Il sistema linfatico approccio omotossicologico IAH AC - Il sistema linfatico © IAH 2007 Le ricerche moderne confermano tuttora che il sistema linfatico ha un’importanza significativa nell’ambito dei meccanismi di difesa e di immunità dell’organismo. I linfonodi, unitamente al sistema di drenaggio linfatico, rappresentano una componente importante del sistema immunitario. Anche nel campo dell’omotossicologia, il sistema linfatico è estremamente importante dato il ruolo che svolge nel trasporto delle omotossine dall’ambiente extracellulare (spazi interstiziali) alla circolazione ematica e poi agli organi di disintossicazione (fra cui il fegato e i reni). Negli ultimi decenni le ricerche, realizzate specialmente nel campo dell’oncologia e dell’immunologia, hanno accresciuto notevolmente la comprensione del ruolo del sistema linfatico, con la sua rete complessa di organi linfatici, all’interno del sistema immunitario competente. Per esempio, in passato le tonsille e l’appendice venivano semplicemente asportate alla comparsa di segni e sintomi clinici di entità molto lieve. Più recentemente, tale intervento chirurgico di asportazione viene preso in considerazione soltanto come ultima opzione, quando sono stati compiuti tutti gli altri tentativi terapeutici conservativi. Nell’ambito della medicina biologica, giustamente, il sistema linfatico ha un’importanza significativa e sono stati sviluppati diversi farmaci specifici per influenzare, modulare e migliorare le funzioni fisiologiche di tale sistema. 1 © IAH 2007 2 L’apparato cardiovascolare rappresenta il principale “sistema di trasporto” dei liquidi corporei e di altri eventuali componenti presenti in essi. L’azione centrale di pompaggio, esplicata dal cuore, fornisce la pressione necessaria per spingere il sangue nel sistema vascolare periferico. Le giunzioni arterovenose (capillari) costituiscono la sede di scambio tra il flusso ematico e il compartimento extracellulare. Pertanto, lo spazio extracellulare riceve i prodotti provenienti dalla circolazione ematica, che sono diretti alla cellula, e dalle cellule tissutali, che sono destinati a penetrare nel flusso sanguigno o nel sistema di drenaggio linfatico. Benché a prima vista questi processi bidirezionali di scambio e di trasporto siano apparentemente completi, in realtà diverse sostanze non vengono rimosse da questo sito extracellulare. Di conseguenza, si potrebbe affermare che “l’introduzione” delle sostanze nella matrice extracellulare (Extracellular Matrix – ECM) viene portata a termine, mentre il processo di “eliminazione” potrebbe non essere completato. Il drenaggio linfatico interviene in aiuto oppure svolge una funzione parallela di trasporto diretto al sistema venoso. Per esempio, i lipidi e le omotossine liposolubili non possono essere trasportati nel sistema venoso, pertanto questa funzione viene espletata dai linfonodi. Il sistema linfatico si estende in tutto il corpo, analogamente all’apparato circolatorio, ha origine da una rete sottile di capillari linfatici situati all’interno degli spazi interstiziali e lungo il percorso compaiono ad intervalli regolari i linfonodi, come un sistema di filtrazione. I linfonodi sono concentrati specialmente in alcune regioni dell’organismo, fra cui le superfici di flessione delle articolazioni principali e il collo. È importante sottolineare che ogni goccia di liquido interstiziale assorbita da un capillare linfatico, in qualsiasi punto del corpo, passa attraverso almeno una stazione linfonodale, prima di finire nel flusso ematico. La linfa ha origine dal plasma ematico che è fuoriuscito dai capillari sanguigni, penetrando negli spazi interstiziali, e diventa parte del liquido interstiziale. Il liquido in eccesso (che non è stato riassorbito nuovamente nei capillari sanguigni) alla fine si diffonde nei capillari linfatici e, una volta al loro interno, viene definito “linfa” (che è simile al liquido interstiziale in termini di composizione). La linfa, man mano che è trasportata attraverso il sistema linfatico, viene sottoposta a trattamento dai linfonodi e penetra progressivamente in vasi linfatici più grandi per raggiungere: - Il condotto linfatico destro (per la linfa proveniente dalla parte superiore destra del corpo) - Il condotto toracico (per la linfa del resto del corpo) Poi, questi condotti drenano la linfa nell’apparato circolatorio, attraverso le vene succlavie destra e sinistra. 2 © IAH 2007 3 I capillari linfatici e i capillari sanguigni presentano alcune differenze sostanziali in termini di struttura e di funzione. I capillari linfatici sono vasi dotati di pareti sottili, situati in tutto il corpo (ad eccezione del sistema nervoso centrale) e la loro funzione è essenzialmente drenare i liquidi interstiziali (presenti tra due cellule) in eccesso, che vengono poi indirizzati lungo i vasi linfatici di calibro crescente e filtrati attraverso i linfonodi, prima di essere rilasciati nella circolazione venosa, a livello delle vene succlavie. I capillari linfatici hanno origine nello spazio extracellulare, come strutture terminali filiformi dotate di uno strato singolo di endotelio che è molto permeabile al passaggio dei liquidi interstiziali e del loro contenuto – fra cui sottoprodotti cellulari del metabolismo, tossine, macromolecole (es. proteine) e persino elementi più grandi (es. batteri). La struttura è tale che il flusso è monodirezionale, diretto verso l’interno del vaso e non viceversa. 