22 Corriere del Ticino MARTEDÌ 10 GIUGNO 2008 LOCARNO ABITAZIONI E CASE DI VACANZA: DA DOVE PROVIENE CHI LE OCCUPA? Nuovi appartamenti primari e residenze secondarie, secondo la tipologia dello stabile e la provenienza dell’utilizzatore Tipologia dello stabile N. di appartamenti rispetto alla prov. dell’utilizzatore Stesso Locarno Ticino Confederazione Estero indirizzo Nuovi appartamenti (vuoti esclusi) Utilizzatori Casa d’app. e ev. commerci 39 78 4 20 10 3 2 Cara Monofamiliare 53 149 1 16 29 4 3 Casa Plurifamiliare Condominio 20 43 3 7 5 4 1 355 798 28 117 87 108 15 52 123 8 22 19 3 9 18 2 5 2 528 1209 184 155 124 21 34.85 29.36 23.48 3.98 Stabile abitativo Stabile commerciale Totale Totale in % 44 100.00 8.33 CdT «Dalla tabella si deduce che due terzi dei nuovi appartamenti sono realizzati in stabili condominio, mentre solo il 10% è costituito da case monofamiliari. Per quest’ultima categoria, la provenienza prevalente dell’utilizzatore è un altro Comune del Cantone. Per quanto riguarda i condomini, le residenze primarie sono acquistate massicciamente da persone che già risiedono nel Comune: gli appartamenti di vacanza, invece, sono scelti da confederati». Più cemento che persone: così I dati sullo sviluppo edilizio e demografico 2003/2007 – La città è Avevamo promesso nuove cifre, dopo un primo allarme lanciato alla fine dello scorso anno. Allora, a segnalare una tendenza bizzarra nello sviluppo edilizio era stato il municipale Diego Erba, che aveva rivelato come dal 2003 il fervore immobiliare non fosse stato accompagnato da una conseguente crescita demografica. Tante gru per poche culle, o traslochi, insomma. Ora, possiamo fornirvi una valutazione più approfondita del fenomeno, grazie al minuzioso lavoro del geografo – e membro della Commissione gestione nel Legislativo di Locarno – Ronnie Moretti. La sua analisi, condotta a partire da dati ufficiali dell’amministrazione cittadina, conferma le preoccupazioni già emerse nel corso del 2007, con alcuni elementi nuovi. Oltre a confermare come l’attuale situazione della città sia un’anomalia a livello cantonale, infatti, lo studio di Moretti rivela come parecchie delle nuove costruzioni (un 20% circa) rimanga vuoto anche a medio termine. Si costruisce troppo insomma, rispetto alle esigenze che il mercato esprime.A chi giova tutto questo? In attesa di trovare una risposta, l’imperativo è uno solo: avviare da subito un monitoraggio serio e costante della situazione. PAGINE A CURA DI OLIVER BROGGINI FOTO ALESSANDRO CRINARI L’INTERVISTA ’’ ) Ronnie Moretti, l’ultimo rapporto della Commissione Gestione sui preventivi della città, di cui lei è stato correlatore, si chiude con un excursus di natura statistica, su temi legati all’edilizia. Per quale ragione? «L’esuberanza edilizia a Locarno e il suo scarso rendimento in termini di sviluppo demografico sono sotto gli occhi di tutti da parecchio tempo. Per questo, in Consiglio comunale, Mauro Belgeri ed io abbiamo richiamato l’attenzione del Municipio su questa anomalia, richiedendo l’allestimento di dati analitici da presentare unitamente ai conti. Un anno fa, tale richiesta venne fatta propria anche dalla Commissione gestione, che formulò – senza successo – un invito in tal senso nel suo rapporto sul preventivo finanziario 2007 della città». Cosa vi ha spinti a tornare alla carica, un anno dopo? «Una prima misura del fenomeno, che ha fornito risultati preoccupanti, è venuta dalle cifre pubblicate, nel novembre scorso, dal Corriere del Ticino con l’eloquente commento “La città cresce, ma per chi?”