Pietro Canepa
Rinaldo Rinaldi
ONORE
AI CADUTI CUCCARESI
DELLA
GUERRA 1915-1918
Cuccaro 2013
2ª Edizione
PREMESSA
Questo opuscolo, con i dati completi di tutti i 32 Caduti cuccaresi della
guerra 1915-1918, è stato reso possibile grazie alla preziosa collaborazione del luese Rinaldo Rinaldi. Dalle ricerche compiute presso varie
fonti: gli ex Distretti militari di Alessandria e Casale, gli Archivi di
Stato di Alessandria e Torino, l’Albo ufficiale dei Caduti della Grande
Guerra, i diari dei vari Reggimenti, nonché i registri Comunali dei paesi
interessati, risulta che l’elenco dei Caduti che figura nella lapide del
nostro Parco della Rimembranza è viziato da diversi errori, e precisamente:
– Cap. le Capra Luigi è figlio di Felice (e non di Igino);
– Dell’Osta Pietro di Camillo (e non Dall’Oste);
– Poggi Giuseppe di Luigi, cl. 1890,: NON risulta da nessuna parte
(neppure nel Comune di Cuccaro). Però nell’Albo ufficiale dei Caduti
(e anche nei registri di Fontanile) c’è un Poggio Giuseppe di Luigi, nato
a Fontanile il 28-11-1890, del 21° Regg. Artigl. da campagna, caduto
l’11-8-1915 sul Medio Isonzo per ferite riportate in combattimento. Lo
potremmo accettare come un nostro Caduto, immaginando che sia uno
dei salariati della Cascina Grossa (o di altre cascine), che è stato chiamato alle armi prima che avesse potuto prendere la residenza a Cuccaro.
– Raimondo Eugenio di Luigi, classe 1885 (e non 1883);
– Serg. Raimondo Pietro, classe 1895 (e non 1894);
– Salio Erminio di Federico (Saglio senza la “g”).
– Inoltre, di ciascuno deve essere indicato il corpo di appartenenza:
Fant.—Artigl.—Bersagl.—Alpino—Geniere, come da elenco corretto
riportato alla pagina dopo.
Ci auguriamo che l’Amministrazione Comunale, o qualche “benefattore” premuroso custode della verità storica, provvedano sollecitamente
alla bisogna.
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PREFAZIONE
ELENCO CADUTI CUCCARESI
1-Ten Fant. Mazza Evasio di Luigi
2-Ten. Alpino Alerici Germano
3-Bersagl. Bisoglio Egidio di Paolo
4-Fante Boccalatte Alberto di Ilario
5-Fante Brusasco Giovanni di Bartolomeo
6-Geniere Buscaglia Secondo di Cristiano
7-Cap.le Artigl. Capra Luigi di Felice
8-Fante Dell’Osta Pietro di Camillo
9-Fante Ferrero Francesco di Felice
10-FanteNano Paolo Ernesto di Francesco
11-FanteNano Paolo Placido di Felice
12-Fante Novelli Pietro di Guglielmo
13-Fante Novelli Vincenzo di Evasio
14-Fante Piccio Candido di Luigi
15-Artigl. Poggio Giuseppe di Luigi
16-Fante Quartero Alfredo di Pasquale
17-Fante Raimondo Ernesto di Luigi
18-Bersagl. Raimondo Eugenio di Luigi
19-Serg.M.Fant.Raimondo Pietro di Secondo
20-Cap.le Geniere Riva Carlo di Stefano
21-Fante Riva Francesco Stefano di Delfino
22-Fante Riva Vincenzo di Ernesto
23-Geniere Salio Erminio di Federico
24-Fante Scamuzzi Longino di Alessandro
25-Fante Scamuzzi Mario Luigi fu Clemente
26-Cap.le Fant. Scamuzzi Pietro di Mario
27-Artigl. Scarrone Francesco di Pietro
28-Fante Scarrone Gennaro Giovanni di Evasio
29-Fante Scarrone Leone di Natalino
30-Alpino Varese Mario di Giuseppe
31-Serg. M. Fant. Zavattaro Ernesto di Pietro
32-Fante Zavattaro Francesco di Felice
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1890
1895
1893
1898
1899
1890
1894
1892
1892
1885
1898
1897
1899
1883
1890
1880
1897
1885
1895
1896
1898
1888
1896
1886
1897
1889
1894
1883
1890
1893
1883
1893
Scrivere della guerra 1915-1918, significa intingere la penna in un lago
di sangue, costituito con il sacrificio di 650.000 giovani italiani, fra i
quali 32 cuccaresi. Grazie alla preziosa collaborazione del luese Rinaldo Rinaldi, con grande passione abbiamo ricostruito la drammatica
storia di tutti i 32 Caduti cuccaresi: con paternità, maternità, luogo e
data di nascita, professione, reparto di appartenenza, dove hanno combattuto, ferite riportate, dove e quando sono caduti: tutti dati che facilitano anche l’identificazione delle famiglie a cui appartenevano. Molti
di loro, la Patria li aveva chiamati appena 17enni: dopo qualche mese
di addestramento erano già al fronte, accucciati nelle trincee fangose,
condannati a passare le notti in una buca a 20 gradi sotto zero, affamati
se il rancio non arrivava, terrorizzati quando commilitoni colpiti si accasciavano addosso, lanciati nell’assalto alla baionetta quasi certi di
non tornare, forse è meglio tuffarsi nel silenzio della morte. E allora diventi un eroe, frastornato corri all’assalto, e crolli trafitto in una trincea
del nemico, dove più nessuno ti potrà ricuperare, e il tuo nome figurerà
fra la maggioranza dei militi ignoti che popolano il Sacrario di Redipuglia.
E’ la storia della follia umana, da millenni sempre la stessa. I Romani
dicevano: “Si vis pacem, para bellum” (se vuoi la pace, prepara la
guerra). La persona saggia invece dice: “Se non vuoi la guerra, prepara
la pace”. Ma la saggezza è un pregio di pochi, e allora la storia “maestra
di vita” continuerà ad essere una vana illusione. Ma che almeno sia oggetto di una nostra meditazione…
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PRESENTE!
È il grido che i soldati lanciano al momento dell’appello, per confermare la
presenza di un commilitone
assente, non più presente
perché ormai caduto.
È questo il significato della
sala-convegni Comunale dedicata, il 7 novembre 2010,
al Col. Pietro Mazza e a tutti
i Caduti cuccaresi: tramandare ai posteri il ricordo
degli uomini che hanno sacrificato la loro giovane vita
per gli imperscrutabili destini della Patria. Per tutti
loro, noi rispondiamo unanimi e in coro: PRESENTE!
Questo il teatro delle battaglie della guerra mondiale 1915-1918, con
evidenziati i punti cruciali che hanno visto scorrere fiumi di sangue.
Da sinistra: Cortina d’Ampezzo (nel Cadore), il monte Grappa, la linea
del Piave con Vittorio Veneto e Fagarè, i fiumi Tagliamento e poi Isonzo
con Caporetto, il Sabotino, Redipuglia, Monfalcone e il Carso.
Il Sindaco
Fabio Bellinaso
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I FATTI
Dopo l’assassinio (per mano serba) dell’arciduca d’Austria Francesco
Ferdinando, a Sarajevo il 28 giugno 1914, l’Austria dichiara guerra alla
Serbia, a fianco della quale si schierano: Russia, Francia, Belgio, Inghilterra, e infine l’Italia il 24 maggio 1915. (Il 6 aprile 1917 si uniranno
anche gli USA).
A pochi giorni dall’entrata in guerra, il 29 maggio 1915 gli italiani
occupano Cortina d’Ampezzo (nel Cadore).
Passato l’Isonzo, fino al monte Nero, cominciano le logoranti dodici
battaglie dell’Isonzo: durante la prima, l’8 giugno 1915 gli italiani prendono Monfalcone; nella sesta, il 6 agosto1916 i nostri conquistano
“l’imprendibile Sabotino”: le ultime resistenze nemiche, annidate nelle
caverne della montagna, sono state snidate o annientate con petrolio incendiato all’imboccatura delle caverne.
Il 9 agosto i nostri occupano anche Gorizia, dopo averla distrutta con
un pesante bombardamento d’artiglieria. Indimenticabile la terrificante
battaglia sull’altipiano della Bainsizza, nel settembre 1817.
La dodicesima battaglia dell’Isonzo, iniziata alle 2 del mattino del 24
ottobre 1917, culmina con la “disfatta” italiana di Caporetto. Gli austriaci (rinforzati da reparti germanici prelevati dal fronte russo), dopo
quattro ore di bombardamento a base di proiettili tossici, travolgono le
nostre linee, costringendo i nostri reparti ad arretrare per ben 150 km,
oltre il Tagliamento, fino al Piave, perdendo oltre 500.000 uomini, fra
caduti (12.000), feriti (30.000), prigionieri (265.000), disertori e sbandati (oltre 200.000).
