Progetto LIFE+ "Montecristo 2010: eradicazione di componenti
florofaunistiche aliene invasive e tutela di habitat nell'Arcipelago Toscano
RIQUALIFICAZIONE DELLA VEGETAZIONE DELL'ISOLA DI PIANOSA
Interventi aggiuntivi per il recupero delle boscaglie di Ginepro fenicio e per favorire la
ripresa di un ceduo di Leccio coniferato in presenza di rinnovazione
PROGETTO ESECUTIVO
Elaborato n.1
RELAZIONE GENERALE - CRONOPROGRAMMA DEI LAVORI
PROGETTISTA RESPONSABILE
Dott. For. Claudia Pontenani
Codice
Emesso
2999b
Bracciotti-Pontenani
Rev.
Controllato
00
Bracciotti
Data
ago 2013
Approvato Dir. Tec
Miozzo
GRUPPO di LAVORO
Dott. For. Stefano Bracciotti
D.R.E.AM. Italia Soc. Coop. Agr. For.
Via Garibaldi, 3 Pratovecchio (AR) Tel. 0575/529514 Fax
0575/529565
Via Enrico Bindi n.14, Pistoia – Tel 0573/365967 Fax 0573/34714
http://www.dream-italia.it
Parco Nazionale Arcipelago Toscano
Progetto LIFE+ "Montecristo 2010: eradicazione di componenti florofaunistiche aliene invasive e tutela di habitat nell'Arcipelago Toscano
RIQUALIFICAZIONE DELLA VEGETAZIONE DELL'ISOLA DI PIANOSA
Interventi aggiuntivi per il recupero delle boscaglie di Ginepro fenicio e per favorire la ripresa di un ceduo di Leccio coniferato in presenza di rinnovazione
SOMMARIO
1.
PREMESSA ....................................... ................................................... ................................................... .. 2
2.
LOCALIZZAZIONE E DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI..................................................... ........................ 3
2.1
Situazione attuale ............................ ................................................... ............................................ 3
2.1.1 Area n.1 - Recupero di lecceta presso Punta Secca .............................................. ...................... 3
2.1.2 Area n.2 - Recupero e salvaguardia ginepreti costieri presso Punta Brigantina ........................ 6
2.1.3 Area n.3 - Recupero e salvaguardia ginepreti costieri tra Torretta S. Marco e Punta Libeccio . 7
2.2
Interventi previsti ........................... ................................................... ........................................... 10
2.2.1 Area n.1 - Recupero di lecceta presso Punta Secca .............................................. .................... 10
2.2.2 Recupero e salvaguardia ginepreti costieri presso Punta Brigantina ............................. .......... 11
2.2.3 Area n.3 - Recupero e salvaguardia ginepreti costieri tra Torretta S. Marco e Punta Libeccio 11
2.3
Stima della biomassa asportata ................................................................... ................................ 12
2.4
Tempi di esecuzione ........................... ................................................... ....................................... 15
2.5
Trattamento del legname derivante dalle utilizzazioni - Deposito ................................. ............. 15
2.6
Analisi dei prezzi ............................ ................................................... ............................................ 15
2.7
Cronoprogramma dei lavori ........................................................................ ................................. 16
3.
SPECIFICHE PER LA REDAZIONE DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA ECOLOGICA ................................. .... 18
4.
AUTORIZZAZIONI ................................. ................................................... ............................................... 19
4.1
Area di intervento n.1 - Recupero di lecceta presso Punta Secca .................................. ............. 19
4.2
Aree di intervento n. 2 e n.3 - Recupero e salvaguardia ginepreti costieri di Punta Brigantina e
Torretta S. Marco-Punta Libeccio..................................................................... ............................ 20
4.3
Vincolo idrogeologico ......................... ................................................... ....................................... 20
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Interventi aggiuntivi per il recupero delle boscaglie di Ginepro fenicio e per favorire la ripresa di un ceduo di Leccio coniferato in presenza di rinnovazione
1. PREMESSA
L’obiettivo del progetto LIFE+ Montecristo 2010 è l’eliminazione di alcune specie alloctone di fauna e di
flora dall’isola di Montecristo e dall’isola di Pianosa, interventi finanziati dalla Comunità Europea con il
cofinanziamento della Regione Toscana e della provincia di Livorno.
Fra le azioni previste nel Life Natura, finalizzate al recupero/tutela dell'habitat di interesse comunitario
5210 "Formazione di ginepri" nell'isola di Pianosa, tra il 2011 ed il 2013 sono stati realizzati interventi
tesi a ridurre la competizione del pino d'Aleppo (Pinus halepensis) con il ginepro fenicio (Juniperus
phoenicea) nel tratto costiero compreso fra Punta Secca e Cala del Bruciato, consistenti
nell'eliminazione delle piante di pino e nel controllo della rinnovazione post intervento.
Nel presente progetto, si intende proseguire il controllo del pino d'Aleppo nei tratti costieri per favorire le
specie autoctone (ginepro fenicio, leccio, gariga).
L'obiettivo principale degli interventi è il mantenimento della biodiversità sull'isola. L’improvviso
abbandono della gestione dei terreni e conseguentemente della vegetazione ha portato all'innesco di una
serie di dinamiche vegetazionali che possono comportare la degradazione di alcune emergenze
naturalistiche. Sull'isola sono presenti alcuni importanti habitat a dominanza di specie alto-arbustive
(ginepreti costieri, leccete) che attualmente sono minacciati dall'ingresso spontaneo del pino.
