Guide
GUIDA TURISTICA
BREVE
1. Guida a dizionario. Dintorni di Aversa
2. Campania, schegge
3. Aversa
Collana
IlTempodiOggi
A cura di Antonio Santi
Associazione Gaetano Parente
Presentazione
La “Guida turistica breve”
relativa all’immobile, offerto in
locazione ad uso di turismo
culturale, sito in Aversa, Via
Gaetano
Parente
n.2
si
caratterizza per due aspetti
Tali aspetti sono i seguenti:
1.
semplicità,
schematicità,
praticità;
2. modificabilità sotto il profilo
dell’arricchimento,
dell’ampliamento,
dell’approfondimento.
Il primo aspetto appare evidente.
Si vuole dare all’utente-conduttore
un modo per farsi una rapida idea
delle cose più importanti da
vedere.
Il secondo aspetto appare chiaro
se si considera che la presente
guida appare su internet e che
internet dovrebbe essere la sede
più immediata e semplice per
eseguire,
apportare
aggiornamenti.
Proprio perché siamo su internet
e non abbiamo i “limiti” del già
pubblicato su carta, questa guida
si evolverà in senso, si spera,
migliorativo sulla base di nuovi
inserimenti, nuove aggiunte.
Il desiderio di fare Cultura ci
muove. Perché la Cultura è
l’anima di un mondo migliore.
Solo la Cultura può farci vedere
“oltre”, al di la.
Antonio Santi
3
I
Pisani
la
vinsero
e
saccheggiarono nel 1135 e 1137;
poi decadde
Le sue leggi marittime furono
raccolte nelle “Tavole Amalfitane”
Tali norme costituirono codice di
commercio sino al 1570
1) Monumento a Flavio Gioia
1926
2) Municipio
Conserva le “Tavole Amalfitane”
3) Antico Convento dei Minori
Resta il Chiostro
4) Arsenale della Repubblica
Resti: 2 grandi navate a sesto
acuto
5) Fontana di S. Andrea
1760
6) Duomo
Sec IX
1203, rifacimento
1701-31, rifacimento in forme
barocche
1875-1894: ricostruzione della
Facciata
Facciata. Timpano: “Cristo in
Trono”, mosaico, disegno di D.
Morelli
Atrio a 2 navate
Atrio. Portale chiuso da una porta
di bronzo fusa a Costantinopoli
Atrio. Affreschi, P. Vetri
Interno, rifatto
Interno, forme barocche
Interno, a 3 navate
Altare, marmoreo, 500’
Cripta, 1253
Cripta. 1719, rinnovamento
Cripta. Altare, D. Fontana
Cripta, Statue di S. Andrea, M.
Naccherino
Cripta, statue dei SS Stefano e
Lorenzo, P. Bernini
Sotto altare, Reliquie di S. Andrea
Presbiterio, 2 colonne antiche
Presbiterio, 2 candelabri
1. GUIDA A DIZIONARIO.
DINTORNI DI AVERSA
A
Acerra
Antica città Osca
216 aC, distruzione ad opera di
Annibale
1) Duomo
1874, ricostruzione
Rilievo, Giovanni da Nola
2) Castello dei Cardenas
Sec XVIII, trasformazioni
3) Bosco di Acerra
Scavi della antica Suessola,
distrutta nel sec IX
Agnano Terme
Stazione termale con grande
stabilimento
Le Acque scaturiscono da un
cratere che verso l’anno 1000 si
trasformò in lago
1) Terme romane
Resti; erano a 6 piani
2) Grotta del cane
Presenta emanazione di acido
carbonico
Airola
1) Castello
Resti
Medievale
Amalfi
Trovasi all’angusto sbocco della
Valle dei Mulini, su un tratto di
costa ripida
Posizione
eccezionalmente
pittoresca
Fu Repubblica Marinara, la più
antica
Nel sec XI, in virtù dei traffici con
l’Oriente, raggiunse il massimo
splendore
4
Altare maggiore. 2 amboni, con
mosaici, sec XII-XIII
Vasca battesimale, porfido rosso
egiziano
Cappella del crocifisso. Resti della
chiesa dugentesca
7) Chiostro del Paradiso
200’, seconda metà
Colonne binate reggenti archi
acuti intrecciati
Anticamente,
Cimitero
dei
Cittadini Illustri
2 sarcofagi romani
Affreschi, resti
8) Alb Cappuccini
Già
Convento
dei
Frati
Cappuccini
Chiostro, 1212
Eccezionale vista mare
9) Grotta di Amalfi detta anche di
smeraldo
1932: scoperta
Trattasi di apertura naturale nella
roccia
Aspetti calcarei interessantissimi
Colorazione verde dell’acqua
Sorge sul
Caudium?
Arpaia
luogo
dell’antica
Arpaia | Stretta di Arpaia
Passaggio che molti identificano
con le famose “Forche Caudine”;
sotto tali forche i Sanniti fecero
passare un esercito romano dopo
averlo disarmato (321 aC)
Atrani
Sviluppatasi ad anfiteatro allo
sbocco della Valle del Dragone
1) Chiesa di S. Maria Maddalena
Sec XIII
Campanile
“Incredulità di San Tommaso”,
Andrea da Salerno
2) Chiesa di S. Salvatore de Bireto
Sec X
1810, trasformazioni
Porta di bronzo, fusa a
Costantinopoli, 1807
Transenna, sec XII
Campana, 1298
Ariano Irpino
Domina un panorama amplissimo
sull’Irpinia alta e sulla Valle
dell’Ufita
1) Cattedrale
Vasca battesimale, 1070
Battistero, 600’
Pulpito, 600’
Pulpito,
“Vita
di
cristo”,
bassorilievi
2) Castello
Normanno
Vari rifacimenti
Avellino
Trovasi in una cerchia di
montagne dominata, a nord ovest,
dal M. Vergine
Fondata da Silla
82 aC, fondazione
Fondata dove ora sorge Atripalda
Sec IX, trasferimento nei luoghi
attuali
1) Monumento a Carlo II
d’Asburgo
Di C. Fanzago
2) Palazzo della Dogana
Sec XVII
Sorge sui resti di costruzione
medievale
Decorato di busti e statue di
personaggi greci e romani
Arienzo
1) Chiese
Intagli lignei
2) Rocca
Origine longobarda
5
Soggiorno prediletto all’epoca
romana; oggi si caratterizza per le
rovine di antiche terme
1) Tempio di Diana
Fu grande sala termale
Ottogonale all’esterno
Circolare all’interno
2) Terme Baiane
Complesso di edifici di epoca
imperiale, I-IV sec, collegati da
portici e terrazze
Terme di Mercurio; al centro il
Tempio di Mercurio
Terme di Sosandra
Terme di Venere; con Tempio di
Venere, ottogonale all’esterno,
circolare all’interno
“Le molte testimonianze degli
antichi sulla bellezza, il lusso, la
mondanità della vita balneare di
Baia
non
debbono
farci
dimenticare la ragione essenziale
della sua fortuna, le virtù cioè
medicamentose delle sue acque e
dei
vapori
caldi,
che
si
sprigionavano
dalle
colline
baiane. Fonte principale è Plinio il
Vecchio… Una così miracolosa
ricchezza di acque e di vapori è
scomparsa inesorabilmente in
seguito
al
fenomeno
del
bradisismo… Eppure sovrastano
ancora sulle case e sui vigneti le
cupole … delle sale termali,
mentre affiorano ovunque portici,
esedre, nonfei, solari e terrazze di
belvedere, che facevano delle
Terme Baiane palazzo e villa, vero
luogo di cura del corpo e dello
spirito” (A. Maiuri)
3) Castello di Baia
Sec XVI
Costruito per la difesa da Corsari
3) Duomo
Sec XII
1868, rifacimento
Interno a croce latina, a 3 navate
“Epifania”, ignoto, 500’
Coro, 500’
Altare
laterale
destro,
bassorilievo, Giovanni da Nola
4) Chiesetta dei Sette Dolori
X sec
Alcune colonne antiche
5) Palazzo di Giustizia
700’
B
Bacoli
Località nota per i bagni di mare
1) Odeon di una villa marittima
romana
Ritenuto sepolcro di Agrippina,
madre di Nerone
2) Cento Camerelle
Edificio a due piani: A) piano
superiore; B) piano inferiore
Sub A):
serbatoio d’acqua
Sub B):
cunicoli
che
sembrerebbero
riguardare una villa precedente
3) Piscina Mirabile
Grande riserva d’acqua costruita
dai Romani
Trovasi al termine dell’acquedotto
del Serino
Doveva rifornire di acqua la flotta
stazionata a Miseno
Lunga 71 m, larga m 25, divisa in
5 navate da 48 pilastri
Bagnoli
Stazione balneare
Stazione idrominerale
Centro industriale
Baia, Sella di
Profondo intaglio nel tufo
Baia
6
8) Chiesa della Madonna delle
Grazie
Costruzione a cupola
Sec XIX
Restauri
Altare maggiore, statua lignea, sec
VI, oggetto di venerazione
9) Palazzo Municipale
500’
Restaurato
10) Obelisco
Egiziano
Di granito
11) Arco di Traiano
Romano
Il
più
insigne
monumento
dell’architettura e della scultura di
età traianea
Uno degli archi trionfali romani
meglio conservati
Del 114
Altezza: m 15,60
Elegantissimo
Rilievi, episodi della vita di
Traiano
12) Chiesa di S. Bartolomeo
700’
1943, danneggiamenti
Restauri
13) Teatro Vittorio Emanuele II
1862
14) Fontana in Piazza Matteotti
1808
15) Campanile della Chiesa di S.
Sofia
Isolato
1703, rifacimento
16) Chiesa di S. Sofia
760, consacrazione
Rimaneggiamenti nel tempo
Portale, 200’
Interno: conserva, in parte, la
struttura originaria di carattere
bizantino
A pianta poligona
Volta, 600’
Bellavista
Villa vanvitelliana
La villa da il nome alla città
Benevento
Circondata da cerchia di monti
selvosi
Città ricca di monumenti
Fiorente all’epoca romana
571, diventa capitale del ducato
Longobardo
1033, fine del Ducato Longobardo
Ingenti
danni
causati
dai
bombardamenti della II guerra
mondiale
3 ottobre 1943: la città venne
sgomberata dalle truppe tedesche
e occupata dagli anglo-americani
1) Cattedrale
Sec VII
Seconda metà del sec XII,
ricostruzione
Preesistente
costruzione
longobarda
Facciata, sec XIII
“Cattedra di San Barbato”, sec XI,
ferro battuto
Arcivescovado
2) Arco del Sacramento
Resti romani
3) Teatro Romano
I sec dC
Restauro voluto da Commodo
Intatto il pianterreno
4) Port’Arsa
Nella cinta muraria medievale
5) Torre della Catena
Resti
Origine longobarda
6) Ponte Leprosa
Romano
7) Statua del bue Apis
In Piazza S. Lorenzo
Proviene dal Tempio d’Iside
7
Chiostro,
sec
XII,
influssi
musulmani
17) Museo del Sannio
Raccolta
d’iscrizioni,
cippi,
sarcofagi, statue e marmi romani;
ceramiche
locali;
avanzi
architettonici medievali; incisioni,
acquarelli.
Se segnalano, in particolare, le
sculture provenienti dal Tempio
d’Iside, eretto a Benevento da
Domiziano nell’anno 89 dC
18) Archivio Storico
19) Rocca dei Rettori
1321
Sorge su resti di fortilizio
longobardo
Diruto
Sec IX
2) Cattedrale
Sec XII
Manomessa nel 1744
Tre absidi
Ambone mutilato, sec XII
Cattedra episcopale, sec XII
Sepolcro, 400’
Cripta su colonne antiche
3) dintorni, Rovine di Cales
4) Grotte dei Santi e delle
Formelle
Breve escursione
Affreschi votivi, sec IX e XI
Campi Flegrei
Area collinosa tra Napoli e le
spiagge di Miseno e di Cuma
Zona vulcanica formata da crateri
poco elevati
Boscoreale
Due ville romane
Boscotrecase
Quasi seppellito dalle ceneri
dell’eruzione del 1631
In parte distrutto dalla lave del
1906
Cancello
1) Castello
Origine longobarda
Cancello | San Felice a Cancello
1) Chiesa ed Eremo di S. Angelo a
Palombara
Sec XI
Bovino
Romana
Sorge su un contrafforte tra la
Valle del Cervaro e la Val Biletra
1) Cattedrale
Sec XI, ricostruzione
Facciata, 3 portali ogivali
Interno a 3 navate
Capitelli
2 sepolcri vescovili
2) Acquedotto romano
Resti
3) Castello e Museo
Capri, Isola di
Di roccia calcarea
Superficie, 10,36 Kmq
Geologicamente
è
una
continuazione
della
Penisola
Sorrentina; Bocca Piccola divide
la Penisola dall’isola
Presenta grotte e scogli
Così divisa la parte orientale: A)
costa nord, insenatura di Marina
Grande; B) Capri città; C) costa
sud, insenatura di Marina Piccola;
D) A ovest di Capri città, altopiano
dove è situata Anacapri
Culmina nel Monte Solaro, m. 589
C
Calvi Risorta
Antica Cales
1) Castello
8
Abitata nell’era paleolitica
Greca, poi romana
L’imperatore Tiberio vi dimorò dal
27 al 37 dC
Flora: 850 specie; 133 varietà
3) Villa romana
Resti
Capri, Isola di | Capri /
Certosa di S. Giacomo
1371-1374
Opera di Giacomo Arcucci,
segretario di stato di Giovanna I
d’Angiò
Andata in distruzione varie volte,
poi restaurata
Presenta
caratteri
originali
dell’architettura trecentesca
Portale marmoreo
Lunetta del portale, affresco fine
300’
Interno a una navata
Affreschi, resti, 600’ e 700’
Convento, Chiostro piccolo. Torre
dell’Orologio, barocca
Convento, Chiostro grande. Fine
500’
Panorama
Capri, Isola di | Marina Grande
Principale approdo dell’isola
1) Palazzo a Mare
Ruderi di una, forse, villa augustea
2) Chiesa di S. Costanzo
Bizantina
Sec XI
Pianta centrale
Ampliamenti, 300’
Interno, colonne antiche
Capri, Isola di | Capri
Punto principale dell’isola
Composta da strette vie tortuose
che si svolgono fra case antiche
1) Piazza Umberto I
Centro
Approdo della funicolare che sale
da Marina Grande
2) Chiesa di S. Stefano
1697, rifacimenti
Pavimenti di marmi antichi
3) Palazzo Cerio
Sec XIV
4) Chiesa di S. Anna
200’, inizio
Interno a 3 navate
Pavimento maiolicato
Un antico affresco
Capitelli antichi
Capri, Isola di | Capri /
Belvedere di Tragara - Porto di
Tragara - Punta Tragara
Belvedere di Tragara
Panorama sui Faraglioni e sulla
costa verso la Marina Piccola
Porto di Tragara
Un sentiero permette di scendere
dal Belvedere al Porto di Tragara
Punta Tragara
Promontorio a sud-est dell’Isola
Capri, Isola di | Capri /
Arco Naturale
Apertura nella roccia
Parte superstite di una grande
caverna
Capri, Isola di | Capri /
Al Castiglione
1) Castello
Sec IX
Sec XII, ricostruzione
2) Grotta del Castiglione
Immensa apertura nella roccia
Luogo di rifugio degli abitanti
durante le incursioni dei Saraceni
Capri, Isola di | Capri /
Grotta di Matromània
Forma semicircolare
Due aperture
9
Dedicata al culto di Mitra?
Castello Barbarossa
Ruderi
Prima del 1000
Devastato nel 1534
Capri, Isola di | Capri /
Villa Iovis di Tiberio
Su area di 7000 mq
Costruzione singolare tra le ville
imperiali romane
Composizione: quartiere del bagno
– quartiere d’alloggio – cucina –
servizi – 4 grandiose cisterne –
quartiere
di
ricevimento
–
corridoio in discesa – loggia di
passeggio e di belvedere – triclinio
– stanze di riposo
Capri, Isola di | Anacapri /
Torre della Guardia
Avente lo scopo di difesa dai
Saraceni
300’, modificazioni
Capri, Isola di | Anacapri /
Torre Materita
300’
Voluta dai monaci della certosa
per difendersi dai Saraceni
Capri, Isola di | Capri /
Marina Piccola
Posta nell’insenatura della costa
sud dell’isola, fra i dirupi del
Monte Solaro ad ovest e le rocce
del Castiglione ad est
Scoglio delle Sirene ed Arco delle
Sirene
Capri, Isola di | Anacapri /
Torre di Damecuta
Sec XII
Sui resti di una villa imperiale
Voluta per difendersi dai Corsari
Capri, Isola di | Anacapri /
Monte Solaro
1) Fortino
Resti
1806, ma fondazioni medievali
2) Panorama
Capri, Isola di | Anacapri
Sorge
su
un
verdeggiante
altopiano
Trovasi sotto il pendio del Monte
Solaro
1) Chiesa di S. Michele
1719
Opera di D. A. Vaccaro
Interno a pianta ottogonale e a
croce greca
Decorazione di stucchi
Pavimento
a
mattonelle
maiolicate, 1719, disegno di F.
Solimena
Tele, P. De Matteis
Capri, Isola di | Anacapri /
Grotta Azzurra
Visita effettuabile solo tramite
barca, via mare (da Marina
Grande o da Marina Piccola)
Caverna riempita per metà
dall’acqua del mare
Apertura: m 1,30 sopra il livello
dell’acqua
Interno: lungo m 54
Interno: largo m 30
Interno: h m.15
Altezza acqua: 16 m.
La luce del giorno penetra nella
grotta per rifrazione dagli strati
Capri, Isola di | Anacapri /
Villa S. Michele
Interessante
architettura,
arredamento, giardino
Capri, Isola di | Anacapri /
10
d’acqua e riempie l’interno di un
colore azzurro
Interno a 3 navate
2 sarcofagi, fine del 300’ e fine del
400’
“Madonna e Santi”, Antoniazzo
Romano, 1489
Tomba rinascimentale
4) Palazzo Antignano
Quattrocentesco
5) Museo Campano
Espone
importante
materiale
archeologico e medievale
Si segnala, tra l’altro, quanto
segue:
> Frammenti Anfiteatro
>
Iscrizione
dell’Anfiteatro
completata dal Mazzocchi
> Frammenti della porta turrita di
Federico II
> Raccolta di statue muliebri in
tufo recanti bambini in fasce
> Figurine di terracotta
> Pitture murali, IV-III sec aC
6) Chiesa di S. Marcello
Maggiore
Portale, sec XII
7) Palazzo Fieramosca
Sec XIV
Appartenuto a Rinaldo, padre di
Ettore, il primo dei 13 campioni
italiani della disfida di Barletta
Portale ogivale
Elementi
decorativi
siculomusulmani
7) Chiesa dell’Annunziata
Fine del 200’
1531-74: rifacimenti
Danneggiata dalle bombe del 1943
(II guerra mondiale)
Interno a una navata
Interno barocco
Cupola, Domenico Fontana
8) Palazzo dei Principi Normanni
o Castello delle Pietre
Seconda metà del sec XI, poi
rimaneggiato
Torre merlata a bifore
Capua
Situata in un’ansa del fiume
Volturno
Prende nome dall’antica Capua
preromana; occupa, però, il posto
di Casilinium, porto e oppidum
della città antica
1) Palazzo Comunale
1561
Facciata: vi sono incastrate 7
protomi di Divinità, già chiavi di
volta di archi dell’Anfiteatro
Campano
2) Chiesa di S. Eligio
Rifatta nel 700’
“Deposizione”, Bernini
“Addolorata”, busto, Canova
2.1) Arco
200’
Incorporato in una casa
Al di sotto venivano eseguite le
sentenze, emanate dall’Alta Corte
della Bagliva, una volta lette e
pubblicate nella Loggetta di cui
appresso
2.2) Loggetta
Da questa venivano lette e
pubblicate le sentenze emanate
dall’Alta Corte della Bagliva
300 o 400’
Bifore a 3 colonne
3) Duomo
Sec XI
Quasi del tutto distrutto dai
bombardamenti aerei dell’ultima
guerra
Campanile longobardo, VII sec
Atrio coevo al campanile
Atrio, sfigurato nel 1719
Atri,
danneggiato
dai
bombardamenti II guerra mondiale
Atrio con colonne antiche dai
bellissimi capitelli corinzi
11
Si venerano: A) una immagime di
Vergine; B) un Crocifisso ritenuto
miracoloso
9) Porta Napoli
Portale scolpito, sec XV
Bastioni: sec XVI, completati nel
sec XVIII
10) Villa Comunale
11) 2 Torri dell’Imperatore
Federico II
Castellammare di Stabia |
Quisisana
1) Villa Quisisana
Soggiorno preferito da Angioini,
Aragonesi, Borboni
Parco
2) Panorama
Carinola
1) Edifici
Quattrocenteschi
Stile gotico catalano
2) Chiese
Stile durazzesco-catalano
Castellammare di Stabia |
Monte Faito
M. 1103
Panorama: la vista spazia sui golfi
di Napoli e di Salerno
Castelgrande
1) Castello
Resti
Angioino
Castellammare di Stabia |
Punta Orlando
Panorama sul golfo di Napoli,
Vesuvio, penisola sorrentina
Castellamamre di Stabia
Sorge nell’angolo sud-est del
Golfo di Napoli e alle falde dei
Monti Lattari
Sorge presso l’antica Stabia
(distrutta dall’eruzione del Vesuvio
del 79 dC)
1) Duomo
1587; poi rimaneggiato
2) Chiesa del Gesù
1615
Affresco, V. Galloppi
3) Terme Stabiane
Utilizzano le acque di 17 sorgenti
termali di varia mineralizzazione
4) Cantieri navali
Fondati nel 1784
Voluti da Ferdinando IV
5) Castello Angioino
Con torrioni cilindrici
Caserta
Deve la fama alla Reggia e Parco,
l’una e l’altro del 700’, opere dei
Borboni
Piccola guida della Reggia di
Caserta
MONGIELLO
Giovanni
Caserta – Tipografia Orfanotrofio
Maschile S. Antonio – 1952
Caserta /
Caserta Vecchia
Fondata dai Longobardi
Sorge sul pendio del Monte Virgo,
m. 620
1) Cattedrale
1153, consacrata
Presenta una fusione tra i caratteri
dell’architettura musulmana di
Sicilia ed i caratteri romanicopugliesi e benedettini
Campanile, 1234
Interno a 3 navate
Castellammare di Stabia |
S. Maria di Pozzano
Santuario e convento fondati da S.
