F-16 NEWS
www.69squadrone.it
SPECIALE 2
Anno 2008
OTTOBRE
F-16 NEWS
S
69° Squadrone
Numero SPECIALE
02- OTTOBRE 2008
SOMMARIO
I nomi dell’equipaggio
Enola gay
L’attacco ad Hiroshima
Antefatti del bombardamento
Scelta degli obbiettivi
Hiroshima durante la 2a G. M.
Reazione giapponese
Sopravvivenza di alcune strutture
Eventi dal 6 al 9 agosto 1945
Nagasaki durante la 2a G. M.
Il bombardamento
Reazione giapponese
Dibattito su bombardamento
Favorevoli
Contrari
Storia successiva
Sviluppi recenti
Equipaggio della missione
Sadako Sasaki
2
3
3
3
4
4
5
6
6
6
6
7
7
7
9
10
10
11
12
LA REALIZZAZIONE
E’ stato un lavoro lungo e faticoso, ma
anche appassionante e straordinario.
Reperire le informazioni in rete, metterle
assieme e farcirle con immagini e disegni,
mi ha portato via molte ore di sonno.
Mi auguro che tutto questo lavoro, che
racconta della tragedia derivante dallo
sgancio di due bombe atomiche sulle città
giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, possa
servire da monito alle future generazioni
sugli
effetti
conseguenti
ad
un
bombardamento nucleare.
Al giorno d’oggi, non si parla d’altro.
Eppure ogni tanto, basterebbe fermarsi un
attimo e leggere ad esempio la storia di
Sadako!
Anno 2008 – SPECIALE nr. 02
OTTOBRE
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“Voi metteteci la passione…
a farvi diventare piloti ci pensiamo noi!”
Ten.Col. NIGHTMARE
Virtual. Magg. GHOST
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S
I NOMI DELL’EQUIPAGGIO
STAMPATI SULLA FUSOLIERA
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F-16 NEWS
S
ENOLA GAY
Enola Gay è il nome del bombardiere (ed
il nome della madre del pilota), B-29
Superfortress che il 6 agosto 1945, poco
prima del termine della Seconda Guerra
Mondiale, sganciò sulla città giapponese di
Hiroshima la prima bomba atomica della
storia a essere stata utilizzata in guerra,
soprannominata Little Boy.
A causa del suo ruolo nei bombardamenti
atomici di Hiroshima e Nagasaki, il suo
nome è stato sinonimo della controversia
sui bombardamenti stessi.
Nel 1994, l'aereo ottenne una maggiore
attenzione nazionale negli Stati Uniti
quando una mostra della Smithsonian
Institution al National Air and Space
Museum di Washington fu modificata a
causa di una contestazione sui contenuti
storici dell'esposizione. Dal 2003, Enola
Gay è in mostra nello Steven F. UdvarHazy
Center
presso
l'aeroporto
internazionale di Dulles, in Virginia.
B-9 (Cap. Robert Lewis, comandante
dell'aereo), che pilotò l'aereo da Omaha
alla base del 509º al Wendover Army Air
Field, nello Utah, il 14 giugno 1945.
Tredici giorni dopo lasciò Wendover per
Guam, dove venne modificata la stiva delle
bombe, e proseguì per Tinian il 6 luglio.
Gli venne assegnato il victor number 12,
che venne in seguito cambiato in 82. Dopo
aver
compiuto
otto
missioni
di
addestramento e due di combattimento in
luglio, l'aereo venne usato il 31 luglio in
una prova della missione vera e propria,
con una finta "Little Boy" che venne
sganciata al largo di Tinian.
Il 5 agosto 1945, durante i preparativi per
la prima missione atomica, Tibbets diede
all'aereo il nome di sua madre, Enola Gay
Tibbets (1893-1983, che portava quel
nome da una eroina di un romanzo).
Secondo Gordon Thomas e Max MorganWitts (Enola Gay, Stein & Day Pub, 1977),
il comandante regolarmente assegnato
dell'aereo, Robert Lewis, era scontento di
venire scavalcato da Tibbets per questa
importante missione, e si infuriò quando
arrivò davanti all'aereo la mattina del 6
agosto e lo vide dipinto con il nuovo nome.
Lo stesso Tibbets, intervistato a Tinian alla
fine di quel giorno da un corrispondente di
guerra, confessò di sentirsi un po'
imbarazzato per aver associato il nome di
sua madre a una missione così fatidica.
L’Enola Gay
L’ATTACCO AD HIROSHIMA
L'Enola Gay (B-29-45-MO, numero di
serie 44-86292, victor number 82) venne
assegnato al 393º squadrone bombardieri,
509º Gruppo Composito dell'USAAF, e
volò la missione del 6 agosto partendo da
Tinian, una grossa isola con diverse basi
aeree USAAF nell'arcipelago della Isole
Marianne. L'aereo era uno dei 15 B-29 con
l'ultima modifica "Silverplate" necessaria a
sganciare ordigni atomici. L'Enola Gay
venne costruito dalla Glenn L. Martin
Company nello stabilimento di Omaha
(Nebraska), in quella che oggi è la Offutt
Air
Force
Base,
e
selezionato
personalmente dal colonnello Paul Tibbets,
comandante del 509º Gruppo Composito, il
9 maggio 1945, quando era ancora sulla
linea di assemblaggio, come il B-29 che
avrebbe utilizzato per la missione dello
sgancio della prima bomba atomica.
L'aereo venne accettato dall'USAAF il 18
maggio 1945, e assegnato all'equipaggio
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Charles W. Sweeney) che sganciò un
secondo ordigno nucleare, '"Fat Man", su
Nagasaki. La missione su Nagasaki, per
contro, è stata descritta come tatticamente
errata; anche se raggiunse i suoi obiettivi,
andò incontro a diversi errori di esecuzione
e Bockscar ebbe a malapena il carburante
necessario per un atterraggio di emergenza
a Okinawa. In quell'occasione, l'Enola
Gay, pilotata dal B-10 (Cap. George
Marquardt, comandante dell'aereo, si veda
Necessary
Evil
per
i
dettagli
dell'equipaggio), era il velivolo di
ricognizione meteorologica per Kokura.
I bombardamenti atomici in Giappone
sono due atti che rappresentano
ufficiosamente la conclusione della
Seconda guerra mondiale.
Il mattino del 6 agosto 1945, l'Aeronautica
militare statunitense lanciò la bomba
atomica "Little Boy" sulla città giapponese
di Hiroshima, seguita tre giorni dopo dal
lancio dell'ordigno "Fat Man" su Nagasaki.
Il numero di vittime dirette è stimato da
100.000 a 200.000[1], la maggior parte
delle quali civili. Per la gravità dei danni
diretti ed indiretti, e del fatto che si è
trattato del primo utilizzo in guerra di tale
arma, l'attacco atomico viene considerato
fra gli episodi bellici più significativi
dell'intera storia dell'umanità.
