Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Agenda Locale 21 Rapporto sulla sostenibilità dello sviluppo 2007 2a Versione EUROPA INFORM Europa Inform 1 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Il movimento della popolazione Introduzione Se il territorio è la base di partenza, una specie di campo da gioco, le sollecitazioni e le pressioni che riceve hanno distinte origini, primo tra tutti dal numero dei residenti, che con le loro attività, bisogni, domanda di servizi e stile di vita (consumi, mobilità…) interagiscono continuamente con l’ambiente circostante, dando luogo ad una molteplicità di impatti, cioè di ricadute, non sempre sufficientemente considerate dai singoli attori. Ma siccome la capacità di carico, potremo dire di sopportazione, di qualsiasi sistema ha sempre un limite, se non si vuole trasformarlo completamente, questo vale anche per il territorio. La sostenibilità, che come suggerisce il termine vuol dire la capacità di un processo di durare nel tempo, richiede di considerare il territorio e la natura come partner, con regole e tempi da rispettare, e non solo come risorse da sfruttare/utilizzare senza limite. L’ambiente insomma è una risorsa preziosa e un valore, ma solo fino a quando non subentra il degrado e l’impoverimento, cioè l’insostenibilità. A qual punto diventa un disvalore e un costo. Ma la popolazione è anche capitale umano, uno dei fattori decisivi per lo sviluppo di qualsiasi territorio. Indicatori Indicatori di pressione Residenti Residenti in crescita Dal 1951 al 2001, anno dell’ultimo censimento generale della popolazione, i residenti di Santarcangelo sono passati da poco più di 12 mila a quasi 19 mila, con una crescita di circa 130 unità l’anno, che in termini percentuali equivale ad un aumento, per l’intero mezzo secolo preso in considerazione, superiore al 51%. A partire dal 2002 e fino al 2006, l’incremento della popolazione subisce un’accelerazione e l’aumento medio annuo passa a 246 unità, totalizzando per l’intero quinquennio un + 6,4% (nello stesso periodo + 0,65% in Italia), equivalente, se questo ritmo dovesse continuare, al 13% circa per l’intero decennio ancora in corso, percentuale mai raggiunta prima e che al massimo, tra i censimenti 1991 e 2001, è stata del 9,5%. Europa Inform 2 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Al contrario di tanti comuni della costa, dove la popolazione, attratta dal turismo ed altre dinamiche economiche, ha avuto una forte crescita nell’immediato dopoguerra, per poi affievolirsi nei decenni successivi, a Santarcangelo è accaduto il contrario: infatti nei primi tre decenni, cioè fino al 1981, i residenti sono aumentati in media di circa 115 unità l’anno, negli ultimi due decenni del secolo scorso invece l’aumento si è avvicinato alle 150 unità l’anno, per crescere ulteriormente nei primi anni della nuova era. Come mostra grafico, con il tempo le donne diventano più numerose degli uomini, un fenomeno spiegabile con la loro maggiore longevità. Questa capacità crescente di Santarcangelo di richiamare nuovi residenti è ampiamente confermata dai dati sulla densità della popolazione, cioè dal numero di abitanti per kmq. (190 in Italia), passata da 354 del 1981 a 452 del 2006, valori ancora inferiori alla media provinciale e molto lontani da quelli della costa, ma che in termini di incremento percentuale rappresenta il salto più consistente. Santarcangelo: andamento popolazione residente, 1951-2006 25.000 2,0 18.943 19.503 15.974 Popolazione 15.000 1,8 1,6 17.286 1,4 12.525 1,2 1,0 10.000 0,8 Var.% media annua 20.000 20.207 20.381 19.807 19.991 0,6 5.000 0,4 0,2 0 0,0 1951 1981 1991 Fonte: Censimenti Istat e Anagrafe comunale 2001 2002 2003 2004 Var.% media annua Maschi Densità* della popolazione, 1981-2006 Superficie di Santarcangelo: 45,1 kmq 1981 1991 2001 Densità Santarcangelo 354 384 420 Densità prov. RN 469 485 511 Densità Comuni Costa 983 996 1027 * Abitanti per kmq Europa Inform 2005 2006 Femmine Totale 2006 Var % '06-'81 452 27,5 551 17,4 1087 10,5 3 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Un dinamismo della popolazione1 che non è una esclusiva di questo Comune, bensì un processo condiviso con tutta la Valmarecchia, che anzi negli ultimi anni ha ritmi di crescita perfino superiori, tanto è vero che tra il 2001 e il 2006, il peso di Santarcangelo sul totale della popolazione della vallata (34,5 mila abitanti nel 2006), pur rimanendo preponderante, è sceso dal 59,7 al 58,9%. Come cambia la popolazione Accertato l’aumento della popolazione diverse questioni hanno bisogno di un approfondimento. La prima è capire da dove vengono i nuovi residenti. In genere la popolazione cresce per due apporti, che possono avere anche segno contrario: un numero di nati superiore alle persone decedute (saldo naturale) e una quantità di arrivi da fuori (immigrati) maggiore di quanti hanno deciso di lasciare il comune (emigrati). Per Santarcangelo, negli ultimi cinque anni, solo un nuovo residente su cinque è il risultato di un saldo naturale positivo, che è già un valore alto se rapportato ad appena l’1% della media provinciale, mentre tutto il resto deve essere messo sul conto del saldo migratorio, non solo straniero. Un ritorno, il saldo naturale positivo, che per Santarcangelo rappresenta una inversione di tendenza da quando, nel 1983, risultò per la prima volta di segno negativo (-11) 2, rimanendo invariato per tutti gli anni novanta. E già da allora è stato il saldo migratorio a sostenere la crescita della popolazione, proveniente principalmente dalla costa e dalle colline riminesi, poi da Cesena, dal nord, dal centro e dal sud Italia, ma ancora pochi (meno di duecento) dall’estero3. L’aumento degli stranieri residenti c’è stato, da 155 del 1993 a 733 del 2006, rappresentando attualmente il 3,6% di tutti i residenti, ma siamo su valori ancora decisamente inferiori a quelli provinciali, dove sono vicini a quota 20 mila, pari al 6,7% dell’intera popolazione. Quelli presenti, ma non ufficialmente residenti, potrebbero però essere di più, intorno al migliaio. 1 Al 30 giugno 2007 la popolazione di Santarcangelo è salita a 20.461 (+80 su inizio anno, di cui i 4/5 dovuti al saldo migratorio) e quella immigrata a 890 (Fonte: Servizi Demografici). 2 In provincia di Rimini il saldo naturale diventa per la prima volta negativo nel 1985 (Quaderni del Circondario di Rimini n°7, Tab.3). 3 Città di Santarcangelo, Gli scenari dell’evoluzione economica e sociale, 1992 Europa Inform 4 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Santarcangelo: stranieri residenti 800 700 600 500 400 300 200 100 0 % pop. totale 733 Stranieri 3,6 366 155 1,9 0,9 1993 2001 4,0 3,5 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 2006 Fonte: Provincia di Rimini Residenti stranieri provenienti principalmente dall’Albania (181), dalla Cina (90), dal Marocco (74), dall’Ucraina (51) e dai paesi dell’ex Repubblica Jugoslava (36). La popolazione per zone L’evoluzione della distribuzione della popolazione residente tra i quartieri e le zone che compongono il territorio di Santarcangelo mettono subito in evidenza le aree di nuova espansione, quelle cioè che acquisiscono maggiori quote di popolazione e che sono, in modo particolare, Sant’Agata e Sant’Ermete. In pratica, due zone che sono ai alti opposti del Capoluogo. Capoluogo che conserva la maggioranza della popolazione, con una riduzione però di due punti percentuali in cinque anni. In discesa anche la quota di S.Vito, San Martino e in modo più lieve S.Michele. Popolazione per zona di residenza Zona 2006 % totale 2006 % totale 2001 Capoluogo 10.280 50,4 52,4 S.Vito-S.Giustina 2.006 9,8 11,5 Sant'Agata 1.613 7,9 4,5 Canonica 866 4,2 4,1 Montalbano 400 2,0 2,0 Ciola-Stradone 361 1,8 1,8 S.Michele 1.110 5,4 5,6 S.Martino dei M. 1.159 5,7 7,0 Sant'Ermete 2.586 12,7 11,2 TOTALE 20.381 100,0 100,0 Fonte: Anagrafe comunale Europa Inform 5 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Residenti per età e indici Se il numero e la dislocazione dei residenti è importante, non lo è meno la composizione per classi d’età, perché ad essa è legata la disponibilità di risorse umane per lo sviluppo e contemporaneamente la domanda di servizi, come pure l’organizzazione degli spazi urbani (per esempio, agli anziani fa bene e piace andare in bicicletta…se ci sono piste ciclabili sicure, ma nello stesso tempo per loro è disagevole non poter contare con negozi nelle vicinanze, ecc.). Santarcangelo non sfugge alla tendenza verso l’invecchiamento della popolazione, così mentre il peso percentuale dei giovani, sulla popolazione totale, in poco più di mezzo secolo scende vistosamente (dal 23 al 14%), al contrario quello degli anziani va oltre il raddoppio (dall’8 al 19%). Attualmente (2001) ci sono a Santarcangelo 3,31 anziani per bambino, un po’ meno della media provinciale che è di 3, 69, quando il comune più giovane è Verucchio con 2, 26. E come era immaginabile comincia a ridursi anche quella parte di residenti in età per lavorare, compresa cioè tra 15 e 64 anni, che dal 69 passa al 67% del totale. Vuol dire, per la crescita economica della città, che diventerà sempre più importante il tasso di attività, cioè quanti, in età per poter lavorare, parteciperanno realmente al mercato del lavoro, a cominciare dalle donne. Europa Inform 6 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Popolazione per classi d'età, 1951 8% 23% 69% 0-14 15-64 > 65 Popolazione per classi d'età, 2005 14% 19% 67% 0-14 15-64 > 65 Ma se Santarcangelo invecchia, tutto sommato va meglio della provincia di Rimini, come si vede dalla differenza nell’indice di vecchiaia e in tutti gli altri che in qualche modo sono collegati4. Significativo l’indice di ricambio della popolazione attiva, che sta a significare quanti giovani hanno l’età (poi non è detto che lo faranno) per entrare nel mondo del lavoro (15-19 anni) per ogni anziano che anagraficamente si avvicina all’età della pensione (6064 anni): a Santarcangelo, per ogni 136 che lasciano solo 100 potrebbero sostituirli. In provincia va peggio, ma questo vuol dire che a parità di domanda di occupazione è prevedibile che nel prossimo futuro si creeranno tensioni nel mercato del lavoro. Per rendersi conto del cambiamento, si consideri che solo nel 1994, a Santarcangelo, c’erano 100 giovani in età per entrare a lavorare per ogni 84 anziani che lo stavano lasciando. In poco più di un decennio la situazione si è completamente ribaltata. 4 Legenda: Indice di vecchiaia: popolazione da 65 anni in poi/popolazione da 0 e 14 anni x 100 Indice di dipendenza totale: (popolazione da 65 anni in poi + popolazione da 0 a 14 anni)/popolazione da 15 a 64 anni x 100 Indice di struttura della popolazione attiva: popolazione da 40 a 64 anni/popolazione da 15 a 39 anni x 100 Indice di ricambio della popolazione attiva: popolazione in età da 60 a 64 anni/popolazione da 15 a 19 anni x 100 Europa Inform 7 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Santarcangelo-P.di Rimini: indici a confronto, 2004 200 150 133 151 136 142 98 100 100 48 50 50 0 Vecchiaia Fonte: Provincia di Rimini Dipendenza Struttura Ricambio Santarcangelo P.di Rimini Sintesi aspetti chiave Dal 1951 al 2006, i residenti di Santarcangelo sono passati da poco più di 12 mila a 20 mila, con un aumento del 63%. A far crescere la popolazione è più l’immigrazione, da altre parti d’Italia e dall’estero, che le nascite. Dal 1993 a giugno del 2007, gli stranieri residenti sono passati da 155 a 890. La popolazione cresce soprattutto nella zona di Sant’Agata e Sant’Ermete. Anche a Santarcangelo la popolazione invecchia e i giovani diminuiscono, mettendo in serie difficoltà il mercato del lavoro locale, perché nei prossimi cinque anni non tutti quelli che lasceranno il lavoro per raggiunti limiti di età potranno essere rimpiazzati (uno su quattro resterà vacante). Le attività produttive Introduzione Le attività produttive comprendono tutte le attività economiche che danno luogo alla “produzione di beni e servizi” ed i cui diversi processi possono causare diverse pressioni sull’ambiente. Ciò dipende dalle tecnologie adottate, dalle tipologie e quantità di materie prime, dalle emissioni idriche e in atmosfera, dalla produzione di rifiuti e dal consumo di energia. Inoltre, alcune attività produttive possono essere rischiose per la sicurezza dei lavoratori e per la popolazione che risiede nelle vicinanze degli stabilimenti: è il caso delle “aziende a Europa Inform 8 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO rischio di incidente rilevante” (D.Lgs. 334/995). Oppure hanno bisogno di autorizzazioni particolari per le loro emissioni in atmosfera (DPR 203 del 1988 e seguenti). Infine non va trascurato l’incidenza dell’edificato ad uso produttivo (occupazione del suolo) correlato alle infrastrutture (strade, parcheggi, scali merci, magazzini, ecc.). Indicatori Indicatori di pressione Attività produttive Aziende autorizzate ad emissioni in atmosfera Turismo Indicatori di risposta Imprese con sistema di gestione ambientale Imprese e attività produttive Al pari della popolazione, anche le attività produttive sorte o insediatesi nel comune di Santarcangelo negli ultimi decenni sono in costante aumento e con loro il numero degli addetti. Dal 1981 al 2001, confrontando due censimenti dell’industria e dei servizi, che garantiscono un confronto tra dati omogenei, le unità locali6 di imprese e istituzioni, ma queste ultime ne rappresentano una minima parte (nell’ultimo censimento 116 in tutto), sono cresciute da 1.277 a 2.004, cioè complessivamente del 57 %. A fine 2006, anche se questa volta i dati non sono immediatamente comparabili con quelli dei censimenti, le unità locali delle imprese attive (sono escluse le istituzioni e quelle agricole) registrate dalla Camera di Commercio di Rimini sono salite a 2.094, con un ulteriore balzo del 5% circa (con le u.l. agricole il totale diventa 2.462). In termini di densità vuol dire il passaggio, nell’arco di venticinque anni, da 8 a 10 unità locali ogni cento residenti, ed in rapporto alla superficie da 28 a 46 unità locali per kmq. Resta da osservare che Santarcangelo contribuisce al 6,9 % della popolazione provinciale e leggermente meno (6,2%) al totale delle imprese provinciali attive. Parallelamente sono aumentati anche gli addetti complessivi, delle imprese e delle istituzioni, da 4.866 del 1981 a 7.126 del 2001, pari ad un incremento del 46%, percentuale leggermente inferiore a quella delle unità locali. Vuol dire, tra l’altro, una riduzione della dimensione media delle unità locali da 3,7 a 3,5 addetti. 5 Un’azienda è definita a rischio di incidente rilevante quando detiene sostanze pericolose (tossiche, infiammabili, esplosive, ecc.) 6 Per Unità locale deve intendersi “il luogo variamente denominato (stabilimento, laboratorio, negozio, albergo, studio professionale, ecc.) in cui si realizza la produzione di beni e servizi destinabili o non destinabili alla vendita”. Europa Inform 9 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Unità Locali per kmq 50 40 30 20 28 31 1981 1991 44 46 2001 2006 10 0 Fonte. Elaborazione dati Istat e CCIAA Infatti, nella struttura produttiva di Santarcangelo a prevalere sono le micro aziende, cioè unità produttive con meno di dieci addetti, che rappresentano il 93% di tutte le imprese (escluse le istituzioni) presenti nel territorio. Tante microimprese, ma tre punti in meno dello stesso dato provinciale che arriva al 96%. E’ pur vero però che oltre la metà del folto gruppo delle micro imprese si ferma ad un addetto, in pratica il titolare, e che questo insieme copre ben il 55% dell’universo delle imprese. In ogni caso, la miniaturizzazione delle aziende non è un fenomeno unico di Santarcangelo, ma riguarda tutta la provincia, per non dire l’Italia. Le imprese medie e grandi, con un numero di addetti che supera le 50 unità, sono in tutto 13 e rappresentano lo 0,8% del totale, non tanto ma qualcosa in più della stessa tipologia provinciale ferma allo 0,3%. In sostanza, pur prevalendo le micro imprese, Santarcangelo vanta, in proporzione e rispetto alla provincia, una presenza maggiore di imprese piccole, medio e grandi, cioè delle classi leggermente più grandi. Come è facile attendersi la ripartizione degli addetti non è la stessa: nelle micro imprese lavorano il 51% degli addetti, nelle piccole il 33%, nelle medie-grandi il restante 16%. Santarcangelo: imprese e addetti, 1981-2006 8000 6000 4000 2000 0 1981 1991 2001 2006 0 1.241 1.819 1.724 Unità locali 1.277 1.403 2.004 2.094 Addetti 4.866 5.187 7.126 0 Imprese Fonte: Istat, Censimenti e CCIAA di Rimini Europa Inform 10 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO NB: lo 0 del grafico sta per dato Non disponibile (Nd). Imprese per classe di addetti, 2001 Dimensione Classe addetti Santarcangelo % totale P.di Rimini % totale Micro 1 953 54,6 17.150 56,0 2 317 18,2 6.308 20,6 3-5 266 15,2 4.516 14,7 6-9 92 5,3 1.346 4,4 Piccole 10-15 56 3,2 673 2,2 16-19 17 1,0 199 0,6 20-49 31 1,8 328 1,1 Medie 50-99 9 0,5 67 0,2 100-249 3 0,2 33 0,1 Grandi > di 250 1 0,1 14 0,0 TOTALE 1.745 100,0 30.634 100,0 Fonte: Elaborazione dati Istat Nel trascorso dell’ultimo ventennio del secolo scorso ad affermarsi, creando anche nuove opportunità di lavoro, sono state le attività dei servizi, un insieme molto eterogeneo, gli alberghi e la ristorazione, le costruzioni e l’industria manifatturiera. Quest’ultima copre, nel 2001, il 14% di tutte le imprese ma occupa il 31% degli addetti. Al contrario, il commercio partecipa al 32% delle unità locali e da lavoro al 29% degli occupati. Interessante il fenomeno delle costruzioni: nonostante un consistente aumento delle unità locali l’occupazione è rimasta stabile. Impresa possibile solo con una frantumazione e sostituzione di precedenti imprese, con unità più piccole, lasciando invariati gli addetti. Un fenomeno diffuso e conseguenza della disarticolazione del ciclo delle costruzioni, affidato sempre di più a piccole squadre autonome e specializzate. Consistente anche l’aumento delle unità dei servizi, cui non corrisponde però un pari incremento degli addetti. Unità locali delle imprese (senza istituzioni) e addetti per settore di attività Settori 1981 2001 Var % Var % Addetti Unità L Addetti UL Addetti Agricoltura 5 12 6 59 20 391 Ind. Manifatturiera 196 1.605 262 1.961 34 22 Energia, gas e acqua 6 31 4 24 -33 -22 Costruzioni 154 596 248 598 61 0,3 Commercio e riparazioni 548 1.167 606 1.779 10 52 Alberghi e pubblici es. 48 114 90 327 87 187 Trasporti e comunicaz. 127 300 128 281 1 -6 Credito e assicurazioni 53 146 50 135 -6 -7 Altri servizi* 140 895 494 1.197 253 34 TOTALE 1.277 4.866 1.888 6.361 48 31 Fonte. Istat, Censimenti industria e servizi * Comprende attività immobiliari, informatica, Pubblica Amministrazione, sanità e servizi sociali Unità L Europa Inform 11 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Dal 2001 al 2006 la crescita delle unità locali è proseguita, compreso il manifatturiero, in particolare nell’industria alimentare e nella lavorazione di metalli non metalliferi, nelle costruzioni e nelle attività immobiliari, nel credito, in specifico nell’intermediazione finanziaria e monetaria, negli alberghi e ristoranti, nei servizi sociali e nel commercio al dettaglio, mentre cede quello all’ingrosso. Complessivamente l’aumento delle unità locali è stato dell’11% e presumibilmente anche gli addetti, magari meno, saranno cresciuti. Unità locali delle imprese per settore di attività 2001-2006 Settori Unità locali Var % 2001 2006 UL Ind. Manifatturiera 262 323 23 Energia, gas e acqua 4 4 0 Costruzioni 248 346 40 Commercio e riparazioni 606 683 13 Alberghi e pubblici es. 90 103 14 Trasporti e comunicaz. 128 146 14 Credito e assicurazioni 50 66 32 Altri servizi 494 423 -14 TOTALE 1.882 2.094 11 Fonte. Istat, Censimento industria e servizi, e CCIAA La distribuzione delle imprese per forma giuridica, escluso l’agricoltura, mostra un leggero spostamento verso forme meglio strutturate: sono infatti società di capitale il 15% (rispetto al 14% in provincia), di persona il 27% (28% in provincia) e ditte individuali il 57% (55 % in provincia). Società di capitale più presenti però nell’industria manifatturiera, dove arrivano al 20%, e meno nel commercio, dove si fermano al 10%, cioè la metà. Europa Inform 12 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Santarcangelo: settori economici con il maggior numero di UL, 2002-2006 Settori 2002 2004 2006 Ind. Manifatturiera 315 328 322 di cui: Industrie alimentari e delle bevande 51 57 64 Fabbric. e lav. prod. metallo 48 53 44 Fabbric. mobili 31 30 29 Industrie tessili e dell'abbigliamento 31 28 26 Fabbric. macchine ed appar. mecc 29 27 27 Fabbric. prodotti lavoraz. min. non metallif. 20 24 23 Ind. legno, esclusi mobili 21 21 22 Fabb. carta, editoria, stampa e riprod. 27 20 22 Fabbric. di macchine ed appar. elettr 32 18 19 Costruzioni 284 323 346 Comm. ingr. e dett. - rip. beni 686 687 683 di cui: Comm. dett. escl. autov 327 357 365 Comm. ingr. e interm. del comm 228 221 218 Comm. manut. e rip. autov. e motocicli 92 109 100 Alberghi e ristoranti 95 99 103 Trasporti, magazzinaggio e comunicaz. 143 135 146 di cui:Trasporti terrestri - trasp. mediante condotta 125 121 126 Attiv. immob., noleggio, informat., ricerca 214 245 281 di cui: Attivita' immobiliari 90 112 150 Altre attivita' professionali e imprendit. 