estratto da dday.it Gianfranco GIardina La RAI sta producendo un documentario in 4K, cioè UltraHD. Si tratta di “Roma, Napoli, Venezia… in un crescendo rossiniano” e in qualche modo il titolo svela già la presenza alla regia di Lina Wertmuller. Ma non si tratta di un puro documentario sui luoghi rossiniani ma qualcosa di più con Elio (quello delle Storie Tese) e Giuliana De Sio come protagonisti della narrazione. Una produzione sperimentale certo, ma non per questo economica, realizzata dalla direzione Strategie Tecnologiche di RAI. Mentre tutto attorno c’è il deserto dei contenuti in 4K, siamo contenti che la nostra emittente pubblica stia sperimentando l’UltraHD addirittura per la realizzazione di un contenuto di lunga durata. Alcune immagini da questo documentario sono state mostrate in anteprima a Venezia durante gli Eutelsat TV Award. La qualità delle immagini – complice anche un TV a nostro avviso mal tarato – non è parsa perfetta, ma si tratta pur sempre delle prime riprese 4K della RAI (se si omettono alcune clip girate alcuni anni fa del Centro Ricerche RAI di Torino) e non è detto che in fase di post-produzione non possano anche essere migliorate. Il documentario, coprodotto con Eutelsat, sarà utilizzato da quest’ultima come contenuto per le proprie trasmissioni sperimentali in 4K, trasmissioni che però non possono essere ricevute dagli utenti comuni, neppure da coloro che hanno già in casa un TV UltraHD: serve un ricevitore particolare non in commercio. Al di là del valore sperimentale dell’operazione, che pur resta, ci chiediamo però perché, con i TV UltraHD già nei negozi, i soldi pubblici impiegati dalla RAI in questa operazione non possano anche dar luogo a un vantaggio per il contribuente, o almeno per quella piccola quota parte che ha già i nuovi TV. La nostra proposta, che riteniamo sensata e anzi assolutamente opportuna, è che il documentario, non appena pronto, sia reso disponibile anche in download gratuito: basterebbe copiarlo su un hard disk esterno per vederlo poi su TV. Sarebbe un modo giusto per condividere con i cittadini i frutti delle sperimentazioni che la RAI giustamente fa ma che non devono rimanere nel cassetto né avere l’unico ruolo di diventare una sterile medaglia all’innovazione sul petto di qualche funzionario RAI. È già successo: adesso c’è Internet, possiamo evitarlo. torna al sommario n.79 / 18 novembre 2013 I TV 4K Toshiba arrivano in Italia da 2.999 € 03 PlayStation 4 Motorola Moto G viaggio dentro la proposta la console 24 abbordabile 18 iPhone 5s in prova: ottimo Ma non abbastanza se hai il 5 La prova completa dell’iPhone 5s con tutte le nuove funzioni. Uno smartphone eccellente, ma per ora il passo avanti rispetto al 5 è limitato 28 Eutelsat, la visita al teleporto di Rambuillet Eutelsat simula la messa in orbita del satellite Eutelsat 3B È l’occasione per visitare il centro di controllo di Rambouillet 06 Panasonic Lumix GX7 in prova L’attesissima Micro Quattro Terzi Nuovo sensore, processore rinnovato, tante funzionalità e un look vintage. Vediamola in azione 35 Prova: NetAtmo Urban Weather Station 38 xx 33 Olimpiadi 2014 In chiaro su Mediaset Per la prima volta non sarà la RAI a trasmettere l’importante evento 02 33 Test: Acer Liquid S1 27 Test: Lomography Experimental Kit Il film RAI in 4K sia “open data” Special edition n.79 / 18 novembre 2013 tv e video Su tablet e smartphone TIM arriveranno gli eventi Sky, si parte con Sochi Sky e Telecom insieme per l’IPTV Firmata una a lettera d’intenti per sviluppare una nuova piattaforma IPTV di Roberto Pezzali I Premium Play arriverà su Xbox One: Microsoft ha diramato la lista delle applicazioni video disponibili nei primi mesi di lancio con la strategia di Sky, che da sempre lavora per distribuire i propri canali sulle piattaforme più performanti. Il piano che Telecom Italia sta sviluppando per espandere la fibra ottica in Italia rappresenta un fattore rilevante in grado di rendere i contenuti di Sky disponibili anche laddove è più difficile ricevere il segnale satellitare, mantenendone l’elevata qualità. Le diverse competenze di Sky e Telecom Italia possono contribuire a creare una piattaforma IPTV di nuova generazione a livello delle migliori esperienze internazionali”. Più volte abbiamo parlato di braccio di ferro tra telco e operatori TV: per fruire di contenuti video in alta definizione e in mobilità serve banda e spesso gli operatori delle telecomunicazioni chiudono i rubinetti. L’accordo Sky Telecom rappresenta una vera svolta per la TV in mobilità, senza costi eccessivi per i consumatori. tv e video Per la prima volta sarà Mediaset a trasmettere in chiaro le Olimpiadi Invernali Mediaset “frega” la RAI: Sochi in chiaro Su Italia 1 in onda 100 ore in diretta, grazie ad un accordo con Sky Sport P di Roberto Pezzali per la prima volta nella storia delle Olimpiadi non sarà la TV di Stato a mostrare la diretta dei giochi, che si terranno nella località russa di Sochi dal 7 al 23 febbraio 2014. Luca Tiraboschi, direttore di Italia 1, sta infatti finalizzando con Sky Sport l’accordo per la trasmissione in chiaro di parte dei contenuti. Ricordiamo infatti che Sky detiene l’esclusiva, ma è comunque obbligata a cedere una parte del pacchetto per clienti TIM potranno gustarsi le Olimpiadi Invernali di Sochi su smartphone e tablet attraverso la rete 3G e LTE: Sky e Telecom hanno, infatti, firmato una lettera di intenti per studiare la fattibilità di una piattaforma IPTV di nuova generazione. Sochi non sarà un esperimento isolato: l’accordo prevede infatti la possibilità di estendere la copertura ad altri grandi eventi sportivi Sky, i Mondiali in questo caso sono al centro del mirino. I clienti TIM che vorranno accedere all’offerta dovranno acquistare Sky “Ticket Big Events/Grandi eventi 2014”, il cui costo però non è ancora stato ufficializzato. Nel costo del pacchetto, però, sarà inclusa anche la banda 3G o LTE necessaria per lo streaming, che non verrà sottratta al piano dati originale. L’esperimento è vincente per entrambe le parti: Sky darà a Telecom la possibilità di accedere ai contenuti, Telecom potrà fornire (a Sky) una rete a banda larga di ultima generazione per veicolare tutti i suoi contenuti audiovisivi con un set top box dedicato ,anche su reti ultrabroadband e broadband, sia fisse che mobili, senza necessità di una parabola. Una vera IPTV, con tutti i ca- nali Sky ma più facile da fruire per chi è raggiunto da una rete di qualità. “Siamo particolarmente soddisfatti di questo importante accordo - dichiara Marco Patuano, Amministratore Delegato di Telecom Italia - che risponde alla strategia di una maggiore focalizzazione sui servizi innovativi e in particolare sull’entertainment per il mercato consumer, consentendoci di offrire ai nostri clienti la migliore scelta di grandi eventi esclusivi e di alta qualità attraverso le nostre applicazioni e le nostre infrastrutture di rete. Grazie a questa partnership, la competenza tecnologica di Telecom Italia e il know how editoriale di Sky convergono con l’obiettivo di realizzare nuovi modelli industriali per la fruizione di contenuti audiovisivi ‘over-the-network”. “Siamo molto soddisfatti di questo accordo - sostiene Andrea Zappia, Amministratore Delegato di Sky Italia - che dà il via a un’importante partnership tra due aziende leader nei rispettivi settori e che potrà portare, in un mercato in continua evoluzione, a un accesso ancora più ampio a quella che è probabilmente la miglior offerta televisiva disponibile sul mercato italiano. Si tratta di un progetto coerente torna al sommario la visione in chiaro. Su Italia 1 andranno quindi in onda 100 ore di diretta, con la programmazione che dovrebbe coprire i principali eventi. Ricordiamo che Sky si è accordata anche con Telecom per la trasmissione dei principali eventi tramite reti 3G e 4G. La Rai si è invece aggiudicata le Olimpiadi estive di Rio De Janeiro 2016, per le quali dovrebbe garantire una Xbox One Partnership con Mediaset trasmissione in chiaro quasi integrale (e speriamo in HD). di Roberto Pezzali Xbox One avrà Premium Play: l’annuncio arriva direttamente da Microsoft che ha svelato le applicazioni dedicate alla parte TV e che verranno rilasciate entro la primavera del 2014. La partnership con Cologno Monzese non si ferma alla nuova console, ci sarà anche la nota app di video on demand. Oltre alle applicazioni presenti su tutti i mercati (Xbox Fitness, Xbox Video, Xbox Music, Internet Explorer, Skype, SkyDrive, Upload), Microsoft porterà in Italia, oltre a Premium Play, anche Eurosport, Machinima, MUZU TV, TED e Twitch. Non un grande assortimento: insieme all’Austria l’Italia è il paese con meno applicazioni video e non nascondiamo che ci saremmo aspettati anche le applicazioni Rai.TV e VideoMediaset, disponibili entrambe per Windows 8 e quindi già pronte anche per la console. Si tratta quindi di una scelta prettamente politica. Non è da escludere, infine, che arrivi anche Infinity: Mediaset non ha ancora annunciato ufficialmente il nuovo servizio pertanto si dovrà aspettare dicembre per sapere se affiancherà Premium Play sulla console. Nessuna parola infine sulla gestione di eventuali decoder esterni tramite porta HDMI. estratto da dday.it Special edition n.79 / 18 novembre 2013 tv e video La seconda generazione di TV Ultra HD Toshiba arriverà nei formati 58” - 65” - 84” Toshiba, in Italia i TV 4K serie L9 Prezzi a partire da 2.999 euro, ma il gigante da 84”costerà quasi 16.000 euro Pioneer produrrà TV LED in esclusiva per Dixons Retail, saranno in vendita a dicembre ma non in Italia di Giuseppe GANDOLFI T di Roberto Pezzali La personalizzazione è alla base della nuova piattaforma di Smart TV denominata Toshiba Cloud TV: gli utenti riceveranno consigli relativi ai contenuti disponibili, in base alle proprie preferenze e gusti. Grazie ad un algoritmo specifico, il servizio aggiornerà periodicamente i contenuti raccomandati, mentre uno strumento di ricerca avanzato navigherà attraverso serie TV, film e programmi sportivi elencati all’interno della Electronic Program Guide (EPG) e del servizio Video-on-Demand, oltre ai contenuti archiviati all’interno degli altri dispositivi collegati alla rete domestica. Ci saranno, infine, app TV come le News o le previsioni Meteo e una serie di servizi di Social TV, dal calendario al servizio di messaggistica. Il taglio da 58” (58L9363DG) sarà disponibile a 2.999€, mentre il gigantesco 84” (84L9363DG) con Audyssey Premium Television per una qualità audio decisamente superiore, costerà 15.999€. tv e video Dietro l’abbandono del plasma non c’è solo la crisi della divisione TV Panasonic: il plasma “cancellato” dal 4K Alla base della scelta l’impossibilità di produrre plasma 4K a costi contenuti I di Roberto Pezzali TV plasma, tanto amati dagli appassionati, sono stati uccisi da quella tecnologia che molti ritengono al momento inutile e superflua: l’Ultra HD. Secondo un dirigente di Panasonic, e la cosa non ci sorprende, la scelta di abbandonare la tecnologia e di bloccare la gamma di plasma per il 2014 è dovuta principalmente a due fattori: la risoluzione e il consumo energetico. Il prossimo anno tutti i TV di fascia alta avranno pannello 4K e per Panasonic sarebbe stato impossibile realizzare un plasma 4K con tagli “domestici” senza forti investi- oshiba presenta la serie L9 3D Smart LED TV Ultra HD (3840 x 2160 pixel), disponibile in tre formati: 213 cm (84”), 165 cm (65”) e 146 cm (58”). La serie L9 può riprodurre anche contenuti non creati appositamente in risoluzione Ultra HD, grazie alla funzionalità di smart up-conversion della piattaforma multiprocessore Toshiba CEVO 4K, che effettua un upscaling delle immagini HD in qualità UHD, mentre, la nuova tecnologia di ottimizzazione delle immagini ad alta velocità AMR 800 (Active Motion & Resolution) permette di avere immagini dettagliate e scene ancora più fluide. Per quanto riguarda il 3D, la versione più grande da 84” e quella da 65” sono dotate di tecnologia 3D polarizzata, mentre il 58” integra la tecnologia 3D Active Shutter. Presente anche la funzione di conversione 2D>3D, che consente di convertire in 3D qualsiasi contenuto 2D in tempo reale e in HD. torna al sommario Pioneer torna a fare TV, ma niente plasma menti. Panasonic infatti non ha mai lavorato alla riduzione delle dimensioni dei pixel: i TV di taglio più piccolo mai realizzati con risoluzione Full HD sono i 42” e questo vuol dire che senza tagliare il vetro si riesce a realizzare un TV Ultra HD da 84”, comunque troppo grosso. Altro punto delicato il consumo: gli attuali plasma rientrano nei termini della regolazione energetica promossa da Europa e America, ma un eventuale TV 4K avrebbe alzato non di poco i consumi, rendendolo di fatto “fuorilegge”. Dopo l’abbandono del mercato TV nel 2010, e dopo una breve parentesi Pioneer / Sharp, con i TV Sharp venduti con il marchio Pioneer Elite negli Usa, l’azienda giapponese torna sul mercato TV. Niente plasma e niente OLED però, ma 3 TV LED realizzati e venduti in esclusiva da Dixons Retail, che si è aggiudicata l’esclusiva di sviluppare e vendere TV marchiati Pioneer in alcuni mercati europei selezionati. Il lancio dei primi TV Pioneer avverrà a dicembre, prima per i paesi dell’Europa del nord e poi per l’Inghilterra, con tre modelli Smart TV LED e 3D da 40”, 46” e 55”. L’idea, secondo le dichiarazioni di Yoshihide Beppu, business planning director di Pioneer Home Electronics Corporation, è quella di realizzare insieme a Dixons TV LED da posizionare nella fascia Premium per riconquistare la base di clienti ancora fedeli alle TV marchiate Pioneer. Il problema, ma questo lo sanno tutti, è che i consumatori fedeli al brand Pioneer non si aspettano certo una TV a LED. Difficile comunque che queste TV possano arrivare in Italia: Dixons Retail sta cercando infatti di uscire dal mercato italiano e al momento detiene il 15% della NewCo nata dalla fusione di Unieuro e Marcopolo Expert. estratto da dday.it Special edition estratto da dday.it Special edition n.79 / 18 novembre 2013 tv e video La premiazione degli Eutelsat TV Awards, a Venezia, ha visto SKY e RAI aggiudicarsi un premio ciascuna Sky Arte e RAI Storia vincono gli Eutelsat Awards SKY premiata nella categoria “cultura/documentari”, la RAI ha vinto il premio “Best Programme” ella splendida cornice della laguna di Venezia, si è tenuta la cerimonia di premiazione degli Eutelsat TV Awards, una sorta di Oscar dei canali veicolati da Eutelsat, il satellite più utilizzato nel nostro Paese. Facendosi largo tra una concorrenza decisamente agguerrita, sia SKY sia RAI sono riuscite a conquistare una delle 14 ambite statuette in pallio. SKY Arte si è aggiudicato il primo premio nell’affollata categoria “cultura/documentari” con la motivazione: “Un nuovo canale che ha ulteriormente innalzato l’offerta di contenuti per un Paese il cui patrimonio culturale è già altissimo”. La RAI invece ha vinto il premio “Best Programme”, forse il premio più ambito, con il documentario “Mussolini – Il cadavere vivente” realizzato per RAI Storia per “la curatissima ricostruzione dell’epilogo di un capitolo fondamentale della storia italiana”. Insomma, il made in Italy vince sul fronte dei documentari con due canali tematici prevalentemente impostati su questo genere televisivo spesso sottovalutato o considerato solo un riempitivo dei palinsesti nei canali generalisti. Evidentemente a torto, tanto che sia SKY Arte sia RAI Storia sono due canali di qualità decisamente alta e molto ben considerati dagli spettatori. RAI manca la doppietta e non riesce a portare RAI 5 alla vittoria nella categoria “Lifestyle”, superata da Aut Plus (Russia). Stessa sorte per SKY Sport Formula 1, caduta in finalissima sotto i colpi del canale francese L’Equipe 21. Ed è proprio la Francia a vincere la competizione per nazioni: ben tre statuette, oltre a L’Equipe 21, Chèrie 25 nella categoria Fiction e Mezzolive HD in quella Musica. Completano il quadro dei vincitori M2 (Ungheria) nella categoria “Bambini”; Moviemax Festival (Turchia) nella categoria “Cinema”; CCTV News (Cina) nella categoria News. “Oltre la metà dei canali premiati torna al sommario sono in alta definizione e sono stati lanciati negli ultimi 12 mesi – ha sottolineato Michel de Rosen, presidente e CEO di Eutelsat – segno di una grande vitalità del business televisivo”. Forse la visione è ottimistica: certi canali, soprattutto generalisti, non ci sembrano né vitali e neppure grandi business. Ma il riferimento vale eccome per i canali tematici, soprattutto quelli con produzioni ori- ginali. E proprio il tornare a produrre i programmi e non semplicemente comprarli sui mercati internazionali sembra la chiave del successo. SKY ha anche ottenuto un secondo premio “alla carriera”: la giuria ha voluto così omaggiare i 10 anni di at- N di Gianfranco GIARDINA tività di SKY Italia (nella foto qui sopra lo staff direzionale dell’azienda intervenuto per la premiazione). tv e video Agli Eutelsat TV Awards 2013, Rai mostra il trailer in 4K di un documentario Rai produce un documentario in Ultra HD La speranza è che “non sparisca” e che venga in qualche modo distribuito di Roberto pezzali R AI e Eutelsat hanno realizzato un documentario in Ultra HD dal titolo Roma, Napoli, Venezia… in un crescendo rossiniano’: il progetto, in corso di ultimazione, è stato presentato a Venezia nel corso degli Eutelsat TV Awards 2013 con la proiezione del primo trailer. “Questa iniziativa si inquadra nel percorso di innovazione tecnologica che il Vertice Rai ha posto tra gli obiettivi prioritari dell’Azienda e rientra nell’attività di sperimentazione tecnologica di nuovi sistemi di ripresa Ultra HD con contenuti d’autore” ha commentato l’ing. Luigi Rocchi, Direttore Strategie Tecnologiche RAI. Ci crediamo? Come per le altre innovazioni tecnologiche RAI, il rischio di vedere “sparire” questo documentario è altissimo. La possibilità di accedere al documentario, anche in forma di Digital Download, sarebbe apprezzata da chi si azzarda a comprare TV 4K senza, però, aver nulla da vedere. La partnership con Eutelsat lascia intendere il possibile uso come contenuto per un canale sperimentale, e ad oggi l’unico mezzo di trasmissione che può far godere dell’Ultra HD nelle case è proprio il satellite. “Il nostro contributo per la realizzazione del documentario – aggiunge Renato Farina, Amministratore Delegato di Eutelsat Italia – rientra nella missione assunta da Eutelsat fin da subito nei confronti dell’Ultra HD. In vista del pieno decollo della tecnologia è fondamentale continuare a supportare il mondo del broadcasting che ha bisogno di testare il nuovo standard a tutti i livelli della filiera produttiva. Un processo – prosegue – che deve riguardare sempre di più anche i contenuti e le tecniche di ripresa e montaggio, che costituiscono le fasi salienti della produzione televisiva”. estratto da dday.it Special edition n.79 / 18 novembre 2013 people & market Il CdA ha approvato il piano industriale per il triennio 2014-2016 Telecom Italia: LTE quasi per tutti Telecom Italia investirà 3,4 miliardi di euro sullo sviluppo della sua rete di Vittorio Romano barassi I EE lancia una rete pilota LTE-Advanced capace di supportare una velocità di 300 Mbit/s. Un piccolo primato, ma senza terminali compatibili nologie di ultima generazione: 1,8 saranno destinati alla diffusione dell’ultrabroadband residenziale (fibra ottica), 900 milioni di euro saranno investiti nello sviluppo della rete ultraveloce mobile 4G e 700 milioni verranno impiegati nella realizzazione di data center, nel perfezionamento dei servizi di cloud computing e nello sviluppo di connessioni in fibra tra i vari Paesi dell’UE. Speriamo che Telecom Italia sia davvero in grado di mantenere le promesse. people & market La lista dei “papabili” passa da 40 a 5 nomi Estratto dal quotidiano online www.dday.it Registrazione Tribunale di Milano n. 416 del 28 settembre 2009 direttore responsabile Gianfranco Giardina editing Maria Chiara Candiago, Emanuele Villa, Greta Genellini, Paolo Centofanti, Alessandra Lojacono, Claudio Stellari, Simona Zucca Editore Scripta Manent Servizi Editoriali srl via Gallarate, 76 20151 Milano P.I. 11967100154 Per informazioni [email protected] Per la pubblicità [email protected] torna al sommario Microsoft e il dopo Ballmer In lizza spiccano Elop e Mulally di Paolo centofanti euters ha recentemente riportato l’indiscrezione secondo cui Microsoft avrebbe ristretto la lista dei possibili succesori di Steve Ballmer da 40 a 5 nomi. Nella short list ci sono nomi scontati come quello di Stephen Elop, ma anche qualche sorpresa. Oltre a Elop - la scelta più ovvia, considerando la strada che ha portato all’acquisizione di Nokia - c’è quello di Alan Mulally di Ford, una delle scelte a cui guardano molti degli azionisti di peso di Microsoft. Ma ci sono anche nomi interni all’azienda, come quello di Tony Bates, precendentemente CEO di Skype e arrivato in Microsoft in seguito all’acquisizione del servizio di VoIP. Altro nome arrivato alle orecchie del reporter di Reuters è quello di Satya Nadella, attualmente a capo della divisione cloud ed enterprise. Sconosciuto invece il nome dell’altro candidato/a. Ballmer aveva annunciato ad agosto che si sarebbe ritirato entro un anno, per cui c’è ancora diverso tempo prima di arrivare a una decisione finale. R l consiglio di amministrazione di Telecom Italia, riunitosi per discutere sull’immediato futuro della società, ha approvato il piano industriale per il triennio 2014-2016: Telecom Argentina sarà ceduta (l’acquirente è ancora top secret, ma Telecom Italia sta già organizzando tutto per il passaggio di consegne) e l’azienda investirà moltissimo sullo sviluppo della rete italiana. Secondo quanto dichiarato dalla stessa Telecom Italia: “Entro il 2016, l’NGN (Next Generation Networking) raggiungerà oltre il 50% della popolazione con 12,4 milioni di case collegate; LTE mobile coprirà l’80% della popolazione, dando un notevole contributo al conseguimento degli obiettivi previsti dall’Agenda Digitale europea”. Saranno ben 3,4 i miliardi di euro stanziati per l’ampliamento della rete e lo sviluppo delle tec- A Londra l’LTE più veloce 300 Mbit/s di Paolo centofanti La Gran Bretagna è salita un po’ in ritardo sul treno dell’LTE, ma sta velocemente guadagnando terreno: ora l’operatore EE annuncia l’accensione nella Tech City di Londra della rete LTEAdvanced. Si tratta dell’evoluzione dell’LTE, quella che originariamente doveva diventare il vero 4G, che nell’implementazione di EE consente di arrivare a una velocità massima di download di 300 Mbit/s. L’annuncio è stato effettuato dal CEO di EE Olaf Swantee all’interno del Huawei Global Mobile Broadband Forum, e non è un caso: il primo dispositivo compatibile è infatti un router Huawei 802.11ac. La velocità di 300 Mbit/s è ottenuta tramite la tecnica dell’aggregazione di portante, unendo due canali da 20 MHz sulle frequenze dei 1800 e 2600 MHz dell’operatore britannico. Non è chiaro se EE utilizzerà anche altre delle caratteristiche dell’LTE-Advanced o unicamente la carrier aggregation. Lo standard è stato infatti progettato per superare la barriea di 1 Gbit/s di velocità di picco in download. estratto da dday.it n.79 / 18 novembre 2013 Special edition people & market Siamo stati a visitare il teleporto di Rambouillet di Eutelsat, un importante nodo della rete Tooway Eutelsat: in visita al teleporto di Rambuillet Abbiamo assistito alla simulazione della messa in orbita del satellite Eutelsat 3B. Il lancio: aprile 2104 punto quelle di Ka-Sat. di Paolo centofanti E Il teleporto di Rambouillet Rambouillet si trova a sud ovest di Parigi in un’area pianeggiante e leggermente rialzata, ma soprattutto lontana da fonti di inquinamento elettromagnetico o da installazioni militari. Si tratta di un sito con una superficie di 96 