Elaborato n.1 PIANO STRUTTURALE Relazione di inquadramento generale Il territorio del comune di Campi Bisenzio ha una superficie di 28.620.000 mq. (28,62 Kmq), interamente pianeggiante, solcata da una consistente rete idrica delle acque alte (Ombrone, Bisenzio, Marinella, Marina, Garille Nuovo, Reale, Macinante, Arno) e delle acque basse (Gora Bandita, Vingone Lupo, Garille Vecchio, Acqualunga, Gavine) che ne definisce il particolare assetto morfologico, oggettivamente soggetto a rischio idraulico, data la specifica innaturalità delle acque alte, contenute forzatamente all’interno di arginature, tutte costruite dall’uomo nel corso dei secoli. Come se questa “innaturalità” non bastasse, il medesimo territorio è situato tra Firenze (ad est) e Prato (ad ovest), confinante a nord con i comuni di Calenzano e Sesto Fiorentino, a sud con il Comune di Signa e marginalmente anche con i comuni di Scandicci e Poggio a Caiano; questa particolare posizione geografica ha comportato che il territorio venisse violentemente fratturato, prima dal sistema idrico delle acque alte e durante quest’ultimo secolo, dall’autostrada A11 Firenze-Mare e dall’autostrada A1 Milano-Roma. Oggi risulta quasi impossibile concettualizzare una identità onnicomprensiva per l’intero territorio comunale, perciò nel definire la perimetrazione delle aree elementari, dovendo tenere di riferimento l’omogeneità delle aree, siamo stati costretti a definire una quantità, forse elevata, di UTOE (n.8 Unità Territoriali Omogenee Elementari), ma risultanti necessarie per dare spazio alla definizione delle specifiche identità; è anche sulla base di questa riflessione infatti che abbiamo ritenuto opportuno fare la scelta di articolare lo Statuto dei Luoghi in riferimento alle unità territoriali. Il territorio campigiano si caratterizza sempre di più come porzione dell’ampia area metropolitana fiorentino-pratese, acquisendone forti elementi di identificazione territoriale (per le infrastrutture, per gli insediamenti industriali, commerciali e residenziali, per il sistema ambientale e delle aree protette, per il sistema dei servizi), uscendo in tal modo dalla logica del “territorio attraversato”. La pluralità dei centri abitati che si è sviluppata nei secoli risulta oggi prevalentemente carente di forma, la città come organismo urbano unitario non si è mai formata; vi sono invece i diversi villaggi, a suo tempo coerenti organismi rurali, che oggi hanno perso completamente le specifiche caratteristiche di un tempo. Infatti essi, messi a contatto con la grande città metropolitana (che esiste già), hanno perso il proprio equilibrio e rischiano di essere abbandonati a se stessi, in assenza di una strategia pianificatoria che li recuperi, con la loro identità attuale, all’interno dello sviluppo inarrestabile della città metropolitana. Il Piano Strutturale che proponiamo conferma questa fondamentale strategia. I riferimenti per la elaborazione del Piano Strutturale sono stati: a)-Gli obiettivi da perseguire nel governo del territorio, in parte già definiti nella delibera programmatica approvata dal Consiglio Comunale, nel dicembre 1998, quale inizio del procedimento, con elementi per la definizione della valenza strategica e strutturale del Piano; sulla medesima relazione programmatica si è sviluppato un forte dibattito tanto che il lavoro di elaborazione del Piano Strutturale è di fatto iniziato soltanto a gennaio 2000; b)-La domanda di pianificazione, esaminata attraverso le 772 richieste presentate al 18 ottobre 2000, dai cittadini ed altri diversi operatori, nonché i suggerimenti pervenuti nelle diverse riunioni ed iniziative attivate in proposito; 1 c)-La ricognizione dei vincoli, delle previsioni del PTC e del PIT nonché delle “invarianti strutturali” in essi contenute (redazione a cura dell’ufficio urbanistica); d)-La ricognizione sullo stato di attuazione del PRG vigente (redazione a cura dell’ufficio edilizia privata) e)-Il nuovo quadro conoscitivo del territorio, implementato dalle apposite ricerche relative: 1)- alle indagini geologico-tecniche e idrauliche (Geologo Dott. Roberto Neroni); 2)- alla matrice storica (Arch. Vincenzo Giacchi); 3)- alla sensorialità urbana (Arch. Cesare Pergola); 4)- alla redazione del Piano Energetico Comunale (Ambiente Italia); 5)- al quadro conoscitivo ambientale (Agronomo Dott. GianLuca Galli); 6)- alla programmazione commerciale (Sincronpolis); 7)- alle tematiche ambientali (Arpat); 8)- alla struttura produttiva (Iris); 9)- alla mobilità (Ataf); 10)- alle reti di adduzione e di scarico(redazione a cura dell’ufficio urbanistica); f)- la costruzione del Sistema Informativo Territoriale (a cura del CED, della Techne, dell’arch. Panfilo Cionci); g)-la individuazione dei Sistemi e dei Subsistemi funzionali, infrastrutturali, insediativi, ambientali e dei servizi con relative Norme Tecniche di Attuazione (NTA) h)-la perimetrazione delle UTOE in riferimento ai sottosistemi territoriali della Piana, alle quali si farà espresso riferimento per la redazione dello Statuto dei Luoghi i)-Il sistema valutativo con gli indirizzi per le trasformazione, in riferimento al successivo Regolamento Urbanistico e all’eventuale Programma Integrato di Intervento. Sui singoli argomenti, sopra elencati, precisiamo alcune considerazioni: a) Gli obiettivi da perseguire nella gestione del territorio, definiti nella delibera programmatica, sono interamente confermati, in riferimento alle necessità di: a1)-migliorare il grado di urbanità del Comune, da ottenere attraverso una produzione qualitativa degli insediamenti, dei servizi e delle attrezzature, delle strutture relative alla mobilità, nonché di una ricomposizione unitaria dei contesti urbani oggi fortemente fratturati. La previsione di nuove o diverse centralità urbane consentirà di guidare le scelte future da inserire sia nell’ambito del Regolamento Urbanistico che nell’eventuale Piano Integrato di Intervento, con la piena valorizzazione del sistema delle permanenze. Il Piano Strutturale conferma la proiezione demografica, al 2010, per 42.000 abitanti, calcolato sulla base del trend di crescita degli ultimi anni; a2)-qualificare il ruolo metropolitano del Comune, da ottenere attraverso la forte valorizzazione delle specifiche identità dei singoli luoghi e contemporaneamente con la definizione di spazi per affermare un proprio originale “marketing” del territorio (utilizzando anche le aree 2 soggette a Programmi Complessi) per consentirvi l’ubicazione di servizi ed attrezzature di livello metropolitano, sull’esempio già consolidato per le attività industriali e commerciali e, recentemente, anche per la residenza. Anche in tal senso devono essere intese le scelte di prevedere, dopo l’oasi faunistica Stagni di Focognano e il parco fluviale in riva destra d’Arno, una terza area protetta di interesse locale per i laghi di Sant’Angelo a Lecore, nonché l’itinerario ciclabile-ambientale che ne consente prioritariamente (per la funzione strutturale) l’accessibilità; a3)-qualificare il sistema delle imprese industriali e artigianali, da ottenere attraverso una riqualificazione degli insediamenti esistenti (costruendo spazi normativi in merito), l’estensione nel territorio campigiano dell’”acquedotto industriale” di Prato, la promozione di incentivi per favorire la raccolta differenziata dei rifiuti, la costruzione delle vasche di prima pioggia, l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia, il miglioramento dell’aspetto architettonico degli edifici. Nell’ambito del recupero delle aree già compromesse della Bioter e delle Piaggiole, il Piano Strutturale costruisce l’ipotesi di localizzarvi una gamma di servizi alle imprese (compreso eventualmente i depositi di materiali edili a cielo aperto, per le ditte di costruzione già presenti nel territorio, e l’”incubatore di imprese” sul quale l’Amministrazione Comunale. ha attivato una specifica iniziativa politica); a4)-elevare la qualità della vita sociale e collettiva, da ottenere anche attraverso la forte valorizzazione del sistema associativo e di volontariato esistente, predisponendone gli spazi per ampliare le attività sociali, culturali, sportive e ricreative. Contestualmente il Piano dei tempi e degli orari potrà attivare un processo di ridefinizione della complessiva “organizzazione urbana”, in modo da salvaguardare il diritto all’autodeterminazione dei cittadini rispetto ai tempi di vita, di lavoro e di mobilità; in proposito, l’intero sistema infrastrutturale è concepito in modo da favorire la riduzione dei tempi di percorrenza per accedere dalla residenza ai luoghi di lavoro, a quelli dell’istruzione e delle cultura, a quelli dello svago. a5)-incentivare il turismo, soprattutto quello ambientalista ma senza dimenticare quello “produttivo” nei confronti di alcune attività industriali e commerciali pregiate; a tal fine potrà aiutare anche la previsione del significativo nuovo casello autostradale di “CampiOsmannoro” nonché il parcheggio scambiatore A1-FS, ubicato a nord dell’area di S. Donnino. Nello specifico il Piano Strutturale definisce ampie possibilità di recupero edilizio e, per la nuova edificazione offre consistenti possibilità di localizzare strutture ricettive e ricreative di livello urbano e metropolitano (nell’ambito delle aree soggette a programmi complessi). b)- La domanda di pianificazione, è oggetto di trattazione nell’apposito elaborato n.2, nel quale si evince la peculiarità del procedimento adottato, anche in riferimento al processo della trasparenza e della partecipazione (relazione di cui all’elaborato n.14). Abbiamo inoltre ritenuto opportuno integrare l’argomento con l’elaborato n.2.3. al fine di esplicitare la situazione immobiliare pubblica e/o di interesse pubblico oggi risultante nel territorio campigiano. Considerazioni in merito sono esplicitate nella relazione specifica n.2.0 nella quale vengono riportate: - le valutazioni rispetto alle 772 richieste di modifica del PRG vigente, pervenute al 18 ottobre 2000; - un ragionamento sul valore “immobiliare” della redazione di un nuovo PRG e la necessità di 3 costruire una strategia di pianificazione in modo da tendere alla esclusione del ricorso alle procedure espropriative per localizzare servizi ed attrezzature pubbliche, prospettando in tal modo la sperimentazione dell’”indice perequativo”; - la valutazione su una sommaria radiografia delle proprietà pubbliche o comunque di Enti che lavorano sull’interesse pubblico e collettivo. c)- La ricognizione dei vincoli ambientali, di inedificabilità e delle invarianti strutturali del PIT e del PTC, di cui all’elaborato specifico n.13.4., ha di fatto condizionato in primo luogo l’indirizzo di alcune indagini conoscitive ed in secondo luogo la necessità di chiedere la modifica delle previsioni del PTC (per le aree sensibili di cui all’art.3 della normativa, per alcuni tratti di infrastrutture e di alcune altre previsioni, secondo noi non rilevanti, elencate nell’elaborato citato), per le quali è stato definito di attivare il procedimento dell’accordo di pianificazione. L’argomento viene trattato con puntualità nell’elaborato n.13.4, e, per quanto riguarda la problematica delle “aree sensibili” del P.T.C., nell’elaborato N. 10. d)-La ricognizione sullo stato di attuazione del PRG vigente, risulta già puntualmente formalizzata nella delibera programmatica, per tutti gli aspetti relativi agli insediamenti, alle grandi infrastrutture, alla mobilità urbana, alle reti di adduzione e di scarico e agli standard urbanistici. Ad integrazione di quanto già scritto vi sono alcune precisazioni consequenziali, rispetto all’intenso lavoro ricognitivo eseguito dal personale tecnico e amministrativo del 5° Settore in merito alla gestione del PEEP, dei piani attuativi approvati, delle nuove edificazioni realizzate, degli interventi realizzati sul patrimonio edilizio esistente sottoposto a tutela, sulla gestione dei “condoni edilizi”, sommariamente riportate nell’elaborato n.13.5. e)-Il nuovo quadro conoscitivo del territorio è stato ottenuto con la complessa ricognizione operata dagli uffici comunali, di cui agli specifici elaborati; inoltre, come già definito nella delibera programmatica, con le nove ricerche tematiche relative: - alla ricostruzione storica dello sviluppo del territorio (elaborati di cui al n.3); - alle rilevazioni sull’intero territorio aperto, non solo agricolo (elaborati di cui al n.4); - alla sensorialità urbana (elaborati di cui al n.5); - alle tematiche ambientali (elaborati di cui al n.6); - al piano energetico comunale (elaborati di cui al n.7); - alla programmazione commerciale (elaborati di cui al n.8); - alle attività industriali e artigianali (elaborati di cui al n.9); - agli aspetti geologici, idrogeologici ed idraulici (elaborati di cui al n.10); - alla mobilità nel territorio comunale (elaborati di cui al n.12). Il nuovo quadro conoscitivo si è inoltre arricchito dei dati forniti: • - dal Quadrifoglio in riferimento alle quantità raccolte di RSU e al loro smaltimento, nonché ad una possibile definizione di programma strategico per la raccolta differenziata; • - dall’Enel in riferimento all’attraversamento del territorio con gli elettrodotti di alta e media tensione, fino alla ubicazione