IL CAFFÈ 13 ottobre 2013
L’ANA
GR
AMMA
IL
PIZZ
INO
Silvano Bergonzoli
Deputato e municipale leghista a Locarno
È il promotore del referendum sul
progetto del Palazzo del cinema.
Uomo contro, un vero...
Svolta inedita nella politica
ticinese. Il Plrt ha presentato
un pacchetto di sgravi fiscali.
3
...villanzone brigoso
La politica Le risposte dei partiti, dal Plrt al Ppd, passando per Verdi, Ps e Udc
“È stata un’ingenuità riceverlo
e non averlo denunciato subito”
FOCUS
scandalo
prostituzione
Le “luci rosse” inguaiano
politica e Amministrazione
con lo scandalo dei video
CLEMENTE MAZZETTA
C
erto sarebbe stato meglio non aver
incontrato quella persona nel proprio ufficio a Palazzo, certo avrebbe
dovuto denunciare subito il tentativo di
pressione se non di ricatto. “Con il senno
di poi siam tutti più bravi - dice Sergio Savoia, coordinatore dei Verdi, commentando il caso Barra-Lumino’s –; ma non vorrei
che ora si rovesciassero i termini della questione: ad essersi comportato da delinquente è stato il direttore del bordello, non
il consigliere di Stato”.
Il caso “Barra-Lumino’s” tiene banco fra i
politici. Anche per i possibili sviluppi della
vicenda e la curiosità di sapere se ci siano
politici e funzionari dello Stato coinvolti e
Scoppia il caso Lumino’s, timori nelle stanze del Palazzo
ed è mistero sul numero di colloqui tra il ministro e Girardi
le
IMMAGINI
Su caffe.ch
i locali e le camere
del postribolo
dello scandalo
Nel filmato si mostra
una camera del
Lumino’s, con letto e
una moderna doccia
idromassaggio. Sulla
porta della stanza un
cartello avverte che
ci sono telecamere
in azione.
caffe.ch/focus
Ti-Press
È
il 30 luglio quando al Lumino’s fanno irruzione
gli agenti della Cantonale. Controllano il locale,
identificano le ragazze.
Mettono i sigilli. Ma, soprattutto,
sequestrano due smartphone del
direttore, Luigi Girardi. Dentro ci
sono immagini e registrazioni. Materiale scottante, una scintilla che
apre un nuovo fronte nelle indagini
sulla prostituzione e inquietanti intrecci con la politica e l’amministrazione cantonale. E che porterà
al coinvolgimento del consigliere
di Stato Michele Barra, audioregistrato col telefonino anche lui da
Girardi. Quando? Dove?
Il ministro (vedi intervista accanto)
sostiene d’aver avuto con Girardi
un solo incontro. Nel suo ufficio a
Bellinzona, cioè a palazzo governativo. E in quest’occasione Girardi
era accompagnato dal deputato leghista Silvano Bergonzoli. Con
quest’ultimo, invece, il ministro
ammette di aver avuto anche un
precedente incontro per discutere
dello stesso problema.
E qui le versioni sui fatti divergono,
stando alle informazioni del Caffè.
“Gli incontri, informali, tra Barra e
Girardi, prima di quello svolto in
agosto nell’ufficio del ministro, furono due. Entrambi in un bar di
Bellinzona”, afferma sicura una
fonte qualificata vicina all’inchiesta. Ed anche in una di queste due
occasioni il colloquio con il ministro venne, a sua insaputa, registrato.
Nel terzo e ultimo incontro, quello
cioè ad agosto a palazzo governativo e in presenza di Bergonzoli, Girardi mostrò a Barra, dal proprio
cellulare, alcune immagini registrate tempo prima nel suo locale.
Vi si vedeva un funzionario del suo
dipartimento, il Territorio.
Nel frattempo le indagini della magistratura portano al sequestro di
due cellulari di Girardi e alla scoperta, stando alla nostra ricostruzione, della registrazione del colloquio con Barra effettuata da Girardi
in un bar. Ed è a questo punto, di
fronte alla gravità del caso, che il
ministro è convocato dai magistra-
ti. E solo in quell’occasione racconta tutto. Dunque, se gli inquirenti
non avessero rinvenuto quelle registrazioni, il ministro avrebbe forse
continuato a tacere e quindi, di fatto, a nascondere alla magistratura
l’esistenza del video che mostrava il
funzionario statale all’interno del
Lumino’s.
Ma non è tutto. Un altro aspetto
della vicenda desta interrogativi.
Nell’intervista qui accanto, Barra
dice di non aver informato il governo, ma di aver parlato della vicenda
solo con un collega ministro. Con
lui ha quindi condiviso la responsabilità della mancata denuncia?
L’inchiesta, intanto, è ad una prima
svolta. E si divide in due: una prima
coordinata dal procuratore pubblico Valentina Tuoni, una seconda,
più delicata visto il coinvolgimento
di funzionari dello Stato, coordinata dal procuratore Antonio Perugini. In quest’ultimo procedimento
s’inserisce la perquisizione avvenuta al Lumino’s venerdì sera, pochi giorni dopo il nuovo arresto (il
primo fermo era avvenuto a luglio)
di Girardi. Gli agenti, dopo aver
svuotato i server del sistema informatico collegato con le telecamere
della videosorveglianza, erano a
caccia di nuovi filmati. “Nelle im-
LIBERO D’AGOSTINO
C
ol senno di poi il ministro leghista del
Territorio, Michele Barra, quell’incontro
con Luigi Girardi, direttore del Lumino’s, non lo avrebbe mai accettato. E ora si
morde le mani. “È chiaro che oggi come oggi
non avrei mai accettato di vedere questo personaggio - dice -. Prima avevo avuto un incontro con Silvano Bergonzoli (il deputato della
Lega che ha fatto da intermediario, ndr.) da
solo, poi la seconda volta c’era anche Girardi. E
sono rimasto malissimo per quello che è successo. Ora mi rendo conto che è stato un errore
incontrarlo”.
Ma lei non sapeva che appena un mese prima Girardi aveva avuto un violento diverbio
con la polizia e che il suo locale era stato
chiuso?
“No, non sapevo niente, questa vicenda non
l’avevo seguita, altrimenti non l’avrei visto. Del
resto se non ci fosse stato di mezzo anche Bergonzoli non lo avrei fatto venire nel mio ufficio.
Io ho incontrato Girardi da consigliere di Stato
e per un problema che riguardava il mio dipar-
magini attualmente in mano alla
magistratura, contenute nei telefonini sequestrati a Girardi - sostiene
la fonte interpellata da Il Caffè non ci sarebbero politici. Ma solo,
funzionari cantonali”. Ripresi, pare,
con le ragazze del locale. Dalla rete
di telecamere del Lumino’s, invece,
potrebbero arrivare sorprese. E qui
c’è un passaggio delicato dell’inchiesta: l’impianto è legale? “Sì –
dice l’avvocato Filippo Gianoni, difensore di Girardi – è in regola: oltre
che nelle aree pubbliche e nel bar,
anche nelle camere c’è il cartello
dove si avvisa che è attiva la videosorveglianza”. Da un filmato in pos-
sesso del Caffè effettivamente il
cartello c’è, anche se qualche dubbio resta. Ma il legale rimane convinto della sua tesi e, ora, si appresta a presentare ricorso contro l’arresto, “non ci sono - dice - i presupposti per un provvedimento simile”.
Girardi è finito in cella per aver registrato colloqui e incontri. Da qui
le accuse di tentata coazione ed
estorsione, e violazione della sfera
privata. Girardi si sarebbe difeso,
come precisa l’avvocato Gianoni,
sostenendo che con le registrazioni
“voleva solo cautelarsi”.
[email protected]
Q@maurospignesi
Il direttore del Territorio, Barra, parla del colloquio in estate nel suo ufficio
L’intervista
Ti-Press
MAURO SPIGNESI
“Sì, un errore quell’incontro,
non ho informato il governo
ho parlato solo con un collega”
timento”.
Nemmeno Bergonzoli ci ha fatto una bella figura?
“Bergonzoli era un mio caro amico, ora è meno
amico. Ma nemmeno lui sapeva, né avrebbe
mai immaginato, che quel signore registrava il
nostro colloquio. Avevo detto di sì anche per
l’insistenza di Girardi, per levarmelo di torno”.
Che tipo d’insistenza?
Il deputato Silvano Bergonzoli
per me era un caro amico.
Adesso è molto meno amico
“Tempestava le mie segretarie per avere un incontro, telefonava un giorno sì e uno pure e
non ne potevano più. Avevo detto loro di lasciarlo perdere, ma poi anche per levarmelo
dai piedi una volta per tutte ho ceduto”.
Ma quando le ha fatto vedere il video col funzionario del suo dipartimento al Lumino’s,
non le è passato per la testa che Girardi con
quelle riprese aveva commesso un reato e
che stava cercando di fare un’indebita pres-
sione su di lei. Che sarebbe stato quindi suo
dovere denunciarlo alla magistratura?
“Detto così, oggi, certo. Ma allora vedendo
quel video sono rimasto allibito. Ho sperato
che fosse una persona responsabile, con una
coscienza, ma mi sono sbagliato. Ne ho parlato, però, con qualcuno”.
Ha informato almeno il governo?
“Ne ho parlato solo con un altro consigliere di
Sato”
Con chi?
“Preferisco non rispondere”.
Ma a quale conclusione siete arrivati?
“Ci siamo rimasti molto male tutte e due. Ci
siamo chiesti cosa bisognava fare, ci siamo
detti che c’era di mezzo anche una famiglia, sa
sono momenti difficili, si pensano tante cose,
non è facile...”.
Ha aperto un’inchiesta interna al suo dipartimento per verificare se Girardi non abbia
in qualche modo condizionato qualcuno?
“Sì, abbiamo avviato degli accertamenti, ma
per i risultati dobbiamo attendere ancora un
po’ di tempo”.
[email protected]
Q@LiberoDAgostino
ifatti
Il dibattito
IL PRIMO BLITZ
Polizia al Lumino’s
È il 30 luglio: la polizia, su
richiesta del Comune,
irrompe al Lumino’s. Dopo i
controlli il locale viene chiuso
e sigillato
Dopo il blitz il direttore del
Lumino’s, Luigi Girardi (nella
foto), viene fermato per 24
ore per reati contro l’autorità
L’OFFENSIVA
Agenti denunciati
Girardi, una volta rilasciato,
denuncia gli agenti
sostenendo d’essere stato
malmenato. E chiede un
risarcimento danni per la
chiusura indebita del locale
I DUE SMARTPHONE
Politici e funzionari
Da due smartphone
sequestrati a Girardi
vengono fuori immagini e
registrazioni. Ci sarebbero
immagini e passaggi
compromettenti
SECONDA INCHIESTA
Il nuovo arresto
Scatta una seconda
inchiesta. Girardi viene
arrestato, spunta anche la
registrazione di
un incontro con il ministro
leghista Michele Barra
Da BelTicino alle associazioni religiose, così il cantone reagisce ad un fenomeno ritenuto ormai ingestibile
“Il meretricio non è sotto controllo!”
Si riaccendono le polemiche sui permessi e sulla gestione dei locali
EZIO ROCCHI BALBI
GIRARDI FERMATO
Parte la battaglia
IL LOCALE
Il Lumino’s
dove sono
avvenute
alcune
registrazioni
video oggi al
centro
dell’inchiesta
della
magistratura
videoregistrati nel locale a luci rosse. Interesse sulle implicazioni processuali della
vicenda, compresi eventuali ricatti e corruzioni. Leggerezza, inopportunità, ingenuità, errore di valutazione, i commenti. Nessuno parla di “impeachment”, nel senso di
errore grave che dovrebbe portare il ministro Barra alle dimissioni.
“Non conosco con la dovuta profondità i
termini del caso per potermi esprimere –
rileva Giovanni Jelmini, presidente del Ppd
–; posso però dire che con la tecnologia
odierna, telefonini, videocamere, registratori, chi ha posizioni di responsabilità deve
essere molto prudente per evitare abusi da
parte di malintenzionati”.
Per Franco Celio, deputato del Plrt, Barra
è stato corretto sia nel ricevere quel cittadino, sia nel metterlo alla porta al minimo
tentativo di pressione. “Ragionando a posteriori avrebbe dovuto denunciare subito
il caso alla magistratura – afferma Celio –
U
nanime il parere delle associazioni ticinesi, da
quelle cattoliche a quelle
evangeliche, fino a Belticino: la
prostituzione è sfuggita ad ogni
controllo, il fenomeno è ormai ingestibile.