ettari e che, dalla privatizzazione del consorzio Eutel- Le attività del teleporto sat, ha visto il numero di antenne passare da una trentina a circa 200. Vista l’importanza che riveste il centro, il teleporto è dotato di piena ridondanza per tutti i servizi di base. Il collegamento alla rete terrestre avviene tramite due dorsali in fibra ottica indipendenti, così come sono due gli allacci alla rete elettrica, a due centrali diverse di due società. Per ulteriore backup, il teleporto è dotato anche di due generatori autonomi diesel e di due UPS. Insomma, nulla viene lasciato al caso. Le 200 antenne sono divise in tre gruppi: trasmissione dei payload dei clienti, comunicazioni di controllo e diagnostica con la costellazione, e infine uno dedicato alle special application, come ap- Il teleporto si occupa di varie delicate operazioni: è il centro di controllo delle operazioni di messa in orbita dei satelliti o LEOP (Launch and Early Orbit Phase), gestisce la trasmissione di alcune emittenti TV, funziona da backup per il centro di controllo satellitare di Parigi e infine funge da nodo per i servizi di rete offerti dal satellite Ka-Sat. Il controllo delle operazioni LEOP è una delle attività più importanti del teleporto di Rambouillet, e consiste nella fase di messa in orbita appena successiva al lancio, che inizia non appena il satellite lascia il vettore. Il razzo porta il satellite in quella che viene definita orbita di trasferimento geostazionaria, un’orbita ellittica eccentrica a quota bassa, che viene utilizzata come trampolino per la fase successiva. Da qui infatti, tramite delle opportune accensioni del motore a propulsione a bordo del satellite, il team a terra porterà il satellite sull’orbita geostazionaria vera e propria a 35786 Km di quota. Si tratta della distanza a cui un satellite compie un’orbita completa in 24 ore, rimanendo così apparentemente perfettamente immobile rispetto a terra, nonostante viaggi in realtà a una velocità di circa 11.000 Km/h. A ogni accensione, il satellite viene portato su un’orbita meno eccentrica e con periodo più lungo, fino ad arrivare alla posizione prestabilita. Durante questa fase, che in genere dura una segue a pagina 7 Il Satellite Control Centre, SCC, si occupa di tutto quanto riguarda la gestione e comunicazione con la costellazione dei satelliti. torna al sommario Il controllo delle operazioni LEOP, che consiste nella fase di messa in orbita appena successiva al lancio. La sala Communications System Control Centre (CSC): si occupa della vera e propria trasmissione satellitare dei canali TV. utelsat è uno dei principali fornitori di telecomunicazioni satellitari al mondo, con una costellazione di 31 satelliti geostazionari, che trasmettono qualcosa come 4760 canali televisivi, oltre a servizi di connessione dati e persino di tracciamento della posizione, con una tecnologia che precede quella del GPS. Entro il 2016 è previsto il lancio di ulteriori 7 satelliti e di recente si è tenuto presso il teleporto di Rambouillet la simulazione generale della messa in orbita del satellite Eutelsat 3B, il cui lancio è previsto per aprile 2014 e a cui abbiamo assistito. Il teleporto di Rambouillet, è uno dei 40 sparsi per il globo, che controllano la costellazione di satelliti Eutelsat e si occupano della trasmissione dei dati dei vari clienti, che per oltre il 68% sono rappresentati da emittenti televisive. Con il lancio nel 2011 del satellite Ka-Sat, che offre una capacità di trasmissione di 90 Gbit/s, pari da sola alla banda di tutto il resto della costellazione, Eutelsat si pone anche come un fornitore di connettività Internet, con soluzioni B2B, ma anche consumer con il servizio Tooway, offerta dedicate alle aree in forte digital divide. estratto da dday.it n.79 / 18 novembre 2013 Special edition reportage In visita al teleporto di Eutelsat segue Da pagina 6 torna al sommario scono poi il motivo della loro presenza in orbita. La sala principale si trova presso la sede di Parigi, ma in caso di qualsiasi evenienza, anche di guasto catastrofico, la sala di Rambouillet è pronta a prendere il controllo. La situazione è speculare al CSC, che ha una sala gemella di backup pronta a intervenire a Parigi. La ridondanza è quindi la parola d’ordine, per assicurare la massima continuità di servizio, e non perdere mai il controllo con la costellazione nello spazio. La rete Tooway Per finire il teleporto di Rambouillet è anche uno dei 10 gateway europei della rete terrestre La rete Toway : qui è possibile vedere una delle per il satellite Ka-Sat e il servizio commerciale antenne principali per il collegamento con Ka-Sat, Tooway, che offre connettività larga banda bidie diverse parable più piccole con cui viene monitorezionale, paragonabile a una linea ADSL, trarata la qualità del servizio. mite parabola. Il satellite offre una banda complessiva di 90 Gbit/s, tramite una particolare copertura a 82 beam del continente europeo e latenza della comunicazione satellitare (253 ms di parte del nord africa, che sfrutta il riuso delle minimo fissi per l’andata e ritorno del segnale) frequenze con una logica non dissimile a quella con il protocollo TCP/IP per quanto riguarda la di una rete cellulare. navigazione e persino il VoIP, stando all’azienL’accesso alla rete terrestre avviene appunto trada. La latenza costituisce evidentemente un mite 10 gateway collegati tra loro con una dorvincolo insormontabile per altre applicazioni sale in fibra ottica, due dei quali si trovano anin real time come i giochi in multiplayer onliche in Italia, con i teleporti di Torino e Cagliari. ne, ma Tooway nasce comunque come soluzioDa queste città, come da Rambouillet, “decolla” ne per quelle aree completamente sprovviste di il traffico che passa attraverso Ka-Sat e quindi copertura in larga banda con altre tecnologie. degli utenti collegati al servizio. Il sistema offre prestazioni decisamente interessanti agli utenti in termini di velocità di connessione: fino a 20 Mbit/s in download e 6 Mbit/s in upload. Una particolare tecnologia di “accelerazione” consente di scavalca- Il sistema offre prestazioni decisamente interessanti agli utenti in termini di velocità di connessione: fino a 20 Mbit/s in download e 6 Mbit/s in upload. re i problemi di decina di giorni, vengono dispiegati i pannelli solari per alimentare le batterie, e comincia la lunga fase di test degli apparati di bordo, che durerà diverse settimane anche dopo il raggiungimento della posizione. utte le operazioni vengono effettuate dalla sala di controllo LEOP del teleporto di Rambouillet (sopra), dove siedono il capo operazioni e tutti i responsabili dei vari aspetti del satellite e del suo lancio, quindi per l’avionica, il propulsore, gli apparati di telecomunicazione a bordo e così via. In una sala adiacente si trovano invece gli ingegneri specialisti che più intimamente conoscono ogni minimo aspetto del satellite che sta andando in orbita, che monitorano attentamente ogni singolo parametro e sono pronti a rispondere a ogni richiesta del centro di controllo. Il successo della fase LEOP è cruciale non solo dal punto di vista operativo, ma anche economico: la perfetta riuscita della messa in orbita, minimizzando il consumo del propellente, consente di allungare la durata del satellite, e ogni anno di vita in più rispetto a quanto stimato in fase di progettazione, si traduce in grande ritorno economico. Quando il propellente si esaurisce, tipicamente in 15 anni, non è più possibile mantenere il satellite in posizione, e quindi questo viene allontanato oltre l’oribita geostazionaria, mandandolo alla deriva e quindi liberando un posto. L’altra importante sala di controllo presente a Rambouillet è quella denominata Communications System Control Centre (CSC) e che si occupa della trasmissione del payload dei clienti. Si tratta della vera e propria trasmissione satellitare dei canali TV, i cui feed vengono ricevuti dalle emittenti, codificati, criptati e inviati al satellite. Il centro di controllo monitora costantemente la capacità di trasmissione, regola il bitrate e controlla che non ci siano interferenze esterne, come tentativi di jamming. L’emissione è controllata anche con la rete di 25 stazioni a terra, che ricevono le trasmissioni nelle diverse regioni, per monitorare la qualità del servizio. Un centro analogo è presente nel teleporto Eutelsat di Torino, dove avviene ad esempio il controllo dell’emissione dei canali dell’emittente Sky Italia. Sopra la sala di controllo dei servizi c’è invece il backup per quanto riguarda la sala di controllo satellitare o Satellite Control Centre, che si occupa di tutto quanto riguarda la gestione e comunicazione con la costellazione dei satelliti. I satelliti vanno continuamente monitorati, sia sotto il profilo dell’assetto, che naturalmente del funzionamento degli apparati che costitui- Nella tua auto c’è un clima ideale. E nel tuo soggiorno? Domotica Gewiss. La tua casa full optional. Alla tua auto hai regalato tutti gli accessori che desiderava. E alla tua casa? Se la ami, è ora di farle il regalo che cambierà la tua vita: un impianto domotico Chorus di Gewiss. Così potrai rendere più prezioso ogni ambiente della tua casa e vedere realizzato ogni tuo desiderio. 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Anche il presidente e CEO di Fairfax, Prem Watsa, entra nella dirigenza di BlackBerry, subentrando a David Kerr, anch’egli dimissionario. “Il marchio BlackBerry è un’icona e ha un potenziale enorme” ha dichiarato John S. Chen, “ma ci vorrà tempo, disciplina e decisioni pesanti per reclamare il Vodafone annuncia, per i clienti italiani, l’estensione del servizio 4G anche all’estero, iniziando da Spagna, Portogallo, Grecia e Romania. Altri nel 2014 nostro successo”. Per BlackBerry è sicuramente il momento di giocarsi il tutto per tutto, ma la borsa per il momento non è rimasta molto impressionata: in pre-market il titolo è già sotto di oltre il 18%. people & market L’area Consumer è in rosso e peggiora, mentre il ramo B2B è in crescita Panasonic cresce, ma non nel Consumer Una buona trimestrale, merito del deprezzamento dello yen verso il dollaro di Emanuele villa C ontestualmente all’annuncio di sospensione del plasma, Panasonic ha pubblicato una trimestrale decisamente positiva, nonostante la situazione del ramo “consumer” continui a risentire della contrazione della domanda: tutto questo mentre l’economia statunitense e giapponese sono in espansione e si assiste a una “moderata ripresa” in molti stati europei. Parliamo di cifre: 1,881.8 miliardi di JPY dalle vendite, con una crescita del 3% anno su anno, ma soprattutto un utile netto di 61,5 miliardi JPY, contro il -698 mld JPY dello scorso anno. Un passo avanti enorme, che risente senz’altro della ristrutturazione e della riduzione massiccia dei costi fissi, ma senza dimenticare l’impatto positivo della discesa dello Yen nei confronti del dollaro statunitense. Ancor più interessanti dei dati globali sono quelli delle singole divisioni, che dimostrano torna al sommario un peso sempre maggiore del ramo business rispetto a quello consumer: su basi semestrali, la divisone Eco Solutions è cresciuta del 7% (855,7 miliardi JPY), e anche il segmento degli elettrodomestici (Appliances) è cresciuto del 5% in valore, ma questo soprattutto a causa del deprezzamento di Yen contro USD: Panasonic afferma infatti che le vendite sono state “deludenti” in alcune categorie di prodotto, soprattutto per quanto concerne i condizionatori in Cina. La divisione Consumer è quella che più dà da riflettere, con Vodafone estende l’offerta LTE all’estero un -9% nelle vendite (755,4 miliardi contro gli 829.9 miliardi JPY dello scorso anno): la causa è l’ormai consueta riduzione della domanda in quasi tutti i segmenti, compresi TV e digital imaging. La divisione ha perso 16,5 miliardi JPY contro i 13,5 miliardi dello scorso anno, segnando un ulteriore peggioramento della situazione. Infine, l’area Automotive & Industrial Systems ha registrato un +6% da vendite, dovuto parzialmente alla crescita del settore e in parte al deprezzamento dello Yen contro USD. di Emanuele villa Vodafone ha annunciato l’attivazione del servizio 4G LTE all’estero: questo significa che i clienti Vodafone abilitati alla rete LTE potranno usufuire della velocità di quarta generazione (100 mbit download, 50 mbit upload) anche in Spagna, Portogallo, Grecia e Romania, con ulteriori Paesi già previsti per il 2014. Nel comunicato stampa ufficiale, Vofafone ricorda che per la navigazione all’estero i propri clienti possono attivare le offerte Smart Passport e Internet Passport, abilitate anche alla navigazione 4G. Riassumendo, Smart Passport permette, con 3 euro al giorno, 50 minuti di chiamate, 50 sms e Internet illimitato (i primi 500 MB di navigazione alla velocità massima consentita dalla rete, poi a 32Kbps per il traffico successivo), mentre i clienti Vodafone con abbonamento Relax possono usufuire, alla stessa cifra, di chiamate e sms illimitati. I possessori di tablet e chiavette possono invece utilizzare Internet Passport, che offre navigazione illimitata al costo di 6 euro al giorno (1GB alla massima velocità). estratto da dday.it Special edition estratto da dday.it Risultati finanziari da record per Lenovo, che conferma anche il trend in salita negli smartphone e nei tablet di Emanuele villa Dati finanziari eccellenti per Lenovo, che non solo si conferma il n.1 nel mercato PC, ma cresce in tutte le aree d’esercizio, compresa quella di smartphone e tablet. Ad oggi, il produttore orientale ha un market share del 17,7% nel mercato PC (+2% anno su anno) ed è sola al comando della classifica, mentre nel mercato degli Smart Device, che include i nuovi PC, gli smartphone e i tablet, sale sul terzo gradino del podio (quarto se consideriamo solo gli smartphone, secondo se consideriamo PC + tablet). Pur essendo ancora staccato da Huawei, Apple e Samsung, solo negli smartphone Lenovo ha fatto registrare un +78% di vendite rispetto allo scorso anno. Anche nei tablet c’è crescita, ma minore: +4,2% anno su anno, grazie alle forti vendite internazionali (fuori dalla Cina). Qualche numero interessante: Lenovo negli scorsi tre mesi ha fatturato 9,8 miliardi USD, con un +13.3% anno su anno, ma è ancor più interessante il dato sul profitto, che si posiziona a 220 milioni USD con un +36% rispetto allo stesso trimestre del 2012. Curiosità: in tutto l’azienda ha venduto 29 milioni di dispositivi, che corrispondono a circa 4 prodotti venduti ogni secondo. torna al sommario n.79 / 18 novembre 2013 people & market Telecom Italia e Visa Europe hanno stretto una partnership strategica Mobile payment al via anche in Italia L’obiettivo è quello di dare impulso al mercato del mobile payment in Italia di Giuseppe LANDOLFI T elecom Italia e Visa Europe hanno siglato un accordo strategico per dare impulso al sistema dei pagamenti di beni e servizi utilizzando i più diffusi smartphone sul mercato. L’intesa ha l’obiettivo di rendere disponibili agli oltre 31 milioni di clienti TIM distribuiti su tutto il territorio nazionale, i servizi di mobile payment più innovativi e ridurre così progressivamente l’utilizzo dei contanti per le transazioni commerciali. In particolare, la nuova offerta di mobile payment, costruita sull’esperienza delle sperimentazioni avviate nel 2012 nell’area di Milano, consentirà ai clienti di utilizzare il proprio smartphone per effettuare transazioni contactless presso terminali POS abilitati in tutta Europa. TIM provvederà anche a installare terminali contactless nei propri punti vendita dislocati in Italia. Attraverso l’accordo, TIM e Visa, inoltre, lanceranno servizi a supporto sia di pagamenti P2P (“person to person”), vale a dire il trasferimento di denaro dal proprio smartphone ad altre persone, sia di pagamenti ecommerce per effettuare acquisti su internet con il proprio telefonino. Per effettuare il pagamento delle piccole spese quotidiane, quali l’acquisto di biglietti di bus e metropolitana, il caffè al bar oppure giornali, libri e riviste, sarà sufficiente avvicinare il proprio smartphone al terminale POS abilitato. Le spese superiori a 25 Euro saranno effettuate, sempre in modalità contactless, digitando un codice direttamente sul telefonino. Contestualmente, nel 2014 vedrà la luce la carta Visa brandizzata TIM e realizzata in partnership con Intesa Sanpaolo; la carta, disponibile per clienti TIM su smartphone dotati di tecnologia NFC (Near Field Communications), è sviluppata con gli stessi elevati standard di sicurezza che caratterizzano sia tutti i pagamenti Visa contactless, sia l’infrastruttura e le SIM di TIM. Marco Patuano, Amministratore Delegato di Telecom Italia, ha dichiarato: “La diffusione delle soluzioni NFC legate alla SIM sarà un grande motore d’innovazione sia per le aziende sia per i consumatori e darà uno slancio significativo al mercato del mobile payment. Già oggi la maggior parte degli smartphone in vendita è abilitata al NFC, entro il 2014 in Italia ci saranno oltre 14 milioni di cellulari NFC in circolazione, e in meno di due anni, oltre il 10% degli utenti farà un massiccio uso dei molteplici servizi che saranno disponibili grazie a questa tecnologia. Telecom Italia ha sviluppato una specifica piattaforma tecnologica per garantire la sicurezza dei servizi di pagamento in mobilità che le banche abiliteranno ai possessori di carte di credito. In questo contesto la partnership con Visa rappresenta un passo fondamentale per accelerare la diffusione dei servizi di pagamento abilitati attraverso il telefonino, passo che cambierà le abitudini delle persone e consentirà di facilitare la vita di tutti i giorni dei nostri clienti”. Davide Steffanini, Direttore Generale Italia di Visa Europe, ha commentato: “La nostra partnership con Telecom Italia per i pagamenti mobile rappresenta una vera svolta in Italia in termini di innovazione. L’Italia è pronta per questo tipo di servizio: oltre a essere il mercato numero uno per Visa in Europa per i prodotti prepagati, il nostro Paese è sempre stato molto sollecito ad adottare le più moderne tecnologie nella telefonia mobile. Le soluzioni che stiamo sviluppando insieme a Telecom Italia cambieranno radicalmente il modo di pagare dei consumatori italiani, e questa collaborazione fungerà da vero catalizzatore per affermare anche nel nostro Paese la strategia Visa Future of Payments di Visa. In qualità di leader di mercato e di azienda fortemente innovatrice, Visa comprende la necessità di stabilire uno standard di interoperabilità globale, che vede coinvolti gli operatori di telefonia mobile, i produttori di telefonini, i circuiti di pagamento elettronico e gli istituti finanziari che emettono le carte Visa. Operare con i leader di questi settori di riferimento, quale Telecom Italia, è cruciale per rendere tutto ciò realtà”. Lenovo vende 4 dispositivi al secondo Special edition estratto da dday.it Special edition n.79 / 18 novembre 2013 people & market Paolo Sandri, ex vicepresidente della divisione AV di Samsung, è il nuovo direttore generale di TP Vision A Paolo Sandri i TV di Philips: scossa al mercato L’obiettivo è chiaro: riportare i TV Philips al top in Italia, quando Sony e Philips dominavano i mercati È di consumo e di innovare l’approccio del nostro team per sviluppare ulteriormente la quota di mercato dei TV Philips in Italia”, ha affermato il CEO di TP Vision Maarten de Vries. In qualità di Direttore Generale, Sandri assume la responsabilità di tutta l’azienda coordinando il lavoro dei team di vendita, marketing, operations e finanziario. Ironia della sorte, Paolo Sandri arriva in TP Vision al posto di Marco Hannappel, che ha preso il suo posto in Samsung. Un vero scambio di ruoli, e solo il futuro dirà quale delle due aziende ci ha guadagnato nello scambio. Philips si ritrova però con un’arma in più: il suo nuovo Direttore Generale conosce non solo tutti i punti deboli di Samsung, ma è anche l’architetto della strategia commerciale che ha portato Samsung ad essere leader in Italia sui TV con oltre il 50% di quote di mercato, un fenomeno unico in Europa. people & market Moto X: solo 500.000 telefoni venduti Brutte notizie per Motorola: un report di Strategy Analytics parla di soli 500.000 Moto X venduti da agosto a oggi, un numero che non si può considerare soddisfacente considerando i forti investimenti effettuati. D’altronde, le speranze della vigilia erano ben riposte: il telefono è ottimo sotto il profilo hardware, consente un certo grado di personalizzazione ed è assemblato negli Stati Uniti, motivo che avrebbe dovuto spingere gli acquirenti (Moto X non è distribuito da noi) a preferirlo rispetto alle soluzioni concorrenti. Eppure, Moto X sembra (per ora) non farcela, e questo riporta a galla la questione dell’opportunità dell’acquisizione di Motorola da parte di Google, se poi la prima lavora ancora in (relativa) autonomia e Google continua a farsi realizzare i dispositivi Nexus da aziende terze. Paolo Sandri il nuovo Managing Director di TP Vision per Italia, Grecia, Cipro e Malta. Sandri, dopo aver lavorato per 19 anni in Samsung arrivando a guidare con il ruolo di Vice President le divisioni Audio Video e Domestic Appliance, affronta ora una nuova sfida: riportare Philips al posto che le compete nel mondo dei TV, quando ancora i coreani erano lontani e il mercato era diviso tra Philips e Sony. L’ingresso di Sandri in TP Vision, fortemente voluto a livello internazionale, rappresenta una vera scossa per il mercato e potrebbe davvero ribaltare gli equilibri italiani, dove ogni due TV venduti uno è marchia- to Samsung. “Siamo felici di aver affidato questo ruolo a Paolo Sandri, un manager di comprovata competenza nel mercato italiano dei TV. Grazie alla sua profonda conoscenza del settore, sarà in grado di elevare il posizionamento dei TV Philips. Le sue estese e consolidate relazioni con il mondo retail e con l’intero settore dei TV, gli consentiranno di rafforzare la posizione di TP Vision come partner di fiducia per le grandi catene di elettronica torna al sommario people & market Report IDC sul mercato smartphone globale nel terzo trimestre del 2013 IDC: BlackBerry crolla, Win. Phone +156% Windows Phone cresce, BlackBerry crolla con solo l’1,7% del mercato di Emanuele VILLA I DC ha pubblicato il proprio report sul terzo trimestre 2013 nel mercato degli smartphone (oer legere i risultati, clicca qui). Nulla che non fosse prevedibile, ma alcuni dati sono interessanti: rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, Android è ancora in crescita, passando dal 74,9% all’81% del mercato, sotto la spinta dei terminali di fascia bassa; nello scorso trimestre, infatti, il costo medio dei terminali Android è stato di 268 dollari contro i 313 del medesimo periodo dello scorso anno. In ogni caso, non c’è dubbio che Android, nonostante la presenza e la quota di mercato imponente, sia ancora in crescita e continui a distanziare i competitor. iOS è stabile in seconda posizione, nonostante si assista a un calo rispetto al terzo trimestre dello scorso anno: 14,4% un anno fa, 12,9% oggi. Secondo IDC, Apple starebbe pagando l’assenza da alcuni segmenti di mercato, e in particolare da quello dei large-screen device (phablet o affini). In ogni caso i volumi sono ancora molto elevati: con 33,6 milioni in un trimestre, la strada che Windows Phone deve percorrere per raggiungere Apple è ancora molto lunga, nonostante i risultati record di questo trimestre. Sì, perché la notizia importante è un ottimo +156% nelle vendite rispetto allo scorso anno, dato che permette al sistema operativo di Redmond di trovarsi al terzo posto con il 3,6% del mercato (rispetto al 2% dello scorso anno) e con 9,5 milioni di terminali venduti, una quantità impensabile anche solo un anno fa. Parte della crescita è anche dovuta al crollo