delle cabine di trasformazione per la fornitura urbana; • - dal Consiag in riferimento all’approvvigionamento e alla fornitura di acqua e gas (per quest’ultimo ad esclusione dell’area di S. Donnino) • - dalla Fiorentinagas in riferimento alla fornitura del gas-metano nell’area urbana di San Donnino; • - dalla Telecom in riferimento alla linea primaria della propria rete, fino alle centraline 4 primarie di raccordo. Tutti i dati forniti sono stati rielaborati dall’ufficio di PRG, informatizzati e riportati negli elaborati nn.13.1 e 13.2, quest’ultimo riguardante il sistema fognario esistente nel territorio, già sottoposto ad accurata rilevazione e informatizzazione definita a suo tempo. f)-La costruzione del SIT ha ricevuto un impulso, per molti versi inaspettato, in occasione dell’intero procedimento di elaborazione del Piano Strutturale, non solo in riferimento alla costruzione di un nuovo, moderno strumento pianificatorio, aggiornabile continuamente e di facile operatività, ma anche idoneo nel prospettare un modo diverso di gestione del territorio che, di fatto consentirà di riprogettare il modo di lavorare dell’intera macchina tecnico-amministrativa del Comune. Nel merito sono stati redatti due elaborati (nn.11.1 e 11.2) rispettivamente dal consulente esterno (appositamente incaricato per la materia) e dal CED comunale. Tutti gli elaborati redatti dall’ufficio speciale di PRG sono stati resi informatizzati a cura dell’arch. Cionci. g)-La individuazione dei sottosistemi territoriali e dei sistemi e subsistemi funzionali è stata operata da una parte tenendo presente l’inquadramento territoriale del Comune di Campi Bisenzio, ovvero la situazione esistente nell’area metropolitana e gli elementi infrastrutturali storici qui quali sono nati e si sono sviluppati gli insediamenti, nel secondo caso la definizione dei sistemi e sottosistemi funzionali è stata operata tenendo presente la scelta metodologica di costruire su di essi le Norme Tecniche di Attuazione. Il lavoro sull’argomento ha prodotto la definizione di quattro sistemi, ciascuno dei quali articolato in sei sottosistemi profondamente relazionati tra loro. Riportiamo una schematica descrizione dei sistemi e sub-sistemi individuati: g.1.)-Il sistema funzionale infrastrutturale, per la caratteristica fondamentale del territorio “attraversato” è quello che contiene la maggiore problematicità in riferimento alla situazione esistente. Il Piano Strutturale, anche sulla base della specifica ricerca svolta sulla mobilità, di cui all’elaborato n.12, prefigura essenzialmente una radicale gerarchizzazione delle strutture esistenti e di quelle di nuova previsione, tutte sottoposte a verifica nell’ambito degli “scenari” di cui all’elaborato citato. Il sistema infrastrutturale non conteneva inizialmente alcune grandi infrastrutture delle quali occorre oggi prendere atto, a seguito della discussione avviata con Provincia e Regione. Trattasi: 1) della prosecuzione della circonvallazione sud verso il territorio sestese, per costruire una diversificazione rispetto alla Provinciale Lucchese ma anche per consentire l’accesso al nuovo casello autostradale, ipotizzato sull’A1 e per il quale è già stato completato uno studio di fattibilità; 2) della prosecuzione della linea ferroviaria (ma si potrebbe trattare di tranvia) da San Giusto verso Prato Sud (soluzione richiesta dalla Regione) e verso Signa (soluzione richiesta dalla Provincia), al fine di completare la rete nel territorio metropolitano oltre le previsioni del PTC; 3) del collegamento Signa-Prato, ovvero del raccordo della Firenze-Livorno con l’Interporto di Gonfienti nei pressi della quale struttura vi è la Mezzana-Perfetti Ricasoli; lo studio di fattibilità ipotizza la soluzione del project financing a pagamento e quindi quella di una struttura autostradale. Per le tre strutture il Piano Strutturale definisce soluzioni di tracciato il meno invasive possibile sul territorio evitando di peggiorare la situazione del territorio attraversato nel rispetto delle 5 caratteristiche morfologiche e ambientali della piana. Il sistema è stato articolato in sei sottosistemi prioritari: g.1.1.)-Il sottosistema delle linee ferroviarie e delle stazioni metropolitane comprende tre direttrici; quella della Firenze-Prato con le stazioni di Calenzano e di Pratignone, in parte già attive, ricadenti nel territorio del Comune di Calenzano con il quale sono stati presi opportuni contatti per coordinare soluzioni di ottimizzazione dell’accessibilità dal territorio campigiano, soprattutto per gli addetti alle attività industriali, artigianali e commerciali della zona nord . La seconda direttrice esistente è la Firenze-Empoli-Pisa con stazione a San Donnino, recentemente oggetto di progettazione esecutiva, da parte dell’Italfer, per la sua completa modernizzazione che prevede anche la contestuale realizzazione di un nuovo ponte pedonale sull’Arno al fine di favorirne l’accesso anche al centro abitato di Badia a Settimo di Scandicci. Il Piano Strutturale prevede, in riferimento all’area della stazione ferroviaria, uno specifico programma complesso per il quale prefigura un consistente e qualificante recupero edilizio ed ambientale. La terza direttrice è quella più innovativa e riguarda la Firenze-Aeroporto-Osmannoro-Campi, già realizzata per gran parte, in corso di progettazione esecutiva il tratto finale dalle Officine Ferroviarie a Campi, recentemente finanziato per 80 mld. Il programma delle ferrovie prevede che l’intera struttura possa entrare in esercizio nel 2004. La nuova linea ferroviaria risulta di grande importanza per il territorio campigiano, almeno per tre motivi: • - la linea consente l’accesso veloce sia verso Firenze che verso Prato (nel caso di prosecuzione verso Prato sud); • - la struttura consente l’accesso anche all’eventuale tranvia, in corso di definizione per la città di Firenze (la linea n.2, da Piazza Beccaria al Duomo e poi all’Aeroporto, nei pressi del quale dovrebbero essere realizzate le rampe per accedere alla sede ferroviaria); • - la frequenza delle corse sarà elevata, al fine di soddisfare la domanda proveniente dal parcheggio scambiatore previsto all’intersezione della ferrovia con l’autostrada A1 (opera già prevista nel progetto della 3a corsia) e ciò renderà la nuova linea più conveniente e competitiva, rispetto all’auto privata, per accedere a Firenze. Le linee ferroviarie sopra descritte, ad esclusione della stazione di via Palagetta, generano il vincolo di assoluta inedificabilità per una fascia di mt.30 dal binario esterno di ogni lato. g.1.2.)- Il sottosistema delle autostrade e dei relativi caselli comprende le autostrade A1 (nella versione progettuale contenente la 3a corsia) ed A11, i rispettivi caselli di Calenzano e Prato-est, il raccordo delle due autostrade, con relativo centro direzionale (Direzione di Tronco) di via di Limite, il parcheggio scambiatore dell’Osmannoro con l’ipotesi del nuovo casello. Le problematiche relative al sottosistema sono quasi interamente affrontate nell’ambito del progetto di 3acorsia, tuttavia il Piano Strutturale pone la necessità di un migliore inserimento ambientale delle strutture, sia per quanto riguarda il rumore che l’aspetto visivo, argomenti che, insieme a quello del piccolo nucleo abitato di via di Limite, potranno trovare risoluzione nell’ambito del rapporto tra il Comune e la 6 società Autostrade. Permane nel Piano Strutturale la definizione delle fasce di rispetto di mt.60 dal piede della scarpata, in entrambi i lati; permane altresì, per una fascia di mt. 300 dalla mezzeria e su entrambe i lati, il vincolo ambientale di cui alla ex legge 1497/39. La fascia dei 60 mt avrà una specifica destinazione d’uso che sarà definita nel Regolamento Urbanistico, non potrà essere edificata e dovrà, per quanto non agricola, essere sistemata a verde pertinenziale, con alberature di alto fusto, a “pronto effetto”. Il Piano Strutturale contiene inoltre la soluzione dell’Autostrada Signa-Prato, sottopassante l’area dell’Indicatore, adiacente la Circonvallazione Ovest del Capoluogo che è anche variante alla Statale 325, nonché adiacente il tracciato della tranvia da San Giusto a Prato Sud; essa, in effetti contribuisce a creare un corridoio infrastrutturale di primaria importanza nella piana fiorentina. La medesima arteria sebbene realizzata nella soluzione “autostradale” sarà del tipo “B”. g.1.3.)-Il sottosistema delle strade extraurbane principali di tipo “B” comprende la MezzanaPerfetti Ricasoli (1°lotto realizzato, 2° e 3°, lotti già progettati e di prossima realizzazione). Per questo sistema di strade, la fascia di rispetto non edificabile, fuori dal perimetro dei centri abitati è di mt.40; la fascia compresa invece all’interno del perimetro del centro abitato, di mt. 30, avrà una specifica destinazione d’uso da prevedere nel Regolamento Urbanistico, non potrà essere edificata e dovrà essere sistemata a verde pertinenziale, con alberature di alto fusto, a “pronto effetto”. Il sottosistema comprende altresì la bretella “Signa-Prato”. g.1.4.)-Il sottosistema delle strade extraurbane secondarie di tipo “C”, comprende il “ring”-anello viario intorno alla centro abitato del capoluogo, la statale Pistoiese 66 e le “corde” di raccordo del “ring”, verso nord, alla Mezzana Perfetti Ricasoli (sono il tratto della bretella Signa-Prato e la via Allende), verso sud, alla statale 66 (sono il tratto della statale 325, dall’Indicatore alla rotonda della circonvallazione sud, e il tratto della bretellina di San Piero a Ponti, dalla rotonda di San Donnino a quella sulla circonvallazione sud); verso est, la prosecuzione della circonvallazione sud verso l’Osmannoro di Sesto, anche per raccordo al nuovo casello autostradale sull’A1; fanno inoltre parte del sottosistema: il tratto della Provinciale Lucchese nei pressi del Ponte di Maccione e la prosecuzione della circonvallazione Nord verso il Macrolotto 2 di Prato. La fascia di rispetto non edificabile, fuori dal perimetro dei centri abitati è di mt.30; la fascia compresa invece all’interno del perimetro del centro abitato, di mt.20, avrà una specifica destinazione d’uso da prevedere nel Regolamento Urbanistico, non potrà essere edificata e dovrà essere sistemata a verde pertinenziale, con alberature di alto fusto, a “pronto effetto”. Particolarmente importante, in questo sottosistema, è la valenza del “ring”, equivalente alle cinte dei romani, quasi in continuità con l’antica centuriazione presente nel territorio, che definisce volontariamente una “...forma deliberata, destinata ad essere l’involucro d’una città” (Le Corbusier). Esso tende a prefigurare un nobile scenario della città efficiente, “...possibile trasposizione d’un intento utilitario su un più alto piano formale o lirico” (Le Corbusier). Esso tende a lanciare alle generazioni future un ottimistico messaggio che parla di coraggio, di audacia, di modernità e di efficienza, rispetto all’uomo inserito nel proprio ambiente, specifico della sua esistenza e della sua attività. Sul “ring” l’Amministrazione Comunale imposterà una strategia di ammodernamento delle reti di adduzione e di scarico, nonché di localizzazione dei servizi e delle attrezzature di livello metropolitano. 7 g.1.5.)-Il sottosistema della grande viabilità pedonale e ciclabile, comprende l’anello interno del “ring” che risulta in parte già realizzato (circonvallazioni sud e nord), in parte di nuova previsione urbanistica. Una seconda pista pedonale-ciclabile di circa 30 Km rappresenta un vero e proprio itinerario ambientale che a partire dalle tre stazioni ferroviarie di Calenzano, San Giusto e San Donnino, si interseca in più punti con il “ring” e raggiunge le aree di maggior pregio ambientale (le aree protette di Focognano, di Sant’Angelo a Lecore e dell’Arno, il parco fluviale del Marinella e quello del Marina), tutti in massima parte esistenti, in quanto realizzati in quest’ultimo decennio. L’itinerario ambientale non è una nuova strada, esso coincide in gran parte con le strade vicinali o comunali esistenti e dovrà essere privo totalmente di barriere architettoniche. Il Regolamento Urbanistico definirà nel dettaglio i tratti urbani dei percorsi pedonali e ciclabili da raccordare al sottosistema descritto e le caratteristiche tipologiche del medesimo. g.1.6.)