Il pino d'Aleppo occupa una superficie piuttosto ampia sull'isola di Pianosa: circa 100 ettari di
popolamenti arborei praticamente puri (pari al 10% dell'intera superficie dell'isola), oltre a ulteriori 110120 ettari di superfici, soprattutto di arbusteti, in cui il pino è presente con copertura variabile. I
popolamenti arborei puri sono in massima parte di origine artificiale, derivanti da rimboschimenti
eseguiti molti decenni fa, e mostrano scarsi e localizzati segni di evoluzione verso stadi vegetazionali
diversi.
Le dense pinete da impianto non consentono infatti, almeno per il momento, l'ingresso di nuove specie.
Soltanto in alcune aree di modeste dimensioni si sono create situazioni favorevoli per l'ingresso di
specie sciafile come il leccio che si stanno lentamente insediando. Nel caso dell’area posta fra Punta
Secca e Cala del Bruciato, si osserva un nucleo di diffusione del leccio, che a partire da un lembo
residuale di ceduo degradato sta lentamente invadendo la pineta circostante.
Il pino d'Aleppo appare sull'isola in una fase di forte espansione, dovuta soprattutto all’abbandono di
tutte le pratiche agricole svolte sull'isola, a partire dal 1998. Ciò ha consentito agli esemplari posti ai
margini delle pinete confinanti con i campi non più lavorati di espandersi grazie all'abbondante
produzione di seme e alla sua alta germinabilità.
Limitare la forte espansione del pino appare dunque un sistema per ritardare questa dinamica
vegetazionale, se si vuole mantenere la biodiversità lungo le fasce costiere.
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2. LOCALIZZAZIONE E DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI
2.1 Situazione attuale
Sulla base degli interventi già realizzati con finanziamenti precedenti in varie localizzazioni dell’isola e per
proseguire il recupero dei ginepreti, su indicazione dell’Ente Parco si interverrà nella porzione di costa
presso Punta Brigantina (aree in rosso nella cartografia seguente) e tra la Torretta S. Marco e Punta
Libeccio (punti rossi e verdi).
Per quanto riguarda la lecceta di cui si vuol favorire a ripresa, questa è localizzata nella fascia litoranea fra
Punta Secca e Cala del Bruciato (area in verde).
2.1.1 Area n.1 - Recupero di lecceta presso Punta Secca
Si tratta della porzione di pineta posta più ad est, fra Punta Secca e Cala del Bruciato: l'area di intervento
ha una superficie di circa 9.500 mq ed è caratterizzata dalla presenza di piante di pino d’Aleppo (Pinus
halepensis) che, procedendo verso ovest, si presentano localmente in mescolanza con individui
codominanti di leccio (Quercus ilex), in nuclei con rinnovazione affermata di leccio o sottoforma di pineta
pressoché pura con scarsa rinnovazione affermata.
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Localizzazione, su infrarosso, della superficie di intervento
Al fine di quantificare l’entità dell’intervento a carico del pino d’Aleppo si è realizzata un'Area di Saggio di
50x15 m (750 mq), lungo la viabilità di accesso alla zona ed all'interno dell'area individuata.
AdS n°1
Diam. cm
n° piante
4
1
5
3
6
7
7
3
8
3
9
4
10
1
11
1
12
2
13
4
15
2
16
2
17
1
19
5
21
1
22
1
23
1
24
1
26
3
28
1
30
1
32
1
34
1
35
1
37
1
40
2
Totali/Area
54
Totali/ha
720
L’area di saggio è stata eseguita nella pineta a maggior
mescolanza con il leccio ed ha interessato solo le piante da
abbattere al fine di “liberare” gli individui di leccio e favorirne
lo sviluppo: in tale zona l’intervento simulato assume la
connotazione di un vero e proprio deconiferamento.
Localizzazione dell'AdS
Le piante presentano dimensioni piuttosto variabili, dalla
rinnovazione fino a 40 cm di diametro basimetrico, ma la
maggior parte degli individui è concentrata nelle dimensioni
comprese fra i 4 ed i 19 cm, presentando una distribuzione dei
diametri propria di un bosco disetaneiforme e quindi di
invasione naturale, come riassunto nella tabella a fianco.
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Interventi aggiuntivi per il recupero delle boscaglie di Ginepro fenicio e per favorire la ripresa di un ceduo di Leccio coniferato in presenza di rinnovazione
Nelle altre quattro sub-aree individuate, caratterizzate da una decrescente presenza del leccio, sono state
effettuate aree di saggio speditive che hanno permesso di determinare un coefficiente di riduzione
dell’intervento in funzione di quanto definito nella prima area e riportato nella seguente tabella:
sub-area 1
sub-area 2
sub-area 3
sub-area 4
sub-area 5
2.840 mq
1.550 mq
1.800 mq
1.250 mq
2.050 mq
100%
70%
60%
50%
20%
La localizzazione delle superfici di intervento è riportata nella tavola cartografica allegata.
