
seguito di Giuseppe Garibaldi. Partecipò alla
spedizione dei mille e nel 1866 alla terza guerra di
indipendenza come ufficiale di stato maggiore nel
Corpo Volontari Italiani di Giuseppe Garibaldi.
NICOLA FABRIZI
(1804 Modena - 1885 Roma)
Arrestato nella congiura di Ciro Menotti, cui prese
parte, si avvicinò al pensiero di Mazzini ed alla sua
Giovine Italia. Giunto in Sicilia dopo lo sbarco dei Mille,
combatté a Palermo e Milazzo; in seguito, Giuseppe
Garibaldi ne fece il suo Ministro della Guerra; combatté
ancora al fianco di Garibaldi in Trentino, nel 1866, come
sottocapo di Stato Maggiore con il grado di generale e
nella Battaglia di Mentana nel 1867. Divenne generale e
fu Deputato del giovane Regno d'Italia per 8 legislature.
CARLO PISACANE
(Napoli 1818-Sapri 1857)
E’ stato un rivoluzionario italiano, partecipò
attivamente all'impresa della Repubblica Romana.
Con la pubblicazione del libro La guerra combattuta
in Italia negli anni 1848/49 introdusse il tema del
socialismo. Tentò di realizzare l'insurrezione di
Sapri del 1857 che fu repressa, in cui, ferito, si
uccise per non cadere prigioniero. La spedizione di
Sapri coinvolse anche i detenuti liberati dal carcere
di Ponza ma fallì perche non ebbe l'appoggio dei
contadini, ritenuta certa da Pisacane.
ORESTE REGNOLI
(Forlì 1816- Bologna 1896)
Docente universitario e giureconsulto, nel 1849 a
Roma fu deputato della Costituente, segretario di
Mazzini e valoroso combattente.
FILIPPO CASINI
(Roma 1828- Roma 1849)
Alla difesa di Roma comandò la batteria della
Montagnola, morì con tutti i suoi artiglieri.
ANTON GIULIO BARRILI
(Savona 1836-Carcare 1908)
Nel 1859 si arruolò come volontario nell'esercito
piemontese, combatté al fianco di Garibaldi in
Trentino, nel 1866 come volontario nell'8°
Reggimento del Corpo Volontari Italiani, fu ferito
nel 1867 nella battaglia di Mentana, quando le
truppe garibaldine, nel tentativo di liberare la
capitale, furono sconfitte dall'esercito francese
inviato da Napoleone III a difesa del papa.
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Parte 2