Carlo Gregoretti – Idraulica – capitolo 10 – 21 Nov. 08 201 CORRENTI A PELO LIBERO CON PROFILO GRADUALMENTE VARIO 10.1 Energia specifica La corrente a pelo libero con profilo gradualmente vario è una corrente il cui profilo presenta curvature molto piccole per cui le linee di corrente possono essere considerate rettilinee. In questo caso per la seconda equazione di Eulero si ha una distribuzione idrostatica delle pressioni lungo la normale alla direzione del moto (figura 10.1). La linea piezometrica è parallela al pelo libero ma più bassa rispetto a questi (figura 10.2). v2 2g y cos L. P. L. E. y 0 L. P. 0 z Figura 10.1 Energia in moto gradualmente vario. L’ energia della corrente rispetto ad un piano di riferimento generico è: E = z + yO cos + Per 10° si ha cos V2 2g (10.1) 1 ed il carico piezometrico coincide con la profondità yO. In questo caso la profondità yO è pressoché uguale alla profondità lungo la verticale y perché yO = yO cos e la linea piezometrica coincide con il pelo libero (figura 10.3). Sostituendo il termine yO cos assumendo con y ed = 1 la relazione (10.1) diventa: V2 E=z+y+ 2g (10.2) Carlo Gregoretti – Idraulica – capitolo 10 – 21 Nov. 08 202 Si definisce energia specifica dell’ unità di peso di fluido rispetto al fondo H, l’ energia di peso della sezione a meno della quota di riferimento: H=E–z (10.3) V2 H=y+ 2g (10.4) L. E. v2 2g y z A differenza dell’ energia E che può solo diminuire il valore di H può rimanere costante ed anche aumentare nella direzione del moto. Ad esempio per un moto uniforme la pendenza della linea dell’ energia è costante ed uguale a quella del fondo, ovvero E diminuisce dell’ abbassamento del fondo ma H è costante in quanto i termini piezometrici e cinetici sono costanti rimanendo invariate nel moto uniforme le grandezze che descrivono il moto. Nel caso di canale rettangolare infinitamente largo si definisce q = Vy portata per unità di larghezza e la (10.4) diventa: H=y+ q2 2g y 2 (10.5) L’ espressione (10.5) sancisce un legame tra l’ energia specifica, la profondità e la portata per unità di larghezza: (f(H,y,q) = 0. Fissando una di queste tre variabili è possibile determinare le relazioni funzionali tra le rimanenti due. Carlo Gregoretti – Idraulica – capitolo 10 – 21 Nov. 08 203 10.2 Profondità critica Nel caso di canale a sezione rettangolare, assumendo la portata per unità di larghezza q costante si studia la relazione funzionale tra l’ energia specifica H e la profondità y. Il valore di H è sempre positivo (y e q sono sempre positive, al più nulle) per y che varia da zero ad infinito. Per y H e per per y valori estremi 0 ed ,H 0, . Poiché H è sempre positivo e tende ad infinito per y che tende ai esiste un punto di minimo. Derivando l’ energia specifica rispetto alla profondità si ottiene: dH q2 2 =1 dy 2g y 3 (10.6) Imponendo l’ uguaglianza a zero del secondo membro della (10.6) si ottiene il valore della profondità y per cui si ha il minimo dell’ energia specifica H: 1 q2 g y3 =0 (10.7) La profondità corrispondente al valore minimo dell’ energia specifica H è denominata profondità critica ed è uguale a: yC = 3 q2 g (10.8) La portata q può essere espressa in funzione della profondità critica. Dalla 10.7 segue: q2 = g yC3 Definita critica la velocità VC corrispondente alla profondità critica si ha: q = y C gy C =VC yC da cui VC = gy C (10.9) Carlo Gregoretti – Idraulica – capitolo 10 – 21 Nov. 08 204 Secondo la (10.9) il numero di Froude della corrente