“E non è neanche più una questione di etica, di comune morale,
ma riguarda l’intera società per
l’insensatezza di una mercificazione - commenta Roby Noris, direttore di Caritas Ticino -. I nostri
interventi sull’argomento sono
sempre stati netti, decisi, e non
basta certo replicare che c’è una
legge per metterci in silenzio. È
ovvio che siamo contrari, ma se
c’è una legge che regola la prostituzione almeno la facciano funzionare. Mi sembra invece sotto
gli occhi di tutti che non solo il fenomeno sia fuori controllo, ma sia
ormai diventato ingestibile; è la
stessa legge che va reinterpretata,
rimodulata”.
Un dibattito sulla nuova legge che
dovrà regolare la prostituzioni in
Ticino, in realtà è già ampiamente
in atto. Il messaggio del governo è
da tempo in consultazione nella
speciale sottocommissione parlamentare della Legislazione, che
vede relatori il liberale Giorgio
Galusero e la verde Greta Gysin.
Ma l’esito positivo di questa procedura non sembra godere i favori
dei pronostici.
“Dai permessi di lavoro alle autorizzazioni per i locali, è tutto da
tempo fuori controllo in un cantone dove l’inadeguatezza è non
solo politica ma generale - ribadisce Giancarlo Nava, vicepresidente dell’associazione Belticino -. E
non bisogna, purtroppo, illudersi
che la nuova legge cantonale possa risolvere qualcosa. L’esame
nella commissione parlamentare
è lento, con un iter interminabile,
e bastano un paio di membri contrari per congelare il tutto. Basterà
loro chiedere ancora il parere di
un perito, uno psicologo, un criminologo...”.
Allo scetticismo di Nava si aggiunge quello di Martine Gianinazzi,
presidente della Comunità evangelica riformata di Bellinzona. “È
un cantone che preferisce chiudere gli occhi, che finge di non vedere e capire una realtà sotto gli
occhi di tutti: il fenomeno della
prostituzione non è solo fuori
controllo, ma addirittura incontrollabile - spiega Gianinazzi -. E
non ci si venga a dire che se c’è
questo fenomeno evidentemente
è perché c’è molta ‘domanda’. La
domanda c’è fin dai tempi di
Gesù, ma l’importante è che almeno la si sappia gestire. E che almeno si proteggano le vittime dello sfruttamento, le donne. Per non
parlare dell’immagine del cantone. Che immagine può avere
quando nella sola Cadenazzo, ed
è inutile spiegare perchè, si registra la più alta concentrazione di
permessi di soggiorno alle donne
di tutto in cantone?”.
L’immagine del Paese finisce esattamente agli antipodi rispetto alle
iniziative di Belticino. “Non è piacevole sentire sulla bocca di tutti
che il Ticino è diventato il bordello del nord Italia - sbotta deciso
Nava -. Ormai la prostituzione
viene vista come un settore economico, addirittura aun atout turistico... Abbiamo sempre detto
che la cosa più importante è la
prevenzione, ma la situazione è
sfuggita al punto che parlo di repressione. È una brutta parola, ma
serve perché il fenomeno è malavitoso, criminale”.
[email protected]
Q@EzioRocchiBalbi
Il questionario
Alle 13 domande sollevate
dal gruppo femminile
risposte solo dai municipi
L
e prime risposte sono arrivate. Non dai
granconsiglieri, ma dai municipali, che hanno compilato il questionario inviato tempo
fa da un gruppo di lavoro composto dalle donne
delle maggiori organizzazioni femminili che fanno capo all’Associazione Malala. Due pagine, tredici domande per capire cosa pensano politici e
amministratori pubblici e intervenire così nel dibattito sulla nuova legge per regolare la prostituzione, messa a punto dal Consiglio di Stato e che
presto arriverà in Gran consiglio, probabilmente
entro dicembre. Le risposte che man mano arriveranno dovrebbero poi offrire uno spaccato su
questo scottante problema. La nuova legge è ancora all’esame della sottocommissione parlamentare della Legislazione, che ha ascoltato anche medici, esperti, magistrati, e che quanto prima presenterà il suo rapporto.
Nelle tredici domande messe a punto dal gruppo
di lavoro di donne, si chiede ai politici cosa pensino innazitutto della prostituzione, se la ritengono
semplicemente una attività economica, dunque
un fenomeno che mette da parte giudizi morali,
oppure se si tratta di una attività con implicazioni
criminose e sociali. Nel questionario, poi, si domanda anche se debba essere lo Stato a pagare le
GLI ANNUNCI
Le inserzioni
sui giornali
rappresentano un
canale pubblicitario
importante
per il fenomeno
della prostituzione
Ti-Press
Il video
Criticata la superficialità del consigliere
di Stato, lo scarso filtro del suo staff
ma nessuno parla di “impeachment”
ma si tratta di un episodio inusuale, inaspettato”. Più critico Savoia: “Un consigliere di Stato non può incontrare tutto e tutti –
dice – ma qui se qualcuno ha fatto un errore sono stati i suoi “compagni” di partito e
il suo staff che non gli ha fatto da filtro facendogli incontrare la persona sbagliata”.
Un problema di management più che una
questione politica.
Pelin Kandemir, capogruppo socialista,
invita il ministro leghista ad un comportamento più attento: “Sarebbe stata più opportuna una segnalazione immediata alla
magistratura, per evitare di scivolare nella
situazione imbarazzante in cui è capitato”.
Non solo una banale ingenuità, però: “Capisco il disagio di Barra in tutta questa vicenda, ma quando si ha a che fare con persone che già hanno un contenzioso con la
pubblica amministrazione, in un settore
delicato come quello dei locali a luci rosse,
bisogna essere guardinghi”.
Un “surplus di prudenza” è pure consigliato da Marco Chiesa, capogruppo udc. “Gli
concedo la buona fede: considero la vicenda una grossa ingenuità – dice Chiesa – anche se non avrebbe dovuto ricevere quel
personaggio, perdipiù accompagnato da
un deputato del suo partito, cosa che può
dar luogo a ogni tipo di illazione. Certo nel
momento in cui gli fece vedere quel video,
avrebbe dovuto denunciarlo”. Un errore
che deve servire a Barra come campanello
d’allarme per il futuro. “Un consigliere di
Stato deve sapere come agire in frangenti
del genere - sostiene Chiesa -. Certamente
deve essere a disposizione di tutti, ma non
può giocarsi la faccia in questo modo. Poi
quando uno è soggetto ad un tentativo di
ricatto deve agire senza mezze misure: ha
fatto bene a buttarlo fuori dall’ufficio,
avrebbe fatto meglio a denunciarlo”.
Ingenuità, dunque, che la politica può perdonare una volta, forse due...
[email protected]
Q@clem_mazzetta
visite mediche, previste dalla proposta trasmessa
dal Consiglio di Stato, e se queste debbano essere
capillari. Tra i problemi sollevati c’è pure quello
della pubblica sicurezza. Un tasto delicato, soprattutto dopo il blitz della magistratura che ha
portato alla chiusura di buona parte dei locali a
luci rosse ticinesi, risultati non in regola. Nel questionario si chiede, infine, se le zone “off limit”
dove insediare ritrovi a luci rosse debbano essere
estese anche alle vicinanze di mercati e parchi
dove le mamme portano i bambini. Le associazioni attendono ancora tutte le altre risposte.
m.sp.
IL CAFFÈ 20 ottobre 2013
L’ANA
GR
AMMA
La sinistra manifesta. 70 mila
a Roma e 300 a Lugano. Ecco
perché Saverio Lurati questo
week end, per evitare la
solitudine, è andato nell’Urbe.
IL
PIZZ
INO
Carla Speziali
Sindaco di Locarno
Se le firme raccolte contro il progetto del
Palazzo del cinema non dovessero bastare,
cara Carla, predice il tuo oroscopo...
3
...alzerai scalpi
GENNAIO 2013
NO DAL GOVERNO
MARZO
ARRIVA LO STOP
APRILE
SIGILLI AL CLUB
25 APRILE
LA PROTESTA
GIUGNO/LUGLIO
INCONTRI AL BAR
29 LUGLIO
LA CHIUSURA
5 AGOSTO
NELLO STUDIO
AGOSTO/SETTEMBRE
CON GOBBI
23 SETTEMBRE
LA LETTERA
OTTOBRE
IN MAGISTRATURA
Il Governo ticinese
stabilisce che
il Lumino’s non è
in regola con
le norme edilizie. Non
è un night e nemmeno un postribolo,
ma un motel. Nel mese di febbraio
il procuratore generale Noseda scrive
al Municipio di Lumino per ricordare
il rispetto delle norme. Il direttore
del locale, Luigi Girardi, protesta
A inizio marzo il
Municipio di Lumino
ordina alla direzione
del locale
di sospendere
l’attività a luci rosse.
Il 18 marzo il direttore del Lumino’s
denuncia il procuratore generale,
John Noseda: “Ha costretto
il Municipio a farci chiudere”
A metà aprile il
Municipio intima
la cessazione
dell’attività di
prostituzione al locale
a luci rosse. Il 22 del mese
vengono posti i sigilli negli spazi
riservati al vero e proprio sex
club, ovvero quella parte del
Lumino’s che non ha ottenuto
i necessari permessi comunali
Il 25 aprile alcune
prostitute scendono
in piazza a Bellinzona
con il direttore del
locale, Luigi Girardi,
per manifestare contro la chiusura
del Lumino's. Una vera e propria
manifestazione di protesta.
Sui cartelli si legge: “Il Lumino’s
club, il più bel locale della Svizzera”
(vedi immagine qui sotto)
Al bar L’incontro di
Piazza Governo a
Bellinzona, in due
occasioni, il ministro
Barra - direttore del
Territorio, il dipartimento competente sulle l
licenze edilizie del locale a luci rosse incontra sia il direttore del Lumino’s,
Girardi, sia il deputato leghista Silvano
Bergonzoli. È lui che ha combinato
l’incontro. La voce di Barra è registrata
A fine luglio il locale
viene chiuso perché
senza licenza.
Quindici prostitute
romene allontanate,
nonostante siano tutte in regola.
Il direttore Girardi è arrestato per aver
reagito con gli agenti. Viene rilasciato
nemmeno 24 ore dopo.
Gli sono sequestrati due telefonini in cui
la magistratura trova le registrazioni
incriminate. Tra cui quella con Barra
Il 5 agosto Luigi
Girardi viene ricevuto,
con il leghista Silvano
Bergonzoli, nello
studio governativo di
Michele Barra. È in quest'occasione che
Girardi mostra al ministro il video con il
suo alto funzionario all'interno del locale
a luci rosse. Con i tre - in un primo
momento, prima che il video fosse
mostrato - c’erano anche due
funzionari, tra cui quello del video
Michele Barra
dichiara di aver
parlato con un
collega di governo (si
saprà poi che era
Gobbi) dell'incontro con Girardi e del
video con il funzionario. Barra parla
espressamente di tentativo di ricatto.
Insieme al collega, precisa Barra,
abbiamo deciso di aspettare, in quanto
il funzionario in questione “stava
attraversando un brutto momento”
Il ministro Barra
indirizza una lettera ai
colleghi di governo
per prospettare la
possibilità di una
diversa gestione delle licenze edilizie
per postriboli. Autorizzando la loro
apertura nelle periferie, sostiene, si
risolverebbero alcuni seri problemi
creati nei centri. La lettera è
accompagnata dal parere del
funzionario registrato nel video
Il 1° ottobre Barra viene
convocato dalla
magistratura alla luce
della registrazione
trovata in uno dei
telefonini del direttore del Lumino’s, Luigi
Girardi. L’8 di ottobre il direttore del locale
a luci rosse viene arrestato con l’accusa di
coazione, tentata estorsione, violazione
della sfera segreta o privata con
apparecchi di presa d’immagine e la
registrazione clandestina di conversazioni
I fatti nel 2013
La polemica
FOCUS
scandalo
prostituzione
Lumino’s, Politica’s
ecco particolari e retroscena
di una crisi a luci rosse
S
N
ell’ufficio a Bellinzona del ministro leghista Michele Barra, quel lunedì 5
agosto Luigi Girardi
è arrivato con un computer portatile sottobraccio. Nel pc del direttore del Lumino’s, in un file, le
immagini compromettenti di un
alto funzionario del Dipartimento del territorio ripreso nel noto
locale a luci rosse. Per Girardi,
accompagnato dal deputato leghista Silvano Bergonzoli, quello
doveva essere un incontro risolutivo. Voleva appianare, una volta
per tutte, i problemi del Lumino’s
chiuso dalla polizia il 29 luglio.
