Noi del Majorana Aprile - Maggio 2011 Anno X - N° 4 Pubblicazione periodica degli studenti dell’Istituto Professionale Industria e Artigianato “Ettore Majorana” di Santa Maria a Vico (Caserta) A LUCIANO CRISCI…L’AMICO DI SEMPRE Di fronte ad una targa le reazioni emotive possono essere: di ricordi, quando si conosce la persona, oppure di curiosità, sapere il perché di quella commemorazione e delle gesta compiute per meritarla. Il 1° maggio del 1945 ad Arienzo-S.Felice in una casa costituita da due camere e la cucina, separate dal cortile, abitata da Domenico e Maria Grazia, nasce Luciano. Dopo la scuola di avviamento ha frequentato l’ITIS “G.B. Bosco Lucarelli” di Benevento con non pochi sacrifici. Una volta andare a scuola era più sacrificante di oggi, bisognava alzarsi presto al mattino per raggiungere la sede, si ritornava tardi a casa e quindi restava poco tempo per studiare. Conseguito il diploma, si iscrisse all’università, ma non completò gli studi poiché ben presto cominciò a lavorare come supplente docente presso varie scuole superiori. Nel 1973 giunge presso l’istituto professionale per l’industria a e l’artigianato di S.Maria a Vico, allora sede staccata del “Ferraris” di Caserta. In questo istituto ha lavorato con abnegazione e passione gran parte della sua vita. Il suo impegno, nel far aumentare il numero d’iscritti, è stato notevole e costante, lui e i suoi colleghi andavano quasi casa per casa a raccogliere le iscrizioni. Grazie anche al suo contributo la sede staccata di Caserta è cresciuta al punto da diventare sede autonoma. Col passare degli anni ha lasciato il ruolo di docente e si è appassionato a gestire l’ufficio tecnico. …continua a pagina 2 “Noi del Majorana” Anno X - numero 4 Aprile - Maggio 2011 …continua da pagina 1 Nella vita di ogni persona vi sono tre età: fanciullezza, gioventù, maturità; nel prof. Crisci le tre fasi sono trascorse con serenità e senso di responsabilità. Nella vita familiare è stato padre esemplare, moralmente retto, ha inculcato nei figli responsabilità e doveri. La famiglia ringrazia l’istituto “E.Majorana”, tutti i docenti e gli amici di Luciano per aver condiviso con lui tanti momenti della sua vita e per la targa commemorativa posta davanti all’ufficio in cui lavorava. A Luciano: “Grazie per averci dedicato la tua vita. Sei stato esempio di onestà, dedizione al lavoro e amore per la famiglia. Non smetteremo mai di amarti”. I tuoi cari gli altri del risultato giocato, confrontarsi, fare pronostici, possono aiutare a conoscere il prossimo, integrarsi nell’ambiente in cui si vive. Insomma la “bolletta” rappresenta un qualcosa sulla quale si può sperare, imprecare, confrontarsi, in poche parole è uno dei passatempi preferiti delle persone, che possono così sentirsi protagonisti delle partite, insieme ai 22 calciatori che sono in campo di gioco. Essa è una delle nuove ”dipendenze” giovanili, rappresenta un qualcosa di cui i giovani non riescono a farne a meno: crea sconforto, ansia e felicità in caso di vincita, e comporta una maggiore partecipazione nel seguire l’evento sportivo su cui si è scommesso. Vincere una bolletta necessita, come in tutti i giochi e i sistemi di scommesse, una buona dose di fortuna, oltre ad una sufficiente conoscenza dello sport e del tipo di incontro su cui si va a puntare. Ovviamente i mass-media hanno contribuito ad enfatizzare tale tipo di dipendenza attraverso pubblicità e sponsor che spingono molti a tentare la fortuna. Per alcuni scommettere diventa un’ancora di salvezza, una scialuppa di salvataggio, per migliorare la propria condizione economica. Spesso troppi soldi vengono investiti in un qualcosa che molto probabilmente si perderà, ma ciò che è ancora più grave è vedere tanti ragazzi nei centri scommesse (per legge scommettere è vietato ai minori di 18 anni). Giocare la «bolletta» può essere quindi, un momento di svago e di condivisione, di divertimento e un pò anche di speranza. Tuttavia, come in tutte le cose, è necessaria la moderazione, non farsi assorbire dal gioco può essere una soluzione per risolvere il problema della «dipendenza». Francesco Razzano e Daniele Puri IV A/E La bolletta Negli ultimi anni, soprattutto nel nostro ambiente, sentiamo parlare molto spesso di “bolletta”; non è di certo la nostra bolletta da pagare ogni mese, ma una scommessa multipla a quota