80 94 93 Informatica e attivita' connesse 30 33 33 Altri servizi pubblici, sociali e personali 94 105 108 Sub totale 1.911 1.922 1.989 TOTALE UL (escluso agricoltura) 1.940 2.021 2.094 Fonte: CCIAA di Rimini Var % UL 2002-2006 2,2 25,5 -8,3 -6,5 -16,1 -6,9 15,0 4,8 -18,5 -40,6 21,8 -0,4 11,6 -4,4 8,7 8,4 2,1 0,8 31,3 66,7 16,3 10,0 14,9 4,1 7,9 Le aziende autorizzate ad emissioni in atmosfera Il DPR 203 del 1988 impone a tutte le attività economiche e agli impianti che producono emissioni in atmosfera di fare richiesta di autorizzazione alla rispettiva Provincia (su delega della Regione). Un successivo decreto del ’91, entrato in vigore nel giugno del ’99, introduce poi procedure semplificate per attività di inquinamento ridotto o poco significativo come: laboratori odontotecnici, officine riparazioni veicoli, laboratori orafi, eliografie, ecc. Nell’aprile del 2007, le aziende attive nel Comune di Santarcangelo che hanno fatto richiesta e ottenuto la prevista autorizzazione dai competenti Uffici provinciali sono in tutto 69, di cui 5 per inquinamento ridotto. Tra le presenze più numerose si segnalano le carrozzerie e gli allevamenti di polli. Europa Inform 13 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Santarcangelo: autorizzazioni alle emissioni in atmosfera DPR 203 del 1988 e seguenti Settore DPR 203 DPR ' 91 Falegnameria 2 Trasformazione materie plastiche 3 Carrozzerie 7 Allevamento polli 7 Calzaturiero 1 Produzione leganti idraulici 1 Produzione calcestruzzo 2 Costruzione impianti di sollevamento 1 Lav.lamiere e saldatura 1 Tipografia 2 Costruzione macchine 1 Recupero metalli 1 Carpenteria meccanica 1 Lavanderia industriale 1 Verniciatura serramenti 1 Stampa su tessuti e oggettistica 1 Fornace/laterizi Produzione circuiti elettronici stampati 1 Costruzione furgonature 1 Progettazione e montaggio insaccatrici 1 Produzione serramenti in legno 1 Altri 27 TOTALE 64 Fonte: Servizio Ambiente della Provincia di Rimini, aprile 2007 1 1 1 2 5 L’attività di controllo del rispetto della normativa viene esercitata, in collaborazione con la Provincia, dalla stazione provinciale dell’Arpa. Il turismo La capacità ricettiva La notorietà conquistata con il Festival del Teatro in Piazza, la crescente valorizzazione del patrimonio storico, monumentale, naturale e paesaggistico ha visto Santarcangelo diventare sempre di più una meta turistica, come testimonia l’apertura di nuovi esercizi ricettivi e una crescente disponibilità di posti letto, minata di recente dalla sospensione dell’attività dell’unico campeggio presente. Aumenta l’offerta ricettiva ma migliora anche la qualità. Perché se nel 1993, dei quattro alberghi in attività due erano di tre stelle ed uno ciascuno di due ed una stella, nel 2006 tre sono di quattro stelle ed uno ciascuno di tre e due stelle. C’è stato cioè un passaggio verso categorie superiori. Europa Inform 14 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO La capacità ricettiva di Santarcangelo Tipologia esercizi 1993 2000 2006 Alberghi n° esercizi 4* 4* 5 posti letto 137 152 Campeggi n° esercizi 1 Non attivo posti letto 100 Alloggi privati n° esercizi 2 posti letto 17 Bed&Breakfast n° esercizi 5 posti letto 16 Case per vacanze n° esercizi 1 posti letto 2 Affittacamere n° esercizi 4 posti letto 35 Agriturismo n° esercizi 1 posti letto 20 Totale esercizi 4 7 16 posti letto nd 254 225 Fonte:Prov.di Rimini e Uff. Attività Economiche di Santarcangelo Il movimento turistico Tutto questo a fronte di un movimento turistico che è cresciuto, ma che negli ultimi anni sembra essersi come fermato, in termini di presenze, cioè di notti trascorse in strutture ricettive, con qualche caduta non trascurabile come è capitato nel 2005, mentre la Riviera manteneva complessivamente i suoi numeri. A parziale consolazione si può aggiungere che lo stesso è capitato a tutti gli “altri comuni” non costieri della provincia, a testimonianza forse che la valorizzazione di questa parte del territorio ha ancora molta strada da fare. Meno marcate invece le oscillazione degli arrivi, cioè del numero delle persone che si fanno presenti, che mostrano una tendenza positiva, anche quando le presenze scendono. Questo deve far riflettere sul modo in cui le tante risorse presenti sul territorio sono offerte e comunicate. In ogni caso se si pensa che in Riviera, nel 2006, sono arrivati quasi 3 milioni di visitatori e le presenze hanno superato i 15 milioni, è evidente che le cento mila presenze collezionate dagli “altri Comuni”, compreso Santarcangelo che da solo copre più di un terzo di questo totale, sono ancora ben poca cosa (appena lo 0,6%) e ci sono tutte le potenzialità per crescere in modo significativo. Europa Inform 15 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO 2004 Fonte: Uf f. Statistica Provincia di Rimini 2005 38.204 13.366 2003 12.450 2002 33.506 41.814 41.428 10.588 2001 10.689 2000 9.739 3.580 17.805 18.687 4.979 45.000 40.000 35.000 30.000 25.000 20.000 15.000 10.000 5.000 0 30.485 Movimento turistico di Santarcangelo 2006 Arrivi Presenze L’imprenditorialità locale Le imprese nascono e crescono se dietro ci sono persone con la voglia e la capacità di intraprendere. Negli ultimi cinque anni l’imprenditorialità di Santarcangelo si è arricchita di 217 unità, circa 43 nuovi imprenditori l’anno, raggiungendo a fine 2005 il totale di 3.315 imprenditori (tra titolari, soci, amministratori, ecc.), che equivale al 16% della popolazione residente, a fronte di una media provinciale del 18%. In rapporto al totale delle aziende (2.088 comprese quelle agricole) si tratta di 1,5 imprenditori per impresa attiva (1,6 in provincia). Divisi per settori, il 12% degli imprenditori esercita la propria attività in agricoltura, il 31% nell’industria ed il resto, il 56%, nei servizi, dove primeggiano il commercio e le attività immobiliari. Circa un imprenditore su quattro appartiene al genere femminile (in provincia il 28%), ma erano qualcosa in più cinque anni prima, ed il 5% sono stranieri (6% in provincia). Fatto uguale a cento il totale degli imprenditori attualmente attivi, 13 fanno risalire l’ingresso nel mondo dell’impresa in epoca precedente il 1979, 57 sono entrati tra il 1980 e il 1999, e 30 negli ultimi cinque anni (33 in provincia). Tradotto in classe d’età, si osserva una maggioranza di imprenditori (52%) concentrati nella fascia centrale 30-49 anni, tre punti percentuali in più del valore provinciale, e qualcosa in meno in quelle più avanzate. Europa Inform 16 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Santarcangelo: Imprenditoria attiva 3.500 3.000 2.500 2.000 1.500 1.000 500 0 3.315 3.098 3.161 3.200 3.242 Imprenditoria Donne 779 2001 790 2002 780 2003 782 2004 806 2005 Fonte: CCIAA di Rimini % sul totale Imprenditori per classi d'età, 2005 60 Santarcangelo 50 P.di Rimini 40 30 20 10 0 < 18 anni 18-29 anni 30-49 anni 50-69 anni > 70 anni Fonte. CCIAA di Rimini Imprese con sistema di gestione ambientale Un modo per diminuire o annullare la pressione che una attività esercita sull’ambiente circostante è quello di dotarsi di un Sistema di Gestione Ambientale (SGA), cioè di una organizzazione interna particolarmente attenta a prevenire e ridurre gli impatti ambientali, eventualmente da certificare (accreditare) secondo le norme internazionali (ISO 14001), oppure europee (EMAS II), più accreditate. Percorso intrapreso dalle tre Aziende sotto elencate, che rispetto alle 2.094 unità locali di imprese presenti a Santarcangelo a fine 2006 (escluso quelle agricole) rappresentano appena lo 0,14%, cioè 1,4 ogni mille unità locali. Non va certamente meglio in provincia di Rimini dove le unità aziendali e le unità di istituzioni pubbliche in possesso, alla stessa data, della stessa certificazione ISO 14001 sono in tutto 52, cioè qualcosa come lo 0,13% del totale. In tutta l’Emilia Romagna, a fine febbraio 2007, le aziende certificate ISO 14001 sono 945 (in Italia 10.384) e coprono lo 0,27% del totale, cioè il doppio della media locale. Europa Inform 17 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Santarcangelo: aziende con Sistemi di Gestione Ambientale certificati Marzo 2007 Azienda CABE S.R.L. Attività Attività estrattiva e lavorazione di inerti per l'edilizia Estrazione argilla con mezzi meccanici, RIPA BIANCA S.p.A. stoccaggio argilla e altre materie prime in cumuli, produzione di laterizi TNT Global Express S.p.A. Erogazione di servizi di corriere espresso nazionale, internazionale per ritiro, trasporto e consegna plichi e merce Fonte: Sincert Certificazione ISO 14001 ISO 14001 ISO 14001 Sintesi aspetti chiave Dal 1981 a fine 2006 le unità locali produttive di beni e servizi sono cresciute da 1.277 a 2.094 con un balzo del 64%. In termini di densità vuol dire il passaggio, nell’arco di venticinque anni, da 8 a 10 unità locali ogni cento residenti, ed in rapporto alla superficie da 28 a 46 unità locali per kmq. A prevalere sono le micro aziende, cioè le attività con meno di nove addetti, che rappresentano ben il 93% di tutte le imprese presenti nel territorio. Le imprese medie e grandi, con un numero di addetti che supera le 50 unità, sono in tutto 13 e rappresentano appena lo 0,8% del totale. Diversa la ripartizione degli addetti: la metà nelle micro imprese, un terzo nelle piccole e il resto in quelle medio-grandi. Ad affermarsi, nell’ultimo ventennio del secolo scorso, sono state le imprese dei servizi, gli alberghi e la ristorazione, le costruzioni e l’industria manifatturiera. Quest’ultima copre il 14% di tutte le imprese ma occupa il 31% degli addetti. Negli ultimi cinque anni è cresciuta l’industria alimentare e dei metalli non metalliferi, di nuovo le costruzioni e le attività immobiliari, il commercio al dettaglio ma non quello all’ingrosso. La ricettività turistica è passata da 4 a 16 esercizi testimoniando una crescente, anche se ancora limitata, capacità di attrazione di nuovi visitatori. Stasi invece nelle presenze, anche con qualche preoccupante retrocessione. A fine 2005 sono attivi 3.315 imprenditori, pari al 16% della popolazione residente, di cui un quarto donne. In totale si tratta di 1,5 imprenditori per impresa del territorio. Poche, tre in tutto, cioè 1,4 ogni mille attive, le aziende con SGA certificati, cioè attente a prevenire e ridurre i propri impatti ambientali. Europa Inform 18 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO L’agricoltura Introduzione Agricoltura vuol dire non solo prodotti, pur importante, ma anche spazio rurale, paesaggio, architettura, tradizioni e storia. Consuma risorse (acqua) ma è anche una risorsa economica e culturale e un presidio importante per la difesa del territorio (si pensi alle piccole sistemazioni idrauliche, la manutenzione dei boschi, gli avvistamenti dei principi di incendio, ecc.). Come tutte le attività può inquinare (se utilizza troppi fertilizzanti, in particolare prodotti con azoto e fosforo, e sostanze chimiche7), oppure può aiutare la natura a preservarsi scegliendo modi e forme di produzione più compatibili con l’ambiente. Il turismo è il naturale mercato di sbocco di molti suoi prodotti, a cominciare da quelli tipici, se tra i due si stabilisce un dialogo incentrato su obiettivi comuni di rispetto, preservazione e valorizzazione dell’ambiente, urbano e rurale insieme. Indicatori Indicatori di pressione Superficie e aziende agricole Indicatori di stato Paesaggio identitario Superficie e aziende agricole I censimenti registrano i cambiamenti, ma non è certamente una novità constatare anche visivamente la perdita progressiva di superficie agricola e il suo utilizzo per altri fini. Negli ultimi trent’anni del secolo scorso la superficie agricola, totale (SAT) e utilizzata (SAU), di Santarcangelo è scesa del 17% nel primo caso e del 24% nel secondo, mentre le aziende agricole hanno perso circa un terzo della loro consistenza numerica (da 962 a 662)8. Un calo delle aziende che ha comportato però un piccolo miglioramento della SAU per unità produttiva, salita da 3,3 ettari a 3,6 ettari, a fronte dei 4,5 ettari della media provinciale e dei 10,3 ettari di quella regionale. In verità più che di aziende, salvo eccezioni, sarebbe più appropriato parlare di produzioni per l’autoconsumo familiare (delle 2,5 mila aziende agricole attive nel 2006 in provincia di Rimini solo 27 sono di capitale ed il resto quasi tutte individuali), dove crescono (in ettari) le coltivazioni ortive, l’ulivo e gli 7 In provincia di Rimini, solo di fertilizzanti chimici, si applicano ai suoli agricoli 1.500 ton/anno di azoto e 456 ton/anno di fosforo. Comprese le altre attività di concimazione (letame, fanghi, ecc.) finiscono al suolo 2.049 ton/anno di azoto e 754 ton/anno di fosforo (RER, Piano tutela delle acque 2003, pag. 71). I valori medi di azoto e fosforo di origine agricola a livello regionale sono generalmente superiori ai valori medi italiani ed europei. Il “surplus di azoto” risulta pari a 48 Kg/ha, a fronte di un dato medio nazionale di 37 Kg/ha. Analoghe differenziazioni si verificano per il surplus di fosforo, pari in media nella Regione a 36,2 Kg/ha. Infine, il consumo medio di fitofarmaci stimato per l'agricoltura convenzionale è pari a 12,2 kg/ha, un valore di notevole entità anche se in diminuzione (Programma Regionale di Sviluppo Rurale 2007-2013, pag.22). 8 Dal 1970 al 2000, le aziende agricole in Emilia Romagna sono scese da 198 mila a 108 mila unità, con un calo del 45%. Europa Inform 19 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO alberi da frutti (in particolare peschi), ma diminuiscono tutte le altre, in particolare quelle cerealicole, foraggere e la vite, che quasi si dimezza.. Principali coltivazioni 1971 30 300 969 435 361 Cereali 216 Coltivazioni ortive Foraggere Vite Olivo Fruttiferi Principali coltivazioni 2000 338 74 825 223 225 Cereali Foraggere Olivo 290 Coltivazioni ortive Vite Fruttiferi La SAT è diminuita meno della SAU perché nel frattèmpo è aumentata significativamente la superficie a boschi, passata da 4 a 209 ettari (comprende fustaie e cedui che si tagliano periodicamente) tra il 1971 e il 2000. Una risorsa che potrebbe fare il pari con la diminuzione di altre destinazioni d’uso. In sintesi, in rapporto all’intero territorio comunale (45,1 kmq), la superficie agricola totale è scesa dal 77 al 64%, ed è ragionevole pensare che questo processo non si sia arrestato. In ogni caso occupa ancora la quota maggioritaria della superficie del comune. Europa Inform 20 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Santarcangelo: aziende e superficie agricola 4000 3.478 3500 Ettari/Ha 3000 3.155 3.148 2.869 3.202 2.872 2500 2.664 2000 2.440 1500 1000 962 919 856 662 500 0 4 1971 82 7 1981 1991 N° aziende Fonte: Istat, Censimenti SAT SAU 209 2000 Superficie a boschi Se poi alla discesa della superficie agricola totale si contrappone la popolazione, che al contrario è aumentata, appare più evidente la diminuzione della dotazione per residente, che si è ridotta da 2,3 a 1,5 mila mq , in assoluto di un terzo. In ogni caso ben superiore a quella che caratterizza i Comuni costieri. mq/ab Superficie agricola per residente 2.500 2.000 1.500 1.000 500 0 n Sa a el o ari ng el l a B c tar 1970 2000 Rim ini a A. ne l ic ci o no tto c a i a s R C Mi Fonte: Elaborazione Censimenti Istat Uguale invece al livello regionale lo scarso ricambio generazionale, ovvero la capacità del settore di attrarre giovani ad intraprendere l’attività agricola, al momento “riservata” prevalentemente agli ultra-cinquantenni. Europa Inform 21 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Il Programma Rurale Integrato Provinciale 2007-2013 (PRIP), che segue il Programma Rurale di Sviluppo Regionale (PRSR), dovendo partire dalle specificità locali potrebbe essere lo strumento idoneo per riposizionare l’agricoltura nel contesto di nuove strategie di sviluppo locale, rendendolo anche più attrattivo per i giovani, come prevede il programma stesso. Perché le aziende condotte dai giovani agricoltori oltre a presentare prospettive di maggiore vitalità ottengono anche più elevati indici di efficienza nell’utilizzo dei fattori produttivi e di redditività del lavoro agricolo. Paesaggio identitario: l’ambito agricolo e insediativo di crinale fra Marecchia e Uso Scrive la relazione sul Sistema Ambientale per il nuovo PTCP: “ Il crinale che corre a sinistra della Valmarecchia e separa le valli dei Fiumi Marecchia ed Uso – che poi si fondono assieme nella pianura alluvionale - ha inizio sotto la rupe di Torriana, e si conclude con l’abitato di Santarcangelo di Romagna, che ne ha utilizzato la parte più alta per insediarvi il nucleo fondamentale e alcuni degli edifici più rappresentativi. Il rilievo morfologico, in tutto il suo svilupparsi e nell’articolarsi fra tessuti edilizi e tessuti agricoli, conserva su entrambi i versanti un ordine, una trama, una qualità insediativa che lo caratterizzano fortemente e ne fondano le qualità identitarie”. Sintesi aspetti chiave Dal 1970 al 2000, la SAT e la SAU sono diminuite rispettivamente di 609 ettari (da 3.478 a 2.869) e di 762 ettari (da 3.202 a 2.440) E’ invece aumentata la superficie boschiva, da 4 a 209 ettari Le aziende agricole da 962 sono scese a 662, con la perdita di un terzo circa Considerando la crescita dei residenti, la superficie agricola pro capite si è ridotta di un terzo Scarso il ricambio generazionale, ovvero la capacità del settore di attrarre giovani ad intraprendere l’attività agricola Lo spazio agricolo, in particolare quello compreso tra le valli dei Fiumi Marecchia ed Uso, conserva forti elementi identitari da preservare. Europa Inform 22 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO LA CULTURA Introduzione Se l’economia del futuro è sempre di più fondata sulla conoscenza e la creatività, e se il capitale umano è il più potente motore di crescita, superando in importanza macchine e materie prime (il fondatore della Microsoft non ha avuto bisogno di questi fattori per rivoluzionare il mondo della produzione e della comunicazione), non è difficile pensare che la cultura che fa da sfondo alla conoscenza sia anch’essa un importante fattore di sviluppo, non solo individuale ma anche economico e sociale. Non solo la cultura presente o da acquisire, ma anche quella presente da valorizzare. Uno studio della Commissione Europea rivela che il 20% dei turisti che visitano l’Europa rispondono a motivazioni prevalentemente culturali e che ben il 60% dei turisti sono comunque interessati, nei loro viaggi, a scoperte di tipo culturale. E mediamente un turista culturale spende di più di uno generico. Da qui la decisione di inserire un capitolo sul ruolo che attualmente la cultura ricopre e sulle sue potenzialità future. Indicatori Indicatori di stato Biblioteca Musei Festival del Teatro La Biblioteca La Biblioteca rappresenta forse la prima offerta e frequentazione di un luogo che ha come missione la divulgazione, tramite libri e documenti, ultimamente anche in formato elettronico, della conoscenza e della cultura in senso lato. Nel 2006, dopo la Biblioteca Gambalunga di Rimini e il Centro della Pesa di Riccione, quella di Santarcangelo è la terza in provincia per volume di prestiti (15.071) ed iscritti attivi (2.353), che hanno cioè preso in prestito almeno un libro nel corso dell’anno. Sale invece al secondo posto, tra le 12 biblioteche della provincia, superata solo da quella di Cattolica, nel rapporto tra iscritti attivi e numero di abitanti, che diventa di nuovo un terzo posto, questa volta dopo Coriano e Cattolica, se si considera invece il numero dei prestiti per abitante. Come si nota in tabella gli indici di efficacia della Biblioteca di Santarcangelo superano largamente la media provinciale, ma anche quelli delle province di Ravenna (escluso i prestiti per abitante) e Forlì-Cesena. In sintesi vuol dire che a Santarcangelo si legge un po’ di più del resto della provincia e anche di tante località della Romagna. Europa Inform 23 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Prestiti e iscritti della Biblioteca Comunale, 2003-2006 2003 2004 10.418 12.241 8.762 9.394 1.672 1.996 3.339 nd Indici di efficacia Iscritti attivi/abitanti nd 10,08 Prestiti/abitanti nd 0,62 Iscritti attivi/abitanti RN nd 5,80 Prestiti/abitanti RN nd 0,44 Fonte: Rete Bibliotecaria di Romagna Prestiti Iscritti storici Iscritti attivi Consult. Internet+CD 2005 13.378 9.285 2.190 5.318 2006 15.071 9.789 2.353 4.775 11,06 0,68 6,47 0,49 11,55 0,74 6,55 0,51 I Musei Comunali A testimonianza del peso, culturale ma anche economico, del sistema museale nazionale c’è da dire che i visitatori paganti sono in crescita almeno dagli anni novanta, avendo oggi superato il numero dei 15 milioni. I ricavi sono aumentati con la vendita dei biglietti ma soprattutto con l’offerta di servizi aggiuntivi come vendita di libri e gadget, visite guidate, audio guide, caffetteria e ristorazione, ecc. (negli ultimi anni, nel Museo della Città di Rimini, il Bookshop incassa il doppio della biglietteria). Dato il contesto, l’istituzione quindi, avvenuta nel 1996, dell’Istituto dei Musei Comunali, incaricato di gestire il Museo degli Usi e Costumi della Gente di Romagna (MET) e il Museo Storico Archeologico (MUSAS), ha dotato Santarcangelo non solo di due importanti spazi di divulgazione socio-culturale, ma anche di un significativo, e non usuale per un Comune di medie dimensioni, strumento economico ed occupazionale. In sei anni, dal 2000 al 2006, gli utenti sono cresciuti del 78%, in particolare nell’ultimo anno, grazie in particolare ai visitatori delle quattro esposizioni organizzate (Cagnacci, Clemente XIV, Boschetti e Pipe, cappelli e scherzi). I dati tuttora disponibili non consentono di conoscere l’origine dei visitatori, e quindi di capire il raggio d’influenza, o se vogliamo il bacino di utenza dei due Musei, ma una quota sicuramente è da imputare ai turisti che visitano Santarcangelo e la Riviera. Ma questo consente anche di dire che rispetto agli oltre 2,8 milioni di visitatori annuali della Costa, la percentuale è ancora minima. Purtroppo un ragionamento analogo (ridotto numero di visitatori in rapporto al potenziale mercato) vale per tutti gli altri Musei della provincia, a cominciare dal comune capoluogo. Europa Inform 24 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Utenti dei Musei Comunali MET+MUSAS 2000 2001 2002 2003 Ingressi esposizioni MET+MUSAS 6.604 3.470 2.775 3.016 Servizi (lab.e didattica museale) 185 1.566 2.324 1.904 Altre esposizioni e rassegne 2.697 4.492 2.498 2.434 TOTALE 9.486 9.528 7.597 7.354 Fonte: Istituto dei Musei Comunali 2004 2005 2006 2.576 3.722 3.204 2.041 905 1.039 4.298 5.727 12.641 8.915 10.354 16.884 La denominazione servizi comprende un’attività importante di divulgazione ma anche di educazione: la didattica museale, rivolta prevalentemente alle scuole materne ed elementari, che coinvolge un numero variabile tra quattrocento ed oltre settecento studenti l’anno. Scuole di Santarcangelo e della provincia di Rimini, ma provenienti anche della Repubblica di San Marino e da comuni limitrofi come Savignano, Sogliano, Cesenatico e San Mauro Pascoli. Didattica museale 2002-2007 n° Studenti 2002/03 2003/04 2004/05 2005/06 2006/07 Scuola Materna 54 143 273 169 108 Scuola Elementare 365 451 308 240 454 Scuola Media 108 51 94 0 25 Scuola Superiore 0 68 0 0 0 Totale studenti 527 713 675 409 587 Fonte: Istituto dei Musei Il Festival del Teatro di Piazza Arrivato alla 37a edizione, il