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2.1.2 Area n.2 - Recupero e salvaguardia ginepreti costieri presso Punta Brigantina
Si tratta della porzione centrale della zona di intervento, in prossimità di Punta Brigantina, suddivisa in 5
sub-aree, veri e propri avamposti di una potenziale reinvasione del ginepreto da parte del pino d’Aleppo:
sono caratterizzate da residue piante sparse singole, a piccoli nuclei o quale fascia di contatto con la
formazione a ginepro, e localizzate a nord della strada costiera come propaggini della pineta. Hanno
un’estensione complessiva di circa 3.650 mq e la loro localizzazione è riportata sia nell'ortofoto IR
sottostante sia nella cartografia allegata. Queste piante isolate od in piccoli gruppi devono essere
eliminate sia perché in competizione con specie di interesse ma soprattutto in quanto elementi di
avanzamento della pineta che, attraverso i semi prodotti da questi individui, possono ricolonizzare aree a
ginepreto già liberate in interventi precedenti dal pino d’Aleppo. E’ importantissimo quindi procedere al
taglio di questi soggetti portaseme e”ricacciare indietro” dalla costa la pineta e la sua scarsa
diversificazione ecologica.
Localizzazione delle sub-aree di intervento
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2.1.3 Area n.3 - Recupero e salvaguardia ginepreti costieri tra Torretta S. Marco e Punta Libeccio
L’area n.3 è localizzata nella fascia costiera compresa fra Torretta San Marco e Punta Libeccio e risulta
adiacente alle porzioni di costa in cui è stato già realizzato un intervento di recupero del ginepreto. Non si
considera un’areale di intervento in quanto si sono individuate solamente singole piante poste nella
gariga che rappresentano avamposti per la ricolonizzazione del pino nell’area già oggetto di interventi. Le
piante sono, anche in questo caso, localizzate prevalentemente a nord, nord-est ed est della viabilità
litoranea nel tratto fino quasi a Punta Libeccio. Le piante si presentano per la maggior parte con
dimensioni di diametro fra i 15 ed i 30 cm anche se nella zona non sono infrequenti individui con diametri
superiori ai 40 cm.
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Molti individui sono localizzati lungo la viabilità , e quindi non comportano particolari difficoltà per la
lavorazione prevista, mentre altri sono costituiti da piante isolate, posti in mezzo alla gariga, difficilmente
raggiungibili e con particolari oneri ed implicazioni per l’allontanamento del legname e della fascina.
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Interventi aggiuntivi per il recupero delle boscaglie di Ginepro fenicio e per favorire la ripresa di un ceduo di Leccio coniferato in presenza di rinnovazione
Le piante sono state approssimativamente localizzate con l’ausilio delle foto aeree all'infrarosso AGEA
della Regione Toscana del 2010.
Localizzazione degli individui oggetto di taglio o cercinatura
Nella cartografia allegata, viene individuata la posizione delle piante soggette a taglio ed a cercinatura.
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2.2 Interventi previsti
2.2.1 Area n.1 - Recupero di lecceta presso Punta Secca
Il soprassuolo boschivo posto a sud-ovest di Punta Secca in direzione di Cala del Bruciato, costituito da un
bosco misto di conifere e latifoglie, se pur dominato dal pino d’Aleppo, come molte porzioni limitrofe di
vera e propria pineta, è caratterizzato dalla presenza relativamente importante di individui di leccio i
quali costituiscono a tratti un vero e proprio strato dominato e codominante del soprassuolo. Altrove la
presenza del leccio si fa più sporadica ma comunque meritevole di attenzione.
La presenza di alcune vecchie ceppaie induce infatti a formulare l’ipotesi che l’attuale formazione abbia
origine da un ceduo di leccio degradato e rado, rinfoltito artificialmente o più probabilmente, data la
distribuzione dei diametri, invaso per via naturale dal pino d’Aleppo, con successivo insediamento di
rinnovazione di leccio da seme, attualmente ben affermata, in quanto si è avvalsa della protezione del
pino.
Tale ipotesi escluderebbe la probabilità di una origine da impianti di più o meno recente esecuzione,
come presenti in altre parti dell’isola, e potrebbe indurre ad una più accurata valutazione della presenza
di uno o più nuclei indigeni di leccio, la cui presenza è peraltro citata in “Topografia fisico storica
dell’isola di Pianosa nel mar Toscano” di Attilio Zuccagni Orlandini del 1836.
Scopo dell’intervento previsto sarà quindi quello di favorire gli individui di leccio, liberandone la chioma
dalla concorrenza del pino, in modo tale da indurre sia l’accrescimento che lo sviluppo di una chioma ben
conformata, premessa di una successiva copiosa produzione di ghianda.
Nella porzione più orientale dell’area (sub-area 1), caratterizzata da uno strato pressoché continuo di
lecci, sia di origine agamica che da seme, a grado diverso di sviluppo, con individui codominanti ed altri
ancora sottomessi, l’intervento assumerà quindi l’aspetto di un vero e proprio deconiferamento, con
l’esclusione di una fascia prospiciente al mare, nella quale il pino ed i ginepri residui svolgano una
funzione di protezione dei retrostanti lecci dai venti marini. La copertura del suolo è infatti attualmente
ben superiore al 100% per la struttura tendenzialmente biplana del soprassuolo e dopo l’intervento
rimarrà comunque almeno del 90% assicurata dal leccio e dai ginepri ancora presenti.
Procedendo verso Cala del Bruciato, la componente di leccio si fa sempre più rada e non assicura una
buona copertura del terreno. La necessità di evitare la formazione di chiarìe in cui rinnoverebbe
sicuramente il pino comporta l’esecuzione di un intervento di diradamento a carico del pino molto più
leggero. Si interverrà per pedali sulle singole piante di leccio, liberandole dai pini la cui chioma eserciti
forte concorrenza, avendo cura di non scoprire in alcun modo il suolo.