-Il sottosistema delle strade urbane generatrici di sistema, comprende sette assi prioritari sui quali sarà impostato il disegno urbano del Regolamento Urbanistico: • • • • • • • A)-l’asse della zona industriale nord, identificabile con le attuali vie F.lli Cervi e Eistein; B)-l’asse urbano, prevalentemente residenziale, coincidente con la declassata SS 325, dalla rotatoria con la circonvallazione sud a Capalle, compreso via San Quirico; C)-l’asse urbano, prevalentemente residenziale, coincidente con via Cetino, via Palagetta, via San Giusto e via Della Crescia; D)-l’asse urbano del Capoluogo comprende Via Roma, Via Santo Stefano, Via Bruno Buozzi ; E)-il nuovo asse urbano, innestato alla SS.66, con opportune rotatorie, in corrispondenza di via Crocicchio dell’Oro e nel tratto compreso tra i due fossi Vingone e Dogaia, che si sviluppa all’interno del centro abitato di Sant’Angelo a Lecore; F)-il nuovo asse urbano, innestato alla SS.66, con opportune rotatorie, in corrispondenza di via Fra Guittone e via F.lli Bandiera, che si sviluppa all’interno del centro abitato dell’Indicatore-Gorinello-San Piero a Ponti; G)-gli assi urbani storici del centro abitato di S. Donnino, ovvero le attuali via Trento e via Pistoiese. Per i suddetti assi viari la strategia del Piano Strutturale è quella di prefigurarne una complessiva riqualificazione sia per le caratteristiche tipologiche che per la particolare cura degli arredi, dei prospetti degli edifici che vi si affacciano e delle loro destinazioni d’uso, che dovranno essere, ad esclusioni di quelle esistenti, non residenziali al piano terra. g.2.) - Il sistema funzionale insediativo comprende tutti gli edifici costruiti nelle diverse epoche storiche sull’intero territorio comunale nonché le aree situate all’interno del perimetro dei centri abitati, sia delle zone residenziali che produttive industriali e commerciali. La strategia complessiva del Piano Strutturale, oltre alla tutela delle permanenze, è quella della valorizzazione e riqualificazione degli insediamenti, che vengono considerati quale “capitale-manufatto” da valorizzare con priorità rispetto alla nuova edificazione. Esso è articolato in sei sottosistemi: g.2.1.)-Il sottosistema delle permanenze comprende i cinque centri storici di Capalle, Santa 8 Maria-Santo Stefano, San Piero a Ponti, San Cresci e San Donnino, già oggetti di approfonditi studi disciplinari, conoscitivi e progettuali, formalmente contenuti nei piani attuativi vigenti ed interamente recuperati nel presente PRG, salvo piccole correzioni di errori materiali e di riperimetrazioni, necessarie sulla base di verifiche eseguite da parte dell’ufficio edilizia privata, nell’ambito della operatività quotidiana ultra decennale. Nel merito va evidenziato che le richieste dei cittadini, per modificare la disciplina sul patrimonio edilizio ricompreso all’interno dei perimetri dei suddetti centri storici, non sono stravolgenti e, in buona parte dei casi, le istanze sono accoglibili. Il Piano Strutturale, ove sono perimetrati i centri storici, conferma la normativa del PRG vigente salvo ulteriori approfondimenti da definire nell’ambito del Regolamento Urbanistico, sia per la disciplina degli interventi sul patrimonio edilizio esistente (applicazione della L.R. 52/98) che per la sistemazione delle pertinenze, nonché la riqualificazione delle aree pubbliche. Il sottosistema delle permanenze comprende altresì n.600 elenchi di edifici di cui alla L.R. 59/80, raggruppati in n.281 areali, esattamente localizzati nella cartografia del Piano Strutturale, già oggetto di apposito provvedimento urbanistico ancora oggi vigente nel PRG. Il Piano Strutturale ne conferma la strategia e l’indirizzo, salvo ulteriori approfondimenti, compresa la riperimetrazione degli areali, in alcuni casi necessaria, da definire nell’ambito del Regolamento Urbanistico, anche al fine di escludere i nuovi edifici costruiti in prossimità degli areali stessi. Il Piano Strutturale propone inoltre di escludere dalla tutela il complesso produttivo dell’Ausonia, in quanto incompatibile con la necessità di bonifica dell’intera area per la quale risulta indispensabile demolire interamente le strutture edilizie esistenti. g.2.2.)-Il sottosistema dei tessuti unitari e delle architetture recenti comprende quasi totalmente le aree definite, nella microzonizzazione del PRG vigente, in “B01 di conservazione del vecchio tessuto urbanistico ed edilizio”, in “B02 di conservazione architettonicoambientale di formazione recente”, salvo piccole variazioni di perimetrazione e di normativa, al fine di accogliere le richieste, prevalentemente funzionali, pervenute da parte dei cittadini, e comunque compatibili con la strategia complessiva di conservazione contenuta nel Piano Strutturale. Esso comprende anche gli edifici di recente costruzione che sebbene privi di riferimenti al tessuto urbanistico, sono fortemente caratterizzati architettonicamente e perciò possono essere meritevoli di tutela per evitarne alterazioni radicali con interventi edilizi successivi (il Piano Strutturale propone in questo caso di adottare il criterio dell’”opera d’arte” assegnata specificamente all’edificio di che trattasi, che sarà esattamente identificato e descritto, con idonea scheda, nell’ambito del Regolamento Urbanistico). g.2.3.)-Il sottosistema dei manufatti con valore documentario comprende tutti quegli elementi fisici, non definibili con gli edifici, che costituiscono riferimento per l’identificazione delle diverse comunità, per la storia delle trasformazioni territoriali, ed in quanto tali sono elementi emblematici e testimoniali degli avvenimenti più significativi delle singole realtà territoriali. Esso si articola in: • A)-Le edicole, i tabernacoli, i crocifissi ed altri elementi religiosi collocati nel territorio; • B)-Alcuni tratti di strade vicinali e poderali, di fossi campestri, corsi idrici, ecc. coincidenti con parti dell’antica centuriazione romana; • C)-Opere idrauliche, di regimazione ed altro, realizzate nel corso dei secoli, che 9 costituiscono significativa testimonianza dell’antropizzazione della campagna. Per ciascuna classe di elementi, il Regolamento Urbanistico conterrà riferimenti cartografici e schedatura, nonché norme per disciplinarne il mantenimentoconservazione. g.2.4.)-Il sottosistema delle aree edificate trasformabili comprende tutte le zone, ricadenti all’interno del perimetro dei centri abitati, che necessitano di specifica riqualificazione ambientale ed urbanistico-edilizia come indicativamente sarà riportato nel Regolamento Urbanistico. Rispetto al PRG vigente, che contiene già un’analisi molto dettagliata del patrimonio edilizio esistente, il sottosistema coincide, di massima, con le sottozone “B03di conservazione tipologica-ambientale”, con le sottozone “B1-di sostituzione edilizia a pari volume”, con le sottozone “B2-di completamento...”, con le sottozone “B3-di ristrutturazione urbanistica”. Per questo sottosistema in particolare varrà l’indirizzo strategico del Piano Strutturale relativo ad eventuali premi volumetrici, quale incentivo da specificare nel Regolamento Urbanistico per gli interventi di ristrutturazione edilizia ed urbanistica, compreso quindi la nuova edificazione in sostituzione di quella esistente, relativamente : • -all’adozione di tecnologie e sistemi costruttivi idonei per il contenimento dei consumi energetici, compreso l’utilizzazione delle fonti rinnovabili (+4% della volumetria interessata dall’intervento); • -alla realizzazione di particolari cisterne da collocare nelle aree pertinenziali per il contenimento delle acque di prima pioggia (+2% della volumetria interessata dall’intervento); • -alla creazione, in spazi condominiali o di altre strutture idonee per favorire la raccolta differenziata dei RSU (+2% della volumetria interessata dall’intervento); • -al forte miglioramento della qualità architettonica degli edifici (+2% della volumetria interessata dall’intervento). In nessun caso la maggiorazione del volume, rispetto a quanto consentito nella sottozona urbanistica, e comunque ad esaurimento di quest’ultima, potrà superare il 10% della volumetria interessata dall’intervento edilizio. g.2.5.)-Il sottosistema degli ambiti strategici da assoggettare a Programmi Complessi rappresenta nel Piano Strutturale quello a più forte contenuto strategico, in quanto: A) - le proposte di insediamento sono da assoggettare ai criteri definiti nel sistema valutativo sulla trasformabilità del territorio (formale elaborazione della scheda predisposta); B) - la specifica concertazione, che dovrà essere formalmente adottata per ciascuna di esse, da inserire eventualmente nel Piano Integrato di Intervento, dovrà contenere: • l’obbligo della cessione gratuita al Comune delle aree a destinazione pubblica nell’ambito di una politica specifica in applicazione dell’indice perequativo; d’altronde già Tony Garnier nel 1900 proponeva che il suolo urbano diventasse interamente di proprietà pubblica, per destinarlo alle attrezzature comunitarie, a vantaggio di tutti gli abitanti; in questo caso si propone una soluzione mediata che di fatto risulta già attuata nella maggior parte dei piani attuativi formalmente approvati negli ultimi anni; • la realizzazione, per una parte della volumetria potenziale dell’area disponibile, di servizi ed attrezzature di interesse comune private da convenzionare; per una parte ad altra destinazione d’uso comunque diversa dalla residenza (commerciale, direzionale od 10 • • • • artigianale compatibile con la residenza) e l’impegno a non riconvertire tale volumetria all’uso residenziale se non espressamente consentito da un nuovo Piano Strutturale; per una parte dell’indice territoriale si consente la destinazione residenziale; l’obbligo ad adottare tecnologie e sistemi costruttivi idonei per il contenimento dei consumi energetici, compreso l’utilizzazione delle fonti rinnovabili; l’obbligo alla realizzazione di particolari cisterne per il contenimento delle acque di prima pioggia; l’obbligo alla creazione, in spazi condominiali, di strutture idonee per favorire la raccolta differenziata dei RSU; l’obbligo a motivare, in riferimento al contesto urbanistico e ambientale, la qualità architettonica dei nuovi edifici. Tutti gli argomenti di cui sopra sono esclusivi per consentire l’edificazione delle aree. Per quelle ove risulta ammissibile la destinazione residenziale, la parte destinata a residenza dovrà essere limitata alla capacità volumetrica complessiva delle aree, e dovrà essere ubicata in prossimità degli edifici residenziali esistenti, ad una adeguata distanza dal “ring” che sarà definita nel Regolamento Urbanistico. L’area perimetrata come Programma Complesso dovrà essere assoggettata ad un indispensabile progetto d’insieme. Il primo progetto d’insieme delle suddette aree è dato dal disegno urbanistico del Regolamento. g.2.6.)-Il sottosistema delle aree produttive è molto articolato e con specifiche definizioni zonali; esso comprende le aree industriali-artigianali e solo in parte commerciali, ubicate prevalentemente all’interno delle aree di analisi nn.2, 3, 4, 5, 6, 7, 14, 16a, 20a, 20b, 25 e 28, ma spezzoni di aree produttive sono anche all’interno dei centri abitati di cui alle aree di analisi nn.15, 18, 19, 21, 22, 26, 27. La specifica ricerca in merito, condotta dall’Iris, di cui all’elaborato n.9, evidenzia la peculiarità del territorio campigiano in merito all’ubicazione delle attività industriali esistenti, molto consistenti sia nelle zone industriali che nelle zone prevalentemente residenziali. Il sottosistema contiene in sé una delle problematiche che costruisce strategia all’interno del Piano Strutturale: rilocalizzare tutte le attività produttive che oggi (alla luce delle nuove normative) risultano incompatibili con la residenza circostante; a ciò sono finalizzate le previste aree industriali da attivare con altrettanti Programmi Complessi. In particolare: • l’area industriale ubicata nell’area di analisi n.7 potrà essere attivata solo con la concertazione per localizzarvi imprese e attività industriali qualificanti, nel rispetto del disegno urbanistico del Regolamento od altro di più elevata potenzialità qualitativa; • l’area produttiva identificata con il n. 16a potrà essere attivata quale centro di riferimento e servizi di imprese (dai depositi di materiale a cielo aperto per le imprese edili all’incubatore di imprese), nonché ad altre attività produttive significative per il territorio. Per il sottosistema delle aree produttive, il Piano Strutturale non prefigura alcuna iniziativa pubblica ed in tal senso non contiene le previsioni di PIP, del PRG vigente, non attuate. g.3.) - Il sistema funzionale ambientale è esteso all’intero territorio comunale, urbanizzato e agricolo, con riferimenti specifici agli aspetti materiali ed immateriali. Per la sua 11 particolare problematicità, sono state attivate delle opportune ricerche conoscitive: A)- per il territorio aperto, sono di riferimento gli elaborati sull’assetto vegetazionale, sull’uso del suolo, sulle aree verdi e gli alberi monumentali, sulle emergenze ambientali, sul grado di naturalità del territorio, sulla situazione faunistica, di cui all’elaborato n.4; • B)- per la vivibilità delle aree urbane, sono di riferimento gli elaborati sulla “sensorialità” di cui al n.5; • C)- per le caratteristiche ambientali più generali di aria, acqua e suolo, sono di riferimento quanto riportato negli elaborati di cui al n.6; • D)- per le problematiche relative ai consumi energetici, sono di riferimento quanto contenuto negli elaborati di cui al n.7; • E)- per gli aspetti geologici, idrogeologici ed idraulici, sono di riferimento gli argomenti sviluppati negli elaborati di cui al n.10. Nell’insieme le cinque ricerche svolte consentono di definire una contabilità territoriale delle risorse ambientali e costituiscono le conoscenze peculiari sullo stato dell’ambiente finalizzato alla redazione del Piano Strutturale. Esso consente di individuare gli obiettivi prestazionali dei nuovi insediamenti al fine di mantenere e/o incrementare la qualità ambientale descritta nelle ricerche, nelle quali vi sono i dati per definire