Noi del Majorana
Aprile - Maggio 2011
Anno X - N°
4
Pubblicazione periodica degli studenti dell’Istituto Professionale Industria e Artigianato
“Ettore Majorana” di Santa Maria a Vico (Caserta)
A LUCIANO CRISCI…L’AMICO DI SEMPRE
Di fronte ad una targa le reazioni emotive possono essere: di ricordi, quando si conosce la persona,
oppure di curiosità, sapere il perché di quella commemorazione e delle gesta compiute per meritarla.
Il 1° maggio del 1945 ad Arienzo-S.Felice in una casa costituita da due camere e la cucina, separate
dal cortile, abitata da Domenico e Maria Grazia, nasce Luciano.
Dopo la scuola di avviamento ha frequentato l’ITIS “G.B. Bosco Lucarelli” di Benevento con non
pochi sacrifici. Una volta andare a scuola era più sacrificante di oggi, bisognava alzarsi presto al
mattino per raggiungere la sede, si ritornava tardi a casa e quindi restava poco tempo per studiare.
Conseguito il diploma, si iscrisse all’università, ma non completò gli studi poiché ben presto
cominciò a lavorare come supplente docente presso varie scuole superiori. Nel 1973 giunge presso
l’istituto professionale per l’industria a e l’artigianato di S.Maria a Vico, allora sede staccata del
“Ferraris” di Caserta. In questo istituto ha lavorato con abnegazione e passione gran parte della sua
vita. Il suo impegno, nel far aumentare il numero d’iscritti, è stato notevole e costante, lui e i suoi
colleghi andavano quasi casa per casa a raccogliere le iscrizioni. Grazie anche al suo contributo la
sede staccata di Caserta è cresciuta al punto da diventare sede autonoma. Col passare degli anni ha
lasciato il ruolo di docente e si è appassionato a gestire l’ufficio tecnico. …continua a pagina 2
“Noi del Majorana”
Anno X - numero 4
Aprile - Maggio 2011
…continua da pagina 1
Nella vita di ogni persona vi sono tre età: fanciullezza, gioventù, maturità; nel prof. Crisci le tre fasi
sono trascorse con serenità e senso di responsabilità. Nella vita familiare è stato padre esemplare,
moralmente retto, ha inculcato nei figli responsabilità e doveri.
La famiglia ringrazia l’istituto “E.Majorana”, tutti i docenti e gli amici di Luciano per aver
condiviso con lui tanti momenti della sua vita e per la targa commemorativa posta davanti
all’ufficio in cui lavorava. A Luciano: “Grazie per averci dedicato la tua vita. Sei stato esempio di
onestà, dedizione al lavoro e amore per la famiglia. Non smetteremo mai di amarti”. I tuoi cari
gli altri del risultato giocato, confrontarsi, fare
pronostici, possono aiutare a conoscere il
prossimo, integrarsi nell’ambiente in cui si vive.
Insomma la “bolletta” rappresenta un qualcosa
sulla quale si può sperare, imprecare,
confrontarsi, in poche parole è uno dei
passatempi preferiti delle persone, che possono
così sentirsi protagonisti delle partite, insieme
ai 22 calciatori che sono in campo di gioco.
Essa è una delle nuove ”dipendenze” giovanili,
rappresenta un qualcosa di cui i giovani non
riescono a farne a meno: crea sconforto, ansia
e felicità in caso di vincita, e comporta una
maggiore partecipazione nel seguire l’evento
sportivo su cui si è scommesso.
Vincere una bolletta necessita, come in tutti i
giochi e i sistemi di scommesse, una buona
dose di fortuna, oltre ad una sufficiente
conoscenza dello sport e del tipo di incontro su
cui si va a puntare. Ovviamente i mass-media
hanno contribuito ad enfatizzare tale tipo di
dipendenza attraverso pubblicità e sponsor che
spingono molti a tentare la fortuna. Per alcuni
scommettere diventa un’ancora di salvezza,
una scialuppa di salvataggio, per migliorare la
propria condizione economica. Spesso troppi
soldi vengono investiti in un qualcosa che molto
probabilmente si perderà, ma ciò che è ancora
più grave è vedere tanti ragazzi nei centri
scommesse (per legge scommettere è vietato
ai minori di 18 anni).
Giocare la «bolletta» può essere quindi, un
momento di svago e di condivisione, di
divertimento e un pò anche di speranza.
Tuttavia, come in tutte le cose, è necessaria la
moderazione, non farsi assorbire dal gioco può
essere una soluzione per risolvere il problema
della «dipendenza».