. Siccome gli approfon- ‘ Ronnie Moretti Geografo, consigliere comunale per il PS e membro della Commissione gestione di Locarno dimenti a suo tempo richiesti non sono stati presentati dal Municipio nemmeno nel preventivo 2008, la Commissione ha rivolto alla cancelleria una richiesta circostanziata, anche se l’ottenimento di dati analitici in tempo utile per allestire il Rapporto non era per nulla scontato. A tale proposito occorre esprimere un plauso e un ringraziamento alla cancelleria e ai funzionari, che in soli dieci giorni – grazie al coordinamento di tre diversi servizi: Ufficio tecnico, controllo abitanti e servizi informatici – ci hanno fornito una importante mole di informazioni grezze, dalla quale abbiamo potuto estrapolare i dati principali e inserirli nel Rapporto sul Preventivo. Successivamente, con più tempo a disposizione, ho potuto redigere le tabelle presentate su queste due pagine, che aggiungono ulteriori dettagli all’analisi». Le prime considerazioni espresse nel Rapporto commissionale evidenziavano tre possibili problemi: svuotamento del patrimonio abitativo esistente, modifiche al paesaggio, eventuali ricadute sociali dovute all’eccessivo indebitamento. Analizzati più a fondo i dati, tali preoccupazioni sono state rafforzate o ridimensionate? «Per rispondere in modo compiuto a tutte queste domande bisognerebbe considerare l’intero parco alloggi, la situazione socioeconomica dei nuovi acquirenti, la distribuzione geografica (per quartieri) delle abitazioni con i rispettivi movimenti, eccetera. Le cifre che abbiamo richiesto, pur limitandosi a considerare il parco alloggi costruito ex novo negli ultimi cinque anni, sono tuttavia in grado di quantificare una altissima percentuale di appartamenti che – anche a cinque anni dalla fine dei lavori – rimangono vuoti. Inoltre, emergono sia il dato su quanti sono adibiti a residenza secondaria sia, soprattutto, la tendenza allo svuotamento del parco alloggi cittadino preesistente. Tutti fattori, questi, che concorrono al basso rendimento della nuova costruzione, in termini di nuovi residenti e quindi di sviluppo del Comune. I re- sponsabili politici hanno il dovere di interrogarsi su questo genere di anomalie». Lei parla di anomalia, e la sua ricerca – come evidenziano le tabelle pubblicate oggi dal Corriere – mostra una differenza sostanziale tra le tendenze locarnesi e quelle in atto nel resto del Cantone. La nostra città è veramente un caso a sé? «Il confronto tra i tassi di crescita del parco alloggi – e rispettivamente della popolazione – a Locarno e a Lugano illustra bene la presenza di una divergenza. Un tentativo di risposta può partire proprio dall’identificazione delle cause e dei meccanismi che accompagnano la produzione di alloggi, che a Locarno è evidentemente, e purtroppo, scollegata dalle richieste reali del mercato o per meglio dire dei mercati. Va ricordato che il 20% delle abitazioni a Locarno sono residenze secondarie: un valore considerevole per una città. Il promotore immobiliare che costruisce è particolarmente favorito, potendo rivolgersi contemporaneamente a due mercati diversi: è così possibile cominciare a farsi un’idea dei fattori alla base dell’attuale boom. A tutto ciò, va aggiunto il “fattore PPP”». «Fattore PPP»? «Proprietà per piani. È una forma giuridica che consente al promotore dello stabile di vendere singolarmente ogni appartamento. Tutt’altra tipologia rispetto allo stabile “da reddito”, i cui appartamenti vengono affit- tati dal proprietario. Fino al 2000, Locarno aveva una percentuale di alloggi in PPP inferiore al 20%. Se guardiamo ai nostri dati attuali, ci accorgiamo di una vera e propria esplosione per questo tipo di costruzione: negli ultimi 5 anni, il 74% degli appartamenti costruiti e oltre il 90% delle residenze secondarie realizzate sono in PPP». E per Locarno questo cosa significa? «Finora, nel Locarnese, la PPP era rivolta