XIV. Legislaturperiode XIV legislatura WORTPROTOKOLL DER LANDTAGSSITZUNG RESOCONTO INTEGRALE DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE NR. 131 N. 131 vom 07.02.2012 del 07/02/2012 Präsident Vizepräsidentin Mauro Minniti DDr.in Julia Unterberger Presidente Vicepresidente WORTPROTOKOLL DER LANDTAGSSITZUNG RESOCONTO INTEGRALE DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE NR. 131 N. 131 vom 07.02.2012 del 07/02/2012 Inhaltsverzeichnis Indice Anfrage Nr. 2213/11 vom 24.11.2011, eingebracht von den Abgeordneten Dello Sbarba und Heiss, betreffend: SEL-ENEL, "Vorverträge" auf die Konzessionen: Ist die Rolle der Provinz als Schiedsrichter kompromittiert? . . . . . . . . . . . . Seite 2 Interrogazione n. 2213/11 del 24/11/2011, presentata dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss riguardante: SEL-ENEL, accordi "preventivi" sulle concessioni: compromesso il ruolo super partes della Provincia? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 2 Aktuelle Fragestunde . . . . . . . . . . . . . . . . . . Seite 13 Interrogazioni su temi di attualità . . . . . . . . . . pag. 13 Antrag des Abgeordneten Leitner auf Abhaltung einer Aktuellen Debatte, in der Sitzungsfolge des Monats März, zum Thema Schulkalender im Sinne des Artikels 111-bis Absatz 1, in Verbindung mit Artikel 21 Absatz 3, der Geschäftsordnung . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Seite 34 Richiesta del consigliere Pius Leitner di svolgimento nella tornata di sedute del mese di marzo di un dibattito di attualità sul tema calendario scolastico ai sensi del combinato disposto degli articoli 111-bis, comma 1, e articolo 21, comma 3 del regolamento interno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 34 Beschlussantrag Nr. 239/10 vom 10.8.2010, eingebracht vom Abgeordneten Minniti, betreffend Wohnheime für delogierte Familien . . . . . . . Seite 38 Mozione n. 239/10 del 10.8.2010, presentata dal consigliere Minniti, riguardante le case Albergo per famiglie sfrattate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 38 Beschlussantrag Nr. 274/10 vom 30.12.2010, eingebracht von den Abgeordneten Knoll und Klotz, betreffend die Verwendung von heimischen Tiroler Produkten in öffentlichen Einrichtungen . . . . Seite 43 Mozione n. 274/10 del 30.12.2010, presentata dai consiglieri Knoll e Klotz, riguardante l'utilizzo di prodotti locali tirolesi nelle istituzioni pubbliche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 43 Beschlussantrag Nr. 301/11 vom 28.3.2011, eingebracht von den Abgeordneten Leitner, Egger, Mair, Stocker und Tinkhauser, betreffend den Zusammenschluss der Stromnetze am Brenner. . . . . . . Seite 54 Mozione n. 301/11 del 28.3.2011, presentata dai consiglieri Leitner, Egger, Mair, Stocker e Tinkhauser, riguardante l'interconnessione delle reti elettriche al Brennero . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 54 Beschlussantrag Nr. 406/11 vom 15.12.2011, eingebracht vom Abgeordneten Pöder, betreffend die Einführung einer Finanztransaktionssteuer – Steuer gegen Armut . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Seite 59 Mozione n. 406/11 del 15.12.2011, presentata dal consigliere Pöder, riguardante l'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie – tassa contro la povertà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 59 Beschlussantrag Nr. 437/12 vom 3.1.2012, eingebracht vom Abgeordneten Vezzali, betreffend eine nachhaltige Mobilität und E-Mobility . . . Seite 63 Mozione n. 437/12 del 3.1.2012, presentata dal consigliere Vezzali, riguardante la mobilità ecosostenibile – E-Mobility . . . . . . . . . . . . . . .pag. 63 Beschlussantrag Nr. 438/12 vom 10.1.2012, eingebracht von den Abgeordneten Dello Sbarba und Heiss, betreffend die SEL: ein "neuer Beginn". . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Seite 68 Mozione n. 438/12 del 10.1.2012, presentata dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss, riguardante un "nuovo inizio" per SEL . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 68 Beschlussantrag Nr. 444/12 vom 23.1.2012, eingebracht vom Abgeordneten Pichler Rolle, betreffend die Neuausrichtung der SEL AG. . . . . . . . . . Seite 69 Mozione n. 444/12 del 23.1.2012, presentata dal consigliere Pichler Rolle, riguardante la riorganizzazione della SEL Spa . . . . . . . . . . .pag. 69 1 Vorsitz des Präsidenten | Presidenza del presidente: Mauro Minniti Ore 10.06 Uhr Appello nominale - Namensaufruf PRESIDENTE: La seduta è aperta. Ai sensi dell’articolo 59, comma 3, del regolamento interno il processo verbale della seduta precedente è messo a disposizione delle consigliere e dei consiglieri provinciali in forma cartacea. Su di esso possono essere presentate, per iscritto, richieste di rettifica alla Presidenza entro la fine della seduta. Qualora non dovesse pervenire alcuna richiesta di rettifica, il processo verbale si intende approvato. Copie del processo verbale sono a disposizione delle consigliere e dei consiglieri presso le collaboratrici e i collaboratori addetti alla stesura del processo verbale stesso (ultimo banco). Vi ricordo che da oggi le sedute del Consiglio provinciale sono trasmesse anche in internet. Diamo quindi il benvenuto a tutti coloro che ci seguono in internet. Con nota del 31.1.2012 ho invitato, ai sensi dell’art. 108-quater del regolamento interno, sia i rappresentanti del Consiglio provinciale nella commissione dei 6 e dei 12, l’onorevole avv. Karl Zeller e l’avv. Alberto Zocchi, sia i sette componenti della commissione permanente per i problemi della provincia di Bolzano (misura 113 del Pacchetto), ossia i consiglieri provinciali Durnwalder, Thaler Zelger, Pichler Rolle, Leitner, Tommasini e Vezzali nonché il dott. Hugo Valentin, a presentare al Consiglio provinciale entro il mese di maggio p.v. una relazione sulle attività svolte o eventualmente pianificate. In risposta alla nota inviata ai citati componenti della commissione di cui alla misura 137 del pacchetto mi è arrivata in data rispettivamente 2 e 3 febbraio u.sc. da parte dei consiglieri Leitner e Pichler Rolle la comunicazione che la citata commissione non sarebbe mai stata costituita e che comunque non si sarebbe svolta in questa legislatura alcuna seduta od altra attività della commissione. Il consigliere Leitner mi ha invitato anche ad intervenire presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri affinché detta commissione sia costituita quanto prima, così da poter svolgere le proprie funzioni. Sarà mia cura provvedere a quanto richiesto dal consigliere Leitner. Aggiungo che i nominativi delle persone elette dal Consiglio provinciale nella seduta del 15 settembre 2010 quali componenti della commissione di cui alla misura 137 del Pacchetto sono stati comunicati alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con nota della Presidenza del Consiglio provinciale del 23 settembre 2010. Prima di procedere voglio ancora ricordare che per quanto riguarda le interrogazioni sui temi di attualità della seduta precedente a quella di oggi sono arrivate sei risposte oltre il termine utile, tre del presidente Durnwalder, due dell'assessore Mussner e una dell'assessore Theiner. Siamo invece ancora in attesa di due risposte da parte dell'assessore Laimer e una da parte dell'assessore Widmann. Prego i signori consiglieri/le signore consigliere di alzarsi in piedi. Gentili consigliere e consiglieri, oggi vorrei commemorare un ex consigliere provinciale che ha segnato la storia recente di questa terra: Giuseppe Sfondrini, forse il politico altoatesino con maggiore anzianità di servizio. La sua carriera politica cominciò nel 1952 come consigliere e assessore comunale a Bolzano; nel 1967 venne eletto in Consiglio provinciale, dove fu attivo per 25 anni: riconfermato per ben cinque volte dagli elettori, fu assessore ma anche esponente dell’opposizione, e in ogni caso rimase sempre fedele alle sue origini politiche, il PSI. Dal 1981 al 1983 fu presidente del Consiglio provinciale, dal 1992 al 1994 fece parte della commissione dei sei e dei dodici. Nel 1995 tornò in Consiglio comunale, dove fece l’assessore e anche il presidente del Consiglio stesso. Giuseppe Sfondrini era un uomo di grande coerenza oltre che aperto al dialogo, un uomo fedele alle proprie convinzioni politiche, a partire dalle quali cercava poi la collaborazione con gli altri. Ha vissuto esperienze difficili, come quella della resistenza, e negli anni degli attentati in Alto Adige ha sempre cercato il dialogo con la popolazione tedesca. Era assessore provinciale all’industria quando la zona industriale di Bolzano entrò in crisi, divenne assessore comunale all’ambiente quando il suo predecessore diede le dimissioni per la questione dell’inceneritore – e ha sempre lottato: per la pace, per il progresso, per la tutela di ogni singolo posto di lavoro. Sfondrini trovava consensi ed era rispettato anche al di fuori della propria cerchia politica, come possiamo vedere dalle tante attestazioni di stima di questi giorni. Ciò è probabilmente dovuto in gran parte al suo stile, alla combinazione di coerenza politica e disponibilità al dialogo. 2 Sfondrini era anche consapevole del suo dovere di lavorare per il bene di tutta la popolazione, guardando oltre il proprio orizzonte politico. Gentili consigliere e consiglieri, Vi chiedo ora di osservare un minuto di silenzio in ricordo di Giuseppe Sfondrini. (Un minuto di silenzio – eine Gedenkminute) Grazie. Ha chiesto la parola il consigliere Seppi sull'ordine dei lavori, prego. SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Pur considerando giusto il fatto che Lei abbia voluto dedicare un minuto di silenzio ad un ex collega che ha onorato quest'aula per diversi anni e che purtroppo è deceduto, vorrei anche ricordarLe però che tutte le istituzioni italiane si sono fermate per un minuto di silenzio relativamente alle vittime della Costa Crociere causa il naufragio all'isola del Giglio, cosa che Lei evidentemente si è scordato di fare, non ho capito per quale ragione. Mi auguro che non sia per una certa simpatia umana nei confronti del comandate Schettino, signor presidente. Siccome mi auguro che così non sia, anche se lo sospetto, chiederei che Lei avesse la stessa accortezza per ricordare decine di vittime non solo italiane che in quel naufragio hanno perso la vita, e che come in tutte le altre istituzioni del resto d'Italia è stato fatto, anche il Consiglio provinciale di Bolzano dedichi a quelle vittime un minuto di silenzio. PRESIDENTE: Io Le posso assicurare che ho una sensibilità enorme sul problema per quanto riguarda il disastro della Costa Concordia, anche perché mi ha toccato molto più da vicino di quanto Lei possa pensare. Ritengo comunque di accogliere la richiesta del consigliere Seppi e chiedo che si faccia un minuto di silenzio anche per le vittime della Costa Concordia. Ha chiesto la parola il consigliere Knoll, prego. KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich darf daran erinnern, dass wir im Kollegium der Fraktionsvorsitzenden bereites einmal darüber diskutiert haben, welche Anlässe wir im Landtag verwenden, um hier Gedenkminuten abzuhalten. Wir haben uns mehr oder weniger darauf geeinigt, dass wir dies nur bei Dingen tun, die den Landtag betreffen, das heißt, wenn Persönlichkeiten sterben, die mit dem Landtag zu tun haben bzw. hatten. Ich bin grundsätzlich damit einverstanden. Ich werde mich jetzt bestimmt nicht dagegen verwehren, aber ich hätte eine Bitte an das Präsidium dahingehend, zukünftig Richtlinien zu erlassen, welchen Dingen man gedenkt und welchen nicht. PRESIDENTE: Chiedo ai consiglieri di alzarsi in piedi per fare un minuto di silenzio in memoria delle vittime della Costa Concordia. (Un minuto di silenzio – eine Gedenkminute) Grazie. Ci sono due interrogazioni alle quali l'assessore Laimer non ha risposto per iscritto. Sono le interrogazioni n. 2213/11 e 2214/11. Interrogazione n. 2213/11 del 24/11/2011, presentata dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss riguardante: SEL-ENEL, accordi "preventivi" sulle concessioni: compromesso il ruolo super partes della Provincia? Anfrage Nr. 2213/11 vom 24.11.2011, eingebracht von den Abgeordneten Dello Sbarba und Heiss, betreffend: SEL-ENEL, "Vorverträge" auf die Konzessionen: Ist die Rolle der Provinz als Schiedsrichter kompromittiert? Prego il consigliere Dello Sbarba di dare lettura dell'interrogazione. DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Il Consiglio di Stato ha riconosciuto nell’aprile 2011 il diritto dei Consiglieri provinciali del gruppo Verde di prendere visione dei contratti firmati da SEL con ENEL che hanno dato vita alla società SE Hydropower. Dopo averli 3 analizzati accuratamente, siamo ora in grado di fare un quadro degli accordi e porre alla Giunta provinciale precise domande in merito. I contratti SEL-ENEL che ci sono stati consegnati consistono di 3 documenti: Accordo preliminare del 23 ottobre 2008: viene fissato il quadro generale. Accordo definitivo del 20 ottobre 2009: viene modificato il quadro generale e definito nel dettaglio con una serie di contratti collegati. Closing Memorandum del 27 maggio 2010: dà vita alla società comune SE Hydropower, operativa dal 1° giugno 2010. Di tali documenti ci sono state consegnate copie di copie, poiché gli originali erano in quel momento sotto sequestro presso il Tribunale di Bolzano in seguito all’inchiesta giudiziaria, non ancora conclusa, sulla concessione della Centrale di Sant’Antonio. Ci risulta che successivamente sono stati dissequestrati. 1. L’OBBIETTIVO: VINCERE LE CONCESSIONI Mentre i contratti SEL-EDISON hanno avuto come oggetto la gestione congiunta, fino alla scadenza, di 7 centrali già proprietà EDISON, i contratti SEL-ENEL sono stati stipulati dalle due società per affrontare in posizione di vantaggio, e vincere, le gare per il rinnovo delle Concessioni di Grande derivazione in scadenza il 31 dicembre 2010 di 11 centrali ex ENEL: Bressanone, Cardano, Lana, Lappago, Molini di Tures, Ponte Gardena, S. Valpurga + Pracupola, Rio Pusteria, S. Antonio, S. Pancrazio, Sarentino. Queste 11 grandi centrali producono ogni anno 2.258.822 MWh, quasi la metà di tutta l’elettricità prodotta sul nostro territorio. Un’enorme ricchezza per i prossimi 30 anni. Inizialmente SEL e ENEL partecipavano da avversarie a queste gare, avendo presentato entrambe entro il termine del dicembre 2005 domanda per tutte le concessioni. Con i contratti del 2008-2009, le due società da concorrenti diventano alleate: qualunque delle due avesse vinto, avrebbe conferito le concessioni ottenute nella società comune SE Hydropower, partecipata al 60% da SEL e al 40% da ENEL. Per la Provincia, che ha autorizzato la sua società energetica a sottoscriverli, questi accordi implicano la decisione di riconsegnare a ENEL i diritti di sfruttamento del 40% dell’energia del nostro territorio, anche se ENEL avesse perso (come ha perso) tutte le gare per le concessioni. La Provincia ha accettato di pagare questo prezzo per ottenere questi vantaggi: Aumentare la possibilità di vittoria per SEL, alleandosi col concorrente più temibile; Impedire che ENEL contestasse il conflitto di interessi della Provincia nel suo doppio ruolo di autorità che assegna le concessioni e SEL che le riceve. Grazie agli accordi con SEL, l’ENEL da antagonista è diventata partner e dunque non avrebbe certo fatto ricorso, per non danneggiare se stessa. Penalizzati dagli accordi sono stati soprattutto i Comuni e le loro società e consorzi energetici, anch’essi enti pubblici che partecipavano alle gare. Si sono trovati a competere contro un cartello composto da ENEL, concessionario uscente e colosso nazionale, e da SEL, società di proprietà dell’autorità amministrativa arbitra delle gare. Gli accordi SEL-ENEL rappresentano la realizzazione per contratto di questa strategia. Che gli accordi SEL-ENEL fossero mirati alle gare per le concessioni lo dimostra chiaramente la successione degli avvenimenti: Il 31 dicembre 2005 scade il termine per la presentazione delle domande di concessione per le centrali ENEL. Il 23 ottobre 2008 e il 20 ottobre 2009 SEL ed ENEL firmano gli accordi. Dal 16 novembre 2009 al 12 aprile 2010: la Giunta decide sulle concessioni: Data delibera Giunta assegnata Centrale provinciale a Rio Puste16 novembre 2009 Eisackwerk ria 1 e 2 Cardano 30 dicembre 2009 SEL Lana 30 dicembre 2009 SEL Lappago 30 dicembre 2009 SEL Molini Tu30 dicembre 2009 SEL res 4 Ponte Gar30 dicembre 2009 SEL dena S Valpurga 30 dicembre 2009 SEL S Antonio 30 dicembre 2009 SEL S. Pancra30 dicembre 2009 SEL zio Sarentino 30 dicembre 2009 SEL Bressanone 12 aprile 2010 SEL Il 27 maggio 2010 SEL e ENEL firmano il “Closing memorandum”. Nasce SE Hydropower. Il 31 dicembre 2010 scadono le vecchie concessioni. Dal 1 gennaio 2011 al 31 dicembre 2040: durata trentennale delle nuove concessioni. Gli accordi SEL-ENEL comprendono anche 8 concessioni di piccola derivazione ex ENEL valide fino al 31 dicembre 2029: Fontana Bianca, Longiarù, Predoi, Stegona, Pontives, Selva Gardena, Versciaco, Pracomune (S. Valpurga) per una potenza efficiente di 17,9 MW. Secondo quanto previsto dagli accordi, tali mini centrali vengono acquistate dalla nuova società SE Hydropower il 23 dicembre 2010 al prezzo fissato di € 20 milioni. 2. VALORI E QUOTE IN SE HYDROPOWER Gli accordi SEL-ENEL del 2008 e del 2009 stabiliscono i seguenti “valori convenzionali, fissi e invariabili”: Valore di SE Hydropower, sulla base delle 12 grandi concessioni idroelettriche ex ENEL: € 850 milioni. Così composto: € 315 milioni: Beni non gratuitamente devolvibili, cioè le centrali che alla scadenza restano di proprietà del concessionario uscente (R.D. 1933 n. 1775). € 25 milioni: Altri beni inerenti le centrali. € 510 milioni: Le 12 concessioni idroelettriche ex ENEL. Quote societarie che i soci si impegnano a detenere in SE Hydropower: SEL: 60% ENEL: 40% IMPORTANTE: I valori di queste quote non possono variare. In caso contrario l’accordo obbliga i soci a ulteriori operazioni di compensazione per raggiungere comunque le quote concordate. Ma a quali somme e a quali beni corrispondono queste quote? Se si calcolano i loro valori monetari, si scopre che… Valore quota SEL: € 850 milioni * 60% = € 510 milioni = valore delle 12 concessioni idroelettriche in scadenza; Valore quota ENEL: € 850 milioni x 40% = € 340 milioni = valore delle Centrali ex ENEL (impianti e rispettivi altri beni). Dunque: SEL s’impegna a conferire in SE Hydropower tutte le concessioni idroelettriche. ENEL si impegna a conferire in SE Hydropower tutti gli impianti corrispondenti. Tra le posizioni dei soci che firmano gli accordi c’è però una fondamentale differenza: ENEL è già in possesso degli impianti e dei relativi beni; se una concessione verrà assegnata a un terzo, questi comunque dovrà pagare a ENEL il valore degli impianti ed ENEL potrà portare comunque tale valore nella SE Hydropower; SEL invece firma l’accordo definitivo il 20 ottobre 2009, cioè prima che la Provincia abbia deciso sul rinnovo delle concessioni (la prima è del 16 novembre, 25 giorni dopo!) e dunque prima di sapere se potrà effettivamente rispettare i patti. Su queste date c’è solo da notare che la Giunta provinciale sembra aver atteso la firma degli accordi SEL-ENEL per procedere con l’assegnazione delle concessioni. 3. CONTRATTO “ALEATORIO” E CONGUAGLIO Gli accordi SEL-ENEL possono rientrare nella fattispecie del “contratto aleatorio” (dal latino alea, rischio): un atto negoziale in cui l'entità e/o l'esistenza dei beni scambiati non è garantita, ma si verificherà – o no, o in parte – nel futuro. Perciò le parti si assumono un rischio molto alto e si garantiscono attraverso clausole risarcitorie nell’eventualità che un socio non riesca a rispettare l’impegno preso. 5 Nel nostro caso la piena realizzazione dell’accordo presupponeva che la Provincia conferisse a SEL tutte le 12 concessioni ex ENEL in modo che SEL potesse raggiungere in SE Hydropower la propria partecipazione del 60%. Se invece le gare le avesse vinte qualcun altro (com’è avvenuto nel caso di Rio Pusteria), la SEL si era obbligata a pagare un conguaglio: A seguito dei rispettivi conferimenti la Società sarà detenuta per il 60% da SEL e per il 40% da ENEL. Se al momento dei conferimenti i valori non dovessero corrispondere alle quote, le parti procederanno a un pagamento in conguaglio. (Articolo 2 Accordo definitivo) Per poter calcolare il conguaglio venivano fissati i valori di ciascuno dei beni e di ciascuna delle concessioni che i soci erano impegnati a conferire in SE Hydropower. QUOTA ENEL. L’accordo elenca i relativi valori specificando che essi sono “fissi e invariabili e convenzionalmente stabiliti dalle parti”: Beni non gratuitamente devolvibili: CENTRALI ENEL VALORE CONVENZIONALE Bressanone € 73.526.000 Cardano € 67.070.000 Lana € 47.219.000 Lappago € 11.426.000 Molini di Tures € 6.468.000 Ponte Gardena € 6.615.000 S. Valpurga + Pracupola € 51.517.000 Rio Pusteria 1 e 2 € 7.595.000 S. Antonio € 22.142.000 S. Pancrazio € 12.148.000 Sarentino € 9.273.000 Totale € 315.000.000 Altri beni: (elencati nell’allegato 3: edifici, terreni, opere viarie ecc…): € 25 milioni. QUOTA SEL Valore delle concessioni idroelettriche, che SEL Spa s’impegna a conferire in SE Hydropower per acquisire la partecipazione del 60%. Per ciascuna concessione si considera la “Producibilità naturale” annua (dalla media di produzione annua nel periodo 1997-2006) moltiplicata per € 225,7815 / MWh. CENTRALI ENEL VALORE DELLE CONCESSIONI IDROELETTRICHE Producibilità naturale VALORE MWh (225,7815 €/mw) Bressanone 550.518 € 124.296.780 Cardano 687.803 € 155.293.193 Lana 200.763 € 45.328.571 Lappago 77.243 € 17.440.040 Molini di Tures 57.985 € 13.091.940 Ponte Gardena 50.592 € 11.422.738 S Valpurga 92.578 € 20.902.400 Rio Pusteria 1 56.488 € 12.753.945 Fundres Rio Pusteria 2 31.648 € 7.145.533 Valles S Antonio 270.671 € 61.112.504 6 S. Pancrazio 99.605 € 22.488.966 Sarentino 82.928 € 18.723.608 Totale 2.258.822 € 510.000.219 4. SEL RISCHIA PIÙ DI ENEL I CASI IN CUI SCATTA IL CONGUAGLIO L’accordo fissa le diverse eventualità di rischio che potrebbero far scattare o meno il conguaglio. Ecco le principali (cui possono essere ricondotte tutte le altre): Una concessione viene assegnata dalla Provincia a un terzo (caso di Rio Pusteria): SEL paga un conguaglio a ENEL per il mancato apporto. Una concessione assegnata dalla Provincia a SEL viene impugnata e il tribunale la assegna a un terzo: SEL paga un conguaglio posticipato a ENEL per il mancato apporto. Una concessione viene assegnata dalla Provincia non a SEL ma ad ENEL: SEL paga il conguaglio a ENEL per il mancato apporto e per il maggior apporto di ENEL. Una concessione viene attribuita a terzi e il valore dei beni conferiti da ENEL viene contestato e diminuito da un tribunale: ENEL paga il conguaglio a SEL per il mancato apporto. Come si vede ci sono due tipi di rischi: RISCHIO SEL: non apportare una o più concessioni. RISCHIO ENEL: subire una diminuzione di valore dei beni a seguito di vertenza giudiziaria. Si tratta di rischi non equivalenti. Infatti: Il rischio SEL si avvera indipendentemente dal rischio ENEL: SEL può perdere una concessione, ma ENEL non perde il valore del relativo impianto, che gli verrà rilevato al valore fissato. Il rischio ENEL si avvera solo in seguito all’avverarsi del rischio SEL: solo nel caso in cui una concessione sia andata a terzi, qualcuno potrà contestare il valore dei beni da rilevare. Se invece le concessioni vanno a SEL, questa non potrà contestare il valore dei beni ENEL, poiché li ha accettati negli accordi sottoscritti. Il rischio SEL è sempre più alto del rischio ENEL: il valore di una concessione è infatti sempre superiore al valore dei relativi impianti. CONSEGUENZA: se c’è un conguaglio, questo sarà sempre e in ogni caso a carico di SEL. Ne varia solo l’entità: è maggiore nel caso 1, minore nel caso 2 dove quanto dovuto da ENEL riduce l’entità di quanto dovuto da SEL. 5. CALCOLO DEL CONGUAGLIO Affinché SE Hydropower sia detenuta secondo la partecipazione del 60% da SEL e del 40% da ENEL, le parti convengono che il conguaglio sia determinato secondo la seguente formula: CONGUAGLIO = 60% Valore assunto da SE Hydropower in seguito alle concessioni ottenute, agli impianti e ai beni conferiti MENO Valore delle concessioni conferite da SEL PIÙ 60% Situazione patrimoniale del ramo d’azienda conferito da ENEL (differenza tra passività e attività) Il primo fattore (60% del valore di SE HYdropower) rappresenta quanto dovrebbe valere la quota SEL del 60% una volta conclusa la procedura di assegnazione delle concessioni, che esse siano conferite a SE Hydropower e che ENEL abbia fatto confluire gli impianti e i beni del proprio “ramo di azienda”; il secondo fattore rappresenta il valore delle concessioni effettivamente portate da SEL; il terzo fattore, la situazione patrimoniale dei beni ENEL. Per semplificare, possiamo limitarci per ora a considerare soli i primi due fattori; il terzo fattore va semplicemente a compensare in più o in meno quanto dovuto in conguaglio sugli esiti delle assegnazioni delle concessioni, che è ciò che ci interessa. Ipotizziamo dunque che il saldo tra passività e attività della situazione patrimoniale ENEL sia uguale a zero. Facciamo ora qualche simulazione (le cifre sono in milioni di €): 1° caso: SEL ottiene tutte le concessioni ex ENEL. 7 60% SE Hydropower Valore concessioni SEL Co ngu agl io 850*60% = € 510 € 510 €0 2° caso: SEL perde la concessione di Lana, del valore di € 45,3 milioni. Co nValore concessi60% SE Hydropower gu oni SEL agl io € (850 – 45,3)*60% = € 510 – 45,3 = € 18, 482,8 464,7 1 3° caso: SEL perde la concessione di Lana (€ 45,3 milioni) e quella di Sant’Antonio (€ 61,1 milioni). Con 60% SE Hydropower Valore concessioni SEL guaglio (850 – 45,3 – 61,1)*60% = € 510 – 45,3 – 61,1 = € € 446,1 403,6 42,5 4° caso: SEL perde la concessione di Lana (€ 45,3 milioni), quella di Sant’Antonio (€ 61,1 milioni) e quella di Bressanone (€ 124,2 milioni). C o n g 60% SE Hydropower Valore concessioni SEL u a gl io € (850 – 45,3 – 61,1 – 124,2)*60% = 510 – 45,3 – 61,1 – 124,2 = 9 2, € 371,6 € 279,4 2 La simulazione potrebbe continuare aggiungendo via via altre concessioni non ottenute. Viene da chiedersi: C’è un limite al numero di concessioni non ottenute, oltre il quale l’accordo SELENEL non è più valido e i due soci sono liberati da ogni impegno? La risposta la troviamo al capitolo 20 dell’accordo definitivo: “Risoluzione dell’accordo”: Le parti attribuiscono a ciascuna di esse la facoltà di richiedere la risoluzione del presente accordo qualora SEL, o la Società, ed ENEL non risultassero, congiuntamente o disgiuntamente, assegnatari (…) di almeno una delle Concessioni di Grande Derivazione. Dunque: l’accordo è valido a tutti gli effetti fino all’ottenimento di almeno una concessione, anche se tutte le altre sono state perdute. E’ uno scenario estremo, ma – per rendersi conto del rischio che comportava per SEL – facciamo qualche esempio: Se SEL avesse ottenuto solo la concessione di Cardano, che è la più grande (€ 155,2 milioni), avrebbe dovuto pagare un conguaglio di € 142 milioni. 8 Se SEL avesse ottenuto solo la concessione di Ponte Gardena, che è la più piccola (€ 11,4 milioni), avrebbe dovuto pagare un conguaglio di € 199 milioni. Anche in ipotesi più plausibili, di perdita di alcune concessioni, SEL si sarebbe trovata obbligata a pagare consistenti conguagli per partecipare a una società che tra l’altro, avendo perso concessioni, produce meno energia di quella preventivata. IL RISCHIO S. ANTONIO Tra le ipotesi di conguaglio c’è anche quella per cui una concessione assegnata a SEL viene impugnata e il tribunale alla fine la assegna a un terzo. Un caso d’attualità è quello della centrale di S. Antonio, per grandezza, potenza e soprattutto valore la terza centrale ex ENEL del Sudtirolo. Quindi una di quelle la cui perdita costa assai cara alla SEL. Sappiamo che la concessione di S. Antonio non solo è impugnata (come le altre), ma che è oggetto di una inchiesta giudiziaria particolarmente delicata, che potrebbe influire sull’impugnazione e portare alla perdita della concessione. Vediamo a quanto ammonterebbe il conguaglio. 5° caso: SEL perde la concessione di S. Antonio, del valore di € 61.112.504. Con 60% SE Hydropower Valore concessioni SEL guaglio € (850.000.000 – 61.112.504)*60% 510.000.000 – 24.4 = 61.112.504 = € 45.0 € 473.332.498 448.887.496 02 Come si vede, una cifra ingente. Che, sommata a quella già pagata per Rio Pusteria (vedremo sotto il calcolo) comporta in totale una perdita complessiva di € 32.404.000. CONCLUSIONE: Col “contratto aleatorio” stipulato con ENEL, SEL si è assunta un notevole rischio patrimoniale per se stessa e per la sua proprietaria, la Provincia; Per SEL era dunque fondamentale ottenere più concessioni possibile. La Provincia stava per decidere sulle concessioni dopo aver autorizzato la firma di un simile accordo e dei relativi rischi per la SEL e per se stessa. Dopo questi accordi la Provincia non poteva essere più considerata “super partes”. Una caratteristica dei “contratti aleatori” è infatti quella che il loro risultato dipende da un fattore casuale, oppure dalle decisioni di un terzo soggetto su cui i partner del contratto non possono esercitare alcuna influenza. Nel caso di una Provincia proprietaria del 93,8% di uno dei partner, la SEL, il soggetto che decide è invece direttamente coinvolto nelle conseguenze del “contratto aleatorio”. C’è da chiedersi dunque se una società pubblica come la SEL, in questa situazione, potesse sottoscrivere un contratto del genere. 6. L’ESITO DELLA GARA. CLOSING MEMORANDUM: SEL HA PERSO RIO PUSTERIA (PER ORA) Com’è noto, la Provincia conclude le assegnazioni nell’aprile 2010. Delle 12 concessioni per le 11 centrali ex ENEL, 10 vanno alla SEL e due, entrambe collegate alla centrale di Rio Pusteria, vanno alla società Eisackwerk. Applicando la formula prevista (senza tener conto dello stato patrimoniale di ENEL), questo è il conguaglio dovuto da SEL per la perdita di Rio Pusteria (valore di € 12,7 milioni + € 7,1 milioni = € 19,8 milioni): C o n g 60% SE Hydropower Valore concessioni SEL u a gl io 9 € 7. 9 (850.000.000 – 19.899.478)*60% = 510.000.000 – 19.899.478 = 5 € 498.060.313 € 490,100.522 9. 7 9 1 Il 27 maggio 2010 SEL ed ENEL firmano dunque il “closing memorandum” nel quale indicano il conguaglio, che viene attuato attraverso un trasferimento di quote societarie. “Il valore complessivo del 100% di SE Hydropower al 1.1.2011, come definito dall’articolo 3.1 dell’Accordo, è fissato pari a € 830.100.515,33. Per effetto del conferimento del ramo d’azienda ENEL alla data dell’esecuzione (1° giugno 2010) ENEL Produzione acquisirà una partecipazione in SE Hydropower del 42,95675% e come previsto dall’articolo 11.2.A) dell’Accordo, procederà immediatamente alla cessione della quota di partecipazione del 2,95675% a favore di SEL a fronte del riconoscimento a proprio favore del valore del Conguaglio. Tenuto conto anche della Situazione Patrimoniale di Riferimento ENEL al 31 marzo 2010, utilizzata ai fini del conferimento del ramo d’azienda ENEL in SE Hydropower, il valore del Conguaglio, così come definito dall’articolo 3.2.A) dell’Accordo, è pari a € 6.155.578,45 ed è a favore di ENEL produzione”. Come si vede, il valore complessivo del 100% di SE Hydropower viene ridotto sottraendo il valore della concessione perduta di Rio Pusteria (€19.899.478 ). Conguaglio effettivo: la differenza tra i 7,9 milioni calcolati nella prima tabella e i 6,1 milioni stabiliti nel “closing memorandum” è dovuta al calcolo della situazione patrimoniale del Ramo d’azienda ENEL conferito in SE Hydropower. Tale fattore viene assunto da SEL per il 60%. Dunque: Comportando una riduzione del conguaglio, la Situazione patrimoniale ENEL presenta un passivo e questo per il 60% va a carico di SEL = € 1.804.212,45. Il passivo trasferito da ENEL in SE Hydropower dovrebbe dunque equivalere a € 3.007.021,25 Sarà interessante sapere da che cosa erano composte le passività e le attività del patrimonio ENEL al momento del conferimento del suo ramo d’azienda in SE Hydropower. Infatti tra le voci elencate a questo proposito negli accordi sembra essercene due di particolare interesse, perché oggetto di controverse discussioni: I beni gratuitamente devolvibili, che dal 1 gennaio 2011 sarebbero passati gratuitamente alla Provincia, e dunque non sarebbero stati più in disponibilità di ENEL. I compensi in denaro per l’energia non ritirata dalla Provincia, secondo quanto previsto dall’articolo 13 dello Statuto di autonomia. Hanno inciso, e quanto, queste due voci nel calcolo patrimoniale ENEL? IL PAGAMENTO DEL CONGUAGLIO. SEL dunque deve pagare € 6.155.578,45 ad ENEL per “ricomprare” la percentuale mancante alla sua quota e raggiungere il 60% della società. Sono previste queste modalità: SEL paga subito a ENEL € 2,5 milioni con valuta al 1° giugno 2010, la parte residua di € 3,655 milioni potrà essere pagata: in denaro, oppure in energia cui SEL rinuncia a favore di ENEL, oppure in dividendi della SE Hydropower cui SEL rinuncia a favore di ENEL. Sarà interessante sapere quale di queste forme è stata scelta. Il capitolo 3 dell’accordo prevede anche altri tipi di conguagli: Conguaglio situazione patrimoniale ENEL, sulle differenze tra quanto valutato alla vigilia del conferimenti e quanto verificato nei primi 2 mesi Conguaglio per ingresso anticipato, che riguarda il periodo tra la costituzione di SE Hydropower (1° giugno 2010) e l’inizio della gestione delle nuove concessioni trentennali (1° gennaio 2011). Sarà interessante capire anche questi conguagli. 10 7. CONSEGUENZE DEL CONTRATTO “ALEATORIO” SEL-ENEL Ci sono diversi tipi di “patti aleatori”: dipende dalle clausole aggiuntive. In questo caso, il patto è ancorato a una quota invariabile 60/40 di partecipazione dei soci e all’obbligo del conguaglio. Le conseguenze sono: Nel caso in cui SEL perda una o più concessioni, non può diminuire il valore della propria partecipazione, ma la deve “ricomprare” pagando il conguaglio. Le due società che hanno firmato il patto preventivo partecipavano a una gara pubblica, la cui procedura amministrativa era ancora in corso e nella quale le due parti erano formalmente in concorrenza tra loro. SEL è società di proprietà della Provincia, cioè della stessa autorità amministrativa chiamata a decidere sulle concessioni. Per ogni concessione che non avesse assegnato a SEL, la Provincia avrebbe provocato un danno patrimoniale a SEL e, in quanto proprietaria di SEL, a se stessa (e ai Comuni per la loro piccola quota). In queste condizioni la Provincia può essere accusata di non essere “sopra le parti”. Questi accordi esponevano quindi la “procedura concorrenziale” per le grandi concessioni ex ENEL a un grave rischio di ricorsi e invalidazione. Questo è ovviamente l’aspetto più delicato e rischioso degli accordi SEL-ENEL E deve essere stato preoccupante l’avvertimento ricevuto dalla Provincia con una segnalazione da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (atto AS650 del 30 dicembre 2009) in cui si parlava di possibile “violazione dei principi posti a tutela della par condicio nelle procedure di assegnazione delle concessioni idroelettriche in Alto Adige”. L’accordo definitivo era stato firmato appena 2 mesi prima: il 20 ottobre 2009 e proprio a quello si riferiva la Segnalazione del Garante: “Anche la recente costituzione di una impresa comune tra la stessa SEL ed ENEL finalizzata alla gestione congiunta delle concessioni idroelettriche che verranno rilasciate alle due imprese (…) rischia di vanificare quel poco di concorrenza per il mercato che residua in una procedura già altamente imperfetta, risultando suscettibile di eliminare il potenziale ruolo “rivale” del concessionario uscente, ENEL, nei confronti di SEL, controllata dalla stessa Provincia. Pertanto la costituzione di tale impresa comune, includendo ENEL nel perimetro del conflitto di interessi esistente tra Provincia e SEL, potrebbe ridurre ulteriormente gli incentivi della Provincia ad adottare criteri imparziali nella scelta dei nuovi aggiudicatari”. (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, atto AS650, 30.12.2009) Una segnalazione allarmante. Per garantirsi dal rischio di vedersi invalidare gli accordi, SEL ed ENEL fissano nell’accordo definitivo, al capitolo 6, questa clausola: I patti sono validi solo a condizione che vengano approvati dalla stessa l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato: “Le parti si impegnano a (…) predisporre e presentare entro 30 giorni dalla data di sottoscrizione del presente accordo, la documentazione per la notifica alla Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato dell’operazione contemplata nel presente accordo. Qualora l’Autorità Garante approvi l’operazione solo a condizione di dare ad essa una configurazione diversa da quella convenuta, le parti negozieranno ogni opportuna iniziativa per dare attuazione alle prescrizioni dell’Autorità, fermo restando che ciascuna delle parti potrà recedere dall’accordo senza onere alcuno, qualora l’Autorità condizioni l’approvazione dell’operazione a dismissioni di cespiti rilevanti o altri oneri che ciascuna delle parti ritenesse pregiudizievole….” 11 Tale condizione evidentemente si realizza, se le parti possono firmare il 27 maggio 2010 il “closing memorandum” che sancisce l’esecuzione dei patti sottoscritti. Ma al di là del piano giuridico, gli accordi SEL-ENEL comportano problemi per la politica. 8. LA POLITICA ENERGETICA CENTRALISTICA E I SUOI RISCHI Gli accordi SEL-ENEL rappresentano una sorta di sanzione contrattuale dell’impostazione centralistica nella politica energetica seguita dalla Giunta provinciale e consentono anche di capire quale rischio essa comporti. Infatti: PROVINCIA “MATRIGNA” VERSO I COMUNI E I CONSORZI ENERGETICI, che potevano anche perdere le gare senza che alla Provincia derivasse alcun danno. E infatti nessuna delle concessioni è andata a questi altri soggetti pubblici locali. Di sussidiarietà e “democrazia energetica” non si può certo parlare. LA PROVINCIA HA ASSUNTO UN GRAVE RISCHIO PATRIMONIALE. Abbiamo visto che cosa sarebbe accaduto se la SEL avesse perso non una, ma più concessioni: il conguaglio dovuto a ENEL avrebbe portato la società provinciale in gravi condizioni finanziarie, che si sarebbero trasferite sul bilancio pubblico provinciale. TALE RISCHIO PERSISTE ANCORA, nel caso una o più delle 10 concessioni inizialmente attribuite a SEL venisse perduta in seguito ai giudizi sui ricorsi ancora pendenti. Né bisogna dimenticare che in particolare sulla concessione di S. Antonio è in corso addirittura una inchiesta giudiziaria. L’accordo SEL-ENEL prevede all’articolo 3 proprio l’ipotesi di ulteriore “conguaglio per assegnazione definitiva di una o più concessioni impugnate”. IL CONFLITTO D’INTERESSE DELLA PROVINCIA, ACCENTUATO DAGLI ACCORDI SEL-ENEL, RENDE VULNERABILE LA POLITICA ENERGETICA DELL’AUTONOMIA. Nel doppio ruolo di arbitro e giocatrice (tramite SEL) nella partita idroelettrica la Provincia mette in pericolo il grande risultato politico ottenuto con le norme di attuazione che hanno trasferito alla Provincia il potere di erogare le concessioni idroelettriche Di fronte a questi rischi, l’unica contromisura della SEL e della Provincia pare, come sempre, quella di garantirsi la “benevolenza” dei giganti multinazionali dell’energia. Gli accordi SEL-ENEL prevedono infatti: UN PATTO DI NON AGGRESSIONE TRA SEL ED ENEL Prevede che SEL ed ENEL non impugnino le concessioni assegnate all’altra parte. Infatti: SEL ha diritto di disdire l’accordo nel caso ENEL, o società a essa collegate, facciano ricorso contro l’emanazione di una concessione a favore di SEL; ENEL ha diritto di disdire l’accordo nel caso in cui SEL, o una delle società ad essa collegata, facciano ricorso contro l’emanazione di una concessione a favore di ENEL. In sostanza, ENEL e SEL si impegnano a non fare ricorso contro l’assegnazione di una o più concessioni all’altro partner, in qualsiasi circostanza ciò avvenga e anche se ciò dovesse procurargli un danno patrimoniale (si è visto che se una concessione non va a SEL ma a ENEL, SEL deve pagare un conguaglio più alto). Tale patto ha dato i suoi effetti: mentre diverse società (AE, VEK, privati…) hanno presentato ricorso contro le concessioni attribuite a SEL, l’unica società che non ha fatto in nessun caso ricorso è stata proprio ENEL. Con gli accordi preventivi con ENEL, SEL ha neutralizzato la sua concorrente più temibile, stringendo con lei un’alleanza. In effetti, era questo lo scopo degli accordi con i giganti nazionali dell’energia. 