Pietro Canepa Rinaldo Rinaldi ONORE AI CADUTI CUCCARESI DELLA GUERRA 1915-1918 Cuccaro 2013 2ª Edizione PREMESSA Questo opuscolo, con i dati completi di tutti i 32 Caduti cuccaresi della guerra 1915-1918, è stato reso possibile grazie alla preziosa collaborazione del luese Rinaldo Rinaldi. Dalle ricerche compiute presso varie fonti: gli ex Distretti militari di Alessandria e Casale, gli Archivi di Stato di Alessandria e Torino, l’Albo ufficiale dei Caduti della Grande Guerra, i diari dei vari Reggimenti, nonché i registri Comunali dei paesi interessati, risulta che l’elenco dei Caduti che figura nella lapide del nostro Parco della Rimembranza è viziato da diversi errori, e precisamente: – Cap. le Capra Luigi è figlio di Felice (e non di Igino); – Dell’Osta Pietro di Camillo (e non Dall’Oste); – Poggi Giuseppe di Luigi, cl. 1890,: NON risulta da nessuna parte (neppure nel Comune di Cuccaro). Però nell’Albo ufficiale dei Caduti (e anche nei registri di Fontanile) c’è un Poggio Giuseppe di Luigi, nato a Fontanile il 28-11-1890, del 21° Regg. Artigl. da campagna, caduto l’11-8-1915 sul Medio Isonzo per ferite riportate in combattimento. Lo potremmo accettare come un nostro Caduto, immaginando che sia uno dei salariati della Cascina Grossa (o di altre cascine), che è stato chiamato alle armi prima che avesse potuto prendere la residenza a Cuccaro. – Raimondo Eugenio di Luigi, classe 1885 (e non 1883); – Serg. Raimondo Pietro, classe 1895 (e non 1894); – Salio Erminio di Federico (Saglio senza la “g”). – Inoltre, di ciascuno deve essere indicato il corpo di appartenenza: Fant.—Artigl.—Bersagl.—Alpino—Geniere, come da elenco corretto riportato alla pagina dopo. Ci auguriamo che l’Amministrazione Comunale, o qualche “benefattore” premuroso custode della verità storica, provvedano sollecitamente alla bisogna. 1 PREFAZIONE ELENCO CADUTI CUCCARESI 1-Ten Fant. Mazza Evasio di Luigi 2-Ten. Alpino Alerici Germano 3-Bersagl. Bisoglio Egidio di Paolo 4-Fante Boccalatte Alberto di Ilario 5-Fante Brusasco Giovanni di Bartolomeo 6-Geniere Buscaglia Secondo di Cristiano 7-Cap.le Artigl. Capra Luigi di Felice 8-Fante Dell’Osta Pietro di Camillo 9-Fante Ferrero Francesco di Felice 10-FanteNano Paolo Ernesto di Francesco 11-FanteNano Paolo Placido di Felice 12-Fante Novelli Pietro di Guglielmo 13-Fante Novelli Vincenzo di Evasio 14-Fante Piccio Candido di Luigi 15-Artigl. Poggio Giuseppe di Luigi 16-Fante Quartero Alfredo di Pasquale 17-Fante Raimondo Ernesto di Luigi 18-Bersagl. Raimondo Eugenio di Luigi 19-Serg.M.Fant.Raimondo Pietro di Secondo 20-Cap.le Geniere Riva Carlo di Stefano 21-Fante Riva Francesco Stefano di Delfino 22-Fante Riva Vincenzo di Ernesto 23-Geniere Salio Erminio di Federico 24-Fante Scamuzzi Longino di Alessandro 25-Fante Scamuzzi Mario Luigi fu Clemente 26-Cap.le Fant. Scamuzzi Pietro di Mario 27-Artigl. Scarrone Francesco di Pietro 28-Fante Scarrone Gennaro Giovanni di Evasio 29-Fante Scarrone Leone di Natalino 30-Alpino Varese Mario di Giuseppe 31-Serg. M. Fant. Zavattaro Ernesto di Pietro 32-Fante Zavattaro Francesco di Felice 2 1890 1895 1893 1898 1899 1890 1894 1892 1892 1885 1898 1897 1899 1883 1890 1880 1897 1885 1895 1896 1898 1888 1896 1886 1897 1889 1894 1883 1890 1893 1883 1893 Scrivere della guerra 1915-1918, significa intingere la penna in un lago di sangue, costituito con il sacrificio di 650.000 giovani italiani, fra i quali 32 cuccaresi. Grazie alla preziosa collaborazione del luese Rinaldo Rinaldi, con grande passione abbiamo ricostruito la drammatica storia di tutti i 32 Caduti cuccaresi: con paternità, maternità, luogo e data di nascita, professione, reparto di appartenenza, dove hanno combattuto, ferite riportate, dove e quando sono caduti: tutti dati che facilitano anche l’identificazione delle famiglie a cui appartenevano. Molti di loro, la Patria li aveva chiamati appena 17enni: dopo qualche mese di addestramento erano già al fronte, accucciati nelle trincee fangose, condannati a passare le notti in una buca a 20 gradi sotto zero, affamati se il rancio non arrivava, terrorizzati quando commilitoni colpiti si accasciavano addosso, lanciati nell’assalto alla baionetta quasi certi di non tornare, forse è meglio tuffarsi nel silenzio della morte. E allora diventi un eroe, frastornato corri all’assalto, e crolli trafitto in una trincea del nemico, dove più nessuno ti potrà ricuperare, e il tuo nome figurerà fra la maggioranza dei militi ignoti che popolano il Sacrario di Redipuglia. E’ la storia della follia umana, da millenni sempre la stessa. I Romani dicevano: “Si vis pacem, para bellum” (se vuoi la pace, prepara la guerra). La persona saggia invece dice: “Se non vuoi la guerra, prepara la pace”. Ma la saggezza è un pregio di pochi, e allora la storia “maestra di vita” continuerà ad essere una vana illusione. Ma che almeno sia oggetto di una nostra meditazione… 3 PRESENTE! È il grido che i soldati lanciano al momento dell’appello, per confermare la presenza di un commilitone assente, non più presente perché ormai caduto. È questo il significato della sala-convegni Comunale dedicata, il 7 novembre 2010, al Col. Pietro Mazza e a tutti i Caduti cuccaresi: tramandare ai posteri il ricordo degli uomini che hanno sacrificato la loro giovane vita per gli imperscrutabili destini della Patria. Per tutti loro, noi rispondiamo unanimi e in coro: PRESENTE! Questo il teatro delle battaglie della guerra mondiale 1915-1918, con evidenziati i punti cruciali che hanno visto scorrere fiumi di sangue. Da sinistra: Cortina d’Ampezzo (nel Cadore), il monte Grappa, la linea del Piave con Vittorio Veneto e Fagarè, i fiumi Tagliamento e poi Isonzo con Caporetto, il Sabotino, Redipuglia, Monfalcone e il Carso. Il Sindaco Fabio Bellinaso 4 5 I FATTI Dopo l’assassinio (per mano serba) dell’arciduca d’Austria Francesco Ferdinando, a Sarajevo il 28 giugno 1914, l’Austria dichiara guerra alla Serbia, a fianco della quale si schierano: Russia, Francia, Belgio, Inghilterra, e infine l’Italia il 24 maggio 1915. (Il 6 aprile 1917 si uniranno anche gli USA). A pochi giorni dall’entrata in guerra, il 29 maggio 1915 gli italiani occupano Cortina d’Ampezzo (nel Cadore). Passato l’Isonzo, fino al monte Nero, cominciano le logoranti dodici battaglie dell’Isonzo: durante la prima, l’8 giugno 1915 gli italiani prendono Monfalcone; nella sesta, il 6 agosto1916 i nostri conquistano “l’imprendibile Sabotino”: le ultime resistenze nemiche, annidate nelle caverne della montagna, sono state snidate o annientate con petrolio incendiato all’imboccatura delle caverne. Il 9 agosto i nostri occupano anche Gorizia, dopo averla distrutta con un pesante bombardamento d’artiglieria. Indimenticabile la terrificante battaglia sull’altipiano della Bainsizza, nel settembre 1817. La dodicesima battaglia dell’Isonzo, iniziata alle 2 del mattino del 24 ottobre 1917, culmina con la “disfatta” italiana di Caporetto. Gli austriaci (rinforzati da reparti germanici prelevati dal fronte russo), dopo quattro ore di bombardamento a base di proiettili tossici, travolgono le nostre linee, costringendo i nostri reparti ad arretrare per ben 150 km, oltre il Tagliamento, fino al Piave, perdendo oltre 500.000 uomini, fra caduti (12.000), feriti (30.000), prigionieri (265.000), disertori e sbandati (oltre 200.000). La sconfitta porta alla sostituzione del Comandante Supremo, il Generale Luigi Cadorna, con il Generale Armando Diaz. Poi, gli italiani, riorganizzati e rinforzati con truppe fresche, si distinguono sul Grappa e sul Piave, dall’ottobre 1917 al gennaio1918. Nel giugno 1918, gli austro-ungarici scatenano la “battaglia del solstizio”, in due settori: sull’altipiano del Grappa e nella pianura del Montello (fino al mare). Ma, quella che doveva essere la sconfitta definitiva dell’Italia, si tramuta in una gloriosa vittoria, ricacciando gli austriaci sull’altra sponda del Piave, a Fagarè. 