IL GIORNALE ITALIANO DI CARDIOLOGIA INVASIVA N. 3 • 2014 RISCHIO-BENEFICIO NELLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE E TERAPEUTICHE: IMPATTO DELLE RADIAZIONI IONIZZANTI Eugenio Picano, Clara Carpeggiani Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, Pisa Riassunto Ogni anno in tutto il mondo vengono eseguiti 6 miliardi di test di immagine, e circa la metà sono esami cardiovascolari. Le Direttive della Commissione Europea sull’Imaging Medico del 2001, le Linee Guida nazionali di riferimento dell’Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali e dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicate nel 2004 e il position paper della Società Europea di cardiologia del 2014 hanno come scopo primario la riduzione degli esami di immagine richiesti in modo inappropriato e/o eseguiti con dose radiologica non ottimizzata (oggi dal 30 al 50% di tutti gli esami). Questi esami comportano spreco di risorse, allungamento dei tempi di attesa e, se eseguiti con radiazioni ionizzanti, una indebita irradiazione del paziente, con un aumento della dose collettiva della popolazione e quindi dei rischi a lungo termine. L’unità di misura dell’effetto biologico delle radiazioni è il milliSievert (mSv) con 0,02 mSv corrispondenti a una radiografia del torace in proiezione postero-anteriore. Comuni esami cardiologici come la scintigrafia cardiaca, la coronaro-CT e la coronarografia con stent coronarico corrispondono a un equivalente di dose di circa 750 radiografie del torace (15 mSv), ma con ampie oscillazioni (in base a metodica, tecnologia, protocollo e cultura dell’operatore) tra 50 e 1500 radiografie per esame (da 1 a 30 mSv). Sebbene non sia possibile una valutazione diretta dell’incidenza di cancro nei singoli pazienti sottoposti a queste procedure, il rischio stimato, ad esempio di un’angioplastica, per una popolazione di uomini di 50 anni è di circa 1 cancro su 750 esposti. Questo rischio aumenta di oltre il 35% nella donna adulta (1 cancro su 500), si dimezza nell’ottantenne (1 su 1500) e aumenta di 4 volte nel bambino <1 anno (1 su 100 nella bambina, 1 su 200 nel bambino). Rischio basso, ma non trascurabile, e cumulativo: sul conto corrente radiologico gli esami (e i rischi) si accumulano, esame si aggiunge ad esame, dose a dose e rischio a rischio. Il paziente avveduto, e il medico responsabile, non possono certo avere timore dei test con radiazioni: sono indispensabili per la diagnosi, e salvano ogni giorno la vita dei pazienti. Ma devono entrambi, paziente e medico, nutrire diffidenza verso l’irresponsabilità e la negligenza radiologica. Parole-chiave: giustificazione, ottimizzazione, responsabilità, sostenibilità, sicurezza. I costi sanitari e sociali dell’inappropriatezza diagnostica Lo spettacolare progresso delle tecnologie nel campo della diagnostica per immagini ha messo a disposizione del clinico un armamentario diagnostico sempre più diversificato, ma ciò non è stato accompagnato da una crescita di qualità e razionalità nel suo utilizzo. Indirizzo per la corrispondenza: Eugenio Picano Istituto di Fisiologia Clinica, CNR Via Moruzzi, 1 - 56124 Pisa Tel. +39 050 3152398 - Fax: +39 050 3152374 Email: [email protected] 3 IL GIORNALE ITALIANO DI CARDIOLOGIA INVASIVA L’utilizzazione impropria, senza adeguata percezione di limiti e controindicazioni di ciascuna metodica, ha portato a incrementi di spesa senza paralleli incrementi di qualità della cura. L’impiego permissivo comporta benefici sempre più marginali a fronte di costi sempre più esorbitanti e rappresenta un lusso che neanche le economie più floride sembrano potersi permettere. Appare ormai molto ben chiaro che se le nuove tecnologie vengono adoperate indiscriminatamente, l’impatto può essere minimo per molti pazienti, deleterio per altri e troppo costoso per la società(1). Le Direttive della Commissione Europea sull’Imaging Medico del 2001(2), le Linee Guida nazionali di riferimento dell’Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali e dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicate nel 2004 (3) e il position paper sulle radiazioni mediche della Società Europea di cardiologia del 2014(4) hanno infatti come scopo primario la riduzione degli esami di immagine richiesti in modo inappropriato e/o eseguiti con dose radiologica non ottimizzata (oggi dal 30 al 50% di tutti gli esami). Questi esami “comportano spreco di risorse, allungamento dei tempi di attesa e, se eseguiti con radiazioni ionizzanti, una indebita irradiazione del paziente, con un aumento della dose collettiva della popolazione” e quindi dei rischi a N. 3 • 2014 lungo termine(4). L’unità di misura dell’effetto biologico delle radiazioni è il milliSievert (mSv) con 0,02 mSv corrispondenti a una radiografia del torace in proiezione postero-anteriore. L’irradiazione diagnostica di oggi pari ad irradiazione pro-capite di circa 150 radiografie del torace per anno (Fig. 1) - è aumentata di 6 volte negli ultimi 20 anni, supera negli Stati Uniti l’irradiazione di fondo da fonti naturali ed è oggi considerata tra le principali cause ambientali di cancro(5). Piccoli rischi individuali, moltiplicati per miliardi di esami, diventano insostenibili rischi di popolazione. La dose e il rischio di comuni esami radiologici Nella pratica medica quotidiana, spesso affrettata, i rischi a lungo termine non vengono sempre pesati contro il beneficio diagnostico immediato. La Figura 2 esprime la relazione lineare, senza soglia, tra dose radiologica e danno (in rischio aggiuntivo di cancro, fatale e non-fatale). La “retta del rischio” è poi in realtà una semplificazione idealizzata su un paziente medio: per ogni data dose, il rischio varia molto in funzione dell’età (minore nell’anziano rispetto all’adulto) e del sesso (maggiore nella donna rispetto all’uomo, a tutte le età Esposizione medica pro capite per anno (mSv) 4 1 mSv = 50 Rx torace (3,0 mSv) 3 0,80 Esposizione naturale mondiale di fondo 2 Medicina Nucleare Radiologia (2,4 mSv/anno) (2,15 mSv) Radiologia convenzionale 0,21 Radiologia interventistica 0,44 Raggi cosmici Raggi terrestri Esterne (0,6 mSv) 1 1,5 CT (0,54 mSv) Inalazione (radon) Interne Ingestione 0 1987 1993 1997 2006 USA USA GERMANIA USA Fonti naturali Figura 1. La dose radiologica del cittadino medio, sestuplicata negli ultimi 20 anni. La radiologia interventistica, TC e medicina nucleare rappresentano circa il 20% di tutti gli esami ionizzanti, ma quasi il 90% della dose globale. (Mod. e aggiornato (Mettler FA 2008) da: Picano E. BMJ, 2004) (1,5) 4 NELLE Rischio di cancro RISCHIO-BENEFICIO PROCEDURE DIAGNOSTICHE E TERAPEUTICHE: IMPATTO DELLE RADIAZIONI... Le fonti di dati epidemiologici: Sopravvissuti alla bomba atomica (>80.000) Lavoratori in centri nucleari (>400.000) Pazienti con esposizioni mediche (>800.000) + 1% rischio di cancro Esposizioni a basse dosi Rischio di base 50 Modello di risposta lineare 100 150 200 Dose (mSv) Modello di risposta ormetico Modello di risposta sopralineare Figura 2. La relazione lineare tra dose e rischio. La dose cumulativa di 100 mSv (corrispondente all' extra-rischio di cancro di 1 su 100) è raggiunta da un cardiologo interventista dopo 20 anni di attività di sala come primo operatore, e da un paziente dopo circa 6 angioplastiche. (Mod. da: Picano E, et al. Eur Heart J 2014)(4) della vita). I bambini sono a rischio più alto rispetto agli adulti perché hanno cellule in divisione rapida e una maggiore aspettativa di vita al momento dell’esposizione. Per una stessa esposizione radiologica, il bambino di 1 anno ha una probabilità 3-4 volte maggiore rispetto all’adulto di 50 anni di sviluppare un cancro(6). Il rischio oncogeno è linearmente correlato alla dose, che per comuni esami cardiologici è riportata in Tabella I, ed espressa anche in multipli di radiografie del torace. La scintigrafia cardiaca, la coronaro-CT e la coronarografia con stent coronarico corrispondono a un equivalente di dose di circa 750 radiografie del torace (15 mSv), ma con ampie oscillazioni (in base a metodica, tecnologia, protocollo e cultura dell’operatore) tra 50 e 1500 radiografie per esame (da 1 a 30 mSv). La