3 Il sistema linfatico ha origine nell’ECM © IAH 2007 4 I capillari sanguigni sono anch’essi dotati di pareti molto sottili, essendo rivestiti internamente da uno strato singolo di cellule epiteliali, ma fungono da membrane “semipermeabili” che consentono una diffusione controllata di determinate sostanze all’interno e all’esterno del lume capillare. Per esempio, l’ossigeno e l’acqua si diffondono all’esterno penetrando negli spazi interstiziali, mentre l’anidride carbonica viene assorbita nei capillari. Il rivestimento endoteliale interno consente anche il passaggio delle sostanze nutritive e di altri composti mediante un trasporto attivo. Un altro meccanismo di trasporto per le macromolecole, all’interno e all’esterno dei capillari, è rispettivamente l’endocitosi e l’esocitosi. I sistemi dei capillari sanguigni e linfatici devono essere considerati complementari per la loro posizione e le loro funzioni fisiologiche. È estremamente importante non dimenticare questo concetto, dato il ruolo che svolgono nel mantenere un sistema di drenaggio efficiente per la matrice, che rappresenta potenzialmente la causa patogena più importante dello sviluppo di malattie. Per esempio, una condizione patologica acuta accelera un problema linfatico nel linfedema post-operatorio. 4 © IAH 2007 5 I vasi linfatici, contrariamente ai vasi sanguigni che trasportano il sangue per effetto della pressione del cuore, veicolano il liquido linfatico passivamente, aiutati da un sistema di strutture a valvole (simile a quelle presenti nelle vene) che impediscono il reflusso e favoriscono un flusso monodirezionale dei liquidi diretti verso il cuore. 5 Apparato circolatorio secondario • assenza di una pompa centrale, a differenza dell’apparato circolatorio • la linfa viene trasportata lentamente e per effetto di una pressione bassa dovuta a • peristalsi • respirazione e valvole presenti nei vasi linfatici • e l’azione comprimente dei muscoli scheletrici • in condizioni di riposo, una quantità estremamente esigua (pochi litri al giorno) viene trasportata al flusso ematico • il cuore pompa oltre 7000 litri al giorno, il sistema linfatico trasporta una quantità variabile compresa tra 2 e 20 litri al giorno (riposo >< attività). © IAH 2007 6 Questo apparato circolatorio secondario presenta alcune caratteristiche peculiari che lo distinguono dal sistema venoso e dall’apparato circolatorio in generale. In un soggetto adulto, l’apparato circolatorio trasporta circa 7000 litri di sangue al giorno, grazie ad una pompa di 80 ml che pulsa circa 60 volte al minuto. Il sistema linfatico non possiede alcuna pompa e, di conseguenza, il volume di trasporto del liquido linfatico è estremamente esiguo, in confronto a quello del sangue che affluisce attraverso il cuore. In condizioni di riposo, il volume linfatico a livello del dotto toracico non raggiunge neppure 2 litri al giorno. Durante un’infezione o un aumento dell’attività, questo volume potrebbe incrementare fino a 16 o persino 20 litri al giorno anche per lunghi periodi di tempo. I meccanismi responsabili del trasporto della linfa all’interno dei vasi linfatici sono basati principalmente su 3 aspetti: 1. I compartimenti dei vasi linfatici si contraggono e si rilassano in maniera alternata, spingendo la linfa nel compartimento successivo e impedendo il reflusso mediante le valvole unidirezionali, menzionate in precedenza. 2. Il corpo umano potrebbe essere suddiviso dal diaframma in 2 compartimenti. Durante i movimenti respiratori, la pressione varia sopra e sotto il diaframma. L’inspirazione produce una pressione negativa al di sopra del diaframma, che ‘spinge la linfa verso l’alto’, e una pressione positiva al di sotto del diaframma, che spinge di conseguenza in avanti la linfa nella parte inferiore, in direzione del cuore. Anche in questo caso, le valvole impediscono il reflusso a vari livelli. 3. Il movimento principale della linfa all’interno dei vasi linfatici è dovuto alla tensione/contrazione dei muscoli (movimento del corpo). La contrazione di un muscolo si riflette sui vasi linfatici situati nella zona muscolare e spinge la linfa nel compartimento successivo. Il rilassamento muscolare aspira la linfa da una posizione precedente ad una successiva, lungo il vaso. Questi sono i motivi principali per cui semplici movimenti del corpo (es. camminare) sono salutari, poiché migliorano il trasporto della linfa e, ovviamente, il drenaggio dei liquidi e del loro contenuto nell’ambiente extracellulare. 6 La ghiandola linfatica © IAH 2007 7 Spostandosi da un compartimento all’altro all’interno dei vasi linfatici, la linfa finisce nella prima ghiandola linfatica situata lungo il percorso diretto verso il flusso ematico. Benché le ghiandole linfatiche possano variare in termini di dimensioni, la maggior parte di esse ha la forma e la grandezza di un fagiolo. Le ghiandole linfatiche hanno diversi vasi afferenti e di solito un unico vaso efferente, che diventa afferente per la ghiandola linfatica successiva. Nella ghiandola linfatica, vengono esplicate 2 azioni principali: controllo della linfa per rilevare la presenza di eventuali impurità (es. batteri o altri antigeni) e potenziamento delle attività di eliminazione e clonazione dei linfociti. Benché la maggior parte della linfa passi attraverso la ghiandola situata lungo il proprio percorso in direzione della ghiandola successiva, in parte “purificata” di alcune sostanze, una certa quantità di liquido linfatico è diretta verso il flusso ematico all’interno del linfonodo stesso. La ghiandola linfatica presenta, come qualsiasi altro tessuto presente all’interno dell’organismo, vasi arteriosi e venosi che regolano il drenaggio e il supporto delle cellule per la ghiandola stessa. A questo livello, avvengono anche gli scambi tra la linfa e il flusso ematico. 