SORGO Il sorgo è stata una delle prime piante ad essere coltivata (esistono reperti archeologici che risalgono al 2200 a.C.); si ritiene che le forme attuali abbiano avuto la loro origine nell’Africa centro-orientale diverse migliaia di anni fa. Dall’Africa il sorgo si è esteso in tutto il mondo: anticamente in Asia e in Europa, più recentemente in America e in Australia. Il sorgo è il quarto cereale per importanza nell’economia agricola mondiale, dopo frumento, riso e mais (6% della superficie globale a cereali, 3% della produzione). Nelle agricolture di sussistenza del Terzo Mondo la granella viene utilizzata direttamente per l’alimentazione umana; le rese sono molto basse, dell’ordine 0,5-1 t/ha, sia per la primitiva tecnica colturale, sia per le condizioni ambientali avverse: il sorgo viene coltivato soprattutto in ambienti secchi. Nelle agricolture progredite la granella viene destinata all’alimentazione animale, in concorrenza con quella di mais, di cui ha analogo valore nutritivo. Negli USA, inoltre, una certa parte viene destinata a trasformazione industriale in amido, zuccheri, sciroppo, alcol etilico, olio, etc. DIFFUSIONE DEL SORGO DA GRANELLA in Africa circa il 30% ed in particolare in Nigeria – 10% della produzione mondiale Nella UE, coltivati oltre 100.000 ha per una produzione di circa 600.000 t. Coltivato prevalentemente in Francia (45% della produzione EU), Italia (circa 40.000 ha nel 2010), Svezia, Spagna e Germania Andamento delle superfici e delle produzioni in Italia (2000-2007) Superfici e rese in Italia FAMIGLIA SOTTOFAMIGLIA TRIBU TRIBÙ GENERE AUNDINOIDEAE BAMBUSOIDEAE CHLORIDOIDEAE ORYZOIDEAE (C3) GRAMINACEE (C4) CHLORIDEAE ELEUSINE (C4) ERAGROSTEAE ORYZEAE PANICEAE (C3 E C4) PANICOIDEAE ANDROPOGONEAE (C4) ORYZA BRACHICARIA DIGITARIA ECHINOCHLOA PANICUM PASPALUM PENNISETUM SETARIA COIX SORGHUM ZEA AVENEAE AVENA TRITICEAE HORDEUM SECALE TRITICUM Triticosecale POIDEAE ( C3 ) SORGHUM (surgo, latino = alzarsi = rapidità di sviluppo) origine: Africa centro-orientale (Sudan, Etiopia) Esistono 6 sottogeneri, i più importanti sono - Eu-Sorghum Arundinacea e - Eu-Sorghum Halepense, entrambi con corredo cromosomico 2n=20. Dal primo sottogenere, per incrocio spontaneo è derivato il sorgo oggi coltivato: Sorghum bicolor (L.) Moench, [o Sorghum vulgare (Pers.)], caratterizzato da ampio polimorfismo. Pianta brevidiurna, macroterma (ciclo primaverile-estivo) Le molteplici forme di sorgo esistenti possono essere classificate secondo la loro destinazione come: - Sorghi da foraggio (anche ibridi), - Sorghi zuccherini, - Sorghi da scopa, - Sorghi da granella ed anche Sorghi da biomassa All’interno dei sorghi da granella vengono identificati diversi sottogruppi a seconda dell’area geografica di prevalente diffusione. Caratteristiche botaniche Il sorgo coltivato è una pianta erbacea annuale • radici: si originano da una corona formata da 5-6 nodi molto ravvicinati ciascuno con un palco di radici; sono simili a quelle del mais ma più robuste, fibrose, più espanse lateralmente e in profondità, con maggiore capacità di estrarre acqua. • culmo: robusto; con una altezza da 50 cm fino a 3-4 m; con nodi e internodi (nel S. v. var. saccharatum il midollo è succulento e zuccherino); nei nodi basali vi sono gemme che germogliando danno origine a culmi di accestimento; l’accestimento è maggiore nei sorghi da foraggio che in quelli da granella. L’ultimo internodo è molto allungato (carattere Combine) e facilita la raccolta con la mietitrebbiatrice. • foglie: da 8-10 nelle varietà precoci a 18-20 in quelle tardive; lamina lineare e lanceolata con margine lievemente