il Budget Ambientale Locale (B.A.L.), basato sulle seguenti risorse: suolo, acqua, aria, condizioni microclimatiche, patrimonio culturale, fauna e flora, aree e beni di rilevanza ambientale, insediamenti esistenti, fattori socio-economici. I dati minimi necessari ( core set ), in riferimento alle singole voci, sono stati forniti da: • -qualità delle acque superficiali del reticolo idraulico, ricerca espletata dall’Arpat; • -acque sotterranee e pozzi, ricerca del geologo Dott. Roberto Neroni; • -consumi idrici, civili e industriali, dati forniti dal Consiag e ufficio ambiente; • -sulla rete acquedottistica, dati Consiag; • -sulla rete fognaria, dati ufficio lavori pubblici; • -sull’impianto di depurazione di S. Colombano, dati dell’ufficio ambiente; • -sulle emissioni industriali ed urbane nell’aria, dati Arpat; • -sull’inquinamento acustico, dati dell’ufficio ambiente del Comune; • -sull’energia industriale e civile, dati Enel; • -sui rifiuti di origine industriale, urbana, sulla raccolta differenziata e l’impianto di • smaltimento, dati del Quadrifoglio; • -sull’idrologia (con carta del rischio idraulico) e idrogeologia (acquiferi), geologo Neroni; • -sul sistema vegetazionale, fauna e uso del suolo, discariche abusive, agronomo Galli; • -sui siti da bonificare, dati Arpat; • -sulle aziende insalubri di 1° e 2° classe, dati ufficio ambiente del Comune; • -sulle aziende a rischio di incidente rilevante, dati Arpat; • -sulle radiazioni non ionizzanti, dati Arpat. • Gli indicatori, che saranno definiti nel Regolamento Urbanistico, dovranno essere articolati nel modo seguente: a)- Indicatori di Stato, quali le condizioni di naturalità, le concentrazioni di inquinanti, la eventuale perdita di biodiversità. b)- Indicatori di Pressione, quali i consumi di risorse, le emissioni inquinanti, gli scarichi, 12 la produzione di rifiuti, la contaminazione dei suoli; c)- Indicatori di Risposta, quali tutte le tipologie di intervento pubblico, dal monitoraggio alla prevenzione, ai sistemi di risparmio e di smaltimento, agli incentivi, alla diffusione delle tecnologie pulite. Anche il sistema funzionale ambientale è stato articolato in sei sottosistemi: g.3.1.)-Il sottosistema idrico, comprende i corsi idrici delle acque alte (Ombrone, Bisenzio, Marinella, Marina, Nuovo Garille, Reale, Macinante, Arno) nonché i corsi idrici delle acque basse (Gora Bandita, Vingone Lupo, Garille Vecchio, Acqualunga, Gavine), tutti inseriti nell’elenco delle “acque pubbliche” contenuto nel PIT regionale e per i quali sono in vigore i vincoli e le direttive di cui all’ex delibera CRT 230/94 oltre a quelli di totale inedificabilità di cui al RD del 1904; per la parte vincolistica si rimanda all’elaborato grafico specifico n.13.4. Del sottosistema idrico fanno parte altresì le aree destinate a cassa di espansione idraulica, ed infine i pozzi che alimentano l’acquedotto comunale e per i quali sono definite le relative fasce di rispetto. Gli argomenti relativi al sottosistema idrico, ad esclusione della parte vincolistica, sono trattati negli elaborati di cui al n.10. g.3.2.)-Il sottosistema dei parchi, comprende l’area protetta di interesse locale (ANPIL) di Focognano con la previsione dell’estensione del perimetro per comprendere altre aree adiacenti, la porzione del parco fluviale dell’Arno (sul quale la Provincia ha attivato il procedimento di Area Naturalistica Protetta di Interesse Locale), l’area denominata Stagni di Focognano con la previsione dell’estensione del perimetro per comprendere altre aree e l’area denominata “Crocicchio dell’Oro” (per la quale sarà attivato il procedimento di ANPIL da parte del comune), alcune aree adiacenti i corsi idrici delle acque alte, le aree ricomprese nella porzione di Parco Centrale Metropolitano di cui allo Schema Strutturale dell’area Firenze-Prato-Pistoia ricompreso nel PIT regionale. Gli argomenti conoscitivi relativi al sottosistema dei parchi sono prevalentemente trattati nell’elaborato n.4. g.3.3.)-Il sottosistema delle aree di particolare rilevanza naturalistica, sono quelle individuate nella ricerca conoscitiva di cui al citato elaborato n.4; esse possono essere ricomprese all’interno delle aree destinate a parco, delle aree agricole, del verde urbano pubblico e privato e costituiscono un sottosistema trasversale che conferma in maniera tangibile la continuità del “verde”, dalle aree agricole a quelle urbane, coinvolgendo aree pubbliche e private che sono opportunamente identificate. Fanno parte del sottosistema gran parte delle aree a media, alta e notevole naturalità di cui alla ricerca citata. g.3.4.)- Il sottosistema delle aree agricole, comprende tutte le aree agricole, la cui disciplina è definita in applicazione della L.R. 64/95 e successive integrazioni e modifiche. Esso comprende anche le aree da destinare agli orti urbani e all’orto-vivaismo, come da indicazioni contenute anche nell’elaborato n.4. g.3.5.)- Il sottosistema del verde urbano, comprende tutte le aree di verde pubblico attrezzato esistenti e quelle più significative di progetto in quanto tendono a completare il sottosistema o sono specificamente finalizzate alla funzionalità intrinseca del sistema. Fanno parte altresì di questo sottosistema le aree verdi private esistenti che, per le loro specifiche caratteristiche, assumono particolare rilevanza all’interno dell’ambiente 13 urbano, come viene rilevato nell’apposita ricerca conoscitiva n.4. Ulteriori aree di verde urbano saranno definite nell’ambito del disegno urbanistico del Regolamento. g.3.6.)- Il sottosistema delle caratteristiche sensoriali dei contesti urbani è definito sulla base della ricerca conoscitiva di cui all’elaborato n.5. Esso definisce i diversi aspetti immateriali della città, di quella “visiva”, di quella “sonora”, di quella “degli odori”, di quella “del tatto”. La metodologia adottata per l’acquisizione dei dati, in applicazione di quanto indicato nella Delibera Programmatica, ha consentito, tra l’altro di differenziare il grado percettivo in riferimento agli anziani, ai giovani, ai bambini. Inoltre la ricerca, il riferimento al carattere comunicativo della città, ha consentito di costruire una significativa definizione della città “molesta”, di quella “socievole”, di quella “ludica”, di quella “operosa”, di quella “metropolitana” e di quella “tradizionale”. L’emblematica differenziazione dei risultati, anche in riferimento a singole parti del territorio, ha costituito una delle principali fonti conoscitive per la elaborazione dello Statuto dei Luoghi. g.4.) - Il sistema funzionale dei servizi comprende, ad esclusione delle strutture relative alla mobilità, facenti parte dello specifico sistema infrastrutturale e oggetto di una separata e specifica trattazione negli elaborati di cui al n.12, l’insieme dei servizi che consentono di far funzionare la città, nel suo complesso. Nella trattazione dell’argomento abbiamo adottato alcune scelte prioritarie che esplicitano anche le strategie che sono alla base del Piano Strutturale: A)- il riconoscimento e quindi la piena valorizzazione delle strutture private esistenti che offrono servizi alla comunità e che, per le specifiche condizioni convenzionate o da convenzionare con il Comune, ricevono i contributi di cui alla L. R n.41/84 ( 7% ed 8% degli oneri concessori della secondaria, rispettivamente ai circoli e alle strutture religiose); B)- il recupero, da parte del Comune, della progettualità pubblica delle reti, quali parti essenziali del sistema urbano, anche se la loro realizzazione e gestione è delegata a strutture consortili e/o società private; C)- la predisposizione nel Piano Strutturale di aree e spazi normativi idonei e funzionali per favorire (con opportune iniziative di marketing del territorio) la localizzazione, nel comune di Campi Bisenzio, di servizi ed attrezzature pubbliche e private di livello metropolitano; le infrastrutture di trasporto pubblico, già in corso di realizzazione, consentono di fatto oggi di affermare quel policentrismo nell’area metropolitana che fu alla base dello Schema Strutturale predisposto dalla Regione Toscana. La suddetta politica di marketing potrà oggi essere arricchita dalle nuove forme di realizzazione delle opere pubbliche di cui alla legge “Merloni ter” e dalle occasioni offerte nelle azioni CEE per le quali il Comune di Campi Bisenzio è stato confermato nell’ob.2 anche se in “fasing-out “ Il sistema dei servizi si articola in sei sottosistemi: g.4.1.) - Il sottosistema delle reti di adduzione è stato riportato esplicitamente nell’elaborato n.13.1.e comprende le reti principali esistenti di acqua, gas-metano, elettricità, telefono, 14 come dai dati forniti dalle aziende erogatrici ed opportunamente informatizzati. L’elaborato è stato inoltre arricchito della previsione (già concertata con la specifica azienda erogatrice) dell’acquedotto industriale, proveniente da quello pratese che fornisce alle industrie umide l’acqua riciclata dall’impianto di depurazione di Baciacavallo, ottenendo in tal modo due ottimi risultati: - la certezza di fornitura idrica alle aziende produttive; - la significativa riduzione del 50% dell’acqua pompata dalle falde freatiche. Un ulteriore arricchimento del sottosistema delle reti di adduzione è dato dalla previsione, concertata temporaneamente con la Telecom, del cablaggio dell’intera zona produttiva nord e del “ring” dei servizi e delle attrezzature relative al capoluogo. Il bilancio prestazionale delle reti, concertato con le specifiche aziende erogatrici, deve intendersi quale riferimento metodologico e non sostanziale da sviluppare nell’ambito del Regolamento Urbanistico. g.4.2.) - Il sottosistema delle reti di scarico e dello smaltimento dei RSU, riportato nell’elaborato grafico n.13.2, comprende il sistema fognario esistente, opportunamente rilevato con sistemi moderni ed informatizzato, la prefigurazione degli interventi integrativi di sostituzione e nuova definizione in base alle analisi di cui agli elaborati n.10.0a”Modello numerico della rete fognaria-Realizzazione e Verifiche” e conseguenti elaborati nn. 10.14a, 10.14b, 10.14c. Il sottosistema comprende inoltre i dati forniti dall’azienda Quadrifoglio SpA per la raccolta dei rifiuti solidi urbani e la definizione delle postazioni da attrezzare per attuare una efficiente raccolta differenziata dei rifiuti. Il bilancio prestazionale, concertato con l’ufficio specifico del Comune per le fognature e con la S.p.A. Quadrifoglio per i rifiuti, deve intendersi quale riferimento metodologico e non sostanziale da sviluppare nell’ambito del Regolamento Urbanistico. g.4.3.) - Il sottosistema dell’istruzione, comprende tutte le scuole pubbliche e private, di ogni ordine e grado esistenti. Quelle di nuova previsione: materne, elementari, medie inferiori, medie superiori, saranno definite nel regolamento urbanistico. Nel caso specifico dell’area Gorinello/San Piero a Ponti, la scuola elementare è ubicata nel territorio di Signa, per concertazione tra i due comuni. Le nuove aree da destinare all’istruzione sono strategicamente da ubicare prevalentemente in vicinanza del “ring”, all’interno delle aree soggette a Programmi Complessi, e/o in adiacenza alle strade con forte valenza urbana di cui al sottosistema “A.6”. Il Regolamento Urbanistico definirà, in applicazione di questi criteri, l’esatta ubicazione delle strutture, anche in riferimento alla verifica del Piano dei Tempi e degli Orari. g.4.4.) - Il sottosistema dei circoli ricreativi e culturali, dell’associazionismo e del volontariato comprende le strutture esistenti. Quelle di nuova previsione saranno da ubicare prevalentemente in vicinanza del “ring”, all’interno delle aree soggette a Programmi Complessi, e/o in adiacenza delle strade con forte valenza urbana di cui al sottosistema “A.6”. Il Regolamento Urbanistico definirà, in applicazione di questi criteri, l’esatta ubicazione delle strutture, anche in riferimento alla verifica del Piano dei Tempi e degli Orari. g.4.5.) - Il sottosistema degli uffici e delle attrezzature pubbliche e private di interesse pubblico di livello urbano, comprende tutti gli uffici e le attrezzature private di interesse pubblico, a carattere urbano (le strutture sociali, gli asili nido, le strutture sanitarie, 15 quelle culturali e sportive, i circoli ricreativo-culturali, le strutture religiose). Esso comprende le strutture esistenti. Quelle di nuova previsione saranno da ubicare prevalentemente in vicinanza del “ring”, all’interno delle aree soggette a Programmi Complessi, e/o in adiacenza delle strade con forte valenza urbana di cui al sottosistema “A.6”. Il Regolamento Urbanistico definirà, in applicazione di questi criteri, l’esatta ubicazione delle strutture, anche in riferimento alla verifica del Piano dei Tempi e degli Orari. g.4.6.) - Il sottosistema degli uffici e delle attrezzature pubbliche e private di interesse pubblico ma di livello metropolitano, comprende tutti gli uffici e le attrezzature pubbliche e private di interesse pubblico, a carattere metropolitano. Esso comprende le strutture esistenti. Quelle di nuova previsione saranno da ubicare esclusivamente in vicinanza del “ring”, all’interno delle aree soggette a Programmi Complessi, o in aree con facile