7 Aree di drenaggio © IAH 2007 8 Il drenaggio linfatico è strutturato in due aree distinte di drenaggio, che sono molto diverse (aree di drenaggio destra e sinistra), e solitamente la linfa non defluisce attraverso le linee invisibili che separano queste due zone. Le strutture presenti all’interno di ogni area trasportano la linfa a destinazione, ovvero il liquido deve ritornare nell’apparato circolatorio. L’area destra di drenaggio rimuove la linfa proveniente da: - Lato destro della testa e del collo - Braccio destro - Quadrante superiore destro del corpo. La linfa proveniente da questa area affluisce nel condotto linfatico destro, che riporta il liquido nell’apparato circolatorio, facendolo confluire nella vena succlavia destra. L’area sinistra di drenaggio rimuove la linfa proveniente dal resto del corpo: - Lato sinistro della testa e del collo - Braccio sinistro e quadrante superiore sinistro - Estremità inferiori - Entrambe le gambe 8 Il sistema linfatico • organi linfoidi • linfonodi • condotti linfatici • tessuti linfatici • capillari linfatici • vasi linfatici • produce e trasporta il liquido linfatico dai tessuti all’apparato circolatorio • componente molto importante del sistema immunitario © IAH 2007 9 L’intero sistema linfatico è una rete complessa costituita da diverse strutture: organi, tessuti, vasi e condotti linfoidi. I capillari, i vasi e i condotti linfatici svolgono solamente una funzione di trasporto. Gli organi linfoidi, i linfonodi e i tessuti linfoidi sono responsabili del trattamento della linfa e impostano anche i meccanismi di reazione in base al contenuto del liquido linfatico. Le funzioni immunologiche possono avere successo oppure possono fallire, in base all’integrità del sistema linfatico che perdura o si riduce con una rete linfatica accurata. Questo è un motivo sufficiente per esaminare un po’ più da vicino alcuni organi del sistema linfatico. 9 Gli organi e i tessuti immunocompetenti del sistema linfatico La componente immunitaria dell’apparato circolatorio linfatico è presente in vari organi: • Timo • Linfonodi • Milza • MALT • Anello tonsillare di Waldeyer © IAH 2007 10 I linfociti T si formano nel midollo osseo, ma maturano nel timo. Queste cellule trascorrono la maggior parte del loro ciclo attivo nel resto del sistema linfatico. Il timo, benché non sia effettivamente un tessuto linfatico, svolge un ruolo molto importante per l’efficacia del sistema linfatico, in quanto i protagonisti principali di questo sistema maturano e permangono in questa ghiandola, finché non si attivano a scopo di difesa. I linfonodi sono piccoli centri di difesa situati lungo il percorso della linfa, a partire dall’ambiente cellulare fino al flusso ematico. Le ghiandole linfatiche sono responsabili dell’immagazzinamento dei linfociti, della clonazione dei linfociti immunocompetenti e della filtrazione del liquido linfatico. La milza è nota principalmente come organo di filtrazione del sangue, che rimuove i globuli rossi vecchi dalla circolazione ematica. Tuttavia, la milza svolge anche una funzione linfoide secondaria, producendo i linfociti, i monociti e gli anticorpi. Il tessuto linfoide associato alla mucosa (Mucosal Associated Lymphoid Tissue - MALT) è un tessuto linfoide non incapsulato, situato a livello della mucosa intestinale (Gut Associated Lymphoid Tissue - GALT) e bronchiale/tracheale (Bronchial Associated Lymphoid Tissue BALT). Questo tessuto costituisce la prima barriera di difesa a contatto con gli antigeni. Il MALT verrà descritto ulteriormente, con maggiori dettagli, all’interno di questo corso. L’anello tonsillare di Waldeyer comprende: 1.Adenoidi (tonsille faringee) 2.Tonsille palatine (definite comunemente “tonsille”) 3.Tonsille linguali (situate nella regione posteriore della lingua) 10 Funzioni • eliminazione dei liquidi in eccesso dai tessuti corporei • assorbimento degli acidi grassi e successivo trasporto nell’apparato circolatorio • trasporto di omotossine dallo spazio o matrice extracellulare (ECM) al flusso ematico • filtrazione del liquido linfatico • produzione di cellule immunocompetenti (fra cui i linfociti, i monociti e le cellule che producono gli anticorpi) © IAH 2007 11 Non tutto il liquido che si diffonde dal sistema arterioso negli spazi interstiziali viene riassorbito dal sistema venoso. Il liquido interstiziale in eccesso è trasportato dal sistema linfatico. In caso contrario, si forma rapidamente un linfedema. Gli acidi grassi non possono essere assorbiti dal sistema venoso e richiedono un’altra via di trasporto garantita dal sistema linfatico che, grazie alla valvola di chiusura delle estremità ‘a forma di capsula’, è in grado di assorbire strutture complesse di dimensioni più grandi, a differenza del sistema venoso. Lo stesso principio vale per le omotossine liposolubili, dato che sono racchiuse in molecole lipidiche e non vengono assorbite né trasportate dal sistema venoso. Gli antigeni presenti nel liquido linfatico vengono attaccati immediatamente dalle cellule immunitarie, quando arrivano all’interno dei linfonodi. Queste ghiandole linfatiche contengono una concentrazione elevata di cellule immunocompetenti, pronte a distruggere gli antigeni e/o ad innescare il processo di formazione degli anticorpi, specialmente contro microrganismi quali i batteri. Il sistema linfatico è responsabile del processo di maturazione dei linfociti immunocompetenti. La clonazione delle cellule T avviene all’interno delle ghiandole linfatiche. 