Casa Editrice Publicomm S.r.l. - Savona - ISSN 1826-0985 - Anno VIII - Numero 41 - 2012 - In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Savona CPO, per la restituzione al mittente che si impegnerà a pagare la relativa tassa - Contiene IP
# 41
in questo
numero
in this issue
valore all’eccellenza
value to excellence
per sognare
un domani
sostenibile
to dream a sustainable tomorrow
ONE WORKS
avanguardia
nella
continuità
vanguard in continuity
Costruire
il
carattere
ceramica d’autore
ceramic art
build the character
| Periodico di contract e design d’interni per spazi ad uso pubblico | Review of contract and interior design for spaces for public use |
LED
Innovation
per un futuro sostenibile
Mai prima d’ora, in 118 anni di storia, il maestoso simbolo della città di Londra
si è mostrato tanto bello come oggi, grazie a più di 2.5 km di moduli luminosi LED
di GE Lighting.
gelighting.com/eu
La grande
editoriale
Simona Finessi
fuga!
S
i sta verificando in Italia un fenomeno molto preoccupante; più
preoccupante di molti altri disagi e difficoltà che gli italiani stanno
subendo ultimamente. Dopo la cosiddetta “fuga dei cervelli” - fenomeno
peraltro esistente già da alcuni anni - ovvero l’attitudine da parte delle teste
pensanti di nuova generazione, a fuggire all’estero per trovare un lavoro
dignitoso e commisurato al proprio livello (parlo di ricercatori, scienziati e così
via), nell’ultimo anno siamo assistendo ad una preoccupante fuga all’estero
da parte dell’imprenditoria italiana. E non sto parlando di offshore, ovvero delle imprese fittizie create
nei paradisi fiscali. La fuga a cui mi riferisco è molto più grave e profonda e soprattutto non è mossa da
ragioni speculative, ma essenzialmente di sopravvivenza. L’esodo di cui voglio parlare presenta, in realtà,
due aspetti differenti, anche se strettamente legati fra loro. Il primo riguarda le aziende che, per questioni
legate a pressione fiscale, a contrattualistica e costi del lavoro, preferiscono abbandonare l’Italia spostando
fisicamente l’azienda in altri luoghi in Europa. Pensiamo all’Ungheria, ad esempio, che negli ultimi anni
ha creato una vera e propria politica d’incentivazione all’insediamento di aziende di produzione provenienti
dall’estero; o alla Svizzera che offre agevolazioni importanti per imprenditori e professionisti che vogliano
aprire ex novo o spostare le proprie attività là. Questo tipo
di esodo ha evidenti ripercussioni in termini di posti di
lavoro. Esiste però un’altra tipologia di fuga all’estero,
sviluppatasi soprattutto nell’ultimo anno, e riguarda
aziende che continuano ad operare con la propria
sede in Italia, ma che escludono da un punto di vista
commerciale il mercato interno, destinando invece
tutte le proprie risorse d’investimento verso i mercati
esteri. Apparentemente si potrebbe pensare che questo
aspetto squisitamente commerciale possa danneggiare marginalmente il mondo del lavoro in Italia. E invece
è proprio questa nuova, e sempre più marcata, attitudine dell’impresa e dell’industria italiana, a creare serie
ripercussioni sul mondo del lavoro in Italia in quanto riduce drasticamente, se non esclude totalmente, una
serie di iniziative e di investimenti sul mercato interno facendo così morire il terziario che proprio in questo
settore opera. Basti pensare agli investimenti pubblicitari, alle iniziative di marketing e di comunicazione,
alle agenzie di rappresentanza, ai professionisti e ai consulenti che operano su questo settore. Non è poca
cosa, specie in un paese come l’Italia la cui economia è basata su un tessuto imprenditoriale fatto di piccole
e medie imprese operanti in buona parte nel settore dei servizi. Ma la vera tragedia sta nel fatto che questi
volani, una volta avviati, è poi molto difficile fermarli e tornare ad una situazione di equilibrio risulta impresa
assai difficile. Quindi elmetto in testa!
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
1
Guardare fuori dalla scatola
Oversea building, Chioggia (Ve), 2010-2012 - Ph. Juergen Eheim
Simone Micheli
2
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
Ph. Maurizio Marcato
È
necessario guardare le cose sotto una
diversa prospettiva, con la coscienza
dello stato di salute del nostro deflagrato
mondo e di dove si sta dirigendo il suo
percorso involutivo.
Il rimando genealogico al già detto, a livello
progettuale non è più richiesto, lo sguardo deve
aprirsi comprendendo e scegliendo, dagli attori con
cui si collabora fino alla realizzazione del prodotto,
per arrivare alla forma, all’impatto ambientale e
urbanistico, con un occhio rivolto alla possibile
scomparsa dell’opera stessa. Non fraintendetemi,
tutto rimane citazione iconica, frastagliato
caleidoscopio di rimandi tipici dell’essere uomo, ma il
legarci a stili, criteri aprioristici è un inutile limite auto
imposto, i limiti sono ovunque, andarseli a cercare
in questo senso è superfluo. Il senso del limite è il
bisogno manifestato a tutti i livelli dal mondo che lo
chiede a gran voce, un bisogno a impatto zero.
Il tessuto dell’oggi è un tessuto diverso fatto di
tecnologia, conoscenza, crisi e bisogni sostenibili.
È necessario alterare i modi di approccio allo sviluppo
e alla crescita, con l’obiettivo di ridurre il malevolo
impatto che le economiche attività di trasformazione
della materia in cose tangibili e non, provocano
sull’ambiente, indolentemente antropizzato.
È indispensabile superare gli stereotipati modelli
di crescita che iterano e impongono un processo
che, allo sguardo contemporaneo, risulta essere
palesemente cancerogeno, per favorire, invece, la
nascita di altri modelli profondamente legati a concetti
come istruzione, etica, valori, cultura. Definire pensieri
ed azioni unicamente connessi a modelli consumistici
e filo materialistici, come possiamo notare ogni giorno,
non rappresenta certamente una risposta possibile.
Pochi immaginano altri tipi di approccio alla vita sul
pianeta, in netta contrapposizione con un mercato
che impone di percorrere binari oramai inaccettabili
e autodistruttivi.
I risultati dei cosiddetti paesi evoluti, proprio in
relazione a modelli di crescita non sostenibili,
sono: accumulazione del debito pubblico, sempre
crescente, rilevanti impegni di spesa diversi dal debito,
erosione delle naturali risorse, anomala ed impropria
trasformazione della materia, indebolimento della vita
e della sua qualità.
Solo attraverso un duro e tenace lavoro intorno alla
dimensione dell’educazione, una pedagogia del gesto
che porti alla normalità del concetto, dalla pratica alla
teoria, dall’oggetto al concetto, sarà possibile, partendo
dalle radici, far sorgere una collettiva coscienza
appartenente al mondo della sostenibilità reale anche e
soprattutto in campo architettonico.
Resta che l’abusata parola “sostenibilità” – con la quale
ci si riempie la bocca dimenticandosi totalmente del
suo senso reale – dovrebbe essere considerata come
un assioma indispensabile, come un normale stato
di grazia che rappresenta l’unica nodalità significante
attraverso la quale raggiungere obiettivi di progresso a
medio e lungo termine. Dovremo, per questo, smettere
di pontificare e lasciare campo globale alle azioni,
ai gesti concreti, augurandoci che diventino virali e
contaminino di verità ogni angolo della nostra terra per
aiutarla a vivere ancora. Auguro a noi e soprattutto ai
nostri figli, un futuro dove la parola sostenibilità non
esista, perché assimilata ad uno stato di cose che la
perpetui come normalità, senza bisogno di citarla,
senza bisogno di pensarci, perché essa venga come
gesto naturale. Bere l’acqua da una fonte.
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
3
CONTENTS
# 41
ph. Angelo Dadda
THIS COLOR ISSUE
1
2
4
Torri verticali di Ville
Editoriale
Editorial
Vertical Villas Towers
Editorial guest
Artigianato di lusso in alta quota
Editorial guest
Luxurious crafts on high altitudes
Sommario
Spazi liquidi
Liquid spaces
Contents
Current Affairs|Attualità
8
PANTONE 166-U
Il tema
Focus
78 Anteprime
80 Designer
Previews
Designer
Nuovi sguardi per l'Architettura Sacra
Terri Pecora. Poliedrica avanguardia
New visuals for Sacred Architecture
16
Scenari
Terri Pecora. Versatile Vanguard
84 Materiali
Scenarios
Materials
Per sognare un domani sostenibile
Reviews|Rassegna
To dream a sustainable tomorrow
20
Tendenze
90
Trends
Ceramica d'autore
Ceramic Art
26
Masterplanning Futures
Value to excellence
Arts
94 Trade
Trade
Intuito vincente
Storia di copertina
Cover Story
ONE WORKS
Costruire il carattere
40
42
Profiles
Valore all'eccellenza
Arte
798 Beijing Art District
32
Profili
Build the Character
Winning intuition
96 In breve
100 Focus
102 Ambienti
104 Real Estate
108 Agenda
110 Libri
111 Pop art
112 Indirizzi
In brief
Speciale serramenti e partizioni interne
Focus
News
News
Ambience
Eventi
Events
Real Estate
Projects|Progetti
48
Il progetto raccontato
Description of the Project
Inno alla tradizione automobilistica italiana
Anthem to the italian cars tradition
La nuova Enterprise
The new Enterprise
4
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
Calendar
Books
Pop art
Addresses
SSN 1826-0985 - Anno VIII - Numero 40 - 2012 - In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Savona CPO, per la restituzione al mittente che si impegnerà a pagare
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riqualificazione
strategica
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Per continuare
la casa sull’albero
the tree house
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la “cura”
del design
water and architecture:
what future?
acqua e
architettura:
quale futuro?
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6 numeri annuali
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Direttore Editoriale / Publishing Director
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Progetto Grafico / Graphic Project
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Anno VIII numero 41 - 2012
Registrazione Tribunale di Savona n. 559 dell’8 marzo 2005
ISSN 1826-0985
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Publicomm S.r.l.
Via D. Cimarosa 55r - 17100 Savona - Italy
tel. +39.019.83841.1 - fax +39.019.83841.41
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ASSOCIAZIONE NAZIONALE
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Redattori / Editors
Barbara Arnaboldi, Angelo Dadda, Chiara Dadda,
Paola Ferrario, Anna Masello, Anna Nosari, Filippo Pozzoli
Collaboratori / Collaborators
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Si ringraziano / With thanks to
Simone Micheli
Pubbliche Relazioni Architetti / Public Relations Architects
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Traduzioni / Translations
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6
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
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NEW VISUALS FOR SACRED ARCHITECTURE
Now at its fifth edition, the International Prize of Sacred Architecture
is an occasion to reflect upon the value of sacred architecture and
the prospects for development and change we are going through.
IL TEMA
Text by
Fondazione Frate Sole
Images courtesy of
Carrilho da Graça arquitectos
FG+SG - Fotografia de Arquitectura
Undurraga Deves Arquitectos
X2 Architettura
NUOVI SGUARDI PER L'ARCHITETTURA
Giunto alla sua V edizione,
il Premio Internazionale
di Architettura Sacra
è un'occasione per riflettere
sul valore dell'architettura sacra
e sulle prospettive
di sviluppo e modificazione
cui sta andando incontro.
8
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
S
e il Premio Pritzker, dopo quarant'anni di vita, è
considerato il più importante riconoscimento al mondo
per l'architettura civile, il premio quadriennale istituito
dalla Fondazione Frate Sole, ormai 16 anni fa, lo è per l'arte
sacra. Il Premio Internazionale di Architettura Sacra, organizzato
dalla Fondazione Frate Sole è stato infatti voluto fortemente
dal maestro Costantino Ruggeri, il grande frate francescano,
scomparso nel 2007, universalmente riconosciuto come il
padre dell'architettura sacra contemporanea, ed è rivolto
alle realizzazioni dei nuovi edifici religiosi in tutto il mondo.
Quello che ormai tutti chiamano “l'Oscar dell'Architettura
Sacra”, in passato è stato vinto da architetti di assoluto
valore internazionale, come il giapponese Tadao Ando, che
ha ottenuto il primo premio del concorso d'esordio nel 1996.
Nel 2000 il premio è toccato invece al portoghese Alvaro Siza
e nel 2004 allo statunitense Richard Meier, per il famosissimo
progetto della Chiesa di Dio Padre Misericordioso, la chiesa
del Giubileo del 2000 fortemente voluta e benedetta dal beato
Giovanni Paolo II. Infine, nel 2008 il riconoscimento è stato
assegnato al britannico John Pawson per aver progettato
e realizzato il monastero di Novy Dvur (Repubblica Ceca),
una costruzione di grande rigore, silenziosa ed eloquente
profondamente legata alle tradizioni monastiche delle più
antiche comunità di preghiera del Vecchio Continente.
L'edizione di quest'anno, la cui cerimonia ufficiale di premiazione
si è tenuta nell'Aula Magna dell'Università di Pavia lo scorso
ottobre, è stata vinta dall'architetto cileno Cristián Undurraga,
per la sua “Capilla del Retiro”, adiacente al Santuario di Teresa
de los Andes sito in una vallata andina non lontano da Santiago
del Cile . La cappella dalla forte valenza spirituale, avamposto
costruito di fronte all’ambiente naturale, è stata pensata come
un rifugio per favorire il raccoglimento spirituale del pellegrino.
La cappella non è frutto di operazioni nostalgiche né mimetiche
rispetto alle preesistenze. Questa architettura, di limitate
dimensioni, si confronta col vasto ed espressivo contesto
naturale con cui instaura un misurato dialogo attraverso una
serie di artifici dal carattere quasi primitivo. Uno scavo nel
terreno, lasciato aperto a formare un sorta di cavea, accoglie
il luogo di preghiera al suo interno; una rigorosa struttura in
cemento armato che si radica al suolo oltre le pareti dello scavo
ne determina la copertura e delimita lo spazio cultuale. Si tratta
di un cubico volume originato dalla struttura stessa al di sotto
↑↓Capilla del Retiro by Cristián Undurraga, Los Andes Valley, Chile, 2008-2009
← Santo António Church by Carrillho da Graça arquitectos, Portalegre, Brazil, 1993-2008
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
9
↑↓Capilla del Retiro by Cristián Undurraga, Los Andes Valley, Chile, 2008-2009
del quale il perimetro è interamente vetrato consentendo,
dal suo interno, di entrare in rapporto visivo con le ruvide
pareti in pietra che proteggono lo scavo e che raccolgono e
restituiscono la luce ambientale. L’interno ha una superficie di
legno di quercia di recupero, una sorta di ciborio appeso alla
struttura primaria e staccato dal pavimento, che limita perciò
la vista dell’ambiente circostante. Dissimulando la razionalità
dei suoi supporti, l'insieme, sospeso da terra e illuminato
dal basso, pare un corpo senza peso che levita sul terreno.
Di questa opera colpisce la semplicità quasi disarmante
dell’ideazione ed il rigore esemplare nel perseguire
l’obiettivo prefissato; uno spazio originato letteralmente
tra la terra e il cielo in cui è deliberatamente negata la vista
dell’orizzonte per favorire l’introspezione: un gesto umile nella
consapevole certezza dell’infinitezza del creato circostante.
La premiazione avvenuta a Pavia, dove Padre Costantino ha
vissuto e lavorato per moltissimi anni della sua vita e dove
ha sede la Fondazione da lui istituita, è stata un'occasione
per riflettere sul valore dell'architettura sacra e sulle
prospettive di sviluppo e modificazione cui sta andando
incontro. Temi cari al fondatore del premio, che fu artista
proiettato al futuro e sempre in movimento verso il nuovo.
Oltre a Cristián Undurraga, hanno ottenuto riconoscimenti
altri due lavori: il secondo premio è andato al portoghese
Carrilho da Graça, con la chiesa di Santo Antonio, a Portalegre,
10
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
↑↓ Santo António Church by Carrillho da Graça arquitectos, Portalegre, Brazil, 1993-2008
sapiente prova di architettura nel gestire spazi, volumi, materia
e superfici; mentre lo studio x2 architettura (italiano), è giunto
terzo, con la nuova aula liturgica della chiesa di S. Floriano di
Reggio Emilia in cui il tema della rivitalizzazione dello spazio
cultuale alla luce del rinnovamento liturgico conciliare,
viene affrontato in modo inusuale con sapiente efficacia.
Non solo “archi-star” quindi, non solo premi a grandi
nomi dell'architettura universalmente noti, ma anche
un impegno a valorizzare il lavoro di professionisti
meno noti ma altrettanto eccellenti nel proprio lavoro.
Il Premio Internazionale di Architettura Sacra, infatti,
è caratterizzato da una scelta fatta dal suo fondatore:
premiare non un architetto, non un progetto sulla
carta, bensì un edificio esistente. E nello specifico,
un luogo di culto cristiano, di ogni denominazione.
Con una giuria di altissimo profilo, di cui fanno parte gli
architetti Luigi Leoni (Presidente), Marco Borsotti, Giorgio Della
Longa, Esteban Fernández Cobián, Damiano Iacobone, Orazio
La Rocca, Luca Micotti, José Oubrerie e Mons. Giuseppe Russo,
il premio quadriennale ha guadagnato nel tempo un prestigio
elevatissimo, tanto che in questa quinta edizione, sono stati
presentati 116 progetti, un numero record, 116 nuovi edifici di culto
edificati negli ultimi 10 anni in rappresentanza dei 5 continenti,
21 dei quali sono stati selezionati e valutati per le votazioni finali.
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
11
↑↓ Santo António Church by Carrillho da Graça arquitectos, Portalegre, Brazil, 1993-2008
I
f the Pritzker Prize, after forty years, is considered the most
important award in the world for civil architecture, the four-year
award established by the Frate Sole Foundation 16 years ago is
the most important for sacred art. The International Prize for
Sacred Architecture, organized by the Frate Sole Foundation, has
been strongly desired by the master Costantino Ruggeri, the great
Franciscan friar who died in 2007, universally recognized as the
father of contemporary sacred architecture, and it is addressed to
the construction of new religious buildings all around the world. What
everyone now calls "the Oscar of Sacred Architecture", in the past was
won by architects of great international value, such as the Japanese
Tadao Ando, who won the first prize in the debut competition in 1996.
In 2000 the prize was won by the Portuguese Alvaro Siza and in 2004
by the American Richard Meier, for the very famous project of the
Church of God the Merciful Father, the church of the 2000 Jubilee
strongly supported and consecrated by blessed John Paul II. Finally,
in 2008 the award was given to the British John Pawson for having
designed and built Novy Dvur monastery (Czech Republic), a building
of great austerity, silent and eloquent, deeply rooted in the monastic
traditions of the oldest prayer communities of the Old continent. This
year edition, whose official award ceremony was held last October in
the Great Hall of Pavia University, was won by the Chilean architect
Cristián Undurraga, for his "Capilla del Retiro", next to the Sanctuary
of Teresa de los Andes, located in an Andean valley not far from
Santiago de Chile. The chapel, with a great spiritual value, outpost
12
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
built in front of the natural environment, was designed as a haven
to foster the spiritual meditation of the pilgrim. The chapel is not the
result of nostalgic nor mimetical operations compared to the existing
buildings. This architecture, of limited dimensions, compares with the
vast and expressive natural environment with which it establishes
a measured dialogue through a series of artifices with an almost
primitive character. An excavation in the ground, left open to form a
sort of cavea, welcomes the prayer place inside; a rigorous structure
made of reinforced concrete, rooted in the ground beyond the walls
of the excavation, determines its cover and delimits the worship
space. It is a cubic volume originated by the structure below which the
perimeter is entirely made of glass, allowing, from its interior, to enter
into a visual relationship with the rough stone walls that protect the
excavation and collect and return the environment light. The interior
space has a surface made of reclaimed oak wood, a kind of ciborium
hanging from the primary structure and separated from the floor,
which therefore restricts the view of the surrounding environment.
