“Una testa ben fatta è una testa fatta per
organizzare le conoscenze così da evitare la
loro sterile accumulazione”
“Nell’educazione occorre trasformare le
informazioni in conoscenza e la conoscenza
in sapienza”
Edgar Morin
Due quesiti base di Thomas Eliot:
1.
Dov’ è la “conoscenza” che perdiamo
nell’informazione?
1.
Dov’è la “saggezza” che perdiamo
nella conoscenza?
“ Occorre rigenerare la laicità e lavorare per la
nascita di una democrazia cognitiva
attraverso la problematizzazione del
Progresso, della Scienza, della Tecnica, della
Ragione. Lo sviluppo della democrazia
cognitiva è possibile solo all’interno di una
riorganizzazione del sapere”
Edgar Morin
La mission residuale e le funzioni
obsolete della scuola di oggi
FUNZIONI OBSOLETE
 Trasmissione dei saperi

Socializzazione secondaria

Cura delle competenze
professionali
FUNZIONI RESIDUE
 Principale veicolo di
inculturazione dei giovani
 Staffetta esperienziale
intergenerazionale
 Manutenzione della cultura
del leggere e dello scrivere
 Principale (anche se non
unica) agenzia di
socializzazione extrafamiliare
Le missioni dell’educazione per Morin





Attitudine ad organizzare la conoscenza
Insegnamento della condizione umana
Apprendistato alla vita
Apprendistato all’incertezza
Educazione alla cittadinanza nazionale,
europea e planetaria
Insegnare l’etica pubblica nell’età della
planetarizzazione
1.
La cittadinanza civile, politica e sociale ‘classica’
(diritti e doveri civili, politici, etico-sociali ed economici della
2.
3.
Costituzione Italiana)
La cittadinanza ‘glocale’ (globale e locale), tra identità
locali, appartenenze,particolarismi e nuove identità
sovranazionali (per noi quella europea in particolare)
Altre cittadinanze: la cittadinanza planetaria, bionaturalistica, multimediale, di genere, delle generazioni
future (concetto di “cittadinanza diffusa”)
Inter-poli-transdisciplinarietà
per praticarla occorre….







Riflettere sulle virtù della specializzazione ma anche sui rischi dell
iperspecialismo
Disporre di un ‘occhio extra-disciplinare’
Essere disponibili allo sconfinamento e alle migrazioni interdisciplinari
(nascita di discipline ‘ibride’ e di nozioni migratrici)
Lavorare su progetti ‘inter’ e ‘poli’ disciplinari (esempio: gli studi del
processo di ominazione includono: etologia, etnologia, anatomia, paleotecnica, ecologia, genetica, sociologia, mitologia,…)
Lavorare su schemi cognitivi organizzatori: ecologia (ecosistemi, biotopo e
biocenosi) cosmologia (astrofisica e fisica delle particelle)
Andare oltre la disciplina (per riflettere sull’ Uomo occorrono molte discipline
e si deve quindi procedere per approcci ‘transdisciplinari’)
Lavorare in modo ‘eco-disciplinare’ e ‘meta-disciplinare’:
eco-disciplinare = le discipline devono essere allo stesso tempo ‘aperte’ e
‘chiuse’ ;
meta-disciplinare = assumere punti di osservazione secondo ottiche
poliscopiche e rotatorie.
Pluri o multi
disciplinarietà
Interdisciplinarietà
Transdisciplinarietà
“Scambio di dati e
informazioni tra pensieri
diversi”
“Comunicazione e
integrazione tra contenuti e
metodi di saperi diversi”
“Valorizza le conoscenze delle
singole discipline che,
alimentandosi le une con le
altre, riescono a dare una
visione del mondo che
singolarmente non avrebbero
mai potuto dare”
Le emergenze formative, educative e cognitive









