ESTRATTO DA ACER PARLIAMO DI... IL VERDE NEI CORTILI SCOLASTICI Carlo Galimberti © IL VERDE EDITORIALE MILANO Imparare dai fiori Testo di Manuela Baietto, borsista del Settore Parchi e Giardini del Comune di Milano presso la Facoltà di Agraria, Stefano Bocchi, Francesco Ferrini, Dipartimento di Produzione vegetale, Università degli Studi di Milano. Le aree verdi scolastiche stanno assumendo un ruolo sempre più significativo per l’apprendimento. Precursori di questo approccio sono Canada, Finlandia e Germania, ma anche nel nostro Paese compaiono i primi notevoli esempi e gli spazi aperti diventano laboratori di educazione ambientale ono 40mila i cortili scolastici in Italia, eppure almeno metà delle scuole materne ed elementari situate nelle maggiori città dispone di non più di un metro quadro di verde per alunno. Nella maggior parte dei casi, tali spazi rappresentano solamente una porzione di lotto non edificato antistante o interno alla scuola, meri contenitori di una “ricreazione” limitatissima, e costituiscono uno spreco di risorse non indifferente. E anche se, dal secondo dopoguerra, lo Stato ha investito notevolmente nel settore dell’educazione pubblica (nel 1985, per esempio, il 6,7% del Pil è stato impiegato nell’istruzione), queste risorse sono state destinate alla riqualificazione dei fabbricati scolastici o al personale scolastico e parascolastico. Considerando che, in molti quartieri, i giardini delle scuole rappresentano gli unici luoghi di potenziale aggregazione infantile, e il tanto dibattuto rapporto tra bambino e natura, occorrono interventi mirati a indirizzare la scuola verso il suo cortile. Per raggiungere questo obiettivo è necessario restituire a quest’ultimo un ruolo ludico, sociale e di S apprendimento, attraverso elementi naturali, arredi, strutture e programmi mirati. Così come, verso la fine degli anni ‘70, l’interno degli edifici scolastici è stato rinnovato, anche l’ambiente esterno deve essere ripensato e ridisegnato: non più indifferenziato, vuoto o mal tenuto, deve diventare uno spazio divertente e complesso, per svolgere attività all’aperto che consentano lo sviluppo sensoriale e percettivo, che stimolino l’associazione, la creatività e l’immaginazione, attraverso un rapporto nuovo con la natura ed, eventualmente, con l’agricoltura-gioco. Studiare all’aperto Si trova a Musile di Piave (VE), presso la scuola media Enrico Toti, uno dei primi cortili scolastici organizzati realizzati in Italia. Le fasi iniziali della sua trasformazione risalgono nel 1978, con la messa a dimora di alcuni esemplari di piante. L’area, diventata nel corso degli anni un egregio giardino botanico scolastico, può vantare, tra le altre caratteristiche, aule didattiche all’aperto, che rendono possibile l’indagine su materiale vivo. ACER 4/2003 • 36 ESTRATTO DA ACER © IL VERDE EDITORIALE MILANO Sopra, l’area gioco, all’interno del giardino didattico della scuola Scarpa di Milano. Sotto, esemplari di piante ad alto fusto, siepi protettive e l’aiuola delle fioriture. 37 • ACER 4/2003 ficiali, mangiatoie e abbeveratoi per volatili. Uno dei progetti maggiormente apprezzati, per la forte connotazione innovativa, è quello realizzato nell’ambito del “Progetto infanzia per il delta del Po” e riguardante il giardino della scuola elementare di piazza Dante Alighieri, a Comacchio (FE). Qui la zona giochi è stata arricchita di attrezzi e manufatti molto semplici, realizzati in materiali naturali come legno o pietra. A stretto contatto visivo con gli spazi interni, sono stati realizzati l’ortiQ B A C E P M H G D F O B B B L I cello sperimentale e le coltivazioni in vaso. Lungo le pareti della scuola sono stati posti pannelli per la pittura dal vero, appositamente attrezzati. Per i più piccoli sono state disposte attrezzature per la manipolazione di materiali naturali quali acqua, sabbia e plastilina. Un sistema di siepi divide e isola le zone più appartate per le lezioni all’aperto, mentre tutto il perimetro esterno è protetto dalla visione estranea tramite alberi d’alto fusto. Un altro lavoro interessante risulta la ▼ Nell’ambito della campagna nazionale denominata “La riconquista della città”, promossa dal Wwf nel 1993, le scuole elementari e medie dell’area di San Giusto (Prato) hanno realizzato un giardino scolastico