L’EPAGNEUL BRETON UN CANE FUORI DALLE MODE Di: Pietro De Nittis Tutti conoscono l‟epagneul breton! La sua linea compatta, il suo dinamismo,la sua notevole intelligenza; sono solo alcune delle qualita‟ che, in meno di un secolo hanno trasformato un cane a vocazione prettamente regionale, in una realtà a livello internazionale, ponendolo di diritto, come un ausiliare mai alla moda e quindi mai fuori moda. Con questa affermazione che, suona quasi come uno slogan, voglio dire e sono sicuro che conveniate con me che, nella sua selezione sin dalle origini, si é sempre dato importanza al fine ultimo; cioe‟ selezionare un cane cacciatore, che si esprima in maniera efficace, essenziale senza fronzoli e Che vada diritto alla meta. Queste qualità, associate a note caratteriali d‟altrettanto rilievo: come la gran dedizione é fedeltà ,lo rendono un cane unico nel suo genere,che riscuote tanto successo tra gli appassionati.Sin dagli albori l‟epagneul breton ha reclamato in maniera prepotente il suo diritto ad esistere, sapendosi adattare molto bene nel corso del tempo,alle varie forme di caccia,e alle sue evoluzioni soddisfacendo in pieno le esigenze degli utilizzatori. I primi esemplari autoctoni francesi, nel periodo antecedente al XIV secolo, erano utilizzati come cani “d‟oysel” il cui ruolo consisteva nel far involare la selvaggina, contro la quale veniva lanciato il falco.Intorno al 1387 il conte Gaston Phoebus nel suo “Trattato di caccia “, ci parla di soggetti che dovettero imparare ad appiattirsi dal termine francese “s‟epaignir” per consentire l‟utilizzo delle reti nella pratica venatoria. Il termine “epagneul”, deriva infatti ,proprio da „‟s‟epaignir„‟.Sempre nel trattato di caccia Phoebus parla di soggetti a coda mozza molto abili nella caccia che presentavano dal punto di vista morfologico, grosse teste, con corpi grandi, robusti e dal pelo folto. Alla fine del XV secolo l‟epagneul breton era molto apprezzato presso la corte del re Luigi XI. Durante il rinascimento, francesi ed inglesi selezionarono gli esemplari piu‟ belli della razza e riuscirono a diminuire la taglia rendendoli piu‟ piccoli. Con la comparsa delle armi da fuoco e la fine della caccia con la rete,l‟epagneul breton non fu piu‟ obbligato ad acquattarsi, in compenso per non disturbare il cacciatore durante l‟azione di caccia , dovette abituarsi a stare immobile ; per questo, furono selezionati i primi soggetti fermatori. In seguito ,vari incroci con cani da ferma di tipo setter inglese, pointer e setter irlandese,migliorarono le qualita‟ venatorie della razza ,consolidando ferma,doti olfattive e favorendo la comparsa del tipico mantello bianco e arancione. Non é un errore quindi poter affermare ,alla luce dei suoi trascorsi storici sopra citati, che l‟epagneul breton rappresenta il massimo della qualità concentrata in un piccolo volume. E‟ un compagno ideale, eccezionale nel lavoro, pieno d‟iniziative tutt‟ altro che un automa. E‟ un cane che sa riflettere prima di agire, sopperendo talvolta alle debolezze o alle dimenticanze del suo compagno bipede. In poche parole sa prendere la situazione in mano. Tanta é la strada fatta, e tanta ancora se ne fara‟! Importante in questo senso é il ruolo del club epagneul breton atto a tutelare la razza valorizzandola ai fini zootecnici,sportivi ed economici. Foto di Andrea Petruzzelli