fissa sulle varie partite di calcio, nazionali e non. La formula proposta da questo tipo di scommessa sembra essere molto gradita alla stragrande maggioranza delle persone, giovani e meno giovani, poiché la cosiddetta “bolletta” è facile da giocare, non ha una quota predefinita e si può puntare su tutte le partite, senza alcun obbligo o restrizione. Difatti questo tipo di scommessa è una delle più popolari, anche perché si può raggiungere più facilmente la vincita e si possono giocare anche solo 2 euro. Un altro aspetto da considerare può essere l’effetto psicologico; la “bolletta” aumenta l’interesse sulle partite, che altrimenti si concentrerebbe solo sulla squadra del cuore; colui che scommette guarda con interesse tutto il panorama del calcio, magari per controllare o per sperare nel risultato scommesso. In aggiunta a tutto questo, possiamo dire che la bolletta può essere considerata anche oggetto di integrazione e di socializzazione; parlare con 2 “Noi del Majorana” Anno X - numero 4 Aprile – Maggio 2011 Un Uomo Speciale Ciao Caro Salvatore È questa l’attestazione vera e sentita del pensiero di tutti quelli che hanno avuto il piacere di conoscerti, che desiderano esprimerti i più sentiti e sinceri sentimenti d'affetto. Con te abbiamo condiviso un pezzo della nostra vita, molti colleghi ti hanno conosciuto prima di noi e molte generazioni di alunni hanno ricevuto i tuoi insegnamenti di docente e di persona. Noi siamo arrivati in tempo a conoscere il prof prima e Salvatore l’amico dopo. Per tutti noi sei stato subito un punto di riferimento del lavoro e dell’organizzazione della scuola. Sei stato esigente, competente e professionale, pronto al confronto e alla collaborazione. Hai saputo dirigere la tua vita, viverla e migliorarla per i tuoi figli e per tutti i tuoi alunni che hai formato con pari dignità, sicurezza e fermezza. La tua carriera scolastica è stata un rincorrersi di successi e qualche ostacolo che hai saputo superare con garbo e grande senso di responsabilità, riuscendo sempre a raggiungere il massimo dei risultati. Ci mancheranno la tua guida e la tua forte presenza. Ora inizia una pagina di vita diversa forse più tranquilla ma ugualmente ricca di sogni, di speranza di aspettative non solo personali. Disponibile e vivace ci sei sempre stato vicino e presente come collega ma anche più come amico e col cuore ti diciamo grazie e una cosa ancora, a dispetto di tutto, “Salvatore sei un grande!!!” Auguri Salvatore per tutto quanto tu desideri con l’affetto che tributiamo al prof. di ieri e di oggi e di sempre. GRAZIE PROF. Caro prof. Sta per iniziare una nuova fase della tua vita; dopo 40 anni di carriera, di cui 35 trascorsi nel nostro istituto, lasci l’insegnamento per dedicarti a tempo pieno alla tua famiglia e ai tuoi molteplici interessi. In questo lungo periodo lavorativo hai contribuito alla formazione di tantissimi studenti, che hanno apprezzato le tue doti umani e professionali. Per tanti sei stato un modello come professore, uomo e padre. Abbiamo stimato il senso del dovere, l’impegno e la dedizione con cui hai svolto il tuo lavoro; l’affetto e la disponibilità, quasi paterna, ma anche la fermezza e l’autorevolezza con cui hai guidato i tuoi allievi nel processo formativo-educativo; la professionalità con cui hai operato, che ha permesso loro un’agevole e gratificante integrazione nel mondo del lavoro. E come tacere dell’impegno profuso nel sociale! Ti sei impegnato concretamente in tantissime attività, basta citare solo le ultime un’intesa campagna di sensibilizzazione di alunni e colleghi per la donazione di sangue e per l’iniziativa “un tappo per amare”, che collabora con Associazioni benemerite per destare un sorriso in popoli meno fortunati, hai testimoniato, così, il tuo profondo spirito religioso, che ti ha visto promotore, nel nostro istituto, dei precetti pasquali, che hai animato con canti e cori abilmente preparati. Hai contribuito collaborando con diligenza alla formazione e alla crescita di questo istituto; ci mancherà la tua simpatia, la cordialità e anche l’ottimismo che sapevi infondere alla vita scolastica dell’IPIA “E.Majorana”. Hai messo passione in tutto ciò che hai fatto perciò sarà difficile Ciao prof. dimenticarti. 