Attivare un ‘filtro critico’ per selezionare la massa delle informazioni e
incanalarle verso una vera conoscenza “apprendendo ad apprendere”
Lottare contro l’iperspecialismo e la fossilizzazione cognitiva
Opporsi alla manipolazione dei mass-media e all’eccessiva pervasività
della telecomunicazione unidirezionale
Ricostruire l’alleanza tra le scienze “umano-sociali” e le “scienze
naturali”
Interrogarsi sul valore ‘euristico’ delle discipline insegnate
Accettare la sfida della non-neutralità e non-oggettività delle scienze
(sia naturali che sociali)
Educare alla cittadinanza locale, nazionale, europea e mondiale
Relativizzare il sapere occidentale e comprendere le culture ‘altre’
(relativismo culturale)
Il “sapere etico” è il sapere per la sostenibilità dello sviluppo e
per la solidarietà sociale..e non quello per la competizione e
l’incomprensione
Le 3 sfide e i 2 blocchi per una Riforma
dell’ Educazione
Le 3 sfide:
♦ Culturale
♦ Sociologica/
informatica
♦ Civica
I 2 blocchi:
1° Occorre riformare le menti per
riformare le Istituzioni, ma
occorre contemporaneamente
riformare le Istituzioni per
riformare le menti.
2° la relazione scuola/società è:
√ ologrammatica : la singola
scuola porta dentro di sé
l’intera società così come la
società porta al suo interno
tutte le scuole.
√ ricorsiva: la società produce la
scuola che produce la società
Le tre sfide
La sfida culturale
La sfida civica
La sfida sociologica
l’alleanza tra le due culture
no alla superspecializzazione
superare il deficit democratico
no ai politici ‘specialisti’
il problema dell’intelligenza
neuro-cerebrale artificiale
Riforma del pensiero
Il nostro pensiero attuale subisce 4 mutilazioni:
1.
Il riduzionismo
2.
La visione binaria delle cose
3.
La causalità lineare
4.
Il manicheismo
Occorre lottare contro:
1.
Il paradigma della disgiunzione e della separazione
2.
L’illusione che noi siamo già pervenuti alla “società della
conoscenza”
3.
L’illusione che la nostra conoscenza – inclusa quella
scientifica – disporrebbe della piena razionalità
4.
La disgiunzione tra scienza ed etica
OCCORRE EVITARE IPERSPECIALISMO ED
APPROCCI RIDUZIONISTICI
Definizione di iper-specializzazione:
“Specializzazione che si ripiega su sé stessa senza permettere la
sua integrazione in una problematica globale o in una concezione
d’insieme dell’oggetto di cui essa considera solo un aspetto o una
parte”
Definizione di approccio riduzionistico:
“Fare riferimento ad una sola serie di fattori per definire la totalità
dei problemi posti dalla crisi multiforme più che una soluzione è il
problema stesso”
(Aurelio Peccei)
Riforma dell’educazione