11 Tessuto linfoide associato alla mucosa (MALT) • Tessuto linfoide NON incapsulato • Componenti secondari del MALT • tessuto linfoide associato alla mucosa nasale (Nose Associated Lymphoid Tissue - NALT) • e tessuto linfoide associato alla mucosa vulvovaginale (Vulvovaginal Associated Lymphoid Tissue - VALT) • il tessuto linfoide associato alla cute (Skin Associated Lymphoid Tissue - SALT) non è un tessuto mucosale, ma ha le stesse caratteristiche del MALT • Due componenti principali del MALT: • tessuto linfoide associato ai bronchi (BALT) • tessuto linfoide associato all’intestino (GALT) © IAH 2007 12 Oltre alle ghiandole linfatiche incapsulate (e agli organi), nell’organismo sono presenti anche tessuti linfoidi non incapsulati, situati principalmente a livello della mucosa. È una questione logica, dato che sono i siti in cui gli antigeni vengono solitamente a contatto per la prima volta con l’organismo e, di conseguenza, la reazione immediata del sistema immunitario è inevitabile. Questo tessuto linfoide associato alla mucosa (MALT) è estremamente eterogeneo ed è situato in qualunque strato di mucosa presente all’interno dell’organismo. Senza minimizzare l’importanza dei costituenti secondari del MALT, questo tessuto è costituito essenzialmente dai componenti associati ai bronchi e all’intestino. Per questo motivo, si parla di tessuto linfoide associato ai bronchi (Bronchial Associated Lymphoid Tissue – BALT) e di tessuto linfoide associato all’intestino (GALT). Secondo quanto indicato in precedenza, il compito principale di questi tessuti è allertare i meccanismi di difesa dell’organismo contro gli antigeni che tentano di penetrare attraverso la barriera mucosale, per invadere l’organismo. Di conseguenza, la mucosa non costituisce semplicemente una barriera fisica. È coinvolta anche nell’attivazione dei meccanismi di difesa, quando gli antigeni tentano di penetrare nell’organismo. 12 GALT • Placche di Peyer • Appendice © IAH 2007 13 I microrganismi patogeni e altri antigeni, che penetrano nell’apparato gastrointestinale, si imbattono nei macrofagi, nelle cellule dendritiche, nei linfociti B e T presenti nelle placche di Peyer e nel tessuto linfoide associato all’intestino (GALT). Le placche di Peyer sono cellule specializzate che prelevano un campione di antigene direttamente dal lume e lo consegnano alle cellule presentanti l’antigene (Antigen-Presenting-Cell - APC), situate in una struttura particolare a forma di sacca sul lato basolaterale. I linfociti B e le cellule della memoria vengono stimolati al momento dell’incontro con gli antigeni nelle placche di Peyer. Poi, queste cellule passano nei linfonodi mesenterici, in cui viene amplificata la risposta immunitaria. I linfociti attivati penetrano nella circolazione ematica, attraverso il condotto toracico, e procedono verso l’intestino, ove esplicano le rispettive funzioni effettrici finali. Anche l’appendice è costituita principalmente da tessuto linfoide e si può persino affermare che l’unica funzione nota, svolta dall’appendice, è di natura linfatica. L’appendice potrebbe essere definita la ‘tonsilla della pancia’ o persino la ‘tonsilla intestinale’. 13 ECM • Definita anche: • Basic • Bio • Regulation • System • BBRS (sistema primario di bioregolazione) (Lamers, Van Wijk e Linnemans) © IAH 2007 14 Analogamente al sistema venoso, l’origine funzionale del sistema linfatico è lo spazio extracellulare. Nella matrice extracellulare, immersa nel liquido interstiziale, tutti i tipi di sostanze devono essere rimosse al fine di prevenire un’intossicazione cellulare. A livello dell’ECM, diversi sistemi interagiscono con tutti i tipi di mediatori, che spesso devono essere anch’essi eliminati dopo l’utilizzo (es. ormoni). Il sistema arterioso fornisce all’ECM non soltanto sostanze preziose ma anche le omotossine. I ricercatori e autori olandesi Lamers, Van Wijk e Linnemans avevano già descritto negli anni ‘70 del secolo scorso la matrice extracellulare come un sistema primario di bioregolazione (BBRS), facendo riferimento alle interazioni delle diverse strutture presenti, come interazioni reciproche che regolano l’omeostasi dell’organismo. Ovviamente, questi processi possono avere luogo soltanto in assenza di fattori di disturbo (fra cui le omotossine). Le omotossine possono inibire la trasmissione dei mediatori, i processi enzimatici (che non producono di conseguenza le sostanze necessarie), possono causare l’ipossia cellulare, ecc. … Si può affermare che la funzione principale di drenaggio dell’ECM o del BBRS è esplicata dal sistema linfatico, che ha un’importanza fondamentale in qualsiasi tipo di medicina biologica. Anche per questo motivo, i 3 pilastri dei trattamenti omotossicologici prevedono innanzitutto il drenaggio e di conseguenza il potenziamento delle funzioni linfatiche. Un fattore cruciale per il successo di una terapia. 14 La reazione immunologica di soccorso (Heine) Antihomotoxic preparation The D refers to different potentizations of substances. D4 - D8 is a selection from a range of D1 - D14 oral s. c. nasal i. v. aerosol i. m. Absorption Macrophage Processing Mediators which activate ground regulation Major histocompatibility complex (MHC) Differentiation of the T-cells into regulating Th3 with motif Motif formation (5-15 amino acids) Homing Similarity recognition (Simile principle) regulatory lymphocytes (Th3) e.g. inflamed joint T-cell (prolymphocyte) Immunoglobulinproducing B lymphocytes Lymph node Organotropism Histotropism TGF-β IL-4 IL-10 Suppresion of the matching Th1, Th2 Inflammation-promoting lymphocytes (Th1, Th2) Clone formation in lymph nodes © IAH 2007 15 Uno degli effetti immunomodulanti dei farmaci di regolazione dell’infiammazione, impiegati nell’ambito della medicina omotossicologica, è dovuto ad una reazione immunologica di soccorso che compare in seguito all’assorbimento di basse concentrazioni di componenti organici. L’intera cascata della reazione immunologica di soccorso è già stata descritta nella lezione di riferimento “IAH AC – Immunomodulazione”. 