dentellato (riconoscibile da quello liscio del mais); la presenza di pruina sulla lamina insieme a stomi più piccoli di quelli del mais, conferiscono una maggiore resistenza alla siccità. • infiorescenza: pannocchia (racemo composto) più o meno espansa detta panicolo, eretta o pendente (compatto, spargolo, semi spargolo); l’asse principale porta numerose ramificazioni laterali con le spighette; 2 giorni dopo la spigatura comincia la fioritura e si completa in 6-10 gg; fecondazione prevalentemente autogama (circa il 95%). • spighette: a coppia, di cui una monoflora sessile e fertile, l’altra peduncolata e sterile; globose, leggermente compresse, con glume più o meno lunghe, coriacee, di vario colore; fiori ermafroditi fertili composti da 3 stami, stilo bifido e stimma piumoso, ovario supero e monovulare. • glumette: membranose, raramente aristate; lemma cartacea e palea piccolissima. • granello: cariosside nuda o vestita dalle glume; colorata o incolore. Il colore può essere bianco, giallo, bruno, rossiccio, bruno-violaceo per la presenza di pigmenti nelle cellule del pericarpo o dello spermoderma o di entrambi. • peso 1000 semi: da 15 a 35-40 g peso ettolitrico: 65-70 kg/hL DIFFERENZE MORFOLOGICHE RISPETTO AL MAIS ESIGENZE AMBIENTALI Il sorgo, rispetto al mais, ha maggiori esigenze termiche: per germinare e nascere con accettabile prontezza richiede temperature del terreno di 14°C, a fronte dei 12°C necessari per il mais. Il sorgo ha minori esigenze idriche del mais, in quanto è capace di sopportare con danno ridotto le deficienze idriche. Le principali caratteristiche morfologiche e fisiologiche che conferiscono al sorgo caratteri di spiccato resistenza all’aridità sono: - foglie fortemente cutinizzate, ricoperte di pruina, con stomi meno numerosi e più piccoli di quelli del mais; - consumi idrici unitari tra i più bassi; - radici profonde ed espanse, capaci di estrarre dal terreno l’acqua anche quando questa è fortemente trattenuta; - protoplasma capace di sopportare senza danni irreversibili temperature relativamente alte e disidratazione piuttosto spinta; - capacità di entrare in stasi vegetativa rallentando i processi vitali in caso di “stress” idrico per riprenderli, con danno limitato, appena si siano ripristinate più favorevoli condizioni idriche (nel mais, invece, lo stress idrico arresta irreparabilmente la crescita). DIFFERENZE FISIOLOGICHE RISPETTO AL MAIS ESIGENZE AMBIENTALI Questa arido-resistenza ha dei limiti: è pur sempre necessario che tra le riserve d’acqua del terreno e apporti di piogge durante il ciclo vitale si debba poter contare su una quantità d’acqua stimabile intorno a 300-350 mm (o 3.000-3.500 m3/ha). In terreni profondi e a buona capacità di ritenzione idrica (quindi con esclusione di quelli sciolti) basta che piovano 120-150 mm nei mesi da giugno ad agosto per assicurare rese, se non altissime, quanto meno soddisfacenti dal punto di vista economico. Queste condizioni si riscontrano in diverse regioni centrali: Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio e in certe parti interne di Abruzzo, Molise e Campania, anche in molte zone collinari piuttosto marginali. Nelle regioni meridionali, troppo aride, il sorgo senza irrigazione non può essere proposto, ma potrebbe dare eccellenti risposte produttive a irrigazioni limitate, aventi carattere di soccorso. Per quanto riguarda il terreno, il sorgo si adatta bene anche a quelli argillosi pesanti con mediocre struttura; tollera un’ampia gamma di acidità (da pH 5,5 a 8,5) e una elevata salinità. TECNICA COLTURALE Avvicendamento Il sorgo da granella potrebbe senza inconvenienti