Per approdare ad una “conoscenza complessa” occorre la messa in
sinergia delle conoscenze oggi separate in differenti discipline
Occorre poi insegnare le diverse forme di razionalità, le perversioni
della razionalità, la necessità di una razionalità aperta, così come la
differenza tra teoria e dottrina e l’ecologia dell’azione
Occorre insegnare la “conoscenza pertinente” (che si sa situare in
contesto) di volta in volta analitica e sintetica
Occorrerà introdurre queste nuove ‘materie’: la conoscenza della
conoscenza; la conoscenza dell’umano; la conoscenza dell’era
planetaria; la comprensione umana; l’abituarsi all’incertezza.
Occorre insegnare l’etica trinitaria Individuo/Società/Specie
nell’etica della persona, nell’etica civica e nell’etica del genere umano
Deve anche essere insegnato che l’umanità non avrà mai accesso
alla “Conoscenza Totale”
I 7 saperi necessari per l’educazione al
futuro
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Le cecità della conoscenza: l’errore e l’illusione
I principi di una conoscenza pertinente
Insegnare la condizione umana
Insegnare l’identità terrestre
Affrontare le incertezze
Insegnare la comprensione
L’etica del genere umano
1. Le cecità della conoscenza: l’errore e
l’illusione
L’educazione deve primariamente preoccuparsi di far conoscere
che cosa è conoscere. Occorre preparare gli allievi ad affrontare i
rischi permanenti dell’errore e dell’illusione che non cessano di
parassitare la mente umana.
E’ necessario potenziare nell’insegnamento lo studio dei
caratteri cerebrali, mentali e culturali della conoscenza umana,
delle disposizioni psichiche e culturali che la inducono
e rischiano l’errore e l’illusione.
2. I principi di una conoscenza pertinente
E’ necessario promuovere una conoscenza capace di cogliere i
problemi fondamentali e globali per inscrivere in essi le
conoscenze parziali e locali.
La supremazia di una conoscenza frammentata nelle diverse
discipline rende spesso incapaci di effettuare legami tra le parti
e la totalità; si deve far posto ad un modo di conoscere capace di
cogliere e situare le informazioni in un contesto e in un insieme.
Occorre un metodo in grado di cogliere le relazioni e le influenze
reciproche tra le parti e il tutto in un mondo complesso.
3. Insegnare la condizione umana
L’essere umano è al contempo fisico, biologico, psichico,
culturale, sociale, storico. Questa “unità complessa” della natura
umana è completamente disintegrata nell’insegnamento
attraverso le discipline. Ciascuno dovrebbe invece avere
conoscenza e coscienza del carattere complesso della propria
identità. La “condizione umana” dovrebbe essere oggetto
essenziale di ogni insegnamento.
Occorre ricomporre l’unità dell’essere umano riunendo e
organizzando le conoscenze disperse nelle scienze della natura,
nelle scienze umane, nella letteratura e nella filosofia per
mostrare il legame indissolubile tra l’unità e la diversità di tutto
ciò che è umano.
4. Insegnare l’identità terrestre
Il destino ormai planetario del genere umano è un’altra realtà
fondamentale spesso ignorata dall’insegnamento. La conoscenza
degli sviluppi dell’era planetaria e il riconoscimento dell’”identità
terrestre” devono divenire uno dei principali oggetti dello
insegnamento.
E’ opportuno insegnare la storia dell’era planetaria che inizia
nel 1500 con la comunicazione tra tutti i continenti e mostrare
come tutte le parti del mondo siano divenute inter-solidali senza
occultare le oppressioni e le dominazioni che hanno devastato e
ancora devastano l’umanità.
Si dovrà indicare il complesso della crisi planetaria che segna il
XX secolo per mostrare come tutti gli esseri umani vivano una
stessa “comunità di destino”.
5. Affrontare le incertezze
Le scienze ci hanno fatto acquisire molte certezze, ma nel corso
del XX secolo ci hanno anche rivelato innumerevoli campi di
incertezza. L’insegnamento dovrebbe comprendere l’insegnamento delle incertezze che sono apparse nelle scienze fisiche
(microfisica, termodinamica, cosmologia) nelle scienze della
evoluzione biologica e nelle scienze storiche.
Occorre disporre di strategie che consentano di affrontare i
rischi, l’inatteso, l’incerto.
Bisogna apprendere a navigare in un oceano di incertezze
attraverso arcipelaghi di certezze.
6. Insegnare la comprensione
La comprensione è al contempo il mezzo e il fine della
comunicazione umana. Il pianeta ha bisogno in tutti i sensi di
reciproche comprensioni. Lo sviluppo della comprensione
richiede però una “riforma della mentalità”.
La reciproca comprensione tra umani, sia prossimi che lontani, è
ormai vitale affinché le relazioni umane escano dallo stato
barbaro di incomprensione.
Occorre studiare le radici dell’incomprensione, nelle sue
modalità e nei suoi effetti, cioè le origini (psico-socio-antropologiche) del razzismo e della xenofobia.
7. L’etica del genere umano
L’insegnamento deve produrre una “antropo-etica” capace di
riconoscere il carattere ternario della condizione umana: l’etica
individuo/specie/società richiede il controllo della società da parte
dell’individuo e dell’individuo da parte della società, cioè la
democrazia; l’etica individuo/specie/società nel XX secolo
richiede la solidarietà terrestre.
L’etica deve formarsi nelle menti a partire dalla coscienza che
l’umano è allo stesso tempo un individuo, parte della società,
parte di una specie. Portiamo in ciascuno di noi questa triplice
realtà. A partire da ciò si profilano due grandi sfide del nuovo
millennio: far vivere la democrazia contro i “deficit democratici” e
le involuzioni e gli imbarbarimenti sempre possibili e portare
a compimento l’umanità come “comunità planetaria” (cioè far
nascere una cittadinanza terrestre nella nostra “Terra-Patria”).
Organigramma scolastico
Dirigenza
Direzione Amm.
Consiglio di Istituto
Dipartimenti
Disciplinari
(gruppi per materie)
Consigli di Classe
(gruppi didattici)
Altri Gruppi di Lavoro
Il Piano dell’Offerta Formativa
(P.O.F.)
Profilo delle
competenze attese:
 Disciplinari (saperi)
 Trasversali
(saper fare e saper
essere)
Finalità, Scopi e
Obiettivi Generali
 Obiettivi Specifici:
- Disciplinari
- Trasversali

Scarica

Una testa ben fatta