Quel colloquio e quelle immagini, invece, imprimeranno una
svolta decisiva al procedimento
giudiziario sul noto postribolo e
scateneranno un terremoto nell’amministrazione cantonale.
Emergeranno pericolose contaminazioni tra la politica e il mondo della prostituzione, innescando un caso istituzionale i cui sviluppi sono affidati all’indagine
della magistratura e all’inchiesta
amministrativa interna ordinata
dal governo. Ma quello del 5 agosto, stando a quanto dichiarato
da Girardi agli inquirenti, era il
suo terzo incontro con Barra. Già
prima del 29 luglio, giorno dell’irruzione della polizia al Lumino’s,
si sarebbero incontrati altre due
volte in un caffè di Piazza del Governo a Bellinzona, sempre alla
presenza di Bergonzoli che aveva
fatto da intermediario col ministro. Si erano visti al bar “L’incontro”, nome di buon auspicio, ma
che in questa vicenda ha portato
sfortuna a tutti.
Nei due incontri, sempre secondo la versione di Girardi, sarebbe
stata segnalata al ministro Barra
la situazione del Lumino’s, il lungo braccio di ferro con il Cantone
e il Municipio per poter esercitare come postribolo, e sarebbe stato segnalato pure il comportamento di alcuni funzionari pubblici, ritenuto scorretto da Girardi. Nel corso della conversazione
si sarebbe ventilata l’esistenza di
“documentazione” che avrebbe
provato l’agire scorretto da parte
dei funzionari. Uno di questi due
incontri era stato registrato col telefonino dal direttore del locale a
luci a rosse.
Il 29 luglio, quando la polizia
chiude il Lumino’s, il direttore
viene fermato dagli agenti che gli
sequestrano due telefonini. In un
cellulare c’è la registrazione di
uno dei due colloqui nel bar di
Belinzona. Sarà questa registrazione a dare una svolta inaspettata al procedimento giudiziario
sul Lumino’s, tirando in ballo il
ministro del Territorio.
Ma a far precipitare la situazione,
sarà l’incontro del 5 agosto con
Barra nel Palazzo del governo.
Luigi Girardi arriva accompagna-
to da Bergonzoli, ha con sé il
computer portatile. Nell’ufficio,
oltre al ministro, ci sono due funzionari - Vinicio Malfanti, responsabile dei Servizi generali
del Dipartimento del territorio,
I primi colloqui tra
Girardi, direttore del
postribolo, con il
consigliere di Stato in
un caffè di Bellinzona
(su cui poi il governo avvierà
un’inchiesta amministrativa),
Michele Giovagnoni, capo dell’Ufficio domande costruzioni -, e
Cleto Ferrari, collaboratore personale di Barra. Stando alle infor-
Ti-Press
Gli incontri al bar, il filmato hard mostrato a Palazzo
Così il fenomeno prostituzione imbarazza le istituzioni
LIBERO D’AGOSTINO
mazioni del Caffè, prima dell’inizio della riunione Girardi avrebbe chiesto che venissero verbalizzati i contenuti del colloquio, ma
gli viene risposto che si trattava
soltanto di un incontro informale
per cui non era necessario un
verbale.
Non tutti restano in quell’ufficio
sino alla fine dell’incontro. Malfanti e Giovagnoni escono prima.
Quando il direttore del Lumino’s
avvia il portatile, nell’ufficio sono
rimasti in quattro. Sullo schermo
scorrono delle immagini estratte
dalle riprese del sistema di videosorveglianza all’interno del Lumino’s. Su quanto successo da
questo momento in poi nello studio di Barra si è detto e scritto di
tutto. Il ministro, indignato per
quello che riteneva “un tentativo
di ricatto”, come ha dichiarato lui
stesso, mette duramente alla porta Girardi. Il direttore del Lumino’s, a quanto sembra, non
Prima di far vedere
le immagini scabrose
sul pc, aveva chiesto
che si tenesse un
verbale della riunione
avrebbe registrato con il telefonino i contenuti di questo incontro
nell’ufficio di Barra, o almeno sostiene di non ricordare di aver registrato.
Gli inquirenti che già indagavano
su Girardi, arrivano dunque a
Barra sulla scorta della registrazione del colloquio in uno dei
due incontri avvenuti a Bellinzona prima del 29 luglio.
Il primo ottobre Barra è convocato in Procura, e al procuratore
pubblico Antonio Perugini racconta anche della riunione nel
suo ufficio a Bellinzona. Un racconto che dà più spessore all’indagine su Girardi. Martedì 8 ottobre il direttore del Lumino’s viene
fermato dalla polizia ad Arbedo e
arrestato con le accuse di tentata
coazione, tentata estorsione, violazione della sfera segreta o privata con apparecchi di presa
d’immagine e la registrazione
clandestina di conversazioni. Al
Ti-Press
L’editoriale
QUELLA SOFFERENZA CHE FA RIFLETTERE SULLA POLITICA
segue dalla prima pagina
LILLO ALAIMO
Q
uella che ciascuno, nessuno escluso, in
fondo desidera, è una politica solidale,
capace di farsi carico dei bisogni di tutti. Ed è per questo che, al netto di eventuali
meri scopi elettoralistici, ogni manifestazione
di condanna verso l’egoismo, la cieca finanza,
sino ad arrivare al razzismo..., merita attenzione e rispetto.
La battaglia agli eccessi di una politica fatta
solo o soprattutto di demonizzazione dell’avversario - che questa sia di destra, centro o sinistra - forse è ciò che oggi la piccola realtà geografica e sociale in cui viviamo deve mettere in
primo piano. Anche per questo alla manifestazione di ieri a Lugano dedichiamo ampio spazio.
È inevitabile - lo è stato e lo è tutt’ora in Ticino che la demagogia e il populismo plasmati unicamente per gonfiare i propri consensi, siano
presenti nella contesa partitica e nel dibattito
politico. Ma tutto ciò può essere accettabile
solo nella misura in cui tali distorsioni non facciano nascere sentimenti di astio, se non di
odio verso i nostri interlocutori, verso un prossimo che, quando ci punge le coscienze, siamo
tentati di respingere oltre le frontiere del nostro
vivere quotidiano.
Ci scandalizziamo per i morti inghiottiti nel
Mediterraneo perchè alla ricerca di un minimo
di benessere economico e sociale, ma alziamo
barriere di paura, timore ed egoismo alla notizia che in una caserma in disuso, ai margini di
un comune ticinese, debbano arrivare alcune
decine di profughi provenienti dai “confini del
mondo”.
La solidarietà deve trovare una propria artico-
La solidarietà deve trovare
una propria articolazione,
una concretizzazione sociale
lazione, una nuova misura politica. Lo deve necessariamente, al di là di ogni paura e di ogni
manifestazione di piazza. Lo deve, soprattutto
al di là di ogni basso calcolo elettoralistico.
E la solidarietà, pensando a questo nostro microcosmo politico, non è solo nei confronti di
quei poveri maledetti dalla vita che arrivano
alle nostre frontiere a chiedere “asilo”. È una solidarietà - per tornare alle polemiche e al dibattito politico dei giorni scorsi, scaturito nello
scandalo di cui si parla in queste due pagine anche verso chi “sceglie” di prostituirsi. Lo fa
La legge secondo l’Ufficio federale sulla protezione dei dati
“Per poter filmare nelle camere
occorre avere l’ok di un giudice”
LA MANIFESTAZIONE
Era lo scorso 25 aprile quando
le prostitute del Lumino’s scesero
in piazza a Bellinzona
per scelta? Noi pensiamo che nessuno, ma proprio nessuno, dinanzi ad una alternativa dignitosa, sceglierebbe di vendere il proprio corpo.
Ecco perchè il fenomeno della prostituzione va
affrontato politicamente con coscienza e consapevolezza. Con la chiara percezione che dietro ad ogni prostituta c’è un interesse economico che spesso va braccetto con la criminalità.
Sminuire, derogare, ignorare le norme esistenti..., non fa altro che dare linfa a chi dei diritti
umani fa strame.
Ecco allora che anche nella vita sociale che ci
sta intorno, pur contenuta dagli esigui confini
di questo cantone, è intrinseca una drammaticità di cui la politica deve farsi carico assieme ai
cittadini. E certamente - rispondiamo alle osservazioni che già ci par di sentire - la solidarietà non è da indirizzare solo verso profughi e
prostitute. La solidarietà, tradotta in azioni
concrete di politica sociale, va anche verso la
famiglia dell’operaio che ha perso il lavoro
dopo anni di sudore e il giovane che non lo trova per la miopia di una classe imprenditoriale
egoista.
È anche per tutto ciò che la malattia e la sofferenza oggi possono offrirci occasioni di riflessione politica.
[email protected]
Q@lilloalaimo
LUIGI GIRARDI
Il direttore (48 anni)
del Lumino’s,
attualmente in carcere
momento dell’arresto vengono
sequestrati a Girardi altri due telefonini.
Ma la storia non si chiude con
l’arresto di Girardi. Tra il 5 agosto
e il primo ottobre, giorno dell’interrogatorio di Barra, l’affaire Lumino’s prende una brutta piega
dal profilo politico istituzionale.
Il ministro del Territorio, difatti,
non denuncia immediatamente
alla magistratura il tentativo di ricatto da parte di Girardi e le riprese fatte all’interno del Lumino’s.
Né informa il governo. In un’intervista al Caffè dirà di non averlo
fatto per ragioni umane, per non
rovinare quel funzionario e la sua
famiglia, ma che, comunque, ne
aveva subito parlato con un altro
ministro. Col direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman
Gobbi, come ha confermato lo
stesso Governo rispondendo ad
un’interrogazione parlamentare
del Ps. Fatto sta che nessuno dei
due ministri ha informato tempestivamente magistratura e
Consiglio di Stato.
Eppure, quello del Lumino’s era
un caso molto “sensibile”, visti i
precedenti di cui si era occupata
a più riprese la stampa. Pochi
mesi prima, il 18 marzo, Girardi,
sempre per il contenzioso del Lumino’s, aveva denunciato il procuratore generale John Noseda; il
olo un giudice può concedere un’eventuale autorizzazione a installare un impianto di videosorveglianza nelle camere di un locale a luci rosse. Lo
precisa al Caffè Eliane Schmid,
portavoce dell’incaricato federale
della Protezione dei dati e della
trasparenza (Ifpdt). È a quest’ufficio di Berna che il Servizio cantonale protezione dati rimanda
quando si chiedono informazioni
sulla possibilità di installare telecamere all’interno di locali pubblici e in particolare nei postriboli.
Girando la domanda a Berna e
precisando che in questo caso si
tratta di locali a luci rosse e delle
stanze dove le prostitute incontrano i loro clienti, Schmid risponde:
“Dal nostro punto di vista, una
sorveglianza del genere è da
escludere. La questione delle camere è molto delicata perché interessa la sfera intima delle persone.
A decidere, eventualmente, deve
La testimonianza
“I
l consigliere di Stato Michele
Barra in tutta questa storia
ha dimostrato solo una
grande umanità. Non ha voluto rovinare un funzionario, la sua vita familiare. Ha privilegiato soltanto
l’aspetto umano. Ma posso assicurare che da questo dipartimento
non è mai uscito un preavviso favorevole al Lumino’s”, afferma Cleto
Ferrari, collaboratore personale del
IL PALAZZO
ministro del Territorio.
Giorni amari Ferrari questa storia l’ha seguita annel Palazzo che nelle sue pieghe più scabrose.
del governo Lui era rimasto con Barra nell’ufficio del ministro, quando Luigi Girardi ha fatto vedere le immagini
Gli interrogativi sul tentativo
compromettenti riprese all’interno
di ricatto, i silenzi e la mancata
del Lumino’s. Il collaboratore perdenuncia alla magistratura
sonale del ministro ribadisce che
alla magistratura è stato raccontato
23 aprile c’era già stata un’altra
tutto, anche della lettera spedita il
chiusura del locale da parte della
23 settembre da Barra al Governo,
polizia, tant’è che le prostitute
nella quale suggeriva una possibile
due giorni dopo erano andate a
soluzione per l’ubicazione dei poprotestare davanti il Palazzo delle
striboli fuori dalle zone edificabili.