Francesco Razzano e Daniele Puri IV A/E
La bolletta
Negli ultimi anni, soprattutto nel nostro
ambiente, sentiamo parlare molto spesso di
“bolletta”; non è di certo la nostra bolletta da
pagare ogni mese, ma una scommessa multipla
a quota fissa sulle varie partite di calcio,
nazionali e non. La formula proposta da questo
tipo di scommessa sembra essere molto gradita
alla stragrande maggioranza delle persone,
giovani e meno giovani, poiché la cosiddetta
“bolletta” è facile da giocare, non ha una quota
predefinita e si può puntare su tutte le partite,
senza alcun obbligo o restrizione. Difatti questo
tipo di scommessa è una delle più popolari,
anche perché si può raggiungere più facilmente
la vincita e si possono giocare anche solo 2
euro. Un altro aspetto da considerare può
essere l’effetto psicologico; la “bolletta”
aumenta l’interesse sulle partite, che altrimenti
si concentrerebbe solo sulla squadra del cuore;
colui che scommette guarda con interesse tutto
il panorama del calcio, magari per controllare o
per sperare nel risultato scommesso. In
aggiunta a tutto questo, possiamo dire che la
bolletta può essere considerata anche oggetto
di integrazione e di socializzazione; parlare con
2
“Noi del Majorana”
Anno X - numero 4
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Un Uomo Speciale
Ciao Caro Salvatore
È questa l’attestazione vera e
sentita del pensiero di tutti quelli
che hanno avuto il piacere di
conoscerti,
che
desiderano
esprimerti i più sentiti e sinceri
sentimenti d'affetto.
Con te
abbiamo condiviso un pezzo della
nostra vita, molti colleghi ti hanno
conosciuto prima di noi e molte
generazioni di alunni hanno
ricevuto i tuoi insegnamenti di
docente e di persona.
Noi siamo arrivati in tempo a
conoscere il prof prima e
Salvatore l’amico dopo. Per tutti
noi sei stato subito un punto di
riferimento
del
lavoro
e
dell’organizzazione della scuola.
Sei stato esigente, competente
e
professionale,
pronto
al
confronto e alla collaborazione.
Hai saputo dirigere la tua vita,
viverla e migliorarla per i tuoi figli
e per tutti i tuoi alunni che hai
formato
con
pari
dignità,
sicurezza e fermezza.
La tua carriera scolastica è stata
un rincorrersi
di successi e
qualche ostacolo che hai saputo
superare con garbo e grande
senso
di
responsabilità,
riuscendo sempre a raggiungere
il massimo dei risultati. Ci
mancheranno la tua guida e la
tua forte presenza.
Ora inizia una pagina di vita
diversa forse più tranquilla ma
ugualmente ricca di sogni, di
speranza di aspettative non solo
personali.
Disponibile e vivace ci sei sempre
stato vicino e presente come
collega ma anche più come
amico e col cuore ti diciamo
grazie e una cosa ancora, a
dispetto di tutto, “Salvatore sei un
grande!!!”
Auguri Salvatore per tutto
quanto tu desideri con l’affetto
che tributiamo al prof. di ieri e
di oggi e di sempre.
GRAZIE PROF.
Caro prof.
Sta per iniziare una nuova fase
della tua vita; dopo 40 anni di
carriera, di cui 35 trascorsi nel
nostro istituto, lasci l’insegnamento
per dedicarti a tempo pieno alla
tua famiglia e ai tuoi molteplici
interessi. In questo lungo periodo
lavorativo hai contribuito alla
formazione di tantissimi studenti,
che hanno apprezzato le tue doti
umani e professionali. Per tanti sei
stato un modello come professore,
uomo e padre. Abbiamo stimato il
senso del dovere, l’impegno e la
dedizione con cui hai svolto il tuo
lavoro; l’affetto e la disponibilità,
quasi paterna, ma anche la
fermezza e l’autorevolezza con cui
hai guidato i tuoi allievi nel
processo formativo-educativo; la
professionalità con cui hai operato,
che ha permesso loro un’agevole e
gratificante integrazione nel mondo
del lavoro. E come tacere
dell’impegno profuso nel sociale! Ti
sei impegnato concretamente in
tantissime attività, basta citare solo
le ultime un’intesa campagna di
sensibilizzazione di alunni e
colleghi per la donazione di sangue
e per l’iniziativa “un tappo per
amare”,
che
collabora
con
Associazioni
benemerite
per
destare un sorriso in popoli meno
fortunati, hai testimoniato, così, il
tuo profondo spirito religioso, che ti
ha visto promotore, nel nostro
istituto, dei precetti pasquali, che
hai animato con canti e cori
abilmente preparati.
Hai contribuito collaborando con
diligenza alla formazione e alla
crescita di questo istituto; ci
mancherà la tua simpatia, la
cordialità e anche l’ottimismo che
sapevi infondere alla vita scolastica
dell’IPIA “E.Majorana”.
Hai messo passione in tutto ciò che
hai fatto perciò sarà difficile
Ciao prof.
dimenticarti.
3
Non c' è essere umano che non voglia
abbracciare la totalità: ma come Narciso
rischia di affogare nell' acqua cercando
invano di afferrare la propria immagine.