Il ruolo dei bombardamenti nella resa
dell'Impero giapponese, così come gli
effetti e le giustificazioni, sono stati
oggetto di innumerevoli dibattiti. Negli
Stati Uniti prevale la convinzione che i
bombardamenti atomici siano serviti ad
accorciare la Seconda guerra mondiale di
parecchi mesi, ed abbiano inoltre salvato la
vita a migliaia di soldati, sia alleati sia
giapponesi, che sicuramente sarebbero
morti nella prevista invasione del
Giappone. In Giappone, l'opinione
pubblica, invece, tende a sostenere che i
bombardamenti siano crimini di guerra
serviti ad accelerare il processo di resa del
governo
militare
giapponese.
Universalmente condivisa è comunque la
presa di coscienza della gravità dell'evento,
che non è più stato replicato.
Il fungo atomico visto dall’Enola Gay
ANTEFATTI DEL
BOMBARDAMENTO
La missione su Hiroshima venne descritta
come impeccabile dal punto di vista
tattico,
e
l'Enola
Gay
ritornò
tranquillamente alla sua base di Tinian. Il
primo bombardamento atomico venne
seguito tre giorni dopo da quello di un altro
B-29 (Bockscar) (pilotato dal maggiore
Gli Stati Uniti, con l'assistenza militare e
scientifica del Regno Unito e del Canada,
erano già riusciti a costruire e provare delle
bombe atomiche nel corso del Progetto
Manhattan, un progetto scientifico-militare
teso a costruire l'ordigno atomico prima
che gli scienziati impegnati nel Programma
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nucleare tedesco riuscissero a completare i
propri studi per dare a Hitler un'arma di
distruzione di massa. Il primo test
nucleare, nome in codice "Gadget", si
svolse il 16 luglio 1945 ad Alamogordo,
nel Nuovo Messico. I lanci su Hiroshima e
Nagasaki, quindi, furono la seconda e terza
detonazione della storia delle armi
nucleari.
volte superiori, dato l'acceso patriottismo
dei soldati giapponesi, crescente a mano a
mano che arretravano verso la madrepatria.
Il Presidente degli Stati Uniti d'America
Harry S. Truman, che venne a conoscenza
dell'esistenza del Progetto Manhattan solo
dopo la morte di Franklin D. Roosevelt,
decise di utilizzare la nuova bomba sul
Giappone. Nelle sue intenzioni dichiarate,
il bombardamento doveva determinare una
risoluzione rapida della guerra, infliggendo
una distruzione totale e infondendo quindi
nel governo giapponese il timore di
ulteriore distruzione: questo sarebbe stato
sufficiente per determinare la resa
dell'Impero giapponese. Il 26 luglio 1945
Truman e gli altri capi di Stato Alleati
stabilirono,
nella
Dichiarazione
di
Potsdam, i termini per la resa giapponese.
Il giorno seguente, i giornali giapponesi
riportarono la dichiarazione, il cui testo
venne diffuso anche radiofonicamente in
tutto il Giappone, ma il governo militare la
respinse. Il segreto della bomba atomica
era ancora custodito, e la sua esistenza non
venne minimamente accennata nella
dichiarazione.
SCELTA DEGLI OBBIETTIVI
Robert Oppenheimer e Leslie Groves
Responsabili del “Progetto Manhattan”
Il bombardamento sulle due città del
Giappone, comunque, non fu la prima
volta in cui gli Alleati bombardarono città
delle potenze dell'Asse, né la prima volta
in cui tali bombardamenti causarono
numerose perdite civili. In Germania, ad
esempio, il bombardamento di Dresda
causò la morte di 30.000 persone e la
distruzione di una delle maggiori città
d'arte tedesche. Il bombardamento di
Tokyo del marzo del 1945 causò più di
100.000 vittime e danni enormi in termini
urbani ed architettonici. Nell'agosto del
1945 altre 60 città giapponesi vennero
pesantemente bombardate, e tra le più
colpite, oltre a Tokyo, fu senza dubbio
Kobe.
In più di tre anni di guerra del Pacifico, gli
Stati Uniti avevano perso 400.000 uomini,
tra morti, feriti e dispersi. Il mese
precedente il bombardamento, la conquista
di Okinawa, che aveva causato la morte di
150.000 civili e militari giapponesi, e la
perdita di circa 70.000 soldati americani,
aveva offerto una base ideale per la
conquista del Giappone, ma preoccupava i
comandi Alleati, che temevano perdite 3-4
Nel corso di una riunione tenutasi negli
Stati Uniti a maggio 1945, vennero
suggeriti, come obiettivi, le città di Kyōto,
Hiroshima, Yokohama, oppure gli arsenali
militari. Nel corso della riunione si decise
di non utilizzare la bomba atomica
esclusivamente su un obiettivo militare,
per evitare di mancare l'obiettivo, e quindi
"sprecare" la bomba. Nella decisione
finale, difatti, dovevano essere tenuti in
maggior conto gli effetti psicologici che
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Numero SPECIALE
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l'utilizzo della bomba atomica doveva
avere sul governo giapponese. Inoltre era
opinione diffusa che la nuova bomba
dovesse avere un effetto sufficientemente
spettacolare affinché fosse riconosciuta a
livello mondiale. Alla fine la scelta cadde
su Kyōto, noto centro intellettuale
giapponese che proprio per questo dopo fu
risparmiata e sostituita con kokura,
Nagasaki, e su Hiroshima, che ospitava un
importante deposito dell'esercito, in cui
un'esplosione nucleare avrebbe avuto
effetti maggiormente catastrofici dato che
le colline che la circondavano avrebbero
amplificato il l'effeto della bomba.
HIROSHIMA DURANTE LA
SECONDA GUERRA MONDIALE
Nel 1945, Hiroshima era una città di
grande importanza militare e industriale.
Vi erano anche alcune basi militari nelle
vicinanze, come il quartier generale della
Quinta Divisione e quello del Maresciallo
Shunroku Hata, secondo quartier generale
dell'esercito a cui faceva capo l'intero
sistema
difensivo
del
Giappone
meridionale. Hiroshima era una base
minore, dedita al rifornimento e
all'appoggio per le forze armate. La città
era soprattutto un centro per le
comunicazioni, per lo stoccaggio delle
merci, e un punto di smistamento delle
truppe. Era stata deliberatamente tenuta
fuori dalle rotte dei bombardieri, proprio
per permettere lo studio degli effetti di una
bomba atomica in un ambiente ideale. La
priorità per lo sgancio della bomba fu
infine data proprio a Hiroshima a fronte
della segnalazione che essa era l'unico, tra
gli obiettivi, che non avesse al suo interno
e nei dintorni campi per i prigionieri di
guerra.