corrispondente allo stato critico ( VC / gy C ) è 1. Nella figura 10.4 è disegnata la relazione funzionale (10.5) per q = costante. Come spiegato prima per y 0 e/o , H e per y = yC, H assume il valore minimo HC: pi corrente ra H c re or nt e le nt a da H0 H C 45° yA yC yB HC = yC + y VC2 g yC 3 = yC + = yC 2g 2g 2 (10.10) La profondità critica può anche essere espressa come: yC = 2 HC 3 (10.11) Lo stato critico può essere definito come quello stato della corrente per cui una portata q viene convogliata con la minima energia specifica. H/yc 4.0 q=cost 2.0 apida corrente r 3.0 rre co e nt 1.0 Hmin = 0.0 0.0 1.0 2.0 n le ta 3 _ 2 3.0 4.0 y0 /yc Carlo Gregoretti – Idraulica – capitolo 10 – 21 Nov. 08 205 Si osserva in figura 10.4 che per uno stesso valore dell’ energia specifica HO corrispondono due possibili stati della corrente di portata assegnata q. Per y = yA la corrente è rapida mentre per y = yB la corrente è lenta ( q = VA yA ed yA < yC VA > VC F > 1). La curva H,y può essere divisa in due rami. Il primo corrisponde a y < yC ed identifica condizioni di corrente rapida, il secondo corrisponde a yC < y ed identifica condizioni di corrente lenta. La relazione funzionale H,y viene di solito disegnata con le coordinate adimensionali H/yC ed y/yC per poterla utilizzare in qualsiasi caso (figura 10.5). Assumendo l’ energia specifica H costante si studia la relazione funzionale tra la portata per unità di larghezza q e la profondità y. Esplicitando a primo membro la portata la 10.5 diventa: q2 = 2g y2 (H – y) (10.12) ed estraendo la radice quadrata si ottiene la relazione funzionale tra q ed y: q = y 2g(H y) (10.13) Il secondo membro della 10.13 è sempre positivo al più nullo con 0 y H. Poichè per y = 0, q = 0 e per y = H, q = 0, esiste un punto di massimo di q. Derivando la portata rispetto alla profondità y ed uguagliando a zero si ottiene il valore della profondità per cui si ha il massimo della portata: dq = 2g(H dy moltiplicando ambo i membri della 10.14 per y) + y 2g(H 1 2 - 2g 2g(H - y) =0 (10.14) y) si ottiene: 2g (H – y) – gy = 0 da cui si ottiene di nuovo yC = 2/3 H ed H = 3/2 yC. Allo stesso modo si ottengono dalla 10.12: qC2 = 2g yC2 (H – yC) = 2g yC2 (1.5 yC – yC) = g yC3 ed estraendo la radice quadrata qC = y C gy C e quindi VC = qC/yC = gy C Carlo Gregoretti – Idraulica – capitolo 10 – 21 Nov. 08 206 La relazione funzionale tra la portata per unità di larghezza q e la profondità y espressa dalla 10.13 è disegnata in figura 10.6. y H corrente lenta yB yC yA corrente rapida q0 qC q Per uno stesso valore di energia specifica H una portata qO può essere convogliata con due profondità diversi. Questi due valori di profondità possono essere intesi, rientrando il moto uniforme nel caso H = costante, come le soluzioni del sistema tra la 10.5 ed una relazione di moto uniforme: H=y+ qO2 2g y 2 qO = Ks y5/3 if1/2 Per un fissato coefficiente di scabrezza esistono solamente due valori di if per cui viene convogliata una portata qO con una stabilita energia specifica H (figura 10.6). Fissando invece l’ inclinazione del fondo esistono solamente due valori del coefficiente di scabrezza, quindi di profondità, per cui viene convogliata una portata qO per una stabilita energia specifica H. Questi due diversi valori di profondità sono tali che per uno si hanno condizioni di corrente rapida (y = yA) e per l’ altro si hanno condizioni di corrente lenta (y = yB). Infatti per y = yA VA2/2g = H – yA che è maggiore