succedere a sé stesso, ma di norma è considerata una pianta da rinnovo che segue e precede un cereale vernino. Dopo sorgo la fertilità del terreno è più bassa che dopo mais e altre piante da rinnovo, tanto che il cereale successivo, in genere frumento, tende a produrre meno. La principale causa del minor potenziale produttivo del frumento dopo sorgo è la minor disponibilità di azoto, provocata da una maggiore immobilizzazione biologica di questo elemento. Data la coltura in asciutto, il sorgo da granella non si presta ad essere coltivato in seconda coltura, ma solo in coltura principale. VARIETÀ Scelta dell’ibrido. La giusta lunghezza del ciclo (indicata con lo stesso sistema delle classi FAO) è fondamentale; solo con i tipi di giusta precocità si può pensare di sfruttare completamente le limitate risorse idriche. Negli ambienti dove si può contare su una certa piovosità estiva, i risultati migliori si ottengono con gli ibridi di classe 300-400 (anche 500), i quali entrano in stasi vegetativa appena si sono esaurite le riserve d’acqua del suolo e vi restano fino alle prime piogge, quando si verifica la ripresa dell’attività vegetativa. È da evitare di coltivare sorghi medio-tardivi o tardivi dati i seri rischi che questi corrono di non raggiungere la maturazione della granella. Tra i caratteri morfologici, assumono particolare importanza nei riguardi della meccanizzazione la taglia bassa e una buona inserzione del panicolo: - tutti gli ibridi da granella sono bassi (1,3-1,5 m di altezza anziché i 2-3 metri e più degli altri tipi); - per facilitare la mietitrebbiatura è importante che il panicolo sia sorretto da un lungo peduncolo, in modo da essere ben distanziato dall’ultima foglia; regolando opportunamente l’altezza di taglio della barra falciante, si possono così raccogliere esclusivamente i panicoli evitando le parti verdi della pianta (carattere Combine). Una ridotta capacità di accestimento è desiderabile nei tipi da granella, per evitare ritardi nella maturazione dei panicoli secondari. La granella di sorgo per essere commercializzabile nella UE, deve avere un basso contenuto di tannini, la cui presenza abbassa la digeribilità della proteina. Pertanto gli ibridi che erano stati selezionati per alto contenuto di tannini, onde renderli resistenti alla predazione degli uccelli (ibridi BR: Bird Resistant), sono in via di abbandono. Rese di ibridi da granella nell’Italia centrale, in assenza di apporto idrico Caratteri morfologici e qualitativi di alcuni ibridi Rese ibridi da granella in Emilia Romagna Caratteri morfologici degli ibridi (Emilia Romagna) Varietà Classe Fao Emerg/ Altezza Altezza Matur.gg pianta ult foglia Eserz. panicolo Peso 1000 semi SORGO DA GRANELLA TECNICA COLTURALE Preparazione del terreno Essendo il sorgo pianta da coltura asciutta, si deve favorire l’approfondimento radicale e costituire nel terreno riserve idriche abbondanti: ciò mediante lavorazioni profonde fatte tempestivamente, prima dell’inizio della stagione piovosa, come aratura o, meglio, come lavorazione a due strati. È da escludere ogni possibile coltura intercalare in quanto diminuirebbero le scorte d’acqua e renderebbe difficile o impossibile preparare il letto di semina con la perfezione che il sorgo richiede. Le dimensioni del seme, la delicatezza delle plantule e la tarda data di semina impongono una preparazione del terreno estremamente accurata. Nei terreni argillosi è necessario che il terreno sia preparato molto tempestivamente, durante l’autunno e l’inverno, con energiche erpicature, in modo che alla semina sia già ben livellato ed amminutato, tanto da non richiedere