Festival del Teatro di Santarcangelo è diventato un appuntamento quasi istituzionale, non solo per il Comune che l’ospita, ma probabilmente per l’intera provincia. Rappresenta un pezzo importante dell’offerta culturale estiva, oltre ad una opportunità di incontro, e un volano per l’economia ricettiva locale (nel 1998 si stimò la spesa complessiva dei visitatori per l’intera manifestazione in una cifra compresa tra 1,5 e 1,9 miliardi delle vecchie lire). I dati degli ultimi dieci anni, a parte qualche leggera oscillazione, evidenziano un numero di presenze paganti per edizione grosso modo costanti, in media circa 7 mila pari a poco meno di 700 al giorno, con una certa perdita di internazionalità, almeno in termini di operatori teatrali esteri presenti. Secondo alcune indagini sul pubblico di Santarcangelo dei Teatri, l’ultima risale al 2004 ma sembrerebbe confermare dati già acquisiti nel 1998, il grosso del pubblico (circa 2/3) avrebbe una istruzione medio-superiore (diploma o laurea) e una origine locale (provinciale, al massimo regionale). Solo una frazione minima sarebbe invece costituita da turisti, nonostante il periodo di alta stagione. Un argomento questo da mettere bene a Europa Inform 25 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO fuoco nel caso si voglia portare al Festival una nuova fetta più consistente di visitatori, magari già presenti in loco. Il Festival del Teatro in Piazza 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Durata manifestazione (giorni) 9 13 10 10 11 10 10 10 10 10 7 N° compagnie teatrali 41 31 28 35 27 28 25 21 21 29 27 N° gruppi musicali 10 11 13 12 13 16 20 16 16 17 7 N° spettacoli teatrali 37 36 34 39 30 32 31 26 22 30 36 N° repliche teatro 82 82 76 82 73 103 98 88 80 90 58 N° concerti 10 11 19 13 13 17 21 18 20 17 6 Totale eventi festival 114 112 121 135 149 140 146 137 142 136 228 Presenze Totale presenze paganti 7.202 5.975 5.465 7.774 6.211 7.356 8.804 6.533 6.489 7.545 5.780 Presenze paganti giornaliere 800 460 547 777 565 736 880 653 649 754 826 N° operatori teatrali esteri nd nd nd 2 15 12 25 38 10 3 6 Fonte: Associazione Santarcangelo dei Teatri Va da se che Santarcangelo deve molto della sua notorietà al Festival del Teatro di Piazza, un valore e una risorsa da considerare con la massima attenzione. Sintesi aspetti chiave Nel 2006, la Biblioteca di Santarcangelo, dopo la Gambalunga di Rimini e il Centro della Pesa di Riccione, è la terza in provincia per volume di prestiti (15.071) ed iscritti attivi (2.353). Ed è sempre terza, tra le 12 biblioteche provinciali, per numero di prestiti per abitante; Nei due Musei presenti (MET+MUSAS) gli utenti sono cresciuti, dal 2000 al 2006, del 78%, in particolare nell’ultimo anno, grazie soprattutto ai visitatori delle esposizioni organizzate; Una parte dei visitatori, tra quattrocento e settecento, è costituita da studenti, in genere delle materne e delle elementari, provenienti anche da fuori provincia, richiamati dai programmi di didattica museale; Il Festival del Teatro di Piazza ha superato la 37a edizione e negli ultimi sette anni ha grosso modo mantenuto le presenze paganti, in media circa 7 mila per edizione, per poco più di 700 al giorno. Rimane però scarsa la presa sui visitatori presenti in Riviera, oppure attratti da fuori provincia e regione. Europa Inform 26 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO L’occupazione Introduzione Un futuro sostenibile lo deve essere da un punto di vista ambientale non meno che da quello economico e sociale. In questo scenario è allora evidente che l’occupazione e la creazione di opportunità di lavoro adeguate al cambiamento della popolazione residente diventano discriminanti non secondarie nella costruzione della Santarcangelo del domani. E dato che, in massima parte, sono le imprese a creare lavoro è giocoforza che tra i due intercorrano relazioni molto strette. In altri termini, la quantità, ma soprattutto la qualità del lavoro dipenderà molto dalla qualità delle imprese. Indicatori Indicatori di stato Il mercato del lavoro Il grado di istruzione dei residenti Un investimento, tanto che si parla di capitale umano9, e una risorsa importante da spendere per i singoli come per il territorio è il livello d’istruzione della popolazione, perché questo in genere aumenta la propensione a voler entrare nel mercato del lavoro, in particolare delle donne, e sposta la ricerca occupazionale verso profili e figure che incorporano un più alto contenuto di conoscenza e che sono, di conseguenza, a maggior valore aggiunto. Come si può osservare, scorrendo la tabella, i cambiamenti intervenuti negli ultimi vent’anni sono stati significativi: i diplomati, maschi e femmine insieme, sono quadruplicati, ed i laureati addirittura quintuplicati. Questi ultimi, dall’1,2% della popolazione maggiore di sei anni del 1981, sono diventati il 5,4% nel 2001, due punti sotto la percentuale provinciale ( 7,5%), che a sua volta è mezzo punto in meno della media regionale (8%). Una trasformazione che ha interessato soprattutto le donne, che da minoritarie, tra i diplomati e i laureati del 1981, sono diventate maggioritarie per il possesso di entrambi i titoli, nel 2001. 9 Per capitale umano si intende lo stock di conoscenze e qualifiche tecniche insite nell’occupazione e derivanti dagli investimenti in istruzione e formazione. Altrimenti: insieme delle conoscenze e delle competenze. Europa Inform 27 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Popolazione residente > di 6 anni per genere e grado di istruzione 1981 1991 2001 Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine Laurea 126 59 218 131 481 499 Diploma 607 552 1.378 1.588 2.230 2.396 Lic. Media 2.082 1.673 2.892 2.195 3.125 2.400 Elementare 2.989 2.972 2.511 2.755 2.084 2.446 Alfabeti senza tit. 1.482 1.972 941 1.534 810 1.294 Analfabeti 123 256 92 194 51 100 Totale 7.409 7.484 8.032 8.397 8.781 9.135 Fonte: Istat, Censimenti Un sorpasso, rispetto ai maschi, per i diplomati avvenuto già all’inizio degli anni novanta, e che per i laureati si è invece concretizzato nell’ultimo decennio. E’ inutile aggiungere che una popolazione più istruita pone un serio problema di raccordo con l’offerta di lavoro delle imprese, mancando il quale il mercato del lavoro soffrirà degli inevitabili squilibri. Come di fatto sta già avvenendo a livello provinciale, pur essendo il problema nazionale10, dove cresce il divario tra offerta e domanda delle imprese di personale qualificato, o comunque in possesso di livelli di formazione universitaria, che vede in testa sempre di più le donne. Domanda che in termini significativi può venire solo da imprese di una certa dimensione, innovative, presenti sul mercato con prodotti e servizi ad alto valore aggiunto, aperte alle sfide dei mercati internazionali. Titoli universitari a Rimini: domanda e offerta 1600 Titolo univ* 1400 Domanda Excelsior 1.096 1200 1000 800 620 751 1.229 1.237 1.398 846 600 400 400 200 131 159 137 186 115 180 250 2004 2005 310 0 1999 2000 2001 2002 2003 2006 2007 Fonte: AlmaLaurea, Miur e Progetto Excelsior La condizione della forza lavoro 10 Nel 2004, la percentuale di laureati sulla popolazione di età compresa tra 25 e 64 anni era del 25,2% nella media dei paesi OCSE e solo dell’11,4% in Italia. Europa Inform 28 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO La forza lavoro è formata dalle persone occupate e da quelle che sono alla attiva ricerca di un lavoro. Non ci rientra chi pur avendo l’età per lavorare non è occupato e nemmeno cerca lavoro. Come si può notare, a fronte di un aumento della popolazione, tra il 1981 e il 2001, del 18% l’occupazione è salita del 29%, mentre si è mantenuto stabile il numero delle persone che cercano lavoro11. Questo è stato possibile per la decisione che un maggior numero di persone ha preso di partecipare al mercato del lavoro, cioè di darsi da fare per trovare un impiego. Dall’altra parte vuol anche dire che le imprese, locali e non, non hanno mancato di creare nuove opportunità, senza le quali non ci sarebbe stata la crescita dell’occupazione. Ed a prendere la decisione di intervenire con maggior slancio nel mercato del lavoro, in linea anche con l’acquisizione di un miglior bagaglio formativo, sono state soprattutto le donne, cui si devono due nuovi occupati su tre, tra il 1981 e il 2001. In pratica dei 1.859 nuovi occupati, 1.222 sono costituiti da donne. Un processo che molto probabilmente continuerà, visto che il tasso di occupazione femminile di Santarcangelo è, nel 2001, ancora di circa 23 punti inferiore a quello maschile (39,7 il primo 62,5 il secondo). Senza dimenticare la necessità che questo avvenga, dato il calo demografico della popolazione giovanile e di quella in età per lavorare. Per lavorare le donne hanno però bisogno del supporto di servizi sociali efficienti, a cominciare dagli asili e non solo. In questo contesto, piuttosto dinamico, c’è da rilevare che i risultati conseguiti da Santarcangelo, in quanto a tasso di occupazione, disoccupazione e di attività12, sono tra i migliori della provincia, ed in due casi superiori perfino ai valori regionali. Popolazione > 15 anni per condizione 9.000 8.000 7.000 6.000 5.000 4.000 3.000 2.000 1.000 0 7.529 8.334 Totale occupati Occupati donne 6.475 In cerca di occ. 2.121 486 1981 2.816 355 1991 3.343 453 2001 Fonte: Istat Censimenti 11 La differenza tra gli addetti del Cap. 2 ed il numero dei residenti che si dichiarano occupati è dovuto al fatto che in questo caso sono compresi anche quelli che lavorano fuori comune. 12 Legenda: Tasso di occupazione = Occupati/Popolazione 15-64 anni x 100 Tasso di attività = Forze lavoro/Popolazione 15-64 anni x 100 Tasso di disoccupazione = Persone in cerca di lavoro/Forze lavoro x 100 Europa Inform 29 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Indicatori del lavoro, 2001 Santarcangelo P.Rimini Emilia R. Tasso occupazione 50,9 47,3 50,5 Tasso di occ. maschile 62,5 58,9 60,1 Tasso di occ. femminile 39,7 36,5 41,5 Tasso di attività 53,6 50,9 52,6 Tasso di disoccupazione 5,2 7,1 4,2 Fonte: Istat, censimento popolazione Sintesi aspetti chiave Cambiamenti significativi, negli ultimi vent’anni, nel grado d’istruzione della popolazione: i diplomati, maschi e femmine insieme, sono quadruplicati, ed i laureati addirittura quintuplicati. Una trasformazione che ha visto protagoniste soprattutto le donne, divenute maggioranza tra diplomati e laureati. A fronte di un aumento della popolazione, tra il 1981 e il 2001, del 18% l’occupazione è salita del 29%, mentre si è mantenuto stabile il numero delle persone che cercano lavoro. A migliorare l’occupazione, tra il 1981 e il 2001, sono state soprattutto le donne, cui si devono due nuovi occupati su tre. Europa Inform 30 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO L’urbanizzazione Introduzione La vivibilità di un contesto urbano, cioè la qualità di vita di residenti e ospiti, dipende dall’equilibrio che si riesce a stabilire tra un insieme di domande, spesso concorrenti e non sempre compatibili: attività economiche, abitazioni, servizi, mobilità, svago, ma anche tranquillità, silenzio, verde, aria pulita, paesaggio, bellezza, rispetto e valorizzazione del patrimonio storico, ecc.. Lo spazio urbano, pur sempre limitato anche se estendibile occupando nuove porzioni di territorio, viene cioè conteso tra domande diverse, che il Pubblico deve saper rendere compatibili assumendo come riferimento chiaro la qualità e la sostenibilità, per le persone e per il territorio, del modello proposto. Nella città ragnatela di Ottavia, di cui scrive Calvino, appesa a funi e catene, la validità del principio è chiara, perché tutti gli abitanti “sanno che più di tanto la rete non regge”13. Va in questa direzione la Legge regionale di “Disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio” (LR 20 del 2000) che nel suo art.28 afferma che: “Il Piano Strutturale Comunale (PSC) è lo strumento di pianificazione urbanistica generale che deve essere predisposto dal Comune, con riguardo a tutto il proprio territorio, per delineare le scelte strategiche di assetto e sviluppo e per tutelare l'integrità fisica ed ambientale e l'identità culturale dello stesso”. Questo, non prima aver individuato “gli obiettivi generali di sviluppo economico e sociale, di tutela e riequilibrio del territorio che si intendono perseguire” (art.3). In Europa, recenti analisi indicano che più di 800 mila ettari di superficie naturale sono stati convertiti in superficie artificiale per case, uffici, negozi, imprese, strade, ecc., aggiungendo un altro 6% allo spazio urbano, tra il 1990 e il 2000, cioè qualcosa come tre volte la superficie del Lussemburgo. Indicatori Indicatori di pressione Edificazioni e urbanizzazione Abusivismo edilizio Campagna urbanizzata Indicatori di risposta Disagio abitativo Verde pubblico Edificazioni e urbanizzazione 13 Italo Calvino, Le città sottili in Le città invisibili, Mondadori. Europa Inform 31 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Di norma la domanda di abitazioni, in territori dove il turismo ha un peso relativo, segue da vicino l’andamento della popolazione e delle famiglie. Così è stato anche per Santarcangelo. Ma se negli anni ottanta era evidente un certo ritardo delle abitazioni occupate nei confronti delle famiglie che le richiedevano (4.558 abitazioni occupate per 4.814 famiglie), mentre aumentavano quelle non occupate, allo scadere del secolo scorso le due dinamiche sono tornate ad avvicinarsi (7.034 abitazioni occupate per 6.999 famiglie14), questa volta in coincidenza con una significativa riduzione di quelle lasciate libere, testimonianza di un miglior utilizzo del patrimonio abitativo disponibile, senza per questo esaurire i margini rimasti. Perché nel 2001 le abitazioni non occupate rappresentano ancora, a Santarcangelo, il 6,5% del totale, comunque molto meno del 18,3% provinciale, pure in calo negli ultimi decenni. Poco meno di quattro abitazioni su cinque, nel 2001, sono occupate a titolo di proprietà, cinque punto percentuali in più del valore provinciale, e solo il 12% sono disponibili per l’affitto, percentuale rimasta pressoché invariata nell’ultimo decennio, contro il 15% in provincia e il 20% dell’Emilia Romagna. Altri elementi da considerare, perché in qualche modo hanno una ricaduta sulla tipologia delle abitazioni richieste, sono l’avanzare delle famiglie unipersonali, che dal 1991 al 2001 sono aumentate da 879 a 1.443, variando il peso percentuale sul totale dal 15 al 20% (nel 2006, in Italia, sono il 26%), e la riduzione della dimensione media delle stesse, che da 4,6 componenti del 1951 è scesa a 2,6 nel 2001 (2,5 in provincia). Secondo un recente studio europeo sulle città le famiglie unipersonali tendono in genere a gravitare verso il centro per via della maggiore vicinanza dei servizi, orientando in questo modo la domanda delle abitazioni. Avviene il contrario per le famiglie più grandi15. Questo progressivo restringersi della famiglia trova un riscontro ritardato nella superficie media della abitazioni occupate, che al contrario tende ad aumentare più che altrove, almeno fino al 1991. Infatti, dal 1971 al 1991, mentre a Santarcangelo la superficie media delle abitazioni occupate sale da 82 a 102 mq, in provincia da 82 si ferma a 95 mq. Nel successivo decennio la tendenza però si inverte e la dimensione media della abitazioni occupate scende, nel 2001, a 101 mq a Santarcangelo e 90 mq in provincia. Un fenomeno simile, la riduzione della superficie delle abitazioni, è osservabile nella maggior parte delle città europee, dove la superficie media per abitante si attesta sui 40 mq. Un fenomeno, la tendenza al rimpicciolimento delle abitazioni, visto anche l’andamento crescente dei prezzi (zona centro, anno 2006, 3.150 €/mq per Santarcangelo e 4.000 €/mq nel comune di Rimini), che tuttora prosegue, tanto che l’ultimo PRG del Comune di Santarcangelo ha dovuto imporre una superficie minima alle licenze di costruzione, convinto che abitazioni troppo piccole mal si conciliano con la stabilità dei nuclei famigliari (al contrario dell’Istat che considera tutta la superficie, il Comune non calcola nella superficie utile sottotetti, garage, seminterrati, ecc.). 14 Nel giugno del 2007 le famiglie sono diventate 7.791, crescendo più della popolazione (Servizi Demografici). 15 Attualmente 1/3 della popolazione d’Europa vive sola. Dal 1961 al 1995 le famiglie unipersonali nell’Europa a 15 sono aumentate da 15 a 42 milioni, con la possibilità che diventino 62 milioni nel 2025 ( UE, State of European City Report, 2006). Europa Inform 32 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Santarcangelo: abitazioni e famiglie 8.000 6.000 4.000 2.000 0 Abitazioni occupate Abitazioni non occupate Famiglie 1951 1981 1991 2001 2.625 4.558 5.755 7.034 81 637 689 493 2.693 4.814 5.766 6.999 Abitazioni occupate Abitazioni non occupate Fonte: Censimenti Istat Famiglie Ora, siccome le abitazioni si costruiscono per terra, così pure le attività produttive e i servizi, è giocoforza attendersi un aumento del consumo di territorio. Infatti così è stato, in particolare nel periodo 1948-’75, quando sono stati urbanizzati 3,2 kmq di nuovo territorio, con l’aggiunta di porzioni decrescenti nei periodi successivi, fino ad arrivare, ad inizio duemila, ad un totale di superficie urbanizzata in tutto il territorio comunale di 5,0 kmq, che corrisponde all’ 11 % del totale, una porzione pressoché identica a quella provinciale, ma più alta della media regionale che si ferma al 4,6%. In rapporto ai residenti questo ha voluto dire un salto di superficie urbanizzata da 39 mq per abitante del 1948 a 235 mq alla metà degli anni settanta, con un aumento del 502%, per attestarsi a meta degli anni novanta su 276 mq. Dal 1994 al 2002, la superficie urbanizzata continua a crescere ma sempre meno, tanto che in rapporto ai residenti si assiste per la prima volta ad un decremento dei mq pro capite, da 276 a 257. Così, alla fine di un percorso di urbanizzazione durato mezzo secolo, Santarcangelo occupa, come consumo di territorio per abitante, una posizione intermedia, tra la media provinciale, più bassa, e quella della Val Marecchia, più alta, ma anch’essa in diminuzione. Europa Inform 33 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Santarcangelo: evoluzione territorio urbanizzato 3500 3000 296 2500 235 2000 1500 1000 344 262 276 285 221 257 214 186 400 337 215 39 62 500 375 36 0 al 1948 3.212 782 500 140 1948-'75 1976-'84 1985-'94 1994-'02 350 300 250 200 150 100 50 0 Superficie urbanizzata (000 mq) Mq per abitante Santarcangelo Mq per abitante in Val Marecchia Mq per abitante in Provincia Fonte: PTCP, Sistema territoriale, 2006 Estensione della superficie urbanizzata che grosso modo coincide, e non potrebbe essere altrimenti, con l’epoca di costruzione di molte delle attuali (fino al 2001) abitazioni, che raggiungono i valori più elevati negli anni sessanta e settanta, lasciando per gli ultimi due decenni (’82-’01) 2.323 nuove unità abitative, cioè poco più di cento l’anno. Questo a fronte di un aumento, nello stesso periodo, di 2.969 residenti e di 2.185 nuove famiglie, cioè meno delle abitazioni costruite nello stesso periodo. Abitazioni per epoca di costruzione, 2001 1736 2000 1500 934 1000 982 1551 1164 1159 500 0 Prima 1945 1946- 1962- 1972- 1982- Dopo '61 '71 '81 '91 1991 Fonte: Istat, Censimento Resta da considerare, in merito al proseguo del processo di urbanizzazione, il periodo successivo al 2002, ancora normato dall’ultimo PRG adottato nella primavera del 1999 (il precedente risaliva al 1987), che aveva previsto una espansione complessiva delle aree16, 16 Superficie territoriale = comprendente la superficie edificabile e le superfici a verde e di uso pubblico. Superficie utile = superficie costruibile. Europa Inform 34 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO da destinare tanto ad usi residenziali come produttivi, di 5,455 kmq, in buona parte già impiegate, fatta accezione per 1,915 kmq, il 35% delle previsioni, che figura come quota residua non ancora utilizzata. Santarcangelo: aree urbane previste e residue (mq) Area residenziale complessiva Aree produttive e artigianali Superficie territoriale Superf.utile Superficie territoriale Superf.utile Previsto Residuo Residuo Previsto Residuo Residuo 3.150.719 897.141 172.615 2.251.288 1.003.763 240.916 Area a dest. terz.comm. direz. Aree turistico ricettive Superficie territoriale Superf.utile Superficie territoriale Superf.utile Previsto Residuo Residuo Previsto Residuo Residuo 30.092 3.729 2.424 23.239 10.427 0 Fonte: Provincia di Rimini, PTCP Quadro conoscitivo, marzo 2006 L’abusivismo edilizio Un altro modo per premere, da parte del privato, sul territorio è quello di procedere in violazione delle regole, cui il Pubblico sovente mette riparo ricorrendo a sanatorie e condoni, dimenticando che questo è il miglior incentivo alla reiterazione della violazione medesima. Solo nell’ultimo condono del 2004, le domande presentate nel Comune di Santarcangelo sono state 247, con ampliamenti e ristrutturazione tra le principali infrazioni. Un numero di domande che rappresenta il 5% del totale provinciale, pari a 12,4 ogni mille residenti, certamente meno del rapporto provinciale, ma che comunque indica una propensione all’abusivismo tre volte superiore alla media regionale. Domande di condono a confronto Dati aggiornati al 31 agosto 2005 Tot. domande Domande per 1000 residenti Santarcangelo 247 12,4 Rimini 4.832 16,8 Emilia Romagna 15.360 3,6 Fonte: Elaborazione su dati RER e Istat Europa Inform 35 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Santarcangelo: condono edilizio 2004 Domande presentate al 31 agosto 2005 N° N° domande presentate Tipologia abusi Ampliamento Sopraelevazione Tettoia Loggia o balcone Ristrutturazione Restauro fuori centro storico Manutenz.straordinaria Opere minori Opere pertinenziali Mutamento d'uso Aumento sup.utile Nuova costruzione conforme 247 78 4 58 12 65 1 5 31 16 13 2 18 Fonte: Regione Emilia Romagna La campagna urbanizzata La costante migrazione della popolazione verso l’interno, non solo nei centri urbani, sta producendo il fenomeno noto come la “campagna urbanizzata”, che mette spesso a rischio gli aspetti più caratteristici e l’identità dei luoghi stessi. Una situazione simile pare interessare anche alcune zone rurali di Santarcangelo, soprattutto quelle comprese nelle