La sconfitta porta alla sostituzione del Comandante Supremo, il Generale Luigi Cadorna, con il Generale Armando Diaz.
Poi, gli italiani, riorganizzati e rinforzati con truppe fresche, si distinguono sul Grappa e sul Piave, dall’ottobre 1917 al gennaio1918.
Nel giugno 1918, gli austro-ungarici scatenano la “battaglia del solstizio”, in due settori: sull’altipiano del Grappa e nella pianura del Montello (fino al mare). Ma, quella che doveva essere la sconfitta definitiva
dell’Italia, si tramuta in una gloriosa vittoria, ricacciando gli austriaci
sull’altra sponda del Piave, a Fagarè.
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Sul Piave si passa così dalla tattica difensiva a quella offensiva, contro
un nemico ormai stremato per mancanza di viveri e carenza di munizioni. Il colpo decisivo viene sferrato il 24 ottobre 1918, anniversario
dell’attacco di Caporetto.
Sul fronte del Grappa, la reazione austro-ungarica si fa furiosa: molte
cime vengono più volte prese e perdute, finché il 31 ottobre il Grappa
cade nella mani degli italiani, che lasciano sul terreno molte migliaia
di morti.
Sul fronte del Piave, il fiume ingrossato dalle piogge rallenta la gettata
dei ponti, ma il giorno 28 ottobre ben nove corpi d’armata riescono a
raggiungere l’altra sponda, pronte a scatenare l’offensiva. Quello stesso
giorno, dopo la notizia che la Cecoslovacchia si era resa indipendente,
e che l’Ungheria stava per fare altrettanto, con conseguente diserzione
da parte di cechi, slovacchi e ungheresi, il Comando generale austriaco
trasmette l’ordine di ritirarsi, e chiede l’armistizio. Il giorno 30, una
colonna di cavalleria italiana occupa Vittorio Veneto: l’esercito austroungarico in fuga lascia nelle mani italiane 300.000 uomini e 5.000 cannoni. Il trattato di armistizio viene firmato il 4 novembre 1918.
Ecco il comunicato diramato dal Comando Supremo dell’esercito italiano :
“La guerra contro l’Austria-Ungheria, che sotto
l’alta guida di S. M. il Re, l’Esercito italiano,
inferiore per numero e mezzi, iniziò il 24 maggio
1915, e con fede incrollabile e tenace valore
condusse, ininterrotta ed asprissima, per 41 mesi,
è vinta… I resti di quello che fu uno dei più
potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e
senza speranza le valli che avevano disceso con
orgogliosa sicurezza. Gen. A. Diaz”.
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PASSIAMO IN RASSEGNA I NOSTRI CADUTI
MAZZA EVASIO di Luigi e Fracchia Maria
❊ Solero, 26 ottobre 1890
✝ Monte Cristallo (Cadore, Belluno), 2 agosto 1916
Studente universitario
Tenente del 92° Reggimento Fanteria
(cugino del Col. Pietro Mazza)
Il Sacrario di Redipuglia custodisce le spoglie di 100.187 Caduti,
di cui 39.857 identificati, fra i quali due nostri concittadini:
Scamuzzi Mario Luigi di Clemente, lapide n.33891
Scarrone Gennaro Giovanni di Evasio, lapide n.34017.
Prorogata la chiamata alle armi, data la sua
qualità di studente universitario, il 20 luglio
1912 viene arruolato per istruzione presso il
Deposito del 38° Reggimento fanteria ad
Alessandria, e qui trattenuto fino al 22 dicembre. Il 31 dicembre, dietro sua domanda,
sottoscrive la ferma di tre anni per seguire
un corso allievo ufficiale di complemento.
Il 1 gennaio 1914 viene inviato in licenza illimitata in attesa di nomina al grado di sottotenente. Dal 15 marzo 1914
presta servizio di prima nomina, per la durata di 7 mesi, presso il 92°
Reggimento fanteria, nei depositi di Cuneo. Richiamato il 23 maggio
1915 e inviato in zona di operazioni, trova la morte sul Monte Cristallo
(nel Cadore) il 2 agosto 1916, “fulminato da una fucilata alla fronte
durante una ricognizione in prima linea sulla quota 2056”.
Dapprima sepolto nel cimitero di Cortina d’Ampezzo, come scritto
dal Generale Nassi in una lettera alla famiglia, i suoi resti furono poi
traslati a Cuccaro e sono tuttora conservati nell’edicola funeraria di proprietà Novelli Angela. La lettera del Generale Nassi termina con le parole: “…Lo piange il Reggimento, lo piange la Brigata, lo piango
anch’io mentre muovo per la montagna ad incontrarlo cadavere”.
✝ (La foto è stata ricavata da un quadro ritrovato alla
cascina Pezzine, già dimora dei Mazza)
Fonti: Ministero della Difesa – Ufficio Storico: Stato di Servizio degli Ufficiali del Regio
Esercito Italiano (referente M.llo Luciano Proietti Palombi)
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ALERICI GERMANO di Carlo e Fino Rosa
BISOGLIO PIETRO EGIDIO di Paolo e Berra Ferdinanda
❊ Piovera (AL), 22 gennaio 1896
✝ Monte Cengio (Altipiano di Asiago), 4 giugno 1916
❊ Cuccaro, 30 agosto 1893
✝ Monte Zebio (Altipiano di Asiago), 7 luglio 1916
Studente universitario
Sottotenente del 1° Reggimento Alpini
Contadino (della famiglia di Via Marconi, 5)
Trombettiere del 14° Reggimento Bersaglieri
Appartenente alla famiglia Alerici, già proprietaria della Cascina Grossa.
Gli Alerici di Piovera contano ben 4 Caduti
Alto 1,76, circonferenza toracica 0,89, capelli neri e lisci, un piccolo
neo alla guancia sinistra; Germano Alerici diventa soldato del Regio
Esercito Italiano dopo le visite mediche sostenute nel distretto militare
di Voghera. Il 24 novembre 1915, inizia a seguire il corso di allievo ufficiale presso la scuola militare di Modena.
Nominato Sottotenente di Complemento il 7 marzo 1916, dal 1° maggio presta servizio di prima nomina come effettivo nel 98° battaglione
del 1° Reggimento Alpini-Mondovì. Giunto in zona di guerra, prende
immediatamente parte agli scontri sull’Altipiano di Asiago.
Cade in combattimento il 4 giugno 1916 a Cima Forcella di Monte
Cengio, all’età di anni 20.
Arruolato il 25 settembre 1913 con il 6°
Reggimento Bersaglieri, procura più volte
l’esonero dal servizio militare al fratello
maggiore Salvino. Il 20 maggio 1915, quattro giorni prima dell’avvio delle ostilità con
l’Impero Austro-Ungarico, viene nominato
trombettiere del reggimento.
Nel maggio 1916 passa a disposizione
dell’8ª Compagnia del 14° Reggimento Bersaglieri, attestato nelle trincee del Monte Zebio (Altipiano di Asiago),
sotto il fuoco delle artiglierie nemiche.
Ferito gravemente alla gamba destra, muore nel primo pomeriggio
del 7 luglio 1916 sui costoni del Monte Zebio, dove gli viene riservata
una sommaria sepoltura, all’età di anni 23.
Trincea sul Monte Cengio
Una trincea sul Monte Zebio
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Doc. di Ruolo Matricolare 1896/3083, Distr. M. Tortona;
Ministero della Difesa – Ufficio Storico: Stato di Servizio degli Ufficiali del R. Esercito
Italiano (referente M.llo Luciano Proietti Palombi)
10
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n.1893/36307;
Atto di decesso: Reg. di Stato Civile del 14° Regg. Bersaglieri, anno 1916, pag.33, n° 227;
Storia dei Reggimenti Bersaglieri.
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BOCCALATTE ALBERTO PASQUALE di Ilario e Abrardo Antonia
BRUSASCO GIOVANNI PIETRO di Bartolomeo e Bassignana Benedetta
❊ Cuccaro, 8 ottobre 1898
✝ Padova (Ospedale di Tappa) 1 dicembre 1918
❊ Cuccaro, 28 aprile 1899
✝ Casoni Meda (Monte Grappa), 30 aprile 1918
Contadino (era lo zio di Alberto Boccalatte abitante in Via Roma, 46)
Soldato del 268° Reggimento Fanteria
Barbiere
Soldato del 22° Reggimento Fanteria
Alberto Boccalatte è uno dei tanti giovani
chiamati alle armi, giudicati inidonei a sostenere le dure prove della vita militare, ma
poi spediti ugualmente a combattere sui vari
campi di battaglia.
Per via di una statura ben al di sotto di
quella stabilita per indossare l’uniforme,
viene più volte rivisitato e infine arruolato
nel 38° Battaglione della Milizia Territoriale.
Reparto che lo impiega inizialmente lontano dal territorio di guerra:
giunto al fronte, nell’autunno del 1917, mentre nella conca di Plezzo si
verifica il cedimento della II Armata, Alberto passa in forza al 163°
Reggimento fanteria della brigata Lucca, sul territorio di Villanova Judrio.