3 Non c' è essere umano che non voglia abbracciare la totalità: ma come Narciso rischia di affogare nell' acqua cercando invano di afferrare la propria immagine. Ci sono destini più grandi della vita, altri che invece hanno la stessa identica taglia, e perciò squillano e abbagliano di luce tranquillizzante: subito familiari, riconoscibili, condivisibili. Ci vuole coraggio, di questi tempi, a essere normali. A riconoscere come tali i propri desideri, le proprie aspirazioni. La famiglia il lavoro, la vita sociale sono bisogni faticosamente conciliabili, e trovare un equilibrio non è così facile. In fondo, le qualità più preziose sono proprio il coraggio di essere normali, la capacità di non strafare e di attingere con orgoglio alle proprie risorse: l’intelligenza, l’intelligenza affettiva, l’empatia, la generosità, la nobiltà di spirito. La nobiltà di spirito è il solo correttivo possibile della storia umana. Lì dove scompare questo ideale, scompare la civiltà. Non l’autoritarismo e non le persecuzioni ma la capacità di educare e, con questa, di far “sentire il bene e il male”. E’ questa l’immagine che ci piace rappresentare; l’ elogio che più ci piace conferire al nostro collega Enrico Ciniglio, accompagnato dall’ augurio che ci è gradito estendere a tutti gli altri colleghi che si avviano ad una nuova esperienza di vita sicuramente più piacevole. Voi avete pagato tutti i vostri debiti sociali: per tutta la vostra vita avete lavorato per gli altri prima che per voi. Potete tener alta la testa davanti a tutti. Avete provveduto con la vostra alleanza a che la giustizia sopravviva anche a voi. Or bene, ogni malinconico pensiero possa sparire dal nostro intelletto, appena compare, con la stessa rapidità, con cui si chiude un otturatore fotografico di perfettissimo congegno; rimanendo invece sempre aperta l’anima vostra a ricevere i raggi del sole, i profumi dei fiori, le idealità del cuore e tutte quante le dolci e care tenerezze dei sentimenti umani, vibranti fra il desiderio e il piacere. AUGURI “Noi del Majorana” Anno X - numero 4 Aprile - Maggio 2011 Barcellona 2011 EMOZIONI IN SPAGNA Lunedì 28 marzo 2011 l’ansia inizia a salire. Il giorno della partenza finalmente era arrivato. La prima tappa è stata Civitavecchia. Inizia la “FAVOLA”. Salimmo tutti sulla nave, il cuore batteva forte per una nuova avventura; la nave, una montagna adagiata sull’acqua, era veramente enorme. Subito ci siamo sistemati nelle cabine con gli amici “PREFERITI” e abbiamo trascorso la serata a divertirci. Il giorno dopo, avvistare la costa spagnola, è stata un’emozione bellissima. Dal quel momento la nostra vita cambiò, sentivamo emozioni nuove, ci eravamo dimenticati di tutto, pensavamo solo a divertirci e a trascorrere sei giorni con i nostri amici in bellezza. Abbiamo visitato Barcellona… E’ una città immensa, con molti monumenti, il più bello è la Sagrada Familia. Abbiamo compreso che la conoscenza della lingua straniera è importantissima. Le emozioni vissute restano indimenticabili, perché è stato bello condividere con i professori e gli amici esperienza nuove e diverse. Abbiamo apprezzato lo stile di vita degli spagnoli: rispettano molto l’ambiente, le regole della strada e sono molto cordiali. CREDETECI E’ STATA UN’ ESPERIENZA FAVOLOSA…. Giovanni Fauci & Francesco Di Matteo V A elettronici UN’ESPERIENZA POSITIVA La vita offre alti e bassi, questa splendida avventura vissuta mi ha regalato momenti di intensa felicità, difficili da descrivere. Sin dalla partenza sentivo un’energia positiva e un entusiasmo enorme pensando ai giorni che avrei trascorso insieme ai miei amici. Infatti così è stato, ho appreso tante cose ora mi sento in un certo senso “RINATO”. Tante amicizie nuove, tanti sono stati i confronti e le soddisfazioni che ho avuto col passare di questi giorni, mi sono sentito una persona importante per tanti. Una piccola comitiva lì a Barcellona, un’enorme città, ha trascorso ore indimenticabili vivendo tante esperienze nuove. Abbiamo ballato in tante discoteche, abbiamo fatto il bagno insieme in quello splendido e quieto mare verso l’una di notte, abbiamo visitato tanti di quei monumenti che è difficili spiegare le sensazioni che abbiamo sentito. Coi professori invece ho stabilito un rapporto sereno, non me lo aspettavo. Li ho voluti bene come dei genitori, sono stato orgoglioso del comportamento assunto, ero attento e vigile a tutto specialmente ai compagni a cui serviva solo un