Orsoline. Lo stesso Girardi, inol“Lo ha fatto perchè era un problema
tre, aveva persino ricusato il miche andava comunque affrontato e
nistro Gobbi.
non certo per le pressioni di Girardi
Ma a sollevare altri interrogativi
- sottolinea Ferrari-. Anche per quec’è la lettera del 23 settembre di
sto problema, irrisolto da anni, BarBarra al Governo in cui suggerira si è mosso col suo senso pratico
sce come regolamentare i locali a
del fare, col suo piglio da imprendiluci rosse fuori dalle zone edificatore prospettando una nuova strada
bili. Una soluzione che avrebbe
per risolverlo”. Una soluzione che il
appianato, tra i tanti, anche il
Governo, su proposta del ministro
caso Lumino’s.
delle Istituzioni, Norman Gobbi, ha
[email protected]
deciso di approfondire con un pareQ@LiberoDAgostino
re giuridico esterno.
LE RIPRESE
Il cartello che
sino a qualche
giorno fa
compariva
sulla porta di
una camera
del Lumino’s
I personaggi
Il singolare duo Poli - Bergonzoli
C
“Ha dimostrato solo
una grande umanità”
Ti-Press
essere un giudice”. Ma, anche in
questo caso, secondo Schmid, “il
motivo per cui si concede l’eventuale autorizzazione deve essere
davvero straordinario, cioè molto,
molto importante, anche nel caso
in cui la videosorveglianza fosse
attuata per garantire la sicurezza
delle donne. Ma ci dovrebbe essere, allora, qualcuno che sorvegli
costantemente ciò che accade,
così da poter intervenire. Ma filmare e poi il mattino dopo dare
velocemente un’occhiata no, dal
nostro punto di vista è escluso.
Anche perché la sicurezza si può
garantire con altri mezzi, ad
esempio, con sistemi d’allarme”.
La videosorveglianza su suolo
pubblico, poi, per principio generale non sempre è consentita a
persone private. Le eccezioni
sono ammesse “unicamente in un
ambito molto ristretto- si precisa
da Berna-. Ad ogni modo, ci deve
essere un motivo che giustifichi la
misura”. Per esempio, “l’esistenza
di una legge che consente l’installazione. Oppure si fa valere un interesse generale come la salvaguardia della sicurezza del personale”. L’esistenza di un sistema di
videosorveglianza “deve comunque essere reso pubblico, per
esempio tramite un’insegna ben
visibile”.
m.sp.
Ti-Press
on l’affaire Lumino’s è ritornata sulla scena pubblica una coppia che anni addietro era assai nota alle cronache politiche,
quando tempestava il governo con raffiche di interrogazioni: il
duo Silvano Bergonzoli e Luciano Poli.
Il primo, deputato leghista, ha speso i suoi buoni uffici per facilitare
gli incontri tra il direttore del Lumino’s Girardi e il ministro del Territorio Michele Barra; il secondo, ex gran consigliere della Lega, è ricomparso invece da questa estate nella dirompente veste di amministratore unico della Rs Room services e della Motel Lumino, le due
società a cui fa capo il locale a luci rosse del Bellinzonese. Se Bergonzoli è rimasto, da municipale di Locarno e da deputato, ben presente
sulla ribalta politica, di Poli invece si erano perse le tracce, dopo il
turbinoso epilogo della sua carriera politica. Di lui si ricordavano soprattutto le difficoltà finanziarie da cui era stato travolto agli inizi degli anni ‘90. Poi il silenzio. Sino a qualche settimana fa.
Luciano Poli
Silvano
Bergonzoli
La storia
Oltre un milione per rifare il motel
Un anno di lavori e un investimento ingente per un locale di lusso
I
lavori di ristrutturazione del vecchio Motel Lumino erano cominciati quattro anni fa. E sono durati
almeno un anno. L’investimento, a
quanto sembra, sarebbe stato importante: oltre un milione di franchi. D’altronde quello venduto dal vecchio
proprietario, Johann Koch, che lo ha
gestito per anni ospitando soprattutto
clienti svizzero tedeschi che venivano
in vacanza in Ticino, era un edificio
che aveva bisogno di una radicale ristrutturazione. Chi l’ha fatta non mancava certo di capitali.
Oggi la struttura fa capo alla società
Motel Lumino Sa, costituita nell’agosto 2008 e rappresentata legalmente,
dal 2009 sino al marzo scorso, dall’avvocato Luca Zorzi, al quale è poi subentrato l’attuale amministratore unico Luciano Poli.
A realizzare il grosso dei lavori, dopo
aver ottenuto la licenza come hotel
con spazi ad uso privato, è stata chiamata un’impresa edile della Valtellina,
che ha trasformato quell’albergo in
zona “Bassa di fuori” in un ritrovo di
lusso. Con nuovi impianti, camere
confortevoli con tanto di letti rotondi,
saune, docce e vasche idromassaggio
nei bagni, eleganti spazi comuni, progettati da uno studio d’architettura dei
Grigioni. Non si sa per certo, perché in
La curiosità
Una stanza destinata
ai “bisogni” dei disabili
L
a richiesta è giunta quest’estate. A
presentare la domanda di costruzione, in attesa ancora di preavviso da
parte del Cantone (l’hotel è fuori dalla zona
edificabile), era stata la Motel Lumino. Si
chiede il “cambiamento parziale - è scritto
nella richiesta - della destinazione d’uso di
alcuni locali del motel per esercitare la
prostituzione, in particolare nella camera
22 nella quale pure i disabili non hanno
difficoltà ad accedere al fine di soddisfare i
propri bisogni”. L’offerta al Lumino’s sarebbe stata dunque garantita anche ai disabili.
questo caso le testimonianze raccolte
dal Caffè sono piuttosto contraddittorie, se fin dall’inizio, nella parte esterna del locale, fosse già piazzato un sistema di videosorveglianza con telecamere.
Comunque sia, quando i muratori valtellinesi hanno abbandonato Lumino,
è cominciata l’attività del locale. Per la
gestione è stata creata un’altra società:
la Rs Room Service, con amministratore unico Vanja Luraschi, a cui nell’aprile scorso - così come era accaduto un mese prima con la Motel Lumino
Sa - è subentrato Luciano Poli. Nel Registro di commercio non figura da nessuna parte il nome del direttore del locale, Luigi Girardi. Ma è lui che il giorno dell’inaugurazione ha accolto i
clienti e invitati. Era la fine del 2010,
anche se qualche tempo prima era già
stato offerto un apertivo per festeggiare la fine dei lavori. A quell’inaugurazione, ne è seguita un’altra a marzo,
stavolta pubblicizzata: ad “allietare” la
serata c’era l’attrice bresciana Elena
Grimaldi, che spesso si esibisce in locali notturni del nord Italia.
m.sp.
IL CAFFÈ 27 ottobre 2013
L’ANA
GR
AMMA
IL
PIZZ
INO
Claudio Zali
Giudice, futuro ministro leghista
Chi lo conosce
lo definisce... aspro.
Per evitare di ripetere
il flop della manifestazione
di una settimana fa,
in futuro la sinistra metterà
in palio un iPad a 9,95 franchi
3
Acidulo Zali
Gli scenari
La Lega ora guarda al futuro,
Claudio Zali prende il posto
del consigliere di Stato Barra
FOCUS
scandalo
prostituzione
Ti-Press
i
FATTI
IL NO
DA BELLINZONA
LA PRIMA
CHIUSURA
LA PROTESTA
IN PIAZZA
GLI INCONTRI
AL BAR
Il governo ticinese
a gennaio dice no
alla trasformazione
del Lumino’s in
postribolo. Non
rispetta le norme
Il Municipio di
Lumino a marzo
ordina di bloccare
l’attività a luci
rosse. Ad aprile il
locale è sigillato
È il 25 aprile
quando in piazza a
Bellinzona un
gruppo di ‘ragazze’
protesta contro la
chiusura del locale
Il ministro Barra
incontra due volte
un bar di Bellinzona
il direttore
del Lumino’s
Luigi Girardi
L’INCONTRO
A PALAZZO
LA CONVOCAZIONE
DAL MAGISTRATO
LA LETTERA
AL GOVERNO
L’ARRESTO
DI GIRARDI
Il 5 agosto Girardi
viene ricevuto da
Barra, presente
pure Bergonzoli, e
mostra un video
su un funzionario
del Territorio nel
locale a luci rosse
Il 1° ottobre Barra
viene convocato
dal magistrato.
La sua voce era
stata registrata
su un telefonino
sequestrato
a Girardi
Barra invia una
lettera al Governo.
Prospetta una
soluzione per
autorizzare
l’apertura dei
prostiboli fuori dai
centri abitati
L’8 di ottobre Luigi
Girardi viene
arrestato. Deve
rispondere di
diverse pesanti
accuse tra cui
tentata estorsione
e tentata coazione
La successione al Territorio dopo il caso del tentato di ricatto
Il ministro al telefono con Girardi:
“Distruggete quel video!”
e il direttore del Lumino’s disse sì
Nuovi retroscena nell’affaire “Palazzo-Prostituzione”,
il funzionario statale frequentò il postribolo anche dopo i sigilli
LUIGI GIRARDI
Il direttore del locale a
luci rosse Lumino’s,
Luigi Girardi; qui sopra,
l’interno della camera
numero 1 del Lumino’s
Ti-Press
A
ndava sempre nella
stanza numero 1, la
più bella del Lumino’s,
quella con il lettone
rotondo, l’alto funzionario del Dipartimento del territorio ripreso da una videocamera
nascosta dietro un armadio. Ci
andava non solo di sera, qualche
volta anche di pomeriggio. Ma
quel filmato compromettente che
ha creato lo scompiglio in governo, non ci sarebbe più. Quelle immagini hardcore che Luigi Girardi, direttore del postribolo bellinzonese, il 5 agosto aveva fatto vedere a Michele Barra, nell’ufficio
dello stesso ministro scomparso
domenica scorsa, sarebbero state
distrutte. Il 6 agosto, nel corso di
una telefonata, Barra chiese a Girardi distruggere il filmato. E lui,
ha dichiarato agli inquirenti,
avrebbe cancellato quel video.
Ecco i nuovi retroscena dello
scandalo Lumino’s-Palazzo’s che
ha portato in carcere Girardi con
l’accusa di tentata coazione, tentata estorsione, violenza della sfera segreta o privata con apparecchi di presa d’immagini e la registrazione clandestina di conversazioni, su cui - oltre alle indagini
del Ministero pubblico - è in corso
pure un’inchiesta amministativa
a carico del funzionario del Territorio ripreso nel locale a luci a rosse.
Dall’inchiesta del Ministero pubblico condotta dal procuratore
Antonio Perugini, emergono, intanto, altri particolari sulla frequentazione del Lumino’s da parte dell’alto dirigente del Territorio.
In quel locale, ritenuto il più elegante postribolo del cantone, é
andato non solo di sera, ma anche
di pomeriggio, e non di sabato e
domenica. Una circostanza che il
funzionario ha ammesso durante
il suo interrogatorio sostenendo
che erano, comunque, dei pomeriggi in cui era libero. Ribadendo
così una delle sue prime dichiarazioni pubbliche in cui aveva
precisato che al Lumino’s c’era
stato, ma solo fuori degli orari di
ufficio. Se così è, lo si accerterà verificando il piano di lavoro setti-
manale del funzionario, le sue
presenze al dipartimento, all’esame degli inquirenti. Un accertamento che interessa non poco anche l’inchiesta amministrativa interna, ordinata dal governo e affidata all’ex magistrato Agnese
Balestra-Bianchi. Sembrerebbe
certo, invece, che la sua frequen-
La camera numero 1,
quella con il lettone
rotondo e la
telecamera nascosta
dietro un armadio
tazione del Lumino’s si sarebbe
protratta nel tempo almeno per
un anno, un anno e mezzo. Sino
alla primavera scorsa , vale a dire
anche nei mesi in cui il postribolo
era già finito nell’occhio del ciclone e, addirittura, ci sarebbe anda-
to anche dopo la prima chiusura,
quando la polizia aveva già messo
i sigilli all’area “relax” del locale.