6 Sul Piave si passa così dalla tattica difensiva a quella offensiva, contro un nemico ormai stremato per mancanza di viveri e carenza di munizioni. Il colpo decisivo viene sferrato il 24 ottobre 1918, anniversario dell’attacco di Caporetto. Sul fronte del Grappa, la reazione austro-ungarica si fa furiosa: molte cime vengono più volte prese e perdute, finché il 31 ottobre il Grappa cade nella mani degli italiani, che lasciano sul terreno molte migliaia di morti. Sul fronte del Piave, il fiume ingrossato dalle piogge rallenta la gettata dei ponti, ma il giorno 28 ottobre ben nove corpi d’armata riescono a raggiungere l’altra sponda, pronte a scatenare l’offensiva. Quello stesso giorno, dopo la notizia che la Cecoslovacchia si era resa indipendente, e che l’Ungheria stava per fare altrettanto, con conseguente diserzione da parte di cechi, slovacchi e ungheresi, il Comando generale austriaco trasmette l’ordine di ritirarsi, e chiede l’armistizio. Il giorno 30, una colonna di cavalleria italiana occupa Vittorio Veneto: l’esercito austroungarico in fuga lascia nelle mani italiane 300.000 uomini e 5.000 cannoni. Il trattato di armistizio viene firmato il 4 novembre 1918. Ecco il comunicato diramato dal Comando Supremo dell’esercito italiano : “La guerra contro l’Austria-Ungheria, che sotto l’alta guida di S. M. il Re, l’Esercito italiano, inferiore per numero e mezzi, iniziò il 24 maggio 1915, e con fede incrollabile e tenace valore condusse, ininterrotta ed asprissima, per 41 mesi, è vinta… I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza. Gen. A. Diaz”. 7 PASSIAMO IN RASSEGNA I NOSTRI CADUTI MAZZA EVASIO di Luigi e Fracchia Maria ❊ Solero, 26 ottobre 1890 ✝ Monte Cristallo (Cadore, Belluno), 2 agosto 1916 Studente universitario Tenente del 92° Reggimento Fanteria (cugino del Col. Pietro Mazza) Il Sacrario di Redipuglia custodisce le spoglie di 100.187 Caduti, di cui 39.857 identificati, fra i quali due nostri concittadini: Scamuzzi Mario Luigi di Clemente, lapide n.33891 Scarrone Gennaro Giovanni di Evasio, lapide n.34017. Prorogata la chiamata alle armi, data la sua qualità di studente universitario, il 20 luglio 1912 viene arruolato per istruzione presso il Deposito del 38° Reggimento fanteria ad Alessandria, e qui trattenuto fino al 22 dicembre. Il 31 dicembre, dietro sua domanda, sottoscrive la ferma di tre anni per seguire un corso allievo ufficiale di complemento. Il 1 gennaio 1914 viene inviato in licenza illimitata in attesa di nomina al grado di sottotenente. Dal 15 marzo 1914 presta servizio di prima nomina, per la durata di 7 mesi, presso il 92° Reggimento fanteria, nei depositi di Cuneo. Richiamato il 23 maggio 1915 e inviato in zona di operazioni, trova la morte sul Monte Cristallo (nel Cadore) il 2 agosto 1916, “fulminato da una fucilata alla fronte durante una ricognizione in prima linea sulla quota 2056”. Dapprima sepolto nel cimitero di Cortina d’Ampezzo, come scritto dal Generale Nassi in una lettera alla famiglia, i suoi resti furono poi traslati a Cuccaro e sono tuttora conservati nell’edicola funeraria di proprietà Novelli Angela. La lettera del Generale Nassi termina con le parole: “…Lo piange il Reggimento, lo piange la Brigata, lo piango anch’io mentre muovo per la montagna ad incontrarlo cadavere”. ✝ (La foto è stata ricavata da un quadro ritrovato alla cascina Pezzine, già dimora dei Mazza) Fonti: Ministero della Difesa – Ufficio Storico: Stato di Servizio degli Ufficiali del Regio Esercito Italiano (referente M.llo Luciano Proietti Palombi) 8 9 ALERICI GERMANO di Carlo e Fino Rosa BISOGLIO PIETRO EGIDIO di Paolo e Berra Ferdinanda ❊ Piovera (AL), 22 gennaio 1896 ✝ Monte Cengio (Altipiano di Asiago), 4 giugno 1916 ❊ Cuccaro, 30 agosto 1893 ✝ Monte Zebio (Altipiano di Asiago), 7 luglio 1916 Studente universitario Sottotenente del 1° Reggimento Alpini Contadino (della famiglia di Via Marconi, 5) Trombettiere del 14° Reggimento Bersaglieri Appartenente alla famiglia Alerici, già proprietaria della Cascina Grossa. Gli Alerici di Piovera contano ben 4 Caduti Alto 1,76, circonferenza toracica 0,89, capelli neri e lisci, un piccolo neo alla guancia sinistra; Germano Alerici diventa soldato del Regio Esercito Italiano dopo le visite mediche sostenute nel distretto militare di Voghera. Il 24 novembre 1915, inizia a seguire il corso di allievo ufficiale presso la scuola militare di Modena. Nominato Sottotenente di Complemento il 7 marzo 1916, dal 1° maggio presta servizio di prima nomina come effettivo nel 98° battaglione del 1° Reggimento Alpini-Mondovì. Giunto in zona di guerra, prende immediatamente parte agli scontri sull’Altipiano di Asiago. Cade in combattimento il 4 giugno 1916 a Cima Forcella di Monte Cengio, all’età di anni 20. Arruolato il 25 settembre 1913 con il 6° Reggimento Bersaglieri, procura più volte l’esonero dal servizio militare al fratello maggiore Salvino. Il 20 maggio 1915, quattro giorni prima dell’avvio delle ostilità con l’Impero Austro-Ungarico, viene nominato trombettiere del reggimento. Nel maggio 1916 passa a disposizione dell’8ª Compagnia del 14° Reggimento Bersaglieri, attestato nelle trincee del Monte Zebio (Altipiano di Asiago), sotto il fuoco delle artiglierie nemiche. Ferito gravemente alla gamba destra, muore nel primo pomeriggio del 7 luglio 1916 sui costoni del Monte Zebio, dove gli viene riservata una sommaria sepoltura, all’età di anni 23. Trincea sul Monte Cengio Una trincea sul Monte Zebio Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Doc. di Ruolo Matricolare 1896/3083, Distr. M. Tortona; Ministero della Difesa – Ufficio Storico: Stato di Servizio degli Ufficiali del R. Esercito Italiano (referente M.llo Luciano Proietti Palombi) 10 Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n.1893/36307; Atto di decesso: Reg. di Stato Civile del 14° Regg. Bersaglieri, anno 1916, pag.33, n° 227; Storia dei Reggimenti Bersaglieri. 11 BOCCALATTE ALBERTO PASQUALE di Ilario e Abrardo Antonia BRUSASCO GIOVANNI PIETRO di Bartolomeo e Bassignana Benedetta ❊ Cuccaro, 8 ottobre 1898 ✝ Padova (Ospedale di Tappa) 1 dicembre 1918 ❊ Cuccaro, 28 aprile 1899 ✝ Casoni Meda (Monte Grappa), 30 aprile 1918 Contadino (era lo zio di Alberto Boccalatte abitante in Via Roma, 46) Soldato del 268° Reggimento Fanteria Barbiere Soldato del 22° Reggimento Fanteria Alberto Boccalatte è uno dei tanti giovani chiamati alle armi, giudicati inidonei a sostenere le dure prove della vita militare, ma poi spediti ugualmente a combattere sui vari campi di battaglia. Per via di una statura ben al di sotto di quella stabilita per indossare l’uniforme, viene più volte rivisitato e infine arruolato nel 38° Battaglione della Milizia Territoriale. Reparto che lo impiega inizialmente lontano dal territorio di guerra: giunto al fronte, nell’autunno del 1917, mentre nella conca di Plezzo si verifica il cedimento della II Armata, Alberto passa in forza al 163° Reggimento fanteria della brigata Lucca, sul territorio di Villanova Judrio. Coinvolto nella caotica disfatta di Caporetto, segue il suo reparto nel ripiegamento oltre il Tagliamento, sino alla linea difensiva del Montello. Nel giugno del 1918, quando le armate austro-ungariche iniziano l’offensiva sul Piave, prende parte ai sanguinosi scontri che si svolgono nei pressi di Giavera e Nervesa. Si