15 La reazione immunologica di soccorso (Heine) Antihomotoxic preparation The D refers to different potentizations of substances. D4 - D8 is a selection from a range of D1 - D14 oral s. c. nasal i. v. aerosol i. m. Absorption Macrophage Processing Mediators which activate ground regulation Major histocompatibility complex (MHC) Differentiation of the T-cells into regulating Th3 with motif Motif formation (5-15 amino acids) Homing Similarity recognition (Simile principle) regulatory lymphocytes (Th3) e.g. inflamed joint T-cell (prolymphocyte) Immunoglobulinproducing B lymphocytes Lymph node Organotropism Histotropism TGF-β IL-4 IL-10 Suppresion of the matching Th1, Th2 Inflammation-promoting lymphocytes (Th1, Th2) Clone formation in lymph nodes © IAH 2007 16 Il motivo per cui la reazione immunologica di soccorso viene nuovamente citata all’interno di questa lezione è il coinvolgimento del sistema linfatico per il successo di tale reazione. Le cellule Treg attivate (linfociti TH-3 CD4+) vengono clonate, formando un esercito di cellule Treg immunocompetenti identiche. Questa funzione principale viene svolta all’interno delle ghiandole linfatiche e le cellule Treg iniziali (dopo il contatto con le cellule presentanti l’antigene) sono trasportate lungo il sistema linfatico. Nell’ambito della terapia omotossicologica, il potenziamento del sistema linfatico in presenza di processi infiammatori rappresenta una strategia comune. Un farmaco che innesca una reazione immunologica di soccorso viene promosso come un farmaco di potenziamento del sistema linfatico, dato che è possibile ipotizzare che le cellule Treg attivate vengano clonate più rapidamente. 16 Malattie del sistema linfatico • Linfangite acuta • Linfadenite • Tonsillite • Linfedema © IAH 2007 17 La linfangite acuta è un processo infiammatorio che colpisce una o più regioni dei vasi linfatici. I batteri raggiungono spesso i vasi linfatici, penetrando attraverso un graffio o una ferita. Spesso, un’infezione superficiale da streptococco, che si sviluppa a partire dalla cute e/o dai tessuti sottocutanei, può diffondersi facilmente nei vasi linfatici. In casi sporadici, questa malattia può essere causata anche dagli stafilococchi o da altri batteri. La linfadenite è un processo infiammatorio che colpisce uno o più linfonodi o stazioni linfonodali. La linfadenite è causata quasi sempre da un’infezione, che può essere dovuta a batteri, virus, protozoi o funghi. In genere, l’infezione si diffonde in un linfonodo a partire da diverse fonti di origine: infezione a livello della cute, dell’orecchio, del naso, del dente/gengiva o dell’occhio, oppure si diffonde a partire da condizioni patologiche quali la mononucleosi infettiva, l’infezione da citomegalovirus, l’infezione streptococcica, la tubercolosi o la sifilide. L’infezione può diffondersi e colpire molti linfonodi oppure può rimanere localizzata soltanto nei linfonodi di una regione dell’organismo. La tonsillite è il processo infiammatorio a carico delle tonsille. È dovuto principalmente a un’infezione causata da batteri o virus. La tonsillite è la forma più diffusa di linfadenite. Il linfedema è l’accumulo di liquido linfatico che causa la comparsa di gonfiore. Il linfedema si forma quando qualsiasi condizione patologica o anomalia impedisce alla linfa di essere riassorbita nei capillari venosi e/o di essere drenata adeguatamente dai capillari e dai vasi linfatici, come avviene normalmente. Di conseguenza, il liquido linfatico in eccesso non può essere drenato adeguatamente dai tessuti e si forma un linfedema. 17 Patologia linfatica: linfedema Gli stadi del linfedema (1) • Stadio 1: latente e reversibile • Stadio 2: indurito e compatto, irreversibile nel lungo termine • Stadio 3: irreversibile (1) Compendio del Manuale redatto dal Dr. Vodder “Lymph Drainage” a cura di R. Kasseroller. Karl F. Haug Verlag, 1998 © IAH 2007 18 Linfedema allo stadio 1: Il gonfiore, dovuto essenzialmente alla presenza di liquido ad alto contenuto proteico, può essere attenuato notevolmente grazie ad un trattamento precoce. I tessuti sono morbidi al tatto e alla pressione digitale si forma una fossetta frastagliata che viene definita “edema con fovea”. Il gonfiore può essere temporaneamente attenuato sollevando semplicemente l’arto; tuttavia, se non viene trattata, la tumefazione ricompare rapidamente. Linfedema allo stadio 2: Definito anche linfedema moderato, questa condizione è caratterizzata dalla presenza di gonfiore e di fibrosi e il tessuto non è più morbido al tatto. A questo stadio, il tessuto appare compatto, persino indurito, e alla pressione digitale si forma soltanto una piccola fossetta frastagliata. Queste alterazioni aumentano il rischio di maggiore gonfiore, di infezioni tissutali e di problemi cutanei. Linfedema allo stadio 3: Definito anche linfedema grave, il gonfiore e la fibrosi tissutale causano l’indurimento della cute e la perdita della normale elasticità cutanea. Queste alterazioni formano alcune pliche tissutali che limitano la mobilità e deformano l’aspetto. Le grinze presenti all’interno delle pliche predispongono all’insorgenza di infezioni fungine e di ferite aperte che difficilmente si cicatrizzano. 18 Condizione sana VTT <1 LMV Formazione di edema VTT >1 LMV © IAH 2007 19 È possibile descrivere la condizione del linfedema anche in termini matematici. Se il volume che deve essere trasportato viene definito volume di trasporto (Volume To Transport - VTT) e la quantità di liquido linfatico trasportata al flusso ematico al momento viene definita volume linfatico al minuto (Lymph Minute Volume - LMV), è possibile affermare che se il quoziente di questi due fattori è inferiore a 1, la condizione è ancora sana. Se il risultato è superiore a 1, si forma un edema. È importante sottolineare a tale riguardo che il sistema linfatico è variabile in termini di quantità di liquido linfatico trasportato al flusso ematico. 