di H – yC = VC2/2g e quindi risulta VA > VC. Di conseguenza il numero di Froude della corrente corrispondente ad yA ed VA risulta superiore ad 1 (VA/(gyA) > VC/(gyC) e quindi la corrente in A è in condizioni di corrente rapida. Allo stesso modo si dimostra che la corrente in B è in condizioni di corrente lenta. Carlo Gregoretti – Idraulica – capitolo 10 – 21 Nov. 08 207 Lo stato critico può essere anche definito come quello stato della corrente per cui fissata l’ energia specifica viene convogliata la massima portata. Anche per la relazione q,y si utilizza un grafico in coordinate adimensionali q/qC ed y/yC (figura 10.7). 1.5 y0 =H corrente lenta y0 /yc qc =q max 1.0 H=cost 0.5 ra rr co 0.0 0.0 a pid te en arctg 1/ 3 0.5 q/qc 1.0 Si definisce l’inclinazione critica iC l’inclinazione del fondo per cui una portata q viene convogliata a moto uniforme in condizioni critiche. Uguagliando la velocità critica con la velocità secondo la legge di moto uniforme di Chezy si ha: VC = gy C = C Rh i C (10.15) per canale rettangolare infinitamente largo Rh = y e dalla (1.15) si ottiene: iC = g C2 (10.16) Essendo g = 9.81 e variando 10 (torrente montano) < C < 60 (canale di bonifica) si ha la seguente variazione dell’ inclinazione critica: 0.003 < iC < 0.098 Per canale a sezione rettangolare Rh = A/P = By/P e dalla 10.15 si ottiene: iC = g P C2 B (10.17) Carlo Gregoretti – Idraulica – capitolo 10 – 21 Nov. 08 208 Il valore dell’ inclinazione critica iC per un canale rettangolare a sezione costante di larghezza finita B dipende dal perimetro bagnato P che è crescente con la profondità (e quindi con la portata). L’ aumento della portata per una corrente allo stato critico a regime uniforme comporta un aumento della profondità e quindi del perimetro bagnato e di conseguenza dell’ inclinazione critica. L’ inclinazione del canale per l’ aumento di portata diviene inferiore a quella critica e la corrente è in condizioni subcritiche. Viceversa se si ha una diminuzione di portata l’ inclinazione critica diminuisce e la corrente è in condizioni supercritiche. Questo si può spiegare in altri termini. L’ aumento della profondità per un canale a sezione costante comporta un aumento percentuale inferiore del perimetro bagnato e del raggio idraulico. Per esempio con B = 5 m ad y1 = 2 m ed y2 = 3 m corrispondono rispettivamente P1 = 9 m con Rh1 = 1.11 m, e P2 = 13 m con Rh2 = 1.56 m: un aumento percentuale della profondità pari al 50 % corrisponde un aumento percentuale di perimetro bagnato e raggio idraulico pari rispettivamente al 44 e 39 %. La velocità secondo le leggi di moto uniforme è crescente con il raggio idraulico elevato ad un esponente minore di uno e quindi ha un aumento percentuale inferiore al raggio idraulico e quindi alla profondità. Per questo motivo il numero di Froude diminuisce aumentando la portata, assumendo che la scabrezza non diminuisca e viceversa. Le relazioni funzionali fin qui espresse riguardano una corrente di sezione rettangolare. Queste relazioni possono essere estese ad una corrente che defluisce in un canale prismatico di sezione qualsiasi e compatta. La 10.4 per un canale a sezione compatta di area liquida A si può scrivere come: H=y+ Q2 2g A 2 (10.18) La curva H, y per il caso di corrente a portata costante è analoga a quella relativa ad una corrente in sezione rettangolare infinitamente larga. L’ area della sezione liquida dipende dalla profondità y, per cui A = A(y) (figura 10.8). y Carlo