maggiormente verso il mercato secondario. I residenti che volevano una dimora in proprietà si rivolgevano prevalentemente verso la costruzione di una casetta nelle regioni vieppiù discoste dal centro. I dati esposti indicano che nel periodo recente, all’immutato interesse della PPP per il mercato secondario, si affianca quello per la residenza primaria. Quest’ultimo aspetto rappresenta un cambiamento favorevole nella cultura dell’abitare: l’accesso alla proprietà in città si fa sempre più attraverso l’acquisto di un appartamento, anziché di una casetta. Costruire in città ha molti aspetti interessanti: permette di salvaguardare spazi verdi in periferia, e combatte la cultura dell’automobile. Inoltre l’accesso alla proprietà attraverso un appartamento non troppo costoso, come molti tra quelli realizzati a Locarno nei palazzi situati in aree discoste dal lago e dalla collina, può risultare più democratico». Quindi, in sostanza, assistiamo a un fenomeno urbanistico e sociale favorevole. «La costruzione di PPP per la residenza primaria, di principio, lo è. Tuttavia, nell’anomalia locarnese produce questo risultato: circa 700 nuovi alloggi per occuparne poco più della metà, di cui un’altra metà circa è occupata da persone provenienti da Locarno, che hanno lasciato un alloggio in affitto che nel frattempo non si è più riempito; persone, che inoltre si sono notevolmente indebitate per acquisire l’appartamento. Quest’ultimo aspetto andrà maggiormente approfondito, per cogliere l’esatta dimensione del rischio sociale di un eventuale aumento del tasso di interesse; ciò, tenuto conto che Locarno è già oggi il Comune del Cantone con l’incidenza massima di aiuto sociale, sommando aiuti per l’infanzia e assistenza. Gli aspetti favorevoli dell’accesso alla proprietà sono quindi drammaticamente diluiti, considerando la mole di costruito con destinazione secondaria e gli alloggi che rimangono vuoti. Infine, occorre non dimenticare il massiccio svuotamento del patrimonio abitativo esistente e la diminuzione del gettito fiscale dei neoproprietari». «Io costruisco, poi si vedrà: male che vada, potrò vendere a qualcuno che vuole l’appartamento di vacanza»… È questo, insomma, che si dicono i promotori immobiliari? «Se pensiamo che nel Quartiere LO SVILUPPO IMMOBILIARE Stabili nuovi o che hanno subito una modifica sostanziale durante il periodo 2003-2007 a Locarno Costruzioni Utilizzazione degli appartamenti Stabili Unità locative Di cui appartamenti In% Abitazione primaria Residenza secondaria % R. Sec. VUOTI % Vuoti 2003 15 48 36 75.0 19 6 16.7 11 30.6 2004 21 122 115 94.3 65 37 32.2 13 11.3 2005 30 211 192 91.0 133 9 4.7 50 26.0 2006 28 242 201 83.1 101 52 25.9 48 23.9 2007 23 196 170 86.7 78 28 16.5 64 37.6 117 819 714 87.2 396 132 18.5 186 26.1 39 573 529 296 124 23.4 109 20.6 33.3 70.0 74.1 74.7 93.9 Totale Di cui in PPP % PPP 92.3 58.6 CdT «La tabella riporta i nuovi alloggi e quelli che sono stati sostanzialmente modificati, nel corso degli ultimi 5 anni. Le unità locative includono – oltre alle abitazioni – anche negozi, uffici e magazzini. Emerge in particolare l’elevato numero di alloggi che, a inizio 2008, risultano ancora vuoti. L’alloggio in Proprietà per piani (PPP) ricopre il 74% degli alloggi costruiti: inoltre, 124 delle 132 nuove residenze secondarie sono in PPP». Nuovo e in zona Saleggi, dove sono sorti numerosi stabili, il limite delle residenze secondarie è stato portato nel 2002 dal 10-20% al 50%, appare chiaro che gli imprenditori hanno l’impressione di minimizzare i loro rischi. È l’effetto dato dal potersi rivolgere, contemporaneamente, a due mercati: quello dell’abitazione primaria e quello della casa di vacanza. Tale 50% di residenze secondarie costituisce una