di circa un ettaro di superficie, con l’intento di divulgare la conoscenza delle piante arboree e arbustive autoctone presenti nelle foreste di pianura e di collina del luogo. Grande importanza è stata data anche alle associazioni vegetali tipiche dei boschi del centro Italia. A tal fine il giardino è stato organizzato in quattro zone fitoclimatiche: il bosco di collina, la vegetazione tipica mediterranea, gli ambienti umidi e la vegetazione di ripa e infine l’area relativa alle piante ornamentali che popolano frequentemente i nostri giardini. La collaborazione degli studenti è stata utile non solo in fase di progettazione ma anche, e soprattutto, in fase di realizzazione: assistiti da tecnici del Comune, i ragazzi hanno preparato i siti d’impianto, messo a dimora le piante, realizzato schede descrittive da collocare accanto alle varie specie e, infine, contribuito all’arredo del giardino, costruendo nidi arti- A lato (figura 1), planimetria del giardino della scuola elementare di Comacchio: focolare all’aperto (A), zone adibite alla conversazione (B), sabbiera (C), vasca d’acqua (D), aree pavimentate per giochi organizzati (E), orto (F), palestra con scivolo (G), tronco per arrampicata (H), capanna di canne (I), teatrino (L), pannelli a parete per la pittura (M), E nascondigli nelle siepi (N), N terrari (O), altalena a pendolo (P), ricovero N per i giochi da esterno (Q). ESTRATTO DA ACER PARLIAMO DI... © IL VERDE EDITORIALE MILANO ▼ riqualificazione del giardino scolastico della scuola elementare di via Balzani, nel quartiere Centocelle di Roma, povero di aree verdi pubbliche ma ricco di cortili scolastici spaziosi, spesso mal tenuti e poco utilizzati. È per questo che insegnanti e alunni del 126° Circolo didattico, in collaborazione con i tecnici del Servizio Giardini, hanno realizzato quello che è parso uno dei migliori progetti di riqualificazione scolastica e sociale, riuscendo a centrare numerosi obiettivi urbanistici, ecologici e didattici. Il sito è stato preventivamente analizzato dal punto di vista edafico, climatico e topografico. In seguito, è stato effettuato un rilievo vegetazionale, per poi procedere alla scelta delle specie da inserire, seguendo determinati criteri progettuali. Si è cercato di favorire la presenza del maggior numero di specie vegetali, con una buona distribuzione tra i tipi botanici, e di prediligere, nella scelta delle specie, la stagionalità e i diversi aspetti della vita vegetativa. Ciò che più è sembrato indicativo, però, è l’approccio alla didattica in situ, ricalcando gli usi degli anni Trenta (erano frequenti, allora, le “scuole all’aperto”, di cui ne è uno splendido esempio la Casa Del Sole, in via Giacosa, a Milano). A questo proposito, gli insegnanti hanno potuto favorire la conoscenza delle nostre specie arboree e arbustive, introdurre i concetti delle associazioni vegetali naturali, analizzare il succedersi delle stagioni attraverso i cambiamenti fenologici delle piante, osservare il processo di impollinazione da parte dei pronubi e le diverse specie di uccelli e insetti che popolano i nostri boschi e giardini. Il giardino scolastico presenta ampie zone riservate allo sport, un piccolo teatro all’aperto e una zona coperta per le attività didattiche. Inoltre, un percorso botanico per osservare le specie arboree, un piccolo orto scolastico e una zona di giochi precostruiti. Canada e Nord Europa, precursori della scuola ecologica C anada, Stati Uniti e Paesi del Nord Europa sono stati gli innovativi precursori nella ricerca e nella progettazione di cortili e spazi verdi scolastici. A Toronto, in Canada, si trova uno dei più vecchi ma riusciti esempi di riqualificazione scolastica che abbia interessato, altrettanto positivamente, anche il cortile esterno. La Grandview U’uquinak’uuh Community School è infatti in grado di arricchire il curriculum scolastico degli alunni con un programma di scienze sviluppato nel giardino da bambini, maestre, genitori e altri membri della comunità che vogliano rendere la città più sostenibile attraverso questo modello di “scuola urbana ecologica”. Nel “giardino della comunità” si lavora su 24 aiuole coltivate a ortive e piccoli frutti, e su spalliere per rampicanti, quali vite e kiwi. Nel “bosco” l’ombra di piante d’alto fusto, tipiche