l’accessibilità dal territorio vasto. Il Regolamento Urbanistico definirà, in applicazione di questi criteri, l’esatta ubicazione delle strutture, anche in riferimento alla verifica del Piano dei Tempi e degli Orari nonché agli studi relativi alle infrastrutture pubbliche di trasporto dell’area metropolitana. h)-La perimetrazione delle UTOE è stata operata in riferimento alla definzione dei sistemi territoriali di cui alla tav. 13.7 a tenendo presente la scelta metodologica di costruire su di esse lo Statuto dei Luoghi. Nell’ambito di questo elaborato infatti, di cui al n. 13.9, sono definite le invarianti strutturali, il Bilancio Ambientale Locale, gli indicatori, le misure e le valutazioni. Lo Statuto dei Luoghi è definito al fine di poter costruire quella concertazione di regole strategiche, per il Comune, per gli altri enti pubblici, per le associazioni, per i cittadini, per i diversi “attori” della città, compresi i proprietari delle aree. La definizione del Sistema Territoriale e dei sottosistemi Il Piano Strutturale contiene la propria valenza progettuale in tutti gli elaborati conoscitivi, in quanto di riferimento per il sistema valutativo da sviluppare nel Regolamento Urbanistico; le conoscenze sono state acquisite operando una semplificazione nella divisione del territorio comunale, articolato per le n.30 Unità territoriali “conoscitive”, appositamente definite allo scopo. Possiamo quindi affermare che hanno più propriamente specificità progettuale: - la definizione delle Unità Territoriali, definite come unità di analisi del territorio, per le quali sono identificate le risorse, gli studi conoscitivi e tutti gli elaborati preparatori al progetto di piano strutturale; - la individuazione dei sistemi funzionali, sui quali sono state sviluppate le NTA del progetto di Piano Strutturale; - la definizione dei sottosistemi territoriali della piana, ai quali si fa riferimento per la individuazione delle complesse relazioni esistenti tra il territorio comunale e quello circostante, in modo da formalizzare la definizione delle Utoe, per le quali sono identificate le risorse, le invarianti strutturali ed il sistema valutativo e sulla base delle quali è articolato lo Statuto dei Luoghi. Mentre i sistemi funzionali e la perimetrazione delle Utoe sono riportati nella cartografia in scala 1:10.000, abbiamo ritenuto opportuno utilizzare la cartografia 1:25.000, estesa all’intera piana, dal centro storico di Firenze al centro storico di Prato, per individuare i sottosistemi territoriali. 16 L’intero territorio, da Firenze a Prato, forma di fatto un unico sistema territoriale, che evidenzia una complessità di relazioni coinvolgenti tutti gli aspetti caratterizzanti il modo di vivere nell’area metropolitana, di cui la piana è senz’altro la parte più significativa per la presenza delle attività industriali e artigianali, delle attività commerciali e direzionali, di quelle ricreative ed infine della residenza, con i servizi annessi a carattere pubblico ma anche privato. L’intero territorio della piana è un significativo esempio di superamento dei confini comunali, in tal senso per la sua complessità, può essere articolato in cinque sottosistemi territoriali così definiti: 1) - quello coincidente con il tracciato pedemontano, confermato nel periodo romano con la Cassia, decumano base sul quale sarà orientata anche la centuriazione romana del territorio comunale di Campi Bisenzio, caratterizzato oggi da una forte presenza di insediamenti residenziali lungo l’attuale provinciale Pratese, da Firenze a Prato, passante per i centri abitati di Sesto Fiorentino e Calenzano, a nord della ferrovia (costruita nel 1848). Per il territorio di Campi Bisenzio è ricompreso in questo sottosistema esclusivamente il piccolo centro abitato Il Rosi, esattamente definito come Utoe n.1, sia come unità territoriale di analisi conoscitiva che come Utoe progettuale. 2) - quello caratterizzato dalla Mezzana-Perfetti Ricasoli, una nuova arteria stradale prevista nei piani regolatori dei comuni della piana fin dagli anni cinquanta, ad iniziare dalle prime ipotesi di PIF (Piano Intercomunale Fiorentino). La sua previsione, anche se solo oggi se ne prefigura la concreta realizzazione, ha rappresentato sempre un punto di riferimento, sia per i vincoli generati che per le politiche insediative maturate negli ultimi quarant’anni nei singoli Comuni. Di fatto questa ipotesi infrastrutturale ha generato un sottosistema insediativo, prevalentemente produttivo e commerciale, che comprende la fascia territoriale da Firenze a Prato, delimitata a nord dalla Ferrovia e a sud dall’autostrada A11 (1934). All’interno del sottosistema territoriale troviamo gran parte del centro abitato di Prato innestato sulla declassata, l’Interporto di Gonfienti, la zona produttiva nord di Campi Bisenzio, fortemente potenziata dagli insediamenti del “Caposaldo n.7” di cui allo Schema Strutturale degli anni novanta, predisposto dalla Regione Toscana. All’interno del sottosistema troviamo anche la zona produttiva sud di Calenzano, il centro direzionale dell’Autostrada, le forti espansioni residenziali del comune di Sesto Fiorentino, il nuovo centro universitario, l’aeroporto e l’area di nuova espansione direzionale del Comune di Firenze, denominata “Fondiaria”. Un sottosistema molto articolato, fortemente differenziato per le scelte operate dai singoli Comuni. Al suo interno resta inedificata la porzione di Parco Centrale Metropolitano ricadente quasi interamente nel comune di Sesto Fiorentino, nella quale è in corso di realizzazione l’area protetta della “Querciola”. Per il territorio di Campi Bisenzio, è ricompreso in questo sottosistema l’intero territorio risultante a nord dell’autostrada A11, così definito: - le Unità territoriali d’analisi n. 2 (le aree libere adiacenti l’Interporto di Gonfienti), n.3 (l’ex lottizzazione industriale denominata Pecci), n.4 (zona industriale-comerciale comprendente il Caposaldo n.7), n.5 (la zona industriale posta al confine con il comune di Calenzano), n.6 (il polo tecnologico della Galileo), n.7 (le aree libere residuali tra il Garille Nuovo e l’autostrada A1), n.8 (l’interconnessione A1-A11 con il relativo centro direzionale del tronco autostradale). 17 L’intera porzione del sottosistema territoriale metropolitano ricadente nel comune di Campi Bisenzio è definita quale Utoe n.2 ed è caratterizzata dalla prevalente destinazione produttiva, fortemente segnata per le attività industriali (Galileo, GKN, ecc.), per le attività commerciali (centro commerciale I Gigli, ecc.), per le attività terziarie (la multisala cinematografica e la direzione di tronco delle Autostrade). 3) - il sottosistema n° 3 è fortemente delimitato dall’autostrada A11, dal Bisenzio, dal Fosso Reale e dal centro abitato di Campi Bisenzio, tale da costituire una sommatoria di complessi morfologici significativamente caratterizzati singolarmente. Esso comprende le Unità territoriali d’analisi n.9 (il complesso morfologico caratterizzato dal fosso del Ciliegio), n.10 (il centro storico di Capalle), n.11 (il complesso morfologico di Fornello, caratterizzato dagli insediamenti della Fattoria di Fornello), n.12 (il complesso morfologico di Montalvo), n.13.(il complesso morfologico di Focognano). Il sottosistema comprende anche l’articolato impianto di smaltimento dei rifiuti di Case Passerini, per gran parte ricadente nel comune di Sesto Fiorentino. L’intera porzione del sottosistema territoriale metropolitano, ricadente nel comune di Campi Bisenzio, è definita quale Utoe n.3 ed è caratterizzata dalla prevalente destinazione agricola. Il sottosistema costituisce quasi un filtro naturalistico tra l’autostrada A11 e il centro abitato di Campi Bisenzio. 4) - Il quarto sottosistema, interamente urbanizzato, è originato dalla provinciale Lucchese per Prato e comprende una piccola diramazione coincidente con il Decumano Massimo dell’antica centuriazione romana verso S. Giorgio a Colonica. Trattasi di un sistema misto di aree prevalentemente residenziali, da Porta al Prato a Peretola in Firenze; di un’area prevalentemente industriale e commerciale, l’Osmannoro di Firenze e Sesto Fiorentino; di un’area commerciale (Pratilia) e industriale in Prato per un verso e per altro dal centro abitato di S. Giorgio a Colonica in Prato. Nel territorio di Campi Bisenzio, il sottosistema comprende: - la zona industriale, posta al confine con il comune di Prato (Macrolotto n.2), denominata Maiano; - al zona prevalentemente residenziale di Capalle nuovo coincidente con l’unità territoriale d’analisi n° 15; - l’intero centro abitato del capoluogo in Dx Bisenzio, comprendente le identificazioni urbane di La Villa, Santa Maria, San Lorenzo, San Martino, identificata con l’Unità territoriale di analisi n.18; - l’intero centro abitato del capoluogo in Sx Bisenzio, comprendente l’identificazione urbana di S. Stefano, coincidente con l’Unità territoriale di analisi n.19; - il piccolo insediamento produttivo, esistente da riqualificare, in località Maccione e denominato quale Unità territoriale di analisi n.23a. La direttrice del sottosistema, coincidente con il decumano, verso San Giorgio a Colonica in Prato, comprende il piccolo nucleo residenziale posto al confine, denominato con l’Unità territoriale di analisi n.16, e l’insediamento produttivo dismesso delle Piaggiole e Bioter, denominato con l’Unità territoriale di analisi n.16a. Il sottosistema territoriale è molto articolato e complesso in quanto, sulla base di uno degli assi viari storici della piana, si sono sviluppati insediamenti molto differenziati per le autonome scelte comunali e per i condizionamenti di queste ultime nelle aree di confine. Non vi è dubbio che il Bisenzio abbia rappresentato in tale sottosistema una 18 demarcazione che spesso ha caratterizzato anche lo sviluppo socio economico delle aree, sviluppando anche le identificazioni dei diversi “popoli”. Anche per rispetto a questa situazione storica, abbiamo ritenuto opportuno dividere la porzione del sottosistema territoriale, ricadente nel territorio comunale, in due distinte unità Utoe n.4 per la parte in Dx Bisenzio e Utoe n.5 per la parte in Sx Bisenzio. 5) - Il quinto ed ultimo sottosistema territoriale della piana, interessante il territorio campigiano insiste sul tracciato dell’attuale statale 66-Pistoiese (antica strada regia), da Firenze a Poggio a Caiano ed oltre, verso Pistoia. Anche questa direttrice risulta completamente urbanizzata ai margini, con la consistente edificazione delle Piaggie in Firenze e lo sviluppo diffuso di Poggio a Caiano. Nel territorio campigiano essa costituisce anche, prevalentemente, confine comunale (tra Campi Bisenzio e Signa) ed è caratterizzata dai seguenti insediamenti: - l’area con vocazione produttiva di via dei Manderi, caratterizzata da attività industriali già presenti, coincidente con l’Unità territoriale di analisi n.25; - l’area, attualmente agricola, con destinazione ex-Officine Ferroviarie, oggi particolarmente interessata da opere di contenimento del rischio idraulico; coincidente con l’Unità territoriale di analisi n. 24; - il Centro Storico di San Donnino ed aree adiacenti, coincidente con l’Unità territoriale di analisi n.27; - le nuove zone residenziali di San Donnino, coincidenti con l’Unità territoriale di analisi n.26; - la porzione di territorio comunale ricompresa nel Parco Fluviale in riva destra d’Arno, coincidente con l’Unità territoriale di analisi n.29; - le attività produttive ubicate in via delle Molina, coincidenti con l’Unità territoriale di analisi n.28; - le aree produttive dismesse poste in vicinanza della ferrovia Firenze-Empoli-Pisa, definite quale Unità territoriale di analisi n.30; - l’area agricola in adiacenza del fosso Reale in riva destra coincidente con l’Unità territoriale di analisi n.23; - il consistente centro abitato di San Giusto – San Cresci, coincidente con l’Unità territoriale di analisi n.22; - il centro abitato del Gorinello - San Piero a Ponti, coincidente con l’Unità territoriale di analisi n.21; - l’intera area agricola di Le Miccine, coincidente per gran parte con l’Unità territoriale di analisi n.17; il centro abitato di Sant’Angelo a Lecore, con due propaggini produttive, verso il Ponte all’Asse e verso il deposito Etruriagas, entrambi da consolidare, coincidente con l’Unità territoriale di analisi n.20. Contrariamente a quanto accade in altre parti, persistono nel territorio campigiano ampi tratti della statale 66, privi di insediamenti, tali da consentire il raccordo tra le aree agricole del comune di Signa e quelle di Le Miccine, con la piena valorizzazione dei laghetti palustri esistenti, su entrambi i lati. Anche la porzione di questo sottosistema territoriale, ricadente nel comune di Campi Bisenzio, è molto articolato, complesso e differenziato, spesso condizionato dalle scelte operate dalle amministrazioni comunali per i territori di confine. 