po’ di controllo. In questa settimana le giornate sono state talmente vissute a pieno che in verità non c’è stato spazio per momenti di nostalgia per la famiglia; solo il giorno del ritorno poche ore prima dell’arrivo, sul bordo della nave ho pensato a quanto era stato bello aver vissuto questa esperienza ma soprattutto a quanto era bello ritornare a casa. Un saluto all’intero istituto e al mio fiore… Alessandro Petrella VA elettrici 4 UN RICORDO INDELEBILE Ed eccoci ritornati dall’entusiasmante viaggio d’istruzione in Spagna con le classi III, IV, V dei settori meccanici, elettronici e chimici. Abbiamo trascorso in bella compagnia sei fantastici giorni che anche con il trascorrere del tempo, non svaniranno mai, rimarranno sempre impressi come i ricordi più belli della nostra gioventù. Il 28 marzo 2011 siamo partiti per Barcellona. Dopo circa 22 ore di viaggio trascorse con gli amici in modo fantastico, siamo arrivati a “LLORET DE MAR” dove alloggiammo in Hotel. Barcellona si presenta affascinante, meravigliosa nei suoi paesaggi naturali, bellissime le sue opere in stile gotico, siamo rimasti incantati. Ciò che ci ha colpito maggiormente sono le differenze tra questa città e la nostra: la cura dell’ambiente, delle opere d’arte, il rispetto delle regole e la cordialità delle persone. Abbiamo rivalutato la conoscenza della lingua straniera importante per viaggiare infatti ci sentivamo a disagio perché non potevamo comunicare con le persone della zona. Sicuramente in tutti noi un po’ di nostalgia per la nostra famiglia si è fatta sentire, soprattutto nei primi giorni; questo vuoto però è stato subito colmato grazie anche ai nostri professori che ci hanno fatto sentire a nostro agio. Sono molto simpatici al di fuori dell’ambito scolastico. Per concludere posso dire con certezza assoluta che questo è stato un viaggio a dir poco stupendo. Tutti dovrebbero vivere quest’esperienza perché è indelebile. Esposito Biagio & Luciano Cardellino VA elettronici “Noi del Majorana” Anno X - numero 4 Aprile - Maggio 2011 NORD e SUD Come ben noto le discordie e i pregiudizi tra nord e sud continuano ad esistere anche se, spesso, mascherati. Le cause sono diverse: sociali, culturali, economiche e storiche. Sin dai tempi di Giolitti, agli inizi del 900 già esistevano grandi differenze, tra le "due Italie". Giolitti, infatti, applicava la politica del doppio volto: un atteggiamento aperto e democratico nell’affrontare i problemi del Nord, un altro senza scrupoli e corrotto nello sfruttare i problemi del Sud. La differenza continua ancora oggi, un esempio è quello tra le scuole italiane del settentrione e del meridione. Infatti, i ragazzi del Nord possono avvalersi di strutture moderne ed efficienti, nelle scuole del sud prevale l’arte di “rimediare” affidata all’abilità dei dirigenti. Le diseguaglianze hanno generato gelosie, rivalità e pregiudizi fra le due aree geografiche del nostro paese. Oggi il divario tra nord e sud è tuttora un problema irrisolto, oggetto di scontri politici, di dibattiti, polemiche e trovate cinematografiche che in modo divertente ci mostrano la triste realtà. È infatti uscito da qualche mese, nelle sale italiane un film che ha avuto un enorme successo: "Benvenuti al Sud". Questo film evidenzia le differenze socio-culturali che persistono tra nord e sud. Gli stili di vita sono ben diversi, come pure mentalità e pregiudizi. Ci siamo divertiti a vedere sul grande schermo la nostra realtà, ma al momento comico deve subentrare quello riflessivo che deve portarci a valorizzare quanto di positivo abbiamo al Sud e modificare invece ciò che ci rende cittadini di serie “B”. Dopo 150 anni dall’unità d’Italia è triste condividere l’affermazione di Massimo D’Azeglio “Fatta l’Italia bisogna fare gli Italiani” 3A La mia esperienza ad Amici Tra i primi 20 su 8500 ! Non l’avrei mai detto. A giugno 2010 semplicemente per soddisfare le incessanti richieste di mia madre, che ha sempre creduto in me, mi presentai agli studi romani di Cinecittà per sostenere la prima selezione per il programma televisivo “Amici di Maria De Filippi”. Durante il viaggio in macchina, non ancora avevo realizzato quanto stavo per fare, al contrario ero convinto che sarebbe stata una passeggiata inutile. Arrivato agli studi di Cinecittà, alla vista di tanti giovani aspiranti cominciai a prendere il