Coinvolto nella caotica disfatta di Caporetto, segue il suo reparto nel
ripiegamento oltre il Tagliamento, sino alla
linea difensiva del Montello. Nel giugno del
1918, quando le armate austro-ungariche iniziano l’offensiva sul Piave, prende parte ai
sanguinosi scontri che si svolgono nei pressi
di Giavera e Nervesa. Si ammala mentre il
conflitto sta per volgere al termine. Ricoverato presso l’Ospedale di Tappa di Padova,
muore per bronco-polmonite il 1 dicembre
1918, all’età di anni 20.
Giovanni Brusasco è il più giovane Cuccarese deceduto durante la
Guerra Mondiale 1915-1918. Ha appena varcato la soglia dei 18 anni
quando il 49° Reggimento Fanteria, brigata Parma, lo manda nei propri
depositi a svolgere un lungo periodo di addestramento. Sul finire del
1917 viene aggregato al 22° fanteria della brigata Cremona, attestato a
Vedelago (Treviso), dove il reparto è impegnato a riorganizzarsi dopo
le caotiche fasi del ripiegamento a seguito del cedimento della II Armata nella Conca di Caporetto. Passa il Piave attraverso il ponte della
Priula. Dai primi giorni del gennaio 1918, al seguito dell’8ª compagnia
del 22° Cremona, combatte sul Monte Asolone, a quota 1473, e nel settore orientale del Monte Grappa. Ferito da una scheggia di granata alla
natica sinistra, con foro di uscita all’altezza del quadrante addominale
inferiore destro. Giovanni cessa di vivere alle ore 17,30 del giorno 30
aprile 1918, presso il 115° Reparto Someggiato di Sanità, dislocato a
Casoni Meda, due giorni dopo aver compiuto 19 anni.
Attestato di “Croce al Merito di Guerra”
firmato dal Ministro I. Bonomi
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n.1899/3720;
Registro Stato Civile Comune di Cuccaro 1918, Parte IV n.4 Serie C
Diario Reggimentale.
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Le pendici
del Monte Grappa
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria Documento di Ruolo Matricolare n.1899/13862;
Atto di decesso: Reg. Stato Civile del 115° Reparto Someggiato di Sanità, anno 1918, pag. 88, n. 107;
Diario Reggimentale.
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BUSCAGLIA SECONDO di Cristoforo e Cerrina Carolina
CAPRA LUIGI GIOVANNI di Felice e Vanara Paolina
❊ Fubine, 4 settembre 1890
✝ Quisca, 21 novembre 1915
❊ Cuccaro, 1 gennaio 1894
✝ Alessandria, 26 luglio 1917
Muratore
Soldato del 2° Reggimento Genio
Contadino, lavoratore a giornata
Caporale dell’11° Reggimento Artiglieria da Campagna
Muratore, emigrante, soldato.
Secondo Buscaglia, originario di Fubine, si trasferisce a Cuccaro dopo
il matrimonio con Giulia Zavattaro. Il 3 giugno 1912, espletati gli obblighi del servizio militare, chiede i documenti necessari per l’espatrio,
poiché dichiara di volersi recare negli Stati Uniti d’America. Considerati i servizi resi all’esercito negli anni precedenti, la domanda viene
accolta. Alcune settimane dopo diventa emigrante sulle rotte transoceaniche. Ma la tanto agognata “Merica” non gli riserva la fortuna sperata,
poiché il 10 luglio 1913 è già di ritorno, presso il distretto militare di
Casale, dove lo inviano a disposizione del 2° Reggimento Genio Zappatori. Iniziata la guerra, Secondo segue le avanzate della fanteria sul
primo ciglione carsico. Sul fronte isontino lavora e combatte durante
le prime tre offensive sferrate dall’Esercito Italiano contro i formidabili
bastioni difensivi austriaci. Tra la fitta rete di trincee e camminamenti,
riesce a sopravvivere sino all’autunno del primo anno di combattimenti:
ferito all’addome durante
un’offensiva sulle colline
del Collio, viene ricoverato in un punto di medicazione. La sua corsa
finisce nell’ospedale da
Campo n. 11, allestito nei
pressi di Quisca (oggi
Kojsko- Slovenia), il 21
novembre 1915, all’età
di anni 25.
Soldato di leva di 3ª categoria nel distretto militare di Casale Monferrato, Luigi Capra, destinato all’11° Reggimento Artiglieria da Campagna (Treno), resta a disposizione del reparto ininterrottamente per oltre
due anni. Trasferito nella sede di Alessandria, viene designato a svolgere le operazioni di carico e scarico delle munizioni e dei pezzi di artiglieria; dell’allestimento dei carriaggi con le più svariate attrezzature
da inviare al fronte. Mansioni rischiose. Il 15 luglio 1917, riceve la promozione a caporale. Undici giorni dopo, il 26 luglio, per cause imprecisate - e mai chiarite - si verifica una tremenda esplosione presso la
polveriera “Opera di Valenza”, situata alle porte di Alessandria, poco
lontano dalla Cittadella. Muoiono 11 militari e restano feriti anche numerosi civili. Investito dall’esplosione, il Caporale Luigi Capra cessa
di vivere alle ore 13,15, all’età di anni 23.
1917: Preparazione di un pezzo di artiglieria
1915: Postazione sul Medio Isonzo
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n. 1890/29650
Atto di decesso: Registro dell’Ospedale da Campo n.11, anno 1915, pag. 232
14
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria di Ruolo Matricolare n. 1894/74, faldone 3, Cat. 1/453;
Atto di decesso: Registro di Stato Civile del Comune di Alessandria, firma del Sindaco
Pistoia Ernesto--Anno 1917, 17 ottobre n.474.
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DELL’OSTA PIETRO di Camillo e Scarrone Adelaide
FERRERO FRANCESCO SAVIO di Felice e Barbiroglio Luigia
❊ Cuccaro, 25 agosto 1892
✝ Vicenza (Ospedale Militare di Riserva), 16 agosto 1915
❊ Cuccaro, 25 settembre 1892
✝ Zenson di Piave (Treviso), 6 dicembre 1917
Contadino
Soldato del 44° Reggimento Fanteria
Filatore
Soldato del 13° Reggimento Fanteria
Nato a Cuccaro, in Via Case Rotte 12, Pietro Dell’Osta è uno dei tanti
richiamati alle armi transitati presso il distretto militare di Casale arruolati dalla brigata Ravenna, composta dai Reggimenti 37° e 38° di
fanteria, con sede centrale in Alessandria. Ed è anche il primo giovane
combattente Cuccarese a perdere la vita in una struttura ospedaliera a
causa di malattia contratta in guerra. Il 16 maggio 1915, Pietro, passa
alla brigata Forlì (43° e 44° Fanteria) presso la sede reggimentale di
Novi Ligure. Per lui, il viaggio verso il nord-est del Regno d’Italia,
dove sono ammassati oltre 500.000 uomini, pronti a intraprendere
l’avanzata verso il territorio della Duplice Monarchia Asburgica, prende
avvio nel corso dell’ultima settimana della neutralità italiana. Ed è un
viaggio di sola andata. Il 24 maggio diventa guerra vera. Oltrepassato
il fiume Judrio, il reggimento di cui fa parte sferra reiterati assalti oltre
confine, sul tratto di fronte Vehrovlije-Gunisce Bala, contro la testa di
ponte austriaca di Plava, sino al versante Monte Kuk - Monte Vodice.
Il giovane contadino fa
appena in tempo a conoscere la guerra che si sta
svolgendo sugli altipiani
veneti, perché si ammala
subito dopo il suo arrivo.
Muore alle ore 8 del 16
agosto 1915, tra le corsie
dell’Ospedale militare di
Vicenza, all’età di anni 22.
Durante le visite mediche, sostenute nella sede del distretto militare di
Casale, emerge che la statura di Francesco Ferrero – 153 centimetri – è
ben al di sotto di quella stabilita per poter procedere all’arruolamento.
Pertanto, ai sensi del Decreto Luogotenenziale emanato il 12 aprile 1917,
può avvalersi del congedamento illimitato. Rientrato in famiglia, si trasferisce a Torino, dove prosegue la sua attività di filatore. Ma al fronte
si susseguono assalti su assalti, che procurano all’Esercito modesti avanzamenti e provocano un numero spaventoso di vittime; occorrono forze
fresche, per riorganizzare i reggimenti decimati dalle perdite subite. Cosicché la soglia minima per l’arruolamento, di 154 centimetri, registra
un sensibile ritocco al ribasso, e il giovane filatore riceve l’avviso di
chiamata alle armi dal distretto militare di Torino. Visitato nuovamente
è infine dichiarato abile a tutti gli effetti. L’8 novembre 1917, passa alle
dipendenze della brigata Pinerolo (13° e 14° fanteria). Inquadrato nella
6ª compagnia del 13° fanteria, e inviato in zona di guerra, vive le concitate fasi dello sbandamento della II Armata dopo Caporetto, e il
conseguente ripiegamento
dall’Isonzo al Piave. Colpito dal fuoco nemico,
muore per le conseguenze
di una grave ferita all’addome, provocata da una
scheggia di granata, il 6
dicembre 1917, nel comune di Zenson di Piave,
all’età di anni 25.
