F-16 NEWS www.69squadrone.it SPECIALE 2 Anno 2008 OTTOBRE F-16 NEWS S 69° Squadrone Numero SPECIALE 02- OTTOBRE 2008 SOMMARIO I nomi dell’equipaggio Enola gay L’attacco ad Hiroshima Antefatti del bombardamento Scelta degli obbiettivi Hiroshima durante la 2a G. M. Reazione giapponese Sopravvivenza di alcune strutture Eventi dal 6 al 9 agosto 1945 Nagasaki durante la 2a G. M. Il bombardamento Reazione giapponese Dibattito su bombardamento Favorevoli Contrari Storia successiva Sviluppi recenti Equipaggio della missione Sadako Sasaki 2 3 3 3 4 4 5 6 6 6 6 7 7 7 9 10 10 11 12 LA REALIZZAZIONE E’ stato un lavoro lungo e faticoso, ma anche appassionante e straordinario. Reperire le informazioni in rete, metterle assieme e farcirle con immagini e disegni, mi ha portato via molte ore di sonno. Mi auguro che tutto questo lavoro, che racconta della tragedia derivante dallo sgancio di due bombe atomiche sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, possa servire da monito alle future generazioni sugli effetti conseguenti ad un bombardamento nucleare. Al giorno d’oggi, non si parla d’altro. Eppure ogni tanto, basterebbe fermarsi un attimo e leggere ad esempio la storia di Sadako! Anno 2008 – SPECIALE nr. 02 OTTOBRE www.69squadrone.it “Voi metteteci la passione… a farvi diventare piloti ci pensiamo noi!” Ten.Col. NIGHTMARE Virtual. Magg. GHOST Pag. 1 di 8 F-16 NEWS S I NOMI DELL’EQUIPAGGIO STAMPATI SULLA FUSOLIERA Pag. 2 di 8 69° Squadrone Numero SPECIALE 02- OTTOBRE 2008 F-16 NEWS S ENOLA GAY Enola Gay è il nome del bombardiere (ed il nome della madre del pilota), B-29 Superfortress che il 6 agosto 1945, poco prima del termine della Seconda Guerra Mondiale, sganciò sulla città giapponese di Hiroshima la prima bomba atomica della storia a essere stata utilizzata in guerra, soprannominata Little Boy. A causa del suo ruolo nei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, il suo nome è stato sinonimo della controversia sui bombardamenti stessi. Nel 1994, l'aereo ottenne una maggiore attenzione nazionale negli Stati Uniti quando una mostra della Smithsonian Institution al National Air and Space Museum di Washington fu modificata a causa di una contestazione sui contenuti storici dell'esposizione. Dal 2003, Enola Gay è in mostra nello Steven F. UdvarHazy Center presso l'aeroporto internazionale di Dulles, in Virginia. B-9 (Cap. Robert Lewis, comandante dell'aereo), che pilotò l'aereo da Omaha alla base del 509º al Wendover Army Air Field, nello Utah, il 14 giugno 1945. Tredici giorni dopo lasciò Wendover per Guam, dove venne modificata la stiva delle bombe, e proseguì per Tinian il 6 luglio. Gli venne assegnato il victor number 12, che venne in seguito cambiato in 82. Dopo aver compiuto otto missioni di addestramento e due di combattimento in luglio, l'aereo venne usato il 31 luglio in una prova della missione vera e propria, con una finta "Little Boy" che venne sganciata al largo di Tinian. Il 5 agosto 1945, durante i preparativi per la prima missione atomica, Tibbets diede all'aereo il nome di sua madre, Enola Gay Tibbets (1893-1983, che portava quel nome da una eroina di un romanzo). Secondo Gordon Thomas e Max MorganWitts (Enola Gay, Stein & Day Pub, 1977), il comandante regolarmente assegnato dell'aereo, Robert Lewis, era scontento di venire scavalcato da Tibbets per questa importante missione, e si infuriò quando arrivò davanti all'aereo la mattina del 6 agosto e lo vide dipinto con il nuovo nome. Lo stesso Tibbets, intervistato a Tinian alla fine di quel giorno da un corrispondente di guerra, confessò di sentirsi un po' imbarazzato per aver associato il nome di sua madre a una missione così fatidica. L’Enola Gay L’ATTACCO AD HIROSHIMA L'Enola Gay (B-29-45-MO, numero di serie 44-86292, victor number 82) venne assegnato al 393º squadrone bombardieri, 509º Gruppo Composito dell'USAAF, e volò la missione del 6 agosto partendo da Tinian, una grossa isola con diverse basi aeree USAAF nell'arcipelago della Isole Marianne. L'aereo era uno dei 15 B-29 con l'ultima modifica "Silverplate" necessaria a sganciare ordigni atomici. L'Enola Gay venne costruito dalla Glenn L. Martin Company nello stabilimento di Omaha (Nebraska), in quella che oggi è la Offutt Air Force Base, e selezionato personalmente dal colonnello Paul Tibbets, comandante del 509º Gruppo Composito, il 9 maggio 1945, quando era ancora sulla linea di assemblaggio, come il B-29 che avrebbe utilizzato per la missione dello sgancio della prima bomba atomica. L'aereo venne accettato dall'USAAF il 18 maggio 1945, e assegnato all'equipaggio 69° Squadrone Numero SPECIALE 02- OTTOBRE 2008 Charles W. Sweeney) che sganciò un secondo ordigno nucleare, '"Fat Man", su Nagasaki. La missione su Nagasaki, per contro, è stata descritta come tatticamente errata; anche se raggiunse i suoi obiettivi, andò incontro a diversi errori di esecuzione e Bockscar ebbe a malapena il carburante necessario per un atterraggio di emergenza a Okinawa. In quell'occasione, l'Enola Gay, pilotata dal B-10 (Cap. George Marquardt, comandante dell'aereo, si veda Necessary Evil per i dettagli dell'equipaggio), era il velivolo di ricognizione meteorologica per Kokura. I bombardamenti atomici in Giappone sono due atti che rappresentano ufficiosamente la conclusione della Seconda guerra mondiale. Il mattino del 6 agosto 1945, l'Aeronautica militare statunitense lanciò la bomba atomica "Little Boy" sulla città giapponese di Hiroshima, seguita tre giorni dopo dal lancio dell'ordigno "Fat Man" su Nagasaki. Il numero di vittime dirette è stimato da 100.000 a 200.000[1], la maggior parte delle quali civili. Per la gravità dei danni diretti ed indiretti, e del fatto che si è trattato del primo utilizzo in guerra di tale arma, l'attacco atomico viene considerato fra gli episodi bellici più significativi dell'intera storia dell'umanità. Il ruolo dei bombardamenti nella resa dell'Impero giapponese, così come gli effetti e le giustificazioni, sono stati oggetto di innumerevoli dibattiti. Negli