Tutto il legname, ad eccezione della ramaglia con diametro inferiore a 8 cm e del materiale di risulta
(compresa la rinnovazione di pino sotto i 5 cm di diametro), dovrà essere trasportato
nell'imposto/deposito localizzato nei pressi del paese e messo a disposizione del personale presente
sull’isola quale legna da ardere; la ramaglia ed il materiale di risulta dovranno invece essere triturati sul
posto ed il cippato dovrà essere oggetto di spandimento in strati sottili su idonee aree individuate dalla
D.LL. (ved. cartografia allegata).
Particolare attenzione dovrà essere posta dagli operatori nella fase di esbosco della ramaglia al fine di
ridurre al minimo la dispersione di pigne e semi all’interno della formazione boschiva, in quanto
potrebbero germinare successivamente e vanificare, almeno in parte, l’efficacia dell’intervento.
Il tragitto tra le aree di utilizzazione e l'imposto è variabile e risulta compreso tra i 2,2 e gli 1,8 km circa di
strada pianeggiante e comodamente trattorabile.
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2.2.2 Recupero e salvaguardia ginepreti costieri presso Punta Brigantina
La tipologia di intervento è unica e consiste nel taglio ed asportazione completa dei pini isolati o a nuclei
nella gariga adiacente la formazione a ginepro fenicio (Juniperus phoenicea) e della prima linea di
avanzamento della pineta pura limitrofa, in modo da creare una discontinuità tra le formazioni e
rallentare l’ingresso del pino. L'intervento prevede l’abbattimento e l’allestimento (sramatura,
depezzamento sul letto di caduta, esbosco ed accatastamento provvisorio del materiale legnoso,
comprensivo della ramaglia) ai margini della viabilità litoranea di tutte le piante di pino nelle aree di
intervento individuate. In sede di D.LL. verranno individuate le piante che, in caso di esbosco con
probabile forte danneggiamento delle formazioni a ginepro, dovranno essere o tagliate e lasciate sul
posto o sottoposte a cercinatura.
Tutto il legname, ad eccezione della ramaglia con diametro inferiore a 8 cm e del materiale di risulta
(compresa la rinnovazione sotto i 5 cm di diametro), dovrà essere trasportato in un imposto/deposito
localizzato nei pressi del paese a disposizione del personale presente sull’isola quale legna da ardere; la
ramaglia ed il materiale di risulta dovranno invece essere triturati sul posto ed il cippato dovrà essere
oggetto di spandimento in strati sottili su idonee aree individuate dalla D.LL. (ved. cartografia allegata).
Particolare attenzione dovrà essere posta dagli operatori nella fase di esbosco della ramaglia al fine di
ridurre al minimo la dispersione di pigne e semi all’interno del ginepreto, in quanto potrebbero
germinare successivamente e vanificare, almeno in parte, l’efficacia dell’intervento.
Il tragitto tra le aree di utilizzazione e l'imposto/deposito è variabile e risulta compreso tra i 2,3 e 2,7 km
circa di strada pianeggiante e comodamente trattorabile.
Sarà comunque necessario procedere ad un attento sopralluogo delle aree oggetto di intervento, degli
imposti provvisori di stoccaggio della ramaglia e del materiale di risulta nonché delle aree oggetto degli
spandimenti del cippato, al fine di eliminare la rinnovazione e contenere ulteriormente l’ingresso del pino
nei ginepreti: si dovrà, quindi, procedere ad una operazione di rimozione manuale dei semenzali di pino
eventualmente ricresciuti. È prevedibile che dopo l'intervento di taglio raso delle pinete vi sia stata una
certa quantità di semi che ha germinato e diviene quindi indispensabile effettuare un semplice passaggio
sulle aree oggetto di intervento precedente per togliere a mano gli eventuali semenzali (giovani piantine).
2.2.3 Area n.3 - Recupero e salvaguardia ginepreti costieri tra Torretta S. Marco e Punta Libeccio
Anche in questo caso la tipologia di intervento è piuttosto semplice e consiste nel taglio ed asportazione
completa dei pini isolati o a nuclei nella gariga adiacente la viabilità e la formazione a ginepro fenicio, in
modo da allargare la discontinuità tra le formazioni a ginepro e rallentare l’ingresso del pino. L'intervento
prevede l’abbattimento e l’allestimento (sramatura, depezzamento sul letto di caduta, esbosco ed
accatastamento provvisorio del materiale legnoso, comprensivo della ramaglia) ai margini della viabilità
litoranea di tutte le piante di pino indicate.
Gli individui che si trovano nella gariga ad una distanza tale dalla viabilità da non consentire un facile
avvicinamento e tali da causare, in caso di esbosco, un sicuro forte danneggiamento delle formazioni
presenti, dovranno essere sottoposte a cercinatura e lasciate sul posto. La presenza di tali piante morte in
piedi, non generalizzabile per i rischi di incendio conseguenti, non dovrebbe comunque determinare un
rilevante aumento del carico d’incendio per il loro numero assai ridotto.