9. UN “NUOVO INIZIO” NELLA POLITICA ENERGETICA DELL’AUTONOMIA Le norme di attuazione che hanno trasferito alla Provincia il potere di erogare le concessioni idroelettriche sono state un grande risultato della politica dell’autonomia. Purtroppo questo potere è stato finora male utilizzato, al servizio di una politica centralistica che ha messo la Provincia in un pericoloso conflitto d’interesse, che l’ha costretta a cercare un’alleanza con i colossi energetici nazionali e internazionali (per “neutralizzarli”) e lo scontro con i Comuni e le loro società e cooperative energetiche. La crisi attuale della società energetica provinciale offre l’occasione di un “nuovo inizio”, di cui parla anche la Giunta provinciale. Dobbiamo ridiscutere come garantire davvero l’interesse pubblico nel campo idroelettrico. 12 La nostra proposta è chiara: distinguere nettamente i ruoli. La Provincia deve fare le leggi, bandire le gare e dare le concessioni. Protagonisti pubblici della produzione e della distribuzione devono essere invece i Comuni, con le loro società e le loro cooperative energetiche, trovando forme societarie nuove in cui coinvolgere anche i comuni privi di centrali. Solo così si realizza un’autentica “sussidiarietà e democrazia energetica”. Non siamo i soli a indicare questa strada: in Sudtirolo ci sono già idee e modelli in proposito. Nessuna ha la ricetta risolutiva: occorre aprire il confronto. Considerato tutto ciò, si chiede: Quando ha autorizzato SEL a firmare gli accordi con ENEL, la Giunta provinciale era a conoscenza nei dettagli di tali accordi e in particolare dell’impegno preso da SEL di conferire in SE Hydropower tutte le concessioni ex ENEL pena il pagamento di un conguaglio/penale, con grave rischio patrimoniale per SEL e per la stessa Provincia, sua proprietaria? Come giustifica la Giunta provinciale la scelta di autorizzare la firma dei patti SEL-ENEL, se questi esponevano sia la SEL sia la Provincia stessa a gravi rischi patrimoniali? Non ritiene la Giunta provinciale che il contenuto di tali accordi abbia compromesso il ruolo “super partes” della Provincia nella procedura di assegnazione delle concessioni idroelettriche, in particolare nei confronti degli altri soggetti pubblici territoriali, come i Comuni e i consorzi energetici? Ritiene la Giunta che la SEL potesse legittimamente sottoscrivere un simile “contratto aleatorio”? Non ritiene la Provincia di aver esposto a rischio tutta la procedura delle concessioni idroelettriche e il bilancio pubblico, autorizzando gli accordi SEL-ENEL? Com’è stato calcolato l’ammontare del conguaglio dovuto da SEL a ENEL, espresso nella somma di € 6.155.578,45 nel “closing memorandum” sottoscritto da ENEL e SEL il 27 maggio 2010? Si chiede di indicare le singole voci che hanno contribuito al calcolo, sia da parte di ENEL che di SEL, e il modello di calcolo utilizzato, in forma il più possibile comprensibile e mettendo particolarmente in evidenza – se hanno contribuito – le voci riguardanti i beni gratuitamente devolvibili e il compenso per l’energia non ritirata ai sensi dell’articolo 13 dello Statuto di autonomia. Con quali, tra le previste modalità (in denaro, o in energia, o in dividendi), SEL ha pagato – oppure pagherà, e in questo caso con quali tempi - il conguaglio dovuto a ENEL? A quanto sono ammontati il “Conguaglio situazione patrimoniale ENEL” e il “Conguaglio per ingresso anticipato”, di cui al capitolo 3 dell’accordo definitivo, come sono stati calcolati e in che forma e tempi sono stati pagati? Intende la Giunta provinciale aprire un tavolo di confronto con i Comuni, le società energetiche pubbliche, i consorzi energetici e gli altri produttori locali, nonché con le parti sociali, per elaborare una nuova strategia energetica volta ad attuare in questo campo i principi della sussidiarietà, della trasparenza e dell’interesse pubblico? Vorsitz der Vizepräsidentin | Presidenza della vicepresidente: DDr.in Julia Unterberger PRÄSIDENTIN: Das Wort hat Landesrat Laimer, bitte. LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Das war jetzt eine sehr lange Anfrage, denn sie umfasst 14 Seiten. Es ist so, dass wir im Rahmen der letzten Sitzung bereits einige offene Fragen hatten. Ich habe heute Vormittag mittlerweile die letzten Antworten gegeben. In dieser Anfrage sind eine Fülle von Fragen aufgelistet, die auch eine lange Recherche über Rechnungen, Kalkulationen und entsprechende Texte benötigen. Diese beiden Anfragen sind von Seiten des neuen Präsidenten der SEL noch nicht beantwortet worden. Vielleicht wäre es besser, wenn wir auf die Verlesung der nächsten Anfrage verzichten, weil ich noch etwas abwarten muss, bis ich die Antworte bekomme, die ich Ihnen dann umgehend weiterleiten werde, damit Sie eine schriftliche und umfassende Antwort erhalten können. Wie gesagt, zahlreiche Ihrer sehr umfangreichen Fragen sind bereits beantwortet worden. Die Beantwortung dieser beiden Anfragen ist aber noch offen. Ich hoffe, dass ich sie Ihnen in den nächsten Tagen schriftlich übermitteln kann. Ich möchte den Antrag stellen, die zweite Anfrage nicht zu verlesen, um nicht noch einmal dieselbe Antwort geben zu müssen. 13 DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Replico, perché le domande sono già state abbastanza. Assessore Laimer, oggi è anche il primo giorno della trasmissione diretta in internet, quindi questo spettacolo è disponibile per tutti i cittadini e cittadine della nostra provincia. Già l'altra volta Lei non ha risposto alle nostre interrogazioni né in forma scritta né in forma orale. Io rinuncio a leggere la prossima interrogazione, risparmio questa lettura ai colleghi, anche se la lettura è una specie di sanzione che il regolamento interno prevede a quell'assessore che non fa il proprio dovere. Anche scrivere questa interrogazione, Le garantisco, c'è voluto parecchio lavoro! Fra l'altro mi suona strano il fatto che Lei non abbia una risposta a questa interrogazione, perché Lei per smentire le nostre interrogazioni e le nostre affermazioni, qualche giorno dopo la presentazione di queste interrogazioni, Lei ha fatto una conferenza stampa con a fianco l'avvocato Brandstätter, in cui ha affrontato i diversi punti di queste interrogazioni, tra l'altro su questa per smentire ha confermato che la SEL ha pagato un conguaglio per la centrale di Rio Pusteria, ha presentato questa Sua smentita con una serie di argomenti che entravano nel merito. Devo prendere atto che quegli argomenti non valevano la carta in cui erano scritti, altrimenti sarebbe valsa la pena di portarli qui in aula. Ma fare una conferenza stampa ai giornali raccontando storie oppure raccontare storie in aula, evidentemente sono due cose diverse: in aula non si possono raccontare storie. Questo Suo rifiuto di rispondere a questa interrogazione mi dimostra che quelle Sue smentite erano carta straccia. Vorsitz des Präsidenten | Presidenza del presidente: Mauro Minniti PRESIDENTE: La seconda interrogazione, la n. 2214/11 non viene letta. DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): L'assessore ha detto che anche per la seconda interrogazione non aveva una risposta. Sbaglio? PRESIDENTE: Punto 1) dell'ordine del giorno: "Interrogazioni su temi di attualità". Punkt 1 der Tagesordnung: "Aktuelle Fragestunde". Interrogazione n. 1/2/12 del 5.12.2011, presentata dal consigliere Pöder, riguardante l'Istituto per l'edilizia sociale: cambio del fornitore di energia elettrica – versamenti del fornitore su un conto corrente privato. Prego di dare lettura dell'interrogazione. PÖDER (BürgerUnion): Ich hätte noch eine Frage, Herr Präsident? Wird meine schriftliche Anfrage nicht behandelt? PRESIDENTE: La risposta a questa interrogazione è già arrivata e gliela faremo avere. PÖDER (BürgerUnion): Danke. Ich verlese die Anfrage. Im Zuge des Wechsels des Stromanbieters für die Mietwohnungen des Instituts im Jahr 2009 soll es angeblich zu Zahlungen des neuen Stromanbieters auf ein von Wobi-Funktionären eingerichtetes Konto gekommen sein. Angeblich wurde ein auf die Namen leitender Wobi-Funktionäre (die angeblichen Namen sind dem Unterfertigten bekannt) lautendes Konto unter dem Titel "Ski Gruppe Wobi" eingerichtet und der neue Stromanbieter soll eine Zahlung auf das Konto getätigt haben. Inzwischen wurde wiederum der Stromanbieter gewechselt. Ist die Landesregierung in Kenntnis über diesen Vorgang, gibt es ein solches oder ähnliches Bankkonto, von wem und in wessen Auftrag wurde es errichtet, gab es besagte Zahlung ... in welcher Höhe? Warum wurde der Stromanbieter mehrmals gewechselt? Gab es diesbezüglich Ausschreibungen? Wer hat den Wechsel des Stromanbieters angeordnet? TOMMASINI (Assessore alla scuola italiana, alla cultura e formazione professionale italiana e all'edilizia abitativa – Partito Democratico/Demokratische Partei): Egregio Presidente, cari colleghi. Ci siamo in- 14 formati presso l'IPES perché la Giunta ovviamente non ha conoscenza di quanto richiesto. Io ho la risposta dell'IPES che leggo: "Das Wohnbauinstitut schließt keine Mietverträge für die Mieter ab. Jeder Mieter wählt die Stromlieferfirma seines Vertrauens selbst aus. Höchstwahrscheinlich meint der Landtagsabgeordnete Andreas Pöder in seiner Anfrage den 2008 erfolgten Wechsel des Stromanbieters für die Gemeinschaftsteile der Gebäude des Wohnbauinstitutes. Das Wohnbauinstitut hat im Jahr 2009 die 7. nationale Skimeisterschaft von Federcasa im Skigebiet Karerpass ausgetragen. Am Skirennen haben 200 Mitarbeiter von verschiedenen Wohnbauinstituten aus ganz Italien teilgenommen. Um das Institut nicht mit den Kosten für die Veranstaltung zu belasten, haben sich die Organisatoren der Skimeisterschaft bemüht, Firmen als Sponsoren zu finden. Die Veranstaltung könnte gänzlich durch die Sponsor-Beiträge von vier Firmen im Ausmaß von 18.000 Euro – 10.000 Euro kamen vom Stromanbieter MPE – finanziert werden. Drei von den vier Firmen hatten zu diesem Zeitpunkt bestehende Lieferverträge mit dem Wohnbauinstitut: MPE - Stromlieferung AF Petroli - Heizöllieferung, Südtiroler Sparkasse – Schatzamtsdienst. Die vierte Firma war die Mila, welche in keinem Vertragsverhältnis mit dem Wohnbauinstitut stand. Bei der Auswahl der Sponsoren wurde bewusst darauf geachtet, dass Firmen ausgewählt werden, mit welchen das Wohnbauinstitut laufende Verträge abgeschlossen hatte. Im Gegenzug wurde diesen Firmen das Anbringen der Firmenlogos auf sämtlichen mit der Veranstaltung zusammenhängenden Schriftstücken und Transparenten gewährt. Die Sponsor-Beiträge wurden auf das Konto des Institutes überwiesen. Diese Beiträge wurden vom Institut ordnungsgemäß in Rechnung gestellt und verbucht. Auch alle die Veranstaltung betreffenden Ausgaben wurden ordnungsgemäß verbucht. Die gesamten Ausgaben für die Veranstaltung sind somit durch reguläre Sponsor-Verträge und Sponsor-Beiträge gedeckt worden, sodass weder den Mietern, noch der öffentlichen Hand irgendwelche Kosten entstanden sind. Was die privaten Kosten der Mitarbeiter, inklusive die Führungskräfte, für Freizeittätigkeiten betrifft, hat das Institut bzw. der Präsident keinerlei Informationen, da diese außerhalb der institutionellen Tätigkeit des Institutes liegen. Im Jahr 2008 hat das Wohnbauinstitut für die Gemeinschaftsteile der Kondominien den Strom von 24 lokalen Anbietern bezogen. Die größten Lieferanten waren das ENEL und die Etschwerke. Es handelt sich dabei um 1.800 Verträge, wofür jährlich 22.000 Rechnungen registriert werden mussten. Dabei sind immer wieder Schwierigkeiten mit der unverzüglichen Registrierung und Bezahlung der Rechnungen aufgetreten. Da man mit den bisherigen Anbietern zu keiner zufriedenstellenden Lösung kam, wurde in einem Verhandlungsverfahren infolge eines Rahmenabkommens mit Federcasa ein Stromanbieter – die Firma MPE – ausfindig gemacht. Neben einer Verwaltungsvereinfachung hat die Firma einen Preisnachlass von 15 Prozent zugestanden. In der Zwischenzeit haben sich die Etschwerke verwaltungsmäßig umorganisiert und somit war es möglich, dass das Institut mit den nationalen Consip-Bedingungen den Stromliefervertrag mit den Etschwerken am 1. März 2011 neu abschließen konnte. Der Wechsel des Stromanbieters wurde aufgrund der Entscheidungsbefugnis durch den Generaldirektor Franz Stimpfl veranlasst." Questa è la risposta del Presidente Konrad Pfitscher, che trasmetterò volentieri al consigliere Pöder. PÖDER (BürgerUnion): Ich repliziere. Vielen Dank, Herr Landesrat! Dieser Vorgang ist schon eigenartig, wenngleich verständlich ist, dass im Wohnbauinstitut ein Freizeitverein existiert. Dass der Stromanbieter – von den Etschwerken zur MPE, was im Prinzip die Eon ist – ohne Ausschreibung gewechselt wird, weil man mit den Etschwerken offensichtlich Schwierigkeiten hatte und die MPE dann Geld auf das Konto des Wohnbauinstitutes überweist, welches diese Überweisungen seinerseits auf Konten einiger Funktionäre desselben überweist, das ist schon eigenartig! Ich will jetzt niemandem etwas unterstellen und ich weiß, dass es diesen Freizeitverein gibt, der an irgendwelchen Skimeisterschaften der Federcasa teilnimmt. Ich glaube nicht, dass jemand persönlich das Geld genommen hat, aber an diesen Vorgängen sieht man, dass mit bestimmten Dingen doch relativ locker umgegangen wird. Ich hätte mir da schon mehr Sensibilität von Seiten der Wobi-Verantwortlichen erwartet. Das Konto des Freizeitvereines lautet auf Spitzenfunktionäre des Wohnbauinstitutes, und man sollte nicht von einem Unternehmen Geld nehmen, das man ohne Ausschreibung als Stromanbieter eingesetzt hat. Dieser Stromanbieter wurde jetzt ja wieder zurückgewechselt bzw. man ist zu den Etschwerken zurückgegangen, weil das mit der Eon dann doch nicht so toll war. Wie gesagt, das ist schon sehr eigenartig. Da haben manche Leute das richtige Maß aus den Augen verloren und verstehen nicht, dass das Wobi eine öffentliche Körperschaft ist. Man kann doch nicht so einfach Geld aus einem Sponsoring auf das Konto des Wobi überweisen und dann an ein Privatkonto weiterleiten. Es ist nicht unbedingt so, dass das alles in Ordnung ist, im Gegenteil. 15 PRESIDENTE: Passiamo all'interrogazione n. 8/02/12 del 16.1.2012, presentata dalla cons. Mair, concernente le iscrizioni per il 2012 alla scuola dell'infanzia "Kofler" – l'integrazione non può funzionare in questo modo. Prego di dare lettura dell'interrogazione. MAIR (Die Freiheitlichen): Immer wieder vernehmen wir Klagen darüber, dass im deutschen Kofler-Kindergarten in Bozen kaum noch Deutsch gesprochen wird, da die ausländischen Kinder der Sprache nicht mächtig sind. Hinzu kommt, dass für das Jahr 2012 der Ausländeranteil 70 Prozent betragen wird. Die Landesregierung wird um die Beantwortung folgender Fragen ersucht: 1. Ist die Landesregierung über die Situation im Kofler-Kindergarten informiert? Wenn ja, was gedenkt sie dagegen zu unternehmen? 2. Ist die Landesregierung nicht der Meinung, dass es auch im Kindergarten eine Obergrenze für den Anteil ausländischer Kinder braucht? 3. Wie soll unter den gegebenen Umständen Integration gelingen? 4. Wie kann der Kofler-Kindergarten durch diesen massiven Zuzug von ausländischen Kindern seinem ursprünglichen Auftrag gerecht werden? 5. Ist auch dem Kindergartenpersonal eine solche Entwicklung zuzumuten? 6. Wie hoch ist der Anteil an ausländischen Kindern in den übrigen deutschen Kindergärten der Gemeinde Bozen? KASSLATTER MUR (Landesrätin für deutsche Schule, Denkmalpflege, Bildungsförderung, deutsche Kultur und Berufsbildung – SVP): Derzeit besuchen 50 Kinder den deutschsprachigen Kofler-Kindergarten in Bozen. Davon haben 25 Kinder Migrationshintergrund, von denen 7 im Ausland geboren sind. Alle anderen sind in Südtirol geboren. Es ist nicht so einfach, pauschal zu sagen, dass sie kein Deutsch sprechen oder die Sitten nicht kennen würden. Wir tun uns aufgrund der Privacy-Bestimmungen schwer, genau zu klären und statistisch festzuhalten, wie es sich verhält. Wir stützen momentan die Bemühungen des sehr engagierten Personals mit Zusatzpersonal, mit den Angeboten der Sprachenzentren und mit Teilung von Gruppen. Der Kofler-Kindergarten erhält mehr Personal, als ihm laut den Richtlinien zustehen würde. Wir sind schon seit längerem mit den Gemeinden in Diskussion darüber, ob wir eine andere Verteilung vornehmen sollen. Es gab da und dort einmal einen Antrag, dass die Landesregierung ähnlich wie bei den Schulen beschließen möge, dass keine Gemeinschaft mehr als 30 Prozent Ausländer aufnehmen solle. Sind Kinder, die in Südtirol geboren werden, Ausländer oder nicht? Sind Kinder mit nur einem Elternteil mit Migrationshintergrund Ausländer oder nicht? Ist es sinnvoll, von dem bisherigen Prinzip der Wohnortnähe abzugehen? Damit hängen ja soziale, ökologische und andere Komponenten für eine nachhaltige Zukunftsgestaltung zusammen. Sage ich drei Eltern des Kofler-Kindergartens, dass ihre Kinder im Herbst nicht mehr kommen dürfen, da wir nicht mehr als 30 Prozent an Ausländer-Kindern haben wollen? Schicken wir sie nach Haslach? MAIR (Die Freiheitlichen): (unterbricht) KASSLATTER MUR (Landesrätin für deutsche Schule, Denkmalpflege, Bildungsförderung, deutsche Kultur und Berufsbildung – SVP): So wird es da und dort in den Schulen praktiziert, denn es gibt keine andere Alternative. MAIR (Die Freiheitlichen): (unterbricht) KASSLATTER MUR (Landesrätin für deutsche Schule, Denkmalpflege, Bildungsförderung, deutsche Kultur und Berufsbildung – SVP): Oder Bozen Dorf, Neugries … Wie gesagt, da sind wir in Gesprächen. Auf jeden Fall gibt es viele Pro's und Contra's. Die Klärung dieser Frage ist keine Entweder-Oder-Angelegenheit, sondern eine Sowohl-Als-Auch-Angelegenheit. Momentan bemühen wir uns, dem Erziehungspersonal mit Zusatzpersonal unter die Arme zu greifen. Derzeit besuchen 1.096 Kinder die deutschsprachigen Kindergärten in Bozen. Davon haben 281 einen Migrationshintergrund, von denen 45 nicht in Südtirol geboren sind. Im entsprechenden Landesgesetz ist vorgesehen, dass die Nutzung der Bildungsangebote für alle ein subjektives Recht und eine soziale Pflicht darstellt. Ich bin weiter gegangen und habe bei der Ausarbeitung des Gesetzentwurfes für die Einwanderer in der Landesregie- 16 rung die Kindergartenpflicht für alle Kinder mit Migrationshintergrund verlangt. Ich würde mir davon mehr Einzug der Mütter in die Arbeitswelt und damit Sprachen- und Kulturkenntnis und eine Abnahme der Belastung für die Schulen erwarten. Der Kindergarten könnte dafür sorgen, dass diese Kinder bis zu ihrem Eintritt in die Schule einer der beiden Landessprachen mächtig sind. MAIR (Die Freiheitlichen): Ich möchte kurz replizieren. Ich habe diese Problematik nicht erfunden. Sowohl das Personal, als auch Eltern von Kindern, die diesen Kindergarten besuchen, sind an mich herangetreten und haben mir die Situation geschildert. Ich habe heute eine Sms bekommen, aus der hervorgeht, dass es wahrscheinlich so sein wird, dass 31 Migranten-Kindern die Einschreibung verweigert wird. Die Eltern sind bereit an die Öffentlichkeit zu gehen, denn der Unmut ist wirklich sehr groß. Die einheimischen Mütter sind, obwohl sie berufstätig sind, gezwungen, ihre Kinder in anderen Kindergärten in anderen Stadtvierteln unterzubringen. Das ist ein organisatorisches Chaos. Die Mütter der Migranten-Kinder leben in den Billigwohnungen unter den Bozner Lauben, arbeiten nicht und hätten somit die Zeit, ihre Kinder anderswo hinzubringen. Das ist ein Selbstläufer und da entsteht Unmut. Wenn man sich den Heinrich-Kindergarten in Bozen Dorf anschaut, so sind dort die Kinder der "besseren" Bozner untergebracht. Dort ist kein einziges Ausländer-Kind bzw. Kind mit Migrationshintergrund untergebracht. Die Leute, die seit Jahren auf diese Problematik hinweisen, werden von der Politik alleine gelassen. Natürlich führen diese Menschen Diskussionen, wie wir sie vielleicht nicht unbedingt haben möchten. Natürlich ist es richtig, dass auch Ausländer-Kinder den Kindergarten besuchen, aber wir hätten uns gewünscht, dass man beim Integrationsgesetz zumindest in Bezug auf die Sprache eine Bestimmung einführt. Die Belastung ist enorm und es ist schon ein Alarmzeichen, wenn in einem deutschen Kindergarten nicht mehr Deutsch gesprochen wird bzw. die Eltern beklagen, dass man nicht einmal Italienisch sprechen könne, weil sie das auch nicht verstehen würden. Man muss sich schon die Frage stellen, ob der deutsche Kofler-Kindergarten seinem ursprünglichen Auftrag überhaupt noch gerecht wird. PRESIDENTE: Passiamo all'interrogazione n. 11/2/12 del 17.1.2012, presentata dai consiglieri Klotz e Knoll, riguardante l'UE contesta la disposizione dello Statuto di autonomia riguardante il requisito di residenza. Prego di dare lettura dell'interrogazione. KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Aus der Antwort auf die Parlamentsanfrage eines österreichischen EU- Abgeordneten (Kopie liegt bei) geht hervor, dass die EU- Kommission am 14. 12. 2011 beim Europäischen Gerichtshof Klage gegen Italien eingereicht hat, weil die Provinz Bozen den Freizügigkeits- Grundsatz bei Zugang zu Arbeitsplätzen verletze. Konkreter Anlass sei die Zugangsbeschränkung beim öffentlichen Dienst, wonach Bewerber, die seit 2 Jahren in der Provinz ansässig sind, bevorzugt werden (Art. 12, Abs. 1 DPR 752). Hat der Landeshauptmann in Erfahrung gebracht, welcher konkrete Anlassfall der Grund dafür ist? Hat der Landeshauptmann den Text der oben genannten Klage zur Kenntnis erhalten oder nicht? Wenn ja, was konkret besagt er? Um Überlassung eine Kopie wird gebeten! Wenn nein, warum wurde oder wird ihm der Text nicht ausgehändigt? DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrter Herr Präsident, verehrte Damen und Herren! Die Intervention ist davon ausgegangen, dass die Maßnahme, die vorsieht, dass auch andere Institute die Zweisprachigkeitsprüfung durchführen können, nicht sofort umgesetzt wird. In der Folge ist dann diese Eingabe gemacht worden. Sie wissen, dass aufgrund des D.P.R. Nr. 752/1976 vorgesehen ist, dass bei Staatsstellen usw. zwei Jahre Ansässigkeit verlangt werden. Die EU ist der Meinung, dass dies im Widerspruch zur freien Niederlassung und zum freien Zugang zu öffentlichen Stellen steht. Hier braucht es auf jeden Fall eine Durchführungsbestimmung. Die ganze Angelegenheit liegt zur Zeit bei der Sechser-Kommission, die aber bis heute noch nicht reagiert hat. Deshalb kann man uns keinen Vorwurf machen. Proporz und Zweisprachigkeit sind in keinster Weise in Gefahr. Ich übergebe Ihnen dann die entsprechenden Unterlagen. KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich hätte eine Zusatzfrage. Herr Landeshauptmann, dann handelt es sich also immer noch um den Fall Angonese? Die Tatsache, dass die EU-Kommission am 14. Dezember 2011 die Klage eingereicht hat, … Klagt die EU-Kommission jetzt doppelt und dreifach, immer wegen desselben Falles? Bitte sagen Sie uns diesen Vorgang, denn normalerweise müsste eine einmalige Klage reichen, um einen solchen 17 Fall zu klären. Wenn die Durchführungsbestimmung noch nicht erlassen worden ist, dann ist das eine Sache, aber es geht ja immer um denselben Fall. DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Es sind mehrere Punkte, die hier zusammenfallen. Es wurde gesagt, dass die Überprüfung der Zweisprachigkeit nicht nur vom Land gemacht werden könne bzw. der Zweisprachigkeitsnachweis in seiner bisherigen Form nicht notwendig sei. Es wurde dann auch eine Eingabe, dass die Bestimmung der zweijährigen Ansässigkeit im Widerspruch zur Arbeiterfreizügigkeit stünde. Die EU hat dies aufgegriffen und uns mitgeteilt, dass ein entsprechendes Verfahren eröffnet worden sei. Wir haben unseren Teil gemacht und jetzt ist die Sechser-Kommission dran und muss die betreffende Durchführungsbestimmung abändern. Ich übergebe Ihnen die Unterlagen, denen Sie die genauen Hintergründe und Namen entnehmen können. PRESIDENTE: Passiamo all'interrogazione n. 13/02/12 del 17.1.2012, presentata dai consiglieri Schuler e Noggler riguardante i tempi di attesa ai passaggi a livello. Prego di dare lettura dell'interrogazione. SCHULER (SVP): Die Wiederinbetriebnahme der Vinschger Bahn hat - neben den positiven Auswirkungen - auch das leidige Problem der Wartezeiten an den Bahnübergängen aktuell gemacht. Vor allem für die Berufspendler, die auf ihrer Strecke zur Arbeit täglich diesselben Bahnübergänge passieren, sind die Wartezeiten nicht leicht nachvollziehbar. Es gibt Bahnübergange in unmittelbarer Nähe zu Bahnhöfen, die einige Zeit geschlossen halten, obwohl der Zug noch am Bahnhof stillsteht, und Passagiere zu- und aussteigen lässt. Ganz besonders in solchen Fällen ist den Verkehrsteilnehmern keine konkrete Gefährdung ersichtlich, weshalb sie auf eine Verkürzung der Wartezeiten drängen. In diesem Zusammenhang ergehen an den zuständigen Landesrat folgende Fragen: 1. Welche Sicherheitsvorschriften werden bei den Bahnübergängen angewandt? 2. Kann im Rahmen dieser Vorschriften eine Verbesserung der Situation herbeigeführt werden? 3. Können durch technische Anpassungen die Wartezeiten verkürzt werden? WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Sehr geehrter Herr Präsident, werte Kolleginnen und Kollegen! Ich kenne die von Ihnen geschilderte Problematik. Es ist manchmal so, dass es zu unverständlichen längeren Schranken-Schließungen kommt. Das System ist sehr kompliziert. Je schneller der Zug in einen Übergangsbereich hineinführt, umso früher muss die Schranke natürlich schließen und umso länger muss sie geschlossen bleiben, was manchmal zu Verzögerungen führt. Die von Ihnen angesprochene Problematik trifft vor allem dann zu, wenn sich der Zug in einem Kreuzungsbereich befindet und beispielsweise auf Züge in Verspätung warten muss, die von der anderen Seite kommen. Ich habe eine Studie, an die Signalfirma Ansaldo, in Auftrag gegeben, um diese Problematik in den Griff zu bekommen. Grundsätzlich versucht man schon, die Zeiten, in denen die Schranken geschlossen bleiben, zu reduzieren. Das wird in den nächsten Monaten erfolgen, und ich werde Sie dann informieren, sobald das sicher ist. SCHULER (SVP): Ich repliziere. Es freut mich, dass eine Studie in Auftrag gegeben worden ist, um diese Problematik zu überprüfen. Es gibt Situationen, in denen die Schranken bis zu zwölf Minuten geschlossen bleiben. Ich hoffe, dass diese Studie zu einem Resultat führen und die eine oder andere Verkürzung der Wartezeiten möglich sein wird. Danke inzwischen! PRESIDENTE: Interrogazione n. 22/02/12 del 20.1.2012, presentata dai consiglieri Heiss e Dello Sbarba, riguardante 'è previsto un ulteriore ampliamento del tratto Foresta-Tell?' Prego di dare lettura dell'interrogazione. HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Bereits seit geraumer Zeit ist auf der Strecke Forst-Töll das Baulos 2 verwirklicht, um auf dem Abschnitt mithilfe von Tunnels die nötige Sicherheit zu gewährleisten. Neben dem aus Sicherheitsgründen verwirklichten Teil wurden Baulos 1 und 3 aus dem Bauprogramm gestrichen; wobei der Landeshauptmann beteuerte, man wolle auf den Abschnitt verzichten. Nun sollen aber im zeitlichen Abstand von einigen Jahren die Abschnitte dennoch angegangen werden, obwohl vor allem im Vinschgau die BürgerInnen einen weiteren Ausbau der Straße und die Öffnung des Nadelöhrs Forst-Töll überwiegend ablehnen: Auch das Knoflacher-Verkehrskonzept spricht sich gegen eine Öffnung aus, um einer drohenden Zunahme des Straßenverkehrs an diesem Portal zum Vinschgau vorzubeugen. Daher richten wir folgende Anfrage an die Südtiroler Landesregierung: 18 1. 2. 3. Ist eine Planung von Baulos 1 der Strecke Forst-Töll in Ausarbeitung, wie weit ist sie gediehen? Wenn ja, aus welchen Gründen soll Baulos 1 realisiert werden? Wie hoch läge der annähernde Kostenvoranschlag für den Ausbau? MUSSNER (Landesrat für Bauten, ladinische Schule und Kultur und Vermögensverwaltung – SVP): Herr Präsident, Kolleginnen und Kollegen! Die technischen Eigenschaften wurden im Jahre 1993 von der Landesregierung genehmigt. Danach haben wir die Kosten bzw. die Teuerungen hinzugerechnet und die Gesamtvision an die neu in Kraft getretenen Vorschriften angepasst. Derzeit ist keine Planung in Ausführung. Das Vorprojekt ist das Baulos I "Umfahrung Forst/Töll", das im Jahr 2003 ausgearbeitet worden ist. Diese Trasse ist in den Bauleitplänen der Gemeinden Algund und Marling eingetragen. Aufgrund der beträchtlichen Mehrkosten werden derzeit entsprechend der Weisungen der Landesregierung vom Dezember 2011 kostengünstigere Lösungen untersucht. Innerhalb Ende März 2012 soll eine überarbeitete Lösung behandelt werden. Wir sind der Meinung, dass das Baulos I umgesetzt werden soll, um eine endgültige Lösung der Verkehrsproblematik in diesem Bereich zu erzielen und um die Lebensqualität der Anrainer zu erhöhen. Der vorhandene Kreuzungsbereich stellt ein Gefahrenpotential für den Verkehrsteilnehmer dar. Die definitiven Kosten können erst nach Abschluss der Varianten-Studien ermittelt werden. HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Ich möchte eine Zusatzfrage stellen. Danke für die Auskunft, Herr Landesrat! Aus Ihrer Antwort geht hervor, dass die Absicht besteht, das Baulos I zu verwirklichen. Dadurch tritt aber auch ein gewisser Zielkonflikt mit den Zielen des Vinschgaus, eine Verkehrsberuhigung herbeizuführen und die dortigen Umfahrungen – Rabland oder Kastelbell – anzugehen, auf. Wie wird das dann prioritär gehandhabt werden? Werden Sie die Umfahrung Forst/Töll vor jenen des Vinschgaus realisieren? Mir erscheint schon wichtig, den Vinschgau zu schützen. Ich sehe aber auch die Notwendigkeit, die Bevölkerung von Algund und Marling zu entlasten. Wie gesagt, wie sind hier die Prioritäten? MUSSNER (Landesrat für Bauten, ladinische Schule und Kultur und Vermögensverwaltung – SVP): Im Vinschgau hat die Ortsumfahrung Kastelbell/Galsaun eine Priorität, wobei die diesbezüglichen Projekte bereits mit der zuständigen Gemeinde diskutiert worden sind. Wie es dann weitergehen wird, hängt von den Finanzierungsmöglichkeiten ab. Wir haben auf jeden Fall vor, innerhalb eines Jahres ein Projekt vorzulegen, das man realisieren kann. Für den Obervinschgau – Schluderns, Tartsch, Mals und Glurns – werden verschiedene Lösungen untersucht. Was Tartsch anbelangt, sind seitens der Gemeinde Lösungen in den Bauleitplan eingetragen worden. Wir sind der Meinung, dass man in Bezug auf den Obervinschgau unbedingt versuchen sollte, eine Lösung zu finden, die mehrere Gemeinden entlastet. In Bezug auf die Prioritäten kann ich Ihnen sagen, dass es zunächst um die Ortsumfahrung von Kastelbell geht. PRESIDENTE: Interrogazione n. 25/02/12 del 23.1.2012 presentata dalla consigliera Artioli, riguardante il rifornimento di carburante nella confinante Austria per mezzi convenzionati. Prego di dare lettura dell'interrogazione. ARTIOLI (Lega Nord): Premesso che le accise sui carburanti rientrano in buona parte nelle casse provinciali; premesso che la Croce bianca e i concessionari del trasporto pubblico godono del finanziamento pubblico; si chiede alla Giunta provinciale: se l'amministrazione sia al corrente della notizia che alcuni mezzi della Croce Bianca e dei concessionari del trasporto pubblico si recherebbero a fare il pieno della confinate Austria. WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Sehr geehrter Herr Präsident, werte Kolleginnen und Kollegen! Die von Ihnen vorgebrachten Sachverhalte sind uns nicht bekannt. Weder der öffentliche Nahverkehr, noch das Weiße oder Rote Kreuz tanken in benachbarten oder verbilligten Grenzregionen. In Bezug auf das Weiße und Rote Kreuz wird aber Landesrat Theiner antworten. 19 THEINER (Landesrat für Gesundheits- und Sozialwesen und Familie – SVP): Wir haben beim Direktor des Weißen Kreuzes nachgefragt, der uns bestätigt hat, dass gerade jene Sektionen, die sich in Grenznähe befinden, effektiv im angrenzenden Ausland tanken. Das trifft insbesondere auf Innichen, aber auch auf Reschen zu. Was Reschen anbelangt, ist zu bemerken, dass sich die nächste Tankstelle auf Südtiroler Gebiet in Prad bzw. in Eyrs befindet, während die nächste Tankstelle auf österreichischer Seite unmittelbar hinter der Grenze liegt. ARTIOLI (Lega Nord): Replico. Ringrazio l'assessore Theiner della sua correttezza, che ha ammesso che i concessionari del trasporto pubblico vanno a fare il pieno in Austria. Vorrei che gli uffici dell'assessore Widmann si organizzassero meglio, perché anche i pullman a San Candido vanno a fare il pieno all'estero. Può andare a parlare con il gestore della pompa di benzina che li vede passare. Se non vogliamo finire come il Friuli, credo che in Alto Adige i prezzi debbano scendere, e dobbiamo fare la carta sconto carburante per i sudtirolesi. Non possiamo avere in Alto Adige quattro punti in più di prezzo sulla benzina, sono 20 euro a pieno. In Friuli tutti i benzinai hanno chiuso. Noi non possiamo far finta di non vedere il problema. Sapete che è già iniziato il rifornimento in nero, ci sono contadini e rappresentanti che vanno all'estero con le taniche di benzina, che è vietato, e rivendono qui il carburante, perché anche rivendendolo a metà prezzo, ci guadagni 10 euro a pieno. Non riesco a capire come voi non siate capaci di fare il calcolo matematico, vi rendereste conto che guadagneremmo di più facendo la carta sconto carburante perché i nostri benzinai resterebbero aperti e guadagneremmo di più di accise, altrimenti finiamo come in Friuli, dove stanno chiudendo tutti i benzinai e chi ci guadagna è la Slovenia. Se voi volete far ritornare i soldi che una volta l'Austria ci ha prestato per ricostruire l'Alto Adige e vi siete messi d'accordo, ditelo ufficialmente che volete che chiudano tutti i benzinai dell'Alto Adige e che si faccia il pieno di carburante in Austria, e non far finta di non vedere quali sono i problemi. PRESIDENTE: Ci sarebbe da trattare l'interrogazione n. 37/2/12 presentata dal sottoscritto, ma viene momentaneamente sospesa perché manca la vicepresidente. Passiamo all‘interrogazione n. 52/02/12 del 1.2.2012, presentata dal consigliere Urzì, riguardante stop alla proliferazione delle sale gioco. Prego di dare lettura dell'interrogazione. URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Le cronache altoatesine sono sempre più ricche di notizie che impongono per lo meno una riflessione, ma anche un doveroso esame di coscienza. Si è letto del susseguirsi di episodi di violenza, sino alle rapine, in sale giochi di Bolzano.Si è letto del progressivo allargarsi della patologia del gioco compulsivo che svuota l'anima delle persone più deboli e le rovina sul piano finanziario trascinando spesso nella tragedia intere famiglie. Si è letto della mobilitazione di comitati e partiti politici, trasversale, contro il diffondersi a macchia d'olio delle sale da gioco. Tutto ciò premesso, si interroga il presidente della Giunta provinciale e/o l'assessore competente per sapere come si intenda dare applicazione nello spirito oltre che nella lettera la legislazione provinciale in materia di apertura di sale da gioco, se non si intenda rivedere le decisioni assunte in merito all'apertura di una nuova sala presso l'ex Circolo Masetti di Bolzano, se non si ritenga che la disciplina di legge provinciale debba riguardare anche i luoghi di gioco già in funzione prima dell'approvazione della legge comprendendo in essi anche gli angoli dedicati al gioco nei comuni bar o locali pubblici. DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrter Herr Präsident, verehrte Damen und Herren! Der Kollege Urzí weiß, dass es zwei Arten von Spielhöhlen gibt: einerseits die Spielsäle, zu denen alle ab 18 Jahren Zutritt haben, andererseits die sogenannten "sale dedicate", zu denen Jugendliche keinen Zutritt haben. Letztere sind aufgrund von staatlichen Bestimmungen geregelt, und wir haben keine Möglichkeit, hier etwas abzuändern. Wir haben aber die Möglichkeit zu bestimmen, dass diese Spielhöhlen einen gewissen Abstand zu Schulen, Jugendzentren usw. haben müssen. Wir haben ein eigenes Landesgesetz gemacht, in welchem vorgesehen ist, dass für die normalen Spielhöhlen Abstände von 300 Metern von den genannten Einrichtungen eingehalten werden müssen. Wir haben im Finanzgesetz vorgesehen – das haben Sie wahrscheinlich nicht mitbekommen, weil Sie nicht im Saal waren -, dass auch für die sogenannten "sale dedicate" die vorher genannten Abstände gelten. Allerdings gilt dies nicht für bereits genehmigte Einrichtungen. Diese können erst dann zur Einhaltung der entsprechenden Abstände verpflichtet werden, wenn sie erneuert werden. Die Lizenz gilt normalerweise fünf Jahre. 20 URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Replico. Ringrazio il presidente che ha dato delle indicazioni utili, ma non sufficientemente utili per dare risposta a tutti gli interrogativi che abbiamo posto, per esempio in merito a quelli di più stringente attualità. Sappiamo che esiste una fortissima polemica in questa fase che sta coinvolgendo diversi soggetti non solo politici, ma anche pubblici e istituzionali, il comune di Bolzano in primis, per esempio, per quanto riguarda l'apertura di nuove sale da gioco presso l'ex circolo Masetti di Bolzano. Si sta imponendo prepotentemente questo tema, ed evidentemente lo strumento legislativo che è stato solo rinnovato, come Lei ha ricordato, nella legge finanziaria scorsa, non è sufficiente. Si deve fare di più. Si può intervenire con gli strumenti che sono consegnati alla Provincia di Bolzano per circoscrivere la diffusione di un fenomeno che è drammatico per interi nuclei familiari che si rovinano attraverso la dedica ad un gioco compulsivo che costituisce oggi un vero e proprio allarme sociale. Mi permetto di annotare un ultimo aspetto. La legge provinciale attuale non prevede un ruolo attivo e determinante dei comuni nelle procedure di autorizzazione all'apertura di una nuova sala da gioco. Un appello in questo senso è venuto recentemente dal sindaco di Bronzolo che ha detto con chiarezza che l'amministrazione comunale non ha la titolarità, in ultima istanza, di poter autorizzare sul piano morale più che tecnico o legato a cavilli di ordine urbanistico o quant'altro una sala da gioco. Io credo che si debba intervenire con la modifica di una legge che è importante e che ha costituito un tassello nella storia dell'impegno della circoscrizione della diffusione del fenomeno del gioco compulsivo. La Provincia ha fatto benissimo ma si deve e si può fare di più. Ci faremo carico di proporre adeguate iniziative in questo senso. PRESIDENTE: Passiamo all'interrogazione n. 2/02/12 del 16.1.2012, presentata dal consigliere Pöder, riguardante l'IPES: i vertici si rifiutano di assicurare i dipendenti … determinati lavori non procedono. Prego di dare lettura dell'interrogazione. PÖDER (BürgerUnion): Zum wiederholten Mal haben Angestellte des Wohnbauinstituts die Führung (Präsident Konrad Pfitscher und Generaldirektor Franz Stimpfl) aufgefordert, die gesetzlich vorgeschriebenen Haftpflichtversicherungen (Gesetzesdekret Nr. 163 vom 14.04.2006) für die internen technischen Planer und Projektprüfer abzuschließen. Diese Haftpflichtversicherungen sind notwendig, um die durch Fehler der genannten Planer und Projektprüfer sowie Verfahrensverantwortlichen entstandenen Schäden und/oder Mehrkosten abzudecken. Außerdem müssen die vom selben Gesetz vorgesehenen Verfahrensverantwortlichen (RUP) ernannt werden. Ohne die genannten Haftpflichtversicherungen können die betreffenden Wobi-Angestellten keine entsprechenden Arbeiten mehr durchführen. Die Zusicherung der Wobiführung, eventuelle Kosten für Schäden direkt durch das Institut zu bezahlen ist nicht gesetzeskonform und unzureichend. 