Gregoretti – Idraulica – capitolo 10 – 21 Nov. 08 Secondo la 10.18 per y 0, A 0, H e per y ,A ,H 209 . La curva H presenta quindi un minimo in corrispondenza della profondità critica che viene determinata uguagliando a zero la derivata di H rispetto ad y: Q2 d 1 dA dH = 1+ =0 2g dA A 2 dy dy (10.19) Per sezioni di forme geometriche conosciute (trapezia, circolare etc etc) la relazione A(y) è nota ma per sezioni di forma qualsiasi non lo è. Ad esempio per una sezione di forma trapezia isoscele con base minore b coincidente con il fondo l’ area A ha la seguente espressione: A = y (b + ny) essendo n la scarpa delle sponde. La derivata dA/dy in questo caso è b + 2ny. Per sezioni di forma qualsiasi (figura 10.9) la derivata dA/dy è uguale a B, larghezza della sezione in corrispondenza del pelo libero. Infatti essendo dy infinitesima la corrispondente area dA può essere considerata rettangolare di larghezza B (dA = B dy). B dy dA La 10.19 con la posizione dA/dy = B diventa: Q2 - 2 dH = 1+ B=0 2g A 3 dy per cui la profondità critica è quella profondità che soddisfa la relazione seguente: Q2B -1 = 0 (10.20) V2B =1 gA (10.21) g A3 Posto V = Q/A la 10.20 diventa: Carlo Gregoretti – Idraulica – capitolo 10 – 21 Nov. 08 210 La radice quadrata del termine a primo membro della 10.21 coincide con il numero di Froude perché il rapporto A/B è equivalente ad una profondità (altezza del rettangolo di area A e base B) cosi chè V = (gA/B)1/2 è la velocità in condizioni critiche per sezione di forma qualsiasi e compatta. In questo caso uguagliando la velocità critica appena trovata alla velocità secondo la legge di moto uniforme di Chezy si ha: (gA/B)1/2 = C (iC A/P)1/2 e si può ottenere nuovamente l’ inclinazione critica secondo la 10.17. Per calcolare la profondità critica si procede per tentativi. Dato un valore di y di tentativo si calcola la quantità Q2B/gA3: se questa è uguale ad 1 il valore di y di tentativo è la profondità critica. Se invece è superiore ad 1 si prende un valore di y inferiore altrimenti un valore superiore e la si calcola di nuovo. Si itera il procedimento finchè per un determinato valore di y si trova Q2B/gA3 1. Esiste anche una procedura grafica di questo metodo. Per due diversi valori di profondità y1 ed y2 si calcolano i rispettivi valori Q2B/gA3 e li si pongono su di un grafico e li si congiunge con una retta (figura 10.10). Si prende come y di tentativo l’ ascissa corrispondente all’ ordinata della retta di valore 1. Si calcola il corrispondente valore di Q2B/gA3 e se diverso da 1 lo si mette su grafico unendolo tramite una retta con il più vicino dei primi due e si ripete il procedimento. Q2 B g A3 A 1 y1 yc y2 Esercizio 10.1 Calcolare l’inclinazione critica di un canale rettangolare di larghezza B = 5 m e con coefficiente di Chezy = 25 m0.5/s corrispondente ad una portata Q = 10 m3/s. Carlo Gregoretti – Idraulica – capitolo 10 – 21 Nov. 08 211 La portata per unità di larghezza è q = Q/B = 10/5 = 2 m2/s. Seguendo la 10.8 si calcola la profondità critica yC e nota questa si calcolano in sequenza il perimetro bagnato P e l’inclinazione critica iC secondo la 10.17: yC = 3 q 2 3 22 = = 0.74 m g 9.81 P = B + 2 yC = 5 + 2 0.74 = 6.48 m iC = g P 9.81 6.48 = = 0.02 C 2 B 252 5 Per controprova si calcola la profondità di moto uniforme per un canale a sezione rettangolare di larghezza B = 5 m ed iF = 0.02 con C = 25 m0.5/s in cui defluisce una portata Q = 10 m3/s e si ottiene y = 0.75 m. 10.3 Profili di