1915: Corsia dell’Ospedale Militare di Vicenza
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n. 1892/244;
Atto di decesso: Stato Civile di Vicenza, Anno 1915
Diario Reggimentale.
16
24 ottobre 1917, una fase della ritirata di Caporetto
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, documento di Ruolo Matricolare n. 1892/32527;
Atto di decesso: Stato Civile del 13° Fanteria., Anno 1917, pag. 91, n. d’ordine 1511.
Diario Reggimentale.
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NANO PAOLO ERNESTO di Francesco e Valentino Amalia
NANO PAOLO PLACIDO di Felice e Saglio Olimpia
❊ Cuccaro, 23 maggio 1885
✝ Monfalcone (Gorizia) “quota 89”, 4 agosto 1916
❊ Cuccaro, 27 luglio 1898
✝ Fagaré (San Biagio di Callalta - Treviso), 16 giugno 1918
Contadino (zio di Nano Ernesto di Via Colombo 15)
Soldato del 155° Reggimento Fanteria
Carrettiere (zio di Nano Felice di Via Colombo 5)
Soldato del 271° Reggimento Fanteria
Richiamato alle armi dopo aver lungamento
servito l’Esercito Regio negli anni precedenti il conflitto, Paolo Nano giunge a disposizione del 37° Reggimento Fanteria
della brigata Ravenna il 31 luglio 1915. Ha
da poco compiuto trent’anni. Arriva in zona
di guerra mentre è in corso la seconda offensiva italiana sull’Isonzo, che costringe le
truppe austro-ungariche dell’Isonzo Armèe,
del Generale Svetozar Boroevic von Bojna, ad arretrare di alcune centinaia di metri sull’altipiano di Doberdò e davanti al villaggio di San
Martino del Carso.
È il battesimo del fuoco. Il giorno 16 novembre, durante uno scontro che il suo
reparto ingaggia col 22° Reggimento dalmati, riporta una ferita che gli consente
di allontanarsi dal Carso. Ritorna nelle
stesse posizioni, in forza al 155° Fanteria
della brigata Alessandria, il 3 giugno
1916. Sferrata una nuova offensiva contro
le linee nemiche di quota 85 – quota 121
di Monfalcone, con la 3ª compagnia riesce a raggiungere il saliente di quota 89.
Falciato dal fuoco avversario, muore alle
ore 8 del 4 agosto 1916 in età di anni 31.
Soldato di leva della classe 1898 viene dichiarato idoneo all’arruolamento, presso il
distretto militare di Casale Monferrato, il 29
gennaio 1917. Pochi mesi dopo, sopraggiunta la primavera, è posto agli ordini del
67° Reggimento Fanteria della brigata Palermo; reparto col quale giunge al fronte il
giorno 13 giugno. Ferito lievemente in uno
scontro, torna nei depositi reggimentali il 18
settembre 1917. Verso la fine dello stesso anno, ritorna tra le linee avanzate con la brigata Potenza (271°-272° e 273° Fanteria) della quale fa
parte anche il compaesano e amico Francesco Riva. In forza alla 3ª
Compagnia del 271°, viene impiegato nel settore di Rovarè e Monastier.
Nel giugno 1918 combatte sulla linea del Piave (2ª Battaglia del Piave).
Colpito all’addome da una scheggia di granata, muore all’età di vent’anni, il 16 giugno 1918.
Postazione italiana a Monfalcone
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n° 1885/22285;
Atto di Decesso: Registro di Stato Civile del 155° Fant., Anno 1916, pg.797, n. d’ordine 794;
Diario reggimentale.
18
Sacrario di Fagarè
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n. 1898/9678;
Atto di Decesso: Registro Stato Civile del 271° Fant.: anno 1918, pag. 148, n. d’ordine 148;
Diario reggimentale.
19
NOVELLI PIETRO OTTAVIO di Felice e Saglio Olimpia
NOVELLI VINCENZO FRANCESCO di Evasio e Bigotti Francesca
❊ Cuccaro, 15 febbraio 1897
✝ Pod Korite-Castagnevizza (Dolina Kafer), 29 agosto 1917
❊ Cuccaro, 3 maggio 1899
✝ Disperso sul Piave il 27 luglio 1918
Salumiere/contadino
Soldato del 268° Reggimento Fanteria
Calzolaio
Soldato dell’82° Reggimento Fanteria
Pietro Ottavio Novelli fa parte di una famiglia numerosa: padre, madre, tre fratelli e
quattro sorelle. Tutti impegnati nelle vigne
e nei campi della Cascina S. Antonio. Oltre
all’attività agricola, Pietro Ottavio, quando
cercato, si presta a svolgere anche altri lavori. Il giorno in cui si presenta alle visite
nel distretto militare di Casale, per adempiere agli obblighi del servizio di leva - 22
settembre 1916 - dichiara di essere “salumiere”. Ritenuto idoneo a vestire l’uniforme, viene aggregato ai rinforzi destinati al 67° Fanteria
brigata Palermo. Usufruito di un breve periodo di congedamento, sale
sulla tradotta che lo trasporta al fronte, nel corso della prima decade
del maggio 1917. Non tornerà più a casa. Il giorno 30 giugno, trasferito
nella brigata Caserta, formata dai reggimenti 267° e 268° fanteria, alle
dipendenze della 14ª Divisione, combatte sul Medio e Basso Isonzo.
Inserito poi nella 1ª Compagnia del 268°, giunge nel settore di Pod Korite - Castagnevizza: Jamiano, Versic, Selo, Nova Vas: è il Carso più
atroce e micidiale, dove si susseguono ininterrottamente combattimenti
a combattimenti. Travolto da una granata presso la dolina Kafer, sul
territorio di Castagnevizza del Carso, Pietro Ottavio Novelli muore il
29 Agosto 1917, all’età di anni 20.
Vincenzo Novelli è uno dei 180.000 ragazzi della classe 1899 chiamati
alle armi nel maggio del 1918, per ricostruire un esercito sfibrato dalla
disfatta di Caporetto. Alcuni coetanei cuccaresi, nati nel primo quadrimestre, l’hanno già preceduto; pochi altri lo seguiranno. È fra gli ultimi
a lasciare la famiglia, il paese in cui è nato e cresciuto, per andare a
combattere una guerra che non sembra mai finita. Sostenuti gli accertamenti sanitari, riceve l’ordine di portarsi a disposizione del 50° Reggimento Fanteria della brigata Parma, con sede a Torino e depositi
d’istruzione a Savona. Depositi nei quali Vincenzo rimane per circa
cinque mesi. La vigilia del Natale 1917 parte per Treviso, dove si trova
la brigata Torino, impegnata a ricostruire le compagnie dopo le perdite
subite durante la ritirata di Caporetto. Inquadrato nell’82° fanteria, il
giovane calzolaio svolge i suoi primi
turni in linea sul Sile, su un terreno acquitrinoso, malsano, nel territorio di
Salsi. Quando le divisioni austriache
iniziano la prima poderosa offensiva
sul Piave, nel giugno 1918, combatte
con il reparto a difesa dell’Ansa di Zenson, sulle sponde del Piave. Scompare
nel vortice della battaglia il 27 luglio
1918, all’età di anni 19.
(La sua fotografia è stata ricavata da un medaglione che la nipote
Bisoglio Luigina portava al collo).
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n° 1897/6949;
Atto di Decesso: Registro di Stato Civile del 268 Fant. anno 1917 pag. 53, n. 51;
Diario reggimentale.
20
Sulla casa distrutta sul Piave
i fanti hanno scritto:
“TUTTI EROI!
O IL PIAVE
O TUTTI ACCOPPATI!”
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n.1899/3720;
Dichiarazione di irreperibilità del 23/01/1924;
Diario reggimentale.
21
PICCIO CANDIDO di Luigi e Carlevaro Tersilla
POGGIO GIUSEPPE di Luigi e di Gallione Maddalena
❊ Fontanile, 28-11-1890
❊ Cuccaro, 22 ottobre 1883
✝ Monte Zebio (Altipiano di Asiago), 11 maggio 1917
Contadino
Soldato del 145° Reggimento Fanteria
Dopo essere stato definitivamente esonerato dallo svolgimento del servizio militare nel gennaio 1905, si ricordano di lui il 24 maggio 1916,
allo scadere del primo anno di guerra. Riconvocato e sottoposto a nuove
visite mediche, risulta infine abile e arruolato. Passati un
paio di mesi, il
giorno 9 luglio Candido si trova già nei
depositi della brigata
Toscana. Lo spediscono subito a ridosso dei campi di
battaglia. Il 21 ottobre finisce agli ordini
In trincea sul Monte Zebio
del 145° Reggimento
Fanteria della brigata Catania, a disposizione del III Corpo d’Armata.