19 Tuttavia riteniamo che siano gli elementi morfologici antichi quelli che hanno condizionato maggiormente la identificazione delle singole parti; in tal senso sono state definite le seguenti Utoe: - Utoe n.6,la porzione di territorio comunale del Sottosistema compresa tra l’Ombrone e il Bisenzio; - Utoe n.7, la porzione di territorio comunale del Sottosistema compresa tra Bisenzio e il fosso Reale; - Utoe n.8, la porzione di territorio comunale del Sottosistema compresa tra il fosso Reale e il fiume Arno. Le otto Utoe del territorio del Comune di Campi Bisenzio sono quindi da intendere come porzioni dei cinque sottosistemi territoriali della piana, dal Firenze a Prato, ed in tal senso lo Statuto dei Luoghi che le riconosce e ne definisce lo sviluppo urbanistico, evidenzia la loro caratterizzazione con riferimenti sovracomunali. Per ciascuna delle otto Utoe risulta particolarmente significativa la problematica idraulica, che viene affrontata specificamente per le singole realtà territoriali, ma anche la problematica della mobilità (circolazione interna ed accessibilità) ed infine quella dello sviluppo sostenibile, particolarmente differenziata nelle singole Utoe, sono determinati per la definizione del progetto di Piano. Le 8 Utoe possono essere così sinteticamente descritte: h.01) - Il centro abitato “Il Rosi”, si caratterizza come un insieme di edifici costruiti verso la fine degli anni sessanta; il PRG del 1971-73 prevedeva una generica zona di completamento residenziale, mentre il PRG del 1985-88 conteneva l’estensione della zona abitata, anche con la previsione di una piccola area di espansione residenziale, successivamente realizzata come PEEP, ed un forte adeguamento degli standard urbanistici. Attualmente l’area si presenta con una specifica identità, che lo differenzia dalle zone urbane adiacenti dei comuni di Prato e Calenzano, per la presenza: di un complesso edificato ex-agricolo sottoposto a tutela; di un qualificante verde pubblico attrezzato; di una passerella pedonale sul Marinella, che ne consente il collegamento pedonale con la stazione ferroviaria di Calenzano; l’area è caratterizzata inoltre da una ottimale accessibilità definita dalla nuova via Cellerese che sarà ulteriormente migliorata con il collegamento di quest’ultima alla Mezzana-Perfetti Ricasoli, in corso di realizzazione. La nuova situazione urbanistica ha di fatto creato le condizioni perché la piccola comunità locale si organizzasse nell’associazione “Vivere Il Rosi” per gestire il qualificante verde pubblico attrezzato esistente e realizzare il Circolo ricreativo culturale previsto nel PRG vigente. Il centro abitato rischia di essere fortemente condizionato dalla vicinanza dell’Interporto di Gonfienti in Prato; anche per questa ragione il Piano Strutturale definisce un’autonoma accessibilità ed un’adeguata sistemazione ambientale di filtro a protezione del centro abitato. h.02) - La zona industriale posta a nord dell’Autostrada A11 è morfologicamente definita dalle seguenti aree: L’area “Il Pantano” adiacente l’Interporto di Gonfienti, è esattamente identificato dal confine amministrativo comunale, dal Bisenzio, dal Marinella e dal nuovo forte segno sul territorio del 2° lotto della strada Mezzana-Perfetti Ricasoli. All’interno dell’area vi sono 20 anche due complessi colonici sottoposti a tutela in quanto inseriti negli Elenchi di cui alla L.R. 59/80. La vicinanza dell’Interporto di Gonfienti e le diverse problematiche di questa struttura di valenza regionale, evidenziate in diversi incontri avuti con la Società Interporto e con il Comune di Prato, hanno di fatto portato alla decisione di confermare le aree adiacenti, ricadenti nel Comune di Campi Bisenzio con destinazione per impianti ed attrezzature funzionali all’Interporto, prefigurandone di fatto l’estensione nel territorio campigiano. Ciò naturalmente dovrà avvenire nel rispetto delle specifiche identità del luogo. Il Piano Strutturale conferma la strada di collegamento tra via Cellerese e via di Fibbiana, anche per consentire un’accessibilità autonoma al centro abitato di Il Rosi, rispetto alla funzionalità dell’Interporto medesimo. Poiché nell’area sono in corso di verifica le indagini da parte della Soprintendenza Archeologica per un insediamento etrusco del V° secolo a.C., le previsioni del Regolamento Urbanistico saranno condizionate dall’esito delle rilevazioni effettuate. La zona industriale “Pecci”, risulta molto definita ed identificabile, dal prevalente carattere unitario degli edifici costruiti nell’ambito di una lottizzazione alla fine degli anni settanta, e dalla grande fabbrica Lanificio Pecci realizzata nel decennio precedente. L’area risulta esattamente definita dal Bisenzio, dal Marinella, dall’autostrada A11 e dalla nuova strada Mezzana Perfetti Ricasoli ed è caratterizzata anche dalla presenza di un’area a verde pubblico, denominata“ Lago Paradiso”, attrezzata per la pesca sportiva. La zona industriale-commerciale “Gattinella”, comprende al suo interno una delle zone industriali di più antico impianto risalente ai primi anni sessanta, ma anche i più recenti interventi quali la GKN, il centro commerciale I Gigli nonché la previsione della multisala cinematografica. L’area è esattamente definita dal Marinella, dal Marina, dall’autostrada A11 e dalla nuova Mezzana-Perfetti Ricasoli, tale da costituire un vero e proprio complesso morfologico insediativo, con una consistente quantità di parcheggi, di verde pubblico attrezzato (parco del Marinella) e di viabilità di accesso, che sarà ulteriormente potenziata con la realizzazione della nuova strada Prato-Firenze. All’interno dell’area vi sono anche degli edifici ex-agricoli (n.8) sottoposti tutti a tutela nell’ambito degli Elenchi di cui alla L.R 59/80. La zona industriale “Fibbiana”, al confine con il comune di Calenzano, dove sono presenti prevalentemente edifici produttivi, è delimitata dal Marinella, dal Marina e dalla nuova Mezzana-Perfetti Ricasoli. Al suo interno vi sono anche edifici produttivi e direzionali di pregiata architettura, insieme a quelli costruiti negli anni sessanta che necessitano invece di interventi di riqualificazione. Un qualificante verde pubblico attrezzato, lungo il Marinella, caratterizza l’area che risulta però carente di parcheggi pubblici. L’accesso all’area è definito da due strade (via Barberinese e la nuova strada di PRG) che saranno entrambe raccordate al 2° lotto della Mezzana-Perfetti Ricasoli, ormai in fase realizzazione. La zona industriale “Galileo” è esattamente perimetrata dal Marina, dal Nuovo Garille, dall’autostrada A11 e dalla nuova Mezzana-Perfetti Ricasoli. Al suo interno si trovano gli edifici produttivi della Galileo, della Sasch, e di una consistente quantità di altre aziende, prevalentemente ad alta tecnologia, tali da costituire un vero e proprio “polo tecnologico avanzato”. Recentemente è stato realizzato un adeguamento della via Einstein, con il 21 sottopasso del ponte lungo il torrente Marina, al fine di facilitare gli ingressi agli insediamenti e le relative uscite. L’area risulta adeguatamente fornita di aree pubbliche destinate a verde e parcheggi. Il complesso morfologico di “Tomerello” è perimetrato dal Garille Nuovo, dal sistema autostradale A1-A11 con relativa interconnessione e dagli edifici industriali posti al confine nel territorio di Calenzano. Esso risulta attualmente a destinazione agricola con la presenza di due pregevoli complessi colonici sottoposti a tutela negli Elenchi. In fase di redazione del Piano Strutturale si sono presentati diversi argomenti: - il riconoscimento dell’edificio produttivo ex-Poltronova; - l’accoglimento o meno della richiesta di definire un’area produttiva tra via Allende e il Garille Nuovo, ove trasferire complessi industriali pregiati dell’area metropolitana; - l’accoglimento o meno della richiesta di definire, in adiacenza al nodo autostradale, un’area da destinare a servizi e attrezzature sanitarie ove ubicare un “centro della salute”. La specificità dell’area è rappresentata dal fatto che essa costituisce il principale ingresso al territorio comunale dalle grandi infrastrutture nazionali (A1 e A11). Il nodo autostradale di “Limite” è definito come autonoma unità di analisi per tre ragioni: - area di interconnessione A1-A11, con direzione di tronco, servizi e struttura alberghiera autostradale; - l’esistenza nell’area della Chiesa progettata dall’arch. Michelucci e dell’edificio autostradale progettato dall’arch. Fagnoni, due esempi significativi di architettura moderna; - all’interno dell’area persiste inoltre l’antico nucleo abitato di via di Limite, con alcuni edifici sottoposti a tutela negli Elenchi di cui alla LR 59/80. h.03) - L’Utoe N° 3 comprende le aree ubicate a sud dell’A11 ed è così articolata: Il complesso morfologico del “Ciliegio” è perimetrato dal Bisenzio, dal Marinella, dall’autostrada A11. Attualmente esso risulta a destinazione agricola ed è caratterizzato dall’attraversamento del fosso del Ciliegio; all’interno vi sono due piccoli complessi rurali sottoposti a tutela negli Elenchi. Conformemente a quanto previsto nel PTP, ma non per il tracciato, l’area sarà interessata dall’ultimo tratto della bretella stradale SignaPrato, prima di sottopassare l’autostrada A11 e raccordarsi alla Mezzana-Perfetti Ricasoli. Durante l’elaborazione del Piano Strutturale si è presentato l’argomento di destinare o meno l’area ad attrezzatura sportiva per “gokart”, impianto che potrà essere riconosciuto dal CONI, od altra attrezzatura privata di interesse pubblico (centro ippico, ecc.). Il centro storico di Capalle con relative aree adiacenti, anche non ricomprese nel formale perimetro del Centro Storico (piccole aree di completamento, il cimitero comunale, alcuni complessi edilizi sottoposti a tutela negli Elenchi, aree pubbliche destinate a verde e parcheggi). Le antiche origini dell’insediamento, la presenza di numerose ville (La Torre dei Marchesi Corsi, Il Ciliegio, villa Tesi), del castello vescovile “Il Palagio” e di tipologie edilizie di modesta architettura ma di pregevole unità ambientale, fanno di questo centro abitato, anche se in parte alterato negli anni sessanta e settanta, un insediamento urbano significativo in quanto le sue peculiarità consentono 22 ancora la “lettura dei secoli”. Il complesso morfologico di Fornello perimetrato dal centro storico di Capalle, dall’autostrada A11, dal Marina e dal Marinella, costituisce una delle aree agricole di maggior pregio ambientale, per il paesaggio che lo caratterizza, per le particolari essenze arboree presenti, per il complesso articolato di edilizia rurale e villa padronale, recentemente interessato da un piano di miglioramento agricolo ambientale approvato con valenza di Piano Attuativo che, insieme al recupero edilizio degli immobili, garantisce, per il futuro, il mantenimento del paesaggio agrario consolidatosi nell’area (in molti casi trattasi di ripristino delle colture agrarie). Particolarmente significativo è il percorso sensoriale di via di Fornello, strutturalmente destinato a pista ciclabile-pedonale. Il nuovo canale delle acque basse, la cassa di laminazione e l’impianto idrovoro di Crucignano, consentono di mettere in sicurezza l’intero complesso morfologico. L’area compresa tra il “ring” e il Bisenzio, potrà essere recuperato a spazio pubblico per un intervento pilota di ripristino del “mondo contadino”, (fattoria degli animali, orto botanico, orti urbani, ecc.). • • • • • • Il complesso morfologico di “Montalvo”, comprende l’intera area delimitata dal Marina, dal Garille Nuovo, dalle autostrade A1 ed A11, dalla circonvallazione nord. Esso è caratterizzato da almeno sei elementi “forti”: la Villa di Montalvo, recentemente restaurata per essere destinata a funzioni culturali e bibliotecarie; il parco urbano retrostante; il carattere di via Allende (viale di ingresso principale alla città); il disordine ambientale di via del Prataccio, necessariamente da recuperare, con l’eventuale definizione degli orti urbani; il complesso produttivo di via Limite (ex tintoria e falegnameria) da ridefinire sia dal punto di vista edilizio che per le funzioni da collocarvi (ricreative, culturali, sportive) integrative rispetto all’uso già in atto degli spazi aperti, il paesaggio agricolo della zona, per le aree messe sapientemente a coltivazione, prevalentemente estensiva a grano, mais, girasole, ecc. L’insieme del complesso morfologico potrà mantenere un carattere unitario, nella diversità delle destinazioni d’uso elencate, e costituire un significativo filtro tra il centro abitato del capoluogo e il sistema autostradale. Il complesso morfologico di “Focognano” è definito dal sistema autostradale A1-A11, dalla provinciale Lucchese, dal fosso Reale, dal confine amministrativo con il Comune di Sesto Fiorentino dove è stata ubicata la discarica “Case Passerini” per i RSU dell’area intercomunale. Esso è caratterizzato dalla presenza della collina dei rifiuti di cui sopra, dagli Stagni di Focognano con aree adiacenti, oggetto di realizzazione di un’oasi ornitologica gestita dal WWF ed entrata ormai negli itinerari nazionali delle aree protette. La situazione attuale evidenzia la necessità di consolidare la scelta dell’Area Naturalistica Protetta di Interesse Locale, estendendola, in continuità con quanto definito anche dal comune di Sesto Fiorentino, anche alle aree (13a) situate a nord dell’autostrada A11, nella quale persiste un pregevole complesso edilizio agricolo, sottoposto a tutela negli Elenchi di cui alla L.R. 59/80, che necessita di un