Stati Uniti prevale la convinzione che i bombardamenti atomici siano serviti ad accorciare la Seconda guerra mondiale di parecchi mesi, ed abbiano inoltre salvato la vita a migliaia di soldati, sia alleati sia giapponesi, che sicuramente sarebbero morti nella prevista invasione del Giappone. In Giappone, l'opinione pubblica, invece, tende a sostenere che i bombardamenti siano crimini di guerra serviti ad accelerare il processo di resa del governo militare giapponese. Universalmente condivisa è comunque la presa di coscienza della gravità dell'evento, che non è più stato replicato. Il fungo atomico visto dall’Enola Gay ANTEFATTI DEL BOMBARDAMENTO La missione su Hiroshima venne descritta come impeccabile dal punto di vista tattico, e l'Enola Gay ritornò tranquillamente alla sua base di Tinian. Il primo bombardamento atomico venne seguito tre giorni dopo da quello di un altro B-29 (Bockscar) (pilotato dal maggiore Gli Stati Uniti, con l'assistenza militare e scientifica del Regno Unito e del Canada, erano già riusciti a costruire e provare delle bombe atomiche nel corso del Progetto Manhattan, un progetto scientifico-militare teso a costruire l'ordigno atomico prima che gli scienziati impegnati nel Programma Pag. 3 di 8 F-16 NEWS S nucleare tedesco riuscissero a completare i propri studi per dare a Hitler un'arma di distruzione di massa. Il primo test nucleare, nome in codice "Gadget", si svolse il 16 luglio 1945 ad Alamogordo, nel Nuovo Messico. I lanci su Hiroshima e Nagasaki, quindi, furono la seconda e terza detonazione della storia delle armi nucleari. volte superiori, dato l'acceso patriottismo dei soldati giapponesi, crescente a mano a mano che arretravano verso la madrepatria. Il Presidente degli Stati Uniti d'America Harry S. Truman, che venne a conoscenza dell'esistenza del Progetto Manhattan solo dopo la morte di Franklin D. Roosevelt, decise di utilizzare la nuova bomba sul Giappone. Nelle sue intenzioni dichiarate, il bombardamento doveva determinare una risoluzione rapida della guerra, infliggendo una distruzione totale e infondendo quindi nel governo giapponese il timore di ulteriore distruzione: questo sarebbe stato sufficiente per determinare la resa dell'Impero giapponese. Il 26 luglio 1945 Truman e gli altri capi di Stato Alleati stabilirono, nella Dichiarazione di Potsdam, i termini per la resa giapponese. Il giorno seguente, i giornali giapponesi riportarono la dichiarazione, il cui testo venne diffuso anche radiofonicamente in tutto il Giappone, ma il governo militare la respinse. Il segreto della bomba atomica era ancora custodito, e la sua esistenza non venne minimamente accennata nella dichiarazione. SCELTA DEGLI OBBIETTIVI Robert Oppenheimer e Leslie Groves Responsabili del “Progetto Manhattan” Il bombardamento sulle due città del Giappone, comunque, non fu la prima volta in cui gli Alleati bombardarono città delle potenze dell'Asse, né la prima volta in cui tali bombardamenti causarono numerose perdite civili. In Germania, ad esempio, il bombardamento di Dresda causò la morte di 30.000 persone e la distruzione di una delle maggiori città d'arte tedesche. Il bombardamento di Tokyo del marzo del 1945 causò più di 100.000 vittime e danni enormi in termini urbani ed architettonici. Nell'agosto del 1945 altre 60 città giapponesi vennero pesantemente bombardate, e tra le più colpite, oltre a Tokyo, fu senza dubbio Kobe. In più di tre anni di guerra del Pacifico, gli Stati Uniti avevano perso 400.000 uomini, tra morti, feriti e dispersi. Il mese precedente il bombardamento, la conquista di Okinawa, che aveva causato la morte di 150.000 civili e militari giapponesi, e la perdita di circa 70.000 soldati americani, aveva offerto una base ideale per la conquista del Giappone, ma preoccupava i comandi Alleati, che temevano perdite 3-4 Nel corso di una riunione tenutasi negli Stati Uniti a maggio 1945, vennero suggeriti, come obiettivi, le città di Kyōto, Hiroshima, Yokohama, oppure gli arsenali militari. Nel corso della riunione si decise di non utilizzare la bomba atomica esclusivamente su un obiettivo militare, per evitare di mancare l'obiettivo, e quindi "sprecare" la bomba. Nella decisione finale, difatti, dovevano essere tenuti in maggior conto gli effetti psicologici che Pag. 4 di 8 69° Squadrone Numero SPECIALE 02- OTTOBRE 2008 l'utilizzo della bomba atomica doveva avere sul governo giapponese. Inoltre era opinione diffusa che la nuova bomba dovesse avere un effetto sufficientemente spettacolare affinché fosse riconosciuta a livello mondiale. Alla fine la scelta cadde su Kyōto, noto centro intellettuale giapponese che proprio per questo dopo fu risparmiata e sostituita con kokura, Nagasaki, e su Hiroshima, che ospitava un importante deposito dell'esercito, in cui un'esplosione nucleare avrebbe avuto effetti maggiormente catastrofici dato che le colline che la circondavano avrebbero amplificato il l'effeto della bomba. HIROSHIMA DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE Nel 1945, Hiroshima era una città di grande importanza militare e industriale. Vi erano anche alcune basi militari nelle vicinanze, come il quartier generale della Quinta Divisione e quello del Maresciallo Shunroku Hata, secondo quartier generale dell'esercito a cui faceva capo l'intero sistema difensivo del Giappone meridionale. Hiroshima era una base minore, dedita al rifornimento e all'appoggio per le forze armate. La città era soprattutto un centro per le comunicazioni, per lo stoccaggio delle merci, e un punto di smistamento delle truppe. Era stata deliberatamente tenuta fuori dalle rotte dei bombardieri, proprio per permettere lo studio degli effetti di una bomba atomica in un ambiente ideale. La priorità per lo sgancio della bomba fu infine data proprio a Hiroshima a fronte della segnalazione che essa era l'unico, tra gli obiettivi, che non avesse al suo interno e nei dintorni campi per i prigionieri di guerra. Ricostruzione di “Little Boy” Il centro della città conteneva una quantità di edifici