delle foreste canadesi, offre momenti di relax. Le aule all’aperto, riparate dall’insolazione e dalle intemperie, ospitano fino a 40 bambini. Il “giardino delle farfalle” è invece ricco di erbacee perenni, bulbose e arbusti rifiorenti. Questo genere di spazi è situato all’interno di parchi di più ampie dimensioni mantenuti alla naturalità, favorendo la crescita di fiori utili alla vita dei lepidotteri, ormai quasi estinti nelle nostre città. Per quanto riguarda l’Europa, da sempre la Finlandia si caratterizzaper l’alto standard di qualità di vita e l’alto livello di organizzazione nel settori scolastico. Nel corso dei nove anni di ciclo inferiore, infatti, curriculum didattici alternativi abbracciano numerose materie, tra cui l’ecologia, le scienze, la chimica, la nutrizionistica. Nella scuola elementare di Metsola, vicino a Helsinki, costrutita seguendo le direttive dei nuovi indirizzi sperimentali di architettura finlandesi, che propongono, fin dagli anni ’80, uno stretto rapporto degli spazi interni con l’ambiente naturale circostante, tali discipline sono affrontate all’aperto, nel vasto giardino scolastico, confinante con il Parco regionale. Sono A lato (figura 2), planimetria del giardino della scuola elementare di Monaco di Baviera: l’ingresso principale (A), la serra di orticoltura (B), gli spazi didattici all’aperto (C), gli impianti sportivi (D), il percorso naturalistico (E), lo stagno (F) e il ruscello (G). stati, infatti, previsti percorsi naturalistici per l’osservazione di alberi e arbusti cartellinati, un’ampia area è destinata al gioco libero e alcuni spazi sono dedicati alla coltivazione di piccole piante all’aperto e in serre riscaldate. Infine, sono stati predisposti rudimentali laboratori per lo svolgimento di semplici esperimenti. Un altro esempio interessante riguarda la Germania, e in particolar modo la sistemazione esterna di un complesso scolastico di Monaco, città le cui caratteristiche ben si prestano per un confronto con le metropoli italiane. Il giardino della scuola (figura 1) è organizzato in quattro zone principali: il laboratorio di orticoltura, lo spazio destinato alla didattica all’aperto, l’area degli impianti sportivi e la zona destinata all’osservazione naturalistica. Nel laboratorio di orticoltura, provvisto di orto e soprattutto di serra (B), i bambini più piccoli affrontano un primo approccio con l’agricoltura-gioco, più che altro osservando le modificazioni fenologiche delle piante, dal seme al frutto, mentre i bambini degli ultimi anni partecipano attivamente alle coltivazioni di ortive e di piante da fiore. Nelle aule all’aperto (C) trovano spazio la didattica fondamentale e le riunioni particolari, come piccole rappresentazioni teatrali, concerti, discussioni, pittura dal vero. Un campo da pallavolo e uno da calcio (D) integrano la zona riservata al movimento e all’educazione fisica, mentre la parte più interessante del giardino dal punto di vista didattico-progettuale è la vasta area destinata all’osservazione naturalistica: un percorso in cemento (E) si snoda attraverso gli impianti di alberi e arbusti autoctoni ed esotici, lo stagno (F) e il ruscello (G). In quest’ultimo settore sono state collocate piante acquatiche, pesci allevati e nutriti direttamente dai bambini e una piccola risaia. Completano la serie di strutture alternative alcune piccole vasche, con profondità di sicurezza (20 cm), in cui i bambini possono trovare ristoro nelle assolate giornate estive. D A B D E G E C F C C Un modello milanese La spinta innovativa e riqualificativa non può esimersi dal considerare quegli istituti che, pur trovandosi nelle grandi metropoli, possono già disporre di una zona verde, più o meno attrezzata e utilizzata. È il caso della scuola elementare Antonio Scarpa, situata in un quartiere semi-periferico e popolato di Milano. Il giardino, di circa 5400 m2, risulta naturalmente diviso in tre zone, diverse per giacitura, esposizione e destinazione d’uso. Il progetto di riqualificazione si è posto l’obiettivo di donare al giardino un’importante valenza ludica, sociale e d’apprendimento. Dopo avere caratterizzato la zona dal punto di vista climatico e vegetazionale e il suolo dal punto di vista chimico-fisico, si è proceduto alla scelta delle specie vegetali più adatte a