consistente intervento di recupero. Ulteriore elemento “forte” dell’area è dato dalla presenza, nel complesso edilizio di cui 23 sopra, di un allevatore di pecore, attività economica significativa per l’intera comunità campigiana, elemento di “identità” da sottoporre a tutela. Ricordiamo che questa particolare attività agricola si è sviluppata nel territorio campigiano proprio per le sue peculiari caratteristiche morfologiche definite dai corsi idrici delle acque, con il forte sistema delle arginature, prevalentemente del demanio pubblico e perciò disponibile per la pastorizia. h. 04) – L’UTOE n. 4 comprende il territorio comunale posto in Dx Bisenzio ed è così articolato: La zona industriale di “Maiano”, ha un carattere prevalentemente produttivo legato al settore tessile; solo recentemente l’area è stata interessata dalla localizzazione della tipografia del quotidiano “La Nazione”. Sono state inoltre realizzate opere significative riguardanti il nuovo canale Vingone Lupo, finalizzato alla messa in sicurezza idraulica dell’intera zona ed è in corso di realizzazione l’adeguamento della viabilità di accesso, funzionale anche al Macrolotto n.2 di Prato; nell’occasione si è proceduto, alla ristrutturazione dell’intero sistema delle reti di adduzione e di scarico; per quest’ultimo si prevede di inviare i reflui all’impianto di depurazione di Baciacavallo. Nel confermare la tutela dei tre immobili colonici esistenti, già inseriti negli Elenchi, l’intera zona dovrà essere oggetto di una complessiva riqualificazione, compatibilmente con le nuove previsioni del Piano Strutturale (soprattutto per il tratto di autostrada Signa-Prato). Il centro abitato “La Villa” è perimetrato dal Bisenzio e dalle nuove arterie stradali (tratti della variante alla Statale 325 e della circonvallazione nord). Esso si è formato a seguito dei primi insediamenti costruiti lungo il tratto della statale n.325, oggi declassata a strada comunale; l’area non contiene al suo interno un nucleo storico ma vi sono alcuni pregevoli complessi edificati sottoposti a tutela negli Elenchi. Al suo interno sono ubicati alcuni elementi urbani molto significativi da valorizzare: - la nuova scuola materna; - il centro sportivo integrato; - la recente struttura sociosanitaria RSA; - il circolo ricreativo culturale “Risorgimento”. Il centro abitato, con adiacente zona industriale, di San Giorgio a Colonica comprende il piccolo nucleo abitato omonimo, cresciuto quale propaggine di quello pratese posto al confine amministrativo. Esso è caratterizzato dalla vicinanza dell’ex fornace Le Piaggiole e dall’impianto di Bioter nel quale è cessata l’attività; entrambi gli insediamenti sono da riconvertire ad altra destinazione d’uso, insieme alle aree limitrofe. L’area risulta molto povera di elementi urbani, pur essendo un significativo punto di riferimento nell’antica centuriazione romana. La piena valorizzazione dell’attrezzatura sportiva esistente e le nuove destinazioni d’uso delle aree produttive recuperate, potranno consentire di costruire una nuova specifica identità al luogo urbano. Parte della zona agricola “Le Miccine” che rappresenta la risorsa fondamentale per il ricambio ecologico del territorio campigiano, ed è anche pregevole risorsa per la messa in sicurezza idraulica dell’intero bacino del fiume Bisenzio. Il centro abitato capoluogo in Dx Bisenzio comprende le aree urbane di Santa Maria, San Lorenzo, San Martino e parte di La Villa, ed è perimetrata dal Bisenzio e dal nuovo 24 “Ring”. Esso è parte integrante del centro abitato del capoluogo con i nuclei storici delle citate aree urbane. Sono presenti nell’area grandi strutture di livello urbano: - il complesso cimiteriale di via Castronella; - il centro culturale-scolastico-bibliotecario di via F. G. Lorca; - il circolo ricreativo culturale di “La Villa” - la scuola elementare di S. Martino ; - il cantiere comunale con la sede operativa della protezione civile; - il centro sportivo integrato di via Barberinese; - il nuovo centro socio-sanitario della Misericordia nella Villa Il Palagio; - la Rocca Strozzi ove sarà in futuro ubicata una funzione museografica; - i centri ricreativo-culturali di La Villa, Il Progresso, S. Lorenzo e S. Martino ; - il complesso commerciale Esselunga di via Magenta. Recentemente è stato adottato il piano particolareggiato integrato di via Barberinese, che prevede la realizzazione al suo interno di un significativo parco tematico attrezzato. Particolarmente interessante la valenza urbana del tratto dell’attuale statale Barberinese, declassato a strada comunale e della via Tosca Fiesoli, entrambi coinvolte dallo sviluppo in corso relativo alla localizzazione di nuove attività commerciali e direzionali. h. 05) - L’Utoe n° 5 comprende essenzialmente il centro abitato capoluogo in Sinistra Bisenzio, le aree urbane di Santo Stefano e San Giusto, ed è perimetrato dal Bisenzio e dal nuovo “ring”. Sono presenti nell’area grandi strutture di livello urbano: • - il Cassero con la Pieve di Santo Stefano e il palazzo Pretorio adibito a uffici comunali; • - le attuali sedi della Misericordia e della Pubblica Assistenza che offrono qualificati servizi socio-sanitari; • - il palazzo comunale con i relativi uffici tecnico-amministrativi e gli organi di governo; • - il teatro Dante per il quale è in corso di definizione il progetto esecutivo del restauro; • - la vecchia e la nuova caserma dei Carabinieri; • - la villa Rucellai con il qualificante parco adiacente; • - i complessi scolastici di via Bruno Buozzi, via Ombrone e via Prunaia; • - il complesso commerciale Coop; • - una pluralità di servizi direzionali privati; • - il centro “ Iqbal”- (area attrezzata) di via Orly, per l’infanzia. Essa presenta oggi adeguati livelli di vivibilità, ma risulta anche per quest’area necessario definire una gerarchia delle strade e dei percorsi al fine di costruire un efficiente e qualificato sistema urbano centrale. h. 06) - L’Utoe n. 6 comprende le aree insediative ed agricole adiacenti la Statale Pistoiese e il centro abitato di Sant’Angelo a Lecore ed altri nuclei sia residenziali che prevalentemente produttivi; questi ultimi classificati nell’Unità territoriale di analisi n.20a e 20b. L’area evidenzia diverse problematiche: - quelle relative alle attività industriali ubicate a Ponte all’Asse; - quelle dell’impianto Etruriagas (deposito di GPL) con rischio di incidente rilevante; 25 - la necessità di consolidare il nucleo più consistente di insediamenti edilizi, posto lungo via Mammoli; - la definizione dei “luoghi urbani” prioritari posti lungo un nuovo asse che non sia la statale 66-Pistoiese, appesantita dal traffico di attraversamento. La zona urbana è fortemente caratterizzata dalle caratteristiche morfologiche ed idrogeologiche delle aree adiacenti, oggi risultanti marginali rispetto allo sviluppo metropolitano. L’unità territoriale comprende anche il centro abitato Indicatore-Gorinello-San Piero a Ponti, con il piccolo centro storico adiacente il Bisenzio. Esso risulta fortemente differenziato al suo interno per cui uno degli obiettivi strategici del Piano Strutturale è proprio quello di ricostruire unitarietà al piccolo centro abitato. L’area è stata oggetto negli ultimi anni di consistenti interventi relativi alla rete idraulica di scolo ma necessita di altrettanti interventi relativi alle strutture scolastiche, alle reti di adduzione e di scarico, alla rete viaria urbana, alle aree di parcheggio e verde pubblico, agli altri servizi che possano elevare la qualità della vita che vi si conduce. I servizi dovranno essere rivisti con maggiore realismo, con una più ottimale valorizzazione delle strutture associativo-culturali molto radicate; per i servizi pubblici prevale la concertazione con il Comune di Signa, relativamente al centro abitato adiacente. Ad esclusione del teatro Il Gorinello e del Circolo Dino Manetti, l’area risulta povera di opportunità urbane e metropolitane. h. 07) - Il centro abitato San Giusto-San Cresci comprende il piccolo centro storico di San Cresci in adiacenza al Bisenzio e di molti altri edifici inseriti negli Elenchi. L’UTOE è perimetrata dalla Circonvallazione Sud, dalla prevista nuova bretella urbana di collegamento tra la rotatoria del ponte di Maccione e il “ring”, dal Bisenzio e dal confine amministrativo con il comune di Signa. Le qualificanti attrezzature urbane quali la chiesa di S. Cresci, il cimitero comunale adiacente, l’ufficio postale di Piazza delle Poste, il nuovo presidio socio-sanitario della Misericordia, la scuola materna di San Giusto, costruiscono una non intensa vita urbana che sarà certamente incentivata dalla realizzazione della bretella viaria menzionata e dalla nuova stazione FS- metropolitana. L’UTOE comprende anche la zona agricola del “Padule” perimetrata dalla Bretellina di San Cresci-San Giusto ed il fosso Reale e risulta completamente priva di edificazione ad esclusione di una piccola area produttiva in località Maccione, dove sono presenti anche alcuni edifici residenziali. Quest’area risulta essere a forte rischio idraulico, anche per la presenza degli scolmatori fognari del collettore in Sx Bisenzio, e rappresenta un corridoio verde di collegamento tra il parco fluviale dell’Arno e il parco Centrale Metropolitano. La disciplina urbanistica dell’area farà riferimento alla L.R. 64/95 sulle zone agricole ed alla formalizzazione di un eventuale indennizzo per allagamento, data la sua naturale caratteristica morfologica di cui nel Piano Strutturale, si prende atto formalmente. h.08) L’Utoe N° 8 comprende tutte le aree del territorio comunale comprese tra il fosso Reale e l’Arno. Le suddette aree possono essere così articolate: 26 - Il complesso morfologico del “Gavina” fortemente definito dai fossi pensili Reale e Macinante, dalla statale 66-Pistoiese e dal confine amministrativo con il comune di Sesto Fiorentino. L’intera area dell’Unità d’analisi è stata destinata per decenni alle Officine Ferroviarie che hanno ridimensionato i loro programmi, limitando l’intervento all’area ricadente nel territorio del comune di Firenze. Oggi l’area è interessata da due progetti di cassa di espansione idraulica del Gavina (a cura del Consorzio di Bonifica dell’area fiorentina) a seguito dell’intervento delle Officine Ferroviarie e della terza corsia autostradale. Nell’ambito di quest’ultima, l’area è interessata dalla previsione di un consistente parcheggio scambiatore tra l’autostrada A1 e la costruenda ferrovia metropolitana, nonché dalle interconnessioni con il nuovo casello sull’Autostrada A1. La valenza urbanistica dell’area è certamente a carattere metropolitano e come tale sarà necessario mantenerne il carattere unitario, affinché possa assumere una specificità di valenza ambientale metropolitana. - La zona industriale dei “Manderi” risulta già compromessa da una miriade di attività industriali e artigianali localizzate negli anni sessanta in assenza di pianificazione urbanistica, insieme ad alcuni edifici residenziali. Oggi l’Unità territoriale d’analisi perimetrata dal canale Macinante, dalla statale 66-Pistoiese e dal confine amministrativo con il comune di Firenze (caratterizzato in più punti dall’autostrada A1), risulta essere interessata dalla strada di accesso alle Officine Ferroviarie; nell’occasione potrebbe essere realizzata una rotatoria di innesto alla statale dove raccordare anche l’ingresso alla zona artigianale, declassando in tal modo il ruolo di via dei Manderi a semplice strada di percorrenza urbana. L’area necessita di un consistente intervento di risanamento ambientale, anche in attuazione delle norme di vincolo di cui alla ex legge 1497/39, per i 300 mt. dall’autostrada, e risistemando la fascia di rispetto dei 60 mt. interessata dal vincolo di inedificabilità. Il centro abitato “Il Meleto” comprende la zona residenziale di recente completamento ed espansione, con all’interno la zona PEEP. Esso costituisce un complesso morfologicamente molto definito dal Bisenzio, dal Macinante e dalla statale 66-Pistoiese. Al suo interno vi sono pochi edifici a carattere storico, inseriti negli Elenchi: un complesso in via Erbosa, due piccoli fabbricati in via di San Jacopo e il complesso colonico di Villa Flori, per gran parte già sottoposto a intervento di restauro. L’Unità territoriale d’analisi è attraversato dal fosso Gavina (che porta prevalentemente le acque basse dell’Osmannoro di Sesto Fiorentino e, con esse, anche i reflui maleodoranti). La cassa di espansione, relativa al medesimo fosso, di prossima costruzione a nord della statale, dovrebbe consentire di risolvere sia il problema del rischio idraulico sia quello dei cattivi odori. Risultano già attivati: il recupero degli edifici dell’ex azienda ortofrutticola e la costruzione della nuova scuola materna. Persiste il problema di una complessiva riqualificazione urbana dell’area e della tutela e valorizzazione dell’area agricola esistente alla confluenza del Macinante nel Bisenzio, per gran parte utilizzata da un’azienda che si dedica alla pastorizia e che necessita di alcuni edifici per ottemperare alle norme CEE, relativamente alla produzione del latte e del formaggio. - Il centro storico di San Donnino è fortemente caratterizzato dalla torre dei