corrente L’ andamento del pelo libero, in un canale prismatico a sezione compatta, in regime di moto permanente, può essere studiato qualitativamente tramite lo studio del segno della derivata della profondità y rispetto ad x, essendo l’ asse x l’ asse di direzione del moto che per inclinazioni del fondo caratterizzate da un angolo con l’ orizzontale 10° può essere sostituito con la sua proiezione sul piano orizzontale. In moto permanente, per una corrente unidimensionale, tutte le grandezze, tra cui la profondità y, dipendono da x essendo il moto costante nel tempo e variabile nello spazio. Essendo H dipendente da y ed y da x vale: dH dH dy = dx dy dx (10.22) dH dy = dx dH dx dy (10.23) dalla 10.22 segue: Poiché H = E – z vale inoltre Carlo Gregoretti – Idraulica – capitolo 10 – 21 Nov. 08 dH d E = dx dx 212 dz dx (10.24) j (10.25) Posto j = - dE/dx ed if = - dz/dx la 10.24 diventa: dH = if dx I simboli j ed if indicano rispettivamente le cadenti della linea dell’ energia e della linea di fondo e non sono la tangente bensì il seno dell’ angolo tra l’orizzontale e le linee stesse. Poiché il numero di Froude F è uguale per una corrente rettangolare a (q/y)/(gy)1/2 e per corrente in un canale a sezione compatta di forma qualsiasi a (Q2B/gA3)1/2 la 10.6 e la 10.19 possono essere così riscritte: dH = 1 F2 dy (10.26) L’ equazione 10.23 in base alle 10.25 e 10.26 viene così riscritta: dy if j = dx 1 F 2 (10.27) A moto uniforme l’inclinazione del fondo e della linea dell’energia coincidono ed avendo indicato con yO e VO rispettivamente la profondità e la velocità della corrente si ha: if = VO2 C 2 Rh O = VO2 Ks 2 Rh O4/3 (10.28) Il termine j può essere calcolato ipotizzando che localmente le perdite di energia siano uguali a quelle della corrente caratterizzata dallo stessa profondità e velocità ma a regime uniforme: V2 V2 = j= 2 C Rh Ks 2 Rh 4/3 Nel caso di moto uniforme if = j e dy/dx = 0. Valgono le seguenti disuguaglianze: y<yO V > VO e j > if y>yO V < VO e j < if (10.29) Carlo Gregoretti – Idraulica – capitolo 10 – 21 Nov. 08 213 Essendo q = yO VO = y V se y < yO la velocità V deve aumentare rispetto a quella di moto uniforme perchè la portata è costante e di conseguenza si ha j > if: aumentano e diminuiscono rispettivamente il numeratore ed il denominatore dalla (10.29) rispetto ai corrispondenti della (10.28). Si illustra per primo l’ andamento del pelo libero per le correnti in alvei con piccola inclinazione per cui yC < yO ed if < iC. In figura 10.11 sotto la curva H,y sono riportati i segni di dH/dy e dH/dx , distinguendosi tre diversi comportamenti della corrente. y < yC j > if dH/dx < 0 F>1 dH/dy < 0 dy/dx > 0 per y yC dH/dx assume un valore finito, dH/dy 0 (F 1) dy/dx la corrente è rapida con profondità crescente nella direzione x ed il pelo libero ha un comportamento asintotico nella direzione verticale per y yC. yC < y < yO j > if dH/dx < 0 F<1 dH/dy > 0 dy/dx < 0 per y y yC dH/dx assume un valore finito, dH/dy yO j if dH/dx 0 (F 0, dH/dy assume un valore finito, 1) dy/dx dy/dx 0 Carlo Gregoretti – Idraulica – capitolo 10 – 21 Nov. 08 214 la corrente è lenta con profondità decrescente nella direzione x ed il pelo libero ha un yC e nella direzione del moto per y comportamento asintotico nella direzione verticale per y yO (la corrente tende al moto uniforme). y > yO j < if dH/dx > 0 F<1 dH/dy > 0 dy/dx > 0 per y yO j per y j if 0 dH/dx 0, dH/dy assume un valore finito, dH/dx if, F 0 dH/dy 1 dy/dx