tutto più seriamente. Quel giorno fummo divisi in gruppi di sei e dovemmo improvvisare varie coreografie in diversi stili. Nel mio gruppo fui l’unico ad essere selezionato e da quel momento iniziai a crederci. Venni convocato per la seconda selezione prevista per il 2 luglio 2010 durante questa fase eliminatoria, ci fecero esibire singolarmente sul proprio cavallo di battaglia, avevo preparato una coreografia di danza contemporanea. Terminata la seconda selezione, venimmo portati nello studio televisivo dove c’era Maria de Filippi che ci spiegò le modalità dell’ultima selezione, ovvero che ci avrebbero dimezzato per cui la maggior parte di noi non ce l’avrebbe fatta. Arrivato a casa, preparai le ultime cose per la mia missione in India partii il 5 agosto lasciandomi dietro tutte le speranze. Il 28 Agosto ricevetti la chiamata dalla trasmissione mi comunicarono che il 31 Agosto avrei dovuto sostenere l’ultimo provino, quasi non ci credevo! Il mio arrivo in Italia era previsto per il primo Settembre per cui non avrei potuto sostenerlo. I miei genitori, avendo appreso la notizia, subito mi procurarono il biglietto per il ritorno, e così dopo aver affrontato l’ultimo provino venni convocato per la diretta su canale 5. Purtroppo il mio percorso si è interrotto lì ma nonostante ciò sono stato davvero felice di aver vissuto quell’esperienza e spero sia solo l’inizio di una lunga carriera . Di Nuzzo Pasquale 5B chi.-bio. 5 “Noi del Majorana” Anno X - numero 4 Aprile – Maggio 2011 “Don Arturo Megna”, i quotidiani e, di sabato si LA SCUOLA DELLA MIA INFANZIA faceva a turno per giocare la schedina del totocalcio. Noi ragazzi facevamo raccolte di figurine di squadre di calcio della famosa edizione “Panini di Modena”. Più avanti l’emporio di “Gennarino” dove si trovava di tutto di più, dai libri all’oggettistica di casa, dai dolciumi ai botti di Natale; le ante dei grossi portoni d’ingresso erano maestose, davano sulla strada principale e fungevano da locandina per i films che proiettavano al cinema “Corallo” di Arienzo. Di fronte, il negozio di elettrodomestici con la scritta “Tutto per Tutti”; Dimenticavo, il grande circolo della “Democrazia Cristiana” stabilitosi nei locali dell’antico Municipio del Comune di San Felice a Cancello, il monumento dei caduti per la patria delle due guerre, adiacente, il comando della polizia municipale; più avanti la barberia di “Zii Gigino e’ Marciello” (Sig.Rivetti Luigi) e a seguire, la lavanderia a secco di Don Vincenzo. Sapete, una volta nei piccoli paesi campani si era meglio conosciuti con toponomastica ovvero il ”contra- nome”. Una volta raggiunto “Vico freddo”, davvero freddo per la sua posizione geografica ”là dove non batte il sole” c’era l’officina meccanica del Sig. Diglio Pasquale, seguiva il maniscalco di vico Castellotto, il negozio di merceria del “Pittora”, il laboratorio di sartoria di Mastro Michele e l’indimendicabile falegnameria di mastro Arcangelo, il quale all’orario di scuola stava sempre preso dal lavoro di banco con una grossa sega ad arco mentre si apprestava al taglio di grosse tavole di legno, oppure intento a piallare, quasi ci incantavamo alla vista di quei trucioli che svolazzavano ad ogni energico colpo di pialla sul piano del legno. Era un modo per apprendere l’artigianato in presa diretta (come diremmo oggi). A qualche domanda o quesito il buon artigiano rispondeva “è un incastro a coda di rondine”, oggi basta cliccare su google e tutto è chiarito. Alle spalle di questa bottega, ormai scomparsa, c’è il grosso edificio della scuola elementare: plesso Volta dei Pierri. Quel tratto di strada, quel pezzo della mia vita, così vivo nei miei ricordi ormai non esiste più; quell’artigiano e i suoi trucioli non ci sono più, eppure “i buoni consigli”, ”il rispetto”, ”l’ordine”, ”la buona educazione”, i così detti “segreti di bottega” sono ancora vivi nella mia mente, acquisiti durante le torride estati, quando, a chiusura delle scuole, ognuno di noi doveva andare al “MASTRO” e mi accompagnano ancora oggi, fra i piccoli lavoretti del fai da te..e sorridendo con una vena di malinconia penso ai miei anni ’60. prof. Tonino Petrone Proprio l’altro giorno, tra i vecchi cimeli di un baule della soffitta di casa, ritrovai il frontespizio di un quaderno a me tanto caro. Non ci crederete ma era proprio lui, l’amico-diario, là