di BlackBerry, che sembrerebbe davvero non farcela a rialzarsi: l’anno scorso aveva il 4,1% del mercato, ora ha l’1,7% con 4,5 milioni di terminali venduti. di Roberto pezzali n.79 / 18 novembre 2013 people & market Amazon Italia attiva la “Spedizione Mattino” per consegne urgenti Amazon sempre più veloce (ma cara) Con il servizio Spedizione Mattino, consegne entro le ore 12 del giorno dopo di Roberto Pezzali A L’Agenzia europea per la sicurezza aerea conferma: a breve sarà possibile tenere accesi smartphone, tablet e riproduttori durante decollo e atterraggio ranno però solo 5.99 euro, non poco per chi è abituato alla spedizione gratuita. “Spedizione Mattino” resta comunque una soluzione possibile: chi vive nel nord Italia, in prossimità del centro logistico di Castel San Giovanni, solitamente riceve la merce il mattino dopo senza la necessità di pagare di più. people & market Accusa di dichiarazione dei redditi fraudolenta secondo i PM milanesi Apple indagata: manca un miliardo di euro L’ipotesi dei PM è che Apple Italia sia il cuore dell’attività commerciale in Italia L di Roberto Pezzali a notizia è rimbalzata su tutti i media mondiali: Apple è sotto indagine per frode fiscale da parte della procura di Milano. L’accusa, secondo i PM che stanno investigando, è di aver sottostimato di 206 milioni di euro circa l’imponibile fiscale del 2010 e di oltre 853 milioni quello del periodo d’imposta 2011, avvalendosi di mezzi fraudolenti per ostacolare gli accertamenti che ogni anno vengono fatti dal fisco verso le filiali italiane dei grandi operatori con sede fiscale all’estero. Il reato di “dichiarazione dei redditi fraudolenta” è stato contestato a due manager dell’azienda il cui nome al momento è ancora riservato: i due manager sono difesi dall’ex Ministro della Giustizia del Governo Monti Paola Severino. Non è la prima volta che viene aperto un fascicolo relativo mazon.it introduce la nuova “Spedizione Mattino”: ordinando una selezione di circa 750.000 prodotti entro le ore 17 del giorno precedente, la consegna sarà assicurata dalle 8 alle 12 del giorno successivo. Il nostro fine ultimo è di garantire consegne rapide e puntuali e l’opzione Spedizione Mattino è un’importante aggiunta alla nostra offerta di servizi” ha dichiarato Philippe Hemard, Vice president EU Transportation di Amazon EU Sarl. “In Amazon cerchiamo ogni giorno di innovare e ciò si traduce in un miglioramento continuo anche nel modo in cui spediamo i nostri prodotti: siamo felici di lanciare la Spedizione Mattino, come ulteriore conferma del nostro impegno in Italia dopo il recente annuncio del nuovo centro di distribuzione di Castel San Giovanni di Amazon Italia Logistica Srl” Il servizio risponde quindi alle necessità di “urgenza” come un regalo dell’ultimo minuto, e tra i prodotti sono inclusi libri, musica, DVD ma anche oggetti elettronici, borse e valigeria, orologi, Sport e articoli per il tempo tibero. Il servizio, funzionante ovviamente dal lunedì al venerdì, è disponibile per circa 1000 città e ha ovviamente un costo (neppure basso): 12 euro di base per la consegna di un oggetto e 2 euro per ogni articolo addizionale. Gli iscritti ad Amazon Prime paghe- torna al sommario a reati fiscali di Apple in Italia, anche se in passato, dopo le opportune indagini, tutto era stato archiviato. La questione “tasse” per i colossi dell’IT è da mesi al centro dell’attenzione anche dell’Unione Europea ed è risaputo che Apple, Amazon, Google, Microsoft camminano sul filo che separa legalità e illegalità sfruttando i buchi che la normativa europea permette, operando come società accessorie a filiali site in Irlanda o in Lussemburgo, dove la pressione fiscale è meno elevata. In questo caso, però, sembra che Apple abbia passato quella linea sottile: l’ipotesi dei PM infatti è che Apple Italia non sia solo una società di supporto al canale di vendita e di assistenza e di servizi accessori alla Apple Sales International, con sede in Irlanda a Cork, ma che sia in realtà il cuore dell’attività commerciale compiuta in Italia. Apple ha rilasciato una Musica e video in decollo anche in Europa dichiarazione ufficiale a Bloomberg: “Apple paga ogni euro e ogni dollaro che deve in tasse e siamo sotto revisioni costanti da parte dei governi di tutto il mondo. Le autorità italiane hanno già controllato Apple Italia nel 2007, 2008 e 2009, confermando che siamo del tutto in linea con la documentazione OECD e le richieste di trasparenza. Siamo certi che gli attuali controlli porteranno alle stesse conclusioni”. di Emanuele villa Dopo gli Stati Uniti, tocca all’Europa rendere più flessibili le norme sull’utilizzo degli strumenti elettronici a bordo degli aerei. L’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA), ente preposto alla definizione di strategie comuni per la sicurezza in volo nell’ambito dell’UE, ha rilasciato una nota in cui si impegna a pubblicare formalmente (entro fine novembre) le nuove norme in merito all’uso degli strumenti elettronici. La stessa nota, però, annuncia l’intenzione di permettere l’uso di strumenti quali smartphone, tablet e riproduttori portatili durante le fasi di decollo e atterraggio, purchè in Modalità Aereo, ovvero con tutta la connettività radio disattivata. Per questioni di sicurezza, date le ampie dimensioni, i laptop andranno messi via durante le fasi di decollo e atterraggio. Nulla di sconvolgente, non fosse che EASA considera questo come primo step nel cammino che dovrebbe portare all’impiego totale e senza restrizioni degli strumenti elettronici portatili a bordo degli aerei, anche per telefonare. Chiaramente per questo bisognerà attendere del tempo e successivi step di “certifica” degli strumenti elettronici autorizzati a bordo, ma qualcosa si sta muovendo. estratto da dday.it Special edition estratto da dday.it n.79 / 18 novembre 2013 Special edition people & market Abbiamo provato a guidare usando esclusivamente i controlli vocali: c’è ancora molto da lavorare Opel Adam: ecco come funziona Siri Eyes Free Siri Eyes Free permette di chiamare Siri con un tasto sul volante, facilitando l’accesso ai comandi vocali zioni relative ai brani che stiamo ascoltando da chiavetta o in streaming. di Roberto pezzali Q USB, ingresso di linea e Bluetooth Il supporto video però non è così esteso: qualche file non viene letto, ma ovviamente non si può pretendere troppo da un Media Player integrato in una macchina. Il supporto Bluetooth è invece buono, con un pairing rapido. Anche la qualità audio del sistema non delude affatto: buon bilanciamento e buona pressione sonora senza troppe distorsioni ad un volume moderato. Siri aiuta poco (e non capisce molto) La novità maggiore per i possessori di Adam e di iPhone è Siri Eyes Free: presentato lo scorso anno al WWDC 2012, Siri Eyes Free permette di chiamare Siri con un tasto sul volante, facilitando quindi l’accesso ai comandi vocali, che durante la guida risultano particolarmente utili. Siri risponde effet- torna al sommario Troppe poche app tivamente in modo rapido alla sua chiamata, ma il suo intervento non sempre aiuta. Le operazioni più banali, ma anche forse le più usate come la chiamata di un contatto in rubrica, vengono fatte senza problemi, ma se richiediamo qualcosa di più complesso, non sempre l’assistente vocale dell’iPhone capisce cosa vogliamo. Il limite maggiore però è l’interazione con le richieste che prevedono istruzioni di navigazione. Se chiediamo ad esempio a Siri di trovare il parcheggio più vicino o di portarci a destinazione, viene richiamato il sistema di navigazione dell’iPhone e la navigazione parte muta: IntelliLink non è in grado, infatti, di passare da solo all’ingresso Bluetooth per gestire l’audio in uscita dal telefono, la cosa va fatta a mano. Inoltre, se decidiamo di usare l’iPhone per la navigazione, perdiamo la radio, e per certi versi le classiche autoradio con navigatore che fanno sfumare la musica per dare le indicazioni stradali riescono ad essere non solo più efficaci ma anche più piacevoli: un viaggio muto, in compagnia della voce meccanica che ci guida non è proprio il massimo. Abbiamo volutamente lasciato per ultimo IntelliLink, il collegamento intelligente che sfrutta le app presenti sullo smartphone per la visualizzazione remota. Sull’interfaccia a schermo di Adam è presente un pannello “applicazioni” dal quale si possono lanciare alcune app precedentemente scaricate sullo smartphone. Quando un’app viene scaricata risulta disponibile anche per IntelliLink, che può così visualizzare una versione ottimizzata dell’interfaccia. Le app disponibili sono davvero poche: Stitcher, che permette di ascoltare podcast, TuneIn per l’accesso alle webradio e BrinGo, un navigatore offline. Purtroppo BrinGo, rispetto a software di navigazione più blasonati come Navigon e TomTom, non riesce proprio a reggere il confronto, le strade non sono aggiornate e le indicazioni sono poco precise. Opel ha previsto un supporto per poter agganciare e ricaricare lo smartphone al cruscotto, e in questa configurazione si può anche usare lo schermo del dispositivo per visualizzare la mappa ma resta il limite dell’audio: o si sceglie la radio o lo smartphone. Opel deve lavorare moltis- Schermo grande, touch immediato Oltre alla gestione vocale, di Adam di ha colpito lo schermo da 7” utilizzato per l’interfaccia. La sua posizione forse non è proprio comodissima ed è difficile guardarlo senza togliere gli occhi dalla strada. L’interfaccia però è molto semplice, e lo schermo non solo raccoglie di dati relativi a radio, app, musica e impostazioni, ma anche indicazioni relative al veicolo come la gestione delle luci e le impostazioni di climatizzazione. L’interfaccia grafica è curata e piacevole, il display touch risponde al tocco con una buona immediatezza e l’angolo di visione è buono. La risoluzione del display non è elevatissima, ed è forse questo l’unico elemento debole. Tra i punti di forza invece segnaliamo l’integrazione del database Gracenote per la visualizzazione di tutte le informa- simo sullo sviluppo delle app compatibili con IntelliLink, perché averne solo tre è un po’ riduttivo e senza supporto il sistema rischia di essere abbandonato a breve. Purtroppo il lavoro da fare non è semplice: rendere un’app compatibile IntelliLink vuol dire aggiungere anche un’interfaccia dedicata all’uso “in-car” e non molti (a quanto pare) sono intenzionati a farlo. Il futuro del sistema sarebbe molto più roseo se, come già successo con l’update per Siri, Opel aggiornasse il sistema per ottenere piena compatibilità con MirrorLink e iOS on Car (dovrebbe arrivare nel 2014) avrebbe sicuramente un maggior numero di possibilità. uello tra auto e tecnologia non è mai un rapporto facile: i produttori di auto guardano spesso con diffidenza ciò che viene proposto loro dai produttori di smartphone, reputando molte soluzioni come poco sicure o non facili da integrare senza rinunciare ai propri sistemi. La Opel Adam con IntelliLink, compatibile con smartphone Android e iPhone, permette infatti non solo lo streaming delle canzoni e della musica proveniente dalle varie app, ma anche l’esecuzione di applicazioni presenti sullo smartphone direttamente sullo schermo da 7”. Una soluzione per certi versi simile a MirrorLink e al nuovo iOS on the Car, a nostro parere anche la strada più sensata da intraprendere, costo basso per i produttori di auto che non devono integrare un sistema complesso (che diventerebbe obsoleto in un paio di anni) e lo smartphone al centro di tutto, con lo schermo a fare da estensione. n.79 / 18 novembre 2013 MOBILE Google lancia Nexus 5 con un prezzo “da spavento” (per i competitor): 349 euro Nexus 5 con Android 4.4: disponibile! Versioni da 16 e 32 GB e hardware da top di gamma. Attacco a Samsung? di Roberto PEZZALI N exus 5 è finalmente arrivato, ed è disponibile da subito sul Play Store a 349 euro nella versione da 16 GB e a 399 in quella da 32 GB. Un vero prezzo bomba che ridefinisce la fascia alta Android: Google fa pagare 200 euro in meno dei competitor uno smartphone che ha caratteristiche da top di gamma, costruito bene e con fotocamera stabilizzata da 8 megapixel dotata anche di una nuova modalità HDR+, un vero HDR con 3 scatti in rapidissima successione ricampionati via software. Nexus 5 conferma le specifiche dell’ultimo periodo, dal processore Snapdragon 800 con 2 GB di RAM allo schermo edge to edge da 4.95”, un LCD IPS prodotto da LG che offre non solo una risoluzione Full HD ma anche una resa cromatica da primo della classe. Già visto all’opera sul G2 nella versione da 5.2”, questo schermo è forse uno dei migliori ad oggi disponibli per uno smartphone. Non mancano LTE, ricarica wireless con batteria da 2.200 mAh, Wi-Fi AC e Blue- Il nuovo tablet è il primo di Apple a utilizzare la tecnologia introdotta da Sharp. Riduzione dello spessore ma anche dei consumi: efficienza migliore del 57% tooth 4.0. A bordo il nuovo Android 4.4 KitKat, al quale dedicheremo presto un articolo completo. Nexus 5, disponibile in due versioni (bianco e nero) con un prezzo abbordabile, è una proposta super, e l’unico neo sembra essere l’assenza di una micro SD, compensabile però con Google Drive. MOBILE Nokia ha pubblicato sul sito i primi file DNG (RAW) scattati con il Lumia 1020 Lumia 1020: arrivano i primi scatti RAW L’aggiornamento di Nokia Camera app è in arrivo e promette molto bene di Vittorio Romano BARASSI N el corso dell’ultimo evento internazionale, in cui l’azienda finlandese ha svelato - tra gli altri - il primo phablet Lumia 1520, Nokia annunciò che molto presto avrebbe rilasciato un corposo aggiornamento dell’app Nokia Camera per permettere lo scatto di foto in RAW, precisamente in formato DNG. In attesa di rilasciare l’aggiornamento, Nokia ha voluto mostrare agli appassionati cosa sarà in grado di fare la nuova app e ha pubblicato sul suo sito una serie di fotografie scattate con il top di gamma Lumia 1020. I file RAW pesano più di 40 MB l’uno e non ci vuole un genio per capire come scattando a ripetizione nella nuova modalità JPEG+DNG si finirà pre- torna al sommario Scarica: JPEG / RAW Scarica: JPEG / RAW Scarica: JPEG / RAW Scarica: JPEG / RAW sto per saturare la memoria dei device, ma la possibilità di lavorare su file “puri” catturati da un semplice smartphone apre nuovi panorami nel mondo della fotografia digitale. Con un po’ di Photoshop (o di Li- iPad Air ha il display IGZO ghtroom) e di competenze di fotoritocco sarà in questo modo possibile ottenere davvero il massimo dagli scatti; problemi di memoria a parte, il RAW su smartphone è davvero una gran cosa. di Paolo CENTOFANTI L’ultimo iPad di Apple è più leggero e sottile della generazione precedente e non di poco. Il segreto? Per buona parte è nel nuovo display che, stando a quanto analizzato da DisplayMate, è evidentemente il primo a utilizzare la tecnologia IGZO. Il nuovo processo di fabbricazione, infatti, è l’unico che può permettere l’incremento nell’efficienza energetica di ben il 57%, registrato rispetto all’iPad dello scorso anno. L’articolo, che mette a confronto i display del Nexus 10, del nuovo Kindle Fire HDX e quello dell’iPad Air, rivela come il nuovo schermo offra diversi significativi miglioramenti rispetto a quello della versione precedente: minori riflessi, più contrasto, e naturalmente riduzione nello spessore. Dalla comparativa, in realtà, il display che ne esce meglio è quello del nuovo Kindle, realizzato in LTPS e ancora più efficiente di quello dell’IGZO. Secondo DisplayMate, anche lo schermo del nuovo iPad Mini sarà quasi senza dubbio in IGZO, visto che nonostante le dimensioni inferiori, mantiene la stessa risoluzione del modello maggiore, una densità che non sarebbe raggiungibile con le altre tecnologie. L’IGZO è un semiconduttore che offre una maggiore conducibilità rispetto al silicio e consente di ridurre le dimensioni dei componenti e l’efficienza energetica dell’elettronica di un display. estratto da dday.it Special edition Per la tua auto hai scelto interni pregiati. E per la tua casa? Domotica Gewiss. La tua casa full optional. Alla tua auto hai regalato tutti gli accessori che desiderava. E alla tua casa? Se la ami, è ora di farle il regalo che cambierà la tua vita: un impianto domotico Chorus di Gewiss. Così potrai rendere più prezioso ogni ambiente della tua casa e vedere realizzato ogni tuo desiderio. Pronto a partire? www.gewiss.com ACCENDE IL DOMANI. estratto da dday.it Special edition n.79 / 18 novembre 2013 MOBILE Google ha lanciato Play Film in Italia, la sua offerta di noleggio/vendita video Google Play Film disponibile in Italia Niente serie TV, prezzi allineati a quelli di iTunes e audio solo stereo di Roberto PEZZALI G MOBILE Vine arriva su Windows Phone La cronica mancanza su Windows Phone 8 di app popolari sulle altre piattaforme (iOS e Android, in pratica) sta diventando finalmente un ricordo. Dopo l’annuncio dell’arrivo di Instagram, oggi è il turno di Vine, il social network lanciato da Twitter prima su iOS e poi Android. L’app è disponibile fin da subito sul Windows Store per i dispositivi basati su sistema operativo Windows Phone 8 (niente Windows Phone 7 o 7.5) e, esattamente come sulle altre piattaforme più diffuse, permette di realizzare brevi clip video di 6 secondi, con montaggio diretto in camera per dare sfoggio alla propria creatività. L’interfaccia è minimale e pulita e in perfetto stile Windows Phone. L’app è naturalmente gratuita e scaricabile da questo link. torna al sommario Display da 5,7’’ HD, processore quad core e fotocamera da 13 megapixel per il nuovo phablet Dual SIM così elevata. La gestione dei film acquistati e visibili offline viene gestita dall’applicazione Google Play Movie, pertanto non è possibile scaricare fisicamente il file per poterlo spostare su altri devices. Se si vuole guardare un contenuto offline si può richiedere la memorizzazione nella cache della applicazione, con il film che sarà disponibile quante volte si vuole se si è acquistato oppure entro i termini di noleggio. Da apprezzare la disponibilità di molti titoli italiani nel catalogo: ai film internazionali si aggiungono numerosi titoli distribuiti dalle principali case indipendenti italiane, quali CG Home Video, Lucky Red, Eagle Pictures, BiM Distribuzione, Luce - Cinecittà, Moviemax, M2 Pictures, Dall’Angelo Pictures e Videa. MOBILE Asus assicura audio di qualità e comfort elevato Da Asus, auricolari con NFC di Giuseppe LANDOLFI A sus ha annunciato EB50N NearField Stereo Headset, i primi auricolari Bluetooth 4.0 al mondo con tecnologia NFC EZ one-touch, che permette la sincronizzazione automatica con dispositivi Bluetooth tenuti a 3 cm di distanza o meno. È possibile abbinare gli auricolari a due dispositivi contemporaneamente così da poter, per esempio, ricevere una chiamata dallo smartphone mentre si sta ascoltando musica dal tablet o dal computer, senza dover effettuare lo switch. Il Bluetooth 4.0 con Enhanced Data Rate (EDR) assicura, allo stesso tempo, una migliore qualità del suono e un’elevata efficienza energetica: Asus dichiara un’autonomia di 250 ore in standby o 6 ore in conversazione/streaming audio. Possibile, inoltre, effettuare chiamate in conferenza. Ciascun auricolare è dotato di driver full range da 8 mm con cancellazione dell’eco e isolamento acustico; le cuffie hanno una risposta di frequenza da 20 Hz a 17 kHz e 85 dB di sensibilità (± 3 dB). Sull’auricolare sinistro sono presenti il pulsante per l’accensione e un indicatore LED, mentre sul destro c’è una porta micro USB. Il design ergonomico garantisce un uso prolungato confortevole, mentre il cavo intrecciato dona più resistenza. di Emanuele VILLA Forward Active è il phablet Dual SIM pensato per chi ha bisogno di un terminale di ampie dimensioni e dal costo accessibile. Il comunicato stampa ufficiale pone l’accento sulle funzionalità, come ad esempio la possibilità di rispondere al telefono oppure di effettuare una chiamata in uscita semplicemente avvicinando il dispositivo all’orecchio, oppure ancora Zoom Screen per ridimensionare l’area attiva del display usando tre dita. Dal punto di vista tecnico, scopriamo che il terminale ha un display 5,7’’ HD (1280 x 800?) con rinforzo Dragontrail, ma del processore non sappiamo nulla più di un “quad core da 1,5 GHz”; il terminale è rigorosamente Dual SIM con tutte le funzionalità annesse ed è basato su Android Jelly Bean 4.2. A livello fotografico, Forward Prime offre una camera principale da 13 megapixel con autofocus, flash, HDR, stabilizzatore d’immagine, la funzione Panorama, e permette di scattare semplicemente passando la mano davanti alla camera frontale (Smart Gesture). La memoria interna è da 16 GB, la batteria da 3200 mAh e la fotocamera frontale è da 5 megapixel; per quanto concerne la connettività, non manca l’HSPA+, Bluetooth e Wi-Fi. Disponibile nelle versioni nera e bianca, Forward Prime costa 449 euro. oogle Play Film sbarca anche in Italia: tra i nuovi servizi disponibili anche il noleggio e la vendita dei film, uno degli ultimi elementi mancanti dell’offerta Google per il nostro Paese. Un catalogo ampio, simile comunque a quello degli altri Store e con prezzi che non si discostano affatto da quelli di Apple. Un esempio? Into Darkness 4.99 euro noleggio, 16.99 euro vendita in HD e qualcosa in meno per la versione a definizione standard. Acquistare il disco in negozio, versione Blu-ray, costa meno o uguale. Google, inoltre, non offre nemmeno tracce audio multiple e multicanale: per i blockbuster, audio stereo e solo italiano, un po’ poco per una spesa NGM lancia Forward Active, phablet top di gamma estratto da dday.it Secondo Bloomberg, Apple avrebbe in programma un iPhone con display curvo ai bordi e con sensori capaci di rilevare il grado di pressione sullo schermo di Emanuele VILLA Volessimo seguire tutti i rumor che riguardano i dispositivi Apple potremmo aprire una sezione ad hoc, ma qualcuno è senz’altro meritevole di considerazione, specie quando proviene da una fonte come Bloomberg. Le “solite” fonti anonime sostengono che Apple non solo stia dedicando molte attenzioni agli iPhone da 4,7’’ e 5,5’’, ma sarebbe anche al lavoro su un display curvo ai bordi. In pratica, a differenza dei modelli commerciali di Samsung e LG, quello di Apple sarebbe piatto lungo il corpo dell’apparecchio, salvo curvare ai bordi. Una novità che non avrebbe conseguenze importanti sul fronte dell’esperienza d’uso, ma potrebbe incidere parecchio sull’estetica dell’apparecchio, permettendo ai designer Apple di sperimentare nuove forme e soluzioni. A dire il vero, non è la notizia del display curvo quella più interessante: lo stesso report di Bloomberg afferma che i prossimi dispositivi Apple saranno “sensibili alla pressione”, e questa – a patto di realizzare un ecosistema capace di sfruttarla – potrebbe essere una novità importante. Ma attenzione: secondo Bloomberg questa novità vedrà la luce solo tra due generazioni (per l’iPhone 6 dovremo “accontentarci” del display curvo e di dimensioni maggiori, almeno così pare). torna al sommario n.79 / 18 novembre 2013 MOBILE LG annuncia la disponibilità e il prezzo del nuovo tablet “mini” G Pad 8.3 LG G Pad 8.3: in Italia a 300 euro Hardware di buon livello, display Full HD e prezzo senz’altro abbordabile di Roberto PEZZALI L G G Pad 8.3 arriva finalmente in Italia: presentato lo scorso settembre all’IFA di Berlino, G Pad 8.3 aveva colpito per la qualità costruttiva e l’hardware utilizzato, tanto che molti l’avevano già battezzato “l’anti iPad Mini”. G Pad, un po’ come il nuovo smartphone G2, rappresenta per LG il prodotto della svolta: l’azienda coreana aveva “floppato” con il suo primo tablet e ha atteso molto prima di tornare sul mercato con un nuovo prodotto del medesimo segmento. Dotato di uno schermo da 8.3” Full HD IPS, 1920 x 1200 di risoluzione e 273 dpi di definizione, G Pad