Ricostruzione di “Little Boy”
Il centro della città conteneva una quantità
di edifici di cemento armato, e alcune
strutture più leggere. In periferia, l'area era
congestionata da una miriade di piccole
strutture di legno, usate come locali da
lavoro, posizionate tra una casa e l'altra.
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S
Alcuni
stabilimenti
industriali
si
estendevano non lontano dal limite
periferico della città. Le case erano di
legno, con soffitti leggeri, e molti edifici
industriali avevano a loro volta pareti a
incastro di legno. La città nella sua
interezza era potenzialmente ad altissimo
rischio d'incendio.
La popolazione di Hiroshima aveva
raggiunto un picco di 381.000 unità prima
della guerra, ma prima del bombardamento
atomico la popolazione era rapidamente
diminuita a causa di un'evacuazione
generale ordinata dal governo giapponese,
tanto che il 6 agosto si contavano circa
255.000 abitanti. Si calcola questa cifra
sulla base dei dati mantenuti per
l'approvvigionamento della popolazione
(che era razionato), e le stime sugli operai
e sui soldati presenti in città al momento
del bombardamento sono, di fatto, molto
poco accurate.
basso – probabilmente non più di tre –,
perciò
l'allarme
aereo
venne
ridimensionato (il comando militare
giapponese infatti aveva deciso, per
risparmiare il carburante, di non far alzare
in volo i propri aerei per le formazioni
aeree americane di piccole dimensioni). I
tre aeroplani americani erano i bombardieri
Enola Gay, The Great Artiste, e un altro
aereo, in seguito chiamato Necessary Evil
(l'unica funzione di questo aereo fu quello
di documentare, attraverso una serie di
fotografie, gli effetti dell'impiego dell'arma
atomica).
Il normale allarme aereo non venne
azionato, dato che veniva normalmente
attivato
solo
all'approssimarsi
dei
bombardieri. Alle 08:15 l'Enola Gay lanciò
"Little Boy" sul centro di Hiroshima.
L'esplosione si verificò a circa 600 metri
dal suolo, con uno scoppio equivalente a
13 chilotoni di TNT, uccidendo sul colpo
tra le 70.000 e le 80.000 persone. Circa il
90% degli edifici venne completamente
raso al suolo.
REAZIONE GIAPPONESE AL
BOMBARDAMENTO
Hiroshima dopo il bombardamento.
Hiroshima divenne l'obiettivo primario per
l'attacco nucleare statunitense, questo
venne il 6 agosto 1945. La scelta della data
del 6 agosto si basò sul fatto che nei giorni
precedenti diverse nubi stratificate
coprivano la città, mentre il giorno
dell'attacco il tempo era ottimo. Tutti i
dettagli, la pianificazione precisa della
tabella di volo, la bomba di gravità,
l'armamento della bomba con i suoi 60 kg
di uranio-235, tutto venne studiato nei
minimi dettagli, e tutto si svolse così come
era stato stabilito a tavolino.
Circa un'ora prima del bombardamento, la
rete radar giapponese lanciò un allarme
immediato, rilevando l'avvicinamento di
un gran numero di velivoli americani
diretti nella zona meridionale del
Giappone. L'allarme venne diffuso anche
attraverso trasmissioni radio in moltissime
città del Giappone, e fra queste anche
Hiroshima. Gli aerei si avvicinarono alle
coste
dell'arcipelago
giapponese
a
un'altezza molto elevata.
Poco prima delle 08:00, la stazione radar di
Hiroshima stabilì che il numero di aerei
entrati nello spazio aereo giapponese era
L'operatore di controllo di Tokyo della
Società Radiotelevisiva Giapponese notò
come la stazione di Hiroshima non fosse
più in onda. Tentò di ristabilire il
programma
usando
un'altra
linea
telefonica, ma anche questo tentativo fallì.
Circa venti minuti più tardi il centro
telegrafico ferroviario di Tokyo si accorse
che la linea telegrafica principale aveva
smesso di funzionare subito a nord di
Hiroshima. Da alcune piccole fermate
ferroviarie entro 10 miglia (16 km) dalla
città giunsero notizie ufficiose e confuse di
una terribile esplosione ad Hiroshima.
Tutte queste notizie furono trasmesse ai
quartier generali del Comando generale
giapponese. Le basi militari cercarono
ripetutamente di mettersi in contatto con la
Stazione di Controllo dell'Esercito di
Hiroshima. L'assoluto silenzio da quella
città sconcertò gli uomini dei quartier
generali; sapevano che non c'era stata
nessuna potente incursione nemica e che
ad Hiroshima al momento non c'era nessun
ragguardevole deposito di esplosivi. Un
giovane ufficiale del Comando generale
giapponese fu incaricato di volare
immediatamente ad Hiroshima, atterrare,
rilevare i danni e quindi tornare a Tokyo
con informazioni attendibili per il
comando. Nei quartier generali c'era la
sensazione diffusa che non fosse accaduto
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nulla di serio, che fosse una incredibile
esagerazione avviata da alcuni bagliori di
verità. L'ufficiale del comando andò
all'aeroporto e decollò in direzione sudovest. Dopo circa tre ore di volo, quando
mancavano ancora circa 100 miglia (160
km) ad Hiroshima, l'ufficiale e il suo
copilota videro una grande nuvola di fumo
provocata dalla bomba. Nel chiaro
pomeriggio, stavano bruciando le macerie
di Hiroshima. Il loro aereo raggiunse
presto la città, attorno alla quale volavano
increduli. Una grande cicatrice sul terreno
ancora ardente e coperta da una spessa
nuvola di fumo era tutto ciò che era
rimasto. Atterrarono a sud della città e
l'ufficiale del comando, dopo aver
comunicato
con
Tokyo,
cominciò
immediatamente ad organizzare le
operazioni di soccorso.
A Tokyo, le prime informazioni di ciò che
aveva realmente causato il disastro
vennero dall'annuncio pubblico della Casa
Bianca a Washington, sedici ore dopo
l'attacco nucleare ad Hiroshima.
L'avvelenamento da radiazioni e/o le
necrosi provocarono malattia e morte
successive al bombardamento per circa
l'1% di coloro che erano sopravvissuti
all'esplosione iniziale. Alla fine del 1945,
ulteriori migliaia di persone morirono per
via dell'avvelenamento da radiazioni,
portando il totale di persone uccise ad
Hiroshima nel 1945 a circa 90.000.
Le ustioni presenti su questa vittima
somigliano alle trame del kimono; le aree
più chiare del tessuto hanno riflesso
l'intensa luce della bomba, provocando
minor danno.
Da allora circa un altro migliaio di persone
morì per cause legate alle radiazioni.
(Stando a quanto affermato dalla città di
Hiroshima il 6 agosto 2005, il numero
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totale di vittime della bomba atomica di
Hiroshima fu di 242.437. Questa cifra
include tutti coloro che si trovavano in
città al momento dell'esplosione o che
furono successivamente esposti al fallout
ed erano morti prima di tale censimento.)