Tutto il legname derivante dagli abbattimenti, ad eccezione della ramaglia con diametro inferiore a 8 cm
e del materiale di risulta (compresa la rinnovazione sotto i 5 cm di diametro), dovrà essere trasportato in
un imposto/deposito localizzato nei pressi del paese a disposizione del personale presente sull’isola quale
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Interventi aggiuntivi per il recupero delle boscaglie di Ginepro fenicio e per favorire la ripresa di un ceduo di Leccio coniferato in presenza di rinnovazione
legna da ardere; la ramaglia ed il materiale di risulta dovranno invece essere triturati sul posto ed il
cippato dovrà essere oggetto di spandimento in strati sottili su idonee aree individuate dalla D.LL. (ved.
cartografia allegata).
Particolare attenzione dovrà essere posta dagli operatori nella fase di esbosco della ramaglia al fine di
ridurre al minimo la dispersione di pigne e semi all’interno del ginepreto, in quanto potrebbero
germinare successivamente e vanificare, almeno in parte, l’efficacia dell’intervento.
Il tragitto tra le aree di utilizzazione e l'imposto/deposito è variabile e risulta compreso tra i 4,5 e 5,5 km
circa di strada pianeggiante e comodamente trattorabile.
2.3 Stima della biomassa asportata
Aree n.2 (Punta Brigantina) e n.3 (Torretta S. Marco - Punta Libeccio)
Gli interventi interesseranno complessivamente circa n.63 piante di pino da abbattere, quindi ad
esclusione di quelle da sottoporre a cercinatura per le quali non è prevista asportazione di legname. Ad
eccezione delle piante contigue alla pineta pura, o che di fatto ne costituiscono i soggetti di margine e che
presentano una conformazione morfologica abbastanza regolare raggiungendo mediamente i 7-7,5 m di
altezza, si tratta generalmente di individui isolati, eccessivamente ramosi, con palchi vitali fin da terra, a
volte prostrati per l’effetto del vento marino e policormici. Tali caratteristiche determinano una forte
concorrenza laterale e superiore con gli individui di ginepro, che se aduggiati deperiscono e vengono
lentamente sostituiti dall’ingresso progressivo del pino. Si rende quindi necessaria la completa
asportazione delle conifere per contrastare tale dinamica evolutiva che tende a ridurre l’estensione della
formazione costiera a Juniperus phoenicea.
Per quanto riguarda la stima della biomassa, si fa riferimento al precedente progetto ed ai rilievi per esso
realizzati, non variando in sostanza né la tipologia né il portamento delle piante soggette ad interventi.
La conformazione irregolare dei soggetti di pino ha spinto a determinare la massa di prelievo con un
metodo di stima diretta, non utilizzando tavole alsometriche o stereometriche forse più adatte ad una
formazione di pineta pura con individui di forma regolare. Si è quindi fatto riferimento al cavallettamento
totale realizzato nel precedente progetto, con misura di tutti i diametri nelle aree di intervento (anche in
caso di piante policormiche), misurando nel contempo un certo numero di altezze, per le quali si è poi
proceduto alla costruzione di una curva ipsometrica che permettesse di correlare diametro e altezza delle
piante.
Curva ipsometrica popolamento di pino d'Aleppo
8,0
y = 1,7517x0,3571
R2 = 0,5578
7,0
altezza
6,0
5,0
4,0
3,0
2,0
1,0
0,0
0
5
10
15
20
25
30
Diametri
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RIQUALIFICAZIONE DELLA VEGETAZIONE DELL'ISOLA DI PIANOSA
Interventi aggiuntivi per il recupero delle boscaglie di Ginepro fenicio e per favorire la ripresa di un ceduo di Leccio coniferato in presenza di rinnovazione
Con tali dati, applicando al volume cilindrometrico così determinato un adeguato e cautelativo
coefficiente di riduzione ordinario (f = 0,6) si è calcolato il volume cormometrico relativamente al numero
di piante rilevate nel presente progetto, distinte per classi diametriche.
Sulla base di dati bibliografici e delle precedenti esperienze dirette e in considerazione della particolare
conformazione delle piante, si è considerato il rapporto fra volume cormometrico ed il volume della
ramaglia pari a 1:2,8.
Complessivamente si asporteranno circa 206 q.li (peso fresco) di legname che verrà depositato nella zona
del deposito individuato e circa 576 q.li di ramaglia e rinnovazione che verranno cippati e distribuiti in
strato sottile (≅ 10 cm) in due appezzamenti ad ex seminativo o pascolo in prossimità delle aree di
intervento (Cala del Bruciato e Cala della Ruta – ved. cartografia allegata).
Area n.1
Si è proceduto alla realizzazione di un'area di saggio (750 mq) nella quale è stato eseguito il
cavallettamento con misurazione dei diametri delle sole piante di pino da abbattere ed il rilievo di un
certo numero di altezze. Si è poi proceduto alla costruzione di una curva ipsometrica che permettesse di
correlare diametro e altezza delle piante.
Curva ipsometrica popolamento pino d'Aleppo su ceduo di leccio
14,0
12,0
y = 2,8545x0,3763
R² = 0,9023
altezza
10,0
8,0
6,0
4,0
2,0
0,0
0
10
20
Diametri
30
40
L'intervento, nell'area di saggio, interesserà circa 54 piante di pino che corrispondono a 720pp/ha.
