I grandi problemi che si pongono agli esseri umani hanno ormai una dimensione internazionale, planetaria. Difesa della vita umana La famiglia Libertà religiosa Educazione Ecosistema La protezione dell’ambiente (smaltimento di combustibile esaurito e di rifiuti radioattivi; igiene dell'acqua ed impiego di alcuni detersivi; inquinamento del mare dovuto ad idrocarburi; emissioni di zolfo ed igiene dell’atmosfera; radioprotezione ed incidenti nucleari) Risorse energetiche (petrolio; carbone; gas “shale”) Il clima (lotta contro la desertificazione) Le minacce del terrorismo, il crimine organizzato e le nuove forme di violenza e di oppressione; I rapidi sviluppi delle biotecnologie, che a volte minacciano la stessa identità dell’essere umano (manipolazioni genetiche, clonazioni...) che reclamano urgentemente una riflessione etica e politica di ampiezza universale. L’etica dell’attività economica. Esistono valori morali oggettivi in grado di unire gli uomini e di procurare ad essi pace e felicità? Quali sono? Come riconoscerli? Come attuarli nella vita delle persone e delle comunità? Non fare a nessuno ciò che non vuoi che sia fatto a te Conservare ed sviluppare la propria esistenza: nutrimento, vestito, alloggio, lavoro, ambiente biologico, ecc. Carattere relazionale della persona: vivere in comunione con Dio e con gli altri e, per questo, poter conoscere la verità. Procreazione (inclinazione naturale che conduce l’uomo verso la donna e la donna verso l’uomo)… e cura ed educazione dei figli (naturale permanenza della coppia, soprattutto nell’ambito spirituale) Questa legge, che dovrebbe essere naturale, è la cosa meno naturale che ci sia. Perché ? La morale si domanda sul bene; l’agire secondo il bene. Questo bene secondo cui agire… Viene o E’ qualcosa determinato che riguarda da leggi il mio stabilite essere, la fuori di noi? mia vita? Concezione ebraico-cristiana Il fondamento della morale è nell’essere stesso della creazione Le dieci parole della Le dieci parole creazione: dei “sia…” comandamenti Studiamo morale, non parliamo soltanto di conoscere il bene ma di agire secondo il bene. Se io conosco qualcosa di cattivo non divento cattivo, ma se io voglio qualcosa di cattivo, io divento cattivo. Quando scelgo il bene divento buono e vivo, scelgo la vita, perché soltanto il bene esiste. Il male è l’assenza di bene, non è un principio opposto al bene (come il buio e il freddo non esistono; usiamo questi termini per definire l’assenza di luce o di caldo). Per questo la legge naturale è legge. che fa vivere interna Legge riguarda il mio essere Quindi il bene, la scelta di agire secondo il bene è in relazione con la vita, o meglio è in relazione con il Bene, con la Vita, con il Creatore (relazione tra i 10 “sia” e i 10 comandamenti) Richiamo alla relazione La relazione come fondamento della morale “La rivelazione cristiana sull'unità del genere umano presuppone un'interpretazione metafisica dell'humanum in cui la relazionalità è elemento essenziale” (Caritas in Veritate n. 55). E’ la qualità delle relazioni che fa l’umano. L’umano si definisce attraverso la relazionalità. Se la persona non si realizza nella relazionalità [non c’è umanità. L’umano è lì, non nell’individuo come individuo. La relazione è costitutiva della persona. “La creatura umana, in quanto di natura spirituale, si realizza nelle relazioni interpersonali. Più le vive in modo autentico, più matura anche la propria identità personale. Non è isolandosi che l'uomo valorizza se stesso, ma ponendosi in relazione con gli altri e con Dio. L'importanza di tali relazioni diventa quindi fondamentale. Ciò vale anche per i popoli. È, quindi, molto utile al loro sviluppo una visione metafisica della relazione tra le persone” (Caritas in Veritate n. 53) Queste espressioni non sono mai state scritte in un’enciclica. Richiamo alla relazione Fenomenologia della crescita infantile Leggi