Concealing the rationality of its supports, the whole, suspended from
the ground and lit from below, looks like a body without weight which
rises from the ground. The almost disarming simplicity of the idea
and the exemplary rigour in pursuing the objective stand out in this
work; a space originated literally between the earth and the heaven
in which the view of the horizon is deliberately denied to facilitate the
introspection: a humble gesture with the conscious certainty of the
infinity of the surrounding universe. The award ceremony, which took
place in Pavia, where Father Costantino lived and worked for many
years and where he established the Foundation, was an opportunity
to reflect upon the value of sacred architecture and the prospects
for development and change we are going through. These themes
↑↓ Nuova aula liturgica Chiesa di S. Floriano by x2 architettura, Gavassa, (Re), 2008
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
13
↑↓ Nuova aula liturgica Chiesa di S. Floriano by x2 architettura, Gavassa, (Re), 2008
are important for the prize founder, who was an artist projected
towards the future and always moving towards the new. In addition to
Cristián Undurraga, two other works obtained an award: the second
prize went to the Portuguese Carrilho da Graça, with the church of
Santo Antonio, in Portalegre, wise architecture example in managing
spaces, volumes, materials and surfaces; while the x2 Architecture
Studio (Italian) came in third, with the new liturgical hall of the church of
S. Floriano of Reggio Emilia in which the theme of revitalization of the
worship space, in the light of the conciliar liturgical renewal, is dealt
with in an unusual way with expert efficiency. Not only "archi-star",
then, not only awards to the great names of architecture famous all
around the world, but also a commitment to enhance the work of
less famous but equally excellent professionals in their own work. The
International Prize for Sacred Architecture, in fact, is characterized by
a choice made by its founder: rewarding not an architect, not a project
on paper, but an existing building. And, specifically, a Christian place
of worship, of any type. With a high profile panel, which includes the
architects Luigi Leoni (President), Marco Borsotti, Giorgio Della Longa,
Esteban Fernández Cobián, Damiano Iacobone, Orazio La Rocca,
Luca Micotti, José Oubrerie and Monsignore Giuseppe Russo, the
four-year prize earned a high prestige during time, so that 116
projects were submitted for this fifth edition, a record number:
116 new worship buildings were built in the last 10 years
representing the five continents, 21 of which were selected and
evaluated for the final vote. | www.admnetwork.it | follow us on |
14
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
franchiumbertomarmi
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| 2012 | # 41
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15
TO
DREAM
A
SUSTAINABLE
TOMORROW
At the California Dream Week, projects are designed in harmony with nature
SCENARI
Text by
Barbara Arnaboldi
Images courtesy of
California Dream Week
PER SOGNARE UN DOMANI
Alla California Dream Week si progetta in sintonia con la natura
S
i è da poco conclusa la seconda edizione di California Dream
Week, il concorso no-profit che ha coinvolto giovani delle scuole
californiane nello sviluppo di idee innovative ed eco-sostenibili,
sotto l’egida di The Worm Farm, uno dei maggiori produttori
americani di articoli per il giardinaggio, che produce compost dagli
avanzi di cucina con l’obiettivo di minimizzare l’impatto ambientale.
Tre le categorie nelle quali gli studenti si sono cimentati: architettura
e design, trasporti, complementi di prodotti. I progetti dei vincitori
sono stati reinterpretati da professionisti del design e il tutto è stato
poi presentato al pubblico durante il festival di Chico, in California.
Nella sezione Architettura e design il primo premio è andato
a Cristina Calva con “A Clay Getaway”, abitazione su due livelli
interamente in argilla, ad esclusione del tetto vetrato, che si
ispira alla robustezza dei nidi delle rondini. Interessante la scelta
della forma circolare, che rende l’abitazione più efficiente di
una casa quadrata, poiché mancano gli angoli che intrappolano
il calore e non gli consentono di distribuirsi uniformemente.
16
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
Secondo Roberto Paoli, il designer che ha interpretato questo
progetto, la chiave di lettura della “Clay Getaway” è il sogno di una
giovane che ha voluto creare un rapporto speciale con la natura,
enfatizzandolo con l’utilizzo di un tetto completamente trasparente,
attraverso il quale aprirsi al mondo. Partendo da qui, ha ideato
“Fireplace Coffee table”, un tavolino-caminetto con un piano in vetro
e con un foro attraverso il quale esce il fuoco. L’abitazione diventa
quindi un nido nel quale riunire la famiglia intorno a un camino che
dà vita ad una combustione pulita, senza emissioni e senza fumo.
Nella categoria Trasporti la vincitrice è Mika Matsuno con il suo “The
autonomous river”: partendo dall’idea che sarebbe più vantaggioso
utilizzare l’energia elettrica vicino alla sua fonte, la studentessa
ha cercato di sfruttare la potenza dell’acqua che scorre sotto un
ponte, ipotizzando una centrale elettrica alla sua base. Il generatore
contenuto nella centrale verrebbe collegato ad una turbina che ruota
con il flusso dell’acqua, producendo corrente alternata ed elettricità.
L’acqua verrebbe poi riversata nuovamente nel fiume e l’energia
↑↗The autonomous river by Mika Matsuno, reinterpreted by Lorenzo Palmeri
↘Retractable Bike Lock by Jake Houtman, reinterpreted by Alan Nguyen
←Pank by Ilaria Marelli, a reinterpretation of “A road to today” (Mountain View H.S. Group)
prodotta potrebbe essere utilizzata direttamente dal generatore
per alimentare l’illuminazione del ponte o i caselli autostradali.
Il designer Lorenzo Palmeri ha notato come questo progetto faccia pace
con la natura, lavorando in sintonia con essa senza cercare di sfruttarla
fino allo stremo. Il ponte, manufatto dell’uomo, e il fiume, elemento della
natura, sono due simboli perfetti per esprimere questa possibilità.
Nella terza sezione è il giovane Jake Houtman ad aggiudicarsi la
vittoria, con “Retractable Bike Lock”, una sorta di catena con lucchetto
a scomparsa per bicicletta, integrato nel telaio e quindi impossibile
da dimenticare. Facendo parte della bicicletta stessa, questo sistema
di sicurezza non va acquistato a parte e quindi non ha nessun costo.
Il designer Alan Nguyen ha reinterpretato quest’idea,
posizionando il dispositivo nel manubrio per non rischiare di
compromettere la robustezza del telaio: una volta smontato,
la funzione del manubrio diventa quella di una catena e, anche
se un ladro riuscisse a forzarlo, rompendo la serratura, non
potrebbe più rimontarlo e la bici diventerebbe inutilizzabile.
Da segnalare infine la menzione d’onore al gruppo di studenti della
Mountain View High School di Mountain View con “A road to today”,
un museo eco-sostenibile integrato con la natura, ispirato alla forma
di un fiore che sboccia, con stanze che si protendono dal corpo
centrale circolare. I tetti, grazie alla loro inclinazione, convogliano l'acqua
piovana che viene immagazzinata in un serbatoio interrato, mentre
pannelli solari installati nelle finestre convertono la luce solare in energia.
Da questa idea di museo nasce, grazie a Ilaria Marelli, la panchina per
spazi pubblici “Pank”. La designer ha instaurato un dialogo costruttivo
con il paesaggio circostante e la panca, che ha una struttura in maglia
metallica perforata ed è sagomata in modo da essere utilizzabile da
ogni angolazione, diventa metafora del rapporto tra natura e artificio.
Cosa si inventeranno ancora le giovani leve del design ecosostenibile? Appuntamento alla California Dream Week 2013!
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
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T
he second edition of the California Dream Week has just finished. This
non-profit contest involved young people of Californian schools in the
development of innovative and eco-friendly ideas, under the aegis of The
Worm Farm, one of the largest U.S. manufacturers of gardening articles,
which produces compost from kitchen scraps in order to minimize the
environmental impact. There were three categories in which students
ventured: architecture and design, transport and product accessories.
The winning projects were reinterpreted by design professionals and
all was then presented to the public during Chico festival, in California.
In the Architecture and design section, the first prize went to Cristina
Calva with "A Clay Getaway", a two-level house entirely made of clay,
with the exception of the glass roof, inspired by the strength of swallow
nests. It's interesting the choice of a circular shape, which makes the
house more efficient than a square house, because there aren't corners
that trap heat and don't allow it to spread evenly. According to Roberto
Paoli, the designer who interpreted this project, the key to understand
"Clay Getaway" is the dream of a young woman who wanted to create
a special relationship with nature, emphasizing it by using a completely
transparent roof, through which it's possible to open to the world.
Starting from this, she created "Fireplace Coffee table," a table-fireplace
with a glass top and a hole through which the fire comes out. The house
becomes a nest to gather the family around a fireplace that gives life
to an emission-free and smoke-free clean burning. Mika Matsuno
was the winner of the Transport category with her "The autonomous
river". Starting from the idea that it would be more advantageous to
use electricity near its source, the student tried to harness the power
of water flowing under a bridge, assuming a power station at its base.
The generator contained in the power station would be connected to a
turbine which rotates with the water flow, producing alternating current
↓→ A Clay Getaway
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by Cristina Calva, reinterpreted by Roberto Paoli (Fireplace Coffee Table)
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
and electricity. Then, the water would be poured back into the river and
the energy produced could be used directly by the generator to power the
lighting of the bridge or toll booths. The designer Lorenzo Palmieri noted
that this project makes peace with nature, working in harmony with it
without trying to exploit it and wearing it out. The bridge, a man's artefact,
and the river, an element of nature, are two perfect symbols that express
this possibility. The young Houtman Jake was the winner of the third
section with "Retractable Bike Lock", a sort of chain with retractable lock
for bicycles, integrated into the frame and then impossible to forget. As
part of the bicycle itself, this safety system doesn't have to be purchased
separately and therefore it has no costs. The designer Alan Nguyen has
reinterpreted this idea by placing the device in the handlebar so as not
to risk compromising the robustness of the frame: once disassembled,
the function of the handlebar becomes that of a chain and, even if a
thief could force it and break the lock, he could no longer reassemble
it and the bike couldn't be used. Lastly, the honourable mention went to
a group of students from the Mountain View High School in Mountain
View with "A road to today", an eco-sustainable museum integrated
with nature, inspired by the shape of a blooming flower, with rooms
stretching out from the central circular core. The roofs, thanks to their
inclination, convey the rain water that is stored in an underground tank,
while solar panels installed on the windows convert sunlight into energy.
The "Pank" bench for public spaces arises from this idea of a museum
thanks to Ilaria Marelli. The designer established a constructive dialogue
with the surrounding landscape, and the bench - which has a perforated
wire mesh structure and is shaped so as to be usable from any angle
- becomes a metaphor of the relationship between nature and artifice.
What will the new generation of eco-friendly design invent? Appointment
for the 2013 California Dream Week!
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TENDENZE
GRANDI NOMI DEL DESIGN, DELL'ARTE E
DELL'ARCHITETTURA SCRIVONO LA LORO
PERSONALE STORIA D'AMORE CON
UN MATERIALE ESSENZIALE E PREZIOSO.
THE BIG NAMES OF DESIGN, ART AND ARCHITECTURE
WRITE THEIR PERSONAL LOVE STORY WITH AN
ESSENTIAL AND VALUABLE MATERIAL.
Text by
Anna Nosari
Photos by courtesy of
5+1AA
ADI Sicilia
Bitossi Ceramiche
Ceramica Sant'Agostino
Mutina
Richard Ginori
CERAMIC ART
CERAMICA D'AUTORE
L
a costante ricerca di prodotti
innovativi, ad alto contenuto
di design, qualità estetica
e prestazioni tecniche, è il
filo conduttore del rappor to tra
ceramica, architettura e design. Una
ricerca che ha radici lontane ma
guarda al futuro, puntando anche
sulla formazione delle giovani leve.
Tradizione e tecnologia, locale e
globale. Parte da qui la sfida lanciata
da ADI Sicilia, che scommette sulle
nuove generazioni con un obiettivo
ben preciso: esplorare e valorizzare
la consolidata esperienza isolana
nell'artigianato ceramico aprendola al
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
mondo. Nasce così la collaborazione
con alcune realtà come Alessi, Richard
Ginori e Bitossi. E proprio quest'ultima,
forte dell'incessante ricerca formale
e della collaborazione con grandi
maestri come Ettore Sottsass e
Piero Fornasetti, apre i giochi,
diventando partner di un workshop
condotto da Vanni Pasca, storico e
critico del design, e Luisa Bocchietto,
architetto, designer e presidente ADI
nazionale, insieme ai docenti del liceo
artistico per il design di Caltagirone.
Mentre i giovani siciliani lavorano per
ampliare esperienza e visione, grandi
nomi del design e dell'architettura
si cimentano, in qualche caso per
la prima volta, con la ceramica. Tra
questi, Philippe Starck, che descrive
come “una profonda storia d'amore tra
il fango, il terreno, la terra e l'intuizione
dell'universo” il processo creativo
legato a questo materiale semplice
e prezioso. Una visione poetica
che ben si esprime nella collezione
“Flexible Architecture” per Ceramica
Sant'Agostino, un progetto completo e
articolato, presentato a Cersaie 2012.
Se Starck punta sulla esasperazione
e sulla valorizzazione delle fughe,
introducendo un innovativo argomento
architettonico, la collezione di
→Azulej
by Patricia Urquiola, Mutina
↑Paulistana
by Paolo Mendes da Rocha, 1957
↘Epigramma
by Andrea Branzi - ph Giacomo Giannini
↖ ↑ Folded by Raw Edges, Mutina
→Flexible Architecture
by Philippe Starck, Ceramica Sant'Agostino
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↑Vaso by Ettore Sottsass, Bitossi Ceramiche
↑Set da fumo by Gio Ponti, Richard Ginori-Doccia
↓Zouhria by Doriana e Massimiliano Fuksas, Officina Alessi
Patricia Urquiola per Mutina rivisita le
formelle cementizie decorate, antiche
maioliche artigianali a base di cemento
idraulico. In “Azulej” disegni astratti
e colori neutri si fissano al supporto
in modo irregolare, caratteristico
dell'approccio artigianale. Il dialogo
della ceramica con altri mondi e
materiali si amplia nei più recenti
progetti dello studio Raw Edges,
che guarda al fashion design per la
collezione “Tex” e alle suggestioni
della carta piegata per “Folder”.
La matericità in senso più ampio
caratterizza il percorso di ricerca
dello studio 5+1AA di Alfonso Femia
e Gianluca Peluffo, ripercorso in
“5earths+1form”, una mostra che
esplora il particolare contatto tra
architettura, design e artigianato.
Alla Triennale di Milano sono esposti
tra l'altro i modelli dei progetti per
la nuova sede dell'Agenzia Spaziale
Italiana e per il Palazzo del Cinema
di Venezia, realizzati in ceramica
dalla Casa dell'Arte di Danilo Trogu
ad Albisola, tradizionale culla della
ceramica, perfezionata fino ad una
dimensione puramente artistica.
La stessa dimensione che si ritrova
nell'esposizione, appena conclusa,
dedicata dal MIC di Faenza a Mimmo
Paladino, o in “The Flying - Le tre
finestre”, grandi pannelli ceramici
realizzati da Ilya ed Emilia Kabakov
per la metropolitana di Napoli, sotto
la supervisione di Achille Bonito Oliva.
Attingono all'arte e si confermano di
grande valore simbolico le ceramiche
di Andrea Branzi, dalle Nature Morte
agli Epigrammi, dai Portali a Roseti. Per
Branzi quello che conta è raccontare
l'umanità, e la ceramica è uno dei tanti
mezzi: “La ceramica, la terracotta,
la porcellana, i gres, la terraglia
per me non sono parti separate
dell’universo umano, che è l’unica
cosa che mi interessa”, sottolinea.
“Il loro valore narrativo si misura
in rapporto a valori più generali”.
Gli immaginari di riferimento per i
prodotti ceramici appaiono, dunque,
eterogenei e in evoluzione, a
testimonianza di un fermento nella
ricerca e nel confronto con il mondo
della progettazione. “È soltanto l'inizio
di un infinito potenziale”, conferma
Starck, “di una nuova creatività per
servire l'architettura e gli architetti”.
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
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↑SoLo by Luisa Bocchietto, Bitossi Ceramiche
he constant search for innovative, highdesign products with an aesthetic quality
and technical performance, is the common
thread of the relationship among ceramics,
architecture and design. This research has
deep roots but looks at the future, focusing on
the formation of young talents.
Tradition and technology, local and global.
The challenge of ADI Sicilia starts right from
here, betting on the future generations with a
specific purpose: exploring and enhancing the
island's long-standing experience in ceramic
craftsmanship, opening it to the world. This
has given rise to the collaboration with some
companies such as Alessi, Richard Ginori and
Bitossi. And the latter, thanks to the on-going
formal research and the collaboration with
great masters such as Ettore Sottsass and
Piero Fornasetti, opens the games, becoming
the partner of a workshop conducted by Vanni
Pasca, historian and critic of design, and Luisa
Bocchietto, architect, designer and president
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
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of national ADI, together with the teachers of the
school of art for design of Caltagirone.
While the young Sicilians work to broaden their
experience and vision, the great names in design
and architecture test themselves, in some cases
for the first time, with ceramics. Among these,
Philippe Starck describes the creative process
associated with this simple and valuable material
as "a deep love story between mud, land, earth
and intuition of the universe". This poetic vision
is well expressed in the "Flexible Architecture"
collection for Ceramica Sant'Agostino, a complete
and articulated project presented at Cersaie 2012.
While Starck focuses on the exasperation and the
enhancement of escape, introducing an innovative
architectural topic, the collection by Patricia
Urquiola for Mutina revisits the decorated tiles
made of concrete, handcrafted ancient majolica
based on hydraulic cement. In "Azulej", abstract
drawings and neutral colours are irregularly fixed
to the substrate, and this is typical of the traditional
approach. The dialogue of ceramics with other
worlds and materials expands in the most recent
projects by Raw Edges studio, which looks at
fashion design for the "Tex" collection and at the
suggestions of the folded paper for "Folder".
The materiality in its broadest sense characterizes
the search path of 5+1AA studio by Alfonso Femia
and Gianluca Peluffo, traced in "5earths +1form",
an exhibition that explores the particular contact
among architecture, design and craftsmanship.
The Milan Triennale shows, among other
things, the models for the project of the new
headquarters for the Italian Space Agency and the
Cinema Palace in Venice, made of ceramics from
the Casa dell'Arte by Danilo Trogu at Albisola, the
traditional birthplace of ceramics, completed up to
a purely artistic dimension. The same dimension
can be found in the just ended exhibition devoted
by the MIC of Faenza to Mimmo Paladino, or in
"The Flying - The three windows", large ceramic
panels made by Ilya and Emilia Kabakov for
Naples underground, under Achille Bonito Oliva's
supervision. The ceramics by Andrea Branzi, from
Nature Morte to Epigrammi, from Portali to Roseti,
make reference to the art and confirm their great
symbolic value. Branzi believes that what counts
is to tell the humanity, and the ceramics is one of
several means to do that: "Ceramics, terracotta,
porcelain, stoneware and earthenware for me are
not separate parts of the human universe, which is
the only thing that interests to me", he says. "Their
narrative value is measured in relation to more
general values."
The imagery of reference for ceramic products
appear heterogeneous and evolving, reflecting an
enthusiasm in research and in the comparison
with the world of design. "It's only the beginning of
an infinite potential," Starck says, "a new creativity
to serve architecture and architects."
↑Metroquadro by Paola Navone, Richard Ginori 1735
↓↘ Modelli in ceramica per 5+1AA by Danilo Trogu - ph Ernesta Caviola
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Text by
Anna Masello
Photos by courtesy of
Angelo Dadda
Gianluca Besostri
BEIJING
ART DISTRICT
THE IDEAS FACTORY
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ARTE
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2 4 Ph. Angelo Dadda
3 Ph. Gianluca Besostri
M
aestose cattedrali industriali in stile Bauhaus vengono vivificate da un
flusso creativo che unisce il passato al presente. Il risultato è un prodotto
culturale assolutamente inedito e in continuo divenire: un laboratorio di
ricerca artistica, un luogo di scambio, di relazioni, di contaminazioni.
Accade a Pechino, precisamente nella zona di Dashanzi, nel distretto Chaoyang
a nord-est della città.
Vale la pena fare un passo indietro nel passato per scoprire che il complesso
industriale in questione, oggi culla del fermento artistico cinese, fu costruito
negli anni '50 allo scopo di ospitare attività produttive legate all'industria bellica.
L'iniziativa, risultato della collaborazione politica e militare tra DDR e Repubblica
popolare Cinese, diede vita ad un quartiere industriale dall'architettura razionalista,
esteso per un chilometro quadrato circa, ritmato dal susseguirsi di grandi edifici
produttivi e spazi aperti.Dopo un trentennio di occupazione, il quartiere venne
quasi totalmente abbandonato a causa della cessazione delle attività di produzione.
Il momento cruciale che determinò l'inizio della nuova vita del distretto fu
l’occupazione, nel 1995, di una delle fabbriche da parte dell’Accademia d’Arte
di Pechino. Gli artisti dell'Accademia, a caccia di spazi economici dove trasferire
temporaneamente la propria attività, trovarono negli spazi del 798 un valido
rifugio, riscoprendone in seguito l'enorme potenziale e scatenando un interesse
a catena che in pochi anni trasformò radicalmente le sorti del quartiere.
Il fascino grezzo e neutrale dell'architettura industriale, l'ampiezza degli spazi, la
cura nella progettazione, il beneficio della luce naturale che inonda i capannoni,
grazie alle finestre rigorosamente rivolte a nord. Sono queste le caratteristiche
che hanno fatto improvvisamente del 798 un paradiso ambìto da artisti e galleristi,
un terreno fertile dove mettere radici.