SOPRAVVIVENZA DI ALCUNE
STRUTTURE
Il “Peace Dome” oggi.
Alcuni degli edifici in cemento armato ad
Hiroshima erano costruiti in modo molto
resistente per via del pericolo di terremoto
in Giappone e le ossature di questi edifici
non crollarono, sebbene si trovassero
molto vicino al centro della zona
danneggiata della città. Al momento della
detonazione in aria della bomba atomica,
l'esplosione si riversò verso il basso più
che
lateralmente,
il
che
favorì
maggiormente la sopravvivenza della Sala
della Prefettura per la Promozione
Industriale, ora comunemente conosciuta
come Genbaku, o Cupola della bomba-A,
progettata e realizzata dall'architetto ceco
Jan Letzel, che si trovava a pochi metri da
ground zero. (Le rovine furono chiamate
Monumento della Pace di Hiroshima e
vennero rese un sito Patrimonio
dell'umanità dell'UNESCO nel 1996,
nonostante le obiezioni degli Stati Uniti e
della Cina.)
EVENTI DEL 6-9 DI AGOSTO 1945
Dopo il bombardamento di Hiroshima, il
Presidente Truman annunciò: «Se non
accettano adesso le nostre condizioni, si
possono aspettare una pioggia di
distruzione dall'alto, come mai se ne sono
viste su questa terra». L'8 agosto 1945
furono lanciati volantini e furono dati
avvertimenti al Giappone da Radio Saipan
(la zona di Nagasaki non ricevette
volantini di avvertimento fino al 10 agosto,
nonostante la campagna di avvertimento
continuasse dall'inizio del mese).
Un minuto oltre la mezzanotte del 9
agosto, ora di Tokyo, l'Armata Rossa
lanciò un'offensiva verso la Manciuria con
oltre 1.500.000 uomini, 26.137 cannoni,
5.556 mezzi corazzati e 5.000 aeroplani.
Quattro ore dopo, il governo di Tokyo
venne formalmente informato che l'Unione
Sovietica aveva rotto il patto di neutralità e
dichiarato guerra all'Impero giapponese
secondo gli accordi intercorsi con gli
alleati di aprire il nuovo fronte entro tre
mesi dalla fine della guerra in Europa. Gli
ufficiali anziani dell'Esercito Imperiale
Giapponese inizialmente sottovalutarono la
portata dell'attacco sovietico, ma ben
presto decisero di imporre la legge
marziale, di concerto con il Ministro della
Guerra Anami, per arrestare chiunque
avesse tentato di firmare una pace.
La pianificazione per il secondo attacco
venne stabilita dal colonnello Tibbets, in
qualità di comandante del 509° Gruppo
bombardieri di base a Tinian. Inizialmente
previsto per l'11 agosto contro Kokura,
l'attacco venne posticipato di 5 giorni per
le pessime condizioni meteorologiche
previste dopo il 10 agosto.
NAGASAKI DURANTE LA SECONDA
GUERRA MONDIALE
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nelle vicinanze alloggi per gli operai in
legno, quindi facilmente infiammabili, e
ovviamente non in grado di sostenere
l'esplosione di bombe, men che meno
nucleari. La città inoltre si era sviluppata
senza un piano regolatore, cosicché le case
molto spesso erano adiacenti ai fabbricati
industriali.
Fino allo sgancio della bomba atomica
Nagasaki non era mai stata sottoposta a
bombardamenti su larga scala. Il 1 agosto
1945, tuttavia, un certo numero di bombe
ad alto potenziale era stato sganciato sulla
città, più precisamente sui cantieri navali e
sul porto, nella parte meridionale, e sulla
"Fabbrica d'Acciaio e d'Armi Mitsubishi",
mentre sei bombe caddero sull'"Ospedale e
Scuola medica di Nagasaki", e altre tre
nelle immediate vicinanze di quest'ultima
struttura. Anche se i danni procurati da
questo bombardamento furono assai
modesti, tuttavia crebbe in città la
preoccupazione tra la popolazione, e molti
decisero di abbandonare il paese per
rifugiarsi in campagna, riducendo in tal
modo il numero di abitanti presenti al
momento dell'attacco nucleare.
A nord di Nagasaki erano inoltre presenti
campi per prigionieri di guerra britannici,
impegnati a lavorare nelle miniere a cielo
aperto di carbone. Alcune fonti parlano di
8 prigionieri morti a seguito dello sgancio
della bomba nucleare a Nagasaki.
IL BOMBARDAMENTO
Urakami Tenshudo (Una chiesa cattolica
di Nagasaki) distrutta dalla bomba
atomica, con la cupola rovesciata.
La città di Nagasaki era uno dei maggiori
porti del Giappone meridionale, di grande
importanza bellica a causa delle sue
diversificate attività industriali, che
spaziavano nella produzione di munizioni,
navi, equipaggiamenti militari e altri
materiali bellici.
Contrariamente alla Nagasaki moderna, la
gran parte delle abitazioni era costruita con
una struttura in legno, o addirittura
interamente in legno, e con i tetti in
mattonelle. Molte delle piccole industrie e
dei vari stabilimenti inoltre ospitavano
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Ricostruzione post-bellica di “Fat Man”
La mattina del 9 agosto 1945 l'equipaggio
del bombardiere maggiore, si alzò in volo
con a bordo la bomba atomica
soprannominata "Fat Man", alla volta di
Kokura, l'obiettivo iniziale della missione.
Tuttavia le nubi non permisero di
individuare esattamente l'obiettivo, e dopo
tre ore di volo sopra la città, e ormai a
corto del carburante necessario per il
viaggio di ritorno, l'aereo venne dirottato
sull'obiettivo
secondario,
Nagasaki.
Intorno alle 07:50 ora di Tokyo, il silenzio
sulla città giapponese venne squarciato
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S
dall'allarme aereo, allarme che durò fino
alle 08:30, quando cessò.
Alle 10:53 i sistemi radar giapponesi
segnalarono la presenza di solo due
bombardieri, e il comando giapponese
ritenne che si trattasse solamente di aerei
da ricognizione, e non venne lanciato
nessun allarme.
Poco dopo, alle 11:00, l'osservatore del
bombardiere,
creduto
aereo
di
ricognizione, sganciò gli strumenti
attaccati a tre paracaduti: questi strumenti
contenevano dei messaggi diretti al
professore Ryokichi Sagane, fisico
nucleare dell'Università Imperiale di
Tokyo che aveva studiato all'Università di
Berkeley assieme a tre degli scienziati
responsabili della bomba atomica, perché
informasse la popolazione dell'immane
pericolo che stavano per correre.
I messaggi vennero ritrovati dalle autorità
militari ma non furono consegnati.