di cemento armato, e alcune strutture più leggere. In periferia, l'area era congestionata da una miriade di piccole strutture di legno, usate come locali da lavoro, posizionate tra una casa e l'altra. F-16 NEWS S Alcuni stabilimenti industriali si estendevano non lontano dal limite periferico della città. Le case erano di legno, con soffitti leggeri, e molti edifici industriali avevano a loro volta pareti a incastro di legno. La città nella sua interezza era potenzialmente ad altissimo rischio d'incendio. La popolazione di Hiroshima aveva raggiunto un picco di 381.000 unità prima della guerra, ma prima del bombardamento atomico la popolazione era rapidamente diminuita a causa di un'evacuazione generale ordinata dal governo giapponese, tanto che il 6 agosto si contavano circa 255.000 abitanti. Si calcola questa cifra sulla base dei dati mantenuti per l'approvvigionamento della popolazione (che era razionato), e le stime sugli operai e sui soldati presenti in città al momento del bombardamento sono, di fatto, molto poco accurate. basso – probabilmente non più di tre –, perciò l'allarme aereo venne ridimensionato (il comando militare giapponese infatti aveva deciso, per risparmiare il carburante, di non far alzare in volo i propri aerei per le formazioni aeree americane di piccole dimensioni). I tre aeroplani americani erano i bombardieri Enola Gay, The Great Artiste, e un altro aereo, in seguito chiamato Necessary Evil (l'unica funzione di questo aereo fu quello di documentare, attraverso una serie di fotografie, gli effetti dell'impiego dell'arma atomica). Il normale allarme aereo non venne azionato, dato che veniva normalmente attivato solo all'approssimarsi dei bombardieri. Alle 08:15 l'Enola Gay lanciò "Little Boy" sul centro di Hiroshima. L'esplosione si verificò a circa 600 metri dal suolo, con uno scoppio equivalente a 13 chilotoni di TNT, uccidendo sul colpo tra le 70.000 e le 80.000 persone. Circa il 90% degli edifici venne completamente raso al suolo. REAZIONE GIAPPONESE AL BOMBARDAMENTO Hiroshima dopo il bombardamento. Hiroshima divenne l'obiettivo primario per l'attacco nucleare statunitense, questo venne il 6 agosto 1945. La scelta della data del 6 agosto si basò sul fatto che nei giorni precedenti diverse nubi stratificate coprivano la città, mentre il giorno dell'attacco il tempo era ottimo. Tutti i dettagli, la pianificazione precisa della tabella di volo, la bomba di gravità, l'armamento della bomba con i suoi 60 kg di uranio-235, tutto venne studiato nei minimi dettagli, e tutto si svolse così come era stato stabilito a tavolino. Circa un'ora prima del bombardamento, la rete radar giapponese lanciò un allarme immediato, rilevando l'avvicinamento di un gran numero di velivoli americani diretti nella zona meridionale del Giappone. L'allarme venne diffuso anche attraverso trasmissioni radio in moltissime città del Giappone, e fra queste anche Hiroshima. Gli aerei si avvicinarono alle coste dell'arcipelago giapponese a un'altezza molto elevata. Poco prima delle 08:00, la stazione radar di Hiroshima stabilì che il numero di aerei entrati nello spazio aereo giapponese era L'operatore di controllo di Tokyo della Società Radiotelevisiva Giapponese notò come la stazione di Hiroshima non fosse più in onda. Tentò di ristabilire il programma usando un'altra linea telefonica, ma anche questo tentativo fallì. Circa venti minuti più tardi il centro telegrafico ferroviario di Tokyo si accorse che la linea telegrafica principale aveva smesso di funzionare subito a nord di Hiroshima. Da alcune piccole fermate ferroviarie entro 10 miglia (16 km) dalla città giunsero notizie ufficiose e confuse di una terribile esplosione ad Hiroshima. Tutte queste notizie furono trasmesse ai quartier generali del Comando generale giapponese. Le basi militari cercarono ripetutamente di mettersi in contatto con la Stazione di Controllo dell'Esercito di Hiroshima. L'assoluto silenzio da quella città sconcertò gli uomini dei quartier generali; sapevano che non c'era stata nessuna potente incursione nemica e che ad Hiroshima al momento non c'era nessun ragguardevole deposito di esplosivi. Un giovane ufficiale del Comando generale giapponese fu incaricato di volare immediatamente ad Hiroshima, atterrare, rilevare i danni e quindi tornare a Tokyo con informazioni attendibili per il comando. Nei quartier generali c'era la sensazione diffusa che non fosse accaduto Pag. 5 di 8 69° Squadrone Numero SPECIALE 02- OTTOBRE 2008 nulla di serio, che fosse una incredibile esagerazione avviata da alcuni bagliori di verità. L'ufficiale del comando andò all'aeroporto e decollò in direzione sudovest. Dopo circa tre ore di volo, quando mancavano ancora circa 100 miglia (160 km) ad Hiroshima, l'ufficiale e il suo copilota videro una grande nuvola di fumo provocata dalla bomba. Nel chiaro pomeriggio, stavano bruciando le macerie di Hiroshima. Il loro aereo raggiunse presto la città, attorno alla quale volavano increduli. Una grande cicatrice sul terreno ancora ardente e coperta da una spessa nuvola di fumo era tutto ciò che era rimasto. Atterrarono a sud della città e l'ufficiale del comando, dopo aver comunicato con Tokyo, cominciò immediatamente ad organizzare le operazioni di soccorso. A Tokyo, le prime informazioni di ciò che aveva realmente causato il disastro vennero dall'annuncio pubblico della Casa Bianca a Washington, sedici ore dopo l'attacco nucleare ad Hiroshima. L'avvelenamento da radiazioni e/o le necrosi provocarono malattia e morte successive al bombardamento per circa l'1% di coloro che erano sopravvissuti all'esplosione iniziale. Alla fine del 1945, ulteriori migliaia di persone morirono per via dell'avvelenamento da radiazioni, portando il totale di persone uccise ad Hiroshima nel 1945 a circa 90.000. Le ustioni presenti su questa vittima somigliano alle trame del kimono; le aree più chiare del tessuto hanno riflesso l'intensa luce della bomba, provocando minor danno. Da allora circa un altro migliaio di persone morì per cause