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4 5 Ph. Angelo Dadda
2 3 Ph. Gianluca Besostri
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Oggi il quartiere è senza dubbio il luogo più dinamico per lo sviluppo dell'arte
contemporanea cinese, che mescola la tradizione artistica autoctona con gli
influssi della business-art occidentale. Questa contaminazione si concretizza nelle
opere e nelle installazioni che si incontrano passeggiando per le strade alberate del
quartiere: elementi iconografici tipici della cultura comunista alterati, trasformati,
ironizzati o fusi tra di loro in chiave neo-pop, provocanti rivisitazioni dell'esercito
cinese in versione LEGO, gigantografie iper-colorate di Mao.
Infatti, proprio in concomitanza con il nuovo millennio e quindi con lo sviluppo del
798 quale centro culturale ed artistico, la Cina si apre all'utilizzo dei nuovi media
come strumenti artistici. Fotografia, video, performance, installazioni, digital art,
videoarte, che fino ad allora non erano mai stati concepiti come possibili medium
artistici, diventano protagonisti della sperimentazione tecnica, fondendosi con i
tratti forti e la simbologia identitaria della tradizione cinese.
Accanto alle sculture di Liu Bolin e allo studio del celeberrimo curatore e critico
d'arte contemporanea Zhu Qi, al 798 troviamo gallerie d'arte di ogni genere: dalle
più famose, come Spazio 798, Art Scene Beijing o Red Gate Gallery, alle più piccole
e di nicchia, per un totale di 70 spazi espositivi. Inoltre, negozi, ristoranti di tutti
i tipi, studi di architettura, atelier di stilisti.
Durante i periodi in cui si svolgono le manifestazioni temporanee più importanti,
come ad esempio la Beijing Design Week, gli spazi delle ex-fabbriche vengono
affittati a grandi case di moda e di design che fanno a gara per accaparrarsi lo
spazio migliore e scaturire il cool effect nei visitatori anno dopo anno.
Possiamo parlare quindi di una piazza internazionale ma legata fortemente alla
cultura del proprio Paese. Un patrimonio prezioso da salvaguardare, soprattutto
dalle logiche travolgenti della commercializzazione e della speculazione
immobiliare, che ne causerebbero inevitabilmente la perdita d'identità.
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ajestic industrial cathedrals in Bauhaus style are given life by a creative
flood that unites present with past. The result is a cultural product totally
new and continuously becoming: an artistic research laboratory, a place
of exchange, relationships, and contaminations. It happens in Beijing (Peking),
precisely in the Dashanzi area, in the Chaoyang district in the town north east. It
is worth to take a step back into the past to discover that the industrial complex
we are talking about, today cradle of the Chinese artistic turmoil was built in the
’50 to host the war industry production activities. The initiative, result of the
political and military cooperation between DDR and People’s Republic of China,
gave life to an industrial neighbourhood with a rationalist architecture, extended
for about one square kilometer, measured by the sequence of big productive
buildings and open spaces. After a thirty years occupation, the neighbourhood
was almost abandoned because of the production activities end. The crucial
moment that determined the start of the district’s new life was the occupation,
in 1995, of one of the factories by the Beijing (Peking) Art Academy. The
Academy artists, looking for economic spaces where to move temporarily their
activity, found in 798 spaces a good shelter, discovering only after its enormous
potential and rousing, originating in this way, a chain interest that in a few years
radically transformed the neighbourhood’s destiny. The raw and neutral charm of
industrial architecture, the spaces width, the project care, the benefit of natural
light that flood the sheds, thanks to the windows severely turned to north.
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2
1 3 Ph. Gianluca Besostri
2 4 Ph. Angelo Dadda
These are the characteristics that suddenly made of 798 a paradise longed-for
by artists and art galleries owners, a rich soil where to put down their roots.
Today the neighbourhood is, with no doubt, the most dynamic place for Chinese
contemporary art development mixing the autochthonous artistic tradition with
the influence of occidental business-art. This contamination comes true in the
works and installations that you meet walking down the tree-lined roads in
the neighbourhood: typical iconographic elements of the communist culture
altered, transformed, knocked or melted among themselves in a new-pop key,
provocative revisiting of the Chinese army in LEGO version, Mao’s hyper-coloured
giant posters. In fact, exactly in concomitance with the new millennium and
then with the 798 development as a cultural and artistic centre, China opens to
the use of new media as artistic instruments. Photography, video, performance,
installations, digital art, video art, that until then had never been conceived as
possible artistic mediums, become protagonists of the technical experimentation,
melting with the strong outlines and the identity symbology of Chinese tradition.
Next to Liu Bolin’s sculptures and to the study of the famous curator and
contemporary art critic Zhu Qi, in 798 we can find art galleries of every kind: from
the most famous ones, like Space 798, Art Scene Beijing or Red Rate Gallery, to
the smallest and niche ones, for a total of 70 expository spaces. Furthermore,
shops, all kind restaurants, architecture studios, stylists’ ateliers. During the
times where the most important temporary events take place, such as the Beijing
Design week the ex-factories spaces are rented to important fashion and design
houses that compete to win the best space and gush the cool effect in visitors
year after year. We can talk then of an international place but strongly linked
to its own country culture. A precious patrimony to protect, above all, from the
overwhelming logics of marketing and estate speculation that would inevitably
cause an identity loss. |www.admnetwork.it |follow us on |
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COPERTINA
ONE WORKS
We love
loving things
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GAZI
AZINE
AZ
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Text edited by Angelo Dadda Photos by Enrico Basili and courtesy ONE WORKS
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build the character
Costruire
il
carattere
P
er ONE WORKS ogni progetto parte sempre da ciò
che c’è e solo da ciò che il contesto si aspetta.
Questo è parte della grammatica dell’omonimo
studio fondato dagli architetti Leonardo Cavalli e Giulio
De Carli. Compagni di studi al Politecnico di Milano,
studenti del Professor Pierluigi Nicolin, da entrambi
riconosciuto come loro vero maestro, subito dopo la
laurea sulla Fiera di Milano, si separano per alcuni anni
iniziando la professione a Londra il primo e a Berlino il
secondo. Dopo significative esperienze e collaborazioni
tra cui Cino Zucchi Architects, Giorgio Lombardi e
Systematica SpA, creano nel 2007 ONE WORKS. Società
in cui opera in sinergia un team composto da circa 50
professionisti, tra architetti urbanisti e ingegneri, articolati
in 3 sedi italiane, Milano, Venezia e Roma e una estera, a
Dubai, aperta recentemente.
Cosa significa ONE WORKS? Singolare e plurale assieme.
Com’è nato?
Leonardo Cavalli Non lo sappiamo davvero. Nel 2006
quando abbiamo pensato al soggetto, ci siamo rivolti a un
nostro amico grafico olandese, Paul Ouwerkerk, che ci
ha aiutato a mettere a fuoco l’identità visiva dello studio, il
nome, il logo, i font, tutto. Dopo tre anni abbiamo chiesto a
Luca Molinari e allo studio FM di rivedere la comunicazione
dello studio ma il nome è rimasto e ci piace molto. La stessa
domanda ci è stata posta da Vittorio Gregotti in commissione
di concorso per l’ospedale Besta di Milano. Evidentemente il
nome incuriosisce.
Esiste una cifra stilistica OW?
Giulio De Carli Per noi non è molto interessante averla.
Gestendo spesso progetti molto grandi, come aeroporti o
centri commerciali, ci serve riuscire a condurre con qualità
il lavoro, in senso più allargato. Non cerchiamo la soluzione
perfetta, perché il nostro lavoro viene spesso “deformato” dal
contesto e dagli attori che partecipano al processo di sviluppo
del progetto. Puntiamo piuttosto a condividere un metodo
comune che ci permetta di sviluppare i progetti in forma
condivisa con i colleghi di studio.
LC Per noi conta il carattere dei luoghi e degli spazi più che la
riconoscibilità della firma. Ci interessa il loro aspetto concavo,
la capacità di includere. Diciamo che per noi l’architettura ha
una dimensione femminile. Non siamo molto interessati al
carattere iconico degli edifici ma piuttosto alle opportunità
spaziali che i progetti offrono e alla materia che costruisce
la città. Siamo un po’ refrattari al design insomma, o forse
semplicemente non lo sappiamo fare.
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↑ Passerella pedonale Borgata Paradiso, Grugliasco, Torino, 2008, realizzata
↓ Masterplan per una nuova città alle Mauritius, con Surbana, 2011
Avete un sogno professionale da realizzare?
GDC Da sempre vorremmo costruire un grande
studio internazionale. Di quelli dove ci lavorano
centinaia di persone. Significa poter creare uno
studio anche indipendente da noi due. Costruire una
“macchina progettuale” autonoma dove architetti
e ingegneri lavorino allo stesso tavolo. Di fatto
il lavoro nei paesi mediorientali e asiatici ci sta
facendo riscoprire l’integrazione verticale del lavoro.
LC Ci piacerebbe riuscire a essere dei bravi
architetti che sappiano cogliere le opportunità
insite in un processo che abbia anche uno scopo
economico.
Emerge dalle vostre opere un utilizzo razionale degli
elementi formali, una gradevole essenzialità estetica.
LC Solo 15 anni fa, occuparsi di aeroporti o centri
commerciali non era considerato fare architettura. Noi da
sempre lavoriamo sulla domanda che ci arriva dal cliente.
C’è una frase di Denis Scott Brown “We love loving things”
che a nostro parere esprime bene il nostro desiderio
di cogliere il lato positivo di ciò che ci circonda e delle
opportunità che ci vengono offerte.
GDC I nostri progetti esistono solo a valle della domanda
dei nostri committenti. Sono, in un certo senso, figli di
una necessità. Siamo come dei direttori d’orchestra che
ricercano una sintesi, anche formale, di tutte le istanze
poste dai diversi soggetti che interferiscono con il progetto.
Istanze alcune volte conflittuali. Con la speranza che il
risultato acquisisca un valore più grande e indipendente
della semplice risposta a tutti i problemi posti.
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↓ Estensione del terminal passeggeri dell'aeroporto di Cristoforo Colombo, Genova, 2011
↑ Estensione del terminal passeggeri dell'aeroporto Caravaggio, Bergamo, 2009
↑ Progetto del terminal passeggeri della Medina, Arabia Saudita, con Edge, 2010
↑ Interno del nuovo terminal dell'aeroporto Caravaggio, Bergamo, 2009
↓ Masterplan per il nuovo aeroporto e la city airport della Medina, Arabia Saudita, con Edge, 2010
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
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↑ Nuovi impianti sportivi, Istituto Gonzaga, Milano 2008, in cantiere
Green come lusso del committente o regola etica del
progettista?
LC Tema complicato. A nostro avviso nessuno può
essere più verde delle proprie tasche. La capacità
economica di un contesto è direttamente proporzionata
al coefficiente di sostenibilità. Ho l’impressione che si
stiano mettendo a fuoco alcuni parametri e tecniche
parziali che consentono di affrontare temi specifici ma
non si sia ancora in grado di dare risposte sintetiche
alla tema sostenibilità.
GDC Non siamo uno studio green, se parliamo dal punto
di vista del marketing, ma ci impegniamo a fondo, fin dalla
scala urbanistica, affinché la sostenibilità, intesa nella sua
forma più allargata, sia uno degli strumenti guida della
costruzione del progetto. Per noi il dimensionamento
e l’ottimizzazione di un piazzale di aeromobili o la
sostenibilità sociale di un nuovo quartiere hanno la stessa
importanza degli aspetti tecnologici degli edifici che
progettiamo.
Ecologia, Tecnologia, Energia. In che rapporti vivono
per OW?
LC Coesistono nel modo di lavorare e ci interessano
per la qualità che sanno portare al progetto, inteso nel
suo senso spaziale e generale. Vorremmo saper evitare
la grammatica tecnologica come surrogato linguistico
e concentrarci invece sul benessere e sulle qualità
percepibili da chi attraversa o abita i nostri progetti. Nel
progetto “Carosello”, ad esempio, lavoro realizzato in
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
↑ Ristrutturazione del centro commerciale Atlantes,
Saint Pierre des Corps, Francia, 2010, in cantiere
collaborazione con lo studio inglese DunnettCraven
abbiamo progettato i 71 coni che permettono di illuminare
naturalmente la galleria, qualità evidente per i visitatori,
riuscendo allo stesso tempo a contenere l’impiego di
energia elettrica per illuminare e di conseguenza ridurre
l’energia utile al raffrescamento che nei centri commerciali
è utilizzato anche in inverno a causa del riscaldamento
prodotto dall’illuminazione artificiale.
GDC La stessa attenzione la poniamo quando
lavoriamo ai masterplan. La collaborazione con
paesaggisti come Gustafson Porter, che ha portato a
vincere il concorso per il Parco di CityLife a Milano,
ci ha insegnato che il paesaggio è uno strumento
essenziale per affrontare fin da subito temi di natura
ecologica ed energetica mantenendo però sempre
chiaro l’obiettivo che un progetto non può perdere di
vista, la sua capacità di sintesi.
Materia, Luce, Colore. Che cosa rappresentano per voi?
GDC Molti dei collaboratori lavorano da noi da più
di 15 anni, c’è una certa comunione di visione nel
modo di progettare e di usare tali elementi. Si tratta di
contenuti che ci guidano sempre nell’organizzazione
dello spazio e nella qualità della progettazione. Luce
quale configuratore dello spazio come, ad esempio, nel
progetto di Orio al Serio, dove abbiamo alzato lo spazio
per portare la luce dentro il teminal. Materia per noi è
ciò che contribuisce in modo prepotente a “Costruire il
Carattere” di un luogo, di un edificio.
↑ Ampliamento del centro commerciale Carosello, copertura, Carugate, Milano, con DunnettCraven, 2008
↓ Ampliamento del centro commerciale Carosello, interno, Carugate, Milano, con DunnettCraven, 2008
↑ Stadio Filadelfia, Torino, concorso e tesi con Massimo Prato e Davide Moretto, 2012 - render vista prospetto
museo Grande Torino e tribuna storica
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
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↑ Sede ECU, Eni Corporate University, San Donato Milanese, Milano, 2008
Collaborazioni, aggregazioni in Italia e all’Estero?
LC Siamo troppi per l’Italia e troppo pochi per il
Mondo. Non abbastanza attrezzati per il mercato
internazionale e troppo per quello nazionale. Per
questo da sempre privilegiamo collaborazioni,
contaminazioni, interferenze anche estere per
far meglio i nostri progetti, imparare dagli altri e
cercare un risultato che ci soddisfi e soddisfi i nostri
committenti e le altre parti interessate al progetto.
Quest’attenzione ci ha portato a stabili legami duraturi
con molti dei nostri clienti.
GDC Siamo abituati a collaborare con altri studi. In
questo momento stiamo facendo un progetto di un
terminal aeroportuale per il sud dell’Arabia Saudita in
collaborazione con gli studi Edge di Jeddah e Raphael
Viñoly di New York. Con Cino Zucchi Architects ci
↓ Masterplan e progetto di trasformazione dell'area Ex Ceramica Lago, Laveno, Varese, 2007, in cantiere
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
capita circa una volta all’anno di fare progetti all’estero,
in particolare grandi masterplan. Quest’anno, ad
esempio, abbiamo partecipato a un grande concorso a
inviti per la città di Tirana, in Albania.
OW. C'è una bella frase di Peter Smithson, "the
feeling that you are someone living somewhere".
Una frase che esprime la necessità, labile come si
conviene a una società aperta, di poter riconoscere
il carattere degli spazi costruiti senza cadere
nell'equivoco identitario.
Il nostro lavoro cerca di realizzare luoghi, dalla
scala urbana a quella specifica di edifici come
aeroporti e centri commerciali, che abbiano quelle
caratteristiche.
|www.admnetwork.it
|follow us on
↓ Residenze a San Siro, Milano, 2009
|
homonymous studio founded by Leonardo Cavalli
and Giulio De Carli. Fellow students at the Milan
Polytechnic, Professor Pierluigi Nicolin’s students,
they both recognized him as a real maestro, right
after their graduation about Milan Exhibition, they
separated for a few years starting the profession
the former in London and the latter in Berlin. After
significant experiences and collaborations among
which Cino Zucchi Architects, Giorgio Lombardi
and Systematica, they created in 2007 ONE
WORKS. A company where a team of freelances
composed of about 50 architects and engineers
work in synergy, articulated in 3 Italian seats
Milan, Venice and Rome and one abroad, in Dubai,
recently opened.
What does ONE WORKS mean? Singular and
plural together. How was it born?
Leonardo Cavalli We really don’t know. In 2006
when we thought of the subject, we addressed
to our Dutch friend Paul Ouwerkerk, a graphic
designer, who helped us to focus on the company
visual identity, name, logo, fonts, everything. Three
years later we asked Luca Molinari and FM Studio
to revise the studio communication but the name
lasted and we like it a lot. Vittorio Gregotti asked us
people work in. It means being able to create also
a studio that does not depend from us. To build an
independent “design machine” where architects
and engineers work at the same table. Actually
our work in Middle East and Asian countries is
letting us rediscover the vertical work integration.
LC We would like to succeed in being good
architects able to take the opportunities implied in
a process having an economic goal too.
It emerges from your works a rational use of the
formal elements, a pleasant aesthetic essentiality.
LC Only 15 years ago, taking care of airports or
malls (shopping centres) was not considered
making architecture. We have always been working
on requests we receive from our customers. There
is a Denis Scott Brown’s sentence “We love loving
things” that, in our opinion, very well expresses our
desire to catch the positive side of what surrounds
us and the opportunities we are given.
GDC Our projects exist only because of our
customer’s request. They are, from a certain point of
view, sons of a need. We are like orchestra directors
who look for a synthesis, meaningful as well as
formal, of all requests put by the different subjects
interfering with the design process. Conflictual
requests, sometimes. Hoping that the result can
acquire a bigger and independent value than the
simple answer to all the submitted problems.
At “Carosello”, for example, design carried out with
the English practice DunnettCraven, we designed
the 71 cones that allow to light naturally the mall,
an clear quality for visitors, succeeding at the same
time to control energy consumption to light and,
consequently, reduce the for cooling needs, generally
applied in the cold season as well to counterbalance
the heat produced by the artificial lighting.
GDC We pay the same attention when we work
at the master plan level. The collaboration with
landscape architects like Gustafson Porter, that
led to win the competition for the City Life Park
in Milan, taught us that landscape is an essential
tool to deal with ecologic and energetic themes but
always keeping clear the goal that a project can’t
leave sight of its synthesis capacity.
Material, Light, Colour. What do they represent
for you?
GDC Many of our colleagues have been working with
us for over 15 years, there is a certain vision sharing
in the way we design and use those elements. We
are talking about contents that always guide us in
the space organization and in the design quality.
Light as a space configurator like, for example, in
the Orio al Serio project, where we raised the ceiling
to take the light into the terminal. Material for us
is what contributes in a pressing way to “Build the
Character” of a space, of a building.
the same question during a board of examiners in
a contest for the Besta hospital in Milan. Evidently
this name intrigues.
Does an OW stylistic code exist?
Giulio De Carli It is not very interesting to have it to
us. Often managing big projects, such as airports
or malls (shopping centres), we need to lead the
work with quality, in a wider sense.
We are not after for the perfect solution,
since our work is often “deformed” by the
context and by the actors who take part to the
project’s development process. We aim, on
the contrary, to share a common method that
allows us developing projects in a shared form
with the office.
LC To us it is very important the character of
places and spaces more than the signature’s
recognisability. We are interested in their concave
aspect, and their capacity of including.
Let’s say that architecture for us has a feminine
dimension. We are not very interested in the
iconic character of the buildings but rather in the
space opportunities the projects offer and into
the material that builds the town. We are quite
refractory to design then, or maybe simply we
can’t do it.
Have you got a professional dream to realize?
GDC We have always longed to build a big
International studio. A practice where hundreds of
Green like the customer’s luxury or like a designer’s
ethic rule?
LC Complicated subject. In our opinion nobody can
be greener than his own pockets. The economic
capacity of a context is directly proportional to the
sustainability coefficient. I have the impression that
we are bringing into focus some parameters and
partial techniques that allow dealing with specific
themes but we are not yet able to give synthetic
answers to the sustainability theme.
GDC We are not a green studio, if we talk from the
marketing point of view, but we commit ourselves
deeply, already from the city planning range, in order
that sustainability, conceived in its larger form, is one
of the leading instruments in the design process. For
us the size and the optimization of an aircrafts large
square an airport apron or the social sustainability of
a new neighbourhood, have the same importance as
the technological aspects of the buildings we design.
Ecology, Technology, Energy. In what relationships
do they live for OW?
LC They coexist in our working method and we are
interested in them for the quality they can bring to
the space and character of our projects. We would
like to be able to avoid the technological grammar
as a language surrogate and concentrate
ourselves, on the contrary, on the wellness and
the perceptible qualities for those who cross or
live our projects.
Collaborations, aggregation in Italy and abroad?
LC We are too many for Italy and too few for the World.
Not enough equipped for the international market
but too much for the national one. This is why we have
always privileged collaborations, contaminations,
interferences, also from abroad, to make better
projects, learn from others and search for a result
that satisfies us and satisfies our customers and the
other parties involved. This led us to solid and durable
relationships with many of our customers.
