TERME E
SVAGHI DI
GRANDI E
PICCINI
• I primi bagni pubblici o thermae vennero costruiti a Roma dal Console
Marco Vipsanio Agrippa nel I secolo a.C. nel Campo Marzio.
• Uno dei motivi che permise al Popolo romano di raggiungere l’età media di
55 anni fu quello di curare regolarmente il proprio corpo sotto l’aspetto
igenico.
• Le terme potevano essere gratuite per i meno abbienti o comunque si
pagava una cifra molto piccola qualche sesterzio e vi si poteva accedere.
Le terme di Agrippa divennero il modello per tutte le altre, tanto che è
possibile dire che i bagni generalmente si assomigliano tutti tra loro e non
si poteva cambiarne le sembianze senza creare problemi di tipo idraulico
e ingegneristico.
Le terme sono generalmente degli edifici complessi formati da un corpo
centrale fatto di laterizio e da un cortile che lo circonda chiuso a sua volta
da un muro che ingloba altre strutture minori quali piccoli teatri, colonnati
per passeggiare, terrazze pensili.
Le terme non erano solo un luogo in cui ci si lavava e si curava il corpo,
ma anche un luogo di socializzazione dove ci si incontrava con gli amici e
si poteva passare del tempo libero, non necessariamente all’ interno delle
vasche.
In questi casi potevano essere luoghi di acquisizione di cultura per le
classi più basse, infatti al loro interno si effettuavano letture pubbliche di
testi e opere dell’epoca, la presenza di un teatro poteva permettere
piccole rappresentazioni teatrali
Le terme erano formate da:
• Gli spogliatoi: apodyterium
• una vasca di acqua calda: alveus
• un percorso termale che li conduce ad una vasca di acqua tiepida:
tepidarium
• una vasta aula voltata in cui gli ospiti si ritempravano nell’ acqua gelida di
piccole vasche: frigidarium
• una grande piscina posta all’estremità opposta rispetto al caldarium:
natatio
L’ acqua veniva convogliata in grandi cisterne costruite nelle vicinanze e
portata nello stabilimento attraverso tubazioni di piombo o terracotta;
giunta a destinazione necessitava di essere scaldata, in quanto alla base
della pratica termale era proprio l’alternanza e la disponibilità tanto di
acqua fredda che calda.
Per quel che riguarda invece la tecnica di riscaldamento degli ambienti,
basata sulla produzione e sulla circolazione continua del calore.
Le terme divennero per i Romani un appuntamento quotidiano: i meno
abbienti trovavano sollievo alla loro vita di stenti, mentre i ricchi, pur
disponendo spesso di terme private nelle loro case, non rinunciavano al
piacere di condividere il momento del bagno con gli altri.
Le terme divennero quindi con il tempo un luogo di incontro, dove recarsi per
curare il proprio corpo, ma anche semplicemente per conversare, conoscere
gente, talvolta anche per sbrigare affari.
Tra i tanti clienti che ogni giorno affollavano le terme c’erano anche le donne.
Le proprietà benefiche delle acque, la cura del corpo, i trattamenti di
bellezza, divennero passatempo prediletto anche nel mondo femminile.
Pratica consueta dei Romani frequentatori delle terme era l’unire al bagno
l’esercizio fisico: chi si recava negli impianti seguiva quindi accuratamente un iter
in cui le diverse operazioni balneari si alternavano all’attività fisica per meglio
prendersi cura del proprio corpo.
Il modo migliore per iniziare una giornata alle terme, nell’osservanza dei consigli
che già gli stessi medici raccomandavano, era fare attività fisica nelle palestre e
sudare molto per dare inizio ai processi di purificazione.
Durante il tempo libero i Romani amavano passeggiare sotto i portici, ammirare gli
affreschi e le statue, ma la loro più grande passione era però il gioco d’azzardo.
I giochi d’ azzardo più popolari erano: le scommesse (sospensiones) , i dadi
(aleae), ossicini (tali), testa o croce (navia aut capita), pari e dispari (par aut
impar). Questi giochi erano tutti proibiti e chi veniva sorpreso a giocare pagava
una somma corrispondente al quadruplo della posta, l’unico ammesso era il gioco
della morra (micatio).
Quanto ai giochi dei bambini essi erano diversi a seconda se erano ricchi o
poveri. Per quest’ultimi le bambole erano di pezza, di legno o di terracotta
mentre le canne o i bastoni illusoriamente venivano cavalcati come se fossero
cavalli. I bambini ricchi avevano a disposizione i balocchi costosi: carrozze in
miniatura e cavalli di coccio montati su ruote e trainati per mezzo di lacci di
cuoio per farli correre come le bighe.
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