ammala mentre il conflitto sta per volgere al termine. Ricoverato presso l’Ospedale di Tappa di Padova, muore per bronco-polmonite il 1 dicembre 1918, all’età di anni 20. Giovanni Brusasco è il più giovane Cuccarese deceduto durante la Guerra Mondiale 1915-1918. Ha appena varcato la soglia dei 18 anni quando il 49° Reggimento Fanteria, brigata Parma, lo manda nei propri depositi a svolgere un lungo periodo di addestramento. Sul finire del 1917 viene aggregato al 22° fanteria della brigata Cremona, attestato a Vedelago (Treviso), dove il reparto è impegnato a riorganizzarsi dopo le caotiche fasi del ripiegamento a seguito del cedimento della II Armata nella Conca di Caporetto. Passa il Piave attraverso il ponte della Priula. Dai primi giorni del gennaio 1918, al seguito dell’8ª compagnia del 22° Cremona, combatte sul Monte Asolone, a quota 1473, e nel settore orientale del Monte Grappa. Ferito da una scheggia di granata alla natica sinistra, con foro di uscita all’altezza del quadrante addominale inferiore destro. Giovanni cessa di vivere alle ore 17,30 del giorno 30 aprile 1918, presso il 115° Reparto Someggiato di Sanità, dislocato a Casoni Meda, due giorni dopo aver compiuto 19 anni. Attestato di “Croce al Merito di Guerra” firmato dal Ministro I. Bonomi Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n.1899/3720; Registro Stato Civile Comune di Cuccaro 1918, Parte IV n.4 Serie C Diario Reggimentale. 12 Le pendici del Monte Grappa Fonti: Archivio di Stato di Alessandria Documento di Ruolo Matricolare n.1899/13862; Atto di decesso: Reg. Stato Civile del 115° Reparto Someggiato di Sanità, anno 1918, pag. 88, n. 107; Diario Reggimentale. 13 BUSCAGLIA SECONDO di Cristoforo e Cerrina Carolina CAPRA LUIGI GIOVANNI di Felice e Vanara Paolina ❊ Fubine, 4 settembre 1890 ✝ Quisca, 21 novembre 1915 ❊ Cuccaro, 1 gennaio 1894 ✝ Alessandria, 26 luglio 1917 Muratore Soldato del 2° Reggimento Genio Contadino, lavoratore a giornata Caporale dell’11° Reggimento Artiglieria da Campagna Muratore, emigrante, soldato. Secondo Buscaglia, originario di Fubine, si trasferisce a Cuccaro dopo il matrimonio con Giulia Zavattaro. Il 3 giugno 1912, espletati gli obblighi del servizio militare, chiede i documenti necessari per l’espatrio, poiché dichiara di volersi recare negli Stati Uniti d’America. Considerati i servizi resi all’esercito negli anni precedenti, la domanda viene accolta. Alcune settimane dopo diventa emigrante sulle rotte transoceaniche. Ma la tanto agognata “Merica” non gli riserva la fortuna sperata, poiché il 10 luglio 1913 è già di ritorno, presso il distretto militare di Casale, dove lo inviano a disposizione del 2° Reggimento Genio Zappatori. Iniziata la guerra, Secondo segue le avanzate della fanteria sul primo ciglione carsico. Sul fronte isontino lavora e combatte durante le prime tre offensive sferrate dall’Esercito Italiano contro i formidabili bastioni difensivi austriaci. Tra la fitta rete di trincee e camminamenti, riesce a sopravvivere sino all’autunno del primo anno di combattimenti: ferito all’addome durante un’offensiva sulle colline del Collio, viene ricoverato in un punto di medicazione. La sua corsa finisce nell’ospedale da Campo n. 11, allestito nei pressi di Quisca (oggi Kojsko- Slovenia), il 21 novembre 1915, all’età di anni 25. Soldato di leva di 3ª categoria nel distretto militare di Casale Monferrato, Luigi Capra, destinato all’11° Reggimento Artiglieria da Campagna (Treno), resta a disposizione del reparto ininterrottamente per oltre due anni. Trasferito nella sede di Alessandria, viene designato a svolgere le operazioni di carico e scarico delle munizioni e dei pezzi di artiglieria; dell’allestimento dei carriaggi con le più svariate attrezzature da inviare al fronte. Mansioni rischiose. Il 15 luglio 1917, riceve la promozione a caporale. Undici giorni dopo, il 26 luglio, per cause imprecisate - e mai chiarite - si verifica una tremenda esplosione presso la polveriera “Opera di Valenza”, situata alle porte di Alessandria, poco lontano dalla Cittadella. Muoiono 11 militari e restano feriti anche numerosi civili. Investito dall’esplosione, il Caporale Luigi Capra cessa di vivere alle ore 13,15, all’età di anni 23. 1917: Preparazione di un pezzo di artiglieria 1915: Postazione sul Medio Isonzo Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n. 1890/29650 Atto di decesso: Registro dell’Ospedale da Campo n.11, anno 1915, pag. 232 14 Fonti: Archivio di Stato di Alessandria di Ruolo Matricolare n. 1894/74, faldone 3, Cat. 1/453; Atto di decesso: Registro di Stato Civile del Comune di Alessandria, firma del Sindaco Pistoia Ernesto--Anno 1917, 17 ottobre n.474. 15 DELL’OSTA PIETRO di Camillo e Scarrone Adelaide FERRERO FRANCESCO SAVIO di Felice e Barbiroglio Luigia ❊ Cuccaro, 25 agosto 1892 ✝ Vicenza (Ospedale Militare di Riserva), 16 agosto 1915 ❊ Cuccaro, 25 settembre 1892 ✝ Zenson di Piave (Treviso), 6 dicembre 1917 Contadino Soldato del 44° Reggimento Fanteria Filatore Soldato del 13° Reggimento Fanteria Nato a Cuccaro, in Via Case Rotte 12, Pietro Dell’Osta è uno dei tanti richiamati alle armi transitati presso il distretto militare di Casale arruolati dalla brigata Ravenna, composta dai Reggimenti 37° e 38° di fanteria, con sede centrale in Alessandria. Ed è anche il primo giovane combattente Cuccarese a perdere la vita in una struttura ospedaliera a causa di malattia contratta in guerra. Il 16 maggio 1915, Pietro, passa alla brigata Forlì (43° e 44° Fanteria) presso la sede reggimentale di Novi Ligure. Per lui, il viaggio verso il nord-est del Regno d’Italia, dove sono ammassati oltre 500.000 uomini, pronti a intraprendere l’avanzata verso il territorio della Duplice Monarchia Asburgica, prende avvio nel corso dell’ultima settimana della neutralità italiana. Ed è un viaggio di sola andata. Il 24 maggio diventa guerra vera. Oltrepassato il fiume Judrio, il reggimento di cui fa parte sferra reiterati assalti oltre confine, sul tratto di fronte Vehrovlije-Gunisce Bala, contro la testa di ponte austriaca di Plava, sino al versante Monte Kuk - Monte Vodice. Il giovane contadino fa appena in tempo a conoscere la guerra che si sta svolgendo sugli altipiani veneti, perché si ammala subito dopo il suo arrivo. Muore alle ore 8 del 16 agosto 1915, tra le corsie dell’Ospedale militare di Vicenza, all’età di anni 22. Durante le visite mediche, sostenute nella sede del distretto militare di Casale, emerge che la statura di Francesco Ferrero – 153 centimetri – è ben al di sotto di quella stabilita per poter procedere all’arruolamento. Pertanto, ai sensi del Decreto Luogotenenziale emanato il 12 aprile 1917, può avvalersi del congedamento illimitato. Rientrato in famiglia, si trasferisce a Torino, dove prosegue la sua attività di filatore. Ma al fronte si susseguono assalti su assalti, che procurano all’Esercito modesti avanzamenti e provocano un numero spaventoso di vittime; occorrono forze fresche, per riorganizzare i reggimenti decimati dalle perdite subite. Cosicché la soglia minima per l’arruolamento, di 154 centimetri, registra un sensibile ritocco al ribasso, e il giovane filatore riceve l’avviso di chiamata alle armi dal distretto militare di Torino. Visitato nuovamente è infine dichiarato abile a tutti gli effetti. L’8 novembre 1917, passa alle dipendenze della brigata Pinerolo (13° e 14° fanteria). Inquadrato nella 6ª compagnia del 13° fanteria, e inviato in zona di guerra, vive le concitate fasi dello sbandamento della II Armata dopo Caporetto, e il conseguente ripiegamento dall’Isonzo al Piave. Colpito dal fuoco nemico, muore per le conseguenze di una grave ferita all’addome, provocata da una scheggia di granata, il 6 dicembre 1917, nel comune di Zenson di Piave, all’età di anni 25. 