IL CAFFÈ
4 maggio 2014
ROSA
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attualità
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una rosa a...
un cactus a...
In un momento politico in cui i
cambiamenti d’opinione e di idee
vanno parecchio di moda, la
coerenza con cui il deputato
luganese ha confermato le
proprie dimissioni da capogruppo
leghista va almeno sottolineata
Nessuno discute le eccelse
competenze tecniche del nuovo
presidente dell’Azienda elettrica
ticinese. Ma i conflitti d’interesse,
più che “gestiti”, andrebbero
piuttosto prevenuti quando si
occupano poltrone di questo tipo!
Michele Foletti
7
Giovanni Leonardi
Il business asilanti
nelle conversazioni
di Bignasca e Girardi
I PROTAGONISTI
Luigi Girardi;
a sinistra,
il coordinatore
della Lega
Attilio Bignasca
Ecco le registrazioni sul Lumino’s
I fatti
LIBERO D’AGOSTINO
1
GLI INCONTRI AL BAR
2
NELL’UFFICIO
3
L’INCHIESTA
entiquattro maggio,
2013. Luigi Girardi,
direttore del Lumino’s, parla con Attilio
Bignsca, deputato e
coordinatore della Lega, nel suo
ufficio in via Monte Boglia, a Lugano.
Girardi: “Per me gli asilanti al
Lumino’s vanno bene”.
Bignasca: “Mi pare che diano
60 franchi al giorno a mezza pensione o qualcosa del genere”.
Girardi: “Facciamo, facciamo,
decidiamo quanto e io una parte la
dò al giornale, al Mattino”.
Bignasca: “No...”
Girardi: “Come no, perchè
no?”.
Bignasca: “ Sì, sì, ok”.
Sono alcuni stralci della registrazione della conversazione tra
Attilio Bignasca e il direttore del
postribolo di Lumino, in carcere
accusato, tra gli altri reati, anche di
tentata coazione ai danni dell’ex
ministro del Territorio Michele
Barra, scomparso nell’ottobre
scorso. I due parlano della possibilità di riconvertire il locale a luci
rosse per ospitare i richiedenti
d’asilo. Bignasca nel corso della
conversazione assicura Girardi
che avrebbe parlato di questa possibilità con Gobbi, il ministro delle
Istituzioni.
Per il Lumino’s quelli sono
mesi roventi. Nel gennaio 2013 il
governo aveva stabilito che il postribolo non era in regola con le
norme edilizie; a febbraio il procuratore generale John Noseda scrive al municipio di Lumino per sollecitare il rispetto delle norme; a
inizio marzo il municipio intima al
Lumino’s di sospendere l’attività a
luci rosse; pochi giorni dopo Girardi denuncia il procuratore Noseda, ritenendo che ha fatto pressioni sul municipio per far chiudere il
Lumino’s; il 22 aprile vengono opposti i sigilli della polizia negli spazi riservati al sex club del locale. Il
Nel luglio del 2013 il ministro
Michele Barra incontra in un
bar di Bellinzona il direttore
del Lumino’s. Protestava per
la chiusura del suo locale.
Due conversazioni che Luigi
Girardi registra col telefonino
Il 5 agosto 2013, Luigi Girardi
è nell’ufficio del ministro Barra
a Bellinzona. Gli fa vedere un
video in cui un alto funzionario
del Territorio è nel locale
a luci rosse in compagnia
di una prostituta
Il 18 settembre, il consigliere
di Stato Michele Barra viene
convocato in Procura sulla
base delle registrazioni fatte
illegalmente da Girardi,
nel corso degli incontri
che c’erano stati
4
L’ARRESTO
5
LA RICHIESTA
L’8 ottobre Luigi Girardi viene
arrestato. Tra le accuse anche
quella di aver tentato di
ricattare il ministro del
Territorio facendogli vedere il
video col funzionario presente
al Lumino’s
Girardi ha chiesto un’inchiesta
parlamentare sulla sua
vicenda giudiziaria per fare
luce su alcuni fatti e sul ruolo
avuto da personaggi
istituzionali nello scandalo
del Lumino’s
Precisazione
Il costo delle “vacanze”
Una preparazione Pre Master all’estero, il corso più caro di Education First
di Lugano è di 20mila franchi e non
27mila, come pubblicato dal Caffè. Lo
precisa Ef. Anche se, aggiunge, i costi
possono salire “con alloggi e opzioni”.
V
contenzioso tra il direttore del postribolo e le autorità, cantone, municipio e Ministero pubblico, si
inasprisce. Girardi, in seguito, denuncerà anche la polizia e ricuserà
Gobbi. Nel frattempo il 25 aprile
alcune prostitute del Lumino’s, assieme al direttore, manifestano in
piazza del Governo a Bellinzona
contro la chiusura del postribolo.
È questo il clima nelle settimane in
cui Girardi incontra Attilio Bignasca per parlare del Lumino’s. La
conversazione tra i due prosegue,
ecco altri stralci:
Girardi: “Io voglio fare le cose
nella legalità. È possible che si faccia una donazione al partito? Al
giornale?”.
Bignasca: “Sì”.
Girardi: “Bisogna stare nella
legalità. Se io voglio donare 20
franchi al giornale che mi sta a
cuore posso farlo o no?”.