1. Welche Schritte wird die Landesregierung unternehmen, damit die entsprechenden Haftpflichtversicherungen abgeschlossen werden und somit die Angestellten entsprechend abgesichert sind? 2. Warum wurden bislang die Versicherungen durch die Wobiführung nicht abgeschlossen worden? 3. Besteht für den Wobi-Präsidenten und den Generaldirektor eine Versicherung im Rahmen ihrer Tätigkeit im und für das Wohnbauinstitut? TOMMASINI (Assessore alla scuola italiana, alla cultura e formazione professionale italiana e all'edilizia abitativa – Partito Democratico/Demokratische Partei): Per quanto riguarda la prima domanda allo stato attuale la Giunta provinciale sta valutando l'applicabilità della normativa nazionale, sia del decreto legislativo sui contratti pubblici sia del relativo regolamento, all'interno della nostra provincia e all'interno della nostra autonomia. È una questione molto attuale e ricordo che per arrivare ad una soluzione sono in corso riunioni tecniche anche a livello del Forum provinciale del lavori pubblici. La seconda domanda, è strettamente connessa alla prima. Anche in questo caso ho le risposte che vengono direttamente dall'Istituto per l'edilizia abitativa. Anche in questo caso non la leggo, ma posso trasmetterla al consigliere, ma riassumo quello che c'è scritto. Si stanno valutando all'interno dell'Ipes, i problemi a cui facevo riferimento prima, di applicazione anche del codice dei contratti, e quindi anche l'Istituto sta aspettando le direttive della Provincia. In ogni caso, e vado al punto 3, né il presidente né il direttore generale hanno una assicurazione dell'Ipes per quanto riguarda l'attività che svolgono. Come altri amministratori e altri dirigenti e tecnici sia il presidente che l'amministratore generale hanno una assicurazione privata, quindi con i costi non a carico dell'Istituto. 21 PRESIDENTE: Il consigliere Pöder rinuncia alla replica. Interrogazione n. 9/02/12 del 16.1.2011, presentata dal consigliere Leitner, riguardante i prezzi benzina – turismo del carburante – riduzioni per tutta la provincia? Prego di dare lettura dell'interrogazione. LEITNER (Die Freiheitlichen): Das Land hat seit 2007 die Möglichkeit geschaffen, dass Bürger der Grenzgemeinden verbilligt tanken können. An die Landesregierung werden folgende Fragen gerichtet: 1. Zu welchen Auswirkungen auf den Landeshaushalt hat die Maßnahme des Landes geführt, dass Bürger in Gemeinden in Grenznähe billiger tanken können? 2. Wie viele Bürger des Landes haben von dieser Möglichkeit in den Jahren 2010 und 2011 Gebrauch gemacht, aufgeteilt auf die einzelnen Gemeinden? 3. Gedenkt die Landesregierung die Voraussetzungen dafür zu schaffen, dass die Möglichkeit für verbilligtes Tanken auf das ganze Land bzw. auf alle Bürger ausgedehnt wird? BIZZO (Assessore al bilancio e finanze, al lavoro, allo sviluppo cooperativo, all'innovazione e all'informatica – Partito Democratico/Demokratische Partei): Attualmente il sistema per la riduzione del costo della benzina è in funzione in due fasce in Alto Adige, una prima fascia nell'arco di 10 km dal confine, e una seconda fascia nell'arco di 20 km dal confine. Sono circa 11.907 le carte che sono state erogate ai cittadini e alle imprese. Il sistema funziona in questo modo: viene consegnato all'erogatore dell'impianto la carta e la Provincia rimborsa lo sconto praticato direttamente all'impianto. Oggi su un consumo stimato di circa 18 milioni di litri di carburante in Alto Adige, quelli che beneficiano della riduzione sono circa 2.800, per un costo complessivo di 412 mila euro. Sono dati del dicembre dell'anno scorso. Ovviamente una riduzione per tutti gli impianti e per tutti i cittadini dell'Alto Adige comporterebbe una spesa che si aggirerebbe attorno ai 6-7 milioni, ed è di per sé una spesa che non è in questo momento sopportabile per le casse della Provincia. Aggiungo un'altra considerazione: le cose più inique sono quelle che si applicano allo stesso modo per tutti, perché un beneficio indiscriminato per tutti andrebbe a vantaggio sia di possessori di redditi bassi sia di possessori di redditi molto alti, quindi sarebbe il massimo dell'iniquità fare la stessa cosa uguale per tutti. Ripeto che una stima ci porterebbe ad un costo di un'esenzione totale nell'ordine dei 6-7 milioni, che in questo momento non è immaginabile. Vorsitz der Vizepräsidentin | Presidenza della vicepresidente: DDr.in Julia Unterberger PRÄSIDENTIN: Das Wort hat Abgeordneter Leitner zur Replik, bitte. LEITNER (Die Freiheitlichen): Ich stelle fest, dass die Philosophie der Landesregierung jene ist, dass es falsch ist, alle gleich zu behandeln. Die Landesregierung setzt also auf Ungleichbehandlung, und das müsst Ihr den Menschen draußen erklären! Die Linken reden ja immer von Gleichheit, die es natürlich nicht gibt, aber es sollte zumindest den Versuch geben, Gerechtigkeit zu schaffen. Es wird mir niemand erzählen, dass es gerecht ist, dass ein Brixner, Meraner oder Salurner beim Tanken mehr bezahlen muss als einer in Innichen, Pflersch oder in Graun im Vinschgau. Die Ausfälle für den Landeshaushalt wären nicht so groß. Wir haben vorher gehört, dass auch das Weiße Kreuz nach Österreich oder in die Schweiz zum Tanken fährt. Viele haben sich von der europäischen Einigung auch eine Harmonisierung von Tarifen erwartet, aber davon sind wir weit entfernt. Wenn ich mein Auto voll betanke, dann zahle ich in Österreich derzeit 25 Euro weniger. Wenn jemand in Österreich zu tun hat bzw. öfter hinausfährt, dann wird er dort tanken, wobei dieses Geld dann ja wieder unserem Landeshaushalt entgeht. Das kann doch nicht die Philosophie der Landesregierung sein! Deshalb wäre es unbürokratischer, wenn man hier wirklich Gerechtigkeit schaffen würde, damit alle die gleichen Möglichkeiten haben. Was soll das mit den 10 oder 20 Kilometern Entfernung? Einer, der einen Kilometer weiter wegwohnt, muss mehr zahlen, und ich möchte schon wissen, was da mit Gerechtigkeit zu tun haben soll. Im Übrigen ersuche ich den Landesrat um schriftliche Aushändigung der Antwort. Danke! PRÄSIDENTIN: Wir kommen zurück zur Anfrage Nr. 37/02/12 vom 30.1.2011, eingebracht vom Abgeordneten Minniti, betreffend konkrete Maßnahmen der Landesregierung zur Lösung der Beschäftigungsproblematik bei MEMC. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage. 22 MINNITI (Il Popolo della Libertà): Come è noto la MEMC di Sinigo ha di recente provveduto a mettere in cassa integrazione oltre 300 dipendenti, senza peraltro dare alcuna garanzia di ricollocamento. Sono certo che l'esecutivo provinciale si stia muovendo in proposito, ma ancora non si conoscono i termini esatti delle proposte e soprattutto i passi compiuti dall'Assessorato competente in materia, ovvero se la Provincia abbia parlato con la direzione dell'azienda, quali soluzioni abbia prospettato nell'interesse dei lavoratori e quali iniziative abbia assunto per tutelare l'occupazione e i cassaintegrati, evitando il licenziamento dei lavoratori. Insomma, al gran parlare si teme non facciano seguito i fatti auspicati volti al futuro professionale dei lavoratori. Credo sia opportuno che l'assessore Bizzo impegnato in materia, riferisca quanto prima al Consiglio affinché ogni parte interessata sia informata dell'andamento dell'operazione MEMC e possa agire di conseguenza. CIÓ PREMESSO SI INTERROGA L'ASSESSORE COMPETENTE Per sapere quali sono stati fino ad oggi gli atti concreti della Giunta provinciale in merito alla soluzione occupazionale presso la MEMC di Sinigo, ovvero se la Provincia abbia parlato con la direzione dell'azienda, quali soluzioni abbia prospettato nell'interesse dei lavoratori e quali iniziative abbia assunto per tutelare l'occupazione ed i cassaintegrati, evitando il licenziamento dei lavoratori. BIZZO (Assessore al bilancio e finanze, al lavoro, allo sviluppo cooperativo, all'innovazione e all'informatica – Partito Democratico/Demokratische Partei): La situazione MEMC è al centro dell'attenzione della Giunta provinciale sia per il numero di dipendenti occupati presso la MEMC stessa, sia per il numero paragonabile ai dipendenti stessi dell'azienda di lavoratori che costituiscono nel meranese l'indotto, per cui si parla di 600, 700 persone che gravitano attorno alla MEMC fra dipendenti ed indotto. Il giorno stesso in cui abbiamo avuto comunicazione da parte dell'azienda delle difficoltà, ci siamo immediatamente attivati su tre strade: quella di una possibile riduzione del carico fiscale e difatti il giorno dopo trattavamo la legge finanziaria e abbiamo introdotto l'emendamento non solo per la MEMC ma per tutte le aziende che investono più del 2% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo. La MEMC negli ultimi tre anni ha investito oltre 12 milioni in ricerca e sviluppo, per cui può beneficiare della riduzione dell'Irap al 2%, che è una forte riduzione sul costo del lavoro. La seconda attività riguarda una soluzione strutturale all'approvvigionamento dell'energia sia per quanto riguarda la costanza della fornitura, sia per quanto riguarda il prezzo. Su questo si stanno susseguendo tutta una serie di incontri fra tecnici dell'azienda e tecnici di altre aziende che stanno studiando il problema assieme a loro. L'ultimo è stato fatto due giorni fa. Inoltre ieri abbiamo avuto un incontro con l'azienda per definire una serie di corsi di aggiornamento per il personale che comunque rimane in cassa integrazione per il periodo necessario, perché una delle preoccupazioni che ha l'azienda ma anche noi è che in questo momento, siccome il personale della MEMC è altamente qualificato, i soggetti migliori vengano richiesti da altre aziende, e questo produrrebbe sul lungo periodo un impoverimento dell'azienda. Posso garantire che su tutti tre i fronti, quello del sostegno ai lavoratori, con la MEMC stiamo definendo una serie di corsi e di aggiornamenti professionali per i lavoratori, sia su quello della soluzione strutturale e su quello già praticato della soluzione in termini fiscali, ci siamo attivati fin dal giorno stesso della comunicazione. Stiamo seguendo giorno per giorno l'evolversi della crisi. MINNITI (Il Popolo della Libertà): Una breve replica. Sono solo in parte soddisfatto della risposta dell'assessore Bizzo, non tanto per colpa sua tanto per tutta una situazione che è certamente grave, in parte perché apprezzo l'impegno che c'è stato fin dall'inizio da parte dell'istituzione provinciale, molto meno secondo me da parte del Comune di Merano – ma questo è un altro discorso – per cercare di far fronte ad un problema che non riguarda 600 persone fra indotto e altre 300 con i cassaintegrati, riguarda molte più persone, perché se contiamo che ogni famiglia è composta in media da tre persone, già con i 300 cassaintegrati abbiamo 900 persone che hanno una situazione di disagio sociale alla quale noi dobbiamo rispondere assieme all'azienda. Sono parzialmente soddisfatto perché c'è un altro aspetto sul quale grava ancora una enorme incognita, ovvero il futuro occupazionale di questi 300 cassaintegrati. È vero che una parte di questi potrà tornare il servizio, però è anche vero che per una parte non si sa se ciò potrà avvenire. Sarebbe interessante, prezioso che noi sapessimo quale possa essere il futuro di questi lavoratori, anche per potersi organizzare. Si tratta di tre mesi, da dicembre fino a marzo, in cui si vive in una situazione di estrema precarietà, con una preoccupazione che non è 23 solo di disagio sociale ma anche psicologico. Di fronte però alla prospettiva occupazionale ancora non si hanno delle risposte adeguate che noi auspichiamo essere positive. Questa è la maggior preoccupazione che ci deve interessare, per questo mi dichiaro parzialmente soddisfatto. PRÄSIDENTIN: Anfrage Nr. 12/02/12 vom 17.1.2011, eingebracht von den Abgeordneten Knoll und Klotz, betreffend Wartezeiten im Krankenhaus. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage. KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Am 3. Jänner 2012 ereignete sich folgender Vorfall am Krankenhaus in Bruneck: „Anruf im Krankenhaus um einen Termin für eine Augenarztvisite zu vereinbaren. Das Fräulein am Telefon sagte: Leider sind wir mit den Terminen schon bis Ende März belegt, es sei denn, sie wollen die Visite privat machen, da könnte ich ihnen nächste Woche (!) eine Termin geben. Kosten der Visite 110 Euro. Ich erkundigte mich nach dem Ort, sie sagt: Im selben Krankenhaus, am selben Ort.“ 1. Wie erklärt sich der Landesrat, dass für Privatvisiten im selben Krankenhaus kurzfristige Termine frei sind, nicht aber „normale“ Patienten? 2. Werden diese Privatvisiten von denselben Ärzten im Krankenhaus durchgeführt? 3. Ist es zulässig, dass derartige Privatvisiten vom öffentlich bezahlten Krankenhauspersonal vermittelt werden? 4. Ist es zulässig, dass die für die Visiten notwendigen medizinischen Gerätschaften von öffentlicher Hand finanziert werden, jedoch für Privatvisiten verwendet werden und somit belegt sind? THEINER (Landesrat für Gesundheits- und Sozialwesen und Familie – SVP): Sehr geehrte Frau Präsidentin, geschätzte Kolleginnen und Kollegen! Bezugnehmend auf die erste Frage möchte ich folgendermaßen antworten: Im März 2004 wollte die Ärztegewerkschaft ANAAO im Rahmen eines Schlichtungsverfahrens, das auch die Südtiroler Ärzte wie ihre Kollegen in Italien freiberuflich innerhalb und außerhalb des Krankenhauses arbeiten und eine Exklusivitätszulage erhalten. Die Schlichtung ist im Mai 2004 gescheitert. Daraufhin hat die Gewerkschaft ANAAO zusammen mit über 400 Ärzten Rekurs vor dem Arbeitsgericht eingereicht. Nach mehreren Gerichtsverhandlungen hat die Richterin verfügt, die Akten kompetenzhalber an das Verfassungsgericht nach Rom weiterzuleiten, mit der Fragestellung, ob das Landesgesetz, welches die freiberufliche Tätigkeit des Sanitätspersonals untersagt, verfassungskonform sei. Im Februar 2007 hat das Verfassungsgericht mit Urteil Nr. 50 jenen Buchstaben des Artikels 14 des Landesgesetzes Nr. 16 aus dem Jahr 1995 außer Kraft gesetzt, welcher die freiberufliche Tätigkeit der Krankenhausärzte untersagt. Es folgte dann noch ein Rekurs vor dem Landesgericht über die rückwirkende Auszahlung der Exklusivitätszulage ab dem Jahre 2000, welcher, nachdem die Gewerkschaft ANAAO in Berufung gegangen war, vom Kassationsgerichtshof Ende 2011 zurückgewiesen wurde. Die Landesregierung und der Unterfertigte haben sich immer gegen die freiberufliche Tätigkeit von Krankenhausärzten ausgesprochen, aber wir wurden aufgrund eines Urteiles des Verfassungsgerichtshofes dazu gezwungen, diese auch in Südtirol zuzulassen. Die innerbetriebliche freiberufliche Tätigkeit darf von den Krankenhausfachärzten nur in einem geringen Ausmaß ausgeübt werden. Derzeit sind dies drei Stunden pro Woche, wobei diese Möglichkeit in den Krankenhäusern Innichen und Bruneck nur von wenigen Ärzten genutzt wird. Im Jahre 2011 wurde die freiberufliche Tätigkeit im genannten Gesundheitsbezirk von 19 Ärzten ausgeübt. Lediglich derer 5 kamen dieser Tätigkeit im Jahr 2011 mit einer gewissen Regelmäßigkeit nach. Die restlichen Ärzte übten die Tätigkeit nur unregelmäßig und sporadisch aus. Die kürzeren Wartezeiten bei privaten Visiten ergeben sich durch die geringe Inanspruchnahme derselben. Würden die privaten Visiten im selben Ausmaß in Anspruch genommen wie jene des öffentlichen Gesundheitsdienstes, dann wären die Wartezeiten wohl gleich lang. Zu Frage Nr. 2. Die Privatvisiten werden von Krankenhausfachärzten, welche die von den entsprechenden Bestimmungen vorgesehen Voraussetzungen erfüllen und zur Ausübung der innerbetrieblichen freiberuflichen Tätigkeit ermächtigt sind, durchgeführt. Zu Frage Nr. 3. Die Vermittlung von Privatvisiten gehört nicht zu den Aufgaben des Krankenhauspersonals. Bei entsprechender Erkundigung seitens der Bürger werden diese aber auch über diese Möglichkeit informiert. Um die Ausübung der freiberuflichen Tätigkeit zu garantieren, sehen die einschlägigen Bestimmungen vor, dass diese mit Unterstützung der sogenannten Hilfstätigkeit seitens der Mitarbeiter des öffentlichen Gesundheitssystems erbracht wird. Dazu zählt auch die Vormerkung der Visiten. 24 Zur letzten Frage. Die Bestimmungen, welche die freiberufliche Tätigkeit regeln, sehen vor, dass diese in den Krankenhausstrukturen unter Verwendung der sich dort befindlichen Geräte erbracht wird. Als Gegenleistung dafür wird von den Erlösen aus der freiberuflichen Tätigkeit je nach Art der erbrachten Leistung ein Anteil, der von einem Minimum von 18 Prozent bis zu einem Maximum von 35,5 Prozent reichen kann, von der zuständigen Verwaltung einbehalten. KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich repliziere. Danke, Herr Landesrat! Ich möchte Sie ersuchen, mir diesen schriftlichen Text auszuhändigen. Ich möchte das gar nicht weiter kommentieren, denn hier handelt es sich um einen Einzelfall, und es ist schwierig, aus einem Einzelfall auf ein allgemeines Problem zu schließen. Nachdem diese Beschwerden aber doch mehrfach kundgetan wurden, scheint es doch zu sein, dass die Praxis Einzug gehalten hat, dass in einigen Strukturen Privatvisiten von Krankenhauspersonal vermittelt wurden. Das ist zu hinterfragen, denn das kann nicht Aufgabe des Krankenhauspersonals sein. Meiner Meinung nach wäre das auch all jenen Ärzten gegenüber nicht gerecht, die wirklich privat arbeiten und sich ihre Sekretärin selber bezahlen müssen. Ich würde Sie also schon bitten, das genau zu kontrollieren. Sollten noch einmal solche Fälle bekannt werden, dann werden wir uns sicher wieder an Sie wenden. PRÄSIDENTIN: Anfrage Nr. 14/02/12 vom 17.1.2011, eingebracht von den Abgeordneten Noggler und Schuler, betreffend Änderung DFV zum Raumordnungsgesetz/Beschluss Nr. 1774 vom 21/11/2011 Anlagen zur Gewinnung von Energie aus erneuerbaren Quellen. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage. NOGGLER (SVP): Das Dekret des Landeshauptmanns vom 28. September 2007, Nr. 52, regelt die Errichtung von Anlagen zur Erzeugung von Energie aus erneuerbaren Quellen im landwirtschaftlichen Grün. Biomasse-Kraft-Wärme-Koppelungsanlagen (BHKW) mit mehr als 0,30 Megawatt Feuerungswärmeleistung können demnach genehmigt werden, sofern 70 Prozent der eingesetzten Primärenergie in Form von Wärme und elektrischer Energie für die Netzeinspeisung genützt werden. In diesem Zusammenhang ergehen an den zuständigen Landesrat folgende Fragen: 1. Aus welchen Gründen gilt diese Regelung nur für Anlagen, die im landwirtschaftlichen Grün errichtet werden? 2. Was ist im Sinne des Dekretes unter Primärenergie zu verstehen? 3. Wird die anteilsmäßige Produktion von Wärme und elektrischer Energie an der Gesamtleistung der Anlage festgelegt? 4. Falls ja: In welchem Verhältnis muss die Wärmeproduktion zur Produktion elektrischer Energie stehen? 5. Falls nein: Warum wird die anteilsmäßige Produktion von Wärme und elektrischer Energie nicht festgeschrieben? 6. Welche Rechtsfolgen treten ein, falls bei effektiven Betrieb der Anlage die abgegebenen bzw. aufgezeichnete Energieleistung nachweislich nicht den festgeschriebenen 70 Prozent der Primärenergie entsprechen? LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Frau Präsidentin, Kolleginnen und Kollegen! Die Regelung gilt nicht nur für Anlagen, die im landwirtschaftlichen Grün stehen, sondern für alle Blockheizkrafwerke, unabhängig von der Flächenwidmung. Unter Primärenergie versteht man im Sinne dieses Dekretes den Energiegehalt des eingesetzten Brennstoffes. Der entsprechende Artikel besagt, dass 70 Prozent der eingesetzten Primärenergie genutzt werden müssen. Dieser hohe Wirkungsgrad kann nur dann erreicht werden, wenn nicht nur die elektrische, sondern auch die Wärmeenergie optimal genutzt wird. Eine separate Festschreibung der Anteile würde keine weitere Effizienzsteigerung bringen. Auf staatlicher Ebene ist es so geregelt, dass man die hohen Fördersätze unabhängig davon bekommt, ob man die Wärme nutzt oder nicht. Wir wollen hingegen eine zusätzliche Auflage festschreiben, damit nicht nur der grüne Strom, sondern auch die dabei anfallende Wärme genutzt wird. Wichtig ist prinzipiell, dass die eingesetzte Energie zu einem großen Teil genutzt und nicht ungenutzt in die Umgebung abgegeben wird. So geschieht das zum Beispiel bei allen großen Kraftwerken, die mit Kohle, Öl oder Gas betrieben werden. Dort nutzt man nur den Strom, aber nicht die Wärme. Dabei gehen gewaltige Wärmemengen in die Atmosphäre. 25 Aufgrund der heutigen staatlichen Förderung geht die Tendenz dahin, möglichst viel Strom zu produzieren, wobei mit der heutigen Technik maximal 40 Prozent der eingesetzten Energie in Strom umgewandelt werden können. Der Rest muss demzufolge als Wärmeenergie genutzt werden. Das Dekret Nr. 52 aus dem Jahr 2007 ist eine Durchführungsverordnung zum Landesraumordnungsgesetz. Die Zuständigkeit im Falle einer nachgewiesenen Nichteinhaltung bei festgelegten Kriterien liegt daher bei den Gemeinden. Der Bürgermeister kann nach Feststellung einer Übertretung die Anlage mit einer Verordnung außer Betrieb setzen, wobei er sich natürlich der Mithilfe der fachlichen Ämter des Landes bedienen kann. NOGGLER (SVP): Ich repliziere. Herr Landesrat, wenn Sie sagen, dass die primäre Energie der Energiegehalt des jeweiligen Brennstoffes sei, dann wage ich zu bezweifeln, dass 70 Prozent genützt werden können, da der Verlust viel größer ist. Wir sprechen bei bestimmten Anlagen von einem Wirkungsgrad von nicht mehr als 60 Prozent. Wir werden ja sehen, wie viele solche Blockheizkraftwerke außer Kraft gesetzt werden. Danke! Vorsitz des Präsidenten | Presidenza del presidente: Mauro Minniti PRESIDENTE: Interrogazione n. 23/02/12 del 20.1.2012, presentata dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss, riguardante l'efficienza del Consiglio provinciale. Prego di dare lettura dell'interrogazione. DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Per una democrazia efficace è importante che gli organi legislativi lavorino con efficienza, rispettando il diritto di ogni eletto/a ad esercitare il proprio mandato, il diritto dell’opposizione a controllare e della maggioranza a governare. Si chiede al Presidente del Consiglio provinciale: Per quanto riguarda la presente legislatura, dal suo inizio fino a oggi: 1. Quanti disegni di legge ha trattato il Consiglio provinciale, di questi quanti sono stati approvati e quanti respinti e quanti tra gli approvati e tra i respinti erano proposti rispettivamente dall’opposizione e dalla maggioranza? 2. Quanto tempo ha impiegato in media il Consiglio provinciale per trattare i disegni di legge di cui al punto 1, compresi i tempi dedicati agli ordini del giorno collegati? 3. Quanto tempo ha impiegato in media il Consiglio provinciale per trattare gli ordini del giorno collegati ai disegni di legge trattati? 4. Quante mozioni ha trattato il Consiglio provinciale, di queste quante sono state approvate e quante respinte e quante tra le approvate e tra le respinte erano proposte rispettivamente dall’opposizione e dalla maggioranza? 5. Quanto tempo ha impiegato in media il Consiglio provinciale per trattare le mozioni di cui al punto 4? PRESIDENTE: Le farò avere anche la risposta scritta, subito dopo questa mia lettura. Risposta alla domanda n. 1. Il Consiglio provinciale ha trattato nella corrente legislatura fino a tutt’oggi complessivamente n. 74 disegni di legge. Di questi 74 disegni di legge ne sono stati approvati 48 (di cui 45 presentati dalla maggioranza e 3 presentati dall’opposizione), mentre ne sono stati respinti 26 (di cui 1 presentato dalla maggioranza e 25 presentati dall’opposizione). Risposta alla domanda n. 2. Il Consiglio provinciale ha trattato nella corrente legislatura fino a tutt’oggi complessivamente n. 218 mozioni. Di queste 218 mozioni ne sono state approvate 79 (di cui 13 presentate dalla maggioranza e 66 presentate dall’opposizione), mentre ne sono state respinte 139 (di cui 1 presentata dalla maggioranza e 138 presentate dall’opposizione). Aggiungo a mero titolo di completezza di informazione e perché di rilevanza per la risposta alle domande n. 3 e n. 4 – senza che siano stati richiesti i relativi dati – che il Consiglio provinciale ha trattato nella corrente legislatura, oltre ai sopraccitati atti politici (cioè disegni di legge e mozioni) anche 16 voti (14 approvati, 2 respinti). Dei 14 approvati 5 erano di iniziativa della maggioranza politica, 9 di quella dell’opposizione. I 2 voti respinti erano stati proposti entrambi dall’opposizione, 2 progetti di legge-voto, entrambi di iniziativa della maggioranza politica ed entrambi approvati, 121 punti istituzionali (interrogazioni su temi di attualità, nomine, designazioni, ratifiche di impugnative, bilanci di previsione, di assestamento e rendiconto del Consiglio, atti della commissione di convalida ecc.). Risposta alla domanda n. 3. Con un minuzioso lavoro di esame dei processi verbali delle 129 sedute del Consiglio provinciale svolte finora in questa legislatura, si è potuto accertare che il Consiglio provinciale ha dedicato alla trattazione dei complessivi 65 atti politici della maggioranza (46 disegni di legge, 12 mozioni, 5 voti e 2 proposte di legge voto) 349 ore effettuate, il che corrisponde in media a 5 ore e 37 minuti per ognuno dei citati atti. 26 Risposta alla domanda n. 4. Alla trattazione dei complessivi 243 atti della minoranza politica (28 disegni di legge, 204 mozioni e 11 voti) il Consiglio provinciale ha dedicato invece 196 ore effettuate, il che corrisponde in media a 48 minuti per ognuno dei citati atti. Al riguardo debbo però rimarcare che nell’ambito di questo numero di ore sono state trattate anche 14 tra mozioni e voti di iniziativa della maggioranza politica, in quanto fino a tutto maggio 2011, quando è stato modificato il regolamento, in base ad un accordo sullo svolgimento dei lavori in Consiglio stipulato all’inizio della legislatura, la trattazione delle mozioni e dei voti di iniziativa della maggioranza avveniva nello stesso spazio di tempo (fino al termine della seduta antimeridiana del 2° giorno di una tornata di sedute) riservato alle trattazioni di tutti gli atti politici dell’opposizione. Aggiungo quale ulteriore dato che le appena citate ore effettive dedicate alla trattazione di atti politici rispettivamente della maggioranza politica e dell’opposizione, corrispondono ad un rapporto del 64% (maggioranza) e 36% (opposizione) su un totale di 545 ore spese finora dal Consiglio provinciale per la trattazione di atti politici. A queste ore si aggiungono naturalmente quelle dedicate alla trattazione di 121 punti istituzionali, il cui ammontare non è stato rilevato in quanto non richiesto. Come Le dicevo, questa risposta gliela posso consegnare subito, e colgo l'occasione per ringraziare la segreteria generale per aver fatto questo lavoro di ricerca che certamente non è stato facile ma dovuto. DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Replico. Vorrei ringraziarLa per questa risposta così completa, e vorrei ringraziare la segreteria generale, il segretario Peintner che so ha speso parecchie ore di tempo su questa interrogazione. Mi dispiace aver dovuto fare questa richiesta, ma io mi volevo rendere conto, e volevo che tutti i colleghi avessero una base per giudicare se questo Consiglio provinciale è così inefficiente come qualcuno dice, oppure se in effetti fa il suo lavoro e lo fa in tempi ragionevoli. Quello che viene fuori è che gli atti, sia mozioni che disegni di legge qui è difficile distinguere, ma gli atti della minoranza ci mettiamo 48 minuti in media a trattarli, e questo mi sembra un tempo record. Gli atti della maggioranza, compresi i bilanci che sono molto più corposi e comportano ore e giorni di discussione, ci mettiamo 5 ore e 37 minuti a trattarli, cioè per un disegno di legge o una mozione della maggioranza, che vengono approvati e costituiscono normativa in vigore della nostra provincia, dal momento in cui si parte con la lettura delle relazioni delle commissioni, quindi c'è anche una parte che per tutti i disegni di legge è di rito, alla lettura delle relazioni dei presentatori e delle relazioni di minoranza fino al voto finale noi ci mettiamo in media 5 ore e 37 minuti. La maggioranza porta a casa i suoi atti politici in 5 ore e 37 minuti in questa legislatura. Se facessimo dei paragoni anche con altre istituzioni, consigli regionali ecc., credo che il dato si aggirerebbe intorno a questo numero di ore, quindi credo che qui abbiamo la prova provata, e La ringrazio per avercela data, che questo Consiglio provinciale non è affatto inefficiente e non è affatto un Consiglio che impedisce alla maggioranza di governare o alla minoranza di fare il suo mestiere. PRESIDENTE: Interrogazione n. 53/02/12 del 1.2.2011, presentata dal consigliere Urzì, riguardante 'Bolzano non ha bisogno di nuove provocazioni e di nuove marce "contro". Prego di dare lettura dell'interrogazione. URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Bolzano e l'Alto Adige non hanno bisogno di nuove provocazioni e di marce "contro". L'annuncio della manifestazione degli Schützen alla vigilia della festa della Liberazione e solo pochi giorni prima della pacifica e allegra adunata nazionale degli Alpini costituisce una evidente provocazione. Essa coglie infatti come pretesto la inutile questione infinita dei monumenti ma è rivolta non casualmente a fare da contraltare alla festa dell'Associazione nazionale degli Alpini. Si ricorderà come a fronte della candidatura di Bolzano a sede dell'Adunata nazionale degli Alpini per l'anno 2009, nell'anniversario dei moti patriottici tirolesi capeggiati da Andreas Hofer, il presidente della Provincia Durnwalder disse a chiare lettere che bisognava evitare che nell'anno "hoferiano" gli Alpini sfilassero per il capoluogo. "Molti cittadini di lingua tedesca – disse Durnwalder – potrebbero non capire…". Una dichiarazione che condizionò la decisione dell'Ana nazionale e invitarono allo spostamento dell'Adunata al 2012. Oggi ci si attende dal presidente Durnwalder un medesimo pronunciamento: "Molti cittadini di lingua italiana potrebbero non capire se si tollerasse, nell'anno dell'Adunata degli Alpini, che gli Schützen potessero ridicolizzarne il loro ruolo e la loro funzione sociale, oltreché storica". Tutto ciò premesso, si interroga il presidente della Giunta provinciale e/o l'assessore competente 27 per sapere se il presidente della Giunta provinciale non intenda assumere una posizione chiara per invitare gli Schützen a non scendere provocatoriamente in piazza alla vigilia dell'Adunata nazionale degli Alpini di Bolzano rinviando la loro legittima ma discutibile mobilitazione al prossimo anno, comunque ad un periodo lontano dall'Adunata delle penne nere. DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrte Frau Präsidentin, verehrte Damen und Herren! Es stimmt, dass ich gesagt habe, dass ich nicht möchte, dass im Jahr 2009 das Alpini-Treffen in Bozen stattfindet. Sie wissen, dass es im Jahr 2009 sehr viele Feiern und Zusammenkünfte von Leuten gegeben hat, weil das Gedenkjahr "200 Jahre Tiroler Freiheitskämpfe" gefeiert wurde. Ich habe damals aber auch gesagt, dass wir selbstverständlich nicht dagegen haben, wenn die Alpini ihr Treffen in Bozen zu einem späteren Zeitpunkt abhalten. Heute sind wir soweit, und ich glaube nicht, dass man sagen kann, dass wir uns gegen das Alpini-Treffen gewehrt hätten. Wir haben uns immer bereit erklärt, mitzuarbeiten. Wenn 350.000 Leute nach Bozen kommen, dann muss das natürlich gut organisiert sein, wenn man ungewollte Ereignisse vermeiden will. Tatsache ist, dass Kollege Tommasini der Vertreter der Landesregierung im entsprechenden Organisationskomitee ist. Auch der Zivilschutz ist bereit, entsprechend mitzuarbeiten. Die Gemeinde Bozen ist sicher nicht in der Lage, das allein zu organisieren. Da braucht es vor allem den Zivilschutz mit den verschiedenen Abteilungen. Was die Schützen anbelangt, so wissen Sie, dass sie nicht nur gegen die faschistischen Relikte protestieren, sondern auch ihr politisches Programm – "Ein Tirol" usw. – unterstreichen wollen. Ob die Schützen die Genehmigung für ein Treffen bekommen oder nicht, weiß ich nicht, denn dafür ist die Quästur zuständig. Nachdem in letzter Zeit in Bezug auf die faschistischen Relikte sehr viel geschehen ist – Siegesdenkmal, Beinhäuser und auch in Bezug auf das Relief am Finanzgebäude sind wir einer Lösung nahe –, glaube ich kaum, dass Vertreter der Mehrheitspartei an dieser Demonstration teilnehmen werden. Letzten Endes liegt es aber an jedem selbst, zu entscheiden, ob er hingeht oder nicht. Auf jeden Fall hoffe ich, dass es zu keinen Provokationen kommt und dass das friedliche Zusammenleben nicht gestört wird. Wir haben uns in letzter Zeit wirklich bemüht, ein friedliches Zusammenleben zu garantieren, und das soll auch in Zukunft so sein. Deshalb ist jedwede Provokation von der einen oder anderen Seite abzulehnen. URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Faccio una ulteriore domanda. Il quadro che ha disegnato il presidente è sufficientemente chiaro, però manca un aspetto nel senso che ho richiesto, e quindi chiedo di nuovo se il presidente della Giunta provinciale non intenda assumere una posizione chiara per quanto attiene la sua responsabilità morale, non autorizzatoria che attiene altri livelli, Lei ha citato la Questura, per invitare gli Schützen a non scendere in pizza la vigilia dell'adunata nazionale degli alpini. Basta un pronunciamento di ordine morale, presidente. Lei può invitare l'organizzazione degli Schützen a non scendere in piazza prima dell'adunata nazionale degli alpini e auspicabilmente anche nel corso di quest'anno, così come fece qualche anno fa in occasione dell'anno hoferiano? DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Abgeordneter Urzì, Sie sind sicher nicht mein Beichtvater. Ich muss Ihnen also nicht beichten, was ich denke bzw. was ich fühle. Das ist meine alleinige Angelegenheit. Sie wissen, dass zwischen dem Alpini-Aufmarsch im heurigen Jahr und dem Schützen-Aufmarsch im Jahr 2009 ein großer Unterschied besteht. 2009 war das ganze Jahr hindurch ein entsprechendes Programm geplant. Der Alpini-Aufmarsch beschränkt sich auf zwei Tage. Der Schützen-Aufmarsch im Jahr 2009 hat direkt mit unserem Land bzw., mit unserer Geschichte zu tun gehabt. Das Alpini-Treffen ist ein Treffen von Freunden, die in diesem Regiment gedient haben. Jeder hat das Recht sich zu treffen und entsprechende Aufmärsche zu veranstalten, wenn diese von der zuständigen Behörde genehmigt worden sind. Auf jeden Fall hoffe ich, dass es keine Provokationen geben wird. Vorsitz der Vizepräsidentin | Presidenza della vicepresidente: DDr.in Julia Unterberger PRÄSIDENTIN: Wir kommen zur Anfrage Nr. 3/02/12 vom 3.2.2011, eingebracht vom abgeordneten Pöder, betreffend Werbung für Spielhallen. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage. PÖDER (BürgerUnion): In Meran und Umgebung hingen in den letzten Tagen Werbeplakate (siehe beiliegende Fotos) für einen Spielsalon. 28 Art. 5, Abs. 3 des Landesgesetzes vom 13. Mai 1992, Nr. 13, verbietet jegliche Werbung “für die Eröffnung oder den Betrieb von Spielhallen und ähnlichen Vergnügungsstätten”. 1. Fällt diese Art von Werbung nicht das Werbeverbot? 2. Wenn nein – warum nicht – wenn ja, was tut die Landesregierung, um diese Art von Werbung künftig zu unterbinden? DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrte Frau Präsidentin, verehrte Damen und Herren! Es stimmt, dass dieser Passus im Artikel 5-bis Absatz 3 des Landesgesetzes Nr. 13 aus dem Jahr 1992 enthalten ist. Wenn jemand gegen das Gesetz verstößt, dann muss er bestraft werden. In diesem Zusammenhang liegen aber keine wie auch immer geartete Meldungen vor. Sie wissen, dass die Strafe zwischen 144 und 1.410 Euro beträgt. Die Geldbuße wegen Verstoßes gegen das Werbeverbot für Spielhallen wird im Sinne des Absatzes 2 vom Direktor der Aufsichtsbehörde des Landes verhängt. Die Feststellung von Verstößen ist Aufgabe der zuständigen Polizeiorgane, sei es Gemeindepolizei, Carabinieri usw. Bisher sind keine diesbezüglichen Anzeigen gemacht worden. PÖDER (BürgerUnion): Ich repliziere. Danke, Herr Landeshauptmann! Natürlich sind die Polizeiorgane und Gemeinden für die Einhaltung dieses Verbotes zuständig. In Meran hingen auf riesigen Plakat-Wänden Werbeplakate für die Eröffnung einer neuen Spielhalle in Algrund. Es ist leider so, dass im ganzen Land Spielhallen wie Pilze aus dem Boden schießen. Die Maßnahmen, die wir per Gesetz festgelegt haben, dass es in der Nähe von Schulen usw. keine Spielhallen geben darf, sind eine Seite, aber etwas anderes ist das Werbeverbot, das offensichtlich missachtet wird. Es erstaunt mich, dass die Gemeinde die Anbringung dieser Werbeplakate in Meran zugelassen hat, obwohl das Gesetz hier relativ unmissverständlich ist. Auf diesen Plakaten wurde ganz offen Werbung gemacht, und möglicherweise ist es den Betreibern dieser Spielhalle egal, ob sie 1.000 Euro Verwaltungsstrafe zahlen müssen. Warum werden solche Werbeplakate nicht schon vorneherein unterbunden? Es gibt ja Plakatierungsdienste, die von den Gemeinden konzessioniert sind. Manche Gemeinden machen das selbst. Man muss dafür ja auch eine Steuer zahlen. Wie gesagt, mich wundert das schon. Offensichtlich werden hier Gesetze beschlossen und mit großem Trara angekündigt und in die Öffentlichkeit posaunt, aber unterm Strich bleibt wenig übrig, wenn solche Bestimmungen missachtet werden. PRÄSIDENTIN: Zur Anfrage Nr. 10/2/12, eingebracht vom Abgeordneten Leitner, ist eine schriftliche Antwort eingegangen. Sind Sie damit zufrieden, Herr Abgeordneter Leitner? LEITNER (Die Freiheitlichen): Ja. PRÄSIDENTIN: In Ordnung. Anfrage Nr. 21/02/12 vom 20.1.2012, eingebracht von den Abgeordneten Klotz und Knoll, betreffend Bewerbung um Förderpreis für Chancegleichheit mit englischer Diplomarbeit. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage. KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Eine Absolventin der Freien Universität Bozen wollte sich mit ihrer in englischer Sprache verfassten Diplomarbeit um den Förderpreises für Chancengleichheit bewerben. Das wurde ihr mit Verweis auf die Kriterien für die Vergabe dieses Preises verwehrt. Demnach besteht nur für jene Arbeiten die Teilnahmemöglichkeit, welche entweder in deutscher oder italienischer Sprache verfasst sind. Die Absolventin der Uni Bozen, welche auf ihre Dreisprachigkeit immer so stolz ist, zeigt sich darüber enttäuscht, dass eine in der Weltsprache Englisch verfasste Arbeit nicht zugelassen wird. Wenn auch kein direkter Zusammenhang besteht zwischen der Vergabe von Förderpreisen und der Ausrichtung der Universität Bozen, so ergibt sich doch die Frage an die Landesregierung, ob sie angesichts der Bedeutung, welche dem Englisch- Unterricht an unseren Schulen mittlerweile zukommt, beabsichtigt, die heutigen VergabeKriterien von Förderpreisen zu überprüfen und zu überdenken? BIZZO (Assessore al bilancio e finanze, al lavoro, allo sviluppo cooperativo, all'innovazione e all'informatica – Partito Democratico/Demokratische Partei): In effetti l'articolo 3 dei criteri per la concessione dei premi per l'elaborazione di tesi di diploma di laurea concernenti la situazione della donna nella società o le pari opportunità tra uomo e donna prevede espressamente l'ammissione di elaborati in lingua italiana o in lingua tedesca, per un motivo molto semplice: perché gli esami degli elaborati che viene fatto da parte degli uffici viene fatto 29 da persone che sono in possesso della conoscenza della lingua italiana e della lingua tedesca. Al momento quindi non si può chiedere alla commissione che le valuta di sapere anche la lingua inglese, a meno di non chiedere pareri esterni, cosa possibile. Personalmente ritengo però, dato che la nostra università forma laureati a conoscenza delle tre lingue, italiano, tedesco e inglese, che sia sicuramente un percorso di progresso quello di ammettere anche la possibilità di presentare elaborati in una delle tre lingue con le quali ci si può presentare alla tesi di laurea. In questo senso comunico che nel giro dei prossimi mesi presenteremo una proposta di modifica ed integrazione dell'attuale articolo, che purtroppo al momento non prevede di accogliere tesi in lingua inglese. KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich hätte eine Zusatzfrage. Ich habe verstanden, dass es einen Vorschlag geben wird. Das heißt, dass Sie sich mit dieser Materie auseinandergesetzt haben. Geht der Vorschlag dann dahin, dieses Kriterium zu ändern? Wird es morgen also die Möglichkeit geben, solche Arbeiten auch in englischer Sprache vorzulegen? BIZZO (Assessore al bilancio e finanze, al lavoro, allo sviluppo cooperativo, all'innovazione e all'informatica – Partito Democratico/Demokratische Partei): Sì. KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Danke! PRÄSIDENTIN: Anfrage Nr. 36/02/12 vom 27.1.2011, eingebracht von den Abgeordneten Heiss und Dello Sbarba, betreffend Fusion von Landes-Führungspositionen: Ist die Zusammenlegung von Ressortdirektionen und anderen Aufgaben zielführend und rechtllich einwandfrei? Ich ersuche um Verlesung der Anfrage. HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Ich möchte zunächst fragen, ob der Landeshauptmann zuständig ist. Natürlich ist er immer für alles zuständig, aber meiner Meinung nach wäre hier Landesrat Widmann zuständig. PRÄSIDENTIN: Es antwortet Landeshauptmann Durnwalder. HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Ok. Art. 34 im Finanzgesetz 2012 ermöglicht die „Häufung von Führungspositionen“ beim Land und dessen Körperschaften, um „bessere Koordination [...] im Zuständigkeitsbereich eines Regierungsmitgliedes und [...] der Hilfskörperschaften des Landes oder von diesem kontrollierten Gesellschaften“ zu erzielen. In diesem Sinne wurde bisher der Ressortdirektor (RD) von LR Laimer mit der Führung der Abt. Natur und Landschaft betraut; nun soll auch BLS-Direktor Stofner im Bereich von LR Widmann simultan als RD fungieren. Weitere Fusionen zeichnen sich ab, so im Bereich der geplanten Vergabestelle und der Abt. Europa. Zwar scheinen solche Lösungen attraktiv, da sie Synergie und Einsparung verheißen, dennoch ist die Verquickung politischer Führungsaufgaben, wie sie ein RD wahrnimmt, mit administrativen Agenden hoch problematisch und gesetzlich fragwürdig. Auch stellt sich die Frage, wie der full-time-job eines RD mit anderen Führungsaufgaben zielführend verknüpft werden kann. Der Fall der Triple-Funktion von Dr. Ruffini als Laimer-RD, Abt.direktor und VWR-Vorstand der Klimahausagentur zeigt die Grenzen dieser Ballung von Kompetenzen. Daher richten wir folgende Anfrage an die Südtiroler Landesregierung: 1. Verstoßen die Fusionen nicht gegen die Trennung von Politik und Verwaltung? 2. Ist die Mehrfachbelastung von Führungskräften nicht kontraproduktiv? DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrte Frau Präsidentin, verehrte Damen und Herren! Der Kollege Heiss wird sich getäuscht haben, denn es ist der Artikel 32 und nicht der Artikel 34. Jedenfalls möchte ich mir erlauben, Ihnen zu sagen, dass der Ressortdirektor ein Bindeglied zwischen dem Politiker und der Beamtenschaft ist. Das ist also voll und ganz in Ordnung. Hier besteht also kein Widerspruch. HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Ich repliziere. Danke, Herr Landeshauptmann, dass Sie sich in dieser Frage persönlich in die Bresche werfen. Es tut mir leid, wenn ich den Artikel verwechselt habe. Wir haben aufgrund von Obstruktion bei der Verabschiedung des Finanzgesetzes gefehlt, deshalb "non abbiamo dato i numeri." 30 Genau das ist aber das Problem, Herr Landeshauptmann. Sie bezeichnen den Ressortdirektor zu recht als ausführende, koordinierende Instanz des politischen Referenten, als verlängerten Arm des Landeshauptmannes bzw. der Landesräte. Wenn die Funktion des Ressortdirektors zugleich wahrgenommen wird, um bei Hilfskörperschaften des Landes – beispielsweise bei der BLS - die administrative Seite abzudecken, so ist das aus meiner Sicht ein Problem. Vor allem im angesprochen Bereich des Zusammenspannens von Abteilungsdirektor und Ressortdirektor wie im Fall von Natur und Landschaft sehe ich diese Problematik hoch ausgeprägt, Landesrat Laimer. Diese Doppelfunktionen beanspruchen außerdem Zeit und Energie. Ich glaube nicht, dass es zielführend ist, wenn man diese Doppel- und Dreifachjobs zusammenspannt, weil die Leute einfach nicht mehr ordentlich arbeiten. Wir haben es bei Herrn Ruffini gesehen, der die ganze Lantschner-Affäre nicht gut gemanagt hat. Das hängt auch damit zusammen, dass hier jemand drei Jobs machen muss. Dann kommen solche Geschichten heraus, die Sie auch im Falle anderer Zusammenlegungen erleben werden. PRÄSIDENTIN: Anfrage Nr. 54/02/12 vom 1.2.2011, eingebracht vom abgeordneten Urzì, betreffend Gefängnis von Bozen. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage. URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Nel pomeriggio di lunedì 23 gennaio 2012 nella struttura penitenziaria di Bolzano è scoppiata una rivolta che ha visto protagonista una significativa parte dei detenuti della seconda sezione; Nella sezione interessata dall'occupazione erano ospitati, al momento della rivolta, 68 detenuti a fronte di una capienza di 38 e che l'intera casa circondariale potrebbe accogliere 80 detenuti ma arriva ad ospitarne abitualmente sino a 128, con celle da due posti occupate sino ad un massimo di sei persone; l'intera struttura carceraria, costruita in epoca austroungarica è fatiscente, con limiti strutturali evidenti, ma continua a svolgere la sua funzione pur non potendo più assicurare standard minimi di qualità, come la quasi totalità delle strutture penitenziarie italiane; il personale della polizia penitenziaria, a Bolzano come in tutto il Paese, ha ancora una volta dimostrato una straordinaria efficienza e capacità pur in condizioni di lavoro al limite del proibitivo; un'intesa siglata un anno fa tra la Provincia autonoma di Bolzano e l'Amministrazione penitenziaria (DAP) prevede la realizzazione di una nuova struttura presso l'aeroporto, con una capienza di 220 posti e una sezione femminile, senza a tutt'oggi alcun segnale dell'avanzare dell'iter. Tutto ciò premesso, si interroga il presidente della Giunta provinciale e/o l'assessore competente per sapere quali siano i tempi, le modalità e le garanzie di adeguate risorse per la realizzazione della nuova struttura penitenziaria di Bolzano e come si intenda, sino al completamento dell'opera, garantire la tutela dei necessari livelli di sicurezza nell'attuale carcere di Bolzano, anche a garanzia del personale che vi opera. DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrte Frau Präsidentin, verehrte Damen und Herren! Es stimmt nicht, wie der Kollege Urzì sagt, dass in diesem Bereich nichts getan worden wäre. Jeder, der in letzter Zeit die Zeitungen gelesen hat, weiß, dass dieses Problem einer Lösung zugeführt wird. Der Gefängnisbau fällt nicht in die Zuständigkeit des Landes. Wir haben mit dem Mailänder Abkommen gerade im Hinblick darauf, dass der Staat über Jahrzehnte hinweg immer wieder versprochen hat, ein Gefängnis zu bauen, vereinbart, für insgesamt 100 Millionen Euro bereitzustellen. Davon sollen 40 Millionen Euro für die umliegenden Gemeinden und 60 Millionen Euro für neue Zuständigkeiten zur Verfügung gestellt werden, darunter auch für den Bau von Einrichtungen, die im Interesse des Landes und des Staates sind. Darunter soll auch das Gefängnis fallen. Vor zwei Jahren haben wir diese Zuständigkeit bekommen, wobei wir die Details natürlich aushandeln mussten. Tatsache ist, dass wir den Bau und die Projektierung des neuen Gefängnisses übernommen haben, natürlich im Einvernehmen mit den zuständigen staatlichen Behörden. In der Zwischenzeit haben wir den entsprechenden Grund ausfindig gemacht und denselben im Bauleitplan eingetragen. Wir haben auch bereits die Enteignung des Grundes vorgenommen, wofür wir 15.816.000 Euro bezahlt haben. Das Ausführungsprojekt ist fast fertig und auch die Prozeduren für die Ausschreibung sind fast abschlossen, sodass wir noch im März die Ausschreibung machen können. Ich glaube, dass Ende dieses Jahres die Arbeiten vergeben werden können. Für die Sicherheit, Verwaltung und Führung des jetzigen und zukünftigen Gefängnisses sind nicht wir zuständig, sondern der Staat. 31 URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Credo che non ci sia molto da replicare, se non sollecitare l'amministrazione a garantire una ulteriore velocizzazione dei tempi perché, come visto, le urgenze sono evidenti, la situazione è estremamente critica, alcuni passi sono stati intrapresi. Io credo però ci sia la possibilità di garantire una scadenza più ravvicinata delle varie tappe per addivenire ad una soluzione la più rapida possibile. Non vorremmo trovarci il prossimo anno, come facciamo purtroppo già da molti anni a questa parte, a discutere di nuovo in Consiglio provinciale, della mancanza di una struttura carceraria all'altezza della situazione a Bolzano a fronte magari – e spero proprio di no – di un'altra drammatica rivolta. Vorsitz des Präsidenten | Presidenza del presidente: Mauro Minniti PRESIDENTE: Interrogazione n. 4/02/12 del 16.1.2011, presentata dal consigliere Pöder, riguardante Air Alps. Prego di dare lettura dell'interrogazione. PÖDER (BürgerUnion): Wieviele Flugtickets wurden in den Jahren 2009, 2010, 2011 von der Landesverwaltung am Bozner Flugplatz gekauft – über welches Reisebüro – bei welchen Fluggesellschaften – zu welchen Kosten? Entspricht es den Tatsachen, dass die Erdbebenhelfer und auch die Zivilschutzbediensteten aus Südtirol anlässlich der Erdbebenhilfe nach dem Erdbeben in L'Aquila 2009 die Flugtickets des Landes nicht benutzen konnten? Wenn ja, warum? Welche Beiträge in welcher Höhe hat das Land Südtirol bislang der Air Alps gewährt? WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Sehr geehrter Herr Präsident, werte Kolleginnen und Kollegen! Vom Gehaltsamt des Landes wurden für die Strecke Bozen – Rom/Fiumicino bzw. Rom/Fiumicino – Bozen in den Jahren 2009, 2010 und 2011 folgende Anzahl an Flugtickets für das Landespersonal angekauft: im Jahre 2009: insgesamt 2020 Einzelflugtickets für die Strecke Bozen – Rom/Fiumicino (1025) bzw. Rom/Fiumicino – Bozen (995) für einen Gesamtbetrag von 414.518,75 Euro; im Jahre 2010: insgesamt 561 Hin- und Rückflugtickets sowie 236 Einzelflugtickets für die Strecke Bozen – Rom/Fiumicino bzw. umgekehrt für eine Gesamtausgabe vom 299.888,24 Euro; im Jahre 2011: insgesamt 592 Hin- und Rückflugtickets sowie 54 Einzelflugtickets für die Strecke Bozen – Rom/Fiumicino bzw. umgekehrt für eine Gesamtausgabe vom 301.934,05 Euro. Uns ist nicht bekannt, dass die Zivilschutzbeamten bzw. Erdbebenhelfer Bedarf nach Flugtickets für die erwährten Strecken gehabt hätten. Seit der Ausschreibung der Dienste im Dezember 2009 sind für das Jahr 2010 706.640 Euro, für das Jahr 2011 909.00 Euro und bis dato 1.615.950 Euro ausgegeben worden. PÖDER (BürgerUnion): Es gab und gibt diese Subventionierung. Es ist zum Schreien, wenn man jetzt hört, dass die Landesregierung der Air Alps diese berühmte Bescheinigung verweigern will, die sie ja unbedingt braucht, um die Flugerlaubnis in Österreich behalten zu können. Das ist eigenartig, weil das Land anstelle des Steuerzahlers eine Beteiligung an der Air Alps besitzt. Es wurden viele Tickets angekauft, aber Sie sagen, dass es für die Zivilschutzbeamten keinen Bedarf gegeben hätte. Mir wurde gesagt, dass es sehr wohl einen Bedarf gegeben habe, aber ich werde noch einmal nachfragen, wie und wo man diesen Bedarf angemeldet hat. PRESIDENTE: Interrogazione n. 15/02/12 del 17.1.2011, presentata dal consigliere Tinkhauser, riguardante Air Alps. Prego di dare lettura dell'interrogazione. TINKHAUSER (Die Freiheitlichen): Das Land Südtirol ist über die STA AG bei Airalps beteiligt. Laut Medienberichten steht die Airalps vor der Insolvenz. 1. Welche Summen hat das Land seit bestehen der Airalps in die Fluggesellschaft investiert? 2. Mit welchem Prozentsatz ist das Land an der Airalps beteiligt? 3. Seit wann weiß die Landesregierung von der bevorstehenden Insolvenz der Airalps? 4. Wer vertritt das Land in der Airalps in der Gesellschafterversammlung? 5. Welche Summen müssen zur Verlustabdeckung vom Land im Falle einer Insolvenz übernommen werden? (Bitte die G+V Rechnung der Jahre 2010 und 2011 beilegen) 32 WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Sehr geehrter Herr Präsident, werte Kolleginnen und Kollegen! Der Flughafen und die Konzession für denselben betreffen die Struktur, die das Land inne hat. Die Air Alps hingegen ist ein Privatunternehmen, das fliegt oder auch nicht, je nachdem, wie sich das Geschäft entwickelt und wie sehr die Unternehmer bereit sind, zu investieren. Der Kollege Pöder hat vorher gesagt, dass wir nicht bereit sind, ihnen den Leumund auszustellen, und das stimmt. Wenn uns jemand nicht darüber informiert, ob der Flugbetrieb aufrecht erhalten wird oder nicht, und wir das mehr oder weniger aus der Zeitung erfahren müssen, dann ist das aus meiner Sicht keine seriöse Vorgangsweise. Für ein solches Unternehmen kann man keinen Persil-Schein ausstellen, damit Alitalia wieder das Co-Sharing aufnimmt. Wir möchten für diese Struktur, für die ja auch wir verantwortlich sind, einen professionellen Betreiber. Seit Bestehen der Air Alps hat das Land über die STA 4.400.000 Euro investiert. Das Land ist über die STA an der Air Alps mit 4,58 Prozent beteiligt. Das Land ist in der Gesellschafterversammlung der Air Alps durch den Präsidenten der STA vertreten. Im Falle einer Insolvenz verliert das Land den Quotenanteil des Gesellschaftskapitals. Bei einem Betrieb, der Schulden hat, ist der Wert, den wir bereits im Jahr 2005 abgewertet haben, 1 Euro in der Buchhaltung der STA. Wir verlieren also 1 Euro, wenn die Air Alps nicht mehr fliegt. Natürlich ist es ein Imageschaden. Das Verhalten der Air Alps ist auf jeden Fall nicht in Ordnung, denn ein guter Unternehmer wie der Schweizer Hauptaktionär der Air Alps hätte sich vorher überlegen können, ob er bereit ist, zu investieren oder nicht. TINKHAUSER (Die Freiheitlichen): Herr Landesrat, ich komme bei der von Ihnen aufgestellten Rechnung nicht ganz mit. Sie haben gesagt, dass das Land im Falle einer Insolvenz von Air Alps 1 Euro verlieren würde und man insgesamt 4,4 Millionen Euro in diese Gesellschaft hineingesteckt habe. Also hat man diese 4,4 Millionen Euro bis zum Jahr 2005 bereits abgeschrieben und ist auf 1 Euro gekommen. Insgesamt verliert man also 4,5 Millionen Euro und nicht 1 Euro. Der Präsident der STA ist ja Herr Dieter Schramm. Nachdem er in der Gesellschafterversammlung von Air Alps drinnen sitzt, müsste das Land mit einer Beteiligung von 4,5 Prozent schon frühzeitig wissen, ob es zu einer Insolvenz kommt oder nicht. Man hat gehört, dass das Land Air Alps klagen möchte, weil der Flugbetrieb nicht aufrecht erhalten wird. Im Grunde genommen müsste man die Geschäftsführung und nicht die Gesellschaft selbst klagen, denn wenn ich gegen eine Gesellschaft klage, an der ich selbst beteiligt bin, dann verklage ich mich ja selbst. So etwas habe ich überhaupt noch nie gehört! Für mich wäre es auch interessant, einmal in die Gewinnund Verlustrechnung der vergangenen Jahre Einsicht nehmen zu können. Vielleicht können Sie mir diese zukommen lassen. Auf jeden Fall glaube ich, dass der Vertreter der STA in der Air Alps grob fahrlässig gehandelt hat, nachdem der Landeshauptmann aus der Zeitung erfahren musste, dass Air Alps insolvent sei. PRESIDENTE: Interrogazione n. 38/02/12 del 30.1.2011, presentata dai consiglieri Knoll e Klotz, riguardante le scuole in lingua tedesca a Bolzano. Prego di dare lettura dell'interrogazione. KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Medienberichten zufolge muss die deutschsprachige PestalozziSchule in Bozen aufgrund der vielen Neuzugänge erweitert werden. Da die Anzahl der deutschsprachigen Bevölkerung in Bozen jedoch relativ konstant bleibt, stellt sich die Frage, welcher Sprachgruppe die ganzen Neuzugänge angehören? Laut Berichten von betroffenen Eltern sind es hauptsächlich italienische Schüler und Ausländerkinder. Die Folge davon sei, dass in diversen Klassen bereits mehrheitlich italienisch gesprochen wird und damit das für Süd-Tirol so wichtige Prinzip der deutschsprachigen Schule ad absurdum geführt wird. 1. Welcher Sprachgruppe gehören die Schüler an den deutschsprachigen Schulen in Bozen an (aufgeschlüsselt nach der Anzahl von Deutschen, Italienern, Ladinern und Ausländern für jede einzelne Schule)? 2. Wie beurteilt die Landesregierung die Sorge vieler Eltern, dass in einzelnen Klassen bereits mehrheitlich italienisch gesprochen wird? 3. Welche Maßnahmen wird die Landesregierung ergreifen, um sicherzustellen, dass die deutschsprachigen Schulen in Bozen nicht unterwandert werden? KASSLATTER MUR (Landesrätin für deutsche Schule, Denkmalpflege, Bildungsförderung, deutsche Kultur und Berufsbildung – SVP): Lieber Sven Knoll, zunächst muss ich feststellen, dass die Grundschule Pestalozzi seit Jahren in einer schwierigen Raumsituation ist. Die Schule ist Montessori-Mittelpunktschule und wird 33 einmalig im Großraum Bozen angeboten. Deshalb umfasst ihr Einzugsgebiet die gesamte Stadt und die umliegenden Gemeinden. Aufgrund des Unterrichtskonzeptes einer Montessori-Schule besteht eh schon höherer Raumbedarf, denn Montessori-Mittelpunktschulen sind mit mehr Räumen ausgestattet als normale Schulen. Außerdem bietet diese Schule eine Ganztagsschule an, und auch diesbezüglich erstreckt sich ihr Einzugsgebiet nicht bloß auf das Viertel, sondern auf die ganze Stadt. Im Stadtviertel Firmian wurde in den letzten Jahren eine Vielzahl an neuen Wohnungen gebaut. Die Grundschule Pestalozzi ist die einzige deutsche Grundschule in diesem Stadtviertel. Aus diesen Gründen und nicht aus den von den Eltern befürchteten und in Ihrer Anfrage angedeuteten müssen zwei Klassen in Baucontainern untergebracht werden. Die von Ihnen angesprochene Erweiterung dient dem Zweck, zwei Klassen zu errichten, damit die Schülerinnen und Schüler aus den Containern in ordentliche Klassen übersiedeln können. Es betrifft auch den Umbau der Hausmeisterwohnung in Klassenräume. Im Neubau der Schule im Stadtviertel Firmian wird ein Klassenzug der Grundschule Pestalozzi untergebracht sein. Die Sprachgruppenzugehörigkeit von Personen ist ein sogenanntes sensibles Datum. Wir dürfen sie bei der Einschreibung von Schülerinnen und Schülern nicht erheben. Daher kann ich Ihre Fragen nur teilweise beantworten. Zum heutigen Stichpunkt besuchen 7.954 Kinder und Jugendliche eine Grund-, Mittel- Ober- oder Berufsschule mit deutscher Unterrichtssprache in Bozen. Davon besitzen 82 die bundesdeutsche, österreichische oder Schweizer Staatsbürgerschaft und 484 eine andere Staatsbürgerschaft als die italienische, bundesdeutsche, österreichische oder schweizerische. Das sind 6,08 Prozent. Im Pestalozzi-Sprengel gibt es 404 Kinder in der Grundschule, von denen zwei die deutsche, österreichische oder Schweizer Staatsbürgerschaft und 78 andere Staatsbürgerschaften haben. An der Mittelschule "Albert Schweitzer", die zum Sprengel "Pestalozzi" gehört, gibt es 201 eingeschriebene Jugendliche, von denen 35 andere Staatsbürgerschaften als die italienische, deutsche, österreichische oder schweizerische haben. Die Bevölkerungssituation in Bozen ist allgemein bekannt. Wir haben heute schon begonnen, darüber zu reden, aber die Zeit reicht nicht für weitere Diskussionen. Neben Familien, die einer einzigen Sprachgruppe angehören, gibt es auch zahlreiche zwei- oder mehrsprachige Familien oder Familien mit Migrationshintergrund. Die Schülerinnen und Schüler spiegeln diese Realität wider. Auf jeden Fall bemühen wir uns, ausgewogene Klassen zu bilden. Wir bemühen uns auch, die Eltern bei den Einschreibungen über dieses Thema zu informieren und ihnen dabei zu helfen, für ihre Kinder jene Schule zu wählen, in denen der Erfolg der am besten gesichert werden kann. KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Frau Landesrätin, ich möchte Sie bitten, mir diesen schriftlichen Text auszuhändigen. Es ist natürlich schon komisch, dass in Südtirol immer dann alles erhoben wird, wenn es im Interesse der Landesregierung ist. Wenn aber wir etwas in Erfahrung bringen möchten, dann sind es plötzlich sensible Daten. Frau Landesrätin, diese Anregungen kommen wirklich von Eltern, die das so empfinden. Sie sagen, dass bei Elternabenden teilweise nicht mehr Deutsch gesprochen werden kann. Ein Elternteil hat mir eine Liste der Elternvertreter gegeben. Dort stehen Namen darauf, und anhand eines Familiennamens lässt sich nicht immer ein Rückschluss auf die Sprachgruppe feststellen, aber eine Tendenz ist schon erkennbar. Deshalb würde ich Sie bitten, dieser Sache nachzugehen. Nachdem das von mehreren Eltern beanstandet wird, glaube ich einfach nicht, dass das ein Zufall oder eine einmalige Sache war. Das ist auch im Interesse unserer Schüler, unabhängig davon, welcher Sprachgruppe sie angehören. Offensichtlich ist hier etwas im Argen. PRESIDENTE: Interrompo la seduta fino alle ore 15. ORE 13.05 UHR ---------ORE 15.02 UHR Appello nominale – Namensaufruf PRESIDENTE: Riprendiamo la seduta. Ricordo che alle ore 13 sono scaduti i 120 minuti dedicati alla trattazione delle interrogazioni su temi di attualità. Alle interrogazioni non trattate verrà fornita risposta scritta entro i prossimi cinque giorni. Ha chiesto la parola il consigliere Pichler Rolle, prego. 34 PICHLER ROLLE (SVP): Herr Präsident! Nach Vorabsprache mit den Kolleginnen und Kollegen des dritten Gesetzgebungsausschusses – ich habe, soweit möglich, auch versucht, die übrigen Kollegen und Kolleginnen zu informieren – ersuche ich, den Gesetzentwurf Nr. 116/11, den der Abgeordnete Munter eingebracht hat, auf die Tagesordnung zu setzen. Er wäre nämlich behandlungsbereit. Wir sind der Meinung, dass es notwendig ist, diesen Gesetzentwurf im Laufe dieser Session noch zu behandeln. In diesem Sinne ersuche ich um Verständnis und auch um Zustimmung zu diesem Antrag. PRESIDENTE: Ai sensi dell'articolo 62 del regolamento interno devo mettere in discussione questa Sua proposta. Possono parlare un consigliere a favore e uno contro per 5 minuti. Ha chiesto la parola il consigliere Seppi, interviene a favore o contro? SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Quando avrò finito il mio intervento, Lei si renderà conto. Ritengo giusta la richiesta del capogruppo della SVP, preso atto che il disegno di legge di cui chiede l'inserimento all'ordine del giorno è importantissimo per le nostre aziende, è un disegno di legge urgente nell'interesse di tanti dipendenti che lavorano nelle aziende. La sua richiesta deve trovarci favorevoli, perché anche nella situazione economica nella quale viviamo un passaggio di questo tipo risulta fondamentale per tentare di dare un attimo di respiro a diverse aziende che navigano in cattive acque e sono costrette a fare i conti con una situazione seria e quindi meritevole di ogni attenzione. PRESIDENTE: Abbiamo appreso che il consigliere Seppi è a favore. Qualcuno vuole parlare contro la richiesta? Nessuno. Prego fare l'appello per la votazione segreta. Ricordo che la proposta deve avere il voto favorevole dei 2/3 dei presenti per essere accolta. (Votazione a scrutinio segreto – geheime Abstimmung) Comunico l'esito della votazione: schede consegnate 32, sì 30, no 1, schede bianche 1. La proposta è accolta, quindi il disegno di legge provinciale n. 116/11 viene iscritto come ultimo punto all'ordine del giorno. Provvederemo comunque alla distribuzione del disegno di legge in maniera che ogni consigliere abbia cognizione di quello che è stato inserito all'ordine del giorno. Essendo un nuovo punto, la presentazione degli emendamenti su questo disegno di legge può avvenire fino alla chiusura del dibattito generale. Il punto 2) all'ordine del giorno: "Iniziativa popolare – disegno di legge provinciale n. 104/11" è rinviato alla sessione di marzo. Per quanto riguarda il punto 3) all'ordine del giorno: "Elezione della o del garante per infanzia e l'adolescenza", il termine per la presentazione delle candidature è il 9 febbraio, quindi non è ancora scaduto il termine, pertanto nella riunione dei Capigruppo si è stabilito di proseguire i lavori con l'audizione dei candidati e delle candidate il 29 febbraio, per cui il punto è rinviato a marzo. Punto 4) dell'ordine del giorno: "Richiesta del consigliere Pius Leitner di svolgimento nella tornata di sedute del mese di marzo di un dibattito di attualità sul tema calendario scolastico ai sensi del combinato disposto degli articoli 111-bis, comma 1, e articolo 21, comma 3 del regolamento interno". Punkt 4 der Tagesordnung: "Antrag des Abgeordneten Leitner auf Abhaltung einer Aktuellen Debatte, in der Sitzungsfolge des Monats März, zum Thema Schulkalender im Sinne des Artikels 111-bis Absatz 1, in Verbindung mit Artikel 21 Absatz 3, der Geschäftsordnung". Ricordo che il consigliere Leitner aveva richiesto, con lettera del 16.1.2012, ai sensi dell'articolo 111-bis del regolamento interno, lo svolgimento di un dibattito da tenersi nella tornata di sedute di febbraio, sul tema del calendario scolastico. Questa richiesta non ha ottenuto però, nella seduta del collegio dei Capigruppo del 24 gennaio scorso, la prescritta unanimità per la sua approvazione, quindi per l'inserimento di un corrispondente punto all'ordine del giorno della seduta odierna. Infatti ai sensi dell'art. 21, comma 3, del regolamento interno, al quale rinvia espressamente il già citato articolo 111-bis, comma 1, in tema di effettuazione di un dibattito di attualità, le decisioni del collegio dei capigruppo in tema di fissazione del programma e del calendario dei lavori del Consiglio sono vincolanti per il Consiglio stesso solo se adottate all'unanimità. La stessa disposizione precisa che in difetto di unanimità decide il Consiglio provinciale stesso. Appellandosi – per modo di dire – a questo combinato disposto dagli articoli 111-bis, comma 1 e 21, commi 3 e 4, del regolamento interno, il consigliere Leitner ha chiesto, nella già citata seduta del collegio dei capigruppo, formalmente che fosse il Consiglio provinciale stesso a pronunciarsi 35 definitivamente sulla sua richiesta di svolgimento di un dibattito d'attualità sul tema del calendario scolastico. La trattazione della richiesta, iscritta pertanto come punto istituzionale all'ordine del giorno di questa tornata di sedute, avverrà secondo le disposizioni di cui all'articolo 66 del regolamento, nel senso che prima della votazione sulla richiesta del consigliere Leitner possono intervenire due oratori o due oratrici a favore della richiesta e altrettanti contro la richiesta, ognuno per un massimo di cinque minuti. Apro il dibattito su questa richiesta. La parola al consigliere Leitner, prego. LEITNER (Die Freiheitlichen): Danke, Herr Präsident! Wie Sie es bereits verlesen haben, habe ich den Antrag gestellt, eine Aktuelle Debatte zu einem Thema, und zwar zum Thema der Vereinheitlichung des Schulkalenders abzuhalten, das im vergangenen Jahr für sehr viel Aufregung und Diskussionsstoff gesorgt hat. Ich möchte bei dieser Gelegenheit einmal ganz klar deponieren, was in der Öffentlichkeit falsch dargestellt worden ist. Es stimmt, dass wir einstimmig einen Beschluss gefasst haben, mit dem die Landesregierung aufgefordert wurde, eine größtmögliche Vereinigung des Schulkalenders anzustreben. Es wurde somit weder die Fünftagewoche noch etwas anderes beschlossen, wie es fälschlicherweise dargestellt worden ist. Es stimmt auch nicht, dass beispielsweise die Freiheitlichen einer solchen zugestimmt hätten. Das Gegenteil ist nämlich der Fall. Im Landtag hat es zwei Anhörungen gegeben, und zwar eine vor und eine nach der Sommerpause. Ich habe mit großer Verwunderung feststellen müssen, dass das Interesse der Kolleginnen und Kollegen Landtagsabgeordneten nicht nur gering, sondern gleichzeitig null war. Einmal waren zwei Abgeordnete und einmal war ich teilweise sogar allein anwesend. Dieses große Interesse seitens des Landtages hat es ganz einfach nicht gegeben, aber aufgrund der Anhörungen sind die verschiedenen Standpunkte von Vertretern der Schule, also der Schulverantwortlichen, der Direktoren, der Lehrerschaft, der Eltern und der Gewerkschaften dargelegt worden. Der Jugendring und der Gemeindenverband waren auch vertreten. Alle betroffenen Kategorien wurden angehört, wobei es diesbezüglich keine Einhelligkeit gegeben hat, was auch nicht zu erwarten war. Es hat aber auch nicht ansatzweise eine klare Mehrheit für eine der vier vorgeschlagenen Lösungen gegeben. Heute weiß man, dass die Landesregierung genau wusste, was sie will, das heißt, sie hat es so hingebogen, dass das herausgekommen ist, was sie eigentlich wollte. Mir persönlich hat nicht gefallen, dass man jetzt im Hauruckverfahren den Landesregierungsbeschluss gefasst hat, ohne den Landtag vorher noch einmal damit zu beschäftigen, denn der Landtag hat die Landesregierung aufgefordert, eine größtmögliche Vereinheitlichung anzustreben. Wir hätten uns schon erwartet, dass die Landesregierung dem Landtag vor einer Beschlussfassung berichtet, was dann schlussendlich dabei herausgekommen ist. Wie gesagt, bei den Anhörungen waren jeweils wenige Kolleginnen und Kollegen Abgeordnete dabei. Wir sind alle mit E-Mails von den Befürwortern der Fünftagewoche und den Befürwortern der Sechstagewoche bombardiert worden. Unser Anliegen als Freiheitliche Landtagsfraktion war es, die Autonomie der Schule zu erhalten. Wir haben auch einen entsprechenden Beschlussantrag eingebracht, welcher im Rahmen der Behandlung des Finanzgesetzes abgelehnt wurde. Die Kolleginnen und Kollegen können sich sicher daran erinnern, dass damals die gesamte Opposition aus anderen Gründen den Saal verlassen hat. Somit waren wir bei der Abstimmung selber nicht einmal dabei. Der Antrag kann jetzt erst nach sechs Monaten wieder behandelt werden, aber ich möchte schon, dass darüber debattiert wird, sodass man zumindest weiß, aufgrund von welchen Erkenntnissen die Landesregierung zu diesem Beschluss gekommen ist. Das ist den Menschen aber nicht vermittelt worden. Draußen entsteht der Eindruck, da gibt es die Lehrerschaft gegen die Regierung, da gibt es die Elternschaft für dieses oder jenes, denn die Anliegen gehen ja quer durch. Unser Anliegen ist es, die Autonomie der Schule zu gewährleisten und die Schulsprengel, wie bisher, selber entscheiden zu lassen. Es wird dann beispielsweise gesagt, dass dort, wo die Fünftagewoche eingeführt worden ist, niemand mehr zurück wolle. Das wurde immer wieder in die Diskussion geworfen. Es gibt scheinbar aber auch andere Erkenntnisse, wobei es noch sehr viel Diskussion braucht, weil dort, wo die Fünftagewoche eingeführt worden ist, das Niveau eher gesunken ist. Ich behaupte das nicht, sondern sage das nach, was man auch lesen und hören konnte. Was ich aber möchte und wir Freiheitlichen mit Nachdruck verlangen, ist eine offene Debatte, bei der man das Für und das Wider abklärt und man vor allem die Autonomie der Schule garantiert. Wir sind weder die Sprecher der Lehrerschaft, noch jene der Elternschaft. Wir sind in diesem Fall die Sprecher der Kinder, der eigentlichen Betroffenen, die in der ganzen Debatte – das sage ich auch mit Nachdruck – ein bisschen, aus meiner Sicht, vernachlässigt worden sind. Zum Schluss ist nur mehr übrig geblieben, dass die Lehrer ihr eigenes Süppchen 36 kochen wollen und die Eltern heute dieses und morgen jenes Interesse haben. Dann kommen noch die Verbände usw. dazu. Das spielt alles eine Rolle. Unsere Aufgabe ist es, die Gesamtheit der Dinge zu betrachten und eine Lösung zu suchen, die vor allen Dingen der Autonomie der Schule gerecht wird. Wir reden sonst von Subsidiarität und Autonomie, in diesem Fall ist man aber darübergefahren, und die Debatte im Landtag, denke ich, schadet nicht. Ich weiß, dass es in der Zwischenzeit einen Beschluss der Landesregierung gibt, welchen man aber jederzeit ändern kann. URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Per dichiarare la mia approvazione senza se e senza ma alla proposta avanzata dal collega Leitner. Si ricorderà che questa proposta era stata avanzata già nel passato. Non era stato possibile addivenire ad un dibattito in Consiglio, perché non fu raggiunta l'unanimità nel collegio dei capigruppo. Ricordo che allora espressi un voto contrario, perché le condizioni quadro generali erano confuse, nel senso che la Giunta provinciale non aveva ancora proposto un piano organico entro il quale avviare la propria iniziativa. Successivamente, nei mesi seguenti, il focus lo abbiamo avuto, sono stati chiari i principi e le direttive lungo le quali la Giunta provinciale intendeva muoversi. Oggi, soprattutto dolo la deliberazione assunta dalla Giunta provinciale, abbiamo non solo il titolo ma il dovere di affrontare in questo Consiglio un dibattito franco che riesca a tirare le somme rispetto a tutto quello che c'è stato dall'approvazione della famosa mozione che il collega Leitner ha ricordato, fino all'approvazione della deliberazione della Giunta provinciale. C'è la necessità di fare chiarezza dopo un percorso che è stato travagliato. Il problema può essere risolto attraverso un riesame della situazione da parte della Giunta provinciale che ha il dovere, nella sede più alta della nostra istituzione, dell'autonomia, di prendere parte ad un dibattito che ponga sul tavolo del confronto e del ragionamento le questioni che sono state abbondantemente affrontate nelle diverse sedi, quelle giornalistiche ma anche di presa di posizione di sindacati, parti interessate, associazioni dei genitori riguardo l'argomento. Mi limito a ricordare un semplice aspetto, ossia che su questa questione si è articolata una polemica trasversale che ha coinvolto l'intera società altoatesina e che ha lasciato un profondo amaro in bocca non solo a coloro che operano nel mondo della scuola, ma anche ai genitori che alla scuola fanno riferimento, alle loro organizzazioni sindacali, fino al Consiglio scolastico provinciale che, con una maggioranza assolutamente inedita, si era espresso contro le ipotesi ventilate dalla maggioranza della Giunta e, dobbiamo riconoscerlo, dal partito di maggioranza, la SVP. C'è stata una mobilitazione che è rimasta inascoltata. Ecco che a maggior ragione un dibattito in questo Consiglio si rende necessario per cristallizzare considerazioni, ragionamenti, valutazioni in ordine non solo a quanto doveva essere fatto, ma in ordine a quanto è stato fatto, perché possa essere corretto. Esistono problemi di ordine generale che attengono il quadro della situazione, la lesione dei principi fondamentali dell'autonomia delle istituzioni scolastiche. Queste deliberazioni intervengono in maniera pesante nell'ambito delle competenze delle scuole surclassandole, ma anche in relazione alla qualità di un'offerta che deve essere … PRESIDENTE: Prego i colleghi di fare un po' più di silenzio. URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): La ringrazio. Mi avvio alla conclusione per ricordare come proprio il Consiglio provinciale abbia oggi il dovere di esaminare una situazione che non deve essere considerata definita e chiusa, che deve essere considerata invece oggetto di un ragionamento civile ma anche fermo su alcune questioni di principio fondamentale, fra queste ho citato quella che riguarda l'autonomia delle istituzioni scolastiche, dei problemi conseguenti all'introduzione delle nuove regole che andranno ad incidere pesantemente sull'organizzazione ma anche rendendo evidente un contrasto fra il sistema che verrà definito a livello locale e i principi cardine di carattere più generale che regolano l'impegno, la funzione del sistema formativo, educativo scolastico anche in provincia di Bolzano con i principi fissati dalla legislazione nazionale. Accolgo la proposta del collega Leitner, la sostengo con convinzione e auspico che la maggioranza di questo Consiglio possa dimostrare la capacità di comprendere con senso di responsabilità come porsi di fronte alle questioni che sono più drammaticamente vive, significa assumersi una responsabilità positiva per l'interesse della nostra comunità. Non dobbiamo nascondere la testa nella sabbia o dire che quello che è stato approvato è stato approvato, non riapriamo più i capitoli che sono stati chiusi. Questo capitolo non deve essere considerato chiuso. PICHLER ROLLE (SVP): Ich glaube, dass das Vorgehen für jeden Mann und jede Frau absolut nachvollziehbar ist. Im Zuge des Gesetzentwurfes, den Landesrätin Kasslatter Mur zur Oberstufenreform vorgelegt hatte, ist auch das Thema des vereinheitlichten Schulkalenders im Raum gestanden. Bereits damals hat es die ersten Besprechungen und Beratungen darüber gegeben und zum damaligen Zeitpunkt war es dank einer Tagesordnung 37 der Kollegin Stirner Brantsch klar, dass der politische Auftrag des Landtages dahingehend lautete, eine Vereinheitlichung des Schulkalenders herbeizuführen. Das ist zumindest der Auftrag aus unserer Sicht gewesen. Tatsache ist, dass es in der Folge zu diesem Thema ganz gezielt auch Beratungen gegeben hat und es trifft zu, dass der Abgeordnete Leitner im Sommer letzten Jahres, nachdem was geschehen war und nachdem klar war, dass dieses Thema zur Behandlung anstehen würde – Frau Landesrätin Kasslatter Mur hat offen angekündigt, dass man mit der Umsetzung spätestens mit dem Finanzgesetz für das Jahr 2012 im Schuljahr 2012/2013 beginnen sollte und beginnen würde -, zeit- und fristgerecht, im Übrigen mit unserer Unterstützung, den Antrag gestellt hat, anstelle der Aktuellen Fragestunde eine Aktuelle Debatte im Landtag zu diesem Thema abzuhalten. Es hat damals bedauerlicherweise keine Einigung im Kollegium der Fraktionsvorsitzenden – es gab eine recht paradoxe Situation - gegeben. Zehn Fraktionen waren praktisch dafür und eine Fraktion dagegen. In der Folge hat Kollege Leitner den Antrag dann nicht wieder gestellt. Die Beratungen haben sich dann intensiviert. Dann ist das Haushalts- und Finanzgesetz des Jahres 2012 mit dem ganz spezifischen Inhalt beschlossen worden, dass man in diesem Punkt die Schulautonomie korrigiert und die Verantwortung an die Landesregierung zurücküberträgt. In der Folge hat es dann noch einmal Anhörungen gegeben und nach reiflicher Vorbereitung, nach reiflicher Überlegung und nach dem Abwägen und dem Anhören aller Seiten – dies ist der Frau Landesrätin unisono querbeet bestätigt worden, wobei sich die Anzahl an Anhörungen, an Treffen, an Absprachen wirklich sehen lassen kann – hat die Südtiroler Landesregierung, nach dem Haushaltsgesetz, die Entscheidung gemäß Gesetz, gemäß Vorabsprachen, gemäß Ankündigungen getroffen. Zum jetzigen Zeitpunkt, in dem dieser Prozess zu einem Ende und zu einer Entscheidung geführt worden ist, noch einmal die Diskussion von vorne zu beginnen und gewissermaßen wieder aufzuschnüren, halten wir für nicht zielführend. Deshalb sind wir auch gegen die Abhaltung einer Aktuelle Debatte. SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Collega Pichler Rolle, in quest'aula non si è mai parlato di questo tema, ma non occorre che se ne parli qua, tanto in quest'aula non c'è niente da dire! Questo è il leit motiv che noi sentiamo ripetutamente. Come evidentemente non avevano niente da dire, non hanno fatto vedere fino in fondo quanto poteva essere il loro peso contrario i due assessori in Giunta provinciale. A quelle famose audizioni a cui faceva riferimento il collega Pichler Rolle, c'era solo l'assessora Kasslatter Mur o c'era anche l'assessore Tommasini? Non ho capito allora, assessore Tommasini, perché l'assessora Kasslatter Mur ha capito in quelle audizioni l'esatto contrario di quello che ha capito Lei o viceversa. Parlavano in italiano e tedesco senza traduzione? Parlavano in ladino? Conoscete benissimo le lingue tutti e due, per cui non ho capito a cosa sono servite queste audizioni se sono usciti due assessori con delle opinioni diverse. Non ho capito a cosa servissero quelle audizioni, dato che poi in Giunta si è fatto comunque quello che si è voluto, alla