REAZIONE GIAPPONESE AL
BOMBARDAMENTO
HIBAKUSHA
I superstiti del bombardamento vennero
chiamati hibakusha (
), una parola
giapponese che significa letteralmente
"persona esposta alla bomba". Superstiti e
soccorritori divennero il nucleo del
pacifismo giapponese del dopoguerra, e da
allora il paese nipponico è diventato
paladino dell'abolizione delle armi nucleari
in tutto il mondo. Durante il periodo postbellico, si utilizzò questo termine al posto
di "sopravvissuti" per non esaltare la vita,
cosa che all'epoca sarebbe stato
considerato come una grave mancanza di
rispetto nei confronti dei molti morti. Nel
2006 si stima che siano ancora 266.000 gli
hibakusha ancora in vita in Giappone.
被爆者
DIBATTITO SUL
BOMBARDAMENTO
FAVOREVOLI ALL’IMPIEGO
Effetti della bomba atomica sulla città.
Alle 11:02, alcuni minuti dopo aver
iniziato a sorvolare Nagasaki, il capitano
avvistò visivamente, così come era stato
ordinato, il nuovo obiettivo: "Fat Man",
che conteneva circa 6,4 kg di plutonio-239,
venne sganciata sulla zona industriale della
città.
La bomba esplose a circa 470 metri
d'altezza vicino a fabbriche d'armi; a quasi
4 km a nord-ovest da dove previsto.
Questo "sbaglio" salvò gran parte della
città, protetta dalle colline circostanti, dato
che la bomba cadde nella Valle di
Urakami.
Tuttavia il computo delle vittime rimase
drammaticamente elevato.
Secondo la maggior parte delle valutazioni,
circa 40.000 dei 240.000 residenti a
Nagasaki vennero uccisi all'istante, e oltre
55.000 rimasero feriti.
Il numero totale degli abitanti uccisi viene
comunque valutato intorno alle 80.000
persone, incluse le persone esposte alle
radiazioni nei mesi seguenti.
I sostenitori del bombardamento, sebbene
ammettano che la classe dirigente civile in
Giappone mandasse con cautela e
discrezione comunicati diplomatici fin dal
gennaio
1945,
successivamente
all'invasione di Luzon nelle Filippine,
fanno notare come gli ufficiali militari
giapponesi fossero unanimemente contrari
a qualsiasi negoziazione prima dell'utilizzo
della bomba atomica.
Nagasaki prima e dopo il bombardamento
del 9 agosto 1945, con l'indicazione di
“ground zero”, il punto in cui scoppiò la
bomba atomica.
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69° Squadrone
Numero SPECIALE
02- OTTOBRE 2008
Mentre alcuni membri della classe
dirigente civile
utilizzarono
canali
diplomatici segreti per dare vita ad una
negoziazione di pace, non potevano da soli
negoziare una resa o addirittura un cessate
il fuoco. Il Giappone, in quanto Monarchia
Costituzionale, avrebbe potuto intervenire
in un accordo di pace solo con il consenso
unanime del governo giapponese, il quale
era dominato dai militari dell'Esercito
Imperiale e della Marina Imperiale, tutti
inizialmente contrari a qualsiasi accordo di
pace. Si sviluppò così uno stallo di tipo
politico tra i capi giapponesi militari e
quelli civili, che vedeva i militari sempre
più determinati a combattere, nonostante i
costi e le scarse probabilità di vittoria. In
molti continuarono a credere che il
Giappone potesse negoziare termini di resa
maggiormente favorevoli continuando ad
infliggere numerose perdite alle forze
nemiche, così da portare a termine la
guerra senza un'occupazione del Giappone
o un cambiamento di governo.
Lo storico Victor Davis Hanson evidenzia
l'aumentata resistenza giapponese, benché
futile in retrospettiva dato che era sempre
più chiaro che l'esito della guerra non
poteva essere rovesciato dalle potenze
dell'Asse. La battaglia di Okinawa mostrò
questa determinazione nel combattere a
tutti i costi. Più di 120.000 giapponesi e
18.000 statunitensi vennero uccisi nella più
sanguinosa battaglia del teatro del Pacifico,
solo 8 settimane prima della resa finale del
Giappone. In realtà, ci furono più morti
nella battaglia di Okinawa che nei primi
istanti seguenti lo scoppio delle due bombe
atomiche. Quando l'Unione Sovietica
dichiarò guerra al Giappone l'8 agosto
1945, e portò avanti l'operazione Tempesta
d'Agosto, l'Esercito Imperiale Giapponese
ordinò alle sue mal equipaggiate e
indebolite forze in Manciuria di
combattere fino all'ultimo uomo. Il
maggiore generale Masakazu Amanu, capo
delle operazioni al Quartier generale
imperiale, dichiarò che era assolutamente
convinto che le opere difensive, iniziate
all'inizio del 1944, potessero respingere
qualsiasi invasione Alleata delle isole
giapponesi con perdite minime. I
giapponesi non si sarebbero arresi
facilmente a causa della loro forte
tradizione di orgoglio e onore. Molti
seguivano il codice dei Samurai e
avrebbero combattuto fino alla morte del
loro ultimo uomo.
Dopo aver realizzato che la distruzione di
Hiroshima fu causata da un'arma nucleare,
F-16 NEWS
S
la classe dirigente civile ottenne maggior
forza per la sua opinione secondo cui il
Giappone doveva riconoscere la sconfitta e
accettare i termini della Dichiarazione di
Potsdam. Anche dopo la distruzione di
Nagasaki, l'Imperatore in persona dovette
intervenire per porre fine all'impasse nel
gabinetto.
Secondo alcuni storici giapponesi, i capi
civili che caldeggiavano la resa videro nei
bombardamenti atomici la loro salvezza.
L'esercito si rifiutava incrollabilmente di
arrendersi, così come i militari del
gabinetto di guerra (siccome il gabinetto
funzionava per consenso unanime, anche
un solo contrario poteva impedire
l'accettazione della dichiarazione). La
fazione per la pace prese quindi i
bombardamenti come nuovo argomento
per imporre la resa. Koichi Kido, uno dei
più stretti consiglieri dell'Imperatore
Hirohito, dichiarò: «Noi del partito della
pace fummo aiutati dalla bomba atomica
nel nostro tentativo di porre fine alla
guerra». Hisatsune Sakomizu, il capo
segretario di gabinetto nel 1945, definì i
bombardamenti «un'opportunità d'oro data
dal cielo al Giappone per porre fine alla
guerra». Secondo questi e altri storici, la
classe dirigente civile pro pace fu in grado
di usare la distruzione di Hiroshima e
Nagasaki per convincere i militari che
nessuna quantità di coraggio, abilità e
combattimento impavido poteva aiutare il
Giappone contro il potere delle armi
atomiche. Akio Morita, fondatore della
Sony e ufficiale della marina giapponese
durante la guerra, conclude anch'egli che
fu la bomba atomica e non i
bombardamenti convenzionali dei B-29 a
convincere l'esercito giapponese ad
accettare la pace.
