Il cinema come tela moderna della pittura: da Hitchcock a Argento, come comunicano due arti a contatto tra loro Premesse • Argomento già ampiamente trattato • Rapporto cinema-pittura difficile da definire: sono molti e differenti i contatti • L’intenzione non è quella di esaurire il discorso: si seguirà una linea precisa • Il percorso prevede diversi punti: esempi di chi ne ha già parlato, una classificazione, un’analisi e delle conclusioni Il cinema e le altre arti • Fin dalle sue origini il cinema è sempre stato a contatto con le altre arti • Un legame particolare: dai primi esperimenti cinematografici ai film di fine secolo sempre vivo l’interesse verso la pittura • A causa di questo stretto rapporto infiniti studi nei più diversi ambiti di ricerca • Molteplici prospettive Critica • Teorici, critici d’arte, studiosi: moltissimi esempi • A. Bazin e i critici francesi dei “Cahiers du Cinéma”: una comune relazione genetica tra le due arti, ma con una differenza • Incompatibilità dei due mezzi: J. Aumont e lo storico dell’arte M. Calvesi • Arnheim chiama in causa la pittura per evidenziare l’artisticità del cinema al contrario di Rohmer • Per la critica d’arte V. Sgarbi: “…piccoli furti…” Non solo teoria • Anche registi, pittori e direttori di fotografia si sono interessati al rapporto cinema-pittura • Il grande regista Ejzenštejn • Henri Alekan: un direttore della fotografia interessato alla luce dei pittori • M. Ray, M. Duchamp, M. Snow: pittori impegnati nel cinema Una tipologia di rapporti • Sette diversi tipi di rapporti tra cinema e pittura nati dall’interazione dei molteplici aspetti che caratterizzano le due arti • Si parlerà di “film sulla pittura”, di “effetto quadro”, di “film storici”, di “pitto-film”, di “biografie sui pittori”, di “colore come protagonista” e di “pittura come ipertesto” • Nasce dall’osservazione diretta di alcuni film, dalla lettura di alcuni testi e articoli trovati in rete dedicati all’argomento Film sulla pittura • Film in cui la pittura è assunta come soggetto: documentari d’arte su un pittore o un quadro o film sui problemi della rappresentazione che utilizzano la forma del saggio • “Carpaccio” di U. Barbaro e R. Longhi: genere documentaristico • “Passion” di J.L. Godard e “La bella scontrosa” di J. Rivette: i problemi della rappresentazione “La bella scontrosa” di J. Rivette Effetto quadro • Film che utilizzano la pittura come “citazione” o anche come materiale per scene e costumi • Oltre al già citato “Passion”, dipinti famosi vengono riprodotti fedelmente in “Mamma Roma” in cui si trova il celebre “Cristo morto” di Mantegna e “La ricotta” in cui si trova la pittura manierista di Pontormo e di Rosso Fiorentino • Diversa funzione della citazione nei due film di Pasolini: intrusione “scandalosa” nel primo e in chiave “comica e dissacrante” nel secondo “La Ricotta” di Pasolini e “La Deposizione” di Rosso Fiorentino “Mamma Roma” di Pasolini e il celebre “Cristo morto” di Mantegna Film storici • Film in cui l’uso delle fonti pittoriche costituisce uno degli espedienti più comuni per restituire il clima di un’epoca • Ne “I misteri del giardino di Compton House” di P. Greenaway e in “Barry Lyndon” di S. Kubrick le citazioni sono limitate ai soli costumi e arredi • Alcuni esempi di utilizzo di fonti pittoriche per restituire il clima di un’epoca in “Il Casanova” di F. Fellini e in “Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova veneziano” di Comencini I pitto-film • Film in cui il legame con la pittura è relativo alla parte scenografica • Le scenografie sono interamente dipinte o in tempi più recenti ottenute con nuove tecniche digitali • Esempi riscontrabili per lo più nel cinema degli albori: “Nosferatu” di Murnau, “Metropolis” di Lang e “Il gabinetto del Dottor Caligari” di Wiene “Nosferatu” di Murnau Biografie sui pittori • Film in cui viene mostrato l’evento della pittura nel suo farsi e il modo di essere artista: i film sulla vita e il lavoro