GDC We are used to collaborate with other studios. In
this moment we are developing a project for an airport
terminal for South Saudi Arabia in collaboration with
Edge studios in Jeddah and Raphael Viñoly from
New York. Together with Cino Zucchi Architects we
happen roundabout once a year, to have develop a
project, in particular big master plans oversea. This
year, for example, we took part to a big competition
by invitation for Tirana city in Albania.
OW. There is a great sentence from Peter Smithson
"the feeling that you are someone living somewhere".
A sentence, this one, expressing the feeble need, as it
is convenient to an open community, to be able to
recognize the characters of the built environment
without falling into the identity misunderstanding.
Our work tries to conceive places, from the urban
scale to the specific one for buildings such as
airports and malls (shopping centres) having those
characteristics.
or ONE WORKS each project always starts
F
from what exists and only from what the
contest expects. This is part of the grammar of the
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news
L'ITALIA DI LE CORBUSIER AL MAXXI DI ROMA
Architetto, scultore, pittore,
geniale pensatore del suo
tempo, padre della moderna
urbanistica e maestro del
Movimento Moderno con Mies
van der Rohe, Gropius, Lloyd
Wright e Aalto: è Le Corbusier.
A lui il MAXXI Architettura,
diretto da Margherita Guccione,
dedica la mostra “L’Italia di Le
Corbusier” a cura di Marida
www.fondazionemaxxi.it
← Studio della facciata e dei dettagli architettonici
del Battistero di San Giovanni a Siena, Le Corbusier,
1907 - Courtesy Fondation Le Corbusier, Parigi
↗ Progetto per il Centro Calcolo elettronico Olivetti
a Rho. Schema esplicativo, Le Corbusier, 1962 Courtesy Fondation Le Corbusier, Parigi
Talamona (18 ottobre 2012 - 17
febbraio 2013). 320 documenti
originali e 300 fotografie per
una esposizione che, seguendo
un filo cronologico e tematico,
documenta le molteplici
influenze che l’Italia ha avuto
sulla formazione e sul lavoro del
maestro: dai primi viaggi agli inizi
del Novecento ai progetti, mai
realizzati, per il Centro Calcolo
Olivetti di Rho e per l’Ospedale
di Venezia degli anni Sessanta. Il
percorso di mostra si snoda tra
documenti diversi, testimonianze
di viaggi, studi, scambi culturali
e aspirazioni personali, dagli
schizzi dei monumenti italiani
sui carnets de voyage alla
riproduzione settecentesca della
pianta di Roma Antica di Pirro
Ligorio, dalla corrispondenza
ON SPACE TIME FOAM:
TOMÁS SARACENO ALL'HANGAR BICOCCA DI MILANO
con Pier Luigi Nervi ai sei grandi
fogli con disegni schizzati
durante la conferenza di Milano
nel giugno 1934. La mostra
svela un Le Corbusier meno
noto, nel dialogo che instaura
con gli artisti e gli architetti suoi
contemporanei, restituendo la
completezza della sua statura
intellettuale e l’eccezionalità del
suo pensiero.
www.hangarbicocca.org
Ph. Alessandro Coco
Courtesy Fondazione HangarBicocca, Milano
Tomás Saraceno, artista
visionario conosciuto per le
sue sorprendenti strutture
che coinvolgono il pubblico
in esperienze spaziali ed
emozionali straordinarie,
sospende la propria arte in
una bolla all'HangarBicocca.
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
Architetto e cittadino del
mondo che da sempre studia
universi alternativi, Saraceno
porta a Milano, sino al 3
febbraio 2013, un’installazione
site-specific inedita, capace
di coniugare scienza e arte.
L’intervento monumentale è
costituito da una membrana
trasparente sospesa a 24
m di altezza, incastonata
sulle pareti del 'Cubo' di
HangarBicocca, dell’ampiezza
di 400 mq su tre strati. Un
lavoro di creatività e ricerca
scientifica reso possibile,
con il sostegno di Pirelli,
dall’interazione di competenze
e esperienze nei campi più
diversi del sapere.
L’ampia pellicola morbida e
fluttuante accoglie i visitatori
che si trovano a muoversi a
mezz’aria, librandosi tra il
pavimento e il soffitto, tra la
terra e il cielo: portando chi
la fruisce alla perdita delle
coordinate spaziali. L’artista
si misura con il concetto di
limite sfidandolo e arrivando
a concepire un dispositivo mai
realizzato prima, che viene
attivato dalla partecipazione
del pubblico. 'On Space Time
Foam' trasforma l’architettura
in un organismo vivente, che
respira grazie ai movimenti
di chi la attraversa, rendendo
visibili le infinite relazioni che ci
legano allo spazio.
news
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
41
Photos by
Enrico Basili
EVENTI
Alle radici del NETWORK!
Ogni anno l'appuntamento che anticipa l'A+D+M Invitation
stupisce ed emoziona gli ospiti invitati dalla redazione per scoprire assieme
quale sarà la meta prescelta. A partire dalla location, unica ed esclusiva.
Pistoia, 1 dicembre 2012 - Dopo la galleria di una cava di
marmo a Carrara e la Commenda di San Giovanni di Prè a
Genova, come culla magica questa volta si è scelta una serra.
Ad ospitare l'attesissimo evento è stata, infatti, la florida
terra pistoiese dove, a Quarrata, ha sede la Vannucci Piante,
leader a livello europeo nel florivivaismo. Una storica azienda
che ha fatto dell'amore per le piante la propria ragione di vita
e che ha sposato con entusiasmo l'A+D+M Network.
In un luogo speciale dove crescono e germogliano i semi
che generano le magnifiche piante ornamentali da esterno,
materia prima vivente per il progetto, sono stati accolti gli
architetti protagonisti delle copertine di A+D+M dal primo
numero del 2005 ad oggi, da Simona Finessi, Direttore
Responsabile della testata, Angelo Dadda, Direttore Creativo,
la redazione e le aziende partner. Per andare assieme
alle radici del Network. Un terreno fertile dove le idee
germogliano, dove crescono nuovi modi di sviluppare la
filosofia del progettare e si generano nuove sinergie.
Uno spazio raccolto, allestito dalla narrative designer
Valentina Frosini con la complicità delle suggestive
installazioni fotografiche di Maria Cristina Spinato, ha
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
immerso gli ospiti in un bosco incantato dove, tra colori,
profumi e suoni, è stata presentata la realtà della Vannucci
Piante, a partire dalle persone che ne fanno parte, come
Vannino Vannucci jr e il cugino Antonio Ceccarelli, oggi alla
guida dell’azienda di cui rappresentano la terza generazione,
e il Direttore Marketing Andrea Massaini. Ad affiancare la
Vannucci, la realtà di Gruppo Giardini, rappresentata dal
titolare Alessandro De Francesco, loro speciale partner
nella progettazione e realizzazione di meravigliosi giardini.
In questo contesto da favola, agli ospiti è stata svelata per
immagini, sempre più inequivocabili, la prossima meta del
2013…Malta!
Momento clou della serata: la cena, nella natura di una
splendida e suggestiva serra di 3000 mq, con esemplari
di oltre 1600 specie, magicamente illuminata in modo da
rappresentare il respiro delle piante.
“Save the date”: dal 10 al 13 maggio 2013. Un intenso
weekend, ricco di momenti culturali, di svago e di relax ma
soprattutto di incontro e confronto. Un’occasione in più per
rincontrarsi e mantenere vive le relazioni instaurate nei
precedenti A+D+M Invitation.
· Marilena Perini e Stefano Anfossi
· Simone Micheli e Roberta Colla
· Gianni Cagnazzo e Roberta Durando
· Giulia Floriani e Mario Cucinella
· Simona Finessi e Angelo Dadda
· Alberto Apostoli, Giampiero Peia e Ilaria Marelli
· Pietro Barteselli (Foscarini) e Giorgio Zaetta
· Giampiero Peia e Marta Nasazzi
· Sarah Gabaglio, Simona Finessi e Marco Piva
· Anna Mantero e Massimo Roj
· Simonetta Cenci, Alfonso Femia e S. Finessi
PREVIEW
A+D+M INVITATION 2013
· Chiara Dadda e Domenico Tassone
· Simonetta Simonetto e Andrea Pasquini
· Vannino Vannucci e Alessandro De Francesco
· Michele Bonan e Debora Bernasconi (Margraf)
· Massimo Armellino e Fabio Poggio
· Cinzia Anguissola d’Altoè e Luca Scacchetti
· Antonio Gioli e Federica De Leva con S. Finessi e A. Masello
· Chiara Caberlon e Ilaria Marelli
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
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EVENTI
E
VENTI
Photos by courtesy of
Green Home Design 2012 - Luca Casonato
EVENTI
GREEN HOME DESIGN
Allo scorso MADE
expo la mostra
espositiva “Green
home design,
abitare il presente”
ha posto l'accento
sulle tematiche
del costruire
e del vivere
contemporaneo
all’insegna della
salvaguardia
ambientale.
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
L'architettura e l’edilizia sostenibile
rappresentano, oggi, un segmento
di mercato considerevole, frutto di
una sempre più diffusa e maturata
coscienza ambientale e dalla necessità di
risparmiare sui costi energetici.
Le nuove ristrutturazioni e gli edifici di
nuova costruzione sono tutti progettati
per abbattere i costi di gestione e di
realizzazione senza compromettere il
risultato estetico e funzionale.
Nel contesto della scorsa edizione
di MADE expo, punto di riferimento
internazionale per il settore edilizio, si
è svolta “Green home design, abitare
il presente”, la mostra espositiva
sull’architettura, sull’edilizia sostenibile
e sull’efficienza energetica organizzata
da My Exhibition in collaborazione con
MADE expo e patrocinata da Green
Building Council. Dopo il successo della
scorsa edizione con Social Home Design,
quest’anno è stato affrontato il tema
della sostenibilità ambientale con una
particolare chiave di lettura ispirata al
25
design: dalla bioedilizia all’efficienza
energetica, ecco la nuova vera sfida
progettuale per architetti e progettisti
che vogliono costruire e ristrutturare in
maniera ecologica senza sacrificare il
concetto di design.
L’obiettivo è stato quello di offrire, a un
pubblico trasversale, spunti di dibattito
su tematiche che guardano alle modalità
del costruire e del vivere contemporaneo,
alla salvaguardia dell’ambiente e alla
sostenibilità. Green home design ha
ospitato, su una superficie di 1600 mq, tre
case, un asilo, una sala convegni e una
zona lounge con Bio bar, vere e proprie
strutture prefabbricate costruite in scala
1:1. Artefici della progettazione, Aldo Cibic,
Marco Piva e Massimiliano Mandarini
che hanno dato la loro interpretazione
all’architettura del presente attraverso
progetti che coniugano ricerca estetica,
funzionalità e soluzioni energeticamente
efficienti. In quest'ambito A+D+M
Network ha organizzato una serie di
conferenze seguite da una tavola rotonda,
vertenti sulle tematiche del risparmio
energetico e sulle nuove tecnologie e
strumenti da adottare per un progetto
architettonico sostenibile, che hanno visto
la partecipazione di alcuni tra i maggiori
attori del settore oltre ad istituzioni e
studi professionali di grande rilievo.
Nella conferenza “Risparmio energetico
e tecnologia per un progetto sostenibile”
hanno partecipato quali relatori il Prof.
Gianni Forcolini (Architetto e designer,
docente in Lighting Design, Facoltà del
Design - Politecnico di Milano), che ha
presentato l'uso razionale della risorsa
luce - naturale e artificiale - per il
progetto architettonico eco-sostenibile,
e David K. Lind (Amm. Del. di Smart
Future) che ha illustrato ai presenti le
potenzialità dei sistemi di gestione Smart
degli ambienti per il conseguimento di
obiettivi di risparmio energetico e di
comfort ambientale. A seguire, l’Arch.
Gianni Cagnazzo (Presidente IEM - Indoor
Environment Monitoring & Management
Organization, Presidente ANAB -
Associazione Nazionale Architettura
Bioecologica) ha introdotto i partecipanti
verso una nuova cultura architettonica
che abbia presente gli obiettivi di
sostenibilità ambientale e di innovazione
tecnologica a livello globale tenendo la
conferenza “L’importanza di essere green:
una scelta consapevole per il futuro del
pianeta”. La tavola rotonda, moderata da
Simona Finessi (Direttore Responsabile
di A+D+M), ha visto la partecipazione
dell’Arch. Gianni Cagnazzo, dell’Arch.
Tommaso Corà e dell'Arch. Aldo Cibic
(Cibicworkshop), del Prof. Gianni Forcolini,
di David K. Lind, dell’Arch. Massimiliano
Mandarini (Marchingenio) e dell’Arch.
Marco Piva (Studio Marco Piva), oltre
che dell’Arch. Andrea Moro (Presidente
iiSBE Italia) e dell’Arch. Paola Pasquali
(Progetto CMR).
Un momento di confronto vivace e
stimolante, che ha offerto spunti di
dibattito sulle tematiche del costruire
e del vivere contemporaneo all’insegna
della salvaguardia ambientale.
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
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EVENTI
EVENTI
COLTIVARE UNA CASA. Architetture di materiali ecosostenibili
La riflessione sui sistemi di costruzione con materiali a bassa impronta ecologica è stato l'elemento guida della ricerca sperimentale sulle tecniche costruttive condotta da Cibicworkshop
in questi anni. Per Green Home Design Cibicworkshop ha progettato un'installazione in scala
reale composta da due case realizzate con due diverse soluzioni innovative: la tecnologia della
canapa e un sistema a secco con telaio metallico. La casa in canapa rappresenta un modo di
costruire contemporaneo con materiali naturali. Nonostante oggi sia quasi scomparsa in Italia,
la canapa è stata un elemento fondamentale della storia produttiva agricola italiana. Costruire
oggi con questo materiale significa intrecciare nuove economie del territorio con le aggiornate
richieste di performance energetiche e ambientali. La casa realizzata con il sistema a secco
con telaio metallico, invece, rappresenta un'innovativa soluzione tecnica che coniuga altissime
performance costruttive ed energetiche con una riduzione radicale dei tempi di costruzione.
Questo sistema costruttivo permette di utilizzare in modo nuovo i materiali tradizionali ottenendo un edificio completamente riciclabile, antisismico e solido con tempi di costruzione
estremamente contenuti e controllabili.
CIBICWORKSHOP - Aldo Cibic e Tommaso Corà
www.cibicworkshop.com
GKH: GREEN KINDER HOUSE
Green Kinder House vuole essere un micro ambiente modulare off-grid e a impatto zero
inteso come prodotto di architettura green building secondo l'approccio LEED. Il progetto,
realizzato a misura delle utenze deboli e quindi dei bambini, affronta un tema di grande
attualità, la progettazione antisismica. Vi sono sperimentate tecnologie green e materiali
innovativi orientati all'impatto zero come tecnologie costruttive modulari, materiali e prodotti per l'efficienza energetica e idrica, design for all a misura di bambino, illuminazione
sostenibile e building automation.
La realizzazione si declina in due prototipi “design for nature” inseriti in un progetto di
landscape design che prevede, al piano terra, uno spazio pubblico a misura di bambino
(eco-nido) e, al piano primo, una green house, con accesso design for all e rampa panoramica. L’installazione si sviluppa su un’area di circa 300 mq e si configura come un nuovo
modello per ripensare, riqualificare e rinnovare le città attraverso l’approccio smart city
e green building.
MARCHINGENIO - Massimiliano Mandarini
www.marchingenio.eu
SPACE FOR LIFE
Riferendosi alle condizioni ambientali e climatiche in rapido mutamento, e anche ai possibili
catastrofici effetti degli eventi naturali sull'ambiente costruito, il progetto affronta le tematiche
delle residenze di piccola scala, delle loro possibili aggregazioni in strutture più articolate e
complesse per rispondere alle esigenze di abitabilità di altissimo livello con un’altrettanta elevata
qualità dei materiali, delle tecnologie costruttive, di resistenza ad eventi disastrosi e di capacità
di contenimento dei consumi e di annullamento delle emissioni nocive. La tecnologia costruttiva
di riferimento è quella del legno, materiale naturale rinnovabile. Obiettivo del progetto, costituito
da elementi modulari componibili e aggregabili, è valutare, per opere di piccola e media scala
realizzate per risolvere problemi di abitabilità temporanea, il passaggio da un concetto di configurazione architettonica stabile e permanente a quello di una configurazione più dinamica,
trasformabile, ampliabile. Ogni singolo modulo abitativo è inoltre progettato con prestazioni
energetiche di “Classe A”, utilizzando energie rinnovabili e con una struttura altamente antisismica e resistente al fuoco..
STUDIO MARCO PIVA - Marco Piva
www.studiomarcopiva.com
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LA LAMPADA SPORE DI MURANO DUE VINCE L'IAI AWARDS 2011
Spore, progettata dall’architetto Massimo Iosa Ghini per Murano Due, ottiene il premio IAI Awards
2011 (Best Design for Original Product Award) uno dei maggiori riconoscimenti nell’ambito del
green design promosso da Asia Pacific Federation of designers, che ha lo scopo di promuovere
lo scambio e la collaborazione tra gli architetti ed i designer dell’area del Pacifico con il resto del
mondo. Spore è, infatti, una sofisticata lampada a sospensione dal design ricercato, capace di
conferire originalità all’ambiente circostante. La sua figura amorfa ed irregolare è delineata da un
velo di vetro soffiato e lavorato a mano che racchiude e protegge la luce all’interno. Le piastrine
satinate o trasparenti sono state progettate per diffondere uniformemente il fascio intenso e puntuale dei LED. IAI Awards 2011 è un riconoscimento importante che premia l’attenzione riservata
da FDV Group al design, alla tecnologia e alla sostenibilità nello sviluppo dei suoi prodotti, oltre
che per la pregevole collaborazione con progettisti, architetti e designers di rilievo internazionale.
ww.fdvgroup.com
www.iai-ap.org
I vincitori della 15esima edizione di “Copper in Architecture” - il concorso che celebra il
meglio dell'architettura europea contemporanea, riconoscendo la crescente influenza
del rame nel design moderno - sono stati proclamati a Bruxelles lo scorso settembre.
Tra 66 progetti in lizza, il vincitore incontrastato è stato la Cappella di San Lorenzo,
a Vantaa (Finlandia), progettata da Avanto Architects. Questa cappella collegata al
cimitero mira a riconciliare le emozioni del lutto con le esigenze pratiche del funerale.
L’edificio usa materiali simili a quelli delle vecchie strutture in zona e il tetto è in rame
pre-inverdito, come quello della chiesa preesistente. Molti dei soffitti sono finiti in
placche rimovibili di rame perforato. Le pareti vetrate verso il cimitero sono protette
da una rete in rame patinato, che funge da schermo tra gli spazi della cappella e il suo
esterno. Nella Cappella di San Lorenzo la giuria ha trovato un’atmosfera e uno studio
altamente convincente nel maneggiare lo spazio, la luce e i materiali. In particolare,
il rame è usato per evocare un tranquillo senso del divino, creando un luogo opportunamente solenne.
www.pslab.net
www.chi-athenaeum.org/gdesign
ph. Jani Laukkanen
Per la sesta volta consecutiva .PSLAB si aggiudica il GOOD DESIGN AWARD.
Questa volta, ad essere premiato con il prestigioso riconoscimento, è un particolare
progetto di lighting design che .PSLAB ha realizzato per la reception principale
di una residenza privata a Beirut (Libano). Il sistema di corpi illuminanti posti a
soffitto è stato studiato con l'obiettivo di unificare lo spazio, fornendo un modello
visivo, attraverso la ripetizione di un modulo. Il modulo - una spaccatura lungo
un cilindro in due corpi e mezzo, in finitura bianca - è stato capovolto variando
in densità. I coperchi alla sommità dei cilindri sono piegati in un angolo in modo
da nascondere alla vista la luce diretta e creando, in tal modo, una pelle sulla
superficie degli apparecchi con uno scenografico effetto a scaglie di pesce. Il GOOD
DESIGN AWARD, giunto alla 61esima edizione, è stato istituito nel 1950 dal Chicago
Athenaeum Museum of Architecture and Design con il compito di selezionare e
premiare i prodotti di design e le architetture più innovativi ed originali a livello
internazionale.
COPPER IN ARCHITECTURE AWARD 2011
AD AVANTO ARCHITECTS
ph. kuvio.com
.PSLAB VINCE IL GOOD DESIGN AWARD 2011
www.avanto.to
www.copperconcept.org
INTERIOR INNOVATION AWARD 2012 AL SISTEMA LETTO OPEN SPACE DI CLEI
Lanciato al Salone del Mobile di Milano 2011, il sistema letto richiudibile Open Space di CLEI ha vinto
l'"Interior Innovation Award Winner 2012" ed è stato esposto all'interno della mostra speciale allestita durante la fiera IMM di Colonia che si è tenuta dal 16 al 22 gennaio scorsi. Le sue caratteristiche
innovative, unite ad una linea pulita e di design lo hanno messo in luce presso il German Design
Council, ideatore nel 2002 di uno dei premi più prestigiosi del settore arredamento in tutto il mondo.