I sostenitori dei bombardamenti fanno
inoltre notare che l'attesa della resa
giapponese non era un'opzione priva di
costi: a causa della guerra, i non
combattenti morivano in tutta l'Asia a un
ritmo di circa 200.000 al mese. I
bombardamenti incendiari avevano ucciso
più di 100.000 persone in Giappone dal
febbraio
1945,
direttamente
o
indirettamente.
Quel
massiccio
bombardamento convenzionale sarebbe
proseguito prima di un invasione. Il blocco
sottomarino e le operazioni di minamento
dell'Operazione
Starvation
avevano
sensibilmente ridotto le importazioni
giapponesi. Un' operazione complementare
contro le ferrovie giapponesi stava per
prendere il via, isolando le città
dell'Honshu meridionale dal cibo che
cresceva in altre parti del Giappone.
Questo, combinato con il ritardo nei
rifornimenti di assistenza degli Alleati,
avrebbe potuto risultare in un maggior
numero di vittime per il Giappone, a causa
di carestia e malnutrizione, rispetto a
quello che si ebbe con gli attacchi.
«Immediatamente dopo la sconfitta, alcuni
stimarono che 10 milioni di persone erano
probabilmente destinate a morire di fame»,
notò lo storico Daikichi Irokawa. Nel
frattempo, in aggiunta agli attacchi
sovietici, vennero programmate delle
offensive per settembre nella Cina
meridionale e in Malesia.
Gli statunitensi fecero una previsione sulla
perdita di soldati nella prevista invasione
del Giappone, anche se il vero numero di
morti e feriti stimati è soggetto a qualche
dibattito e varia a seconda delle stime dalla
persistenza e affidabilità della resistenza
giapponese e secondo che si consideri che
gli statunitensi avrebbero invaso solo
Kyushu nel novembre 1945 o invece che si
sarebbe reso necessario un successivo
sbarco nei pressi di Tokyo, previsto per il
marzo 1946. Anni dopo la guerra, il
Segretario di Stato James Byrnes sostenne
che mezzo milione di vite americane
sarebbe andato perso, e tale numero è stato
ripreso da molti, ma nell'estate del 1945 i
pianificatori
militari
statunitensi
prevedevano 20.000–110.000 morti in
combattimento per l'iniziale invasione del
novembre 1945, con all'incirca un numero
da tre a quattro volte superiore di feriti (il
numero totale di morti in combattimento
per gli USA su tutti i fronti della seconda
guerra mondiale era di 292.000).
Comunque, queste stime vennero fatte
usando informazioni che sottostimavano di
molto la forza giapponese che venne
raccolta per la battaglia di Kyushu, in
numero di soldati e kamikaze, per almeno
un fattore tre. Molti consiglieri militari
sostennero che lo scenario peggiore poteva
coinvolgere fino a un milione di vite
statunitensi.
Oltre a ciò, la bomba atomica velocizzò la
fine della seconda guerra mondiale in Asia,
liberando centinaia di migliaia di cittadini
occidentali, compresi circa 200.000
olandesi e 400.000 indonesiani (Romusha)
dai campi di concentramento giapponesi.
Senza contare che le truppe giapponesi
avevano commesso atrocità contro milioni
di civili (come l'infame massacro di
Nanchino), e l'anticipata fine della guerra
impedì ulteriori spargimenti di sangue.
I sostenitori evidenziano inoltre un ordine
dato dal Ministero della Guerra giapponese
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Numero SPECIALE
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il 1° agosto 1944. L'ordine riguardava
l'esecuzione di tutti i prigionieri di guerra
Alleati, che erano oltre 100.000, se una
invasione del Giappone avesse avuto luogo
(è anche probabile che, considerato il
precedente trattamento giapponese dei
prigionieri di guerra, se gli Alleati avessero
atteso affamando il Giappone, i giapponesi
avrebbero ucciso tutti i prigionieri di
guerra Alleati e i prigionieri cinesi).
Rispondendo all'argomentazione per cui
l'uccisione di civili su vasta scala era
immorale e un crimine di guerra, i
sostenitori dei bombardamenti hanno
sostenuto che il governo giapponese aveva
dichiarato la guerra totale, ordinando a
molti civili (compresi donne e bambini) di
lavorare in fabbriche e uffici militari e di
combattere
contro
qualsiasi
forza
invadente. Padre John A. Siemes,
professore
di
filosofia
moderna
all'Università Cattolica di Tokyo, e
testimone
dell'attacco
atomico
su
Hiroshima scrisse:
« Abbiamo discusso tra noi l'etica dell'uso
della bomba. Alcuni la considerano nella
stessa categoria dei gas venefici ed erano
contrari all'uso sulla popolazione civile.
Altri erano dell'opinione che nella guerra
totale, come era portata avanti dal
Giappone, non c'era differenza tra civili e
soldati, e che la bomba stessa fu una forza
effettiva che tendeva a porre fine allo
spargimento di sangue, avvertendo il
Giappone di arrendersi evitando quindi la
distruzione totale. Mi sembra logico che
colui che sostiene la guerra totale in
principio non possa lamentarsi della
guerra contro i civili. »
Come ulteriore argomentazione contro
l'accusa di crimine di guerra, alcuni
sostenitori dei bombardamenti hanno
evidenziato l'importanza strategica di
Hiroshima, come base della II Armata
giapponese, e di Nagasaki, come principale
centro di produzione delle munizioni.
Alcuni storici hanno anche sostenuto che
gli Stati Uniti desideravano porre fine alla
guerra rapidamente per minimizzare le
potenziali acquisizioni sovietiche di
territorio controllato dai giapponesi.
Infine, i sostenitori indicano anche i piani
giapponesi, ideati dalla loro Unità 731, di
lanciare aerei kamikaze riempiti di pulci
infestate con la peste, per infettare la
popolazione di San Diego (California). La
data doveva essere il 22 settembre 1945,
anche se non è probabile che il governo
giapponese
avrebbe
permesso
di
F-16 NEWS
S
Altri asseriscono che il Giappone aveva
cercato di arrendersi per almeno due mesi,
ma gli USA rifiutarono insistendo su una
resa incondizionata. In effetti, mentre
diversi diplomatici favorivano la resa, i
capi dell'esercito giapponese erano
impegnati a combattere una "battaglia
decisiva" su Kyushu, sperando che
avrebbero potuto negoziare termini
migliori per un armistizio in seguito (cosa
che gli statunitensi sapevano dalla lettura
delle
comunicazioni
giapponesi
intercettate). Il governo giapponese non
decise mai quali termini, oltre la
conservazione di un sistema imperiale,
avrebbe accettato alla fine della guerra.
Ancora il 5 agosto, il Consiglio Supremo
era diviso, con i sostenitori della linea dura
che insistevano che il Giappone dovesse
smobilitare le proprie forze, senza processi
per crimini di guerra e senza occupazione.