In forza al 2° battaglione, giunge sull’altipiano dei Sette Comuni, in
prossimità dei Monti Baldo e Roccolo Cimon. Nel corso dei mesi di
marzo e aprile 1917, con i fanti della brigata Catania, si trova ad agire
alle pendici del Monte Zebio, trascorrendo brevi turni di riposo nella
valle di Campomulo, tra il Monte Fior e il Monte Longara. Candido
cade nel corso degli innumerevoli attacchi che il suo reggimento sferra
in direzione dello strategico Monte Zebio: centrato dallo scoppio di un
ordigno esplosivo, perde la vita all’altezza del “Caposaldo A” del
Monte Zebio, il giorno 11 maggio 1917 all’età di anni 34.
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Doc. di Ruolo Matricolare n.1883/13427 e 1884/16517;
Atto di Decesso: Stato Civile del 145° Fanteria, Anno 1917, pag.90, n. d’ordine 591;
Diario reggimentale.
22
✝ Verhovlje (Medio Isonzo), 11 agosto 1915
Soldato del 21° Reggimento Artiglieria da Campagna
Arruolato nella 7ª Batteria del 21° Reggimento Artiglieria da Campagna, muore in combattimento a Verhovlje, sul Medio Isonzo, per ferita
perforante alla testa, l’11 agosto 1915.
(Come POGGI non esiste in nessuno dei documenti consultati. Come
POGGIO figura nell’Albo ufficiale dei Caduti e nell’Archivio del Comune
di Fontanile. Poiché non possiamo arrogarci il diritto di eliminarlo dall’elenco dei nostri Caduti, lo accettiamo immaginandolo come uno dei
salariati della Cascina Grossa (o di altre cascine), che sia stato chiamato
alle armi prima che avesse potuto prendere la residenza a Cuccaro).
QUARTERO ALFREDO di Pasquale e Boccalatte Delfina
❊ Cuccaro, 28 aprile 1880
✝ Cuccaro, 10 aprile 1919
Contadino
Soldato del 207° Reggimento Fanteria
Arruolato all’inizio delle ostilità in uno dei tanti battaglioni della Milizia Territoriale operanti nelle retrovie del fronte, Alfredo è posto a disposizione del 23° Battaglione di M. T. il 25 giugno 1916, a ridosso
delle prime linee. Dall’inizio del 1917 è a disposizione del 207° fanteria
brigata Taro, una Milizia Mobile reduce da tante battaglie sostenute sul
Carso, in Trentino e sull’altipiano dei Sette Comuni, bisognosa di rinforzi in previsione della imminente offensiva sulla Bainsizza.
Trasferito dall’altipiano di Asiago al fronte dell’Isonzo, il 30 agosto
cade prigioniero del nemico. Liberato a seguito dell’Armistizio di Villa
Giusti (3 Novembre 1918), Alfredo torna a Cuccaro nel gennaio 1919,
dove muore per malattia il 10 Aprile, all’età di anni 39, a seguito delle
devastanti esperienze vissute in tre anni di stenti sulla linea del fronte.
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Doc. di Ruolo Matricolare n. 1883/12886- cartella 9226;
Atto di Decesso: Registro Stato Civile del Comune di Cuccaro, Anno 1919;
Diario reggimentale.
23
RAIMONDO DOMENICO PIETRO di Secondo e Scamuzzi Emilia
RAIMONDO ERNESTO di Luigi e Novelli Prospera
❊ Camagna, 28 marzo 1895
✝ Prepotto (Udine), Ospedale da campo n. 072, 19 ottobre 1917
❊ Cuccaro, 10 gennaio 1897
✝ Monte Vodice (quota 652), 24 maggio 1917 - Disperso
Cameriere
Sergente del 205° Reggimento Fanteria
Contadino
Soldato del 247° Reggimento Fanteria
Nato a Camagna, registrato nella locale lista di leva della classe 1895,
Domenico Raimondo e famigliari trasferiscono la loro residenza a Cuccaro attorno al 1910*. Quando presenta richiesta del documento di identità personale, dichiara di svolgere l’attività di cameriere.
Chiamato alle armi, con anticipo di nove mesi il 16 gennaio 1915, e
giudicato abile, viene arruolato nella brigata Abruzzi, con sede a Padova. Allo scoppio del conflitto, col 57° fanteria raggiunge Cormons,
a pochi chilometri da Gorizia. Nel 1916, dopo sei mesi di fronte isontino, riceve i gradi di Caporale. L’anno successivo, nei Depositi di istruzione di Milano, passa alla brigata Lambro, e con il 205° fanteria torna
sulle prime linee del Carso goriziano. Due mesi dopo, per il coraggio
dimostrato in una azione particolarmente rischiosa, viene promosso Sergente. Aggregato alla 9ª compagnia del 206° Reggimento Fanteria,
nell’agosto 1917 prende parte alla decima offensiva italiana sull’arido
altipiano della Bainsizza. Inizialmente sul Monte San Marco, successivamente nel settore
Zablie-Koprivisce. Non
arriva alle sponde dell’Avscek: gravemente
ferito alla tempia, muore
all’età di 22 anni, nell’Ospedale della Sanità
n. 72, sito tra Medea e
Prepotto, alle ore 12,30
del 19 ottobre 1917.
Chiamato anticipatamente alle armi con i coetanei della classe 1897,
per potenziare le unità operanti sullo scacchiere di guerra, Ernesto
prende servizio l’8 ottobre 1916. Assegnato temporaneamente alla neocostituita brigata Tortona, con sede a Como e Molteno, effettua un mese
esatto di addestramento, poi passa in pianta stabile nel 247° Reggimento
Fanteria della brigata Girgenti (1° Battaglione d’assalto). Raggiunge in
rapida successione: Cividale, Plava, Zagòra, Kambresco. Pervenuto, al
Comando della Brigata, l’ordine di tentare una nuova puntata offensiva
in direzione dell’altipiano della Bainsizza, Eugenio viene catapultato
nell’epicentro di violentissimi scontri, fra il Monte Kuk e il Monte Vodice.
Protagonista delle ondate d’assalto, a rincalzo delle truppe operanti fra
le linee avanzate del Monte Vodice, il giovane cuccarese scompare durante l’assalto
finale fra la
Sella di quota
592 e la sommità di quota
652, il 24 maggio 1917, all’età di anni
20.
Soldati sull’Altipiano della Bainsizza
Il Monte Vodice sulla destra, con ben visibile il ponte sull’Isonzo
che gli austriaci hanno fatto saltare prima della ritirata.
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n. 1895/0625;
Atto di decesso: Reg. di Stato Civile dell’Ospedale di Sanità n. 72, Anno 1917, pag. 44, n.108
Diario reggimentale.
*Registro di Stato Civile del Comune di Camagna, nascite 1895.
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, documento Ruolo Matricolare n. 1897/7003;
Dichiarazione di irreperibilità definitiva rilasciata il 22 maggio 1919;
Diario reggimentale.
24
25
RAIMONDO EUGENIO di Luigi e Saglio Maria
RIVA CARLO di Stefano e Saglio Olimpia
❊ Cuccaro, 30 aprile 1885
✝ Castelnuovo del Carso, 28 ottobre 1915 - Disperso
❊ Cuccaro, 21 aprile 1896
✝ Quinto (Treviso) - Ospedale da Campo n. 022, 22 ottobre 1918
Barbiere
Soldato del 6° Reggimento Bersaglieri
Contadino
Soldato del 2° Reggimento Genio
Statura cm. 165, capelli rossi e lisci, occhi grigi, colorito roseo. Fante
piumato per oltre due anni nei depositi di Asti del 5° Reggimento Bersaglieri, fra il 1905 e il 1912. Ottimo tiratore, frequentemente richiamato per essere sottoposto a esercitazioni con la carabina e a prove di
ginnastica di ogni genere, sino alla frenesia, Eugenio si presenta ogni
volta puntuale. Riscuote consensi per la mira invidiabile e dà prove di
resistenza alla fatica durante i numerosi turni di addestramento. Osserva
in tutto il “decalogo” che Alessandro La Marmora scrisse nel 1836 per
l’ottimale educazione bersaglieresca. Riceve un encomio ufficiale per
i servizi resi al corpo d’appartenenza nel momento del congedo. Nel
maggio 1915, all’atto dell’entrata in guerra dell’Italia, si fa trovare ancora pronto all’ennesima chiamata. Attraversata la pianura friulana, sostiene le sue prime prove col X Corpo d’Armata ai piedi del primo
gradone carsico, a Cassegliano, Polazzo, tra i trinceramenti sconvolti
del Monte Sei Busi. Due mesi esatti, dal 28 agosto al 28 ottobre 1915.
Scompare in combattimento durante
la terza offensiva
tentata sull’Isonzo,
fra le fangose trincee di Castelnuovo,
all’età di anni 30.
