News > Esteri > Politica - Venerdì 09 Marzo 2012, 13:00
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"Finalmente accordo..."
Stati Uniti per il JOBS Act
Dalla House of Representatives approvato il pacchetto bipartisan per facilitare le piccole
imprese "
Francesca Tarantino
E’ uno dei rari episodi di 'bipartisanship' all’interno del Parlamento americano, quello
che ha dato il via libera ieri pomeriggio alla misura governativa in materia di piccole
imprese, la JOBS act. Il verdetto è stato quasi plebiscitario, 390 a 23, con il 'no' espresso solo
da alcuni esponenti del Partito Democratico.
La JOBS act (Jumpstart Our Business Startups) consiste di sei riforme mirate a semplificare
le regole della Securities and Exchange Commission (SEC), se applicate alle nascenti piccole e
medie imprese. Queste regole comprendono le procedure di registrazione e di
monitoraggio del fundraising, e grazie a questa manovra la loro applicazione sarà posticipata
di cinque anni su qualsiasi nuova attività imprenditoriale con capitale sociale inferiore ad un
miliardo di dollari. Tra le altre novità introdotte, le giovani imprese potranno adesso
sollecitare l’investimento all’interno del proprio capitale anche attraverso
Internet (crowdfunding) ed avere accesso ad un tetto maggiore di finanziamenti prima
della registrazione obbligatoria degli investitori al SEC.
Questo, secondo i promotori della bozza iniziale, il repubblicano David Schweikert
(Arizona) e il democratico Jim Himes (Connecticut), si risolverebbe in una forte spinta per
l’economia del Paese, incentivando i giovani investitori a creare nuove imprese e partecipare ai
capitali di quelle già esistenti. “Il JOBS Act riporterà in gioco le piccole imprese e gli
imprenditori, rimuovendo regole costose e rendendo più semplice l’accesso ai capitali”
ha commentato Eric Cantor, il Numero due dei repubblicani, leader di maggioranza della
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Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale reperibile al link http://www.lindro.it/politica/2012-03-09/7406-stati-uniti-per-il-jobs-act
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House, qualche attimo prima del voto. E anche l’altro membro del GOP Stephen Fincher del
Tennessee ha applaudito alla misura “che alleggerirà il peso a chi ha la responsabilità di creare
nuovi posti di lavoro”.
Dopo il beneplacito dell’amministrazione Obama, il passaggio – su una mozione appoggiata
principalmente dalla parte repubblicana – era scontato. La mozione è uscita dalla Casa
Bianca leggermente rivista rispetto alla prima versione rilasciata l’anno scorso da una House
controllata dai repubblicani. Il passaggio, adesso, è al Senato, che è a forte maggioranza
democratica.
Non sono mancate le critiche. Nonostante l’approvazione preventiva di Obama, che ha dato
l’ok perché maggioranza e opposizione si trovassero per una volta d’accordo nell’interesse
del Paese, i democratici non si risparmiano e fanno notare come, a loro avviso, il
pacchetto fosse un tentativo dei repubblicani di mettere a segno un punto nel delicato
momento delle primarie del Partito. Barney Frank, membro dell’House Financial Services
Committee, dopo aver puntato il dito nella giornata di mercoledì contro il GOP che – a suo dire –
avrebbe spinto una versione unilaterale della mozione a voce di Ben Quayle (Arizona), per
superare lo scoglio della mozione bipartisan e dare firma repubblicana al pacchetto. Frank si è
spinto oltre, apostrofando Quayle come “ipocrita e disonesto” e guadagnando, per
queste parole, l’immediata inibizione a pronunciarsi all’interno della camera dei votanti per
l’intera giornata.
Ma vediamo più nel dettaglio la mozione. Le prime due misure, come già detto, riguardano le
sollecitazioni agli investimenti privati e in particolare al crowdfunding. Le piccole compagnie
potranno utilizzare posta diretta o pubblicità per incoraggiare le offerte private dagli
investitori. Non solo, si potranno investire fino a diecimila dollari nelle attività di startup
su Internet, senza che le compagnie debbano necessariamente effettuare la registrazione
preventiva alla Security and Exchange Commission.
Una terza misura riguarda il numero degli azionisti, che verranno raddoppiati da 500 a
1000 nella fascia “protetta” senza obbligo di registrazione al SEC. Le piccole banche invece,
grazie alla quarta misura del pacchetto, potranno arrivare fino a 2000 azionisti.
Le ultime due misure sono volte a creare una sorta di trampolino di lancio per le imprese
più giovani attraverso il superamento di diverse regole preesistenti e la semplificazione
dei processi, e infine ad aumentare alcuni tetti di debito raggiungibili dalle imprese a piccolo
capitale. “E’ un segno molto ben accetto quello lanciato dal Presidente Obama a mettere da
parte le nostre differenze e lavorare insieme per produrre risultati che aiutino a rilanciare
l’economia e riportare le persone al lavoro” ha detto ancora il repubblicano Eric Cantor a voto
ultimato.
Nel frattempo ci si aspetta che il Senato rilasci, entro massimo una settimana, un
pacchetto simile alla versione votata alla House of Representatives. Charles Schumer,
senatore democratico di New York, si è mostrato fiducioso già prima del voto, e martedì scorso,
nel corso dell’interrogazione della Banking Committee del Senato, ha detto “Mi aspetto che il
Senato produca un pacchetto simile” continuando poi “la versione del Senato potrebbe anche
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fare qualche passo in più rispetto a quella della House, includendo alcune importanti misure di
protezione per gli investitori”.
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