19 Approccio convenzionale per il trattamento delle patologie linfatiche • Diuretici • Terapia di drenaggio linfatico (LDT) • Trattamento supplementare con • FANS • Antibiotici © IAH 2007 20 Il linfedema (es. linfedema che si forma nell’arto superiore in seguito ad un intervento di mastectomia) può essere estremamente difficile da trattare e, nella pratica, vengono prescritti spesso bendaggi e cicli di fisioterapia per bloccare o prevenire la formazione di un edema. Diuretici: Le “pillole dell’acqua”, benché siano apparentemente efficaci, non devono essere impiegate nei trattamenti omotossicologici del linfedema, perché le proteine e/o le tossine vengono trasportate meglio nell’acqua e l’eliminazione di questo liquido dall’ambiente extracellulare comporta l’aumento della concentrazione di omotossine. Non è una terapia causale, dato che il motivo principale della formazione di edema o del ristagno linfatico è un sistema linfatico inefficiente o compromesso. Inducendo una diminuzione dell’acqua presente negli spazi interstiziali, si crea una maggiore concentrazione del resto dei prodotti che devono essere eliminati. Si potrebbe confrontare questa situazione con il pompaggio dell’acqua da un fiume. Ne consegue che le imbarcazioni si incagliano e il trasporto si arresta! Esattamente l’opposto di quanto prevede un buon trattamento omotossicologico. Pertanto, in seguito all’impiego di diuretici, l’intossicazione si aggrava. Terapia di drenaggio linfatico (Lymph Drainage Therapy - LDT): è un metodo originale e pratico di drenaggio linfatico sviluppato da Bruno Chikly, MD (Francia). La terapia LDT, inventata a partire da una ricerca premiata sul sistema linfatico, sfrutta le tecniche tradizionali di drenaggio linfatico e aggiunge un livello di precisione in linea con le recenti scoperte scientifiche. La terapia LDT, basata sull’utilizzo della scienza esatta dell’anatomia e di processi manuali particolari, consente ai medici di rilevare alcune caratteristiche specifiche (ritmo, direzione, profondità e qualità) del flusso linfatico in qualsiasi parte del corpo umano. A questo scopo, si possono utilizzare le mani per eseguire la mappatura manuale dei vasi linfatici (Manual Lymphatic Mapping - MLM), al fine di valutare la circolazione generale e di stabilire i percorsi alternativi migliori per drenare i ristagni di liquidi corporei. I fisioterapisti lavorano con i palmi delle mani, utilizzando tutte le dita per simulare lievi movimenti ondulatori specifici. Queste manovre manuali delicate attivano la circolazione della linfa e dei liquidi interstiziali e stimolano il funzionamento del sistema immunitario e del sistema nervoso parasimpatico. In presenza di un linfedema grave e irreversibile, dovuto a uno stato di intossicazione, insorgono infiammazioni e persino infezioni in caso di un processo inadeguato di cicatrizzazione di ferite (es. in presenza di diabete di tipo II). Per questo motivo, la somministrazione ulteriore di FANS e di antibiotici potrebbe essere indicata nei protocolli di trattamento convenzionale. 20 Ricerche scientifiche sul trattamento omotossicologico delle patologie linfatiche © IAH 2007 L’importanza del sistema linfatico è enorme nell’ambito dell’omotossicologia. Il sistema linfatico è considerato come l’apparato principale di trasporto delle omotossine dall’ambiente extracellulare agli organi di disintossicazione del corpo umano. Oltre a ciò, il sistema linfatico reagisce, innescando meccanismi competenti di difesa, contro qualsiasi antigene che potrebbe essere presente nel liquido linfatico, che passa attraverso le stazioni linfatiche. Ricerche moderne hanno consentito di dimostrare gli effetti protettivi a livello cellulare di un farmaco di drenaggio linfatico, quale Lymphomyosot. 21 Therapeutic Use of Lymphomyosot – Results of a Multicentre Use Observation Study on 3512 patients [Impiego terapeutico di Lymphomyosot – Risultati di uno studio osservazionale multicentrico condotto in 3512 pazienti]. Zenner, S. et al.: Biological Therapy, Volume VIII, n. 3, 1990 © IAH 2007 22 Monitoraggio del farmaco Lymphomyosot Studio multicentrico realizzato dai Dr. Zenner e Dr. Metelmann • 3512 pazienti in totale • 264 medici sperimentatori che hanno partecipato allo studio • gruppi di tutte le età • varie durate dei disturbi • varie patologie linfatiche, con l’accento posto sul linfedema • varie forme di somministrazione • durata diversa della terapia • con o senza l’utilizzo di misure terapeutiche associate • percentuale elevata di successo del trattamento © IAH 2007 23 Nell’ambito di questo studio osservazionale, i pazienti affetti da una patologia linfatica sono stati trattati con Lymphomyosot. Le malattie erano estremamente diverse: linfatismo, linfedema, linfadenite, tonsillite, ipertrofia delle tonsille e persino abbassamento della resistenza. Sono state impiegate gocce, fiale oppure una combinazione di entrambe. Nel complesso, questo studio ha dimostrato in pratica che le linfopatie possono essere trattate con Lymphomyosot, ottenendo buoni risultati terapeutici. Sono stati osservati risultati apprezzabili persino in presenza di affezioni infiammatorie* in 2135 pazienti. *Lymphomyosot viene somministrato principalmente per il trattamento del linfedema e della tonsillite. L’impiego di questo farmaco nell’ambito del trattamento omotossicologico delle infiammazioni è dovuto all’effetto drenante prodotto sulla matrice. La presenza di concentrazioni più basse di omotossine a livello della matrice innesca l’insorgenza di reazioni infiammatorie di minore entità. 