Ci sono destini più grandi della vita, altri
che invece hanno la stessa identica
taglia, e perciò squillano e abbagliano di
luce tranquillizzante: subito familiari,
riconoscibili, condivisibili. Ci vuole
coraggio, di questi tempi, a essere
normali. A riconoscere come tali i propri
desideri, le proprie aspirazioni. La
famiglia il lavoro, la vita sociale sono
bisogni faticosamente conciliabili, e
trovare un equilibrio non è così facile. In
fondo, le qualità più preziose sono
proprio il coraggio di essere normali, la
capacità di non strafare e di attingere con
orgoglio alle proprie risorse:
l’intelligenza, l’intelligenza affettiva,
l’empatia, la generosità, la nobiltà di
spirito. La nobiltà di spirito è il solo
correttivo possibile della storia umana. Lì
dove scompare questo ideale, scompare
la civiltà. Non l’autoritarismo e non le
persecuzioni ma la capacità di educare e,
con questa, di far “sentire il bene e il
male”. E’ questa l’immagine che ci piace
rappresentare; l’ elogio che più ci piace
conferire al nostro collega Enrico Ciniglio,
accompagnato dall’ augurio che ci è
gradito estendere a tutti gli altri colleghi
che si avviano ad una nuova esperienza
di vita sicuramente più piacevole. Voi
avete pagato tutti i vostri debiti sociali:
per tutta la vostra vita avete lavorato per
gli altri prima che per voi. Potete tener
alta la testa davanti a tutti. Avete
provveduto con la vostra alleanza a che
la giustizia sopravviva anche a voi. Or
bene, ogni malinconico pensiero possa
sparire dal nostro intelletto, appena
compare, con la stessa rapidità, con cui si
chiude un otturatore fotografico di
perfettissimo congegno; rimanendo
invece sempre aperta l’anima vostra a
ricevere i raggi del sole, i profumi dei
fiori, le idealità del cuore e tutte quante
le dolci e care tenerezze dei sentimenti
umani, vibranti fra il desiderio e il
piacere. AUGURI
“Noi del Majorana”
Anno X - numero 4
Aprile - Maggio 2011
Barcellona 2011
EMOZIONI IN SPAGNA
Lunedì 28 marzo 2011 l’ansia inizia
a salire. Il giorno della partenza
finalmente era arrivato. La prima
tappa è stata Civitavecchia. Inizia la
“FAVOLA”. Salimmo tutti sulla
nave, il cuore batteva forte per una
nuova avventura; la nave, una
montagna adagiata sull’acqua, era
veramente enorme. Subito ci siamo
sistemati nelle cabine con gli amici
“PREFERITI” e abbiamo trascorso la
serata a divertirci. Il giorno dopo,
avvistare la costa spagnola, è stata
un’emozione bellissima. Dal quel
momento la nostra vita cambiò,
sentivamo emozioni nuove, ci
eravamo dimenticati di tutto,
pensavamo solo a divertirci e a
trascorrere sei giorni con i nostri
amici in bellezza. Abbiamo visitato
Barcellona… E’ una città immensa,
con molti monumenti, il più bello è
la Sagrada Familia. Abbiamo
compreso che la conoscenza della
lingua straniera è importantissima.
Le emozioni vissute restano
indimenticabili, perché è stato
bello condividere con i professori e
gli amici esperienza nuove e
diverse. Abbiamo apprezzato lo
stile di vita degli spagnoli:
rispettano molto l’ambiente, le
regole della strada e sono molto
cordiali.
CREDETECI
E’
STATA
UN’
ESPERIENZA FAVOLOSA….
Giovanni Fauci & Francesco
Di Matteo V A elettronici
UN’ESPERIENZA POSITIVA
La vita offre alti e bassi, questa
splendida avventura vissuta mi ha
regalato momenti di intensa felicità,
difficili da descrivere. Sin dalla
partenza sentivo un’energia positiva
e un entusiasmo enorme pensando
ai giorni che avrei trascorso insieme
ai miei amici. Infatti così è stato, ho
appreso tante cose ora mi sento in
un certo senso “RINATO”. Tante
amicizie nuove, tanti sono stati i
confronti e le soddisfazioni che ho
avuto col passare di questi giorni,
mi sono sentito una persona
importante per tanti. Una piccola
comitiva lì a Barcellona, un’enorme
città,
ha
trascorso
ore
indimenticabili
vivendo
tante
esperienze nuove. Abbiamo ballato
in tante discoteche, abbiamo fatto il
bagno insieme in quello splendido e
quieto mare verso l’una di notte,
abbiamo visitato tanti di quei
monumenti che è difficili spiegare
le sensazioni che abbiamo sentito.