legate alle radiazioni. (Stando a quanto affermato dalla città di Hiroshima il 6 agosto 2005, il numero F-16 NEWS S totale di vittime della bomba atomica di Hiroshima fu di 242.437. Questa cifra include tutti coloro che si trovavano in città al momento dell'esplosione o che furono successivamente esposti al fallout ed erano morti prima di tale censimento.) SOPRAVVIVENZA DI ALCUNE STRUTTURE Il “Peace Dome” oggi. Alcuni degli edifici in cemento armato ad Hiroshima erano costruiti in modo molto resistente per via del pericolo di terremoto in Giappone e le ossature di questi edifici non crollarono, sebbene si trovassero molto vicino al centro della zona danneggiata della città. Al momento della detonazione in aria della bomba atomica, l'esplosione si riversò verso il basso più che lateralmente, il che favorì maggiormente la sopravvivenza della Sala della Prefettura per la Promozione Industriale, ora comunemente conosciuta come Genbaku, o Cupola della bomba-A, progettata e realizzata dall'architetto ceco Jan Letzel, che si trovava a pochi metri da ground zero. (Le rovine furono chiamate Monumento della Pace di Hiroshima e vennero rese un sito Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO nel 1996, nonostante le obiezioni degli Stati Uniti e della Cina.) EVENTI DEL 6-9 DI AGOSTO 1945 Dopo il bombardamento di Hiroshima, il Presidente Truman annunciò: «Se non accettano adesso le nostre condizioni, si possono aspettare una pioggia di distruzione dall'alto, come mai se ne sono viste su questa terra». L'8 agosto 1945 furono lanciati volantini e furono dati avvertimenti al Giappone da Radio Saipan (la zona di Nagasaki non ricevette volantini di avvertimento fino al 10 agosto, nonostante la campagna di avvertimento continuasse dall'inizio del mese). Un minuto oltre la mezzanotte del 9 agosto, ora di Tokyo, l'Armata Rossa lanciò un'offensiva verso la Manciuria con oltre 1.500.000 uomini, 26.137 cannoni, 5.556 mezzi corazzati e 5.000 aeroplani. Quattro ore dopo, il governo di Tokyo venne formalmente informato che l'Unione Sovietica aveva rotto il patto di neutralità e dichiarato guerra all'Impero giapponese secondo gli accordi intercorsi con gli alleati di aprire il nuovo fronte entro tre mesi dalla fine della guerra in Europa. Gli ufficiali anziani dell'Esercito Imperiale Giapponese inizialmente sottovalutarono la portata dell'attacco sovietico, ma ben presto decisero di imporre la legge marziale, di concerto con il Ministro della Guerra Anami, per arrestare chiunque avesse tentato di firmare una pace. La pianificazione per il secondo attacco venne stabilita dal colonnello Tibbets, in qualità di comandante del 509° Gruppo bombardieri di base a Tinian. Inizialmente previsto per l'11 agosto contro Kokura, l'attacco venne posticipato di 5 giorni per le pessime condizioni meteorologiche previste dopo il 10 agosto. NAGASAKI DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE 69° Squadrone Numero SPECIALE 02- OTTOBRE 2008 nelle vicinanze alloggi per gli operai in legno, quindi facilmente infiammabili, e ovviamente non in grado di sostenere l'esplosione di bombe, men che meno nucleari. La città inoltre si era sviluppata senza un piano regolatore, cosicché le case molto spesso erano adiacenti ai fabbricati industriali. Fino allo sgancio della bomba atomica Nagasaki non era mai stata sottoposta a bombardamenti su larga scala. Il 1 agosto 1945, tuttavia, un certo numero di bombe ad alto potenziale era stato sganciato sulla città, più precisamente sui cantieri navali e sul porto, nella parte meridionale, e sulla "Fabbrica d'Acciaio e d'Armi Mitsubishi", mentre sei bombe caddero sull'"Ospedale e Scuola medica di Nagasaki", e altre tre nelle immediate vicinanze di quest'ultima struttura. Anche se i danni procurati da questo bombardamento furono assai modesti, tuttavia crebbe in città la preoccupazione tra la popolazione, e molti decisero di abbandonare il paese per rifugiarsi in campagna, riducendo in tal modo il numero di abitanti presenti al momento dell'attacco nucleare. A nord di Nagasaki erano inoltre presenti campi per prigionieri di guerra britannici, impegnati a lavorare nelle miniere a cielo aperto di carbone. Alcune fonti parlano di 8 prigionieri morti a seguito dello sgancio della bomba nucleare a Nagasaki. IL BOMBARDAMENTO Urakami Tenshudo (Una chiesa cattolica di Nagasaki) distrutta dalla bomba atomica, con la cupola rovesciata. La città di Nagasaki era uno dei maggiori porti del Giappone meridionale, di grande importanza bellica a causa delle sue diversificate attività industriali, che spaziavano nella produzione di munizioni, navi, equipaggiamenti militari e altri materiali bellici. Contrariamente alla Nagasaki moderna, la gran parte delle abitazioni era costruita con una struttura in legno, o addirittura interamente in legno, e con i tetti in mattonelle. Molte delle piccole industrie e dei vari stabilimenti inoltre ospitavano Pag. 6 di 8 Ricostruzione post-bellica di “Fat Man” La mattina del 9 agosto 1945 l'equipaggio del bombardiere maggiore, si alzò in volo con a bordo la bomba atomica soprannominata "Fat Man", alla volta di Kokura, l'obiettivo iniziale della missione. Tuttavia le nubi non permisero di individuare esattamente l'obiettivo, e dopo tre ore di volo sopra la città, e ormai a corto del carburante necessario per il viaggio di ritorno, l'aereo venne dirottato sull'obiettivo secondario, Nagasaki. Intorno alle 07:50 ora di Tokyo, il silenzio sulla città giapponese venne squarciato F-16 NEWS S dall'allarme aereo, allarme che durò fino alle 08:30, quando cessò. Alle 10:53 i sistemi radar giapponesi segnalarono la presenza di solo due bombardieri, e il comando giapponese ritenne che si trattasse solamente di aerei da ricognizione, e non venne lanciato nessun allarme. Poco dopo, alle 11:00, l'osservatore del bombardiere, creduto aereo di ricognizione, sganciò gli strumenti attaccati a tre paracaduti: questi strumenti contenevano dei messaggi diretti al professore Ryokichi Sagane, fisico nucleare