Quindi, dopo l’intervento del
Cantone che nel gennaio del 2013
aveva stabilito che il postribolo
non era in regola con le norme
edilizie. Settimane dopo che il
procuratore generale John Noseda aveva scritto al municipio di
Lumino per sollecitare il rispetto
di quelle norme. Anche in quei
mesi “caldi”, dunque, quando il
Lumino’s era ormai soggetto ricorrente delle cronache cantonali, il funzionario del Territorio frequentò il locale a luci rosse.
Stando agli accertamenti in corso,
non sempre arrivava da solo in
quel postribolo, ma a volte in
compagnia di altre persone. In alcune occasioni era accompagnato da amici. Si sta verificando se
fra quelle persone ci fossero altri
collaboratori del Dipartimento
L’editoriale
del territorio. Perciò si sta interrogando il personale del locale per
gli opportuni riscontri.
Le immagini compromettenti riprese all’interno del Lumino’s riguardavano, però, solo lui. E il
personale del locale potrebbe,
forse, dare una spiegazione sul
conto di oltre 4’000 franchi di gin
Il sei agosto la
conversazione sul
cellulare col
direttore: “Cancella
quel filmato”
tonic che il funzionario avrebbe
consumato, non da solo, sull’arco
di un anno e mezzo. Lui sostiene
di aver pagato delle consumazioni, per altre di aver pensato che le
avevano pagate i suoi accompagnatori. Gin tonic a parte, all’alto
dirigente del Territorio venivano
riservate pure altre attenzioni.
Come la camera numero 1, la più
elegante e comoda con quel gran
letto rotondo. La sola, probabilmente con una telecamera nascosta, mimetizzata dietro un armadio, per quanto Girardi abbia
sempre sostenuto che sulla porta
della stanza c’era l’avviso che il locale era video sorvegliato con un
sistema a circuito chiuso. Quella
era la stanza riservata ai buoni
clienti, anche a quelli che chiedevano due, tre ragazze per volta.
Anche con le riprese fatte in questa camera è stato montato quel
video di un minuto, un minuto e
mezzo, che Girardi dal suo computer portatile ha mostrato il pomeriggio del 5 agosto a Barra. Nell’ufficio del ministro alla presenza
del collaboratore personale Cleto
Ferrari e di Silvano Bergonzoli, il
deputato leghista, che aveva fatto
segue dalla prima pagina
SERVE COMPETENZA OLTRE A SEMPLICITÀ E SCHIETTEZZA
LILLO ALAIMO
C
hecché se ne voglia e se ne dica,
benché la politica abbia perso appeal, i partiti restano e sono i selezionatori della classe dirigente. Partiti e movimenti, dunque, hanno un ruolo di grandissima responsabilità sociale e istituzionale.
Specialmente oggi, tanto per soffermarsi
alla nostra micro realtà, che questa regione a sud della Svizzera sta attraversando
una delicata fase di transizione economica.
Al governo del Paese occorrono persone
competenti professionalmente (è il caso
del giudice Zali) e/o con esperienza politica. Alla testa dei singoli dipartimenti sono
necessari professionisti forti di conoscenze o, comunque, di grande capacità gestionale e politica.
Occorre che le donne e gli uomini chiamati in quella stanza abbiano rispetto delle
istituzioni e delle regole. Pur anche della
forma che, in alcuni momenti, è sostanza.
La funzione di governo, insomma, va asso-
lutamente ancorata alle regole. Al loro rispetto.
Ecco allora che quanto accaduto nei mesi
scorsi - pensiamo alla vicenda del locale a
luci rosse Lumino’s - va anche letto con gli
occhi di chi ha a cuore il rispetto delle regole. E cioè: le istituzioni e i loro rappresentanti non possono essere indifferenti al
percorso e alle procedure utilizzate per
raggiungere taluni obiettivi.
È indubbio che il fenomeno prostituzione
sia stato e sia talvolta fuori da un efficace
controllo. Ma la sua gestione, la creazione
di norme diverse in grado di governarlo
non possono prescindere dal rispetto delle
più elementari regole.
Le frequentazioni del Lumino’s di almeno
un alto funzionario del dipartimento del
Territorio (quello competente per le licenze) sono gravi. I colloqui fra il ministro del
Territorio e il direttore del locale sono stati
inopportuni. La non immediata denuncia
da parte del consigliere di Stato (e del collega di governo, Gobbi, con cui s’era confidato) di quel tentativo di ricatto (attraverso
il filmato a luci rosse che mostrava l’alto
funzionario in quel locale in più occasioni)
è stato un errore..., istituzionale e politico.
Un errore che non può essere giustificato
con la voglia di “pragmatismo” o la “semplicità” che hanno caratterizzato l’agire del
ministro, ora scomparso, e del collega.
Il governo del Paese, la stabilità, gli obiettivi da raggiungere sono e devono essere
una risorsa e non una patina che toglie trasparenza e chiarezza agli occhi dei cittadini.
Non vogliamo anticipare alcuna sentenza
(quella amministrativa e quella penale faranno il loro corso), ma quanto sino ad
oggi si conosce con certezza (perché ammesso dagli stessi protagonisti) è stato
inopportuno e pericoloso istituzionalmente. E chiedere - nel nostro caso dal
punto di vista di un giornale - un rendiconto politico (indipendentemente dalle inchieste in corso) non è desiderio di scandalismo, ma voglia di una diversa cultura
politica, che non faccia cioè dell’abuso e
dell’inopportunità la sua cifra caratteriale.
[email protected]
Q@lilloalaimo
da intermediario già in due precedenti incontri, nella seconda
metà di luglio, in un bar a Bellinzona tra il direttore del Territorio e
Girardi.
Video che aveva fatto infuriare
Barra - al punto, come ha dichiarato lui stesso, da sbattere fuori
dal suo ufficio Girardi, indignato
NEL LOCALE
IL POMERIGGIO
1
Il funzionario del
Territorio frequentò
il Lumino’s non
solo di sera,
ma anche
di pomeriggio
GIN TONIC
PER PIÙ MESI
3
Sul conto di oltre
4000 mila franchi
per i gin tonic si
sta cercando di
capire se, e come,
le consumazioni
venivano pagate
UNA CAMERA
CONTROLLATA
5
Nella migliore
stanza del locale
a luci rosse, la
numero 1, c’era
una telecamera
nascosta dietro
un armadio
LA TELEFONATA
A GIRARDI
7
Il 6 agosto, dopo
aver visionato il
giorno prima il
video del Lumino’s,
una telefonata
tra Barra
e Luigi Girardi
per quel tentativo di ricatto - ma
che gli inquirenti non hanno mai
visto. Quel filmato sarebbe stato
poi distrutto da Girardi su richiesta del ministro e oggi non figura
tra gli allegati dell’inchiesta.
Nel suo interrogatorio Barra ha
le dichiarato che la sera del 5 agosto
(non ricordava
NOVITÀ o all’indomani bene
la data), ha
telefonato a BerNON SEMPRE
gonzoli chiedenDA SOLO
dogli di metterlo
Stando alle
in contatto con
dichiarazioni di
Girardi. E il diretLuigi Girardi,
tore del Lumiil funzionario
no’s ha conferqualche volta era
mato di aver
accompagnato
chiamato il minida altre persone
stro sul telefonino il 6 agosto, ed
è in questa teleIL CIRCUITO
fonata che Barra
DI CONTROLLO
gli chiese di diTra interni
struggere quel
ed esterni
video.
del Lumino’s,
La conversaziouna cinquantina
ne telefonica tra
di telecamere
Barra a Girardi,
controllate su un
se confermata
grande schermo
dalle indagini,
rappresenta un
elemento imporUN MINUTO
tante dell’inchieDI VIDEO
sta per decifrare
anche altri deliIl discusso filmato
cati passaggi di
con le immagini
compromettenti
questa storia.
del funzionario
Come la mancadurava un minuto,
ta denuncia alla
un minuto e
magistratura o la
mezzo al massimo
lettera del 23 settembre al governo in cui Barra
suggerisce una
LA DISTRUZIONE
possibile soluDEL VIDEO
zione per regolarizzare i postriNella telefonata
boli fuori dai
il ministro avrebbe
chiesto la
centri abitati, tra
distruzione del
cui anche il Luvideo. Girardi ora
mino’s. Un’idea
sostiene che lo
che gli era venuta
avrebbe distrutto
già nel mese di
giugno, aveva
spiegato il direttore del Territorio agli inquirenti,
convocato in ottobre poco prima
dell’arresto di Girardi.
[email protected]
Q@LiberoDAgostino
La curiosità
Decine di videocamere
per controllare il locale
2
4
6
8
Ti-Press
LIBERO D’AGOSTINO
U
na cinquantina di telecamere, con obiettivi puntati sia
all’esterno che all’interno del
locale. Un complesso sistema di videosorveglianza che avvolgeva
come in una rete il Lumino’s. Con le
immagini delle diverse postazioni
che si rifrangevano su un grande
schermo con le diverse inquadratuUNA RETE
re. In questa rete è rimasto impigliaDI OBIETTIVI to l’alto funzionario del dipartimenTra l’esterno to del Territorio che per più di un
e l’interno
anno, e sino alla scorsa primavera,
del locale a ha frequentato il noto postribolo,
luci rosse
poi chiuso dalla polizia il 29 luglio.
c’erano una Il funzionario sarebbe stato ripreso
cinquantina anche nella camera numero 1, la
di obiettivi
sola, parrebbe, video sorvegliata. La
stanza più importante del locale a
luci rosse, la più elegante e con un
grande letto rotondo. Una camera
solitamente riservata ai migliori
clienti del Lumino’s, quelli pronti a
spendere senza problemi appartandosi anche con due o tre ragazze per
volta. Utilizzando le riprese di questo sistema di telecamere, sopratutto quelle all’interno, sono state
montate le immagini del video che
il 5 agosto Luigi Girardi ha mostrato
al ministro Michele Barra.
l.d.a.
S
ono stati giorni amari per
via Monte Boglia. Giornate
anche difficili davanti alla
decisione sulla successione in
governo del ministro Michele
Barra. Alla fine si è scelto Claudio Zali, 52 anni, presidente del
Tribunale penale cantonale. Per
la Lega non si trattava solo di
tamponare un’emergenza inaspettata, dopo la morte del direttore del Territorio, ma di puntare
sull’uomo giusto, guardando al
futuro per salvare il secondo seggio in governo. Quella poltrona
rappresenta la grande rivincita
del presidente plrt Rocco Cattaneo, che vuole riscattare la sconfitta alle ultime elezioni cantonali. Ma è pure l’obiettivo strategico del Ppd, sicuro di poter
sfruttare un’occasione storica
per recuperare il seggio perso
nel ‘95, pronto perciò a schierare i nomi più importanti del partito, calibri da 90 oggi a Berna,
per l’appuntamento dell’aprile
2015. Appena sette mesi dopo la
scomparsa del presidente Giuliano Bignasca, che ha provocato
un forte sbandamento nella
Lega, eccola di nuovo alle prese
con una prova non facile, anche
per gli effetti del caso Lumino’s
che ha investito in pieno il dipartimento guidato da Barra, con
un’inchiesta amministrativa e
una giudiziaria che sono ancora
in corso.
Scegliere tra un ministro di transizione, per tenere calda la poltrona in governo, per poi far
scendere in campo i nomi forti,
oppure un ministro capace di
sfruttare questo anno e mezzo
per mantenere salda la popolarità del movimento? Era questa la
domanda sul tavolo dello stato
maggiore leghista, riunito in
questi gioni. Di nomi ne erano
circolati tanti, da ultimo anche
quello del municipale luganese
Michele Foletti, che ha però rinunciato. In via Monte Boglia si
è ragionato su capacità e controindicazioni di ogni possibile
candidato. Si è discusso sull’alternativa tra il giudice Claudio
Zali e il deputato Daniele Caverzasio. Si sono soppesati i pro e i
contro di entrambi. Autorevole e
La strategia di via
Monte Boglia per
sbarrare la strada
alle ambizioni
elettorali del Plr e dei
popolari democratici
con un profilo istituzionale il primo, dalla personalità forte e imprevedibile, ma difficilmente
imbrigliabile da via Monte Boglia. Ruspante e popolare, più
aderente all’iconografia leghista,
Caverzasio, ma con poca esperienza politica alle spalle.