Francesco di Paola
12
Presenta transetto e abside
Pergamo, sec XIII, decorazione
musiva
“Madonna”, affresco, 300’
2 tombe, 300’
2) Chiesa dell’Annunziata
Gotica
Fine 200’
3) Case medievali
4) Castello
Sec XIII
Sec XII
Cripta,
colonne
e
pilastri
provenienti da edificio romano, sec
III
Cappella di S. Germano, 1280
Cappella di S, Germano, affreschi,
300’
Cappella di S. Germano, affreschi,
Andrea da Salerno
Pinacoteca
Tavole, Andrea da Salerno
Tele napoletane, 700’
Museo
Catacombe
della Badia di S. Maria Olearia
Sec IX-XI
Cuma, Antichità di
Una delle più antiche colonie
greche d’Italia
Fu importantissimo centro di
cultura e civiltà
Fondata, secondo Eusebio, nel
1050 aC dalla eolica Kyme;
fondata, per altri, dai Calcidesi di
Eubea
Fondò Napoli, Neapolis
Fu sottomessa dai Romani nel 334
aC; distrutta dai Saraceni, IX sec;
distrutta, infine, nel 1207 dagli
abitanti di Napoli e di Aversa
1) Antro della Sibilla Cumana
Scoperto nel 1932
Galleria rettilinea lunga m 131,
larga m 2,40, alta 5 m che finisce
in una camera ove la Sibilla
pronunciava i suoi oracoli
(esempio: vaticinio ad Enea)
2) Cripta o Galleria Romana
Lunga 180 m
Attraversa il Monte di Cuma
3) Acropoli
Resti della cinta murale greca, V
sec aC
Prima parte: platea di fondazione
del Tempio di Apollo, di età greca,
con resti di età augustea e postaugustea. Nel VI-VII sec dC il
Cava dei Tirreni
1) Corso Umberto I
Presenta portici
2) Abbazia della Cava o della SS
Trinità
Fondata da S. Alferio, 1011
Facciata barocca
Interno a 3 navate
Cupola affrescata
Ambone cosmatesco, sec XII
Grotta in cui visse S. Alferio
Portale marmoreo, 400’
Monastero
Sala Capitolare, stalli intagliati e
intarsiati, 500’
Sala Capitolare, affreschi, 1632
Chiostrino
Sec XI
Colonne in parte binate
Capitelli romanici
Sarcofaghi romani
Sculture medievali
Resti di mosaici romani
“S. Ludovico di Tolosa”, affresco,
300’
“S. Stefano d’Ungheria”, affresco,
300’
Cappella del Crocifisso
Cappella della Natività
Cimitero Longobardo
13
tempio fu trasformato in basilica
cristiana
Seconda parte: Tempio di Giove,
resti. Costruzione greca; nel V o
VI sec fu trasformato in basilica a
5 navate
Tempio dei Giganti
Avanzo di un tempio romano
Tomba
Periodo sannitico
Imitazione
delle
costruzioni
funerarie di Micene
4) Necropoli
Abbraccia materiali che vanno dai
sepolcreti preellenici del sec IXVIII aC ai colombari imperiali
5) Arco Felice
Alto m 20, largo m 6
Innalzato in età domizianea
Serviva a una più diretta
comunicazione tra Cuma, Pozzuoli
e Napoli
La città contava 5 cardines e 3
decumani
Le case di Ercolano presentano,
rispetto alle case di Pompei,
maggiore varietà di stili
Ercolano | Scavi di
Si segnala, tra l’altro, quanto
appresso:
1) Cardine III
Casa d’Argo
V’era un dipinto
Giardino con portico su tre lati
Casa dell’Albergo
Prima abitazione, poi casa
utilitaria
2) Cardine IV
Casa dell’atrio a mosaico
Atrio, decorazione musiva a
scacchiera
Tablino a 3 navate
Giardino
4 cubicoli
Una exedra
Casa a graticcio
Di tipo economico e popolare
Casa del tramezzo di legno
Portale originario
Atrio con pareti decorate
Mensa marmorea in un cubicolo
Casa sannitica
Conserva
le
strutture
di
un’abitazione di età preromana
Atrio, colonnine ioniche
Pianterreno, pitture
Casa del mobilio carbonizzato
Arredamento conservatosi
Casa del mosaico di Nettuno e
Anfitrite
Due piani
Anfore vinarie
Ninfeo, rivestimento musivo
3) Cardine V
Casa dell’atrio corintio
Presenta atrio polistilo a 6 colonne
Casa del sacello in legno
E
Ercolano
Ai piedi del Vesuvio
Soggiorno ricercato dai Romani
L’attuale Resina si estende su
buona
parte
della
vecchia
Ercolano
Fondata, secondo la leggenda, da
Ercole
Fu Osca; poi greca; quindi
sannita; infine Romana (89 aC)
Terremoto del 63 dC: danneggiò la
città
Eruzione
del
79:
seppellì
definitivamente la città che restò
solo la testimonianza letteraria
Il primo a scavare la zona fu
Emanuele di Lorena principe
d’Elboeuf (1719)
Carlo III proseguì gli scavi
L’area della città era pari alla
metà dell’area di Pompei
14
Presenta,
piano
superiore,
emblema cristiano della Croce (età
paleocristiana)
Palestra
Colonnato su tre lati
Ambiente centrale absidato e
tracce di antica pavimentazione
marmorea
Casa dei Cervi
Atrio senza impluvio
Triclinio con ricco pavimento
marmoreao
Stanza a fondo rosso con statuetta
di “Satiro con l’otre”
Tre sale
Loggia
Pergola
Casa della Gemma
Pavimento a mosaico
Casa del rilievo di Telefo
Decorazioni, epoca flavia
Pavimento
marmoreo
,
decorazione policroma
Un “Rilievo di Telefo”, arte
neoattica
4) Decumano Inferiore
Bottega di un lanarius
Terme
Due sezioni: A) Maschile; B)
Femminile
Sub A)
Palestra
Apoditerio
Sedili e stalli
Frigidario
Tepidario
Calidario
Sub B)
Ambienti più piccoli
Assenza del frigidario
Casa del Gran Portale
5) Decumano Superiore
Abitazioni e botteghe
Casa del bicentenario
Presenta tablino con pareti
decorate e con pavimento formato
da tarsie marmoree policrome
Ercolano | Teatro
Fu
costruito
dall’architetto
Numisio
Poteva contenere sino a 2000
spettatori
F
Furore
1) Chiesa di S. Elia
Tavola, 1478
G
Gragnano
Industrie delle paste alimentari
Produzione di vino
I
Isole Flegree
Sono: Procida; isolotto di Vivara;
Ischia
Possono considerarsi come una
continuazione dei Campi Flegrei
Ischia
Più grande isola della Campania
Natura vulcanica: crateri e colate
laviche, collegamento genetico con
i Campi Flegrei
Punto culminante, il Monte
Epomeo (m. 789) la cui ultima
eruzione risale al 1302
Per i Greci Pithecussae, per i
Romani Aenaria
Sorgenti termo-minerali
Ischia | Porto d’Ischia
Costituisce
il
centro
più
importante dell’isola; è situato
intorno al porto
15
Il porto è un antico lago craterico
messo in comunicazione con il
mare
nel
1854
mediante
realizzazione di un canale
1) Terme
2) Museo
Materiali derivanti dal luogo
2) Torrione
Torre di vedetta
Ischia | Monterone
1) Terme Castaldi
Ischia | Marina dei Maronti
Pullula di sorgenti termali e
funarole
Vi si celebra una danza
folcloristica detta la “Ndrezzata”
che è tra le più colorite danze
guerriere del Mediterraneo
Ischia | Ischia Ponte
Ponte aragonese, 1438
Ischia | Castello d’Ischia
Sorge su un isolotto
1) Cattedrale antica
Rovine
Vi furono celebrate, nel 1509, le
nozze tra Vittoria Colonna, celebre
poetessa, e Ferrabte d’Avalos
Cripta, affreschi, 300’
2) Chiesetta di San Pietro
Esagonale
Resti
Ischia | Casamicciola
Stazione
termo-minerale.
rinomata l’acqua detta
Gurgitello
Ischia | Citara
Spiaggia
Ischia | Punta Imperatore
Promontorio
Ivi sorga l’acqua di Agnone
Ischia | Barano d’Ischia
Bellissima posizione
E’
del
L
Lago d’Averno
Lago-cratere di forma ellittica;
circonferenza di 3 km, profondità,
m 35
Gli antichi posero qui il paese dei
Cimmeri, sul quale non splendeva
mai il sole, e l’entrata degli Inferi
o dell’Inferno
Agrippa unì, mediante canale,
questo lago al Lago Lucrino e
trasformò il lago in un porto
militare
sicurissimo
(Portus
Iulius). Fu abbandonato a causa
dei bradisismi
Lungo il margine sud, presenza di
grotte e gallerie
1) Grotta della Sibilla
Descritta da Virgilio nell’Eneide
2) Grotta ai Cocceio o Pace
Ischia | Lacco Ameno
Acque termali
1) Chiesetta di Santa Restituta
La chiesetta è intitolata alla
Patrona dell’isola
E’ formata da due chiese: una
restaurata nel sec XX, l’altra, del
sec XI, restaurata nel sec XVIII
Acquasantiera,
costituita
da
un’urna cineraria romana
2) Scavi di Monte Vico
Ischia | Forio
Sopra un promontorio
Produzione e commercio di vino
1) Chiesa del Soccorso
Piccolo santuario
Magnifico panorama
16
Galleria
che
mette
in
comunicazione il lago con Cuma,
opera dell’architetto Cocceio per
Agrippa
3) Tempio d’Apollo
Edificio termale, resti
Resti, anche, di ville, templi,
sepolcri
Organo
2) Antico Castello
Torre longobarda
Maiori
Stazione balneare
Sullo sbocco della V. di Tremonti
Mare Morto
Antico cratere divenuto una
laguna costiera
Per gli antichi, Palude Stigia
Secondo la tradizione, v’era
Caronte ad accogliere le anime dei
morti
Lago Fusaro
La Palus Acherusia degli antichi
Laguna costiera
1) Casino Reale
Sorge su un isolotto, sponda est
Vanvitelli, 172
Lago Lucrino
Laguna costiera formatasi sul
fondo di un cratere, è
della
medesima
epoca
del
lago
d’Averno. Una striscia di terra
divide il lago dal mare, su tale
striscia passava la via Herculanea
Da questo sorse, in seguito a
eruzione, il Monte Nuovo, m 140
1) 2 piscine romane
Acqua a 60° proveniente da
sorgenti sotterranee
2) Cumanum
Villa di Cicerone
3) Stufe di Tritoli o di Nerone
Antiche terme; utilizzavano il
calore delle fumarole
4) Punta dell’Epitaffio
Ruderi di ville
Massalubrense
Origine longobarda?
1) Ex Cattedrale
1512; rifacimento, sec XVIII
Pavimento
di
mattonelle
maiolicate, 700’
“Madonna”, Andrea da Salerno
2) Chiesa di S. Maria della Lobra
Sec XVI
Soffitto a lacunari, 700’
3) Annunziata
Antica Cattedrale
Rifatta, fine 600’
Altare
maggiore
di marmi
policromi, 700’
Mercato San Severino
Luogo di mercati
1) Chiesa di S. Antonio
Sepolcro di Tommaso Sanseverino,
scultore tosco-napoletano
2 pietre tombali, sec XVI
2) Palazzo Municipale
Di L. Vanvitelli
3) Castello
Normanno
Resti
M
Maddaloni
Trovasi ai piedi del M. San
Michele
Sorge sulle rovine della romana
Galatia
1) Chiesa dell’Annunziata
Soffitto, sec XVIII
Quadri, G. Balducci
Meta
17
1) Chiesa della Madonna del
Lauro
Facciata neoclassica
1) Acquamorta
Seno di mare con vista su Procida
ed Ischia
Minori
Importante arsenale per
Repubblica Amalfitana
1) Villa Romana
Resti
I sec dC
Complesso di vasti ambienti
Monte Faito
1103 m
Funivia
Castellammare-Faito
andara e ritorno
Panorama: golfi di Napoli e di
Salerno
la
Montesarchio
1) Castello
Già prigione din Stato
Miseno
1) Porto di Miseno
Cratere trasformato in porto
militare da Agrippa
Vi stazionava la Classis Praetoria
Misenensis con funzione di
presidiare il Mar Tirreno
Rinvenuti sepolcri e ipogei di militi
della flotta
2) Villaggio di Miseno
Resti del teatro, presso punta
Scarparella
Resti delle terme, presso la Chiesa
3) Monte di Miseno
M 167
Avanzo di un cratere
Forma di tumulo
La leggenda dice che è tomba di
Miseno, trombettiere d’Enea
Gli antichi identificavano il luogo
con i Campi Elisi, sede delle anime
dei virtuosi
4) Faro di Capo Miseno
5) Villa di Lucullo
Sulla Punta della Pennata
Appartenne a Caio Mario
6) Grotta Dragonara
Muro Lucano
Case affollate su uno sperone
roccioso dominante una paurosa
gola
1) Cattedrale
1728, rifacimenti
1888, restauri
“Madonna e alcuni personaggi”,
quadro, 500’
2) Castello
In questo luogo sarebbe stata
strangolata la regina Giovanna
3) Chiesa di S. Maria di
Capodigiano
Romanica
Opera di Maestro Sarolo
XII o XIII sec
N
Napoli
“Quel chiasso, quello strepito,
quella turba di veicoli e di pedoni,
che si affollano per le vie, ti
sembra, a prima vista, che debba
essere così transitoria, un fatto
fuori
dell’ordinario,
una
sommossa, una dimostrazione o
che so io… Il frastuono, le grida,
gli scoppi di frusta ti assordano; i
tuoi polmoni si allargano; ti senti
Montecalvo Irpino
1) Collegiata
Fine 500’
2) Convento
Monte di Procida
18
portato a prender parte alla
entusiastica dimostrazione, ad
applaudire, a gridare “evviva”,
ma a chi?... La scena che si svolge
davanti ai tuoi occhi non ha nulla
di
eccezionale,
nulla
di
straordinario; è la vita di Napoli
nella sua perfetta normalità e nulla
più” (Renato Fucini)
I itinerario
Corso Umberto I detto il Rettifilo
Palazzi grandiosi
Chiesa di San Pietro ad Aram
Chiesa di S. Maria Egiziaca
Piazza Nicola Amore
4 palazzi uguali ornati di statue
Palazzo dell’Università
Edificio, sec XX
Federico II fondò, nel 1224, lo
Studio Generale; da ciò, poi,
derivò l’odierna Università
Edificio preceduto da solenne
scalone
Piazza Giovanni Bovio. Fontana
del Nettuno
Sec XVII-XIX
Il dio marino drizza alto il suo
tridente
Via Sanfelice
Via Monteoliveto
Via Santa Maria la Nova. Chiesa
di S. Maria la Nova
1279, inizio
Secoli successivi, rimaneggiamenti
Sec XVI, terminazione
Interno, soffitto dorato
Via Monteoliveto. Palazzo delle
Poste e Telegrafi
Chiostro di Monteoliveto
Rinascimento
Elegante loggiato
Grandioso porticato
Spazioso cortile
Via
Monteoliveto.
Palazzo
Gravina
Ricorda i palazzi toscani del 500’
Pianterreno a forte bugnato
Un primo piano di finestre tra
lesene
Costruzione: 1513-49
Piazza Monteoliveto. Fontana
Vi troneggia Carlo II di Spagna
Piazza Monteoliveto. S. Anna dei
Lombardi o di Monteoliveto
Sec XV; poi molti restauri
Organo
“Pietà”, ottto statue in terracotta
Sculture del rinascimento
Tomba di Maria d’Aragona
Via Medina
Chiese: S. Giorgio dei Genovesi;
S.
Maria
Incoronata;
Incoronatella o pietà dei Turchini
Piazza del Municipio
Palazzo del Municipio
Sec XIX
Comprende anche la basilica di S.
Giacomo
Dinanzi, 4 fontane
Monumento a Vittorio Emanuele
II con la statua di Partenope
Castel Nuovo o Maschio Angioino
Sec XIII
Voluto da Carlo I d’Angiò
Ampliato da Alfonso I d’Aragona
Modificato da Ferdinando IV di
Borbone
Bastioni possenti
Torri merlate
Si segnala: Sala dei Baroni;
Cappella Palatina; Porta di
Bronzo
Porto
Teatro San Carlo
Costruzione: da marzo ad ottobre
1737
Opera di Angelo Carasale
In
tre
ore,
la
sera
dell’inaugurazione, fu aperto e
realizzato un cammino che dalla
Reggia portava direttamente al
Teatro
19
“Non v’è nulla in tutta Europa che
non dico si avvicini a questo
teatro, ma ne dia la più pallida
idea. Questa sala è come un colpo
di Stato. Essa garantisce al Re,
meglio della legge più perfetta, il
favore popolare” Stendhal, cfr V.
Viviani
Galleria Umberto
Sec XIX
Altezza: 30 m.