Bignasca: “Sì, eh...”.
Girardi: “Scusa, in realtà è nella legalità?, lo so io che poi trovano
un cavillo per farti un procedimento penale”.
La discussione continua sugli
asilanti, su quando inoltrare la domanda di costruzione per la riconversione del locale per poter
ospitare i rifugiati. Bignasca rassicura Girardi: “Se il Norman (Gobbi, ndr,) mi dice di andare avanti ti
chiamo subito”. Girardi chiede di
essere appoggiato politicamente.
Bignasca: “Settanta asilanti
sono la metà dei problemi del cantone”.
Girardi: “Io però voglio l’appoggio politico, l’appoggio vostro... e ci mettiamo d’accordo come”.
Bignasca: “Ma sì.... Ma non
La richiesta
Il direttore del locale a luci rosse
vuole incontrare il console italiano
I
l prossimo 8 maggio Luigi Girardi incontrerà in
carcere un funzionario del Consolato italiano a
cui vuole spiegare il suo caso e la vicenda giudiziaria che lo vede imputato di gravi accuse per le
quali sarà processato il 27 e 28 maggio. Tra reati
principali e collaterali, nell’ordine: tentata coazione, sfruttamento di atti sessuali, promovimento
della prostituzione, ripetuta violazione della sfera
segreta o privata mediante apparecchi di presa
d’immagine, ripetuta registrazione clandestina di
conversazioni, tentata truffa, falsità in documenti,
correità in frode fiscale, impedimento di atti dell’autorità. “Ho chiesto d’incontrare il console perché io sono un cittadino italiano e mi ritengo vittima di una grave ingiustizia. Mi sento come quegli
eretici che venivano mandati ingiustamente al rogo. Eretico perchè io ho dato fastidio a molti”, afferma dal carcere il direttore del Lumino’s.
Girardi ribadisce che non vuole essere il capro
espiatorio di questa storia. “Hanno messo da parte
il funzionario cantonale (il dirigente del Territorio
ripreso nel video a luci rosse, ndr) e io sono in carcere, così pensano di chiudere tutto. Ma non ci sto.
Tanti fatti e il ruolo di alcuni personaggi politici e
istituzionali sono rimasti in ombra. Ho chiesto
un’inchiesta parlamentare perchè ci sono molte
cose su cui far luce”. Zone d’ombra di cui oggi è
convinto anche il Plrt che sul suo settimanale Opinione liberale ha titolato: “C’è del marcio alle Orsoline”. E il Plrt, dopo le rivelazioni del Caffè, pare deciso ad intervenire in parlamento. Il direttore del
Lumino’s rilancia gli interrogativi su cui si aspetta
una risposta: “Perché il ministro Barra mi ha denunciato per coazione solo 45 giorni dopo che gli
ho fatto vedere il video col funzionario al Lumino’s? Perché con me non è stato incriminato anche
Silvano Bergonzoli che mi ha affiancato in questa
storia e con cui ho fatto vedere a Barra quel video,
che poi il ministro stesso mi chiese di distruggere?
Perché mi è stato negato il confronto con Bergonzoli e Cleto Ferrari, il collaboratore personale di
Barra?”.
! Fotogramma da un servizio della Rsi
Lo scandalo
hanno alternative...”.
Il progetto per ospitare i richiedenti d’asilo al Lumino’s non va,
però, in porto.
Qualche giorno prima, il 22
maggio, Girardi aveva pure incontrato Bignasca nel suo ufficio, tema
della discussione sempre i guai del
Lumino’s. Nella conversazione, registrata da Girardi, si parla del
“fuori zona”, ossia delle norme pianificatorie che avevano creato i
problemi del locale a luci rosse. Bignasca chiede a Girardi di “leggere
le carte”, il direttore del Lumino’s si
fa mandare al fax dell’ufficio di via
Monte Boglia un documento, è
l’opposizione alle richieste del postribolo firmata dell’Ufficio domande costruzioni del Cantone.
Bignasca gli domanda di chi è la
decisione del ricorso e Girardi gli
fa i nomi di due funzionari del Territorio, uno dei quali verrà in seguito “dismesso” dal suo incarico,
dopo che era stato ripreso con una
telecamera all’interno del Lumino’s in compagnia di una prostituta. Si parla dei due funzionari, si
discute di quanto siano “affidabili”.
Il deputato promette che avrebbe
parlato con un funzionario del servizio ricorsi del governo. Bignasca
aggiunge: “Domani sera (23 maggio, ndr) vedo Barra e dopo vediamo...”. Ma dopo, appena due mesi
dopo la storia prenderà tutt’altra
piega.
Grazie alla mediazione del deputato leghista Silvano Bergonzoli, tra giugno e luglio Girardi incontra un paio di volte Barra in un bar
di Bellinzona, per parlare del Lumino’s. Due conversazioni sono
registrate col telefonino dal direttore del Lumino’s. Ma il 25 luglio il
locale viene chiuso dalla polzia. Il
5 agosto Girardi, accompagnato
da Bergonzoli va a palazzo del governo, nell’ufficio di Barra mostra
al ministro e al suo collaboratore
Cleto Ferrari, il video col funzionario del Territorio con una prostituta.
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Q@LiberoDagostino
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Il business asilanti nelle conversazioni di Bignasca e Girardi