faccia di uno statuto di autonomia e di regole scritte che stabiliscono la piena autonomia dei tre assessorati alla scuola. Noi dovremmo parlarne ancora in quest'aula, collega Leitner. Facciamo pure se Lei lo vuole, però il problema è che tanto non serve a niente, perché fino a quando avremo una Giunta provinciale in cui due assessori italiani non sono capaci, di fronte a prevaricazioni di questo tipo, non a votare contro, o addirittura andandosene come è successo con la questione della SEL, quando c'era ancora la signora Repetto, uno aveva un appuntamento dal dentista, l'altro aveva un funerale che si era già svolto tre giorni prima, di conseguenza si sono defilati. Signori, la responsabilità non la si può assumere in questo modo, responsabilità significa prendere atto di una situazione di prevaricazione, perché non è più una questione di opinioni. Noi pretendiamo, perché lo prevede lo Statuto, che la scuola di lingua italiana sia autonoma per determinate decisioni quando lo deve essere la scuola tedesca e la scuola ladina. Quando c'è una prevaricazione di questo tipo, al di là del fatto che sia giusto o meno avere la settimana corta nelle scuole, è un argomento nel quale non voglio entrare, perché saranno gli insegnanti e i genitori, sarà una categoria di persone diversa dalla nostra a dover dire la propria opinione, ma il fatto stesso che questa opinione venga imposta agli assessori italiani e che la risposta degli assessorati italiani sia quella di dire: "Io voto contro, punto" mi sembra inaccettabile, perché davanti ad una prevaricazione non di opinione ma statutaria, che è ben altra cosa, gli assessori avrebbero dovuto minacciarsi di dimettersi dalla Giunta, perché all'interno della Giunta non possono esserci decisioni che sono contrarie a ciò che prevede una legge di rango costituzionale. Ammesso che a me piaccia o non piaccia, queste sono le regole che vanno rispettate. Nel momento in cui qualcuno non le rispetta è ovvio che occorre alzarsi dalla sedia e dire: da qua me ne vado fino a quando le cose non si sono chiarite, e non sul tema che forse è molto meno importante di quello che appare, ma sul principio, il principio stesso che la scuola italiana deve essere assolutamente autonoma in ogni sua decisione, perché così non prevede il Consiglio provinciale né la Giunta, ma perché così prevede lo Statuto di autonomia che viene 38 sbandierato come un vangelo quando fa comodo e viene calpestato e deriso nel momento in cui è in contrasto, vedi la legge sulla toponomastica che deve venire! Ritengo che, tenendo conto dell'onestà intellettuale con cui il collega Leitner ha chiesto che venga discussa questa materia, andrebbe anche discussa, ma per dirci cosa? Che abbiamo degli assessori italiani che non sono in grado di farsi rispettare? Che l'assessora Kasslatter Mur dovrebbe ritirare una delibera che ha già fatto, e non lo farà mai? Per dirci che siamo in questa situazione, in cui nessuno o pochi hanno il coraggio fino in fondo di dimostrare caratterialmente quello che rappresentano e quello che devono fare per difendere le loro condizioni statutariamente in questo caso inequivocabilmente scritte in una legge di rango costituzionale. Di conseguenza a una discussione in merito - per carità, se me lo chiedono l'opposizione e i Freiheitlichen sono disponibilissimo anche a votare a favore della richiesta - ma sono contrario. PRESIDENTE: Metto in votazione la richiesta del consigliere Leitner: respinta con 15 voti favorevoli, 17 voti contrari e 2 astensioni. Proseguiamo con l'ordine del giorno con i punti riservati all'opposizione. Come prevede il nostro regolamento i tempi vengono ripartiti fra opposizione e maggioranza. I temi riservati all'opposizione potranno essere trattati fino alle 19 di domani. Punto 5) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 239/10 del 10.8.2010, presentata dal consigliere Minniti, riguardante le case Albergo per famiglie sfrattate". Punkt 5 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 239/10 vom 10.8.2010, eingebracht vom Abgeordneten Minniti, betreffend Wohnheime für delogierte Familien". L'emergenza abitativa anche nella Provincia di Bolzano è sempre alta ed il problema degli sfratti e dei "senzatetto" è innegabile. La nostra Provincia provvede con case albergo per lavoratori e stranieri a tamponare questa emergenza, ma poco, o addirittura niente, viene offerto agli sfrattati che non possono permettersi (o non trovano) un appartamento in affitto e non rientrano nelle graduatorie IPES. Ci si riferisce a quei casi in cui, in presenza di uno sfratto ed in attesa di individuare una nuova soluzione abitativa che può anche essere definitiva (come può essere l'acquisto di un appartamento) per giovani coppie, la famiglia interessata allo sfratto medesimo – che può anche essere composta da soggetti anziani – non ha alcun riferimento alloggiativo anche solo provvisorio o è costretta a sottoporsi a spese costose in un albergo o presso qualche privato. Una soluzione tampone potrebbe essere quella di prevedere "case albergo" anche per questa tipologia di persone, ovvero nel caso di famiglie monoparentali o numerose, con alloggi messi a disposizione per massimo un anno in attesa che la famiglia trovi una soluzione consona. Ciò potrebbe avvenire riconvertendo alcuni degli alberghi inutilizzati nella nostra città, o altri edifici in disuso, non ultimi proprio la palazzina ex Ipes di via Carducci o la ex Pensione Arnika. Ciò premesso, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale a prevedere un intervento quale quello esposto in premessa per attenuare il problema abitativo per le famiglie di sfrattati. ---------Die Wohnungsnot, die auch in Südtirol stets akut ist, und das Problem der Zwangsräumungen und der Obdachlosen sind nicht von der Hand zu weisen. Das Land versucht zwar, diesem Problem mit Wohnheimen für Arbeitnehmer und Einwanderer Abhilfe zu schaffen, aber wenig bzw. fast gar nichts wird für delogierte Personen unternommen, die sich keine Mietwohnung leisten können oder keine finden und nicht die Voraussetzungen erfüllen, um in die Ranglisten des WOBI aufgenommen zu werden. Konkret sind damit jene Fälle gemeint, in denen im Falle einer Zwangsräumung und in Erwartung einer neuen Wohnlösung, die gegebenenfalls für junge Paare auch endgültig sein kann (wie zum Beispiel beim Ankauf einer Wohnung), die von der Zwangsräumung betroffene Familie, die auch aus älteren Menschen bestehen kann, keine auch nur vorübergehende Unterkunft hat und somit gezwungen ist, viel Geld für die Unterbringung in einem Hotel oder bei einem privaten Zimmervermieter auszugeben. Eine Notlösung könnte in der Zurverfügungstellung von Wohnheimen für diese Perso- 39 nengruppe bestehen, also für allein erziehende Eltern oder Großfamilien, denen die Unterkunft für die Dauer von höchstens einem Jahr zur Verfügung gestellt wird, bis sie eine entsprechende Wohnlösung gefunden haben. Dazu könnte man einige der leer stehenden Hotels oder Gebäude in unserer Stadt verwenden, zum Beispiel auch das ehemalige WOBI-Gebäude in der Carduccistraße oder die ehemalige Pension Arnika. Aus den oben genannten Gründen verpflichtet der Südtiroler Landtag die Landesregierung, den eingangs beschriebenen Vorschlag in konkrete Maßnahmen umzusetzen, um dem Wohnproblem delogierter Familien Abhilfe zu schaffen. Vorsitz der Vizepräsidentin | Presidenza della vicepresidente: DDr.in Julia Unterberger PRÄSIDENTIN: Das Wort hat der Abgeordnete Minniti, bitte. MINNITI (Il Popolo della Libertà): Con questa mozione si vuole segnalare il problema reale, concreto che tante famiglie della nostra provincia affrontano, che sono le famiglie sfrattate dal proprio alloggio per svariati motivi che si ritrovano senza la possibilità di avere la soluzione ottimale in poco tempo. È una situazione che può riguardare tutte le categorie di cittadini, che può riguardare i giovani, gli anziani, ma anche categorie particolari come i separati. Queste famiglie non sempre vengono sfrattate per morosità ma anche per problemi diversi da parte del proprietario. C'è per esempio la necessità di utilizzo di quel proprio alloggio, e queste persone si ritrovano ad avere estrema difficoltà ad avere un nuovo tetto. Non si tratta sempre e solo di famiglie che possono accedere all'alloggio Ipes. Certamente ci sono delle famiglie che rientrano per termini di reddito o per altre situazioni entro i canoni Ipes per poter avere un alloggio fuori graduatoria una volta che si subisce uno sfratto giudiziario non per morosità, ma ci sono magari altre famiglie che non rientrano in questi canoni e quindi non possono accedere ad un alloggio Ipes, anche solo provvisoriamente, che si ritrovano senza la possibilità di avere, nel breve termine e per un periodo limitato di tempo, un alloggio che vada a coprire quella lacuna che si va a creare. Sulla base di questa riflessione la Giunta provinciale dovrebbe cercare di introdurre una nuova concezione, tenere aperte le porte per queste famiglie così come abbiamo fatto per altre categorie di altoatesini e per altre categorie. Pensiamo agli immigrati, pensiamo alle case albergo per i lavoratori stranieri, e pensiamo anche ad alcuni anziani che possono aspirare ad avere un alloggio Ipes in virtù anche della propria particolare situazione reddituale. La nostra è una provincia che ha diversi locali inutilizzati, degli alberghi dismessi, che in questo campo, sono convinto, potrebbe fare qualcosa di più. In questa mozione ho citato due esempi, quello della pensione Arnika a Merano e i locali di via Carducci sempre a Merano, dove una volta venivano ospitati gli uffici dell'Ipes. Quei locali sono in disuso da tempo, sono abbandonati, basta passare in via Carducci a Merano per rendersene conto, sono locali che una volta ristrutturati e risanati potrebbero andare a coprire la necessità di queste famiglie che hanno uno sfratto esecutivo sulle spalle e che non riescono, nell'immediato, a trovare una soluzione per avere un tetto sulla testa. Voglio sottolineare che comunque sia la necessità di avere un alloggio di questo genere, case albergo per famiglie sfrattate dovrebbe essere comunque limitata nel tempo per queste persone, non può essere la soluzione definitiva, ma ritengo che in ogni caso la Giunta provinciale una risposta anche a queste emergenze che si vanno a determinare all'interno di alcune famiglie dovrebbe darla. La possibilità c'è, non possiamo negare questo, credo che un segnale anche di avanguardia la nostra provincia potrebbe darlo in questo settore. KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Es gibt Fälle, in denen eine ganze Familie infolge Pfändung, Zwangsräumung und Konkurs von einem Tag auf den anderen auf der Straße steht. Mir ist ein Fall von einem Handwerker in Neumarkt bekannt, der nicht einmal mehr Zugang zur Werkstatt hatte, um Werkzeug zu holen. Alles, sei es Wohnung als auch Werkstatt und was darin an Brauchbarem war, wurde einfach verschlossen und die Familie hatte keinen Zutritt mehr. Es gab keine andere Lösung als in einem Hotel unterzukommen und das, Kollege Einbringer, hat mehr als ein Jahr gedauert. Wenn der Mann arbeitslos ist, weil er infolge seines Konkurses nicht mehr so schnell eine Arbeit gefunden hat, die Frau immer Hausfrau war und somit keine Arbeitsstelle hatte, die Kinder noch in Ausbildung waren, dann kann das auch länger als ein Jahr dauern. Diese Familie war kurz in ein Hotel, in eine Pension gezogen und das Schlimmste war, das muss man sich vorstellen, keinen eigenen Herd zu haben 40 und ohne die Möglichkeit zu sein, die Wäsche zu waschen. Das sind jetzt ganz banale praktische Dinge, aber diese muss man sich vorstellen und diejenigen, die ein wenig Einfühlungsvermögen haben, können nachvollziehen, was dies vor allen Dingen für eine Hausfrau und Mutter bedeutet. Jetzt gibt es in diesem Zusammenhang natürlich einige Fragen, Herr Landesrat. Hier wird vorgeschlagen, dass Wohnheime zur Verfügung gestellt werden, aber, meines Wissens, gibt es sehr wenige Wohnheime, welche für andere Bedürfnisse vorgesehen sind. Vielleicht sagen Sie uns, wie viel Wohnheime dafür überhaupt in Betracht kämen. Ich zum Beispiel kenne keines. Was die Anzahl solcher Fälle anbelangt, möchte ich wissen, ob es dazu eine Erhebung gibt oder ob man ungefähr weiß, wie viele Familien oder wie viele Personen davon betroffen sind. Wenn es derzeit vielleicht auch nicht so viele sind, dann bin ich überzeugt, dass diese Fälle zunehmen werden. Wir wissen, dass die wirtschaftliche Situation nicht besser wird. Wir wissen, dass einige Betriebe heute schon an der Grenze sind, dass also die Konkurse zunehmen. Davon sind nicht nur die Betriebsinhaber, sondern sehr häufig auch deren Familie betroffen, wobei der Betriebsinhaber auch mit seinem Privateigentum haftet. Da geht es dann auch um die Wohnung oder um das Wohnhaus dieser Familie und, wie gesagt, die Gerichtsvollzieher müssen ihrer Arbeit nachkommen, müssen ihren Auftrag erfüllen und so kommt es, dass eine solche Familie von heute auf morgen auf der Straße steht, viele auch, weil sie bis zum Schluss hoffen, dass es eine Lösung gibt; es gibt aber nicht in allen Fällen einen Ausweg. Daher diese beiden Fragen. Mich würde auch interessieren, ob Sie sich schon Gedanken gemacht haben und schon konkrete Maßnahmen nennen können, denn der verpflichtende Teil des Beschlussantrages ist eher vage gehalten. Wenn hier steht "den eingangs beschriebenen Vorschlag in konkrete Maßnahmen umzusetzen", dann muss man schon wissen, welche Maßnahmen in Betracht kommen. Welche Vorarbeiten braucht es und welche sind bereits geleistet worden? LEITNER (Die Freiheitlichen): Im reichen Südtirol müssen wir immer wieder feststellen, dass es da und dort sogenannte offene Baustellen gibt, das heißt, dass nicht alles so schön ist, wie es manchmal dargestellt wird. Mit diesem Beschlussantrag wird ein Thema angesprochen, das sicherlich da ist und womit Menschen zu kämpfen haben. Wir werden diesem Antrag sicherlich zustimmen, wenngleich – das wurde hier schon gesagt – nicht konkrete Maßnahmen gefordert werden. Im einleitenden Teil lese ich zum Beispiel, dass "fast gar nichts" getan wird. "Fast gar nichts" heißt, dass schon etwas getan wird. Ich möchte wissen, was getan wird. Beim Wohnbauinstitut gibt es die Rangordnungen und wenn es um Delogierungen, Zwangsdelogieren usw. geht – hier wurden auch Konkurse und dergleichen Dinge mehr angedeutet -, dann muss man sich auch die Frage stellen, ob alle, die in eine solche Situation kommen, unverschuldet dorthin kommen und diese Dinge dann unvermittelt auftreten oder ob bestimmte Dinge nicht auch vorhersehbar sind und auch die Mitverantwortung der Betroffenen einschließt. Helfen muss man sicher jenen Menschen, die ein Problem haben, die aus nicht eigenem Verschulden in eine schlimme Situation kommen. Diese gibt es, leider Gottes, auch in Südtirol. Wenn ich jetzt höre, dass sich der Landeshauptmann beispielsweise Sorgen um die Vollbeschäftigung macht, dann wird er sich auch um solche Dinge und um die Folgen, die sich davon ableiten, Sorgen machen müssen, keine Frage. Das ist erst der Anfang für einen Rattenschwanz von möglichen Folgeproblemen, die sich hier die Menschen einhandeln werden. Das heißt, die Politik muss die Voraussetzungen schaffen, dass man in diesem engmaschigen sozialen Netz im Falle eines Unglückes, im Falle einer Notsituation wirklich schnell helfen kann. Eines möchte ich nicht, weil gerade in Südtirol bei sozialen Maßnahmen dem Missbrauch Tür und Tor geöffnet wird – hier wird angesprochen, dass man auch die Wohnungsnot für Einwanderer abschaffen oder dem Abhilfe schaffen muss -, dass Leute, die lange in einer Rangordnung sind und lange auf eine Wohnung warten, sich dann von Menschen, die beispielsweise erst gestern gekommen sind, überholt sehen. Diesbezüglich braucht es schon klare Kriterien, welche ich hier auch festgeschrieben wissen möchte, wenn es irgendeine Maßnahme in diese Richtung gibt. Wie gesagt, Kollege Minniti hat diesen Antrag eingebracht. Das Anliegen ist sicherlich berechtigt, es ist da und die Politik ist sicherlich zum Handeln aufgefordert. Ich möchte aber noch einmal wissen, was für Delogierte bisher konkret unternommen wurde, welche Möglichkeiten es derzeit gibt, um hier schnell eingreifen zu können. HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Auch von unserer Seite, in aller Kürze. Wir stimmen diesem Antrag zu, keine Frage. Auch wir halten, wie es Kollege Leitner angedeutet hat, die Vollbeschäftigung für das wichtigere, zumindest das vordringlichere Anliegen als die Vollautonomie und in der Hinsicht gilt es 41 einiges zu tun. Ich glaube, dass es hier eine abgestufte Verantwortung gibt. Sicher hat das Land die Möglichkeit, diese wahrscheinlich zunehmenden Delogierungen aufzufrangen, gerade durch diesen, wenn man es so will, Rotationsfonds an 300 bis 400 Wohnungen, die das WOBI ständig frei hat. Wenn man einen Teil davon ausnimmt, dann könnte man ohne weiteres ein minimales Paket vorsehen, Herr Landesrat, um es für diese Zwangsdelogierungen zu reservieren, gewissermaßen als Reservefonds für diese Formen akuter Notfälle. Ich denke auch daran, dass wir auch das Subsidiariätsprinzip ein wenig respektieren und sagen sollen, dass die soziale Unterstützung auch ein Thema der Gemeinden ist, nachdem doch die Gemeinden vielfach, vor allem die größeren Gemeinden, über eigene Wohnungen verfügen und auch in der Hinsicht tätig werden sollten. Ich glaube, dass diesbezüglich das Land die Gemeinden in die Verantwortung nehmen kann und dass die Bezirksgemeinschaften den sozialen Bereich in sehr starkem Ausmaß abdecken. Ich glaube, diesem Beschlussantrag ist selbstverständlich zuzustimmen, aber in dieser abgestuften Optik, dass man sagt, das Land hat seinen Beitrag zu leisten, aber ebenso die Bezirksgemeinschaften und Gemeinden als Unterebene und die Bürger nächste Ebene. TOMMASINI (Assessore alla scuola italiana, alla cultura e formazione professionale italiana e all'edilizia abitativa – Partito Democratico/Demokratische Partei): Questo è senza dubbio un tema importante e, come è stato detto da alcuni consiglieri che sono intervenuti, è possibile, noi auspichiamo di no, ma è possibile che in futuro, se le condizioni economiche continueranno a peggiorare e avranno un flusso anche sul nostro territorio in maniera forte, i casi si sfratto aumentino, perché questa è una conseguenza della crisi economica prolungata e strutturale. Quindi il problema di provare a dare una casa a tutti o comunque una condizione alloggiativa stabile a tutte le famiglie, che è uno dei pilastri della politica sociale di questa provincia, è un tema vero. Non possiamo però dire che non si sta facendo niente, non dico che nessuno dei consiglieri l'ha detto, ma io capisco il consigliere Minniti che ha presentato questa mozione, penso che vada nella direzione di occuparsi di un tema importante, ma dobbiamo però anche sapere quali sono gli strumenti già a disposizione su cui abbiamo già discusso e che sono stati peraltro oggetto di dibattito e di modifica non da moltissimo tempo, in cui si sono fissati gli strumenti per intervenire esattamente in questi casi. Che cosa facciamo quando una famiglia è sfrattata? Poi ci sono situazioni diverse, sono tutte drammatiche. C'è la situazione che diceva la consigliera Klotz, quella da un giorno all'altro. Normalmente però c'è un periodo in cui si possono trovare delle soluzioni. Sono rari i casi in cui non ci sia tempo, o credo non esistano, ma probabilmente, come diceva lei stessa, in quel caso la famiglia sperava fino all'ultimo che lo sfratto fosse bloccato. Al di là di questo ci sono questi casi, e per quanto il numero in termini assoluti non sia enorme, ogni singolo caso è drammatico per chi lo vive. La Provincia è intervenuta, la nostra legge ci dà degli strumenti che vengono anche utilizzati. Vorrei ricordarli brevemente. Sono due, uno fa riferimento all'art. 28, comma 6 della legge sull'edilizia abitativa, in cui vengono definiti i costi ammissibili per i programmi di costruzione dell'Ipes e che dice che l'Ipes può essere autorizzato dalla Giunta provinciale ad acquistare sul libero mercato singole abitazioni o interi edifici anche ad un prezzo superiore al valore convenzionale, qualora sussista l'urgenza e l'indifferibile necessità di procurare abitazioni per persone che abbiano subito l'esecuzione di uno sfratto o che siano minacciati dall'esecuzione di uno sfratto, ovvero per persone senza tetto. L'altro articolo, ancora più importante ed utilizzato normalmente, è l'articolo 102 della legge provinciale n. 13/1998 che definisce la priorità nell'assegnazione degli alloggi e dice che le famiglie comprese nella graduatoria, alle quali sia stato negato il rinnovo del contratto di locazioni per lo sfratto e nei cui confronti venga eseguita la procedura per il rilascio dell'abitazione, possono conseguire l'assegnazione di un'abitazione con precedenza sugli altri richiedenti compresi nella graduatoria, sentita la commissione per le assegnazioni. Quindi c'è questo strumento che viene utilizzato, nel senso che nel momento in cui ho lo sfratto passo in una posizione più favorevole della graduatoria e mi viene assegnato l'alloggio. Ricordo poi che avevamo discusso sul fatto che se uno non è in graduatoria cosa succede? C'è il comma 2 che dice: "Le persone che si trovino nella condizione di cui al comma 1 - quindi sottoposte a sfratto – nonché i richiedenti la cui abitazione sia oggetto di esecuzione immobiliare, possono presentare in qualsiasi momento domanda di assegnazione di un'abitazione, purché siano in possesso dei requisiti generali per l'assegnazione di abitazioni in locazione dell'IPES. La commissione per l'assegnazione provvede ad integrare la graduatoria e può dare parere per l'assegnazione con precedenza". Avviene allora che sono sottoposto ad uno sfratto, faccio domanda in qualsiasi momento, e la Commissione che, come sapete, riguarda i vari comuni, interviene per dare l'assegnazione dell'abitazione con priorità. Questo articolo viene usato - adesso non ho la statistica dei casi, posso portarla perché è un elemento interessante – per poter intervenire con la massima velocità e flessibilità quando una persona ha uno sfratto, perché quando una persona è sottoposta a sfratto possono passare anche anni, ma 42 alle volte passa qualche mese, ma comunque è in una situazione di emergenza. Credo che questa sia una buona normativa, certo si può sempre ragionare, migliorare, prendere atto della trasformazione della società, ma questo articolo, in combinato disposto con l'art. 28, ci consente di avere a disposizione uno strumento che utilizziamo per venire incontro alle persone che hanno uno sfratto. Gli strumenti ci sono, li usiamo. Io non ritengo che in questa fase debba essere costruito un edificio specifico per gli sfatti, anche perché poi potremmo farne uno per tutta la provincia. Molto spesso però c'è anche l'esigenza di intervenire anche nei singoli territori. Questa modalità che ci consente anche di acquistare nei casi estremi è più interessante, perché se noi prendiamo o costruiamo degli alloggi che poi devono essere liberati e sappiamo che anche se mettiamo un termine di un anno, due anni, ma dopo due anni chi va a dire loro che devono essere sfrattati anche dall'Ipes? Sono situazioni molto delicate. L'articolo 102 e l'art. 28 ci consentono di intervenire lasciando le persone nel loro comune e di intervire in maniera flessibile. Sono disponibile a vedere i dati, guardiamo quanti interventi sono stati fatti negli ultimi anni, teniamo monitorata la situazione, perché è vero che può succedere, noi speriamo di no, ma se dovesse esserci una crisi economica prolungata con perdita di posti di lavoro, potremmo avere maggiori problemi di questo tipo, quindi teniamo monitorata la situazione. È giusto che il Consiglio ne discuta, ma manteniamo questi strumenti che a mio avviso sono strumenti migliori rispetto alla proposta che è stata fatta. Propongo di bocciare questa mozione, pur considerando che il tema è importante e prendendo atto che il Consiglio che ha approvato questa legge ha dato alla Giunta gli strumenti per intervenire nei casi sociali di emergenza. MINNITI (Il Popolo della Libertà): La risposta dell'assessore Tommasini non mi convince del tutto, perché se è vero, e l'ho detto anche nel mio intervento, che la Provincia qualche cosa ha fatto, e i riferimenti normativi a cui si ispirava l'assessore lo dimostrano, è anche vero che essi valgono solo per quelle famiglie che hanno i requisiti per poter rientrare nelle graduatorie Ipes, quindi persone che hanno un limite di reddito, peraltro anche quelle, non tutte, trovano una appropriata soluzione al loro problema. La proposta che facevo, e ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti e hanno appoggiato comunque questa iniziativa, è diversa e va oltre al solo recinto riguardante le famiglie che possono rientrare nell'alloggio Ipes, riguarda anche le famiglie che hanno un reddito maggiore e che non potrebbero rientrare nella prima e seconda fascia, tanto per fare un esempio, mentre trovano difficoltà a poter accedere a degli alloggi. Poi mi chiedo, dato che abbiamo giustamente realizzato delle case albergo per lavoratori, gran parte stranieri, per quale motivo non pensiamo che si debbano fare delle strutture per queste categorie sociali quali sono gli sfrattati che hanno anch'essi un enorme problema? Abbiamo pensato di proporre un certo numero di alloggi per anziani, benissimo, lo stiamo facendo perché i comuni - in questo ha ragione anche il collega Heiss quando dice che bisogna responsabilizzare maggiormente i comuni e le comunità comprensoriali – hanno il dovere di realizzare alloggi per anziani. Noi abbiamo proposto con un disegno di legge di realizzare degli alloggi per i giovani, però non esiste da nessuna parte una normativa che preveda comunque che, così come ci sono gli alloggi per lavoratori stranieri, per gli anziani, e io concordo con l'esistenza di queste opportunità, non ci debbano essere anche alloggi di transito per famiglie sfrattate. Anche questa dovrebbe essere una opportunità che la nostra provincia offre ai propri cittadini, a tutti coloro che hanno una reale difficoltà a trovare alloggio, e comunque sia, un alloggio quanto meno di transito, entro il quale la famiglia può rimanere per un tot di mesi oppure magari anche per un anno - noi vediamo che negli alloggi per stranieri essi ci possono stare cinque anni, quindi comunque per un determinato periodo di tempo - fin quando non si individua una soluzione più definitiva per queste famiglie. Credo che questa sia la direzione nella quale si deve camminare, magari anche all'avanguardia rispetto altre province e regioni del nostro Paese. Questo significa avere il coraggio di affrontare delle sfide proprio in relazione a quello che diceva Lei, assessore Tommasini, ovvero che il timore che questa crisi porti ad un aumento degli sfratti è fondato e di fronte al quale dobbiamo operare preventivamente. Prossimamente mi risulta, verrà in discussione in quest'aula la nuova legge sull'edilizia sociale, e se questa tocca solo alcuni articoli, credo che ci sia la possibilità di lavorare ed elaborare delle questioni più innovative. Voglio auspicare che in quella sede si possa trovare una soluzione adeguata a questo problema che è di tante persone, di tante famiglie già oggi e che rischia di aumentare proprio in futuro. PRÄSIDENTIN: Wir stimmen über den Beschlussantrag Nr. 239/10 ab: mit 10 Ja-Stimmen und 18 NeinStimmen abgelehnt. 43 Punkt 6 der Tagesordnung: Beschlussantrag Nr. 274/10 vom 30.12.2010, eingebracht von den Abgeordneten Knoll und Klotz, betreffend die Verwendung von heimischen Tiroler Produkten in öffentlichen Einrichtungen". Punto 6) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 274/10 del 30.12.2010, presentata dai consiglieri Knoll e Klotz, riguardante l'utilizzo di prodotti locali tirolesi nelle istituzioni pubbliche". Der Wirtschaftsstandort Tirol verfügt über ein vielfältiges Angebot regionaler Produkte aus Landwirtschaft, Gewerbe und Handwerk, die von höchster Qualität sind und mit nur kurzen Transportwegen zum Konsumenten gebracht werden können. Die Produkte aus Nord-, Ost- und Süd-Tirol stehen dabei nicht in Konkurrenz zueinander, sondern ergänzen sich in vielfältiger Hinsicht. Dennoch wird dieses gemeinsame Potential bisher nur spärlich genützt und allzu oft auf vermeintlich billigere Kilometerfresser-Produkte zurückgegriffen, die den regionalen Warenaustausch hemmen und statt dessen den Transitverkehr fördern. Jeder Euro, der für heimische Tiroler Produkte ausgegeben wird, kommt hingegen wieder zurück und stärkt somit den Wirtschafts- und Lebensraum in ganz Tirol. Insbesondere in öffentlichen Einrichtungen darf daher nicht länger allein der billigste Preis entscheidend sein, sondern es gilt auch die regionale Wertschöpfung, kurze Transportwege, Klimaschutz, Arbeitsplatzsicherung und die nachhaltige Landschaftsgestaltung zu berücksichtigen. Dies vorausgeschickt, beschließt der Südtiroler Landtag: 1. Der Südtiroler Landtag spricht sich für die bevorzugte Verwendung von heimischen Tiroler Produkten in öffentlichen Einrichtungen aus. 2. Die Südtiroler Landesregierung wird beauftragt, in Zusammenarbeit mit dem Bundesland Tirol die Rahmenbedingungen für ein Bestbieterprinzip bei der Verwendung von heimischen Tiroler Produkten in öffentlichen Einrichtungen zu schaffen und dieses als bald möglich umzusetzen. ---------Il Tirolo come luogo di localizzazione di attività economiche può vantare un'offerta variegata di prodotti regionali provenienti dall'agricoltura, dalle attività produttive e dall'artigianato. Questi prodotti sono di altissima qualità e arrivano al consumatore con brevi trasporti. I prodotti dal Tirolo del Nord, dal Tirolo orientale e dall'Alto Adige non sono in concorrenza tra di loro, ma si completano a vicenda, formando un’offerta variegata. Tuttavia sinora questo potenziale comune è stato solo parzialmente sfruttato e troppo spesso si ricorre a prodotti che apparentemente costano meno, ma comportano lunghi trasporti che ostacolano uno scambio delle merci a livello regionale e favoriscono solo il traffico di transito. Ogni euro speso per prodotti locali tirolesi torna invece indietro e contribuisce a rendere più forte tutto il Tirolo come spazio economico e di vita. Soprattutto nelle istituzioni pubbliche non può continuare a essere determinante solo il prezzo più basso; occorre prendere in considerazione anche il valore aggiunto regionale, i tragitti brevi, la tutela del clima, la conservazione del posto di lavoro e una progettazione sostenibile del paesaggio. Ciò premesso, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano delibera quanto segue: 1. Il Consiglio provinciale si dichiara favorevole a utilizzare in via preferenziale prodotti locali tirolesi nelle istituzioni pubbliche. 2. Si incarica la Giunta provinciale di elaborare, in collaborazione con il Land Tirolo, le condizioni generali per introdurre il principio del miglior offerente di prodotti locali tirolesi nelle istituzioni pubbliche, provvedendo anche a una loro rapida attuazione. Die Abgeordneten Knoll und Klotz haben einen Änderungsantrag eingebracht, der wie folgt lautet: 44 Der Wirtschaftsstandort Tirol verfügt über ein vielfältiges Angebot regionaler Produkte aus Landwirtschaft, Gewerbe und Handwerk, die von höchster Qualität sind und mit nur kurzen Transportwegen zum Konsumenten gebracht werden können. Auch im Bereich der Energiegewinnung und der erneuerbaren Energie verfügt Tirol über umfangreiche Erfahrungswerte und nachwachsende Rohstoffe, deren Wertschöpfung durch eine gemeinsame Nutzung optimiert werden könnte. All diese Produkte aus Nord-, Ost- und Süd-Tirol stehen nicht in Konkurrenz zueinander, sondern ergänzen sich in vielfältiger Hinsicht. Dennoch wird dieses gemeinsame Potential bisher nur spärlich genützt und allzu oft auf vermeintlich billigere Kilometerfresser-Produkte zurückgegriffen, die den regionalen Warenaustausch hemmen und statt dessen den Transitverkehr fördern. Jeder Euro, der für heimische Tiroler Produkte ausgegeben wird, kommt hingegen wieder zurück und stärkt somit den Wirtschafts- und Lebensraum in ganz Tirol. Insbesondere in öffentlichen Einrichtungen darf daher nicht länger allein der billigste Preis entscheidend sein, sondern es gilt auch die regionale Wertschöpfung, kurze Transportwege, Klimaschutz, Arbeitsplatzsicherung und die nachhaltige Landschaftsgestaltung zu berücksichtigen. Dies vorausgeschickt, beschließt der Südtiroler Landtag: 1. Der Südtiroler Landtag spricht sich für die bevorzugte Verwendung von heimischen Tiroler Produkten in öffentlichen Einrichtungen aus. 2. Die Südtiroler Landesregierung wird aufgefordert, die EVTZ mit einer Erhebung zu beauftragen, in welcher all jene Bereiche eruiert werden, in denen eine gemeinsame Verwendung und Vermarktung heimischer Tiroler Produkte umgesetzt werden könnte. 3. Die Südtiroler Landesregierung wird beauftragt, in Zusammenarbeit mit dem Bundesland Tirol und dem Trentino – auf der Basis der Erhebung der EVTZ – die Rahmenbedingungen für ein Bestbieterprinzip bei der Verwendung von heimischen Tiroler Produkten in öffentlichen Einrichtungen zu schaffen und dieses als bald möglich umzusetzen. ---------Il Tirolo come luogo di localizzazione di attività economiche può vantare un'offerta variegata di prodotti regionali provenienti dall'agricoltura, dalle attività produttive e dall'artigianato. Questi prodotti sono di altissima qualità e arrivano al consumatore con brevi trasporti. Anche nel settore della produzione di energia e delle energie rinnovabili il Tirolo dispone di notevole esperienza oltre che di materie prime rinnovabili, il cui valore aggiunto potrebbe essere ottimizzato grazie al loro uso condiviso Tutti questi prodotti del Tirolo del Nord, del Tirolo orientale e dell'Alto Adige non sono in concorrenza tra di loro, ma si completano a vicenda. Tuttavia sinora questo potenziale comune è stato solo parzialmente sfruttato e troppo spesso si ricorre a prodotti che apparentemente costano meno, ma comportano lunghi trasporti che ostacolano uno scambio delle merci a livello regionale e favoriscono solo il traffico di transito. Ogni euro speso per prodotti locali tirolesi torna invece indietro e contribuisce a rendere più forte tutto il Tirolo come spazio economico e di vita. Soprattutto nelle istituzioni pubbliche non può continuare a essere determinante solo il prezzo più basso; occorre prendere in considerazione anche il valore aggiunto regionale, i tragitti brevi, la tutela del clima, la conservazione del posto di lavoro e una progettazione sostenibile del paesaggio. Ciò premesso, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano delibera quanto segue: 1. Il Consiglio provinciale si dichiara favorevole a utilizzare in via preferenziale prodotti locali tirolesi nelle istituzioni pubbliche. 2. Si sollecita la Giunta provinciale a commissionare al GECT un rilevamento che appuri quali sono i settori in cui i prodotti locali tirolesi possono essere utilizzati e commercializzati congiuntamente. 