23 Terapia omotossicologica della polineuropatia diabetica. Terapia della sostanzo fondamental nei diabetici di tipo II. Dietz, Angelika-Regine. La Medicina Biologicca: 2000;18(3): 5-12 Premio Reckeweg 1999 © IAH 2007 24 Polineuropatia diabetica • Compromissione della sensibilità e della mobilità dovuta a danni a • • • carico dei nervi periferici causati dal disturbo metabolico, che all’inizio colpisce solitamente le estremità inferiori Germania: 5% della popolazione è costituita da pazienti affetti da diabete mellito non insulino-dipendente (NIDDM) Per 7/1000 pazienti con NIDDM diventa inevitabile un’amputazione Terapia attuale: Solitamente infusioni con acido alfa lipoico Misure di prevenzione: • Controllo severo della glicemia • Vitamina B • Utilizzo di apposite scarpe • Livello elevato di igiene © IAH 2007 25 La prevalenza del diabete di tipo II in Europa e nel Nord America sta crescendo ogni anno. Una delle complicanze principali di questa malattia metabolica è la polineuropatia. La disfunzione e persino la degenerazione dei nervi sono indotte da diverse vie metaboliche. Livelli troppo alti di glucosio presente nel sangue, formazione di prodotti terminali di glicosilazione avanzata (Advanced Glycosylation End Product – AGE), stress ossidativo, la via metabolica del poliolo, tutti questi fattori finiscono con il danneggiare le pareti dei vasi sanguigni, distruggere i capillari e compromettere la nutrizione delle cellule. Cronicamente, compare una condizione di ipossia cellulare, il paziente avverte dolore e si rileva una compromissione della sensibilità e della mobilità dovuta ai danni causati ai nervi. La polineuropatia insorge nelle regioni più distanti possibili dal cuore (l’effetto drenante della funzione della pompa è minimo), il che significa che colpisce le estremità inferiori, più specificatamente le dita e i piedi. In Germania, circa il 5% della popolazione soffre di diabete mellito non insulinodipendente (Non-Insulin Dependent Diabetes Mellitus - NIDDM). In 7/100 pazienti diabetici diventa inevitabile un intervento di amputazione nel corso della vita. Non esiste effettivamente un trattamento standard, ma l’impiego di acido alfa lipoico (un agente antiossidante) in infusioni rappresenta una terapia supplementare diffusa in Germania, unitamente a tutti i tipi di misure adottate per aumentare il livello di igiene (utilizzo di apposite scarpe con parte interna soffice, protezione dei piedi, …). 25 Disegno dello studio clinico • Popolazione dei pazienti: 90 soggetti con anamnesi positiva per NIDDM di ≥ 5 anni, che hanno manifestato sintomi di polineuropatia Per 8 mesi, i pazienti hanno ricevuto in aggiunta all’abituale farmaco antidiabetico: • Trattamento: Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3 (50 pazienti) (10 pazienti) (30 pazienti) 15 gocce di Lymphomyosot 2 x al giorno 15 gocce di Lymphomyosot 2 x al giorno 10 infusioni die 600 mg ciascuna di acido alfa lipoico • • • • • • 10 infusioni die 600 mg ciascuna di acido alfa lipoico Valutazione: Esame ecografico per valutare l’edema linfatico Angiografia per valutare le eventuali anomalie dei vasi sanguigni Test della sensibilità (0/8 = sensibilità minima; 8/8 = sensibilità massima) Dolore Misurazione dei livelli di HbA1c © IAH 2007 26 In questo studio clinico, 90 pazienti con un’anamnesi positiva per diabete di 5 o più anni sono stati monitorati per 8 mesi, suddivisi in 3 gruppi. Il primo gruppo ha ricevuto soltanto Lymphomyosot, in aggiunta alla terapia convenzionale già in corso. Il secondo gruppo è stato trattato con Lymphomyosot e con acido alfa lipoico, in aggiunta al farmaco convenzionale, mentre il terzo gruppo ha ricevuto soltanto l’acido alfa lipoico in aggiunta. Sono stati utilizzati parametri oggettivi per valutare l’evoluzione dei pazienti. L’esame ecografico fornisce una valutazione precisa del volume dell’edema. L’angiografia consente di effettuare una valutazione oggettiva del numero di capillari distrutti dalla malattia. Il test della sensibilità è un metodo semi-oggettivo utilizzato per misurare la sensibilità a livello cutaneo. È stata effettuata una valutazione soggettiva del dolore in base ad un’apposita scala relativa all’intensità del dolore. Sono stati misurati i livelli di AGE/HbA1. Le dosi di Lymphomyosot erano 15 gocce per 2 volte al giorno, per 8 mesi (terapia continua senza interruzioni). 26 Risultati • Lymphomyosot riduce l’edema • Lymphomyosot è superiore rispetto all’acido α lipoico nel migliorare la sensibilità • Lymphomyosot + acido α lipoico determinano il massimo miglioramento della sensibilità • Lymphomyosot attenua il dolore (assenza di dolore: 75% dei gruppi I e II) • La presenza di edema è rilevabile prima della comparsa di lesioni vascolari, allo stadio iniziale della polineuropatia © IAH 2007 27 In seguito ad un trattamento con Lymphomyosot per 8 mesi, sono stati osservati risultati apprezzabili nei gruppi che hanno ricevuto questo farmaco in aggiunta alla terapia convenzionale, rispetto al gruppo sottoposto unicamente al trattamento convenzionale (gruppo di controllo 3). L’esame ecografico ha confermato che il trattamento con Lymphomyosot riduce l’edema. È stato osservato un edema di entità minore nei gruppi trattati con Lymphomyosot, rispetto a quanto riscontrato nel gruppo che non ha ricevuto questo farmaco. Lymphomyosot ha dimostrato di essere migliore rispetto all’acido alfa lipoico nel migliorare la sensibilità e persino nella terapia di associazione (Lymphomyosot + acido alfa lipoico) il miglioramento ha evidenziato risultati massimi nel test della sensibilità. 