Zali, con la sua lunga esperienza
in magistratura, è certo una figu-
IL SUMMIT DI
MONTE BOGLIA
Il municipale
Michele Foletti,
il sindaco di
Lugano Marco
Borradori
e il giudice
Claudio Zali
dopo
il summit
nella sede
della Lega
Claudio Zali
“Non mi sento affatto
un ministro a tempo”
SPIGNESI A PAGINA 10
I partiti
“Meglio non fare rotazioni
prima della legislatura 2015”
“C
erto, Paolo Beltraminelli ha tutte le competenze e le capacità per reggere il dipartimento del Territorio, dove tra l’altro si fanno scelte meno impopolari rispetto a quello della Sanità, ma
un cambio in corsa adesso sarebbe poco responsabile”, dice Giovanni Jelmini, presidente del Ppd. A un
anno e mezzo dalla fine della legislatura una rotazione
in governo in occasione dell’ingresso del subentrante
di Michele Barra non piace a nessuno. “Avrebbe davvero poco senso - dice la capogruppo socialista Pelin
Kandemir Bordoli -, soprattutto perché molti dossier
sono aperti e cambiando i dipartimenti si rallenterebbe
inevitabilmente il loro iter”.
Pure il capogruppo del Plrt, Christian Vitta, è in sintonia
con Jelmini e Kandemir: “Chiaramente la decisione
deve essere presa all’interno del Consiglio di Stato.
Ma è innegabile che un cambio in corsa, soprattutto
adesso che ci sarà lo sprint di fine legislatura, potrebbe rallentare l’attività, mentre bisognerebbe garantire
la continuità del lavoro”. Una continuità sulla quale insiste Kandemir: “Si è impostato un lavoro e si sono
presi impegni che vanno rispettati”.
m.sp.
ra di prestigio, che potrebbe dare
spessore a quel profilo istituzionale di cui la Lega ha oggi bisogno, anche per rassicurare quella parte di elettorato che non
s’identifica solo negli slogan populistici. Era, comunque, una
decisione difficile per un movimento in cui, nel vuoto di leadership lasciato da Giuliano Bignasca, si avverte sempre più la dissonanza tra l’ala dura e pura e
quella più istituzionale.
I prossimi non saranno solo 16
mesi di supplenza in governo,
ma di dura campagna per le
prossime elezioni cantonali. Nonostante la vittoria alle comunali
di Lugano, il vertice leghista è
consapevole che i risultati di
questa prima metà della legislatura, pur con la maggioranza relativa in consiglio di Stato, non
sono incoraggianti. Sa che questa
maggioranza che doveva essere
di svolta si è rivelata inconsistente, che delle promesse fatte agli
elettori si è realizzato ben poco e
che prima o poi si diraderà la cortina fumogena delle battaglie
contro frontalieri, “padroncini” e
richiedenti d’asilo. Si è consapevoli che a trainare verso la riconferma dei due seggi, non basterà
Super Norman. Gobbi, ministro
delle Istituzioni, è certamente un
leghista tutto d’un pezzo, amato
dalla base per i toni roboanti, senza però quella popolarità trasversale di Borradori che faceva cassetta elettorale. E per di più con
un magro bilancio dopo un anno
e mezzo di governo.
La sua nuova legge sulla prostituzione ha fatto flop nell’esame della commissione parlamentare e,
inoltre, il ministro ha cambiato
repentinamente rotta con la riforma per il corpo unico della polizia, creando non poco disorientamento. Ha scontentato imprenditori, avvocati d’affari e fiduciari luganesi con il trasferimento a
Biasca del Registro di Commercio, ed è stato criticato dalla magistratura per le sue ingerenze
nell’ordine giudiziario. Come se
non bastasse è stato anche bocciato dal popolo sulla privatizzazione parziale della sorveglianza
carceraria.
l.d.a.
IL CAFFÈ 3 novembre 2013
9
I fatti e gli interrogativi
FOCUS
scandalo
prostituzione
GLI INCONTRI
In luglio per due
volte il ministro
Barra incontrò in
un bar il direttore
del Lumino’s,
Girardi. Protestava
per la chiusura del
locale. Registrò
la chiacchierata.
NELL’UFFICIO
Il 5 agosto Girardi
venne ricevuto
nell’ufficio del
ministro. Gli
mostrò un video
con un suo alto
funzionario nel
locale a luci rosse.
Barra lo cacciò.
IL VIDEO
Il 6 agosto il
ministro Barra
e il direttore del
Lumino’s parlarono
al telefono. Girardi
accosentì a
distruggere il video.
Perchè, cosa
si dissero?
IN PROCURA
Il 18/19 di
settembre, Michele
Barra viene
convocato in
procura sulla base
di una registrazione
effettuata
illegalmente dal
direttore del
Lumino’s nel corso
di un incontro
in un bar in estate.
IL SEGRETARIO
Il 19 settembre
Cleto Ferrari,
segretario di
Barra, viene
sentito dal
procuratore
pubblico.
Nell’ambito delle
due deposizioni
emerge l’incontro
del 5 agosto
a Bellinzona.
L’ARRESTO
L’8 ottobre Luigi
Girardi viene
arrestato.
L’inchiesta
è passata
nelle mani
del procuratore
Perugini dopo
il coinvolgimento
del funzionario
statale e dello
stesso Barra.
L’ATTUALITÀ
“Silenzio di Stato” per 44 giorni
ma poi scoppia il caso Lumino’s
Nuovi e inquietanti particolari sull’ “affaire prostituzione”
Q
uarantaquattro giorni di silenzio. Un mese e mezzo di
“silenzio di Stato” su quell’incontro del 5 agosto,
quando nell’ufficio del ministro del Territorio Michele Barra, il direttore del Lumino’s Luigi Girardi aveva
fatto vedere il video con l’alto funzionario del dipartimento ripreso in una camera del locale a luci rosse. Ma solo a
metà settembre scoppia il caso Lumino’s-Palazzo’s. A fare da detonatore una
convocazione del ministero pubblico.
Martedì 17 settembre la procuratrice
pubblica Valentina Tuoni, con una lettera convoca in procura tutte le persone
che Girardi aveva registrato con i suoi
telefonini. Al direttore del Lumino’s, il 29
luglio dopo la chiusura del postribolo, la
polizia aveva sequestrato due iPhone,
dentro c’erano tante registrazioni. Tra le
voci registrate anche quella del ministro
Barra, nel corso di uno dei due colloqui
che aveva avuto con Girardi in un bar di
Bellinzona, alla presenza del deputato
leghista Silvano Bergonzoli. Barra viene,
perciò, convocato in procura, probabilmente già il 18 o il 19 settembre, e nel
corso della sua deposizione racconta
anche dell’incontro nel suo ufficio con
Girardi, il pomeriggio del 5 agosto. Racconta del video compromettente sul
funzionario che il direttore del Lumino’s
gli aveva fatto vedere direttamente dal
suo computer. Dopo di lui viene pure
sentito Cleto Ferrari, il collaboratore
personale di Barra, che aveva assistito
all’incontro, definito dal ministro “un
tentativo di ricatto”, che lo aveva indignato. “È stato lo stesso Barra a suggerire
al magistrato di sentire pure me, perchè
La svolta nell’inchiesta con
la convocazione in procura
di tutti gli “intercettati”
avevo partecipato a quella riunione”,
conferma al Caffè Ferrari.
Della burrascosa riunione nello studio
di Barra nel palazzo del Governo, sino al
18-19 settembre sapevano in pochi. Solo
quattro persone: Barra, Ferrari, Girardi e
Bergonzoli che sino a quel momento
aveva fatto da tramite tra il ministro e il
direttore del Lumino’s. E due funzionari
del dipartimento che, però, partecipano
soltanto alla prima parte della riunione e
non vedono invece il video. Ma di quanto successo quel 5 agosto sapeva anche
Norman Gobbi, il direttore delle Istituzioni con cui Barra si era confidato pochi
giorni dopo.
Per sei settimane tutti tacciono. Solo con
la convocazione in procura si apre una
breccia nel silenzio. Con le deposizioni
di Barra (che verrà poi interrogato anche
il primo di ottobre) e di Ferarri, l’inchiesta prende un’altra direzione, con un inquietante risvolto istituzionale. Perciò, il
nuovo fronte d’indagine è affidato al sostituto procuratore generale Antonio Pe-
rugini, che dovrà fare luce su quel video
e il tentativo di ricatto. Un fermo immagine di quel filmato lo mette a fuoco Bergonzoli: “Sequenze porno in cui si vede
il funzionario fare sesso con una ragazza
del Lumino’s”.
Ma il fimato non c’è più. Girardi ha, difatti, dichiarato di averlo distrutto su invito dello stesso Barra che aveva sentito
al telefono il 6 agosto. Il 23 settembre il
ministro Barra inoltra ai colleghi di governo una lettera in cui prospetta una
possibile soluzione per regolarizzare i
postriboli fuori dalle zone edificabili. Allegato, anche un parere favorevole, del
16 settembre, firmato dal funzionario ripreso nel video.
l.d.a.
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IL CAFFÈ 10 novembre 2013
ROSA
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Tel. 091 751 72 31
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Manuele Bertoli
Roberto Sandrinelli
Anche la Commissione federale
sulla maturità ha dato ragione al
ministro dell’Educazione. Nei licei
svizzeri l’italiano è troppo
trascurato e ora si studiano
misure per migliorare la situazione
della terza lingua nazionale.
Il grave caso della bambina
maltrattata da una famiglia
affidataria dimostra di certo che
alcuni degli “anelli di controllo”
della Divisione dell’azione sociale
e delle famiglie sono molto deboli.
I segnali c’erano, ma...
7
L’ATTUALITÀ
Ti-Press
I fatti
LE DATE
GLI INCONTRI
In luglio il ministro
Michele Barra
incontrò in un bar il
direttore del
Lumino’s, Girardi.
Protestava per la
chiusura del locale.
Registrò col
telefonino la
chiacchierata.
NELL’UFFICIO
Il 5 agosto Girardi
venne ricevuto
nell’ufficio del
ministro. Gli mostrò
un video con un suo
alto funzionario nel
locale a luci rosse.
Barra lo cacciò.
IL VIDEO
Il 6 agosto il ministro
Barra e il direttore del
Lumino’s parlarono al
telefono. Girardi
acconsentì a
distruggere il video.
Perchè, cosa si
dissero?
IN PROCURA
Il 18/19 di settembre,
Michele Barra viene
convocato in procura
sulla base di una
registrazione
effettuata
illegalmente dal
direttore del
Lumino’s nel corso
di un incontro in un
bar in estate.
L’ARRESTO
L’8 ottobre Luigi
Girardi viene
arrestato. L’inchiesta
è passata nelle mani
del procuratore
Perugini dopo il
coinvolgimento del
funzionario statale e
dello stesso Barra.
Nell’affaire Lumino’s-Palazzo’s il retroscena di un funzionario che in pochi mesi cambia opinione sui locali a luci rosse
“L’idea di Barra l’avevamo già scartata”
L’ex ministro Borradori svela perché la soluzione per regolarizzare i postriboli era irrealizzabile
LIBERO D’AGOSTINO
Non è stata solo un’idea del ministro Michele Barra, regolarizzare i
postriboli fuori dalle zone edificabili. A quella soluzione si era già lavorato al Dipartimento del territorio, quando era diretto da Marco
Borradori. Una soluzione che,
dopo non pochi approfondimenti,
era stata scartata. Perché non realistica. O meglio, molto difficile da
concretizzare. “Sì, ne abbiamo discusso a più riprese - ricorda l’ex
ministro Borradori, oggi sindaco
di Lugano -, con i funzionari della
pianificazione e delle costruzioni.
Abbiamo analizzato questa soluzione e siamo arrivati alla conclusione che non era di facile attuazione in tempi accettabili, perché
si scontrava con molte norme pianificatorie”,.
Già allora i locali a luci rosse erano
un problema scottante per il Dipartimento. Quelli erano i tempi
dell’operazione Domino, la complessa inchiesta della Procura che,
uno dopo l’altro, avrebbe portato
alla chiusura di una trentina di postriboli. “Abbiamo fatto parecchie
riunioni per capire in che misura
fosse possibile regolarizzare questi locali fuori dalle aree edificabili
- precisa Borradori- e tutti i funzionari erano concordi nel ritenerla
un’ipotesi poco fattibile. Tant’è
che non abbiamo nemmeno messo per iscritto queste conclusioni”.