imperative dei grandi Identificazione intenzionale con gli altri bambini ANDREA MARCO GIULIA ANDREA MARCO GIULIA ANDREA MARCO GIULIA ? ANDREA MARCO GIULIA Questo fondamento della morale non annulla il valore della Sacra Scrittura, della Tradizione e del Magistero. I dieci comandamenti contengono l’essenza della legge morale naturale (cfr. Catechismo, 1955). È una legge che si trova iscritta nel cuore degli uomini ma la cui conoscenza è oscurata a causa del peccato originale e dei peccati personali. Per questo Dio ha voluto rivelare anche alcune «verità religiose e morali che, di per sé, non sono inaccessibili alla ragione» (Catechismo, 38) perché tutti le possano conoscere in modo completo e certo (cfr. Catechismo, 37-38). L'ufficio di interpretare autenticamente la Parola di Dio scritta o trasmessa è stato affidato al solo Magistero vivente della Chiesa, la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo. La sacra Scrittura, la sacra Tradizione e il Magistero della Chiesa costituiscono pertanto una certa unità, in modo che nessuna di queste realtà possa sussistere senza le altre (cfr. Dei Verbum, n. 10) Ci chiedevamo perché questa legge, che dovrebbe essere naturale, è la cosa meno naturale che ci sia. Prima, abbiamo ricordato che per la concezione ebraico-cristiana il fondamento è qualcosa che riguarda ciò che siamo ed è dunque in relazione con il Creatore, cioè con il Bene. La relazione non si può descrivere in astratto, non si può spiegare, ma si deve vivere, si deve gustare. Molte persone rifiutano la legge naturale solo perché non l'hanno mai gustata. Si può lavorare a posteriori, facendo vedere come allontanarsi dalla legge fa stare male. Dimensione morale della cultura greca: il pensiero dava LA MISURA, che era universale per tutti e legge della polis Se ci si differenziava si era condannati ad essere eliminati perché si usciva dalla misura e si metteva a repentaglio la polis Antigone Ma così il Bene (LA MISURA) viene percepito come imposizione, come non buono per me (KAFKA) Al Bene (LA MISURA) oppongo IL MIO BENE che porta alla vittoria del più forte (MAFIA) o di chi sa parlare meglio (sofisti). contesto moderno non si può parlare di Verità o di Bene tutti sostengono la loro verità ed il loro bene scomparsa della possibilità di relazione Per concepire l’identità, e quindi il bene come direzione dell’agire, dobbiamo conoscere cos’è il Bene. Leggi imperative Genitori “sessantottini” Il mio bene Per evitare questa lotta tra il bene che uno persegue e il bene che gli altri cercano un rimedio fasullo consisterebbe nel identificare il bene che voglio con quello che vuole la maggioranza delle persone… Ma così l’identità si diluisce… e si soffre In questo contesto emerge con forza la visione morale cristiana, dove Dio (il Bene) è relazione e quindi ha relazioni Il Padre è eternamente sé stesso nel generare; e il Figlio è immagine del Padre (Verbo) nel ridonare sé stesso al Padre (se mancasse la donazione non sarebbe immagine del Padre) L’Essere nella sua profondità più assoluta è ridonare il dono (il Padre non è Padre da solo e così il Figlio) In Dio c’è relazione di donazione Il Bene non sta in alto a definire l’uomo in modo necessario ma si abbassa e si dona (l’Essere è Trinitario). Dio è relazione e quindi ha relazioni. Dio è dono e quindi si dona; si dona senza “perdersi”. Invece il peccato originale ci porta sempre a pensare avendo paura di perdere. La rinuncia ad affermare il proprio valore per lasciare che sia l'altro (il Padre) ad affermarlo si chiama umiltà. L'umiltà è essere nell'altro, nella relazione. Senza umiltà non si ha accesso a Dio. L'umiltà era una virtù sconosciuta alla filosofia pagana Senza umiltà non si ha accesso a Dio Il nostro Dio è un Dio che lava i piedi agli apostoli, i quali si lamentano di questo, perché sembra loro sconveniente. Ma se non si lasciano lavare i piedi, non possono avere