che l’intervento di erpici leggeri che smuovano solo uno strato superficialissimo. Solo in tal modo, lasciando agli agenti atmosferici il compito di perfezionare lo sminuzzamento del terreno superficiale ed evitando di rimescolare gli strati, si può sperare di mettere i semi, in condizioni propizie alla germinazione e all’emergenza: terreno amminutato sì da ben aderire ai semi, umido già alla profondità di 2-3 cm, strutturato sì da prevenire la formazione di crosta. La perfetta preparazione del terreno è il punto più critico della coltivazione. TECNICA COLTURALE Semina L’epoca di semina è determinata dalla temperatura minima per la germinazione, che nel caso del sorgo è più alta di quella del mais: 14°C anziché 12°C; ciò obbliga a seminare 10-15 giorni dopo il mais, e cioè da fine aprile al Sud, a metà maggio nel Centro. È necessario seminare con la massima tempestività, tenendo conto che ogni ritardo nella semina non potrà non avere ripercussioni negative sulla produzione. Con gli ibridi medio-precoci, che sono i più coltivati, la semina si fa a file distanti 40-50 cm, impiegando la seminatrice da frumento o quella di precisione regolata in modo da seminare una quantità di seme sufficiente ad assicurare una densità di 1530 piante/m2; prevedendo una quota di fallanze (dell’ordine del 40-50%) va previsto l’impiego di 10-15 kg/ha di seme. La profondità di semina è molto importante: se eccessiva rende problematica l’emergenza delle plantule, se insufficiente espone i semi a pericoli o di disseccamento o di predazione da parte degli uccelli. La profondità ideale è di 2-3 cm (massimo 4) in terreno possibilmente ben rassodato da una rullatura presemina. TECNICA COLTURALE Irrigazione In ambienti climatici ad aridità primaverile-estiva molto spinta nemmeno il sorgo riesce a produrre soddisfacentemente in coltura asciutta. In questi casi la coltivazione è possibile qualora esistano disponibilità idriche che non hanno una più redditizia utilizzazione. Si tratta di fornire un limitato sussidio irriguo di soccorso quando la coltura passa la fase più critica che va dalla botticella alla maturazione lattea. In questo periodo apporti dell’ordine di 150-200 mm consentono di raggiungere produzioni dell’ordine di 7-8 t/ha di granella secca e oltre. Il sorgo si spinge assai in profondità per attingere acqua e quindi si può irrigare in modo da bagnare 1 m di spessore; inoltre l’esigenza di tempestività è assai meno sentita che nel mais, dato che per il sorgo il limite di intervento irriguo è più basso che nel mais e che il sorgo può entrare in quiescenza. TECNICA COLTURALE Concimazione Trattandosi di coltura asciutta si dovrà limitare quella minerale, tanto più quanto più scarse sono le disponibilità idriche. In assenza di letame le dosi più consigliabili sono: 40-60 kg/ha di P2O5 da dare in pre-semina; 80-100 kg/ha di azoto da dare alla semina come urea. Data la natura argillosa dei terreni sui quali il sorgo si può coltivare, non è certa l’utilità della concimazione potassica. Diserbo Il diserbo chimico del sorgo trova notevoli limitazioni nel ridottissimo numero di principi attivi il cui uso è ammesso su questa specie. Il controllo delle erbe infestanti potrebbe utilmente essere fatto con la sarchiatura meccanica che, in una coltura non irrigata come è il sorgo, farebbe conseguire anche altri vantaggi, oltre al controllo delle malerbe: miglior aerazione della rizosfera ed economia d’acqua specialmente nelle terre argillose soggette a fessurarsi. Sorgo Pre-emergenza: -Aclonifen (Amarantacee, chenopodiacee, crucifere e altre dicotiledoni) Post-emergenza precoce (2-3 foglie