45 3. Si incarica la Giunta provinciale di elaborare, in collaborazione con il Land Tirolo e con il Trentino – sulla base del rilevamento del GECT – , le condizioni generali per introdurre il principio del miglior offerente di prodotti locali tirolesi nelle istituzioni pubbliche, provvedendo anche a una loro rapida attuazione. Das Wort hat der Abgeordnete Knoll, bitte. KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich möchte eigentlich das zitieren, was heute als Schlagzeile in der Tiroler Tageszeitung steht, nämlich dass im Jahre 2011 der Transitverkehr um 3,5 Prozent wieder gestiegen ist. Nachdem in den letzten Jahren, wohl auch durch die Wirtschaftskrise bedingt, ein Rückgang zu verzeichnen war, ist dieser Trend nun wieder umgekehrt. Der Transitverkehr entlang der Brenner Route steigt wieder, während der Verkehr auf der Schiene im gleichen oder vermehrten Maße abnimmt. Ich glaube, es ist doch die Aufgabe der Politik, bis der Brennerbasistunnel, sofern er irgendeinmal kommt, aber das kann noch eine lange Geschichte sein, sich in der Zwischenzeit einmal Gedanken über Möglichkeiten zu machen, wie man derartige Entwicklungen einbremst und darüber hinaus, wie man das, was man im Land bereits hat, besser vermarktet und besser nützt. Dieser Beschlussantrag ist nicht neu. Wir hatten ihn bereits einmal im Zuge der Haushaltsdebatte eingebracht. Er wurde damals aber aus anderen Gründen abgelehnt. Wir haben ihn jetzt mit diesen beiden Änderungen wieder eingebracht, und zwar was die Rohstoffe, also die Energiegewinnung, aus einem ganz konkreten Anlass, anbelangt. Uns ist zugetragen worden, dass beispielsweise im Pustertal für ein Fernheizkraftwerk Holz als Polen angekauft wird. Diesbezüglich stellt sich die Frage, warum im Grunde genommen in einem Lande wie Tirol im Norden, Osten und Süden - wir haben auch Welschtirol mit hineingenommen -, das sehr reich an diesem Rohstoff ist, ausgerechnet aus Polen Zukäufe getätigt werden müssen. Umgekehrt dieselbe Sache, ganz alltägliche Dinge. Ein ähnlicher Beschlussantrag wurde im Landtag des Bundeslandes Tirol bereits angenommen. Die konkrete Frage ist, warum Produkte, die in Südtirol hergestellt werden, in Nordtirol beispielsweise aus der Steiermark oder von sonst woher transportiert werden müssen, wenn der Weg von Südtirol wesentlich näher wäre. Klassisches Beispiel sind die Äpfel. Ich denke, es gibt eine Fülle von Produkten, die innerhalb Tirols produziert werden, die nicht in Konkurrenz zueinander stehen, sondern sich ideal ergänzen und die gegenseitige Wertschöpfung steigern würden. Diesbezüglich würde es Sinn machen, darüber nachzudenken, welche Ressourcen man am besten gemeinsam nützen könnte. Es gibt bereits derartige Beschlüsse, die im Rahmen des Dreier-Landtages gefasst wurden. Nachdem wir jetzt nun einmal die EVTZ haben und sich irgendwo bei uns der Verdacht einschleicht, dass der EVTZ als Institution zwar da ist, aber die Aufgaben, mit denen sie sich beschäftigt, eher spärlich sind, haben wir, Kollegin Hochgruber Kuenzer und ich, heute Morgen darüber nachgedacht, den EVTZ ganz konkret mit in dieses Projekt hineinzuholen und sie damit zu beauftragen, einmal eine Erhebung anzustellen, in welchen Bereichen eine solche optimierte Zusammenarbeit, Vermarktung und Verbreitung einheimischer Produkte sinnvoll wäre. Der Beschlussantrag zielt darauf ab, dies zu optimieren, weil wir der Meinung sind, dass die Produkte, die hier bei uns hergestellt und vermarktet werden, letztlich nicht nur den überflüssigen Transitverkehr eindämmen, sondern auch wieder der Bevölkerung zugute kommen, denn es sind die Produkte, die hier produziert und verkauft werden, das heißt, das Geld fließt direkt an die Produzenten, an die Leute hier bei uns. Ich denke, dass dies doch eine sinnvolle Initiative ist, die vielleicht zwar nicht die große Maßnahme sein wird, die die Weltwirtschaft verändern wird, aber es sind kleine Nuancen, die man innerhalb der eigenen Wirtschaft setzen könnte. Deswegen bitten wir um Zustimmung zu diesem Beschlussantrag. THALER ZELGER (SVP): Dies ist ein Thema, mit dem wir uns hier im Landtag und auch im Dreier-Landtag immer wieder befasst haben. Ich denke, grundsätzlich ist alles zu unterstützen, dass kleine Wirtschaftskreisläufe möglichst enge Wirtschaftskreisläufe unterstützt, denn je größer die Wertschöpfungskette eines Produktes im engen Umfeld stattfindet, umso mehr Wertschöpfung wird dadurch natürlich im Umfeld auch generiert und bleibt auch vor Ort erhalten. Der Verkehr ist, wenn wir es so sagen wollen, das größte Problem. Überall gibt es Bestrebungen in Richtung dieser sogenannten Null-Kilometer-Produkte, Wenig-Kilometer-Produkte oder wie auch immer. Wir haben in diesem Landtag bereits ein Gesetz verabschiedet, in dem es vor allem um die Lebensmittel geht, denn die Erziehung zu bewusstem Konsum ist etwas ganz, ganz Wichtiges. In diesem Zusammenhang könnten wir auch Folgendes dazu nehmen: Wer nicht bewusst einkauft, verbraucht viel mehr und wirft viel mehr weg. Der Abfall, das Wegschmeißen von Lebensmitteln ist mittlerweile zu einem sehr großen Problem auch in der Europäischen Union geworden. Dies hängt teilweise mit dem geringen Bewusstsein zusammen. Das alles kann durch kleine Kreisläufe gestärkt werden. Dies gilt aber nicht nur für Lebensmittel, sondern auch für Produkte – Sven Knoll hat es bereits gesagt – wie das Abfallholz und auch das Wertholz. Ein anderes Beispiel sind die Steine 46 als Baumaterial. Wir wissen, dass es hier Probleme gibt. Mittlerweile kommen unsere Pflaster- und Randsteine auch für die öffentlichen Bauten aus China, während unsere Steinbrüche Probleme haben. Es gibt eine ganze Reihe von Bereichen, die man mit hereinnehmen könnte. Deshalb empfinde ich diese Initiative als positiv. Es geht in erster Linie um nichts Endgültiges, sondern darum, einmal zu schauen, was wir tun können. Wir würden staunen, wenn wir sehen würden, wie viel in unserem Umfeld zur Verfügung steht, wovon wir manchmal vielleicht selbst gar nichts wissen. URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Sono un po' basito – non so se si possa dire oppure si dice solo basito – nel senso che cerco di comprendere il significato originale di questa mozione, ma temo anzi di comprenderlo troppo bene, che è tutt'altro che quell'attenzione, quella considerazione del territorio che si vuole fare intendere. Questa mozione ha un carattere evocativo sul piano squisitamente politico, pur trattando apparentemente di una materia molto più concreta, quella della riduzione dei danni all'ambiente, la riduzione dell'inquinamento, la riduzione dei costi. È evidente che non è questo l'obiettivo, ma quello di riaffermare ancora una volta un principio ed un concetto che è esclusivamente politico, ossia l'utilizzo di prodotti locali tirolesi nelle istituzioni pubbliche. Peraltro quando si afferma, come specificato nella parte impegnativa che "si incarica la Giunta provinciale di elaborare, in collaborazione con il Land Tirolo e con il Trentino – sulla base del rilevamento del GECT – , le condizioni generali per introdurre il principio del miglior offerente di prodotti locali tirolesi nelle istituzioni pubbliche, provvedendo anche a una loro rapida attuazione." Se sono del Trentino non sono tirolesi i prodotti, quindi c'è una contraddizione in termini che ha la necessità di essere risolta. Ma poi verrebbe da chiedersi, se un prodotto è di qualità, ha un basso costo, ha un ridotto impatto sull'ambiente in termini di produzione e proviene da Verona piuttosto che da Monaco di Baviera, è un prodotto che le istituzioni pubbliche locali non vedono acquistare? Veniamo trascinati su un terreno di sabbie mobili che non ci porta molto lontano se non a restringere ulteriormente la nostra visione, la nostra lettura delle cose. Il nostro sguardo si chiude sempre più in una miopia pericolosa che ci fa vedere solo l'ombelico del mondo e non una dinamica che è più generale e dalla quale possiamo attingere non solo risorse ed esperienze, ma anche condizioni migliori per il nostro territorio. Anche il lato economico, mi si dimostri il contrario, ha il suo valore, perché più le istituzioni pubbliche risparmiano, più servizi possono essere posti a disposizione del cittadino, quindi non è corretto affermare: "… soprattutto nelle istituzioni pubbliche non può continuare ad essere determinante il prezzo più basso". No, il prezzo più basso deve essere uno dei fattori determinanti. Non si può pensare che è meglio acquistare un prodotto solo perché viene da Innsbruck, da Hall, o da Ala, comperarlo anche se costa il triplo per una congiunzione anche di ordine politico e una concezione ideologica, piuttosto che un prodotto che costa la metà che proviene da un ambiente di produzione ecocompatibile di Verona, di Monaco di Baviera, Palermo, Berlino o Amburgo. Dobbiamo uscire da questa spirale che ci fa vedere solo il nostro ombelico, non ci rende partecipi di una dinamica che è mondiale. Nel commercio a maggior ragione deve essere di ampio respiro. Sono assolutamente basito rispetto ai contenuti di questa mozione, voto contro perché ne comprendo solo il valore ideologico e politico e non ne giustifico alcun valore materiale e tecnico. HOCHGRUBER KUENZER (SVP): Ich sehe in diesem Beschlussantrag nur oder ganz stark einen wirtschaftlichen Aspekt. Ich bin davon überzeugt, dass es sinnvoll ist und wir den europäischen Verbund territorialer Zusammenarbeit (EVTZ) nützen sollten, um gemeinsame Projekte zu realisieren und uns gemeinsam in diesem Bereich, in diesem Umfeld in den Alpen zu stärken. Ich sehe hier einfach einen Vorteil. Wir haben diesen EVTZ gegründet, um verschiedene Projekte gemeinsam zu realisieren. Natürlich kann und soll ein Projekt im wirtschaftlichen Sinn, aus meiner Sicht, realisiert werden. Ich denke, es kommt gerade zur rechten Zeit, denn wenn wir die Sparmaßnahmen auf der italienischen Seite wahrnehmen und auch einhalten müssen, dann braucht jeder Betrieb in Südtirol mehr Geld zur Verfügung. Er muss für seine Tätigkeit mehr bezahlen. Diese Regionalisierung könnte, aus meiner Sicht, eine Antwort darauf sein, dass wir die heimischen Produkte regional wieder stärker wahrnehmen, einsetzen, wobei die Produkte, so wie es Kollegin Thaler Zelger gesagt hat, abgesehen von den Nahrungsmitteln, sehr vielfältig sind. Hier geht es um die Stärkung der heimischen Wirtschaft, selbst wenn man jetzt im europäischen Raum das Wort "regional" in den Mund nimmt. Das war heuer für mich eigentlich eine Neuheit. Vorher hat man immer nur vom Markt, vom Weltmarkt gesprochen. Jetzt nimmt man wieder das Wort "regional" in den Mund, das heißt, dass man sich bewusst geworden ist, dass die Sensibilität für die heimische Wirtschaft, für die heimische Produktion wieder verstärkt hinausgetragen werden muss, damit den Menschen bewusst wird, welchen Wert das Umfeld hat, was alles vor Ort vorhanden ist, und zwar müssen die heimischen Ressourcen ganz klar aufgezeigt werden. 47 Der große Vorteil sind selbstverständlich die kurzen Transportwege. Ich denke, dies ist einfach notwendig, denn wir sollten den Mut haben und sagen - auch wenn Europa noch die Zustimmung geben muss -, dass bei einer Ausschreibung von öffentlichem Interesse kurze Transportwege als Kriterium mit eingeführt werden müssen. Das wäre, aus meiner Sicht, ein Zeichen und wir nicht nur jammern und sagen dürfen, dass man nichts tun könne, zu viel Verkehr sei, denn der Verkehr ist auch umweltbelastend und auch für die Menschen eine große Belastung. Wir sollten die Zivilcourage und den Mut haben, dies auch einzufordern. Was von niemandem eingefordert wird, kann auch nicht umgesetzt werden. Ich denke, Sensibilität braucht es auf allen Ebenen, und zwar auf unserer Ebene, auf der Provinzebene, auf nationaler Ebene, aber auch auf europäischer Ebene. Wir sollten in diese Richtung arbeiten. Ich spreche mich für diesen Beschlussantrag aus, weil wir, wie schon gesagt, auch den Europäischen Verbund der territorialen Zusammenarbeit viel, viel stärker nutzen sollten. LEITNER (Die Freiheitlichen): Ich schicke voraus, dass wir diesem Beschlussantrag unsere Zustimmung geben werden. Ich möchte, ohne lehrmeisterlich zu sein, darauf hinweisen, dass man beim EVTZ den Artikel richtig setzen sollte. Es ist der EVTZ und nicht "die EVTZ". Das ist sicherlich ein Flüchtigkeitsfehler, aber man hat im Gebrauch dieses Namens gehört, dass es die EVTZ ist. Das geschieht immer wieder, aber wenn man Begriffe verwendet und sie falsch verwendet, dann werden sie irgendwie von allen so nachgesagt. Das soll nur in Klammer gesagt sein. Das erinnert mich ein bisschen an die Rückkehr des Accordino, wo es schwierig war, Produkte innerhalb Tirols auszutauschen, weil die Staatsgrenze damals noch sehr, sehr spürbar war. Heute haben wir sehr viele Möglichkeiten und ich bin auch überzeugt, dass sich die ganze Geschichte nach wie vor über den Preis abspielen wird. Wenn wir jetzt diesem Beschlussantrag das Liberalisierungsdekret des Ministerpräsident Monti gegenüberstellen, dann wird es schwer sein, dem zu begegnen, aber umso wichtiger sind Maßnahmen, die wir regional setzen – es ist hier schon gesagt worden -, um zu schauen, dass die Produkte verwendet werden, die vor Ort hergestellt werden. Das heißt aber nicht, Kollege Urzì, dass es dann keinen Austausch mehr geben wird. Wir können nicht alles herstellen und wir wollen auch Dinge nach außen verkaufen. Wir sind ein Wirtschaftsstandort und nicht nur ein Schneckenhaus, in dem wir unsere eigenen Produkte und vielleicht jene von Nordtirol und vom Trentino essen. Das ist sicherlich nicht gemeint. Dass wir aber dieses regionale Wirtschaften auch dokumentieren und uns bemühen, dies auch umzusetzen, ist, denke ich, ein Anliegen, das man nur teilen kann. Der EVTZ selber kommt wieder einmal ins Bewusstsein der Bevölkerung. Keiner weiß so recht, was das eigentlich ist. Deshalb tun alle gut daran, diese Institution, die man als Europaregion Tirol verkauft hat, was sie in der Praxis natürlich nicht ist, mit Leben zu erfüllen. Deshalb bin ich immer bestrebt, Begriffe in dem Sinne zu verwenden, was sie wirklich aussagen. Wir neigen in der heutigen Gesellschaft immer dazu, Dinge nachzusagen, weil sie einmal vorgegeben werden. Wenn sie aber falsch gebraucht werden, dann erreichen sie nicht das eigentliche Ziel. Wie gesagt, dem Antrag stimmen wir selbstverständlich zu. HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Die Frage mit dem EVTZ ist interessant, weil man an der Verwendung des Artikels merkt, dass das Ganze im Herzen nicht so richtig angekommen ist. Wenn man ihm einen sächlichen Artikel gibt, dann wird es schon passen. Das EVTZ ist irgendein Neutrum, aber so richtig herzerwärmend ist das Ganze nicht. Der Beschlussantrag hat eine ganz interessante bemerkenswerte Zielrichtung. Es liegt sicherlich auch darin, dass man diesen Warenaustausch, diesen Güterkreislauf zwischen Nord und Süd, im Sinne von Tirol, Südtirol und Trentino, wesentlich verbessert. Das ist durchaus ein löbliches und viel zu wenig praktiziertes Prinzip. Ich glaube, dass es hier Barrieren gibt, die dringend überwunden werden müssen. Allerdings überlagern sich in diesem Beschlussantrag gewissermaßen, wenn man es so will, biologisch regionale und patriotische Komponenten. In diesem Zusammenhang gibt es eine interessante Übereinanderschiebung von verschiedenen Komponenten. Vor allem ist zu fragen, was das Wort "heimisch" bedeutet, denn "heimisch" scheint "naturnahe" zu ergeben, und zwar gewissermaßen das, was hier wächst, hergestellt und produziert wird, aber ob es dann auch heimisch ist, ist sehr fragwürdig. Wenn wir etwa unseren Speck nach Nordtirol verkaufen, dann steht die heimische Qualität doch sehr in Frage, weil das schweinische Grundprinzip aus Holland kommt und, umgekehrt, wird es auch beim Handel in Tirol nicht viel anders sein. Hier muss man sich schon fragen, ob die heimische Kategorie dem Ganzen auch Stand hält, denn unsere Stoffkreisläufe nehmen inzwischen doch sehr viele Einflüsse auf. Auch wenn wir die heimische Milch im Lande vermarkten wollen, so muss man doch bedenken, dass ein wesentlicher Teil der Verpackung von ganz woanders herkommt und dass allein in einem Jogurtbecher zig-Kilometerkreisläufe eingehen, auch wenn die Milch vom Hof von Maria Hochgruber Kuenzer 48 stammen mag. Das muss man auch mit berücksichtigen. Die Frage der heimischen Kategorie ist nicht sehr tragfähig. Man müsste in diesem Zusammenhang wirklich die kontrollierte Ursprungsbezeichnung, die biologisch und echte Herkunft auf den Prüfstand stellen. Das ist, aus meiner Sicht, eine doch sehr schwammige Kategorie, die hier eingebracht wird, um ein im Prinzip auch löbliches Grundanliegen zu fördern. Diese scheinbar kurzen Kilometer sind dann doch nicht so ganz kurz. Es gibt hier immer einen Mix von verschiedenen Produkten. Dies ist in keiner Form so ganz sauber. Außerdem muss man sich schon fragen – diesbezüglich schließe ich mich nicht zur Gänze, sondern ein klein wenig dem Kollegen Urzì an –, inwieweit dieses Prinzip nicht auch gefährlich ist, es nicht ein wenig auch ein Eigentor ist. Wir sind sehr darauf angewiesen, dass wir unsere Äpfel nicht nur im heimischen regionalen Kreislauf zwischen Kufstein und Ala verkaufen, sondern quer durch den gesamten europäischen Kontinent und diese Reziprozität wird in der Europäischen Union auch ein wenig eingefordert. Ich glaube schon, dass diese im Prinzip des freien Warenverkehrs nicht unterlaufen werden kann. Solche Beschlussanträge funktionieren dann, wenn man das Prinzip der Gesundheit der biologischen Notwendigkeit einführt, aber sonst wird es relativ gefährlich. Schließlich, glaube ich, sollten wir nicht unbedingt daran denken, einen geschlossenen Markt zu fördern. Ich denke vor allem an Afrika und daran, wie schwer es für afrikanische Produkte ist, auf dem europäischen Markt vorzudringen, und ein wesentlicher Teil der Misere dort geht auch auf dieses Schließungsprinzip zurück. Insgesamt können wir zum einen bestimmte Prinzipien teilen, also den verbesserten Austausch, der notwendig ist, aber die Schwammigkeit des Heimischen und die patriotische Grundlegung können wir nicht zur Gänze nachvollziehen. Deswegen werden wir uns in diesem Fall der Stimme enthalten. SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Mi piacerebbe sapere quali sono le istituzioni pubbliche che in qualche modo consumano i prodotti che, secondo i colleghi, dovrebbero essere di produzione tirolese, compreso il parmigiano reggiano e il prosciutto di Parma! Ritengo che questo tema sia già stato affrontato il passato in maniera molto recisa da un capo di Stato che si chiamava Benito Mussolini, che quando applicò queste teorie che si chiamano autarchia, aveva però una ragione diversa. Aveva dinnanzi a sé uno stato che allevava gli animali, i maiali sul territorio e non in Olanda, e che poteva fare lo speck in Alto Adige così come i cannoli in Sicilia. In una realtà mediterranea tanto quanto era quella in cui poteva vagare la mente del Duce, poteva anche starci, ma in una mentalità che comincia a Salorno e finisce a Kufstein ritengo che la situazione sia diversa, a meno che non pensiate di coltivare i limoni e gli aranci a Innsbruck e magari le banane fra Kufstein e Innsbruck. Penso che sia un po' una provocazione, e io come provocazione la tratto, perché non posso fare diversamente. È una provocazione verso la quale non vale neanche la pena di prendersela più di tanto. So che il collega Knoll è capace di fare queste cose, ha molta ammirazione da parte mia per le sue provocazioni, perché sembra che siamo venuti, benché separati da un patriottismo assolutamente diverso, dalla stessa scuola politica, per cui l'accetto come una provocazione. È un patriota con una bandiera diversa dalla mia, però dal suo punto di vista importante. Io ho sempre rispetto per i patrioti, perché quelli che hanno il coraggio di avere una bandiera sono sempre meglio di quelli che una bandiera non ce l'hanno e quando si tratta di doverla tirar fuori scappano dalla nave che ha fatto il comandante Schettino. Meglio chi batte bandiera panamense ma ha "gli attributi" piuttosto che qualche comandante che si comporta come il comandante Schettino. Da questo punto di vista posso anche rispettarlo, però qui è andato un po' oltre, perché io che il Tirolo lo frequento dico che è un territorio molto interessante e dico che continuano a grattugiare parmigiano reggiano piuttosto che il formaggio che viene dalla valle dell'Inn, o preferiscono mangiare prosciutto di Parma, perché hanno almeno la serietà, collega Klotz, di allevare i maiali in Emilia Romagna e non di importarli dall'Olanda come fanno i nostri produttori di speck locali che spacciano per "echte Produktion mit dem Fleisch, das vom Ausland kommt". Quali risparmi di viaggio? Vi conviene importare direttamente anche lo speck dall'Olanda, così si fa un viaggio solo, invece devo importare i maiali dall'Olanda, poi faccio lo speck a San Candido, tanto per non far nomi, e poi devo portarlo in giro per tutto l'Alto Adige e distribuirlo in Italia. Ritengo che se l'Italia facesse la stessa cosa che volete fare voi, avremmo da vendere lo speck solo a chi? Alla festa in piazza Walther? Cosa grattugiate poi a Innsbruck sulla pasta? Anche perché la pasta asciutta noi non siamo abituati a tagliarla con il coltello. Ci sono anche questioni di orgoglio nazionale. Oggi a mezzogiorno ero in un ristorante che è molto frequentato da colleghi qui presenti, con una conduzione italiana del sud, e io li vedo mangiare molto più volentieri, non faccio nomi ma mi stanno ascoltando, spaghetti con le vongole o con il polipo piuttosto che i canederli e lo speck. Andare ad imporre determinate situazioni nelle cose pubbliche sarebbe veramente una condizione che va contro il gusto consolidato, perché è vero che voi nel Tirolo avete pochi "Schettini", e noi ne abbiamo di più, ma è altrettanto vero che gli spaghetti come li fanno gli italiani sono condizioni, assieme al prosciutto di Parma e al parmigiano reggiano, che nulla hanno a paragone, e neanche 49 voglio fare un paragone che sarebbe schiacciante a favore dell'Italia, se dovessimo andare a paragonarli con ciò che produce l'Austria nell'arte culinaria. Se parliamo poi di altre cose, è ora che le riapriamo anche noi quelle cose per le quali tanti nostri connazionali vanno in Tirolo, e ci andrebbero molto meno se anche da noi finalmente qualcuno capisse che le case chiuse vanno aperte anche in Italia. KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich könnte meine Vorredner, Hans Heiss und Donato Seppi, verstehen, wenn im Beschlussantrag stehen würde, dass die Bewohner von Süd-, Ost-, Nordtirol und vom Trentino von nun an keine Orangen aus Sizilien, keine Bananen aus Afrika und keinen Reibkäse aus Parma essen dürfen. Also bitte, was unterstellt Ihr uns denn? Solches Denken war uns immer fremd, und das solltet Ihr eigentlich schon wissen. Bitte, lest Euch die Texte durch! Ich habe den Eindruck, dass Ihr den Beschlussantrag nicht gelesen habt. Wo ist darin die Rede von irgendeiner Ausschließlichkeit? Nirgendwo! Wenn Ihr Euch den Absatz 5 des einleitenden Teils – im anderen ist sowieso davon nicht ausdrücklich die Rede – anschaut, dann steht dort Folgendes: "Insbesondere in öffentlichen Einrichtungen darf daher nicht länger allein der billigste Preis entscheidend sein, sondern es gilt auch die regionale Wertschöpfung, kurze Transportwege, Klimaschutz, Arbeitsplatzsicherung und die nachhaltige Landschaftsgestaltung zu berücksichtigen." Hier steht nirgendwo "entweder oder", sondern "nicht nur das", "sondern auch", damit das Ganze auch in einem Blickwinkel der Ausgewogenheit, der Rentabilität und vieler Komponenten gesehen wird. Hans Heiss! Ich kann Sie diesbezüglich wirklich nicht verstehen. Ihr seid immer diejenigen, die auf kurze Transportwege, auf das kleinräumige Wirtschaften wert legt. Ich unterstütze das seit langem, weil es logisch ist, dass man die im Land produzierten Lebensmittel entsprechend bevorzugen sollte, wenn man Rücksicht auf alles andere nimmt, und das ist jetzt nicht Ausdruck von Kleingeisterei, im Gegenteil. Es ist Ausdruck von Weitsicht und Verantwortungsbewusstsein, dass man versucht, die heimische Wirtschaft, wo es möglich ist, zu stärken. Wir haben noch keine Bananenbauern, vielleicht sind sie irgendwo in einer Nische. Donato Seppi! Trösten Sie sich, an so etwas denken wir nicht oder dass man keinen Reibkäse … Also, wenn man das hier hört, dann ist dies jetzt bald wirklich eine Faschingseinlage! Dann, Hans Heiss, geht es eigentlich um Eure Prinzipien und dass hier der Begriff "im Tiroler Raum" verwendet wird. Ich weiß schon, dass Ihr eine Allergie dagegen habt, aber das ist Euer Problem. Es ist aber dennoch ein Anliegen, auch wenn es Euch schockt und es Euch jedes Mal irgendwo wie ein Nagel in das Herz trifft, dass der Begriff "Tirol" immer noch existiert. Das ist es eben! Wenn dies nicht drinnen stehen würde, dann, bin ich überzeugt, wäre es ein hoch gelobter Antrag auch von Eurer Seite. Unter Punkt 1 des beschließenden Teils des Beschlussantrages steht ja nicht drinnen, dass der Südtiroler Landtag sich für die ausschließliche Verwendung, sondern für die bevorzugte Verwendung von heimischen Tiroler Produkten in öffentlichen Einrichtungen ausspricht. Donato Seppi hat Recht, wenn er vom "schweinischen Grundprinzip" gesprochen hat, … Nein, Hans Heiss, das kommt aus Holland. Die Schweine, die hier zu Speck veredelt werden – es sind nicht alle, denn es gibt auch echten sogenannten Tiroler Bauernspeck, der von hier usw. … Ich brauche es nicht näher auszuführen. Es geht ja nicht um die ausschließliche, sondern um die bevorzugte Verwendung und nirgendwo ist eine Grenze vorgesehen, im Gegenteil. Dass man das fördert, scheint mir schon ein Anliegen zu sein, vor allem in einer Zeit, in der wir alle beklagen, dass die Transportkosten überall steigen, dass es ein Umweltanliegen sein muss, die Transportwege so kurz als möglich zu halten. Im Absatz 3 des beschließenden Teils geht es um die Rahmenbedingungen für ein Bestbieterprinzip bei der Verwendung von heimischen Tiroler Produkten in öffentlichen Einrichtungen. Was ist hier an Ausschließlichkeit vorgesehen? Bitte lest Euch die Anträge zuerst gründlicher durch! EGGER (Die Freiheitlichen): Ich glaube, Frau Kollegin Klotz, dass alle Anrainer der Brennerautobahn, also der Transitroute durch Südtirol, um jeden LKW froh sind, der weniger die Autobahn befährt. Soweit, glaube ich, sind wir alle derselben Meinung. Der wesentliche Punkt dieses Beschlussantrages ist der erste, der besagt, dass sich der Landtag für die bevorzugte Verwendung von heimischen Tiroler Produkten in öffentlichen Einrichtungen ausspricht. Herr Landesrat Berger, meine Frage zielt dahin ab – dies wurde vorhin bereits von Kollegin Rosa Thaler Zelger oder Kollegin Hochgruber Kuenzer erwähnt –, dass wir hinsichtlich der Nahrungsmittel bereits ein Landesgesetz haben, welches die bevorzugte Verwendung in Mensen und dergleichen mehr von heimischen Produkten im Nahrungsmittelbereich vorsieht. Ich möchte Sie, Herr Landesrat Berger, fragen, inwieweit man bereits eine Umsetzung dieses Landesgesetzes erzielen konnte. Ich kann mir vorstellen, dass dies nicht von heute auf morgen möglich ist, aber ich möchte konkret wissen, was sich hier getan hat, denn ein Gesetz hat doch eine gewisse Kraft, wobei wir alle ver- 50 pflichtet sind, die Gesetze einzuhalten. Wenn es ein solches Gesetz gibt, dann möchte ich höflichst nachfragen, was dieses Gesetz in diesem Bereich bewirkt hat und was umgesetzt worden ist. Was hingegen die Nicht-Nahrungsmittel betrifft, ist dieser Beschlussantrag sicherlich gut und recht und auch unterstützenswert. Ich möchte mir nur erlauben, darauf hinzuweisen, dass es heute wahrscheinlich schon so ist, mit oder ohne diesen Beschlussantrag, dass die Körperschaften, also die Gemeinden, die Bezirksgemeinschaften und wahrscheinlich auch das Land - ich spreche hier aus meiner Erfahrung als Bürgermeister von Sterzing - bereits seit Jahr und Tag in der Realität nach Möglichkeit Produkte ankaufen, die nicht von, was weiß ich, woher geholt werden, sondern die zum größten Teil aus unserem näheren Umfeld kommen. Kollegin Hochgruber Kuenzer oder Kollegin Rosa Thaler Zelger haben schon Recht, wenn sie sagen, dass die Steine aus China usw. kommen. Jetzt komme ich zu einem kleinen Kritikpunkt, den ich auch anbringen möchte. Natürlich ist es wichtig, dass die Produkte aus der Nähe kommen und es auch verkehrstechnisch und umwelttechnisch wichtig ist, es müssen aber auch die Qualität und der Preis halbwegs passen. Das muss man sich schon auch vor Augen halten, denn die Qualität eines Produktes, das zum Beispiel eine Gemeinde ankauft, ist schon auch von immenser Bedeutung und wenn es vor allem um die Sicherheit auf Spielplätzen usw. geht, möchte ich schon gewährleistet haben, dass man im Zweifel das sicherere nimmt und nicht vielleicht das, was in der Nachbargemeinde hergestellt worden ist, denn die Sicherheit und die Gesundheit gehen schon vor der patriotischen Einstellung und dem Lokalcolorit. Zum einen muss die Qualität und zum anderen, bis zu einem bestimmten Punkt zumindest, auch der Preis gewährleistet sein, denn wenn es um Steuergelder in den Gemeinden geht - hier reden wir von öffentlichen Einrichtungen -, dann geht es vor allem um öffentliche Mittel. Dann muss man auch mit den Geldern entsprechend sorgsam umgehen, aber grundsätzlich ist dieser Beschlussantrag sicherlich unterstützenswert. VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): Leggendo la parte dispositiva dell'emendamento presentato, non vedo questa lontananza da quanto è stato espresso da alcuni colleghi. Si fa sempre riferimento alla fine ad una corsia preferenziale di prodotti tirolesi, tutto diretto alla pubblica amministrazione. Ipotizziamo che una mozione di questo genere venga approvata e quindi si dia una corsia preferenziale a prodotti tirolesi, trentini ecc. da parte della pubblica amministrazione. Nel libero commercio qualcuno prima o poi se ne accorge e comincia a dire: se tu dai corsie preferenziali ai tuoi prodotti, io comincio a dare corsie preferenziali ai miei prodotti; penso per esempio alla Baviera. La collega Klotz dice che lo fanno già, ma questo nel libero commercio, non nella pubblica amministrazione. Credo che una cosa di questo genere sia contro qualsiasi principio liberale, libero commercio, libera concorrenza, e soprattutto contro i principi dell'Unione Europea. L'assessore che risponderà a questa mozione ci potrà chiarire se la pubblica amministrazione può dare delle corsie preferenziali a prodotti di una certa regione piuttosto che a quello di un'altra. Secondo me è contro lo spirito dell'Unione Europea e diventa quella che qualche collega ha definito una questione ideologica, non tanto di commercializzazione di prodotti locali, per cui non la ritengo accettabile. Anche gli altri punti della mozione fanno esclusivamente riferimento ai prodotti locali tirolesi da parte della pubblica amministrazione. Mi sembra una chiusura questa maxi regione, comprendendo anche il Trentino, non si può chiudere in se stessa anche dal punto di vista commerciale e in questo aiutata dalla pubblica amministrazione. Se c'è un gruppo di operatori economici, produttori di beni locali che riescono ad unirsi spontaneamente a fanno libero commercio dal punto di vista di soggetti privati e non pubblici, questo nessuno lo può impedire, ma non credo che la pubblica amministrazione possa favorire chiusure di questo genere. Per questo voterò contro la mozione. Vorsitz des Präsidenten | Presidenza del presidente: Mauro Minniti PRESIDENTE: La parola al consigliere Stocker Sigmar, prego. STOCKER S. (Die Freiheitlichen): Ich möchte schon daran erinnern, dass es, wenn man schaut, wie viele Menschen sich nach Südtirol begeben, um hier Nahrungsmittel zu kaufen und wie viele Menschen, genau Italiener, unsere Produkte sehr schätzen, fast ein Widerspruch wäre, wenn wir nicht versuchen würden, diese heimischen Produkte auch im engsten Raum zu verteilen. Das muss ja die Logik sein. Nicht nur der Speck, sondern auch der Wein und der Käse sind heimische Produkte. Auch das Mineralwasser ist heimisch, denn wenn ich heute sehe, wie viel Mineralwasser bei uns aus anderen Regionen, auch aus dem deutschen Sprachraum gekauft wird, dann ist dies für mich einfach nicht normal. Prinzipiell bin ich also dafür, dass man die regionalen Produkte fördert. 51 Wenn viele Menschen bei uns auch wegen des Genusses Urlaub machen, dann muss ich einfach speziell die Italiener hervorheben. Ich erlebe es immer wieder. Prinzipiell ist der Gedanke jener, dass man regionale Produkte fördert und diese guten regionalen Produkte aus der eigenen Landwirtschaft verwendet, richtig, korrekt und sehr, sehr wichtig. Kollege Heiss! Natürlich sind regionale Produkte auch patriotische Produkte, das wäre ja noch schöner! Ich sage Ihnen ganz ehrlich, dass ich viele italienische Kunden habe, die bei uns Sekt kaufen und dann sagen, dass sie einen Käse aus ihrer Region, aus ihrer Heimat gebracht haben. Das ist ihr Produkt aus ihrer Heimat und natürlich ist jeder stolz auf dieses Produkt, denn es wäre ja noch schöner, wenn jemand darauf nicht stolz wäre! Ich finde es ganz normal und richtig, dass er dies sagt, denn nur Ihr habt prinzipiell das Problem mit dem Begriff "heimisch". Ich erinnere an das Einwanderungsgesetz, das wir beschlossen haben. Wenn in einem Zeitungsinserat steht, dass ein "einheimischer" Äpfelklauber gesucht wird, dann geht dies nicht und der Fall muss vor die Antidiskriminierungsstelle. Wenn eine einheimische Mieterin gesucht wird, dann geht dies auch nicht und auch dieser Fall muss vor die Antidiskriminierungsstelle. Hier geht es wieder um den Begriff "heimisch". Wenn ich die Begriffe lieber so sehe als europäisch oder weltlich sehen will, dann habe ich ein Problem, aber heimische Produkte sind etwas Regionales und nichts Schlechtes. Das ist so, und ein Produkt ist auch ein Botschafter jenes Landes, in dem man wohnt, und so soll es auch sein. Einen geschlossenen Kreislauf zu machen, das finde ich nicht schlimm. Natürlich sind wir auch auf den Export angewiesen, keine Frage, aber sonst ist es genau für eine kleine Landwirtschaft, die sich für Nischenprodukte immer mehr konzentrieren kann, wichtig, wenn sie diese so nahe wie möglich verkauft. Ich finde es schon einen interessanten Versuch und auch eine Anregung, in diesem Fall regional und einheimisch zu denken und die Produkte auch zu konsumieren. Der Preis ist eine andere Frage. Diesbezüglich hat Kollege Egger Recht. Es passiert leider manchmal, dass es Preisschwankungen gibt, aber sonst ist der Versuch, die Produkte so nahe wie möglich zu verwerten, prinzipiell richtig. Ich glaube, das ist auf jeden Fall zu befürworten. PICHLER ROLLE (SVP): Die Zielsetzung dieses Beschlussantrages der Abgeordneten Knoll und Klotz kann sicherlich Zustimmung finden. Es geht darum, regionale Produkte zu verwenden. Meine Fragen an den zuständigen Landesrat Hans Berger wären mehrere. Zum einen kann ich mir sehr gut vorstellen, dass zwischen den drei Ländern, die hier nicht richtig genannt sind, … Ich glaube, dass es ein klein wenig Absicht ist, von Tiroler Produkten zu sprechen. Wir haben ein eigenes Markenzeichen, das Südtiroler Produkte auszeichnet. Die offizielle Bezeichnung wäre dann "Autonome Provinz Bozen Südtirol" und dergleichen, auch "Autonome Provin Trient" und "Bundesland Tirol". Hier spricht man … Anstatt des EVTZ müsste man übrigens sagen: Europäischen Verbund für territoriale Zusammenarbeit. Wenn dies angemerkt worden ist, dann ist es korrekt. Ich weiß, dass es auch ziemliche Konkurrenz gibt. Ich denke nur an den Speck. Ich glaube, diesbezüglich sind sich die Nordtiroler und die Südtiroler – ich kenne den aktuellsten Stand - nicht unbedingt grün. Ich erinnere daran, weil juridische Bedenken vom Abgeordneten Vezzali ins Feld geführt worden sind, dass Kollegin Rosa Thaler Zelger - Herr Landesrat, es dürfte, glaube ich, vor eineinhalb Jahren gewesen sein - einen Gesetzentwurf hier im Südtiroler Landtag mit im Wesentlichen derselben Zielrichtung eingebracht hat, dass nämlich einheimische Produkte bevorzugt behandelt werden können, mit dem Hinweis, warum sie bevorzugt behandelt werden können. Dies kann dem Markt zwar nicht aufoktroyiert werden, aber es kann mit dem Hinweis auf die Umweltbelastung und dergleichen mehr gemacht werden. Dasselbe Gesetz hat bereits der Trentiner Landtag verabschiedet. Beide Landtage haben sich dazu verpflichtet - das Gesetz ist noch nicht in Kraft getreten – das Gesetz in Brüssel zu notifizieren und mit den Brüsseler Behörden abzuklären, ob sich dies nun machen lässt oder nicht. Meine Frage in diesem Zusammenhang wäre auch, wie weit es mit der Gesetzesinitiative des Südtiroler, gegebenenfalls des Trentiner Landtages ist. Man könnte es auch für diesen Antrag zur Grundlage nehmen. Wenn es eine sinnvolle Initiative innerhalb des historischen Tirols gibt, dass man hier zusammenarbeitet, um regionale Produkte zu verwenden, dann ist es ein politischer Wille, der hier zum Ausdruck gebracht wird. Den finden wir im Wesentlichen in Ordnung, ohne dass man hier noch einmal allzu Politisches hineininterpretiert. Ich möchte aber, Herr Landesrat, wissen, wie weit es denn mit dem Gesetzentwurf der Abgeordneten Thaler Zelger, der vom Landtag einstimmig, wenn ich mich recht erinnere, genehmigt wurde, und mit der Notifizierung nach Brüssel ist. Das ist jetzt gut eineinhalb Jahre her. Wenn wir eine Antwort bekommen, dann haben wir auch Rechtsicherheit bezüglich dieses Antrages, aber wir brauchen das nicht, denn das kann immer noch geprüft werden. Wir sind grundsätzlich positiv gestimmt. Wir werden dann im Detail sehen, wie die Antworten ausfallen. 52 ARTIOLI (Lega Nord): Voto a favore di questa mozione, perché credo sia giusto cercare di fare di tutto per riuscire a vendere i nostri prodotti. Credo che sia stato interpretato male quanto è scritto in essa da parte dei miei colleghi, perché si vuole cercare di favorire i nostri prodotti. Non ci vedo niente di male, voterò a favore perché tutto ciò che facciamo per favorire i nostri prodotti locali fa bene alla nostra economia. I turisti vengono perché piacciono i nostri marchi, i nostri prodotti. È vero che purtroppo non tutti i prodotti, anche se marchiati "Südtirol", vengono fatti totalmente con prodotti locali, ma forse un giorno potremo fare due categorie. Per esempio siamo sicuri che i vini vengono fatti totalmente in Alto Adige, mentre è vero che i maiali per fare lo speck vengono importati. È chiaro che in futuro dovremo fare delle distinzioni, e con questa mozione potremo anche farle, fra vari prodotti locali in Alto Adige. Se ci ricordiamo, anche le marmellate fatte dai nostri contadini sono prodotti importantissimi, i turisti vengono apposta a cercarle, se le fanno spedire a casa, perché vogliono prodotti locali di qualità. Bisogna quindi puntare sempre più sulla qualità, sui prodotti locali, e un giorno bisognerà anche distinguere fra quali sono al 100% "Südtirol" e quali invece non lo sono. Voterò a favore di questa mozione. BERGER (Landesrat für Tourismus, Landwirtschaft, Grundbuch und Kataster – SVP): Diese Thematik würde eine breite Palette von Landesräten betreffen, denn es geht nicht nur um den Wettbewerb, sondern um die Umsetzung in den öffentlichen Einrichtungen, sprich in Mensen, in Schulen, in Heimen und dort, wo es öffentliche Einrichtungen gibt. Ich muss das unterstreichen, was Kollege Pichler Rolle gesagt hat. Wir haben auf Initiative von Seppl Lamprecht und Rosa Thaler Zelger am 16.6.2010 das Landesgesetz Nr. 8/2010 verabschiedet, das den Passus der Kompatibilitätsprüfung der Europäischen Union als letzten Artikel hat, wobei ich Ihnen jetzt nicht sagen kann, ob die Notifizierung oder die Kompatibilitätsprüfung stattgefunden hat oder nicht. Beim Amt für Europa-Angelegenheiten muss noch überprüft werden, ob es notifiziert worden ist oder nicht. Auf jeden Fall ist dies ein geltendes Gesetz, in dem inhaltlich all das enthalten ist, was im Absatz 1 des beschließenden Teils des Beschlussantrages, Herr Knoll, erwähnt ist, nur ist es auf heimische Produkte und nicht auf Tiroler Produkte bezogen. Was die kleinen Kreisläufe anbelangt, rennen sie bei mir offene Türen ein, weil ich das bei jeder Gelegenheit zu forcieren versuche in unseren Maßnahmen auch in der Landwirtschaft und im Tourismus in dieser Zusammenarbeit. Die kleinen Kreisläufe, das heimische Produkt wollen wir alle gemeinsam und jeder hat das heute in seiner Form der Intervention auch unterstrichen. Verkehrsverminderung, Wertschöpfung für die heimischen Produzenten, für die heimische Bevölkerung, die Kaufkraft im Lande belassen, all dies sind Argumente, die wir schon x-mal für das heimische Südtiroler Produkt verwendet haben. Jetzt wird es auf das Tiroler Produkt ausgeweitet, also auf ein größeres Territorium, aber vom Prinzip her ist das Thema dasselbe. Ich kann Ihnen diesem Prinzip nur zustimmen. Wir müssen sehen, wo wir im Wettbewerb zueinander stehen und wo die Gemeinsamkeiten sind. Der erste Punkt – das möchte ich jetzt meritorisch sagen –, den Sie im beschließenden Teil anführen, würde indirekt im Gegensatz zu unserem Landesgesetz stehen. Das heißt, dass wir dem, was wir per Gesetz festgeschrieben haben, widersprechen würden. Ich muss auch darauf hinweisen, dass die Verwendung von heimischen Tiroler Produkten in den öffentlichen Einrichtungen de facto von der Wettbewerbsvorgabe so definiert rechtlich nicht zulässig ist. Wenn man schreiben würde, dass man für das heimische Produkt zur Verwendung in öffentlichen Einrichtungen Maßnahmen ergreift, meinungsbildend einzuwirken oder solche Dinge, dann ginge es gut, wir haben aber nicht die Möglichkeit, in unseren Ausschreibungen territoriale Festlegungen zu machen. Wir versuchen auf Südtiroler Basis zum Beispiel bei den Milchprodukten auf Gentechnikfreiheit zu gehen, weil unsere Milchprodukte durch die Bank gentechnikfrei sind. Wir versuchen bestimmte Maßnahmen auch für Bioprodukte zu treffen, aber ich darf sie nicht territorial, sondern nur in der Qualitätsdefinition festschreiben. Wenn ich jetzt einen Anbieter habe, der mir Bioprodukte oder gentechnikfreie Produkte von irgendwoher bringt, dann habe ich dem nichts entgegenzusetzen und kann das auch nicht. Aus diesem Grund kann ich Ihnen sagen, dass ich und viele, die hier das Wort ergriffen haben, den Grundsatz zwar teilen, aber ich möchte Sie auffordern, den Absatz 3 dahingehend abzuändern, dass die Südtiroler Landesregierung beauftragt wird, in Zusammenarbeit mit dem Bundesland Tirol und dem Trentino - auf der Basis der Erhebung des EVTZ - die Rahmenbedingungen für ein Bestbieterprinzip bei der Verwendung von heimischen Tiroler Produkte in öffentlichen Einrichtungen zu schaffen. Die Worte "zu schaffen" überschreiten unsere Kompetenz. Wir können nicht den Tirolern und den Trentinern vorschreiben, was hier zu schaffen ist, sondern wennschon, dann müsste diese partnerschaftliche Institution prüfen, ob die Trentiner und Tiroler diese Initiative genauso mitverfolgen und dass es dann in einer Gemeinsamkeit geschaffen wird. 53 Ich würde Ihnen zustimmen, wenn wir im Absatz 1 in Verwirklichung des Landesgesetzes Nr. 8/2010 die Umsetzung dieser Bestimmung, eventuell ausgeweitet auf Tirol, festschreiben, aber nicht, indem wir es umsetzen, sondern indem wir meinungsbildend einwirken, dass es praktiziert wird. Absatz 2 kann so gut gehen, weil es darin nur um eine Erhebung geht. Den Absatz 3 müssten wir streichen, weil wir als Südtiroler Landtag als Einzelne im EVTZ nicht die Möglichkeit haben … KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): (unterbricht) BERGER (Landesrat für Tourismus, Landwirtschaft, Grundbuch und Kataster – SVP): Wir können es ihnen nicht vorschreiben. Wennschon muss man sagen: "zu prüfen, ob das Einverständnis der anderen Partner zur Schaffung gegeben ist". KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): (unterbricht) BERGER (Landesrat für Tourismus, Landwirtschaft, Grundbuch und Kataster – SVP): Ich kann dem beschließenden Teil des Beschlussantrages nicht zustimmen. Wenn das Einverständnis der anderen gegeben ist, dann ist es in Ordnung, aber nicht, dass wir jetzt als Südtiroler Landtag den anderen bestimmend etwas vorschreiben, wofür wir nicht die Kompetenz haben. Wenn alle drei diese Beschlussfassung tätigen, dann ist die Basis zur Schaffung einer solchen Maßnahme sowieso gegeben. Ich würde Ihnen empfehlen, den Absatz 1, nachdem er in einem bestimmten Sinne im Gegensatz zu unserem Landesgesetz Nr. 8 steht, entweder umzuformulieren oder zu streichen, den Absatz 2 so zu genehmigen, wie er hier steht, und den Absatz 3 entweder zu streichen oder umzuformulieren, in dem Sinn, dass geprüft werden soll, ob die Partner mit uns gemeinsam diesen Weg gehen können. Ansonsten muss ich den Vorschlag machen, die Absätze 1 und 3 auf der Grundlage unserer eigenen Gesetzgebung und der nicht gegebenen Möglichkeit, den anderen etwas vorzuschreiben, abzulehnen und somit nur den Absatz 2 zu genehmigen. PICHLER ROLLE (SVP): Zum