Statue e colonne
Piazza del Plebiscito
Vasta e monumentale
Forma di rettangolo
Basilica di S. Francesco di Paola
Sec XIX
Restauri
Cupola e pronao
Palazzo Reale
Sec XVII-XIX
Otto statue collocate nelle nicchie
della facciata: sono i re più
importanti (Ruggero il Normanno;
Federico II; Carlo I d’Angiò;
Alfonso I d’Aragona; Carlo V;
Carlo III di Borbone; Gioacchino
Murat; Vittorio Emanuele II)
Negli appartamenti storici, dipinti,
arazzi, arredi
Porticciolo di S. Lucia
Castel dell’Ovo
Sorge dove un tempo sorgeva la
villa di Lucio Licinio Lucullo
Ampliato dai Normanni
Talora carcere, talora reggia
Il nome deriva, forse, dalla sua
forma ovoidale
Fontana dell’Immacolatella
Sec XVIII
Statue del Bernini
II itinerario
Via Partenope
Signorili palazzi, a destra
Porto di Santa Lucia, a sinistra
Porto di S. Lucia
“Del popolo e per il popolo è il
mare di Santa Lucia. E’ un mare
azzurro-cupo, calmo e sicuro. Una
numerosa e brulicante colonia di
popolani vive su quella riva… E’
un paesaggio acceso e vivace… Il
sole ardente spacca le pietre. Si
sente un profumo misto di alga, di
zolfo e di spezierie soffritte…
Sonatori ambulanti di violino, di
chitarra, di flauto improvvisano
concerti; cantori affiochiti si
lamentano; accattoni mormorano
senza fine la loro preghiera; le
donne strillano la loro merce…
Fiammeggiano lealbe riflesse sul
mare; fiammeggiano i meriggi
lenti e voluttuosi. Riflessi sul mare;
s’incendiano
i
tramonti
sanguigni…” Matilde Serao
Piazza della Vittoria
Monumento agli eroi del mare
Via Caracciolo
Villa Comunale
Riviera di Chiaia
Acquario
Nell’edificio
della
Stazione
Zoologica
Museo della Villa Pignatelli
Chiesa di S. Maria di Piedigrotta
Sec XIV
Rinnovazioni e restauri
Facciata, sec XIX
Campanile, sec XX
Tabernacolo con la statua della
Madonna
Parco Virgiliano
Tomba di Giacomo Leopardi
Tomba di Virgilio
Mergellina
Piccolo porto
“Per il napoletano buongustaio
non esiste che il pesce di
Mergellina, pescato sui fondali
d’alghe di Posillipo, fra le secche
di Marechiaro, della Gajola e di
20
Trentaremi; il pesce odoroso di
scogli a picco, che ancora brilla
nelle sue scaglie e che porta
riflessa nel grande occhio l’ultima
acqua della marea notturna…
Mergellina è per quelli che
assistono al lavoro dei pescatori di
rete, che dalla banchina tirano a
riva, con tanta appassionata
fatica, un pugno di guizzanti alici”
M. Stefanile
Via Posillipo
Palazzi, a destra
Vista del golfo, a sinistra
“Il mare dove finisce il dolore è il
mare di Posillipo, il glauco mare,
che prende tutte le tinte, che si
adorna di tutte le bellezze. Quanto
può ideare cervello umano per
figurarsi il paradiso, esso lo
realizza. E’ l’armonia del cielo,
delle stelle, della luce, dei colori,
l’armonia del firmamento con la
natura, mare e terra. Si sfogliano i
fiori sulla sponda, canta l’acqua
penetrando nelle grotte, l’orizzonte
è tutto un sorriso. Posillipo è tutta
la vita, tutto quello che si può
desiderare, tutto quello che si può
volere. Posillipo è l’immagine
della felicità piena, completa, per
tutti i sensi, per tutte le facoltà. E’
la vita brillante, fremente, nervosa
e lenta, placida ed attiva. E’ il
punto massimo di ogni sogno, di
ogni poesia. Il mare di Posillipo è
quello che Dio ha fatto per i poeti,
per i sognatori” Matilde Serao
Palazzo di Donn’Anna
Domina il mare
Austera mole
Sec XVII
Innalzato per volere di Donna
Anna Carafa, moglie del vicerè
spagnolo Filippo Ramiro Guzman
Parco della Rimembramza
Ara votiva peri Caduti per la
Patria
Sec XIX-XX
Marechiaro
Borgata di pescatori
Resa celebre dalla canzone di
Salvatore di Giacomo
Ruderi del Palazzo degli Spiriti
Grotta dei Tuoni
Villa romana Pausilypon
III itinerario
Vomero
Villa Floridiana
Sec XIX
Vasto parco
Belvedere, visione immensa del
golfo di Napoli e delle isole
Museo Nazionale della Ceramica
Nella Villa Lucia
Piazza Vanvitelli
Elegante centro del rione Vomero
Certosa di San Martino
Panorama di Napoli
Castel S. Elmo
Museo Nazionale di San Martino
Si segnala,tra l’altro:
> Sezione navale
> Ricordi storici del Regno di
Napoli
> Caicco turco
> Berlina reale
> Abiti del 700’
> Mobili intarsiati
> Raccolta delle Armi e costumi
militari del Regno delle 2 Sicilie
> Grandioso presepe
“La vita e la storia della città vi
sono documentate” (Corrado
Alvaro)
Chiostro Grande
Museo Archeologico Nazionale
“E’ uno dei maggiori del mondo
per la vastità e la ricchezza delle
raccolte. Fondato da Carlo III di
Borbone con le collezioni ereditate
dalla madre Elisabetta Farnese e
21
via via allargato con gli oggetti
provenienti dagli scavi, ordinato
… in moso esemplare da Amedeo
Majuri, il Museo … costituirà
sempre una delle maggiori
attrattive per il visitatore”
(Corrado Alvaro)
Si segnala, in particolare:
> “Raccolta dei marmi” che
occupa l’intero pianoterreno (ad
es.: stele funeraria del V sec aC;
Armodio e Aristogitone; Testa di
Artemide; Athena; Hermes tra
Orfeo ed Euridice; Doriforo; Toro
Farnese)
> Raccolta in bronzo (ad es.: testa
di cavallo; Augusto)
> Pitture parietali e mosaici, arte
pittorica romana dal I sec aC al I
sec dC
> Prodotti dell’arte ceramica
greca
IV itinerario
Piazza Garibaldi
Via Garibaldi
Porta Capuana
Sec XV
Due torri cilindriche, Onore e
Virtù
Le due torri sono unite da un Arco
di Trionfo
Chiesa di S. Caterina a Formiello
Sec XVI
Portale, sec XVII
Castel Capuano
Via Tribunali
Duomo
Dedicato a San Gennaro
Gloria di guglie, rosoni, statue
Solenne e armoniosa facciata
Innalzato tra sec XIII-XIV
Trovasi vicino alla Basilica di
Santa Restituta
Ha subiti vari restauri
Tre portali
Portale mediano, scolpito, statue,
stipiti sorretti da 2 leoni stilofori
Interno, soffitto dorato e dipinto;
colonne e archi; statue; vasca
battesimale;
organi;
trono
episcopale
Cappella Carafa, statua del
cardinal Carafa
Cappella
di
San
Gennaro:”Costituisce come una
chiesa nella chiesa e rappresenta
una delle maggiori espressioni del
600’ napoletano… S. gennaro,
vescovo di Benevento, che subì il
martirio a Pozzuoli, è fra i tanti
patroni di Napoli il più autorevole
e venerato. Le reliquie, formate da
2 ampolle, contenenti il suo
sangue, e di un busto, nel quale si
trova il suo teschio, vengono
esposte all’omaggio dei fedeli due
volte all’anno, in maggio e in
settembre, e si verifica in quelle
date il miracolo della liquefazione
del sangue” (P. Monelli)
Cappella di S. Restituta
IV sec
Sorse come basilica di Napoli
Poi annessa al Duomo
Divenne una cappella del Duomo
Battistero del Duomo
Via dei Tribunale
Chiesa dei Gerolomini
Chiesa di S. Lorenzo Maggiore
Chiesa di S. Paolo Maggiore
Cappella Pontano
Via S. Pietro a Maiella
Chiesa di S. Pietro a Maiella
Chiesa di S. Chiara
Sec XV
Una bomba del 43 la danneggiò
Portale in marmo rosso e giallo
Interno, tomba di Roberto I
d’Angiò
Solitario chiostro decorato con
piastrelle di maiolica
22
Uno dei più insigni monumenti
medievali della città
Fu la chiesa della regalità e della
nobiltà napoletana
Chiesa del Gesù Nuovo o della
Trinità
Sec XVI-XVII
Facciata a bugne a punte di
diamante
Ricca di sculture, affreschi, marmi
Reliquiari in legno dorato
Guglia dell’Immacolata
Tutta statue e sculture
In cima la statua dorata della
Madonna
Via Benedetto Croce
Palazzo di Benedetto Croce
“La casa in cui Croce viveva
testimonia di un uomo affondato
nei suoi pensieri… La grande casa
è tutta una biblioteca; camere e
camere di libri, non in scansie
moderne, ma in armadi all’antica.
…maggior
biblioteca
privata
raccolta da uno studioso italiano…
è un’immensa accumulazione del
lavoro
dei
secoli…
Croce
viaggiava nella sua biblioteca,
spesso portava il suo studio da una
stanza all’altra” (P. Monelli)
Piazzetta detta Largo Corpo di
Napoli
Statua del Nilo giacente
Piazza S. Domenico
Basilica di S. Domenico
Voluta da Carlo II d’Angiò
Sec XIII-XIV
Candelabro pasquale
Quadri del Caravaggio
Quadri di Tiziano
Crocifisso, 200’
Presepio
Cappella dei Sansevero
Fine 500’
Decorazioni, metà 700’
Volta, affreschi
“Il Cristo velato”, statua
“Pudicizia”, statua
V itinerario
Basilica di S. Maria del Carmine
Sec XII-XIII-XIV
Modificata nel corso dei secoli
Campanile
con
cuspide
di
mattonelle maiolicate
Uno dei centri prediletti dalla
religiosità popolare che in
occasione delle feste in onore della
veneratissima immagine della
Bruna – appunto la Madonna del
Carmine – si manifesta in forme di
vivacissimo fervore
Chiesa di S. Giovanni a
Carbonara
Sec XIV-XV-XVI
Danneggiata dai bombardamenti
Sculture
Affreschi
Monumento di re Ladislao
Sepolcro di ser Gianni Caracciolo
Monumento dei Miroballo
Chiesa di S. Maria Donnaregina
trecentesca
Sepolcro di Maria d’Ungheria
Coro
Affreschi, 300’
Museo Civico Filangieri
Sistemato nel Palazzo Cuomo
Distrutto nel 1943
Armi, porcellane, merletti
Museo e Gallerie di Capodimonte
Reggia in mezzo ad un immenso
parco
Si segnala, tra l’altro:
> Appartamento storico
> Collezioni di porcellane e
ceramiche
> Armeria
> Galleria Nazionale
Basilica della Madonna del Buon
Consiglio
Ad imitazione di San Pietro
23
1861, incendio; dopo ricostruzione
Cripta, rilievi dell’XI sec
Cripta, affreschi, sec XII
Cripta, sculture, sec XII
Cripta, resti di S. Felice
Campanile antichissimo
3) Chiesa di S. Chiara
300’
Affreschi, 300’
4) Palazzo Covoni
Inizio 500’
Nel basamento, frammenti romani
5) Monumento a Giordano Bruno
1867
6) Chiesa della Misericordia
Portale romanico
Abside ogivale
Passaggio alla sagrestia: sepolcro,
300’
Sagrestia:
tomba
Albertini,
Giovanni da Nola
7) Palazzo Orsini
1461
Incorpora materiali dell’anfiteatro
romano
8) Chiesa del Collegio delle
Lateranensi
Soffitto intagliato, sec XVII
Tavole, scuola napoletana, sec XVI
“Annunciazione”, 500’
Attiguo Monastero
Monastero: affresco, 300’
Chiostro
9) Seminario Vescovile
1749
Disegno di Vanvitelli
Raccolta epigrafica
In particolare, “cippus abellanus”,
II sec, iscrizione in lingua osca
Nocera Inferiore
Antica Nuceria Alfaterna, fu
incendiata
da
Annibale;
successivamente,
più
volte
distrutta e risorta
E’ dominata dal colle della Torre
del Parco, m 173
Chiesa di S. Antonio
“Sposalizio di S. Caterina da
Siena”, Andrea da Salerno, 1519
Nocera Inferiore |
S. Maria di Monte Albino
Santuario
Ingrandito nel 1530
Bel panorama
Nocera Superiore
Comune suddiviso in più frazioni
1) Chiesa di S. Maria Maggiore o
della Rotonda
Forse antico Battistero
V sec?
Rimaneggiamenti
nel
1856;
restauri successivamente
Cupola crollata a seguito eruzione
del Vesuvio del 1944; poi
ricostruita
Interno, doppio colonnato e una
cupola
Affreschi, sec XIV-XV
Vasca circolare per battesimo ad
immersione
Nola
Osca
14 dC: morte, quivi, di Augusto
San Paolino, vescovo, in questo
luogo avrebbe inventato le
campane
Noto l’evento della “Processione
dei Gigli”
1) Statua di Augusto
Bronzea
2) Duomo
Sec XV
P
Pagani
Basilica di S. Alfonso
700’
24
Cappella contenente il corpo di S.
Alfonso de’ Liguori
Abside, tele, Luca Giordano
Nei lati nord, est, sud cerchio di
mura. Vi erano torri
Arterie principali: di Nola,
dell’Abbondanza, di Stabia.
La città presenta marciapiedi
altissimi, tra i due marciapiedi
correva acqua piovana; non
v’erano fogne
Strade di larghezza variabile
Pavimentazione
a
blocchi
irregolari di lava; tra un
marciapiedi e l’altro blocchi per
l’attraversamento, separati tra
loro in modo da consentire il
passaggio dei carri
La città presenta un numero
rilevante di botteghe / tabernae;
erano munite di porta di legno;
molte avevano un retrobottega e
un mezzanino per abitazione
La città presenta in particolare:
alberghi / hospitia; stalle / stabula;
osterie / cauponae; bar /
termopolia
Il Foro è il centro della città;
intorno al Foro si trovano gli
edifici pubblici più importanti
Le case presentavano, nella
maggior parte dei casi, due piani e
una uscita secondaria
Il tipo di casa originario –
attribuito, da taluni, agli Etruschi
– prevedeva: a) una corte interna
o atrium; b) tablinum, ambiente
dove si riuniva la famiglia, si
desinava, si ricevevano gli ospiti;
c) cubicola, camere da letto; d)
cellae,
per
diversi
usi.
Successivamente fu introdotto il
perystilium della casa ellenica;
allora l’ambiente dove si riuniva la
famiglia, si desinava, si ricevevano
gli ospiti fu costituito da una delle
stanze
del
perystilium,
il
triclinium.
Pescopagano
1) Chiesa di S. Lorenzo in Tufara
Sec XIII?
Sec XV, rimaneggiamenti
Pesco Sannitica
1) Castello
Resti
Feudale
Pompei
Sorta intorno al celebre Santuario,
basilica pontificia
Meta di pellegrinaggi
1) Santuario della Madonna del
Rosario
1876
Opera di Bartolo Longo
Ingrandimenti, 1933-38
Facciata a portico, 1901
Campanile, 1912-25
Interno, transetto ed abside
arretrati
“Madonna di Pompei”, tela,
restaurata; è adorna di gemme e
presenta cornice di bronzo
Decorazioni a fresco
Decorazioni a mosaico
Pompei, Scavi di
Fu seppellita (come pure Ercolano
e Stabia) dall’eruzione del Vesuvio
del 79 dC
Presenta un quadro pressoché
integro della topografia e della
vita di una città antica
Fu fondata dagli Osci
Nell’89 fu assediata da Silla e
nell’80 assunse il nome di Colonia
Veneria Cornelia Pompeii
Gli scavi della città antica furono
iniziati nel 1748
25
Importanti sono le decorazioni a
colori dei muri; predomina il rosso
e il giallo.
In merito alle decorazioni si suole
operare una distinzione in quattro
periodi: a) epoca sannitica. Si
imita il rivestimento marmoreo
delle case ellenistiche; b) I sec aC.
Introduzione della prospettiva
spaziale. Si apre il campo alle
composizioni figurate; c) Stile
miniaturistico ed ornamentale.
Introduzione del quadro figurato
al centro della parete; d) Ritorno
alla composizione architettonica
1) Scavi
Antiquarium
Distrutto durante l’ultima Guerra,
ricostruito, ampliato, riordinato
Segnaliamo, tra l’altro, i seguenti
materiali: Pompei presannitica;
Pompei sannitica (250-90 aC);
Pompei romana
Tempio di Venere Pompeiana
Era la protettrice della città
Basilica
Destinato
all’amministrazione
della giustizia e centro della vita
economica
II sec
Influenza ellenistica
Divisa in tre navate
Tribunale
Era coperto
Tempio di Apollo
Età sannitica
Ricostruito in parte
Portico, 48 colonne
Statue di divinità
Gradinata di accesso al tempio
Mensa ponderaria
E’ in uno spazio ricavato nel muro
perimetrale del Tempio di Apollo
Funzione di controllo dei pesi e
delle misure
Piazza del Foro
Centro della vita cittadina
Ingrandito e sistemato nel II sec
aC
Divieto di accesso ai carri
Presentava statue
Foro
Ingrandito nel II sec aC
Presentava un porticato che
sosteneva un loggiato
Horreum
Latrina pubblica
Tempio di Giove
Italico
Capitolium della città
Una gradinata conduce al pronao
Pronao, presenta 10 colonne
corinzie
Cella presenta colonne ioniche
Macellum
Mercato coperto dei commestibili
Presenza
di
tabernae
dei
cambiavalute
Cortile interno presentava un
portico con decorazioni pittoriche
Nel centro del cortile restano basi
di colonne di un padiglione
Sacrario dei Lari pubblici
Tempio del Genio d’Augusto o di
Vespasiano
Rifacimento senza terminazione
dopo il terremoto del 63
Area scoperta, altare con scene di
sacrificio
Edificio di Eumachia
Dedicato alla Concordia Augustea
e alla Pietà
Portale con cornice marmorea
Divisione: a) vestibolo; b)
corridoio coperto; c) cortile
interno con abside
Nel fondo del cortile abside
Comitium
Serviva
per
l’elezione
dei
magistrati
Fontana con busto
26
Il busto rappresenta la Concordia
Augustea; erroneamente si è inteso
rappresentasse l’Abbondanza
Via dei Teatri
Foro Triangolare
All’intorno edifici pubblici
Edifici pubblici riconducibili al
periodo ellenistico
Alla piazza si giunge tramite un
vestibolo con colonne ioniche
La piazza presenta all’intorno un
portico dorico
Tempio dorico, avanzi, VI sec aC
Palestra sannitica
Serbatoio di acqua
Teatro grande
Teatro grande o scoperto
Forse III sec
Conteneva 5000 spettatori
Tipologia, teatro greco; poi, sotto
Augusto, teatro romano
L’area riservata agli spettatori era
divisa in 3 ordini: a) summa
cavea; b) media cavea (15 gradini
di marmo, 5 settori); c) ima cavea;
conteneva sedie (4 gradini)
Caserma dei Gladiatori
Portico di 74 colonne
Sotto al portico, celle dei
gladiatori
Teatro piccolo o coperto
Poco dopo anno 80 aC
Conteneva 1500 spettatori
Ordine inferiore: 4 gradini
Ordine superiore: 17 gradini
Via Stabiana
Porta Stabiana
Piccolo
Tempio
di
Giove
Meilichios
Ara in tufo
Tempio di Iside
Ricostruito dopo il terremoto del
63
Piccolo edificio dove si conservava
l’acqua lustrale
Pronao del tempio sostenuto da 6
colonne corinzie
Portico
e
sala
riunioni:
decorazioni
Palestra sannitica
Portico dorico
Casa del Citarista
2 atri, 3 peristili
Via dei Diadumeni
Casa di Epidio Rufo dei
Diadumeni
Officina di Verecundis
Per la produzione di stoffe, lana,
oggetti di feltro
4
pitture
(in
particolare,
“Mercurio”
e
“Venere
Pompeiana”)
Casa del Larario
Larario decorato a stucco con
scene dall’Iliade
Cubico dipinto a fondo rosso
Pavimento musivo
Bottega del fabbro Verus
Casa del Criptoportico
Volta a stucco, decorazione
pittorica
Sala triclinare con archi di stucco
bianco
Vicolo Meridionale
Casa di Lucio Ceio Secondo
Facciata a stucco a bugne
Casa del Menandro
Da un ritratto di poeta dipinto
Atrio, exedra con 3 quadretti,
soggetto epico
Peristilio ampio
Al di sotto del peristilio, 2 oeci e
grande triclinio
Serie di exedrae absidate
Bagno decorato
Casa di P. Paquius Proculos
Vestibolo, atrio, tablino mosaici
figurati
Casa del Sacerdote Amandus
Decorazione pittorica
Casa di Cornelius Tages
27
Decorazione pittorica e musiva
Bottega di un fruttivendolo
Casa di Caio Giulio Polibio
Facciata a bugne
Casa di Trebio Valente
Salone a fondo nero
Collegium Juventutis Pompeianae
Sede di corporazione militare
Casa di Pinarius Cerialis
Cubicolo con pitture
Casa di Loreius Tiburtinus
Sacerdote d’Iside
Importante decorazione scultorea
e pittorica
Giardino
Sacello Isiaco, ricostruito il soffitto
a cassettoni
Salone, due zone: inferiore e
superiore. Parte inferiore: episodi
dell’Iliade.
Parte
superiore:
leggenda di Ercole nella reggia di
Laomedonte
Pitture: “Narciso” e “Piramo e
Tisbe”
Sculture decorative e statuette di
marmo
Casa di Messius Ampliatus
Anfiteatro
Intorno all’80 aC
Più antica costruzione del genere
finora nota
Poteva contenere fino a 10-12.000
spettatori
Arena priva di sotterranei
Grande Palestra
Dovette sostituire la piccola
Palestra Sannitica
Area quadrilatera
All’interno, colonnato; al centro,
vasca natatoria
Terme Stabiane
Dal tempo sannitico
Modificazioni in seguito
Casa di Cornelio Rufo
Casa di Olconio Rufo
Vicolo del Lupanare
Casa di Siriaco
Triclinio decorato
Via degli Augustali
Taberna di Nonio Campano
Panetteria di Modesto
Casa di Marco Lucrezio
Casa del sacerdote di Marte e
decurione di Pompei
Atrio, edicola per gli dei protettori
Dietro il tablino, pitture
Terme Centrali
Nel 79 ancora in costruzione
Stanza circolare con volta a
cupola, sudatorio
Via di Nola
Vicolo di Mercurio
Casa delle nozze d’argento
Scavata in occasione del XVIII
centenario del seppellimento di
Pompei
Un atrio decorato
Giardino, piscina
Ninfeo
Cortiletto con dipinti
Gruppo di stanze, pitture
Casa di Marco Lucrezio Frontone
Tablino e stanze, decorazioniù
Casa dei Gladiatori
Casa di Obellio Firmo
Due ingressi
Due atri
Porta di Nola
Epoca sannitica
Sepolcro di Asquillia Polla
Ad esedra
Casa di Orfeo o di Vesonio Primo
Grande dipinto del peristilio
Casa di Lucio Cecilio Giocondo
Casa di banchiere
Ritovati tavolette cerate, archivio
Casa dei Viettii
Riccamente dipinta
Offre una visione completa
dell’interno
di
una
casa
pompeiana
Casa degli Amorini dorati
28
Porta del Vesuvio
Vicolo del Labirinto
Via della Fortuna
Casa del Fauno
Epoca sannitica
Molto grande
Sulla soglia, il saluto “Have”
Atrio, grande
Primo peristilio, 28 colonne
ioniche
Casa del Labirinto
Età sannitica
Torre XI
Tempio della Fortuna Augusta
Pronao corinzio
Via delle Terme
Terme del Foro
Risale ai primi tempi della colonia
romana
Casa del poeta tragico
Triclinio, dipinti di soggetto
mitologico
Casa di Pansa
Via Consolare
Casa di Sallustio
Epoca sannitica
Casa del Chirurgo
Casa italica (IV sec aC)
Senza peristilio
Porta Ercolanense
Strada dei Sepolcri
Villa di Diomede
A 3 piani
Atrio, forma di peristilio
Giardino
circondato
da
quadriportico
Fontana
Pergolato su 6 colonne
Piano più basso, criptoportico
Villa dei Misteri
Famosa per le pitture che
decorano una sala
Edificio quadrato
Prima metà II sec aC
Subì ampliamenti e mutamenti
Portici
1) Chiesa di S. Ciro
Rifacimento, 1633
“Sacra Famiglia”, Luca Giordano
2) Chiesa di S. Antonio
Opere, 400’
3) Palazzo Reale
1738
Voluto da Carlo III
Disegno, A. Canevari
Luogo di villeggiatura del Re di
Napoli
Oggi sede della Facoltà di Agraria
dell’Università di Napoli
Presenta: A) Parco Superiore; B)
Parco Inferiore
Positano
Sorge su un ripido pendio
Posizione
eccezionalmente
pittoresca
Negozi che vendono la “moda di
Positano” (esempio: infradito;
vestiti)
Marina di Positano, spiaggia
Pozzuoli
L’antica Dicearchia; la romana
Puteoli; fu, nell’antichità, il più
importante porto d’Italia; oggi
conserva monumenti romani e
presenta fenomeni bradisismici
1) Villa Comunale
2) Porto romano
Uno degli esempi più grandiosi
dell’ingegneria portuale degli
antichi
3) Tempio di Serapide
Era il Macellum o mercato
pubblico
dei
commestibili
dell’antica città Puteoli (il nome
trae origine dal fatto che il luogo
presentava gran numero di
sorgenti termali)
29
Costruzione quadrata con edificio
circolare al centro. Sul cortile si
apriva una lunga serie di botteghe.