può contare su un processore Snapdragon 600 e su 2 GB di RAM, il tutto chiuso in un leggero cabinet con retro in alluminio monoscocca spesso 8.3 mm e con un peso di 338 grammi. Come nel caso del G2, LG ha prestato molta attenzione all’autonomia: LG Chemical ha realizzato per G Pad una nuova batteria da 4.600 mAh che garantisce almeno 10 ore di autonomia (tutte da verificare). Tra le altre note positive la presenza dello slot microSD, il modulo GPS integrato e una camera posteriore da 5 megapixel. Purtroppo manca il supporto alle reti LTE, anche se LG vuole spingere il tethering con gli smartphone Android: grazie all’applicazione QPair si potranno gestire gli SMS direttamente dal tablet e ricevere anche le notifiche di chiamata. Dal G2 il tablet eredita anche parte dell’interfaccia e alcune funzionalità come Slide Aside, QSlide e Toc Toc, per accendere e spegnere il dispositivo semplicemente toccando il display con un doppio Tap. LG G Pad 8.3 è disponibile nelle colorazioni bianca o nera al prezzo di 299.90 euro, un prezzo invitante se consideriamo che iPad Mini con display Retina parte da 399 euro. La sfida più grande sarà però quella con l’attuale iPad Mini: è vero che non ha un display hi-res, ma dal punto di vista delle applicazioni per tablet, tra iOS e Android ancora non c’è storia. MOBILE Mediacom GamePad è un controller bluetooth per smartphone, tablet e PS3 Mediacom GamePad per iOS, PS3 e Android Un’ottima idea per i gamer più appassionati. Il costo è bassissimo: 39 euro M di Roberto PEZZALI ediacom ha lanciato GamePad, un controller per smartphone e tablet che, grazie al modulo bluetooth interno, funziona anche con la PlayStation 3. Grazie all’integrazione con le API dei recenti iOS 7 e Android Jelly Bean, il controller si integra alla perfezione con i giochi compatibili e permette quindi l’utilizzo del tablet come una vera e propria console, sfruttando l’uscita HDMI, Mi- racast o AirPlay per il collegamento al televisore di casa. GamePad, che ha un costo relativamente ridotto di 34.99 euro, è stato realizzato fondendo i tratti del controller della PS3 e di quello dell’Xbox 360: il retro e la disposizione dei tasti ricordano infatti il controller DualShock ma l’ergonomia è simile a quella del pad in dotazione con la console di casa Microsoft. GamePad ha inoltre 12 tasti completamente riconfigurabili e integra una batteria a lunga durata ricaricabile tramite USB. iPhone 6 curvo e sensibile alla pressione? Special edition estratto da dday.it Un filmato dimostrativo mette in luce le qualità “autorigenerative” della copertura posteriore del nuovo LG Flex la cui curvatura supporta anche carichi molto pesanti di Emanuele VILLA LG G Flex Cover “auto-riparante” Lanciato ufficialmente in Corea del Sud, LG G Flex è il primo smartphone curvo mai apparso sul mercato, probabilmente il primo di una lunga serie di dispositivi sperimentali che molti produttori lanceranno per dimostrare le loro abilità costruttive. LG G Flex, dotato di display HD (720p) curvo da 6 pollici e di batteria - anch’essa ricurva e flessibile - da 3500 mAh, ha anche un’altra caratteristica peculiare: la sua cover posteriore è auto-rigenerante. Il particolare materiale plastico che la contraddistingue, infatti, è dotato del “dono” del self-healing: i graffi derivanti dal normale uso quotidiano spariscono nel giro di qualche minuto, “miracolo” - della tecnologia dimostrato da LG nell’apposito video pubblicato qualche ora fa su YouTube. Nel video, LG mostra anche come la curvatura di G Flex sia in grado di resistere a pesanti carichi (nel filmato ci si ferma a 32 chilogrammi, ma LG assicura che si arriva tranquillamente a 40); niente paura dunque: su LG G Flex ci si potrà proprio sedere. torna al sommario n.79 / 18 novembre 2013 MOBILE Hisense entra nel mercato italiano della telefonia con un modello economico Smartphone Hisense ora in Italia Un display da 5’’ IPS, processore quad core e Android 4.2 per 199 euro di Emanuele VILLA O ltre all’offerta di TV, grandi elettrodomestici (frigoriferi e lavatrici) e condizionatori, Hisense ha deciso di proporre nel nostro Paese anche i suoi smartphone, partendo da un modello dal costo abbordabile e con dimensione di display molto ampia. Il modello, che si HSU970 e viene proposto a 199 euro di listino, è uno smartphone Dual SIM/ Dual Standby con sistema operativo Android 4.2 e ampio display da 5’’ con tecnologia IPS e risoluzione QHD (960 x 540 pixel). Come emerge dal comunicato stampa ufficiale, l’idea di Hisense è offrire un “prodotto versatile alla portata di tutti”: non è quindi un modello dedicato alla fascia alta e a chi desidera la primizia tecnologica, bensì un modello completo e dal costo abbordabile. A livello tecnico, segnaliamo il processore quad core da 1,2 GHz, la fotocamera principale da 8 megapixel con flash LED e la dotazione di memoria di 4 GB espandibili con micro SD fino a 32 GB. Tra le altre caratteristiche, la batteria da 2.000 mAh che offre, secondo le rilevazioni del produttore “un’autonomia fino a 220 ore in standby (WCDMA) o 430 minuti di conversazione (GSM)”. MOBILE Motorola lancia (anche in Italia) Moto G, smartphone di fascia entry level Motorola Moto G, l’entry level con brio Processore quad core e schermo HD da 4.5” per un telefono abbordabile M di Roberto PEZZALI otorola ha ufficialmente annunciato il Moto G, nuovo smartphone di fascia poco superiore all’entry level ma con caratterisitiche interessanti e sistema operativo Android “liscio”, come Google l’ha fatto. Al momento arriva nei negozi con Android 4.3, ma Motorola ha immediatamente confermato che KitKat è già in vista, previsto per inizio 2014. Fatta questa precisazione partiamo dalle conferme sulle caratteristiche tecniche che sono in linea con le aspettative. Si tratta di uno smartphone che offre il massimo che si possa ottenere a un prezzo di 179 dollari: processore quad core Snapdragon 400, display da 4.5 pollici con risoluzione di 1280 x 720 pixel, fotocamera da 5 Megapixel, webcam frontale da 1.3 Megapixel, 1 GB di RAM e scelta tra 8 GB o 16 GB di memoria. Si tratta di una scelta non di secondo piano, perché il Moto G è privo di slot per schede di memoria microSD, mentre la batteria da 2.070 mAh non è removibile. Esteticamente assomiglia molto al Moto X, e Motorola offre un’ampia scelta di cover posteriori intercambiabili. Rispetto al Moto X spariscono le funzioni che lo rendevano più interessante, come Google Now in perenne ascolto, inoltre non sup- porta le reti cellulari LTE. A parte queste mancanze, il processore di Qualcomm e il display HD sono le caratteristiche che lo pongono su un gradino leggermente superiore rispetto ai concorrenti nella stessa fascia di prezzo. Sono ufficiali anche i prezzi italiani: inizialmente lo smartphone sarà disponibile in promozione a partire da 199€, ma avrà un prezzo di listino superiore: 249€ per la versione da 8 GB. LG G Flex si ripara davvero Special edition estratto da dday.it Nuova mossa verso l’integrazione per Google, per commentare i video verrà utilizzata la piattaforma Google+ di Claudio STELLARI Aria nuova su YouTube: il popolare portale video ha infatti annunciato l’integrazione del sistema dei commenti con Google+. Il nuovo sistema dovrebbe consentire un’esperienza più completa e strutturata, permettendo anche una migliore gestione. Sarà infatti possibile rilasciare commenti pubblici o privati, per primi verranno visualizzati i commenti che più interessano, cioè ad esempio quelli della propria cerchia di Google+, e quelli con molti “Mi piace” o con molte risposte; saranno poi visualizzati su YouTube anche i post di Google+ che rimandano ai video e ai canali; infine ci sarà la possibilità di segnalare spam e abusi. Chi non gradisce il nuovo sistema potrà optare per una visualizzazione più tradizionale dei commenti, ordinati a partire dal più recente. Non tutte le nuove funzioni sono già disponibili per la app, ma pare che YouTube ci stia lavorando. La nuova gestione dei commenti su YouTube rappresenta una scelta strategica per Google, che ancora una volta gioca la carta dell’integrazione per potenziare le proprie attività: la necessità di utilizzare Google+ per lasciare commenti su YouTube porterà nuovi utenti verso il social network di Mountain View. torna al sommario n.79 / 18 novembre 2013 pc & multimedia Annunciate tutte le specifiche della scheda video GeForce GTX 780 Ti GeForce GTX 780 Ti: potenza al top La nuova scheda Nvidia è davvero un mostro di potenza, da 649 euro di Vittorio Romano BARASSI nticipata in “risposta” all’annuncio fatto dai rivali di AMD, GeForce GTX 780 Ti è la scheda grafica con cui Nvidia intende rivendicare il suo ruolo di assoluto leader nel mercato delle soluzioni video destinate al gaming. L’azienda ha pubblicato le specifiche definitive del suo nuovo prodotto e, dando un rapido sguardo ai principali dati, ci accorgiamo che tutte le previsioni sono state rispettate: GeForce GTX 780 Ti fa davvero paura. Tutti i core CUDA (2880 e 240 unità texture) del fantastico chip GK110 già visto su TITAN e GeForce GTX 780 “liscia” sono attivi; Nvidia ha rivisto al rialzo tutti i principali valori che contraddistinguono la scheda grafica in questione, portando a 7 Gbps la velocità della memoria e arrivando a toccare i 336 GBps in quanto a banda passante. Confermato anche il dato sul quantitativo di memoria GDDR5 installato sulla nuova Ge- A YouTube e Google+ insieme I video sono ora più social Special edition Force GTX 780 Ti: saranno 3 i GB stampati sul silicio. Confermato anche il prezzo: 699 dollari in USA e 649 euro nel vecchio continente. È questo il prezzo - salato - da pagare per la migliore scheda grafica attualmente sul mercato. Qui il video di lancio del prodotto. pc & multimedia La next-gen di APU AMD è attesa per il prossimo 14 gennaio 2014 Grafica super nelle prossime APU di AMD Lo spazio disponibile sul Die sarà diviso quasi equamente tra CPU e GPU di Vittorio Romano BARASSI N el corso dell’AMD Developer Summit l’azienda ha annunciato le principali caratteristiche della prossima generazione di APU, che debutterà (prima la versione desktop per socket FM2+) a gennaio 2014 e sarà contraddistinta dal nome in codice Kaveri. La grande novità è certamente rappresentata dall’architettura: il 47% del Die di Kaveri sarà occupato dalla GPU (Haswell di Intel si ferma al 31%) mentre il restante spazio sarà dedicato alla CPU con struttura Steamroller (che supporta fino a 4 core per due moduli). Nonostante la GPU sia palesemente al centro del progetto, AMD non si è scordata della pura capacità di elaborazione, che con Kaveri arriva a ben 856 GFLOPs. AMD, al momento, ha annunciato solamente la propria APU di punta A10-7850K: quad-core con clock fissato a 3.7 GHz e GPU dotata di 512 stream processor, il tutto realizzato sfruttando un processo produttivo a 28 nanometri. Come per la schede video di nuova generazione, AMD Kaveri supporterà la tecnologia TrueAudio. n.79 / 18 novembre 2013 pc & multimedia Le Web App si arricchiscono della funzione di editing in tempo reale Microsoft, Web App in “real time” Gli utenti potranno editare lo stesso documento, come con Google Docs Teleweb 1 è un set top box interattivo con decoder DVB-T2, sezione Smart e switch integrato, ma il prezzo resta alto di Claudio STELLARI M di Roberto Pezzali apportate verranno sincronizzate quando si effettua il salvataggio sul cloud. Microsoft ha introdotto anche alcune nuove funzionalità, Word Web App supporta ora la ricerca e la sostituzione delle parole, permette di inserire intestazioni e piè di pagina, offre la possibilità di formattare tabelle con stili predefiniti. Per quanto riguarda Excel Web App, invece, è stato aggiunto il drag and drop per le celle e la possibilità di Web App, tutte le novità rinominare e ordinare i fogli di calcolo; in PowerPoint Web App è stato reso disponibile un nuovo tool per il ritaglio delle immagini. pc & multimedia Nei nuovi software della suite iWork mancano alcune funzionalità Apple: torneranno le funzioni scomparse Apple ha promesso che reintegrerà le funzioni mancanti entro sei mesi L di Vittorio Romano BARASSI e nuove versioni di Pages, Numbers e Keynote, hanno raccolto diverse critiche e recensioni negative sull’App Store, per via di molte funzioni avanzate che erano presenti nelle versioni precedenti. Apple ha annunciato che le suite iLife e iWork sarebbero diventate gratuite, ma molti utenti che utilizzavano soprattutto i programmi di produttività in ambito professionale, non hanno apprezzato l’avvicinamento delle versioni per OS X a quelle di iOS, lamentando un’eccessiva semplificazione. Le nuove versioni di Pages, Numbers e Keynote sono state riscritte da zero, non solo per sfruttare l’architettura a 64 bit di OS X, ma anche per arrivare a un formato di file comune per le piat- icrosoft ha annunciato la disponibilità della nuova funzione di editing in tempo reale per le Web App Office, l’aggiornamento verrà reso disponibile su web tramite SkyDrive. Questa funzionalità permetterà di creare e condividere documenti in modo collaborativo tra diversi utenti, con la possibilità di vedere in tempo reale le modifiche apportate da ciascuno. Il meccanismo è simile a quello adottato da Google Docs. gli autori sono identificati nel documento con un diverso colore del cursore, per evitare conflitti durante le modifiche, mentre a fianco viene evidenziato l’elenco degli utenti che intervengono sul documento. Tutte le modifiche vengono salvate automaticamente sul web e anche gli utenti di Office per desktop app possono modificare i documenti, le modifiche torna al sommario TW1, il nuovo set top box Brionvega taforme OS X, iOS e web. Ciò, probabilmente anche per ragioni di tempo, ha portato a una release inziale in qualche modo incompleta rispetto a iWork ‘09. Apple ha pubblicato una pagina di supporto, in cui annuncia che i programmi riceveranno nei prossimi mesi degli aggiornamenti che implementeranno nuovamente molte delle funzionalità di cui gli utenti professionali sentono maggiormente la mancanza. Tra queste ci sono i righelli verticali e le guide in Pages, il supporto ad AppleScript in Numbers e Keynote che era praticamente stato eliminato, il ripristino della toolbar customizzabile per tutte le applicazioni. La lista è lunga e può essere trovata qui: Apple ha affermato che le funzionalità verranno ripristinate nel giro di 6 mesi. Nel frattempo va detto che l’aggiornamento al nuovo iWork non cancella le vecchie versioni, che sono mantenute nelle cartella iWork 09 delle applicazioni. Brionvega, marchio storico di TV, torna sul mercato con un set top box interattivo, Teleweb Uno (TW1). Un prodotto non diverso dai molti set top box presenti sul mercato di chiara origine orientale, tuttavia Teleweb Uno può contare su un paio di features uniche che meritano interesse. Oltre alla presenza del DVB-T2 a bordo, più scenografico che utile, TW1 va ricordato per la presenza di uno switch integrato Ethernet che facilita quindi la condivisione della banda tra i dispositivi della zona giorno. Sul retro Brionvega ha inserito tre porte Gigabit, una dotazione più che sufficiente per portare segnale alla TV, al Blu-ray e ad una eventuale console. Oltre a questo del TW1 è bene menzionare il PVR integrato, una sezione smart con browser e applicazione di uso comune e la piena compatibilità con i formati 3D incluso il 3D Tile Format, formato che la Sisvel cerca di spingere da anni senza però riuscirci. Teleweb Uno sarà disponibile da metà novembre a 149 euro, prezzo comunque abbastanza elevato se rapportato a molti set top box disponibili sul mercato e a decoder che, magari, sono meno completi ma dispongono di lettore per card e funzionalità interattive. estratto da dday.it Special edition n.79 / 18 novembre 2013 pc & multimedia Il noto servizio di streaming cambia interfaccia e offre nuove funzioni Deezer ha un “cuore” tutto nuovo Le raccomandazioni sono ora più efficaci, nuove app per mobile e desktop di Paolo CENTOFANTI D più eclettico vorrà molto probabilmente ascoltare cose sempre nuove e diverse. I contenuti editoriali e il nuovo algoritmo andranno a popolare il feed di raccomandazioni che troviamo sulla nuova home page e che a ben più d’uno ricorderà la funzione Scopri di Spotify. Oltre alle nuove app mobile, Deezer introdurrà anche una nuova app per desktop, al momento mostrata nelle versione per OS X. Questa nuova app integra innanzitutto un player minimale nella barra di sistema, che dà accesso alla propria libreria e all’intero catalogo di Deezer. La funzione più interessante, però, è quella che crea una cartella sincronizzata con Deezer della propria libreria e delle playlist alla dropbox appunto. La sincronizzazione funziona nei due sensi: si possono scaricare in locale brani e playlist, ma viceversa i brani della propria libreria iTunes verranno sincronizzati con Deezer, compresi quelli non dsponibili sul servizio di streaming. La nuova interfaccia e le nuove app mobile sono per ora disponibili per un numero limitato di utenti e verranno via via estese a tutti gli abbonati al servizio. Cisco ha dato una significativa spinta affinché il codec h.264 diventi lo standard di riferimento per il video su Web. Di fatto è già così, però h.264 non è totalmente gratuito, per alcuni utilizzi occorre, infatti, pagare delle licenze alle aziende che ne detengono i brevetti. Per questo motivo Google ha deciso di acquistare e rendere open source il codec VP8, mentre Mozilla ha a lungo boicottato il supporto alla codifica MPEG nel suo browser Firefox. Il nodo è quello del codec di riferimento da utilizzare nel tag “video” di HTML5, per integrare video nelle pagine web senza il bisogno di altri plug-in. Diversi player vorrebbero che le tecnologie Web fossero completamente aperte, e i codec della famiglia MPEG come h.264 appunto non lo sono. E qui entra in gioco Cisco che ha deciso di rendere liberamente distribuibile e implementabile il proprio codec h.264 e ha rilasciato un plug-in che gli sviluppatori di terze parti possono utilizzare per integrare il supporto alla codifica nei propri prodotti. Le licenze per il codec? Le pagherà Cisco stessa, accollandosi i costi là dove necessario, pur di spingere l’adozione di h.264. pc & multimedia Il nuovo servizio di cloud storage disponibile sul Web aggiunge un’inedita e interessante funzionalità Streamnation, il cloud che ti fa prestare i film agli amici Serie TV e film caricati on-line possono essere prestati, il servizio non supporta i contenuti con DRM di Vittorio Romano BARASSI A ll’inizio poteva sembrare semplicemente un servizio di cloud storage come tanti altri, ma con prezzi più competitivi. Streamnation, infatti, consente di avere 1 TB di spazio cloud per soli 19 dollari al mese (l’offerta base di 100 GB costa 4 dollari). Ma dalla sua ha anche un sistema di catalogazione per file multimediali, e in particolar modo per serie TV e film, che dà appunto la possibilità di utilizzare Streamnation come un’elegante soluzione di streaming per la propria libreria multimediale; allo stesso modo di server come Plex, eezer si rinnova, con una nuova interfaccia via Web, nuove applicazioni e più in là anche una nuova app per desktop, che punta a rendere Deezer il “dropbox della musica”. Il cuore dei questo Deezer è un nuovo sistema di raccomandazioni musicali che si basa su diversi elementi. Da una parte un nuovo algoritmo che analizza le nostre abitudini di ascolto, dall’altra un team di 50 redattori che esploreranno i nuovi trend musicali, e forniranno consigli in base ai nostri gusti. L’idea alla base è quella di rendere più “umano” il sistema di suggerimenti e il CEO Axel Dauchez ha posto l’accento sull’importanza della scoperta di nuova musica, rivelando come a oggi il 30% degli stream sono dedicati alle nuove uscite. Il nuovo algoritmo di Deezer è in grado di riconoscere il tipo di ascoltatore, non solo nei gusti musicali, ma anche nel modo di ascoltare: l’appassionato di Rock vorrà, ad esempio, scoprire nuove band del suo genere preferito, ma un utente con un profilo Cisco libera h.264 per tutti torna al sommario Streamnation completa la propria libreria di tutti i metadati e locandine e la presenta con una bella interfaccia e un player multimediale disponibile via browser o con le app per le piattaforme mobile. Ora Streamnation aggiunge un’ulterore interessante possibilità: la condivisione di film e serie TV con i propri amici. Per ridurre il rischio di incorrere in problemi legali, Streamnation ha adottato questa funzionalità in modo particolare: la condivisione , infatti, funziona come una sorta di prestito. Come un tempo prestavamo un DVD a un amico, anche in questo caso il film che condividiamo sarà accessibile in streaming da una sola persona per volta. Il servizio supporta un gran numero di formati, ma come è facile immaginare, non quelli protetti da DRM. In pratica funziona o con i film rippati da DVD o Blu-ray e convertiti, oppure... beh potete ben immaginare quale possa essere la fonte per i contenuti. estratto da dday.it Special edition Per la tua auto hai scelto interni pregiati. E per la tua casa? Domotica Gewiss. La tua casa full optional. Alla tua auto hai regalato tutti gli accessori che desiderava. E alla tua casa? Se la ami, è ora di farle il regalo che cambierà la tua vita: un impianto domotico Chorus di Gewiss. Così potrai rendere più prezioso ogni ambiente della tua casa e vedere realizzato ogni tuo desiderio. Pronto a partire? www.gewiss.com ACCENDE IL DOMANI. n.79 / 18 novembre 2013 smarthome Due cilindri con inserti di gomma sostituiscono le classiche spazzole rotanti iRobot Roomba 880, il 50% di efficacia in più Il robot top di gamma di iRobot presenta grosse novità a livello di efficienza Grazie ad AeroForce, aspira il 50% in più rispetto ai modelli precedenti di Emanuele VILLA i cilindri posti sotto il corpo dell’apparecchio e dotati di inserti in gomma per catturare più facilmente polvere e piccole briciole. Il video è eloquente (clicca qui). Questo, unito a un’efficacia di aspirazione migliorata e maggiore potenza del motore, permette (secondo iRobot) di catturare anche il 50% in più rispetto ai modelli precedenti, ha minori costi di manutenzione e un contenitore del 60% più grande. Insomma, il passo avanti è significativo e non ci resta che attenderne un esemplare in Italia per una prova sul campo. smarthome Permette di caricare e lavare anche stoviglie particolarmente ingombranti Candy Maxi Plates, lavastoviglie “infinita” Capace di ospitare fino a 190 stoviglie. Nella nuova Candy ci sta di tutto di Emanuele VILLA embra una lavastoviglie come tante, ma in realtà detiene un record: Maxi Plates supera il primato dei 15 coperti in 2 o 3 cesti e si candida a riferimento assoluto per famiglie numerose e per chi, per motivi diversi, ha bisogno della massima capienza possibile. “Dentro ci sta tutto”, comunica Candy, facendo riferimento a pranzi familiari, pizzate tra amici, feste in casa… La lavastoviglie usa il sistema flessibile Maxi Plates che permette l’inserimento di oggetti ingombranti quali le griglie dei piani cottura, pirofile di ampie dimensioni e fino S Robot, azienda nota al grande pubblico soprattutto per i suoi robot domestici Roomba, Scooba e (più recentemente) Braava, ha presentato il nuovo top di gamma della linea Roomba, il fiore all’occhiello della propria offerta: Roomba 880. Le novità rispetto ai modelli attuali sono significative ma, più che concentrarsi su fattori tipicamente “hi-tech” (navigazione, virtual wall, mappatura della stanza, ecc.), sono dedicate a migliorare l’efficienza di aspirazione e di pulizia. La novità più significativa è una rivisitazione completa del sistema di aspirazione, che da oggi si chiama AeroForce Performance Cleaning System e sostituisce le tradizionali spazzole rotanti (che per definizione si riempiono di polvere