dell'Università Imperiale di Tokyo che aveva studiato all'Università di Berkeley assieme a tre degli scienziati responsabili della bomba atomica, perché informasse la popolazione dell'immane pericolo che stavano per correre. I messaggi vennero ritrovati dalle autorità militari ma non furono consegnati. REAZIONE GIAPPONESE AL BOMBARDAMENTO HIBAKUSHA I superstiti del bombardamento vennero chiamati hibakusha ( ), una parola giapponese che significa letteralmente "persona esposta alla bomba". Superstiti e soccorritori divennero il nucleo del pacifismo giapponese del dopoguerra, e da allora il paese nipponico è diventato paladino dell'abolizione delle armi nucleari in tutto il mondo. Durante il periodo postbellico, si utilizzò questo termine al posto di "sopravvissuti" per non esaltare la vita, cosa che all'epoca sarebbe stato considerato come una grave mancanza di rispetto nei confronti dei molti morti. Nel 2006 si stima che siano ancora 266.000 gli hibakusha ancora in vita in Giappone. 被爆者 DIBATTITO SUL BOMBARDAMENTO FAVOREVOLI ALL’IMPIEGO Effetti della bomba atomica sulla città. Alle 11:02, alcuni minuti dopo aver iniziato a sorvolare Nagasaki, il capitano avvistò visivamente, così come era stato ordinato, il nuovo obiettivo: "Fat Man", che conteneva circa 6,4 kg di plutonio-239, venne sganciata sulla zona industriale della città. La bomba esplose a circa 470 metri d'altezza vicino a fabbriche d'armi; a quasi 4 km a nord-ovest da dove previsto. Questo "sbaglio" salvò gran parte della città, protetta dalle colline circostanti, dato che la bomba cadde nella Valle di Urakami. Tuttavia il computo delle vittime rimase drammaticamente elevato. Secondo la maggior parte delle valutazioni, circa 40.000 dei 240.000 residenti a Nagasaki vennero uccisi all'istante, e oltre 55.000 rimasero feriti. Il numero totale degli abitanti uccisi viene comunque valutato intorno alle 80.000 persone, incluse le persone esposte alle radiazioni nei mesi seguenti. I sostenitori del bombardamento, sebbene ammettano che la classe dirigente civile in Giappone mandasse con cautela e discrezione comunicati diplomatici fin dal gennaio 1945, successivamente all'invasione di Luzon nelle Filippine, fanno notare come gli ufficiali militari giapponesi fossero unanimemente contrari a qualsiasi negoziazione prima dell'utilizzo della bomba atomica. Nagasaki prima e dopo il bombardamento del 9 agosto 1945, con l'indicazione di “ground zero”, il punto in cui scoppiò la bomba atomica. Pag. 7 di 8 69° Squadrone Numero SPECIALE 02- OTTOBRE 2008 Mentre alcuni membri della classe dirigente civile utilizzarono canali diplomatici segreti per dare vita ad una negoziazione di pace, non potevano da soli negoziare una resa o addirittura un cessate il fuoco. Il Giappone, in quanto Monarchia Costituzionale, avrebbe potuto intervenire in un accordo di pace solo con il consenso unanime del governo giapponese, il quale era dominato dai militari dell'Esercito Imperiale e della Marina Imperiale, tutti inizialmente contrari a qualsiasi accordo di pace. Si sviluppò così uno stallo di tipo politico tra i capi giapponesi militari e quelli civili, che vedeva i militari sempre più determinati a combattere, nonostante i costi e le scarse probabilità di vittoria. In molti continuarono a credere che il Giappone potesse negoziare termini di resa maggiormente favorevoli continuando ad infliggere numerose perdite alle forze nemiche, così da portare a termine la guerra senza un'occupazione del Giappone o un cambiamento di governo. Lo storico Victor Davis Hanson evidenzia l'aumentata resistenza giapponese, benché futile in retrospettiva dato che era sempre più chiaro che l'esito della guerra non poteva essere rovesciato dalle potenze dell'Asse. La battaglia di Okinawa mostrò questa determinazione nel combattere a tutti i costi. Più di 120.000 giapponesi e 18.000 statunitensi vennero uccisi nella più sanguinosa battaglia del teatro del Pacifico, solo 8 settimane prima della resa finale del Giappone. In realtà, ci furono più morti nella battaglia di Okinawa che nei primi istanti seguenti lo scoppio delle due bombe atomiche. Quando l'Unione Sovietica dichiarò guerra al Giappone l'8 agosto 1945, e portò avanti l'operazione Tempesta d'Agosto, l'Esercito Imperiale Giapponese ordinò alle sue mal equipaggiate e indebolite forze in Manciuria di combattere fino all'ultimo uomo. Il maggiore generale Masakazu Amanu, capo delle operazioni al Quartier generale imperiale, dichiarò che era assolutamente convinto che le opere difensive, iniziate all'inizio del 1944, potessero respingere qualsiasi invasione Alleata delle isole giapponesi con perdite minime. I giapponesi non si sarebbero arresi facilmente a causa della loro forte tradizione di orgoglio e onore. Molti seguivano il codice dei Samurai e avrebbero combattuto fino alla morte del loro ultimo uomo. Dopo aver realizzato che la distruzione di Hiroshima fu causata da un'arma nucleare, F-16 NEWS S la classe dirigente civile ottenne maggior forza per la sua opinione secondo cui il Giappone doveva riconoscere la sconfitta e accettare i termini della Dichiarazione di Potsdam. Anche dopo la distruzione di Nagasaki, l'Imperatore in persona dovette intervenire per porre fine all'impasse nel gabinetto. Secondo alcuni storici giapponesi, i capi civili che caldeggiavano la resa videro nei bombardamenti atomici la loro salvezza. L'esercito si rifiutava incrollabilmente di arrendersi, così come i militari del gabinetto di guerra (siccome il gabinetto funzionava per consenso unanime, anche un solo contrario poteva impedire l'accettazione della dichiarazione). La fazione per la pace prese quindi i bombardamenti come nuovo argomento per imporre la resa. Koichi Kido, uno dei più stretti consiglieri dell'Imperatore Hirohito, dichiarò: «Noi del partito della pace fummo aiutati dalla bomba atomica nel nostro tentativo di porre fine alla guerra». Hisatsune Sakomizu, il capo segretario di gabinetto nel 1945, definì i bombardamenti «un'opportunità d'oro data