1915: Corsia dell’Ospedale Militare di Vicenza Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n. 1892/244; Atto di decesso: Stato Civile di Vicenza, Anno 1915 Diario Reggimentale. 16 24 ottobre 1917, una fase della ritirata di Caporetto Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, documento di Ruolo Matricolare n. 1892/32527; Atto di decesso: Stato Civile del 13° Fanteria., Anno 1917, pag. 91, n. d’ordine 1511. Diario Reggimentale. 17 NANO PAOLO ERNESTO di Francesco e Valentino Amalia NANO PAOLO PLACIDO di Felice e Saglio Olimpia ❊ Cuccaro, 23 maggio 1885 ✝ Monfalcone (Gorizia) “quota 89”, 4 agosto 1916 ❊ Cuccaro, 27 luglio 1898 ✝ Fagaré (San Biagio di Callalta - Treviso), 16 giugno 1918 Contadino (zio di Nano Ernesto di Via Colombo 15) Soldato del 155° Reggimento Fanteria Carrettiere (zio di Nano Felice di Via Colombo 5) Soldato del 271° Reggimento Fanteria Richiamato alle armi dopo aver lungamento servito l’Esercito Regio negli anni precedenti il conflitto, Paolo Nano giunge a disposizione del 37° Reggimento Fanteria della brigata Ravenna il 31 luglio 1915. Ha da poco compiuto trent’anni. Arriva in zona di guerra mentre è in corso la seconda offensiva italiana sull’Isonzo, che costringe le truppe austro-ungariche dell’Isonzo Armèe, del Generale Svetozar Boroevic von Bojna, ad arretrare di alcune centinaia di metri sull’altipiano di Doberdò e davanti al villaggio di San Martino del Carso. È il battesimo del fuoco. Il giorno 16 novembre, durante uno scontro che il suo reparto ingaggia col 22° Reggimento dalmati, riporta una ferita che gli consente di allontanarsi dal Carso. Ritorna nelle stesse posizioni, in forza al 155° Fanteria della brigata Alessandria, il 3 giugno 1916. Sferrata una nuova offensiva contro le linee nemiche di quota 85 – quota 121 di Monfalcone, con la 3ª compagnia riesce a raggiungere il saliente di quota 89. Falciato dal fuoco avversario, muore alle ore 8 del 4 agosto 1916 in età di anni 31. Soldato di leva della classe 1898 viene dichiarato idoneo all’arruolamento, presso il distretto militare di Casale Monferrato, il 29 gennaio 1917. Pochi mesi dopo, sopraggiunta la primavera, è posto agli ordini del 67° Reggimento Fanteria della brigata Palermo; reparto col quale giunge al fronte il giorno 13 giugno. Ferito lievemente in uno scontro, torna nei depositi reggimentali il 18 settembre 1917. Verso la fine dello stesso anno, ritorna tra le linee avanzate con la brigata Potenza (271°-272° e 273° Fanteria) della quale fa parte anche il compaesano e amico Francesco Riva. In forza alla 3ª Compagnia del 271°, viene impiegato nel settore di Rovarè e Monastier. Nel giugno 1918 combatte sulla linea del Piave (2ª Battaglia del Piave). Colpito all’addome da una scheggia di granata, muore all’età di vent’anni, il 16 giugno 1918. Postazione italiana a Monfalcone Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n° 1885/22285; Atto di Decesso: Registro di Stato Civile del 155° Fant., Anno 1916, pg.797, n. d’ordine 794; Diario reggimentale. 18 Sacrario di Fagarè Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n. 1898/9678; Atto di Decesso: Registro Stato Civile del 271° Fant.: anno 1918, pag. 148, n. d’ordine 148; Diario reggimentale. 19 NOVELLI PIETRO OTTAVIO di Felice e Saglio Olimpia NOVELLI VINCENZO FRANCESCO di Evasio e Bigotti Francesca ❊ Cuccaro, 15 febbraio 1897 ✝ Pod Korite-Castagnevizza (Dolina Kafer), 29 agosto 1917 ❊ Cuccaro, 3 maggio 1899 ✝ Disperso sul Piave il 27 luglio 1918 Salumiere/contadino Soldato del 268° Reggimento Fanteria Calzolaio Soldato dell’82° Reggimento Fanteria Pietro Ottavio Novelli fa parte di una famiglia numerosa: padre, madre, tre fratelli e quattro sorelle. Tutti impegnati nelle vigne e nei campi della Cascina S. Antonio. Oltre all’attività agricola, Pietro Ottavio, quando cercato, si presta a svolgere anche altri lavori. Il giorno in cui si presenta alle visite nel distretto militare di Casale, per adempiere agli obblighi del servizio di leva - 22 settembre 1916 - dichiara di essere “salumiere”. Ritenuto idoneo a vestire l’uniforme, viene aggregato ai rinforzi destinati al 67° Fanteria brigata Palermo. Usufruito di un breve periodo di congedamento, sale sulla tradotta che lo trasporta al fronte, nel corso della prima decade del maggio 1917. Non tornerà più a casa. Il giorno 30 giugno, trasferito nella brigata Caserta, formata dai reggimenti 267° e 268° fanteria, alle dipendenze della 14ª Divisione, combatte sul Medio e Basso Isonzo. Inserito poi nella 1ª Compagnia del 268°, giunge nel settore di Pod Korite - Castagnevizza: Jamiano, Versic, Selo, Nova Vas: è il Carso più atroce e micidiale, dove si susseguono ininterrottamente combattimenti a combattimenti. Travolto da una granata presso la dolina Kafer, sul territorio di Castagnevizza del Carso, Pietro Ottavio Novelli muore il 29 Agosto 1917, all’età di anni 20. Vincenzo Novelli è uno dei 180.000 ragazzi della classe 1899 chiamati alle armi nel maggio del 1918, per ricostruire un esercito sfibrato dalla disfatta di Caporetto. Alcuni coetanei cuccaresi, nati nel primo quadrimestre, l’hanno già preceduto; pochi altri lo seguiranno. È fra gli ultimi a lasciare la famiglia, il paese in cui è nato e cresciuto, per andare a combattere una guerra che non sembra mai finita. Sostenuti gli accertamenti sanitari, riceve l’ordine di portarsi a disposizione del 50° Reggimento Fanteria della brigata Parma, con sede a Torino e depositi d’istruzione a Savona. Depositi nei quali Vincenzo rimane per circa cinque mesi. La vigilia del Natale 1917 parte per Treviso, dove si trova la brigata Torino, impegnata a ricostruire le compagnie dopo le perdite subite durante la ritirata di Caporetto. Inquadrato nell’82° fanteria, il giovane calzolaio svolge i suoi primi turni in linea sul Sile, su un terreno acquitrinoso, malsano, nel territorio di Salsi. Quando le divisioni austriache iniziano la prima poderosa offensiva sul Piave, nel giugno 1918, combatte con il reparto a difesa dell’Ansa di Zenson, sulle sponde del Piave. Scompare nel vortice della battaglia il 27 luglio 1918, all’età di anni 19. (La sua fotografia è stata ricavata da un medaglione che la nipote Bisoglio Luigina portava al collo). Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n° 1897/6949; Atto di Decesso: Registro di Stato Civile del 268 Fant. anno 1917 pag. 53, n. 51; Diario reggimentale. 20 Sulla casa distrutta sul Piave i fanti hanno scritto: “TUTTI EROI! O IL PIAVE O TUTTI ACCOPPATI!” Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n.1899/3720; Dichiarazione di irreperibilità del 23/01/1924; Diario reggimentale. 21 PICCIO CANDIDO di Luigi e Carlevaro Tersilla POGGIO GIUSEPPE di Luigi e di Gallione Maddalena ❊ Fontanile, 28-11-1890 ❊ Cuccaro, 22 ottobre 1883 ✝ Monte Zebio (Altipiano di Asiago), 11 maggio 1917 Contadino Soldato del 145° Reggimento Fanteria Dopo essere stato definitivamente esonerato dallo svolgimento del servizio militare nel gennaio 1905, si ricordano di lui il 24 maggio 1916, allo scadere del primo anno di guerra. Riconvocato e sottoposto a nuove visite mediche, risulta infine abile e arruolato. Passati un paio di mesi, il giorno 9 luglio Candido si trova già nei depositi della brigata Toscana. Lo spediscono subito a ridosso dei campi di battaglia. Il 21 ottobre finisce agli ordini In trincea sul Monte Zebio del 145° Reggimento Fanteria della brigata Catania, a disposizione del III Corpo d’Armata. In forza al 2° battaglione, giunge sull’altipiano dei Sette Comuni, in prossimità dei Monti Baldo e Roccolo Cimon. Nel corso dei mesi di marzo e aprile 1917, con i fanti della brigata Catania, si trova ad agire alle pendici del Monte Zebio, trascorrendo brevi turni di riposo nella valle di Campomulo, tra il Monte Fior e il Monte Longara. Candido cade nel corso degli innumerevoli attacchi che il suo reggimento sferra in direzione dello strategico Monte Zebio: centrato dallo scoppio di un ordigno esplosivo, perde la vita all’altezza del “Caposaldo A” del Monte Zebio, il giorno 11 maggio 1917 all’età di anni 34. Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Doc. di Ruolo Matricolare n.1883/13427 e 1884/16517; Atto di Decesso: Stato Civile del 145° Fanteria, Anno 1917, pag.90, n. d’ordine 591; Diario reggimentale. 22 ✝ Verhovlje (Medio Isonzo), 11 agosto 1915 Soldato del 21° Reggimento Artiglieria da Campagna Arruolato nella 7ª Batteria del 21° Reggimento Artiglieria da Campagna, muore in combattimento a Verhovlje, sul Medio Isonzo, per ferita perforante alla testa, l’11 agosto 1915. (Come POGGI non esiste in nessuno dei documenti consultati. Come POGGIO figura nell’Albo ufficiale dei Caduti e nell’Archivio del Comune di Fontanile. Poiché non possiamo arrogarci il diritto di eliminarlo dall’elenco dei nostri Caduti, lo accettiamo immaginandolo come uno dei salariati della Cascina Grossa (o di altre cascine), che sia stato chiamato alle armi prima che avesse potuto prendere la residenza a Cuccaro). QUARTERO ALFREDO di Pasquale e Boccalatte Delfina ❊ Cuccaro, 28 aprile 1880 ✝ Cuccaro, 10 aprile 1919 Contadino Soldato del 207° Reggimento Fanteria Arruolato all’inizio delle ostilità in uno dei tanti battaglioni della Milizia Territoriale operanti nelle retrovie del fronte, Alfredo è posto a disposizione del 23° Battaglione di M. T. il 25 giugno 1916, a ridosso delle prime linee. Dall’inizio del 1917 è a disposizione del 207° fanteria brigata Taro, una Milizia Mobile reduce da tante battaglie sostenute sul Carso, in Trentino e sull’altipiano dei Sette Comuni, bisognosa di rinforzi in previsione della imminente offensiva sulla Bainsizza. Trasferito dall’altipiano di Asiago al fronte dell’Isonzo, il 30 agosto cade prigioniero del nemico. Liberato a seguito dell’Armistizio di Villa Giusti (3 Novembre 1918), Alfredo torna a Cuccaro nel gennaio 1919, dove muore per malattia il 10 Aprile, all’età di anni 39, a seguito delle devastanti esperienze vissute in tre anni di stenti sulla linea del fronte. Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Doc. di Ruolo Matricolare n. 1883/12886- cartella 9226; Atto di Decesso: Registro Stato Civile del Comune di Cuccaro, Anno 1919; Diario reggimentale. 23 RAIMONDO DOMENICO PIETRO di Secondo e Scamuzzi Emilia RAIMONDO ERNESTO di Luigi e Novelli Prospera ❊ Camagna, 28 marzo 1895 ✝ Prepotto (Udine), Ospedale da campo n. 072, 19 ottobre 1917 ❊ Cuccaro, 10 gennaio 1897 ✝ Monte Vodice (quota 652), 24 maggio 1917 - Disperso Cameriere Sergente del 205° Reggimento Fanteria Contadino Soldato del 247° Reggimento Fanteria Nato a Camagna, registrato nella locale lista di leva della classe 1895, Domenico Raimondo e famigliari trasferiscono la loro residenza a Cuccaro attorno al 1910*. Quando presenta richiesta del documento di identità personale, dichiara di svolgere l’attività di cameriere. Chiamato alle armi, con anticipo di nove mesi il 16 gennaio 1915, e giudicato abile, viene arruolato nella brigata Abruzzi, con sede a Padova. Allo scoppio del conflitto, col 57° fanteria raggiunge Cormons, a pochi chilometri da Gorizia. Nel 1916, dopo sei mesi di fronte isontino, riceve i gradi di Caporale. L’anno successivo, nei Depositi di istruzione di Milano, passa alla brigata Lambro, e con il 205° fanteria torna sulle prime linee del Carso goriziano. Due mesi dopo, per il coraggio dimostrato in una azione particolarmente rischiosa, viene promosso Sergente. Aggregato alla 9ª compagnia del 206° Reggimento Fanteria, nell’agosto 1917 prende parte alla decima offensiva italiana sull’arido altipiano della Bainsizza. Inizialmente sul Monte San Marco, successivamente nel settore Zablie-Koprivisce. Non arriva alle sponde dell’Avscek: gravemente ferito alla tempia, muore all’età di 22 anni, nell’Ospedale della Sanità n. 72, sito tra Medea e Prepotto, alle ore 12,30 del 19 ottobre 1917. Chiamato anticipatamente alle armi con i coetanei della classe 1897, per potenziare le unità operanti sullo scacchiere di guerra, Ernesto prende servizio l’8 ottobre 1916. Assegnato temporaneamente alla neocostituita brigata Tortona, con sede a Como e Molteno, effettua un mese esatto di addestramento, poi passa in pianta stabile nel 247° Reggimento Fanteria della brigata Girgenti (1° Battaglione d’assalto). Raggiunge in rapida successione: Cividale, Plava, Zagòra, Kambresco. Pervenuto, al Comando della Brigata, l’ordine di tentare una nuova puntata offensiva in direzione dell’altipiano della Bainsizza, Eugenio viene catapultato nell’epicentro di violentissimi scontri, fra il Monte Kuk e il Monte Vodice. Protagonista delle ondate d’assalto, a rincalzo delle truppe operanti fra le linee avanzate del Monte Vodice, il giovane cuccarese scompare durante l’assalto finale fra la Sella di quota 592 e la sommità di quota 652, il 24 maggio 1917, all’età di anni 20. Soldati sull’Altipiano della Bainsizza Il Monte Vodice sulla destra, con ben visibile il ponte sull’Isonzo che gli austriaci hanno fatto saltare prima della ritirata. Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n. 1895/0625; Atto di decesso: Reg. di Stato Civile dell’Ospedale di Sanità n. 72, Anno 1917, pag. 44, n.108 Diario reggimentale. *Registro di Stato Civile del Comune di Camagna, nascite 1895. Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, documento Ruolo Matricolare n. 1897/7003; Dichiarazione di irreperibilità definitiva rilasciata il 22 maggio 1919; Diario reggimentale. 24 25 RAIMONDO EUGENIO di Luigi e Saglio Maria RIVA CARLO di Stefano e Saglio Olimpia ❊ Cuccaro, 30 aprile 1885 ✝ Castelnuovo del Carso, 28 ottobre 1915 - Disperso ❊ Cuccaro, 21 aprile 1896 ✝ Quinto (Treviso) - Ospedale da Campo n. 022, 22 ottobre 1918 Barbiere Soldato del 6° Reggimento Bersaglieri Contadino Soldato del 2° Reggimento Genio Statura cm. 165, capelli rossi e lisci, occhi grigi, colorito roseo. Fante piumato per oltre due anni nei depositi di Asti del 5° Reggimento Bersaglieri, fra il 1905 e il 1912. Ottimo tiratore, frequentemente richiamato per essere sottoposto a esercitazioni con la carabina e a prove di ginnastica di ogni genere, sino alla frenesia, Eugenio si presenta ogni volta puntuale. Riscuote consensi per la mira invidiabile e dà prove di resistenza alla fatica durante i numerosi turni di addestramento. Osserva in tutto il “decalogo” che Alessandro La Marmora scrisse nel 1836 per l’ottimale educazione bersaglieresca. Riceve un encomio ufficiale per i servizi resi al corpo d’appartenenza nel momento del congedo. Nel maggio 1915, all’atto dell’entrata in guerra dell’Italia, si fa trovare ancora pronto all’ennesima chiamata. Attraversata la pianura friulana, sostiene le sue prime prove col X Corpo d’Armata ai piedi del primo gradone carsico, a Cassegliano, Polazzo, tra i trinceramenti sconvolti del Monte Sei Busi. Due mesi esatti, dal 28 agosto al 28 ottobre 1915. Scompare in combattimento durante la terza offensiva tentata sull’Isonzo, fra le fangose trincee di Castelnuovo, all’età di anni 30. Appartenente alla nota famiglia Riva, residente in regione Castello, Carlo è l’ultimo dei sei figli di Stefano e Olimpia Saglio. È preceduto