due vallate e sub-unità di paesaggio facenti capo al torrente Uso e al fiume Marecchia, dove già esiste un numero di edifici per kmq, in particolare nella pianura alluvionale dei due fiumi, superiore a tutte le medie di riferimento, intravalliva o di collina. Numero di edifici per unità di paesaggio Kmq Edifici Unità di paesaggio della pianura alluvionale e 149,28 15.981 intravalliva Sub-unità di paesaggio del corso del Torrente Uso 2,75 62 5.404 Sub-unità di paesaggio della pianura alluvionale 49,57 agricola del Marecchia e dell’Uso Unità di paesaggio della collina 277,60 13.034 2.524 Sub-unità di paesaggio della bassa collina del 35,46 Marecchia e dell’Uso Totale territorio rurale provinciale 426,87 29.015 Fonte: Quadro conoscitivo PTCP, Sistema ambientale, marzo 2006 Edifici/Kmq 108 23 109 47 71 68 Il disagio abitativo Europa Inform 36 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Nonostante l’equilibrato rapporto tra abitazioni occupate e famiglie ci sono comunque nuclei che pur disponendo di un tetto manifestano forme di disagio, in particolare per il livello raggiunto dagli affitti. Sono i nuclei familiari, quasi quadruplicati dal duemila e di cui un terzo costituito da stranieri, che si rivolgono ai Servizi Sociali per ottenere un contributo al pagamento delle spese di affitto (109 dei 184 richiedenti, nel 2006, pagano un affitto compreso tra 500 e 800 euro, gli altri meno). Dato però che non sempre i fondi a disposizione aumentano con lo stesso ritmo delle domande l’importo medio erogato tende a scendere. Erogazione contributi per l'affitto Importi in euro Anno N° Contributi Importo Importo medio erogati complessivo* erogato 2000 55 110.718 2.013,05 2001 77 122.858 1.595,56 2002 125 156.649 1.253,19 2003 122 103.676 849,80 2004 125 119.497 955,98 2005 147 177.893 1.210,16 2006 184 141.018 766,40 2007 195 nd nd Fonte: Servizi Sociali * Comprende il contributo statale, regionale e comunale Tra i richiedenti il contributo per l’affitto molti sono poi anche candidati per l’assegnazione degli alloggi di Edilizia Economia e Popolare (ERP), pur se con scarse possibilità visto il numero risicato delle assegnazioni annuali. Anche in questo caso aumenta la presenza degli immigrati, che nel 2006 rappresentano quasi la metà dei richiedenti: 24 sono infatti nuclei familiari composti da cittadini stranieri e 40 sono nuclei provenienti da altre regioni italiane. Una presenza che potrebbe aumentare con il calo della forza lavoro locale. Richiedenti alloggi ERP a Santarcangelo Anno Domande N° accolte assegnazioni 2003 139 5 2004 153 1 2005 134 1 2006 130 1 2007 125 9 Fonte: Servizi Sociali Tipologia assegnazione 3 risulta+2 nuova costruzione risulta risulta risulta 1 risulta+8 nuova costruzione Il verde pubblico Europa Inform 37 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Il verde pubblico, oltre a rappresentare un servizio per il residente urbano, ha un po’ la funzione di ammortizzare gli effetti (costruzioni di abitazioni e infrastrutture) dei processi di urbanizzazione. Questa è la ragione per cui compare, con una valenza positiva, in tutte le classifiche di qualità urbana. Ovviamente è anche da considerare che la domanda pubblica di verde avrà una “urgenza” diversa in un grande centro piuttosto che in uno minore, dove basta fare pochi chilometri per trovarsi in campagna. Nondimeno resta un importante indicatore di qualità urbana (senza dimenticare che le abitazioni in prossimità di aree verdi valgono anche di più di quelle che non lo sono). Tra parchi e giardini accessibili al pubblico Santarcangelo mette a disposizione dei suoi residenti poco meno di 22 mq di aree verdi fruibili (escluso quindi aiuole, spartitraffico, ecc.) per residente17, una misura quasi doppia del comune di Rimini (poco più di 12 mq/ab) e che la posiziona nella parte alta della classifica regionale, anche se ancora lontana dalla città di Massa Carrara, dove l’istituzione di una vasta area naturale a parco le assicura il primato nazionale. Infatti se a Santarcangelo, senza parchi o riserve naturali particolari, il totale complessivo di verde disponibile, a qualsiasi titolo, raggiunge i 0,46 kmq, corrispondente a 102 mq per ettaro (1 ettaro=10.000 mq) di superficie comunale, nella solita Massa questo stesso indicatore vale 6 mila mq/ettaro, seguita da Ferrara con circa 5 mila mq/ettaro e Ravenna con 3 mila mq/ettaro, entrambi località all’interno del cui territorio sono stati istituiti parchi e/o riserve naturali. Verde urbano (mq) fruibile per abitante, 2007 9,5 Bologna Piacenza 13,5 Parma 13,5 Rimini 12,4 Forlì 12,5 Reggio E. 15,8 19,1 Ravenna 21,8 Santarcangelo Modena 23,8 Ferrara 25,4 Massa 32,1 0 5 10 15 20 25 30 35 Fonte: Comune di Santarcangelo ed Ecosistema Urbano 2007 17 Il decreto 2 aprile 1968, n. 1444 prevede un minimo di Europa Inform 15 mq/abitante per parchi pubblici urbani e territoriali. 38 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Sintesi aspetti chiave Nell’ultimo mezzo secolo il leggero deficit di abitazioni rispetto al numero delle famiglie è stato azzerato, grazie anche al calo delle abitazioni non occupate; Questo non ha però eliminato un certo disagio abitativo, costituito da circa 200 contributi che i Servizi Sociali erogano per le spese di affitto e dai 125 (nel 2007) richiedenti un alloggio URP, di cui quasi la metà immigrati; Da un dato di partenza di 0,37 kmq di superficie urbanizzata nel 1948, a 5,0 kmq nel 2002, pari all’11% dell’intero territorio comunale, c’è un aumento del 1.251 %. La superficie urbanizzata per residente però, dopo un aumento proseguito fino alla metà degli anni novanta, quando è passata da 39 a 276 mq/ab., comincia a diminuire e nei primi anni duemila torna a 257 mq/ab.; A premere sul territorio c’è anche l’abusivismo, con un numero di domande di condono presentate nel 2004 pari a 12,4 ogni mille residenti, meno dell’identico rapporto provinciale ma tre volte superiore alla media regionale; Sempre più interessata a fenomeni di urbanizzazione anche la campagna, in particolare la pianura alluvionale compresa tra i due fiumi; Infine, 22 mq di area verde fruibile per abitante sono un buon risultato, migliorabile considerando che in totale gli spazi verdi si fermano a 102 mq per ettaro di superficie comunale, superato da località che hanno istituito parchi e/o riserve. Europa Inform 39 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Mobilità e motorizzazione Introduzione Per le persone mobilità è sinonimo di movimento, autonomia, possibilità di percorrere spazi e luoghi talvolta inesplorati (come mostra spesso la pubblicità), ed in sintesi di libertà. Per le merci mobilità vuol dire invece non avere frontiere e non arrestarsi mai per arrivare sempre in tempo sugli scaffali dei consumatori o nei capannoni della aziende che producono “just in time”, combinando flessibilità (produzioni esterne) e taglio dei costi sulle scorte. Tutto questo certamente ha tanti aspetti positivi, ma comporta anche dei costi che si chiamano: traffico, file, ingorghi, inquinamento acustico e atmosferico, uso di porzioni crescenti del territorio, incidenti. A ricordarlo è l’ultimo Libro Bianco sulla Politica europea dei trasporti fino al 2010 della Commissione Europea, dove si può leggere che: La mobilità, in Europa, è passata in media dai 17 km al giorno per persona del 1970 ai 35 km del 1998 ed è ormai considerata un vero e proprio diritto acquisito; Il trasporto su strada rappresenta il 44 % del trasporto merci, rispetto al 41 % della navigazione a corto raggio, all’8 % della ferrovia (negli Stati Uniti il 40 % delle merci sono trasportate su rotaia) e al 4 % delle vie navigabili. Questo anche se in termini di efficienza energetica un chilo di petrolio permette di spostare di un chilometro 50 tonnellate su strada, 97 tonnellate per ferrovia e 127 tonnellate per via navigabile; Ma il predominio del trasporto su strada è ancora più marcato nel comparto passeggeri che vede il trasporto su strada al primo posto con una quota di mercato del 79 % (nel 2004, nell’Europa a 25, i passeggeri delle auto sono stati 216 milioni); il trasporto aereo, con il 5 %, si avvicina alla quota delle ferrovie, ferme al 6 %; Fra il 1970 ed il 2000 il parco macchine della Comunità è triplicato, passando da 62,5 milioni di automobili a quasi 175 milioni, e continua ad aumentare al ritmo di 3 milioni l’anno. Nel mondo il parco macchine è cresciuto, dal 1950 al 1997, da 70 a 620 milioni di autovetture: in tanto che la popolazione raddoppiava, da 2,5 a 5,8 miliardi, le auto crescevano nove volte; Dal consumo energetico (petrolio) del settore dei trasporti derivava il 28 % delle emissioni di CO2, prevalentemente da quello stradale, principale gas ad effetto serra. Stando la situazione le emissioni di CO2 legate ai trasporti dovrebbero aumentare da 739 milioni di tonnellate del 1990 a 1,113 miliardi di tonnellate nel 2010. Al riguardo, la Commissione europea proporrà, per le auto, di raggiungere entro il 2012 l'obiettivo UE di 120 g di CO2 /km; Gli incidenti stradali causano ogni anno, in Europa, 41.000 morti (dal 1970, i morti sono stati più di 1,64 milioni) ed oltre 1,7 milioni di feriti (nel mondo, ogni anno, i morti sono 1,2 milioni ed i feriti 50 milioni). La fascia di età più colpita è quella dei 1425 anni, per la quale gli incidenti stradali rappresentano la prima causa di decesso. Una persona su tre resterà ferita nel corso della sua vita, in un incidente. Sommando i costi diretti degli incidenti della circolazione, pari a 45 miliardi di euro, con quelli indiretti (compresi i danni fisici e morali subiti dalle vittime e dalle loro famiglie), stimati 3-4 volte superiori, si arriva ad un importo annuo di 160 miliardi di euro, equivalente al 2 % del PIL dell’Unione europea; Europa Inform 40 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Ogni giorno, ben 10 ettari di terreno vengono ricoperti da infrastrutture stradali. A livello di Unione, i chilometri d’autostrada si sono triplicati fra il 1970 e il 2000. Come rimediare ? Innanzitutto con una Politica urbanistica e di gestione del Territorio che eviti inutili aumenti delle esigenze di mobilità legati ad un’errata pianificazione delle distanze fra residenza, servizi e luoghi di lavoro. La mancanza di un approccio integrato tra politiche urbanistiche e dei trasporti ha spesso decretato la supremazia quasi indiscussa dell’auto privata. Dimenticando però spesso che negli spostamenti brevi, il fatto che il motore non ha il tempo di riscaldarsi accresce notevolmente i consumi e triplica o quadruplica le emissioni di CO2, facendone fare le spese ai gruppi più esposti, come sono i bambini, le persone anziane e i malati (malattie respiratorie, cardiovascolari e altre). Nel caso specifico, la costituzione, a Rimini Nord in prossimità dell’uscita A14, di un’area per la logistica e la distribuzione di merci, e il nuovo insediamento produttivo della Val Marecchia, di valenza sovracomunale, deve consigliare un trattamento adeguato del fattore mobilità e trasporti, perché su questa porzione di territorio, come scrive anche il documento sul Sistema relazionale per il PTCP provinciale del marzo 2006, già insistono flussi di traffico consistenti legati alla presenza del casello autostradale e al sistema delle statali 9 e 16. Indicatori Indicatori di pressione Mobilità e mezzi di trasporto Parco veicoli in circolazione Incidentalità Indicatori di risposta Rete stradale Offerta di parcheggio La mobilità dei residenti Si può cominciare col dire che la metà circa dei residenti di Santarcangelo si sposta giornalmente per motivi di studio o di lavoro, quattro punti percentuali sopra la media provinciale. A questa mobilità giornaliera gli studenti concorrono per meno di un terzo, andando il resto a chi lavora. Parzialmente diverse sono anche le destinazioni di chi studia o lavora: mentre i primi, infatti, si muovono di più all’interno dello stesso Comune di residenza (61%), tra i secondi18, pur rimando la mobilità intercomunale maggioritaria (45%), sono molto più numerosi quelli che si recano in un altro comune della stessa provincia di Rimini (38%), con una piccola quota che si dirige anche verso la Repubblica di San Marino (4%). E’ invece identica, per studenti e lavoratori, la percentuale di quanti scelgono di recarsi in altre province della regione Emilia Romagna (12%). Per ultimo, sono in pochi ad uscire dai confini regionali. 18 Nel 2001, gli occupati residenti a Santarcangelo sono 8.334 (Istat). Europa Inform 41 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Spostamenti giornalieri e luoghi di destinazione degli occupati e degli studenti residenti, anno 2001 Stesso comune di Altro comune della Altre province della Province di altre residenza provincia di Rimini regione Emilia R. regioni d'Italia Occupati Studenti Occupati Studenti Occupati Studenti Occupati Studenti Santarcangelo 2.877 1.798 2.424 710 744 339 50 15 Prov. di Rimini 51.564 30.434 22.705 6.734 3.864 1.851 95 47 Repubblica di TOTALE San Marino Occupati Studenti Occupati Studenti Totale Santarcangelo 262 16 6.357 2.878 9.235 Prov. di Rimini 3.034 135 83.502 40.156 123.658 Fonte: Istat, Censimento della popolazione 2001 Spostamenti giornalieri degli occupati, 2001 12% 1% 4% 45% 38% Stesso comune Altre province RSM Altro comune Province di altre Spostamenti giornalieri degli studenti, 2001 12% 1% 25% Stesso comune Altre province RSM 1% 61% Altro comune Province di altre Ma la mobilità che interessa un territorio non si esaurisce con quella dei propri residenti, perché bisogna tener conto anche di quelli che, risiedendo in altri comuni, si recano giornalmente a Santarcangelo per studio o lavoro. E non sono molto meno numerosi, se è vero che il saldo dei movimenti in entrata e in uscita da Santarcangelo è negativo per soli mille spostamenti. In breve, vuol dire che a Santarcangelo, a fronte di 4.560 spostamenti giornalieri verso l’esterno, quindi in uscita, ce ne sono almeno 3.500 circa in entrata, per un movimento complessivo, tra chi parte e chi arriva, di 8 mila trasferimenti. Europa Inform 42 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Gli unici comuni della provincia di Rimini ad avere un saldo positivo, quindi un indice di attrattività positivo, sono in primo luogo Rimini (saldo positivo tra entrate e uscite di circa 6 mila), seguito da San Giovanni, Coriano, Morciano e Riccione. Ma chi lavora o studia non è solo a muoversi, e molto probabilmente compie più viaggi durante la giornata, quindi il traffico deve tener conto di una mobilità che coinvolge molte più persone (per esempio gli anziani che sono un quinto della popolazione). Così si spiegano i 47 mila veicoli (comprende dai motocicli agli autobus, incluso le biciclette) l’ora d’inverno, e 50 mila d’estate, che transitano nei venti punti strategici della rete stradale del centro urbano di Santarcangelo19 e solo nelle fasce orarie di più intenso traffico. Traffico veicolare in 20 punti strategici della rete stradale principale del centro abitato di Santarcangelo, 2001 Veicoli/ora per fascia oraria* 7.00 - 9.00 11.30-13.30 17.30-19.30 Totale Periodo invernale 15.531 16.025 15.876 47.432 Periodo estivo 16.236 14.757 19.272 50.265 Fonte: PUT del Comune di Santarcangelo * Sommando entrambi i sensi di marcia. Per l’inverno la Relazione del PUT scrive che le sezioni stradali sulle quali si sono registrati i flussi più consistenti, in tutti e tre gli intervalli bi-orari, sono quelle poste lungo la direttrice individuata dalla S.S. 9 Emilia ed a seguire, a decrescere, quelle individuate dalla S.P. 14, S.P. 49, S.P. 136, S.P. 13 e 13bis. In particolare dai dati raccolti si valuta che la componente di traffico lungo la S.S. 9 risulta essere assolutamente predominante ed incide per un 30 – 35% sui volumi globali. Nel dettaglio risultano quantitativamente superiori i flussi nella direzione di Rimini (+20%) durante l’intervallo orario dalle 7:00 alle 9:00 ed un inversione di tendenza (direzione predominante Rimini - Santarcangelo) fra le 11:30 e le 13.30. D’estate il traffico lungo la S.S. 9, da e verso Rimini, aumenta ulteriormente sino a raggiungere il 40% sui volumi di traffico globali20. I mezzi di trasporto più utilizzati Confermando le attese e l’esperienza, anche se i dati si riferiscono all’intera provincia di Rimini, più di sei spostamenti su dieci per motivi di studio o lavoro avvengono utilizzando, 19 S.P. 13 dell’Uso (incrocio con via A. Costa), S.S. 9 Emilia (zona Cimitero), S.S. 9 Emilia (incrocio con via Mazzini), S.S. 9 Emilia (zona sede Maggioli), S.P. 136 Tolemaide (zona Pedrignano), via Montevecchi (incrocio con via Bixio), via A. Costa (all’altezza del Cimitero), via A. Costa (incrocio con via Montevecchi), via Pascoli (incrocio con via Nicoletti), via Mazzini (incrocio con via Carracci)…..via Togliatti (incrocio con via Maroncelli), via Berlinguer (incrocio con via Ancona). 20 Comune di Santarcangelo, PUT Analisi del sistema della mobilità, pag. 62 e 66. Europa Inform 43 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO come conducente o come passeggero, anche se più il primo che il secondo, un auto privata. Sono invece pochi a scegliere gli altri mezzi (l’8% prende la bicicletta, un motore oppure va a piedi), ed ancora meno ad utilizzare il trasporto pubblico urbano (5% circa) o il treno (non arriva al 2%). La composizione del dato medio lascia però intravedere un comportamento diverso tra chi lavora e chi studia. Se tra i secondi infatti la quota di chi sceglie un mezzo pubblico, e magari va anche a piedi, aumenta, tra i primi cala drasticamente fino quasi ad annullarsi (solo l’1% prende un mezzo urbano). In sostanza, recarsi al lavoro col mezzo pubblico sembra quasi impossibile. Sulle cause ci sarebbe da indagare, ma la scarsa flessibilità e la mancanza di servizi adeguati potrebbero giocare il loro ruolo. Europa Inform 44 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Il parco veicoli in circolazione Il peso e il ruolo delle auto nella mobilità è confermato dal loro incremento nel corso degli anni: del 40% negli ultimi quindici anni, identico a quello dell’Europa, e del 124% negli ultimi venticinque anni. Anche se possedere più auto non necessariamente vuol dire, secondo uno studio europeo sulle città già citato, farne un maggiore uso per gli spostamenti di studio o lavoro. Santarcangelo: parco veicoli dei residenti Veicoli Autovetture Motocicli Autobus Autocarri Motocarri Rimorchi Altri TOTALE Fonte: ACI 1980 5.794 198 5 713 92 146 15 6.963 1990 9.263 886 5 1.143 144 269 32 11.742 2005 Var.% '90-'05 13.009 40,4 2.924 230,0 1 -80,0 1.812 58,5 97 -32,6 293 8,9 334 943,8 18.470 57,3 In rapporto alla popolazione residente ha voluto dire il passaggio da 36 autovetture per cento residenti del 1980, a 64 nel 2005 (62 in provincia e 61 in regione). Poco meno di un raddoppio. In pratica da 1,2 ad 1,7 auto per famiglia. Nell’intera provincia di Rimini le autovetture ogni cento abitanti sono 62, in Regione 61, ma in Europa-25 scendono a 47. In relazione invece al territorio (45,1 kmq) ci sono 288 autovetture per kmq, più di alcune città come Venezia (284) e Perugia (247), ma molto meno di Bologna (1.508) o Firenze (2.069). In termini relativi il salto maggiore lo compiono però i motocicli, che da 886 del 1990 si portano a 2.924 nel 2005, con un aumento del 230%. Simbolicamente poi, la crisi del trasporto pubblico potrebbe essere rappresentata dalla quasi scomparsa degli autobus. Europa Inform 45 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Complessivamente, dal 1990 in poi, il parco veicoli immatricolato a Santarcangelo è cresciuto del 57%, dodici punti percentuali sopra l’aumento medio provinciale che è stato, per lo stesso periodo, del 45% (da 178 mila a 258 mila veicoli)21. Ovviamente le strade non sono aumentate con lo stesso ritmo, e non è detto che lo debbano fare, ma questo spiega gli ingorghi e le file sempre più frequenti. Gli incidenti Tra gli effetti indesiderati della motorizzazione e del traffico sicuramente ci sono gli incidenti stradali, con il loro strascico di vittime. Incidenti, come si vede nella tabella, che a Santarcangelo negli ultimi cinque anni sono più che raddoppiati, e lo stesso dicasi per i feriti e per le vittime mortali, mentre in provincia la tendenza è alla stabilizzazione, con una significativa diminuzione delle conseguenze più gravi. Nel 2005 c’è stato un miglioramento, ma bisogna vedere se questa tendenza verrà confermata nel futuro. In ogni caso siamo in presenza di due incidenti mortali ogni dieci mila residenti, a fronte di 0,95 vittime mortali, sempre ogni dieci mila abitanti, della media europea-25, ma con la Germania a 0,71 e la Svezia a 0,53 (Eurostat). Incidenti, morti e feriti, 2001-2005 Santarcangelo Prov. di Rimini Incidenti Morti 2001 2002 2003 2004 2005 2001 2002 2003 2004 2005 40 44 34 111 93 2 1 3 2 4 2.547 2.749 2.891 2.828 2.507 47 44 46 36 36 Feriti 2001 2002 2003 2004 2005 Santarcangelo 61 53 51 153 137 Prov. di Rimini 3.480 3.807 3.845 3.830 3.450 Fonte: Provincia di Rimini su dati Istat La rete stradale comunale Le auto sono un mezzo per muoversi agevolmente se ci sono le strade, ma dato che il loro numero tende a crescere più rapidamente delle seconde, file ed ingorghi crescenti diventano quasi inevitabili. Anche perché non sempre nuove urbanizzazioni e pianificazione della mobilità comminano in parallelo come dovrebbero. Notoriamente la provincia di Rimini soffre da tempo di una rete stradale sovracomunale piuttosto carente, con un indice di dotazione persino inferiore alla media nazionale (Rimini 84 – Italia 100), 21 In provincia di Rimini i trasporti sono stati responsabili dell’emissione, nel 2005, di 765 mila tonnellate equivalenti CO2 di gas serra, pari al 34% del totale (Provincia di Rimini, Rapporto sullo stato dell’ambiente, 2006, pag. 31). In merito alla qualità dell’aria, Santarcangelo è stato considerato, insieme ad altri, come “area a maggior rischio di insorgenza di episodi acuti” di inquinamento (Relazione del Quadro conoscitivo del Ptcp, pag. 51, marzo 2006). Europa Inform 46 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO nonostante il rapporto tra sviluppo chilometrico e superficie provinciale sia più alto di quello regionale e nazionale22. In questo contesto, Santarcangelo può contare con una rete stradale comunale di 210,95 km, a cui danno un contributo significativo le strade vicinali ad uso pubblico. Lunghezza che da una densità di 4,6 km per kmq di superficie, il doppio della media regionale che è di 2,2 km per kmq., e 10,3 km ogni mille residenti, questa volta un po’ meno degli 11,8 km per mille abitanti dell’Emilia Romagna23. Solo la rete stradale urbana, compresa cioè tra centro storico, stazione FFSS e zone Bassi, Resistenza e Marini, è di 30,5 km. La Relazione del PUT , considerata la dimensione della sezione trasversale delle strade in questione, definisce questa dotazione come “discreta”. Rete stradale comunale di Santarcangelo, 2006 Km Statale Provinciale Comunale Vicinale Totale 5,63 26,40 122,00 56,92 210,95 Fonte: Comune di Santarcangelo Rete stradale urbana di Santarcangelo secondo le classi di larghezza della carreggiata stradale, INTERVALLI DELLE CLASSI STRADALI (mt) < 5,5 mt 5,5 - 6,5 6,5 - 7,5 7,5 - 8,5 8,5 - 9,5 9,5 - 11,5 >11,5 Totale 5.158 5.133 4.619 8.755 2.548 3.852 402 30.467 Fonte: Relazione del PUT L’offerta di parcheggio Sicuramente sta diventando l’incubo degli automobilisti: arrivare in un posto, magari cercare di avvicinarsi il più possibile, e poi non trovare dove poter lasciare l’auto senza correre il rischio di una multa o peggio di vedersela portare via. Questo capita soprattutto nelle vicinanze dei centri storici, che ovviamente non potevano sapere, all’epoca in cui furono progettati, di dover sopportare un carico di auto così alto. Così la ricerca di un parcheggio diventa spesso l’impresa, non sempre tranquilla, del momento. Su questo fronte Santarcangelo, con un numero di posti auto, rilevati direttamente sul campo, tra strada e parcheggi disseminati su tutto il territorio, superiore ai 5 mila stalli, di cui più di 700 solo nel centro urbano (dato 2007), sembra cavarsela abbastanza bene, salvo alcune zone centrali. Infatti, a fronte di questa offerta, stando alla Relazione del Piano Urbano del Traffico (PUT) risalente al 2001, nel periodo invernale la domanda di sosta nel corso della giornata oscilla tra un massimo di circa 3 mila posti auto a metà mattinata ad un minimo di 2,3 mila posti auto nel tardo pomeriggio, con un tasso di occupazione (n° dei posti auto occupati su quelli disponibili), a metà mattinata , del 61% per i posti su strada e del 60% per quelli nei parcheggi. 