NATIONAL PHLEBOLOGY DEPARTMENT Il DFN - Dipartimento Flebologico Nazionale per la ricerca scientifica in flebologia L’idea di un Dipartimento Flebologico Nazionale nasce dalla necessità di avere una struttura organizzata per la gestione uniformata e coordinata delle attività diagnostico-terapeutiche in flebologia e che inoltre consenta di fare formazione e ricerca in campo flebologico. Il problema della flebologia è la frammentazione delle attività flebologiche in varie realtà tra loro fortemente diversificate e caratterizzate da un approccio diagnostico-terapeutico fortemente condizionato dalla diversità culturale derivata dalla specialità di provenienza del centro che si occupa di flebologia, dalla difficoltà di confronto e dall’inesistenza di un metro di misura uniformato per la valutazione dei risultati. Il “DFN-Dipartimento Flebologico Nazionale” della SEPh è la risposta a questi quesiti. Il concetto di raggruppamento per aree omogenee utilizzato nella organizzazione dipartimentale del sistema sanitario previsto nella Lgs 502/92, calza perfettamente alle esigenze del DFN: 1. La possibilità di tenere assieme strutture aggregabili funzionalmente, anche se ubicate in località diverse, tramite una piattaforma on-line, il DIPARTIMENTO INFORMATICO, un sofisticato programma di gestione della cartella e di tutte le attività diagnostico terapeutiche (dalla accettazione alla dimissione); 2. La possibilità di poter effettuare l’analisi dei dati di tutte le unità e ospedaliere e distrettuali in tempo reale, avendo una banca dati centralizzata che consente l’analisi e l’incrocio dei dati, con i più moderni sistemi di riservatezza e sicurezza della privacy, per una ricerca scientifica coordinata di respiro nazionale e con grandi numeri DFN - Dipartimento Flebologico Nazionale A - DIPARTIMENTO OSPEDALIERO B - DIPARTIMENTO INFORMATICO C - DIPARTIMENTO AD ATTIVITÀ INTEGRATA A. DIPARTIMENTO OSPEDALIERO è un’ORGANIZZAZIONE INTEGRATA di unità operative omogenee, affini o complementari, distribuite a raggiera su tutto l’ambito nazionale, ciascuna con obiettivi specifici, ma che concorrono al perseguimento di comuni obiettivi di salute nel campo della flebologia, e costituisce il contesto nel quale le competenze professionali rappresentano la principale risorsa dell’organizzazione. Al suo interno risiedono le competenze specialistiche di più alto livello e le tecnologie più avanzate e rappresenta, quindi, la sede dove vengono erogate le prestazioni mediche dal contenuto tecnologico più elevato e la sede privilegiata per lo sviluppo di attività di formazione e di ricerca. Un assetto organizzativo che consenta: 1) L’integrazione delle attività di professionisti operanti in settori diversi e recanti culture fortemente e diversamente specialistiche; 2) la condivisione di tecnologie sofisticate e costose; 3) la razionalizzazione dell’impiego delle risorse; 4) la creazione di una struttura di controllo intermedia più vicina agli operatori e ai pazienti e quindi più sensibile nel cogliere i problemi e più rapida ed efficace nel fornire risposte; 5) il miglioramento della qualità dei processi assistenziali. Finalità Le finalità perseguite dall’organizzazione dipartimentale possono essere cosi schematizzate: • Sinergie per l’efficacia. L’integrazione ed il coordinamento delle diverse professionalità, che possono utilizzare risorse da loro scelte ed organizzate, aumenta la probabilità dell’efficacia terapeutica. • Garanzia dell’out-come. La misura degli esiti dei trattamenti deve essere prevista nell’ambito del Dipartimento, per assicurare i risultati migliori in termini di salute, nel rispetto delle risorse economiche disponibili e tramite l’implementazione e la manutenzione sistematica di linee guida nazionali e interazionali. • Continuità delle cure. l percorsi assistenziali, la presenza di professionisti che hanno condiviso scelte terapeutiche ed organizzative, nonché momenti formativi, con la conseguente riduzione di trasferimenti e prese in carico del paziente da parte delle diverse unita operative, favorisce l’ integrazione e la continuità delle cure. • Integrazione inter-disciplinare. La elaborazione condivisa di percorsi assistenziali e linee guida favorisce la reciproca conoscenza e valorizzazione dei professionisti delle diverse discipline, incrementando di conseguenza l’ efficacia e l’efficienza. • Orientamento al paziente. Nel dipartimento, la visione complessiva delle problematiche del paziente (garantita dalla presenza di tutte le professionalità necessarie ad affrontarla), favorisce l’impiego di percorsi assistenziali mirati, favorendo l’orientamento al paziente di tutti i processi e la migliore gestione del caso. • Aumento della sicurezza per il paziente. La progettazione di strutture e percorsi integrati, l’impostazione interdisciplinare e multi professionale della cura, l’integrazione ed il coordinamento delle risorse sono