e vanno costantemente pulite) con un paio di torna al sommario a 8 maxi piatti da 34,5 cm. In tutto, Maxi Plates è in grado di ospitare fino a 190 stoviglie ed è composto da 3 cesti: quello inferiore XXL è privo di griglie fisse per la maggior libertà di carico, quello intermedio è pensato per bicchieri, tazze, piatti e recipienti di medie dimensioni, quello superiore è pensato per le posate lunghe e per oggetti di piccole dimensioni. La lavastoviglie Candy Maxi Plates è dotata di 12 programmi specifici e 7 temperature di lavaggio, ha una funzionalità Super Eco per un risparmio del 25% di energia su tutti i cicli di lavaggio ed è dotato di certifica A+++. Ouya arriva ufficialmente in Italia La console low-cost Android conquista una distribuzione ufficiale in Italia. Disponibile da novembre solo nei punti vendita Media World e Saturn di Paolo centofanti Ouya, la console che vuole portare i giochi Android sul TV di casa, arriva anche in Italia. Sarà disponibile da questo mese in esclusiva nei negozi Media World e Saturn. La piccola console si pone come alternativa low cost rispetto ai classici nomi dell’intrattenimento, è dotata di controller, uscita HDMI, Wi-Fi, Bluetooth ed è basata su processore Tegra 3 di NVIDIA. Il sistema operativo è una versione custom di Android con uno store dedicato, che permette di scaricare giochi ottimizzati per la console, ma anche applicazioni di vario tipo e in particolare i media player XBMC e Plex. Ouya pone l’accento anche su diversi emulatori disponibili nello store che permettono di rivivere sulla console i giochi di piattaforme del passato come SuperNES, NeoGeo, Commodore 64 e GameBoy. La console supporta anche il servizio di cloud computing OnLive, che permette di giocare in streaming a titoli di primo piano. Il punto di forza di Ouya rimane il prezzo, che dovrebbe essere intorno ai 99 euro (aspettiamo la conferma ufficiale). estratto da dday.it Special edition estratto da dday.it Come PS4, anche Xbox One richiederà un aggiornamento iniziale: rispetto a PS4, però, la console sarà inutilizzabile senza l’update, non si potrà nemmeno giocare di Roberto PEZZALI PlayStation 4 richiederà un update al “Day One” per attivare molte delle sue funzionalità, ma almeno si potrà giocare. Cosa che non si potrà fare con Xbox One: per giocare, anche con dischi fisici, la console Microsoft richiederà lo scaricamento di una patch. Una seccatura per chi magari ha una connessione un po’ lenta, ma non ce la sentiamo di gridare allo scandalo: chi compra una console next-gen probabilmente ha una buona connessione a Internet e sul mercato esistono altri prodotti che, se non attivati tramite Wi-fi o 3G, non funzionano. Pensiamo ad esempio all’iPhone: senza una connessione Wi-fi e una SIM non può essere usato. Microsoft ha speso l’ultimo mese per raffinare il sistema operativo di Xbox One, e le console prodotte negli ultimi mesi ovviamente non possono avere a bordo l’ultima release. Inoltre, la scelta di Microsoft probabilmente serve anche per vedere quante console verranno attivate il primo giorno e evitare che qualche acquirente possa giocare se la console gli dovesse arrivare prima (cosa che si è verificata con due utenti americani). Da sottolineare, infine, l’assenza del supporto ai Blu-ray 3D: Xbox One leggerà i Blu-ray, ma non quelli 3D. Una mancanza immotivata, anche se si potrà rimediale con una patch. torna al sommario n.79 / 18 novembre 2013 GAME & MOVIE Valve mostra i primi prototipi di Steam Machine per i beta tester Ecco le prime Valve Steam Machines Le macchine finali verranno prodotte da altre aziende: le vedremo al CES di Emanuele VILLA S tiamo parlando di prototipi, ma la presentazione dei primi modelli commerciali di Steam Machines dovrebbe essere molto vicina: a giudicare dal fatto che Steam sta distribuendo i primi 300 prototipi ai beta tester, c’è da giurare che al CES vedremo qualcosa di “final”. Ma non lo vedremo arrivare direttamente da Steam, bensì da produttori di terze parti che si baseranno sulle specifiche fornite da Valve. Difficile, quindi, che il design mostrato da Valve (visibile in queste foto) sia poi analogo a quello dei prodotti definitivi, ma alcune considerazioni sono già possibili: il pannello anteriore comprende il pulsante di accensione e due prese USB, mentre il pannello posteriore è tipicamente da PC, con tanto di HDMI, USB, Ethernet e via dicendo. Le dimensioni, però, sono molto compatte, e questo per rendere le Steam Machines il più possibile simili a vere e proprie console, con il più la potenza del PC e l’estrema versatilità nella scelta dei componenti interni. L’accesso alla componentistica hardware sarà semplificato e sarà possibile, una volta selezionata la configurazione base (che prevede, tra l’altro, diverse CPU e diverse sezioni grafiche), effettuare upgrade in corso l’opera per potenziare la macchina strada facendo. Ingegnoso il sistema di raffreddamento “modulare”, per maggiore efficienza e silenziosità È ancora presto, invece, per giudicare la potenza di SteamOS, nonostante chi l’ha provato affermi una fluidità e una rapidità di esecuzione davvero notevole: interessante, e meritevole di menzione, è la presenza di un’utility che, a seconda della configurazione hardware della macchina, consiglia o meno la riproduzione dei singoli giochi e, in caso la potenza non sia sufficiente, propone upgrade mirati. Nel sapremo di più al CES. GAME & MOVIE A una settimana dal debutto, un ingegnere Sony smonta PS4 Sony smonta PlayStation 4: ecco com’è fatta In un video vengono mostrati tutti i componenti interni: e l’attesa cresce I di Vittorio Romano BARASSI n un video, Yasuhiro Ootori, Sony engineering director, smonta completamente la PlayStation 4, rivelando cosa c’è sotto la scocca. La console è molto semplice da aprire: basta rimuovere le quattro viti sul retro, nascoste sotto dei sigilli, e sollevare la cover inferiore. Gran parte dello spazio interno, ben organizzato, è occupato dal sistema di raffreddamento, composto da un dissipatore passivo e da una ventola con diametro di 85 mm, e dall’alimentatore, che gli ingegneri hanno preferito inserire all’interno della console. Dopo aver estratto l’anten- modalità standby. Ootori indica inna per il Bluetooth, il lettore DVD/ fine l’antenna per il Wi-Fi, le porte Blu-ray e l’hard disk da 500 GB, che USB 3.0, Ethernet, HDMI, AUX e può essere sostituito con modelli più l’uscita audio ottica. capienti, si può rimuovere anche la cover superiore: qui c’è la grande scheda madre ad occupare tutto lo spazio rimanente. Non rimane che ammirare l’APU AMD composta da CPU Jaguar x86 a 8 core e GPU Radeon, gli 8 GB di memoria GDDR5 e un secondo processore a basso consumo, attivo anche in Sony mostra i componenti della console PlayStation 4 XBox One un mattone senza la patch del “Day One” Special edition n.79 / 18 novembre 2013 digital imaging L’azienda nipponica ha inserito in kit un obiettivo dedicato 50mm f/1.8 Nikon Df: reflex Full Frame vintage Look classico, anima professionale che richiama le prime reflex Nikon di Roberto Pezzali L SD Association ha approvato il nuovo standard Ultra High Speed Class 3 (U3); le schede SD di prossima generazione sono pronte per l’Ultra HD dei comandi, tantissime ghiere meccaniche zigrinate e controlli semplici permettono un feeling e una usabilità simile a quella delle prime fotocamere reflex. Nikon assicura che la Df si può usare senza mai passare da menù, con tutti i parametri gestibili direttamente tramite tasti e ghiere. Nikon con la Df ha voluto suggellare l’unione con il passato aggiungendo anche alcune chicche, come ad esempio il mascheramento dei punti di fuoco nel mirino ottico quando si usa il sistema di messa a fuoco manuale. Tornando ai dati più tecnici la Df può contare su una sensibilità ISO da 100 a 12800 ISO espandibili a 204.800 ISO, è dotata di elaborazione delle immagini a 16 bit e scatta a raffica con una velocità di 5.5 fps. Da segnalare poi un sistema autofocus a 39 punti, un misuratore esposimetrico da 2.016pixel 3D Matrix e un mirino ottico con pentaprisma “pro-grade glass” dotato di una copertura del 100%. Il display, fisso, è un LCD da 3.2” con 1 Megapixel di risoluzione. La Df è compatibile con tutta la gamma di lenti Nikkor, non solo le recenti serie AF, AF-S, DX e AF-D ma anche con le primissime lenti fatte: si può andare indietro fino al 1959, l’anno in cui Nikon introdusse la sua prima reflex della serie F. Per l’occasione l’azienda ha anche pensato di inserire in kit una lente dedicata, e con la Nikon Df mai obiettivo fu più azzeccato di un 50 mm f/1.8. Il prezzo del kit è di 3.000 dollari, e siamo in attesa di conoscere il prezzo italiano. DIGITAL IMAGING Sistema operativo “aperto” che nel 2014 arriverà anche sugli smartphone Arriva Tizen, prima sulle fotocamere NX300M è il primo dispositivo Samsung basato su sistema operativo Tizen S di V. R. BARASSi amsung NX300M è stata annunciata poco più di un mese fa ma solo nel corso dell’ultima Tizen Developer Conference, l’azienda coreana ha annunciato che tale fotocamera non sarà equipaggiata con sistema operativo Android ma, come già si “sussurrava” da tempo (gli sviluppatori erano già al corrente), arriverà sui mercati con Tizen prein- a fotografia è arte e Nikon ha voluto esaltare questo concetto con la nuova Df, una reflex Full Frame che mette da parte (ma non trascura affatto) l’aspetto tecnologico per esaltare il lato passionale dello scatto. Una reflex unica sul mercato, non solo nel design particolarissimo ma anche per quello che Nikon ha inserito sotto il leggero corpo in magnesio: l’anima è infatti quella dell’ammiraglia D4, dal sensore Full Frame al processore. Il cuore è lo stesso sensore CMOS FX (Full Frame) da 16.2 Megapixel dell’ammiraglia professionale di casa Nikon, ed è accompagnato dal processore EXPEED 3 usato anch’esso sul modello top: gamma dinamica senza compromessi e una sensibilità alla luce fenomenale. La Df è anche la fotocamera reflex Full Frame più leggera della gamma Nikon, pesa circa 700 grammi senza batteria e oltre al corpo in magnesio può sopportare anche condizioni estreme grazie al trattamento waterproof già usato sulla D800 che assicura la resistenza a qualsiasi condizione climatica e ambientale (umidità e polvere). Il look è poi unico ma in questo caso parlano le foto: massima ergonomia torna al sommario Schede SD approvato lo standard per il 4K stallato. Ricordiamo che Tizen è il sistema operativo “aperto” (ma qualche paletto Samsung e Intel l’hanno messo) che il colosso asiatico ha scelto per una parte dei suoi dispositivi di prossima generazione. Samsung aveva annunciato che entro la fine del 2013 sarebbe arrivato il primo smartphone con Tizen a bordo, ma recentemente è tornata sui suoi passi dichiarando che l’obiettivo sarà raggiunto entro metà 2014 e che, nel frattempo, potremo ammirare Tizen sulla fotocamera NX300M. Samsung NX300M avrà la versione 2.2.1 di Tizen, modificata per compiere al meglio il suo lavoro nell’ambito della fotografia digitale. Lo sviluppo di Tizen continua senza sosta: mesi fa fu annunciata la versione 3.0 del SO in questione, che - salvo intoppi - sarà quella che vedremo nei primi smartphone Tizen di Samsung. di V. R. BARASSi Il 4K sta iniziando a prendere piede e secondo l’SD Association, nonostante i dispositivi realmente “consumer” in grado di registrare filmati alla risoluzione Ultra HD si possano contare sulla punta delle dita di una mano (senza dimenticare quanto costino ancora i TV 4K), c’era la necessità di approvare un nuovo formato di SD-card capace di soddisfare le esigenze di tutti coloro che nell’immediato futuro vorranno dilettarsi nella registrazione in 4K. Detto fatto: il consorzio ha approvato il nuovo standard Ultra High Speed Class 3 (U3) che contraddistinguerà tutti i prodotti in grado di garantire la registrazione di dati (e quindi di flussi video 4K-2K) ad almeno 30 MB/s senza problemi di sorta. Per maggiori informazioni sul nuovo standard, il cui “sviluppo” dovrebbe essere immediato, potete fare riferimento al comunicato ufficiale diramato da SD Association. estratto da dday.it Special edition n.79 / 18 novembre 2013 hifi & HOMe theater Sarà presentato al CES 2014 di Las Vegas e legge anche i SACD SD-WD1000, lettore Sharp con WiSA WiSA è la trasmissione senza fili di audio fino a 7.1 ca$nali senza perdita di qualità di Roberto FAGGIANO I HIFI & HOME THEATER Un’area al CES dedicata all’audio Hi-Res Prende consistenza il piano della CEA per supportare il rilancio dei formati audio di qualità. Arriva la conferma che alla prossima edizione del CES di Las Vegas ci sarà un’area espositiva dedicata all’audio ad alta risoluzione. La nuova Tech Zone è denominata HiRes Audio Experience e offrirà uno showcase di servizi di musica ad alta qualità e prodotti audio. Tra i nomi annunciati presenti all’iniziativa ci sono HD Tracks, Acoustic Sounds Super HiRez Store, Blue Coast Music, Mytek Digital e Native DSD. Secondo uno studio, un po’ ottimistico, citato dalla CEA, il 60% dei consumatori appassionati di musica sarebbero disposti a spendere di più per avere musica acquistabile in alta qualità, mentre il 90% riterrebbe la qualità dell’audio come la principale componente per un’esperienza d’ascolto soddisfacente. n occasione delle nomination ai CES Innovation Award 2014, Sharp ha presentato il primo lettore universale di Blu-ray e SACD in grado di rispettare le direttive WiSA. Il nuovo SD-WD1000 si presenta come un lettore Blu-ray ma la manopola del volume ci segnala la sua capacità di pilotare direttamente i diffusori attivi compatibili WiSA, come per esempio quelli recentemente presentati da Bang & Olufsen. Al momento non sono disponibili altre caratteristiche tecniche, ma la compatibilità con i dischi SACD ci conferma che questo supporto è sempre vivo nella memoria dei progettisti Sharp; il marchio torna al sommario giapponese in passato aveva già proposto alcuni lettori audio SACD e amplificatori digitali che però non ebbero molta fortuna. Nessuna indicazione sul prezzo e sulla eventuale compatibilità e upscaling per televisori Ultra HD 4K. Il protocollo Wireless Speaker and Audio prevede la trasmissione audio senza fili e senza perdite di qualità fino a 7.1 canali. Il consorzio lavora sui nuovi apparecchi già da qualche anno ma solo attualmente si stanno iniziando a vedere i frutti ed è probabile che al CES 2014 di Las Vegas si potranno ammirare altri apparecchi e diffusori compatibili con la tecnologia a 5,2 - 5,8 GHz, compatibile con segnali fino a 24 bit/96 kHz. Skullcandy Air Raid, mini diffusore rugged L’estetica non è il suo forte, ma è anche vero che Skullcandy Air Raid non è nato per essere bello ma per la praticità. Riproduce musica via Bluetooth 4.0 in condizioni “difficili”, come in spiaggia, in piscina e nelle circostanze in cui c’è il rischio che il diffusore venga bagnato o sia soggetto a danneggiamenti. Secondo le indicazioni del produttore (al momento è annunciato per gli USA), Air Raid sopporta pioggia battente, urti e schizzi, ma non può essere immerso in acqua. Si possono connettere anche due dispositivi Bluetooth in contemporanea e ha 14 ore di autonomia (a volume “intermedio”, 5 ore al massimo volume), mentre a livello tecnico, il diffusore è composto da due driver monovia da 55mm con sensibilità di 88 dB. hifi & HOMe theater È già pronta con il Bluetooth per collegare lo smartphone Tivoli Albergo, radio che va bene anche a casa Una radio FM con funzione sveglia che si ispira alla mitica radio One di Roberto FAGGIANO L ’ultima novità di Tivoli Audio si chiama Albergo, proprio scritto in italiano, ed è una radio FM con funzione sveglia e collegamento senza fili via Bluetooth. Si ispira alla mitica radio One ma il cabinet è in plastica e la sintonia è digitale con funzione di doppio orario di sveglia. L’utilizzo è stato semplificato al massimo ipotizzando un impiego negli alberghi ma il prezzo non è proprio quello di una radiosveglia: il listino è fissato infatti a 299 euro, che diventano 349 euro se si sceglie la versione dotata di ricevitore DAB+. L’altoparlante utilizzato è il medesimo della Model One ed è disponibile un ulteriore diffusore (99 euro) per trasformare la radio Albergo in un modello stereo. Per completare le funzionalità, la Tivoli Albergo è dotata di telecomando, ha un ingresso per altre sorgenti e l’uscita per la cuffia. Al momento la finitura della radio Tivoli Albergo è disponibile in colore bianco o nero ma si può anche trovare una copertura in vero legno in versione noce, ciliegio o nera (89 euro) e in seguito arriveranno anche altri colori. estratto da dday.it Special edition estratto da dday.it n.79 / 18 novembre 2013 Special edition tEST Abbiamo provato un kit sperimentale composto da un set di obiettivi Lo-Fi da applicare alle fotocamere micro quattro terzi Da digitale ad analogico con Lomography Kit Perché non combinare gli effetti artigianali delle foto vecchia maniera con la fotografia digitale? H L’impostazione da utilizzare dipende dalla foto- Ricordiamo che questi obiettivi non si pongono come una soluzione per esaltare la qualità di una fotocamera, semmai il contrario. E infatti quello che fanno gli obiettivi Lomo è sporcare la resa della nostra fotocamera, l’ottima Panasonic Lumix GX7 in questo caso. La parte creativa consiste nel “giocare” con i gel in dotazione e l’esposizione multipla. Ma ottenere i risultati voluti è questione di provare e riprovare le varie combinazioni di impostazioni macchina e degli obiettivi. Alcuni aspetti rendono infatti difficoltoso l’utilizzo degli obiettivi Lomography. L’apertura fissa richiede una buona quantità di luce, pena dover alzare di molto tempi o ISO, tanto più se utilizziamo i gel. Trovare i giusti parametri di scatto spesso è quindi questione di un lungo processo di tentativi ed errori, specie in modalità bulb, visto che lo scatto avviene praticamente alla cieca. Ciò è da una parte divertente, ma toglie anche spontaneità agli scatti, almeno all’inizio. Per poter utilizzare l’otturatore manuale insomma con buoni risultati, occorre preparare attentamente lo scatto, tanto più se si vogliono effettuare fotografie in esposizione multipla, il che se vogliamo è un po’ l’antitesi dell’utilizzo tipico di una macchina giocattolo. Per vedere alcuni scatti da noi realizzati giocando con gli obiettivi clicca qui. Il kit ha il potenziale per effettuare fotografie molto particolari, dove l’effetto filtro è analogico, nonostante sia realizzato con una macchina digitale. Il vantaggio è nel non dover ricorrere alla stampa della pellicola, anche se proprio le pellicole rappresentano una delle componenti più interessanti della proposta del produttore austriaco. Il kit ha un costo, 89 euro, che lo rende interessante ai possessori di una micro quattro terzi con voglia di sperimentare. Il kit è acquistabile online: http://shop.lomography.com/it/ new-in-stock/lomography-experimental-lens-kit Obiettivo 24 mm Obiettivo 12 mm Obiettivo FishEye Gli obiettivi Il kit è composto da tre obiettivi, in plastica e senza alcuna pretesa di competere con ottiche tradizionali: 12 mm, 24 mm e fisheye. Caratteristiche comuni sono l’apertura fissa a F8, otturatore meccanico manuale o con scatto a 1/100 di secondo, fuoco manuale e uno slot per inserire filtri gel per elaborare le immagini al momento dello scatto. In dotazione ne abbiamo sette di diverso colore. Sugli obiettivi abbiamo tre levette, oltre la ghiera per la regolazione del fuoco. Un selettore regola l’otturatore da manuale (modalità Bulb) o a scatto. Una leva apre totalmente l’otturatore per utilizzare quello della fotocamera, mentre l’ultima aziona l’otturatore stesso al momento dello scatto, a seconda dell’impostazione del primo selettore. Questa combinazione di controlli permette essenzialmente di utilizzare le ottiche anche per realizzare delle foto con esposizione multipla. Come utilizzarli ipstamatic prima e Instagram poi sono gli esempi più famosi di due applicazioni che hanno capitalizzato sulla voglia di tornare alla fotografia imperfetta delle vecchie fotocamere usa e getta. Il successo di queste app ha portato diversi produttori a integrare nelle macchine digitali filtri creativi, ma l’analogico era un’altra cosa. Lomography, azienda austriaca nata da una community di appassionati dell’originale Lomo, produce macchine a pellicola, dedicate a chi vuole realizzare scatti creativi alla vecchia maniera. Con l’Experimental Lens Kit, Lomography applica lo stesso concetto alla fotografia digitale, con un set di obiettivi Lo-Fi da applicare alle fotocamere micro quattro terzi unendo il meglio dei due mondi: look sporco e imperfetto e sicurezza di non correre il rischio di buttare interi rullini di pellicola in esperimenti troppo azzardati. camera e da come vogliamo scattare. Il modo più semplice consiste nel tenere aperto completamente l’otturatore con l’apposita levetta, in modo tale da poter utilizzare le ottiche come normali obiettivi manuali. L’apertura è fissa e il fuoco è manuale, ma a parte questo possiamo utilizzare la macchina come al solito. Su alcune fotocamere potremmo dover attivare la modalità “scatto senza obiettivo” per poter scattare con questi obiettivi. Le cose si complicano nel caso volessimo realizzare degli scatti con esposizione multipla. In questo caso abbiamo due scelte: utilizzare la modalità bulb della fotocamera, se ne è dotata, in cui teniamo premuto il pulsante di scatto per mantenere aperto l’otturatore, e quindi azionare quante volte vogliamo lo shutter dell’ottica, oppure impostare un tempo di posa lungo quanto basta sulla fotocamera, scattare, e quindi passare all’otturatore dell’obiettivo Lomo. In entrambi i casi il problema è comporre il quadro, visto che dovremo tenere l’otturatore chiuso sull’obiettivo al momento dello scatto, il che rende difficoltoso destreggiarsi con i controlli meccanici, specie se non si utilizza un cavalletto. In pratica dobbiamo aprire l’otturatore, comporre il quadro e impostare i parametri di scatto, quindi chiudere l’otturatore, scattare e quindi azionare l’otturatore manuale. Se utilizziamo la modalità bulb della fotocamera, dobbiamo anche tenere premuto il pulsante di scatto mentre azioniamo con l’altra mano lo shutter meccanico. Cose da giocolieri. Utilizzando i gel dobbiamo ricordarci di disattivare il bilanciamento del bianco automatico, altrimenti la macchina cercherà di bilanciare l’effetto del filtro. torna al sommario La resa di Paolo CENTOFANTi estratto da dday.it n.79 / 18 novembre 2013 Special edition tEST La faticosa vita del successore di uno smartphone di successo: l’iPhone 5s porta interessanti innovazioni iPhone 5s: eccellente, ma se non hai già il 5 Più potenza, supporto 64 bit, coprocessore dedicato e Touch ID: ma ne vale la pena per chi ha il 5? di Gianfranco GIARDINA L ’iPhone 5s è di fatto un’ottimizzazione della versione 5: stesso chassis, almeno in termini dimensionali; stesso display e rapporto di forma; medesima connessione e analoga filosofia di prodotto. È evidente che, nel recensire questo prodotto, si finisca per analizzarlo per differenze nei confronti del suo predecessore. Per questo motivo ci concentreremo proprio sugli aspetti particolarmente nuovi dell’iPhone 5s rimandando per il resto a tutti gli altri articoli già prodotti sull’iPhone 5. Il nostro test è avvenuto su un esemplare bianco da 64 GB, equipaggiato con la nuova custodia protettiva originale Apple. Il maggior salto tecnologico offerto dall’iPhone 5s è quello che meno si vede: il processore A7, che apre l’era dei sistemi a 64 bit anche negli smartphone. Si vede poco un po’ perché è ovviamente chiuso all’interno dello chassis e un po’ perché i vantaggi della piattaforma a 64 bit sono ancora in larga parte inespressi: con le vecchie applicazioni il raddoppio dei bit di parola non offre alcun miglioramento. In realtà