Fortgang der Arbeiten! Herr Landesrat, ich möchte nur kurz nachfragen – ich habe den Passus nicht verstanden -, ob das Gesetz noch nicht notifiziert worden ist – es ist im Juni 2010 verabschiedet worden - oder ob Brüssel noch nicht geantwortet hat. Mir ist dies unklar. BERGER (Landesrat für Tourismus, Landwirtschaft, Grundbuch und Kataster – SVP): Zum Fortgang der Arbeiten! Kollege Pichler Rolle! Ich kann Ihnen die Antwort nicht geben, weil dies eine Thematik der Anwaltschaft und Abteilung Europa ist. Aufgrund der fortgeschrittenen Zeit ist das Büro nicht mehr besetzt, sodass ich die Antwort nicht erhalten kann. Deshalb kann ich sie Ihnen auch nicht geben. Im letzten Passus steht, dass das Gesetz mit 1. Jänner 2011 in Kraft tritt, sofern die Kompatibilität mit der europäischen Gesetzgebung überprüft worden ist. KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Zunächst möchte ich mich bei allen Kollegen, die an dieser Diskussion rege teilgenommen haben, bedanken, obwohl ich auch feststellen muss, dass hier manche Abgeordneten Kollegen, meiner Ansicht nach, einem gewissen Verfolgungswahn verfallen, wenn auch nur das Wort "Tirol" in diesem Saal fällt. Kollege Hans Heiss! Mich wundert es auch, dass diese Kritik von Eurer Seite kommt, denn dieser Beschlussantrag wurde, wie bereits gesagt, mehr oder weniger eins zu eins vom Tiroler Landtag beschlossen, und bei der Beschlussfassung haben die Grünen nicht dagegen gestimmt. Im Grunde genommen wird die Schaffung dieser kleinen Wirtschaftsstrukturräume von den Tiroler Grünen unterstützt. Dass dies jetzt in Südtirol von den Grünen mit dieser Paranoia, dass irgendwo das Wort "Tirol" mit einfließen könnte, topediert wird, wundert mich ein bisschen, denn das wird unserem Anliegen auch nicht gerecht. Hans Heiss! Ich glaube, dass Sie uns lange genug kennen und wissen, dass wir, wenn wir etwas meinen, es auch so sagen. Wir brauchen dies nicht hinter einem Beschlussantrag verstecken, sondern hier geht es um die Thematik der kleinstrukturierten Wirtschaftsräume. Wenn wir etwas anderes beabsichtigen würden, dann, glaube ich, wäre ich der Letzte, der sich hier ein Blatt vor dem Mund nehmen würde. Noch einmal zur Präzisierung für die Landesregierung. Uns ist es einfach ein Anliegen, darauf aufmerksam zu machen, wie es auch Kollegin Thaler Zelger gesagt hat, dass hier Synergien geschaffen und nicht nur Südtiroler Produkte alleine bevorzugt werden, sondern ein gegenseitiger Austausch stattfindet. Klassisches Beispiel auch für die Kollegen, denen es vorhin vielleicht nicht klar war: In den Nordtiroler Schulen des Wipptales ist es immer 54 noch Praxis beispielsweise Jogurt zu verteilen. Dort wird Jogurt von niederösterreichischen Milchhöfen verteilt, weil die Tirol Milch hauptsächlich nur mehr Milch und nicht Jogurt herstellt, während der Milchhof Sterzing vermehrt Jogurt produziert. Warum sollte hier nicht eine gegenseitige Synergie geschaffen werden, dass beispielsweise im Nordtiroler Wipptal, wenn Jogurt schon verteilt wird, dieses vom Südtiroler Milchhof in Sterzing kommt und nicht von den Milchhöfen in Niederösterreich? Das leuchtet doch niemandem ein. Ich denke, hier müssten die Synergien geschaffen werden. Dasselbe gilt für die Steine, die auch von den Gemeinden für Gehsteige usw. verwendet werden, und dasselbe trifft bei der Holzproduktion zu. Warum muss ein mit öffentlichen Geldern unterstütztes Fernkraftwerk im Pustertal Holz aus Polen ankaufen und es nicht beispielsweise in Osttirol ankaufen, wo die Preise auch verhältnismäßig günstig wären? Mit dem Beschlussantrag ziele ich darauf ab, diese Synergien zu schaffen. Das wäre mir ein Anliegen. Wenn es der Landesrat möchte, dann würde ich das Präsidium ersuchen, diesen Beschlussantrag für heute auszusetzen, um eine neue Formulierung zu finden. Was den letzten Teil anbelangt, müsste, meiner Meinung nach, eine Regelung zu finden sein. Wenn man sagen würde "in Absprache mit dem Bundesland Tirol und dem Trentino", hätten wir vielleicht eine Lösung gefunden. Was den Punkt 1 anbelangt, sollten wir versuchen, eine gemeinsame Formulierung zu finden. PRESIDENTE: Sospendiamo la votazione della mozione a domani. Punto 7) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 301/11 del 28.3.2011, presentata dai consiglieri Leitner, Egger, Mair, Stocker e Tinkhauser, riguardante l'interconnessione delle reti elettriche al Brennero". Punkt 7 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 301/11 vom 28.3.2011, eingebracht von den Abgeordneten Leitner, Egger, Mair, Stocker und Tinkhauser, betreffend den Zusammenschluss der Stromnetze am Brenner." A seguito degli eventi del 1961 l'Italia ha interrotto, fino al giorno d'oggi, le linee elettriche ad alta tensione al Brennero. La conseguenza è che nell'ambito dell'interconnessione elettrica europea c'è un buco tra il Tirolo e l'Alto Adige che in un certo senso sottolinea anche la presenza del confine del Brennero. È veramente arrivato il momento di ripristinare questo collegamento. Sono già stati intrapresi dei tentativi a questo fine, ma ciononostante finora non è stata realizzata l'interconnessione elettrica tra il Tirolo e l'Alto Adige. Chiaramente un collegamento delle linee elettriche ad alta tensione sarebbe auspicabile anche da un punto di vista economico. Nei loro bei discorsi della domenica i nostri politici continuano a ribadire che al più tardi dall'adesione dell'Austria all'Unione europea non esiste più un vero e proprio confine tra il Tirolo e l'Alto Adige, ovvero tra l'Austria e l'Italia. Purtroppo la realtà è tutt'altra. In molti settori si discute su come migliorare i legami tra i due territori, ma concretamente viene fatto poco. Se è vero che l'approvvigionamento elettrico è un servizio di base, il perdurare di questo stallo è ancor più incomprensibile. A distanza di 50 anni dagli attentati di matrice politica in Alto Adige, che hanno indotto l'Italia ad interrompere gli elettrodotti, dovrebbe essere fattibile rimediare a questa situazione nell'interesse di tutti. Un provvedimento di questo tipo potrebbe contribuire a dare vita alla tanto attesa regione europea e fugare i dubbi ancora esistenti tra la popolazione. Ciò premesso, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale a prendere i seguenti provvedimenti: 1. esortare i Governi a Roma e a Vienna ad avviare tempestivamente le trattative sull'interconnessione delle reti elettriche al Brennero, per attuarla al più presto; 2. gestire, in collaborazione con l'esecutivo e l'assemblea legislativa del Tirolo, l'interconnessione delle reti elettriche al Brennero; 3. affidare alla SEL SpA un incarico concreto al riguardo, per avviarne l'implementazione una volta chiariti gli aspetti giuridici. ---------In Folge der Vorkommnisse vom Jahre 1961 wurde seitens Italien die Überlandstromleitung am Brenner unterbrochen und dies ist bis zum heutigen Tage so. Die Folge ist, dass es zwischen den 55 Landesteilen Nord- und Südtirol im europäischen Stromverbund eine Lücke gibt, die bedauerlicherweise und zweifelsohne auch eine gewisse Symbolik bezüglich der Brennergrenze zum Ausdruck bringt. Es ist höchst an der Zeit, dass diese Lücke geschlossen wird. Dazu hat es zwar bereits Bemühungen gegeben, aber ein Zusammenschluss der Stromnetze Nordtirols und Südtirols ist noch immer nicht erfolgt. Die Verbindung der Überlandleitungen wäre natürlich auch aus wirtschaftspolitischer Sicht sehr zu begrüßen. In nahezu allen Sonntagsreden unserer Politiker wird immer wieder betont, dass es spätestens seit dem EU-Beitritt Österreichs keine wirkliche Grenze mehr zwischen Nord- und Südtirol, respektive zwischen Österreich und Italien geben soll. In Wirklichkeit schaut es aber leider ganz anders aus. In vielen Bereichen werden Verbesserungen zwischen den beiden Ländern zwar besprochen, konkret tut sich aber bisher wenig. Wenn es, wie bei der Stromversorgung um einen Bereich der Grundversorgung geht, ist der anhaltende Stillstand umso unverständlicher. 50 Jahre nach den politisch motivierten Anschlägen in Südtirol, die Anlass für die Unterbrechung der Leitungen durch Italien waren, sollte es möglich sein, diesen Zustand im gegenseitigen Interesse zu beseitigen. Ein solcher Schritt könnte auch dazu beitragen, die viel beschworene Europaregion mit Leben auszufüllen und die bestehenden Zweifel bei der Bevölkerung abzubauen. Dies vorausgeschickt, fordert der Südtiroler Landtag die Landesregierung zu folgenden Schritten auf: 1. an die Regierungen in Rom und in Wien heranzutreten, damit diese unverzüglich Verhandlungen über den Zusammenschluss der Stromnetze über den Brenner aufnehmen und eine kurzfristige Umsetzung konkretisieren; 2. mit der Landesregierung des Bundeslandes Tirol und dem dortigen Landtag den Zusammenschluss der Stromnetze über den Brenner gemeinsam zu betreiben; 3. der SEL AG in Bezug auf diese Problematik einen konkreten Auftrag zu erteilen, um die Umsetzung nach Klärung der Rechtsfragen einzuleiten. La parola al consigliere Leitner per l'illustrazione. LEITNER (Die Freiheitlichen): Dieses Thema wurde letzthin im Zusammenhang mit den Vorfällen bei der SEL auf die Tagesordnung gesetzt. Ich erinnere daran, dass der Beschlussantrag im März 2011 eingereicht wurde, also vor diesen Ereignissen, das heißt im Zusammenhang mit dem Erdbeben in Japan, wo es auf allen Ebenen Diskussionen über die Energieversorgung grundsätzlich gab. Wir kennen die Vorgeschichte. Aufgrund der Attentate im Jahre 1961 wurde diese Stromlinie einfach gekappt und heute, nach fünfzig Jahren, ist man nicht imstande, diese wieder zusammenzuführen. Das ist eigentlich etwas Absurdes, wenn man sieht, dass am Brenner diesseits und jenseits der Grenze zwei große Strommasten stehen, bei denen jeweils die Leitung aufhört. Mich erinnert dies ein bisschen an die Alemagna, wo man zwar angefangen hat die Autobahn zu bauen, diese aber irgendwo auf einem Pfeiler aufhört, weil sie nicht fertig gebaut wurde. Hier wurde ein bestehendes Werk zerstört, das heißt unterbrochen und – dies könnte man in diesem Sinne auch sagen – am Brenner hat es viele Dinge gegeben, die man heute nicht mehr ganz verstehen kann. Die heutige Generation kann bestimmte Dinge nicht verstehen, dass Österreich beispielsweise ein anderes Stromnetz hat und es bei der Bahn zum Beispiel ein anderes System gibt als in Italien. Deshalb braucht es 20 Minuten, um die Stromloks zu wechseln, weil man auf der einen Seite mit Wechselstrom, auf der anderen aber mit Gleichstrom fährt. Diese Dinge sollte man in einem geeinten Europa, von dem wir immer reden, längst überwunden haben. Die Diskussion um mehr Stromloks kenne ich seit dreißig Jahren. Passiert ist eigentlich nichts, aber hier, weil die Strompolitik und die Versorgungssicherheit eine große Rolle spielt, von der immer wieder die Rede geht, wäre es naheliegend, diese Netze wieder zusammenzuspannen. Das wäre nicht nur im Sinne der europäischen Einigung, sondern vor allem der politischen Vernunft. Man könnte das in mehreren Schritten bewerkstelligen. Es sind sicherlich viele Dinge gleichzeitig zu tun. Ich weiß, dass es letzthin auch Bestrebungen auf offizieller Ebene gegeben hat. Das konnte man auch in den Zeitungen lesen. Ich habe hier einen Zeitungsbericht vom 21. bzw. 22. Jänner 2012 - er ist also 14 Tage alt -, in dem steht, dass die Stromleitung das nächste Ziel sei. Die SVP und die Tiroler Volkspartei haben sich im Klos- 56 ter Neustift getroffen, um auch diese Initiative voranzutreiben. Deshalb bin ich fest davon überzeugt, dass man diesem Antrag zustimmen wird, der viele Monate älter ist. Es geht aber darum, dass man mit den Regierungen beider Staaten, sprich Österreich und Italien, Kontakt aufnimmt, damit diese Netze wieder zusammengebunden werden, dass es konkret wird, vordergründig mit der Landesregierung des Bundeslandes Tirol, mit dem dortigen Landtag, und dass man schlussendlich der SEL, der landeseigenen Energiegesellschaft einen Auftrag erteilt, damit die Umsetzung erfolgen kann. Hier sind sicher noch Rechtsfragen zu klären, aber wenn der politische Wille vorhanden ist, dann müsste dies leicht möglich sein, auch weil beide Landesteile großes Interesse daran haben müssen und, denke ich, schlussendlich auch beide Staaten. Es würde auch – das ist nicht der eigentliche Anlass dieses Antrages – dazu beitragen, um ein Ereignis aus unserer Geschichte wieder irgendwo, ich sage nicht, zu tilgen, denn das kann man mit dieser Maßnahme sicherlich nicht, aber darauf zu verweisen, warum wir diesen Umstand haben. "Normalisieren", sagt Kollegin Klotz beispielsweise. Das müsste sicherlich auch im Zuge dieser Maßnahmen möglich sein. Dies kann heute niemand verstehen und man wird auch darauf angesprochen, wenn Urlaubsgäste mit einem solchen Thema befasst werden. Ich denke, auf der einen Seite die europäische Einigung, von der sehr viel geredet wird und die auch wichtig ist, nicht so, wie sie teilweise passiert, aber im Grunde ja, und dann auf der anderen Seite einen solchen Zustand zu haben, ist eigentlich nicht nur anachronistisch, sondern nicht zu verstehen. Noch einmal. Da steht ein Strommast und dazwischen – es sind ungefähr 400 Meter, mehr sind es nicht gibt es keine Leitung. Das ist nicht zu erklären. Wie gesagt, es besteht die Notwendigkeit, hier aktiv zu werden. Ich glaube, mit gutem Willen von allen Seiten ist dies mit relativ wenig Aufwand leicht zu bewerkstelligen, aber entsprechende Gespräche und Verhandlungen sind sicherlich notwendig. Wir möchten den Landtag bzw. die Landesregierung auffordern, diese Schritte auch konkret zu setzen. PÖDER (BürgerUnion): Diese Leitung wurde vor mittlerweile fünfzig Jahren gekappt. Ich habe im März 2007 eine Anfrage dahingehend gestellt, warum diese 400 Meter nicht verbunden werden. Der Herr Landesrat hat damals geantwortet, dass die SEL seit 2003 bei den zuständigen Stellen, beim Ministerium usw. versucht, die Verbindung dieser Leitung zu ermöglichen. Die Tiroler TIWAG-Netz-AG hat immer wieder versucht, in diese Richtung zu intervenieren oder hat auch interveniert, weil man sich in Nordtirol gefragt hat, wieso man diese Leitung nicht verbinden könne, denn man wisse, dass eine Verbindung für beide Seiten Vorteile bringen würde. Es ist eigentlich eine bizarre Sache, die über all die Jahre und Jahrzehnte existiert. Ich finde es richtig, dass diese Thematik jetzt endlich angegangen wird. Das hätte mit dieser Vehemenz schon vor Jahren passieren müssen, nicht nur aufgrund der Tatsache, ob jetzt ein Betrieb, wie zum Beispiel die Memc, die Öffentlichkeit mit der Thematik der hohen Energiekosten aufgescheucht hat. Was die Memc jetzt öffentlich gemacht hat, das wissen die Südtiroler Haushalte bereits seit Jahrzehnten, denn die Energie- und Stromkosten sind in Südtirol relativ hoch, sehr hoch, obwohl wir wesentlich mehr produzieren als wir selbst verbrauchen. Das ist das Eigenartige in der gesamten Geschichte. Zumindest wissen wir, dass die Stromabnehmer der großen Gesellschaften, der Monopolisten, heute auch jene der SEL, auch jene der Etschwerke hohe Strompreise zahlen. Die Stromabnehmer, die Mitglieder von Stromgenossenschaften sind, wesentlich weniger. Im Obervinschgau, in Langtaufers, gibt es zum Beispiel eine Genossenschaft, wo die Leute mit Strom heizen. Man muss sich einmal vorstellen, wie wenig diese im Verhältnis zu anderen Leuten Strom bezahlen. Wenn man es schafft, mit Strom zu heizen, dann bedeutet dies, dass man für den Strom wenig bezahlen muss, dass es günstiger ist, das Haus mit Strom als mit Erdöl, Pellets oder anderen Hackschnitzeln usw. zu beheizen. Es ist richtig, dass der Landtag auch sagt, dass man diese Verbindung jetzt endlich wille weil viel zu lange nichts passiert ist. Bei den zuständigen Stellen wurde wahrscheinlich interveniert oder wurde sicherlich interveniert, denn, wie gesagt, bereits vor fünf Jahren hat der Landesrat im Landtag entsprechende Antworten gegeben und erklärt, dass man bereits 2003 damit begonnen habe, bei den staatlich zuständigen Organen den Zusammenschluss der Leitung zu fordern, zu fordern, diese absurde Brücke, die da entstanden ist, diese Unterbrechung zu überbrücken. Wenn dies jetzt sobald als möglich passieren sollte, dann hoffen wir, dass es Vorteile bringen wird. Im Zusammenhang mit Überlastungen des Stromnetzes kann es Vorteile bringen. Was passiert bei einer Überlastung des gesamten Stromnetzes, ich meine des großen Stromnetzes? Es gibt Blackouts auch in großen Städten und in großen Industriegebieten und bei einer entsprechenden Verbindung. Deshalb wundert es mich, dass die staatlichen Stellen diese Verbindung nicht schon lange wollten. Bei einer entsprechenden Verbindung auch in diese Richtung über den Brenner hinaus wären natürlich die Möglichkeiten gegeben, diese Engpässe auszugleichen, um Blackouts zu verhindern, aber möglicherweise war es dann doch wieder so, dass im Zuge der Liberali- 57 sierung die italienischen Stromriesen-Konzerne Angst hatten, dass durch die Verbindung wesentlich günstigere Stromangebote aus Deutschland zum Beispiel in Anspruch genommen werden könnten, speziell von Betrieben bei uns hier, aber das sollte mittlerweile überwunden sein. Ich denke, dass es richtig ist, dass wir diesem Antrag insgesamt zustimmen. PICHLER ROLLE (SVP): Ich bin den Abgeordneten Leitner und Pöder für die historische Aufarbeitung dieses Antrages dankbar. Sie haben aufgezeigt, wann hier Anträge eingereicht worden sind und wie lange diese zurückreicht. Jetzt hoffe ich allerdings beim besten Willen, dass wir jetzt nicht wieder ganz von vorne beginnen und zunächst einmal an die Regierungen in Wien und Rom, Herr Landesrat, herantreten müssen, um dies wieder in Angriff zu nehmen. Ich denke, dass Punkt 3 ein guter Ansatz ist, der darauf abzielt, den konkreten Auftrag zu erteilen, nach Klärung der offenen Rechtsfragen die Umsetzung herbeizuführen; die anderen Punkte sind hoffentlich abgehakt. Wir haben in der klösterlichen Umgebung von Neustift mit den Tiroler Freunden über dieses Thema beraten. Ich kann sagen, dass damals sowohl der Landeshauptmann aus Südtirol als auch sein Kollege aus dem Bundesland Tirol, aber auch alle Abgeordneten sich einig waren, dass man in dieser Angelegenheit endlich Nägel mit Köpfen machen muss. Landesrat Laimer wird uns dies auch erläutern können. Ich glaube, er war erst vor wenigen Tagen bei einer wichtigen Aussprache in Rom. Das Ganze scheint auch eine willkommene Angelegenheit zu sein. Herr Landesrat! Wenn ich Sie darauf ansprechen darf, dann gibt es im Zusammenhang mit diesen Leitungen, die am Brenner zusammengeschlossen werden sollen, auch einige Problemstellen, vor allem im Raum Brixen. Ich denke, auch hier hat man, Herr Landesrat Laimer, intensiv an einer Lösung gearbeitet. Deshalb waren die Brixner in die Gespräche auch direkt involviert, in der Hoffnung, dass man eine Lösung finden kann, die sowohl zum gewünschten Ergebnis, wie vom Kollegen Pius Leitner aufgezeigt, als auch zu einem Schlussstrich führen kann, was Milland und die Situation im Brixner Raum anbelangt. Dort wissen wir, dass es von fundamentaler Bedeutung ist, eine Lösung herbeizuführen. Im Anschluss stellt sich natürlich auch noch die Frage, ob es jetzt ganz spezifisch bei diesen Verbindungen über den Brenner bleibt oder ob auch an andere Projekte gedacht wird. Ich weiß, dass es auch Sorgen bei der jeweils ansässigen Bevölkerung gibt, was die Auswirkungen von solchen Verbindungen anbelangt, die natürlich gewünscht werden. Die Kollegen der Freiheitlichen haben, wie auch wir, gesagt, dass es sinnvoll wäre, das zusammenzuführen, was zusammen gehört, wenn man es so ausdrücken darf, aber es ist natürlich auch eine Frage, wie das Ganze abgewickelt wird. Ich möchte den Landesrat ersuchen, diesen Teil ein wenig ausführlicher zu behandeln. Wie gesagt, die Umsetzung ist schon eine Möglichkeit. Die anderen Dinge, nämlich noch einmal in Wien und in Rom anzufangen, würde ich dem Herrn Landesrat vermutlich nicht zumuten wollen. DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Anch'io ascolterò le argomentazioni dell'assessore Laimer che certamente più di tutti noi ha trattato la questione negli ultimi giorni e che quindi può fornirci il quadro della situazione. La questione è riemersa in un'occasione non molto fausta, quella della MEMC dove ho l'impressione che siano state dette cose campate un po' per aria, una delle quali era quella di realizzare una centrale a gas dentro la MEMC, che sarebbe più grande della MEMC, visto che consuma quasi 1000 gigawattora all'anno, quindi per produrli ce ne vorrebbe. A quanto mi risulta c'è un progetto SEL che verrebbe anche privilegiato dalla Giunta provinciale, quindi il terzo punto di questa mozione sarebbe in armonia con la Giunta provinciale. C'è anche un progetto della "Terna". Assessore, c'è un comunicato stampa che la Terna ha scritto pochi giorni fa dicendo che c'è un progetto della Terna del 2003, un piano del 2009 e che la Giunta provinciale l'avrebbe in qualche modo bloccato, non sottoscritto ecc. Poi c'è questo fatto che sembra ormai accertato, cioé che chi passa con la corrente attraverso questo elettrodotto poi non è che vende l'energia ai prezzi europei, vende la loro energia prodotta a meno costo ai prezzi italiani, salvo un'oscillazione del 5%. Questa almeno è la trattativa con la MEMC che cerca di tirare giù il più possibile il prezzo. Loro vorranno vendere l'energia prodotta a meno prezzo a prezzi nostri, questo è il business. Io vorrei capire quali sono le convenienze economiche, perché un elettrodotto, che è una cosa normale che sta dentro la dimensione europea e che quindi nessuno può avere niente in contrario, vuol dire anche aprire le porte all'importazione di energia di altri, cioè portarsi la concorrenza a casa che ci renderà con il mix europeo o con contratti bilaterali fra imprese, per esempio la MEMC che cerca energia a basso prezzo, che però le può dare chi produce per esempio l'energia nucleare. Quindi noi abbiamo un bene prezioso che è l'energia idroelettrica che semmai ci conviene esportare, come adesso, e invece rischiamo di portarci a casa una concorrenza che ci vende energia sporca a prezzo simile a quello che noi lo paghiamo. Qualche perplessità l'abbiamo, tenendo conto che nessuno può avere niente contro un elettrodotto che ci colleghi all'Europa, noi ci colle- 58 ghiamo all'Europa attraverso l'Italia, ho l'impressione adesso, ma vorrei che riflettessimo anche sugli aspetti di criticità che questa cosa può avere. LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Es stimmt, dass es bis in die 60er Jahre hinein auf Hochspannungsebene eine Verbindung über den Brenner gegeben hat und in der Tat ist wenige Monate nach der Feuernacht diese Leitung am Brenner gekappt worden. Warum? Das können wir uns vielleicht schon denken. Seit fünfzig Jahren gibt es diese Leitung auf der Hochspannungsebene nicht mehr. Natürlich stehen südlich und nördlich des Brenners die Strommasten. Südlich des Brenners wird diese Leitung aber nicht mehr als Hochspannung, sondern als Mittelspannung geführt. Es geht nicht nur um 400 Meter, sondern um die ganze Strecke, denn die Leitung von Brixen zum Brenner wird auf der ganzen Ebene als Mittelspannung geführt, und das auf einer Seite des Strommastens. Die andere Seite ist noch frei und der Plan besteht darin, dass man diese Struktur, die als Hochspannungsleitung gebaut worden ist, wieder als solche führt, und zwar über die Grenze hinaus als Verbindung mit der Hochspannungsleitung, die dann von der TIWAG auf der nördlichen Seite realisiert würde. Zwischen der Gesellschaft Terna, die in Italien die Hochspannungsleitungen verwaltet und auch baut, und der TIWAG auf Nordtiroler Seite gibt es eine Abmachung, diese Leitung zu realisieren. Es gab lange Zeit Verhandlungen mit Südtirol, mit dem Land und mit der SEL, bei denen man über die rechtliche Natur dieser Leitung diskutiert hat. Sollte es eine reine Terna-Leitung werden, dann würde dies bedeuten, dass die Gesellschaft Terna alleine bestimmt, was in dieser Leitung wohin transportiert wird, oder eine sogenannte mergent line. "Mergent line" würde bedeuten, dass ein Teil auch von einem anderen Partner, sprich von der SEL gestaltet werden könnte, was wir immer gefordert haben, damit wir nicht nur eine Transitleitung haben, sondern auch den Nutzen aus dieser Leitung ziehen können. Das ist ein großer Unterschied. Es ist schlussendlich doch eine Form des Kompromisses in dem Sinn gelungen, dass diese Leitung je zur Hälfte als Terna-Leitung und zur anderen Hälfte als "mergent line" geführt wird. Dadurch kann über die SEL sozusagen diese Stromleitung gestaltet werden, sodass man selbst bestimmen kann, ob importiert oder exportiert wird, und das ist doch auch ein Stück mehr Autonomie für unser Land. Beim Treffen mit der Gesellschaft Terna vor wenigen Tagen in Rom ist es nicht mehr darum gegangen, ob man die Leitung baut. Dies ist in kurzer Zeit abgehakt worden. Es gibt diesbezüglich einen großen Konsens. Diese Leitung wird gebaut werden. Es genügt allerdings nicht nur die Stromkabel zu ziehen, sondern es braucht am Brenner auch eine Umspannkabine. Dafür braucht es einen geeigneten Standort, ein entsprechendes Projekt, eine Genehmigung, die Ausschreibung der Arbeiten und die Realisierung. Das alles braucht auch seine Zeit. Man spricht von zirka 22 Monaten ab Genehmigung. Das Projekt muss von der Gesellschaft Terna entsprechend ausgearbeitet und eingereicht werden. In der Folge kann es auch entsprechend genehmigt werden, und dann beginnt die Umsetzungsphase. Beim Treffen war auch der Bürgermeister von Brixen dabei, nicht weil es bei ihm um diese Brennerleitung, sondern um die vier Hochspannungsleitungen im Brixner Gemeindegebiet Milland geht, die direkt über bewohntes Gebiet führen. Schon seit Jahren versucht man, diese Leitungen zu verlegen. Man hat im Bauleitplan eine Alternativtrasse ausfindig gemacht und auch eingetragen. Man hat jetzt auch über die Umweltgelder der SE Hydropower die finanziellen Mittel einer Gegenfinanzierung. Man möchte aber auch von der Gesellschaft Terna einen Teil mitfinanziert bekommen. Diesbezüglich gibt es bis zu einem bestimmten Punkt Bereitschaft, aber man hätte sich etwas mehr erwartet, wobei die Verhandlungen noch nicht abgeschlossen sind. Wir werden sehen, was diesbezüglich herauskommt. Bei der Gesellschaft Terna geht es ganz generell um einen Rahmenvertrag zwischen dem Land und dieser Gesellschaft und in diesem Rahmenvertrag ist die Brennerleitung ein Teil davon. Jetzt haben wir gewissermaßen diesen Teil herauskristallisiert, um ihn als eigenes Projekt sozusagen schneller voranzutreiben, weil die anderen Verhandlungen noch nicht abgeschlossen sind und wir inhaltlich mit der Aufteilung der Bereiche nicht einverstanden sind. Es kann nicht sein, dass der eine bestellt und das Land dann bezahlt. Hier muss jeder seine Aufgaben im eigenen Kompetenzbereich auch wahrnehmen, das heißt auch zahlen. Wenn die Gesellschaft Terna dafür zuständig ist, dann muss sie auch dafür bezahlen. Das ist unsere Position. Diese Stromleitung hat eine wichtige Funktion für den Stromaustausch. Es ist ein wesentliches Element einer Versorgungssicherheit. Es ist ein Thema, weil wir gerade in diesen Tagen sehr stark erleben, wie wichtig die Versorgungssicherheit ist. Das wird nur dann gespürt, wenn es eben nicht so ist. Deshalb braucht es sehr viele Investitionen in das Netz. Vor wenigen Wochen fand in Berlin ein großer Energiekongress statt. Da ging es im Wesentlichen nur um die Netze und um die Speicherung, denn das sind die großen zentralen Herausforderungen 59 für die Zukunft. Die Netze sind nicht parallel zum Wirtschaftsgefüge und zum Aufbau der Alternativenergie angewachsen und jetzt hinkt das nach. Wenn hier nicht im Laufe der nächsten Jahre gewaltige Summen in die Netze investiert werden, dann wird es große Schwierigkeiten geben, die Versorgungssicherheit aufrechtzuerhalten. Deshalb ist diese Leitung ein wichtiger Teil. Parallel dazu läuft ein EU-Projekt für die Nutzung des Brennerbasistunnels, sprich des Pilotstollens, auf einer noch größeren, das heißt auf der sogenannten Höchstspannungsleitungsebene, eine Verbindung herzustellen. Diese Verbindung wäre also eine nordeuropäische und südeuropäische Verbindung, während diese Hochspannungsleitung eine regionale Bedeutung hätte, was für unsere Maßen sicherlich ausreichend und wichtig ist. Herr Leitner! Wenn Sie einverstanden sind, dann würde ich vorschlagen, diese Interventionen bei den Staatsregierungen zu streichen, weil diese jetzt nur mehr auf Unverständnis stoßen würde, und dass wir uns auf den Punkt 3 konzentrieren. Wir sollten also dem Beschlussantrag zustimmen, mit Ausnahme der Punkte 1 und 2. LEITNER (Die Freiheitlichen): Ich möchte dem Landesrat und auch den Kollegen, die hier Stellung bezogen haben, danken. Ich konnte am 22. März 2011 nicht wissen, was im Jänner 2012 die Fraktionssprecher der Volkspartei und ÖVP im klösterlichen Bereich von Neustift ausmachen würden und was in der Zwischenzeit geschehen ist. Ich nehme das zur Kenntnis. Ich bin selbstverständlich einverstanden, die Punkte 1 und 2 zu streichen, denn wenn diese Verhandlungen bereits laufen, dann braucht man dies nicht mehr anzumahnen. Das nehme ich zur Kenntnis und ist in Ordnung. Mir geht es einfach darum, dass wir eine vernünftige Sache durchbringen. Wenn man jetzt hört, dass der Probestollen des Brennerbasistunnels für eine viel, viel größere Leitung internationalen Ausmaßes in Vorbereitung steht und diese Leitung nur mehr regionalen Charakter hat, dann wissen wir auch, was auf uns zukommt und welche Bedeutung es für die Zukunft haben kann. Wie gesagt, der Ausgangspunkt war jener, dass wir hier im Landtag – Kollege Pöder hat es gesagt – in den letzten Jahren bereits mehrmals über dieses Problem gesprochen haben. Somit ist ja nicht neu, aber in die ganze Strompolitik ist in den letzten Jahren viel Bewegung gekommen. Es ist eine Maßnahme, die, denke ich, jedem, der die Problematik ein bisschen kennt, ins Auge sticht, die aber keiner versteht. Es wäre dasselbe, wenn man jetzt plötzlich am Brenner die Zugverbindung unterbrechen würde. Man könnte nur mehr bis dorthin fahren und dann nicht mehr weiter. Vielleicht noch ein kleines Detail, das nicht alle kennen, und zwar dass Italien und Österreich eine unterschiedliche Ausgestaltung haben, also hat Gleichstrom und Wechselstrom einen Grund. Nach dem Ersten Weltkrieg wollte dies Italien so, um sich damit vor möglichen Angriffen aus Österreich und Deutschland zu schützen. Das ist heute natürlich anachronistisch, aber aus der Geschichte kann man vieles verstehen, begreifen oder analysieren. Ich bin froh, dass man dieses Thema ernst nimmt und verantwortungsbewusst vorantreibt, denn – diesbezüglich hat Kollege Dello Sbarba Recht – irgendwo fragt sich der Bürger auch nach dem Nutzen des Ganzen. Das ist sicherlich bei der ganzen Geschichte auch entscheidend. Herr Präsident Minniti! Ich bin mit der Streichung der Punkte 1 und 2 des beschließenden Teils einverstanden und ersuche, nur über die Prämissen und Punkt 3 des beschließenden Teils abstimmen. PRESIDENTE: Metto in votazione la mozione n. 301/11, senza i punti 1 e 2 che sono stati soppressi: approvata con 3 astensioni e i restanti voti favorevoli. Punto 8) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 406/11 del 15.12.2011, presentata dal consigliere Pöder, riguardante l'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie – tassa contro la povertà." Punkt 8 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 406/11 vom 15.12.2011, eingebracht vom Abgeordneten Pöder, betreffend die Einführung einer Finanztransaktionssteuer – Steuer gegen Armut". Il mondo della finanza internazionale con le sue massicce speculazioni finanziarie e di investimento è uno dei principali responsabili della crisi economica e finanziaria di questi ultimi anni. Negli ultimi anni i paesi dell'UE hanno impiegato 4,6 miliardi di euro per sostenere il settore finanziario, che grazie alle esenzioni dall'IVA comunque già gode di vantaggi fiscali pari a 18 miliardi di euro annui. 60 Durante il suo intervento sullo "Stato dell'Unione" dinnanzi al Parlamento europeo il presidente della Commissione europea Barroso ha sottolineato che il settore finanziario fornisce un contributo alla società. La Commissione europea ha valutato l'opportunità di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie, la cosiddetta Tobin-Tax, dal nome del suo ispiratore e premio Nobel per l'economia. Anche il Parlamento europeo a marzo di quest'anno in due proposte di risoluzione ha chiesto l'introduzione a livello europeo di una tassa sulle transazioni finanziarie. In Italia finora ci sono state iniziative e dichiarazioni contraddittorie dei rappresentanti del Governo in merito a tale tassa. A livello europeo il Governo italiano una volta ha persino posto il proprio veto sull'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie. Una tassa europea dello 0,5% sulle transazioni finanziarie riguardanti titoli obbligazionari o altri prodotti finanziari porterebbe annualmente più di 200 miliardi di euro nelle casse degli Stati dell'UE. Il gettito della tassa sulle transazioni finanziarie potrebbe essere utilizzato in vari modi: i fondi potrebbero essere utilizzati ad esempio per la lotta alla povertà e/o per sgravi fiscali a favore dei redditi medi e bassi ovvero per più provvedimenti a favore delle famiglie. Il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano con il presente ordine del giorno dovrebbe sollecitare anche i rappresentanti politici delle altre regioni a esercitare pressione sul Parlamento e sul Governo affinché sostengano attivamente e approvino l'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie. Un tanto premesso, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano delibera quanto segue: Il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano si esprime a favore dell'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie e invita il Parlamento e il Governo ad appoggiare e avviare iniziative in tal senso. Il consigli regionali e il Consiglio della Provincia autonoma di Trento sono invitati a sostenere e richiedere l'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie con deliberazioni simili alla presente. ---------Der internationale Finanztransaktionssektor mit den massiven Finanz- und Investitionsspekulationen hat weitgehend die Finanz- und Wirtschaftskrise der vergangenen Jahre zu verschulden. In den letzten Jahren haben die EU-Mitgliedstaaten 4,6 Bio. Euro für die Stützung des Finanzsektors aufgewendet, der durch MwSt.-Befreiungen bereits Steuervorteile in Höhe von jährlich 18 Bio. Euro genießt. Während seiner Rede zur "Lage der Union" vor dem Europäischen Parlament hat der Präsident der Europäischen Kommission Barroso betont, dass es an der Zeit ist, dass der Finanzsektor seinen Beitrag für die Gesellschaft leistet. Die Europäische Kommission hat eine Europäische Finanztransaktionssteuer angedacht, die auf eine Initiative von James Tobin, Nobel-Preisträger für Wirtschaftswissenschaften, zurückgeht. Das EU-Parlament hat sich im März dieses Jahres in zwei Entschließungsanträgen ebenfalls die Einführung einer europaweiten Finanztransaktionssteuer gefordert. In Italien gab es zur Finanztransaktionssteuer bislang widersprüchliche Initiativen und Aussagen der Vertreter der Regierung. Auf europäischer Ebene hat die italienische Regierung sogar einmal ein Veto gegen die Einführung der Steuer ausgesprochen. Die europaweite Finanztransaktionssteuer auf Obligationstransaktionen bzw. auf andere Finanzprodukte könnte schon bei einem Prozentsatz von 0,5 Prozent jährlich mehr als 200 Milliarden Euro in die Haushaltskassen der europäischen Staaten fließen lassen. Der Verwendungszweck der Einnahmen aus der Finanztransaktionssteuer kann vielfältig sein: Das Geld kann beispielsweise zur Bekämpfung von Armut und/oder zur Steuerentlastung von niedrigen und mittleren Einkommen oder für mehr familienunterstützende Maßnahmen verwendet werden. Der Südtiroler Landtag sollte mit diesem Beschluss auch die Volksvertretungen der anderen Regionen auffordern, Druck auf Parlament und Regierung für die aktive Unterstützung und Zustimmung zu einer europaweiten Finanztransaktionssteuer auszuüben. 