percentuale elevatissima, per quartieri di tipo urbano discosti dal lago e dalla collina. A lungo termine è pur vero che gli appartamenti oggi in soprannumero verranno pian piano assorbiti anche dal mercato secondario. Ma molto diverso, per la stessa forma che assume la città, è costruire rispondendo a una domanda precisa e possibilmente funzionale, piuttosto che costruire per mercati saturi, dove su quattro alloggi costruiti solo due vengono occupati in modo permanente da residenti e un alloggio preesistente si svuota». Cosa intende dire? «Ricordiamo che i quartieri citati godono di un indice di sfruttamento (2,6) tra i più alti del Cantone: ciò è accaduto – anche sacrificando la qualità urbanistica preesistente – con l’obiettivo di preservare la natura attorno alla foce. Una simile scelta significa che ci si aspetta uno sviluppo urbano con una forte densità di popolazione e di attività lavorative; un paesaggio densamente costruito, dal carattere urbano, che dovrebbe essere vivo e attivo sempre, e non solamente in occasione di eventi straordinari. La costruzione fisicamente densa ma a basso rendimento e bassa occupazione disegna un paesaggio fasullo, con ripercussioni negative in termini di immagine, di qualità di vita e di opportunità per un migliore sviluppo futuro». E quali sarebbero queste opportunità? «Sappiamo che nel 2019 sarà possibile recarsi da Locarno a Lugano in 20 minuti col treno, grazie alla galleria di base del Ceneri. Un cambiamento epocale: a quel momento, la nostra piazza sarà molto interessante dal profilo della residenza di qualità. Ecco perché è importante discuterne da subito: non si tratta di questo o quell’edificio, ma del fatto che la città si sta trasformando in un modo che ne diminuisce l’attrattività, sprecando pure le opportunità edificatorie di domani. La certezza che vi sarà un miglioramento infrastrutturale di simile portata a medio termine, a mio avviso, dovrebbe invece essere di incoraggiamento a lavorare subito in una prospettiva intercomunale, a favore di una qualità di vita residenziale, come richiesto tra l’altro dal Concetto territoriale dell’agglomerato locarnese». Corriere del Ticino MARTEDÌ 10 GIUGNO 2008 LOCARNO ABITAZIONI NUOVE: CHI SONO I RESIDENTI? LOCARNO A CONFRONTO CON IL RESTO DEL CANTONE Incremento percentuale della popolazione residente e del numero degli alloggi tra il 2001 e il 2006 Occupanti dei nuovi 352 appartamenti primari Provenienza dei nuovi residenti Totale Già residenti a Locarno Ticino Confederazione Estero Residenti 392 337 87 30 846 in % 46.3 39.8 10.3 3.5 100.0 23 Aumento popolazione in % Aumento alloggi in % 4.15 6.65 Luganese 5.96 5.13 Cantone 5.09 5.79 Locarno 1.39 6.29 3.56 3.47 Locarnese e Vallemaggia Lugano CdT Fonte: Annuario statistico dei Comuni ticinesi «Le statistiche ufficiali, che permettono di effettuare confronti con le altre parti del Cantone, indicano un’anomalia nello sviluppo di Locarno: ad emergere, è il poco rendimento della costruzione nel favorire lo sviluppo demografico del Comune. Il paragone con Lugano (che nel 2000 aveva una percentuale di residenze secondarie del 16%) indica l’ampiezza di questa anomalia: nella città sottocenerina, infatti, si direbbe che lo sviluppo demografico avvenga recuperando il parco alloggi esistente». CdT «Partendo dai dati disponibili, abbiamo stimato la provenienza dei residenti che occupano un appartamento come residenza primaria. In 352 nuovi alloggi abbiamo quindi 846 residenti. Il 46 % di questi era già residente a Locarno, presso un altro indirizzo. Quasi la metà degli occupanti è quindi legata a movimenti interni al Comune, senza perciò che vi sia alcun saldo demografico positivo». è cresciuta Locarno un caso anomalo a livello cantonale