Disegnato da Pierluigi Colombo e da Oscar Grimoldi, Open Space è disponibile sia nella versione letto
singolo sia nella versione letto matrimoniale. È un sistema attrezzato con comodini laterali, richiudibile all’occorrenza, ad elevati contenuti estetici e tecnologici, dove anche la rete del letto, realizzata
con estrusi in alluminio collegati tra loro, è brevettata. Open Space è completamente autoportante.
Oltre a non avere alcuna struttura in legno che sostiene la rete, risulta bilanciato perché collegato
direttamente al muretto posteriore di testiera che funge da zavorra. La struttura inferiore in lamiera
funziona sia come contenimento per le molle che come collegamento al muretto posteriore.
www.clei.it
www.german-design-council.de/en
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
47
Innoalla tradizione
automobilistica italiana
ANTHEM TO THE ITALIAN CARS TRADITION
48
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
IL PROGETTO RACCONTATO
Museo Casa Enzo Ferrari, Modena, 2012 - project by Future Systems & Shiro Studio, photos courtesy of Andrea Morgante, David Pasek e Studio Cento
Historical and contemporary souls
combine together in architectural shapes
evoking racing cars
Anima storica e anima
contemporanea
si fondono in forme
architettoniche
che evocano vetture
da competizione
N
el 2004 Future Systems è nominato vincitore del
concorso internazionale indetto per la progettazione
di un nuovo museo a Modena. Dedicato alla figura
leggendaria di Enzo Ferrari, il museo si compone di due spazi
museali distinti, utilizzando la Casa Natale, l’edificio di inizio
Ottocento dove Ferrari nacque nel 1898, ed un nuovo edifico
adiacente al manufatto storico.
A seguito della scomparsa di Jan Kaplický nel 2009, lo studio
Future Systems viene dissolto. Andrea Morgante, che fu
Direttore Associato dello studio, ed ora fondatore di Shiro
Studio, viene incaricato della Direzione Artistica dei lavori
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
49
in cantiere. La nuova Galleria è stata costruita
secondo i disegni di Kaplický, è sensibile al contesto
storico, coniuga le più recenti tecnologie di risparmio
energetico e inneggia a livello visivo il linguaggio
estetico proprio delle vetture da competizione. Il
restauro e la conversione a Museo della Casa Natale,
allestimento progettato dall’architetto Andrea
Morgante, estende l’offerta culturale della Galleria
adiacente. Kaplický ha voluto instaurare un dialogo
sensibile fra i due edifici che potesse riflettere il
rispetto per la presenza della Casa Natale di Ferrari
e nel contempo riuscisse ad unire in modo organico
un complesso composto da diversi elementi.
L’altezza del nuovo edificio di 12 metri è quasi
identica a quella della Casa Natale, ed il suo volume
si espande per la metà sotto la quota di terreno.
La facciata vetrata è doppiamente curva in pianta
ed è inclinata con un angolo di 12.5 gradi rispetto
al terreno. Ogni lastra di vetro-camera è sorretta
da cavi pre-tensionati in acciaio capaci ognuno di
sopportare 40 tonnellate di tensione. La tecnologia
del sistema portante di facciata è finalizzata alla
massima trasparenza visiva e funzionalità. Metà
del volume interno della galleria è posto sotto la
50
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
quota di terreno e l’utilizzo di geotermia garantisce
notevoli risparmi energetici per il raffrescamento
e riscaldamento interno. Questo è il primo museo
pubblico in Italia ad utilizzare la geotermia su vasta
scala. L’edificio inoltre utilizza energia fotovoltaica e
riciclo delle acque. La vista per i visitatori che entrano
nella Galleria si presenta interrotta e panoramica su
tutta l’esposizione; un ampio, continuo spazio bianco,
dove i muri perimetrali ed il pavimento si uniscono
in modo organico per restituire un’unica superficie
omogenea. Una membrana bianca translucida posta
in sommità diffonde la luce proveniente dai lucernari
in modo uniforme e diffuso, mentre i giunti intervallati
fra i vari teli, in cui l’aria è libera di circolare,
restituiscono ulteriormente il linguaggio estetico
all’interno delle vetture storiche da competizione.
Il pavimento è composto da una serie di rampe
inclinate che accompagnano il visitatore dal piano
terra al piano interrato; lungo le rampe sono esposte
le vetture, sollevate da terra di circa 40 cm, grazie
a delle piattaforme speciali disegnate da Morgante,
che non solo elevano simbolicamente le auto a veri
pezzi d’arte ma permettono la vista delle vetture
da diverse angolazioni. La Galleria può esporre
contemporaneamente un massimo di 21 vetture.
La Casa natale, disposta su due piani, ed il volume
annesso dell’officina, furono costruiti da Alfredo
Ferrari, padre di Enzo, a partire dal 1830.
Lo spazio espositivo principale è ospitato nel
doppio volume dell’officina; qui Morgante ha
progettato e realizzato un innovativo sistema
espositivo in grado di incorporare illuminazione,
proiezioni digitali e teche espositive contenenti
oggetti appartenuti a Enzo Ferrari. L’intero
sistema è stato concepito come un libro a grande
scala. L’allestimento è un muro sinuoso suddiviso
da pagine verticali; questo permette al visitatore di
scoprire in modo graduale ogni pagina e capitolo
della mostra. Questo paesaggio tridimensionale,
illuminato in modo tenue, occupa l’intera lunghezza
dell’officina (40 metri), rendendo lo spazio interno
intimo, nonostante l’imponente dimensione del
manufatto. All’estremità del percorso si trova
il nucleo in origine abitativo, dove al piano terra
l’allestimento prosegue in due stanze più piccole,
mentre il resto dei locali al piano primo è utilizzato
dagli uffici della Fondazione Casa Natale Enzo
Ferrari.
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
51
YEAR OF FOUNDATION
2009
CONTACT
72 Kensington Church Street,
London, UK
NO. OF COLLABORATORS
3
[email protected]
www.shiro-studio.com
Shiro Studio
Andrea Morgante (Founding Director)
CORE BUSINESS
Shiro Studio è un atelier di progettazione
multidisciplinare fondato nel 2009 a Londra
da Andrea Morgante, che si dedica
all’architettura e al design.
Lo studio crede nell'integrità dei materiali,
nella purezza della percezione e nella
coerenza. Architettura e design sono discipline
che Shiro Studio interpreta in modo tattile,
evocativo ed inaspettato. Shiro in giapponese
significa bianco. Ma richiede una traduzione
filosofica, dove Shiro è la sublimazione della
creatività nello stato di purezza. Shiro è lo
stato di serenità della carta prima di ricevere
la grafite della matita. Shiro è la frazione
temporale infinitesimale prima che un concetto
si riveli graficamente sulla carta bianca.
In questa tensione creativa, esistente fra il
momento di concezione e l’inizio del processo
di progettazione, la purezza e l’integrità del
progetto trovano il motivo d’essere.
CORE BUSINESS
Shiro Studio is a London based design
practice established by Andrea Morgante
in 2009, committed to the creation of
unique architecture and objects. We
believe in integrity of materials, purity of
perception, coherence. We believe objects
and architecture should be tactile, evocative
and unexpected. Nature's efficiency, digital
fabrication and art are recurrent trajectories
of investigation that permeate our visual
language and design process. Shiro means
‘white’ in Japanese, but here it implies a
philosophical translation where white is
perceived as the purest creative approach.
Shiro is the infinitesimal fraction of time
before an idea is represented on a blank
piece of white paper. It is here, in this tension
between inception and the beginning of the
design process, that the purity and integrity of
creativity is found.
MAIN PROJECTS
Casa privata, Tokyo
"Museo Enzo Ferrari", Modena
Casa privata, Roma
Sklenar Gallery, Praga
"Megaptera" centrotavola in acciaio, Alessi
"Grow" orologio da polso, Alessi + Seiko Japan
"Nivis" lavandino in Cristalplant, Agape
"Radiolaria pavillion", D-Shape
"Intake" collezione maniglie, DND
MAIN PROJECTS
Private residence, Tokyo
"Enzo Ferrari Museum", Modena
Private residence, Rome
Sklenar Gallery, Prague
"Megaptera" steel tray, Alessi
"Grow" wrist watch, Alessi + Seiko Japan
"Nivis" wash basin, Agape
"Radiolaria pavillion", D-Shape
"Intake" door handle, DND
AZIENDE / COMPANIES
pavimentazione interna/flooring
maniglie/door handles
Mapei
DND Martinelli
partizioni interne a secco/dry wall partitions
sanitari/sanitary ware
Knauf
Agape
vetrata strutturale/glazing
sedute/seating
Coopsette, Teleya
Poltrona Frau
copertura alluminio/aluminium roofing
controsoffitto termoteso/ceiling membrane
Pinical, Teleya
Barrisol
isolante rigido/rigid insulation foam
sedute esterne in marmo /external marble
seating
Foamglass
52
tamponamento in acciaio facciata/facade
steel cladding
Marsotto
Inxo Design
Maletti, Stefra
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
arredo su progetto/custom built furniture
I
n 2004 Future Systems won an international
competition to design a new museum in
Modena, Italy. Dedicated to motor racing legend
and entrepreneur Enzo Ferrari (1898 – 1988), the
museum comprises exhibition spaces within the
early nineteenth century house where the motor
racing giant was born and raised, and its adjoining
workshop, as well as a separate, newly constructed
exhibition building. Following the death of Jan
Kaplicky in 2009, the office of Future Systems was
dissolved. Andrea Morgante, formerly of Future
Systems and now director of Shiro Studio, was
appointed to oversee the museum's completion.
The new building has been constructed to
Kaplický's original design, it is sensitive to the
existing historical context, combines the latest in
construction and energy saving technology, and
resonates in spirit, language and materials with
the cars it is intended to showcase. The fully
restored house and workshop provide additional
exhibition space designed by Morgante. Kaplický
wanted to create a sensitive dialogue between the
two exhibition buildings that showed consideration
for Ferrari’s early home and underscored the
importance of the museum as a unified complex
made up of several elements. The height of the
new exhibition building reaches a maximum of 12
metres – the same height as the house – with its
volume expanding below ground level. The glass
façade is curved in plan and tilts at an angle of 12.5
degrees. Each pane is supported by pre-tensioned
steel cables and is able to withstand 40 tonnes of
pressure. The technical specification of these panes
and cables means that greater transparency in the
façade is achieved with maximum functionality. In
the summer months a thermo-sensor activates
the windows in the façade and roof allowing cool
air to circulate. With 50% of the internal volume of
the main exhibition building set below ground level,
geothermal energy is used to heat and cool the
building. It is the first museum building in Italy to
use geothermal energy. The building also employs
photovoltaic technology and water recycling
systems. Visitors entering the new building have
uninterrupted views into the entire exhibition space:
a large, open, white room, where the walls and floor
transition lightly into one another and are perceived
as a single surface. A stretched semi-transparent
membrane spreads light evenly across the roof,
and in combination with the slits running from side
to side which allow air to escape and give a ribbed
effect, recalls the language of a car interior. A gently
sloping ramp gradually leads the visitor around the
building from the ground floor to the basement
level, with display stands designed by Morgante
punctuating the circulation path. These stands lift
the cars 45 centimetres so that they can be viewed
from different angles and appreciated as works of
art rather than objects simply placed in a room. Up
to twenty-one cars can be displayed in this open
space at any one time. Supplementary exhibition
material is displayed in leather cases located along
the perimeter wall. At the bottom of the ramp
and directly below the entrance, an audiovisual
room forms a permanent part of the exhibition. A
flexible teaching space and a conference room with
a carved out opening allowing views up into the
entrance area are located next to it. The two-storey
house and workshop built by Ferrari’s father in the
1830s has been completely refurbished. The main
gallery space is located within what was the double
height workshop. Here Morgante has designed
a contemporary exhibition display system, which
incorporates digital projections, objects owned by
Ferrari, information panels and other material.
The display system was conceived as a largescale vertical book that allows the visitor to read
the different chapters of Ferrari’s life through
various media; a three-dimensional immersive
biography. The system takes the form of a sinuous
wall separated into pages. This organic landscape
stretches through the entire length of the 40 metre
long space and soft, low-level backlighting gently
illuminates both it and the room, making the
space intimate in spite of its size. At the northern
end of the main gallery, in the original house,
two smaller exhibition spaces are located next to
one another. Administrative spaces are situated
directly adjacent to them and on the first floor.
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
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THE NEW ENTERPRISE
Lanuova
Enterprise
5454
A+D+M
A+D+M||MAGAZINE
MAGAZINE||2012
2012||##41
41
IL PROGETTO RACCONTATO
Nuova Sede de La Stampa, Torino, 2012 - project by Progetto CMR, photos by Maurice Carucci, Adriano Bacchella
A delicate balancing act between
ethics and aesthetics
Un delicato esercizio
di equilibrio tra etica
ed estetica
a nuova sede de La Stampa è collocata all’interno di
un palazzo di proprietà Beni Stabili, sito in via Lugaro
a Torino, edificio riqualificato sia internamente che
esternamente da Progetto CMR che ha impiegato tre
differenti team nel progetto, effettuando interventi sia
a livello architettonico che impiantistico. L’intervento
conserva la memoria storica della casa editrice e guarda
al futuro grazie alla predisposizione di sistemi interattivi
adeguati alle urgenze del giornalismo digitale, rivoluzione
oggi più che mai attuale.
Il piano terra ospita due grandi spazi all’insegna dell’assoluta
trasparenza: la redazione nord (1.000 mq) e la redazione
sud (1.300 mq), entrambe progettate con una struttura
circolare, nota come Enterprise per l’analogia con le forme e
L
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
55
l’ipertecnologia della famosa astronave di Star Trek.
Grazie alla predisposizione di un gran numero di
schermi, video interattivi e pannelli, collegati con tutti
i canali informativi, è infatti possibile la condivisione
delle notizie a tutta la redazione, in tempo reale:
«Tutti devono vedere tutto» è stata la missione che
il Direttore Calabresi ha affidato all’arch. Roj e che
il team di Progetto CMR ha trasformato in realtà.
Le linee avvolgenti di queste redazioni concentriche
permettono trasparenza nelle forme e favoriscono
la comunicazione: il risultato è che tutte le postazioni
di lavoro, web compreso, sono concentrate in un
raggio di pochi metri agevolando così il flusso di
informazioni. Questa struttura concentrica, integrata
a livello di illuminazione e di cablaggio, è stata
disegnata e prodotta ad hoc per la redazione de La
Stampa con un importante studio ergonomico e
permette inoltre al Direttore di avere una postazione
di lavoro centrale da cui dirigere in tempo reale la
realizzazione del giornale.
Pensata a livello sensoriale per fornire condizioni
ottimali di illuminazione e acustica, la nuova redazione
è progettata per essere “silenziosa” utilizzando
materiali morbidi e fonoassorbenti a pavimento,
tende tecniche che riducono la diffusione del suono,
e controsoffittature con altezze differenti, in grado di
ottimizzare la diffusione del suono.
Ai lati dei due nuclei centrali, inoltre, sono stati
posizionati quattro “phone boots”: piccoli spazi
insonorizzati, riconoscibili dal colore giallo, in cui
è possibile telefonare o realizzare piccole riunioni
private, senza disturbare i colleghi e che nella forma
ricordano gli “smaterializzatori” della Enterprise.
56
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
Per ciò che riguarda l’illuminazione, la luce
naturale irrompe da ogni lato, soffitto compreso:
la redazione sud è illuminata sfruttando la luce
naturale del grande lucernaio, mentre la luce nella
redazione nord filtra attraverso skylight realizzati
nelle nervature di cemento armato della copertura;
l’utilizzo di vetri extra-chiari di ultimissima
generazione contribuisce inoltre a dare calore a
tutto l’ambiente rendendo lo spazio del giornale
accogliente e ben vivibile. A livello cromatico le
scelte che riguardano gli arredi di design (realizzati
su disegno) e gli allestimenti interni di pareti,
pannelli, controsoffittature e pavimenti vertono sui
toni di bianco, grigio e nero, rimandando in questo
modo alle sfumature della pagina del quotidiano
per lasciare poi spazio ai “colori della cronaca” che
quotidianamente alimenta il giornale.
I corridoi e le zone operative sono allestiti con
pannelli a tutta altezza che ripropongono le prime
pagine a colori delle notizie più famose, inoltre
una grande libreria che custodisce tutto l’archivio
del quotidiano separa l’area tv e radio dal resto
dell’open space. All’interno della nuova redazione
trovano spazio anche bar, ristorante aziendale e
lo Spazio Museo La Stampa, un piccolo museo
aperto al pubblico che celebra i 145 anni di storia
del quotidiano raccogliendo documenti autografi e
macchinari originali d’epoca.
Il risultato di tutto il progetto è un luogo di lavoro
sostenibile anche a livello umano: realizzato pensando
alle esigenze di chi occuperà lo spazio, in termini di
flessibilità, qualità e salute, senza dimenticare il lato
formale."| www.admnetwork.it | follow us on |
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
57
YEAR OF FOUNDATION
1994
ASSOCIATES
Arch. Marco Ferrario
Arch. Antonella Mantica
NO. OF COLLABORATORS
150
CONTACT
Corso Italia, 68
20122 Milano
[email protected]
www.progettocmr.com
www.spaceplanning.it
Progetto CMR
Arch. Massimo Roj
CORE BUSINESS Società specializzata
nella progettazione integrata, nata nel 1994
con l'obiettivo di realizzare un'architettura
flessibile, efficiente ed ecosostenibile. Con
sede centrale a Milano, ha uffici in diverse
città nel mondo: Roma, Atene, Praga,
Istanbul, Pechino, Tianjin, Shanghai, Dubai,
Chennai, Città del Messico e Singapore
ed è partner di EAN - European Architect
Network. La società è strutturata in sei
dipartimenti: architettura, ingegneria,
tecnico normativa, industrial design,
process management, ricerca e sviluppo
che operano in modo integrato. Dal 2010
Progetto CMR è tra i primi 100 studi di
architettura al mondo segnalati da BD
World Architecture Top 100 e “Less ego
more eco”, meno interessi personali
e più obiettivi collettivi, è la filosofia
progettuale della società che dà anche il
titolo all’ultima pubblicazione dedicata alla
sostenibilità, firmata dall’arch. Roj (Editrice
Compositori, 2012).
MAIN PROJECTS
Complesso Via Lugaro, Torino (2012)
Complesso Garibaldi, Milano (2008-2012)
The Glass Building, Milano (2011)
Cisco System, Vimercate, (2010)
Maccaferri, Zola Predosa (2010)
ABI, Milano (2011)
Corti Nuove, Como (2010)
AZIENDE / COMPANIES
pareti mobili in vetro/movable walls windows
Universal Selecta
corpi illuminanti/lighting
Philips
arredi su misura/made to measure furniture
Sacea
climatizzazione/conditioning system
Clivet
58
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
CORE BUSINESS Progetto CMR is a
company specialized in integrated
design, founded in 1994 with the
objective of creating a flexible, efficient
and sustainable architecture. With the
headquarter in Milan, Progetto CMR has
branch offices around the world: Rome,
Athens, Prague, Istanbul, Beijing, Tianjin,
Shanghai, Dubai, Chennai, Mexico City,
Singapore and it is partner of EAN European Architect Network. Progetto
CMR is composed of six interacting
Departments: Architecture, Engineering,
Technical Regulations, Industrial Design,
Process Management, Research &
Development. As reported by BD World
Architecture Top 100, since 2010 Progetto
CMR is among the top 100 architectural
firms in the world. In addition “Less ego
more eco”, is the design philosophy of
the company which is also the title of the
last publication concerning sustainability.
(Editrice Compositori, 2012).
T
he new headquarter of “la Stampa” is located
inside the building owned by Beni Stabili in
Turin, via Lugaro. The building has been fully
refurbished inside and out by Progetto CMR
involving three different teams who worked both
at architectural and engineering level. The project
preserves the historical memory of the publishing
house and looks to the future through the provision
of interactive systems adequate to the needs of
digital journalism, revolution more than ever before.
The ground floor has two large transparent spaces:
the North Editing Office (1,000 sqm) and the South
Editing Office (1,300 sqm), which are both designed
with a circular structure. Thanks to the analogy
with the forms and the technology of the Star Trek’s
famous spaceship it is known as the Enterprise.
Through to the provision of a large number of
screens, video and interactive panels, connected
with all the news channels, it is possible to share
the news with the entire editorial staff, in real time:
"Everyone must see everything" was the mission
that the Director Calabresi entrusted to Arch. Roj
which has been turned into reality by the team of
Progetto CMR.
The enveloping lines of these embracing redactions
allow transparency in the forms and help
communication: all workstations, including web,
are concentrated within a few meters radius, thus
facilitating the flow of information.
This concentric structure, was specifically designed
for La Stampa’s offices through an ergonomic
design and an integrated level of lighting and wiring.