questo A7, rispetto all’A6 dell’iPhone 5, dovrebbe garantire anche performance più alte, addirittura doppie, a fronte di un consumo di batteria ridotto. All’A7 questa volta si affianca anche un coprocessore dedicato a rilevare posizione e movimento: queste funzioni sono infatti normalmente affidate al processore principale che però, a seconda delle app che sono attive e che sfruttano queste funzioni, possono finire per essere sovraccaricati. Con questo coprocessore, che si chiama M7, il compito per tutte le app che utilizzano i dati di giroscopio, bussola e accelerometro dovrebbero risultare molto più torna al sommario Un cuore a 64 bit e un cervello per i movimenti semplici e soprattutto indipendenti dal carico della CPU. Il tutto, per esempio, a vantaggio del consumo di batteria: basti pensare per esempio alle app che fanno tracking GPS e contapassi, normalmente attive in background per molto tempo, che si troveranno così a drenare molta meno batteria. Nelle schermate qui sotto due facce della medaglia M7: caricando Argus, app che è già ottimizzata per il nuovo coprocessore, esce un messaggio che chiede autorizzazione al suo utilizzo. Purtroppo, se si vogliono attivare alcune funzioni avanzate della app, si perde la compatibilità con il coprocessore M7, segno che ancora c’è un po’ di strada da fare per gli sviluppatori per prendere pieno possesso della nuova piattaforma. L’esperienza di utilizzo è - almeno per ora – molto simile a quella dell’iPhone5: la fluidità di iOS7 è eccellente e apparentemente identica nei due terminali, come anche la velocità di utilizzo delle principali applicazioni, anche quelle native del sistema operativo. Viene da chiedersi quindi dove sia tutta questa potenza in più: la realtà è che i benefici della nuova piattaforma a 64 bit probabilmente si vedranno più avanti. La nuova piattaforma sembra più una mossa per preparare un ecosistema valido per iPhone6 che un vero vantaggio immediato per chi compra oggi il 5s. Vedremo poi più avanti in questo articolo un po’ di “esperimenti” con le App maggiormente ottimizzate per la nuova piattaforma se e quali differenze sono percepibili tra il 5 e il 5s. Di certo, all’avvio, il sistema impiega circa tre secondi in meno per caricarsi sull’iPhone 5s rispetto al 5; altra cosa che colpisce è la resa molto differente nell’inquadratura nella app Fotocamera: nell’iPhone 5 è abbastanza evidente un certo lag nel mirino sul display (spostando l’inquadratura, l’immagine sul display muta con un piccolo ritardo) che praticamente scompare completamente su iPhone 5s. Senza andare a cercare con il lanternino prestazioni maggiori, i vantaggi attuali del nuovo processore finiscono qui, anche se siamo certi che saranno destinati ad aumentare con il rilascio di applicazioni ridisegnate per l’architettura a 64 bit. La batteria, dal canto suo, non mostra drastici miglioramenti: al nostro confronto, a parità completa di configurazione e di utilizzo, quella del 5s è parsa più brillante dei quella del 5, ma probabilmente sulle prestazioni di quest’ultimo pesa l’annetto di vita “intensa” dell’esemplare in nostro possesso. Ci sembra quindi di poter dire che la batteria (che nel 5s è stata potenziata) offre prestazioni sostanzialmente simili a quella del predecessore: probabilmente il nuovo processore e soprattutto il Touch ID, che di fatto è quasi sempre in “preallerta”, aumentano di quel poco i consumi tanto da rendere l’esperienza della durata praticamente equivalente: con un utilizzo assiduo, ma non ossessivo, a sera bisogna mettere lo smartphone sotto carica. segue a pagina 29 tEST Apple iPhone 5S n.79 / 18 novembre 2013 e illuminato quasi esclusivamente dal flash. segue Da pagina 28 La fotocamera 8 megapixel, ma tutti nuovi Apple non partecipa alla corsa ai megapixel nel comparto fotografico: la nuova fotocamera dell’iPhone 5s resta da 8 megapixel anche se è largamente riprogettata. Cambia il sensore: con un gap ridotto tra pixel e pixel, offre una superficie sensibile maggiorata del 15%; il tutto si traduce in una sensibilità migliorata e un’apertura massima che arriva a f/2.2 contro gli f/2.4 dell’iPhone 5 (e anche del 5c). Le novità più importanti però L’effetto del nuovo flash c’è e si vede, come accennavamo, soprattutto nei toni della pelle, più rosei e naturali, anche un po’ meno “sparati”. Un miglioramento quindi decisamente gradito, seppur non decisivo: le foto con il flash sono comunque – almeno dal nostro punto di vista – foto di “servizio”, non certo foto con alcuna velleità artistica, in cui la qualità dei toni della pelle finisce per essere secondaria. Dal confronto delle fotografie che abbiamo scattato con i due iPhone 5 e 5s, appare anche chiaro che il 5s disponga di una focale leggermente più corta (in pratica ha un’ottica un po’ più grandangolare) e questo non è male, anche se lo zoom, che è solo digitale, ne risulta leggermente penalizzato, dato che la risoluzione resta ferma a 8 megapixel. Veniamo ora alle nuove potenzialità di scatto: ora iPhone gestisce lo scatto a raffica a 10 scatti al secondo e lo fa bene (nel video qui sotto, mostriamo la funzionalità). In pratica le fotografie scattate in una singola raffica non sono singoli elementi nel rullino fotografico ma vengono raggruppate in una sono altre due: il flash TrueTone e le potenziate capacità di scatto a raffica e ad altro frame rate. Partiamo con il flash: ora è composto da due unità led accoppiate, una dal classico tono freddo e l’altra più calda. Il telefono compone le due luci per ottenere un’illuminazione sempre naturale, soprattutto degli incarnati che altrimenti risultano molto freddi. Ecco un esempio di foto scattata con iPhone 5s e con iPhone 5 per confrontare l’effetto del flash: si tratta di uno scatto realizzato in scura penombra torna al sommario sola “icona”: lo smartphone si occupa anche di analizzare tutti gli scatti e selezionare quello che, secondo il sistema esperto contenuto nel sistema operativo, è il migliore; l’utente poi può selezionare altri scatti preferiti, cancellare le immagini “superflue” oppure conservarle indefinitamente a seconda della volontà o meno di liberare spazio. Inoltre, l’iPhone 5s è anche in grado di girare filmati a frame rate quadruplicato, dai 30 fps standard a 120 fps (ma solo a 720p, non in Full HD), in modo tale da creare contenuti facilmente utilizzabili per riprese a rallentatore. Lo stesso sistema operativo in fase di riproduzione del filmato permette di selezionare un’area centrale in cui impostare il playback rallentato, in maniera decisamente scenica. I filmati poi vengono comunque memorizzati a 120 fps e possono essere utilizzati in applicativi esterni o app di montaggio video per eventuali output in ralenty. Nel filmato qui sotto, la sequenza di come si gestisce la funzione moviola. estratto da dday.it Special edition iPhone 5S La funzione “moviola” del nuovo iPhone I video “moviola”, come dicevamo, sono girati a 120 fps ma, se si scaricano i file dal rullino, si tratta di video riprodotti a velocità naturale e non rallentata. Dal rullino è però possibile condividere il video con la parte centrale rallentata per esempio su YouTube e così mostrarlo agli amici anche fuori dal telefono, come per esempio abbiamo fatto noi qui sotto: iPhone 5S Condivisione di video su YouTube iPhone 5S La funzione “raffica” del nuovo iPhone La funzione della videocamera a 120 fps non è appannaggio della sola app Fotocamera, nativa di iOS, ma è a disposizione di app di terze parti. Absegue a pagina 30 estratto da dday.it n.79 / 18 novembre 2013 Special edition tEST Apple iPhone 5S segue Da pagina 29 nazione, il cielo è rappresentato in maniera uniforme malgrado una porzione della foto sia in favore di sole e l’altra in smaccato contro-luce. Il Touch ID: il lettore di impronte “naturale” Il tasto home dell’iPhone 5s cambia look: ora è circondato da un anello cromato e non ha più l’icona quadrata con gli angoli curvi. Ma quello che cambia è la funzionalità: alla classica funzione iPhone 5S Come funziona il Touch ID torna al sommario La funzione Panorama corregge l’esposizione delle singole sezioni per rendere l’immagine più naturale del tasto home si aggiunge il “Touch ID”: si tratta di un lettore di impronte digitali che permette al proprietario di sbloccare il telefono senza inserire alcun codice o fare nessuna gesture. Il classico codice di quattro cifre di iOS resta comunque se non si vuole usare l’impronta digitale o anche solo in caso di non corretto riconoscimento dell’impronta. Un paio di cose molto interessanti: contrariamente ai classici lettori di impronta digitale, non è necessario strisciare il dito su una barretta di scansione, ma basta appoggiarlo sul tasto; l’altro aspetto notevole è che non importa la direzione di appoggio: il sensore funziona quindi anche con impugnature diverse, il che rende l’utilizzo del Touch ID molto naturale. In pratica, il sensore inizia a riconoscere (o disconoscere) il dito sul tasto sin da quando questo viene appoggiato, anche se il tasto non viene premuto. Il processo di riconoscimento dura meno di un secondo così, se si imparano bene i tempi, basta appoggiare il dito sul tasto e premerlo dopo qualche istante per andare direttamente alla schermata home, senza neppure passare dallo schermo di blocco. In alternativa, basta premere immediatamente: compare la schermata di blocco e dopo pochi istanti scompare per lasciar spazio alla schermata home. L’impronta si memorizza in meno di un minuto con successivi appoggi del dito sul tasto-sensore: in questo modo il telefono cattura diverse “pose” dell’impronta ed è quindi pronto a reagire correttamente a diversi appoggi e a correggere eventuali imprecisioni di lettura. Le impronte memorizzabili sono cinque: consigliamo di utilizzarne quattro per i due pollici (impugnatura del telefono con destra e sinistra) e per i due indici (sblocco del telefono appoggiato su un piano); in questo modo si intercettano più o meno tutti gli scenari di normale utilizzo. Resta un banco di memoria che per esempio può essere riservato al dito di un familiare. Dopo pochi minuti di utilizzo, il Touch ID risulta subito naturale, come se si fosse sempre sbloccato il telefono in questa maniera. In pratica non comporta quasi nessun disagio rispetto a un iPhone senza blocco con il vantaggio di averlo però messo in sicurezza nei confronti di terzi. Infatti, lo scenario tipico dell’utilizzatore di smartphone è non impostare il blocco del telefono per non dover continuamente ripetere la sequenza numerica o la gesture di sblocco; in questo modo, invece, l’attivazione del blocco è efficace e indolore. Un vero passo avanti, la novità che riteniamo più significativa del nuovo iPhone. LTE: finalmente un supporto completo del 4G L’iPhone 5 supportava le reti cellulari di nuova generazione (LTE o 4G) ma per l’Italia solo limitatamente alla banda del 1800 MHz, una delle tre autorizzate nel nostro Paese; quelle a 1800 sono peraltro le prime reti partite e quindi nessun problema: dove c’è copertura LTE al momento c’è compatibilità con iPhone 5. Ma il futuro potrebbe essere un po’ diverso: infatti le reti a 800 MHz, che penetrano meglio all’interno degli immobili, potrebbero essere importanti per la copertura soprattutto delle zone densamente urbanizzate. L’iPhone 5s espande le bande gestite e supporta tutte le frequenze “italiane” di LTE. Attenzione, però: i modelli di iPhone 5s venduti nelle diverse parti del mondo non sono perfettamente identici, cambia proprio il supporto delle bande radio. Questo vuol dire che, acquistandolo per esempio negli Stati Uniti, si porta a casa un iPhone non pienamente compatibile con le bande italiane: i 2600 MHz, per esempio, non sono gestiti. La versione venduta in Italia, compatibile con tutte le bande licenziate nel nostro Paese, ha la denominazione A1457. Le app ottimizzate c’è ancora lavoro da fare Abbiamo scaricato e utilizzato diverse App che dichiarano di essere già ottimizzate per il nuovo processore A7 e alcune anche pronte all’utilizzo del coprocessore M7. Gli elementi che emergono chiari sono due: l’iPhone 5s ha potenza davvero da vendere e le performance sono di vera eccellenza; parallelamente va detto che iPhone 5 (e di conseguenza anche il 5c che ne condivide buona parte dell’architettura) va altrettanto bene. Le uniche vere differenze le abbiamo percepite nei microsegue a pagina 31 biamo quindi provato qualche app aggiornata utilizzata per esempio per l’analisi di attività sportive, come SloPro o UberSense: il risultato è che l’effetto rallentatore è decisamente migliorato rispetto a quello ottenibile per sola interpolazione con iPhone 5, tanto da fare di questo 5s la scelta ideale per gli allenatori, soprattutto per gli sport individuali. Una delle altre innovazioni del comparto fotografico di iPhone 5s è una migliorata funzione panoramica che riesce a correggere l’esposizione delle singole porzioni di immagini equiparandole in modo da non far vedere stacchi sensibili né incongruenze cromatiche. Effettivamente le promesse sono mantenute: nello scatto qui sopra, catturato sull’Alpe di Siusi in un giorno di fortissima illumi- tEST Apple iPhone 5S segue Da pagina 30 dettagli della grafica di alcuni giochi, dettagli che comunque bisogna andare a cercare e che non sono visibili così a prima vista. Infatti, va detto che i miglioramenti del motore grafico e della potenza di calcolo connessa alla computer graphic dei giochi, finisce per essere spalmata su un display da 4”, probabilmente troppo piccolo per poter godere di tutti i contributi del nuovo A7. Abbiamo provato diverse applicazioni su iPhone 5s, testandole in parallelo su iPhone 5, e precisamente le seguenti: Tutte le attività svolte su queste app si sono rivelate molto fluide e veloci, sia su iPhone 5 che sul 5s. Il rendering dei video su iMovie è durato qualche secondo meno sul nuovo smartphone; quanto alle altre attività, l’impressione è che i tempi uomo siano nettamente superiori ai tempi macchina oramai raggiunti e garantire a app come Pages o Numbers della potenza in più possa essere un esercizio sterile: ci mette di più l’utente a reagire che il sistema. Anche con app dalla spiccata vocazione multimediale, come GarageBand, non abbiamo registrato differenze rilevanti tra le prestazioni dei due telefoni. Interessanti le prestazioni del processore M7 che abbiamo rilevato con Arugs: la app funziona • Le app Apple che vengono concesse gratuitamente ai possessori dei nuovi device (come l’iPhone 5s), ovverosia iMovie, GarageBand, Keynote, Pages e Numbers; • Djay 2: un’app a pagamento per divertirsi con una consol mixer e due piatti, virtuali ovviamente; • Sing!: un’app per fare karaoke e registrare le proprie performance, con tanto di effetti alla voce; • Creature Show: un app che permette di posizionare e illuminare dei sofisticati modelli 3D sovrapponendoli a uno sfondo reale; • Pixlr Express: un’app per il ritocco e l’applicazione di effetti su immagini fotografiche; • Galaxy on Fire 2 HD: un gioco di avventure spaziali, tra astronavi e battaglie intergalattiche; • Total Conquest: un gioco di simulazione e strategia di battaglia all’epoca degli antichi romani • Argus: un’app che traccia i movimenti e i comportamenti sfruttando soprattutto il coprocessore M7 per consumare poca energia. torna al sommario n.79 / 18 novembre 2013 bene e non consuma molta batteria, anche se di fatto si tratta di un utilizzo del coprocessore molto basico, equivalente a quello che fa (bene) il braccialetto Up di Jawbone, tanto per fare un esempio. Crediamo che quello che abbiamo visto fino ad oggi sia solo la punta dell’iceberg e di fatto si tratti di ottimizzazioni di progetti pensati per le piattaforme precedenti. Man mano che gli sviluppatori penseranno a come sfruttare davvero la potenza dell’A7 e la comodità del coprocessore M7, si renderanno disponibili nuovi concept di app che esalteranno le potenzialità della nuova accoppiata Apple. Oggi, le differenze in termini di “potenza di calcolo” percepita dall’utente è ancora limitata rispetto ad iPhone 5; iPhone 5 che, va detto, ancora oggi è avanti per fluidità dell’esperienza di utilizzo anche ad alcuni blasonati competitor di recente uscita sul mercato, anche con il nuovo e più pesante iOS7. La custodia: più di una svista La nuova custodia per l’iPhone 5s ci pare la cosa meno convincente di tutto il pacchetto. Non vogliamo qui tirare fuori il solito discorso di “quando c’era lui (inteso come Steve Jobs, ndr) certe cose non accadevano”, anche perché non condividiamo questo luogo comune. Diciamo solo che Apple negli ultimi anni ci aveva abituato a una cura dei dettagli tale per cui una apparentemente “innocua” custodia pensata in maniera “distratta” ci appare completamente “fuori stile”. Il materiale innanzitutto: il rivestimento superficiale è in pelle, con un minimo di effetto scamosciato; piacevole al tatto ma con un difetto importante: dopo poche ore dal primo utilizzo inizia a sporcarsi e consumarsi. Brutto presentare agli amici e ai conoscenti uno smartphone nuovo, con un look già “vissuto” dopo poche ore dall’acquisto. Probabilmente contribuisce al problema anche la scelta di colori molto “Apple” ma poco adatti alla pelle e quindi molto sporchevoli. La custodia “verde DDAY” in nostro possesso di certo sembra sporcarsi davvero con troppa facilità e non basta la frase stampata sulla confezione (“La custodia è realizzata in pelle naturale all’anilina. Il suo aspetto può cambiare in relazione all’uso”) per convincerci che sia una soluzione ben congegnata: se la si vuole conservare nello stato originale non ci sarebbe altra scelta che usare una custodia della custodia… Ma che la custodia sia stata progettata senza attenzione ai dettagli lo denuncia anche un altro particolare: se si vuole collegare il telefono a un cavo USB o a una docking con connettore 30 pin utilizzando il convertitore 30 pin Lightning originale Apple si scopre che la custodia ne impedisce l’utilizzo. Praticamente due accessori entrambi Apple per il medesimo prodotto che non sono compatibili tra loro. Se si considerano anche le polemiche relative alle custodie in gomma dell’iPhone 5c, giudicate da molti poco curate perché la foratura posteriore mostra solo una parte della scritta “iPhone”, ne esce un quadro in cui evidentemente il team di sviluppo delle custodie non appare all’altezza di quello che sviluppa gli apparecchi. Un fantastico smartphone pensato per chi non ha già iPhone 5 iPhone 5s è uno smartphone eccellente, costoso certo ma che ha ben pochi rivali per fluidità, consistenza dell’interfaccia, sviluppo dell’ecosistema di app e, grazie al TouchID, anche per sensoristica innovativa. Mancano alcune cose per precisa scelta di Apple, come l’NFC o una fotocamera con più megapixel. Per un marchio che da sempre fa della fedeltà dei propri appassionati un punto di forza, il paradosso è che l’iPhone 5s è più d’appeal per chi viene da altre piattaforme o ha un iPhone un po’ datato. Chi viene invece dall’iPhone 5 difficilmente potrà trovare sufficienti motivi per migrare al nuovo modello, a meno di non riuscire a vendere a ottimo prezzo il “vecchio” esemplare. Peraltro, oramai, per i tanti che acquistano il telefono tramite gestori telefonici, il vincolo è di 30 mesi: lanciare un prodotto più avanzato a 12 mesi dal lancio di iPhone 5 causerebbe la frustrazione di chi vorrebbe cambiare ma non è ancora libero. Quindi questo iPhone 5s è uno splendido smartphone per chi deve fare un upgrade importante ma non per chi vorrebbe arrivarci da iPhone 5: in tal caso, a meno di non essere “super-impallinati”, conviene aspettare la prossima generazione. Nel frattempo l’iPhone 5s avrà l’indiscusso merito – almeno nell’ottica di Apple - di spingere gli sviluppatori a creare un nuovo ecosistema a 64 bit e ottimizzato per i nuovi processori per preparare il campo per iPhone 6: ormai è chiaro a tutti che l’attrattività di uno smartphone non deriva più (solo) dal suo hardware e dal sistema operativo ma dalla quantità e dalla qualità delle app per esso disponibili; e anche dalla compatibilità delle stesse con tutti i terminali della famiglia. E su questo Apple è un’eccellenza indiscussa. estratto da dday.it Special edition Per la tua auto hai scelto interni pregiati. E per la tua casa? Domotica Gewiss. La tua casa full optional. Alla tua auto hai regalato tutti gli accessori che desiderava. E alla tua casa? Se la ami, è ora di farle il regalo che cambierà la tua vita: un impianto domotico Chorus di Gewiss. Così potrai rendere più prezioso ogni ambiente della tua casa e vedere realizzato ogni tuo desiderio. 