dy/dx 0 if la corrente è lenta con profondità crescente nella direzione x ed il pelo libero ha un comportamento asintotico nella direzione del moto per y orizzontale per y yO (il profilo tende al moto uniforme) e nella direzione (il pelo libero cresce di quanto il fondo diminuisce e quindi tende a disporsi orizzontalmente). M1 orizzontale moto uniforme M2 y y y0 M3 y yc if < i c Carlo Gregoretti – Idraulica – capitolo 10 – 21 Nov. 08 215 M1 M2 y0 y0 yc if < i c S2 if < i c if > i c M1 M2 y0 M3 y0 yc S2 if < i c if > i c Nelle figure 10.12 ed 10.13a,b,c sono illustrati l’ andamento del pelo libero per i tre diversi casi e tre esempi reali relativi a questi. Si sottolinea che comportamenti asintotici nella direzione verticale significano curvature elevate per cui la distribuzione delle pressioni non è più idrostatica e le equazioni 10.1 e seguenti non sono più valide. Si illustra di seguito l’ andamento del pelo libero per le correnti in alvei con inclinazione elevata per cui yO< yC ed if > iC. In figura 10.14 sotto la curva H,y sono riportati i segni di dH/dy e dH/dx, distinguendosi tre diversi comportamenti della corrente. y < yO j > if dH/dx < 0 F>1 dH/dy < 0 dy/dx > 0 per y yO j if dH/dx 0, dH/dy assume un valore finito, dy/dx 0 la corrente è rapida con profondità crescente nella direzione x ed il pelo libero ha un comportamento asintotico nella direzione del moto per y yO (la corrente tende al moto uniforme). Carlo Gregoretti – Idraulica – capitolo 10 – 21 Nov. 08 216 yO < y < yC j < if dH/dx > 0 F>1 dH/dy < 0 dy/dx < 0 per y yO j per y yC dH/dx assume un valore finito, F if dH/dx 0, dH/dy assume un valore finito, 1 dH/dy 0 dy/dx 0 dy/dx la corrente è lenta con profondità decrescente nella direzione x ed il pelo libero ha un yC e nella direzione del moto per y comportamento asintotico nella direzione verticale per y yO (la corrente tende al moto uniforme). y > yC j < if dH/dx > 0 F<1 dH/dy > 0 dy/dx > 0 per y per y yC dH/dx assume un valore finito, F j 0 dH/dx if, F 0 dH/dy 1 dH/dy 1 dy/dx 0 dy/dx if la corrente è lenta con profondità crescente nella direzione x ed il pelo libero ha un comportamento asintotico nella direzione verticale per y yC e nella direzione orizzontale per y libero cresce di quanto il fondo diminuisce e quindi tende a disporsi orizzontalmente). (il pelo Carlo Gregoretti – Idraulica – capitolo 10 – 21 Nov. 08 217 Nelle figure 10.15 ed 10.16a,b sono illustrati l’ andamento del pelo libero per i tre diversi casi e tre esempi reali relativi a questi. orizzontale S1 S2 moto uniforme y S3 yc y y y0 if > i c S1 y0 yc if < i c S3 if > i c S2 y0 10.4 Energia specifica: comportamento e contributi Segnando sulla curva H,y i versi di percorrenza dei tre diversi tipi di profilo si evince (figure 10.17 a,b) che l’ energia specifica H aumenta per y > yO per if < iC e per y < yO e per y > yC per if > iC. Negli altri casi l’ energia specifica H diminuisce. if < ic H 1 3 2 yC if > ic H y0 1 y 2 y0 3 yC y Carlo Gregoretti – Idraulica – capitolo 10 – 21 Nov. 08 218 Nelle correnti lente il maggior contributo all’ energia è dovuto al termine piezometrico mentre nelle correnti rapide è dovuto al termine cinetico come si evince osservando i contributi dei termini piezometrico e cinetico dell’ energia specifica H nei due rami della curva H,y in figura 10.18. Infatti per numeri di Froude inferiori ad uno V < (gy)2 V > (gy)2 V2/g < y e per numeri di Froude superiori ad uno V2/g > y. H H0 v2 2g v2 2g y y y