Sentirla dipingere un quadro così preoccupante mi lascia un poco sorpreso. Proprio rispondendo alle domande di questo giornale, un anno fa, parte del Municipio allora in carica ha minimizzato, definendo le critiche semplicemente dettate da nostalgia e passatismo.A suo avviso, come mai il problema è stato così sottostimato? «Quel che so è che il precedente Municipio non ha fatto granché per informarsi ed informare sulla reale dimensione – e sui possibili rischi – del boom edilizio avviato attorno al 2000. Ritengo che conoscere l’argomento ed essere preparati – attraverso le cifre che per lungo tempo sono state richieste – sia uno sforzo strategico fondamentale per la classe politica locarnese: non volerlo compiere è difettare di una cultura della consapevolezza e della lungimiranza. In ogni caso, ai municipali va pur concessa qualche attenuante: è difficile entrare nel merito di critiche che erano del tutto mancate, quando il Piano regolatore sulla zona delta è stato approvato. Ciò non significa però precluderne un riesame, a quindici anni dalla sua approvazione: tanta è la validità di un PR, secondo la legge. Lo stesso ideatore, l’arch. Aurelio Galfetti, ha riconosciuto la necessità di approntare dei correttivi e sicuramente l’evoluzione di questi ultimi anni, poco efficace in termini di interesse pubblico, fornisce un ulteriore valido motivo». Si tratta di un passo fattibile? «Non si tratta di intervenire in- debitamente sui meccanismi di mercato ma di ripensare allo sviluppo del Comune attraverso il suo Piano regolatore, che per definizione giuridica e costituzionale esprime un interesse pubblico, di sviluppo sostenibile, in prospettiva strategica, CRESCITA DEMOGRAFICA DI LOCARNO Evoluzione della popolazione residente nel Comune per il periodo 2003-2007 Popolazione a fine anno Incremento annuo 2002 14.844 2003 14.854 10 2004 14.858 4 2005 14.949 91 2006 15.039 90 2007 15.180 141 Totale ossia mirata al medio-lungo periodo». Detto che l’attuale situazione è preoccupante, secondo lei è ancora possibile agire in tempo utile per correggerne i tratti più deleteri? «Porsi questa domanda significa indagare i margini di manovra che esistono per intervenire sull’attuale Piano regolatore della città, che non può essere cambiato al volo. Se è sicuro che le attuali normative sulla zona del Delta vadano riviste, questa operazione necessita consapevolezza collettiva su quello che succede, sul modo con cui tali regole vengono tradotte in pratica, e sulle conseguenti ripercussioni di interesse pubblico. Per ora, gli sforzi congiunti dell’amministrazione e della Commissione gestione hanno dimostrato che il fenomeno dello sviluppo edilizio si può conoscere meglio e che gli effetti che esso genera non sono, per buona parte, auspicabili. Da adesso, sarà obbligatorio monitorarlo più attentamente, iniziando a capire cosa sta succedendo al parco alloggi esistente, che si sta svuotando a ritmi record. Inoltre, andrà stabilito l’esatto apporto per lo sviluppo demografico e per le finanze comunali dell’enorme fervore immobiliare registrato negli ultimi anni. Sulla scorta di queste informazioni dovremo, ancora entro l’anno, definire gli obiettivi per un riesame del PR». IL PRECURSORE Belgeri: «Non cambio idea, salviamo il poco che resta» ) Veterano del Consiglio comunale cittadino – dove siede dal 1988 – il popolare-democratico Mauro Belgeri si è costruito negli anni la fama di difensore delle testimonianze storiche e del verde urbano. Un impegno, il suo, non sempre coronato da successo ma che ora – come testimoniato dalle parole del collega socialista Moretti (vedi pagina accanto) – viene perlomeno riconosciuto. Avv. Belgeri, come è nata la sua azione in tema di sviluppo urbano? «Durante la