3/4 pazienti trattati con Lymphomyosot non avvertivano più alcun dolore dopo 8 mesi. L’impiego di Lymphomyosot, ha permesso inoltre di rilevare anticipatamente la presenza di edema correlato a lesioni vascolari. 27 Ricerche di base Miglioramento dell’insufficienza epatica, indotta da tossine, grazie all’impiego di Lymphomyosot N Effetto neutralizzante sul piombo osservato in un modello epatico in vitro Prof. Rolf Gebhardt, Dipartimento di Biochimica; Università di Leipzig, Germania; risultati preliminari (non ancora pubblicati) © IAH 2007 Per valutare la capacità disintossicante di Lymphomyosot N, è stato stabilito l’effetto prodotto su epatociti esposti al piombo mediante un modello in vitro appositamente sviluppato. Gli esperimenti sono stati realizzati dal Prof. Gebhardt presso il Dipartimento di Biochimica dell’Università di Leipzig e i risultati non sono stati ancora pubblicati. Gli epatociti sono stati messi in coltura sulla superficie di una matrice extracellulare (ECM) arricchita. Tramite la diffusione attraverso l’ECM, le cellule sono state esposte a ioni piombo e sono state sottoposte a test per valutarne la vitalità dopo vari periodi di tempo. Lymphomyosot N è stato aggiunto agli epatociti durante o dopo l’esposizione ad acetato di piombo. Che ne pensate dei risultati? 28 Risultati delle ricerche di base Miglioramento dell’insufficienza epatica indotta da tossine • Lymphomyosot® N evidenzia un effetto marcato di protezione sugli epatociti esposti a ioni piombo • Lymphomyosot® N è estremamente attivo quando viene presentato durante l’intera esposizione agli ioni piombo • Lymphomyosot® N ha un effetto particolarmente potente nella fase tardiva e dopo l’esposizione agli ioni piombo Azione disintossicante di Lymphomyosot® N specialmente nella fase successiva all’esposizione al metallo pesante (piombo). © IAH 2007 29 Alla luce dei risultati emersi, Lymphomyosot N è in grado di proteggere gli epatociti contro gli effetti dannosi degli ioni piombo. In base alle condizioni sperimentali, questo farmaco è in grado di conferire in vitro una protezione pressoché totale contro l’avvelenamento. Lymphomyosot N è estremamente attivo quando viene impiegato per tutta la durata del periodo di sperimentazione, ma la presenza di questo farmaco nelle fasi tardive dell’esposizione agli ioni piombo sembra avere un’influenza particolarmente forte. I due motivi che possono spiegare tale azione sono molto probabilmente i seguenti: Lymphomyosot N può migliorare la resistenza epatocellulare e supportare la mobilitazione/il drenaggio degli ioni piombo. È necessario condurre ulteriori studi per comprendere meglio gli aspetti meccanicistici di questa protezione, ma i risultati forniscono già argomentazioni valide a favore di un’azione decisiva di protezione epatica esplicata da Lymphomyosot N. 29 Indicazioni terapeutiche di Lymphomyosot • Linfedema • Tonsillite cronica • Stato generale di debolezza immunitaria Viene impiegato spesso anche in caso di: • Post-mononucleosi (+ Engystol®) • Drenaggio della matrice extracellulare • Effetto potenziante sui farmaci di regolazione dell’infiammazione © IAH 2007 30 Lymphomyosot è impiegato principalmente per il trattamento del linfedema. Nei bambini, questo farmaco viene somministrato spesso in presenza di tonsillite e di condizioni generali di debolezza immunitaria. Omotossicologi esperti di tutto il mondo impiegano regolarmente Lymphomyosot nell’ambito del trattamento della mononucleosi e della sindrome post-virale, come un farmaco drenante per purificare la matrice extracellulare dalle omotossine accumulate e come supporto generale dell’effetto di regolazione dell’infiammazione degli immunomodulatori omotossicologici. Lymphomyosot contiene dosi infinitesimali di ioduro di ferro e, di conseguenza, deve essere impiegato con cautela nei pazienti affetti da disturbi tiroidei. 30 Caratteristiche peculiari di Lymphomyosot • ricanalizzazione senza effetto diuretico • nessun effetto collaterale noto • cautela in caso di disturbi della ghiandola tiroidea (unica limitazione) • può essere impiegato a lungo termine, eventualmente ad intervalli • nessuna limitazione in relazione all’età • compatibile con altri farmaci • assenza di interazioni note con altre sostanze o medicinali (vedi avvertenza relativa ai disturbi tiroidei) • varie forme farmaceutiche • pienamente conforme alla visione moderna dei meccanismi di regolazione del corpo umano © IAH 2007 31 Lymphomyosot ha un effetto ricanalizzante sul liquido linfatico. Drena la matrice extracellulare. Non causa effetti collaterali e deve essere impiegato con cautela soltanto nei soggetti affetti da disturbi tiroidei. Lymphomyosot è risultato sicuro, persino in seguito a trattamento continuato a lungo termine. Tuttavia, in base alle condizioni particolari del paziente, si possono stabilire intervalli terapeutici applicati allo schema di trattamento. Lymphomyosot può essere impiegato nei bambini e nei soggetti adulti, con opportuni aggiustamenti della dose. Non sono state osservate interazioni tra Lymphomyosot e qualsiasi altra sostanza o medicinale. Può essere inserito facilmente nei programmi terapeutici già in corso. Sono disponibili in commercio varie forme farmaceutiche in base all’approvazione concessa dalle autorità nei diversi Paesi. Lymphomyosot è un farmaco omotossicologico sicuro ed efficace, pienamente conforme all’approccio olistico della medicina omotossicologica. Non blocca i meccanismi di regolazione dell’organismo e, di conseguenza, è approvato come un farmaco efficace per il sistema linfatico nella maggior parte delle termografie di regolazione. Anche nell’ambito della medicina ufficiale, è risultato compatibile con i farmaci convenzionali. 31