Coi professori invece ho stabilito un
rapporto sereno, non me lo
aspettavo. Li ho voluti bene come
dei genitori, sono stato orgoglioso
del comportamento assunto, ero
attento e vigile a tutto specialmente
ai compagni a cui serviva solo un
po’ di controllo. In questa settimana
le giornate sono state talmente
vissute a pieno che in verità non c’è
stato spazio per momenti di
nostalgia per la famiglia; solo il
giorno del ritorno poche ore prima
dell’arrivo, sul bordo della nave ho
pensato a quanto era stato bello
aver vissuto questa esperienza ma
soprattutto a quanto era bello
ritornare a casa. Un saluto all’intero
istituto e al mio fiore…
Alessandro Petrella VA elettrici
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UN RICORDO INDELEBILE
Ed eccoci ritornati dall’entusiasmante
viaggio d’istruzione in Spagna con le
classi III, IV, V dei settori meccanici,
elettronici e chimici. Abbiamo
trascorso in bella compagnia sei
fantastici giorni che anche con il
trascorrere
del
tempo,
non
svaniranno mai, rimarranno sempre
impressi come i ricordi più belli della
nostra gioventù. Il 28 marzo 2011
siamo partiti per Barcellona. Dopo
circa 22 ore di viaggio trascorse con
gli amici in modo fantastico, siamo
arrivati a “LLORET DE MAR” dove
alloggiammo in Hotel. Barcellona si
presenta affascinante, meravigliosa
nei suoi paesaggi naturali, bellissime
le sue opere in stile gotico, siamo
rimasti incantati. Ciò che ci ha colpito
maggiormente sono le differenze tra
questa città e la nostra: la cura
dell’ambiente, delle opere d’arte, il
rispetto delle regole e la cordialità
delle persone. Abbiamo rivalutato la
conoscenza della lingua straniera
importante per viaggiare infatti ci
sentivamo a disagio perché non
potevamo comunicare con le
persone della zona. Sicuramente in
tutti noi un po’ di nostalgia per la
nostra famiglia si è fatta sentire,
soprattutto nei primi giorni; questo
vuoto però è stato subito colmato
grazie anche ai nostri professori che
ci hanno fatto sentire a nostro agio.
Sono molto simpatici al di fuori
dell’ambito
scolastico.
Per
concludere posso dire con certezza
assoluta che questo è stato un
viaggio a dir poco stupendo. Tutti
dovrebbero vivere quest’esperienza
perché è indelebile.
Esposito Biagio & Luciano
Cardellino VA elettronici
“Noi del Majorana”
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NORD e SUD
Come ben noto le discordie e i
pregiudizi tra nord e sud
continuano ad esistere anche se,
spesso, mascherati. Le cause sono
diverse:
sociali,
culturali,
economiche e storiche. Sin dai
tempi di Giolitti, agli inizi del 900
già esistevano grandi differenze, tra
le "due Italie". Giolitti, infatti,
applicava la politica del doppio volto: un atteggiamento aperto e
democratico nell’affrontare i problemi del Nord, un altro senza
scrupoli e corrotto nello sfruttare i
problemi del Sud. La differenza continua ancora oggi, un esempio è quello tra le scuole italiane del
settentrione e del meridione. Infatti, i ragazzi del Nord possono avvalersi di strutture moderne ed
efficienti, nelle scuole del sud prevale l’arte di “rimediare” affidata all’abilità dei dirigenti. Le
diseguaglianze hanno generato gelosie, rivalità e pregiudizi fra le due aree geografiche del nostro
paese. Oggi il divario tra nord e sud è tuttora un problema irrisolto, oggetto di scontri politici, di
dibattiti, polemiche e trovate cinematografiche che in modo divertente ci mostrano la triste realtà. È
infatti uscito da qualche mese, nelle sale italiane un film che ha avuto un enorme successo:
"Benvenuti al Sud". Questo film evidenzia le differenze socio-culturali che persistono tra nord e sud.
Gli stili di vita sono ben diversi, come pure mentalità e pregiudizi. Ci siamo divertiti a vedere sul
grande schermo la nostra realtà, ma al momento comico deve subentrare quello riflessivo che deve
portarci a valorizzare quanto di positivo abbiamo al Sud e modificare invece ciò che ci rende
cittadini di serie “B”. Dopo 150 anni dall’unità d’Italia è triste condividere l’affermazione di Massimo
D’Azeglio “Fatta l’Italia bisogna fare gli Italiani”
3A
La mia esperienza ad Amici
Tra i primi 20 su 8500 !