sorgo): -S-metolaclor+terbutilazina Post-emergenza:-Bromoxinil (Dicotiledoni annuali comuni) -Bromoxinil+terbutilazina (Graminacee e dicotiledoni) -Dicamba+prosulfuron (Dicotiledoni annuali e perenni) -2,4 D+MPCA (Convolvulus, Cirsium, Equisetum) TECNICA COLTURALE Raccolta Il sorgo, a differenza del mais, mantiene completamente verdi le foglie e gli steli anche quando la granella è matura. Quasi mai, data l’epoca di raccolta, la granella è abbastanza secca da non richiedere l’essiccazione. La raccolta della granella si fa con le stesse mietitrebbiatrici da frumento, regolando l’altezza di taglio tanto in alto da raccogliere, se possibile, solo i panicoli; per questo motivo sono preferibili i tipi che presentano una buona eserzione del panicolo dall’ultima foglia. Le rese di granella conseguibili sono variabili secondo l’andamento stagionale: in condizioni molto favorevoli di terreno e di piovosità estiva possono raggiungere 8-9 t/ha di granella; rese medie di 6 t/ha sono da considerarsi buone. AVVERSITÀ Avversità meteoriche. Le basse temperature all’inizio della vegetazione sono da temere, perché possono accentuare gli attacchi di afidi sulle giovani piantine. L’allettamento non è da temere nelle varietà da granella, che sono molto basse e robuste, mentre costituisce un grave problema per certi sorghi da foraggio di grande sviluppo e per i quali l’allettamento rappresenta un ostacolo alla raccolta meccanica. Avversità crittogamiche. Non sono molto preoccupanti. I marciumi delle plantule (Fusarium, Pythium), che si prevengono con la concia delle semente ed evitando semine troppo precoci; i marciumi dello stelo (Fusarium, Macrophomina phaseoli, Rhizoctonia solani), il mosaico nanizzante del mais. Uccelli. Per lo più passeracei, sono un flagello per il sorgo, almeno quando la coltivazione è fatta su limitate superfici. Essi si posano sui panicoli consumando i granelli in formazione, dalla maturazione lattea in poi. Avversità parassitarie. Il maggiore pericolo è rappresentato dagli insetti terricoli (elateridi e agrotidi) contro i quali va fatta la disinfestazione alla semina. Gli afidi (Aphis maidis) possono essere assai dannosi quando attaccano le piante giovani. La lotta non è facile quando gli insetti si trovano sulla pagina inferiore delle foglie. In corso di vegetazione danni possono essere causati dalle piralidi (Ostrinia nubilalis, Sesamia cretica) che minano lo stelo. Nelle regioni meridionali o in caso di semine tardive danni sono provocati da due ditteri, la cecidomia (Contarinia sorghicola), le cui larve consumano gli ovari o le cariossidi appena formate e l’aterigona (Atherigona soccata), che provoca la distruzione dell’apice vegetativo degli steli in fase di levata, provocandone l’arresto della crescita e stimolando l’emissione di germogli di accestimento. Nella sorghicoltura italiana i soli trattamenti da prevedere sistematicamente sono la concia e la geodisinfestazione. CONSIDERAZIONI ECONOMICHE Facendo un confronto con la coltura asciutta del mais, del quale il sorgo dovrebbe essere il sostituto, si può dire che in ambienti e in annate sfavorevoli il sorgo supera di parecchio il mais. Il sorgo non ha incontrato larghe simpatie presso gli agricoltori italiani, per i seguenti motivi principali: - difficoltà ad avere nascite regolari; - eccessiva tardività di maturazione; - difficoltà di essiccamento per la concomitanza con quello del mais; - predazione da parte degli uccelli durante la granigione; - cattive condizioni di fertilità per il successivo frumento; - difficoltà di collocamento del prodotto; - prezzo di vendita basso (rispetto al mais di