I dati dell'area di saggio sono utilizzabili in toto per la sub-area 1 di superficie pari a circa 2.840 mq e nella
quale verrà asportato il 100% degli individui codominanti; nelle altre sub-aree sono state realizzate aree
di saggio speditive per determinare un coefficiente di riduzione dell'intervento in funzione del numero
decrescente di piante di pino presenti in concorrenza con il leccio, secondo la seguente tabella:
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intensità dell'intervento
d
nr. pp
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
15
16
17
19
21
22
23
24
26
28
30
32
34
35
37
40
totali
1
3
7
3
3
4
1
1
2
4
2
2
1
5
1
1
1
1
3
1
1
1
1
1
1
2
54
sub-area 1
100%
sup. mq
sub-area 2
70%
sup. mq
sub-area 3
60%
sup. mq
sub-area 4
50%
sup. mq
sub-area 5
20%
sup. mq
tot AdS
tot/ha
2840
1550
1800
1250
2050
tot pp da
asportare
31
413
117
45
45
26
17
250
17
227
64
25
24
14
9
137
6
80
23
9
9
5
3
48
204
78
78
45
30
435
L’intervento interesserà complessivamente circa n.435 piante di pino. La conformazione morfologica non
è regolare con piante malformate ed eccessivamente ramose, raggiungendo al massimo i 12 m di altezza.
La conformazione irregolare dei soggetti di pino ha spinto a determinare, come nel caso precedente, la
massa di prelievo con un metodo di stima diretta, non utilizzando tavole alsometriche o stereometriche.
Come in precedenza, con tali dati, applicando al volume cilindrometrico così determinato un adeguato e
cautelativo coefficiente di riduzione ordinario (f = 0,6) si è calcolato il volume cormometrico.
Sulla base di dati bibliografici e delle precedenti esperienze dirette e in considerazione della particolare
conformazione delle piante, si è considerato il rapporto fra volume cormometrico ed il volume della
ramaglia pari a 1:2,8.
Complessivamente si asporteranno circa 988 q.li (peso fresco) di legname che verrà sistemato nella zona
di deposito individuata e circa 2.765 q.li di ramaglia e rinnovazione che verranno cippati e distribuiti in
strato sottile (≅ 10 cm) in un appezzamento ad ex seminativo/pascolo nei pressi delle aree di intervento
(Cala del Bruciato – ved. cartografia allegata).
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Interventi aggiuntivi per il recupero delle boscaglie di Ginepro fenicio e per favorire la ripresa di un ceduo di Leccio coniferato in presenza di rinnovazione
2.4 Tempi di esecuzione
Gli interventi di taglio, le cercinature, gli esboschi, i trasporti e la cippatura delle ramaglie dovranno
essere svolti tra ottobre del 2013 e gennaio/febbraio 2014, secondo il cronoprogramma riportato in
seguito.
2.5 Trattamento del legname derivante dalle utilizzazioni - Deposito
Il legname prelevato dalle aree di intervento, una volta sistemato e razionalmente accatastato nella zona
del deposito individuato presso il paese (come da cartografia allegata) dove già sono stati allestiti i
tronchi di pino derivanti dal precedente intervento, sempre in accordo con l'Ente Parco e la D.LL, rimarrà
a disposizione della polizia penitenziaria o di altro personale presente o della stessa ditta esecutrice che,
in accordo con l'Ente appaltante, potrà richiederne il trasporto a proprie spese al di fuori dell'isola.
2.6 Analisi dei prezzi
L'analisi dei prezzi ha comportato un esame approfondito dei parametri necessari a quantificare le
operazioni accessorie descritte sulla base dei seguenti fattori:
1. localizzazione (ampiezza di ogni area di intervento e distanza dall'imposto-deposito finale);
2. numero di piante (conteggio diretto delle piante da tagliare);
3. quantità di legname da prelevare (stima del volume delle piante mediante cavallettamento,
realizzazione di una curva ipsometrica e applicazione di un coefficiente di forma precauzionale; per la
stima della quantità di ramaglia da prelevare sono state fatte analisi distinte basate su dati di
letteratura e sulle quantità determinate nei precedenti interventi);
4. tempi di esecuzione delle varie attività (stima dei tempi necessari ai trasporti e cippatura secondo
quelle che sono le esperienze riportante in bibliografia in contesti paragonabili a quelli in esame);
5. costi delle macchine e della mano d'opera per l'esecuzione delle attività.
Le tipologie di intervento descritte non comportano particolari accorgimenti che esulino dalle normali
attività degli operai forestali. Una certa attenzione dovrà essere posta nel trasporto della ramaglia per
ridurre al minimo il rilascio di pigne al suolo o lo spargimento di queste durante la raccolte nel cassone.
Il numero totale delle piante da esboscare per le tre aree di intervento è pari a circa 498.
La biomassa da prelevare, stimata con metodo diretto, è pari a circa 504 mc (di cui 371 mc di ramaglia)
per un peso fresco stimato in circa 4.535 quintali.
Il legname di diametro superiore agli 8 cm, sezionato in toppi di lunghezza non superiori al metro lineare,
dovrà essere trasportato fino al deposito individuato, presso il paese, nella stessa area già utilizzata per
l'intervento del progetto precedente: il deposito è posto ad una distanza media dalle aree di intervento
variabile tra 1,8 (Punta Secca) e 5,5 Km (tra la Torretta S. Marco e Punta Libeccio).
I tempi di trasporto sono stati calcolati considerando la distanza media citata, percorsa da un trattore che
viaggi ad una velocità media di 20 km/h dotato di cassone da 40 quintali con due operai addetti (autistaoperaio e operaio per l’assistenza al carico ed allo scarico).