Non l’avrei mai detto. A giugno 2010 semplicemente per soddisfare le incessanti richieste di mia
madre, che ha sempre creduto in me, mi presentai agli studi romani di Cinecittà per sostenere la
prima selezione per il programma televisivo “Amici di Maria De Filippi”. Durante il viaggio in
macchina, non ancora avevo realizzato quanto stavo per fare, al contrario ero convinto che sarebbe
stata una passeggiata inutile. Arrivato agli studi di Cinecittà, alla vista di tanti giovani aspiranti
cominciai a prendere il tutto più seriamente. Quel giorno fummo divisi in gruppi di sei e dovemmo
improvvisare varie coreografie in diversi stili. Nel mio gruppo fui l’unico ad essere selezionato e da
quel momento iniziai a crederci. Venni convocato per la seconda selezione prevista per il 2 luglio 2010
durante questa fase eliminatoria, ci fecero esibire singolarmente sul proprio cavallo di battaglia, avevo
preparato una coreografia di danza contemporanea. Terminata la seconda selezione, venimmo portati
nello studio televisivo dove c’era Maria de Filippi che ci spiegò le modalità dell’ultima selezione,
ovvero che ci avrebbero dimezzato per cui la maggior parte di noi non ce l’avrebbe fatta. Arrivato a
casa, preparai le ultime cose per la mia missione in India partii il 5 agosto lasciandomi dietro tutte le
speranze. Il 28 Agosto ricevetti la chiamata dalla trasmissione mi comunicarono che il 31 Agosto avrei
dovuto sostenere l’ultimo provino, quasi non ci credevo! Il mio arrivo in Italia era previsto per il
primo Settembre per cui non avrei potuto sostenerlo. I miei genitori, avendo appreso la notizia, subito
mi procurarono il biglietto per il ritorno, e così dopo aver affrontato l’ultimo provino venni convocato
per la diretta su canale 5. Purtroppo il mio percorso si è interrotto lì ma nonostante ciò sono stato
davvero felice di aver vissuto quell’esperienza e spero sia solo l’inizio di una lunga carriera .
Di Nuzzo Pasquale 5B chi.-bio.
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“Noi del Majorana”
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Aprile – Maggio 2011
“Don Arturo Megna”, i quotidiani e, di sabato si
LA SCUOLA DELLA MIA INFANZIA
faceva a turno per giocare la schedina del totocalcio.
Noi
ragazzi
facevamo
raccolte di figurine di
squadre di calcio della
famosa edizione “Panini di
Modena”.
Più
avanti
l’emporio di “Gennarino”
dove si trovava di tutto di
più, dai libri all’oggettistica
di casa, dai dolciumi ai botti
di Natale; le ante dei grossi
portoni d’ingresso erano
maestose, davano
sulla strada principale e
fungevano da locandina per i films che proiettavano
al cinema “Corallo” di Arienzo. Di fronte, il negozio
di elettrodomestici con la scritta “Tutto per Tutti”;
Dimenticavo, il grande circolo della “Democrazia
Cristiana” stabilitosi nei locali dell’antico Municipio
del Comune di San Felice a Cancello, il monumento
dei caduti per la patria delle due guerre, adiacente, il
comando della polizia municipale; più avanti la
barberia di “Zii Gigino e’ Marciello” (Sig.Rivetti
Luigi) e a seguire, la lavanderia a secco di Don
Vincenzo. Sapete, una volta nei piccoli paesi
campani si era meglio conosciuti con toponomastica
ovvero il ”contra- nome”. Una volta raggiunto
“Vico freddo”, davvero freddo per la sua posizione
geografica ”là dove non batte il sole” c’era l’officina
meccanica del Sig. Diglio Pasquale, seguiva il
maniscalco di vico Castellotto, il negozio di
merceria del “Pittora”, il laboratorio di sartoria di
Mastro Michele e l’indimendicabile falegnameria di
mastro Arcangelo, il quale all’orario di scuola stava
sempre preso dal lavoro di banco con una grossa
sega ad arco mentre si apprestava al taglio di grosse
tavole di legno, oppure intento a piallare, quasi ci
incantavamo alla vista di quei trucioli che
svolazzavano ad ogni energico colpo di pialla sul
piano del legno. Era un modo per apprendere
l’artigianato in presa diretta (come diremmo oggi).
A qualche domanda o quesito il buon artigiano
rispondeva “è un incastro a coda di rondine”, oggi
basta cliccare su google e tutto è chiarito. Alle spalle
di questa bottega, ormai scomparsa, c’è il grosso
edificio della scuola elementare: plesso Volta dei
Pierri. Quel tratto di strada, quel pezzo della mia
vita, così vivo nei miei ricordi ormai non esiste più;
quell’artigiano e i suoi trucioli non ci sono più,
eppure “i buoni consigli”, ”il rispetto”, ”l’ordine”,
”la buona educazione”, i così detti “segreti di
bottega” sono ancora vivi nella mia mente, acquisiti
durante le torride estati, quando, a chiusura delle
scuole, ognuno di noi doveva andare al “MASTRO”
e mi accompagnano ancora oggi, fra i piccoli
lavoretti del fai da te..e sorridendo con una vena di
malinconia penso ai miei anni ’60.