Tornaquinci e dalle due chiese di San Donnino e Sant’Andrea, in quest’ultima recentemente è stato realizzato il museo di arte sacra. Oltre al centro storico, l’Unità territoriale d’analisi comprende anche il cimitero, una struttura sportiva in corso di 27 adeguamento, le scuole elementare e media inferiore, un attrezzato verde pubblico, la nuova stazione di pompaggio dell’acqua potabile del Consiag, tre centri socio-ricreativoculturali oltre all’Onlus del centro religioso di via Bozzale, molto attiva con iniziative sportive, ricreative e culturali, anche in riferimento all’integrazione razziale, molto sentita per la consistente presenza nell’area della comunità cinese. E’ in corso di definizione la procedura per il finanziamento del parco urbano compreso tra la via Bozzale e il centro storico e del centro culturale interraziale da realizzare in adiacenza alla parrocchia di San Donnino. - La zona industriale delle “Molina” è stata definita in quanto vi sono già alcuni insediamenti artigianali lungo la via delle Molina, dal Valico al centro sportivo. Il riconoscimento produttivo di quest’area consente di dare una risposta positiva alle attività presenti e contestualmente definisce alcuni spazi ove trasferire parte delle attività presenti all’interno del centro abitato. All’interno dell’Unità territoriale d’analisi ricade anche il mulino di S. Moro, sottoposto a tutela negli Elenchi, di proprietà del comune di Firenze, che resta una delle poche testimonianze, ancora integra, del ruolo storico del canale Macinante nella piana fiorentina. Per il piccolo nucleo di edifici produttivi posto ad angolo nel Valico si presenta la necessità di un indirizzo di modifica delle destinazioni d’uso e recupero delle aree interessate. - Il parco fluviale dell’Arno comprende tutte le aree non compromesse dalle edificazioni in riva destra dell’Arno. L’Unità Territoriale di Analisi definisce un perimetro che dovrebbe interamente essere compreso nella proposta di Area Naturalistica Protetta di Interesse Locale, di iniziativa della provincia di Firenze per il parco fluviale dell’Arno. Nel merito è stato recentemente completato il parco urbano di via dei Bassi, con la bonifica e il recupero dell’area ex cave renai, denominato “Chico Mendes” che rappresenta un significativo esempio di parco fluviale. - Il centro abitato della stazione ferroviaria di S.Donnino è definito da un piccolo nucleo abitato, dalla ex fabbrica Ausonia, dall’area dell’impianto esistente della Florengas ed aree adiacenti; insediamenti nati, per gran parte in adiacenza alla stazione ferroviaria posta sulla Firenze-Empoli-Pisa, recentemente oggetto di progettazione esecutiva per la sua completa ristrutturazione, insieme alla costruzione di un nuovo ponte pedonale sull’Arno per consentirvi di accedere la comunità di Badia a Settimo di Scandicci. L’intera area dovrà essere oggetto di una specifica progettazione unitaria, che valorizzi il carattere urbano di via Trento (strada di accesso alla stazione dal centro storico) e la valenza metropolitana del “caposaldo” tendente ad affermare una nuova e diversa direttrice di sviluppo rispetto a quella classica della Firenze-Prato-Pistoia. i)-Il sistema valutativo si sostanzia di molti dati contenuti nelle diverse ricerche conoscitive ed è sviluppato all’interno dell’elaborato n.13.0, con la costruzione di un modello di riferimento per tutti i casi di trasformazione territoriale da assoggettare a valutazione. Elementi del complesso sistema valutativo sono inseriti anche nell’elaborato n.13.9 Lo Statuto dei Luoghi, in riferimento specifico alle singole UTOE. La valutazione, della quale il Piano Strutturale definisce l’indirizzo, dovrà essere sviluppata nell’ambito del Regolamento Urbanistico, in quanto: 1.- La valutazione è un elemento di garanzia nel definire la sostenibilità delle 28 trasformazioni contenute nello strumento urbanistico; essa è preventiva nel definire gli effetti sulle risorse esistenti nelle singole aree (naturali, artificiali, sociali, economiche, sensoriali) e dovrà essere condotta con riferimenti quantitativi e qualitativi; 2.- La tipologia di valutazione adottata dovrà richiamarsi in parte all’analisi costi-benefici ed in parte all’analisi multicriteri; in tal senso essa dovrà precisare gli effetti pubblici e privati delle trasformazioni anche in riferimento alle risorse da impiegare; 3.- La valutazione dovrà guidare le scelte del Regolamento Urbanistico e sarà articolata per singola UTOE, tenendo presenti gli elementi di ciascuna di esse, di cui all’elaborato 13.9, e secondo il sistema indicato nell’elaborato 13.0. Sono da considerare integrative della presente relazione: -l’elaborato 2.0. -Relazione sulla domanda di pianificazione; -l’elaborato 13.0. -Relazione sul progetto di Piano Strutturalee impostazione del sistema valutativo con note sul “Marketing” del territorio. -l’elaborato 13.5. -Ricognizione sullo stato di attuazione del PRG vigente 29 Gli elaborati grafici e dattiloscritti del Piano Strutturale sono: 1.-La relazione di inquadramento generale Gli elaborati relativi al quadro conoscitivo sono: 2.-La domanda di pianificazione: -2.0.-Relazione -2.1.-Localizzazione delle richieste, cartografia 1:10.000 -2.2.-Classificazione delle richieste in riferimento alle UTOE ed all’aspetto strutturale e/o regolamentare -2.3.-Le aree di proprietà pubblica e degli enti morali e religiosi 3.-Cenni storici -Dall’antropizzazione della campagna all’urbanizzazione della piana: -3.0.-Relazione -3.1.-La centuriazione romana e le trasformazioni del sistema idrico - scala 1:10.000 -3.2.-Lo sviluppo del territorio e degli insediamenti nel medioevo - scala 1:10.000 -3.3.-Lo sviluppo del territorio alla fine del XVI° secolo - scala 1:10.000 -3.4.-Lo sviluppo del territorio nel 1776-77 - scala 1:10.000 -3.5.-Le trasformazioni fondiarie ed immobiliari nella prima metà dell’ottocento scala 1:10.000 -3.6.-Lo sviluppo del territorio nella seconda metà dell’ottocento – scala 1:25.000 -3.7.-Lo sviluppo del territorio dagli inizi del novecento al 1963 – scala 1:25.000 -3.8.-La definizione del territorio al 1972 - scala 1:10.000 -3.9.-La definizione del territorio al 1986 - scala 1:10.000 -3.10.-Quadro riassuntivo conoscitivo del territorio nella storia - scala 1:10.000 4.-Implementazione delle conoscenze sul territorio aperto: - 4.0.-Presentazione e indice generale Cenni di evoluzione fondiaria, idraulica e agraria del territorio - 4.1.-Relazione e documenti iconografici Assetto vegetazionale del territorio -4.2.-Relazione e schede di rilievo Inquadramento faunistico -4.3.-Relazione e schede faunistiche Uso del suolo -4.4.-Relazione -4.4.A.-Carta dell’uso del suolo su base Fotocartografica - scala 1:10.000 -4.4.B.-Carta dell’uso del suolo su base Cartografica - scala 1:10.000 Aree a prevalente funzione agricola -4.5.-Relazione -4.5.C.-Carta del comparto produttivo agricolo - scala 1:10.000 Le Ville Fattorie 30 -4.6.-Relazione e schede descrittive Il verde urbano e gli alberi monumentali -4.7.-Censimento aree verdi - Schedatura alberi monumentali -4.7.D.-Carta delle Ville, del verde urbano e emergenze ambientali - scala 1:10.000 Grado di naturalità del territorio -4.8.-Relazione -4.8.E.-Carta della naturalità del territorio - scala 1:10.000 5.-Implementazione delle conoscenze sulla sensorialità urbana: -5.0.-Relazione finale della ricerca Ricerca sulla sensorialità urbana composta da 14 tavole in scala 1:30.000: -5.1.-La città visiva -5.2.-La città sonora -5.3.-La città degli odori -5.4.-La città del tatto -5.5.-La città molesta -5.6.-La città comunicata -5.7.-La città socievole -5.8.-La città ludica -5.9.-La città operosa -5.10.-La città metropolitana -5.11.-La città tradizionale -5.12.-La città degli anziani -5.13.-La città dei giovani -5.14.-La città dei bambini 6.-Tematiche ambientali (corpi idrici superficiali, acque sotterranee, aria, siti da bonificare, servitù territoriali, aziende a rischio di incidente rilevante, inquinanti fisici, inquinamento atmosferico): -6.0.-Relazione -6.1.-Monitoraggio delle acque superficiali - scala1:40.000 -6.2.-Monitoraggio dell’aria-Misure Licheni-localizzazione - scala1:40.000 -6.3.-Monitoraggio dell’aria-Misure Licheni-cartografia - scala1:40.000 -6.4.-Le zone sensibili- aree da bonificare - scala1:40.000 -6.5.-Monitoraggio dell’aria-inquinamento da traffico veicolare - scala1:40.000 -6.6.-Aziende a rischio di incidente rilevante - scala1:40.000 -6.7.-Radiazioni non ionizzanti - scala1:40.000 -6.8.-Produzione e raccolta dei rifiuti pericolosi e non pericolosi - scala1:40.000 7.-Piano energetico comunale: -7.0.-Relazione -7.1.-Tavole grafiche (composto da n° 9 tavole grafiche in scala 1:32.000) -7.2.-Norme tecniche per l’energia -7.3.-Schede d’intervento 8.-Urbanistica e programmazione commerciale: -8.0.-Relazione di programmazione commerciale 9.-Analisi della struttura produttiva: -9.0.-Relazione 31 10.-Aspetti geologici, idrogeologici ed idraulici: -10.0. - Relazione tecnica -10.0a.- Modello numerico della rete fognaria-Relazione e Verifiche -10.0b.- Appendice I-Stratigrafie da sondaggi, pozzi e trincee esplorative -10.0c.- Appendice II-Analisi di laboratorio -10.0d.- Appendice III-Penetrometrie statiche -10.0e.- Appendice IV-Penetrometrie dinamiche -10.0f - Allegati alle indagini idrauliche A. Metodi di calcolo per la definizione delle grandezze idrologiche e idrauliche per il sistema delle acque basse e fosso reale B. Risultati delle analisi idrauliche C. Sintesi delle problematiche idrauliche e prescrizioni realizzative per le aree di analisi D. Carta dei nuovi perimetri di inondazione del T. Bisenzio e del F. Arno per la zona di S. Martino in scala 1:2.000 E. Proposta di precisazione dei perimetri delle aree P.I. 4 Aut. Bac. Per le zone dei Bassi e di Maccione in scala 1:2.000 -10.0g.- Risposta alle osservazioni delle Autorità idrauliche -10.0h.- Risposte alle osservazioni della Provincia di Firenze -10.1.- Carta geologica, litologica, dei sondaggi e dei dati di base - scala 1:10.000 -10.2a.- Sezioni geolitologiche AA’,BB’,CC’ - orizz scala 1:10.000, verticale 1:500 -10.2b.- Sezioni geolitologiche DD’,EE’,FF’ - orizz scala 1:10.000, verticale 1:500 -10.3.- Carta geomorfologica - scala 1:10.000 -10.4.- Carta idrogeologica - scala 1:10.000 -10.5.- Carta degli ambiti fluviali - scala 1:10.000 -10.6.- Carta delle aree inondate durante l’evento del 1966 - scala 1:10.000 -10.7.- Carta delle aree inondate ed a difficoltà di drenaggio dal ‘91 al ’99 - scala 1:10.000 -10.8.- Carta dei contesti e vincoli idraulici - scala 1:10.000 -10.9.- Carta della pericolosità idraulica attuale - scala 1:10.000 -10.10.-Carta dei nuovi contesti e vincoli idraulici proposti - scala 1:10.000 -10.11.-Carta della pericolosità idraulica di progetto - scala 1:10.000 -10.12.-Carta della vulnerabilità dell’acquifero superficiale (freatico) - scala 1:10.000 -10.13.-Carta della pericolosità geologica e idrogeologica - scala 1:10.000 -10.14a.-Modello numerico della rete fognaria-Sistemi “A,B,C,D” – scala 1:5.000 -10.14b.-Modello numerico della rete fognaria-Sistema “E” – scala 1:5.000 -10.14c.-Modello numerico della rete fognaria-Sistema “F” – scala 1:5.000 -10.15. - Interventi strutturali per la mitigazione del rischio idraulico e di ristagno – scala 1:10.000 -10.16.- Aggiornamento degli interventi strutturali e dei vincoli dell’Autorità di Bacino – scala 1:10.000 -10.17 - Aggiornamento delle aree sensibili del PTCP – scala 1:10.000 (stralciata) -10.18 - Aggiornamento della carta guida delle aree allagate – scala 1:10.000 -10.19 - Interventi e tempestiche per la mitigazione del rischio idraulico. – scala 1:10.000 11.- Piano Strutturale Sistema Informativo Territoriale: -11.1.-Relazione della consulenza 32 -11.2.-Relazione del CED 12.-Studi sulla mobilità nel territorio comunale: -12.0.-Relazione di accompagnamento -12.1.-Allegato: riferimenti nel PIT e PTC -12.2.-Allegato: piano di lavoro ATAF -12.3.-Allegato: schedatura della domanda e dell’offerta -12.4.-Allegato: grafici, rilievi e tabelle su offerta-domanda-scenari -12.5.-Allegato: indicazioni sul piano dei tempi e degli orari e gli itinerari ciclabili. 13.-Il progetto di Piano Strutturale: -13.0.Relazione e impostazione del sistema valutativo -13.0 bis –Documento di cui all’art. 1 comma 6 del PIT -13.1.- Le reti di adduzione esistenti e di previsione - bilancio prestazionale e cartografia – scala 1:10.000 -13.2.- Il servizio fognature e la raccolta dei rifiuti - bilancio prestazionale e cartografia – scala 1:10.000 -13.3.- Ipotesi di Piano Comunale di classificazione acustica del territorio – scala 1:32.000 -13.4.- Ricognizione sui vincoli ambientali, su quelli di inedificabilità, sul PIT e sulle invarianti strutturali del PTC -13.5.-Ricognizione sullo stato di attuazione del PRG vigente -13.6a.-Carta delle funzioni – scala 1:32.000 -13.6b.-Piano di indirizzo e di regolazione degli orari -13.7a – I sottosistemi territoriali – cartografia 1:25.000 -13.7b - Progetto di Piano Strutturale- cartografia 1:10.000 -13.8.-Normativa Tecnica di Attuazione -13.9.-Lo Statuto dei Luoghi -13.9 -Lo Statuto dei Luoghi – Allegato A): Linee guida per il Bilancio Ambientale Locale 14.-Relazione del Garante dell’informazione sulla trasparenza e partecipazione 33