da Gennaro, Efisio, Ernesto, Leonardo e Rita. Il padre è molto conosciuto ed apprezzato in paese, poiché svolge l’importante funzione di flebòtomo. Carlo, della classe 1896, riceve la chiamata alle armi il 27 novembre 1915. La settimana seguente, è posto agli ordini del 2° Reggimento Genio, con sede in Bologna: reparto che verso la fine dell’anno lo conduce in zona di guerra, sul confine con il Trentino. Nel maggio 1916, appena si scatena la Strafexpedition austriaca, con la 184ª Compagnia Zappatori del 73° Battaglione (44ª Divisione, V Corpo d’Armata del Gen. Bertocchi), viene impiegato nel settore Vallarsa-Pasubio, presso lo sbarramento Agno-Posina. Nei momenti di riposo scrive spesso a casa: chiede notizie di Leonardo ed Ernesto, entrambi sotto le armi, si informa sullo svolgimento dei lavori agricoli, si rammarica perché non gli viene mai concessa la meritata licenza*. Nel settembre 1917, a seguito di malattia, viene ricoverato presso l’Ospedale Militare di Alessandria, dove ottiene l’assegnazione ai servizi sedentari. E’ l’illusione di un ritorno a casa. Pochi mesi dopo riceve l’ordine di rientrare al reggimento. Con l’arretramento del fronte dopo Caporetto, giunge sul territorio a ridosso del Montello. Si ammala mentre la guerra volge al termine; nelle ultime lettere rassicura i famigliari, è fiducioso di rivederli presto. Muore per bronco-polmonite e infezione intestinale, alle ore 6,30 di martedì 22 ottobre 1918, all’età di anni 22. Trincea sull’Isonzo Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n. 1885/ 18450; Diario reggimentale; Registro nascite del Comune di Cuccaro. 26 * La sua corrispondenza è tuttora conservata da Rita Saglio in Secondelli. Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n.1896/3547; Atto di Decesso: Registro di Stato Civile dell’Ospedale da Campo n. 022 , Quinto (Treviso), Anno 1918, pag. 57, n. d’ordine 5 - fascicolo 1. 27 RIVA FRANCESCO di Delfino e Demartini Clara RIVA VINCENZO di Ernesto e Stanchinotti Alessandrina ❊ Cuccaro, 5 giugno 1898 ✝ Lovišče, 8 settembre 1917 ❊ Cuccaro, 31 marzo 1898 ✝ Cusignana di Giavera del Montello (Treviso), 19 giugno 1918 Carrettiere Soldato del 270° Reggimento Fanteria Falegname Esploratore del 5° Reggimento Fanteria Aosta Cugino di Carlo Riva, residente con la famiglia in regione Castello, Francesco svolge con il padre l’attività di carrettiere. Diventa soldato di fanteria il 26 febbraio 1917. Per circa cinque mesi condivide l’esperienza militare con il coetaneo e amico Paolo Nano: insieme sostengono le visite mediche nel distretto di Casale; insieme vengono arruolati nel 67° Reggimento fanteria della brigata Palermo, e ancora insieme svolgono l’addestramento. Il giorno 8 luglio le strade si dividono, quando Francesco passa agli ordini della brigata Aquila. Non avranno più alcuna occasione di rivedersi. Inquadrato nella 2ª compagnia di marcia del 270° Reggimento fanteria, raggiunge rapidamente il fronte isontino, dove nel mese di agosto si trova coinvolto nella terrificante decima offensiva italiana sferrata sull’Isonzo, sull’altipiano della Bainsizza. Combatte per poco meno di un mese; nel settore di Zagomila, sulle alture del Monte Kobilek, sulla linea di Madoni, sino a ridosso del Vallone di Chiapovano. Ferito al torace, si spegne presso l’Ambulanza Chirurgica n. 7, localizzata nella piccola frazione di Lovišče, sul territorio di Canale d’Isonzo, l’8 settembre La cartolina con la quale Paolo Nano dice di essere stato nello stesso Reggimento di Francesco 1917, all’età di anni 19. Nato nel 1898 a Cuccaro, Vincenzo Riva emigra a Torino appena raggiunge l’età da lavoro. Trovata occupazione in una falegnameria, la sua famiglia decide di fissare la residenza in città. Nel gennaio 1917, riceve pressoché contemporaneamente, due avvisi di chiamata alle armi: uno proveniente dal distretto militare di Casale Monferrato, l’altro da quello torinese. Si presenta nel più vicino. Durante le visite, chiede di rimandare il momento della presentazione alle armi: problemi fisici, ma anche perché unica fonte di reddito in un contesto umile. In attesa di accertamenti viene lasciato in congedo provvisorio. La richiesta ha esito negativo. Il 2 agosto inizia l’addestramento con le reclute della brigata Ravenna, reparto al quale viene aggregato nei pressi di Treviso. Durante l’inverno 1917-1918, seppur giovanissimo, passa a far parte del Gruppo Speciale Esploratori del 5° Reggimento fanteria Aosta, che lo impiega sulle Prealpi trevigiane, a Nervesa, ai piedi del Montello, in corrispondenza della linea del Piave, dove concorre ad arrestare l’offensiva austriaca nel giugno 1918 (battaglia del Solstizio). Combatte per poco più di un mese: travolto dallo scoppio di un ordigno esplosivo nel corso della battaglia di Volpago, si spegne durante il trasporto presso un vicino reparto someggiato di sanità, a mezzogiorno del 19 giugno 1918, all’età di anni 20. Massacro sul Montello Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n. 1898/2454; Atto di decesso: Registro decessi presso l’Ambulanza Chirurgica n.7, Anno 1917, pag. 159, n. 159; Diario Reggimentale. Fonti: Archivio di Stato di Torino, Documento di Ruolo Matricolare n.1898/18588; Atto di decesso: Registro di Stato Civile del 5° Regg. Fanteria, Anno 1918, fasc. IV, pag. 82, n.722; Diario Reggimentale. 28 29 SALIO ERMINIO di Federico e Peracchio Clara SCAMUZZI LONGINO di Alessandro e Carlevaro Ludovica ❊ Camagna, 23 giugno 1896 ✝ Brunico (Bolzano) Ospedale da Campo n. 70, 25 novembre 1918 ❊ Cuccaro, 10 febbraio 1887 ✝ Podsabotin, 25 agosto 1915 Calzolaio Soldato del 2° Reggimento Genio Fabbro - ferraio Soldato del 37° Reggimento Fanteria Nato a Camagna, ma trasferitosi con la famiglia a Cuccaro in età giovanile, si presenta alle armi il 22 settembre 1915, presso il distretto militare di Casale Monferrato. Alto 1,68, di forte fibra fisica, capelli neri e lisci, Erminio, appena dichiarato idoneo all’arruolamento, è destinato al 2° Reggimento Genio, presso i depositi di mobilitazione di Bologna. Inquadrato nella 168ª Compagnia Zappatori, arriva in zona di guerra il 10 aprile 1916. Per due anni lavora e combatte sul fronte tenuto dalla I e IV Armata - dallo Stelvio al Canin -, tra il Col di Lana, le Tofane; a ridosso delle cime circostanti il passo di Monte Croce di Co- Sul confine di Stato, presso il Passo di Monte Croce di Comelico melico, confine tra l’Italia e l’Impero Austro-Ungarico. Fabbro - ferraio del paese, Longino è dichiarato idoneo a indossare l’uniforme da soldato quantunque le sue condizioni di salute non siano ottimali. In tempo di pace non avrebbe difficoltà ad ottenere l’inabilità definitiva; ma in tempo di guerra un veterano della brigata Re (1° e 2° Reggimento Fanteria, con sedi a Udine e Sacile), con alle spalle una lunga esperienza in vari depositi reggimentali, è considerato troppo utile alla causa dell’Esercito per essere riformato e relegato nella Riserva. La Commissione Medica che esegue la prima visita, lo rimanda in congedo provvisorio. Al termine della seconda visita ne conferma la sentenza. La terza è assai più blanda e informale. Longino viene infine dichiarato abile, arruolato il giorno stesso e mandato in Alessandria, a disposizione della brigata Ravenna, impegnata nelle operazioni di trasferimento al fronte. Alle dipendenze della 3ª Divisione, diventa anch’egli partecipe dei tentativi di sfondamento portati nel settore Kuk-Vodice-Monte Santo. La partecipazione all’avanzata del ventottenne fabbro ferraio si arresta dopo due settimane: contagiato da una grave malattia infettiva (il colera) sviluppatasi nelle trincee isontine, muore a Podsabotin, un grumo di case poste sulla strada che 1915: il Monte Santo visto dalle postazioni italiane unisce Solkan a Hum, sulle colline del Brda sloveno, il 25 agosto 1915. Si ammala nell’autunno 1918, poche settimane prima della fine della guerra. Ricoverato presso l’Ospedale da Campo n. 70, nel territorio di Brunico, muore a seguito di polmonite lobare sinistra, alle ore 22 del 25 novembre 1918, e sepolto in presenza del Cappellano Militare Pietro Pernigotti, all’età di anni 32. Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n. 1896/3801 Atto di decesso: Registro decessi presso l’Ospedale n. 70 di Brunico, anno 1918, pag. 3, n. 179 30 Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n.1887/22288; Atto di Decesso: Registro di Stato Civile del 37° Fanteria, Anno 1915, pag. 109, n. 107; Diario Reggimentale. 31 SCAMUZZI MARIO di Clemente e De Bernardi Teresa SCAMUZZI PIETRO di Ilario e Salio Carolina ❊ Cuccaro, 16 marzo 1897 ✝ Cormons (Gorizia) - Ospedale da Campo n. 231, 29 maggio 1917 ❊ Cuccaro, 6 giugno 1896 ✝ Monte San Marco (Gorizia), 3 giugno 1917 Contadino Soldato del 257° Reggimento Fanteria Muratore Caporale del 205° Reggimento Fanteria Mario Scamuzzi è il settimo e ultimo Cuccarese della classe 1897 a rispondere alla chiamata alle armi, pervenutagli dal distretto di zona di Casale Monferrato. Lasciato in congedo provvisorio, al fine di valutare l’opportunità di inserimento nella Milizia Territoriale, viene richiamato e destinato alla Milizia Mobile, al centro di arruolamento della brigata Toscana (77° e 78° Fanteria). Effettuato l’addestramento, come numerosi giovani monferrini, trova collocazione nella brigata Tortona, in corso di costituzione nelle caserme reggimentali di Brescia. Inserito nella 2ª Compagnia di marcia del 257° Fanteria, segue il trasferimento del reggimento, per via ferroviaria dalle sedi lariane di Como e Molteno, a San Giovanni di Soleschiano (Udine), dove svolge servizio per buona parte della stagione invernale 1916-1917. A partire dal 23 maggio 1917, risalendo dalle posizioni occupate di Salcano, Vehrovlije e Dolganijva, prende parte all’attacco sul versante Sud del Monte Santo. La sua partecipazione alla battaglia non va oltre i due giorni: durante uno dei tanti tentativi di assalto, riporta una grave ferita da arma da fuoco e la frattura completa al 3° inferiore dell’omero. Mario Scamuzzi muore per setticopiemia (provocata dalla ferita ricevuta) presso l’Ospedale da Campo n. 231 di Cormons, il giorno 29 Maggio 1917, all’età di anni 20. La lapide di Mario Scamuzzi, presso il Sacrario Militare di Fogliano Redipuglia Raggiunto dall’avviso di chiamata alle armi a conflitto iniziato, il muratore Pietro Scamuzzi si presenta nel deposito di Milano del 7° Reggimento fanteria (brigata Cuneo), il giorno 9 dicembre 1915. Pochi mesi dopo, presso lo stesso deposito, è assegnato al neo-costituito 205° fanteria della brigata Lambro. Finito l’addestramento, svoltosi durante la stagione invernale del primo anno di guerra, segue il reparto in Veneto, fra Marostica e Nove di Brenta, dove concorre ad arrestare la Strafexspedition del Conrad von Hotzendorf sull’altipiano di Asiago nella tarda primavera 1916. L’anno successivo, il 24 maggio 1917, viene promosso caporale. Trascorse alcune settimane, prende parte ai combattimenti sul Carso Isontino, nel settore OslaviaLenzuolo Bianco-Val Peumica. Inserito nella 1ª compagnia del 205° Lambro, combatte sulle colline circondanti Gorizia, sulla linea Kemperlisce-San MarcoMonte San Marco, trincea di prima linea Stara Gora. Investito in pieno dallo scoppio di una granata, muore alle pendici del Monte San Marco, alle ore 21 del 3 giugno 1917, tre giorni prima di compiere 21 anni. Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n. 1897/6944; Atto di Decesso: Stato Civile Ospedale da Campo di Cormons, Anno 1917, fasc. 3, pag. 47, n. 625; Diario Reggimentale. Fonti: Archivio di Stato di Alessandria: Documento di Ruolo Matricolare n.1896/3550; Atto di decesso: Stato Civile del 205° Fant. (Deposito 7° Fant.), Anno 1917, pag. 201, n. d’ordine 811; Diario Reggimentale. 32 33 SCARRONE GENNARO GIOVANNI di Evasio e Raimondo Rosa SCARRONE LEONE di Natalino e Maranzana Ermelinda ❊ Cuccaro, 4 marzo 1883 ✝ Flondar, 23 maggio 1917 ❊ Cuccaro, 16 febbraio 1890 ✝ Monte Rothek-Val Padola (Belluno), 4 agosto 1915 Contadino (era il nonno dei Bisoglio Luigi e Luciano, di Via Castello, detti Maciòn) Soldato del 78° Reggimento Fanteria Carrettiere Soldato del 92° Reggimento Fanteria Gennaro Giovanni Scarrone è l’ottavo Cuccarese richiamato alle armi della classe 1883. Uno dei primi a ripresentarsi nel distretto militare di Casale Monferrato. Il giorno 10 luglio 1916, lascia la giovane moglie, Teresa Caligaris e intraprende il viaggio che lo porta a disposizione del 78° Reggimento fanteria della brigata Toscana, con sede a Bergamo. In vari depositi reggimentali effettua un prolungato periodo di esercitazione. Quando raggiunge i territori dove da oltre un anno si sta sviluppando una sanguinosa guerra di posizione, ha da poco compiuto il suo trentatreesimo anno di vita. In forza al Reggimento di appartenenza, conosce le drammatiche condizioni di permanenza nelle trincee poste dinanzi al Veliki Hribach e del Fajiti, dove rimane sino termine del 1916. Sempre agli ordini dell’11ª Compagnia dei “Lupi di Toscana” del 78° fanteria, prende parte all’offensiva della primavera 1917 nella zona del Lisert (12 maggio - 8 giugno 1917). Combatte per una decina di giorni: gravemente ferito dal micidiale tiro di sbarramento delle artiglierie nemiche, muore per lo scoppio ravvicinato di una granata, alle ore 16 del 23 maggio 1917 sul Carso di “quota 77” (viadotto di Flondar). Postazione austriaca a difesa Leone Scarrone abbandona il paese natio giovanissimo. Si trasferisce con la famiglia a Torino, alla ricerca di nuove opportunità lavorative. Dapprima trova alloggio in Corso Re Umberto, 29; successivamente elegge come suo domicilio una piccola abitazione al n. 13 di Via San Donato. All’ombra della Mole si dedica all’attività di carrettiere. Registrato nelle liste di leva di Torino, appena varcata la soglia dei vent’anni, si vede recapitare l’avviso di convocazione presso la sede del locale distretto militare. Assolti gli obblighi del servizio di leva, riprende la consueta attività di trasportatore di merci e materiali vari. Periodicamente l’Esercito lo richiama per sottoporlo a brevi turni di addestramento in vari depositi di fanteria. Mai oltre i tre mesi. L’8 maggio 1915, parte verso la guerra che sta per iniziare; chiamato per una asserita breve esercitazione, si ritrova invece a Longarone, col 92° Reggimento fanteria della brigata Basilicata. Il 24 maggio, il cannoneggiamento di Forte Varena annuncia l’inizio del conflitto. Raggiunto il Cadore, Leone concorre agli attacchi diretti verso le difese austriache di Cima Casale-Monte Chiadonis-Monte Avanza. Il 4 agosto, quando parte l’offensiva contro il Monte Rothek, colpito al petto da un proiettile di fucile cade nella “terra di Resto di trincea sul Monte Rothek (Val Padola) nessuno”. A Redipuglia la sua lapide reca il n. 34.017 del Viadotto di Flondar Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Doc. di Ruolo Matricolare n.1883/12060, cartella 125b; Atto di decesso: Registro di Stato Civile del 78° Fanteria anno 1917 pag 104 n. ordine 523 Diario Reggimentale. 34 Un corpo senza sepoltura, neppure coperto da una palata di terra, in balia dei calibri campali. Gli innalziamo noi una croce, con la semplice scritta: “Fante Scarrone Leone, di anni 25”. Fonti: Archivio di Stato di Torino, Documento di Ruolo Matricolare n. 1890/45555; Atto di decesso: Stato Civile del 92° Regg, Anno 1915, pag. 68, n. d’ordine 66; Diario Reggimentale. 