22 23 Quaderni del Circondario di Rimini n°7, Dalla città costiera alla città complessa, aprile 1995, pag.53. Per il dato regionale: Istat, Statistiche ambientali, anno 2006, Tav. 13.8 Europa Inform 47 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Tasso di occupazione che però aumenta, all’80-85% su strada e fino ad un massimo del 75% sulle aree esterne, nell’area del Centro Storico e dell’Ospedale, con un fenomeno di maggiore saturazione, sia su strada che fuori carreggiata, per quanto concerne la zona retrostante il Municipio. La situazione non sembra cambiare molto nel periodo estivo, anzi c’è una lieve tendenza alla diminuzione dell’uso dei posti auto disponibili, con la domanda di sosta che oscilla fra i 2.000 ed i 2.600 posti auto nel corso della giornata lavorativa, pare per uno spostamento del traffico verso la fascia costiera. Offerta di parcheggi a Santarcangelo n° stalli Tipologie Esistenti o previsti Posti auto Solo centro nel centro urbano intero territorio urbano dal PRG del '97 2001 2007 Pubblici a pagamento 160 377 Pubblici liberi 2.601 320 Per disabili 18 Per sosta breve 4 Per carico/scarico 5 Per moto 12 Su strada liberi 1.818 Su strada con disco, pag., riservati 157 Parcheggi privati aperti al pubblico 553 TOTALE 955 + 62 cimitero 5.289 736 Fonte: Comune di Santarcangelo e Relazione del PUT NB:i dati riportati sono puramente indicativi perché metodi e ambiti diversi li rendono difficilmente comparabili. Sintesi aspetti chiave La metà circa dei residenti di Santarcangelo si sposta giornalmente per motivi di studio o di lavoro. Una mobilità a cui gli studenti concorrono per meno di un terzo, andando il resto a chi lavora. Gli studenti poi si muovono di più all’interno del comune, mentre si reca in maggioranza fuori chi lavora; Nelle ore di punta, nei venti punti strategici della rete stradale del centro urbano di Santarcangelo transitano 47 mila veicoli l’ora d’inverno e 50 mila d’estate; Più di sei spostamenti su dieci avvengono in auto, lasciando al trasporto pubblico un ruolo marginale, e quasi completamente assente tra chi si muove per lavoro; Dal 1980 al 2005 le autovetture sono passate da meno di 6 mila a più di 13 mila, ed in rapporto alla popolazione da 36 a 64 ogni cento residenti. In pratica da 1,2 ad 1,7 auto per famiglia; Gli incidenti sulla strada, negli ultimi cinque anni, sono più che raddoppiati (da 40 a 93) e lo stesso dicasi per i feriti ( da 61 a 137) e per le vittime mortali (da 2 a 4). Nel 2005 c’è stato un miglioramento che attende conferme; Santarcangelo conta con una rete stradale comunale i 210,95 km, che fa una densità di 4,6 km per kmq di superficie (2,2 km in Regione) e di 10,3 km ogni 1000 residenti (11,8 in Regione); Europa Inform 48 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Soddisfano la domanda, con qualche fenomeno di saturazione nel centro storico, la dotazione di posti auto, circa 5 mila su tutto il territorio, di cui più di 700 nel centro urbano. Produzione e gestione dei rifiuti Introduzione “La gestione sostenibile dei rifiuti ha tre finalità principali: riduzione della produzione di rifiuti, ottimizzazione dell’impiego dei rifiuti come risorsa ed eliminazione dei rischi per l’ambiente e la salute”, così si legge nella relazione “Città europee sostenibili” della Commissione Europea, del lontano 1996. Malgrado i risultati incoraggianti conseguiti in diversi paesi europei, soprattutto nel riciclo di carta e vetro, la produzione di rifiuti ha continuato però a crescere in maniera costante. Ed in genere cresce più dello stesso Pil e dei consumi delle famiglie. Secondo gli ultimi dati disponibili (2004) ogni italiano, compresi i neonati, produce 533 kg l’anno di rifiuti urbani (in Europa 577 e negli USA più di 700 kg/anno), cui vanno aggiunti altri 1.002 kg/anno di rifiuti speciali (pericolosi e non), per un totale annuo di 1.535 kg, cioè più di 4 kg al giorno per persona. In media le famiglie sono responsabili dei due terzi dei rifiuti urbani. Il Decreto Ronchi (Dlgs n. 22 del 5 febbraio 1997) sulla gestione dei rifiuti prevedeva una raccolta differenziata del 25 % entro il 2001 e del 35% nel 2003, ma sono in pochi ad avere centrato l’obiettivo. La percentuale di raccolta differenziata, in Italia, si attesta infatti sul 23 % del totale dei rifiuti urbani raccolti, che nelle regioni del Nord raggiunge il 36 QUANTO IMPIEGANO I RIFIUTI A %, mentre nelle regioni del Sud BIODEGRADARSI: fazzoletti di carta 3 mesi, scende all’8 resti frutta e verdura 3-6 mesi, filtro di sigarette %. Sebbene tra gli obiettivi 1-2 anni, cheving-gum 5 anni, lattina di della nuova legislazione vi fosse alluminio 10-100 anni, bicchieri, bottiglie e anche il contenimento della sacchetti in plastica 100-1000 anni, polistirolo produzione, tra il 2000 e il 2006 i 1000 anni, vetro 4000 anni. rifiuti per abitante, in Italia, sono aumentati a tassi superiori a quelli della crescita del PIL e a quelli della media dei paesi europei (6 % tra il 2000 e il 2005, contro l’1 % nella media dei paesi della UE-15). Europa Inform 49 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Ciononostante la finanziaria 2007 ha spostato i nuovi obiettivi di raccolta differenziata al 45% entro il 2008 e il 65% nel 2012. Quello che non viene raccolto in modo differenziato finisce in discarica, il 52 % dei rifiuti urbani in Italia (2004) contro l’80% del 1997, un altro 10% circa viene incenerito, insieme ad un’altra quota di rifiuti speciali. In Europa, dove si producono 1,3 miliardi di tonnellate di rifiuti l’anno, finisce in discarica il 54% dei rifiuti urbani, il 12% viene incenerito recuperando energia e il 34% riciclato. Indicatori Indicatori di pressione Produzione di rifiuti Indicatori di stato Raccolta differenziata Sistema di smaltimento La produzione di rifiuti I dati che verranno illustrati si riferiscono solo ai rifiuti urbani e non comprendono quindi quelli speciali24, che nel 2003, ultimo dato disponibile, per Santarcangelo sono stati pari a 5.804 tonnellate, di cui più di un decimo pericolosi, circa 290/kg/anno per abitante. I rifiuti speciali, che erano più di 9 mila tonnellate nel 2001, provengono principalmente dall’industria tessile, del legno e della carta stampata, dei minerali non metalliferi, dalla lavorazione dei metalli, dai trasporti e dal trattamento dei rifiuti. Seguendo la tendenza generale anche a Santancangelo la produzione di rifiuti urbani non fa che crescere25: da 621 kg anno per abitante del 2000 si è arrivati ai 783 kg anno del 2006, superiore perfino al pro capite provinciale, dove però sono conteggiati anche i turisti (media nord Italia: 535 kg/ab). Una produzione di rifiuti urbani per abitante che fa guadagnare a Santarcangelo i primi posti in Italia, che in questa speciale classifica vede in testa la città di Massa con 916 kg/ab/anno, mentre in fondo c’è Matera con 394 kg/ab/anno (Ecosistema Urbano 2007). 24 Rientrano tra i rifiuti urbani: rifiuti domestici, anche ingombranti, rifiuti da spezzamento delle strade, rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, rifiuti cimiteriali. Sono considerati invece rifiuti speciali: rifiuti da attività agricole e agro-industriali, rifiuti da attività di demolizione, rifiuti da lavorazioni industriali, attività commerciali e artigianali, rifiuti da attività sanitarie, fanghi prodotti dalla depurazione delle acque, ecc. 25 In mancanza di dati la frazione organica umida 2006 di Santarcangelo è stata considerata uguale a quella del 2005, che è stata di 2.555,70 tonnellate. Europa Inform 50 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Santarcangelo: rifiuti 2000-2006 900 800 700 600 11.663 13.048 12.235 13.417 14.444 15.680 15.959 16.000 14.000 12.000 783 750 784 738 726 735 685 715 679 723 641 706 300 200 10.000 621 704 500 400 18.000 Kg/ab/anno Kg/ab/anno Provincia Tonnellate 100 0 8.000 6.000 4.000 2.000 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Fonte: Provincia di Rimini A differenza poi dei comuni costieri che vedono la raccolta rifiuti urbani raddoppiare d’estate, quella di Santarcangelo si mantiene abbastanza costante (all’incirca 1.300 tonnellate al mese) durante l’arco dei dodici mesi, con qualche leggera riduzione solo nei mesi di gennaio e febbraio. Santarcangelo: rifiuti mensili 2006 Rifiuti Raccolta* Rifiuti prodotti Differenziata Indifferenziati (t) (t) (t) 1.206,55 459,18 747,37 Gen. 1.159,82 445,17 714,65 Feb. 1.322,49 478,77 843,72 Mar. 1.340,81 437,17 903,64 Apr. 1.560,77 561,48 999,29 Mag. 1.355,57 457,72 897,85 Giu. 1.322,68 413,58 909,10 Lug. 1.401,03 449,99 951,04 Ago. 1.356,24 462,55 893,69 Set. 1.400,43 459,99 940,44 Ott. 1.307,00 433,07 873,93 Nov. 1.224,94 420,67 804,27 Dic. TOT. 15.958,33 5.479,34 10.478,99 Fonte: Osservatorio provinciale rifiuti * La frazione organica umida è stata divisa in 12 mesi La raccolta differenziata Premesso che il problema andrebbe affrontato all’origine, cioè producendo meno rifiuti, la raccolta differenziata rimane lo strumento più efficace per recuperare materiali Europa Inform 51 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO riutilizzabili, come per risparmiare energia26, e per evitare di dover ricorrere alle discariche (che nessuno vuole) oppure all’incenerimento. La raccolta differenziata di Santarcangelo è proseguita migliorando nel tempo, tanto che nel 2005 ha centrato l’obiettivo del 35%, unico comune della provincia, con Verucchio, ad aver ottenuto questo risultato, quando la media provinciale non sembra schiodarsi dal 25%. Santarcangelo: raccolta differenziata 5.495 4.026 5.480 4.504 6.000 5.000 34,3 25,2 35,0 23,9 31,1 22,9 4.000 30,0 24,7 3.513 26,9 25,1 3.100 25,3 24,1 2.698 23,1 24,5 40 35 30 25 20 15 10 5 0 3.000 2.000 1.000 0 2000 2001 Fonte: Provincia di Rimini 2002 % r.d. 2003 2004 % r.d. in Provincia 2005 Tonnellate 2006 Obiettivo 2003 E’ anche vero però che si può fare di più, come dimostrano i comuni “ricicloni”, che per dimensione della popolazione sono paragonabili a Santarcangelo, come Paese (TV), Cassano Magnano (VA), Montebelluna (TV), Suzzara (MN), Rivalta di Torino (TO) e Montecchio Maggiore (VI), per citarne solo alcuni, dove la raccolta differenziata ha raggiunto percentuali tra il 79 e il 68% (Legambiente, Comuni ricicloni 2006). Dal 2000 al 2006, l’incremento della raccolta differenziata ha riguardato in particolare la carta e il cartone (saliti da 554 a 1377 ton), il vetro (da 213 a 348 ton) e il legno (da 54 a 217 ton), molto meno le altre tipologie, quando non ci sono arretramenti come è il caso della frazione secca (da 775 a 387 ton) e dei rifiuti di giardini (da 739 a 261 ton). E’ scomparso invece l’alluminio, e non certo perché si utilizzano meno lattine. 26 Prendiamo, come esempio, l’alluminio: per ottenere 1 kg direttamente dalla bauxite (l’ossido da cui si ricava l’alluminio) ci vogliono 48 mila kilocalorie di energia, che scendono ad appena 2 mila se invece si riutilizza l’alluminio di scarto, cioè riciclato. Europa Inform 52 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Raccolta differenziata 2000 (t) Carta e cartone; 554 Abiti; 34 Vetro; 213 Frazione secca; 775 Plastica; 63 Metalli ferrosi; 75 Rifiuti giardini; 739 Beni durevoli; 11 Alluminio; 18 Ingombranti Inerti; 83 non metallici; 56 Legno; 54 Raccolta differenziata 2006 (t) Rifiuti giardini; 261 Frazione secca; 387 Abiti; 54 Carta e cartone; 1377 Beni durevoli; 11 Inerti; 152 Legno; 217 Metalli ferrosi; 39 Plastica; 66 Vetro; 348 Una parte della raccolta differenziata passa anche dai Centri ambiente, come quello di Via di Scalone a Santarcangelo, ma il loro ruolo sembra affievolirsi nel tempo. Infatti, se nel 2002, presso questo Centro ambiente si raccoglievano 650 tonnellate di rifiuti, che corrispondevano al 18% dell’intera raccolta differenziata comunale, nel 2005, le tonnellate erano salite appena a 728, con il peso sulla raccolta differenziata complessiva che scendeva al 13%, la percentuale più bassa tra tutti i comuni della provincia, dove la media è del 21%. Lo smaltimento dei rifiuti Ci sono tre modi per smaltire i rifiuti: la raccolta differenziata, la discarica e l’inceneritore. In provincia di Rimini, in cinque anni, la raccolta differenziata è aumentata, non molto, in valore assoluto, ma è rimasta la stessa, sul totale dei rifiuti raccolti, in termini percentuali. Sono invece in calo i rifiuti conferiti in discarica, che sono scesi dal 65 al 45 % del totale. Aumenta al contrario il quantitativo dei rifiuti inceneriti, che sono passati da 59 a 102 mila tonnellate (+73%), ed in percentuale sul totale dei rifiuti dal 35 al 55%. Ripartizione che vale anche per i rifiuti di Santarcangelo, data la stessa società di gestione. E’ evidente che Europa Inform 53 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO se si vuole evitare la discarica e non destinarne troppo all’incenerimento, non resta che aumentare significativamente la raccolta differenziata. Lo smaltimento dei rifiuti 250.000 54.380 200.000 59.139 150.000 100.000 50.000 0 108.612 2000 Fonte: Provincia di Rimini 58.049 101.677 82.492 2005 Raccolta differenziata Incenerito Conferito in discarica Sintesi aspetti chiave Seguendo la tendenza generale anche a Santancangelo la produzione di rifiuti non fa che crescere: da 621 kg anno per abitante del 2000 a circa 800 kg anno nel 2006, esclusi quelli speciali, con una crescita media annua superiore al 5% e posizionandosi tra i primi posti in Italia; La raccolta differenziata è migliorata nel tempo centrando l’obiettivo del 35%, unico comune della provincia, con Verucchio, ad aver ottenuto questo risultato, quando la media provinciale non sembra schiodarsi dal 25%. Ma comuni ricicloni paragonabili fanno meglio e raccolgono in modo differenziato tra il 56 e il 63%; Nello smaltimento dei rifiuti aumenta in modo significativo solo l’incenerimento. Europa Inform 54 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO La qualità dell’aria Introduzione Nel XX secolo la temperatura della Terra è aumentata di 0,5 gradi centigradi e il livello medio dei mari è cresciuto di circa 20 centimetri. Secondo stime dell’Ipcc (Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici dell’ONU), dal 1990 al 2100, causa l’effetto serra, si assisterà invece ad un aumento della temperatura globale sulla terra compresa tra 1,9 e 2,9 gradi, con la conseguenza di un aumento del livello dei mari, dovuto allo scioglimento dei ghiacciai, tra 46 e 58 centimetri (nell’ipotesi più pessimista si supera il metro). La Costa dell’alto Adriatico, da Rimini a Triste, rientrerebbe nelle zone a rischio inondazione. Altri studi ritengono troppo allarmistici questi scenari ed ipotizzano, per lo stesso periodo, un aumento di temperatura non superiore a 1,6 gradi, con conseguenze meno gravi. Per ultimo esiste un terzo gruppo di esperti pronto a sostenere che i dati disponibili non sarebbero sufficienti ad affermare che sia in atto un incremento anomalo della temperatura terrestre. E’ un fatto però che le emissioni annue pro capite di anidride carbonica (CO2) nel mondo sono aumentate da 2,4 tonnellate del 1950 a 4,1 tonnellate dei primi anni ’90 del secolo scorso. Media, come è noto, non vuol dire emissioni uguali per tutti, perché gli Stati Uniti contribuiscono con un pro capite annuo superiore a 20 tonnellate, mentre l’Emilia Romagna, in linea con l’Italia, si ferma a 8 tonnellate. In termini percentuali questo vuol dire che gli USA sono responsabili del 50 per cento delle emissioni complessive di CO2 e l’Italia solo del 4 per cento. In Italia, la CO2 rappresenta il 96% dei gas serra emessi dai trasporti e negli ultimi 10 anni ha avuto un incremento di quasi il 18%. La concentrazione in atmosfera di anidride carbonica, il maggiore responsabile dell’effetto serra27, ha raggiunto le 430 parti per milione, contro le 280 ppm precedenti la Rivoluzione industriale. Ai ritmi attuali di crescita toccherà le 550 ppm prima del 2050 e la temperatura potrebbe aumentare di 2 ° C. Nel protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici, del dicembre 1997, l’Europa si è impegnata a ridurre dell’8 %, e l’Italia del 6,5 % (equivalente a 25-30 milioni di tonnellate di petrolio), le emissioni dei gas serra, rispetto ai valori del 1990, entro il 2008-2012. Riduzione che il Consiglio europeo del marzo 2007 ha innalzato al 20% entro il 2020. Dopo una partenza difficile, le emissione di gas serra nell’Unione Europea a 15, che 27 Gli altri gas responsabili dell’effetto serra sono: il metano (CH4), proveniente dal settore agricolo, soprattutto dalle deiezioni animali degli allevamenti intensivi, e dalle discariche dei rifiuti; il protossido di azoto (N20), dalla concimazione chimica dei campi, dal settore energetico e trasporti; il perfluorocarburo (PFCs), sostanza utilizzata nella refrigerazione; l’idrofluorocarburo (HFCs), principale sostituto dei CFC, gas responsabile del buco dell’ozono, utilizzato per refrigerazione e condizionamento; l’esafluoruro di zolfo (SF6), prodotto chimico utilizzato nell’industria. L “effetto serra” si produce allorquando i gas emessi, formando una specie di cappa, impediscono al calore della Terra di fuoriuscire dall’atmosfera, respingendolo verso la Terra medesima, che quindi si surriscalda. Europa Inform 55 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO ammontano ad oltre 4 milioni di tonnellate, sono diminuite, nel 2005, dello 0,8% (35,2 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti) sul 2004, ma e rispetto all’anno base (1990) solo del 2%. Sullo stesso anno base in Italia l’aumento è stato 12,1%. Nel 2006, per la prima volta, l’Italia, le cui emissioni sono di 582 milioni di tonnellate, ottiene un calo del 1,5%. In ogni caso, per un europeo su quattro la parola “ambiente” richiama innanzitutto l’inquinamento urbano. Indicatori Nel comune di Santarcangelo non sono presenti centraline fisse di rilevazione della qualità dell’aria e quelli che seguono sono i risultati di una campagna di monitoraggio realizzata nel 2005, dall’Arpa e dalla Provincia di Rimini, con un Laboratorio Mobile (LM) posto in Via Libertà. Sono stati monitorati i seguenti inquinanti: NO2 – CO – O3 – C6H6 – PM10. Inquinanti provenienti in massima parte dal traffico veicolare e dal riscaldamento domestico (durante l’inverno). NO2 : biossido di azoto, notevolmente tossico è responsabile di effetti acuti e cronici sull’apparato respiratorio e colpisce soprattutto gli asmatici. L’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) ha stabilito un limite di 200 µg/mc (micro grammi, cioè un millesimo di grammo per metro cubo d’aria) come valore orario e un valore guida annuale di 40 µg/mc. Questi valori sono stati adottati a livello europeo dalla Direttiva 99/30/CEE e successivamente recepiti dalla legislazione italiana con il DM 60/02. Svolge un ruolo fondamentale nella formazione di inquinanti secondari molto pericolosi come l’ozono. CO: monossido di carbonio è un gas inodore, insapore ed incolore, che si produce per reazione alla combustione in difetto di ossigeno. In eccesso di ossigeno la combustione procede invece con la formazione di biossido di carbonio, composto non velenoso, al contrario del monossido. Le emissioni di CO in atmosfera sono da ascrivere per un 60% alle attività umane e per il restante 40% dai processi naturali. La principale sorgente di questo inquinante in ambito urbano è la combustione della benzina nei motori a scoppio. A differenza però degli ossidi di azoto, per il CO le massime emissioni si verificano in condizioni di motore al minimo, in decelerazione e in fase di avviamento a freddo, piuttosto che in accelerazione o in condizioni di alto numero di giri. Risulta dunque particolarmente favorevole la condizione di traffico lento e fermate ai semafori nelle giornate caratterizzate da bassa ventilazione. Nelle aree urbane la concentrazione di CO dipende dalla densità di popolazione degli autoveicoli. Il CO, che è sostanza velenosa, viene assorbito negli alveoli polmonari ed entra nel sangue associato all’emoglobina, impedendo l’ossigenazione dei tessuti. O3: ozono troposferico, si produce in prossimità della superficie terrestre in presenza di particolari condizioni come presenza di ossidi di azoto, molecole incombuste di