dove, in quei favolosi anni 60, la “Signora Maestra” delle elementari, se tutto procedeva con “ORDINE”, ci faceva trascrivere in bella copia i “Temi svolti”in classe dopo averli corretti. Fiumi di ricordi fanno irruzione nella mia mente! Ed ecco che gli occhi si perdono fra le righe del 10 ottobre 1963: “Descrivete tutto ciò che vi circonda nel percorrere la strada da casa a scuola…”: Nei nostri anni la macchina era un mezzo di lusso, gran parte di noi procedeva a schiera a piedi, tanti scolaretti con grembiule e fiocco di un colore prestabilito a seconda della classe che si frequentava. Fortunatamente abitavo in pieno centro ed il percorso casa-scuola si svolgeva nell’arco di 500 metri, ahimè per altri ragazzi di periferia era più dura raggiungere l’edificio scolastico. Lungo il percorso che praticavo c’era il surrogato dell’economia di un piccolo centro campano. Abitavo in un vicolo caratteristico per il suo arco in pietra datato 1792; all’uscita di casa mi faceva compagnia l’indimenticabile cagnetta cui ero molto affezionato. Venditori ambulanti muniti di carretto che gridavano a squarciagola “e’ frivariell“ i friggitelli, più avanti ancora la vecchia con la canestra in testa che scandisce: “ a’ rucuttella fresc” la ricotta fresca: solo dieci lire, e in mano una fuscella circolare ancora calda e… tutti i sapori del latte di pecora; oppure con la stessa moneta ci si poteva comprare sette castagne lesse “e palluottl” che col loro tepore riscaldavano le gelide mani di dicembre. Di solito questi incontri avvenivano nel vicolo, ma, una volta immessi sulla strada principale di Via Roma, le attrazioni aumentavano…all’ angolo, la bottega di generi alimentari, il profumo del pane appena sfornato si amalgamava con quello del provolone gigante posto sul bancone e le poche altre cose che facevano la nostra quotidianità: la pasta di maccheroni, il concentrato di pomodori, la mortadella e così, il supermarket era bello e pronto. Ogni bottega era fornita della propria edicola religiosa posta all’ingresso addobbata con fiori freschi, qualche lumino e nelle feste natalizie venivano gli zampognari a portare con il loro suono la buona novella. Più avanti la macelleria con esposizione a vista di salumi e carni. In piazza il caffè centrale e, all’angolo del bar, il giornalaio 6 “Noi del Majorana” Anno X - numero 4 Aprile - Maggio 2011 Spegnete i telefonini e alzate gli occhi al cielo, lasciate che gli occhi si perdano nelle celestiali bellezze, lasciate la mente sondare le profondità del cielo, lasciate che il cuore percepisca la grandezza e la potenza di Dio. Ossigenate la vostra anima respirando un'aria nuova, l'aria del Regno dei Cieli. Un vecchio detto dice che gli occhi sono lo specchio dell'anima; ma se i vostri occhi sono incollati per ore e ore su un telefonino, che cosa rispecchiano? Com'è allora la vostra anima? Quella che Dio ha plasmato a sua immagine e somiglianza, perché nella creatura terrena vivesse il suo amore? Contrattando con voi, si percepisce l'amore di Dio? Quell'amore che vige nel Figlio e che, grazie alla sua passione, morte e risurrezione, è stato donato alla Chiesa attraverso i sacramenti, perché chiunque, se lo desidera, può rinnovarlo ogni qualvolta che il male come l'onda sulla roccia corrode e poi disperde. L'anima che conserva e accresce l'amore di Dio vede nell'interlocutore un fratello da amare, perché figlio di Dio e non un nemico dal quale difendersi. L'amore di Dio affratella, tutto sopporta, tutto condivide. L'anima, per molti di voi, è ammalata e non ci vuole molto per capirlo. San Paolo, attraverso la celebre lettera ai Galati, fa una distinzione tra le opere della carne e i frutti dello spirito, cioè tra l'uomo che vive succube dei vizi del corpo, che chiama carne e le opere dell'uomo che vive secondo lo spirito, cioè alla presenza di Gesù, perché si nutre dei sacramenti. Basta riflettere su questi elenchi per comprendere la salute della nostra anima, chi siamo e dove stiamo andando. Fra le opere della carne egli indica l'impurità, l'idolatria, la gelosia, il libertinaggio, la discordia, l'inimicizia, l'invidia. Fra i frutti dello spirito indica l'amore, la pace, la gioia, la mitezza, il dominio di sé. Personalmente, costato nei giovani di oggi più opere della carne che frutti dello spirito; leggo spesso su questo giornalino i ricordi