35 VARESE MARIO di Giuseppe e Zavattaro Delfina ZAVATTARO ERNESTO di Pietro e Juli Adele ❊ Cuccaro, 3 aprile 1893 ✝ Val Travenanzes (Belluno), 17 giugno 1916 ❊ Cuccaro, 2 marzo 1883 ✝ Monte Sabotino (Gorizia), 3 dicembre 1916 Contadino Alpino del 3° Reggimento Val Chisone Contadino Sergente Maggiore del 33° Reggimento Fanteria Il ragazzo dal cappello con la penna nera. A vent’anni appena varcati, Mario Varese diventa “figlio dei monti” col 3° Reggimento Alpini, battaglione Fenestrelle. E’ uno dei pochi giovani Cuccaresi arruolati nel corpo della cosiddetta fanteria da montagna. Alla vigilia del congedamento dal servizio militare, viene trattenuto alle armi: l’Esercito ha iniziato la mobilitazione generale, il conflitto tra Regno d’Italia e Impero Austro-Ungarico è ormai alle porte. Messo a disposizione del 7° Reggimento Alpini Val Piave, parte immediatamente in direzione del confine, lungo il tratto di frontiera che va dalla valle del Cordevole a quello del Boite. Dopo aver trascorso la rigidissima stagione invernale 1915-1916 a difendere posizioni sperdute, tra ghiacciai inospitali, Mario torna al 3° Reggimento Alpini, nel battaglione Val Chisone, dislocato tra le Tofane, il Lagazuoi e il Fanis. Seguendo la 23ª compagnia raggiunge infine le postazioni del Vervel. Dall’inizio del giugno 1916 prende parte agli assalti rivolti contro il Gelspaltener Fels (in seguito denominato Sasso Misterioso), il formidabile sistema Sulle cime innevate, tra il Lagazuoi e il Fanis difensivo austriaco eretto tra Tofane e Fanis. Colpito da un paio di proiettili shrapnels, all’addome e alla regione temporale sinistra, spira alle ore 17,30 del 17 giugno 1917, all’età di anni 23. Nato a Cuccaro, ma registrato nelle liste di leva della classe 1883 di Vignale Monferrato, Ernesto Zavattaro diventa soldato volontario presso il 59° fanteria il 31 ottobre 1902, sottoscrivendo la ferma di tre anni al servizio. Concluso il primo anno, ottiene la promozione al grado di Caporale. Terminato il secondo anno diventa Sergente. Allo scadere del terzo anno ottiene l’atteso congedo (31-12-1905). Negli anni successivi, ripresa l’attività di contadino, viene spesso richiamato a svolgere brevi periodi di addestramento nei depositi di Alessandria. A seguito della mobilitazione generale del 23 maggio 1915, riceve l’avviso di chiamata alle armi con l’assegnazione al 33° fanteria della brigata Livorno. Due mesi di addestramento e poi il fronte: le trincee erette nella zona di Gorizia. L’inferno carsico. Il giorno 1 settembre, per l’ardimento dimostrato nel corso di una azione rischiosa, diventa Sergente Maggiore. La promozione ottenuta sul campo di battaglia non gli procura vantaggi particolari, soltanto un breve periodo di licenza. Sul Carso goriziano, prende parte agli interminabili combattimenti in corso ad Oslavia, sul Lenzuolo Bianco, in Val Peumica, nei dintorni del Sabotino. Colpito all’altezza del cuore da un proiettile di fucile, nel corso dell’ennesimo assalto all’imprendibile baluardo difensivo austriaco, si spegne alle ore 19 del 3 dicembre 1916, all’interno della Galleria Taddei, all’età di anni 34. Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n. 1893/35433; Atto di decesso: Reg. di Stato Civile del Comando del 47° Btg. Val Chisone, Anno 1916, pag. 4, n. 47; Storia dei Reggimenti Alpini 36 Una delle gallerie del Monte Sabotino Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n.1883/12886; Atto di decesso: Stato Civile del 33° Fant, Anno 1916, pag. 409, n. d’ordine 603; Diario Reggimentale. 37 ZAVATTARO FRANCESCO di Felice e Mortarotti Giovanna SCARRONE FRANCESCO di Pietro e Guasca Francesca ❊ Cuccaro, 6 ottobre 1893 ✝ Vertojba, 21 ottobre 1916 - Disperso ❊ Cuccaro, 25 settembre 1894 ✝ Alessandria (Ospedale Militare), 4 agosto 1915 Contadino (era lo zio della Federica Zavattaro di Via Marconi 9) Soldato del 38° Reggimento Fanteria Contadino Caporale dell’11° Reggimento Artiglieria da Campagna Soldato di leva iscritto alla I categoria della classe 1893 dell’Esercito Permanente, Francesco Zavattaro riceve la cartolina precetto con la quale l’Esercito Regio lo richiama alle armi il 20 dicembre 1915. Già allievo musicante nel gruppo bandistico della brigata Ravenna, durante il biennio del servizio militare, si presenta a disposizionedel 38° fanteria il 1 gennaio 1916. Con il contingente destinato al Comando di Brigata, effettua il trasferimento da Alessandria a Padova il 18 maggio 1916. Svanita l’offensiva dell’11ª Armata Dankl sugli altipiani, Francesco segue lo spostamento del reparto da Padova a San Giovanni di Manzano, indi a Palmanova, nelle immediate retrovie. Infine a Pubrida (Cormons). Quale appartenente all’11ª Divisione, operante nella zona di Gorizia, entra in linea agli inizi della stagione autunnale, nel settore della Vertojba-Vertoibizza e del prospiciente Monte Sober, nella parte occidentale della Valle del Vippacco. Nei combattimenti che aprono la nona offensiva italiana sull’Isonzo, il giovane Cuccarese scompare sotto l’immenso ammasso di macerie e fango del campo trincerato di Vertojba, il 19 ottobre 1916, all’età di anni 23. Trincea sul Carso Goriziano Francesco Scarrone, contadino, coniugato con la compaesana Scamuzzi Elvira, accetta volontariamente di prolungare di un anno il servizio militare il 30 novembre 1913 (ferma annuale volontaria): tredici mesi esatti, che trascorre in parte servendo l’11° Reggimento Artiglieria da Campagna, con sede in Alessandria, e in parte agli ordini del 2° Reggimento Genio in Casale Monferrato. Il 30 maggio 1914, viene promosso Caporale. Congedato, torna alla vita dei campi. Richiamato alle armi a seguito della Mobilitazione Generale del 23 Maggio 1915, giunge ad Alessandria tre giorni dopo, nuovamente a disposizione dell’11° Artiglieria. Colpito, in Piazza d’Armi, da un violento calcio di cavallo, cessa di vivere alle ore 5,30 del 4 Agosto 1915, all’età di anni 21. Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n. 1893/36315- 278b; Dichiarazione di irreperibilità definitiva emessa il 23/6/1919; Diario Reggimentale. Morì a Bassignana, il10 ottobre 1989. 38 Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n.1894/36524; Atto di Decesso: Stato Civile del Comune di Alessandria, Atto del 15 gennaio 1916; Il ricordo di un reduce, ferito al fronte… DE MARTINI DARIO (che non figura fra i 32 Caduti Cuccaresi), classe 1898, “autorizzato a fregiarsi del distintivo d’onore, per la ferita riportata sul Medio Piave, il 28 Ottobre 1918”. 39 GLORIA! Termina qui la rassegna dei nostri Caduti, di cui questo opuscolo vuole tramandare i nomi gloriosi, in aggiunta alle fotografie che già campeggiano nel salotto delle rispettive famiglie, nonché nella Sala-convegni Comunale a loro dedicata, a perenne ricordo di coloro che hanno dato la loro giovane vita alla Patria, e di quell’esercito che da solo ha saputo fermare e distruggere quello che era considerato uno dei più potenti imperi del mondo. E Cuccaro vi ha contribuito con ben 32 morti, per i quali gridiamo tutti in coro: PRESENTE! Stampato presso Tipolitografia Battezzati, Valenza Ottobre 2013 PIC Cuccaro Monferrato, 1915 - 1918 1.000 abitanti circa 32 morti decine di giovani tornati dal fronte stremati. La “Grande Guerra”: un’inutile strage. R.R. 40 Pietro Canepa Rinaldo Rinaldi ONORE AI CADUTI CUCCARESI DELLA GUERRA 1915-1918 Cuccaro 2013 2ª Edizione Stampato presso Tipolitografia Battezzati, Valenza Ottobre 2013