Le colonne di una cella presentano
perforazioni ad opera di molluschi
detti litodomi. Anche questo fatto
comprova che l’edificio nel
passato sprofondò e fu sommerso
dal mare; poi si risollevò (eruzione
del 1538). Attualmente è in fase di
abbassamento.
4) Duomo
Sec XI
Costruito sopra un tempio romano,
dedicato ad Augusto, di cui si
vedono tracce (fianco destro: 6
colonne corinzie e architrave)
Quadri, 600’
Tomba del musicista G. B.
Pergolesi (Iesi 1710 – Pozzuoli
1736))
5) Anfiteatro Flavio
I sec dC
Costruito al tempo di Vespasiano
Conteneva 40.000 spettatori
E’ il terzo degli anfiteatri romani
(1°, Colosseo; 2°, Santa Maria
Capua Vetere)
Cavea: conserva parte delle
prerecinzioni originarie
Sotterranei,
forse
posteriori:
comunicano con l’arena mediante
60 aperture quadrangolari; sono
percorsi da tre corridoi
Una
conduttura
d’acqua,
dell’Acquedotto
Campano,
consentiva
l’inondazione
dell’arena
Si narra che in quest’arena S.
Gennaro fu invano esposto alle
fiere
6) Solfatara
Breve escursione
Cratere di un vulcano semispento
(diametro maggiore, m 770)
Suolo caldo; sensazione di vuoto al
percuotere, con un piede, il suolo
Fenomeni:
a) fumarole:
potenti getti di vapore ad alta
temperatura e carichi di anidride
solforosa
b) mofete:
sorgenti di anidride carbonica e
acque minerali
c) vulcanetti di fango:
getti di fango caldo
d) condensazione del vapore
acqueo che, per ionizzazione, si
determina in fiamma. Luogo dove
ciò avviene, Bocca Grande
7) vicino alla Solfatara, Chiesa di
S. Gennaro
1574
Sorge dove, nel 305, fu decapitato
il Santo; 1877, rifacimenti
Antico busto del Santo
Pietra macchiata del sangue del
Santo
Praiano
Articolato sui fianchi della
montagna
1) Chiesa di S. Lucia
Interno ricco
2) Marina di Praia
Pittoresche case di pescatori
Procida, Isola di
La Prochyta degli antichi
Fu celebrata dal poeta francese
Alfonso di Lamartine nel suo
romanzo “Graziella”
Territorio piatto
Massima altezza: m.91
Presenta 4 centri eruttivi
“Procida è l’isola a cui si vuol
bene. Il mare la visita e
l’accarezza appena; essa lo
guarda da un’altezza massima
30
d’un centinaio di metri… Vigneti,
oliveti, agrumeti…” (G. Marotta)
Ambone, con mosaici, Nicolò da
Foggia, 1272
Busto di Sigilgaida
Altro ambone, tipo bizantino, XII
Presbiterio, 2 colonne antiche
Presbiterio, cattedra Vescovile con
mosaici
Cappella di S. Pantaleone: 1643;
1782, rifacimento
Sagrestia. “Madonna”, bizantina,
tavola
Sagrestia. “S. Maddalena e S.
Sebastiano”, Andrea da Salerno
3) Palazzo Rufolo
Sec XIII
Restaurato poi
Sorge su una rupe
Domina il golfo
Insieme di costruzioni di stile
arabo-siculo
Giardino con piante esotiche
Terrazza
4) Chiesa di San giovanni del toro
1069, consacrazione
Sec XVIII, restauri
Interno a 3 navate
Colonne antiche
Ambone, sec XII, adorno di
mosaici e affreschi
Cripta a 3 absidi
Cripta. Pitture, 300’
5) Fontana detta moresca
Sec XII
6) Chiesa di S. Martino
Cimiteriale
Campanile arabo-siculo
7) Chiesa di S. Antonio o di S.
Francesco
Chiostrino romanico
8) Chiesa di S. Chiara
Annesso cpnvento del 1333
9) Villa Cimbrone
Due torri
Cortile costruito con frammenti
antichi
Procida, Isola di /
Procida
Lungo abitato dalla Marina
grande alla rada della Chiaionella
1) Castello
Panorama
2) Marine di Cottimo, Pioppeto,
Pizzaco, Solchiaro
Panorami
3) Marina di Chiaiolella
Porticciolo
4) Santa Margherita Vecchia
Monastero benedettino, resti
5) Isolotto di Vivara
Un tempo unito certamente
all’isola
R
Ravello
Sorge sul contrafforte tra la V. del
Dragone e la V. Regina
Uno dei luoghi più celebri
dell’Italia,
incantevole
e
suggestivo
Dominata da Amalfi
Splendore tra XI-XII sec
In virtù dei rapporti commerciali
intrattenuti
con
la
Sicilia,
introduzione dello stile arabosiculo
1) Chiesetta di S. Maria a
Gradillo
Sec XII
A tre navate
Campanile arabo-siculo
2) Ex Cattedrale
1086
1786, rimaneggiamenti
Portale mediano: porta di bronzo,
Barisano da Trani, 1179
Campanile, sec XIII
Interno, a tre navate
31
Giardino. In fondo, Belvedere
Cimbrone
Ambienti appartenuti alla Scuola
Medica Salernitana
Portale mediano, porta di bronzo
fusa a Costantinopoli, 1099
Lunetta, “Cristo benedicente”,
affresco, scuola di Miontecassino,
sec XI
Interno a 3 navate
Tre absidi
Lunetta di un portale, “S. Matteo
benedicente”, mosaico, fine sec XI
Ambone, ricchissima decorazione
musiva, sec XII
Candelabro pasquale, sec XII
Altro ambone, 1181
“San Gennaro”, F. Solimena
Sarcofago romano
Resti della prima costruzione
Resti prima costruzione
Transetto destro. Forme primitive
Transetto destro. Pavimento a
mosaico
Transetto destro. Tetto a capriate
Transetto destro. Sarcofagi antichi
Abside destro o Cappella delle
Crociate o di Gregorio VII.
Sepolcro del famoso Papa
Abside
destro.
Mosaici
bizantineggianti, Giovanni da
Procida, sec XIII
Presbiterio, pavimento a mosaico
a decorazione musiva, sec XII
Altare maggiore. Invertito e
ampliato nel 700’
Altare
maggiore.
Recinto
marmoreo
con
decorazione
musiva, sec XII
Coro ligneo, sec XVI
Mosaici, resti, sec XI
Abside sinistro. “Battesimo di
Gesù”, mosaico, sec XI
Abside sinistro. Affresco
Abside sinistro. “Deposizione”,
Andrea da Salerno
Affreschi, A. Solimena
S
Salerno
Composta da: A) Parte medievale;
elemento
caratterizzante
il
Castello di Arechi; B) Parte
moderna
E’ importante il porto
Origine greco-etrusca
Colonia romana nel 194 aC
Presa dai Longobardi nel 644
Presa dai Normanni nel 1076
Importante la Scuola Medica
Salernitana che ebbe grande
splendore nel periodo sec X- sec
XII
Nel corso dell’ultima Guerra
Mondiale, gli americani, con la V
Armata, sbarcarono a Salerno. I
rinforzi
della
VIII
Armata
Brrittanica furono risolutivi per
sbloccare in senso positivo la
situazione
Bombardamenti causaromo gravi
danni alla Città e al porto
1) Chiesa del Crocifisso
Sec IX o X
Rimaneggiata nel sec XVII
Restaurata nel 1929
Interno a tre navate
2) Duomo
1080-1084
Sorge
su
area
dell’antica
cattedrale
Rifacimento, prima metà 700’
Restauri, recentemente
Facciata interna, rimaneggiata nel
1722
Atrio. Portale romanico, sec XI,
detto Porta dei Leoni
Quadriportico, loggiato superiore
romanico-amalfitano
Sarcofagi
32
Transetto
sinistro.
Sarcofago
dell’arciv. D’Apramo
Transetto sinistro. “Assunta”,
Luca Giordano
Cappella del Tesoro
Museo
del
Duomo-Excultet,
pergamena miniata, sec XIII
Museo del Duomo. Paliotto
eburneo, artisti locali, sec XII,
tavolette del Nuovo e Vecchio
Testamento
Museo del Duomo. Presepe
d’avorio, 700’
Museo del Duomo. Dipinti; artisti:
Spagnoletto, Caravaggio, Barocci,
L. Giordano, A. Vaccaro
Navata sinistra. Monumento della
Regina Margherita di Durazzo, di
A. Baboccio
Navata sinistra. Resti antica
costruzione
Cripta. Rivestita di marmi nel 600’
su progetto di A. Fontana
Cripta. Affreschi, B. Corenzio
Crpta. “San Matteo”, statue di
bronzo, M. Naccherino
3) Campanile
Romanico
Sec XII
4) Episcopio
5) Chiesa del Monte dei Monti
Ottagonale
Inizi, 600’
6) Acquedotto
Medievale
Costruito dai Longobardi
Rimaneggiamento, Normanni
7) Orto agrario
8) Chiesa di S. Giorgio
Parte interna, restauri nel 1674
Stucchi
Pitture, Andrea da Salerno
Cupola, affreschi, F. Solimena
9) Chiesa di S. Agostino
Rifatta nel sec XIX
Restauri, 1931
“Madonna”, Andrea da Salerno
10) Arco Arechi
Resti di costruzioni del sec VIII
11) Palazzo Genovesi
Del Sanfelice
12) Chiesa dell’Annunziata
Campanile barocco
Campanile di F. Sanfelice
13) Teatro Verdi
1872
Sipario, di D. Morelli
“Statua di Pergolesi morente”, di
G. B. Amendola
14) Villa Comunale
15) Palazzo del Municipio
16) Museo
Contiene: collezioni topografiche;
antichità dell’agro Picentino,
corredi di necropoli arcaiche e di
una
necropoli
opico-etrusca;
antichità dell’Agro Lucano, tombe
italiche dal VII al III sec aC; un
trittico, 400’; un polittico, Andrea
da Salerno, 1512
17) Monumento ai Martiri
salernitani
Di G. Chiaromonte
1911
18) Resti del Castello di Arechi
Fondato dai Romani
Ampliato dai Longobardi
San Bartolomeo in Galdo
Origine longobarda
Panorama vastissimo
San Lazzaro
1) Punta a picco sul Capo Conca
Eccezionale
panorama
fino
all’isola di Capri e alla lontana
piana di Pesto
Santa Maria Capua Vetere
Conserva i resti dell’antica Capua
e di questa occupa il posto
33
Dopo la battaglia di Canne (216
aC) aprì le porte ad Annibale (“ozi
di Capua”)
1) Duomo
Costruito su catacombe cristiane;
completamente trasformato
5 navate su colonne antiche
2) Teatro Comunale
Di A. Curri
3) Anfiteatro Campano
Eretto dalla Colonna Italia nel I
sec dC
Restaurato da Adriano e da
Antonino Pio
L’uso del velario s’iniziò in questo
anfiteatro
Arena: m 76 x 46
Poco lontano doveva trovarsi una
scuola per gladiatori; da tale
scuola, nel 73 aC, ebbe inizio la
sollevazione
degli
schiavi
capitanati da Spartaco
Largo m.140
Esternamente, 4 piani, h. 46 m.
Piano inferiore: 80 arcate
2° e 3° piano: arcate decorate da
statue
Arena: m.76 X 46
4) Arco di Adriano
Resti di un arco a 3 fornici
Sant’Angelo in Formis
Ai piedi del M. Tifata
Basilica di S. Angelo in Formis
Sec XI, ricostruzione
Campanile a bifore
Portico ad archi acuti, tipo
moresco
Portale di marmo bianco
Portale. Sormontato da due
affreschi – “Madonna” e “S.
Michele”, sec XI
Portico. Affreschi – Storie degli
eremiti –, pittore bizantineggiante,
sec XIII
Interno basilicale, 3 navate, 3
absidi
Soffitto ligneo, 1927
Affreschi, sec XI (“Giudizio
Universale”,
“Storie
del
Redentore, con Profeti e Sibille”,
“Storie del V. Testamento”,
“Cristo benedicente”)
Sant’Egidio del Monte Albino
Frazione di Angri
1) Chiesa di S. Maria Maddalena
1506
Polittico, Andrea da Salerno
Quadri, F. Solimena
Quadri, Luca Giordano
Oratorio, tavola bizantina
Sagrestia, affreschi, sec X e XI
Sant’Agata de’ Goti
Sorge sul luogo della sannitica
Saticula
V sec, insediamento di una colonia
di Goti
1) Duomo
Sec XII, rifacimento
Interno, rimaneggiamenti nel 1734
Presbiterio,
avanzi
di
un
pavimento musivo
2) Chiesa di San Francesco
700’, rifacimento
Tomba di Ludovico Artus, 300’
3) Chiesa dell’Annunziata
Portale, 500’
Santuario di Monte Vergine
Poco al di sotto della vetta del
Monte Vergine
Meta di festose gite
Costruzioni fondate da Guglielmo
di Vercelli
Costruzioni, 1119
Costruzioni,
attualmente,
presentano aspetti caratterizzanti
del 600’ a seguito di rifacimenti
1) Chiesa
Portale gotico
34
Sorge in una verde conca
dominata da alte montagne
1) Chiesa di S. Michele
Sec XVI
Facciata barocca
Campanile, 1564
Abside, statua lignea di S. Michele
Abside, grande tavola, G. B. Lama,
1598
Soffitto del transetto, “Storie del
Nuovo Testamento”, F. Guarino
2) Palazzo Ducale
Tardo 500’
Interno a 3 navate
Interno rifatto da G. G. Conforti
Cappella della Madonna, altare,
“Madonna col Bambino”, testa
bizantina, resto del 300’, oggetto
di venerazione
Sedia abbaziale, lignea, intagliata,
sec XIII
Baldacchino con mosaici, sec XIV
Sarcofago romano
“Crocifisso”, 200’
2) Monastero
Sala capitolare, stile 700’
“Madonna delle Grazie”, 200’
Sorrento
Nota per il culto delle Sirene
Apprezzata dai Romani
Sorge su una terrazza di tufo, a
picco sul mare
E’ la località principale della
Penisola Sorrentina
1) Statua di S. Antonino
2) Monumento a Torquato Tasso
1870
Sorrento è il luogo di nascita di T,
Tasso
3) Campanile del Duomo
Aperto inferiormente
4) Duomo
Rifacimento, sec XV
Facciata, 1924
Portale (fianco destro), 1479
Interno a tre navate
Bassorilievi marmorei, sec XIV o
XV
Trono arcivescovile, 1573
Pulpito, marmoreo, 500’
Coro, esempio di tarsia sorrentina
“Presepio”, tavola, 400’
5) Arco romano
Dietro al Duomo
6) Sedile Dominova
Sec XV
Quello rimasto di due seggi della
nobiltà fiorentina
7) Chiesa di S. Antonino
Seiano
Punta Scuotolo, panorama
Sessa Aurunca
L’antica Suessa, capitale degli
Aurunci
Situata sul pendio meridionale del
vulcano spento di Roccamonfina
1)Resti romani
Teatro, criptoportico, terme
2) Resti medievali
Castello
3) Chiese barocche
4) Duomo
Rifatto all’inizio del sec XII con
materiali di edifici romani
Facciata con pronao del 200’ a 3
arcate, adorne di bassorilievi
Interno basilicale a 3 navate
Navata
mediana:
pavimento
musivo, sec XII
Pergamo con decorazione musiva
di Pellegrino, sec XIII
Candelabro pasquale, Pellegrino
Cantoria: mosaici a fondo d’oro,
Taddeo da Sessa, sec XII
5) Ponte degli Aurunci
Romano
21 arcate
Solofra
35
Portale, sec X
Interno,
colonne
antiche
rimaneggiate
Cripta, rifatta nel 700’
Cripta, antico affresco
8) Chiesa di S. Francesco
Chiostrino con archi arabeggianti
che si intrecciano su pilastri, sec
XIV
9) Villa Comunale
Panorama, da Procida al Vesuvio
10) Museo Correale di Terranova
Palazzo settecentesco
Riguarda la storia delle arti minori
a Napoli nei sec XVII e XVIII
Si segnalano, tra gli altri, i
seguenti materiali:
> Avanzi marmorei classici
> Resti marmorei medievali
> Pitture
> Pitture scuola napoletana del
XVII sec
> Opere di G. Gigante
> Porcellane di Capodimonte
> Porcellane di altre fabbriche
> Mobili
“Annunciazione”,
maestro
Colantonio, sec XV
11) Passeggiata al Deserto
Panorama sui due Golfi e su Capri
Di fronte, Capri
Sorrento |
Al deserto
Antico ospizio
Panorama sui due golfi e su Capri
Sorrento |
S. Agata
Chiesa di S. Maria delle Grazie
Altare maggiore con incrostazioni
di pietre dure, lavoro d’arte
fiorentina, 500’
T
Teano
Sulle propaggini orientali del
gruppo vulcanico di Roccamonfina
E’ l’antica Theanum Sidicinum,
capitale dei Sidicini
Nota per l’incontro, in data 26
ottobre
1860,
tra
Vittorio
Emanuele II, diretto a Napoli, e
Garibaldi, conquistatore delle Due
Sicilie
1) La Cavallerizza
Costruzione romanica
300’
2) Arx
Preromana
3) Chiesa di S. Francesco
Edificata dai francescani
Sec XIV
Sec XVII, rimaneggiamenti
Soffitto ligneo
4) Duomo
Sec IV
Eretto presso la tomba di San
Paride
5) Chiesa di San Paride
Sec IV
6) Chiesa di S. Antonio Abbate
Affreschi, 300’
7) Chiesa di S. Maria la Nova
Sec XIII
Sorrento, Capo di
Villa di Pollio Felice o Bagno
della Regina Giovanna
Resti
Cantata da Stazio
Sorrento, Piano di
Chiesa di S. Michele
Balaustrata dell’altare maggiore
adorna di 4 angeli, scuola del
Bernini
“Ecce Homo”, scultura lignea
Sorrento |
Punta della Campanella
Estremità della penisola sorrentina
36
8) Chiesa di S. Benedetto
Fondata dai Benedettini
Sec VIII
Colonne, capitelli e basi
monumenti romani
9) Anfiteatro romano
Resti
Due grandi colonne porfiriche
2) Chiesa di S. Basilio
Sec XI
A tre navate di tipo pisano
Coperture a botte, influssi
lombardi
di
V
Torre Annunziata
Nota per la fabbricazione di paste
alimentari
Scoglio di Revigliano
Sormontato da un torrione
Era la Petra Herculis di Plinio
Valico di Chiunzi
1) Castello
Sec XV
Torre, resti
Ventaroli
Antico Forum Claudii
1) Basilica
Torre del Greco
Famosa per la lavorazione del
corallo, del cammeo, della
tartaruga
Museo del Corallo
Vesuvio
Tra i vulcani attivi della terra è il
più celebre ed il più studiato
Si compone di due coni:
A) Monte Somma, cono tronco.
Culmina con la Punta del Nasone,
m.1132
B) Vesuvio propriamente detto,
cono più piccolo
Tra il cono vesuviano e il Somma
trovasi una valle. Tale valle a nord
prende il nome di Atrio del
Cavallo e ad est di Valle
dell’Inferno
Nell’antichità esisteva un cono
unico, il Monte Somma, con
altezza di m 2300
Evidentemente una formidabile
eruzione, di cui non si conosce la
data, sconquassò il monte
Episodi di attività rilevanti:
>63 dC, terremoto distrugge in
parte Pompei, Ercolano e Napoli
> 79, eruzione: seppellisce
Pompei, Ercolano e Stabia
> 200, eruzione
> 472, eruzione
> 512, eruzione
Torregaveta
Gruppo di case ai piedi di
un’altura; su questa sorgeva la
Villa di Servilio Vatia
Troia
Sec XI
Sorge sulle rovine di Aecae, città
dei Dauni
1) Cattedrale
1093-1125
Romanica, influssi pisani
Facciata. Parte inferiore, 7 arcate
cieche
Facciata. Parte superiore, ampia
arcata, sec XIII
Portale. Porta bronzea, Oderisio
da Benevento, 1119, fregi orientali
e rilievi classici
Fianco destro. Porta bronzea,
Oderisio da Benevento, 1127
Abside semicircolare
Interno a tre navate
Pergamo rettangolare, due ordini
sovrapposti di colonne
37
> 685, eruzione
> 993, eruzione
> 1036, eruzione
> 1139, eruzione
> 1306, eruzione
> 1500, eruzione
> 16 dicembre 1631: distruzione di
quasi tutte le località situate alla
base del vulcano; la lava
raggiunse il mare
> 1794, eruzione: distrugge Torre
del Greco
> 1871-1872, eruzioni
> 1906, eruzione
> 18-29 marzo 1944
Presenta 2 piani
Al 2° piano, Biblioteca
Vico Equense
1) Ex Cattedrale
Pitture, G. Bonito
Tomba di G. Filangieri (che morì a
Vico nel 1788)
2) Castello Giusso
Voluto da Carlo III d’Angiò
Rifatti, 1604
Vietri sul Mare
Famosa per le attività dedicate
alla ceramica
Vesuvio |
Cratere
Il suo giro è pari a km.15
Vesuvio |
S. Giuseppe Vesuviano
Danneggiato dall’eruzione
1906
del
Vesuvio |
Ottaviano
Coperto dalle ceneri delle eruzioni
del 1822 e del 1906
Vesuvio |
Madonna dell’Arco
Santuario
1593
Rimaneggiato in epoca barocca
“Epifania”, Luca Giordano
Vesuvio | Osservatorio
Vesuviano
Voluto da Ferdinando II
1841-45
Sorge sul Monte Canteroni
Nell’Osservatorio
si
segue
quotidianamente la vita del
Vesuvio, si fanno osservazioni
metereologi che e sismiche
38
evidenziare autonome tradizioni
speculative e ricostruire l'intreccio
di scienza e virtù delle antiche
nazioni italiche del Mezzogiomo
d'Italia. Non per niente, Genovesi
poté fare l'elogio del "sapere delle
illustri nazioni che popolarono le
contrade meridionali, famose per
scuole, leggi, arte, commercio" e,
nella stessa ottica, nell'Ottocento
dominato dal mito dell'unità
nazionale, Enrico Cenni scrisse
Napoli e l'Italia.