cui ha analogo valore nutritivo). Composizione essenziale del granello di sorgo (%): estr. inazotati 70-75 proteina grezza 11.5-14.7 lipidi grezzi 3.1-4.5 fibra grezza 3-5 ceneri 1.5-2 Impiego esclusivo nell’alimentazione del bestiame ed in particolare dei polli SOSTANZE NEL SORGO SORGO da FORAGGIO SORGO DA FORAGGIO: Sorgo gentile, sudanense, sottile, sudan-grass (Sorghum vulgare var. sudanense (Piper) Hitchc = Sorghum sudanense). La pianta del sorgo, sia allo stato giovane che a maturazione lattea o cerosa della granella, si presta assai bene all’alimentazione del bestiame. Grande capacità di accestimento; foglie strette; panicolo lasso; granella piccola e vestita. Sorgo da foraggio Negli ultimi anni ha avuto un maggior interesse, sia per il problema diabrotica, che come sostituto del silomais per un minor consumo di acqua. Possibilità di effettuare più tagli (2-3) con una produzione complessiva di 12-16 t/ha SORGO DA FORAGGIO 1° taglio In pre-fioritura,quando l’erba è alta 1,2 m ca., fine giugno. 2° taglio fine luglio 3° taglio fine agosto SORGO DA FORAGGIO TRINCIATO (INSILATO) DI SORGO Sfalcio a maturazione cerosa (30-35% s.s.), trinciatura e insilamento. Qualità inferiore a quella del mais anche per alto contenuto in tannini, granella troppo dura e scarsa digeribilità della quota fibrosa. I sorghi da granella, rispetto a quelli da foraggio, offrono migliore qualità del foraggio e minori rischi di allettamento. I secondi hanno però una più alta resa in biomassa sorghi ‘ibridi’ per la produzione di insilati RACCOLTA DEL TRINCIATO SOSTANZE NEL SORGO SORGO ZUCCHERINO SORGO ZUCCHERINO: (Sorghum vulgare Pers. = Sorghum bicolor (L.) Moench = S. saccharatum). Sono piante molto alte, a culmo grosso, con foglie larghe, steli succosi e zuccherini per la presenza nel midollo di notevoli quantità di saccarosio (1520%). Nel secolo scorso grandi speranze furono suscitate circa la possibilità di coltivare il sorgo per la produzione di zucchero. Sennonché nel sorgo il saccarosio è sempre accompagnato da notevoli quantità di zucchero invertito che inibisce la cristallizzazione. Pertanto i sorghi da zucchero hanno un’importanza minima e servono per la preparazione di sciroppi e per l’industria dell’alcol o come coltura foraggera da erbaio. SORGO DA SCOPE SORGO DA SCOPE (Sorghum vulgare Pers. = Sorghum bicolor (L.) Moench = S. technicum) L’asse principale del panicolo è cortissimo e su di esso sono inserite, quasi a formare un’infiorescenza ad ombrella, ramificazioni lunghissime ed elastiche. Tale infiorescenza, privata della granella, è usata per la fabbricazione di scope e spazzole. La raccolta si fa alla maturazione della granella, però per evitare che il peso di questa pieghi deformandole le ramificazioni del panicolo, rendendolo inadatto allo scopo, è necessario che alla maturazione lattea i culmi siano piegati in modo che i panicoli pendano verso il basso. Sorgo da biomassa • Di facile inserimento negli ordinamenti aziendali • Necessita di maggiori impegni (attrezzature meccaniche) nella gestione della raccolta, del trasporto e dello stoccaggio • Redditi non sempre competitivi con le colture tradizionali • Necessità di individuare ibridi più produttivi ma anche precise indicazioni su forma e tipologia della materia prima da avviare agli impianti energetici • Utilizzo per combustione e produzione di biogas Sorgo da fibra Imballatura sorgo da fibra BIOMASSE E BIOGAS POTENZIALITÀ PRODUTTIVE t/ha s.s. MAIS TRINCIATO BIOMASSE ANNUALI ERBACEE 25 SORGO ZUCCHERINO TRINCIATO 16-18 FRUMENTO TRINCIATO TRITICALE TRINCIATO 12-14 SORGO DA FIBRA SORGO A PIÙ SFALCI INSILATI 18-22 16-20