L’importanza del salvavita
La legge 46/90 si applica sia agli impianti condominiali, sia a quelli delle singole abitazioni, di competenza dei
singoli condòmini. In realtà, le tubazioni del riscaldamento, dell’acqua, del gas e i ferri del cemento armato sono
comuni a tutto l’edificio, così come l’eventuale impianto
di terra. Ne consegue che un guasto a terra in un appartamento sprovvisto di interruttore differenziale (il cosiddetto “salvavita”) può determinare un pericolo, tramite gli
elementi metallici del cemento armato o lo stesso impianto di terra, negli altri appartamenti e nei servizi condominiali, ad esempio a causa di uno scaldabagno o di una
lavastoviglie difettosi.
L’impianto di terra dell’edificio è comune sia ai servizi
condominiali sia alle abitazioni ed è sicuro soltanto se tutti gli appartamenti sono a loro volta protetti con un interruttore differenziale. L’installatore condominiale non può
risolvere da solo il problema, perché non può intervenire
sugli impianti dei singoli condòmini: si tratta di un problema di sicurezza comune, da portare in assemblea condominiale. Quindi i singoli condòmini devono adeguare
il proprio impianto a quanto richiesto dalla legge 46/90 e
installare un interruttore differenziale, altrimenti mettono
in pericolo non solo i propri familiari, ma anche gli altri
abitanti dell’edificio; in particolare il pericolo può manifestarsi sui servizi condominiali di cui l’amministratore è
direttamente responsabile.
Ma che cos’è esattamente l’interruttore differenziale o salvavita? Le correnti che percorrono i conduttori di alimentazione e che entrano ed escono dal differenziale devono
essere perfettamente uguali. Se per difetto di isolamento,
ad esempio in un elettrodomestico, si verifica una dispersione di corrente, un conduttore di alimentazione risulta
percorso da una corrente inferiore rispetto all’altro, e se
la differenza tra le correnti è tale da superare almeno la
metà della corrente nominale di intervento del differen-
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Come Ristrutturare la Casa