Il materiale legnoso di diametro inferiore agli 8 cm, la ramaglia ed il materiale di risulta compresa la
rinnovazione diam. <5 cm, dovranno invece essere cippati sulla strada litoranea per minimizzare gli
spostamenti, via via che il cantiere procede, ed il cippato risultante trasportato su carrello da 40 quintali
(due operai addetti) fino alle aree individuate per lo spandimento, lungo la viabilità e marginalmente agli
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appezzamenti agricoli presenti in zona Poggio alla Quercia presso cala del Bruciato e dietro Cala della
Ruta.
Per la cippatura si è considerata una produttività netta di 45 ql/h, in considerazione della necessità di
utilizzare sul cantiere una cippatrice di ridotto ingombro e potenza e del fatto che la maggior parte della
biomassa da cippare è costituita da ramaglia e piante di piccole dimensioni.
Per la stima dei tempi di trasporto, cippatura e spandimento in strati sottili del cippato, si è inoltre tenuto
conto dell’incidenza dei trasferimenti, della preparazione e della normale manutenzione delle
attrezzature e dei mezzi quali Tempi Morti: nello specifico si è previsto un valore di TM pari al 45% dei TN
(tempi netti) per le fasi di trasporto, del 100% per lo spandimento e di circa il 120% per la fase di
cippatura.
Il costo della manodopera e dei mezzi (come noli a caldo, derivanti dalla somma di un operaio e del
mezzo considerato) è stato valutato sulla base di prezzari vigenti (Prezziario per le Opere Forestali della
Regione Toscana).
Non è stato attribuito alcun valore al legname, in quanto il prodotto ha scarsa richiesta sul mercato ed il
costo del trasporto fuori dall’isola eguaglierebbe il controvalore ritraibile, rendendo di fatto
antieconomica l’operazione.
L’analisi dei prezzi unitari per la realizzazione degli interventi è stata realizzata facendo riferimento alle
voci di prezzo del Prezziario per le Opere Forestali della Regione Toscana (macchine, manodopera); ogni
voce di costo è comprensiva di spese generali e utile d’impresa. Al totale dei costi è stata, inoltre,
effettuata una maggiorazione del 18% per le necessarie spese di trasferta del personale della ditta
esecutrice.
2.7 Cronoprogramma dei lavori
Si riporta il cronoprogramma dei lavori, che al momento è prevedibile richiedano circa 70 gg naturali e
consecutivi. Il cronoprogramma non tiene conto dell'eventuale andamento stagionale sfavorevole: dato il
periodo di realizzazione dei lavori (autunno-inverno) che comprende anche diverse pause festive, è
previsto che i lavori si protraggano fino al mese di febbraio 2014.
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CRONOPROGRAMMA DEI LAVORI
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3. SPECIFICHE PER LA REDAZIONE DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA ECOLOGICA
Le aree di intervento ricadono nel SIC IT5160013 “Isola di Pianosa” e nella ZPS IT5160016 “Isola di
Pianosa – Area terrestre e marina”. Inoltre, in considerazione dell'eccezionale valore floristico,
vegetazionale e faunistico dell'area, l'isola di Pianosa è parte integrante del Parco Nazionale
dell'Arcipelago Toscano.
La normativa di riferimento per la redazione di Valutazione di Incidenza Ecologica è rappresentata
dall’art.5 del D.P.R 357/1997 e successive modifiche (D.P.R. 120/2003). La normativa regionale, in
ottemperanza al sopracitato decreto, è costituita dalla L.R. 56/2000, dalla deliberazione di Consiglio
Regionale 6/2004 che istituisce i SIR regionali, dalla deliberazione di Giunta Regionale 644 del 5 luglio
2004 che definisce obiettivi e principali misure di conservazione, dalla L.R. 10/2010 e 11/2010, nonché
della deliberazione di Giunta Regionale n. 923/2006 e dal D.M. 17 ottobre 2007 che descrive le misure di
conservazione per la tutela delle ZPS.
La descrizione dei siti facenti parte della Rete Natura 2000 è disponibile consultando la documentazione
ufficiale in possesso della Regione Toscana, del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
(DPN) e recenti lavori e pubblicazioni promosse dal Parco Nazionale, nonché da Progetti LIFE+.
Si riportano, per estratto, alcune informazioni sugli habitat e le specie di importanza conservazionistica
presenti sull’isola.
Pianosa è caratterizzata da una grande diversità di habitat di interesse comunitario/regionale, che si
riportano per estratto dal formulario della ZPS IT5160016 (Dir. Habitat 92/43/CEE-all.I):
Habitat
Praterie di posidonie (Posidonion oceanicae)
Scogliere
Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp.
endemici
Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano-Salsoletea)
Dune mobili embrionali
Dune costiere con Juniperus spp.
Matorral arborescenti di Juniperus spp.
Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere
Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea
Grotte marine sommerse o semisommerse
25%
1,2%
Cod. Nat.
2000
1120
1170
0,4%
1240
0,02%
0,02%
1,3%
0,2%
0,2%
2,2%
0,1%
1430
2110
2250
5210
5320
6220
8330
Copertura
Qualità ed importanza
Nella parte occidentale dell'isola sopravvivono alcuni tipi di vegetazione (boscaglie di ginepri, macchie e
garighe) nelle quali si mantiene la flora insulare più significativa con specie endemiche, rare e di interesse
fitogeografico. Di particolare interesse la presenza di specie di flora endemiche dell’Arcipelago (es. Linaria
capraria) o endemiche strette dell’isola (Limoniun planasiae).