prof. Tonino Petrone
Proprio l’altro giorno, tra i vecchi cimeli di un baule
della soffitta di casa, ritrovai il frontespizio di un
quaderno a me tanto caro. Non ci crederete ma era
proprio lui, l’amico-diario, là dove, in quei favolosi
anni 60, la “Signora Maestra” delle elementari, se
tutto procedeva con “ORDINE”, ci faceva
trascrivere in bella copia i “Temi svolti”in classe
dopo averli corretti. Fiumi di ricordi fanno irruzione
nella mia mente! Ed ecco che gli occhi si perdono
fra le righe del 10 ottobre 1963: “Descrivete tutto
ciò che vi circonda nel percorrere la strada da casa a
scuola…”: Nei nostri anni la macchina era un mezzo
di lusso, gran parte di noi procedeva a schiera a
piedi, tanti scolaretti con grembiule e fiocco di un
colore prestabilito a seconda della classe che si
frequentava. Fortunatamente abitavo in pieno centro
ed il percorso casa-scuola si svolgeva nell’arco di
500 metri, ahimè per altri ragazzi di periferia era
più dura raggiungere l’edificio scolastico. Lungo il
percorso che praticavo c’era il surrogato
dell’economia di un
piccolo centro campano.
Abitavo in un vicolo
caratteristico per il suo
arco in pietra
datato
1792; all’uscita di casa
mi faceva compagnia
l’indimenticabile
cagnetta cui ero molto
affezionato.
Venditori
ambulanti
muniti di
carretto che gridavano a
squarciagola
“e’
frivariell“ i friggitelli, più avanti ancora la vecchia
con la canestra in testa che scandisce: “ a’ rucuttella
fresc” la ricotta fresca: solo dieci lire, e in mano
una fuscella circolare ancora calda e… tutti i sapori
del latte di pecora; oppure con la stessa moneta ci si
poteva comprare sette castagne lesse “e palluottl”
che col loro tepore riscaldavano le gelide mani di
dicembre.
Di solito questi incontri avvenivano nel vicolo, ma,
una volta immessi sulla strada principale di Via
Roma, le attrazioni aumentavano…all’ angolo, la
bottega di generi alimentari, il profumo del pane
appena sfornato si amalgamava con quello del
provolone gigante posto sul bancone e le poche altre
cose che facevano la nostra quotidianità: la pasta di
maccheroni, il concentrato di
pomodori, la
mortadella e così, il supermarket era bello e pronto.
Ogni bottega era fornita della propria edicola
religiosa posta all’ingresso addobbata con fiori
freschi, qualche lumino e nelle feste natalizie
venivano gli zampognari a portare con il loro suono
la buona novella. Più avanti la macelleria con
esposizione a vista di salumi e carni. In piazza il
caffè centrale e, all’angolo del bar, il giornalaio
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“Noi del Majorana”
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Spegnete i telefonini
e alzate gli occhi al cielo, lasciate che gli
occhi si perdano nelle celestiali bellezze,
lasciate la mente sondare le profondità
del cielo, lasciate che il cuore percepisca
la grandezza e la potenza di Dio.
Ossigenate la vostra anima respirando
un'aria nuova, l'aria del Regno dei Cieli.
Un vecchio detto dice che gli occhi
sono lo specchio dell'anima; ma se i
vostri occhi sono incollati per ore e ore
su un telefonino, che cosa rispecchiano? Com'è allora la vostra anima? Quella che Dio ha plasmato a sua
immagine e somiglianza, perché nella creatura terrena vivesse il suo amore?
Contrattando con voi, si percepisce l'amore di Dio? Quell'amore che vige nel Figlio e che, grazie alla
sua passione, morte e risurrezione, è stato donato alla Chiesa attraverso i sacramenti, perché chiunque,
se lo desidera, può rinnovarlo ogni qualvolta che il male come l'onda sulla roccia corrode e poi disperde.
L'anima che conserva e accresce l'amore di Dio vede nell'interlocutore un fratello da amare, perché
figlio di Dio e non un nemico dal quale difendersi. L'amore di Dio affratella, tutto sopporta, tutto
condivide.
L'anima, per molti di voi, è ammalata e non ci vuole molto per capirlo. San Paolo, attraverso la
celebre lettera ai Galati, fa una distinzione tra le opere della carne e i frutti dello spirito, cioè tra l'uomo
che vive succube dei vizi del corpo, che chiama carne e le opere dell'uomo che vive secondo lo spirito,
cioè alla presenza di Gesù, perché si nutre dei sacramenti. Basta riflettere su questi elenchi per
comprendere la salute della nostra anima, chi siamo e dove stiamo andando. Fra le opere della carne egli
indica l'impurità, l'idolatria, la gelosia, il libertinaggio, la discordia, l'inimicizia, l'invidia. Fra i frutti
dello spirito indica l'amore, la pace, la gioia, la mitezza, il dominio di sé. Personalmente, costato nei
giovani di oggi più opere della carne che frutti dello spirito; leggo spesso su questo giornalino i ricordi
del prof. Petrone dell'epoca anti-telefonino che testimoniano uno stile di vita sobrio che anch'io ho
vissuto, basato sulla semplicità, sul rispetto per la natura e le persone di ogni ordine e grado e
indirettamente, inconsapevolmente per Dio. Eravamo ignoranti sulle cose di Dio, come molti giovani di
oggi, ma lo stile di vita permetteva a Dio di lavorarci l'anima, di essere secondo la sua volontà e non la
nostra. Era uno stile di vita che ci ha portati, a essere consapevoli del dono della vita e quello di essere
cristiani, per cui, come tutti i cristiani, ci sforziamo di vivere secondo lo spirito.