Appartenente alla nota famiglia Riva, residente in regione Castello, Carlo è l’ultimo
dei sei figli di Stefano e Olimpia Saglio. È
preceduto da Gennaro, Efisio, Ernesto, Leonardo e Rita. Il padre è molto conosciuto ed
apprezzato in paese, poiché svolge l’importante funzione di flebòtomo. Carlo, della
classe 1896, riceve la chiamata alle armi il
27 novembre 1915. La settimana seguente, è
posto agli ordini del 2° Reggimento Genio, con sede in Bologna: reparto
che verso la fine dell’anno lo conduce in zona di guerra, sul confine con
il Trentino. Nel maggio 1916, appena si scatena la Strafexpedition austriaca, con la 184ª Compagnia Zappatori del 73° Battaglione (44ª Divisione, V Corpo d’Armata del Gen. Bertocchi), viene impiegato nel
settore Vallarsa-Pasubio, presso lo sbarramento Agno-Posina.
Nei momenti di riposo scrive spesso a casa: chiede notizie di Leonardo ed Ernesto, entrambi sotto le armi, si informa sullo svolgimento
dei lavori agricoli, si rammarica perché non gli viene mai concessa la
meritata licenza*. Nel settembre 1917, a seguito di malattia, viene ricoverato presso l’Ospedale Militare di Alessandria, dove ottiene l’assegnazione ai servizi sedentari. E’ l’illusione di un ritorno a casa. Pochi
mesi dopo riceve l’ordine di rientrare al reggimento. Con l’arretramento
del fronte dopo Caporetto, giunge sul territorio a ridosso del Montello.
Si ammala mentre la guerra volge al termine; nelle ultime lettere rassicura i famigliari, è fiducioso di rivederli presto. Muore per bronco-polmonite e infezione intestinale, alle ore 6,30 di martedì 22 ottobre 1918,
all’età di anni 22.
Trincea sull’Isonzo
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n. 1885/ 18450;
Diario reggimentale;
Registro nascite del Comune di Cuccaro.
26
* La sua corrispondenza è tuttora conservata da Rita Saglio in Secondelli.
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n.1896/3547;
Atto di Decesso: Registro di Stato Civile dell’Ospedale da Campo n. 022 , Quinto (Treviso),
Anno 1918, pag. 57, n. d’ordine 5 - fascicolo 1.
27
RIVA FRANCESCO di Delfino e Demartini Clara
RIVA VINCENZO di Ernesto e Stanchinotti Alessandrina
❊ Cuccaro, 5 giugno 1898
✝ Lovišče, 8 settembre 1917
❊ Cuccaro, 31 marzo 1898
✝ Cusignana di Giavera del Montello (Treviso), 19 giugno 1918
Carrettiere
Soldato del 270° Reggimento Fanteria
Falegname
Esploratore del 5° Reggimento Fanteria Aosta
Cugino di Carlo Riva, residente con la famiglia in regione Castello, Francesco svolge
con il padre l’attività di carrettiere.
Diventa soldato di fanteria il 26 febbraio
1917. Per circa cinque mesi condivide
l’esperienza militare con il coetaneo e amico
Paolo Nano: insieme sostengono le visite
mediche nel distretto di Casale; insieme
vengono arruolati nel 67° Reggimento fanteria della brigata Palermo, e ancora insieme svolgono l’addestramento.
Il giorno 8 luglio le strade si dividono, quando Francesco passa agli ordini della brigata Aquila. Non avranno più alcuna occasione di rivedersi.
Inquadrato nella 2ª compagnia di marcia del 270° Reggimento fanteria,
raggiunge rapidamente il fronte isontino, dove nel mese di agosto si trova
coinvolto nella terrificante decima offensiva italiana sferrata sull’Isonzo,
sull’altipiano della Bainsizza. Combatte per poco meno di un mese; nel
settore di Zagomila, sulle alture del Monte Kobilek, sulla linea di Madoni, sino a ridosso del Vallone di Chiapovano.
Ferito al torace, si spegne presso l’Ambulanza
Chirurgica n. 7, localizzata nella piccola frazione di Lovišče, sul
territorio di Canale
d’Isonzo, l’8 settembre La cartolina con la quale Paolo Nano dice di essere stato
nello stesso Reggimento di Francesco
1917, all’età di anni 19.
Nato nel 1898 a Cuccaro, Vincenzo Riva emigra a Torino appena raggiunge l’età da lavoro. Trovata occupazione in una falegnameria, la sua
famiglia decide di fissare la residenza in città. Nel gennaio 1917, riceve
pressoché contemporaneamente, due avvisi di chiamata alle armi: uno
proveniente dal distretto militare di Casale Monferrato, l’altro da quello
torinese. Si presenta nel più vicino. Durante le visite, chiede di rimandare il momento della presentazione alle armi: problemi fisici, ma anche
perché unica fonte di reddito in un contesto umile. In attesa di accertamenti
viene lasciato in congedo provvisorio. La richiesta ha esito negativo.
Il 2 agosto inizia l’addestramento con le reclute della brigata Ravenna,
reparto al quale viene aggregato nei pressi di Treviso. Durante l’inverno
1917-1918, seppur giovanissimo, passa a far parte del Gruppo Speciale
Esploratori del 5° Reggimento fanteria Aosta, che lo impiega sulle Prealpi trevigiane, a Nervesa, ai piedi del Montello, in corrispondenza della
linea del Piave, dove concorre ad arrestare l’offensiva austriaca nel giugno 1918 (battaglia del Solstizio).
Combatte per poco più di
un mese: travolto dallo
scoppio di un ordigno
esplosivo nel corso della
battaglia di Volpago, si spegne durante il trasporto
presso un vicino reparto someggiato di sanità, a mezzogiorno del 19 giugno
1918, all’età di anni 20.
Massacro sul Montello
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n. 1898/2454;
Atto di decesso: Registro decessi presso l’Ambulanza Chirurgica n.7, Anno 1917, pag. 159, n. 159;
Diario Reggimentale.
Fonti: Archivio di Stato di Torino, Documento di Ruolo Matricolare n.1898/18588;
Atto di decesso: Registro di Stato Civile del 5° Regg. Fanteria, Anno 1918, fasc. IV, pag. 82, n.722;
Diario Reggimentale.
28
29
SALIO ERMINIO di Federico e Peracchio Clara
SCAMUZZI LONGINO di Alessandro e Carlevaro Ludovica
❊ Camagna, 23 giugno 1896
✝ Brunico (Bolzano) Ospedale da Campo n. 70, 25 novembre 1918
❊ Cuccaro, 10 febbraio 1887
✝ Podsabotin, 25 agosto 1915
Calzolaio
Soldato del 2° Reggimento Genio
Fabbro - ferraio
Soldato del 37° Reggimento Fanteria
Nato a Camagna, ma trasferitosi con la famiglia a Cuccaro in età giovanile, si presenta alle armi il 22 settembre 1915, presso il distretto militare di Casale Monferrato. Alto 1,68, di forte fibra fisica, capelli neri
e lisci, Erminio, appena dichiarato idoneo all’arruolamento, è destinato
al 2° Reggimento Genio, presso i depositi di mobilitazione di Bologna.
Inquadrato nella 168ª Compagnia Zappatori, arriva in zona di guerra
il 10 aprile 1916.
Per due anni lavora
e combatte sul
fronte tenuto dalla I
e IV Armata - dallo
Stelvio al Canin -,
tra il Col di Lana, le
Tofane; a ridosso
delle cime circostanti il passo di
Monte Croce di Co- Sul confine di Stato, presso il Passo di Monte Croce di Comelico
melico, confine tra
l’Italia e l’Impero Austro-Ungarico.
Fabbro - ferraio del paese, Longino è dichiarato idoneo a indossare
l’uniforme da soldato quantunque le sue condizioni di salute non siano
ottimali. In tempo di pace non avrebbe difficoltà ad ottenere l’inabilità
definitiva; ma in tempo di guerra un veterano della brigata Re (1° e 2°
Reggimento Fanteria, con sedi a Udine e Sacile), con alle spalle una
lunga esperienza in vari depositi reggimentali, è considerato troppo utile
alla causa dell’Esercito per essere riformato e relegato nella Riserva.
La Commissione Medica che esegue la prima visita, lo rimanda in congedo provvisorio. Al termine della seconda visita ne conferma la sentenza. La terza è assai più blanda e informale. Longino viene infine
dichiarato abile, arruolato il giorno stesso e mandato in Alessandria, a
disposizione della brigata Ravenna, impegnata nelle operazioni di trasferimento al fronte. Alle dipendenze della 3ª Divisione, diventa anch’egli partecipe dei tentativi di sfondamento portati nel settore
Kuk-Vodice-Monte Santo.