Di notevole importanza, a livello regionale, la presenza di estese formazioni costiere a ginepro fenicio
(Juniperus phoenicea = J. turbinata) in buono stato di conservazione ma minacciate dall’avanzamento del
Pino d’Aleppo (Pinus halepensis) derivante da passati rimboschimenti.
Importante la presenza di rare specie ornitiche nidificanti: l’isolotto la Scola ospita una numerosa colonia
(forse la più importante a livello dell’Arcipelago Toscano) di Calonectris diomedea (berta maggiore). Lo
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scarsissimo disturbo e la presenza di coltivi e pascoli la rendono di grande interesse per lo svernamento e
per la sosta degli uccelli migratori (uccelli marini, delle coste rocciose e steppici) tra cui alcuni rapaci.
Presenza, tra i Rettili, del Phyllodactylus europaeus, specie endemica dell'area mediterranea occidentale,
appartenente ad un genere per il resto a distribuzione tropicale. Presenza di invertebrati endemici tra cui
un insetto (Planasiella aptera) da poco descritto e classificato come appartenente ad un nuovo genere.
Vulnerabilità
Gli ecosistemi in buona parte sono stati condizionati dalle attività agro-zootecniche praticate in passato
dai detenuti dell'Azienda agricola della Colonia Penale, in rapido riassestamento dopo l'abbandono anche
se alcune specie invasive, rappresentate principalmente dall’Ailanthus altissima, stanno velocemente
colonizzando i ruderi derivanti dalla quasi totale cessazione dell’attività carceraria: l’espansione della
specie non sembrerebbe rappresentare un particolare rischio per gli habitat naturali dell’isola finché
questi sono stabili, rimanendo per la maggior parte confinata nelle zone limitrofe al paese, anche se i
recenti rilievi hanno dimostrato la presenza di nuclei anche in aree aperte (ex coltivi) e zone costiere (Cala
San Giovanni, Cala Giovanna) dove ha iniziato ad inserirsi nelle formazioni a ginepro ed a lentisco. La
specie è tuttora soggetta ad interventi di eradicazione.
Dati gli obiettivi di conservazione degli habitat e delle specie autoctone dell’Isola di Pianosa, scopo degli
interventi in oggetto da realizzare attraverso il taglio di specie invasive per il recupero e la salvaguardia
dei ginepreti costieri e per il recupero di formazioni a leccio affermate, ai sensi del D.P.R. n.357/1997 non
si ritiene necessario sottoporre la proposta di intervento alle procedure di Valutazione di Incidenza
Ecologica.
4. AUTORIZZAZIONI
4.1 Area di intervento n.1 - Recupero di lecceta presso Punta Secca
Ai sensi dell'art. 26 (Taglio dei boschi cedui coniferati) del Regolamento Forestale della Regione Toscana
comma 1. "I boschi cedui coniferati sono soggetti alle stesse norme dei corrispondenti cedui non
coniferati, fatte salve le seguenti norme tecniche relative alle piante di conifere:
a) le conifere sono escluse dal conteggio delle matricine;
b) le piante di conifere isolate devono essere rilasciate, fatti salvi:
...
5: le piante di pino d'Aleppo, marittimo, nero e laricio, cipressi esotici e di chamaecyparis, di diametro
superiore a 10 centimetri, delle quali è consentito il taglio delle piante isolate fino ad un massimo di
quaranta per ettaro;
d) la rinnovazione e le giovani piante di pino d'Aleppo, marittimo, nero e laricio, cipressi esotici e di
chamaecyparis, con diametro fino a 10 centimetri, possono essere oggetto di taglio al fine di contenere
la diffusione di dette specie;
e) in tutti i casi previsti alle lettere b) e d) deve essere curata la sostituzione delle piante di conifere
tagliate attraverso il rilascio di idonei polloni o matricine di latifoglie o, in alternativa, attraverso la
rinnovazione di conifere, con preferenza per il pino domestico, l'abete bianco, l'abete rosso e il cipresso
comune."
Il comma 3 prevede che: "Interventi sulle piante di conifere a carattere più intensivo rispetto ai criteri di
cui al comma 1 b 5, volti alla sostituzione delle conifere stesse con latifoglie, sono soggetti ad
autorizzazione."
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4.2 Aree di intervento n. 2 e n.3 - Recupero e salvaguardia ginepreti costieri di Punta Brigantina e
Torretta S. Marco-Punta Libeccio
Gli interventi sono regolati dall'art.52 (Boschi in situazioni speciali) della Legge Forestale della Toscana (LR
nr. 39 del 21/03/2000):
comma 1: Sono considerati in situazione speciale i boschi di qualunque specie, governo e trattamento e di
qualsiasi estensione che assolvono a specifiche funzioni ambientali e paesaggistiche.
e dall'art.51 del Regolamento:
comma 1: I boschi in situazioni speciali di cui all' articolo 52 della Legge Forestale sono soggetti a
particolari norme di tutela, in considerazione delle specifiche funzioni del bosco e delle condizioni fisicoambientali del territorio e del soprassuolo.
4.3 Vincolo idrogeologico
Tutti i terreni su cui verranno effettuati gli interventi di taglio sono soggetti a Vincolo idrogeologico e
paesaggistico, ai sensi dell'art.37 della Legge Forestale ("Vincoli sui territori coperti da boschi).
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