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Ma in realtà si tratta di una sofisticata stazione meteo pensata soprattutto per gli abitanti delle città e che si appoggia a smartphone o tablet per comunicare ed essere comandata. Urban Weather Station di NetAtmo (un prodotto visto per la prima volta sotto forma di prototipo al CES 2012 di Las Vegas) ha la caratteristica chiave di tracciare non solo i classici parametri meteo (temperatura e umidità) ma anche i principali inquinanti: il PM10 (le famigerate polveri sottili) e il diossido d’azoto per l’ambiente esterno, e l’anidride carbonica per gli ambienti interni. L’altra caratteristica che differenzia questo apparecchio NetAtmo dalle stazioni meteo comuni è che non solo è in grado di fornire tutti i dati istantanei ma tiene traccia dello storico, anche quando l’app di controllo è chiusa, e successivamente è in grado di dare accesso a tutti i dati, anche sotto forma di grafico. Infatti, una delle trovate geniali dell’apparecchio è che l’unità interna non è collegata a un PC ma si collega a Wi-Fi (che è un requisito necessario per usare questo prodotto) e a sua volta si collega all’unità esterna che va a batterie: il dialogo avviene quindi autonomamente tra la stazione meteo e i server di NetAtmo che così tengono traccia e memorizzano tutti i dati. Ma non solo, la stazione meteo, sempre attraverso i server di NetAtmo, è in grado di lanciare alcune notifiche o allarmi al proprio “padrone”, a prescindere da dove lui si trovi: infatti, sarà la app a creare una notifica sullo smartphone o sul tablet; ovviamente gli allarmi e le notifiche (per esempio CO2 interna sopra un certo livello o temperatura esterna sotto un determinato limite) possono essere configurate dall’utente. Allo stesso modo, l’utente può interrogare la propria stazione meteo da dovunque si trovi nel mondo (a patto di avere un collegamento a Internet) via app, su smartphone e tablet, o da qualsiasi PC attraverso il sito Web di NetAtmo. fonti di calore, e l’altro da sistemare all’esterno, se possibile non in punti di esposizione solare diretta e protetto dalla pioggia. L’unità interna necessità di alimentazione elettrica attraverso un alimentatore USB (l’interfaccia USB viene utilizzata solo per la prima installazione), mentre quella esterna va con due batterie ministilo (le prime due sono già in dotazione, durata prevista di carica circa sei mesi). La prima cosa da fare è crearsi un account sul sito di NetAtmo (www.netatmo.com): la cosa è indispensabile proprio perché poi la stazione comunica con i server NetAtmo via Internet e non direttamente con i device (smartphone e tablet) in rete locale; la registrazione è comunque “light” e richiede solo il classico meccanismo di verifica dell’email. Lo step successivo è il collegamento della stazione interna a un PC via USB: l’utilità è solo quella di accoppiare la stazione (con il suo seriale) all’account creato. Ovviamente ogni utente può avere anche più di una stazione meteo (per esempio una per l’abitazione principale e una per la casa delle vacanze) oppure è anche possibile utilizzare nella stessa abitazione più di un’unità interna per monitorare diversi ambienti, mentre quella esterna resta singola. Una volta registrata l’unità interna (e posizionata quella esterna con le batterie a bordo), si può interrompere la connessione USB e mettere l’unità nella sua posizione finale. Da quel momento in poi la stazione inizia a catturare e memorizzare i dati, interni ed esterni. segue a pagina 34 n.79 / 18 novembre 2013 tEST Stazione meteo NetAtmo segue Da pagina 33 Clima e inquinamento (anche acustico): tutto sotto controllo I parametri misurati dall’unità interna sono temperatura, umidità, pressione atmosferica, anidride carbonica e pressione sonora; l’unità esterna invece fa una valutazione sintetica della qualità dell’aria, misurando inquinanti come PM10 e NO2, oltre che rilevare temperatura e umidità. Il pannello principale della app NetAtmo riporta tutti i valori correnti dei parametri rilevati, aggiungendo anche le temperature minime e massime rilevate nel giorno (sia interne che esterne) e la temperatura percepita. Due barre colorate, che diventano rosse man mano che il valore cresce, danno un’indicazione visuale della qualità dell’aria: se l’aria interna si degrada, mentre quella esterna è accettabile, il sistema consiglia immediatamente di cambiare l’aria. Se, invece, l’aria esterna è inquinata, tanto da peggiorare le caratteristiche rilevate dell’atmosfera interna, l’app sconsiglia di arieggiare l’ambiente, almeno per il momento. Di ognuno dei parametri rilevati è possibile vedere l’andamento storico in un grafico, che può essere utile per capire la tendenza in atto del meteo e valutare per esempio l’influsso della presenza di persone sul microclima interno. La navigazione nel grafico è semplicissima (basta scorrere con un dito), mentre con il classico “pizzicotto” si può aumentare o diminuire la scala e quindi visualizzare la finestra temporare desiderata. Tutti gli eventi particolari, che possono essere definiti nelle impostazioni della app, possono essere anche condivisi su Facebook e Twitter. Esistono poi anche delle app di terze parti (invero non molte) che possono accedere ai dati della stazione NetAtmo per fornire servizi aggiuntivi: citiamo tra queste Weather Pro, che lega le informazioni della stazione meteo alle previsioni del tempo generali. torna al sommario iOs e Android ufficiali, Windows Phone di terze parti Questa stazione meteo è originale e ben funzionante, ma la sua valutazione non può essere fatta senza considerare l’interfaccia utente. Il controllo e l’accesso ai dati può essere fatto anche via PC, con un comune browser. Ma non c’è dubbio che il compagno ideale per NetAtmo sia l’app su smartphone o meglio ancora su tablet. L’app ufficiale (ben congegnata) è disponibile per piattaforma iOS (anche ottimizzata per iPad) e Android (almeno 4.0); per i possessori di Windows Phone esiste una app di terze parti (Netatmo WP) che offre tutti i dati catturati dalla stazione in una grafica a tile tipica di questo sistema operativo: non abbiamo provato questa app e quindi ci asteniamo da qualsiasi commento. Chi vuole, invece, elaborare i dati al di fuori della app ha a disposizione una funzione di esportazione in Excel ben congegnata: l’esportazione riguarda tutti i dati catturati (o solo alcuni, a scelta dell’utente) in un periodo di tempo indicato dall’utente. Nella foto sopra un esempio di esportazione. Il giusto bilanciamento tra meteo e controllo dell’inquinamento La nostra prova è stata condotta prevalentemente su iOS, sia su iPhone sia iPad: l’interfaccia è simile, anche se ovviamente su smartphone risulta “scalata” e non offre tutte le informazioni in una singola schermata, come invece avviene su tablet. Intelligente (anche se già vista) la soluzione gra- zie alla quale basta ruotare di 90° lo smartphone in modalità landscape per passare dal dato numerico ai grafici dei dati storici. Difficile chiedere di più a una app di questo tipo: è chiara e intuitiva; l’help attivabile in sovraimpressione per capire il tipo di dati esposti sull’interfaccia non servirebbe neppure. Chi si aspetta una stazione meteo “ortodossa” sbaglierebbe prodotto: ci sono stazioni meteo di altri produttori che rilevano molti più parametri, come la quantità di precipitazioni, l’intensità del vento e così via. Dal punto di vista strettamente meteo la soluzione NetAtmo è “semplice”: temperatura, pressione e umidità sono il minimo sindacale per gli appassionati di meteorologia. Ma a questo, la Urban Weather Station aggiunge appunto la parte “urbana”: inquinamento esterno e interno, atmosferico ed acustico. Certo, è pur sempre una prima generazione e qualche limite di gioventù si vede, non tanto nella stabilità che ci è parsa ottima, ma nelle funzioni che potrebbero essere facilmente aumentate: per esempio un dato interessante potrebbe essere l’inquinamento acustico esterno, che ci darebbe un ulteriore importante elemento sull’opportunità o meno di aprire le finestre; allo stesso modo, l’aggiunta di qualche accessorio (magari in arrivo nei prossimi mesi) come l’anemometro, potrebbe completare le informazioni. Una nota, non (ancora) positiva, riguarda il lato più social della stazione NetAtmo: il sistema, centralizzando i dati di tutti gli utenti su un server, è fantastico per mostrare a tutti la situazione meteo sul territorio. Negli Stati Uniti già funziona così: è possibile navigare delle mappe sulle quali sono distribuite le icone di ogni stazione esterna connessa: non a caso la app ti chiede se vuoi essere “contributor”, ovverosia se accetti di dare accesso a tutta la community ai dati della tua stazione esterna, in modalità anonima. In questo modo ogni “socio” NetAtmo può vedere la situazione meteo su tutto il territorio, tanto dettagliata quanto saranno diffuse queste stazioni; il risultato è un sofisticato sistema di rilevamento del clima e soprattutto dell’inquinamento sul territorio, tanto capillare quanto lo sarà la diffusione di queste stazioni. Immaginiamo che questo servizio, già attivo in altri Paesi, arriverà anche in Italia non appena il numero delle stazioni distribuite sul territorio diventi accettabile, altrimenti ci si troverebbe di fonte a mappe quasi sempre “deserte”. La Urban Weather Station costa al pubblico 169 euro, un cifra non banale, ma che giudichiamo commisurata alla tecnologia integrata. Un gadget, forse, ma molto bello; un perfetto regalo di Natale, divertente e al contempo utile alla salute e che permette di controllare al meglio il proprio ambiente abitativo. Non a caso il secondo prodotto della NetAtmo, in arrivo, è proprio un termostato intelligente e interfacciato a smartphone. estratto da dday.it Special edition estratto da dday.it Special edition n.79 / 18 novembre 2013 tEST Panasonic rinnova la sua mirrorless di fascia alta, realizzando una fotocamera davvero completa e dal giusto look retrò Lumix GX 7: la micro quattro terzi che mancava Per la fotocamera GX7 un nuovo sensore, un nuovo processore e tante funzioni: le abbiamo “provate tutte” di Paolo Centofanti L a nuova Lumix GX7 non apre a una nuova categoria di prodotto, come l’appena annunciata GM1 di cui vi abbiamo parlato poche settimane fa, ma rappresenta l’evoluzione della GX1, la prima Micro Quattro Terzi di Panasonic dedicata agli appassionati di fotografia che cercano una macchina leggera, portatile, ma con la stessa versatilità di una reflex semi professionale. Panasonic, ha aggiunto con la GX7 diverse migliorie, sia a livello di ergonomia, che di componenti e funzionalità, realizzando una mirrorless davvero completa e versatile e dal giusto look retrò. Design ed ergonomia torna al sommario La GX7 propone un bel design che sa di macchine di un tempo, con un guscio in lega di magnesio davvero solido e un grip in gomma morbida, perfettamente dimensionato e che offre un’ impugnatura salda e comoda. Si tratta di una macchina che restituisce un’ottima sensazione di robustezza, anche nel peso di circa 400 grammi del solo corpo. Il modello in prova, la GX7C, è quello corredato dell’ottimo 20 mm F1.7, e arriva con finitura argento e nera, mentre gli altri kit (solo corpo o con il nuovo 14 - 42 mm) hanno il corpo completamente nero. Abbiamo visto entrambe le versioni e questa è decisamente quella più bella. La grossa novità della GX7, e che non passa inosservata, è il mirino elettronico integrato. Utilizza un piccolo display LCD da 1024x768 pixel e ha la caratteristica di essere orientabile verso l’alto, permettendo così di poter sfruttare il mirino in un gran numero di situazioni. L’oculare è provvisto di un sensore di prossimità che spegne automaticamente il display e attiva il mirino quando avviciniamo l’occhio. Il display è invece in formato 3:2 con una diagonale di 3 pollici e ha la particolarità di essere inclinabile quasi a 90 gradi verso l’alto e a 45 gradi verso il basso, offrendo anch’esso una buona versatilità in quasi tutte le situazioni di scatto. Per quanto riguarda i controlli, Panasonic offre agli appassionati ampie possibilità di customizzazione dei quattro tasti funzione fisici, a cui si aggiunge anche il sistema a doppia ghiera per avere la massima padronanza dei parametri di scatto. In modalità manuale, le due ghiere sono dedicate all’impostazione di tempi e apertura, ma anche nelle altre impostazioni di scatto tornano utili perché quella a portata di pollice controlla anche la compensazione dell’esposizione. C’è un pratico selettore per passare da fuoco automatico a manuale, Curiosamente il mirino è in formato 16:9 e così il più delle volte non viene sfruttato in tutta la sua larghezza. Piccolo display LCD da 1024x768 pixel orientabile Sistema a doppia ghiera per avere la massima padronanza dei parametri di scatto La GX7C ha in dotazione il nuovo sensore Live MOS da 16 Megapixel con tasto integrato per il blocco di fuoco e/o esposizione, e c’è il tasto dedicato per la registrazione del video. I tasti a croce sono dedicati ad alcune delle funzionalità di utilizzo più frequente come il tipo di messa a fuoco, gli ISO, il bilanciamento del bianco e il tipo di scatto (singolo, raffica, ecc.). Una volta presa confidenza con i tasti e la logica dei menù funzione, si può apprezzare la buona disposizione di tutti i controlli. Sul versante delle connessioni, la GX7 è dotata di Wi-Fi e NFC integrati che consentono di controllare completamente la macchina tramite l’apposita app per Android e iPhone. Sulla sinistra del display c’è uno sportellino che dà accesso all’uscita HDMI, al connettore per le uscite analogiche e un ingresso per un telecomando. Curiosamente su una macchina di fascia alta e con Oltre ai connettori “fisici” GX7 è dotata di WiFi e NFC integrati Il display è in formato 3.2 e può essere inclinato quasi a 90 gradi verso l’alto e 45 gradi verso il basso ottimi controlli anche per il video, manca un ingresso per un microfono esterno, una vera pecca. Live MOS più sensibile e un fulmine di otturatore Venendo alle caratteristiche tecniche, come avevamo già visto nella nostra anteprima, Panasonic ha sviluppato il nuovo sensore Live MOS da 16 Megapixel, concentrandosi su alcuni degli aspetti più critici del formato micro quattro terzi: sensibilità e rumore ad alti ISO. Per far questo Panasonic ha ridotto dimensioni del wiring e dei transistor e portato sul chip del sensore anche la conversione A/D, utilizzando così direttamente un’interfaccia digitale per il trasferimento del segnale. Il risultasegue a pagina 36 tEST Panasonic Lumix GX 7 segue Da pagina 35 BOX 1: Scatti effettuati in condizione di scarsa luminosità in AMBIENTI ESTERNI (clicca per ingrandire) F1.7, 1/20 sec, ISO 3200 F1.7, 1/25 sec, ISO 3200 F1.7, 1/50 sec, ISO 1600 F5, 8 sec, ISO 3200 Funzioni complete, menù affollati La GX7 si rivolge all’utente che cerca una macchina versatile e ricca di funzionalità e ciò è ben rispecchiato dai menù estremamente completi. Come al solito abbiamo due gerarchie di menù: quello veloce per i parametri di scatto richiamati più di frequente, e quello completo da cui possiamo configurare ogni aspetto della fotocamera. Panasonic Lumix GX7 offre svariate opzioni per la messa a fuoco Un controllo delle curve consente di “giocare” sulla gamma delle ombre e delle alte luci to, stando a quanto dichiarato da Panasonic, è un incremento del 10% della sensibilità rispetto alla GX1 e un guadagno di 6 dB sul rapporto segnale/ rumore in lettura. Il miglioramento nella sensibilità va a beneficio anche dell’autofocus a contrasto, che con una sensibilità di -4EV e lettura a 240fps permette un ottimo funzionamento dell’automatismo anche in condizioni di scarsa luminosità. Altra grossa novità introdotta da Panasonic con la GX7 è la stabilizzazione ottica su sensore, che permette così di utilizzare con migliore efficacia gli obiettivi micro quattro terzi di Olympus, oltre in generale tutti quelli privi di stabilizzazione. Lo stabilizzatore della GX7 è però solo a due assi, a differenza di soluzioni più sofisticate come quella della stessa Olympus, e si attiva unicamente in presenza di ottica non stabilizzata: in caso di stabilizzatore sull’obiettivo, quello integrato si disattiva. Nuovo anche l’otturatore, che per la prima volta su una Lumix micro quattro terzi consente di arrivare a 1/8000 con flash sync a 1/320, pareggiando così i conti con l’Olympus PEN E-P5. n.79 / 18 novembre 2013 torna al sommario Sulla ghiera delle modalità di scatto abbiamo tre programmi customizzabili, a cui corrispondono altrettante memorie anche per tutte le impostazioni del menù principale. Il menù principale ha solo cinque sezioni e quasi tutte le impostazioni di scatto sono raccolte nella prima, che diventa quindi lunghissima con sette pagine. Ben gestito, invece, il menù di accesso veloce. Tra le nuove funzionalità probabilmente quella più gradita è il peaking per aiutarci nella messa a fuoco in modalità manuale, utilissimo sia per l’utilizzo di ottiche con fuoco manuale o di altri tempi, che in generale in modalità video, dove l’autofocus continuo a contrasto è decisamente meglio disabilitarlo. Altra novità è la modalità silenziosa dell’otturatore, che essenzialmente passa all’otturatore elettronico e disabilità qualsiasi suono, una funzione utile in diversi ambiti. Un aspetto su cui ha posto l’accento Panasonic quando ha svelato la GX7 è quello delle possibilità di elaborazione di immagine in macchina, ad esempio, un controllo mirato delle curve consente di giocare sul gamma delle ombre e delle alte luci. Questa regolazione, in abbinamento al profilo personalizzato di immagine, che permette a sua volta di regolare contrasto e nitidezza, saturazione e riduzione del rumore, consente di creare un proprio stile fotografico da utilizzare in un’intera sessione o tutte le volte che desideriamo. Abbiamo poi 8 filtri creativi e ben 24 programmi di esposizione automatica, che spaziano tra situazioni di ogni tipo. Alcune di queste modalità si sovrappongono e così, ad esempio, per scatti in bianco e nero possiamo scegliere tra stile imma- gine, modalità scene e filtri creativi: forse un po’ troppo. Ottima in tutte le situazioni La GX7 si ferma a una risoluzione di 16 Megapixel, inferiore a quanto offrono altri concorrenti magari, ma alta quanto basta per la maggior parte degli utilizzi e soprattutto proporzionata alle dimensioni del sensore. Il formato micro quattro terzi ha una dimensione inferiore rispetto al sempre più comune APS-C, quest’ultimo ritenuto superiore soprattutto per quanto riguarda la resa ad alti ISO e in termini di gamma dinamica. Quanto Panasonic è riuscita a colmare questo gap? Cominciamo allora proprio con degli scatti effettuati in condizioni più critiche di luminosità (Vedi box 1). La GX7, accoppiata al luminosissimo pancake di Panasonic, a 3200 ISO produce immagini perfettamente utilizzabili in quasi tutte le condizioni di luminosità che abbiamo provato. Tiene sufficientemente il dettaglio e il rumore diventa davvero fastidioso solo andando a guardare le fotografie al 100% dell’ingrandimento. Tutto questo con i JPEG effettuati dalla macchina, in attesa dell’arrivo del supporto RAW nei software più utilizzati. La sensibilità ci è parsa notevole. Si noti nello scatto del cielo stellato (in basso a destra nel box 1), con l’inquinamento luminoso della città, come sia possibile risolvere la galassia di Andromeda, invisibile a occhio nudo in queste condizioni, con tempi di posa tutto sommato ridotti. La resa della GX7 in condizioni di scarsa luminosità, ma meno estreme, è senza dubbio molto buo- estratto da dday.it Special edition estratto da dday.it Special edition n.79 / 18 novembre 2013 tEST Panasonic Lumix GX 7 segue Da pagina 36 na come testimoniato da alcuni scatti realizzati in interno, che mostrano buona pulizia e livello di dettaglio molto buono (Vedi box 2). In queste situazioni la messa a fuoco automatica è risultata essere sempre precisa e puntuale, nonostante il 20 mm di Panasonic non sia rinomatamente un fulmine da questo punto di vista. In condizioni “normali” (Vedi box 3), la GX7 offre immagini di sicuro impatto: dettagliate, pulite, equilibrate e contraddistinte da una buona dinamica. Durante il tempo che abbiamo speso con la fotocamera non abbiamo mai incontrato problemi con l’autofocus, e una volta familiarizzato con la disposizione dei controlli, abbiamo potuto apprezzare l’ottima ergonomia. Il 20 mm F1.7 di Panasonic permette di ottenere bellissimi “sfuocati” che non hanno nulla da invidiare ai sensori più grandi. Come è possibile vedere dagli scatti, la resa cromatica è molto BOX 2: Scatti effettuati in condizione di scarsa luminosità in AMBIENTI INTERNI (clicca per ingrandire) F1.7, 1/15 sec, ISO 800 buona, e anche il dettaglio espresso dal sensore da 16 Megapixel è davvero ottimo. Per quanto riguarda il video la resa è davvero ottima, vista anche la possibilità di riprendere fino a 1080p a 50 fotogrammi al secondo, sia in MP4 che in AVCHD, in entrambi i casi con bitrate fino a ben 28 Mbit/s. La macchina è dotata di una modalità video completamente manuale, oppure è possibile premere il pulsante di registrazione per riprendere in qualunque modalità di scatto. In questo caso l’autofo- cus, se mantenuto in modalità continua, in molte situazioni si metterà a focheggiare di continuo creando evidentemente un effetto indesiderato come in alcune sequenze della clip seguente: Panasonic Lumix GX7 Questo video mostra l’ottima pulizia e dinamica della registrazione video anche durante la notte. Il video seguente è stato montato da clip riprese in 50p. Si noti come si faccia sentire l’assenza di stabilizzazione ottica nel video. Confronto ISO a F13 crop 100%: ISO 3200 a destra e 6400 a sinistra (clicca per ingrandire) BOX 3: Scatti effettuati in condizione di BUONA luminosità in AMBIENTI ESTERNI (clicca per ingrandire) Panasonic Lumix GX7 MP4 Full HD 50p, manual focus Conclusioni torna al sommario F1.7, 1/400, ISO 200 F5.6, 1/100, ISO 200 F3.2, 1/200, ISO 200 F8, 1/60, ISO 250 La nuova Lumix GX7 è senza dubbio un’ottima fotocamera. Il sistema micro quattro terzi offre una delle più ampie selezioni di ottiche intercambiabili e l’inclusione dello stabilizzatore sul corpo macchina. Il nuovo sensore, porta la GX7 per qualità di immagine, sullo stesso piano delle migliori fotocamere del panorama micro quattro terzi e riduce ulteriormente il gap in termini di sensibilità e contenimento del rumore rispetto ai sistemi con sensore più grande. Le concorrenti ideali della GX7 potrebbero essere la E-P5 di Olympus, sulla quale vince per la presenza del mirino elettronico, una caratteristica che attirerà molti appassionati di fotografia, o ancora la E-M1 della gamma OMD, che però si pone su una fascia di prezzo superiore ed è la micro quattro terzi da battere. La GX7 con obiettivo 20 mm ha un costo di 1.199,99 euro di listino, 999,99 per il solo corpo macchina e 1099,99 con il 14 - 42 mm. MP4 Full HD 25p, autofocus estratto da dday.it Special edition n.79 / 18 novembre 2013 tEST Acer punta sulla semplicità d’uso, dall’inserimento delle due SIM alla gestione delle chiamate su entrambi i numeri Acer Liquid S1: l’enorme phablet Dual SIM Acer Liquid S1, un terminale pensato per chi vuole un apparecchio tuttofare a un prezzo abbordabile di Emanuele Villa I Oltre ai due slot micro SIM c’è anche quello per la micro SD Obiettivo principale da 8.0 Megapixel obiettivo secondario da 2.0 Megapixel re assegnati stabilmente a una SIM o all’altra, cosa che si dimostra utile, appunto, per dividere la sfera lavorativa da quella personale. Per la connessione dati, Liquid S1 utilizza di default quella della primaria, ma permette ovviamente di modificare questa impostazione nelle opzioni di Android. L’ampio display di Liquid S1 è pensato per prendere appunti con semplicità, vedere video, giocare su uno schermo più ampio della norma, ecc, il tutto contenendo i costi il più possibile. Out of the Box: mettiamolo subito alla prova La versione preinstallata di Android è la 4.2.2 l segmento dei phablet, ovvero degli smartphone con dimensione di display “enorme” e simile a quella dei tablet, è sempre molto interessante. L’Acer Liquid S1, che l’azienda propone a 369 euro al pubblico, fa parte di questo segmento: con un prezzo di fascia media, Acer propone un phablet da 5,7’’ con display LCD (non IPS) da 1280 x 720 pixel, basato su Android 4.2 con alcune personalizzazioni Acer, un SoC MediaTek quad-core da 1.5 GHz basato su core Cortex A7, 1 GB di RAM, fotocamera principale da 8 Mpixel e 2 Mpixel per la frontale, oltre alle “solite” caratteristiche tra cui il GPS, il Wi-Fi b/g/n, HSPA+ e lo slot microSD per aumentare lo storage interno, che è di 8 GB. Completa il quadro una batteria da 2400 mAh, il tutto per 195 grammi di peso. Acer punta molto sulla semplicità d’uso, dall’inserimento delle due SIM (per le quali occorre togliere la cover posteriore), alla gestione quotidiana delle chiamate (in ingresso e uscita) su entrambi i numeri. Nel momento in cui Liquid S1 percepisce la presenza della seconda SIM, presenta all’utente una schermata di sintesi delle impostazioni di chiamata e ricezione: le due SIM possono essere attivate contemporaneamente o singolarmente (cosa utile, per esempio, a staccare quella di lavoro in vacanza o dopo una certa ora), la ricezione è ovviamente contemporanea mentre per le chiamate e gli SMS occorre decidere qual è la SIM principale e quale la secondaria: i contatti eventualmente presenti nelle due SIM vengono divisi in rubrica sulla base del colore per non confonderli e sono associati ognuno alla propria SIM; gli altri (quelli provenienti da rubriche in cloud, per esempio), possono esse- torna al sommario La confezione di Liquid S1 comprende, oltre al terminale, gli auricolari (di discreta qualità), caricatore da presa elettrica, cavetto USB/microUSB e, cosa quanto meno inusuale, una seconda cover posteriore bianca, per dare un tocco di personalizzazione al telefono. Per l’inserimento della SIM (o delle SIM) è infatti necessario sollevare la cover posteriore ed estrarre la batteria: oltre ai due slot micro SIM c’è anche quello per la micro SD; positivo il fatto che la batteria sia removibile, meno il fatto che per sostituire la SD si debba “scoperchiare” l’apparecchio. L’ipotesi migliore è acquistare subito una card molto capiente, inserirla e poi non pensarci più, anche perché degli 8 GB di dotazione base, Acer ha provvisto il Liquid S1 di una versione di base di Android 4.2.2 ma con qualche personalizzazione solo 4,66 sono disponibili out of the box, il resto è occupato da Android e app preinstallate. Il telefono dà un’idea di solidità piacevole (d’altronde pesa 195 grammi con la batteria), ma al tempo stesso sono fuori dubbio alcune caratteristiche economiche: la cover posteriore in plastica, il bordino metallico estremamente fine, i tasti fisici sui lati che sembrano un po’ troppo delicati. Il design è “classico”, abbastanza squadrato, con i soli tasti fisici di accensione/stand by e volume e un retro finemente curvo, che facilita