Spesso io e il prof. Petrone ci ritroviamo in una chiesa o per la strada a pregare per noi, per voi e per
tutti, perché Gesù ci ha fatto capire che solo la preghiera guarisce l'anima. Solo la preghiera scioglie i
rancori, i torti subiti e le incomprensioni che, conservati nel cuore, si trasformano in odio e poi
improvvisamente esplodono in manifestazioni violente, incomprensibili e inaudite.
Con la preghiera si entra in confidenza con la Mamma celeste che ci rende più umili, ci spegne al
nostro egoismo e ci apre ai bisogni, all'ascolto paziente e caritatevole degli altri, facendo nascere in noi
l'amore per il figlio Gesù.
Deponete i telefonini e congiungete, come veri figli di Dio, le mani in segno di preghiera. Realizzate
il Regno dei cieli in terra, amando tutto e tutti con quell'amore che Gesù mette nel vostro cuore quando
pregate. Ritornate in chiesa, ascoltate la parola di Gesù, lasciatela scivolare nel cuore e seguite l'impulso
d'amore che genera, perché in quel momento è Gesù che vi parla; è il suo amore che cerca spazio nel
vostro cuore, prima che la moderna tecnologia lo indurisca.
Non sciupate il tempo a usare inutilmente il telefonino, non soffocate l'anima togliendole momenti
di raccoglimento interiore; amate tutto e tutti, perché solo l'amore conta nella vera vita che ci attende.
Permettete a Gesù di entrare nella vostra anima, di purificarLa con il suo amore, di curare le ferite
prodotte dalle svariate forme di male che la società odierna propina ai giovani. Riacquistate mercé
l'intervento di Gesù la dimensione spirituale per la quale siete stati creati e nella quale Dio vuole
vedervi, affinché anche voi siate anelli di quella catena d'amore che regge il mondo voluto, creato e
governato dall'amore di Dio.
La Mamma celeste sia con voi, giovani, quando tenterete di spegnere il telefonino. Prof. Iovine
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“Noi del Majorana”
Anno X - numero 4
Aprile - Maggio 2011
Lino Di Nuzzo diplomato al Centro
Accademico di danza Carlo Blasis.
Sabato 21 e domenica 22 Maggio, nella
splendida
cornice
del
Teatro
Mediterraneo della Mostra d’Oltremare
a Fuorigrotta, il giovane Lino Di Nuzzo
della VB chim. ha conseguito
il
diploma di danza classica-moderna-hip
hop e contemporanea rilasciato dal
Centro Accademico di danza “Carlo
Blasis”. Lino, che quest’anno aveva
superato tutte le selezioni per l’accesso
al programma televisivo AMICI,
fermandosi purtroppo alla prima puntata, vanta un curriculum arricchito dalla vincita di numerose
borse di studio e di concorsi superati a Salerno, Spoleto, Roma e Napoli. Il giovane talento ha
mosso il “passo d’addio” nel Balletto «NAPOLI», una coreografia di August Bournonville,
regalando intense emozioni ai tantissimi spettatori, amici e parenti e raggiungendo uno strepitoso
successo. A danzare con lui, tra i vari alunni del centro, guidati dai maestri Francesco Imperatore ,
Rosa Varriale, Gianluca Nunziata,Michele Merola e Marianna Auriemma, c’erano Sara Nuzzo,
Alessandra Sgambato e Rina De Lucia, allieve dell’ottavo corso che il prossimo anno muoveranno
il passo d’addio, Melania Iglio e Vania Savinelli del V corso e Paola Sgambato e Maria Antonietta
Maione del IV anno. Al nostro artista, che ha sempre avuto la idee chiare, manifestando, sin da
quando era uno scolaretto di prima elementare, il suo sogno di diventare ballerino, vanno gli auguri
della sua ex maestra ed attuale preside Pina Sgambato, affinchè possa con la passione, le doti e la
tenacia, che gli appartengono, veder realizzati tutti i suoi sogni e le sue aspirazioni!
La redazione del “Noi del Majorana”
Chi non ha mai sentito parlare di facebook?