mia esperienza nella Commissione Piano regolatore, dal 1990 al ‘92, ebbi occasione di notare certi eccessi, nella revisione del PR che venne elaborata a quell’epoca. Purtroppo, un ricorso che interposi privatamente – segnalando la piega che le cose avrebbero potuto prendere, e hanno poi effettivamente preso – non ebbe alcun effetto». E come è andata a finire? «Con i parametri attualmente in vigore, le testimonianze architettoniche del passato potevano salvarsi finché i tassi ipotecari erano alti, come nei primi anni ‘90. Con l’andamento al ribasso iniziato nel 1998, abbiamo visto quel che è successo. Dei 25 oggetti meritevoli di attenzione che resistevano, in pochi anni ne sono rimasti in piedi non più di 6 o 7». Lei cosa ha proposto per evitare gli abbattimenti selvaggi? «Uno tra i suggerimenti che vennero mal recepiti fu quello delle ‘ Mauro Belgeri Avvocato, consigliere comunale della città dal 1988, già membro della Commissione Piano regolatore RIASSUNTO Periodo 2003-2007 336 Appartamenti nuovi o con modifiche sostanziali 714 primari (con 44 ristrutturati) 396 secondari 132 vuoti 186 Solo alloggi primari nuovi (stima) 352 per Aumento netto della popolazione residente a Locarno Alloggi preesistenti rimasti vuoti (stima) CdT «A partire dal 2005, lo sviluppo demografico della città è in leggera ripresa, tuttavia si colloca ancora molto al di sotto di quanto ci si aspetterebbe, dato il grande fervore edilizio». permute. In sostanza, l’idea era di offrire, ai proprietari di edifici storici del Quartiere Nuovo, possibilità di sviluppo altrove, su terreni adatti, salvaguardando così le proprietà di pregio a beneficio di proprietari ad esse interessati». Il consenso, tuttavia, è mancato... «La sensibilità si è diffusa tra la popolazione con troppo, troppo ritardo: forse, vien da dire, solo dall’anno scorso. Questo ha portato a dei fraintendimenti». Quali? «L’idea che io fossi una specie di "talebano del verde", da degnare al massimo di un sorriso di compatimento. Ma io non sono un nostalgico: semplicemente, ritengo giusto costruire al posto giusto. Da via della Posta alla Rotonda, per esempio, avremmo anche potuto edificare un quartiere di casetorri. Ma la fascia verso il lungolago... Se penso a quel che è successo, a come tutto è ingrigito...». Idee per il futuro? «Io non mi sono spostato di un millimetro sull’idea di conservare ciò che resta del passato; ma lavorare per comparti ormai non è più possibile. Dobbiamo valutare caso per caso ciò che merita di essere protetto, in modo analogo a quanto sta accadendo a Lugano. E poi, secondariamente, dobbiamo alla svelta sviluppare un concetto di alberatura dei nostri marciapiedi, con esemplari ad alto fusto. Così facendo, alcune testimonianze infami di edilizia speculativa potrebbero almeno essere nascoste». È tutto? «Mi auguro che il nuovo Municipio evada in fretta le mie due mozioni tuttora pendenti, con la doppia richiesta di uno sguardo pianificatorio univoco per la sponda sinistra della Maggia e di un inventario dei beni architettonici degni di protezione. Un ultimo invito, lo rivolgo poi a chi tuttora non è convinto che abbiamo un problema; fate una visita oltre confine – a Pallanza, Stresa, Cannobio. Pochi chilometri di distanza da noi, eppure un vero abisso di differenza». 846 residenti 336 212 per 510 residenti CdT «Solo il 55 % degli alloggi creati o sensibilmente modificati nel quinquennio esaminato hanno accolto dei residenti. Negli appartamenti nuovi alloggiano 846 persone. Dal momento che in tutta la città la popolazione residente è aumentata solo di 336 unità, negli ultimi 5 anni 510 residenti hanno lasciato un appartamento preesistente, per occuparne uno di nuova costruzione oppure trasferirsi fuori Comune».