del prof. Petrone dell'epoca anti-telefonino che testimoniano uno stile di vita sobrio che anch'io ho vissuto, basato sulla semplicità, sul rispetto per la natura e le persone di ogni ordine e grado e indirettamente, inconsapevolmente per Dio. Eravamo ignoranti sulle cose di Dio, come molti giovani di oggi, ma lo stile di vita permetteva a Dio di lavorarci l'anima, di essere secondo la sua volontà e non la nostra. Era uno stile di vita che ci ha portati, a essere consapevoli del dono della vita e quello di essere cristiani, per cui, come tutti i cristiani, ci sforziamo di vivere secondo lo spirito. Spesso io e il prof. Petrone ci ritroviamo in una chiesa o per la strada a pregare per noi, per voi e per tutti, perché Gesù ci ha fatto capire che solo la preghiera guarisce l'anima. Solo la preghiera scioglie i rancori, i torti subiti e le incomprensioni che, conservati nel cuore, si trasformano in odio e poi improvvisamente esplodono in manifestazioni violente, incomprensibili e inaudite. Con la preghiera si entra in confidenza con la Mamma celeste che ci rende più umili, ci spegne al nostro egoismo e ci apre ai bisogni, all'ascolto paziente e caritatevole degli altri, facendo nascere in noi l'amore per il figlio Gesù. Deponete i telefonini e congiungete, come veri figli di Dio, le mani in segno di preghiera. Realizzate il Regno dei cieli in terra, amando tutto e tutti con quell'amore che Gesù mette nel vostro cuore quando pregate. Ritornate in chiesa, ascoltate la parola di Gesù, lasciatela scivolare nel cuore e seguite l'impulso d'amore che genera, perché in quel momento è Gesù che vi parla; è il suo amore che cerca spazio nel vostro cuore, prima che la moderna tecnologia lo indurisca. Non sciupate il tempo a usare inutilmente il telefonino, non soffocate l'anima togliendole momenti di raccoglimento interiore; amate tutto e tutti, perché solo l'amore conta nella vera vita che ci attende. Permettete a Gesù di entrare nella vostra anima, di purificarLa con il suo amore, di curare le ferite prodotte dalle svariate forme di male che la società odierna propina ai giovani. Riacquistate mercé l'intervento di Gesù la dimensione spirituale per la quale siete stati creati e nella quale Dio vuole vedervi, affinché anche voi siate anelli di quella catena d'amore che regge il mondo voluto, creato e governato dall'amore di Dio. La Mamma celeste sia con voi, giovani, quando tenterete di spegnere il telefonino. Prof. Iovine 7 “Noi del Majorana” Anno X - numero 4 Aprile - Maggio 2011 Lino Di Nuzzo diplomato al Centro Accademico di danza Carlo Blasis. Sabato 21 e domenica 22 Maggio, nella splendida cornice del Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare a Fuorigrotta, il giovane Lino Di Nuzzo della VB chim. ha conseguito il diploma di danza classica-moderna-hip hop e contemporanea rilasciato dal Centro Accademico di danza “Carlo Blasis”. Lino, che quest’anno aveva superato tutte le selezioni per l’accesso al programma televisivo AMICI, fermandosi purtroppo alla prima puntata, vanta un curriculum arricchito dalla vincita di numerose borse di studio e di concorsi superati a Salerno, Spoleto, Roma e Napoli. Il giovane talento ha mosso il “passo d’addio” nel Balletto «NAPOLI», una coreografia di August Bournonville, regalando intense emozioni ai tantissimi spettatori, amici e parenti e raggiungendo uno strepitoso successo. A danzare con lui, tra i vari alunni del centro, guidati dai maestri Francesco Imperatore , Rosa Varriale, Gianluca Nunziata,Michele Merola e Marianna Auriemma, c’erano Sara Nuzzo, Alessandra Sgambato e Rina De Lucia, allieve dell’ottavo corso che il prossimo anno muoveranno il passo d’addio, Melania Iglio e Vania Savinelli del V corso e Paola Sgambato e Maria Antonietta Maione del IV anno. Al nostro artista, che ha sempre avuto la idee chiare, manifestando, sin da quando era uno scolaretto di prima elementare, il suo sogno di diventare ballerino, vanno gli auguri della sua ex maestra ed attuale preside Pina Sgambato, affinchè possa con la passione, le doti e la tenacia, che gli appartengono, veder realizzati tutti i suoi sogni e le sue aspirazioni! La redazione del “Noi del Majorana” Chi non ha mai sentito parlare di facebook? Facebook è nato il 4 febbraio 2004 fondato da MARK ZUCHERBERG, un 19 enne che all’epoca frequentava l’università di Harvard e da