di un pittore sono moltissimi • La vita di Michelangelo è raccontata in “Il tormento e l’estasi” di C. Reed; quella di Gauguin in “La luna e i sei soldi” di A. Lewin e “La vita di Gauguin” di H. Carlsen • La vita di Van Gogh è messa in scena in “Brama di vivere” di V. Minnelli, in “Vincent e Theo” di R. Altman e in “Van Gogh” di M. Pialat Il colore come protagonista • Film in cui il regista organizza la composizione delle inquadrature in funzione di canoni simili a quelli pittorici con un uso particolare del colore • Molti lavori di P. Greenaway: “Baby of Macon”, “I misteri del giardino di Compton House” e “Lo zoo di Venere”. “Deserto rosso” di M. Antonioni e “Il bandito delle 11” di J.L. Godard “Il bandito delle 11” di J. L. Godard La pittura come ipertesto • Film in cui la storia si sviluppa intorno al tema della pittura • E’ tematizzata la condizione del pittore, dell’arte, si trovano citazioni, opere d’arte famose e non, tecniche cinematografiche che si rifanno a un certo stile pittorico: una nuova forma artistica • “Ultimo tango a Parigi” di Bertolucci, “La sindrome di Stendhal” di D. Argento, “I racconti del cuscino” di P. Greenaway, “Io ti salverò” di A. Hitchcock “I racconti del cuscino” di P. Greenaway Analisi di un film • Scelta di approfondire l’ultimo gruppo di film: il più stretto legame con la pittura • Particolare utilizzo da parte del regista: l’unione delle due arti aiuta a suscitare forti emozioni nello spettatore, le “amplifica” • Analisi de “La sindrome di Stendhal”: molti punti di contatto con la pittura, ma poche citazioni in proposito su altri testi letti Un’analisi pittoricocinematografica de “La sindrome di Stendhal” • La storia di una poliziotta che si trova in difficoltà a risolvere un caso a causa della sofferenza che le provoca il contatto con l’arte, con la pittura • Il legame con la pittura si trova già nel titolo • I titoli di testa sono accompagnati da diversi quadri famosi che scorrono sulla destra • Le scene all’interno degli Uffizi legate alla pittura sono d’aiuto al regista per anticipare in modo molto sottile ciò che accadrà nel film Gli affreschi sul soffitto del corridoio d’ingresso servono a sottolineare una sorta di equilibrio Sala di Raffaello: osservando un quadro che rappresenta una battaglia, Anna avverte i rumori dello scontro Sala del Botticelli: “La Primavera” e “La Venere” simboleggiano lo stato iniziale della protagonista • Sala delle carte geografiche: le urla di “Medusa” di Caravaggio anticipano le urla di Anna e altri affreschi raffiguranti delle battaglie ora assumono un significato differente • Il quadro del porto: l’inquadratura si stringe sulla figura di un uomo che sta affogando, simbolo di morte e presagio • Nella stanza d’albergo, non a caso “Porta Rossa”, si trova un quadro che viene in aiuto ad Anna • Nel comando di polizia: il quadro raffigurante la fontana e il quadro che rappresenta una donna spaventata simboleggiano lo stato d’animo di Anna • I quadri della protagonista: tornata dalla famiglia Anna si sfoga nella pittura, dipingendo volti inquietanti con colori precisi, rosso, nero e argento • Anna diventa una cosa sola con la pittura: si cosparge il corpo di colore e si rotola su una tela • Arte moderna: i murales realizzati con bombolette spray assumono valore artistico dato che hanno lo stesso effetto che hanno i quadri su Anna Conclusioni • Due arti simili per certi aspetti e diverse per altri creano una nuova forma artistica, spaziale e temporale, dinamica e statica, reale e illusoria • Cinema e pittura si completano • Alla base sempre l’immagine, mezzo di comunicazione e espressione: il contatto delle due arti composte di immagini genera una comunicazione “amplificata” • Argento riesce così a conferire maggior espressività all’immagine cinematografica caricandola di ulteriori significati e suscitando forti emozioni nello spettatore “Guardare, guardare, fino a non essere più se stessi” Alvaro Mutis, da L’ultimo volto