idrocarburi emessi dagli scarichi dei veicoli, solventi, composti volativi, alta temperatura e irraggiamento solare. A differenza però dell’ozono stratosferico (cioè della fascia atmosferica compresa tra 15 e 50 km di altezza) che protegge dai raggi ultravioletti del sole, l’O3, di colore azzurro e odore pungente, detto anche smog estivo, è il principale fattore di degrado della qualità dell’aria in molte aree urbanizzate. Le più alte concentrazioni di ozono si registrano nelle ore di massimo irraggiamento solare dei mesi Europa Inform 56 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO estivi. L’ozono è un gas tossico e molto aggressivo sia per le vie respiratorie che per gli occhi. I primi sintomi sono: irritazione delle mucose, tosse, fiato corto, mal di testa, dolore al petto. Le categorie maggiormente sensibili sono gli anziani, i bambini (per una maggiore ritmo respiratorio o perché passano molte ore all’aperto nelle ore più calde della giornata) e gli asmatici. C6H6: benzene, originato prevalentemente dal traffico cittadino e dai motori a scoppio che utilizzano benzina contenente benzene come antidetonante, al posto del piombo tetraetile. In Italia la benzina contiene benzene in una frazione non superiore all’ 1% in volume (dal 01/07/98); per ridurne le emissioni non è sufficiente impiegare benzina con basso tenore di benzene ma occorre anche l’uso di marmitte catalitiche28. Il benzene viene usato anche nella produzione di resine, lubrificanti, coloranti, inchiostri, collanti, detergenti, solventi e pesticidi. Il fumo da sigaretta è invece la principale sorgente di benzene per l’inquinamento indoor (interno). Il benzene è un composto altamente tossico e cancerogeno e colpisce principalmente il sistema nervoso centrale e il midollo osseo. PM10: particelle (polveri) sottili volatili, allo stato solido o liquido, che a causa delle loro piccole dimensioni, pari o inferiore a10 µm (micron = 1 millesimo di millimetro), restano sospese nell’aria per tempi più o meno lunghi e sono facilmente inalabili. L’ulteriore frazione PM2.5 , che costituisce il 60% circa delle PM10, costituisce invece la parte respirabile perché possono penetrare nel tratto inferiore dell’apparato respiratorio (dalla trachea fino agli alveoli polmonari), risultando particolarmente nocive per persone con difficoltà di respirazione. Le emissioni antropiche (cioè prodotte dall’uomo) sono riconducibili in gran parte al traffico e ai processi di combustione (impianti industriali e di riscaldamento). Quelle di origine naturale invece, possono venire dall’erosione dei suoli, dall’aereosol marino, dal trasporto a lunga distanza di sabbia, ecc. Per ultimo, va aggiunto che le condizioni meteorologiche condizionano fortemente la qualità dell’aria presente in un territorio; infatti la concentrazione di un inquinante sul territorio è determinata principalmente da tre fattori: a) la quantità di sostanze inquinanti immesse in atmosfera, nel territorio considerato, in territori limitrofi, o addirittura in alcuni casi particolari a grande distanza; b) la morfologia del territorio; c) le condizioni meteorologiche della zona. Indicatori di stato (risultati della campagna di monitoraggio) NO2 – CO – O3 – C6H6 – PM10 Emissioni di gas serra 28 La marmitta catalitica ha permesso di risolvere, almeno in parte, le problematiche relative ad alcuni inquinanti “tradizionali” come monossido di carbonio, piombo e benzene, ma dall’altra ha causato l’aumento delle quantità di gas serra, come CO2 o protossido di azoto (N2O), emesse nell’aria. Europa Inform 57 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Il Biossido di Azoto (NO2) Dall’analisi dei dati29 orari rilevati dal L.M. a Santarcangelo di Romagna in via Libertà, si può dedurre che l’inquinamento da Biossido di Azoto (NO2) si mantiene al di sotto del valore limite di 200 µg/mc riferito alla massima media oraria. Il confronto con i valori dello stesso parametro riscontrati nel medesimo periodo di tempo nei luoghi di posizionamento della rete fissa di monitoraggio della qualità dell’aria (di seguito RMQA, che conta 3 stazioni nel comune di Rimini ed 1 a Riccione), mostrano una media totale (38 µg/mc) superiore alla stazione del Marecchia e di Riccione, una media invernale (40 µg/mc) dietro solo alla Flaminia, una media estiva (36 µg/mc) e un valore massimo invernale (108 µg/mc) superato da Flaminia e Abete, un massimo estivo (110 µg/mc) in penultima posizione, seguito solo da “Marecchia”. I valori di media oraria più alti della campagna sono stati registrati nella stazione “Flaminia” nel periodo invernale ed in quella di “Abete” nel periodo estivo. Nelle restanti stazioni della rete e presso il L.M. di Santarcangelo i valori massimi sono più bassi e simili tra loro, sia nel periodo invernale che in quello estivo. Per quanto riguarda invece i valori medi riscontrati nei due periodi di campionamento, “Flaminia” mostra sempre i valori più alti (54 µg/mc invernale, 71 µg/mc estivo). Parametri statistici medie orarie NO2 (µg/mc) 29 Tutti i dati riportati sono tratti dal rapporto Campagna di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico con laboratorio mobile nelle aree urbanizzate dei Comuni della Provincia di Rimini, ARPA Sezione Provinciale di Rimini, Comune di Santarcangelo, 2006, scaricabile on line sul sito: www.ambiente.provincia.rimini.it Europa Inform 58 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Gli orari della giornata più critici, quando cioè i valori raggiungono le punte massime sono: nel periodo estivo, a secondo della postazioni, nella mattinata dalle ore 07.00 alle 09.00 e in serata dalle ore 19.00 alle 22.00. D’inverno il quadro è più omogeneo e le concentrazioni maggiori si registrano nelle ore mattutine, dalle 08.00 alla 10.00, e in quelle serali, dalle 18.00 alle 21.00. Quindi i picchi di massima concentrazione si rilevano sempre in concomitanza o nelle ore immediatamente successive ai momenti di maggior traffico. Nel periodo estivo i picchi sembrano essere anticipati al mattino e posticipati in serata. Su questa situazione sicuramente influisce il cambiamento di orario in cui, durante l’estate, si manifestano i flussi di traffico più intensi. L’andamento invece della concentrazione dell’inquinante nell’arco della settimana lavorativa, vede la tendenza alla diminuzione i fine settimana, chiaramente quando il traffico diminuisce. Per ultimo, i dati rilevati dal LM a Santarcangelo mostrano una buona correlazione con i dati rilevati nelle postazioni della RMQA, ad eccezione della “Flaminia”. Questo vuol dire che l’ambito in cui sono stati effettuati i campionamenti è rappresentativo della parte urbanizzata del comune di Santarcangelo ed è verosimile che questa tipologia di sito sia caratterizzata da profili di concentrazioni simili a quelli riscontrati nelle postazioni della RMQA, escluso appunto Flaminia, zona da alta intensità di traffico, ed in parte Abete, almeno d’estate. Giorno tipo. Andamento orario giornaliero della concentrazione per NO2 (µg/mc) “Periodo Estivo” Europa Inform 59 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Giorno tipo. Andamento orario giornaliero della concentrazione per NO2 (µg/mc) “Periodo Invernale” Il Monossido di carbonio (CO) Anche in questo caso, dai dati provenienti dallo stesso L.M. a Santarcangelo, si può vedere chiaramente che l’inquinamento da monossido di carbonio si mantiene ampiamente al di sotto del valore limite di10 mg/mc riferito alla media giornaliera. Europa Inform 60 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO In generale, per Santarcangelo, le concentrazioni estive sono più altre di quelle invernali. Sempre nel periodo estivo le concentrazioni di CO rilevate a Santarcangelo di Romagna sono seconde solo a quelle rilevate presso la postazione “Flaminia” (alta densità di traffico urbano) e contemporaneamente molto simili ad “Abete” (alta densità abitativa), mentre “Riccione” e “Marecchia” mostrano sempre concentrazioni più basse. Nel periodo invernale invece le concentrazioni rilevate dal L.M. sono le più basse insieme a quelle registrate presso la stazione di “Marecchia”. Parametri statistici orari per il CO (mg/mc) I valori medi di concentrazione oraria registrati dal L.M. sono sempre inferiori a quelli rilevati in “Flaminia”, uguali ad “Abete” e superiori a quelli delle altre postazioni nel periodo estivo, inferiori anche ad “Abete” e “Riccione” e uguali a “Marecchia” nel periodo invernale. La stazione “Flaminia” presenta i valori più elevati di concentrazione in tutti gli intervalli orari, sia nel periodo invernale che estivo. Nel periodo estivo il L.M. assume un profilo delle concentrazioni molto simile ad “Abete” e sempre superiore a “Marecchia” e “Riccione”. Europa Inform 61 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Nel periodo invernale invece il L.M. mostra il profilo di concentrazione più basso, insieme a quello della stazione “Marecchia”. Il profilo di concentrazione del L.M. a Santarcangelo nel periodo estivo, pur presentando un leggero incremento delle concentrazioni nell’arco della giornata, risulta molto stabile. Questo è dovuto presumibilmente alla modesta presenza di fonti importanti di emissione dirette di CO nelle vicinanze dell’aerea sottoposta a monitoraggio. Per quanto riguarda l’andamento orario delle concentrazioni, in entrambi i periodi di monitoraggio nelle stazioni si registrano concentrazioni maggiori nelle ore mattutine dalle 07.00 alle 09.00 e in quelle serali dalle 18.00 alle 22.00, ore associabili o immediatamente successive alla presenza di traffico più intenso. Giorno Tipo. Andamento orario giornaliero della concentrazione per il CO (mg/mc) “Periodo Estivo” Giorno Tipo. Andamento orario giornaliero della concentrazione per CO (mg/mc) “Periodo Invernale” Europa Inform 62 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Nel periodo invernale, durante la settimana lavorativa, si assiste ad un progressivo aumento, seppur modesto, delle concentrazioni raggiunte dall’inquinante, che diminuisce invece la domenica. Nel periodo estivo, il profilo presenta una maggiore costanza, seppure con picchi di concentrazione più elevati nella parte centrale della settimana. Anche per questo parametro esiste una correlazione abbastanza evidente, escluso i picchi, con i risultati registrati dalla maggior parte della rete di monitoraggio stabile. L’Ozono (O3) Nessuno superamento dei 120 µg/mc, calcolati come media su 8 ore (Obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana), è stato registrato dal L.M a Santarcangelo per l’Ozono. I dati sulle concentrazioni sono comunque paragonabili alle postazioni della RMQA di “Riccione” (alta densità di traffico urbano) e “Marecchia” (fondo urbano), abilitate a questo tipo di rilevazioni. Emerge sempre l’evidenza che l’ozono è un inquinante tipico della tarda primavera – inizio estate, trattandosi di un inquinante secondario la cui formazione viene attivata dalla presenza di intenso irraggiamento solare. Parametri statistici mede orarie per O3 (µg/mc) Europa Inform 63 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Nelle figure che seguono sono riportati gli andamenti della concentrazione per il giorno tipo nel periodo invernale ed estivo relativamente alla campagna di monitoraggio. Come è ben visibile la postazione di Santarcangelo e le postazioni della rete RMQA hanno andamenti molto simili tra di loro in tutte le ore del giorno, sia nel periodo estivo che invernale. Nel periodo estivo si nota che i valori di concentrazione registrati a Santarcangelo durante la notte a partire dalle 21.00 sino alle 8.00 del mattino sono leggermente più elevati di quelli delle altre due stazioni della rete, un andamento analogo è percepibile anche nel periodo invernale. Questo andamento più alto relativo alle prime ore del mattino, è associabile ad un minore calo della concentrazione dell’inquinante durante le ore notturne. Questo fenomeno è dovuto ad una minore presenza in questo sito di quelle sostanze inquinanti che, oltre ad entrare direttamente nel meccanismo fotochimico di generazione dell’Ozono, contribuiscono poi, tramite altre reazioni, alla sua rimozione. Europa Inform 64 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Per quanto riguarda l’andamento orario delle concentrazioni in tutte le stazioni si registrano valori maggiori tra le ore 16.00 e 18.00 nel periodo estivo e tra le 15.00 e le 16.00 nel periodo invernale, ore successive ai momenti di maggior irraggiamento solare. Giorno Tipo. Andamento orario giornaliero della concentrazione per l’ Ozono (µg/mc) “Periodo Estivo” Giorno Tipo. Andamento orario giornaliero della concentrazione per l’Ozono (µg/mc) “Periodo Invernale” Europa Inform 65 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Il Benzene (C6H6) Concentrazioni medie orarie del parametro sempre inferiori al valore previsto per la media annuale (10 µg/mc), sia nel periodo invernale che estivo. Sempre nella norma ma valori più alti nella stazione “Flaminia”, in particolare d’estate. In entrambi i siti di misura, ed a maggior ragione a Santarcangelo, i valori medi rilevati nei periodi oggetto di monitoraggio mostrano comunque valori compatibili anche con il valore limite di 5 µg/mc previsto per il 2010. Benzene Media oraria e media oraria massima registrata (µg/mc) Per quanto riguarda l’andamento orario delle concentrazioni, in entrambe le postazioni si registrano aumenti di concentrazione nelle ore mattutine, dalle 08.00 alle 10.00, e in quelle serali, dalle 19.00 alle 22.00. Nella stazione “Flaminia” si rileva anche un innalzamento delle concentrazioni nelle ore centrali della giornata. Quindi gli innalzamenti di concentrazione si rilevano sempre nelle ore concomitanti o immediatamente successive ai momenti di traffico più intenso. Europa Inform 66 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Presso il L.M., durante il periodo estivo, si rileva una concentrazione estremamente bassa con un profilo molto stabile nell’arco della giornata. Giorno tipo. Andamento orario giornaliero della concentrazione per il Benzene (µg/mc) “Periodo Invernale” Giorno tipo. Andamento orario giornaliero della concentrazione per il Benzene (µg/mc) “Periodo Estivo” Europa Inform 67 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Durante la settimana e in particolar modo durante il periodo invernale si percepisce un progressivo aumento della concentrazione dell’inquinante durante il corso della settimana lavorativa. Le concentrazioni tornano poi ad abbassarsi il fine settimana. Come sempre è il traffico a determinare il livello di presenza degli inquinanti. Il Materiale Particolato (PM10) In questo caso, i dati rilevati dal L.M. a Santarcangelo, sempre durante il periodo della campagna, mettono in rilievo, sia per il periodo invernale che per quello estivo, alcuni superamenti del “Valore limite di 24 ore per la protezione della salute umana” fissato in 50 µg/mc dal 2005, da non superare più di 35 volte l’anno. Risultati analoghi, per lo stesso parametro, si sono riscontrati nelle stazioni della RMQA “Marecchia” (fondo urbano) e “Flaminia” (alta densità di traffico urbano), ed i superamenti del valore medio giornaliero tendono a manifestarsi negli stessi periodi di tempo. L’andamento delle concentrazioni registrate con il L.M. di Santarcangelo nel periodo invernale è caratterizzato da valori molto simili a quello rilevati in “Flaminia” e superiori a quelli di “Marecchia”. Nel periodo estivo i profili delle due stazioni e del L.M. hanno andamenti più uniformi tra loro, anche se la stazione di “Marecchia”, in questo periodo, sembra caratterizzata da concentrazioni leggermente minori. I valori dei massimi rilevati, in questo caso particolare relativi al periodo estivo, sono sostanzialmente simili tra di loro, L.M. = 75; “Marecchia” = 73; “Flaminia” = 81. Fatto importante che và rilevato è che questi valori sono stati riscontrati durante lo stesso episodio di inquinamento e addirittura nello steso giorno. Riferendoci indicativamente al “Valore limite annuale per la protezione della salute umana” che richiede un valore medio annuale inferiore a 40 µg/mc, è giusto considerare il fatto che, calcolando la media sui giorni di campionamento, come media su entrambe i periodi, il limite sopra richiamato non viene superato. Calcolando invece la media sui singoli periodi, il limite viene superato per il periodo invernale e non per quello estivo. Parametri statistici dei valori medi giornalieri per il PM10 (µg/mc) Europa Inform 68 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO I dati giornalieri rilevati confermano che il periodo invernale è caratterizzato da valori di concentrazione più alti di quello estivo e nel complesso è evidente che l’inquinamento da PM10 non è specifico del sito di campionamento ma si manifesta uniformemente, con concentrazioni che tendono ad assumere valori simili su tutto il territorio. Le due postazioni di misura hanno andamenti leggermente differenti. Nel periodo estivo la postazione di misura di Santarcangelo presenta valori più bassi di concentrazione nella seconda parte della giornata. Nel periodo invernale presso “Flaminia” si osserva un abbassamento di concentrazione abbastanza consistente nelle ore centrali della giornata diversamente dal L.M. a Santarcangelo che mantiene un profilo omogeneo e più elevato. Europa Inform 69 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Si rileva sempre la tendenza all’aumento delle concentrazioni dell’inquinante durante le ore serali. Le concentrazioni tendono poi a calare nelle prime ore del mattino, un successivo calo è percepibile con modalità diverse nelle due postazioni, in tarda mattinata presso “Flaminia” e nel pomeriggio presso il L.M.. Per quanto riguarda i valori massimi delle concentrazioni, in entrambe le postazioni vengono rilevati nelle ore serali, dalle 22.00 alle 24.00. In “Flaminia” si rileva anche un aumento della concentrazione intorno alle ore 08.00 del mattino, che si percepisce anche a Santarcangelo ma alle ore 10.00. In sintesi, l’andamento delle concentrazioni mostra condizioni associabili ad un inquinante influenzato da traffico30. Giorno Tipo. Andamento biorario della concentrazione per il PM10 (µg/mc) “Periodo Estivo” 30 Da uno studio su 13 città italiane con oltre 200 mila abitanti, condotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Apat (Agenzia per la protezione dell’ambiente) è risultato che tra il 2002 e il 2004 si sono registrati, in media, 8.220 morti l’anno causati dalle polveri sottili, che equivale al 9% della mortalità degli over 30. Morti che si potrebbero risparmiare quando (2010) diverrà legge l’obiettivo di qualità dell’aria che abbasserà a 20 µg/mc la concentrazione di PM10 ammissibile. In Europa, l’inquinamento atmosferico riduce di più di otto mesi l’aspettativa di vita media e ogni anno provoca la morte prematura di 370 mila europei. Europa Inform 70 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Giorno Tipo. Andamento biorario della concentrazione per il PM10 (µg/mc) “Periodo Invernale” Se nel periodo estivo si percepisce una diminuzione delle concentrazioni nella parte iniziale della settimana seguita da un successivo aumento, nel periodo invernale nella parte iniziale della settimana lavorativa i profili rimangono pressoché costanti manifestando una tendenza all’aumento durante il fine settimana ed un calo nella giornata di domenica. E’ giusto sottolineare la somiglianza dei profili delle settimane tipo tra il L.M. a Santarcangelo e la postazione di “Flaminia” (alta densità di traffico) nel periodo invernale, che è quello più critico per questo inquinante. Le emissioni di gas serra Secondo stime realizzate dall’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Rimini, dal 2002 al 2005, le emissioni totali di gas serra nell’intero territorio provinciale sono aumentate da 2,141 a 2,255 milioni di tCO2 equivalenti31, con una crescita del 5% in tre anni. Cioè il contrario degli impegni sottoscritti con il Protocollo di Kyoto, che dovrebbe vedere la Provincia di Rimini impegnata a ridurre le emissioni di circa 800 mila tonnellate. L’aumento investe tutti i Comuni, ma il maggior contributo alla produzione dei gas serra viene dalle località costiere, in testa a tutti Cattolica con oltre 37 tonnellate equivalenti di CO2 per residente, seguito da Riccione con quasi 29 tonnellate, poi Rimini con 14, Bellaria 13 e Santarcangelo con poco più di 6 tonnellate. 