dose cumulativa soprattutto nei pazienti con cardiopatia ischemica - non raramente (in circa 1 caso su 4) raggiunge i 100 mSv (5000 radiografie del torace)(6) che corrispondono a un rischio di popolazione di un extra-cancro su 100 esposti(7). Di questi 100, 42 avranno comunque il cancro indipendentemente dall’esposizione. La totale e spensierata dipendenza dall’immagine dei nostri percorsi diagnostici, anche incoraggiata da Linee Guida specialistiche che solo di recente hanno incorporato i rischi a lungo termine nella valutazione di rischio-beneficio comparativo di varie metodiche, può portare ad esempio a ripetere in maniera seriata l’esame (TC o scintigrafia) in pazienti con una malattia benigna, come una coronaropatia cronica stabile, con dosi cumulative che arrivano fino a 5.000-15.000 radiografie del torace, per singolo paziente, per singola patologia e, a volte, per singolo ricovero(4). La consapevolezza dell’esposizione alle radiazioni mediche Il risparmio di dose è quindi un atto concreto e importante di prevenzione oncologica(1,5). Purtroppo, ancora pochi medici conoscono l’esposizione radiologica dell’esame che pure prescrivono - o addirittura eseguono al loro paziente(8). Una ragione di questa sorprendente e 5 IL GIORNALE ITALIANO DI CARDIOLOGIA INVASIVA N. 3 • 2014 TABELLA I Dosi radiologiche di riferimento di comuni esami in cardiologia Procedura diagnostica Dose (intervalli di dose) Equivalente a n. di rx torace 0,02 1 0,1 (0,50-0,24) 5 7 (2-16) 350 15 (7-57) 750 Angiografia toracica (polmonare o aortica) 5 (4-9) 250 Dilatazione occlusione coronarica cronica 81 (17-194) 4050 76-119 3800-5950 3 (1,0-12) 150 16 (5,0-32,0) 800 8 (3,5-25) 400 11,4 570 12 600 17,5 875 25 1500 27 1600 3,2 (1,3-23,9) 160 16,6 (6,6-59,2) 830 Ablazione tachicardia ventricolare 12,5 (3-≥45) 625 Terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT) 22 (2,2-95) 1100 RADIOLOGIA CONVENZIONALE Rx torace PA Rx torace PA e laterale CARDIOLOGIA INVASIVA Angiografia coronarica diagnostica Angioplastica coronarica percutanea Riparo endovascolare aneurisma toraco-addominale TC Punteggio di calcio coronarico Angiografia coronarica CT-addome MEDICINA NUCLEARE 99m Tc- tetrafosmin basale-stress (10mCi+30mCi) 99m Tc sestamibi (1 giorno) basale-stress (10 mCi+30 mCi) 99m Tc sestamibi (2 giorni) basale-stress (30 mCi+30mCi) 201 Tl basale/stress con reiniezione (3.0 mCi+1,0 mCi) Doppio isotopo (3,0 mCi Tl-201+30 mCi Tc-99m) ELETTROFISIOLOGIA Studio elettrofisiologico diagnostico Ablazione fibrillazione atriale (Da: Picano E, et al. Eur Heart J 2014)(4) sistematica sottostima è che l’informazione radiologica essenziale sulle dosi è spesso difficile da trovare e, una volta trovata, non è facile da capire, sommersa com’è in un gergo iperspecialistico di misure largamente esoteriche (milliAmpere e MegaBecquerel, millicurie e rad, dose-area product e centigray), dove niente si capisce in termini di dose e rischio(8). Eppure basterebbe dover esprimere, sempre, la dose radiologica dei test in termini di multipli di radiografie del torace, come suggerito dalla Società Europea di Cardiologia, per costringere ogni medico ad essere più cauto in ciò che prescrive, il paziente più consapevole 6 di quello che spesso egli stesso richiede e a volte pretende, ed entrambi più informati di quello che fanno, in una visione culturalmente, e anche legalmente, più sostenibile del rapporto medico-paziente(8) (Tab. II). Uso delle radiazioni ionizzanti: tempo di cambiare Per ridurre i rischi connessi alle esposizioni radiologiche in campo medico è necessario valutare con attenzione la necessità di effettuare l’esame diagnostico (principio di giustificazione, Art. 3 del Decreto Legislativo 187 del 26 RISCHIO-BENEFICIO NELLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE E TERAPEUTICHE: IMPATTO DELLE RADIAZIONI... TABELLA II Le parole del consenso informato radiologico Rappresentazione rischio radiologico Dose efficace (milliSievert) Rischio-extra di cancro Radiazione di fondo naturale Come definire il rischio Rx torace <0,1 1 su 1.000.000 