dal cielo al Giappone per porre fine alla guerra». Secondo questi e altri storici, la classe dirigente civile pro pace fu in grado di usare la distruzione di Hiroshima e Nagasaki per convincere i militari che nessuna quantità di coraggio, abilità e combattimento impavido poteva aiutare il Giappone contro il potere delle armi atomiche. Akio Morita, fondatore della Sony e ufficiale della marina giapponese durante la guerra, conclude anch'egli che fu la bomba atomica e non i bombardamenti convenzionali dei B-29 a convincere l'esercito giapponese ad accettare la pace. I sostenitori dei bombardamenti fanno inoltre notare che l'attesa della resa giapponese non era un'opzione priva di costi: a causa della guerra, i non combattenti morivano in tutta l'Asia a un ritmo di circa 200.000 al mese. I bombardamenti incendiari avevano ucciso più di 100.000 persone in Giappone dal febbraio 1945, direttamente o indirettamente. Quel massiccio bombardamento convenzionale sarebbe proseguito prima di un invasione. Il blocco sottomarino e le operazioni di minamento dell'Operazione Starvation avevano sensibilmente ridotto le importazioni giapponesi. Un' operazione complementare contro le ferrovie giapponesi stava per prendere il via, isolando le città dell'Honshu meridionale dal cibo che cresceva in altre parti del Giappone. Questo, combinato con il ritardo nei rifornimenti di assistenza degli Alleati, avrebbe potuto risultare in un maggior numero di vittime per il Giappone, a causa di carestia e malnutrizione, rispetto a quello che si ebbe con gli attacchi. «Immediatamente dopo la sconfitta, alcuni stimarono che 10 milioni di persone erano probabilmente destinate a morire di fame», notò lo storico Daikichi Irokawa. Nel frattempo, in aggiunta agli attacchi sovietici, vennero programmate delle offensive per settembre nella Cina meridionale e in Malesia. Gli statunitensi fecero una previsione sulla perdita di soldati nella prevista invasione del Giappone, anche se il vero numero di morti e feriti stimati è soggetto a qualche dibattito e varia a seconda delle stime dalla persistenza e affidabilità della resistenza giapponese e secondo che si consideri che gli statunitensi avrebbero invaso solo Kyushu nel novembre 1945 o invece che si sarebbe reso necessario un successivo sbarco nei pressi di Tokyo, previsto per il marzo 1946. Anni dopo la guerra, il Segretario di Stato James Byrnes sostenne che mezzo milione di vite americane sarebbe andato perso, e tale numero è stato ripreso da molti, ma nell'estate del 1945 i pianificatori militari statunitensi prevedevano 20.000–110.000 morti in combattimento per l'iniziale invasione del novembre 1945, con all'incirca un numero da tre a quattro volte superiore di feriti (il numero totale di morti in combattimento per gli USA su tutti i fronti della seconda guerra mondiale era di 292.000). Comunque, queste stime vennero fatte usando informazioni che sottostimavano di molto la forza giapponese che venne raccolta per la battaglia di Kyushu, in numero di soldati e kamikaze, per almeno un fattore tre. Molti consiglieri militari sostennero che lo scenario peggiore poteva coinvolgere fino a un milione di vite statunitensi. Oltre a ciò, la bomba atomica velocizzò la fine della seconda guerra mondiale in Asia, liberando centinaia di migliaia di cittadini occidentali, compresi circa 200.000 olandesi e 400.000 indonesiani (Romusha) dai campi di concentramento giapponesi. Senza contare che le truppe giapponesi avevano commesso atrocità contro milioni di civili (come l'infame massacro di Nanchino), e l'anticipata fine della guerra impedì ulteriori spargimenti di sangue. I sostenitori evidenziano inoltre un ordine dato dal Ministero della Guerra giapponese Pag. 8 di 8 69° Squadrone Numero SPECIALE 02- OTTOBRE 2008 il 1° agosto 1944. L'ordine riguardava l'esecuzione di tutti i prigionieri di guerra Alleati, che erano oltre 100.000, se una invasione del Giappone avesse avuto luogo (è anche probabile che, considerato il precedente trattamento giapponese dei prigionieri di guerra, se gli Alleati avessero atteso affamando il Giappone, i giapponesi avrebbero ucciso tutti i prigionieri di guerra Alleati e i prigionieri cinesi). Rispondendo all'argomentazione per cui l'uccisione di civili su vasta scala era immorale e un crimine di guerra, i sostenitori dei bombardamenti hanno sostenuto che il governo giapponese aveva dichiarato la guerra totale, ordinando a molti civili (compresi donne e bambini) di lavorare in fabbriche e uffici militari e di combattere contro qualsiasi forza invadente. Padre John A. Siemes, professore di filosofia moderna all'Università Cattolica di Tokyo, e testimone dell'attacco atomico su Hiroshima scrisse: « Abbiamo discusso tra noi l'etica dell'uso della bomba. Alcuni la considerano nella stessa categoria dei gas venefici ed erano contrari all'uso sulla popolazione civile. Altri erano dell'opinione che nella guerra totale, come era portata avanti dal Giappone, non c'era differenza tra civili e soldati, e che la bomba stessa fu una forza effettiva che tendeva a porre fine allo spargimento di sangue, avvertendo il Giappone di arrendersi evitando quindi la distruzione totale. Mi sembra logico che colui che sostiene la guerra totale in principio non possa lamentarsi della guerra contro i civili. » Come ulteriore argomentazione contro l'accusa di crimine di guerra, alcuni sostenitori dei bombardamenti hanno evidenziato l'importanza strategica di Hiroshima, come base della II Armata giapponese, e di Nagasaki, come principale centro di produzione delle munizioni. Alcuni storici hanno anche sostenuto che gli Stati Uniti desideravano porre fine alla guerra rapidamente per minimizzare le potenziali acquisizioni sovietiche di territorio controllato dai giapponesi. Infine, i sostenitori indicano anche i piani giapponesi, ideati dalla loro Unità 731, di lanciare aerei kamikaze riempiti di pulci infestate con la peste, per infettare la popolazione di San Diego (California). La data doveva essere il 