31 Quantità di anidride carbonica capace di produrre gli stessi effetti di altri gas. Europa Inform 71 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Ovviamente la riduzione deve essere un impegno di tutti, ma qualcuno deve fare sicuramente di più. 28,84 25,93 at to lic a C ic cio ne 14,46 R im in i 13,01 13,69 R 6,47 12,31 Be lla ri a Sa nt ar ca ng el o 20 15 10 5 0 2003 2005 5,81 40 35 30 25 34,06 tCO2 equivalenti per abitante 37,89 Emissioni di gas serra Fonte: Provincia di Rimini Conclusioni Dati i valori riscontrati il Piano di risanamento e tutela della qualità dell’aria della Provincia di Rimini ha inserito Santarcangelo tra le zone “agglomerato” per le quali è necessario predisporre programmi a breve termine di risanamento per riportare la qualità dell’aria ai livelli richiesti dalle Direttive europee. Sintesi aspetti chiave Secondo i dati rilevati dal Laboratorio Mobile posto a Santarcangelo di Romagna in via Libertà, nel 2005, l’inquinamento da Biossido di Azoto (NO2) si mantiene al di sotto del valore limite di 200 µg/mc. stabiliti. Gli orari della giornata più critici, quando cioè i valori raggiungono le punte massime sono: nel periodo estivo, nella mattinata dalle ore 07.00 alle 09.00 e in serata dalle ore 19.00 alle 22.00. D’inverno dalle 08.00 alla 10.00, e in quelle serali, dalle 18.00 alle 21.00. Orari che coincidono con i periodi di maggior traffico; Anche per il Monossido di carbonio (CO), dai dati provenienti dallo stesso L.M. si può osservare che l’inquinamento da questa componente si mantiene al di sotto del valore limite di 10 mg/mc riferito alla media giornaliera. In generale poi, a Santarcangelo, le concentrazioni estive sono più alte di quelle invernali; Europa Inform 72 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Nessuno superamento dei 120 µg/mc calcolati come media su 8 ore (obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana) registrato dal L.M a Santarcangelo nemmeno per l’Ozono. I dati sulle concentrazioni sono comunque paragonabili a quelli raccolti nello stesso periodo a “Riccione” (alta densità di traffico urbano) e nel “Marecchia” (fondo urbano). Una particolarità: nel periodo estivo, dalle 21.00 sino alle 8.00 del mattino, i valori di concentrazione per Santarcangelo sono leggermente più elevati di quelli delle altre due stazioni della rete; Concentrazioni medie orarie del Benzene sempre inferiori al valore previsto per la media annuale (10 µg/mc), sia nel periodo invernale che estivo. Aumenti delle concentrazioni nelle ore mattutine dalle 08.00 alle 10.00 e in quelle serali dalle 19.00 alle 22.00; Per le PM10 i dati rilevati dal L.M. a Santarcangelo mettono in rilievo, sia per il periodo invernale che per quello estivo, alcuni superamenti del “Valore limite di 24 ore per la protezione della salute umana” fissato in 50 µg/mc dal 2005. La media delle concentrazioni è più elevata d’inverno, ed è sempre il traffico la sorgente principale; Nel 2005, ogni residente a Santarcangelo ha prodotto l’equivalente di 6,47 tonnellate di gas serra, cioè 6.470 chilogrammi, 660 chilogrammi in più rispetto al 2003. E’ la sesta quantità pro capite più alta della provincia. Limiti di legge per PM 10, C6H6, NO2 e O3 Variazione di emissione in Europa delle principali sostanze inquinanti dal 1993 al 2003 e Europa Inform 73 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO percentuale di incidenza dei trasporti stradali sul totale di emissioni (1) Il progetto Corinair (COoRdination-INformation-AIR – CE, 1985) finalizzato a raccogliere, armonizzare e organizzare le informazioni sulle emissioni in atmosfera nella comunità europea e' stato lanciato in ambito europeo, alla metà degli anni '80. Il risultato delle attività del progetto e' costituito dalla realizzazione di un inventario delle emissioni. In tabella sono considerate quelle relative a: ossidi di zolfo (SOx), ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili (COV), ammoniaca (NH3), monossido di carbonio (CO), polveri inalabili minori di 10 micron (PM10). Nell’inventario delle emissioni vengono considerate le seguenti fonti: combustione energia e industria di trasformazione; combustione non industriale; combustione industria; processi produttivi; estrazione, distribuzione combustibili fossili / geotermico; uso di solventi; trasporti stradali; altre sorgenti mobili; trattamento e smaltimento rifiuti; agricoltura; altre sorgenti di emissione ed assorbimenti. Europa Inform 74 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Il ciclo idrico Introduzione Di tutta l’acqua presente sul pianeta Terra, il 97,5 per cento è salata, e del restante 2,5 per cento, più di due terzi è ghiacciata nelle calotte polari. Il resto dell’acqua non salata disponibile è per lo più presente sotto forma di misture al suolo (fanghi e terra umida) o giace nel sottosuolo, nella falde acquifere. Così, meno dell’1 per cento dell’acqua disponibile nel mondo (circa lo 0,07 per cento del totale dell’acqua del mondo) è di pronto accesso per gli usi umani e si trova nei laghi, nei fiumi, nelle riserve e nelle sorgenti del sottosuolo. L’evaporazione e le precipitazioni rendono questa riserva d’acqua disponibile. Ma dei 40 mila Kmc di acqua dolce che raggiunge la terra, secondo esperti dell’Unesco, solo 13,5 mila sono teoricamente disponibili per il consumo umano, con costi economici e ambientali crescenti. Dagli anni Cinquanta le riserve rinnovabili pro capite sono scese della metà, mentre la popolazione mondiale è passata da due miliardi e mezzo a sei. Solo nell’ultima decade la domanda di acqua è cresciuta di sette volte, quasi il doppio del tasso di crescita della popolazione. La domanda di acqua, infatti, raddoppia ogni 21 anni. Già ottanta paesi che ospitano qualcosa come 2,2 miliardi di persone, il 40 per cento circa della popolazione mondiale, sono classificati aridi o semiaridi. Percentuale destinata a crescere entro la metà del XXI secolo, fino a raggiungere il 65 per cento degli abitanti della terra. All’inizio del nuovo millennio, 1,4 miliardi di persone non ha accesso diretto all’acqua. Secondo stime, nell'anno 2020, quando la popolazione mondiale sarà di 8 miliardi circa, il numero di persone che non avrà accesso all'acqua potabile salirà a 3 miliardi. Un intero continente, l’Africa, si trova con meno di 500 metri cubi di acqua potabile all’anno per persona: disponibilità che l’Oms ritiene al limite della sopravvivenza. Il consumo quotidiano di acqua di una famiglia europea è molte volte superiore a quello di una famiglia africana (che non supera i 20 litri). La media dei paesi Ocse di approvvigionamento idrico è di 360 litri/persona/giorno, che sale a 585 l/per/gg negli USA, per scendere a 383 l/per/gg in Italia. L’Italia consuma ogni anno 40 mila milioni di metri cubi (1 mc=1000 litri) di acqua, di cui la metà per usi irrigui, un quinto per usi civili ed una stessa quantità per usi industriali, e quel che resta per produrre energia. In Emilia Romagna, che nel 2001 ha consumato 1.914 milioni di mc di acqua (il 2 per cento in più del 1980) l’agricoltura è più “idroesigente” e di acqua ne consuma il 63 per cento, contro il 12 per cento dell’industria e il 25 per uso civile (per produrre una tonnellata di granoturco ci vogliono almeno 2.500 ton di acqua, per una di patate ne basta 1,5 ton. e per una di fagioli 13 ton). Indicatori Europa Inform 75 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Indicatori di Stato Qualità dei corsi d’acqua Qualità delle acque sotterranee Indicatori di pressione Prelievi e consumi idrici Indicatori di risposta Rete fognaria e depurazione Qualità dei corsi d’acqua Sono due i bacini fluviali che attraversano o lambiscono il comune di Santarcangelo: il fiume Uso, che sfocia a Bellaria, e più a sud il fiume Marecchia. In ordine d’importanza sono, per portata e superficie totale, il primo e il terzo bacino fluviale della provincia. Bacini fluviali del Comune di Santarcangelo Bacino Portata media (mc/s) Superficie totale bacino (km2) Uso 1,13 141 Marecchia 7,7 649 Fonte: Piano delle acque della Provincia di Rimini La qualità dell’acqua dei fiumi viene controllata da una rete di monitoraggio che consta di due stazioni di prelievo per il fiume Uso e quattro per il fiume Marecchia. La determinazione dello Stato Ecologico di un corso d’acqua (SECA) prevede l’incrocio tra le analisi di parametri chimico-microbiologici, detti macrodescrittori (Ossigeno Europa Inform 76 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO disciolto/OD, Domanda chimica e biochimica di ossigeno/BOD5, Domanda chimica di ossigeno/COD, Sostanze azotate e Fosfati, Escherichia Coli per la misura della presenza di microrganismi da sversamenti di liquami), e le analisi riguardanti il suo stato biologico, riassunto nell’ Indice Biotico Esteso (IBE), che si ottiene esaminando l’impatto antropico (esempio la presenza, anche sporadica, di inquinanti tossici) sulle comunità dei macroinvertebrati (insetti nella loro forma larvale acquatica e molluschi) che vivono sul fondo o nel sedimento dei corsi d’acqua. L’indice IBE traduce lo stato di qualità biologica in cinque classi e assume valori decrescenti con l’aumentare del grado di inquinamento (valori alti, non inquinato, colore azzurro; valori bassi, molto inquinato, colore rosso). Anche lo Stato Ecologico dei corsi d’acqua viene rappresentato in cinque classi, cha vanno dalla classe 1 (colore azzurro) per ambienti non inquinati di qualità elevata, alla classe 5 per ambienti fortemente inquinati (colore rosso) di qualità pessima. Infine la classificazione SECA combinata con la presenza o meno di inquinanti chimici consente di arrivare allo Stato Ambientale del corso d’acqua (SACA), che distingue cinque possibili livelli di qualità ambientale dell’acqua: elevato, buono, sufficiente, scadente e pessimo. Il fiume USO dal 2000 al 2004 Per una verifica sulle tendenze dello stato ecologico delle acque del fiume Uso si mettono a confronto i risultati delle analisi effettuate, negli stessi punti di prelievo, nel 2000 e nel 2004 (ultimo anno disponibile). L’osservazione delle cartine, che sintetizzano i risultati delle analisi, permette di constatare che: a. nella stazione più a valle la qualità delle acque è sempre peggiore di quella a monte (questo vuol dire che l’inquinamento cresce durante il tragitto); b. nel periodo considerato c’è stato un peggioramento in entrambi le stazioni: nella prima (Ponte SP 73 a Camerano di Poggio Berni) l’IBE è passato dal colore verde al giallo, che vuol dire da un “ ambiente con moderati sintomi di inquinamento” ad un “ambiente molto inquinato”; nella seconda (Ponte SP 89-San Vito di Rimini) da giallo ad arancione, cioè da un “ambiente molto inquinato” ad uno “molto inquinato e molto alterato”. Nella stazione più a valle sono maggiori i valori del fosforo totale (elemento presente negli scarichi domestici nonché in fertilizzanti agricoli), dell’azoto ammoniacale e dell’azoto nitrico. Ma in genere i parametri critici, in entrambi i punti di campionamento, sono anche il COD, l’Ossigeno disciolto e l’Escherichia coli. Questa situazione porta il Rapporto sulle acque fluviali della Provincia di Rimini dell’anno 2000 a scrivere che “dall’intersezione tra il livello dei macrodescrittori con quello dell’IBE, deriva una classificazione provvisoria dello Stato Ecologico come “scadente” in tutte le stazioni di campionamento”(pag.10). La situazione, a parte la diminuzione della presenza del Fosforo totale, è però peggiorata nel 2004, e ciò fa scrivere al Rapporto di quell’anno che “nel corso d’acqua si trovano alte concentrazioni di inquinanti, per lo più organici, non degradabili facilmente da parte della Europa Inform 77 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO biomassa batterica presente nel corpo idrico, derivanti dagli scarichi domestici ed industriali che vi recapitano” (pag. 20)32. Lo Stato Ecologico ed Ambientale è dato come “sufficiente” nella prima stazione ma “scadente” nella seconda, per la presenza di scolmatori e di numerosi allevamenti. 32 I Rapporti sono consultabili e/o scaricabili sul sito: www.ambiente.provincia.rimini.it Europa Inform 78 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Il fiume MARECCHIA dal 2000 al 2004 Complessivamente migliorano invece le condizioni del fiume Marecchia, la cui qualità biologica, misurata dall’Indice Biotico Esteso (IBE) passa, dal 2000 al 2004, dalla classe IV (Ambiente molto inquinato e molto alterato) alla classe III (Ambiente molto inquinato), mentre lo Stato Ecologico mantiene la classe 3 di “sufficiente” (colore giallo) in tutte le stazioni di controllo. In verità a migliorare, nel 2004, sono state le due stazioni più a valle (Marecchia 3 e 4), che nel 2003 avevano ottenuto una valutazione dello Stato Ecologico pari alla classe 4 (scadente). Per quanto riguarda l’Indice Biotico Esteso (IBE), la qualità biologica del corso d’acqua risulta mediamente pari ad una classe III (ambiente molto inquinato) lungo tutta l’asta fluviale, non mostrando particolari variazioni nel corso dell’anno. Anche per il fiume Marecchia le condizioni peggiorano mano a mano che ci si avvicina alla foce. Tra i parametri rilevati, quelli che aumentano i valori con l’approssimarsi del mare sono il COD, il BOD5, l’OD e il Fosforo totale, in particolare nei mesi estivi di luglio e agosto, l’Azoto ammoniacale, l’Azoto nitrico e l’Escherichia coli. Europa Inform 79 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Indice Biotico Esteso (IBE) - anno 2000 Indice SECA e SACA Una sintesi dello stato di qualità dell’acqua dei fiumi Uso e Marecchia degli ultimi cinque anni viene offerta dagli indicatori sullo Stato Ecologico (SECA) e sullo Stato Ambientale (SACA) di questo periodo, da cui si ricava un Uso più inquinato del Marecchia, soprattutto nella parte finale, e si conferma una propensione al degrado con l’avvicinarsi alla costa. Europa Inform 80 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Evidentemente il passaggio per centri abitati, siti industriali e luoghi di produzioni agricola non lasciano indifferenti i due fiumi. Stato ecologico e ambientale dei fiumi Fiume Stazione USO USO MARECCHIA MARECCHIA MARECCHIA MARECCHIA Fonte: ARPA, Ponte SP 73 Camerano SP 89 San Vito Ponte Secchiano Ponte Verucchio Ponte SP 49 Santarcangelo A monte cascata via Tonale 2005 Legenda: SECA e SACA 2001 2002 2003 2004 2005 SECA - SACA Classe 2 - Buono Classe 3 - Sufficiente Classe 4 - Scadente Il Piano Regionale di tutela delle acque prevede, per il 2008, il raggiungimento dello stato di “sufficiente” nello sbocco al mare del fiume Uso, e il mantenimento di “buono” a monte e il raggiungimento di “sufficiente” a valle per il fiume Marecchia, da trasformare in “buono” nel 2016. La qualità delle acque sotterranee (pozzi) Dalla qualità delle acque superficiali a quelle sotterranee, dove avvengono i prelievi anche per uso potabile. Le concentrazioni dei parametri chimico-fisici-tossici dell’acqua estratta dai 4 pozzi che riforniscono Santarcangelo, conformemente a quanto stabilito dal DPR 236/88 per gli usi alimentari e potabili, rientrano ampiamente nei limiti stabiliti. Ovviamente l’acqua estratta, prima di entrare nella rete di distribuzione, dove viene comunque immessa una miscela proveniente da più fonti, subisce diversi trattamenti di disinfezione e potabilizzazione. Il controllo sulla qualità dell’acqua della rete è affidato all’Azienda USL, che esegue prelievi periodici, verificando circa trenta parametri. Qualità delle acque sotterranee dei pozzi di approvvigionamento per Santarcangelo, 2007 Valori medi dei parametri chimico-fisici Pozzi 4 pozzi Fonte: Hera Cloruri Durezza Nitrati (CMA=200mg/l) (CMA=50 F°) (CMA=50mg/l) 19 26 7 CMA = Concentrazione Massima Ammissibile Sull’inquinamento da Nitrati delle acque di falda va tenuto presente che valori superiori al limite di 50 mg/l, con la tendenza all’aumento, sono presenti nella conoide del Marecchia Europa Inform 81 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO già da qualche tempo33. I punti rossi della figura indicano i luoghi con una qualità dell’acqua sotterranea scadente. La classificazione quali-quantitativa (stato ambientale) delle acque sotterranee Legenda Fonte: RER, Piano tutela delle acque 2003, pag.163 Per risanare la situazione l’Autorità di bacino Marecchia-Conca ha, tra l’altro, assunto i seguenti impegni in modo prioritario: Completamento allacciamenti dei collettori di adduzione ai depuratori consortili Completamento reti fognarie pubbliche nei centri > 2.000 A.E. Trattamento secondario e terziario dei reflui Utilizzo della fitodepurazione per piccoli agglomerati non allacciabili ai depuratori Costruzione vasche di stoccaggio deiezioni animali Accorgimenti per minimizzare il contatto delle deiezioni animali con le acque Reti fognarie separate per i nuovi insediamenti Con riferimento agli aspetti quantitativi delle acque superficiali e sotterranee, le priorità d’intervento riguarderanno la razionalizzazione degli usi ed il risparmio delle risorse idriche. Esse consistono in: interconnessione ed ammodernamento degli acquedotti delle aree collinari e montani, la riduzione delle perdite e predisposizione di nuovi attingimenti; spostamento di parte degli emungimenti su falde acquifere a minore compromissione, con contestuale protezione delle stesse dall’inquinamento da nitrati; uso irriguo di reflui provenienti da impianti di depurazione; predisposizione di bacini di cava dismessi alla funzione di accumulo ad usi plurimi; L’approvvigionamento idrico 33 Provincia di Rimini, Rapporto sullo stato dell’ambiente, 2006, pag.56. Europa Inform 82 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Come si vede Santarcangelo poggia sulla maggiore conoide, rappresentata dal fiume Marecchia, della provincia, da cui si estrae il grosso dell’acqua necessaria alle attività domestiche e produttive. Fonte: Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione ER La rete idrica di Santarcangelo si snoda per una lunghezza di 210,6 km e riceve ogni anno più di 2 milioni di mc di acqua, prelevati da 4 pozzi (1 in località Bornaccino e Ceccarino e 2 in Brancola) sul Marecchia, che sono qualcosa come 2 miliardi di litri, cioè circa 100 mila litri/anno per residente, oppure 274 litri/abitante/giorno. Valori che comprendono i consumi domestici (circa 1 milione di mc per 7,5 mila utenze) ma anche quelli richiesti dalle attività commerciali e produttive (326 mila mc per circa 1,4 mila utenze)34. Solo per uso domestico ogni residente consuma quindi 131 litri al giorno, meno dei 188 litri/giorno di Rimini (turisti compresi) e lontano dai 360 litri/giorno di Milano, essendo al città più virtuosa Ascoli Piceno con soli 103 litri/abitante/giorno. Prelievi a fini acquedottistici 34 Consumi idrici annui in provincia di Rimini: usi civili 30,3 milioni di mc; usi agricoli 6,9 milioni di mc (al netto delle perdite); usi industriali 6,6 milioni di mc. In totale 43,8 milioni di mc per anno, di cui 24,1 milioni di mc (il 44%, contro il 32% in Regione) prelevati da acque di falda (Rapporto sullo stato dell’ambiente, op.cit. pag.46-47). In Italia i consumi idrici sono così ripartiti: agricoltura 49%, industria 21%, civile 19% ed energetico 11% (Cnr). Europa Inform 83 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Nel 2002, l’acqua consumata e fatturata dalle oltre 7 mila utenze (domestiche e non) di Santarcangelo era di 1.177.994 mc, per un pro capite giornaliero di 170 litri, quando in provincia la media era di 317 litri ed in Regione di 249 litri (ATO Provincia di Rimini). Confrontando i consumi del 2006 con quelli del 2002 l’aumento è stato del 75%, molto più dell’aumento delle utenze. Non tutta l’acqua immessa nella rete viene però consumata perché una parte, il 20,33%, valore medio per l’intero territorio provinciale, si perde35, in genere per il non perfetto stato della rete stessa (la perdita media della rete di distribuzione in Emilia Romagna è del 26%). Da sottolineare che questa perdita si mantiene grosso modo invariata dalla fine degli anni novanta del secolo appena trascorso. Migliaia di mc Approvvigionamento idrico di Santarcangelo 2.250 2.200 2.150 2.100 2.050 2.000 1.950 2.218 2.045 2004 2005 2.058 2006 Fonte: Hera L’approvvigionamento idrico avviene utilizzando più fonti, ma tre litri su quattro sono di origine locale, prevalentemente da pozzi della conoide del Marecchia, tra le più sfruttate dell’Emilia Romagna, la cui disponibilità è strettamente collegata alla piovosità o meno delle stagioni. Cioè agli andamenti climatici. Santarcangelo: fonti di approvvigionamento, 2006 15% 10% 75% Locali Rete Rimini Romagna Acque 35 Esempi di perdite della rete idrica in Italia: Viterbo 4%, Ravenna 20%, Bologna 25%, Savona 40% e Cosenza 70% (Ecosistema Urbano 2007). Europa Inform 84 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Rete fognaria, depurazione e scarichi di inquinanti La rete fognaria di Santarcangelo, a cui sono allacciati l’85% dei residenti (94% nel Comune di Rimini), contro il 64% della metà degli anni novanta, si estende per una lunghezza complessiva di 155,75 km, divisa tra 87,25 km di fognatura mista, 22,20 km di fognatura nera e 46,29 km di fognatura bianca. La metà circa (76 km) è costruita in pvc, un’altra grossa parte in calcestruzzo (62 km), poi gres (13 km) e altri materiali (fonte Hera). Sono fuori dalla rete fognaria 28 scarichi di acque reflue urbane su corpo idrico superficiale e 4 per acque reflue domestiche di nuclei abitazionali isolati36. La rete fognaria è collegata all’impianto di depurazione di S.Giustina (Rimini), che ha una capacità di 220.000 abitanti equivalenti, tratta 51.000 mc/giorno d’estate e 29.000 mc/giorno d’inverno, e sopporta un carico inquinante COD (domanda chimica di ossigeno37) di 931 kg al giorno. Una volta trattata l’acqua viene fatta defluire nel fiume Marecchia per perdersi in mare. Il depuratore produce 14.500 ton/anno di fanghi. Il sistema depurativo e gli insediamenti civili non serviti sversano nei fiumi, tra BOD5 (misura il livello di inquinamento da sostanza organica) , Azoto e Fosforo (responsabile dei fenomeni di eutrofizzazione), un quantitativo medio annuo di 274,1 ton. nel caso dell’Uso e 847,5 ton. nel Marecchia. Altre 864,1 ton., prevalentemente provenienti da case sparse o non serviti dalla rete fognaria, finiscono invece direttamente al suolo38. Ovviamente a Santarcangelo compete solo una parte, quella bagnata dai due fiumi, di questo carico. Carichi sversati dal sistema fognario-depurativo e dagli insediamenti civili non serviti da fognatura (ton/anno) Scarico in corpo idrico superficiale Scarico su suolo Depuratori By pass Reti non Totale Depuratori Reti non Non serviti Case Totale depuratori depurate depurate da rete sparse BOD5 Uso 65,8 55,6 28,8 0 0 13,0 95,7 148,2 108,8 Marecchia 133,8 9 76,4 0 0 403,6 168,2 219,2 571,8 Azoto Uso 101,6 11,4 5,5 0 0 3,0 22,3 118,5 25,3 Marecchia 584,5 1,9 15,7 0 0 94,0 39,2 602 133,2 Fosforo Uso 4,9 1,7 0,8 0 0 0,5 3,5 7,4 4,0 Marecchia 23,6 0,3 2,3 0 0 14,9 6,2 26,3 21,0 Fonte: RER, Piano tutela delle acque 2003 36 Località senza rete fognaria in provincia di Rimini: 57 (il 2,4 % regionale) [RER, Piano tutela delle acque 2003, pag. 57] 37 Indica la quantità di sostanze organiche e inorganiche contenute in un campione d’acqua che possono venire ossidate con trattamenti specifici. 