Such structure allows the Director to have a central
workstation in order to supervise in real-time
newspaper realization. Designed on a sensory level
to provide optimal lighting and acoustics, the new
version is designed to be "silent" especially though:
soft and sound absorbing material flooring, special
curtains able to reduce the spread of the sound and
ceiling heights to optimize the diffusion of the sound.
"Phone boots" have been placed on the sides of
the two central cores: small soundproof spaces,
recognizable through the color yellow, where you can
call or make small private meetings.
As for lighting, natural daylight breaks on all sides,
ceiling included: southern editing office is illuminated
thanks to the natural light coming from the large
skylight. The light of the northern editing office
filters trough “skylight”: the use of extra-clear latest
generation glass provides warmth to the environment
making the space of the newspaper welcoming and
livable. Color of design furniture (made ad hoc), and
arrangment of the interior of walls, panels, ceilings
and floors are made in shades of white, gray and
black. Such colors remind of the nuances of the page
of the newspaper to leave space to the "colors of the
news" that every day feeds newspaper.
Even the corridors are equipped with full-height
panels that reproduce news stories. In addition
a large library containing the entire archive of
the daily television and radio separates the area
from the rest of the open space. Inside the new
version, there is also space bar, canteen and the
Space Museum La Stampa, a small museum open
to the public to celebrate the 145-year history of
the newspaper collecting autographs and original
equipment of the time.
The result of the project is a sustainable workplace
at human level too: made with the needs of those
who will occupy the space, in terms of flexibility,
quality and health, not to mention the formal
side.”| www.admnetwork.it | follow us on |
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
59
Torri
VERTICAL VILLAS TOWERS
verticali di Ville
60
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
IL PROGETTO RACCONTATO
Torri Residenziali Royal Garden, Shangai, 2012 - project by Peia Associati, photos by Giampiero Peia
From architecture to final furniture details:
the Italian Made to Measure design
arrives in Shangai
Dall'architettura
al dettaglio d'arredo,
a Shangai arriva il Made
to Measure italiano
L
'area in cui sta sorgendo il grande piano, diviso in tre fasi,
di cui 2 realizzate, si trova a est dell'epicentro di Shanghai,
a 7 kilometri dal Bund, non lontano dallo skidome e da
altri centri sportivi con strutture coperte e palazzetti dello
sport. Un parco e un parco acquatico della stessa Royal Garden,
fanno del luogo una destinazione frequentata soprattutto nei
mesi estivi. La vicinanza di una nuova stazione metro faciliterà
l'accesso di una fascia di acquirenti più giovani con minore
possibilità di investimento soprattutto nella fase 3. Le torri
hanno una struttura in cemento armato che si percepisce solo dai
marcapiani sporgenti che generano una sequenza orizzontale di
linee sporgenti da un involucro unicamente in vetro. Anche le
strutture verticali sono rivestite dallo stesso involucro di vetro di
colore verde scandito dai moduli di serramenti di varie misure,
apparentemente casuali e sempre diverse per ogni piano
contiguo e con alternanza di scatole in vetro a specchio.
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
61
Il programma prevedeva la realizzazione di due
torri residenziali di 20 piani con un piano tipo di 6
appartamenti per 3 diversi tagli per un totale di 120
appartamenti per torre.
Le piante delle torri seguono variazioni dello
schema a Y con vani scala e ascensori nell'incrocio
dei tre rami che ospitano 2 appartamenti simmetrici
l'uno. Lo schema a Y deriva da un diagramma di
ottimizzazione e massima esposizione possibile
al sole sia in estate che in inverno per tutte le
camere da letto. Il Feng Shui, che è un requisito
e una specifica procedura che condiziona
l'approvazione del progetto, e la direzione del vento
prevalente e la resistenza strutturale ai tifoni estivi
(prevalentemente da Nord) hanno determinato
l'orientamento delle Y. Le torri sono liberamente
distribuite all'interno di un parco con grandi alberi,
superfici d'acqua e moderni giardini orientali. Le
autorimesse al disotto dei giardini consentono
di nascondere la circolazione viaria e i parcheggi
delle autovetture. Le 10 torri di Royal Garden 2
usufruiscono delle infrastrutture e dei servizi
realizzati con la fase 1. Insieme alle residenze in
linea e le town houses, la fase 2 ha realizzato una
scuola, un centro sportivo con palestre, piscine e
SPA, una stecca commerciale.
Lo studio Peia Associati sta elaborando il master
62
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
plan della fase 3 che consiste in altre 10 torri
residenziali da 20-25 piani, un hotel - service
apartments, un grande centro commerciale
con cinema e bookshop attorno a una piazzacorte aperta sull'arteria principale. Il Design
minimalista segue un corretto approccio nel
fornire il massimo comfort e praticità senza un
eccessivo e disordinato disegno.
Al Royal Garden gli spazi, gli oggetti, gli elementi
di design minimalista sono stati attentamente
considerati per la loro forma e funzione. Ogni
elemento esiste individualmente, ma fa ancora
parte di un più ampio ambiente integrato.
Il fascino delle alte pagode cinesi, caratterizzate
dalla sequenza verticale di linee orizzontali, ha
guidato la forma e il disegno della facciata. Le
lastre marcate esterne contengono la posizione
casuale di scatole di vetro. Il risultato offre un
design unico, distinto dai blocchi tipici della
Shanghai residenziale.
L'obiettivo è stato quello di permettere
l'individualità di ogni singolo appartamento. Come
da tradizione italiana moderna ci piace chiamare
questo edificio "torre verticale di Ville". Tutti gli
interni delle tre tipologie di appartamenti (sei per
piano) che formano la torre sono stati progettati
nel dettaglio.|www.admnetwork.it | follow us on |
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
63
YEAR OF FOUNDATION
2006
ASSOCIATES
Arch. Marta Nasazzi
CONTACT
Via Giovanni Cadolini, 30
20137 Milano
NO. OF COLLABORATORS
15
[email protected]
www.peiaassociati.it
T
Peia Associati srl
Arch. Giampiero Peia
CORE BUSINESS
Lo studio ha esperienza nella
progettazione di un ampio spettro
di aree tematiche, che vanno dalle
residenze, alle ville private, spazi aperti,
edifici pubblici, impianti sportivi, edifici
commerciali, fabbriche, torri, hotel e
resort, showrooms e stand per fiere. Lo
scopo del lavoro varia dal livello urbano
all'interior design e alla scala della
progettazione del prodotto.
Attraverso numerosi progetti e
realizzazioni ha anche sviluppato una
grande esperienza sul tema della crescita
e ristrutturazione del restauro di edifici
storici e il rapporto difficile, ma esaltante
tra antico e contemporaneo.
MAIN PROJECTS
Le ultime realizzazioni:
L'Hotel Kempinski a Doha, il Padiglione
Oyster su un isola artificiale The Pearl in
Qatar, il piano terra della Torre Alfardan
con spazi commerciali, tra cui lo showroom
BMW, con spa e piscina ai piani 39 e
40. Sede di aziende come Filmmaster,
Inferenzia, Cisal, Getrag, Cuneo e Associati,
il centro sportivo di Salsomaggiore, la
mediateca di Fidenza, Ville in Francia e
in Italia, torri residenziali a Shanghai ,
un complesso di 70 ville residenziali in
Cotonou, Benin, residenze a Milano e
Gallarate, un edificio commerciale ad
Accra, in Ghana, il concept store TAD a
Roma e Milano.
Nuovo Centro Culturale a Corsico, Milano,
con un conference centre per 1000 persone.
Due complessi turistico-residenziali sul
Lago Maggiore.
In India, 150 camere del Radisson Hotel di
Dehradoon e un Eco Resort con 130 camere
in Andaman Island.
CORE BUSINESS
The studio has design expertise about a
wide spectrum of subject areas, ranging
from Residences, Private villas, Open
spaces, Public Buildings, Sports Facilities,
Commercial Buildings, Factories, Towers,
Hotels and Resorts, Retail Showrooms and
Stands for exhibitions. The scope of work
varies from urban level to interior design and
product design scale. Through numerous
projects and achievements he has also
developed a great experience on the issue of
growth and restructuring of the restoration
of historic buildings and the difficult, but
exciting relationship between ancient and
contemporary.
MAIN PROJECTS
Latest achievements/works: The Kempinski
Hotel in Doha, the Oyster Dome in the artificial
island The Pearl in Qatar, The Alfardan Tower’s
podium with commercial spaces including
the home of BMW in Qatar, with spa and
swimming pool on the 39th and 40th floors.
Headquarters of companies like Filmmaster,
Inferenzia, Cisal, Getrag, Cuneo and Associates,
the Sports Center in Salsomaggiore with multisports Arena and home of Salso Maggiore
Football Club, the Public Library of Fidenza,
Villas in France and Italy, residential towers
in Shanghai, a complex of 70 residential villas
in Cotonou, Benin, residential Condominiun
buildings in Milan and Gallarate, a commercial
building in Accra, Ghana, the TAD concept store
in Rome and Milan.
New Cultural Centre in Corsico, Milano,
with a conference centre for 1000 people.
Two tourist and residential complex
on Lake Maggiore.
In India, 150 rooms Radisson Hotel in Dehradoon
and an Eco Resort with 130 rooms is being
implemented in Andaman Island.
AZIENDE / COMPANIES
64
arredi/interior loose furniture
tende/curtains
B&B
Knoll
Living Divani
Marconi arredamenti
Moroso
Poliform
Kvadrat
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
rubinetteria/taps
Cisal
illuminazione/lighting
Artemide
Flos
Foscarini
he area in which, the master plan is developing,
is divided into three phases, of which 2 have
been realized, and is located east of the epicenter
of Shanghai, 7 kilometers from Bund, not far from
the Ski dome (indoor skiing slope) and other sports
center with indoor facilities and sports arenas. A
park and a water park of the same Royal Garden
make the place a popular destination during the
summer months.
The proximity of a new metro station will facilitate
access to a range of young buyers with less variation
in investment capacities, especially in stage 3. While
Phase 1 has ridden the wave of real estate boom in
the year 2005, which had to meet the needs of a new
urban bourgeoisie, phase 2 saw the crisis of 2008 but
survived, thanks to its success with the creation of
the mock-up of the three types of apartments inside
one of the towers, which is not yet finished. The
towers have a concrete structure (Shanghai strict
earthquake standards require specific software
simulations and scale models prior to the approval
of an Institute). The concrete structure is perceived
only by projecting string courses which generate
a horizontal sequence of lines projecting from an
envelope exclusively made in glass. Even the vertical
structures are covered by the envelope of green
colored glass punctuated by the forms of windows
of various sizes, seemingly random and always
different for each floor and adjacent to alternating
boxes of mirror glass.
The program included the construction of two
residential towers of 20 floors with a floor plan of
6 apartments for 3 different types, for a total of 120
apartments per tower. The floor plans of the towers
follow variations of the diagram Y with stairways and
lifts in the intersection of the three branches hosting
two symmetrical apartments each. The scheme Y
is derived from a plot of optimization and maximum
exposure to the sun in summer and in winter for all
bedrooms. Feng Shui, which is a requirement and
a specific procedure that affects the approval of the
project, and the prevailing wind direction and the
structural strength to typhoons in summer (mainly
from the North) have determined the orientation of
Y. The towers are distributed freely in a park with
large trees, water surfaces and modern oriental
gardens. The garages below the gardens allow you
to hide the circulation roads and parking of cars.
The 10 towers of Royal Garden phase 2, benefit from
the facilities and services made with phase 1. Along
with the residences and townhouses line, phase
2 has created a school, a sports center with gym,
swimming pool and spa, a commercial strip.
The studio Peia Associates is currently developing
the phase 3 of the masterplan which consists of
a further 10 residential towers of 20 to 25 floors,
a hotel containing service apartments, a large
shopping center with cinemas and bookshops
around a square courtyard opening on the
principal arterial road.
Minimalist design follows an underestimated
approach in providing maximum comfort and
convenience without excessive design and clutter.
At Royal Garden spaces, objects, things, the
elements of minimalist design have all been
carefully considered for their form and function.
Each element exist individually, yet forms part of a
larger, integrated environment.
The fascination of the high Chinese pagodas,
characterised by vertical sequence of horizontal
lines, drove the shape of the façade.
The marked external slabs contain the haphazard
position of glass boxes. The result provides a unique
design distinguished from the typical shanghai
residential blocks. The target was to afford the
individuality of each single apartment. As per
modern Italian tradition we like to call this building
“Vertical Villas Tower”.
All the interiors of the three typologies of apartments
(six per floor) that form the tower are designed in
extreme details. | www.admnetwork.it | follow us on |
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
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LUXURIOUS CRAFTS ON HIGH ALTITUDES
Artigianatodilusso
in altaquota
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
IL PROGETTO RACCONTATO
Hotel Valentinerhof, Castelrotto (Bz), 2012 - project by noa*, photos courtesy of Herbert Rier, Jakob Maurer, Michael Trocker
When nature transforms
into architecture
Quando la natura
si trasforma
in architettura
L
’albergo è situato nel comune di Castelrotto, vicino
alla nota Alpe di Siusi, ad un’altitudine di ca. 1.200 m.
A conduzione familiare, l'hotel è stato protagonista
di un'importante estensione: una nuova area wellness, una
lobby, un bar e un ristorante, e infine 14 spaziose suite per un
ampliamento totale di 1.100 metri quadri.
Lo scopo del progetto architettonico era quello di sottolineare
e rafforzare l'imponente scenario alpino che lo circonda
inserendo accuratamente volumi concepiti e costruiti nel
paesaggio naturale.
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
67
Per questo motivo l'intermediazione con la tradizione
locale e l'accordo con la natura onnipresente sono
stati fondamentali nell'approccio concettuale.
Il nuovo hotel è diviso in due volumi relativamente
piccoli che formano un’arena orientata a Sud verso
valle, e che si apre a Nord in direzione del vicino
massiccio del Monte Sciliar.
Il contrasto tra l'ampiezza della conca di Bolzano e
l'imponente presenza del Monte Sciliar è riportato
in entrambi i frammenti della costruzione, al fine
di creare un dialogo formale e funzionale con il
paesaggio. Allo stesso tempo, la vista, il panorama
e la silhouette della montagna guidano le linee
architettoniche degli edifici.
La nuova identità dell'Hotel è definita dall'introduzione
dell'area Wellness: qui l'elemento acqua diventa parte
integrante del concetto di architettura. Il rivestimento
in pietra naturale e le cornici in legno vengono riflessi
all'interno degli elementi di vetro a piena altezza,
riflettendo piscina e lago.
La piscina è incorniciata dal legno della facciata e
si estende su tutta l'ala ovest dell'edificio. L'acqua
si riversa su quindici metri lungo il bordo a sfioro,
sfociando verso il basso sul generoso prendisole.
Sauna finlandese, sauna alle erbe, bagno di vapore
e varie sale relax completano la parte nuova
dell'edificio. La sauna finlandese è dotata di una
grande finestra a 270 gradi panoramici.
Le suite sono caratterizzate da una planimetria quasi
quadrata, le vetrate alte permettono il massimo
sfruttamento della luce naturale, illuminando tutti gli
spazi delle camere e dei bagni. Vista la particolare
posizione dei letti, al confine tra interno ed esterno,
gli ospiti hanno la sensazione di dormire all'aperto,
circondati dalle montagne.
Mobili, illuminazione, interior design, architettura e
landscape - ogni elemento è stato concepito e progettato
da noa* secondo una filosofia di progettazione olistica,
derivata da passione, cura per il dettaglio, rispetto per
la tradizione e l’artigianato locale.
L'oggetto più interessante è stato sviluppato in
collaborazione con un mastro vetraio romano e un
designer tedesco: perle in vetro soffiato a bocca,
riempite d' acqua, ciondolano dal soffitto dell’atrio.
Le diverse forme degli elementi in vetro provengono
da pietre naturali trovate nelle aree circostanti e
utilizzate come forme negative.
La leggerezza dell'edificio contrasta con le roccie
imponenti del paesaggio circostante, bilanciando i volumi
e rispondendo all'esigenza di creare un'atmosfera
quieta e in armonia con la calma del panorama alpino.
68
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
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YEAR OF FOUNDATION
2010
CONTACT
Via Sernesi, 34
39100 Bolzano
NO. OF COLLABORATORS
3
[email protected]
www.n-o-a.it
noa* network of architects
Arch. Stefan Rier - Arch. Lukas Rungger
CORE BUSINESS
noa* è l’espressione essenziale di un’etica di
lavoro: un giovane team di architetti e designer,
diretti dai due fondatori Lukas Rungger e
Stefan Rier con sede a Bolzano, esamina ed
esplora metodi di design interdisciplinari, che
si sviluppano e si modificano in continuazione
a seconda delle pretese progettuali. noa* viene
visto come piattaforma per architetti, interior
designer, grafici, stilisti ma anche musicisti e
storici al fine di usufruire in maniera dinamica
di risorse specializzate e competenti nei diversi
campi. La classica professione dell’architetto
viene, di conseguenza, rivisitata e rimpiazzata
da un gruppo di creativi che opera a livello
internazionale in cui l’architetto emerge come
regista. Punto di partenza d'ogni tipologia di
progetto diventa l’analisi del “genius loci” e
il confronto con esso diventa principio della
filosofia progettuale. Il progetto è visto come
percorso di conoscenza, di analisi delle forme,
dei dettagli, dei metodi costruttivi storici e
contemporanei. Il percorso è percepito come
essenza della qualità del progetto nel quale,
attraverso l’analisi della storia della cultura
architettonica, si arriva al confronto tra
tradizione e innovazione.
CORE BUSINESS
noa* is essentially the expression of a
collaborative work-ethos in architecture and
beyond. Teams are mixed temporarily to address
imminent challenges and find innovative
solutions. noa* serves as a stage for architects,
designers of interiors, graphics or fashion... with
the collective aim to use the ressources of field
specialists at its best. The classic profession of
the architect as a consequence gets replaced by
an internationally operative group of creatives
on collaborative grounds: the architect becomes
the main conductor. Exploring the „genius
loci“, analysing the soul of a place, space
or environment, is the recurrent theme that
completes the holistic design philosophy and
methodology. Each project is seen as a learning
process, where a thorough analysis of the „lost
and found“ becomes essential for the design
quality, paired with the attempt of simultaneously
looking back at traditional culture, while looking
forward at contemporary ways of enhancing
modern life.
MAIN PROJECTS
Hotel Valentinerhof, Castelrotto(Bz)
Hotel Panorama, Caldaro (Bz)
Hotel Pinei, Ortisei (Bz)
Hotel Trotzstube, Siusi (Bz)
Villa Messner, Siusi (Bz)
Villa Steinbruch, Renon (Bz)
AZIENDE / COMPANIES
impresa costruttrice/contractor
paesaggio/landscape
Ramoserbau
L.Platter
falegnameria/carpenter
superfici e rivestimenti/surfaces and flooring
Rier
Baucenter Ohg
wellness
serramenti/windows and doors
Onda Plus Gmbh
Tip-Top
impianto ventilazione/ventilation
Hofer Group
70
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
T
he hotel is located in the italian village of
Kastelruth/Castelrotto next to the well-known
Seiser Alm at approx. 1200 meters above sealevel. The
family establishment was enhanced and enlarged with
a new wellness area and a new lobby with attached bar
and restaurant. 14 spacious suites were added to make
the new hotel increased by 1100 square meters.
The aim of the architectural concept was to underline
and reinforce the impressive surrounding alpine
scenery by inserting thoroughly conceived built
volumes into the natural landscape. In doing so
the intermediation with the local tradition and the
accordance with the omnipresent nature was always
crucial to the conceptual approach.
The new hotel extension is divided into two smaller
volumes that form an arena oriented to the Southern
Valley and opens up to the close rock massif of the
nearby Schlern Mountain.
The contrast between the wideness of Bolzano’s basin
and the imposing presence of the Schlern Mountain
is brought back into both fragments of the building in
order to create a formal and functional dialogue. At the
same time the view, the panorama and the mountain
silhouette remain the main focal point.
The hotel achieves a significant attribute to its new
identity through the establishment of the new wellness
area; the element of water becomes integrative part of
the concept of architecture. The natural stone cladding
and wooden frames get reflected inside the full height
glass elements and sink into pool, lake and seascape.
The pool is framed by the façade’s wooden work and
spans over the entire western wing of the building. The
water sloshes over a fifteen-meter long infinity edge,
plashing down onto the generous sundeck. A Finnish
sauna, a Herbal sauna, a Steam Bath and various
relaxation and sleeping rooms complete the eastern
part of the building. The Finnish sauna comes with a
great 270 degree panorama window.
The suites are characterized by almost square floor
plans; the room-high window panels allow a maximum
of natural daylight illuminating all backsides of the
rooms and the bathrooms.