componenti importanti di un sistema volto alla sicurezza del paziente. • Valorizzazione e sviluppo delle risorse umane. La crescita professionale e la gratificazione degli operatori sanitari, é sostenuta dal confronto sistematico delle esperienze e dalla condivisione delle conoscenze attraverso l’elaborazione di percorsi diagnostico- terapeutici, la formazione e l’aggiornamento su obiettivi specifici con verifiche collegiali delle esperienze. • Organizzazione e sviluppo della ricerca. Amplia le possibilità di collaborazione a progetti di ricerca biomedica e gestionale e favorisce l’applicazione dei risultati nella pratica quotidiana Tratto da “dipartimento della qualità - direzione generale della programmazione sanitaria, dei livelli di assistenza e dei principi etici di sistema ufficio III - qualità e governo clinico - i dipartimenti ospedalieri nel servizio sanitario nazionale” B. DIPARTIMENTO INFORMATICO Il PO – Pianificazione Ospedaliera, è una piattaforma on line per la gestione di tutte le attività mediche dall’accettazione, alle attività di ricovero e cura, alla telemedicina, alla ricerca. ESIGENZE • Gestire tutte le attività Funzionali di un dipartimento distribuito sul Territorio. • Monitorare, in tempo reale per ogni unità/attività, l’andamento in termini di amministrazione, gestione e controllo. • Rendere tempestive, a tutti gli attori del processo sanitario (medici , infermieri ecc.), le informazioni necessarie all’espletamento delle proprie funzioni. • Avere il controllo capillare della spesa sanitaria. • Avere una cartella clinica informatizzata di ogni singolo paziente. • Rilasciare, a fine degenza, la cartella clinica ad ogni paziente su supporto informatico. • Monitorare i processi medici e l’intera anamnesi dell’ assistito nel tempo. • Produzione di report statistici personalizzabili. • Possibilità di relazionare i dati della farmacia interna con il consumato farmacologico del reparto e del paziente. SOLUZIONI • Adozione del progetto informatico PO (pianificazione Ospedaliera) per la risoluzione delle esigenze esposte. • Utilizzo di tecnologie innovative. • Utilizzo di sistemi e banche dati tra loro correlate. DISPOSITIVI INNOVATIVI Tecnologia GPRS, UMTS, BLUTOOTH, WIRELESS 802.11 x In virtù delle scelte tecnologiche innovative è possibile utilizzare il dipartimento informatizzato attraverso: Accessibilità mediante Palmare, portatile e cellulare Integrazione con Chip Card Integrazione con i più diffusi prodotti ERP e di sicurezza SCENARI UTENTI DEL SISTEMA Responsabile di Dipartimento Caposala Medico di unità semplice e complessa Infermiere Personale amministrativo Deve essere inoltre possibile all'utente del sistema, in fase di parametrizzazione dello stesso, creare una visione delle Banche Dati che individui il generico contatto con il sistema sanitario caratterizzato da un tempo (data inizio, data fine) e da un attributo caratteristico. La funzione di cartella clinica, nel contesto del modello architetturale scelto per il sistema informativo ospedaliero, dovrà essere lo strumento per rispondere alle esigenze dei medici che operano nei Servizi/Ambulatori specialistici. Dovrà contenere tutti i dati relativi ad un paziente che individuano un particolare episodio (es. di ricovero, ambulatoriale, etc.) dall'accettazione alla sua presa in carico da parte dell'unità operativa. Essa dovrà consentire la ricostruzione della storia "sanitaria" del paziente ed il suo costante aggiornamento nel tempo; permetterà infatti al personale medico di registrare per ciascun paziente trattato, i dati anamnestici, i risultati delle visite, le informazioni cliniche con il dettaglio e le eventuali codifiche personalizzate che esso richiede e di consultare contemporaneamente quanto è stato memorizzato sulla storia clinica del paziente. Il medico del Servizio pertanto avrà a disposizione per ogni paziente per il quale è stata aperta una cartella, tutte le informazioni registrate localmente più tutte le informazioni derivanti dalle registrazioni degli altri reparti, servizi, ambulatori. Dette Cartelle, complete dei responsi diagnostici, dovranno essere consultabili in Real Time e, dovrà essere real Time, la disponibilità Intranet ed Exstranet dei responsi Diagnostici per essere analizzati dalle “eccellenze remotizzate (per rispondere pienamente alle necessità espresse nella “carta dei Servizi Sanitari”). Dovrà essere inoltre garantita la distribuzione di dette informazioni anche in mobilità ervizio) Le cartelle cliniche potranno essere di tipo: cartelle di ricovero, di follow-up e monitoraggio, day-hospital, ambulatoriali. Dovrà essere possibile avere una cartella di ricovero specifica per ogni unità operativa e, dentro la cartella di reparto poter inserire le schede desiderate: schede per l'anamnesi fisiologica, familiare e patologica, esami obiettivi relativi a visite e a parametri vitali, schede per i referti, schede per