22 settembre 1945, anche se non è probabile che il governo giapponese avrebbe permesso di F-16 NEWS S Altri asseriscono che il Giappone aveva cercato di arrendersi per almeno due mesi, ma gli USA rifiutarono insistendo su una resa incondizionata. In effetti, mentre diversi diplomatici favorivano la resa, i capi dell'esercito giapponese erano impegnati a combattere una "battaglia decisiva" su Kyushu, sperando che avrebbero potuto negoziare termini migliori per un armistizio in seguito (cosa che gli statunitensi sapevano dalla lettura delle comunicazioni giapponesi intercettate). Il governo giapponese non decise mai quali termini, oltre la conservazione di un sistema imperiale, avrebbe accettato alla fine della guerra. Ancora il 5 agosto, il Consiglio Supremo era diviso, con i sostenitori della linea dura che insistevano che il Giappone dovesse smobilitare le proprie forze, senza processi per crimini di guerra e senza occupazione. Solo l'intervento diretto dell'Imperatore Hirohito pose fine alla disputa, dopo che si tentò pure un colpo di stato militare per impedire la resa. Quella che in origine era la Sala della Prefettura per la Promozione Industriale, e stata oggi trasformata nel Memoriale della pace di Hiroshima. La bomba atomica vi esplose quasi sopra. Secondo un'altra critica, gli Stati Uniti avrebbero dovuto aspettare un breve periodo per valutare gli effetti dell'entrata in guerra dell'Unione Sovietica. Gli Stati Uniti sapevano, al contrario del Giappone, che l'Unione Sovietica aveva accettato di dichiarare guerra al Giappone tre mesi dopo la vittoria in Europa. Tale attacco venne in effetti lanciato l'8 agosto 1945. La perdita di qualsiasi possibilità che l'Unione Sovietica potesse servire da mediatore neutrale per un negoziato di pace, accoppiata all'entrata in combattimento dell'Armata Rossa (il più grande esercito attivo del mondo), avrebbe potuto essere sufficiente a convincere i militari giapponesi del bisogno di accettare i termini della Dichiarazione di Potsdam (oltre a qualche condizione per l'Imperatore). Poiché nessuna invasione statunitense era imminente, si è sostenuto che gli Stati Uniti non avevano niente da perdere nell'aspettare diversi giorni per vedere se la guerra poteva essere cessata senza l'uso della bomba atomica. Come avvenne, la decisione di arrendersi del Giappone venne presa prima che la portata dell'attacco sovietico alla Manciuria, all'Isola di Sakhalin e alle Isole Kurili fosse noto, ma se la guerra fosse continuata, i sovietici sarebbero stati in grado di invadere Hokkaido ben prima dell'invasione alleata di Kyushu. Altre fonti giapponesi hanno affermato che gli stessi bombardamenti atomici non furono la ragione principale della capitolazione. Essi sostengono invece che furono le rapide e devastanti vittorie sovietiche sul continente nella settimana seguente la dichiarazione di guerra che spinsero al • messaggio di resa del Giappone il 15 agosto 1945. Diverse organizzazioni hanno criticato i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki su basi morali. Per citare un esempio, un rapporto del 1946 del Concilio Nazionale delle Chiese intitolato Guerra atomica e fede cristiana include il seguente passaggio: « In quanto cristiani americani, siano profondamente pentiti per l'irresponsabile uso già fatto della bomba atomica. Abbiamo concordato che, qualunque sia il giudizio che si può avere della guerra in principio, i bombardamenti a sorpresa di Hiroshima e Nagasaki sono moralmente indifendibili. » STORIA SUCCESSIVA Il 6 novembre, 1945, Lewis riportò l'Enola Gay negli Stati Uniti, atterrando alla nuova base del 509º squadrone Roswell Army Air Field, New Mexico, l'8 novembre. Il 29 aprile, 1946, l'Enola Gay abbandonò Roswell come parte dell'Operation Crossroads e volò a Kwajalein il 1º maggio. Non fu scelto per effettuare il test di sgancio all'Atollo di Bikini e abbandonò Kwajalein il 1º luglio, il giorno stesso del test, e raggiunse il Fairfield-Suisun Army Air Field, California, il giorno seguente. La decisione venne presa per preservare l'aereo e il 24 luglio, 1946, fu spostato alla Davis-Monthan Air Force Base, Arizona, al fine di prepararlo per il deposito. Il 30 agosto la proprietà del velivolo fu trasferita Pag. 10 di 10 69° Squadrone Numero SPECIALE 02- OTTOBRE 2008 allo Smithsonian Institution e fu rimosso dall'inventario USAAF; da allora venne immagazzinato provvisoriamente in una serie di posizioni: • 1º settembre, 1946, Davis-Monthan AFB ; • 3 luglio, 1949, Orchard Place Air Field, Park Ridge (Illinois), pilotato qui dal Gen. Tibbets per accettazione dallo Smithsonian; • 12 gennaio, 1952, Pyote Air Force Base, Texas, spostato dopo che la posizione di O'Hare's fu confermata; • 2 dicembre, 1953, Andrews Air Force Base, Maryland; • 10 agosto, 1960, lo smontaggio all'Andrews fu iniziato da personale dello Smithsonian; • 21 luglio, 1961, i componenti furono trasportati al centro di deposito dello Smithsonian a Suitland (Maryland). La ristrutturazione iniziò definitivamente il 5 dicembre, 1984, al Centro di Preservazione, Ristrutturazione e Deposito "Paul E. Garber" di Suitland. SVILUPPI RECENTI L'Enola Gay si trovò al centro di una controversia allo Smithsonian Institution nel 1994, quando il museo mise in mostra la sua fusoliera come parte dell'esposizione che commemorava il cinquantenario del bombardamento atomico di Hiroshima. L'esposizione, "The Crossroads: The End of World War II, the Atomic Bomb, and the Cold War" venne preparata dal National Air and Space Museum dello Smithsonian e allestita attorno a una versione restaurata dell'Enola Gay. I critici, in particolare l'American Legion e la Air Force Association, accusarono che l'esposizione si concentrava troppo sulle vittime della bomba, invece che sui motivi che portarono al bombardamento o sulla discussione del ruolo che ebbe nel porre fine alla guerra. L'esposizione portò all'attenzione nazionale molte durature questioni accademiche e politiche, legate a visioni retrospettive del bombardamento (si veda Bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki), e alla fine, dopo tentativi di rivedere l'esposizione in modo da soddisfare i vari gruppi in competizione, la stessa venne annullata il 30 gennaio 1995, anche se la fusoliera andò comunque in mostra. Il 18 maggio 1998, la fusoliera F-16 NEWS S venne restituita alla Garber Facility per il restauro finale. Da allora l'intero aereo è stato restaurato per esposizioni statiche ed è attualmente uno dei principali pezzi in mostra al National Air and Space Museum nei pressi dell'Aeroporto Internazionale Dulles. Come conseguenza della controversia citata in precedenza, i pannelli informativi attorno all'aereo riportano solo gli stessi succinti dati tecnici comuni agli altri aerei presenti nel museo, senza discussione delle questioni controverse. L'aereo è protetto con vari mezzi per impedire una ripetizione dei vandalismi che vennero tentati contro di esso la prima volta che venne messo in mostra. Le quattro eliche in alluminio, che vennero usate durante la missione di bombardamento per risparmiare peso, sono finite alla Texas A&M University. Una di queste, ridotta a 3 metri, fornisce la spinta per la galleria del vento a bassa velocità Oran W. Nicks. Un motore elettrico da 1250 kVA fornisce una rotazione costante (900 RPM) e l'inclinazione delle pale dell'elica (passo) viene variata per controllare la velocità del vento (fino a 320 km/h) nel tunnel. EQUIPAGGIO DELLA MISSIONE L'equipaggio dell'Enola Gay nella missione del 6 agosto 1945 era composto da dodici persone: • Colonnello Paul W. Tibbets, Jr., pilota • Capitano Robert Lewis, copilota • Maggiore Thomas Ferebee, bombardiere • Capitano Theodore Van Kirk, navigatore • Tenente Jacob Beser, contromisure radar (l'unico a volare anche nel bombardamento di Nagasaki) • Capitano William Sterling "Deak" Parsons, responsabile armamenti • Sottotenente Morris R. Jeppson, assistente del responsabile armamenti • Sergente Joe Stiborik, radar • Staff Sergeant Robert Caron, mitragliere di coda • Sergente Robert Shumard, assistente ingegnere di volo • Private First Class Richard Nelson, operatore radio • Technical Sergeant Wyatt Duzenberry, ingegnere di volo Pag. 11 di 11 69° Squadrone Numero SPECIALE 02- OTTOBRE 2008 F-16 NEWS S SADAKO SASAKI 佐々木 Sadako Sasaki (in Giapponese: Sasaki Sadako, 7 gennaio 1943 - 25 ottobre 1955), era una bambina giapponese vissuta nei pressi del Ponte di Misasa, ad Hiroshima. Aveva solo due anni, quando la bomba atomica "Little Boy" fu sganciata sulla sua città, il 6 agosto 1945. 禎子 La piccola Sadako si trovava a casa, a circa due chilometri di distanza dal luogo dell'esplosione. Crescendo, ella divenne forte, coraggiosa e atletica. Ma nel 1954, all'età di undici anni, mentre si stava allenando per una grande gara di corsa, fu colta da vertigini e cadde a terra. Le fu diagnosticata una grave forma di leucemia, conseguenza delle radiazioni della bomba atomica. La sua migliore amica, Chizuko Hamamoto, le parlò di un'antica leggenda secondo cui, chi fosse riuscito a creare mille gru - uccello simbolo di lunga vita con la tecnica dell'origami avrebbe potuto esprimere un desiderio. Chizuko stessa realizzò per lei la prima, Sadako continuò nella speranza di poter tornare presto a correre. Comunque, il suo desiderio non era limitato a questo; Sadako stava dedicando al suo lavoro il massimo impegno soprattutto perché credeva che così, avrebbe posto fine a tutte le sofferenze ed avrebbe curato tutte le vittime del mondo, ed avrebbe portato loro la pace. Poco dopo aver intrapreso il suo progetto, Sadako conobbe un bambino nelle sue stesse condizioni, ed a cui era rimasto poco da vivere. Ella cercò di convincerlo a fare la stessa cosa, ma la sua risposta fu: so che morirò stanotte. Durante i quattordici mesi trascorsi in ospedale, Sadako realizzò gru con qualsiasi carta a sua disposizione, comprese le confezioni dei suoi farmaci. Una versione della sua storia, vuole che Sadako fosse riuscita a completare 1300 gru, prima di morire; secondo un'altra, riferitaci da Eleanor Coerr nel suo romanzo Sadako and the Thousand Paper Cranes, Sadako sarebbe riuscita a completarne solo 644, mentre le restanti 356 sarebbero state aggiunte dai suoi amici. Infine, tutte le gru sarebbero state sepolte con lei. Dopo la sua morte, i suoi amici e compagni di scuola pubblicarono una raccolta di lettere al fine di raccogliere fondi per costruire un monumento in memoria di lei e degli altri bambini morti in seguito alla bomba atomica di Hiroshima. Nel 1958, fu collocata all'Hiroshima Peace Memorial una statua raffigurante Sadako mentre tende una gru d'oro verso il cielo. Ai piedi della statua, una targa reca incisa la frase: Questo è il tuo pianto. La nostra preghiera. Pace nel mondo. A Sadako Sasaki è stata dedicata anche un'altra statua, situata al Parco della Pace di Seattle. Pag. 12 di 12 69° Squadrone Numero SPECIALE 02- OTTOBRE 2008 F-16 NEWS S Il presente SPECIALE di F-16 NEWS vuole essere un monito alla guerra. Quella più cruenta e calcolatrice. La guerra che non si ferma davanti a niente ed a nessuno. Molti dicono che la guerra serva alla pace. Io credo, che se ci fosse un mondo senza guerra, sarebbe solo un mondo di pace. Un mondo dove Sadako oggi, continuerebbe a fare origami, sorridendoci. A te, dolce Sadako, vanno i miei pensieri. A te, che resterai per sempre nei miei pensieri e nel mio cuore di bambino. Alessandro QUESTO NOTIZIARIO DEL 69° SQUADRONE RACCOGLIE IN UN PICCOLO FASCICOLO MENSILE, TUTTE LE NOTIZIE PIU’ IMPORTANTI RACCOLTE DALLA RETE O REPERITE SUL NOSTRO FORUM O IN QUELLO DI ALTRE COMUNITA’ VIRTUALI E RITENUTI UTILI PER LA CONOSCENZA E LA FORMAZIONE DEI MEMBRI ATTIVI DEL 69° SQUADRONE. SE LE FONTI SARANNO REPERITE DA SITI NELLA RETE, VERRANNO SEMPRE CITATE LE FONTI NEL RISPETTO SULLE LEGGI DEL DIRITTO D’AUTORE. IL PRESENTE NOTIZIARIO E’ MESSO ON-LINE GRATUITAMENTE PER I MEMBRI ATTIVI DEL 69° SQUADRONE E NON HA ALCUNO SCOPO DI LUCRO. 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