Nel clima positivistico, quando
esplose la "questione meridionale",
anche in polemica con le posizioni
deterministiche
di
Cesare
Lombroso, si ripropose il tema del
primato meridionalistico da parte
di Pasquale Turiello, secondo il
quale le notevoli attitudini
speculative
dei
meridionali
esaltavano in essi il senso politico,
la disposizione all'arte, alla
speculazione filosofica e alla
letteratura. Il meridionalismo, già
anticipato da Genovesi, Filangieri,
Galiani, Galanti, Cuoco e Pagano, i
quali denunciarono le condizioni
di arretratezza del regno e
proposero
interventi
di
trasformazione politica e sociale,
trova in Pasquale Villari, Giustino
Fortunato, Francesco Saverio Nitti
e Gaetano Salvemini gli autori più
robusti e significativi.
Nel primo Novecento, Gentile e
Croce,
che
si
sentirono
continuatori
della
migliore
tradizione meridionale, costituiscono saldi punti di riferimento per un
corretto approccio al problema.
Nel primo, il tema della tradizione
nazionale restò sempre preminente,
mentre nel secondo ebbero
maggiore incisività le tradizioni
1. CAMPANIA, SCHEGGE
Tutti i materiali pubblicati in
questa sezione sono ripresi dal
periodico il nuovo L’Eco di Aversa
nonché www.ecodiaversa.com
Sulle tracce di una Cultura
meridionale
Professore
Alberto
Perconte
Licatese
Il
dibattito
storiografico,
sviluppatosi nel corso del nostro
secolo
sul
problema
della
definizione
di
una
cultura
"filosofica" meridionale, ha il suo
punto di partenza nel pensiero di
Vico e Cuoco, in riferimento alle
loro opere minori, De antiquissima
Italorum sapientia (1710) del
primo e Platone in Italia (1806)
del secondo, due saggi che ebbero
il merito di rivendicare antichità e
continuità della tradizione culturale
meridionale.
A
questo
punto,
si
può
comprendere meglio il motivo per
cui il cosentino Tommaso Cornelio
definisce
incolas
nostros
i
pitagorici, fondatori della più
antica
sapienza
matematicofilosofica della penisola; non di
meno la ratio
che suggerì
all'erudito pugliese G.B. Tafuri la
redazione
dell'Istoria
degli
scrittori nati nel Regno di Napoli
(1774); anche l'interpretazione del
materiale
antiquario
(italiota,
etrusco, italico) sembrava mirare
ad un "modello italico", secondo la
definizione di Giuseppe Giarrizzo,
che
si
contrapponeva
al
centralismo
romano
ed
al
forestierismo gotico, per cui la
cultura illuministica meridionale
rilesse le vicende meridionali per
39
regionali. Luigi Russo esaminò
nella sua visuale prettamente
idealistica la tradizione culturale
napoletana, considerandola in
contrapposizione con la cultura
toscana.
Tralasciando
le
interpretazioni di Nino Cortese, di
Adolfo Omodeo e di tanti altri che
hanno dibattuto il problema,
tentando di dare una risposta alla
domanda iniziale, ritengo che nel
pensiero razionalistico Eugenio
Garin,
esprimendosi
sull'eventualità di riconoscere una
"filosofia meridionale", palesi
l'agitarsi una problematica, entro la
quale si intravede la possibilità di
leggere la tradizione filosofica del
Mezzogiorno con tratti salienti; sul
versante storico, gli studi di
Giuseppe Galasso, incentrandosi
intorno al problema dei caratteri
originali della dinamica della storia
meridionale, hanno contribuito a
delineare un quadro variegato dei
ceti dirigenti ed intellettuali
meridionali e a precisare il tema
dei rapporti tra cultura e potere.
pugno, afferma, con animo fiero,
"Nunc tenet Parthenope". Ma
quanti hanno avuto modo di
leggere questa scritta sulla tomba
del "vate mantovano", tra l'altro a
pochi passi da quella di Giacomo
Leopardi sulla suggestiva collina
che
separa
Mergellina
da
Fuorigrotta?
Sicuramente non tanti quanti
visitano la Costiera amalfitana o
l'Antro della Sibilla Cumana.
Certo, non si tratta di luoghi di
minore importanza, ma il rapporto
tra Storia solennizzata e Storia
dimenticata
lascia
nell'oblio
tasselli importanti del mosaico
delle grandi memorie. Basti
pensare alle origini normanne della
città di Aversa, al patrimonio
culturale in essa presente, fatto
anche di testimonianze concrete di
una cultura cosiddetta minore,
celata tra le pieghe di una Storia
tanto
"movimentata"
quanto
straordinaria.
Osci,
Sanniti,
Normanni, Ottomani, Bizantini
sono tra i protagonisti, più o meno
importanti, di una realtà che ha
visto succedersi e mescolarsi, nel
corso di tremila anni, popolazioni
che in qualche misura hanno
segnato la Storia d'Europa. Come
allora non prendere in prestito dal
passato qualcuna delle più
stupefacenti grida di ammirazione
rivolte a questa terra: impossibile
non citare Goethe perchè "qui si
resta sbalorditi tra eventi della
Natura e della Storia" ma anche
Orazio che, sotto "il cielo più
sicuro" tra Miseno e l'Averno,
affermava "Nessun altro luogo al
mondo è più splendente del golfo
di Baia...". Non è soltanto la "città
sommersa" o il ventre dell'antica
§
Campania: arte, archeologia,
cultura e ambiente
Francesca Pandolfi
Campania
felix,
questo
l'appellativo conferito dai Romani
alla nostra terra, ad una delle più
belle ed affascinanti dell'intera
"Magna Graecia", eppure spesso
poco
conosciuta
o
non
adeguatamente valutata. Era tra le
mete più ambite dei "grandi"
dell'antica Roma, ospitò Enea e i
suoi, accogliendo per sempre
l'anima di Palinuro: lo stesso
Virgilio, nell'epitaffio scritto di suo
40
Puteoli o i resti della virgiliana
Cuma ad accogliere il turista in
cerca di miti e leggende di una
grandezza antica ancora scolpiti
nelle pietre e nel marmo; quella di
cui oggi si sente il bisogno è una
regione a misura d'uomo, di un
uomo
non
più
legato
al
particolarismo provinciale ma un
cittadino europeo, nuovamente
disposto ad affrontare lo stesso
"Gran Tour" degli artisti di fine
'700 (Canova, Vanvitelli, Goethe,
Shelley, Piranesi), che diffusero in
tutt'Europa le "vestigia" della
rinomata Paestum e dell'intero
Regno di Napoli. Lo stesso Carlo
di Borbone chiese a Luigi
Vanvitelli di costruire una reggia
sul modello di quelle delle grandi
capitali europee: il Palazzo Reale
casertano, come del resto quello di
Napoli, doveva essere
una
costruzione
"massiccia"
che
sembrasse pesare sul suolo, come
la regalità che ospitava gravava su
quelle "contrade". La Reggia
doveva
essere
una
dimora
emblematica,
simbolo
della
magnificenza, della politica, della
vita artistica e culturale del Regno:
quel "Bacio di Amore e Psiche",
forse scelto dal Canova in onore di
Carolina Murat, conteneva in sé
tutte le contraddizioni di un'epoca
travagliata
dalle
campagne
napoleoniche
e
dalla
Restaurazione. Continua, dunque,
perché in realtà mai interrotto, lo
stupore antico del Grand Tour,
alimentato da quel mito diffuso
ovunque di una magnificenza e di
una accattivante dolcezza della
natura. L'amore per quell'ambiente,
per quelle città un po' frenetiche e
chiassose, per quello stesso
"passato glorioso" tanto ostentato
dai
nobili
di
tutt'Europa,
accomunava uomini e donne d'ogni
età: il tentativo, oggi, nell'era della
tecnologia, è quello di offrire al
turista non una semplice guida ma
un modo per guardare ad ogni
singolo "pezzo di Storia" come ad
un documento vivente della cultura
umana. Molto spesso, basta aver
visitato un sito Web per vantarsi di
conoscere
una
città,
di
comprenderne a fondo gli aspetti
più squisitamente architettonici,
storici e paesaggistici. Entrare a
Pompei,
Ercolano,
Paestum,
visitare le stanze della Reggia di
Caserta
o
semplicemente
passeggiare per i giardini di
Capodimonte è tutt'altra cosa, vuol
dire immergersi nelle intense
attività di un tempo, sentire i
profumi e i sapori di una terra che
non smette mai di stupire con un
fascino
sempre
nuovo.
La
Campania è, tra l'altro, la terra
della Rivoluzione napoletana del
1799, della Pimentel Fonseca,
degli intellettuali "martiri per
disprezzo": tutto ciò che ricorda
anche il minimo particolare di
questa Storia non merita di essere
banalizzato, per la sua semplicità,
da poche righe scritte in Internet!
Vorrà pur dire qualcosa il fatto
che, dopo quasi duemila anni, le
rovine di Pompei, Ercolano,
Paestum siano ancora lì ad
attendere chi le ammiri! Prima
ancora di invitare turisti stranieri
occorre, anzitutto, "educare" e
indurre ad una maggiore attenzione
chi nato tra i "pabula laeta" del
Casertano e il Golfo di Napoli.
Raramente capita di ricordarsi
della ricchezza delle zone in cui
41
viviamo: tutti severamente ne
criticano gli indiscutibili aspetti
negativi, ignorando, però, quanta
Storia possa ancora celarsi dietro
cumuli di "immondizia". E' il caso
dell'area nei pressi del Lago Patria
dove, sperando in una tranquillità
da tempo perduta, Publio Cornelio
Scipione decise di essere sepolto,
facendo incidere sulla sua tomba
una frase dalle tinte provocatorie:
"Ingrata Patria, non avrai neppure
le mie ossa!". Se ingrata fu Roma,
altrettanto lo è stata l'antica
"Litaernum", che nulla ha fatto per
serbare memoria del vincitore di
Zama. Ecco allora che l'intervento
di
efficienti
"Proloco"
disseminate sull'intero territorio
regionale può risultare utile per il
patrocinio di iniziative culturali
volte ad una più attenta
rivalutazione di svariati siti storici
o archeologici. Al di là della scelta
delle
aree
da
considerare
"patrimonio UNESCO" o quanto
meno mete turistiche, occorre
incentivare
iniziative
come
"Campania Artecard", capaci di
garantire vere e proprie vacanze a
Napoli e in Campania in un
percorso completo tra storia, arte e
cultura. Si tratta di una sorta di
"Pass par tout", un mezzo rapido,
economico (da un minimo di otto
ad un massimo di trenta Euro) ed
efficace per visitare in tutta
tranquillità un patrimonio a
"misura di turista". Un'altra
importante
iniziativa,
fondamentale per rendere l'idea
"Europe calls Naples", è un
progetto realizzato dal comune di
Napoli e dall'Università Federico II
con il duplice scopo di sviluppare
nei Napoletani il senso di
appartenenza all'Unione Europea e
di fungere da intermediario nel
bacino
del
Mediterraneo,
favorendo scambi culturali e
sociali, nonché economici, alla
luce del turismo come una delle
principali
risorse
finanziarie.
Occorre, inoltre, incrementare la
percentuale
di
sconto
per
scolaresche sia italiane che
straniere e rendere gratuiti gli
ingressi più di quanto già non si
faccia. In tal modo, sarà
certamente possibile richiamare
sempre più il turista attratto non
soltanto
dalla
grande
concentrazione
di
beni
archeologici e dall'alternarsi di
località geologicamente singolari
ma anche dall'umanità della sua
gente. A Londra c'è infatti quello
di Piccadilly, a Parigi quello di
Clignan Court, Roma ha Porta
Portese ma Napoli in fatto di
mercatini, antiquariato, genuinità
di sapori locali, non ha rivali! La
cultura, così, anche nelle più ampie
accezioni, aprirà a tutti le sue
porte; sotto il Vesuvio, simbolo
indiscusso dell'intera Campania,
potrà esserci una nuova Napoli:
non più la città della malavita ma il
volto di una realtà che, "sponte
sua", offre se stessa a chi per
negligenza di qualcuno troppo
preso da "altro" non ha avuto modo
di ammirare. Ricordo di aver letto
su una parete pompeiana una frase
forse tra le più significative, "Nihil
potest durare tempore perpetuo":
cosa c'è di più vero? Il tempo
cancella ogni cosa, è nella sua
natura ma l'amore per la cultura,
per il bello, quello davvero non
scomparirà mai!
42
città della seta sulle colline di San
Leucio.
Nelle intenzioni di Ferdinando,
Carditello avrebbe rappresentato il
supporto reale ai tradizionali
sistemi
dell'attività
agricola,
mentre San Leucio una spinta
verso il nuovo modello di sviluppo
industriale derivato dalle idee
dell'Illuminismo.
L'Acquedotto, che copre una
distanza di 38 km, fu realizzato nel
1769 per portare l'acqua al palazzo
reale, ai giardini, a San Leucio ed
alla nuova città di Caserta.
Nel progetto che sto elaborando
per l'UNESCO, in qualità di
vincitore
del
Master
in
Management
del
Patrimonio
dell'Umanità, si prevede di
riunificare, secondo l'originaria
concezione progettuale, la Reggia,
San Leucio e l'Acquedotto, sia per
farne comprendere ai visitatori il
reale
significato,
sia
per
incrementare il turismo stanziale
nella provincia.
Il trend attuale infatti è legato alle
visite di una giornata alla Reggia,
senza il pernottamento ed alcuna
interazione fra i turisti e le attività
commerciali del territorio.
Questo tipo di turismo non porta
nessun beneficio all'area, al
contrario
ne
incrementa
le
problematiche come quelle del
traffico,
dell'inquinamento
ambientale e della produzione dei
rifiuti.
Il sito UNESCO di Caserta, nel
mio
progetto,
diventerebbe
l'attrattore principale di un
"distretto culturale" più ampio che
comprende
altri
capolavori
architettonici provinciali, come
quelli nelle città di Sant'Angelo in
§
Patrimonio dell’Umanità in
provincia di Caserta
Architetto Giuseppe Alessandro
Ciambrone,
UNESCO
Castel
Volturno
Anche se il Sito UNESCO della
provincia di Caserta è uno dei
monumenti più visitati d'Italia con
circa 700.000 visitatori l'anno (1)
ed è il secondo sito visitato in
Campania
dopo
gli
scavi
archeologici di Pompei (2), pochi
sanno che esso non è costituito
solo dalla Reggia, ma comprende
anche il Belvedere e le Seterie di
San Leucio ed i Ponti della Valle
di Maddaloni.
Il sito è stato inserito nell'elenco
del
Patrimonio
dell'Umanità
dall'UNESCO nel 1997 per la
perfetta integrazione progettuale
fra il palazzo reale, il parco, i
giardini, i casini di caccia, le
seterie, l'acquedotto ed il paesaggio
circostante (3).
Il Re Carlo III di Borbone volle
costruire una nuova capitale che
rappresentasse il potere del regno
indipendente delle Due Sicilie ed
un palazzo reale che potesse
competere con quelli di Versailles
e Madrid.
Nel 1752 l'architetto Luigi
Vanvitelli elaborò un ambizioso
progetto urbanistico nel quale la
Reggia si trovava sull'asse di
collegamento
che
connetteva
Napoli, la vecchia capitale, con
Caserta che sarebbe dovuta
diventare la nuova capitale (4).
Il progetto fu ampliato durante il
regno di Ferdinando IV, il
successore di Carlo, con il
complesso rurale di Carditello e la
43
Formis, S.M. Capua Vetere,
Capua, Aversa e Sessa Aurunca. In
questo contesto, il Litorale
Domitio, con le numerose attività
di carattere turistico-ricettive ed i
circa 40 km di spiagge avrebbe una
propria specifica caratteristica
come località per il tempo libero e
di soggiorno.
Ciò contribuirebbe al conseguente
sviluppo sociale ed economico del
territorio.
Referenze
- UNESCO (2006). Periodic
Report.
Available
on:
http://whc.unesco.org/en/list/549/d
ocuments/ [accessed 16 March
2008]
- Regione Campania (2004).
Rapporto Turismo 2004
- UNESCO (1997). Advisory body
Evaluation.
Available
on:
http://whc.unesco.org/en/list/549/d
ocuments/ [accessed 16 March
2008]
- MIBAC (2008). Reggia di
Caserta.
Available
on:
http://www.ambientece.arti.benicul
turali.it/guida_reggia/storia/
[accessed 16 March 2008]
scolastica nel campo della tutela
culturale
ed
ambientale
e
dell’altissimo
livello
di
disoccupazione. L’immagine della
regione è fortemente compromessa
ed il turismo, che dovrebbe essere
la maggiore fonte di introito
economico,
ne
risente
negativamente. Il progetto propone
di realizzare un network fra i
cinque siti UNESCO della
Campania, utilizzando la rete di
trasporti esistente, in modo da
rappresentare la regione nel mondo
attraverso la propria cultura.
L’inestimabile
patrimonio
architettonico e naturalistico è
costituito da:
1. Il Complesso monumentale di
Caserta.
L’unicità del complesso, creato da
Carlo III di Borbone nel 1750
circa, consiste nella connessione
fra il Palazzo, il giardino Reale, il
paesaggio circostante e la città di
San
Leucio
realizza
per
rispecchiare l’idealistico principio
della
meritocrazia
nella
lavorazione e produzione serica;
2. Il Centro storico di Napoli.
La colonia greca del 470 a.C.
conserva nel suo tessuto urbano e
nelle sue architetture il segno
culturale delle diverse dominazioni
europee e mediterranee succedutesi
nei secoli;
3. Il Sito Archeologico di Pompei.
Le
rovine,
sopravvissute
all’eruzione del Vesuvio nel 79
d.C., testimoniano una vivida
rappresentazione di un particolare
stile di vita della società romana
che non ha uguali altrove;
4. La Costiera Amalfitana.
Gli
eccezionali
esempi
di
insediamenti
architettonici
§
Non solo Reggia
Architetto Giuseppe Alessandro
Ciambrone,
UNESCO
Castel
Volturno
Il Patrimonio dell’Umanità nella
regione Campania ed in particolare
nella provincia di Caserta, dove
vivo, è in pericolo a causa della
grave crisi emergenziale nel settore
dei rifiuti, delle vere e proprie
guerriglie
urbane
fra
organizzazioni malavitose, del
basso profilo dell’educazione
44
mediterranei
si
inseriscono
straordinariamente negli incredibili
scenari naturalistici;
5. Il Parco del Cilento e la Certosa
di Padula.
Oltre ad ospitare il drammatico
gruppo di santuari, fra cui la
Certosa, il Parco ha avuto un ruolo
chiave per gli scambi commerciali,
culturali e politici tra le colonie
greche e le popolazioni indigene
etrusche e lucane. Oltre alla
presenza dei Siti UNESCO, il
turismo potrebbe inoltre essere
facilitato dai prezzi contenuti se
comparati con quelli di altre
regioni come la Toscana, il Veneto
ed il Lazio. Inoltre numerosi turisti
sono invogliati a visitare la
Campania per le famosissime isole
di Capri ed Ischia che annovero
ogni anno fra i propri ospiti star del
jet set internazionale e che in
passato
venivano
visitate
soprattutto da americani, tedeschi,
giapponesi e svedesi che vedevano
in questa terra la propria meta
preferita di soggiorno. A questo
straordinario
patrimonio
si
contrappongono
le
recenti
problematiche descritte che devono
essere
affrontate
attraverso:
politiche
di
risanamento
ambientale (bonifiche di discariche
e siti di stoccaggio di eco-balle,
raccolta
differenziata…);
potenziamento specializzato delle
forze dell’ordine per la particolare
emergenza criminale; training nel
settore delle attività turistiche e di
educazione ambientale per studenti
e disoccupati. I turisti che arrivano
a Napoli non ricevono un’adeguata
accoglienza per l’insufficienza di
servizi come gli information
points, e di personale specializzato
capace di comunicare con visitatori
di diverse nazionalità. La città è
anche priva di un piano di gestione
commerciale: nella stagione estiva,
dove si registra un aumento dei
flussi turistici, molte attività, fra
cui i negozi di abbigliamento, sono
chiuse ed i visitatori non sono
invogliati ad intrattenersi per più di
pochi giorni. Le strade sporche con
cumuli di rifiuti, il percepibile
senso di insicurezza che si registra
soprattutto nell’area del porto e nei
pressi della stazione ferroviaria
centrale sono sinonimo di un
settore, quello turistico, che fatica
a decollare. Dal confronto dei dati
turistici annuali della Campania
con quelli del Veneto, sebbene sui
territori di entrambe le regioni
insistano 5 Siti UNESCO, si
deduce che il flusso turistico
campano è di quattro volte
inferiore rispetto a quello veneto.*
Nella provincia di Caserta le
problematiche sono accentuate
dalla presenza di turisti che non
soggiornano in città, ma visitano
solo per poche ore la Reggia prima
di
ripartire.