l’impugnatura, “facilita” per modo di dire visto che comunque 5,7’’ di display sono sempre difficili da gestire con una mano sola. La versione preinstallata di Android è la 4.2.2 con alcune limitate personalizzazioni da parte di Acer: accendendo il telefono si può valutare fin da subito la qualità dell’enorme display da 5,7’’ HD, uno schermo LCD (non IPS) da 258 ppi la cui caratteristica primaria è l’essere molto luminoso e con un livello di definizione adeguato all’apparecchio (certo, non è Full HD, ma consideriamo sempre la fascia di mercato), display che però soffre un po’ in termini di contrasto e di angolo di visione: soprattutto per quanto riguarda quest’ultimo, l’immagine resta sì visibile anche ad angolazioni estreme, ma a costo segue a pagina 39 estratto da dday.it n.79 / 18 novembre 2013 Special edition tEST segue Da pagina 38 Con Acer Liquid S1 si possono visualizzare fino a 4 app aperte contemporeanamente di sacrificare abbastanza la naturalezza cromatica. Molto luminoso, sì, ma riflette anche molto, e questo unito a un livello mediocre di contrasto rende difficoltoso l’utilizzo outdoor. Come anticipato, Acer ha provvisto il Liquid S1 di una versione di base di Android 4.2.2 ma con qualche personalizzazione: Acer Cloud (con tanto di AcerCloud Docs e AcerCloud Remote Files), per esempio, per lo storage online, ma anche Acer Print per stampanti abilitate, oltre alla tastiera swipe e alla possibilità di accesso, tenendo premuto il tasto delle opzioni, alle applicazioni preferite e alla possibilità di visualizzarne fino a quattro contemporaneamente in finestra. Per esempio, è possibile “distribuire” sul display da 5.7’’ l’app fotocamera, Google Maps e il blocco note, spostando le relative finestre a piacimento a seconda dello spazio disponibile: la cosa ha senso non tanto per distribuire 4 app in uno spazio comunque esiguo, ma perché è possibile accedere alle stesse in ogni momento, sovrapponendole a qualsiasi altra app in uso con un bell’effetto di trasparenza. Attenzione però, in questo caso non possiamo parlare di multitasking, poiché le app vengono attivate una sola per volta: affiancando, per esempio, il blocco note alla fotocamera, l’anteprima di quest’ultima scompare non appena si inizia a scrivere sul foglio BOX 1: Scatti effettuati in condizione di BUONA E DI SCARSA LUMINOSITà (clicca per ingrandire) di carta virtuale, magari con l’ausilio di un pennino capacitivo esterno. Di per sé, l’apparecchio sembra molto fluido e la navigazione web tramite Chrome ci ha colpiti positivamente: il rendering delle pagine è molto rapido, la fluidità ottima, si nota piuttosto una moderata lentezza nel caricamento delle app. L’abbiamo usato per una settimana intera, con i consueti task di tutti i giorni: telefonare, consultare frequentemente la mail, navigazione web spesso e volentieri, Google Now in prima linea, video HD in momenti di pausa e non possiamo che dichiararci soddisfatti. Per un utilizzo moderato, s’intende, perché se si inizia a passare a velocità smodata (cit.) da un’app all’altra, sovrapponendo quelle in finestra, ascoltando musica in background e facendo partire video i rallentamenti e gli scatti ci sono, ma appunto si tratta di prestazioni hi-end che l’utentetipo di questo phablet non dovrebbe pretendere a tutti i costi: d’altronde, non abbiamo uno Snapdragon 800 con cui fare i conti. Piuttosto, come già detto precedentemente, ci ha colpito una discreta lentezza nel caricamento delle app più onerose (forse la RAM non è velocissima), perché poi, una volta partite, sono fluide esattamente quanto ci si aspetta da un terminale di ultima generazione. Lo schermo ampio è perfetto per giocare, e la curiosità di provare Liquid S1 con gli ultimi videogame è stata forte: a parte i soliti noti come Angry Birds, abbiamo provato con qualcosa di più oneroso, Iron Man 3: confermiamo il fatto che i caricamenti sono abbastanza lunghi ma anche che l’esperienza di gioco è assolutamente accettabile. Ottima nel primo caso, con un framerate non esemplare ma giocabilissimo nel secondo, che offre un livello grafico davvero di primo piano. Infine, foto e autonomia. La macchina offre la possibilità di personalizzare lo scatto con diverse modalità ed effetti creativi, regolare gli ISO fino a 1600, esposizione, risoluzione fino a 8 Mpixel, bilanciamento del bianco e via dicendo. Abbiamo scattato alcune fotografie in diverse circostanze (Vedi BOX 1): diurne con illuminazione ottimale e modalità auto, ma anche qualcuna di notte (sempre auto). Come facilmente intuibile in uno smartphone che non ha ambizioni fotografiche particolari (se non per il grandangolo frontale, ma lì è più una questione di praticità che di qualità di scatto), la situazione è a livello di sufficienza, ma nulla di esaltante: la possibilità di personalizzare lo scatto con diverse opzioni è un plus interessante, ma con- torna al sommario siderando che la maggior parte degli utenti userà le impostazioni totalmente automatiche, solo condizioni di scatto ottimali generano risultati di qualità apprezzabile. Il livello di dettaglio delle foto non è eccezionale in campo lungo, un po’ troppo morbido, mentre il primo piano è buono. Discretamente naturale la resa cromatica, compressione non troppo invasiva e molto rapida la messa a fuoco, oltre a una velocità di scatto a raffica (dichiarata) di 16 fps e la fotocamera frontale grandangolare per estendere il più possibile il campo visivo durante le videochiamate. Purtroppo, come nella media dei casi simili, quando cala il sole la situazione si fa decisamente più complessa: la luminosità resta apprezzabile, ma rumore invadente e dettaglio molto soft (Vedi BOX 1). Considerazioni analoghe, ma con qualche aspetto migliore, per quanto concerne il video, rigorosamente a 1080p: il dettaglio c’è, la compressione non è invasiva e il quadro diurno sempre sufficientemente naturale anche in condizioni difficili come nei controluce. Di notte l’immagine mostra però un notevole calo di dettaglio e incremento della rumorosità. L’autonomia non è niente male: a prescindere dalle indicazioni del produttore (che parla di batteria da 2400 mAh ma non fornisce una stima di autonomia), l’uso quotidiano intenso, con navigazione web da 3G, scaricamento di app “corpose” da Wi-Fi, uso del navigatore di Google Maps, una quindicina di scatti, riproduzione di videoclip HD, alla sera ci siamo trovati col 15% di batteria, partendo alle 7.30 del mattino. È un terminale da usare tutto il giorno e ricaricare tutta la notte, senza pretese particolari ma il suo mestiere lo svolge con professionalità. In sostanza: proporzionato a quel che costa Se parliamo di “qualità assoluta”, Liquid S1 è un terminale con componentistica di livello medio le cui caratteristiche distintive sono il Dual SIM e il display “enorme”, fa tutte le cose di un top di gamma ma la potenza non è paragonabile. Questo vuol dire qualche scatto quando si usano applicazioni onerose, tempi di caricamento dilatati, un multitasking meno reattivo e soprattutto un display che non soffre tanto i limiti di definizione quanto quelli di un pannello non eccelso. Ma d’altronde, rispetto ai phablet cui chiediamo il massimo, Liquid S1 costa la metà e qualche limite è comprensibile: tra l’altro la “potenza” non è assolutamente un problema, le app sono fluide, i giochi di ultimissima generazione mettono a dura prova il SoC quad-core integrato ma sono accettabili e sicuramente giocabili. Un display migliore, lo slot SD non all’interno dello chassis, un filo più di RAM e una costruzione meno “cheap” lo avrebbero forse reso un best-buy, ma a questo punto sarà per il Liquid S2. Nel frattempo, per avere tutto e subito, con un ampio display con cui vedere i video e farci qualche partita, anche più di “ogni tanto”, va benissimo. Acer Liquid s1 Per la tua auto hai scelto interni pregiati. E per la tua casa? Domotica Gewiss. La tua casa full optional. Alla tua auto hai regalato tutti gli accessori che desiderava. E alla tua casa? Se la ami, è ora di farle il regalo che cambierà la tua vita: un impianto domotico Chorus di Gewiss. Così potrai rendere più prezioso ogni ambiente della tua casa e vedere realizzato ogni tuo desiderio. 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Accoppiando l’effetto della luce proiettata dai LED sul muro a quello della cornice sottile, l’impatto scenico è davvero coinvolgente, anche se è sempre difficile spiegare l’importanza dell’Ambilight a chi non l’ha mai provato davve- a cura TP Vision ha fatto bene a Philips: negli ultimi anni è riuscita a produrre TV davvero interessanti migliorando aspetti come il design e la qualità costruttiva senza però rinunciare alle sue core technologies come Ambilight e Pixel Perfect. Uno dei TV che sicuramente sintetizza al meglio il nuovo corso Philips è Elevation (PFL8708 - 2990 euro): presentato all’IFA di Berlino, è probabilmente uno dei modelli più affascinanti mai realizzati da Philips, un’esaltazione non solo di design ma anche un concentrato di tecnologia, integrazione e cura nelle finiture. Lo abbiamo provato intensamente nella versione da 60 pollici, una scelta obbligata dato che al momento Philips propone solo questo taglio, ed è un vero peccato. La giustificazione è da trovare sicuramente nell’effetto scenico prodotto dall’Ambilight su quattro lati con la cornice sottile, effetto che su uno schermo di grandi dimensioni risulta ancora più evidente. Partiamo dal nome, Elevation: Philips suggerisce il tipo di installazione che predilige, ovvero quella a parete, con una staffa dedicata. Philips, e questo è un caso quasi unico e segno dell’attenzione rivolta a questo particolare prodotto, fornisce in dotazione anche la staffa, realizzata in modo particolare per tenere distanziato il TV dalla parete per poter godere dell’Ambilight. torna al sommario L di Roberto Pezzali ro a casa propria. Molti di quelli che possiedono un TV con Ambilight hanno dichiarato spesso che questa è l’unica feature di cui non farebbero mai a meno. Su Elevation Philips non ha usato le classiche strisce di LED ai lati, ma ha inserito una sola striscia con LED RGB molto potenti sul retro del TV. Il pannello posteriore è un grande pannello in plexiglass con finitura chiara che riflette la luce in tutte le direzioni creando una sorta di “aura” completa attorno al TV. L’effetto c’è, la diffusione è uniforme anche se, come sempre, molto dipende dall’installazione e dal posizionamento del TV rispetto alla parete. Fissato a un muro chiaro, con la sua staffa, Elevation è nella sua condizione migliore, ma anche su piedistallo a una distanza inferiore ai 60 cm dalla parete non si comporta affatto male. Come per gli altri modelli, c’è un tasto dedicato da telecomando per gestire la funzione, nel menù dedicato si possono scegliere le modalità di utilizzo e anche la tinta del muro per compensare l’illuminazione. Chi lo usa per guardare film ap- prezzerà l’inserimento del bianco D65 calibrato ISF all’interno dei profili: il TV emette una luce bianca calibrata perfettamente allineata al punto di bianco dell’immagine. Eccellente cura nei dettagli Il design è un elemento fondamentale quando si sceglie un TV e Philips ha scelto di utilizzare una cornice sottilissima, riducendo al minimo l’impatto visivo. Ambilight fa parte del “design”: con Ambilight acceso il TV si presenta decisamente meglio, soprattutto appeso al muro, mentre con Ambilight spento non è così diverso da molti altri TV dotati di cornice super slim. Quello che stupisce, però, non è tanto la linea quanto l’attenzione al dettaglio e alle finiture: quando Philips diventò TP Vision si poteva credere che a mancare nella nuova gamma sarebbe stata la maniacale cura dei dettagli di una azienda europea, invece sembra che nulla si sia perso, anzi. Dalla finitura del retro con il plexiglass alla scelta dei materiali questo PFL8708 Elevation è davvero curato e lo si può notare soprattutto dalla base, composta da un blocco di plexiglass lavorato unito a un supporto in metallo che regge il TV tramite un solo e unico snodo. segue a pagina 42 estratto da dday.it n.79 / 18 novembre 2013 Special edition tEST TV Philips 60PFL8708 Elevation segue Da pagina 41 Telecomando funzionale, c’è tutto Gli sforzi compiuti da Philips per rendere l’ambiente Smart più fruibile sono apprezzabili. Il TV non dispone di comandi vocali e gestuali, ma utilizza un telecomando Bluetooth double facé: da una parte telecomando classico per il TV e dall’altra tastiera qwerty. Ma c’è di più: nel telecomando è integrato anche il giroscopio per poter navigare all’interno delle interfacce Web con il più rapido puntatore. Una soluzione che unisce quella classica a quella adotatta dal telecomando LG, ma con l’aggiunta di una tastiera che risulta essere indispensabile per chi vuole provare la parte Smart. Un solo tuner ma c’è Miracast La dotazione di connessioni ormai non stupisce più: HDMI e porte USB sono le uniche prese che servono e Philips non manca di accontentare l’utente con una dotazione ricca. C’è anche un’usci- torna al sommario ta cuffie, ma avremmo gradito la possibilità di gestire una cuffia Bluetooth, essendo il TV dotato di interfaccia per il telecomando. In un TV top di gamma pensiamo anche che si sarebbe potuta eliminare qualche vecchia connessione, come la Scart, per inserire magari un doppio tuner. Il TV Philips, infatti, ha una sezione PVR eccezionale che permette la condivisione dei contenuti (anche criptati) verso altre TV tramite rete domestica. Questa funzione (che per chi usa Mediaset Premium è una sorta di Multivision legale) sarebbe potuta essere senza dubbio uno dei motivi di acquisto del TV, se ci fosse stato un doppio tuner DVB-T per poter vedere due canali criptati in contemporanea. Philips Elevation infine dispone anche di Miracast: il mirroring schermo tramite dispositivi Android funziona in modo rapido e con una latenza presente ma accettabile. Interfaccia confusa Media player non impeccabile L’interfaccia a schermo del TV Philips non è l’inferno, ma ci si avvicina abbastanza se accendiamo anche la luce rossa dell’Ambilight. Il TV ha moltissime opzioni e un numero di personalizzazione; veramente ampio, ma tutte queste funzioni sono divise in tantissime sezioni, ognuna delle quali è a sua volta ramificata in diversi menù. Bisogna “farci la mano”, ma non sempre questo è sufficiente e serve il manuale: per poter accoppiare, ad esempio, tablet e TV per condividere la Guida si deve premere il tasto “rosso” nella schermata della guida, ma se non l’avessimo letto sul manuale non ci saremmo mai arrivati. Il manuale d’uso serve a questo, è vero, ma eravamo abituati a TV che si utilizzavano nel pieno delle loro funzioni anche senza manuale. Fortunatamente la maggior parte delle funzioni, una volta impostate, non va più toccata ma l’utente che è abituato a smanettare con i menù e le impostazioni non sarà certo contento di doversi spostare in diversi menù prima di trovare quello che cerca. Le funzioni più usate fortunatamente, come il media player, la rete, la guida TV e la TV stessa sono facilmente raggiungibile dal menù che Philips chiama “Home”, e per alcuni è presente la shortcut da telecomando. Il media player tramite porta USB funziona bene, legge anche i file MKV senza problemi, mentre con il DLNA abbiamo riscontrato qualche piccolo problema con alcuni server: per il TV non c’erano file da riprodurre quando invece la directory era piena. Nessun problema, però, con altri server DLNA. Philips propone, infine, l’ultima evoluzione della sua interfaccia Smart TV: niente di nuovissimo, siamo di fronte a una interfaccia HTML che carica Webapp HTML presenti nel cloud di Philips. Una soluzione simile a quella di Panasonic, con le app che non vengono caricate direttamente sul televisore ma sono renderizzate in tempo reale. Tra queste troviamo anche un Browser Web, da utilizzare in modo semplice con il telecomando dotato di puntatore. Philips ha aggiunto alle app disponibili anche Smart Cloud, presentato all’IFA di Berlino: si può collegare al TV il proprio account Dropbox per fare streaming di foto, video, musica e accedere anche a documenti. Perfetto con smartphone e tablet Philips ha curato in modo particolare l’integrazione tra smartphone, tablet e TV. I possessori di un dispositivo Android 4.2 saranno felici di sapere che Miracast funziona bene e con una facilità d’uso disarmante: il TV viene riconosciuto come remote display dal dispositivo (se sono sulla stessa rete) e in pochi secondi l’immagine viene trasferita senza la necessità di alcun cavo. Philips, però, va oltre: sullo store sono disponibili, infatti, due ottime applicazioni per iOS e Android che permettono, una volta registrato il device con il TV, di gestire in remoto la guida, le registrazioni e anche la visione di un canale in streaming direttamente su tablet. Anche in questo caso la presenza di un singolo tuner è limitante: per poter vedere una trasmissione sul tablet, il TV dev’essere sintonizzato su quel canale o su un ingresso esterno. Sempre in tema di integrazione, Elevation prevede anche l’accoppiamento con le lampade LED Philips Hue, controllate tramite Wi-Fi: Ambilight e lampade lavorano insieme per poter estendere l’effetto dell’Ambilight Prism a tutta la stanza. Purtroppo non siamo riuscisegue a pagina 43 Se pensiamo a molti 60 pollici in circolazione, con la loro mole elevata, non riusciamo facilmente a trovare un TV retto da una base con uno snodo così sottile che possa anche essere inclinato per orientare il TV. Per non turbare la linea, Philips ha scelto di non integrare la videocamera di Skype, che viene fornita in dotazione come accessorio. L’abbinamento, almeno dal punto di vista estetico, è però davvero pessimo: la videocamera non si aggancia in modo stabile e un po’ disturba anche l’emissione dell’Ambilight; Philips avrebbe fatto meglio a integrarla nel cabinet, come hanno fatto altri. estratto da dday.it n.79 / 18 novembre 2013 Special edition tEST TV Philips 60PFL8708 Elevation segue Da pagina 42 ti a provare questa funzionalità per la mancanza di un kit Philips Hue, ma l’abbiamo visto funzionare in fiera all’IFA e il principio è abbastanza semplice. Immagine brillante ma “digitale” alle immagini, Elevation mostra il classico marchio di fabbrica Philips: le immagini, anche con la nitidezza al minimo, hanno sempre una leggerissima maschera di contrasto che le rende più nitide e taglienti di quelle che sono in realtà. Questo per chi è abituato a una resa più “crisp” è un bene, per quelli che invece arrivano da un’immagine più soft e naturale (magari anche a costo di rimetterci un po’ di dettaglio) l’immagine di Elevation può apparire un po’ troppo digitale. E questo senza attivare nessuno dei filtri inseriti nel super processore Perfect Pixel HD Engine: Philips ha inserito nel TV l’ultima versione del suo motore dedicato al trattamento delle immagini ma come già successo in passato l’intervento dei vari filtri sull’immagine ci è sembrato più distruttivo che altro. Il Perfect Pixel HD Engine funziona, sia chiaro, e fa anche quello che promette, ma il peso da pagare è quella sensazione di “finto” che subentra dopo attimi di entusiasmo iniziali. Ognuno può comunque impostare il TV come preferisce, chi desidera vedere un film con la cadenza tipica di una telenovela, colori super saturi e nitidezza record sicuramente con un paio di regolazioni riuscirà a ottenere l’effetto che desidera. Noi preferiamo un’immagine naturale, e la resa migliore si ottiene scegliendo uno dei banchi ISF, disattivando ogni filtro, abbassando la nitidezza e regolando luminosità a metà scala. Importante l’Ambilight: emettendo luce bianca calda il sistema aiuta molto ad aumentare il contrasto percepito, con un nero che appare agli occhi più incisivo e profondo di quello che è in realtà. Il PFL8708 non è il TV adatto a chi arriva da un plasma, e neppure il TV perfetto per il purista dell’immagine: si vede bene, ha un buon contrasto e buoni colori ma l’immagine ha sempre quella nota “digitale” difficile da cancellare, una sorta di timbro di fabbrica Philips, a cui bisogna fare l’abitudine. Si tratta, però, di un TV che può dare molte soddisfazioni da acceso e da spento, e soprattutto è un TV che impressiona per tutto quello che vuole fare. Oggi non ci sono più TV che si vedono male, e quasi tutti i TV LCD moderni sono superiori a quelli degli anni passati: sotto il profilo della pura qualità Elevation non sarà ricordato come il miglior TV del 2013, ma un TV non è solo contrasto e nitidezza e per molti aspetti Elevation è più completo, più bello e più appariscente di molti altri TV. tv e video Canon entra nel mercato dei monitor broadcast proponedo un modello da 30” con risoluzione 4K Canon: monitor 4K da sogno, in vendita a 30.000 euro Il costo è davvero elevatissimo, 32.500 euro, ma la qualità di cui è capace è di assoluto riferimento di Roberto pezzali C anon annuncia il suo ingresso nel mondo dei monitor professionali con il DP-V3010, un monitor con risoluzione 4K da 30” progettato per assicurare precisione, coerenza, costanza cromatica e massima affidabilità. DP-V3010 è stato progettato non solo per poter soddisfare i requisiti di una catena di produzione e di trasmissione 4K, ma anche per permettere la migliore precisione possibile nella riproduzione dei colori anche tra display multipli. Alla base troviamo un pannello LCD IPS da 4096 x 2560 pixel (2000:1 di contrasto) e un sistema di retroilluminazione RGB LED, entrambi gestiti da un processore custom. Oltre alla perfetta omogeneità su schermo, torna al sommario Canon grazie al pannello a 10 bit garantisce la visualizzazione di 1024 livelli di gradazione per ciascun colore RGB e supporta lo spazio colore più comunemente usato nel cinema, DCI-P31, così come gli spazi colore di diversi standard di trasmissione (ITU-R BT.709, EBU e SMPTE-C) e Adobe RGB2. Oltre al supporto per lo standard 24p, il nuovo monitor accetta segnali 4K da 23,98p a 60p e offre tre modalità di scaling per segnali 2K e Full HD. Tra questi si segnala anche un algoritmo dedicato Canon per eliminare gli effetti di aliasing, denominato Canon Shape Tracing. Ogni DP-V3010 viene calibrato in fabbrica e all’interno è stato inserito un algoritmo che corregge automaticamente tutte le modifiche cromatiche e di luminosità nel tempo. Il neo, come sempre, è il prezzo: 32.500 euro, un prezzo che si allinea agli altri prodotti broadcast ma che lo rende inaccessibile a chi, magari investendo tanto, voleva mettere le mani su un monitor di riferimento. Philips Elevation si pone ai vertici della gamma Philips, anche se è un TV che guarda più al design e all’effetto (un po’ come la serie Design Line) che alla prestazione pura. Elevation è un TV dotato di sistema 3D passivo (orribili gli occhiali in dotazione), e questo già anticipa quello che possiamo aspettarci a livello di nero. La presenza di filtro polarizzatore davanti al pannello ci pone di fronte a una situazione analoga a quella già vista con molti TV 3D polarizzati, ovvero un livello del nero che non riesce a raggiungere quello dei migliori TV LCD, oltre a contrasto e luminosità dipendenti dall’angolo di visione. Il livello del nero del PFL8708 è comunque decisamente buono, e non deve ingannare il fatto che Philips non giochi come altri con la retroilluminazione dello schermo. Un TV Samsung, LG o Sony, infatti, in presenza di schermata nera abbatte del tutto la retroilluminazione portando il TV a un nero totale; Philips invece non ricorre a questo stratagemma e non sfrutta il suo sistema di dimming dinamico, comunque presente. Questo vuol dire che guardando una schermata nera in una stanza oscurata il livello di nero del Philips può apparire molto più alto di quello dei competitor, ma quando utilizziamo invece una clip o un’immagine di riferimento le cose cambiano e la differenza sparisce. Tornando