tali condizioni, per non pregiudicare il futuro stato fitosanitario delle piante messe a dimora. L’accessibilità e la fruibilità del giardino sono state assicurate dalla presenza di un vialetto che, pur rispettando i limiti di legge ACER 4/2003 • 38 ESTRATTO DA ACER PARLIAMO DI... © IL VERDE EDITORIALE MILANO C A D B A B A A lato (figura 3), planimetria del giardino della scuola Scarpa di Milano. Il vialetto (A) che collega tutte le diverse zone, l’area del gioco libero con gli esemplari ad alto fusto (B), la siepe di piccoli frutti (C) e alcuni esemplari tipici della vegetazione collinare del Nord Italia (D). Sopra, cromatismi di bulbose e arbusti; sotto, alcuni esemplari ad alto fusto, scelti per l’interesse botanico e l’ombra apportata, nell’area per il gioco libero della scuola Scarpa. in tema di larghezza e pendenza, unisce senza soluzione di continuità tutte le aree. L’ampia zona destinata al gioco libero è stata arricchita con elementi vegetali d’alto fusto, scelti per l’interesse botanico e per l’ombra apportata in estate. Il settore a Nord, interno ai fabbricati, ha subito generose modifiche: una siepe di piccoli frutti è stata impiantata per la cura e l’osservazione estiva di tali specie, una piccola zona ospita una riproduzione quanto più verosimile dell’ambiente naturale tipico delle colline del Nord Italia e numerosi arbusti, interessanti per fogliame, fioritura e fruttificazione, possono essere osservati e studiati. Data la giovane età degli utenti, la preoccupazione fondamentale è stata la sicurezza: sono stati rimossi gli elementi arborei morenti o le cui condizioni fitosanitarie non ne giustificavano più il mantenimento e sono state potenziate le barriere contro pericoli esterni o interni con siepi fitte o doppie. La spinta innovativa di tale progetto rimane, comunque, la metodologia impiegata: come già sottolineato, non solo il sito è stato preventivamente caratterizzato dal punto di 39 • ACER 4/2003 vista climatico e agronomico ma, ispirandosi a interessanti studi svolti in Gran Bretagna, è stata applicata la “progettazione partecipata”, metodo che coinvolge i futuri utenti nella realizzazione del proprio giardino. Gli alunni della scuola, infatti, attraverso la visione di immagini e la compilazione di un questionario, hanno fornito un aiuto fondamentale nella definizione degli spazi e nella scelta delle finalità del giardino stesso. ■ Bibliografia AA.VV., 1998. La Guida alle Città sostenibili delle bambine e dei bambini. Ministero dell’Ambiente. BAIETTO M., 2001. Bambino urbano e spazi verdi progettati: un giardino didatticoambientale in una scuola elementare a Milano. Tesi di laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie. C ALIMANI L.D., 1996. Il verde urbano: strumento di riconversione ecologica della città. In Padova: il verde urbano, riconversione ecologica della città. Edizioni Piccin, Padova. DE SARRO A., 1997. Una scuola con giardino. www.sosed.it/Cdsole/Giu97/ e18 697.htm DIPARTIMENTO DI PROGETTAZIONE E SCIENZE DELL’ARCHITETTURA, UNIVERSITÀ ROMA T RE , 2001. Giardini scolastici di Via Balzani. http://rmac.arch.uniroma3.it/ricerca/urr3_it/1_stati/1realiz/2_casil/casil01.html G ROENING G.,1995. School garden and Kleingarten: for education and enhancing life quality. Acta Horticulturae, 391: 53-64. LORENZO R., 1993. A scuola, in strada, in città: il “bambino urbano” in Italia. Edilizia scolastica e culturale, 24: 26. PENNER T., 2000. Grandview U’uquinak’uuh Community School Yard. www.cityfarmer.org/grandview.html WWF AREA PRATESE, 1998. Il giardino didattico di San Giusto. http://web.infinito.it/utenti/w/wwfprato/ATTIVITA% 20educ_giardinodid.html ZOPPI M., 1998. Verde di città. In: Progettare con il verde. Alinea editrice, Firenze. Abstract Learning from flowers Equipped courtyards and school green areas are beginning to acquire, also in Italy, a significant role for teaching. Open spaces become laboratories of environmental education. Through the botanical gardens, examples of natural vegetal associations and flowerbeds for teaching, children can find, on site, colour perceptions, tree and shrub species and the cycle of seasons. Finland, Germany and Canada are the pioneering countries of this approach. Also in our country the first notable examples are beginning to appear.