Ciò
comporta
l’aumento del traffico veicolare,
dell’inquinamento atmosferico e
dei rifiuti urbani. La proposta
progettuale
suggerisce
la
realizzazione di un “distretto
culturale casertano” che riunisca
fisicamente, utilizzando i trasporti
esistenti, ed idealmente, secondo il
progetto
originario,
il
sito
UNESCO costituito dalla Reggia,
dall’Acquedotto del Vanvitelli e
dal complesso di San Leucio. I
turisti infatti reputano che solo la
Reggia
sia
Patrimonio
dell’Umanità e non visitano gli
altri due capolavori architettonici.
45
Il “distretto culturale” deve essere
realizzato come un’area vibrante e
dinamica con attività ricreative e
turistiche (ristoranti, caffetterie,
bookstores…). La realizzazione
del network regionale e provinciale
deve
includere
un’attiva
partecipazione dei cittadini, delle
associazioni di settore e degli
imprenditori nelle scelte di
pianificazione pubblica a diversi
livelli territoriali. I cittadini devono
essere informati e devono offrire il
proprio contributo attraverso idee e
progetti, anche auto sovvenzionati,
che si integrano nella proposta di
recupero dei siti UNESCO. Deve
inoltre essere incoraggiata una
partnership pubblico-privata per la
valorizzazione del patrimonio
culturale ed ambientale, sia per
disporre di maggiori investimenti
sia per sensibilizzare la società
civile ai temi della conservazione e
tutela. La politica di recupero
sociale ed ambientale, la maggiore
specializzazione nell’ospitalità e
nella professionalità turistica e
ricettiva,
opportunamente
pubblicizzati, comporterebbero un
aumento
di
visitatori
maggiormente
distribuito
sul
territorio campano e casertano, con
percorsi culturali legati ad i siti
UNESCO ed alle attività di svago.
Un management plan regionale che
coordina i management plans dei
cinque siti UNESCO, come un
cabina di regia, consentirebbe di
monitorare
le
problematiche
inerenti l’incremento turistico e lo
stato di conservazione dei Siti. Lo
sviluppo sostenibile è inteso come
crescita economica e sociale del
territorio e come tutela del
patrimonio ambientale e culturale
dei siti UNESCO campani, per la
nostra e per le generazioni future.
§
Turismo culturale nel mondo, in
Italia ed in Campania
Architetto Giuseppe Alessandro
Ciambrone,
UNESCO
Castel
Volturno
Il turismo è il più largo settore
dell'economia
mondiale
con
tremila miliardi di dollari l'anno.
I
dati
dell'Organizzazione
Mondiale
del
Turismo
documentano 25 milioni di
spostamenti turistici nel 1950, 528
milioni nel 1995 e prevedono un
flusso turistico di un miliardo di
persone per il 2010 (1). In genere il
Turismo Culturale, in particolare
legato ai Siti UNESCO come
destinazione turistica, è in crescita
ovunque: dopo che le isole
Galapagos sono entrate nella lista
del "Patrimonio dell'Umanità" il
numero dei turisti è maturato da
9.000 nel 1978 a 40.000 nel 1996
ed a 145.000 nel 2007 (2); Petra in
Giordania è passata da 359.000
visitatori nel 2006 a 578.000 nel
2007; il Parco Nazionale Los
Glaciares in Argentina è passato da
28.000 visitatori nel 2002 a circa
70.000 nel 2004 (3). L'Italia resta
sempre una destinazione turistica
privilegiata con 336 milioni di
presenze nel 2004 (4). Le visite
alle città storiche sono crescite del
94% negli ultimi 15 anni con un
incremento totale del turismo di
settore del 24%. I turisti interessati
a monumenti, esposizioni ed eventi
culturali rappresentano il 30%
della domanda turistica. In questo
contesto la Campania registra un
46
trend negativo. Sebbene vi siano 5
Siti UNESCO (1. Centro Storico di
Napoli; 2. Reggia di Caserta, San
Leucio e Ponti della Valle; 3.
Pompei ed Ercolano; 4. Costiera
Amalfitana; 5. Costiera del
Cilento), la regione riceve un terzo
dei visitatori del Veneto che ha lo
stesso numero di Siti UNESCO, la
metà dei visitatori della Toscana (6
Siti
UNESCO),
dell'Emilia
Romagna (3 Siti UNESCO) e del
Trentino che non ha località
annoverate
nella
lista
del
"Patrimonio dell'Umanità". La
Campania con 19 milioni di
visitatori l'anno ospita 10 milioni
di turisti in meno rispetto al Lazio
(3 Siti UNESCO) e 6 milioni in
meno della Lombardia (4 Siti
UNESCO), (5). Inoltre c'è una
discrepanza di distribuzione dei
turisti all'interno delle province
regionali: Napoli riceve il 56% dei
visitatori; Salerno il 38%; Caserta
il 4%; Avellino e Benevento solo
l'1%. Ciò comporta una irregolare
distribuzione
degli
introiti
economici nell'ambito regionale e
l'effetto del "turismo di massa" in
particolari aree con la conseguente
degradazione dei siti di interesse
storico e naturalistico. La necessità
di un piano regionale che affronti
queste problematiche è l'oggetto
del progetto che sto elaborando in
qualità di vincitore di un master
biennale alla University College di
Dublino in management del
"Patrimonio
dell'Umanità",
finanziato dall'UNESCO.
Referenze
1. Von Droste, B. (2008). World
Heritage
and
Globalization.
Lecture at the International
Symposium "Sharing Heritages:
New
Challenges
for
Site
Conservation and Protection for
Tourism Management", Valencia,
Spain, 7-10 February 2008
2. Watkins, G. & Cruz, F. (2007).
Galapagos
a
Risk.
A
socioeconomic analysis. Charles
Darwin Foundation
3. Vinals, M.J. (2008). WHS
inscription:
A
threat
for
conservation?. Lecture at the
International Symposium "Sharing
Heritages: New Challenges for Site
Conservation and Protection for
Tourism Management", Valencia,
Spain, 7-10 February 2008
4. Region of Campania (2004).
Rapporto Turismo 2004
5. Region of Veneto (2008).
Movimento Turistico
§
Carlo di Borbone
Professore
Alberto
Perconte
Licatese
"Nato spagnuolo da un principe
francese (Filippo V), che valeva
meno di una donna, e da una
principessa (Elisabetta Farnese),
che valeva assai più di un uomo,
era amante della moglie (Maria
Amalia di Sassonia, sposata nel
1739), non meno che della caccia,
del ballo e delle lettere"
(M.Schipa). Spodestato senza
molto sforzo l'ultimo imbelle
viceré austriaco, Giulio Visconti, il
10 maggio 1734 il sovrano fece il
suo trionfale ingresso a Napoli non
ancora diciottenne, entrando da
Porta Capuana e, dirigendosi al
duomo, lasciò in dono al santo
patrono un gioiello del valore di
seimila ducati; quindi, puntò alla
reggia tra una folla plaudente.
47
Dando
ascolto
alla
madre
Elisabetta la quale, avviandolo al
principato, lo ammonì che "non es
so gobernar los estados, sino que
es preciso gobernarlos bene", e
grazie sopra tutto al suo
temperamento, senza ombra di
dubbio
Carlo
fu
sovrano
intelligente e lungimirante.
Per una valutazione complessiva
del suo regno (1734-1759) non è
questa la sede, ma sottolineo
l'importanza che il suo dispotismo
illuminato ebbe per l'assetto
urbanistico, per le istituzioni
culturali
ed
artistiche,
per
l'organizzazione
giudiziaria,
finanziaria e politica del regno.
Penso alla costruzione della reggia
di Caserta e del teatro S. Carlo, alla
realizzazione
del
complesso
industriale
di
S.
Leucio,
all'esecuzione degli scavi di
Pompei e di Ercolano, alla
fondazione di accademie, al
mecenatismo, alle riforme nel
campo degli studi e della milizia,
della giustizia.
Nel quadro della riforma degli
studi universitari, concepita da
Celestino Galiani che, in verità, già
due anni prima aveva proposto il
progetto di riforma degli studi che
presentò nel giugno 1732 al viceré
conte Harrach, articolata in due
relazioni, contenenti innovazioni
circa le cattedre e i lettori. Su
invito di Carlo, stilò un'altra
relazione (1734), che contemplava
un progetto nella sostanza simile
ed invitò il re a nominare una
giunta di esperti, sotto la
presidenza di B. Tanucci, già
professore dell'Università di Pisa.
Nel luglio 1735, nominata la commissione, il progetto fu approvato.
Inoltre, per legato testamentario di
Bartolomeo Intieri, fu istituita a
Napoli la prima cattedra di
Economia in Europa, affidata ad
A. Genovesi. Bisognerebbe parlare
anche dell'editoria, dei giornali e
delle gazzette, delle tipografie e
delle biblioteche, specie la reale, la
più fornita e prestigiosa, diretta da
M. Egizio e poi da O. Baiardi.
Il maggiore vanto della monarchia
borbonica fu la scoperta delle
antichità pompeiane ed ercolanesi.
Gli scavi ed i rinvenimenti,
promossi dal conte di Elbeuf e
diretti
dall'arch.
napoletano
Giuseppe Stendardi, furono ben
poca cosa rispetto a quelli che
realizzò Carlo. L'addetto alle
fabbriche della reggia di Portici,
l'ing. spagnolo Rocco Gioacchino
de Alcubierre, avuta notizia
dell'erronea tradizione sul sito di
Pompei, ne informò il re e da lui
ricevette l'ordine di fare sondaggi
in un zona più vasta e così vennero
alla luce i reperti di Pompei e di
Ercolano. Infine, per iniziativa di
Tanucci, il sovrano decise di
fondare, con rescritto emanato a
Caserta il 13 dicembre 1755, la
Reale Accademia Ercolanese, della
quale fecero parte quindici
membri, scelti tra i più dotti
dell'epoca.
§
Domenico Cirillo
Alberto Perconte Licatese
"Napoli, li 29 ottobre 1799 annotò Diomede Marinelli nel
Diario - vi è stata gran giustizia al
mercato su di persone di gran
merito. Sono stati afforcati con
quest'ordine: Pagano, Cirillo, Ciaja
48
e Pagliacelli, tutti e quattro
bendati. La sera avanti cenarono
poco o niente, dicendo che
doveano sostenere una breve vita...
Tutti e quattro dotti, si parlò la sera
avanti tra di loro come seguisse la
morte degli afforcati. Ognuno disse
il suo parere e Cirillo decise... Nel
mesto corteo che s'avviava al
patibolo, il Cirillo seguiva il
Pagano; avea un berrettino bianco
in testa e giamberga lunga di color
turchino: stentò molto a morire.
Andiede
alla
morte
con
intrepidezza e presenza di spirito".
Domenico Cirillo era nato a
Grumo Nevano nel 1739 da
Innocenzo, medico e botanico, e
dalla nobildonna Caterina Capasso,
dai quali ereditò rispettivamente
l'amore per la scienza e la
delicatezza
dei
sentimenti.
Seguendo la tradizione familiare,
studiò botanica e medicina presso
l'Ateneo federiciano, alunno di
Francesco Serao e Francesco
Porzio. Conseguita la laurea poco
più che ventenne nel 1759, vinse il
concorso
a
cattedra
per
l'insegnamento di botanica presso
quella università. Passò poi alla
cattedra di patologia medica
(1774), di medicina teorica (1777),
di medicina pratica (1783) ed,
infine, tenne l'insegnamento di
ostetricia e di clinica medica
presso l'Ospedale degli Incurabili
(1786), non solo segnalandosi
come curante della famiglia reale e
degli aristocratici, ma anche
rivelandosi
sensibile
alle
sofferenze del popolo. Tra i suoi
scolari ebbe Saverio Macrì,
Francesco Ricca ed altri meno
famosi e da lui prese il nome la
famiglia delle cirillacee, piante
medicinali da lui scoperte.
Notevole fu eppure l'orma che il
Cirillo lasciò nel campo della
medicina, tra cui l'introduzione
della cura della lue col bicloruro di
mercurio, studiò l'azione dei vari
farmaci e scrisse in latino
voluminose opere di botanica,
medicina,
zoologia,
biologia,
discipline allora connesse tra loro.
Assorto nello studio e nella
professione, si occupò ben poco di
politica. Al pari dei dotti suoi
contemporanei, si iscrisse alla
Massoneria ed, animato da ideali
di libertà, giustizia e solidarietà
umana verso i deboli e gli oppressi,
denunciò la pessima gestione della
prigioni e degli ospedali del regno.
Allorché nel gennaio 1799 gli
intellettuali napoletani, con l'aiuto
delle
armi
di
Jean-Étienne
Championnet,
costituirono
la
Repubblica Partenopea, Cirillo fu
chiamato a far parte del governo
provvisorio, ma rifiutò. Solo più
tardi, nella ricostituzione dell'esecutivo, operata da Joseph André
Abrial, riluttante entrò nella
Commissione Legislativa, di cui fu
presidente. Conosciute le idee
illuministiche, in occasione di
viaggi in Francia ed in Inghilterra,
ancora nel 1790 si dichiarò
favorevole ad una riforma delle
carceri e degli ospedali, ma non fu
ideologo, né membro di circoli
giacobini, pur essendo amico di
G.Filangieri e di M.Pagano,
intellettuali noti per le idee liberali.
La sua adesione alla Repubblica va
valutata sulla base di queste
premesse. Anzi, è tanto radicata
l'interpretazione
"patriottica"
avallata da Cuoco, Lomonaco e
Botta che, in franchezza, mi
49
sembra
ininfluente
la
pubblicazione da parte di B.Croce
della lettera, inviata da Cirillo alla
Hamilton, nella quale egli sminuì il
ruolo ricoperto nelle vicende
rivoluzionarie e, ricordati i propri
meriti e la devozione alla famiglia
reale, chiese di intercedere presso i
sovrani, per avere salva la vita. In
questa famosa missiva certo si
notano delle zone d'ombra, ma se
fu debolezza umana a dettarla, essa
fu ampiamente riscattata dalla
prova di dignità data all'atto
dell'accettazione della condanna.
Infatti,
alla
caduta
della
Repubblica, fatto segno alla furia
dei Sanfedisti, che gli bruciarono
la casa, intercettato dalle navi di
O.Nelson, mentre cercava di
fuggire in Francia, rinchiuso nei
sotterranei del Castel Nuovo e nel
Castel S.Elmo, fu processato e
condannato a morte. Nonostante
l'intercessione della Hamilton,
avendo egli compreso che la
domanda di grazia al sovrano
Ferdinando, subordinata ad una
pubblica sconfessione, sarebbe
equivalsa ad un'abiura, rifiutò un
atto indegno.
Lasciò voluminose e fondamentali
opere scritte in latino che trattano
di botanica, chimica, zoologia e
patologia medica.
religiosa, in Italia portò al livello
più alto la ricerca erudita e
storiografica. Forte fu in lui
l'attaccamento alla cultura classica
e cattolica, totale la diffidenza sia
verso il naturalismo transalpino,
sia verso ogni forma di misticismo
cristiano. Nell’opera Delle forze
dell’intendimento umano (1745),
mosse un violento attacco ai deisti
e all'eresia luteraria, ma non
tralasciò di ammonire i dogmatici
ed ottusi seguaci del sapere
scolastico. Il suo cattolicesimo fu
ponderato, aperto alla verità e
all'innovazione; fondatore della
critica storica, scrisse opere
monumentali di erudizione e
critica storica. La sua levatura
intellettuale e morale lo mise in
relazione con molti dotti italiani e
stranieri e l'esigenza primaria del
carteggio fu per Muratori di
raccogliere informazioni utili,
guardando alla cultura provinciale
con grande interesse.
In questo contesto si pone il
rapporto, in un certo senso
privilegiato, che Muratori stabilì
con la cultura napoletana del
tempo, vale a dire con gli intellettuali del più grande stato italiano
del Settecento. Innanzitutto, egli
pubblicò la sua prima opera (Primi
disegni della Repubblica letteraria
d'italia) a Napoli nel 1703, con lo
pseudonimo di Lamindo Pritanio,
non a caso scegliendo uno dei
maggiori centri culturali italiani
dell'epoca.
Egli
espresse
ammirazione per Napoli, definita,
in una lettera a Matteo Egizio del
1723, "la metropoli che da tanti
secoli fa sì gran figura in Italia", e
sui dotti napoletani, in una lettera a
G. Aurelio Di Gennaro del 1732,
§
Ludovico Alberto Muratori
Professore
Alberto
Perconte
Licatese
Ludovico Antonio Muratori, sulla
scia dei bollandisti e dei maurini,
impegnato in un rinnovamento
degli studi e del costume, basato
sull'esame critico della tradizione
50
scrisse:
Neapolitana
ingenia
semper maxime feci, a natura
videlicet ad grandia nata, quibus
freno potius quam calcaribus sit
opus; ancora, in una missiva a
Francesco Rapolla del 1747, li
disse "fatti dal Ciel vivaci e felici e
dotati pur di buon gusto”.
Con gli intellettuali partenopei
strinse rapporti di sincera amicizia
e si valse della collaborazione di
molti di essi per la stesura delle sue
opere. Il primo (1710) fu Niccolò
Valletta, il giovane nipote di quel
Giuseppe Valletta che nella sua
casa ospitò i maggiori ingegni del
regno, dal calabrese Francesco
Galluppi al salernitano Francesco
D'Andrea. Per la stesura della
monumentale
opera
Rerum
italicarum Scriptores, egli chiese
la collaborazione ai fratelli Niccolò
e Francesco Valletta, a Costantino
Grimaldi, Alessandro Riccardi,
Erasmo
Gattola,
Antonio
Sanfelice,
Matteo
Egizio.
Relazioni epistolari più intense
ebbe con Matteo Egizio, medico,
giurista ed archeologo, al quale, in
una lettera del 1723, chiese
manoscritti sulla vita dei vescovi
napoletani
anteriori
al
Cinquecento. Collaborarono col
grande erudito personaggi di
spicco della cultura napoletana,
come
Alessio
S.Mazzocchi,
Carmine Falcone, Domenico De
Giorgio, Ignazio M.Como, Pietro
Polidori, Gian B.Tafuri, Nicola
Forlosia.
Spesso
Muratori
fu
anche
coinvolto in vivaci polemiche
accese a Napoli. Due oscuri poeti
vicentini, Andrea Marano e
Giacomo Bergamini, garbatamente
censurati da Muratori per l'oscenità
di
certi
argomenti
trattati,
colmarono di contumelie il critico,
per
cui
Nicola
Amenta,
indignatosi, scrisse in difesa di
Muratori una lettera, contenente
attestazioni di stima. Il giurista G.
Aurelio Di Gennaro, nella sua Res
publica Juris Consultorum elencò
una serie di guasti della
giurisprudenza e l’opera piacque a
Muratori, che la lodò molto in una
lettera
indirizzata
all'autore.
L'erudito pubblicò a Venezia
(1742) e a Napoli (1743) il trattato
Dei difetti della Giurisprudenza e
qui
i
giuristi
disputarono:
G.Pasquale Cirillo riconobbe il
valore dell'opera del modenese, ma
"non patì che egli s'intrudesse nel
santuario dei professori di diritto",
mentre Francesco Rapolla fece una
critica più rispettosa e Carlo
A.Broggia apprezzò senza riserve
l'opera di Muratori. Nell'ultima
opera scritta da Muratori (Trattato
della pubblica felicità), nella quale
ammonì i principi della terra a
procurare la felicità dei popoli, dei
tre scrittori italiani da lui citati due
sono napoletani, A.Genovesi e
C.A.Broggia.
§
Recensione:
A.
Perconte
Licatese, A. S. Mazzocchi,
edizioni Spartaco, S.Maria C.V.
2001, pag. 240, 36 fotografie b/n,
eu. 26,00
Alessio Simmaco Mazzocchi (S.
Maria di Capua I 684 - Napoli
1771), compiuti gli studi inferiori a
Capua, trasferitosi a Napoli, ivi
laureatosi in Teologia, nello stesso
anno (1735) fu nominato canonico
nella Cattedrale dal card. Spinelli e
51
docente
di
S.
Scritture
nell'Università federiciana da Carlo
di
Borbone.
Epigrafista.
archeologo, agiografo e biblista
insigne, scrisse monumentali opere
in latino, tra le quali l'Anfiteatro
campano (1727), La dedica sub
ascia (1739), il Calendario
mormoreo (1744-55), la Cattedrale
di Napoli (1751), le Tavole di
Eraclea (1754-55), gli Specilegi
biblici (1762-78*),
divenendo
famoso in Europa per la
sbalorditiva dottrina greco-latina,
ebraica e cristiana, apprezzata da
dotti eminenti, quali Muratori,
Winckelmann e Lebeau, che lo
proclamò TOTIVS EVROPAE
LITTERARIAE MIRACVLUM.
La fioritura del dotto canonico, che
per studiare rifiutò la nomina a
vescovo e cardinale, coincise nel
periodo in cui il regime del re
Carlo di Borbone, con la sua
politica illuminata, assicurò un
indiscusso primato in campo
culturale-artistico, nel meriggio
della
civiltà
meridionale
settecentesca. L'opera, condotta
con metodo cronologico-tematico,
consente al lettore di selezionare
ed approfondire, grazie alla perizia
filologica, alla cultura umanistica
ed alla passione di ricerca
dell'autore.