The bed faces towards the valley and every guest can
enjoy the great views right in the morning while waking
up. The guest is supposed to feel like sleeping outdoors
because of the bed’s position right at the border of
exterior and interior space. Furniture, Lighting, Interior
design, Architecture and landscaping - each element was
conceived and designed by noa* with the idea of a holistic
design philosophy, produced with a maximum of passion,
attention to detail, tradition and local craftsmanship.
The most challenging internal feature was the
production of “the soul”, a lighting object that reflects
the human soul. It was developed in collaboration
with a Roman glassblower and a German designer.
Single mouth blown glass beads were filled with
water and dangle down from the ceiling of the
staircase, which is the connection between the new
and the old building - the rooms and the wellness
area. The different forms of the glass elements
come from natural stones that were found in the
surrounding areas and were used as negative forms.
The lightness of the building contrasts the enormous
cliffs of the given landscape and balances the claim
for pleasure and inner calmness. The architecture
aims to highlight the silhouette of the mountainous
landscape and is softly integrated into the fascinating
alpine scenery.
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
71
LIQUID SPACES
Spaziliquidi
72
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
IL PROGETTO RACCONTATO
Nuova sede MIDJ, Cordovado (Pn), 2012 - project by Oxsimoro Architetti & Bradaschia Srl, photos courtesy of MIDJ
Trasparency and dynamism
for a forge where ideas become from
Trasparenza e dinamicità
per una fucina dove
le idee prendono forma
n'ampia sede tutta nuova, situata nel cuore pulsante
del distretto del mobile pordenonese, fiore all'occhiello
della famiglia Vernier. MIDJ, 20.000 mq di superficie,
stabilimento produttivo compreso, di cui 3.200 mq racchiusi in
un parallelepipedo di design suddiviso in due piani, realizzato
con il minimo impatto ambientale e sistemi finalizzati al
risparmio energetico.
U
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
73
L’ingombro, la sagoma dell’edificio era data: un
parallelepipedo con altezze interne predefinite. Così
la disposizione: magazzino al piano terra, uffici e
showroom al livello superiore. Dato anche il sistema
costruttivo: prefabbricazione industriale.
L’idea è stata quella di evidenziare la produzione
da chi percorreva in automobile la viabilità antistante
l’azienda attraverso la realizzazione di ampie vetrate che
consentissero l’esposizione dei prodotti durante l’intero
arco della giornata, illuminandoli la sera.
Un segno verticale, l’elemento contenente il vano
ascensore e le scale, è stato adottato come insegna MIDJ.
L’edificio granitico, solido di colore grigio scuro,
è caratterizzato da una texture dinamica su cui
sono disposte delle luci secondo una geometria
random, ad enfatizzarne la dinamicità e segnalare
la presenza dell’azienda con il buio.
C'era inoltre l'esigenza di dare un’identità ed
un’immagine forte agli uffici ed allo showroom
della nuova sede di MIDJ. L’idea era di creare
uno spazio liquido, dove per liquido s’intende un
ambiente trasparente, privo di ostacoli, all’interno
del quale la “fluidità” ne è l’essenza stessa: libertà
74
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
di movimento, percezione a 360 gradi dello spazio
da ogni punto, morbidezza e continuità dei percorsi
immersi in un’atmosfera rarefatta.
L’impluvium è il cardine che snoda la zona ‘chiara’
da quella ‘scura’: l’ingresso, gli uffici, la cucina,
appartenenti alla prima, e la sala mostre al negativo.
Questo spazio ‘a cielo aperto’ garantisce un flusso di
luce naturale nel centro del volume ed accoglie con
il suo gioco di sedute immerse nel verde. È una sorta
di giardino sospeso, luogo di riflessione, di piacere e
occasione di pausa dalle normali attività lavorative.
Gli uffici, completamente bianchi, sono pensati al
contrario: le grandi aree di lavoro collettive sono
in open-air e occupano le intercapedini di risulta
dalle ‘stanze’ di vetro che proteggono e conservano
l’intimità della conversazione. Queste scatole
‘morbide’ di vetro sembrano mantenersi in superficie
e gli arredi un’estrusione del pavimento.
La luce artificiale è studiata in modo da sembrare
naturale ed è diffusa ovunque a compensare la
luce perimetrale possibile. Nella zona espositiva
l’illuminazione è enfatizzata, volutamente
teatrale, tale da permettere l’identificazione
immediata delle aree di prodotto. Lo showroom
color antracite è un unico spazio dove il sistema
espositivo deve cambiare e modificarsi. I grandi
cilindri nomadi consentono di giocare di continuo
con le collezioni esposte. Una parete morbida,
rossa e trasparente, distingue e separa le sedie
storiche dell’azienda.
I punti d’incontro e di sosta si susseguono lungo
il percorso: la reception di accoglienza, la ‘piazza
rossa’, area d’attesa degli uffici, la cucina, con
tavolone in teak e fuochi a vista e la stanza degli
oblò per i bimbi. Gli oblò ritornano anche nel ponte
rosso sospeso che immette al piano, inquadrando
dall’alto viste obbligate degli esterni.
La ricerca della nuova immagine MIDJ si conclude
con l’intervento sull’accesso a terra dell’edificio.
La torre rossa delle scale, che galleggia in una
grande vasca anch’essa rossa, nasconde il portone
d’ingresso, sempre in teak come la doppia passerella
a pelo d’acqua che la circonda. Un pioppo bianco, per
contrapporsi al volume nero dell’edificio, emerge
dalla vasca e come nume tutelare lo protegge.
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
75
YEAR OF FOUNDATION
1987 Studio Bradaschia
1996 Studio Bradaschia Srl
YEAR OF FOUNDATION
1996
ASSOCIATES
Enrico Sello
NO. OF COLLABORATORS
6
NO. OF COLLABORATORS
4
CONTACT
Via Ponchielli, 3
34122 Trieste
[email protected]
www.studiobradaschia.it
CONTACT
Via Mercato Vecchio 4 - 33100 Udine
[email protected]
www.oxsimoro.it
Oxsimoro Architetti
Studio Bradaschia Srl
Arch. Nicola Nanut
Arch. Silvia Pedron
Arch. Maurizio Bradaschia
CORE BUSINESS La ricerca dello Studio
segue la direzione di una progettazione
dello spazio dove tutte le opposizioni siano
cancellate, dove il volume, sia esso piegato,
scavato, flesso, torto, acquisti nuovi significati
ed inneschi nuove percezioni. La comprensione
dello spazio non può transigere dal contatto con
i luoghi di appartenenza, con la materia di cui
sono fatti, con la luce che li contraddistingue,
creando atmosfere, passioni, memoria,
stimolando vista e tatto, ricordando sempre che
non vi è valore nell'architettura che prescinda
dall'esperienza sensoriale.
The research of the studio follows the
direction of planning spaces where all
opposition is cancelled, where volume,
whether it is bent, dug, stretched or wrong,
acquires new meaning and triggers new
perceptions. Comprehension of space
may not be separated from contact with
the areas of belonging, from the material
of which they are made, with the light
that distinguishes them, thus creating
atmosphere, passion, memory, stimulating
sight and touch, always remembering that
there is no value in architecture that has
no sensorial experience.
MAIN PROJECTS
Hotel “Alla Spiaggia”, Grado, 2000
Cantina Livio Felluga, Brazzano di
Cormons, 2001-2002
Cantina e ristorante “Al Parco”, Buttrio, 2002
Villa Schneider, Cassacco, 2004-2008
Negozio “Stilmoda”, Lignano, 2008-2009
Ristorante 372°, Grado, 2008
Uffici e showroom “Midj”, Cordovado, 2011
Uffici e showroom “Fiorirà un giardino”,
Buttrio, 2011
Lounge Bar “Zinku”, Tirana, 2012
CORE BUSINESS Maurizio Bradaschia (Trieste,
1962) si laurea in Architettura presso l'IUAV nel
1987. Consegue il Dottorato di Ricerca presso
l'Univ. "La Sapienza" di Roma, è prof. ass. di
Design e Prog. Tecnol. dell’Archit. a Trieste, dove
insegna presso le Fac. di Archit. e di Ingegn.
È fondatore e Dir. della rivista internaz. di
Architettura, Arte, Comunicazione e Design "Il
Progetto". È autore di oltre 340 pubbl. scientifiche.
Ha partecipato alle Biennali di Archit. di Venezia
del 2000, del 2004 e del 2010 e alla Mostra "Dal
futurismo al futuro possibile nell'architettura
italiana" in occasione delle manifestazioni per
Italia in Giappone 2001. È advisor per la Medaglia
d’Oro all’architettura italiana presso la Triennale di
Milano. È stato assessore alla pianificaz. territ. del
Comune di Trieste.
Maurizio Bradaschia (Trieste, 1962) earned his
degree in Architecture at the IUAV in 1987. He
received a Doctoral degree at the Sapienza Univ. of
Rome and is Ass. Prof. of Design and Techn. Plann.
of Archit. in Trieste, where he teaches at the Faculty
of Archit. and Engin. He is the founder and dir. of the
int. magazine Architecture, Art, Communication and
Design, “Il Progetto”. He is the author of over 340
scientific public. He has participated in the Venice
Archit. Biennale in 2000, 2004 and 2010, as well as
in the exhibition “From Futurism to the Possible
Future in Italian Architecture” on the occasion of
fairs on Italy in Japan 2001. He is also advisor for the
Gold Medal (Medaglia d’Oro) of Italian architecture
at the Milan Triennale. He has been Territ. Plann.
Commissioner for the City of Trieste.
MAIN PROJECTS
Master Plan di Trieste Expo, 2008
Progetto Tergeste, Urban PIC Italia
Municipio di Sgonico (Ts)
Centro Audi Porsche VW a Trieste
Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Trieste
AZIENDE / COMPANIES
76
sistemi prefabbricati/prefabricated buildings
decorazioni pareti/wall decoration
Zanette
Arreghini
sistemi di riscaldamento/heating systems
ascensori/lifts
Termoidraulica Nosella
Kone
impianti elettrici/electrical systems
soluzioni software/software solutions
BZB
Nova
rivestimenti/wallboard
sistemi d'illuminazione/illumination systems
GS
Viabizzuno
verde/nurseries
serramenti/doors and windows
Vivai Barbazza
PBL
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
A
n ample, all-new chair situated in the pulsing
heart of the Chair District of Pordenone,
the crowning jewel of the Vernier family. MIDJ,
20,000 square metres of surface area, including
the production area, of which 3,200 of enclosed
in a specially-designed parallelepiped divided into
two floors, produced with minimal environmental
impact and systems aimed at energy savings.
The shape of the building has been mentioned: a
parallelepiped with pre-defined interior heights.
The arrangement is laid out thusly: warehouse at
the ground floor and offices and showroom at the
upper floor. The construction system is also given
here: industrial pre-fabrication. The idea was to
exploit the ample shop windows of irregular height
on the street front to create a sort of showroom of
products that, when illuminated, might be visible to
people passing by also in the evening. As a vertical
sign, the element containing the lift cabin and the
stairs has been adopted as the MIDJ sign. Coloured
red, it was destined to hold, in a most visible fashion,
the name of the company in white-coloured capital
letters. The granite edifice, solid, with its dark
grey colour, is characterised by a dynamic texture
on which lights have been arranged in a random
pattern, to emphasise the dynamism and reduce
the geometric effect.
In the open spaces and showrooms there was
a need to construct a strong identity and image.
It was therefore chosen to create a liquid space,
without obstacles, to reflect that “fluidness” and
“transparency” expressly requested by the client:
liberty of movement, the 360-degree perception of
space from all points, softness and continuity of the
pathways immersed in a rarefied atmosphere.
The impluvium is the key that winds along and
separates the “light” zone from the “dark” zone:
entrance, offices and kitchen belonging to the
former, and showrooms in the negative. This
“open-air” space guarantees a flow of natural light
into the centre of the volume and welcomes with
its play of chairs immersed in green. It is a sort of
suspended garden, a place for reflection, pleasure
and an occasion to rest from normal work activities.
The offices, completely white, are conceived of in
a contrary fashion: the large areas for collective
work are open-air and occupy the cavities that
result from the glass ‘rooms’ that protect and
preserve the privacy of conversation. These “soft”
glass boxes seem to maintain in their surface area
and furnishings an extrusion of the flooring. The artificial light
has been carefully studied to seem natural and is positioned
everywhere to compensate the possible perimeter light. In the
exhibition area the illumination is emphasised, intentionally
theatrical, so as to permit immediate identification of the
product areas. The showroom with its anthracite colour is
a single space where the exhibition system requires change
and modification. The large nomadic cylinders permit a
continuous play with the collections on exhibit. A soft wall,
red and transparent, distinguishes and separates the historic
chairs of the company.
The meeting and rest areas alternate along the pathway: the
welcome reception area, ‘red square’, a waiting area for the
offices, the kitchen, with a large table in teak and open flames
and the porthole room for children. The portholes theme
returns also in the red suspended bridge that leads up to the
floor, offering obligatory outdoor panoramas from upon high.
The search for a new MIDJ image concludes with the ground
access area of the edifice. The red tower of the stairs that floats
in a large tank that is also red hides the entrance door, also
in teak wood, just like the double walkway on the water that
surrounds it. | www.admnetwork.it | follow us on |
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
77
Project
Sunny Valley
Location
Miass, Russia
anteprime
Designed by
Metrogramma
In Russia il primo villaggio “smart e sostenibile”
In Russia the first “smart and sustainable” village
Collocato nella regione degli Urali del sud, The Sunny Valley Ski Resort
è uno dei complessi sportivi in più rapida crescita di tutta la Russia.
Located in the southern Urals, The Sunny Ski Valley Resort is one of the fastest growing sports complex of whole Russia.
Il progetto collocato nella regione
degli Urali del sud, The Sunny Valley
Ski Resort è uno dei complessi
sportivi in più rapida crescita di
tutta la Russia. Coniuga obiettivi di
sviluppo degli investitori locali con
valori di salvaguardia dell’ambiente
e del paesaggio circostante. L’intero
complesso è stato progettato sin dalle
fase iniziali utilizzando parametri e
criteri di sostenibilità urbanistica.
Sunny Valley è una nuova stazione
turistica invernale ed estetica nel
centro della Russia, immaginata per
diventare il primo villaggio “smart e
sostenibile” di questa area geografica.
Nessuna macchina e mobilità dolce
per muoversi prevalentemente a piedi,
in bici o con un mezzo pubblico che
collega tutti i luoghi principali della
stazione. Lo schema generale del
Masterplan commissionato allo studio
Metrogramma di Milano prevede:
- implementazione del polo
sciistico esistente con la
costruzione di 6 nuovi impianti
di risalita e la realizzazione di
nuove strutture ricettive e di
‘entertainment’ connesse;
- un “Villaggio dello sport” con uno
stadio di hockey da 2000/3000 posti,
uno stadio di calcio da 500 posti,
campi da tennis e skate park;
- la pianificazione di 6 nuovi nuclei
residenziali (cottage mono e
bi-famigliari, residence e condomini)
per un totale di 150.000 mq di SLP;
- la progettazione architettonica
definitiva del nuovo centro urbano,
il “Sunny Valley Village Center”,
che diventerà punto di riferimento
funzionale per l’intera area e
sarà dotato di: uno ski center, 2
hotel, servizi dedicati all’intero
comparto abitato, un primo nucleo
residenziale, strutture ludiche e
commerciali per un totale di 37.700
mq di SLP.
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78
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
The project combines development
objectives of local investors with
values of safeguard of environment
and landscape. The entire complex
was designed right from the initial
phases by using parameters and
criteria of urban sustainability.
Sunny Valley is a new tourist winter
and summer resort in the center of
Russia, envisioned to become the
first "smart and sustainable" village
in this geographical area. No cars
and soft mobility characterize the
area where you will be able to move
around on foot, by bicycle or using
public means of transport which
connect all major places.
The general scheme of the
master-plan commissioned to
Metrogramma Milan provides:
- the implementation of the existing
ski system with the construction
of 6 new chair-lifts and of new
hotels and related entertainment
structures;
- a sports village with a 2,000/3,000seat hockey stadium, a 500-seat
football stadium, tennis courts and
a skate park;
- the planning of 6 new residential
units (single and two-family
cottages, apartments and
condominiums) for a total of 150,000
square meters of GFA;
- the final architectural project,
comprising the urban development
of a new center, the "Sunny Valley
Village Center" as a functional
reference point for the entire area,
provided with a ski center, 2 hotels,
new services intended for the new
residential centre, a first residential
nucleus and commercial and
entertainment structures for a total
of 37,700 square meters of GFA.
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Project
Stazione elettrica Terna
Location
Capri (Na)
Naturali geometrie
Natural geometries
Un’architettura che interpreta l’ambiente
e dona dignità estetica al complesso tecnologico.
An architecture that interprets the environmet and gives aesthetic dignity to the technological complex.
La stazione ha uno sviluppo
a spirale determinato da un
percorso pubblico a rampa
con viste a 360° sulla valle. La
passeggiata educativa/esplicativa
termina con una balconata
panoramica dove si possono
riconoscere il Rocciamelone e la
Sacra di San Michele, simbolo
della regione Piemonte.
La stazione si caratterizza per
non avere una facciata principale.
La copertura riprende il motivo
dei tetti in pietra della Valle di
Susa, reinterpretandolo in chiave
contemporanea attraverso una
“pelle” tecnologica in metallo
che richiama la trama del tetto
tradizionale a lose. Essa gioca un
ruolo di grande captatore solare
che trasforma o devia l’energia
captata. La facciata Sud-Est e gli
skylights di copertura permettono
la creazione di un’illuminazione
naturale durante tutta la giornata.
Sono state inserite tecnologie
all’avanguardia per ottenere
risparmio energetico e produzione
di energie pulite.
Un grande spazio coperto collega
a quello coperto la stazione
della linea storica e quella della
Nuova Linea Torino-Lione. Il
tema dell’intescambio tra mezzi
di trasporto viene trattato con
estrema attenzione, soprattutto
per agevolare il confort dei
passeggeri per i quali vengono
ideati percorsi al coperto.
La principale zona taxi, fermata
autobus e fermata veloce per
auto è situata al di sotto della
grande copertura, tra le due
stazioni. I viaggiatori che dovranno
passare da una linea all’altra
attraverseranno il portico con vista
sul nuovo parco che accoglie le
attrezzature sportive.
In 2011, TERNA, the Italian
national electricity grid operator,
announced an invited competition
for the architectural design of a
new substation to be built on the
island of Capri. The substation
will enable the island to have a
direct connection to the national
grid through a submarine cable.
The project poses an exceptional
challenge both for its technical
requirements and for its impact on
the landscape and environment. FDG
won the competition with a project
that interprets the environment
by having the facility relate with
its surroundings through its
architectural personality and quality.
It gives a contemporary feel to the
extraordinary features of the site and
instils a counterpoint relationship
with the landscape. Limestone Steps
and Mediterranean Vegetation: The
project takes its inspiration from the
natural features of the area. The
layout of the substation follows the
design of the topography of the land,
the limestone steps that rise from
Marina Grande become retaining
walls or a part of buildings, while
the vegetation sprouts out of empty
spaces thereby reducing visual
impact. The shapes and colours
are taken from the area and are
reinterpreted in the materials and
details so as to keep the same
richness and vibration of light. The
choice to use the colours of the site
makes the visual impact of the facility
“sweeter” and more integrated. The
goal of the architecture proposed
for the substation is to change the
image of the facility’s systems and
technology and give it a different
aesthetic dignity. A new “heart”
that is sensitive to the landscape
while providing power to the entire
island of Capri.
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anteprime
Designed by
Frigerio Design Group
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
79
Text edited by Paola Ferrario
Terri Pecora
Poliedrica avanguardia
Quando il design ricerca l'essenzialità.
← Dondolo, Plinio il Giovane, 1997
Terri Pecora
Versatile Vanguard
When design searches for essentiality.
80
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
DESIGNER
“Sono minimalista, e amo il "nuovo". I progetti 'rivisitati'
non mi piacciono.” Terri Pecora
Influenzata dalla grandiosità del movimento di
Memphis e dal "savoir faire" delle realtà produttive
italiane, la californiana Terri Pecora si trasferisce
nel nostro Paese alla fine degli anni Ottanta. Il suo
approccio al mondo del design avviene alla Domus
Academy dove frequenta il Master in Product Design.
Dal suo studio milanese, fondato nel 1991, firma
progetti innovativi e mai ripetitivi in cui il minimalismo
detta legge.
Da Los Angeles sei approdata a Milano.
Come mai hai deciso di trasferirti in Italia?
Ho cominciato a disegnare mobili a Los Angeles:
era la mia grande passione e l'Italia rappresentava il
posto ideale dove coltivarla. Ho avuto la fortuna che
un mio specchio sia stato notato da un importatore
di mobili nella galleria d'arte per cui l'avevo disegnato.
È rimasto colpito e mi ha suggerito di mandare alcuni
bozzetti alla Bieffe Plast. Da lì è partito tutto...
Durante il tuo percorso formativo hai avuto
l'opportunità di conoscere Ettore Sottsass.
Cosa ti ha trasmesso questo grande maestro?