i diari cimici, schede per le note terapeutiche e di decorso. Tutti i dati inseriti del paziente (sia dalla scheda anagrafica sia dalle cartelle o da qualsiasi scheda esami) o parte di essi, debbono poter essere visualizzati e stampati sia in modo standard che in maniera più raffinata con formati personalizzati. Inoltre, deve poter essere possibile: configurare le cartelle cliniche e modificarle in qualsiasi momento, aggiungendo o cancellando campi, o variando le caratteristiche degli stessi; immettere in modo guidato dei dati, per i referti, schede per i diari cimici, schede per le note terapeutiche e di decorso. illimitato sarà il numero di schede che andranno a formare la cartella. tutti i dati inseriti del paziente (sia dalla scheda anagrafica sia dalle cartelle o da qualsiasi scheda esami) o parte di essi, debbono poter essere visualizzati e stampati, sia in modo standard. controllare range e validità sia su campo singolo che su congruenza incrociata sui dati immessi. includere qualsiasi documento, suono ed immagine relativa al paziente, così da creare un vero dossier multimediale. prevedere diagnosi codificate. gestire le codifiche standard ICD9, ICD9-CM, SNOMED, etc... filtri di accesso per garantire la necessaria riservatezza dei dati produzione automatica di relazioni stampate. Descrizione dei prodotti richiesti C. DIPARTIMENTO AD ATTIVITÀ INTEGRATA – (UNIVERSITA’ TELEMATICA SAN RAFFAELE) 1. DAI come modelli organizzativi delle Aziende Ospedaliere Universitarie. 2. Ai DAI possono essere aggregati, per specificati periodi di tempo, gruppi di ricerca biomedica afferenti a DU pre-clinici non integrati nell’assistenza, le cui attività siano fortemente correlate alle linee operative dei DAI. La composizione di tali gruppi è convalidata in sede di DU e DAI ed un componente del gruppo di ricerca partecipa all’assemblea dei DAI per la durata dell’aggregazione. 3. A ciascun DAI afferisce, con le modalità previste dall’accordo attuativo locale, il personale universitario integrato e del servizio sanitario, assegnato alle strutture da cui è costituito o direttamente ad esso. Tale personale è individuato negli allegati del citato accordo attuativo locale. 4. Le risorse umane di area infermieristica-ostetrica, tecnico-sanitaria, riabilitativa e di supporto afferenti al DAI sono organizzate in Unità assistenziali alle quali corrispondono responsabilità di coordinamento dedicate. 5. Ogni DAI può integrare il presente regolamento con ulteriori norme approvate dal Comitato Direttivo, non in contrasto con le norme generali e i regolamenti delle due Amministrazioni. Strutture, Programmi e Unità Assistenziali 1. Le Strutture complesse rappresentano l’articolazione interna del DAI. Ciascuna Struttura complessa fa parte di un solo DAI e possiede autonomia tecnico-professionale e gestionale-organizzativa, limitatamente alle risorse e ai programmi negoziati ed assegnati in modo specifico. Concorrono allo svolgimento delle attività formative e di ricerca organizzate dalle strutture istituzionalmente preposte a tali attività. 2. Le Strutture semplici sono articolazioni organizzative o funzionali che possono avere valenza dipartimentale, quando svolgono attività di interesse di diverse Strutture complesse, oppure possono essere articolazioni interne ad una singola Struttura complessa. Per particolari esigenze, possono essere istituite, con atto del Direttore Generale, Strutture semplici che svolgano attività che interessino più DAI: in tal caso viene individuato il DAI di riferimento. Le Strutture semplici dispongono di autonomia nell’utilizzo delle risorse ad esse attribuite per il raggiungimento degli obiettivi assegnati. Il Programma è un modello organizzativo trasversale che consente, in relazione ai processi assistenziali o di ricerca di rilievo aziendale, interdipartimentale o intradipartimentale, la programmazione e l’organizzazione unitaria di attività e competenze fornite da professionisti afferenti a strutture organizzative, anche diverse. Al responsabile del Programma compete, pertanto, il coordinamento di risorse assegnate ad altre strutture e la responsabilità diretta in ordine al raggiungimento degli obiettivi. 4. Le Unità Assistenziali sono articolazioni organizzative che aggregano risorse infermieristiche, tecnico-sanitarie, riabilitative e di supporto sotto la responsabilità di un coordinatore infermieristico/ tecnico/ riabilitativo. Esse assicurano, in stretta integrazione con l’attività medica, modalità omogenee ed efficaci di erogazione di assistenza infermieristica, tecnica e riabilitativa. Le unità assistenziali operano su aree cui afferiscono strutture affini o complementari appartenenti anche a DAI diversi (uno dei quali con funzione di riferimento) e rappresentano una modalità flessibile di gestione efficace e funzionale delle risorse professionali e di supporto assistenziale. Augusto Orsini – Presidente SEPh