La partecipazione all’avanzata del ventottenne fabbro
ferraio si arresta dopo due
settimane: contagiato da
una grave malattia infettiva
(il colera) sviluppatasi nelle
trincee isontine, muore a
Podsabotin, un grumo di
case poste sulla strada che
1915: il Monte Santo visto dalle postazioni italiane
unisce Solkan a Hum, sulle
colline del Brda sloveno, il 25 agosto 1915.
Si ammala nell’autunno 1918, poche settimane prima della fine della
guerra. Ricoverato presso l’Ospedale da Campo n. 70, nel territorio di
Brunico, muore a seguito di polmonite lobare sinistra, alle ore 22 del
25 novembre 1918, e sepolto in presenza del Cappellano Militare Pietro
Pernigotti, all’età di anni 32.
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n. 1896/3801
Atto di decesso: Registro decessi presso l’Ospedale n. 70 di Brunico, anno 1918, pag. 3, n. 179
30
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n.1887/22288;
Atto di Decesso: Registro di Stato Civile del 37° Fanteria, Anno 1915, pag. 109, n. 107;
Diario Reggimentale.
31
SCAMUZZI MARIO di Clemente e De Bernardi Teresa
SCAMUZZI PIETRO di Ilario e Salio Carolina
❊ Cuccaro, 16 marzo 1897
✝ Cormons (Gorizia) - Ospedale da Campo n. 231, 29 maggio 1917
❊ Cuccaro, 6 giugno 1896
✝ Monte San Marco (Gorizia), 3 giugno 1917
Contadino
Soldato del 257° Reggimento Fanteria
Muratore
Caporale del 205° Reggimento Fanteria
Mario Scamuzzi è il settimo e ultimo Cuccarese della classe 1897 a rispondere alla chiamata alle armi, pervenutagli dal distretto di zona di
Casale Monferrato. Lasciato in congedo provvisorio, al fine di valutare
l’opportunità di inserimento nella Milizia Territoriale, viene richiamato
e destinato alla Milizia Mobile, al centro di arruolamento della brigata
Toscana (77° e 78° Fanteria). Effettuato l’addestramento, come numerosi giovani monferrini, trova collocazione nella brigata Tortona, in
corso di costituzione nelle caserme reggimentali di Brescia.
Inserito nella 2ª Compagnia di marcia del 257° Fanteria, segue il trasferimento del reggimento, per via ferroviaria dalle sedi lariane di
Como e Molteno, a San Giovanni di Soleschiano (Udine), dove svolge
servizio per buona parte della stagione invernale 1916-1917.
A partire dal 23 maggio 1917, risalendo dalle posizioni occupate di
Salcano, Vehrovlije e Dolganijva, prende parte all’attacco sul versante
Sud del Monte Santo. La sua partecipazione alla battaglia non va oltre
i due giorni: durante uno dei
tanti tentativi di assalto, riporta
una grave ferita da arma da
fuoco e la frattura completa al
3° inferiore dell’omero. Mario
Scamuzzi muore per setticopiemia (provocata dalla ferita
ricevuta) presso l’Ospedale da
Campo n. 231 di Cormons, il
giorno 29 Maggio 1917, all’età di anni 20.
La lapide di Mario Scamuzzi,
presso il Sacrario Militare di Fogliano Redipuglia
Raggiunto dall’avviso di chiamata alle armi a conflitto iniziato, il muratore Pietro Scamuzzi si presenta nel deposito di Milano del 7° Reggimento fanteria (brigata Cuneo), il giorno 9 dicembre 1915. Pochi mesi
dopo, presso lo stesso deposito, è assegnato al neo-costituito 205° fanteria della brigata Lambro.
Finito l’addestramento, svoltosi
durante la stagione invernale del
primo anno di guerra, segue il
reparto in Veneto, fra Marostica
e Nove di Brenta, dove concorre
ad arrestare la Strafexspedition
del Conrad von Hotzendorf
sull’altipiano di Asiago nella
tarda primavera 1916. L’anno
successivo, il 24 maggio 1917,
viene promosso caporale. Trascorse alcune settimane, prende
parte ai combattimenti sul Carso
Isontino, nel settore OslaviaLenzuolo Bianco-Val Peumica.
Inserito nella 1ª compagnia del
205° Lambro, combatte sulle
colline circondanti Gorizia, sulla
linea Kemperlisce-San MarcoMonte San Marco, trincea di prima linea
Stara Gora. Investito in pieno
dallo scoppio di una granata, muore alle pendici del Monte San Marco,
alle ore 21 del 3 giugno 1917, tre giorni prima di compiere 21 anni.
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n. 1897/6944;
Atto di Decesso: Stato Civile Ospedale da Campo di Cormons, Anno 1917, fasc. 3, pag. 47, n. 625;
Diario Reggimentale.
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria: Documento di Ruolo Matricolare n.1896/3550;
Atto di decesso: Stato Civile del 205° Fant. (Deposito 7° Fant.), Anno 1917, pag. 201, n. d’ordine 811;
Diario Reggimentale.
32
33
SCARRONE GENNARO GIOVANNI di Evasio e Raimondo Rosa
SCARRONE LEONE di Natalino e Maranzana Ermelinda
❊ Cuccaro, 4 marzo 1883
✝ Flondar, 23 maggio 1917
❊ Cuccaro, 16 febbraio 1890
✝ Monte Rothek-Val Padola (Belluno), 4 agosto 1915
Contadino (era il nonno dei Bisoglio Luigi e Luciano, di Via Castello, detti Maciòn)
Soldato del 78° Reggimento Fanteria
Carrettiere
Soldato del 92° Reggimento Fanteria
Gennaro Giovanni Scarrone è l’ottavo Cuccarese richiamato alle armi della classe 1883.
Uno dei primi a ripresentarsi nel distretto militare di Casale Monferrato. Il giorno 10 luglio
1916, lascia la giovane moglie, Teresa Caligaris e intraprende il viaggio che lo porta a disposizione del 78° Reggimento fanteria della
brigata Toscana, con sede a Bergamo. In vari
depositi reggimentali effettua un prolungato
periodo di esercitazione. Quando raggiunge i territori dove da oltre un
anno si sta sviluppando una sanguinosa guerra di posizione, ha da poco
compiuto il suo trentatreesimo anno di vita. In forza al Reggimento di appartenenza, conosce le drammatiche condizioni di permanenza nelle trincee poste dinanzi al Veliki Hribach e del Fajiti, dove rimane sino termine
del 1916. Sempre agli ordini dell’11ª Compagnia dei “Lupi di Toscana”
del 78° fanteria, prende parte all’offensiva della primavera 1917 nella zona
del Lisert (12 maggio - 8 giugno
1917). Combatte per una decina di
giorni: gravemente ferito dal micidiale tiro di sbarramento delle artiglierie nemiche, muore per lo
scoppio ravvicinato di una granata,
alle ore 16 del 23 maggio 1917 sul
Carso di “quota 77” (viadotto di
Flondar).
Postazione austriaca a difesa
Leone Scarrone abbandona il paese natio giovanissimo.
Si trasferisce con la famiglia a Torino, alla ricerca di nuove opportunità
lavorative. Dapprima trova alloggio in Corso Re Umberto, 29; successivamente elegge come suo domicilio una piccola abitazione al n. 13 di
Via San Donato. All’ombra della Mole si dedica all’attività di carrettiere.
Registrato nelle liste di leva di Torino, appena varcata la soglia dei vent’anni, si vede recapitare l’avviso di convocazione presso la sede del locale distretto militare. Assolti gli obblighi del servizio di leva, riprende
la consueta attività di trasportatore di merci e materiali vari. Periodicamente l’Esercito lo richiama per sottoporlo a brevi turni di addestramento
in vari depositi di fanteria. Mai oltre i tre mesi. L’8 maggio 1915, parte
verso la guerra che sta per iniziare; chiamato per una asserita breve esercitazione, si ritrova invece a Longarone, col 92° Reggimento fanteria
della brigata Basilicata. Il 24 maggio, il cannoneggiamento di Forte Varena annuncia l’inizio del conflitto. Raggiunto il Cadore, Leone
concorre agli attacchi diretti verso
le difese austriache di Cima Casale-Monte
Chiadonis-Monte
Avanza. Il 4 agosto, quando parte
l’offensiva contro il Monte Rothek, colpito al petto da un proiettile di fucile cade nella “terra di Resto di trincea sul Monte Rothek (Val Padola)
nessuno”.
A Redipuglia la sua lapide reca il n. 34.017
del Viadotto di Flondar
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Doc. di Ruolo Matricolare n.1883/12060, cartella 125b;
Atto di decesso: Registro di Stato Civile del 78° Fanteria anno 1917 pag 104 n. ordine 523
Diario Reggimentale.
34
Un corpo senza sepoltura, neppure coperto da una palata di terra, in balia dei
calibri campali. Gli innalziamo noi una croce, con la semplice scritta:
“Fante Scarrone Leone, di anni 25”.
Fonti: Archivio di Stato di Torino, Documento di Ruolo Matricolare n. 1890/45555;
Atto di decesso: Stato Civile del 92° Regg, Anno 1915, pag. 68, n. d’ordine 66;
Diario Reggimentale.