61 Dies vorausgeschickt, beschließt Der Südtiroler Landtag: Der Südtiroler Landtag spricht sich für die Einführung einer europaweiten Steuer auf Finanztransaktionen aus und fordert Parlament und Regierung auf, entsprechende Bemühungen zu unterstützen und voranzutreiben. Die Regionalräte und der Trentiner Landtag werden ersucht, mit ähnlich lautenden Beschlüssen die Einführung der Finanztransaktionssteuer zu unterstützen und zu fordern. La parola al consigliere Pöder per l'illustrazione. PÖDER (BürgerUnion): Als dieser Antrag eingebracht wurde, war Italien noch erbitterter Gegner einer Finanztransaktionssteuer. Die damalige Regierung, das Europaparlament – dies steht auch in den Prämissen dieses Antrages – hat sich dazu wohlwollend ausgesprochen. Eine ganze Reihe von europäischen Staaten haben sich hinsichtlich einer Finanztransaktionssteuer wohlwollend ausgesprochen, nur aus Italien kamen damals recht ablehnende Aussagen. Auch in Frankreich, an der Spitze der dort regierenden Parteien, hat man in keinster Weise große Sympathien für die Finanztransaktionssteuer geäußert. Unterm Strich wäre diese Finanztransaktionssteuer insofern wichtig, als dass sie endlich einmal jene zur Kasse bitten würde, die für die Misere für die Finanzkrise verantwortlich sind, denn mit Billionen von Euros wurden die Verursacher dieser Finanzkrisen gestützt, nämlich die Banken, die großen Spekulanten insgesamt. Man braucht diesbezüglich nicht mehr ins Detail zu gehen. Es ist hinlänglich bekannt, dass die EU-Staaten in den letzten Jahren 4,6 Billionen Euro für die Stützung des Finanzsektors ausgegeben haben. Das muss man sich einmal vorstellen! Es gibt ein Transparent von Greenpeace, die, glaube ich, vor eineinhalb Jahren eine Demonstration in Brüssel gemacht haben, als es um die gesamte Situation der Finanzmärkte, der Ausbeutung der Umwelt und der Natur ging. Man hat ein Transparent hochgehalten, auf dem Folgendes stand: "Wenn die Welt eine Bank wäre, hättet Ihr sie längst gerettet", und so ist es im Prinzip, denn gerettet wurden die Banken, aber alles andere wurde noch nicht gerettet. Wenn man sich die Welt aus dem Blickwinkel von Greenpeace anschaut, dann muss in diesem Zusammenhang einfach festgestellt werden, dass hauptsächlich der internationale Finanzsektor für die Krise, die sich hier angebahnt hat und in den letzten Jahren immer größer geworden ist, verantwortlich ist, wobei auch die Staaten, ganz klar auch Italien, aufgrund der jahrelangen und jahrzehntelangen exzessiven Ausgabenpolitik mit hineingerissen wurden. Früher war kein Grund zum Sparen da, zumindest hat man das so gesehen. Man hat das Geld beim Fenster hinausgeworfen und unterm Strich gibt es heute diese Riesenproblematik, aber der Finanzsektor bewegt unglaubliche Summen pro Tag, pro Woche, pro Monat, pro Jahr, die das real erwirtschaftete Vermögen, den real erwirtschafteten Wert auf der Welt um ein Vielfaches übersteigen. Allein auf den Derivatenmärkten, allein bei den Obligationen zum Beispiel oder auf den internationalen spekulativen Devisenmärkten werden täglich Unsummen von Geld verschoben, ein Vielfaches von dem, was in einem Jahr auf der ganzen Welt an Wertschöpfung erwirtschaftet wird. Hier sollte eine Finanztransaktionssteuer nicht alles eindämmen oder bestrafen, sondern dafür sorgen, dass Geld in die Kassen der Staaten fließt, also zugunsten der Steuerzahler ausgegeben werden kann, die in den letzten Jahren 4,6 Billionen Euro allein in Europa für die Stützung des Finanzsektors ausgegeben haben. Man spricht hier auch von einer Steuer gegen die Armut, weil man sagt, dass die Einnahmen aus dieser Finanztransaktionssteuer, die man auf rund 200 Milliarden Euro im europäischen Wirtschaftsraum, in der Europäischen Union schätzt, … Wenn man zum Beispiel 0,5 Prozent Steuer auf die Obligationsderivatengeschäfte usw. einbehalten würde, dann könnte man 2 Millionen Euro im Jahr einnehmen und diese Gelder dann für bestimmte auch im sozialpolitischen Bereich angesiedelte Maßnahmen verwenden. Auf jeden Fall handelt es sich hier um eine Steuer, die auf der Idee des berühmten Professors und Nobelpreisträgers James Tobin basiert. Jetzt weiß man, dass mittlerweile auch im römischen Parlament bereits die eine oder andere Bewegung in diese Richtung eingetreten ist. Ganz sicher ist man noch nicht, ob auch Italien dieser Einführung zustimmen würde. Auf jeden Fall sollte man die Einführung einer Finanztransaktionssteuer unterstützen. Sie wird nicht die Finanzmärkte beschädigen, sondern etwas von den Riesensummen, die auf den Finanzmärkten bewegt werden, in die Kassen der Staaten, also zugunsten der Steuerzahler fließen lassen. PICHLER ROLLE (SVP): Ich schicke voraus, dass wir auf diesem Gebiet nicht Experten und Fachleute sein können. Ich persönlich bin für diesen Antrag, und zwar deshalb, weil ich für mich selbst keine plausible Erklärung gefunden habe, weshalb man von den Bürgern Steuern für alles Mögliche verlangt, wie die Mehrwertsteuer 62 auf den Ankauf von Waren, Steuer auf den Ankauf von Grund und Boden usw. Auf alles, was der einzelne Bürger leisten und machen muss, ist immer irgendeine Steuer dabei, aber ausgerechnet dort, wo mit zunehmendem Maße kein Wert dahinter steht, das heißt, dass mit Finanzen jongliert und spekuliert wird und niemand mehr nachvollziehen kann, was da vor sich geht, sind enorme Gewinne, wie es Kollege Pöder richtig angemerkt hat, und auch enorme Verluste möglich, aber hier gibt es überhaupt keine Möglichkeit, jene, die damit jonglieren und spekulieren, zur Kasse zu bitten, und das scheint nicht gerechtfertigt. Der Antrag des Kollegen Pöder enthält das eigentliche Problem des Ganzen, nämlich das Wort "europaweite". Wir wissen, dass sich die Kollegen von der Insel bereits von diesem Gedanken verabschiedet haben, weil London ein wichtiger Finanzplatzmarkt ist und sich die übrigen Regierungschefs nun vor möglichen Nachteile fürchten. Eine weltweite Akkordierung unter den Finanzmärkten ist bereits am Widerspruch anderer außereuropäischer Staaten vorab erst einmal gescheitert. Nun wollen die Europäer diesen Weg gehen, aber die wichtigste europäische Börse sollte und wird, laut dem Vereinigten Königreich, nicht mit dabei sein. Trotzdem glaube ich, dass es für ein kleines, bescheidenes Regionalparlament grundsätzlich richtig ist, diese Aussage zu treffen, um der Stimme von vielen Bürgerinnen und Bürgern, die das mit ansehen und nicht nachvollziehen können, weil es in der Substanz nicht nachvollziehbar und ungerecht ist, zum Durchbruch zu verhelfen. Dass man sich diesbezüglich positiv ausspricht, halte ich für richtig und zielführend. HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Ich glaube auch, dass man diesen Beschlussantrag ein wenig würdigen und ihn in der Zielrichtung doch anerkennen sollte. Wie Kollege Pichler Rolle gesagt hat, ist unsere Möglichkeit hier einzugreifen, sehr reduziert, aber es gilt auch ein Signal vom Südtiroler Landtag aus zu setzen, denn das Missverhältnis zwischen der Realwirtschaft und den Kapitalmärkten bzw. der Finanzwirtschaft ist in den letzten 10 und 15 Jahren derart auseinandergedriftet, dass die Rolle des frei flottierenden Kapitals und der entsprechenden Spekulationen, Transaktionen einfach ein erschreckendes Ausmaß angenommen hat. Wenn wir heute in Europa die Finanzkrise haben, dann ist dies nur zum Teil eine Schuldenkrise der Staaten, es ist aber in erster Linie auch eine Krise jener Spekulanten, die sie verursachen, die auf den Euro spekulieren und ihre Kapitalmacht dazu verwenden, um gegen unsere Währungen zu spekulieren. Man merkt deutlich, dass dagegen nur schwer anzukommen ist. In Italien hat die Regierung Monti, Gott sei Dank, durch ihre Maßnahmen, durch ihre Entschiedenheit zumindest in diesem Bereich Beruhigung erzielt. Wenn man auch über andere Maßnahmen sehr gut streiten kann, in diesem Bereich ist zumindest eine Beruhigung eingetreten. Hier haben wir diesen enorm expandierenden Kapitalmarkt, der in den letzten Jahrzehnten systematisch liberalisiert worden ist und man muss auch selbstkritisch von Regierungen sagen, die unserer Position nicht ganz nahe stehen, dass in Deutschland die Fesseln des Kapitalmarktes von der Rot-grünen Regierung ganz wesentlich freigesetzt worden sind. Damit ist sozusagen auch dieser Form von Investment Banking und entsprechender Spekulation Tür und Tor geöffnet worden. Diese Finanztransaktionssteuer ist auf europäischer Ebene derzeitig heftig umstritten. Die deutsche Regierung Merkel wünscht eine Transaktionssteuer und hat mit ihrem inzwischen kuschelwarmen Juniorpartner Sarkozy eine Achse gebildet, aber, wie es Kollege Pichler Rolle gesagt hat, auf Seiten der Londoner Regierung, des Londoner Kapitalmarktes gibt es enorme Widerstände und auch von Seiten der Vereinigten Staaten. Ich glaube, Europa kann sich auch dadurch definieren in seiner Einheit, dass es in diesem Bereich das europäische Modell des Sozialstaats gegen diesen neuen Kapitalismus entschlossen verteidigt, der sich weltweit ausbreitet, der von demokratischen Grundregeln weitab entfernt ist. Die Transaktionssteuer wäre ein Signal, um zumindest einen Teil jener Gewinne wieder zurückfließen zu lassen, die anderweitig in diesen Kapitalmarkt einfließen und weiteres Unheil stiften. Wir glauben, dass diesem Beschlussantrag selbstverständlich zugestimmt werden kann und er auch eine breite Mehrheit finden sollte. TINKHAUSER (Die Freiheitlichen): Ich kann mich irgendwo meinen Vorrednern anschließen. In der Vergangenheit wurden Milliarden Euro in Banken gepumpt, damit sie nicht pleite und in Konkurs gehen und somit ganze Staaten mit sich mitreißen. Hier wird vom Kollegen Pöder eine Finanztransaktionssteuer von 0,5 Prozent vorgeschlagen. Dies ist sicherlich etwas zu hoch gegriffen. Ich habe jüngst gehört, dass man derzeit in Europa bei Aktien usw. über Prozentzahlen von 0,01 diskutiert. Wenn es dann um hochspekulative Dinge, um Derivate geht, dann geht man noch einmal eine Kommastelle zurück. Man diskutiert hier wirklich im 0,0-Bereich. Für einzelne Staaten ist es sicherlich schwierig, dies jetzt einzuführen. Wenn wir in einer globalisierten Welt leben, dann wäre es das Beste, wenn welt- 63 weit eine Finanztransaktionssteuer eingeführt würde, aber man sieht, dass London in Europa nicht mitspielen will, denn London erwartet sich große Geschäfte, wenn Europa eine Finanztransaktionssteuer einführen würde. Es gibt bereits ein Beispiel. Wenn mich nicht alles täuscht, dann, glaube ich, ist es Schweden, das vor Jahren eine Finanztransaktionssteuer eingeführt hat, aber immer noch in irgendwo geschlossenen Märkten. Damals war es auch für die Schweden interessant zu sehen, dass die Umsätze gestiegen sind und noch mehr spekuliert wurde, weil man versucht hat, diese Steuer herauszuholen. Heute wird es so nicht mehr gehen, weil man überall auf der Welt spekulieren kann. Wenn ich Kapital umschlagen will, dann muss ich das nicht in Europa tun, sondern kann auch in London, in New York handeln. Die Initiative geht, von mir aus gesehen, sicherlich in eine richtige Richtung, nur wenn hier nicht einmal Europa gewillt ist mitzuspielen, geschweige denn der große Kapitalmarkt in London und New York, dann wird es schwierig sein, dies umzusetzen. BIZZO (Assessore al bilancio e finanze, al lavoro, allo sviluppo cooperativo, all'innovazione e all'informatica – Partito Democratico/Demokratische Partei): Sarò molto sintetico. Come detto molte volte, siamo a favore dell'introduzione di una Tobin-tax. Ovviamente le nostre competenze sono estremamente limitate in materia, ma comunque siamo favorevoli a qualsiasi azione nei confronti di chiunque abbia potere di introdurla. Possiamo solamente rilevare con piacere che finalmente il governo Monti sta iniziando ad avviare i ragionamenti per l'introduzione di questo tipo di tassazione. Non possiamo che rallegrarcene. PRESIDENTE: Il consigliere Pöder rinuncia alla replica. Metto in votazione la mozione n. 406/11: approvata all'unanimità. Punto 9) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 437/12 del 3.1.2012, presentata dal consigliere Vezzali, riguardante la mobilità ecosostenibile – E-Mobility". Punkt 9 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 437/12 vom 3.1.2012, eingebracht vom Abgeordneten Vezzali, betreffend eine nachhaltige Mobilität und E-Mobility". Spesso si parla di mobilità ecosostenibile, soprattutto in merito ai centri urbani. Vi sono infatti periodi in cui l'inquinamento dovuto ai gas di scarico dei veicoli è veramente alto. Esistono progetti in cui la mobilità, quanto meno interna, dei centri urbani avverrebbe mediante veicoli alimentati da energia elettrica. Nella nostra Provincia con la "liberalizzazione" dell'energia, assistiamo alla sempre crescente domanda di concessioni di sfruttamento delle acque al fine della produzione di energia elettrica. Il che porterà con tutta evidenza ad una sempre maggiore disponibilità di energia. Peraltro, con legge provinciale, si è stabilito che sugli edifici pubblici siano installati pannelli fotovoltaici per la produzione predetta. Progettare quindi lo sfruttamento dell'energia elettrica anche per la mobilità nei centri urbani, ma non solo, pare ormai un passo obbligato. Esiste infatti, in fase anche piuttosto avanzata, un progetto dell'ENEL che prevede la presenza di due tipologie di stazione di ricarica: la Home Station per la ricarica domestica. che permette di fare il carico di energia comodamente da casa propria, grazie al contatore installato nel garage o nel box. La Public Station invece è la colonnina installata in strada, in punti strategici per la mobilità, che dovranno essere evidentemente concordati con le amministrazioni locali. Sono già installate dall'ENEL in viarie città oltre 100 colonnine che erogano all'utenza energia elettrica per veicoli, mediante l'utilizzo di apposite card per il pagamento, con la previsione di sistemi di prenotazione della ricarica anche attraverso gli smartphone che consentono di modulare i processi di ricarica in funzione della disponibilità della rete, al fine di evitare che le richieste di ricarica avvengano nello stesso momento e nella stessa area monitorando così il pericolo di stress della rete stessa. Attualmente il progetto utilizza un veicolo che con un "pieno", corrispondente a circa 17 kWh per una spesa corrispondente a circa € 2,5, consente all'utilizzatore di percorre circa 130 km, che per i nostri centri urbani sarebbe di tutto rispetto e consente sicuramente utilizzo agevole anche per chi va e viene da e verso le località periferiche ai centri maggiori. 64 Il progetto ENEL prevede addirittura la fornitura all'utilizzatore del veicolo stesso dietro pagamento di un canone tutto compreso di circa € 440 per quattro anni. Dal luglio 2010, con sole 140 auto elettriche. sono state effettuate 12.550 ricariche per 49.895 kWh, con un risparmio di 61.022 kg di CO2. Il settore della mobilità ecosostenibile sta assumendo sempre maggiore importanza, tanto che a settembre 2011 nell'ambito di Klimaenergy alla Fiera di Bolzano si è inserita la Klimamobility, suscitando molto interesse. Che il settore sia in forte espansione lo dimostra anche il fatto che importanti case automobilistiche hanno ormai realizzato dei modelli di vetture che sviluppano potenze e autonomie di tutto rispetto. In Lombardia sono stati stanziati due milioni di euro per contributi all'acquisto di veicoli a impatto ambientale zero. A Modena, nell'ambito del progetto "Mi Muovo Elettrico" della Regione Emilia Romagna, si e iniziato ad installare in punti strategici le colonnine di ricarica con energia elettrica "'verde", certificata "COFER" (certificazione per energia prodotta da fonte rinnovabile), rendendo così il veicolo elettrico realmente ad impatto zero sull'ambiente. Inoltre, quella Regione sta provvedendo ad installare colonnine di ricarica lungo tutto l'asse della Via Emilia da Rimini a Reggio Emilia per consentire la ecomobilità anche in ambito extraurbano. Evidente che la PAB, con il potenziale di produzione di energia di cui è dotata e con la tradizionale attenzione all'ambiente, non può esimersi dall'affrontare il progetto e svilupparlo sul proprio territorio. Tutto ciò premesso, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale - a sviluppare per il territorio provinciale un progetto di e-mobilità che: - porti a favorire progressivamente nei centri urbani l'utilizzo di veicoli elettrici; - provveda a mappare il territorio provinciale al fine di localizzare i siti di installazione, in adeguato numero, di colonnine di distribuzione di energia elettrica per consentire progressivamente la mobilità con veicoli elettrici anche al di fuori dei centri urbani; - preveda un sistema di incentivi. mediante strumenti di finanziamento. convenzioni con enti o soggetti esterni o altri strumenti che favoriscano l'accesso a veicoli alimentati da energia elettrica – in proprietà, locazione finanziaria o altro titolo possibile – al maggior numero di potenziali utenti. ---------Immer wieder ist die Rede von nachhaltiger Mobilität, vor allem im innerstädtischen Bereich. Es gibt nämlich Perioden, in denen die Luftverschmutzung aufgrund der Abgase sehr hoch ist. Deshalb wurden Projekte in Leben gerufen, die zumindest für die innerstädtische Mobilität die Nutzung von Elektrofahrzeugen vorsehen. Mit der "Liberalisierung" der Energie in Südtirol geht eine wachsende Nachfrage nach Konzessionen zur Stromproduktion aus Wasserkraft einher. Dies wird sicherlich zu einer immer größeren Verfügbarkeit von Energie führen. Unter anderem wurde mit Landesgesetz bestimmt, dass auf öffentlichen Gebäuden Photovoltaikpaneele zur Stromproduktion anzubringen sind. Die geplante Nutzung des so generierten Stroms auch für die Mobilität im innerstädtischen Bereich, aber nicht nur, scheint mittlerweile obligat zu sein. Es gibt nämlich ein bereits fortgeschrittenes Projekt von ENEL, welches zwei Arten von Ladestationen kennt: Die Home Station dient der praktischen Aufladung von zu Hause aus, über einen Zähler, der in der Garage oder in der Autobox installiert wird. Die Public Station ist hingegen die Ladestation auf der Straße, die an mobilitätstechnisch strategischen Punkten errichtet wird und deren Standort selbstverständlich mit den Gebietskörperschaften abgesprochen werden muss. ENEL hat in verschiedenen Städten bereits über 100 Ladestationen aufgestellt, an denen die Nutzer ihre Elektroautos mithilfe entsprechender Zahlkarten aufladen können. Die Aufladung kann auch über Smartphones vorgemerkt werden, wodurch die Aufladung je nach Verfügbarkeit der Stationen moduliert wird. Auf diese Weise wird vermieden, dass Aufladungsanfragen gleichzeitig und im selben Gebiet erfolgen, wodurch eine Überlastung des Netzes verhindert wird. 65 Zurzeit konzentriert sich das Projekt auf ein Fahrzeug, dass es voll aufgeladen auf ca. 17 kWh bringt, bei einem Kostenpunkt von ca. 2,50 €. Damit kann der Nutzer ca. 130 km zurücklegen, was für die Mobilität im innerstädtischen Bereich beachtlich wäre und auch für die Pendler ausreichen würde, die vom Land in die größeren Städte fahren. Das ENEL-Projekt sieht sogar die Lieferung des Fahrzeugs an den Nutzer gegen eine einmalige Gebühr von 440 € für vier Jahre vor. Seit Juli 2010 wurden mit 140 Elektroautos 12.550 Aufladungen zu insgesamt 49.895 kWh getätigt, wodurch ein Ausstoß von 61.022 kg CO2 vermieden wurde. Die nachhaltige Mobilität gewinnt immer mehr an Bedeutung. Im September 2011 war auf der Bozner Messe Klimaenergy zum ersten Mal auch Klimamobility vertreten und fand bei den Messebesuchern großen Anklang. Dass dieser Sektor stark im Aufschwung ist, beweist auch die Tatsache, dass große Autohäuser mittlerweile Fahrzeuge entwickeln, die in Hinblick auf Leistung und Autonomie schon ganz anständige Ergebnisse erzielen. In der Lombardei wurden zwei Millionen Euro für den Ankauf von klimaneutralen Fahrzeugen zur Verfügung gestellt In Modena wurde im Rahmen des Projekts "Mi Muovo Elettrico" der Region Emilia Romagna mit der strategischen Errichtung von Ladestationen mit grünem, aus zertifiziert erneuerbaren Energiequellen gewonnenem Strom begonnen, damit das Elektroauto auch wirklich klimaneutral ist. Außerdem werden derzeit entlang der gesamten Achse der Via Emilia von Rimini bis Reggio Emilia Ladestationen errichtet, damit nachhaltige Mobilität auch im außerstädtischen Bereich möglich wird. Es ist augenscheinlich, dass Südtirol mit seinem Stromproduktionspotential und seinem Umweltbewusstsein nicht davor zurückscheuen darf, sich dieses Projekts anzunehmen und es vor Ort umzusetzen. Aus diesen Gründen verpflichtet der Südtiroler Landtag die Landesregierung, - für Südtirol ein Projekt von E-Mobility auszuarbeiten, welches Folgendes umfasst: - Anreize, um die Nutzung von Elektroautos im innerstädtischen Bereich schrittweise zu steigern; - eine Kartierung des Landesgebiets, um die Standorte für die Ladestationen in angemessener Zahl zu bestimmen, damit die Mobilität mit Elektroautos auch im außerstädtischen Bereich schrittweise ermöglicht wird; - ein Förderungssystem aus Finanzierungsformen, Vereinbarungen mit Körperschaften oder externen Personen sowie sonstigen Mitteln, um die Verfügbarkeit von Elektroautos durch Kauf, Leasing oder aus sonstigem Titel für immer mehr potenzielle Nutzer zu verbessern. La parola al consigliere Vezzali, prego. VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): La mozione è abbastanza chiara e non necessità di chissà quali ulteriori spiegazioni. Sul territorio nazionale, soprattutto al nord del Paese, c'è una sempre maggiore diffusione di quest'idea di E-Mobility che passa necessariamente attraverso l'installazione di colonnine di ricarica pubbliche, perché allo stato attuale questi veicoli alimentati ad energia elettrica non hanno un'autonomia eccessiva, quindi gli spostamenti sono un po' limitati. Però per esempio in Emilia Romagna la via Emilia è stata coperta da colonnine pubbliche di cui ci si può servire attraverso una card di ricarica con cui l'utente paga il suo conto con meccanismi a scalare. La mozione non impegna la Provincia a finanziamenti di chissà quale tipo, perché anche per quanto riguarda il punto 3 non vorrei fosse letto semplicemente come una questione di finanziamento, ma incentivi anche di diverso tipo. Per esempio si potrebbe consentire a veicoli elettrici di poter parcheggiare per periodi più lunghi di quelli alimentati a idrocarburi o altre agevolazioni di questo tipo, per favorire questa E-Mobility. Teniamo conto che quello che sta attuando l'Enel. Loro sostengono di avere questi veicoli che hanno un'autonomia fino a 130 km, che non è poco. Nella nostra provincia questi veicoli potrebbero consentire una mobilità non solo urbana ma anche tra diversi centri, a condizione che ci sia la possibilità di rifornirsi in caso di calo della carica. Si chiede quindi di mappare il territorio al fine di individuare questi siti dove installare queste colonnine per favorire l'ingresso anche nella 66 provincia di questa mobilità. La Fiera nel settembre scorso ha portato nell'ambito del Klimaenergy la Klimamobility che aveva suscitato notevole interesse proprio perché è una novità che può aiutare tutto l'ambiente e la mobilità urbana. La tecnica sta evolvendo notevolmente. Ci sono delle case automobilistiche che hanno sviluppato dei motori elettrici che arrivano fino a 170 cv. Quando si pensa alle macchine elettriche si pensa a quelle di piccole dimensioni, biposto. Una casa automobilistica importante ha sviluppato un veicolo a quattro posti, apparentemente normale solo che ha un motore totalmente elettrico e sviluppa notevoli potenza. Per quanto riguarda l'autonomia, la casa automobilistica non lo dice, mi dicono sia 35 km, io mi rifaccio ai dati ufficiali Enel che dice 130 km di autonomia. La mozione chiede una mobilità che cambia sostanzialmente l'approccio della gente alla stessa, perché non è più il distributore di benzina in cui si fa rifornimento in cinque minuti, ma il riferimento necessita di tempi più lunghi, però questo, unitamente alla possibilità di avere la connessione del proprio garage dove ci sarà un contatore che controlla i consumi per fare incassare il gestore, potrebbe essere una cosa interessante da sviluppare sul territorio provinciale che potrebbe unirsi al resto del Paese che si sta avviando su questa strada. Il Comune di Bolzano recentemente ha pubblicizzato il fatto che ci saranno questi parchi di bici elettriche, Bressanone ha manifestato l'intenzione di utilizzare veicoli elettrici per approvvigionare i commercianti della zona evitando la presenza di camion che viaggiano la mattina per il centro storico. Credo sia una cosa interessante da approfondire e sostanzialmente si chiede solamente di pianificare senza spendere nulla. HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Kollege Vezzali hat auf ein Thema aufmerksam gemacht, das jetzt mit den aktuell rasch gestiegenen Treibstoff- und Benzinpreisen an Aktualität gewinnt. Die aktuellen Preise führen dazu, dass ein wesentlicher Teil der Bevölkerung sich überlegt, wie er sich künftig voranbewegen soll. Das ist auch mir Recht, denn irgendwo um 2020 herum wird die Nachfrage bzw. die Erdölproduktion, die Produktion fossiler Energien an einem Wendepunkt angelangt und kaum mehr erschwinglich sein. Die Elektromobilität ist ein Teil der Lösung. Der andere Teil ist der, dass man die Mobilität insgesamt neu gestaltet und vor allem auf die öffentlichen Verkehrsmittel setzt, in einer neuen Weise auf intelligente Verkehrsleitund Lenkungssysteme. Es gibt eine ganze Reihe von Formen, um eine neue Mobilität jenseits des Individualverkehrs hervorzubringen. Die Elektromobilität ist auch in Südtirol zunehmend ein Thema, allerdings sind die Optionen, so wie es aussieht, aktuell geteilt, Kollege Vezzali. Es gibt eine entschiedene Förderung der Wasserstoffoption, also des Autos mit Brennstoffzelle. Es gibt dieses Projekt des Green Korridors mit der Wasserstoff-Meile zwischen München und Verona, ein Projekt, das auch mit EU-Mitteln gefördert wird, wobei sich das Land bereits entschieden engagiert hat, sich im Bereich der Wasserstoffproduktion einzubringen. Auch in Bozen Süd gibt es den Versuch, Wasserstoff zu erzeugen. Man merkt deutlich, dass die Option in diese Richtung geht. Es ist eine problematische Option, denn im Bereich der Autohersteller, so wie Sie es gesagt haben, ist die Elektromobilität deutlich im Aufwind und auch die großen Automobilunternehmen Westeuropas setzen zunehmend auf Elektromobilität. Es gibt inzwischen Batterien mit neuer Speicherkapazität, die es schaffen, große Reichweiten zu erreichen, die bei gewissen Prototypen sogar über die von Ihnen vorgestellte angegebene Reichweite hinausgehen, also durchaus bis zu 300 und 400 Kilometer. Hier gibt es sicher eine Reihe von zusätzlichen Möglichkeiten. Ich glaube, dass die Landesregierung in einen gewissen Zielkonflikt gerät, zumal Sie sehr deutlich darauf hinweist, dass die Enel-Punkte eine gewisse Rolle auch im Bereich Südtirols spielen. Von daher muss man sich schon überlegen, ob man verstärkt in diese Richtung gehen soll und ob nicht die landeseigene Energiegesellschaft zum Anbieter werden sollte. Ich glaube schon, dass es wichtig ist, das Prinzip Elektromobilität stärker in den Vordergrund zu rücken. Wir haben hier auch wirklich Nachholbedarf, denn die Methangasversorgung als Treibstoff zum Beispiel ist nach wie vor sehr schlecht. Ich hoffe, dass es in diesem Bereich besser gehen kann. Ich würde diesem Beschlussantrag im beschließenden Teil zustimmen wollen. Herr Präsident! Ich ersuche um eine getrennte Abstimmung über die Prämissen, die Punkte 1 und 2 des beschließenden Teils sowie Punkt 3 . Das Förderungssystem scheint mir nicht zielführend. Ich glaube, es ist wichtig, dass sich die Leute die individuelle Mobilität nach wie vor selber finanzieren, aber den Anreizen und der Kartierung des Landesgebietes können wir durchaus zustimmen. Die Prämissen mit dieser Enel-Präferenz möchte ich aber doch ablehnen. Eine geteilte Zustimmung in Form einer Multiutility. Ich bitte um Verständnis. STOCKER S. (Die Freiheitlichen): Mir gefällt der Vorschlag auch sehr gut, Kollege Vezzali, vor allem der Punkt 2, welcher die Kartierung anbelangt. Ich glaube, das könnte auch insofern interessant sein, weil wir eine große Tourismusdestination sind, wobei wir uns in Zukunft sicherlich darauf einstellen müssen, dass Gäste von 67 auswärts mit leptopbetriebenen Autos zu uns kommen. In einem Gebiet, wie es unseres ist, mit vielen Tälern, Bergen usw. ist eine Kartierung umso wichtiger. Das finde ich einen recht interessanten Punkt. Was die Wortwahl anbelangt, bin ich ein bisschen skeptisch. Anstelle des Begriffes "E-Mobility" würde ich das Wort "Elektromobilität" erwenden. Ich möchte, dass wir diesbezüglich deutsche und nicht die englische Sprache verwenden. Was den Punkt 3 anbelangt, gebe ich Kollegen Heiss Recht. Ich bin auch der Meinung, dass es schwierig ist zu sagen, in welcher Art wir es fördern, dass jemand auf diese Mittel umsteigt, aber im Großen und Ganzen finde ich es interessant und diese Kartierung für die Zukunft sehr, sehr wichtig. PICHLER ROLLE (SVP): Ein kleiner Beitrag auch meinerseits hierzu. Der Ansatz ist sicherlich in die richtige Richtung weisend. Der zuständige Landesrat wird uns dann sagen, ob er auch seine Probleme mit den Prämissen hat, was die Enel-Punkte und dergleichen anbelangt. Generelle Überlegung: Was gut ist, was umweltfreundlich ist, sollte sich am Markt durchsetzen. Ich kann nur beobachten, dass dieses kontinuierliche Fördern und Eingreifen der Politik, so gut es auch gemeint ist, eigentlich immer irgendwelche Folgen hat, die dann jene ausbaden müssen, … Man sieht es in verschiedenen Bereichen, denn bei der Sonnenergie wird die Förderung plötzlich gekappt oder es werden einige andere Anreize und Vorteile weggenommen und dann werden all jene, die geglaubt haben, dass es ein durchsetzungsfähiges Alternativmodell sei, von der Realität eingeholt. Das Wahre wird es wohl auch nicht gewesen sein. Warum ist die Politik manchmal nicht in der Lage, gewisse Dinge anzuschieben, sich dann aber zurückzunehmen und zurückzuziehen? Wenn ein Produkt gut ist, wenn es sich am Markt behaupten und durchsetzen kann und man weiß, dass dies auch von den Folgen her seinen Preis hat, dann greift man ein, subventioniert, fördert, steuert, promoviert und dann zieht man das Ganze plötzlich wieder zurück. Dann kommt schon das Nächste und man macht es noch einmal. Wenn man immer so agiert hätte, dann hätte sich die Wirtschaft nicht weiterentwickelt. Man braucht gerade das, was wir immer alle predigen, und zwar, dass man sich möglichst zurückhalten sollte, aber genau das machen wir, logischerweise gut gemeint, in sehr vielen Fällen selbst vor. Das muss man dann fördern, promoten, stützen und subventionieren. Ich denke nicht, dass sich auf diese Art und Weise etwas umsetzen lässt, gleichwohl die positiven Aspekte bereits aufgezeigt worden sind. Dass man die Punkte aufzeigt, den Dienst anbietet und dergleichen mehr, hat sicherlich Vorteile. Ich bin zu wenig – ich sage es ganz offen - Experte auf diesem Gebiet, als dass ich wüsste, was in Zukunft mit möglicherweise zu entsorgenden Batterien und dergleichen passiert und ob es dann wiederum ein System geben muss, das das eine und andere wieder auffängt. Im Prinzip harre ich der Dinge, die auf uns zukommen. Wenn der zuständige Landesrat uns sagen kann, ob das Land Südtirol … Wir haben hier am Bahnhof gesehen, dass es noch nicht das Automobil ist, aber es sind zumindest Fahrräder, die angedockt werden können. Vielleicht gibt es diesbezüglich auch Zukunftsprojekte. Vom Wasserstoff haben wir einiges gehört, vielleicht hören wir auch etwas vom Elektroauto. Ich bin im Prinzip nicht abgeneigt, aber sehr skeptisch, was diese Subventionen anbelangt, denn wenn die Phase zu Ende geht, dann sieht es manchmal nicht so aus, wie man es sich vorgestellt hat, und das ist nicht nachhaltig und für den Konsumenten auch nicht immer erfreulich. WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Zu diesem Thema haben jetzt sehr viele Redner gesprochen, denn es ist ein sehr gefühltes, ein wichtiges und ein Zukunftsthema. Deshalb sind wir der Meinung, wie es auch Kollege Pichler Rolle gesagt hat, dass es ein sehr guter Vorschlag ist. Es wäre zwar noch das eine oder andere nachzubessern, aber grundsätzlich sind wir dafür, diesen Antrag anzunehmen. Es ist so, dass wir verschiedenste Sachen in diesem Bereich bereits aktiv umsetzen. Wir versuchen, in Zukunft Elektro-Bike-Projekte gemeinsam mit dem Südtirol Pass umsetzbar zu machen. Wir versuchen auch auf den Bahnhöfen solche Aktionen zu machen. Deshalb passt dies im Prinzip mit hinein. Deshalb sind wir grundsätzlich damit einverstanden. VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): Ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti per l'interesse dimostrato. Volevo precisare sul punto 3 dove tutti i colleghi dicono che il sistema di finanziamento è un problema, che mi era venuto il dubbio se inserirlo o meno. Io intendevo, come dicevo prima, un sistema di incentivi non necessariamente di tipo finanziario, come per esempio il fatto di vedere con i comuni come incentivare, quanto meno all'inizio, una circolazione privilegiata di questi veicoli. Per esempio, per quanto 68 riguarda Bolzano, si potrebbe dare un bollino multicolore con il quale auto elettriche possono parcheggiare dappertutto, o strumenti di questo genere, non necessariamente finanziamenti. Ringrazio per l'interesse dimostrato. PRESIDENTE: Metto in votazione la mozione n. 437/12 per parti separate come richiesto dal consigliere Heiss. Metto in votazione le premesse: approvate con 12 voti favorevoli, 1 voto contrario e 13 astensioni. Metto in votazione i punti 1 e 2 della parte impegnativa: approvati all'unanimità. Metto in votazione il punto 3 della parte impegnativa: respinto con 12 voti favorevoli e 14 voti contrari. Punto 10) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 438/12 del 10.1.2012, presentata dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss, riguardante un "nuovo inizio" per SEL". Punkt 10 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 438/12 vom 10.1.2012, eingebracht von den Abgeordneten Dello Sbarba und Heiss, betreffend die SEL: ein "neuer Beginn"." Dopo la nomina del nuovo Consiglio di amministrazione della SEL Spa è forte l'attesa di un "nuovo inizio" nella politica energetica della nostra provincia. Fin dai primi passi vanno fatte precise scelte di massima trasparenza, sussidiarietà e cooperazione con i Comuni e le comunità comprensoriali. Per questo motivo, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale a seguire i seguenti indirizzi e a dare indicazione ai propri rappresentanti nel Cda della Sel Spa affinché la società energetica faccia altrettanto: 1. La Provincia, la SEL e le società da essa controllate riconoscono che le concessioni inferiori ai 3.000 KW di potenza sono riservate all'iniziativa dei Comuni e delle Comunità comprensoriali, nelle forme che questi riterranno più opportune. Per questo la SEL e le società da essa controllate non parteciperanno più all'assegnazione di concessioni inferiori ai 3.000 KW di potenza e cederanno progressivamente a prezzo di costo ai Comuni che si dichiarino interessati le partecipazioni detenute in centrali di potenza inferiore ai 3.000 KW. 2. La Provincia, la SEL e le società da essa controllate affrontano le prossime scadenze che riguardano le centrali Hydros (trattativa con Edison sulla cessione della sua partecipazione e gare per le grandi concessioni idroelettriche in scadenza) di concerto con i Comuni, riconoscendo loro un ruolo fondamentale. 3. La Provincia e la SEL favoriscono l'acquisizione da parte dei Comuni che lo desiderano e nelle forme che liberamente scelgano della rete di distribuzione e dei relativi impianti; tale acquisizione sarà sostenuta finanziariamente anche con un contributo della Provincia, le cui modalità e la cui entità saranno stabilite d'intesa con il Consiglio dei Comuni. 4. Entro maggio 2012 la Giunta provinciale e il presidente e il vicepresidente della SEL riferiranno in Consiglio provinciale sulle strategie di politica energetica che la Provincia e la SEL dovranno seguire in futuro. Seguirà un dibattito in cui ogni consigliera e consigliere potrà prendere la parola. ---------Nach der Ernennung des neuen Verwaltungsrats der SEL AG ist die Erwartungshaltung für einen "neuen Beginn" in der Energiepolitik unseres Landes groß. Von Anfang an sind gezielte Entscheidungen zu treffen, die von höchster Transparenz, Subsidiarität und Kooperation mit den Gemeinden und Bezirksgemeinschaften geprägt sind. Aus diesen Gründen verpflichtet der Südtiroler Landtag die Landesregierung, sich an folgende Richtlinien zu halten und ihre Vertreter im Verwaltungsrat der SEL AG anzuweisen dafür zu sorgen, dass auch die Energiegesellschaft sich daran hält: 1. Das Land, die SEL und ihre Tochtergesellschaften erkennen an, dass die Konzessionen für Anlagen mit einer Leistung bis zu 3.000 KW den Gemeinden und den Bezirksgemeinschaf- 69 2. 3. 4. ten vorbehalten sind, und zwar in der Form, die diese für am geeignetsten erachten. Aus diesem Grund beteiligen sich die SEL und ihre Tochtergesellschaften nicht mehr an der Konzessionsvergabe für Anlagen mit einer Leistung bis zu 3.000 KW und geben ihre Beteiligungen an Kraftwerken mit einer Leistung bis zu 3.000 KW fortlaufend an die daran interessierten Gemeinden ab. Das Land, die SEL und ihre Tochtergesellschaften beziehen bei den anstehenden Verfallsfristen im Zusammenhang mit den Kraftwerken der Hydros (Verhandlungen mit der Edison über die Abtretung ihrer Beteiligung und Ausschreibung der auslaufenden großen Wasserkraftkonzessionen) die Gemeinden mit ein und erkennen diesen eine grundlegende Rolle zu. Das Land und die SEL fördern die Erwerbung des Verteilungsnetzes und der entsprechenden Anlagen durch die Gemeinden, die dies wünschen und die die jeweilige Form nach Gutdünken wählen können; diese Erwerbung wird finanziell durch einen Landesbeitrag unterstützt, wobei die Einzelheiten und das Ausmaß desselben im Einvernehmen mit dem Rat der Gemeinden festgelegt werden Innerhalb Mai 2012 werden die Landesregierung sowie der Präsident und der Vizepräsident der SEL im Landtag über die energiepolitischen Strategien berichten, die das Land und die SEL in Zukunft verfolgen werden. In der anschließenden Debatte werden alle Abgeordneten die Möglichkeit haben, das Wort zu ergreifen. Ha chiesto la parola il consigliere Pichler Rolle sull'ordine dei lavori, prego. PICHLER ROLLE (SVP): Ich möchte die Kollegen der Fraktion der Grünen fragen, ob sie einverstanden sind, wenn der Beschlussantrag Nr. 444/12 in Sachen SEL auch verlesen und gleichzeitig behandelt werden kann. DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Sono d'accordo. Chiedo che venga distribuita, perché non è nella mappa che ci è stata consegnata. PRESIDENTE: Va bene. Punto 196) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 444/12 del 23.1.2012, presentata dal consigliere Pichler Rolle, riguardante la riorganizzazione della SEL Spa." Punkt 196 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 444/12 vom 23.1.2012, eingebracht vom Abgeordneten Pichler Rolle, betreffend die Neuausrichtung der SEL AG." La Società Elettrica Altoatesina SEL Spa appartiene per il 93,88% alla Provincia e attraverso la SELFIN Srl per il 6,12% a 102 comuni e quattro comunità comprensoriali dell'Alto Adige. Il consiglio di amministrazione e il presidente del collegio sindacale della SEL Spa sono stati rinominati poche settimane fa e inoltre arriverà un nuovo direttore generale. La riorganizzazione non si deve però limitare al rinnovo degli organi collegiali. Premesso che l'acqua è un bene pubblico e che i profitti realizzati dalla SEL Spa con l'energia idroelettrica e con altri impianti produttivi vanno a beneficio della popolazione altoatesina, che il modello della sussidiarietà si è rivelato vincente in quasi tutti gli ambiti e che un'adeguata partecipazione dei comuni sede di impianti e comuni rivieraschi deve continuare a essere garantita, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano invita la Giunta provinciale, a compiere tutti i passi necessari dal punto di vista organizzativo e normativo, affinché 1. la SEL Spa si possa pienamente concentrare sui suoi compiti precipui ovvero la sicurezza dell'approvvigionamento energetico dell'Alto Adige, la produzione di energia rinnovabile e l'applicazione di prezzi socialmente sostenibili; 2. la SEL Spa persegua con maggiore decisione una buona e stretta collaborazione con i comuni e con le imprese energetiche attive in Alto Adige; 70 3. la SEL Spa non agisca più in concorrenza con i comuni per ottenere quote di piccole centrali idroelettriche e offra al prezzo di costo ai comuni partecipanti o interessati.le quote attualmente in suo possesso di queste centrali. ---------Die Südtiroler Elektrizitätsaktiengesellschaft SEL AG gehört zu 93,88 Prozent dem Land Südtirol und über die SELFIN GmbH zu 6,12 Prozent 102 Südtiroler Gemeinden und vier Bezirksgemeinschaften. Der Verwaltungsrat und das Amt des Präsidenten des Überwachungsrates der SEL AG sind vor wenigen Wochen neu besetzt worden; ebenso wird ein neuer Generaldirektor eingesetzt. Die Neuausrichtung muss jedoch über die personelle Neubesetzung der Gesellschaftsorgane hinausgehen. Vorausgeschickt, dass Wasser ein öffentliches Gut ist und die von der SEL AG aus der Wasserkraft und anderen Produktionsanlagen erwirtschafteten Gewinne der Südtiroler Bevölkerung zugute kommen, dass sich das Modell der Subsidiarität in nahezu allen Bereichen als erfolgreich erwiesen hat und dass eine angemessene Beteiligung der Standort- und Anrainergemeinden weiterhin gewährleistet sein muss, fordert der Südtiroler Landtag die Landesregierung auf, alle erforderlichen ordnungspolitischen und organisatorischen Schritte zu unternehmen, damit 1. die SEL AG sich voll auf ihre zentralen Aufgaben konzentrieren kann: die energetische Versorgungssicherheit Südtirols, die Produktion von erneuerbarer Energie und die Gewährung von sozialverträglichen Strompreisen; 2. die SEL AG verstärkt die gute und enge Zusammenarbeit mit den Gemeinden und mit den in Südtirol tätigen Energieunternehmen anstrebt; 3. die SEL AG sich nicht länger in Konkurrenz zu den Gemeinden um Anteile an Kleinkraftwerken bemüht und ihre derzeitigen Anteile an Kleinkraftwerken den beteiligten bzw. betroffenen Gemeinden zum Selbstkostenpreis zum Kauf anbietet. Ha chiesto la parola il consigliere Dello Sbarba sull'ordine dei lavori, prego. DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Anche sentendo altri consiglieri, chiedo se è possibile iniziare il dibattito domani. PRESIDENTE: Qualcuno è contrario a questa ipotesi? Nessuno. Accolgo quindi la richiesta. Prima di chiudere l’odierna seduta Vi comunico che in ordine al processo verbale della seduta precedente, messo a disposizione all’inizio dell’odierna seduta, non sono state presentate durante la seduta richieste di rettifica, per cui lo stesso, ai sensi dell’articolo 59, comma 3, del regolamento interno, si intende approvato. La seduta è chiusa. Ore 18.37 Uhr Es haben folgende Abgeordnete gesprochen: Sono intervenuti i seguenti consiglieri/le seguenti consigliere: ARTIOLI (18, 19, 52) BERGER (52, 53) BIZZO (21, 22, 28, 63) DELLO SBARBA (2, 13, 25, 26, 57, 69, 70) DURNWALDER (16, 17, 19, 27, 28, 29, 30) EGGER (49) HEISS (17, 18, 29, 40, 47, 62, 66) HOCHGRUBER KUENZER (46) KASSLATTER MUR (15, 32) KLOTZ (16, 28, 29, 39, 49) KNOLL (2, 23, 24, 32, 33, 45, 53) LAIMER (12, 24, 58) LEITNER (21, 28, 35, 40, 47, 55, 59) MAIR (15, 16) MINNITI (22, 39, 42) MUSSNER (18) NOGGLER (24, 25) PICHLER ROLLE (34, 36, 51, 53, 57, 61, 67, 69) PÖDER (13, 14, 20, 27, 28, 31, 56, 61) PRESIDENTE (25) SCHULER (17) SEPPI (2, 34, 37, 48) STOCKER S. (50, 66) THALER ZELGER (45) THEINER (19, 23) TINKHAUSER (31, 32, 62) TOMMASINI (13, 20, 41) URZÌ (19, 20, 26, 27, 30, 31, 36, 46) VEZZALI (50, 65, 67) WIDMANN (17, 18, 31, 32, 67)