due suoi colleghi. E' uno dei più famosi social network in voga negli ultimi anni. Si tratta di un sito attraverso il quale è possibile riallacciare rapporti con persone che non si vedevano da tanto tempo. Facebook ci permette di "aggiungere amici", cercare persone che conosciamo per inserirle nella nostra lista ed inoltre mostrare il nostro stato sentimentale. La funzione principale è la bacheca dove descriviamo le nostre azioni, i commenti, pubblichiamo le foto e inseriamo e il nostro "stato". Inoltre si possono inserire delle foto che restano tra i nostri album e "taggare" amici, cioè sulle foto possiamo inserire i nomi degli amici presenti in queste e le stesse compariranno anche fra le loro immagini. Gli album delle foto (tramite impostazioni per la privacy) possono essere visionate solo da quelli che vogliamo. Si possono condividere e commentare link, si tratta di frasi con immagini che talvolta rappresentano i nostri pensieri, oppure qualcosa di divertente da far leggere ai nostri amici. Si possono anche inserire dei video da youtube, infatti sullo stesso sito c’è una sezione che permette di farlo. Ci sono anche tante altre funzioni come ad esempio diversi giochi che si possono condividere con tutta la rete di amici, dei test interessanti da proporre oppure domande divertenti sempre riguardanti i nostri conoscenti e tante altre applicazioni. Si comunica tramite una chat, si può scegliere se stare in linea oppure no, e si può fare una lista di amici e apparire on line solo per loro. Sono iscritta a questo sito da quasi 4 anni e ne sono contenta, è facile comunicare con gli amici, senza spese telefoniche e scambiarsi le foto. Nonostante le ultime innovazioni, sostanzialmente, il sito è rimasto lo stesso con i suoi pro e contro. Il problema è che si passano troppe ore su facebook senza rendersene conto, e questo influisce negativamente nella nostra vita sociale. Ma nonostante tutto che dire: “che vita sarebbe senza facebook”. Clementina Rossini VA CH/B 8 “Noi del Majorana” 5A chim.-biol. Anno X - numero 4 Aprile - Maggio 2011 “IN BOCCA AL LUPO!” 5B chi.-biol. 5A elettrici 5A elettronici GARE STUDENTESCHE: Gli alunni Pizzo Massimo della 1A chim. e Liparulo Alessandra della 3B chim. dopo aver vinto la fase provinciale e regionale di atletica leggera, specialità 1000 metri femminili e getto del peso maschile, si sono qualificati per le finali nazionali delle gare studentesche che si disputeranno a Roma il 24-25-26 Maggio e inserite nel Golden Gala di atletica leggera. Un in bocca al lupo ai nostri ragazzi dalla redazione del Noi del Majorana. Ultim’ora: Pizzo Massimo è campione d’ITALIA nel getto del peso 9 “Noi del Majorana” Anno X - numero 4 Aprile – Maggio 2011 ISTITUTO TECNICO SETTORE TECNOLOGIGO ISTITUTO PROFESSIONALE PER L'INDUSTRIA E L'ARTIGIANATO Via Fruggieri, 16 - Viale P.Carfora - 81028 Santa Maria a Vico - CE tel/fax 0823-758504 - sito internet www.ipiamajorana.org - email [email protected] L’Istituto “E.Majorana” raddoppia l’offerta formativa Dal 1972 al 2010 = Istituto Professionale Industria e Artigianato Dal 2011 == I.P.I.A. e Istituto Tecnico Settore Tecnologico Il sito Internet del nostro Istituto è: www.ipiamajorana.org Se vuoi scrivere alla redazione per inviare articoli o suggerimenti, i nostri indirizzi di posta elettronica sono: [email protected] [email protected] aspettiamo le vostre e-mail Numeri telefonici dell’IPIA “E. Majorana”: Sede Centrale: 0823-758690; Segreteria: 0823-758504 Sede Succursale di Viale P.Carfora: 0823-759103 Sede Distaccata di S.Felice a Cancello: 0823-752298 Noi del Majorana Pubblicazione periodica degli studenti dell’Istituto Professionale Industria e Artigianato “Ettore Majorana” di Santa Maria a Vico (Caserta) – tel. 0823 / 758690 – 758504 -------------------REDAZIONE: via Fruggieri n.16 S.Maria a Vico (CE) Redattori: Pasquale Di Nuzzo, Nicola Crisci, Carmela Ferrara, Cristina Lettieri, Rosaria Mara Crisci, Elisabetta Lettieri, Tardi Carmine, Francesco Razzano, Biagio Coda, Amedeo Martone. Collaboratori: i docenti, Gavino Napolitano, Luciano Vigliotti, Antonietta Rossi, Franca Passariello, Vittoria Oliva, Piscitelli Pasqualina, Angelantonio Petrone, Paolo Giovanniello, Daddio Costantino, Emilio Cimmino, Guido Zamprotta, Sergio Liparulo Docente referente: Marco Migliore. BUONE VACANZE E ARRIVEDERCI A SETTEMBRE