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VARESE MARIO di Giuseppe e Zavattaro Delfina
ZAVATTARO ERNESTO di Pietro e Juli Adele
❊ Cuccaro, 3 aprile 1893
✝ Val Travenanzes (Belluno), 17 giugno 1916
❊ Cuccaro, 2 marzo 1883
✝ Monte Sabotino (Gorizia), 3 dicembre 1916
Contadino
Alpino del 3° Reggimento Val Chisone
Contadino
Sergente Maggiore del 33° Reggimento Fanteria
Il ragazzo dal cappello con la penna nera.
A vent’anni appena varcati, Mario Varese diventa “figlio dei monti” col
3° Reggimento Alpini, battaglione Fenestrelle. E’ uno dei pochi giovani
Cuccaresi arruolati nel corpo della cosiddetta fanteria da montagna.
Alla vigilia del congedamento dal servizio militare, viene trattenuto alle
armi: l’Esercito ha iniziato la mobilitazione generale, il conflitto tra
Regno d’Italia e Impero Austro-Ungarico è ormai alle porte.
Messo a disposizione del 7° Reggimento Alpini Val Piave, parte immediatamente in direzione del confine, lungo il tratto di frontiera che
va dalla valle del Cordevole a quello del Boite. Dopo aver trascorso la
rigidissima stagione invernale 1915-1916 a difendere posizioni sperdute, tra ghiacciai inospitali,
Mario torna al 3° Reggimento Alpini, nel battaglione Val Chisone,
dislocato tra le Tofane, il Lagazuoi e il Fanis. Seguendo la 23ª
compagnia raggiunge infine le
postazioni del Vervel.
Dall’inizio del giugno 1916
prende parte agli assalti rivolti
contro il Gelspaltener Fels (in seguito denominato Sasso Misterioso), il formidabile sistema
Sulle cime innevate, tra il Lagazuoi e il Fanis
difensivo austriaco eretto tra Tofane e Fanis. Colpito da un paio di proiettili shrapnels, all’addome e
alla regione temporale sinistra, spira alle ore 17,30 del 17 giugno 1917,
all’età di anni 23.
Nato a Cuccaro, ma registrato nelle liste di leva
della classe 1883 di Vignale Monferrato, Ernesto Zavattaro diventa soldato volontario
presso il 59° fanteria il 31 ottobre 1902, sottoscrivendo la ferma di tre anni al servizio. Concluso il primo anno, ottiene la promozione al
grado di Caporale. Terminato il secondo anno
diventa Sergente. Allo scadere del terzo anno
ottiene l’atteso congedo (31-12-1905). Negli
anni successivi, ripresa l’attività di contadino, viene spesso richiamato a
svolgere brevi periodi di addestramento nei depositi di Alessandria. A seguito della mobilitazione generale del 23 maggio 1915, riceve l’avviso di
chiamata alle armi con l’assegnazione al 33° fanteria della brigata Livorno.
Due mesi di addestramento e poi il fronte: le trincee erette nella zona di
Gorizia. L’inferno carsico. Il giorno 1 settembre, per l’ardimento dimostrato
nel corso di una azione rischiosa, diventa Sergente Maggiore. La promozione ottenuta sul campo di battaglia non gli procura vantaggi particolari,
soltanto un breve periodo di licenza.
Sul Carso goriziano, prende parte agli interminabili combattimenti in
corso ad Oslavia, sul Lenzuolo Bianco,
in Val Peumica, nei dintorni del Sabotino. Colpito all’altezza del cuore da un
proiettile di fucile, nel corso dell’ennesimo assalto all’imprendibile baluardo
difensivo austriaco, si spegne alle ore 19
del 3 dicembre 1916, all’interno della
Galleria Taddei, all’età di anni 34.
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n. 1893/35433;
Atto di decesso: Reg. di Stato Civile del Comando del 47° Btg. Val Chisone, Anno 1916, pag. 4, n. 47;
Storia dei Reggimenti Alpini
36
Una delle gallerie del Monte Sabotino
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n.1883/12886;
Atto di decesso: Stato Civile del 33° Fant, Anno 1916, pag. 409, n. d’ordine 603;
Diario Reggimentale.
37
ZAVATTARO FRANCESCO di Felice e Mortarotti Giovanna
SCARRONE FRANCESCO di Pietro e Guasca Francesca
❊ Cuccaro, 6 ottobre 1893
✝ Vertojba, 21 ottobre 1916 - Disperso
❊ Cuccaro, 25 settembre 1894
✝ Alessandria (Ospedale Militare), 4 agosto 1915
Contadino (era lo zio della Federica Zavattaro di Via Marconi 9)
Soldato del 38° Reggimento Fanteria
Contadino
Caporale dell’11° Reggimento Artiglieria da Campagna
Soldato di leva iscritto alla I categoria della
classe 1893 dell’Esercito Permanente, Francesco Zavattaro riceve la cartolina precetto
con la quale l’Esercito Regio lo richiama
alle armi il 20 dicembre 1915. Già allievo
musicante nel gruppo bandistico della brigata Ravenna, durante il biennio del servizio
militare, si presenta a disposizionedel 38°
fanteria il 1 gennaio 1916. Con il contingente destinato al Comando di Brigata, effettua il trasferimento da Alessandria a Padova il 18 maggio 1916. Svanita l’offensiva dell’11ª Armata
Dankl sugli altipiani, Francesco segue lo spostamento del reparto da
Padova a San Giovanni di Manzano, indi
a Palmanova, nelle immediate retrovie.
Infine a Pubrida (Cormons).
Quale appartenente all’11ª Divisione,
operante nella zona di Gorizia, entra in
linea agli inizi della stagione autunnale,
nel settore della Vertojba-Vertoibizza e del
prospiciente Monte Sober, nella parte occidentale della Valle del Vippacco.
Nei combattimenti che aprono la nona
offensiva italiana sull’Isonzo, il giovane
Cuccarese scompare sotto l’immenso ammasso di macerie e fango del campo trincerato di Vertojba, il 19 ottobre 1916,
all’età di anni 23.
Trincea sul Carso Goriziano
Francesco Scarrone, contadino, coniugato con la compaesana Scamuzzi
Elvira, accetta volontariamente di prolungare di un anno il servizio militare il 30 novembre 1913 (ferma annuale volontaria): tredici mesi
esatti, che trascorre in parte servendo l’11° Reggimento Artiglieria da
Campagna, con sede in Alessandria, e in parte agli ordini del 2° Reggimento Genio in Casale Monferrato. Il 30 maggio 1914, viene promosso Caporale. Congedato, torna alla vita dei campi. Richiamato alle
armi a seguito della Mobilitazione Generale del 23 Maggio 1915,
giunge ad Alessandria tre giorni dopo, nuovamente a disposizione
dell’11° Artiglieria. Colpito, in Piazza d’Armi, da un violento calcio
di cavallo, cessa di vivere alle ore 5,30 del 4 Agosto 1915, all’età di
anni 21.
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n. 1893/36315- 278b;
Dichiarazione di irreperibilità definitiva emessa il 23/6/1919;
Diario Reggimentale.
Morì a Bassignana, il10 ottobre 1989.
38
Fonti: Archivio di Stato di Alessandria, Documento di Ruolo Matricolare n.1894/36524;
Atto di Decesso: Stato Civile del Comune di Alessandria, Atto del 15 gennaio 1916;
Il ricordo di un reduce, ferito al fronte…
DE MARTINI DARIO
(che non figura fra i 32 Caduti Cuccaresi),
classe 1898,
“autorizzato a fregiarsi del distintivo
d’onore, per la ferita riportata sul Medio
Piave, il 28 Ottobre 1918”.
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GLORIA!
Termina qui la rassegna dei nostri Caduti, di cui questo opuscolo vuole
tramandare i nomi gloriosi, in aggiunta alle fotografie che già campeggiano nel salotto delle rispettive famiglie, nonché nella Sala-convegni
Comunale a loro dedicata, a perenne ricordo di coloro che hanno dato
la loro giovane vita alla Patria, e di quell’esercito che da solo ha saputo
fermare e distruggere quello che era considerato uno dei più potenti imperi del mondo. E Cuccaro vi ha contribuito con ben 32 morti, per i
quali gridiamo tutti in coro: PRESENTE!
Stampato presso
Tipolitografia Battezzati, Valenza
Ottobre 2013
PIC
Cuccaro Monferrato, 1915 - 1918
1.000 abitanti circa
32 morti
decine di giovani tornati dal fronte stremati.
La “Grande Guerra”:
un’inutile strage.
R.R.
40
Pietro Canepa
Rinaldo Rinaldi
ONORE
AI CADUTI CUCCARESI
DELLA
GUERRA 1915-1918
Cuccaro 2013
2ª Edizione
Stampato presso
Tipolitografia Battezzati, Valenza
Ottobre 2013
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caduti cuccaresi guerra 1915-1918