parte con lui, come dice Gesù a Pietro. La vera trascendenza è quella capace non solo di essere oltre (trans-) ma anche di scendere tra (Pierpaolo Donati) condescender. In questa visione l'identità non deve più essere ricercata negando l'altro e adeguandosi ad un paradigma alla cui norma bisogna sottostare, ma l'identità è relazionale. Io sono me perché sono in relazione con te, come avviene per il Padre ed il Figlio. Non siamo noi stessi da soli. Il bene è sempre indicato dalla relazione. Si tratta di educare (educere: far venir fuori) nella libertà attraverso una relazione di dono all’altro (l’unica veramente significativa) e non di egoismo. L’uomo è immagine di questo Dio Trinitario, non l’uomo da solo ma nelle sue relazioni. Per questo la famiglia è così importante e l’amicizia e l’amore umano sono essenziali alla vita. Per questo l’educazione dev’essere relazione: non si può imporre il bene, si può solo offrire; non si può evitare alle persone di peccare, si può solo accogliere chi è caduto (il buon ladrone). Un esempio bellissimo di come il Bene è relazionale e come la relazione è fondamento della morale è il giudizio salomonico in 1Re 3: due prostitute si presentano a Salomone perché si contendono un bimbo. Entrambe avevano un figlio, ma uno dei due è morto nella notte. Salomone ordina di dividere il bimbo in due, applicando la giustizia come misura esatta, secondo un concetto di giustizia pagano. Ma di fronte alla vita del bimbo emerge la vera madre, che rinuncia al figlio pur di farlo vivere. La relazione indica il bene, perché il Bene è relazione. Lutero forse aveva ragione su alcuni punti, ma ha rotto la comunione, e quindi la relazione, per sostenerli e così ha perso la verità. Gli eretici sono sempre degli entusiasti, che assolutizzano un bene a scapito della relazione. Un buon esempio forse può essere il confronto tra il padre di Kafka ed il figliol prodigo. Il padre del figliol prodigo lascia andare il figlio, divide per lui l'eredità, accettando di morire in anticipo da un punto di vista economico, e riaccoglie il figlio che ha sbagliato. Si fida del suo pensiero, rischia. Ed il figlio scopre, proprio quando torna seguendo il suo giudizio di beneficio, quanto il padre lo amava. Scopre che il suo patrimonio è il Padre stesso. Ciò deve portare ad una educazione morale che non sia moralista, che non imponga valori ed indichi solo cosa fare: non bisogna meravigliarsi che gli altri non capiscono, perché manca il gusto, la relazione con il bene. Bisogna portare verso questo bene, far gustare, far vedere cose belle e fidarsi poi del giudizio (Si veda il Testo 2: Bòris Pasternàk). Si tratta di sviluppare il pensiero di beneficio, la capacità di giudizio. Non bisogna dire di pregare, ma bisogna pregare noi. Basta essere noi stessi in rapporto con Dio perché gli altri si avvicinino. Come dice Agostino: l'arte di Dio è l'arte di attrarre. Il padre cristiano non impone, ma va avanti, apre la strada, scende lui per primo, e fa capire così al figlio che vale la pena. In sintesi, la relazione è fondamento della morale perché la morale è relazione all'Essere, all'Essere che nel suo fondamento è tre Relazioni eterne e libere d'amore. La morale cristiana è la morale del Figlio, la morale dei figli, che sono sé stessi nella relazione con il loro Padre buono. Molte volte non è tanto che le persone non riescono a vivere la legge naturale, è che non si sono mai decisi a viverla forse perché non hanno conosciuto persone che hanno fatto loro gustare la gioia di viverla nella propria vita. Gli equivoci “salute riproduttiva e pianificazione familiare” spesso interpretata come inclusione dell’accesso all’aborto e ai metodi di pianificazione familiare contrari alla legge naturale Si alla lotta per diminuire la povertà… ma senza eliminare i poveri ! libertà di educazione dei genitori… significa finanziamenti per le scuole cattoliche?