Solo l'intervento diretto dell'Imperatore
Hirohito pose fine alla disputa, dopo che si
tentò pure un colpo di stato militare per
impedire la resa.
Quella che in origine era la Sala della
Prefettura per la Promozione Industriale, e
stata oggi trasformata nel Memoriale della
pace di Hiroshima. La bomba atomica vi
esplose quasi sopra.
Secondo un'altra critica, gli Stati Uniti
avrebbero dovuto aspettare un breve
periodo per valutare gli effetti dell'entrata
in guerra dell'Unione Sovietica. Gli Stati
Uniti sapevano, al contrario del Giappone,
che l'Unione Sovietica aveva accettato di
dichiarare guerra al Giappone tre mesi
dopo la vittoria in Europa. Tale attacco
venne in effetti lanciato l'8 agosto 1945. La
perdita di qualsiasi possibilità che l'Unione
Sovietica potesse servire da mediatore
neutrale per un negoziato di pace,
accoppiata all'entrata in combattimento
dell'Armata Rossa (il più grande esercito
attivo del mondo), avrebbe potuto essere
sufficiente a convincere i militari
giapponesi del bisogno di accettare i
termini della Dichiarazione di Potsdam
(oltre
a
qualche
condizione
per
l'Imperatore). Poiché nessuna invasione
statunitense era imminente, si è sostenuto
che gli Stati Uniti non avevano niente da
perdere nell'aspettare diversi giorni per
vedere se la guerra poteva essere cessata
senza l'uso della bomba atomica. Come
avvenne, la decisione di arrendersi del
Giappone venne presa prima che la portata
dell'attacco sovietico alla Manciuria,
all'Isola di Sakhalin e alle Isole Kurili
fosse noto, ma se la guerra fosse
continuata, i sovietici sarebbero stati in
grado di invadere Hokkaido ben prima
dell'invasione alleata di Kyushu. Altre
fonti giapponesi hanno affermato che gli
stessi bombardamenti atomici non furono
la ragione principale della capitolazione.
Essi sostengono invece che furono le
rapide e devastanti vittorie sovietiche sul
continente nella settimana seguente la
dichiarazione di guerra che spinsero al
•
messaggio di resa del Giappone il 15
agosto 1945.
Diverse organizzazioni hanno criticato i
bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki
su basi morali. Per citare un esempio, un
rapporto del 1946 del Concilio Nazionale
delle Chiese intitolato Guerra atomica e
fede cristiana include il seguente
passaggio:
« In quanto cristiani americani, siano
profondamente pentiti per l'irresponsabile
uso già fatto della bomba atomica.
Abbiamo concordato che, qualunque sia il
giudizio che si può avere della guerra in
principio, i bombardamenti a sorpresa di
Hiroshima e Nagasaki sono moralmente
indifendibili. »
STORIA SUCCESSIVA
Il 6 novembre, 1945, Lewis riportò l'Enola
Gay negli Stati Uniti, atterrando alla nuova
base del 509º squadrone Roswell Army Air
Field, New Mexico, l'8 novembre. Il 29
aprile, 1946, l'Enola Gay abbandonò
Roswell come parte dell'Operation
Crossroads e volò a Kwajalein il 1º
maggio. Non fu scelto per effettuare il test
di sgancio all'Atollo di Bikini e abbandonò
Kwajalein il 1º luglio, il giorno stesso del
test, e raggiunse il Fairfield-Suisun Army
Air Field, California, il giorno seguente.
La decisione venne presa per preservare
l'aereo e il 24 luglio, 1946, fu spostato alla
Davis-Monthan Air Force Base, Arizona,
al fine di prepararlo per il deposito. Il 30
agosto la proprietà del velivolo fu trasferita
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Numero SPECIALE
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allo Smithsonian Institution e fu rimosso
dall'inventario USAAF; da allora venne
immagazzinato provvisoriamente in una
serie di posizioni:
• 1º settembre, 1946, Davis-Monthan
AFB ;
• 3 luglio, 1949, Orchard Place Air Field,
Park Ridge (Illinois), pilotato qui dal
Gen. Tibbets per accettazione dallo
Smithsonian;
• 12 gennaio, 1952, Pyote Air Force
Base, Texas, spostato dopo che la
posizione di O'Hare's fu confermata;
• 2 dicembre, 1953, Andrews Air Force
Base, Maryland;
• 10 agosto, 1960, lo smontaggio
all'Andrews fu iniziato da personale
dello Smithsonian;
• 21 luglio, 1961, i componenti furono
trasportati al centro di deposito dello
Smithsonian a Suitland (Maryland).
La ristrutturazione iniziò definitivamente il
5 dicembre, 1984, al Centro di
Preservazione, Ristrutturazione e Deposito
"Paul E. Garber" di Suitland.
SVILUPPI RECENTI
L'Enola Gay si trovò al centro di una
controversia allo Smithsonian Institution
nel 1994, quando il museo mise in mostra
la sua fusoliera come parte dell'esposizione
che commemorava il cinquantenario del
bombardamento atomico di Hiroshima.
L'esposizione, "The Crossroads: The End
of World War II, the Atomic Bomb, and
the Cold War" venne preparata dal
National Air and Space Museum dello
Smithsonian e allestita attorno a una
versione restaurata dell'Enola Gay.
I critici, in particolare l'American Legion e
la Air Force Association, accusarono che
l'esposizione si concentrava troppo sulle
vittime della bomba, invece che sui motivi
che portarono al bombardamento o sulla
discussione del ruolo che ebbe nel porre
fine alla guerra.
L'esposizione
portò
all'attenzione
nazionale molte durature questioni
accademiche e politiche, legate a visioni
retrospettive del bombardamento (si veda
Bombardamento atomico di Hiroshima e
Nagasaki), e alla fine, dopo tentativi di
rivedere l'esposizione in modo da
soddisfare i vari gruppi in competizione, la
stessa venne annullata il 30 gennaio 1995,
anche se la fusoliera andò comunque in
mostra. Il 18 maggio 1998, la fusoliera
F-16 NEWS
S
venne restituita alla Garber Facility per il
restauro finale.
Da allora l'intero aereo è stato restaurato
per esposizioni statiche ed è attualmente
uno dei principali pezzi in mostra al
National Air and Space Museum nei pressi
dell'Aeroporto
Internazionale
Dulles.
Come conseguenza della controversia
citata in precedenza, i pannelli informativi
attorno all'aereo riportano solo gli stessi
succinti dati tecnici comuni agli altri aerei
presenti nel museo, senza discussione delle
questioni controverse. L'aereo è protetto
con vari mezzi per impedire una
ripetizione dei vandalismi che vennero
tentati contro di esso la prima volta che
venne messo in mostra.