E tra i funzionari che avevano partecipato a questa riunione c’era
pure l’alto dirigente del Territorio
che il 16 settembre scorso diede,
invece, un preavviso positivo alla
soluzione che Barra - qualche
giorno dopo - propose con una lettera ai colleghi di governo. Quello
stesso alto dirigente che, mesi prima, era stato ripreso in un video
mentre era in compagnia di una
ragazza nella camera numero 1
del Lumino’s. Il postribolo del Bellinzonese più elegante e discusso
del cantone, al centro di un contenzioso amministrativo che portò, alla fine del luglio scorso, alla
IL CASO
L’ex ministro
Borradori
ricorda i
precedenti
della vicenda
sua chiusura per ordine della magistratura. Ma ai tempi di Borradori non era nemmeno mai capitato che un tenutario di postribolo
fosse ricevuto nel Palazzo del governo.
Privilegio, invece, concesso al direttore del Lumino’s, Luigi Girardi,
che il 5 agosto nell’ufficio di Barra
fa vedere quel video compromettente sul funzionario, al ministro e
al suo collaboratore personale,
Cleto Ferrari. Alla presenza di Silvano Bergonzoli, il deputato leghista che sino a quel giorno si era
adoperato per facilitare gli incon-
tri tra il direttore del Territorio e
Girardi. Diversi incontri, in un bar
del centro di Bellinzona e poi a Palazzo. Racconta oggi Bergonzoli:
“Era stato Girardi a chiedermi di
procurargli un appuntamento col
ministro, che lui non riusciva ad
avere. Io sapevo che Barra stava
Il commento
segue dalla prima pagina
UN OSCURO AFFARE ISTITUZIONALE A LUCI ROSSE
LIBERO D’AGOSTINO
S
iamo convinti che il suo modo di agire,
il non aver subito denunciato alla magistratura e ai colleghi di governo quel
tentativo di ricatto, sia stato anche dettato
da questa sua ingenuità. Dall’aver voluto tutelare in qualche modo quel suo alto funzionario, che era stato filmato mentre faceva sesso con una ragazza in una stanza del
Lumino’s. Pur con il più profondo rispetto
per la sua memoria, però, non si può tacere
che il ministro Barra abbia sbagliato. Innanzitutto nell’aver incontrato più volte Girardi,
già protagonista delle cronache sulla prostituzione e di un lungo contenzioso amministrativo, nel dargli udienza nel suo ufficio al
Palazzo del governo. Nel chiedergli, poche
ore dopo, di distruggere quel filmato. Cosa
che il direttore del Lumino’s avrebbe fatto.
Alla luce di questi precedenti, la lettera con
cui, un mese e mezzo dopo, il ministro Barra prospetta al governo una soluzione per
regolarizzare i postriboli fuori dalle zone
edificabili, potrebbe essere purtroppo interpretata anche come una ricompensa a Girardi per aver distrutto quel video. Tanto
più che quella soluzione era stata già valu-
L’allarme
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già ragionando su una soluzione
per regolarizzare casi come quelli
del Lumino’s. Soluzione da me sostenuta da sempre per risolvere il
problema. Perciò, mi sono prestato alla richiesta di Girardi”. Ma l’incontro del 5 agosto finisce male.
Barra vedendo quel video s’indi-
tata e scartata dal Dipartimento del territorio, quando era diretto da Marco Borradori,
come dichiara l’ex ministro al Caffè. Forse,
pure in questo caso Barra è stato vittima
della sua semplicioneria, della sua voglia di
fare e dimostrare di saper fare. Ma responsabile quanto lui, per gli evidenti scivoloni
istituzionali e legali, è il ministro delle Istituzioni Norman Gobbi, messo al corrente
della vicenda dallo stesso Barra. Ben più
esperto delle procedure, avrebbe dovuto per
la sua stessa carica istituzionale intervenire
tempestivamente.
[email protected]
Q@LiberoDAgostino
gna e, come preciserà dopo, davanti a quel “tentativo di ricatto”
sbatterà fuori dal suo ufficio Girardi. Così comincia l’affaire Lumino’s-Palazzo’s. A scriverne le prime battute è lo stesso ministro. Il 6
agosto nel corso di una telefonata
con Girardi, il ministro lo invita a
distruggere il video. E il direttore
del Lumino’s esegue, o almeno
così dichiarerà agli inquirenti.
Ma quel 6 agosto nessuno, né Barra, né Girardi o Bergonzoli immaginavano la brutta piega che
avrebbe preso questa storia. Non
sapevano che la Procura stava indagando su Girardi. Che il 29 luglio, dopo la chiusura del Lumino’s, gli erano stati sequestrati due
telefonini con delle registrazioni
illegali, tra cui quella di uno dei
due colloqui nel bar di Bellinzona.
Per questo il ministro a metà settembre, probabilmente, il 18 o il
19, viene convocato in Procura e
nella sua deposizione racconta
anche della riunione al Palazzo del
governo.
Pochi giorni dopo, il 23 settembre,
il direttore del Territorio invia la
lettera al governo, prospettando la
sua idea per regolarizzare i locali a
luci rosse. Idea confortata dal preavviso favorevole di quell’alto funzionario che era stato ripreso nel
video compromettente e che, nel
giro di pochi mesi, aveva cambiato
parere sulla fattibilità di questa soluzione.
L’8 ottobre Girardi è arrestato con
l’accusa di registrazioni illegali,
tentata estorsione e tentata coazione. Il direttore del Lumino’s, difeso dall’avvocato Filippo Gianoni,
sostiene di non aver tentato di ricattare Barra, ma che voleva solo
fargli capire quanto scorretto fosse
il comportamento del funzionario. Intanto, l’avvocato Gianoni
presenterà un nuovo ricorso contro il no del governo alla licenza
per trasformare il Lumino’s in un
postribolo. [email protected]
Q@LiberoDagostino
Banche in fibrillazione per la poltrona ticinese nell’Organo di vigilanza finanziaria
Credit Suisse cancella 40 impieghi
Saltano una quarantina di posti di lavoro nel Credit Suisse. La notizia sarebbe stata comunicata ai dipendenti
giovedì scorso nel corso di una riunione che si è tenuta nella sede luganese
dell’istituto di credito. Stando ad alcune indiscrezioni sarebbero 42 i posti
soppressi. Nonostante i ripetuti tentativi, non è stato possibile contattare Alberto Petruzzella, responsabile regionale del Cs, per sapere quanti saranno
i licenziamenti veri e propri, i prepensionamenti o gli incarichi che non verranno più rinnovati. Intanto, la piazza
bancaria ticinese è in fibrillazione anche per un’importante scadenza, la sostituzione di Eugenio Brianti nel consiglio di amministrazione della Finma,
l’organo federale di vigilanza sui mercati finanziari.
Una poltrona prestigiosa al vertice della Finma che il Ticino della finanza
non vorrebbe perdere, sebbene sinora
di possibili candidati se ne sono visti
ben pochi. Un nome che si sussurra
sulla piazza per la sostituzione di
Brianti è quello di Riccardo Zanon della Banque Morval. Un istituto con sede
a Ginevra e succursale a Lugano, specializzato nel private banking e nella
gestione patrimoniale, controllato dalla famiglia Zanon, che conta pure altre
diramazioni finanziarie in parecchi
Paesi. A promuovere la candidatura
Forti timori sulla piazza
luganese per i tagli
negli istituti di credito
alla Finma di Zanon sarebbero alcuni
banchieri della piazza luganese e tra
gli sponsor di maggior peso ci sarebbe
l’avvocato d’affari e finanziere Tito Tettamanti. Ma c’è pure chi solleva qualche obiezione sul nome di Zanon, ricordando che la Morval Sim, società di
intermediazione mobiliare, sedi a Milano e Torino, appena due anni fa è
stata sanzionata dalla Consob, la Commissione italiana di controllo su banche e società finanziarie. Multe pecu-
niarie inflitte ai membri del consiglio
di amministrazione, tra cui lo stesso
Riccardo Zanon. Insomma, un precedente che non deporrebbe bene per
una candidatura nell’organo svizzero
di vigilanza sulla finanza.
Ma poltrone a parte, oggi sono ben altre le preccupazioni che attanagliano il
mondo bancario ticinese con il susseguirsi di notizie non certamente incoraggianti. Oltre la quarantina di posti
in meno al Cs, c’è stato pochi giorni fa il
segnale negativo della chiusura della
filiale di Chiasso della Banca popolare
di Sondrio, i cui dipendenti saranno
trasferiti nella sede di Lugano. Un trasferimento, per fortuna, senza licenziamenti.
Cinque posti, invece potrebbero essere
soppressi con l’acquisizione della
Banque de Dépôts et de Gestion da
parte della Banca Cramer. Per i dipendenti a rischio l’Associazione degli impiegati di banca ha chiesto un piano
sociale.
l.d.a.
IL CAFFÈ 17 novembre 2013
ROSA
E
CACTUS
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un cactus a...
Sandra Sain
Patrizia Pintus
Auguri per il nuovo incarico di
responsabile di produzione di Rete
Due. Un meritato riconoscimento,
per il noto volto tv, popolare voce
della radio e affermata
presentatrice delle ultime edizioni
del Festival del Film di Locarno.
Come responsabile del dicastero
Cultura, la municipale socialista
bene ha fatto a difendere il m.a.x.
Museo da un ridimensionamento
delle attività. Tuttavia, usare toni
ingiuriosi verso chi la pensa in un
altro modo, non è corretto.
L’ATTUALITÀ
Girardi due volte a “Palazzo”
per parlare al ministro Barra
Nello scandalo Lumino’s emerge un altro incontro negli uffici governativi
I fatti
GENNAIO
NO DAL GOVERNO
Il Governo ticinese stabilisce
che il Lumino’s non è in regola
con le norme edilizie. Non è un
night e nemmeno un postribolo,
ma un motel. Nel mese di
febbraio il procuratore generale
Noseda scrive al municipio di
Lumino per ricordare il rispetto
delle norme. Il direttore del
locale, Luigi Girardi, protesta
MARZO
ARRIVA LO STOP
A inizio marzo il municipio
di Lumino ordina alla
direzione del locale di
sospendere l’attività a luci
rosse. Il 18 marzo il
direttore del Lumino’s
denuncia il procuratore
generale, John Noseda:
“Ha costretto il municipio
a farci chiudere”
APRILE
SIGILLI AL CLUB
A metà aprile il municipio
intima la cessazione
dell’attività di prostituzione al
locale a luci rosse. Il 22 del
mese vengono posti i sigilli
negli spazi riservati al vero e
proprio sex club, ovvero
quella parte del Lumino’s
che non ha ottenuto i
necessari permessi comunali
25 APRILE
LA PROTESTA
Il 25 aprile alcune prostitute
scendono in piazza a
Bellinzona con il direttore del
locale, Luigi Girardi, per
manifestare contro la chiusura
del Lumino's. Una vera e
propria manifestazione di
protesta. Sui cartelli si legge:
“Il Lumino’s club, il più bel
locale della Svizzera”
GIUGNO/LUGLIO
IN GOVERNO E AL BAR
Il leghista locarnese Bergonzoli si
reca in governo dal ministro
Barra, direttore del Territorio,
dipartimento competente per le
licenze edilizie del locale a luci
rosse. Con lui anche il direttore
del Lumino’s, Girardi, che registra
la conversazione. Al bar L’incontro
di Piazza Governo a Bellinzona, in
almeno un’occasione, incontra
ancora Girardi
29 LUGLIO
LA CHIUSURA
A fine luglio il locale viene chiuso
perché senza licenza. Quindici
prostitute rumene vengono
allontanate dal postribolo.
Il direttore Girardi è arrestato per
aver reagito con gli agenti. Viene
rilasciato nemmeno 24 ore dopo.