Facebook è nato il 4 febbraio 2004 fondato da MARK ZUCHERBERG,
un 19 enne che all’epoca frequentava l’università di Harvard e da due
suoi colleghi. E' uno dei più famosi social network in voga negli ultimi
anni. Si tratta di un sito attraverso il quale è possibile riallacciare
rapporti con persone che non si vedevano da tanto tempo. Facebook
ci permette di "aggiungere amici", cercare persone che conosciamo
per inserirle nella nostra lista ed inoltre mostrare il nostro stato sentimentale. La funzione principale è la
bacheca dove descriviamo le nostre azioni, i commenti, pubblichiamo le foto e inseriamo e il nostro "stato".
Inoltre si possono inserire delle foto che restano tra i nostri album e "taggare" amici, cioè sulle foto
possiamo inserire i nomi degli amici presenti in queste e le stesse compariranno anche fra le loro immagini.
Gli album delle foto (tramite impostazioni per la privacy) possono essere visionate solo da quelli che
vogliamo. Si possono condividere e commentare link, si tratta di frasi con immagini che talvolta
rappresentano i nostri pensieri, oppure qualcosa di divertente da far leggere ai nostri amici. Si possono
anche inserire dei video da youtube, infatti sullo stesso sito c’è una sezione che permette di farlo. Ci sono
anche tante altre funzioni come ad esempio diversi giochi che si possono condividere con tutta la rete di
amici, dei test interessanti da proporre oppure domande divertenti sempre riguardanti i nostri conoscenti e
tante altre applicazioni. Si comunica tramite una chat, si può scegliere se stare in linea oppure no, e si può
fare una lista di amici e apparire on line solo per loro. Sono iscritta a questo sito da quasi 4 anni e ne sono
contenta, è facile comunicare con gli amici, senza spese telefoniche e scambiarsi le foto. Nonostante le
ultime innovazioni, sostanzialmente, il sito è rimasto lo stesso con i suoi pro e contro. Il problema è che si
passano troppe ore su facebook senza rendersene conto, e questo influisce negativamente nella nostra vita
sociale. Ma nonostante tutto che dire: “che vita sarebbe senza facebook”. Clementina Rossini VA
CH/B
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“Noi del Majorana”
5A chim.-biol.
Anno X - numero 4
Aprile - Maggio 2011
“IN BOCCA AL LUPO!”
5B chi.-biol.
5A elettrici
5A elettronici
GARE STUDENTESCHE:
Gli alunni Pizzo Massimo della 1A chim. e Liparulo Alessandra della 3B chim. dopo aver vinto
la fase provinciale e regionale di atletica leggera, specialità 1000 metri femminili e getto del peso
maschile, si sono qualificati per le finali nazionali delle gare studentesche che si disputeranno a
Roma il 24-25-26 Maggio e inserite nel Golden Gala di atletica leggera.
Un in bocca al lupo ai nostri ragazzi dalla redazione del Noi del Majorana.
Ultim’ora: Pizzo Massimo è campione d’ITALIA nel getto del peso
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“Noi del Majorana”
Anno X - numero 4
Aprile – Maggio 2011
ISTITUTO TECNICO SETTORE TECNOLOGIGO
ISTITUTO PROFESSIONALE PER L'INDUSTRIA E L'ARTIGIANATO
Via Fruggieri, 16 - Viale P.Carfora - 81028 Santa Maria a Vico - CE
tel/fax 0823-758504 - sito internet www.ipiamajorana.org - email [email protected]
L’Istituto “E.Majorana” raddoppia l’offerta formativa
Dal 1972 al 2010 = Istituto Professionale Industria e Artigianato
Dal 2011 == I.P.I.A. e
Istituto Tecnico
Settore Tecnologico
Il sito Internet del nostro Istituto è:
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Se vuoi scrivere alla redazione per inviare articoli
o suggerimenti, i nostri indirizzi di posta
elettronica sono:
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Sede Succursale di Viale P.Carfora: 0823-759103
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Noi del Majorana
Pubblicazione periodica degli studenti dell’Istituto Professionale
Industria e Artigianato “Ettore Majorana”
di Santa Maria a Vico (Caserta) – tel. 0823 / 758690 – 758504
-------------------REDAZIONE: via Fruggieri n.16 S.Maria a Vico (CE)
Redattori: Pasquale Di Nuzzo, Nicola Crisci, Carmela Ferrara,
Cristina Lettieri, Rosaria Mara Crisci, Elisabetta Lettieri, Tardi
Carmine, Francesco Razzano, Biagio Coda, Amedeo Martone.
Collaboratori: i docenti, Gavino Napolitano, Luciano Vigliotti,
Antonietta Rossi, Franca Passariello, Vittoria Oliva, Piscitelli
Pasqualina, Angelantonio Petrone, Paolo Giovanniello, Daddio
Costantino, Emilio Cimmino, Guido Zamprotta, Sergio Liparulo
Docente referente: Marco Migliore.
BUONE VACANZE E ARRIVEDERCI A SETTEMBRE
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092_2010-2011 QUARTO numero