All'acuto
senso
storiografico si abbina l'attenzione
per documenti, epigrafi, epistolari,
fonti e per l'inserto fotografico,
curato da L. Spina
52
Estratto da "Palaestre", I-VI,
gennaio-marzo 1967
COPPOLA DOMENICO
Area
"Editoria",
Collana
"IlTempodiOggi"
Aversa - Associazione Gaetano
Parente – 2010
3. AVERSA
Breve storia di Aversa
La fondazione. La Città di
Rainulfo
(1030-1135)
La Città di Ruggero II (1135-1156)
La Città Normanna (1198-1266)
La Città Angioina (1266-1442)
La Città Aragonese (1442-1501)
Il Viceregno Spagnolo (15011734)
La Città consolidata
NASELLI STEVENS MARIA
CHIARA
Aversa – Associazione Gaetano
Parente – 2010
Il Can. Gaetano Maria De
Fulgore
VITALE ROBERTO
Area "Biblioteca" dell'Ass.ne G.
Parente
Editore: Tip. Fratelli Noviello,
Aversa
Sulla inondazione avvenuta in
Aversa al dì 26 settembre 1852
Narrazione storica
Aversa, dalla piazza alla Storia.
Quattro itinerari per scoprire la
Città
Introduzione - Salvatore Palladino
Presentazione - Enzo Maiorca
1° itinerario - Stefania Abate e
Dinella Milano
2° itinerario - Emilia Bianca di
Lucca e Anna Tessitore
3° itinerario - Antonietta Boccagna
e Edvige Turco
4° itinerario - Angela Di Foggia e
Maria Galluccio
ACCADEMIA
ITALIANA
DOMENICO CIMAROSA
Aversa – Associazione Gaetano
Parente – 2007
PARENTE GAETANO
Aversa - Stamperia del Reale
Morotrofio – 1852
Aversa - Associazione Gaetano
Parente – 2010
Aversa e il suo territorio
Alberto Perconte Licatese
Secondo Amato di Montecassino
Sergio donò a Rainulfo
una
ricchissima parte di Terra di
Lavoro e molti casali. E Alfonso
Gallo (Aversa normanna p.6)
commentando il passo, precisa che
questa parte di Terra di Lavoro
corrisponderebbe alla Liburia.
Sulla origine di questo toponimo
molte sono state le discussioni
sostenute da storici antichi, ma io
mi attengo alla definizione di
Plinio: “La Liburia era il territorio
che si estendeva fra Capua e
Cuma, dall’uno e dall’altro lato
della via Consolare”. Questo
territorio era collegato da una fitta
rete stradale, che in gran parte era
frutto
della
centuriazione
(Legnazzi, Del catasto romano e di
alcuni strumenti di geodesia,
Verona 1887, pag. 45, 208 segg.),
Aversa
Estratto da "Guida di Napoli e
dintorni", Napoli, 1876
DALBONO CARLO TITO
Area "Editoria", Collana
"PassatoPresente"
Aversa - Associazione Gaetano
Parente – 2010
Alfonso Gallo
53
quindi un po’ più a sud si stendeva
il piccolo casale di Friano, Villa
Degazani e Polvica. A sud-est di
Savignano vi era la villa Cese con
la silva Dominica e la silva
Tuberola e, sullo stesso versante,
Gricignano, Torano, Carinaro,
Casignano. Dalla parte ovest
Giugliano Degazano, Cirigliano
Casacugnana (fra Giugliano e il
lago di Patria). Dalla parte nord
Casandrino,
Campolungo,
Clausura domini Marini, Turone,
Spacio e la Paratine; dietro a questi
Fratta, Grumo Nevano, Pascarola,
Crispano,
Nullito,
Orta,
Pomigliano,
Sant’Elpidio
Caucilione,
Bugnano,
Casapuzzano, San Donato; a nordest Teverola Aprano, Bivano,
Casaluce, Pupone, Villa Piro; altre
borgate come Cauciano, Loriano
Pilluni, Pilione o Piliuni; a nordovest San Marcellino, Isola Le
Peticasu, Pastorano, Post rivium,
Cuzzuli, Cesa
Otrano, Aiola,
Casoria, Selice, Terone; ad ovest
Lusciano,
Ducenta,
Trentola,
Cerbano o Cervano, Casacellare,
Centora, Ventignano, Arbustolo,
Parete, a nord Briana, Quadrapane,
Casal di Principe, San Cipriano,
Casapesenna, Calitto, Cupuli,
Frignano piccolo e Frignano
maggiore”. Di tutti questi villaggi
alcuni sono scomparsi, altri vivono
una vita rigogliosa.
che fu effettuata prima dagli
Etruschi e poi dai Romani, quando,
come ci tramandano gli storici, tra
i quali Tito Livio e Velleio
Patercolo, mandavano nelle città
soggiogate o tolte ai nemici, oltre i
veterani, la plebe insubordinata
della stessa Roma e i soldati.
Secondo Igino e Frontino Siculo,
Giulio
Cesare,
nel
primo
consolato,
ridusse Capua in
colonia e vi mandò 20 uomini per
la distribuzione delle terre capuane
a ventimila veterani. In seguito
Cesare Augusto ridusse in colonia
anche
Atella
e
Literno
distribuendo, per ben due volte, la
terra ai veterani. Il Padre Andrea
Costa,
nella
sua
“Rammemorazione
storica”,
enumera 43 villaggi che facevano
parte di questo territorio: “Eccetto
Atella, città osca e Literno, troppo
noti, gli altri deperirono forse per
la invasione vandalica sotto
Genserico, forse per tremuoti o per
vetustà cadenti e diserti al tutto
nella feudale oppressione od
assorbiti
dall’azione
di
concentramento
che
li
conglomerava in Aversa; fors’anco
per devastazione di guerre distrutti
o per inclemenza di cielo e di fato.
Di essi parecchi ebbero una chiesa
parrocchiale e numerazione di
fuochi; crebbero alcuni altri di
qualche casupola o d’una chiesetta
rurale, quanto bastò a potersi
iscrivere sulle loro mura le cifre
d’un barone, d’un marchese, d’un
abate”. Per precisare quanto il
Padre Costa asseriva, possiamo
affermare che l’intero paesaggio si
svolgeva nel seguente modo: la
parte più lontana era rappresentata
da Pantano con le ville di Isola,
Garillano, San Sossio; quindi
veniva il Gualdo, cioè la selva che
si estendeva dal mare fino alle
mura di Aversa fuori Porta san
Nicola e il lebbrosario di Santa
Maria Maddalena. Presso il
Mercato di Sabato era Savignano,
I Vescovi di Aversa
Ernesto Rascato e Gerardo
Sangiovanni
Dopo il primo vescovo normanno
Azzolino (1053), capolista della
cronotassi /_ = ordinamento
cronologico _/ dei vescovi
aversani ed iniziatore della
fabbrica del Duomo, meritano di
essere menzionati alcuni, distinti
per cultura e sapienza di governo,
che hanno segnato la quasi
millenaria vita della diocesi
54
normanna. Per l’impegno dei primi
vescovi la diocesi divenne un
importante
centro
religioso,
politico
e
intellettuale.
Particolarmente noto fu il dotto
Goffredo (1059-1080), che nel
1071 partecipò insieme al principe
Riccardo alla consacrazione della
Basilica
desideriana
di
Montecassino.
Eminente
per
ingegno intellettuale e per virtù,
che diede un forte impulso alla
cultura filosofica e letteraria dello
Scriptorium della civitas aversana
– la scuola episcopale di Aversa –
retoricamente salutata dal vescovopoeta Alfano di Salerno come
superiore ad ogni altra e capace di
gareggiare con la scuola filosofica
di Atene: “Aversum studiis
philosophos tuis / in tantum
reliquos vincit ut optimum dispur
non sit Athenis” (ALFANO DI
SALERNO, Ad Gosfrit episcopum
Aversanum, Cod. 280 f. 102v,
Archivio Montecassino). Tra i
primi vescovi spicca il grande
teologo Guitmondo (1088-1094),
contemporaneo di papa Gregorio
VII: un monaco benedettino
formato in Normandia, dove nella
celebre abbazia di Bec fu allievo
del grande maestro Lanfranco,
futuro arcivescovo di Canterbury;
in dialogo con gli intellettuali del
suo tempo, confutando gli errori
teologici di Berengario di Tours,
Guitmondo, mediante alcuni suoi
famosi trattati (come il De
Corporis et sanguinis Christi
veritate in Eucaristia libri tres),
affermò con forza la “presenza
reale” di Gesù Cristo nel
Sacramento dell’Eucaristia e nel
corpo mistico della Chiesa: pastore
sollecito e maestro illuminato per
la storia della teologia eucaristica.
In età medievale alcuni presuli
svolsero importanti uffici pubblici
presso la Santa Sede e presso la
corte di Napoli. Giovanni IV
Lamberto (1229-1234), amico
personale di San Francesco
d’Assisi e dei suoi Frati: nel 1230
li chiama ad Aversa, per la chiesa
di Sant’Antonio al Seggio,
successivamente impianta nel
centro cittadino anche l’Ordine
delle Clarisse e, nel 1234, concede
all’ordine dei Frati Minori
Conventuali la Chiesa di San
Lorenzo Maggiore a Napoli,
appartenente alla Mensa vescovile
di Aversa. Giovanni Paolo
Vassallo (1473-1501), legato agli
umanisti del tempo, ha lasciato
maggiore impronta: rinnovò la vita
liturgica della diocesi riformando
l’Ufficio Divino e pubblicando a
stampa il Breviario diocesano
“secundum consuetudinem Maioris
Ecclesiae
Aversanae”,
raro
incunabolo del 1499, conservato
nel locale Museo Diocesano: a lui
si deve anche la costruzione del
maestoso campanile del Duomo, il
nuovo trono vescovile ed il sacello
per l’Eucaristia. Dopo il Concilio
di
Trento
diversi
vescovi
s’impegnarono ad applicarne i
principi riformatori. Il medico
Balduino de Balduinis (15541582), già archiatra /_ = medico
principale, specialmente nella
corte pontificia _/ pontificio di
Giulio III, nel 1566 fondò il primo
Seminario; Pietro Ursino (15911598) ampliò il Seminario, celebrò
il primo Sinodo diocesano, fondò il
Collegio
dei
Beneficiati
Ebdomadari; Bernardino Morra
(1598-1605), già vicario generale
55
di
San
Carlo
Borromeo,
riorganizzò il Capitolo Cattedrale e
fondò la Congregazione dei
Sacerdoti Oblati, associazione
sacerdotale
dei
Preti
della
Missione Aversana, ed ebbe cura
della formazione del clero. Nel
seicento la cattedra aversana fu
occupata da quattro vescovi della
famiglia Carafa che promossero ed
alimentarono
la
spiritualità
mariana. Tra loro si distinse Carlo
I Carafa (1616-1644), che celebrò
il secondo Sinodo, e arricchì la
Cattedrale con la monumentale
riproduzione della Santa Casa di
Loreto – nel 1630, su progetto
dell’ingegnere aversano Giuseppe
De Maio – verso cui nutriva
profonda devozione (la Madonna
di Loreto fu dichiarata patrona di
Aversa il 19 dicembre 1637). Il
luminoso episcopato del cardinale
Innico Caracciolo (1697-1730),
uomo di grande responsabilità e
carità, dal cuore profondamente
pastorale, contribuì a rinnovare la
vita religiosa e sociale della
Diocesi, ricostruttore del Duomo
normanno, in avanzato stato di
decadenza
strutturale,
e
patrocinatore
dell’attuale
monumentale Seminario, costruito
su progetto dell’architetto romano
Carlo
Buratti.
Agli
inizi
dell’Ottocento la diocesi risentì
delle incerte vicende storiche del
regno,
di
cui
fu
vittima
l’autoritario vescovo Agostino
Tommasi (1818-1821), ucciso nel
corso di un attentato, nei pressi del
sedile
di
Sant’Antonio.
Il
successore, già abate celestino,
Francesco Saverio Durini (18231844), con la proverbiale pazienza
monastica riportò serenità tra clero
e fedeli. Il tenace Antonino de
Luca (1855-1885) nei suoi nove
anni di governo episcopale ha
contribuito alla riforma degli studi
ecclesiastici, alla creazione del
Convitto vescovile e alla rinascita
degli Istituti di carità, lasciando
tracce indelebili negli atti della sua
Visita
Pastorale.
L’impegno
profuso da Domenico Zelo (18551885), pastore di grande pietà ed
amante della bellezza per la Casa
di Dio, promosse l’attività liturgica
e catechistica e dedicò grandi cure
alla cattedrale, per la quale
commissionò
gli
affreschi
dell’abside e della volta del
presbiterio al pittore napoletano
Camillo Guerra. Nel Novecento il
vescovo Settimio Caracciolo si è
impegnato nella ricostruzione
morale post-bellica ed ha ripreso la
celebrazione del Sinodo diocesano
(1922),
mentre
l’arcivescovo
Carmine Cesarano (1931-1935),
missionario redentorista, si è
distinto per la grande paternità
pastorale, per la carità verso i
poveri e per lo zelo verso la
cattedrale.
I Normanni e la nascita della
Diocesi
Ernesto Rascato e Gerardo
Sangiovanni
Sulla
prima
comparsa
di
avventurieri
normanni
nel
Mezzogiorno le fonti sono poco
esaurienti. Sembra che essi fossero
raffigurati in due bande. Queste
avevano a capo Gilbert Buatere e
Osmond Drengot, due fratelli che
avevano
abbandonato
la
Normandia per aver ucciso
Guillaume Repostel, il quale aveva
accusato uno di loro di avere
56
disonorato la figlia. Fu, forse, nel
Santuario di S. Michele al Gargano
che questi furono assoldati da
Melo da Bari (nobile di origine
longobarda che nel 1009 si era
posto alla testa di una ribellione
delle popolazioni pugliesi contro il
dominio
bizantino).
Un’altra
tradizione, invece, tramandata da
Amato di Montecassino, racconta
che fu il principe Guaimario di
Salerno a chiedere l’intervento di
un gruppo di normanni per
proteggere la sua città assediata dai
Saraceni. Fatto stà che l’arrivo di
questi primi contingenti non fu
fortuito. La diaspora dei guerrieri
della Normandia non fu solo la
migrazione di un popolo spinto da
necessità di ordine demografico,
ma l’espressione di un gruppo
sociale che cercava di realizzare i
propri bisogni e di esprimere il
proprio valore. Spirito d’iniziativa
e d’avventura, esistenza irrequieta,
volontà
di
conquista
caratterizzavano
l’animo
dei
cavalieri normanni. I quali
“vagabondi erravano di qua e di
là, cambiando senza posa dimora”:
uno spirito che si sintetizzava
nell’espressione
“faire
Chevaleire” (Guglielmo di Puglia,
Gesta Roberti Wiscardi, in
Monum. Germ. Hist. IX, I, 171173). I normanni trovarono nel sud
un clima politico particolarmente
confuso. Gli antichi domini politici
erano, oramai, soggetti ad una
lenta e progressiva erosione a
favore di vecchie e nuove
aristocrazie locali, di singoli ceppi
familiari e di enti ecclesiastici
prestigiosi. Il ducato di Benevento,
il principato di Capua con quello di
Salerno erano gli ultimi residui
della potente erosione longobarda
in Campania e componevano la cd.
“Longobardia minor”. Il quadro
era completato da alcune grandi
signorie monastiche (S. Benedetto
di Montecassino, S. Vincenzo al
Volturno e S. Sofia di Benevento),
che
godevano
di
completa
autonomia da ogni potere laico.
Ciò grazie a speciali privilegi
concessi da imperatori, re e
Pontefici. Nelle terre longobarde e
nei ducati campani i contatti
intrapresi
con
l’elemento
normanno nascevano in funzione
dei contrasti tra i potenti. Fu
proprio dallo scontro tra il principe
di Capua, il longobardo Pandolfo e
il duca di Napoli Sergio IV che
nacquero per i Normanni nuove e
insperabili possibilità. Sembra,
infatti, che Sergio IV, per cacciare
Pandolfo che si era insediato nella
città di Napoli, si servisse
dell’aiuto di un gruppo di
Normanni guidati da Rainulfo
Drengot. E, come narra Amato, tra
1029 e 1030, “perché non gli
potesse far danno la malizia di
Pandolfo”, il duca di Napoli
investì il normanno della Contea di
Aversa e di un tratto “feracissimo
della Liburia” – cioè parte della
vasta pianura che si estendeva a
nord di Napoli – “sparso di molti
casali”. Aversa, un piccolo
villaggio attorno ad una chiesa
dedicata a “Sanctu Paulu at
Averze” come attesta un diploma di
Pandolfo III, principe di Capua, del
1022
(cfr.
BARTOLOMEO
CAPASSO,
Monumenta
ad
Neapoltitanum ducatus historiam
pertinentia, vol. II, Napoli, 1892,
10). Una chiesa che, verso la fine
del secolo XI, per la sua ricchezza
57
di fede e di governo viene
denominata “Santa Madre Chiesa
di San Paolo di Aversa”: come è
attestata in un atto di donazione
fatto da parte di Roberto conte di
S. Agata al Capitolo dei Canonici
della Cattedrale. Il conte Roberto,
nel 1097, dona alla “Sancte matri
ecclesiae Beati Pauli Adversani”
governata dal Vescovo Giovanni,
le chiese di S. Maria di
Casapesenna, S. Lorenzo di Friano,
S. Alpigiano di Forano, tutte
costruite nei confini aversani (cfr.
ALFONSO
GALLO,
Codice
diplomatico normanno di Aversa,
Napoli, 1927, 15). Il Monastero
benedettino di S. Lorenzo, già
esisteva quando si pensò di fondare
la Chiesa Cattedrale di San Paolo,
la cui costruzione fu certamente
iniziata non prima del 1054 e non
oltre il 1078, cioè nell’età di
Riccardo I (1050-1078), e fu
conclusa non oltre il 1090, che è la
data di morte del figlio Giordano.
Invece, diversamente da S.
Lorenzo, è accertata fin dal 1043
l’esistenza, nella chiesa di San
Biagio,
di
un
Monastero
Benedettino femminile, costruito
presso le mura di Aversa e
governato dalle badesse Riccarda e
Asa (cfr. ALFONSO GALLO,
ibidem, 384 e ss.). Fondatore della
prima contea normanna nel
Mezzogiorno d’Italia fu Rainulfo
Drengot. Questo governò Aversa
dal 1030 al 1045. Nel 1038 la
Contea riceveva l’approvazione
imperiale con il riconoscimento di
Corrado II, che “con una lancia
pubblica e uno stendardo sul quale
stava l’orma imperiale, confermò
la contea di Aversa e il suo
territorio a Rainulfo” (AMATO di
MONTECASSINO, Storia dei
Normanni,
II,
6;
LEONE
OSTIENSE, Cronica Monasterii
Casinensis, II, 63). Per dirla con le
parole di Alfonso GALLO:
“Aversa nacque con una sua
propria fisionomia, inconfondibile,
e la conservò in tutto il crescere ed
il tramontare della sua potenza,
che ebbe rapide e fugaci fortune.
La piccola contea, istituita da un
avventuriero fra territori bizantini
e longobardi, fu la prima cellula di
un nuovo ordinamento feudale che
creò un secolo dopo la più antica
monarchia italiana” (ALFONSO
GALLO,
Aversa
Normanna,
Napoli, 1938, IX). La nuova città,
ombelico della Liburia, già
dall’inizio della sua storia “si
sviluppava, secondo uno schema
urbano – raro in Italia – a pianta
anulare, attorno alla chiesa di San
Paolo nella cui piazza andavano a
convergere le varie strade. E nel
cui tessuto si erano presto inserite,
attorno a un mercato, colonie
amalfitane
ed
ebrei”
(S.
TRAMONTANA, La monarchia
normanna e sveva, Torino, 1987).
E’ l’epoca delle forti e contrastanti
relazioni tra potere politico e sacra
potestas, tra potere terreno e realtà
trascendente, epopea normanna e
regno sacrale; ma è anche l’epoca
della
genesi
della
Diocesi
aversana, degli anni in cui si
delineò e si costituì la Chiesa
particolare di Aversa, del tempo in
cui i vescovi e i conti edificarono
la loro magnifica cattedrale.
Papa Leone IX e Aversa
Ernesto Rascato e Gerardo
Sangiovanni
58
Napoli e a sud del Principato
longobardo di Capua. Nella nuova
circoscrizione
ecclesiastica
confluirono le antiche sedi
episcopali di Atella e di Liternum,
più tardi vi furono aggregati anche
alcuni territori di Cuma e di
Misenum; e grazie alla fede
cristiana, i Normanni unificarono
le popolazioni che trovavano
riparo in questa prima Contea in
Italia: amalfitani, ebrei rifugiati,
musulmani convertiti, fuoriusciti
atellani. I normanni di Aversa
ebbero sempre grande attenzione
sia verso i monasteri locali (S.
Lorenzo e S. Biagio) come anche
nei confronti della sede episcopale.
Alla guida della Diocesi normanna,
si sono succeduti fino ad oggi
settantasette vescovi tra cui
quindici cardinali, due promossi
patriarchi e diversi arcivescovi. La
cattedra aversana è stata illustrata
da molti pastori di vita santa e
dalle grandi vedute decisamente
riformatrici.
Una
chiesa
particolare, ricca di toria, di fede,
di tradizione, di arti e di grandi
pastori e fedeli, dai normanni ai
nostri giorni. In ogni insediamento
della
nuova
circoscrizione
ecclesiastica e soprattutto nella
maestosa
Cattedrale
protonormanna, dedicata all’apostolo
San Paolo, avvertiamo orme
indelebili di fede, di sacrificio, di
impegno religioso e culturale di chi
li ha prodotti: principi e conti,
vescovi e canonici, fedeli e
benefattori. I principi fondatori, i
Vescovi normanni e quelli
successivi, il Capitolo Cattedrale
ed il clero secolare e regolare
hanno scritto pagine bellissime
nella storia della Chiesa ed hanno
lasciato tracce del loro amore verso
Cristo e la Sua sposa: nelle
istituzioni formative, come il
Seminario Vescovile, e nelle Opere
di carità e di assistenza, come il
magnifico Duomo, e nelle opere
Nella storia della Chiesa il papato
riformatore si fa cominciare con
l’elezione di S. Leone IX
(pontificato:
1048
–
54),
l’alsaziano Brunone, Vescovo di
Toul. Questo pontefice riprendeva
i contatti con i problemi del
Mezzogiorno d’Italia e fece una
scelta antinormanna, che fu seguita
anche dai successori Vittore II e
Stefano IX: di allontanare dal Sud i
Normanni. Leone IX aveva
intrapreso viaggi nel Sud per
promuovere la riforma del clero e
per ottenere di concludere alleanze
con potentati locali. “Con la
premessa di tali accordi Leone IX
si incamminò nel 1053 a capo di
un esercito verso il Mezzogiorno.