Qualche giorno Trascurabile Rx cranio 0,1-1,0 Da 1 su 1.000.000 a 1 su 100.000 Qualche settimana Minimo 1-10 Da 1 su 100.000 a 1 su 1.000 Qualche mese Molto basso 10-100 Da 1 su 1.000 a 1 su 100 Qualche anno Basso Scintigrafia tiroide Angioplastica coronarica (Mod. da: Picano E, et al. Eur Heart J 2014)(4) Maggio 2000) ed avviare l’indagine in modo da assicurare che le informazioni prodotte siano ottenute con la dose più bassa possibile compatibilmente con le esigenze diagnostiche (principio di ottimizzazione, Art. 4). La buona pratica radiologica è quindi incoraggiata dalla legislazione vigente europea(9) e italiana(10), che stride con la logica diffusa di una prescrizione radiologica a tappeto ispirata anche dalla medicina difensiva. Ci sono buone ragioni anche legali per aderire a una pratica prescrittiva che cerchi di dare al paziente “l’esame giusto con la dose giusta al momento giusto”, come richiesto anche dalla Food and Drug Administration americana(11). Oggi, invece, anche negli ambienti tecnologicamente evoluti un esame su tre è inappropriato(12) e per ciascun esame la dose erogata può variare di un fattore 10, senza che nessuno - paziente, medico e istituzione - se ne preoccupi(13). Le dosi cumulative dei pazienti cardiologici ricoverati sono salite di 4 volte negli ultimi 40 anni(14). Il modo più efficace per fare prevenzione oncologica primaria in cardiologia, e soprattutto nel laboratorio di cardiologia interventistica, si concretizza in tre semplici atti: 1. richiedere solo esami appropriati con elevato rapporto beneficio-rischio, evitando esami inutili (come le TAC coronariche e le scintigrafie in soggetti sani, asintomatici, a basso rischio); 2. quando è possibile, preferire esami non-ionizzanti a quelli ionizzanti, se l’informazione ottenuta è comparabile. In sala di cateterismo, ad esempio, questo vuol dire rinunciare alla ventricolografia quando l’infor- mazione è ottenibile, e spesso già ottenuta, con l’ecocardiografia o la risonanza magnetica; 3. conoscere sempre la dose radiologica erogata, per evitare l’appuntamento al buio con la dose stessa (ancora la regola in molti ambienti cardiologici interventisti anche tecnologicamente evoluti). Prima dell’esame radiologico va conosciuta (dal medico e dal paziente) la dose di riferimento degli esami che vengono prescritti e incluso il rischio a lungo termine di cancro, proporzionale alla dose erogata, nel bilancio rischiobeneficio. Durante l’esame, il medico che lo esegue sorveglierà che la dose radiologica sia la minore possibile, compatibilmente con l’ottenimento dell’informazione diagnostica desiderata. Dopo l’esame, va registrata la dose effettivamente erogata, che va ad accumularsi sul “conto corrente radiologico” del paziente. Questo è particolarmente importante in sala di cateterismo, dove la dose per ogni singolo esame può variare di un fattore 10 (da 10 a 100 mSv) per la singola procedura (ad esempio la dilatazione di una occlusione coronarica cronica), e dove l’esposizione degli operatori può essere ridotta di 10 volte con una maggiore consapevolezza radioprotezionistica(4). Atti semplici - oggi sostenuti con il peso della più importante associazione professionale cardiologica mondiale, la European Society of Cardiology(4) - che stanno trasformando le nostre sale di cardiologia interventistica e elettrofisiologia, le corsie, i laboratori di immagine e i nostri ambulatori in posti più sicuri per medici e pazienti. 7 IL GIORNALE ITALIANO DI CARDIOLOGIA INVASIVA N. 3 • 2014 Bibliografia 1. Picano E. Sustainability of medical imaging. Education and debate. BMJ 2004;328:578-580. 2. European Commission. Radiation protection 118: referral guidelines for imaging. http://europa.eu.int/comm/environment/radprot/ 118/rp-118-en.pdf. 3. Bonomo L, Del Favero C, Pesce B, et al. Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali. La diagnostica per immagini. Linee guida. http://www.sirm.org/professione/pdf_lineeguida/linee_diag_x_img.pdf. 4. Picano E, Vañó E, Rehani MM, et al. 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