38 Nel totale si sono stimati per l'intero areale idrografico regionale (esclusi i bacini minori), carichi medi annui veicolati in Po o in Adriatico di circa 26.000 t/anno di BOD5, 132.000 t/anno di COD, 17.800 t/anno di N e 1.650 t/anno di P. (RER, Piano delle acque, op.cit. pag. 300). Europa Inform 85 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Per quanto riguarda gli scarichi in corpo idrico superficiale provenienti dal settore produttivo/industriale, e considerando solo le acque di processo, i carichi annuali di BOD5, COD, azoto e fosforo connessi agli scarichi produttivi ammontano 2,3 ton. per l’Uso e 35 ton. per il Marecchia. Nel periodo 1992-2001, l’insieme di tutti i carichi (BOD5, COD, azoto e fosforo) veicolati ogni anno in Adriatico dai fiumi Uso e Marecchia, sono stati rispettivamente di 1.167 ton/anno il primo e di 7.402 ton/anno il secondo. Sintesi aspetti chiave La qualità dell’acqua dei fiumi Uso e Marecchia, degli ultimi cinque anni, peggiora con l’ avvicinarsi alla foce. Ma a stare peggio è il fiume Uso che parte con una qualità giudicata “sufficiente” per diventare, all’arrivo, “scadente”. Da un iniziale “buono” si mantiene invece sul “sufficiente” il Marecchia; Santarcangelo si approvvigiona con circa 2 milioni di mc di acqua l’anno, cioè 100 mila litri/anno per abitante, oppure 274 litri/abitante/giorno. Un quinto si perde però nella rete; Solo per uso domestico ogni residente consuma 131 litri al giorno, meno dei 188 litri/giorno di Rimini (dove però rientrano anche i turisti); L’approvvigionamento idrico avviene utilizzando più fonti, ma tre litri su quattro sono di origine locale, prevalentemente da 4 pozzi della conoide del Marecchia; Conoide del Marecchia sempre più sotto pressione ed interessata a valori dei Nitrati superiori al limite di 50 mg/l; L’85% dei residenti, contro il 64% della metà degli anni novanta del secolo scorso, sono allacciati alla rete fognaria, che porta i liquami al depuratore di S.Giustina; Il sistema depurativo e gli insediamenti civili non serviti sversano nei fiumi Uso e Marecchia più di mille tonnellate l’anno tra inquinanti organici, Azoto e Fosforo. Altre 864 tonnellate, degli stessi inquinanti, vanno direttamente al suolo. Lo stato del suolo Introduzione Sul suolo si scaricano una molteplicità di pressioni. A volte gli impatti sono particolarmente dannosi e costosi da rimediare. Una ragione in più quindi per utilizzare tutta la cautela necessaria e soprattutto per valutare in anticipo le possibili conseguenze. Non fosse altro perché in Italia metà del territorio, dove vive il 60 % della popolazione, è stato classificato ad alto o molto-alto rischio idro-geologico. Europa Inform 86 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Il suolo soffre del cambiamento climatico che favorisce il suo degrado provocando la perdita di materiale organico e con esso la capacità di assorbire carbonio (il carbonio organico rappresenta il 60% della sostanza organica presente nei suoli e la sua diminuzione è ritenuta una problematica prioritaria) presente nell’atmosfera. Ed anche se gran parte della normativa e delle competenze in materia di dissesto, rischio sismico, cave e subsidenze sono di carattere sovracomunale, al Comune spettano alcuni compiti di controllo o di integrazione delle problematiche nelle politiche locali, soprattutto con riferimento alle scelte urbanistiche. Indicatori Indicatori di pressione Franosità Indicatori di stato Rischio sismico Subsidenza La franosità In tutta la provincia di Rimini, tra attive e quiescenti, sono state contate 1.767 frane (in provincia di Forlì si supera le 11 mila), e di queste 29 (18 attive e 11 quiescenti) riguardano il territorio di Santarcangelo. In Val Marecchia solo Poggio Berni ne ha meno. L’area interessata a fenomeni franosi riguarda poco più di mezzo km2 , pari a l’1,2% della superficie comunale, con un Indice di Franosità superiore, in provincia, solo a quello di Riccione, Morciano e Misano. In Val Marecchia sono molto di più soggette a frane Torriana e Verucchio, dove l’IF sale rispettivamente al 18,1 e all’11,4 %, che sono comunque lontane dal 27,2% di Montefiore e dal 25,7% di Gemmano, ai primi posti per franosità in provincia. Il rischio sismico Nella vecchia (del 1984) come nella nuova (del 2003) classificazione sismica del territorio regionale, tutti i comuni della provincia di Rimini, quindi anche Santarcangelo, sono stati classificati in “zona 2”, rientranti cioè in aree di maggiore sismicità (che comprende anche l’intera provincia di Forlì). I principali eventi sismici provinciali, alcuni dei quali hanno raggiunto il IX grado della scala Mercalli, sono stati avvertiti nei seguenti anni: 1308, 1468, 1472, 1625, 1672, 1786, 1875, 1911 e 1916. In genere gli epicentri sono stati localizzati in una fascia parallela alla linea di costa lunga circa 25 km e larga 8 km., ad una profondità compresa tra 14 e 20 km. La subsidenza Europa Inform 87 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO La subsidenza è un fenomeno di abbassamento della superficie terrestre che può essere determinato sia da cause naturali che antropiche, come i prelievi di gas e acqua dal sottosuolo. Quest’ultimo è il caso della pianura emiliano-romagnola. Ma se l’entità degli abbassamenti dovuti a cause naturali è dell’ordine di qualche mm/anno, per quelli di origine antropica si parla di cm/anno. Cioè sono molto più veloci. Così, nel periodo 1987-1999 si sono osservati lungo gran parte del litorale romagnolo abbassamenti medi del suolo di circa 1 cm/anno, che nel riminese si riducono però a 0,5 cm/anno. Ma dal 1999 al 2005 la velocità di abbassamento, in parte della provincia, è aumentata. Tra queste, lungo la via Emilia, nel tratto della conoide (molto sfruttata) del Marecchia. Velocità di abbassamento del territorio costiero Caposaldo 1984-1987 1987-1999 (punto di riferimento) (cm/anno) (cm/anno) Bellaria 4,25 0,90 Viserba-Torre Pedrera 2,54 0,20-0,37 Rimini 3,13 0,60-0,70 Cattolica 1,00 0,20 Fonte: P.di Rimini, Rapporto ambiente 2006, pag.86. 1999-2005 (cm/anno) 1,00 0,60 0,90 0,40 Sintesi aspetti chiave L’area interessata a fenomeni franosi riguarda poco più di mezzo km2, che corrisponde al 1,2% della superficie comunale (7% il valore provinciale); Nella classificazione sismica del territorio regionale, tutti i Comuni della provincia di Rimini, compreso Santarcangelo, sono stati classificati in “zona 2”, rientranti cioè in aree di maggiore sismicità. Aree soggette a frane in Val Marecchia Dati territoriali Numero frane suddivise Area in frana suddivisa per stato di attività N° frane Area in frana per stato di attività (Km2) totali totale Comune Superficie Attive Quiescenti Attive Quiescenti Km2 Area IF Stato Area IF Stato Km2 attività Km2 attività Poggio Berni 11,77 19 5 0,1 0,88 0,11 0,94 24 0,21 Torriana 22,81 93 54 2,55 11,16 1,58 6,91 147 4,12 Verucchio 27,1 44 56 0,74 2,74 2,34 8,63 100 3,08 Santarcangelo 45,18 18 11 0,14 0,32 0,38 0,84 29 0,52 Fonte: Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli dell'Emilia Romagna Indice di Franosità (IF) = % territorio comunale interessato. Europa Inform Indice franosità comunale (%) 1,8 18,1 11,4 1,2 88 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Il rumore Introduzione L’inquinamento acustico è definito dalla Legge Quadro 447/95 come “l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno, tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti..”. Esso rappresenta una delle principali cause del peggioramento della qualità della vita, specialmente in ambito urbano, ove i livelli di rumore sono spesso elevati a causa della contemporanea presenza di più sorgenti quali infrastrutture di trasporto, attività produttive, commerciali e attività temporanee rumorose quali cantieri, concerti, ecc. La legge Quadro sull’inquinamento acustico detta i principi fondamentali in materia di tutela dell’ambiente esterno e abitativo, definendo le linee di intervento sul piano della prevenzione e del risanamento. La stessa legge obbliga i comuni a dividere/classificare il proprio territorio in zone omogenee, a seconda della loro destinazione d’uso, ciascuna con propri valori limite di emissione e di immissione di rumori, distinti per il giorno e la notte. La preoccupazione e il fastidio nei confronti del rumore trova riscontro anche nelle misure adottate dalle famiglie per limitarne l’entità, come è il caso dell’installazione dei doppi vetri alle finestre, che molti hanno fatto proprio per limitare il rumore. Indicatori Indicatori di pressione Mappatura del rumore Indicatori di risposta Classificazione acustica La mappatura del rumore La mappatura acustica del territorio, ovvero la conoscenza dello stato di inquinamento acustico esistente, rappresenta la prima fase del processo di zonizzazione, ed eventualmente di risanamento quando necessario. A questo fine, e prima dell’approvazione del piano di zonizzazione acustica avvenuta il 27 settembre 2006, il Comune di Santarcangelo ha dato l’incarico di realizzare una misurazione del livello di rumore, diurno e notturno, in 24 punti sensibili del tessuto urbano. Essendo sicuramente il traffico una delle principali fonti di rumore, in alcuni luoghi si è proceduto anche alla misurazione dell’intensità del flusso veicolare, in diverse ore del giorno e della notte. Le misure sono avvenute, in diversi orari della giornata, tra settembre 2004 e febbraio 2005. In genere, anche se ci sono delle eccezioni, di notte l’intensità del rumore diminuisce, ma è vero che dove il traffico è più intenso il rumore aumenta, raggiungendo e superando, in Europa Inform 89 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO particolare di giorno, valori che possono andare bene solo per aree prevalentemente o esclusivamente riservate ad attività industriali (valori da non superare: 70 dBA di giorno e 60 dBA di notte). Livello di rumore nei punti monitorati Novembre 2004 - Febbraio 2005 PuntoLuogo di misura 1Via Cupa 2Zona industriale ss 9 Emilia 3Zona residenziale vicino centro commerciale 4Abitato con asilo 5Ospedale 6Zona residenziale vicino ss 9 Emilia 7Zona residenziale vicino impresa manufatturiera 8Via Ugo Bassi 9Zona industriale in zona residenziale 10Via Togliati e Via della Resistenza 11Zona industriale a ridosso Via Emilia 12Loc. Canonica zona residenziale 13Loc. Canonica prossimità scuola 14Loc. Canonica prossimità cimitero 15Loc. San Michele incrocio due strade 16Zona residenziale in zona di traffico (SP14) 17Loc. S. Martino dei Mulini prossimità scuola 18Loc. S.Ermete in area produttiva 19Loc. S.Ermete azienda produttiva 20Ristorante ridosso strada * SP 14 Santarcangiolese Traffico n° veicoli/ora Mattino/Pom. 510 357 521 270 306 268 150 566* 876 96 525 Diurno Notturno Notte dBA dBA 76 59,5 52,9 57,1 42,4 54,4 49,8 59,7 49,1 62 53,8 48,9 95 51,3 51,3 49,1 49,1 39 40,6 40,6 47,3 47,3 39 48,9 48,9 43,4 43,4 43,4 43,4 94 51,9 51,9 44 50,4 50,4 233* 52,9 52,9 47,7 47,7 107 51,6 51,6 46,3 46,3 24 49,9 49,9 158 53,9 53,9 Punti di maggior traffico Settembre 2004 Punto Punto di misura Diurno Notturno dBA dBA A SP 14 Santarcangiolese in viale Mazzini 61,5 48,9 B SP 14 Santarcangiolese di fronte al Municipio 65,3 55,6 C Incrocio Via della Resistenza, Via Bassi e Via Marecchia 66,4 53,8 D SS Emilia, tra Via Montevecchi e Via Braschi 71,2 62,8 Fonte: Comune di Santarcangelo, Monitoraggio acustico, 2005 La classificazione acustica Europa Inform 90 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Una volta verificato lo stato di fatto, la legge prescrive l’obbligo per le Amministrazioni comunali di provvedere alla classificazione del proprio territorio in sei aree omogenee, a diversa tutela acustica in funzione di parametri quali la densità abitativa, la presenza di attività commerciali, artigianali e industriali, la presenza di infrastrutture stradali o ferroviarie. Per ciascuna classe acustica sono fissati limiti di immissione da non superare che sono i seguenti: Periodo di riferimento (in dBA) Diurno * Notturno ** Aree particolarmente protette (ospedali, scuole, parchi, ecc.) 50 40 Aree prevalentemente residenziali (bassa densità popolazione) 55 45 Aree di tipo misto (media densità popolazione, commercio, ecc.) 60 50 popolazioncomcommercioeuffici) Aree di intensa attività umana (alta densità popolazione, ecc.) 65 55 Aree prevalentemente industriali 70 60 Aree esclusivamente industriali 70 70 Classi di destinazione d’uso del territorio I II III IV V VI * Ore 6-22 ** Ore 22-6 Ovviamente sono da risanare tutte quelle situazioni che provocano un debordamento dai valori limite assegnati dalla classe di destinazione d’uso del territorio. Dopo le osservazioni e le controdeduzioni, il Piano di zonizzazione acustica è stato definitivamente approvato con delibera del Consiglio comunale in data 27 settembre 2006. Sintesi aspetti chiave Nelle zone soggette a maggior traffico, in particolari incroci della via Emilia o lungo la SP 14 Santarcangiolese, il livello di rumore effettivamente aumenta divenendo poco compatibile con un uso residenziale di quella porzione di territorio; Tenuto conto delle misurazioni fatte, delle osservazioni e controdeduzioni, il Piano di zonizzazione acustica è stato definitivamente approvato dal Consiglio comunale il 27 settembre 2006 L’analisi SWOT Europa Inform 91 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Introduzione L’analisi SWOT è uno strumento di analisi che permette di descrivere la situazione complessiva del sistema locale, mettendo in luce i punti di forza e di debolezza che lo caratterizzano. Allo stesso modo le opportunità e le minacce individuate dall’analisi, rappresentano i fattori esterni che possono favorire o compromettere la futura sostenibilità dello sviluppo. Il principale vantaggio offerto da tale strumento è la possibilità di combinare insieme i vari elementi di informazione disponibili per la realtà di Santarcangelo e potere quindi realizzare più facilmente un ragionamento unitario e completo. ANALISI SWOT DELLA SOSTENIBILITA’ DELLO SVILUPPO DI SANTARCANGELO Europa Inform 92 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Punti di forza (Strengths) Ritorno, seppur limitato, ad un saldo naturale della popolazione positivo. Aumento dell’immigrazione di forza lavoro giovane, comunque ancora inferiore ai valori provinciali. Crescita delle imprese, in particolare nel settore costruzioni-immobiliare, turismo e servizi sociali, accompagnate da un aumento dell’imprenditoria attiva. Significativa crescita, da 4 a 209 ettari, della superficie a boschi e dedicata alle colture da frutta, da 300 a 338 ettari (nel 2006, l’export agricolo provinciale è cresciuto del 45%, a fronte di un + 6,5% regionale). Lo spazio agricolo, in particolare quello compreso tra le valli dei fiumi Marecchia ed Uso, conserva forti elementi identitari da preservare. Importante presenza di istituzione culturali, capaci di richiamare un pubblico extracomunale Istruzione della popolazione: i diplomati sono quadruplicati ed i laureati. addirittura quintuplicati, con le donne maggioranza nel possesso di entrambi i titoli. L’occupazione aumenta più della popolazione: vuol dire una maggiore partecipazione, soprattutto delle donne (due nuovi occupati su tre), al mercato del lavoro. Santarcangelo mette a disposizione dei suoi residenti poco meno di 22 mq di aree verdi fruibili per residente, una misura che la posiziona al di sopra della città di Rimini (poco più di 12 mq/ab) e nella parte alta della classifica regionale ma ancora lontana dalle città meglio dotate. La densità stradale di 4,6 km per kmq di superficie rappresenta il doppio della media regionale che è di 2,2 km per kmq., anche se in rapporto ai residenti è un po’ meno. La raccolta differenziata di Santarcangelo ha raggiunto, nel 2005, l’obiettivo del 35%, unico comune della provincia assieme a Verucchio ad aver ottenuto questo risultato, quando la media provinciale non supera il 25%. Sono una risorsa i bacini fluviali che attraversano o lambiscono il comune di Santarcangelo: i fiumi Uso e Marecchia. Solo per uso domestico ogni residente consuma 131 litri al giorno, meno dei 188 litri/giorno di Rimini (turisti compresi). L’85% dei residenti (94% nel Comune di Rimini), contro il 64% della metà degli anni novanta, è allacciato alla rete fognaria, collegata Europa Inform 93 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Punti di debolezza (Weaknesses) Invecchiamento della popolazione, anche se con un Indice di vecchiaia più basso della media provinciale (debolezza intesa come possibilità di partecipare alla forza lavoro e di fare impresa). Quasi nove aziende su dieci non supera i cinque addetti, rientrando nella categoria delle micro. Solo un imprenditore su quattro è donna. Sono ancora molto poche, appena tre, le aziende con sistemi di gestione ambientale riconosciuti. Scarso ricambio generazionale nel settore agricolo, ovvero della capacità di attrarre giovani. Divario crescente tra offerta e domanda delle imprese di personale qualificato, che penalizza soprattutto le donne, sempre più istruite. Tasso di occupazione femminile di Santarcangelo di 23 punti inferiore a quello maschile (39,7 il primo e 62,5 il secondo nel 2001), in linea con la distanza provinciale ma 4 punti in più del divario regionale. Solo il 12% della abitazioni sono disponibili per l’affitto, percentuale rimasta pressoché invariata nell’ultimo decennio, contro il 15% in provincia e il 20% dell’Emilia Romagna. La superficie urbanizzata per abitante è salita da 39 mq del 1948 a 257 nel 2002, più della media provinciale ma meno di quella della Val Marecchia. In totale la superficie urbanizzata raggiunge l’11% del totale contro il 4,6% della media regionale. Campagna urbanizzata: nelle due vallate dei fiumi Uso e Marecchia esiste un numero di edifici per kmq superiore a tutte le medie di riferimento, intravalliva o di collina. Sul verde, la posizione di Santarcangelo esce ridimensionata quando si passa a considerare il rapporto tra l’insieme delle aree verdi disponibili e la superficie comunale: 102 mq di verde per ettaro (1 ettaro=10.000 mq), tra le ultime città dell’Emilia Romagna. Sei spostamenti su dieci, per motivi di studio o lavoro, avvengono utilizzando l’auto privata, anche nell’ambito urbano dello stesso comune. Negli ultimi 15 anni il numero delle autovetture di proprietà dei residenti è cresciuto del 40% (1,7 per famiglia) e dell’insieme degli autoveicoli del 57%. Raddoppio degli incidenti stradali negli ultimi cinque anni. La produzione di rifiuti urbani continua a crescere al ritmo del 5% Europa Inform 94 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Opportunità (Opportunities) Crescente spazio conquistato dall’economia della conoscenza che ha bisogno di personale preparato e con alti livelli formativi per essere competitiva. Finanziamenti regionali, nazionali ed europei a sostegno dell’innovazione, della ricerca, del trasferimento tecnologico e dell’internazionalizzazione delle imprese. Contributi della Provincia per l’attivazione, da parte delle imprese pubbliche e private, di sistemi di gestione ambientale da certificare. Valorizzazione delle funzioni di fruizione di tipo naturalisticoambientale e culturale, da parte di una tipologia di utente (per lo più urbano), degli spazi rurali. Maggiore attenzione dei consumatori alla qualità dei prodotti alimentari ed al loro legame con il territorio. Espansione dei mercati esteri per le produzioni agricole regionali. Aumento del movimento turistico, anche non balneare (fiere, congressi, eventi culturali, ecc.), in provincia di Rimini. Disposizioni nazionali, comunitarie e regionali particolarmente attente all'imprenditoria giovanile, compreso l’agricoltura (vedere il nuovo Piano regionale di sviluppo rurale 2007-2013). Incentivi per il risparmio energetico, la produzione di energia pulita, il risparmio idrico. Europa Inform 95 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Minacce (Threats) Struttura demografica che si va sbilanciando verso le componenti più anziane. Difficoltà delle imprese a reperire manodopera specializzata. Scarsa propensione delle micro imprese a crescere, conquistare mercati nazionali ed esteri e a recepire attivamente l'innovazione. Fenomeni di espansione delle aree urbane e di quelle industriali, che configurano un nuovo modello di sviluppo e possono generare conflitti e rischi di perdita dei caratteri identificativi del territorio. Abbandono delle attività-agricole, per invecchiamento della popolazione, con rischio di degrado progressivo dell’ambiente rurale e del paesaggio. Tendenza dei turisti per permanenze sempre più brevi. Prelievi idrici totali in preoccupante aumento, come la produzione di rifiuti e quella dei gas serra, in contrasto con il protocollo di Kyoto. Fenomeni di intrusione salina negli acquiferi più vicini alla costa sono sempre più diffusi, causa il sovrasfruttamento delle falde. Aumento della impermeabilizzazione dei suoli per aumento delle superfici artificiali (urbanizzazione e infrastrutture di servizio). Presenza di diversi scarichi inquinanti nei fiumi e nei suoli (azoto e fosforo). Europa Inform 96 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO INDICE Pag. Introduzione 3 Cap.1 – Il movimento della popolazione Residenti in crescita Come cambia la popolazione La popolazione per zone Residenti per età e indici Sintesi aspetti chiave 4 4 5 6 7 9 Cap.2 – Le attività produttive Imprese e attività produttive Le aziende autorizzate ad emissioni in atmosfera Il turismo L’imprenditorialità locale Imprese con sistema di gestione ambientale Sintesi aspetti chiave 10 10 14 15 17 17 18 Cap.3 – L’agricoltura Superficie e aziende agricole Paesaggio identitario Sintesi aspetti chiave 19 19 21 21 Cap.4 – La cultura La biblioteca I Musei Comunali Il Festival del Teatro in Piazza 22 22 23 24 Europa Inform 97 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Cap.5 - L’occupazione Il grado di istruzione dei residenti La condizione della forza di lavoro Sintesi aspetti chiave 26 26 27 28 Cap.6 – L’urbanizzazione Edificazioni e urbanizzazione L’abusivismo edilizio La campagna urbanizzata Il disagio abitativo Il verde pubblico Sintesi aspetti chiave 29 29 33 34 34 35 36 Cap.7 – Mobilità e motorizzazione La mobilità dei residenti I mezzi di trasporto più utilizzati Il parco veicoli in circolazione Gli incidenti La rete stradale comunale L’offerta di parcheggio Sintesi aspetti chiave 39 41 42 43 44 44 45 Cap.8 – Produzione e gestione dei rifiuti La produzione di rifiuti La raccolta differenziata Lo smaltimento dei rifiuti Sintesi aspetti chiave 46 47 48 49 50 Cap.9 – La qualità dell’aria Indicatori Biossido di Azoto Monossido di Carbonio L’Ozono Il Benzene Il Materiale Particolato Le emissioni di gas serra Sintesi aspetti chiave 51 53 53 55 58 60 61 64 65 Cap.10 – Il ciclo idrico Qualità dei corsi d’acqua Il fiume Uso dal 2000 al 2004 Il fiume Marecchia dal 2000 al 2004 Indice SECA e SACA La qualità delle acque sotterranee L’approvvigionamento idrico Rete fognaria, depurazione e scarichi inquinanti Sintesi aspetti chiave 68 69 70 Europa Inform 38 72 73 74 75 77 78 98 Santarcangelo di Romagna sviluppo locale Rapporto sulla sostenibilità dello SUOLO Cap.11 – Lo stato del suolo La franosità Il rischio sismico La subsidenza Sintesi aspetti chiave 79 79 79 80 80 Cap.12 – Il rumore La mappatura del rumore La classificazione acustica Sintesi aspetti chiave 82 82 83 84 Cap.13 – L’analisi SWOT 85 Europa Inform 99