Ma il debole contingente tedesco,
prima di poter ricongiungersi con
le
truppe
bizantine,
venne
intercettato dai Normanni. A
Civitate, nel nord della Puglia, in
località attraversata dal fiume
Fortore, e posta tra le attuali S.
Paolo di Civitate, distante un dieci
chilometri da S. Severo, e
Serracapriola, il 18 giugno 1053 fu
una mossa rapida del conte
Riccardo I di Aversa, il quale
occupava l’ala destra dello
schieramento, a determinare la
sconfitta dell’esercito del Papa, il
quale dovette subire l’umiliazione
di essere tradotto prigioniero a
Benevento” (L. ORABONA, I
Normanni, la Chiesa e la
protocontea di Aversa, Napoli,
1994, pag. 43). Verso la fine del
1053, dopo la vittoriosa battaglia,
su richiesta dei Normanni Papa
Leone IX istituì la Diocesi di
Aversa. Il primo vescovo fu
Azzolino, un normanno nominato e
consacrato dallo stesso Leone IX.
Subito dopo, certamente non prima
del 1054, da parte normanna si
procedeva a iniziare la costruzione
della
Chiesa
cattedrale.
Riconoscendo così di fatto la
nuova Contea, che si estendeva a
nord del Ducato bizantino di
59
d’arte sacra sparse nel territorio
della diocesi.
Amodio, come concordato con lo
scrivente. Si conclude, così, la
travagliata storia di una scuola da
sempre penalizzata fra promesse
non mantenute e delusioni cocenti.
I docenti per anni hanno lavorato
in condizioni disastrose, in una
struttura
impossibile,
non
rassegnandosi
mai,
anzi
manifestando vitalità progettuale e
grande
professionalità.
La
mancanza
di
una
seria
programmazione
e
grande
professionalità. La mancanza di
una seria programmazione relativa
alle strutture scolastiche, dovuta
sia alla ‘trascuratezza’ dei politici,
che alla mancanza di un autonomo
coordinamento fra le scuole
cittadine capace di fornire alle
amministrazioni una proposta forte
ed unitaria, al di sopra dei piccoli
interessi
di
bottega,
ha
indubbiamente contribuito a creare
negli
anni
una
situazione
insostenibile. Con il terremoto del
novembre 2002, proprio all’inizio
del mio mandato presso la scuola,
la situazione è semplicemente
precipitata. L’anno scolastico
2002/2003 va ricordato come il più
difficile e tormentato: chiusura
della
succursale
di
piazza
Municipio ed inizio dei doppi
turni, prima presso la Scuola
Media Statale Pascoli e, poi, fino
alla fine dell’anno scolastico,
Istituto Comprensivo Domenico
Cimarosa
Dall’anno scolastico 2004/2005 la
scuola media statale D. Cimarosa
di Aversa non esisterà più come
scuola autonoma; anche il quarto
circolo didattico di via Giotto
perderà la sua autonomia. Le due
istituzioni si associano in una sola
scuola che le comprende: l’Istituto
Comprensivo Domenico Cimarosa,
il primo nella nostra città, con sede
nella zona ‘nuova’ in via Giotto
(dove attualmente si trova il quarto
circolo). Questo tipo di scuola, che
unisce classi di Scuola materna,
elementare e media, garantisce agli
alunni
una
continuità
di
organizzazione e di intervento
didattico e, quindi, una migliore e
più mirata offerta educativa.
Oltretutto esso avrà una forte
caratterizzazione musicale, in
sintonia con la grande sensibilità e
passione musicale che la nostra
città esprime. In tal modo in breve
tempo potrà nascere nella nostra
città, finalmente, una sezione di
liceo ad indirizzo musicale. Per
questa nuova istituzione è in
costruzione un edificio ad hoc
nella zona del Palazzotto dello
Sport. La nuova scuola sarà diretta
dall’attuale dirigente del IV circolo
didattico, la dottoressa Cecilia
60
presso la sede centrale di Piazza
Marconi. Un vero incubop, con
ovvio
conseguente
calo
di
iscrizioni di alunni. In questa
situazione è nata nel mese di
febbraio 2003 l’ipotesi della
nascita di una nuova scuola: un
Istituto Comprensivo frutto della
fusione di due ordini di scuola, il
IV circolo didattico di via Giotto e
la Scuola Media Statale Domenico
Cimarosa. L’incontro con la
direttrice Amdio confermava la
bontà dell’intuizione ed era il
viatico per andare avanti. Il
collegio docenti ed il consiglio
d’istituto
approvavano
all’unanimità la proposta che
veniva
portata
all’Amministrazione
Comunale.
L’impegno, la sensibilità ed il fiuto
politico del sindaco, dell’assessore
all’istruzione Felice Belluomo
hanno fatto si che la proposta
diventasse
propria
dell’amministrazione comunale di
Aversa. L’assessore all’istruzione
della provincia di Caserta, Sergio
Di Meo, ha inserito la proposta nel
piano
provinciale
di
dimensionamento delle strutture
scolastiche per l’anno scolastico
2004/2005 ed ha seguito la pratica
ottenendone
la
definitiva
approvazione. Ritengo che con
questa scelta si siano raggiunti più
risultati: 1) l’aver evitato una fine
immeritata ad una prestigiosa
scuola della nostra città; 2) la
nascita
del
primo
Istituto
Comprensivo della città, intitolata
Domenico
Cimarosa;
3)
l’abbandono, già dal prossimo
anno scolastico, dell’edificio di
piazza Marconi; 4) la possibilità di
riportare per intero nella nuova
istituzione la esperienza e la
professionalità maturata in questi
anni.
L'"Enchiridium" del vescovo
Nicolò Spinelli
Enzo D'Agostino
La recente proclamazione del
Giubileo Lauretano che, anche
grazie alla presenza del Cardinale
Sepe, ha determinato un ripristino
dell'attenzione ed il ritorno di
forme di culto collegate al
tempietto lauretano esistente nella
cattedrale aversana, ha avuto come
positiva conseguenza la riscoperta
del Vescovo Nicola (o Nicolò)
Spinelli.
Fu,
infatti,
su
sollecitazione di questo presule
che, nel 1752, il Pontefice
Benedetto XIV concesse la
celebrazione di un giubileo che fu
detto, per l'appunto, "Lauretano".
Appare figura di spicco, nel novero
dei presuli passati sulla cattedra
aversana, Filippo Nicola Spinelli,
nominato Vescovo ad anni 32 (era
nato nel 1703) da Clemente XII.
61
Aveva origini nobili: il padre,
Antonio, apparteneva ai principi di
Scalea e la madre, Anna Beatrice,
era della famiglia dei Carafa di
Belvedere. L'"Appendice" del
Jovinella, nella Storia di Aversa di
Gaetano Parente, gli dedica ampio
spazio precisando che "venne a noi
con il solo nome di Nicola (fu
probabilmente per cautela - forse
eccessiva - mirata ad evitare
confusione con un altro Filippo
Spinelli, vescovo, che, ben 130
anni prima - 1605 - era stato
nominato, da Clemente VIII, sulla
Cattedra aversana, ove stette fino
alla morte, avvenuta nel 1616).
Nicolò Spinelli veniva dalla città di
Ravenna (era stato anche a Fermo)
dove si era guadagnato la fama di
"verus religionis cultor" e si fece
subito conoscere, per la sua
energia e sapienza, nel controllo
delle forme cultuali e nella
conservazione della correttezza
liturgica. Non mancò di generosità
nei confronti della Chiesa aversana
cui donò "un baldacchino di valore
ducati seimila: un ostensorio di
argento, oro e pietre di gran valore
... et altre che li pervennero con
legato di sua madre." (Jovinella).
Ebbe a cuore l'ortodossia di tutti
gli aspetti liturgici che, per un per
un complesso di motivi storici,
filosofici e sociali, tendevano a
forzare le pastoie del rigore e
spesso si improntavano ad
un'autonomia
non
proprio
edificante
né
tanto
meno
tollerabile. La strada di una sorta di
"normalizzazione" liturgica era
tracciata, a quei tempi, dal Papa
Benedetto
XIV
(Prospero
Lambertini, 1675-1758) che lasciò
ben 17 volumi di opere di Diritto
Canonico, Teologia e soprattutto
Liturgia che, come Pontefice,
tentava, per sua parte, di ricondurre
nel solco della tradizione e di
sottrarre a suggestioni eteroclite e
modernistiche. Nel solco della
sintonia con Benedetto XIV
(sintonia sostanziata non solo di
filiale devozione ed obbedienza,
ma di identità di concepire e
sentire il magistero ecclesiale)
rientra la pubblicazione, da parte di
Nicolò Spinelli, di un aureo
"Enchiridium", risalente al 1761,
ad uso del clero della diocesi
aversana,
concernente
la
celebrazione della Messa. L'opera
è definita "enchiridium" da un
termine greco pressocché identico,
significante "che può stare in una
mano", "che si può portare con sé":
un "manuale" insomma, che, già
per questa definizione, evidenzia la
sua funzione di divulgazione e di
agevole consultabilità. Scritta in
latino e reperita da chi scrive per
fortunati
esiti
di
ricerca
antiquariale,
denota
una
62
fondamentale intenzione didattica
ed informativa, nella totale
rinuncia a toni paludati e con
esclusione assoluta di qualsiasi
saccenteria autoritaristica. Lo
sviluppo è fondamentalmente
dialogale e le questioni relative alla
celebrazione della Messa sono
affrontate con il sistema alquanto
scolastico, ma senz'altro efficace,
della proposizione ed enunciazione
della regola su domanda: "A che
ora si può celebrare la Messa?"; "Il
Sacerdote che concelebra con il
Vescovo, può accettare oboli?"; "Il
Sacerdote che abbia colpe gravi,
può celebrare?"; "Il sangue di
Cristo è stato veramente effuso
anche per i cattivi?"; "Qual'è la
formula per consacrare l'Ostia?"...
Vi sono questioni suscettibili di
risposte impegnative, ma anche
quesiti elementari concernenti
nozioni di base: "Cosa significa
alleluja?"; "Cosa è la Sequenza?";
"Perché il Sacerdote prega a
braccia sollevate?: cose ovvie, ma
di essenziale significato che
restano in parte attualissime anche
oggi. Sia all'un tipo di domanda
che all'altro, vengono date risposte
chiare, pacatamente esposte, dalle
quali traspare in tutta evidenza
l'intenzione di evitare qualunque
tono di impositività e di proporre
la regola e l'ortodossia come
contenuto di interiore persuasione
da ricercare sia come sostegno alla
fede che come fondo di cultura e di
nutrimento
dell'intelletto.
L'autorità della regola è proposta
non come costrizione, bensì come
autorevolezza
ufficiale
della
tradizione, come garanzia di
correttezza che viene dalla Storia e
dall'esempio di grandi nomi (Padri
della Chiesa, Papi, teologi,
agiografi ...) che avviarono un
costume di sensata conformità e lo
consacrarono con la loro adesione,
rendendolo
per
ciò
stesso
esemplare e non modificabile.
L"Enchiridium" spinelliano appare
come non equivocabile documento
di una "Ecclesia" che riflette su se
stessa e sul suo modo di proporsi,
con una costante attenzione alla
necessità di una reale percezione
dei simboli della fede ed una
critica accettazione dei misteri da
parte di tutti i credenti. In certi
passi, l'Opera ha l'eccezionalità
delle
cose
elementarissime,
l'immediatezza e la linearità della
predicazione di Cristo. A chi non
avesse dimenticato del tutto il
latino - laici e non laici - una
letturina non necessariamente
fugace potrebbe tornare utile.
Struffoli
Barbara Magione e Maria Rosaria
Iommelli
Ingredienti per 10 persone:
63
400g di farina:
4 uova intere;
50gr di burro;
100 gr di zucchero;
1 bicchierino d’anice;
1 pizzico di sale;
Abbondante olio per friggere;
500 gr di miele;
100 gr. di scorza d’arancio candita;
100 gr. di confettini multicolori
piccoli “diavolilli”;
50gr. di “cannellini “ .
Procedimento:
Impastare la farina con i 100gr di
zucchero, il burro, le uova e il sale
fino ad ottenere un impasto
omogeneo.
Aggiungere
il
bicchierino d’anice e impastare
ancora per bene;
Riporre l’impasto in un angolo del
tavolo di lavoro e staccare dei
pezzetti che dovete ridurre alla
forma di un grissino;
Tagliare i grissini a pezzetti lunghi
all’incirca 1 cm;
Versare l’olio nella pentola alta
accendete il fornello e scaldate a
temperatura frittura;
Dorare gli struffoli;
Disporre gli struffoli in un
contenitore con della carta
assorbente;
Sciogliete 3 cucchiai di zucchero
in una pentola grande, versatevi il
miele e mettete tutto sul fornello a
fuoco moderato;
Girate bene il miele con il mestolo
fino
a
quando
non
è
completamente liquefatto e ben
caldo; Versatevi dentro tutti gli
struffoli e girateli a fuoco basso
fino a quando non sono impregnati
di miele.
In un piatto disporre gli struffoli
decorati con i “diavolilli”, i
“cannellini” ed i canditi.
64
Capri, Isola di | Capri /
Grotta di Matromània
Capri, Isola di | Capri /
Villa Iovis di Tiberio
Capri, Isola di | Capri /
Marina Piccola
Capri, Isola di | Anacapri
Capri, Isola di | Anacapri /
Villa S. Michele
Capri, Isola di | Anacapri /
Castello Barbarossa
Capri, Isola di | Anacapri /
Torre della Guardia
Capri, Isola di | Anacapri /
Torre Materita
Capri, Isola di | Anacapri /
Torre di Damecuta
Capri, Isola di | Anacapri /
Monte Solaro
Capri, Isola di | Anacapri /
Grotta Azzurra
Capua
Carinola
Castelgrande
Castellamamre di Stabia
Castellammare di Stabia |
S. Maria di Pozzano
Castellammare di Stabia |
Quisisana
Castellammare di Stabia |
Monte Faito
Castellammare di Stabia |
Punta Orlando
Caserta
Caserta /
Caserta Vecchia
Catacombe
della Badia di S. Maria Olearia
Cava dei Tirreni
Cuma, Antichità di
E
Ercolano
Ercolano | Scavi di
Ercolano | Teatro
F
Furore
I ND I C E
1. GUIDA A DIZIONARIO.
DINTORNI DI AVERSA
A
Acerra
Agnano Terme
Airola
Amalfi
Ariano Irpino
Arienzo
Arpaia
Arpaia | Stretta di Arpaia
Atrani
Avellino
B
Bacoli
Bagnoli
Baia
Baia, Sella di
Bellavista
Benevento
Boscoreale
Boscotrecase
Bovino
C
Calvi Risorta
Campi Flegrei
Cancello
Cancello | San Felice a Cancello
Capri, Isola di
Capri, Isola di | Marina Grande
Capri, Isola di | Capri
Capri, Isola di | Capri / Al
Castiglione
Capri, Isola di | Capri /
Certosa di S. Giacomo
Capri, Isola di | Capri /
Belvedere di Tragara - Porto di
Tragara - Punta Tragara
Capri, Isola di | Capri /
Arco Naturale
65
P
G
Pagani
Pescopagano
Pesco Sannitica
Pompei
Pompei, Scavi di
Portici
Positano
Pozzuoli
Praiano
Procida, Isola di
Procida, Isola di / Procida
Gragnano
I
Isole Flegree
Ischia
Ischia | Porto d’Ischia
Ischia | Ischia Ponte
Ischia | Castello d’Ischia
Ischia | Casamicciola
Ischia | Lacco Ameno
Ischia | Forio
Ischia | Monterone
Ischia | Marina dei Maronti
Ischia | Citara
Ischia | Punta Imperatore
Ischia | Barano d’Ischia
R
Ravello
S
Salerno
San Bartolomeo in Galdo
San Lazzaro
Santa Maria Capua Vetere
Sant’Agata de’ Goti
Sant’Angelo in Formis
Sant’Egidio del Monte Albino
Santuario di Monte Vergine
Sessa Aurunca
Solofra
Sorrento, Capo di
Sorrento, Piano di
Sorrento | Punta della
Campanella
Sorrento | Al deserto
Sorrento | S. Agata
L
Lago d’Averno
Lago Fusaro
Lago Lucrino
M
Maddaloni
Maiori
Mare Morto
Massalubrense
Mercato San Severino
Meta
Minori
Miseno
Montecalvo Irpino
Monte di Procida
Monte Faito
Montesarchio
Muro Lucano
T
Teano
Torre Annunziata
Torre del Greco
Torregaveta
N
Napoli
I itinerario
II itinerario
III itinerario
IV itinerario
V itinerario
Nocera Inferiore
Nocera Inferiore |
S. Maria di Monte Albino
Nocera Superiore
Nola
V
Valico di Chiunzi
Ventaroli
Vesuvio
Vesuvio | Cratere
Vesuvio | S. Giuseppe Vesuviano
Vesuvio | Ottaviano
Vesuvio | Madonna dell’Arco
Vesuvio | Osservatorio
Vesuviano
66
Vico Equense
Vietri sul Mare
Ludovico Alberto Muratori
Professore
Alberto
Perconte
Licatese
§
§§§
2. CAMPANIA, SCHEGGE
Recensione:
A.
Perconte
Licatese, A. S. Mazzocchi,
edizioni Spartaco, S.Maria C.V.
2001, pag. 240, 36 fotografie b/n,
eu. 26,00
Tutti i materiali pubblicati in
questa sezione sono ripresi dal
periodico il nuovo L’Eco di Aversa
nonché www.ecodiaversa.com
§§§
Sulle tracce di una Cultura
meridionale
Professore
Alberto
Perconte
Licatese
§
Campania: arte, archeologia,
cultura e ambiente
Francesca Pandolfi
§
Patrimonio dell’Umanità in
provincia di Caserta
Architetto Giuseppe Alessandro
Ciambrone,
UNESCO
Castel
Volturno
§
Non solo Reggia
Architetto Giuseppe Alessandro
Ciambrone,
UNESCO
Castel
Volturno
§
Turismo culturale nel mondo, in
Italia ed in Campania
Architetto Giuseppe Alessandro
Ciambrone,
UNESCO
Castel
Volturno
§
Carlo di Borbone
Professore
Alberto
Perconte
Licatese
§
Domenico Cirillo
Alberto Perconte Licatese
§
3. AVERSA
Breve storia di Aversa
La fondazione. La Città di
Rainulfo
(1030-1135)
La Città di Ruggero II (1135-1156)
La Città Normanna (1198-1266)
La Città Angioina (1266-1442)
La Città Aragonese (1442-1501)
Il Viceregno Spagnolo (15011734)
La Città consolidata
NASELLI
STEVENS
MARIA
CHIARA
Aversa – Associazione Gaetano
Parente – 2010
§
Aversa, dalla piazza alla Storia.
Quattro itinerari per scoprire la
Città
Introduzione - Salvatore Palladino
Presentazione - Enzo Maiorca
1° itinerario - Stefania Abate e
Dinella Milano
2° itinerario - Emilia Bianca di
Lucca e Anna Tessitore
3° itinerario - Antonietta Boccagna
e Edvige Turco
4° itinerario - Angela Di Foggia e
Maria Galluccio
ACCADEMIA
ITALIANA
DOMENICO CIMAROSA
67
Aversa – Associazione Gaetano
Parente – 2007
§
Aversa
Estratto da "Guida di Napoli e
dintorni", Napoli, 1876
DALBONO CARLO TITO
Area "Editoria", Collana
"PassatoPresente"
Aversa - Associazione Gaetano
Parente – 2010
§
Alfonso Gallo
Estratto da "Palaestre", I-VI,
gennaio-marzo 1967
COPPOLA DOMENICO
Area
"Editoria",
Collana
"IlTempodiOggi"
Aversa - Associazione Gaetano
Parente – 2010
§
Il Can. Gaetano Maria De
Fulgore
VITALE ROBERTO
Area “Biblioteca” dell’Ass.ne G.
Parente
Editore: Tip. Fratelli Noviello,
Aversa
§
Sulla inondazione avvenuta in
Aversa al dì 26 settembre 1852
Narrazione storica
I Normanni e la nascita della
Diocesi
Ernesto Rascato e Gerardo
Sangiovanni
§
Papa Leone IX e Aversa
Ernesto Rascato e Gerardo
Sangiovanni
§
Istituto Comprensivo Domenico
Cimarosa
§
L'"Enchiridium" del vescovo
Nicolò Spinelli
Enzo D'Agostino
§
Struffoli
Barbara Magione e Maria Rosaria
Iommelli
PARENTE GAETANO
Aversa - Stamperia del Reale
Morotrofio – 1852
Aversa - Associazione Gaetano
Parente – 2010
§
Aversa e il suo territorio
Alberto Perconte Licatese
§
I Vescovi di Aversa
Ernesto Rascato e Gerardo
Sangiovanni
§
68
Associazione Gaetano Parente
Via Gaetano Parente, 2
81031 - Aversa (CE)
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Guida turistica breve