Le quattro eliche in alluminio, che vennero
usate
durante
la
missione
di
bombardamento per risparmiare peso, sono
finite alla Texas A&M University. Una di
queste, ridotta a 3 metri, fornisce la spinta
per la galleria del vento a bassa velocità
Oran W. Nicks. Un motore elettrico da
1250 kVA fornisce una rotazione costante
(900 RPM) e l'inclinazione delle pale
dell'elica (passo) viene variata per
controllare la velocità del vento (fino a 320
km/h) nel tunnel.
EQUIPAGGIO DELLA MISSIONE
L'equipaggio
dell'Enola
Gay
nella
missione del 6 agosto 1945 era composto
da dodici persone:
• Colonnello Paul W. Tibbets, Jr., pilota
• Capitano Robert Lewis, copilota
• Maggiore
Thomas
Ferebee,
bombardiere
• Capitano
Theodore
Van
Kirk,
navigatore
• Tenente Jacob Beser, contromisure
radar (l'unico a volare anche nel
bombardamento di Nagasaki)
• Capitano William Sterling "Deak"
Parsons, responsabile armamenti
• Sottotenente Morris R. Jeppson,
assistente del responsabile armamenti
• Sergente Joe Stiborik, radar
• Staff
Sergeant
Robert
Caron,
mitragliere di coda
• Sergente Robert Shumard, assistente
ingegnere di volo
• Private First Class Richard Nelson,
operatore radio
• Technical Sergeant Wyatt Duzenberry,
ingegnere di volo
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69° Squadrone
Numero SPECIALE
02- OTTOBRE 2008
F-16 NEWS
S
SADAKO SASAKI
佐々木
Sadako Sasaki (in Giapponese:
Sasaki Sadako, 7 gennaio 1943 - 25
ottobre 1955), era una bambina giapponese
vissuta nei pressi del Ponte di Misasa, ad
Hiroshima.
Aveva solo due anni, quando la bomba
atomica "Little Boy" fu sganciata sulla sua
città, il 6 agosto 1945.
禎子
La piccola Sadako si trovava a casa, a circa
due chilometri di distanza dal luogo
dell'esplosione. Crescendo, ella divenne
forte, coraggiosa e atletica. Ma nel 1954,
all'età di undici anni, mentre si stava
allenando per una grande gara di corsa, fu
colta da vertigini e cadde a terra. Le fu
diagnosticata una grave forma di leucemia,
conseguenza delle radiazioni della bomba
atomica.
La sua migliore amica, Chizuko
Hamamoto, le parlò di un'antica leggenda
secondo cui, chi fosse riuscito a creare
mille gru - uccello simbolo di lunga vita con la tecnica dell'origami avrebbe potuto
esprimere un desiderio. Chizuko stessa
realizzò per lei la prima, Sadako continuò
nella speranza di poter tornare presto a
correre. Comunque, il suo desiderio non
era limitato a questo; Sadako stava
dedicando al suo lavoro il massimo
impegno soprattutto perché credeva che
così, avrebbe posto fine a tutte le
sofferenze ed avrebbe curato tutte le
vittime del mondo, ed avrebbe portato loro
la pace.
Poco dopo aver intrapreso il suo progetto,
Sadako conobbe un bambino nelle sue
stesse condizioni, ed a cui era rimasto poco
da vivere. Ella cercò di convincerlo a fare
la stessa cosa, ma la sua risposta fu: so che
morirò stanotte. Durante i quattordici mesi
trascorsi in ospedale, Sadako realizzò gru
con qualsiasi carta a sua disposizione,
comprese le confezioni dei suoi farmaci.
Una versione della sua storia, vuole che
Sadako fosse riuscita a completare 1300
gru, prima di morire; secondo un'altra,
riferitaci da Eleanor Coerr nel suo romanzo
Sadako and the Thousand Paper Cranes,
Sadako sarebbe riuscita a completarne solo
644, mentre le restanti 356 sarebbero state
aggiunte dai suoi amici. Infine, tutte le gru
sarebbero state sepolte con lei.
Dopo la sua morte, i suoi amici e
compagni di scuola pubblicarono una
raccolta di lettere al fine di raccogliere
fondi per costruire un monumento in
memoria di lei e degli altri bambini morti
in seguito alla bomba atomica di
Hiroshima. Nel 1958, fu collocata
all'Hiroshima Peace Memorial una statua
raffigurante Sadako mentre tende una gru
d'oro verso il cielo. Ai piedi della statua,
una targa reca incisa la frase:
Questo è il tuo pianto. La nostra
preghiera. Pace nel mondo.
A Sadako Sasaki è stata dedicata anche
un'altra statua, situata al Parco della Pace
di Seattle.
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69° Squadrone
Numero SPECIALE
02- OTTOBRE 2008
F-16 NEWS
S
Il presente SPECIALE di F-16 NEWS
vuole essere un monito alla guerra.
Quella più cruenta e calcolatrice.
La guerra che non si ferma davanti
a niente ed a nessuno.
Molti dicono che la guerra serva alla pace.
Io credo, che se ci fosse un mondo senza
guerra, sarebbe solo un mondo di pace.
Un mondo dove Sadako oggi,
continuerebbe a fare origami,
sorridendoci.
A te, dolce Sadako, vanno i miei pensieri.
A te, che resterai per sempre nei miei
pensieri e nel mio cuore di bambino.
Alessandro
QUESTO NOTIZIARIO DEL 69° SQUADRONE
RACCOGLIE IN UN PICCOLO FASCICOLO MENSILE,
TUTTE LE NOTIZIE PIU’ IMPORTANTI RACCOLTE
DALLA RETE O REPERITE SUL NOSTRO FORUM O IN
QUELLO DI ALTRE COMUNITA’ VIRTUALI E
RITENUTI UTILI PER LA CONOSCENZA E LA
FORMAZIONE DEI MEMBRI ATTIVI DEL 69°
SQUADRONE.
SE LE FONTI SARANNO REPERITE DA SITI NELLA
RETE, VERRANNO SEMPRE CITATE LE FONTI NEL
RISPETTO SULLE LEGGI DEL DIRITTO D’AUTORE.
IL PRESENTE NOTIZIARIO E’ MESSO ON-LINE
GRATUITAMENTE PER I MEMBRI ATTIVI DEL 69°
SQUADRONE E NON HA ALCUNO SCOPO DI LUCRO.
SE QUALCUNO NON VOLESSE VEDERE RIPORTATE
PROPRIE NOTIZIE IN QUESTO OPUSCOLO, PUO’
COMUNICARLO
DIRETTAMENTE
A
QUESTO
INDIRIZZO E-MAIL: [email protected] E LE
INFORMAZIONI
OGGETTO
DI
CONTENZIOSO
SARANNO IMMEDIATAMENTE RIMOSSE DAL
NOTIZIARIO,
PROVVEDENDO
AD
UN
SUO
IMMEDIATO RIAGGIORNAMENTO.
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Numero SPECIALE
02- OTTOBRE 2008
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