Gli sono sequestrati due telefonini
in cui la magistratura trova le
registrazioni incriminate. Tra cui
quella con Barra
5 AGOSTO
NELLO STUDIO
Il 5 agosto Luigi Girardi viene ricevuto, con il leghista Silvano Bergonzoli, nello studio governativo di
Michele Barra. È in quest'occasione che Girardi mostra al ministro il video con il suo alto funzionario all'interno del locale a luci
rosse. Con i tre - in un primo momento, prima che il video fosse
mostrato - c’erano anche due funzionari, tra cui quello del filmato
AGOSTO/SETTEMBRE
CON GOBBI E LA LETTERA
Barra dichiara di aver parlato con
un collega di governo (si saprà
poi che era Gobbi) dell'incontro
con Girardi e del video con il funzionario. Barra parla espressamente di tentativo di ricatto. Indi-
NOSTRO SERVIZIO
A Palazzo, Luigi Girardi, direttore
del Lumino’s, non c’è stato soltanto il 5 agosto, quando ha mostrato al ministro Michele Barra il
video con le riprese del funzionario del dipartimento del Territorio in compagnia di una prostituta nel noto postribolo del Bellinzonese. Un incontro c’era stato
già qualche mese prima. Tra la
fine di maggio e l’inizio di giugno.
Un incontro, all’apparenza casuale, di cui sinora non si sapeva
niente.
Quel giorno, sicuramente prima
del 12 giugno, il deputato leghista
Silvano Bergonzoli era andato nel
palazzo governativo per altre faccende, ma era in compagnia di
Girardi. E assieme si sono visti col
ministro Barra. Dallo stretto riserbo con cui si sta sviluppando l’inchiesta condotta dal procuratore
pubblico Antonio Perugini, non
trapelano indiscrezioni su quanto si siano detti i tre quel giorno.
Sembra certo, però, che Girardi
anche in questa occasione abbia
usato il suo iPhone per registrare
il colloquio. Dunque, ci sono stati
sicuramente almeno tre incontri
tra il ministro e il direttore del Lumimo’s, di cui due certificati dalle
registrazioni telefoniche fatte da
Girardi: quello avvenuto prima
del 12 giugno, poi a luglio si erano
TESTIMONI
Il deputato
Bergonzoli
e, a destra,
Cleto
Ferrari,
testimoni
della
riunione del
5 agosto
a Palazzo
visti in un bar del centro di Bellinzona, colloquio di cui c’è un’altra
registrazione , e infine quello fatidico del 5 agosto. Tre incontri officiati sempre da Bergonzoli. Barra, almeno nelle sue dichiarazioni pubbliche, ha sostenuto di aver
visto il direttore del Lumino’s il 5
agosto e poi una o due volte, “magari per un caffè”, ma che non ricordava bene. Considerate anche
M
a certamente qualcosa di storto deve
esserci stato in questi anni negli uffici
locarnesi, se il giorno dopo la visita
del procuratore generale, John Noseda, il segretario generale del Comune ha perentoriamente chiesto a tutti gli uffici comunali di allestire la “lista delle commesse”.
Trasparenza assoluta, dunque! Ma occorreva
arrivare a tanto, per capire che da anni si sarebbe dovuta eliminare la distorsione del diritto operata a Locarno introducendo una dovuta, sacrosanta trasparenza?! Occorreva arrivare a tanto per capire che da tempo si sarebbero
dovute dare delle risposte chiare e concrete
alle richieste di trasparenza?! Si tratta di soldi
pubblici. Di denaro dei cittadini, i quali hanno
diritto di sapere perché e come viene speso.
Ecco anche la ragione per la quale sul sito del
nostro giornale pubblichiamo gran parte dei
documenti in questione (quelli sino a oggi di-
le sue condizioni di salute, già assai precarie quando è scoppiato il
caso, è probabile che si sia dimenticato di aver visto Girardi a
Palazzo all’inizio di giugno. O forse si sarà dimenticato di un incontro che per lui sarà stato casuale, mentre per Girardi aveva
invece ben altro peso, visto che ha
attivato il suo telefonino per registrare.
Ciò che non è
sostenibile
politicamente
L’editoriale
LUIGI GIRARDI
Il direttore del locale a luci
rosse Lumino’s, oggi in
carcere, in un fotomontaggio
rizza poi una lettera ai colleghi
di governo per prospettare la
possibilità di una diversa gestione delle licenze edilizie
per postriboli
LILLO ALAIMO
sponibili, e tra i molti una lunga lista di fatture
2012 ed eloquenti scambi di corrispondenza).
È vero, il blitz dell’altro giorno mina la credibilità delle istituzioni politiche. Ma certamente
non più di quanto una mancata loro... trasparenza, appunto, non faccia e, nel caso di Locarno, non abbia fatto in questi ultimi anni di polemici botta e risposta. Richieste di chiarezza
mai esaudite.
Forse, ed è auspicabile, non si troverà nulla di
“penalmente rilevante” nella vicenda locarnese degli appalti. Ma ciò che non è, come dice la
È importante la cronologia dei tre
incontri, perché tra l’uno e l’altro
accadono tante cose. A marzo il
Lumino’s era già nell’occhio del
ciclone: Girardi, difatti, aveva persino denunciato il procuratore
generale John Noseda che, secondo lui, avrebbe fatto pressioni
sul municipio di Lumino per
chiudere il postribolo, al quale, a
metà aprile, vengono apposti i si-
segue dalla prima
frase di rito, “penalmente rilevante” non sempre è politicamente sostenibile. Il rispetto delle istituzioni e delle norme che le guidano - regolandone l’azione - richiede trasparenza. Ed
è anche per questo, ci si consenta la “chiusa”,
che continueremo a interessarci di quanto accaduto nella vicenda del locale a luci rosse
“Lumino’s” e degli inopportuni incontri a Palazzo. La magistratura sta facendo il proprio lavoro, l’inchiesta amministrativa prosegue...,
alla stampa il compito di verificare e informare
su un avvenimento che ancora custodisce risvolti preoccupanti.
La trasparenza chiede che le zone d’ombra si
diradino. Le inchieste in corso sono altro rispetto ad un rendiconto politico che dai partiti
per ora non è nemmeno richiesto, né in governo né in parlamento.
[email protected]
Q@lilloalaimo
gilli negli spazi riservati al sex
club, ossia quella parte del locale
che non aveva avuto il permesso
del Comune. Il 25 aprile le prostitute del Lumino’s protestano in
piazza del governo a Belinzona
contro la chiusura del postribolo.
Tra fine maggio e il 12 giugno c’è
l’incontro “casuale” tra Barra, Girardi e Bergonzoli a Palazzo; circa
un mese dopo quello nel bar di
Bellinzona.
Il 29 luglio il Lumino’s viene definitivamente chiuso, Girardi è fermato dalla polizia per 24 ore e gli
vengono sequestrati due telefonini. Dentro ci sono le registrazioni
dei colloqui col ministro. Questi i
fatti che precedono la visita del 5
agosto di Girardi nell’ufficio di
Barra, per fargli vedere il video
compromettente, alla presenza di
Cleto Ferrari, collaboratore personale del ministro, e di Bergonzoli.
Il ministro racconterà di aver
sbattuto fuori Girardi per quel
“tentativo di ricatto”. Ma il 6 agosto Barra sente al telefono il direttore del Lunino’s e gli chiede di
distruggere quel filmato. Cosa
che Girardi dichiara agli inquirenti di aver fatto. Il 23 settembre
il ministro invia una lettera ai colleghi di governo prospettando
una possibile soluzione per regolarizzare i postriboli fuori dalle
zone edificabili.
l.d.a.
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IL CAFFÈ 24 novembre 2013
9
PROTESTA DELLE PROSTITUTE
Le prostitute del Lumino’s Club
manifestano in Piazza Governo per
i loro diritti. Era lo scorso 25 aprile
L’ATTUALITÀ
La novità
FOCUS
Il Consiglio di Stato
come “accusatore privato”
scandalo
prostituzione
Ti-Press
P
P
assavano dal lei al tu,
dai toni formali a quelli
amichevoli, nei loro
“conversari” il ministro
Michele Barra e il direttore del Lumino’s, Luigi Girardi.
Una nota singolare ben incisa
nelle registrazioni dei telefonini
sequestrati a Girardi. Ma in quei
file audio c’è, soprattutto, un particolare importante che suscita
nuovi interrogativi sullo scandalo
Lumino’s-Palazzo’s. Dalla registrazione fatta il 24 maggio, giorno del primo incontro tra il ministro e Girardi, nel palazzo governativo, emerge che Barra consigliò al direttore del postribolo di
fare ricorso contro la decisione
del municipio di Lumino che aveva negato la licenza edilizia al locale a luci rosse.
Intanto, sul caso è stato sentito
dalla magistratura anche l’ex direttore del Territorio, Marco Borradori, che ha confermato agli inquirenti quanto aveva dichiarato
al Caffè: quando era lui a dirigere
il dipartimento era stata già scartata la soluzione prospettata da
Barra ai colleghi di governo per
regolarizzare i postriboli fuori
ochi giorni fa il Consiglio di Stato si è costituito come
“accusatore privato” (ossia la vecchia parte civile)
nell’inchiesta penale contro Luigi Girardi, il direttore
del Lumino’s in carcere con l’accusa di tentata estorsione, tentata coazione e registrazioni video e audio abusive.
Il procuratore pubblico Antonio Perugini ha accolto la richiesta presentata il 20 novembre dal governo ticinese,
che avrà così accesso agli atti del procedimento. Una decisione contro cui l’avvocato Filippo Gianoni, difensore di
Girardi, ha già ricorso alla Corte dei reclami penali.
E Barra suggerisce al Lumino’s
di fare ricorso per la licenza edilizia
Un inquietante retroscena nell’ incontro del 24 maggio a Palazzo
dalle zone edificabili. Aspetto,
questo, certamente non da poco
in una vicenda su cui, oltre all’indagine giudiziaria, è in corso anche un’inchiesta amministrativa
ordinata dal governo.
Ma è l’incontro del 24 maggio, con
relativa registrazione, che sembra
avere particolare rilevanza nelle
indagini della Procura. Un passo
indietro. Il 23 maggio il municipio
di Lumino respinge la domanda
per la licenza edilizia del postribolo. Il giorno dopo il deputato leghista Silvano Bergonzoli si presenta
a Palazzo del governo in compagnia di Girardi. Bergonzoli, che ufficialmente aveva un appuntamento col ministro Barra per discutere del piano regolatore di Locarno, città dove è municipale,
chissà perché si porta dietro il direttore del Lumino’s.
L’incontro si tiene in una saletta
riunioni attigua all’ufficio di Barra
e la registrazione riporta anche i
convenevoli di rito, le presentazioni e il “piacere” sussurrato da
Girardi. Il seguito è una vera sorpresa: il direttore del Lumino’s
Borradori in Procura
Sentito dagli inquirenti,
l’ex direttore del Territorio
ha confermato le sue
dichiarazioni al Caffè
Riunione a tre
Bergonzoli e Girardi,
nell’ufficio del ministro che
consiglia di ricorrere
contro il municipio di Lumino
parla al ministro del suo caso, della licenza negata e Barra suggerisce a Girardi di ricorrere contro il
municipio di Lumino. Certo, potrebbe sembrare un suggerimento scontato, il riconoscimento di
un legittimo diritto di Girardi a
fare ricorso. Ma il ministro, seduta
stante, si consulta con qualcuno
del suo ufficio sulla procedura per
fare ricorso per poi spiegarla, a
sua volta, al direttore del postribolo.
Altro particolare curioso: Girardi
aveva cominciato a registrare la
voce di Bergonzoli già prima,
mentre stavano andando verso il
palazzo del governo.
Tre giorni dopo, il 27 maggio, Barra, Bergonzoli e Girardi (che non
ha fatto ancora ricorso, lo presenterà solo il 12 giugno) si vedono al
bar Incontro di Bellinzona. I tre
quel 27 maggio parlano a ruota libera e dalla conversazione registrata si capisce che si discute della procedura per il ricorso, si accenna a dei preavvisi del cantone
e ad altri dettagli sul locale a luci a
rosse. Alla fine dell’incontro Barra
dice a Girardi che entro dieci giorni gli avrebbe fatto sapere qualcosa. Soltanto ora le indagini sono
riuscite a ricostruire, sulla base
delle registrazioni, date e circostanze di quei colloqui. Sino al fatidico 5 agosto quando i tre s’incontrano nell’ufficio di Barra e Girardi mostra il video compromettente col funzionario del Territorio
ripreso al Lumino’s con una prostituta. Il 18 settembre Barra viene
convocato dalla procuratrice Valentina Tuoni che gli fa ascoltare
la sua voce registrata e il ministro
a questo punto querela Girardi.
l.d.a.
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