Sì, ho avuto la fortuna di incontrarlo e il suo lavoro
è stato determinante per il mio trasferimento
in Italia. Ammiravo il movimento Memphis e
ho cominciato a progettare mobili spinta da
quell'incredibile progetto.
Qual è l'approccio creativo che caratterizza i tuoi
progetti?
Mi piace iniziare ogni progetto con un "brief", cercando
di creare prodotti che nascano da un "bisogno" o da
"qualcosa che non c'è". Fondamentale è anche la
ricerca in altri settori, come per esempio la moda e
l'arte. Sono minimalista, e amo il "nuovo". I progetti
“rivisitati” non mi piacciono.
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
81
↑ Dall'alto: Silhouette, 1994; L.A. Eyeworks, 1986; Esprit, 1988
↑ Dall'alto: Persol, 1992; Silhouette, 1994; Silhouette, 1994
Ti sei occupata del design di diversi prodotti: il tuo processo creativo
muta in base al settore in cui lavori?
Il processo è sempre sempre lo stesso: analisi del problema, ricerca, idee e
sviluppo tecnico.
Hai disegnato occhiali per alcuni marchi famosi...Come è stata la tua
esperienza nel mondo delle montature?
Molto bella! Disegnare occhiali è un perfetto mix fra product design e moda.
Ho disegnato il mio primo paio per L.A. Eyeworks, un marchio di nicchia. Ero
talmente affascinata dell'oggetto-occhiale che ho chiesto alle titolari se avessi
potuto provare a disegnarlo. Mi hanno illustrato un paio di regole tecniche, e ho
iniziato! Da lì, e tramite Sottsass (che era art director di Esprit), ho disegnato
occhiali per Esprit, poi per Persol, Silhouette, Adidas e altri.
Sei direttore artistico di Simas, una delle aziende italiane leader nel
settore della ceramica sanitaria. Un sodalizio che ti ha permesso di
esplorare la materia ceramica e di sperimentarla. Ci racconteresti
questo tuo percorso?
Collaboro con Simas dal 1995. È un lavoro di squadra che coinvolge il mio
studio e molte persone dell'Azienda. Abbiamo iniziato con la linea 'Luna'
e, poco a poco, sono stata coinvolta nella cura dell'immagine aziendale a
360°. Lavoro a stretto contatto con la direzione commerciale, rispondendo
il più possibile alle loro esigenze di mercato, sempre però tenendo presente
↓ Sleeping bag, Plumcake Kids, 1997
82
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
↑ New Geometry, M&Z Rubinetterie, 2010
l'imprescindibile elemento della creatività. Poi, ovviamente, insieme
all'ufficio tecnico cerchiamo di realizzare prodotti che rispondano ai
requisiti necessari per essere conformi alla certificazione. Dopo questo step
subentrano la progettazione del prodotto e la comunicazione attraverso
immagini.
Un grafismo lineare caratterizza alcuni tuoi progetti: da dove nasce
questa scelta?
Nel 2005 con Simas abbiamo creato 'Impronte', una collezione di pellicole “da
cuocere” sui sanitari. L'idea ha preso spunto da un'esigenza di alcuni produttori
di piatti che ci avevano chiesto qualcosa di innovativo per stimolare le vendite…
Nel 2011 hai partecipato alla mostra Ceramics of Italy ‘Metamorfosi’
con il progetto Indian Mood per Simas...
Il tema era stato imposto dai curatori della mostra e oltre alla 'metamorfosi',
ci hanno chiesto di scegliere un paese di riferimento. Ho optato per l'India
sviluppando il progetto con l'artista Nuala Goodman. Abbiamo “vestito” la
collezione E-Line e l'ispirazione è nata guardando i pezzi impilati in fabbrica
che creavano quasi delle sculture. Abbiamo poi decorato i pezzi con le stesse
decalcomanie utilizzate per 'Impronte' e con 'Flock', un materiale che usa
spesso Nuala. Il risultato? Pezzi coloratissimi, gioiosi ed inediti.
Quale direzione prenderà la tua progettualità nel prossimo futuro?
È un segreto! | www.admnetwork.it | follow us on |
↓ Impronte Special Edition, Simas, 2009
↓ Portaciuccio, Viceversa, 2003
DESIGNER
“I am minimalist, and I love “new”. I don’t like “revised” projects”.
Terri Pecora
Influenced by the magnificence of the Memphis movement and by the
Italian productive realities savoir faire, Californian Terri Pecora moves
to our country at the end of the Eighties. Her approach to the design
world happens at the Domus Academy where she goes around with the
Master in Product Design. From her Studio in Milan, founded in 1991,
she signs innovative and never repetitive projects where minimalism
lays down the law.
From Los Angeles you arrived in Milan.
Why did you decide to move to Italy?
I started drawing furniture in Los Angeles: it was my great passion and
Italy represented the ideal place where to cultivate it. I had the luck that
a mirror of mine had been noticed by a furniture importer in the art
gallery I had drawn it for. He was impressed by it and he suggested me
to send some sketches to Bieffe Plast. That’s where it all got started...
During your formative journey you had the chance to meet Ettore
Sottsass. What did this great master passed to you?
Yes, I had the luck to meet him and his work has been determinant for
my moving to Italy. I admired the Memphis movement and I started
designing furniture pushed by that incredible project.
What is the creative approach that characterizes your projects?
I like starting every project with a “brief”, trying to create products that
come from a “need” or “something that does not exist”. Fundamental is
also the research in other fields such as for example fashion and art. I
am minimalist, and I love “new”. I don’t like “revised” projects.
You dealt with the design of different products: does your creative
process change according to the field you are working on?
The process is always the same: problem analysis, research, ideas and
technical development.
You designed glasses for some famous brands…How was your
experience in the frames world?
Very nice! Designing glasses is a perfect mix between product and
fashion. I designed my first pair for L.A. Eyeworks, a niche brand. I was
totally fascinated by the glass-object that I asked the owners if I could try
to design it. They explained me a few technical rules and then I started!
From there, and thanks to Sottsass (who was Esprit’s art director), I
designed glasses for Esprit, Persol, Silhouette, Adidas and others.
You are Simas art director, one of the Italian leading companies in
sanitary ceramic. An association that allowed you to explore the
ceramic material and experiment it. Would you please tell us about
this journey of yours?
I have been working with Simas since 1995. It’s a team work that involves
my studio and many people from the company. We started with the
“Luna” (“Moon”) line and, step by step, I was involved in the company
image management at 360°. I work very closely with the commercial
management, answering their exigencies as much as possible but
always keeping in mind the indispensable element of creativity. Then,
obviously, together with the technical department we try to realize
products that can be in accordance with the certification. After this step it
is up to the product design and the communication through images.
A linear graphism characterizes some of your projects: where
does this choice come from?
In 2005 with Simas we created “Traces” (”Impronte”), a collection of
tapes “to cook” on fixtures. The idea came from an exigency of some
plates' producers that had asked us for something innovative to
stimulate sales…
In 2011 you took part to the exhibition Ceramics of Italy
“Metamorphose” with the project Indian Mood for Simas...
The theme was imposed by the exhibitions curators and apart from
“metamorphose”, they asked us to choose a reference “country”. I
decided for India developing the project with the artist Nuala Goodman.
We “dressed” the E-line collection and the inspiration arrived watching
the pieces doubled into the factory that seemed to create a sculpture.
We have then decorated the pieces with the same decalcomanias used
for “Traces” and “Flock”, a material that Nuala often uses. The result?
Very coloured, joyful and fresh pieces.
Which direction will your design take in the near future?
It’s a secret!
↑ Degradè, Simas, 2012
↓ Nashville, Cinova, 2011
↓ Indian Mood, Simas, 2011
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
83
MATERIALI
Avanguardia
nella continuità
Vanguard in continuity
Text by
Simonetta Pegorari
Photos by courtesy of
Benthem Crouwel Architects
Mr. Jannes Linders, Rotterdam
Teijin Aramid
I compositi vincono la
sfida progettuale per
il nuovo Museo di Arte
Moderna Stedelijk
Composite materials win the
project challenge for the New
Stedelijk Museum
of Modern Art
84
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
Il Museo di Arte Moderna
Stedelijk è stato costruito nel
1895 su progetto dell’Architetto A.W.
Weismann. Nel 2004, la Municipalità di
Amsterdam ha deciso che era tempo di
restaurarlo e di aggiungere una nuova
ala di due piani fuori terra, dedicata alle
esposizioni temporanee, con biblioteca
e uffici da affiancare alla vecchia
costruzione. È stato scelto il progetto dello
Studio di architettura Benthem Crouwel
di Amsterdam. La sfida era notevole:
come affiancare una nuova costruzione a
un edificio storico costruito nell’elaborato
stile neo-rinascimentale di moda
all'epoca? Lo studio Benthem Crouwel
ha pensato che la soluzione migliore per
rispettare l’antico museo fosse realizzare
un edificio dotato di una sua unicità che
non cercasse di conformarsi o fondersi
con la costruzione esistente ma che
fosse in totale contrapposizione con essa,
pur essendone perfettamente integrato.
Il nuovo museo è stato inaugurato nel
settembre scorso ed è stato subito
soprannominato “la vasca da bagno” a
causa del suo aspetto liscio, bianco,
dalle linee arrotondate.
L’edificio appare come un grande oggetto
oblungo, bianchissimo e liscio, con
una estremità rialzata supportata da
colonne pure bianche. Per i progettisti era
essenziale che la facciata apparisse come
una superficie bianca, lucida e continua,
ma con i normali pannelli utilizzati
in edilizia non è possibile ottenere il
risultato desiderato quando si parla di una
lunghezza di 100 metri per 25 di larghezza.
La soluzione si poteva trovare in un
materiale non tradizionale. Lo Studio
Benthem Crouwel si è rivolto a Solico,
una società di ingegneria che, grazie
alla grande esperienza nel settore
dei materiali leggeri, ha consigliato il
composito come unico materiale capace
di resistere alle sollecitazioni termiche
e all’azione deformante del vento. Si
dovevano costruire 271 pannelli (il
più grande di 15x3.50 m) da montare
in facciata. I pannelli sono costituiti
da laminati compositi, rinforzati con
fibra Twaron prodotta da Teijin. La
fibra pesa solo 27 kg/mq, meno della
metà di una normale facciata, è cinque
volte più forte dell’acciaio, resiste al
fuoco e non si deforma perché, mentre
la resina si espande all'aumentare
della temperatura, entrambe le fibre
di aramide e di carbonio Tenax si
contraggono effettivamente a causa del
loro coefficiente di espansione termica
longitudinale negativo.
La costruzione dei pannelli è stata
affidata a Holland Composites, una
azienda olandese che ha iniziato
costruendo yacht di grandi dimensioni
e quindi ben conosce le problematiche
poste dalla richiesta di grandi superfici
← ↑ Stedelijk Museum
of Modern Art, Amsterdam
→ Schema grafico strutturale del materiale
composito utilizzato per realizzare i pannelli
Graphical representation of the composite sandwich
construction, used to produce the panels
↓ Montaggio dei pannelli
Mounting the panels
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
85
↓ → Stedelijk Museum
of Modern Art, Amsterdam
Viste degli interni / Internal views
perfettamente lisce e lucide. I pannelli
sono stati costruiti con una tecnica
detta “per stampaggio con iniezione a
vuoto”, utilizzando i tessuti unidirezionali
para-aramide Twaron, a base di fibre
rinforzate Tenax, la schiuma PIR e resina
poliestere. L’uso di queste fibre per lo
Stedelijk Museum apre nuovi orizzonti
per la loro applicazione in architettura.
Da molti anni la fibra Twaron è utilizzata
per le auto, le barche e gli aerei ma
questa è la prima volta che è stata
utilizzata in architettura insieme a Tenax.
Una volta che la resina si è indurita, le
fibre impregnate e la schiuma si sono
trasformate in una struttura rigida
e durevole nel tempo dotata di una
superficie perfettamente piana. A questo
punto i pannelli sono stati pronti per il
montaggio allo scheletro d’acciaio della
facciata con l’aiuto di 1.100 supporti in
acciaio. Se soltanto un pannello fosse
stato posto anche a un solo millimetro
dalla posizione assegnata, la facciata
sarebbe risultata tutta deformata. Dopo
il montaggio si è intonacata e sabbiata
tutta la superficie per prepararla
alla verniciatura finale. Si dovevano
evitare segni di interruzione, quindi
tutto il processo di verniciatura di 100
metri doveva avvenire in una volta
86
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
sola! Qui è venuta in aiuto l’esperienza
dei verniciatori di Holland Composites
con gli yacht di grandi dimensioni.
Sono stati installati dei dispositivi di
spruzzatura su tre livelli (uno sopra
l’altro) su piattaforme aeree mobili che,
muovendosi in perfetta sincronia le
une con le altre, hanno completato la
verniciatura senza soluzione di continuità.
L’edificio completato è ovviamente
totalmente diverso dalla struttura
originale ma mantiene le stesse
dimensioni dell’antico museo e ne è
direttamente collegato a tutti i piani. I
due edifici sono completamente integrati
senza che l’estetica di nessuno dei due
ne sia compromessa. Dice l’architetto
Mels Crouwel: “Il nostro punto di
partenza è stato il Museo Stedelijk
di Willem Sandberg, il direttore del
museo che lo ha fatto diventare di fama
internazionale. Egli aveva eliminato
tutte le decorazioni interne e lo aveva
dipinto di bianco creando così uno sfondo
neutro per le opere d’arte. Il nostro
progetto per l’esterno è basato sulla
conservazione dell’architettura del
19° secolo aggiungendo la tecnologia
del 21° e dipingendo tutto con il bianco
di Sandberg”.
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
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87
↑ Stedelijk Museum
of Modern Art, Amsterdam
Viste degli esterni / External views
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
Stedelijk Museum of Modern Art was built in
1895 on a project by Architect A.W. Weismann.
In 2004, Amsterdam Municipality decided that
it was time to restore it and add two new floors
over the ground wing, dedicated to temporary
exhibitions, with a library and offices to be put
beside the old building. It was chosen the project
by the Benthem Crouwel Architecture Studio in
Amsterdam. The challenge was remarkable:
how to place side by side a new building to a
historical building built in the elaborated neorenaissance style, in fashion at that time?
Benthem Crouwel studio thought that the best
solution to respect the old museum was to realize
a building equipped with an own uniqueness that
did not try to conform or melt with the existing
building but that was in total contrast with it,
although being perfectly integrated with it.
The new museum was inaugurated last
September and it was immediately nicknamed
“the bath tub” because of its smooth, white and
with rounded lines aspect.
The building looks like a big oblong object,
sparkling white and smooth, with a raised end
supported by pure white columns.
To the designers it was essential that the façade
would appear like a shiny, white and continuous
surface, unfortunately, with the normal panels
used in building industry it is not possible to
obtain the desired result when you talk about a
100 metres length and 25 metres width!
The solution could be found in a non-traditional
material. Benthem Crouwel Studio addressed
to Solico, an engineering society that, thanks to
its great experience in light materials field, has
suggested the composite as the only material
able to resist to thermal solicitations and to
wind deforming action. There were 271 panels
to be built (the biggest one was 15 x 3.50 metres)
and to be mounted on the façade. The panels
are composed by composite rolled sections,
strengthened with Twaron fibre produced by
Teijin. The fibre weights only 27 kg/square metre,
less than the half of a normal façade, and
it is five times stronger than steel, it resists
to fire and it does not deform since, while
resin expands with temperature increasing,
both aramid and Tenax carbon fibres contract
actually because of their negative coefficient of
longitudinal thermal expansion.
The panel building has been commissioned to
Holland Composites, a Dutch company that,
having begun building big dimensions yachts
was perfectly aware of the problems to face with
the request for big smooth and shiny surfaces.
The panels have been built with a technique
called “vacuum injection molding”, using the
unidirectional para-aramid fabrics by Twaron,
based on reinforced Tenax fibres, PIR foam and
polyester fibre. The use of these fibres for the
Stedelijk Museum opens new horizons for their
application in architecture. Twaron fibre has
been used for many years for cars, boats and
airplanes but this is the first time it has been
used in architecture together with Tenax. Once
that the resin has hardened, the soaked fibres
and the foam have transformed into a rigid and
time durable structure having a perfectly smooth
surface. At this point the panels have become
ready to be put on the façade steel skeleton
thanks to the help of 1.100 steel supports. If only
a panel had been placed only one millimeter
far from the assigned position, the façade
would have looked completely deformed. After
the assembling the whole surface has been
plastered and sandblasted in order to get it ready
for the final painting. Any sign of interruption
needed to be avoided; this meant that the
painting process of 100 metres had to be done
all at once! In order to do this the experience of
Holland Composites painting staff helped a lot,
since they are used to deal with big dimensions
yachts. There have been installed some
spraying devices on three levels (one above
the other) on some air mobile platforms that,
moving in perfect synchronicity one with the
others, have completed the painting smoothly
without breaks.
The completed building is obviously totally
different from the original structure but it keeps
the same dimensions as the ancient museum
and it is directly connected with it on each floor.
The two buildings are totally integrated without
compromising their aesthetic aspect.
Architect Mels Crouwel says: “Our starting point
was the Stedelijk Museum by Willem Sandberg,
the Museum director who made it known all
over the world. He had eliminated all the interior
decorations and had it painted totally white
creating in this way a neutral background for
artworks. Our external project is based on the
preservation of the 19th century architecture
adding the 21st century technology and painting
everything with Sandberg white”.
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
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© David Vintiner
PROFILI
Text edited by
Anna Masello
Photos by courtesy of
David Vintiner
Metrogramma
OMA
West 8
Masterplanning
Futures
“MASTERPLANNING
IS DEAD. LONG LIVE
THE MASTERPLAN,
SO LONG AS YOU
REINVENT IT
AS ADAPTIVE
PLANNING.”
90
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
Lucy Bullivant Hon FRIBA , è autore,
critico di architettura e curatore. Scrive libri
sull' architettura e sul design urbano ed è
corrispondente per alcune riviste di settore da
più di vent’anni; ha inoltre curato numerose
mostre di successo presso istituzioni come la
Triennale di Milano, il Vitra Design Museum e il
British Council. L’abbiamo incontrata a Londra
in occasione del lancio del suo ultimo libro,
“Masterplanning futures”.
Di cosa si parla in “Masterplanning futures”?
Il libro è una raccolta di storie che analizzano
una selezione di masterplans contemporanei
internazionali, concepiti attraverso una
pianificazione aperta e flessibile. Sono strutture
di design in grado di rispondere sensibilmente a
realtà complesse. In passato, i piani urbanistici
erano imposti e realizzati attraverso rigidi
processi top down, neganti strutture sociali e
culturali. La rivoluzione digitale ha favorito la
collaborazione e la ricerca di migliori prestazioni
in ambito urbano, nel pubblico e nel privato: i
masterplans danno ora alle città nuovi strumenti
per far fronte a necessità presenti e future, per
rispondere ai doveri nei confronti dell'ecologia,
all’integrazione sociale e alla crescita urbana.
Nonostante la crisi economica questo modo di
pensare continua ad essere predominante.
Perchè investigare questo specifico argomento?
C’era una lacuna da colmare. Molti architetti
hanno scritto su progetti urbani individuali. Mi
viene in mente il volume riguardante il progetto
Manzanares River a Madrid (pubblicato dai
membri del team Burgos + Garrido) che è il
soggetto di uno dei capitoli del mio libro. Abbiamo
molti libri inerenti il design urbano, ma quando
si arriva al masterplanning, non esistono volumi
che trattino l'argomento in modo trasversale.
Il masterplanning non è una disciplina, è una
pratica multi-disciplinare, e le città hanno
sempre più bisogno della sinergia flessibile
richiesta dal loro evolversi.
Quanto tempo ha richiesto questa ricerca e che
significato ha il risultato raggiunto?
Mi ci sono voluti 3 anni e 5 mesi per scrivere questo
libro. La mia ricerca è stata supportata dalla
Commissione per l’Architettura e la Costruzione
dell’Ambiente (CABE), lo Sfa (il fondo Olandese
per l’architettura), l'Ambasciata Danese e la
società Alfred Herrhausen. La mia analisi copre
oltre 24 progetti correnti in 22 città, in 17 paesi e 6
continenti. Il mio obbiettivo è stato rivelare i principi
che danno alle città maggiore elasticità, maggiore
capacità di dialogare con la gente e con il tempo.
Per quanto riguarda il contesto italiano, ha scelto
come Masterplan esemplare il PGT di Milano dello
Studio Metrogramma. Ci può spiegare perchè?
Il Piano di Sviluppo dimostra la capacità di pensare
strategicamente e in modo integrato il contesto
urbano e regionale contemporaneo. Il PGT di
Metrogramma realizza una nuova percezione
della Milano contemporanea, dell’identità urbana
industriale, e mostra che un masterplan può essere
una struttura intelligentemente flessibile, multi
modale di cui possono beneficiare tutti i cittadini.
Attraverso gli strumenti digitali, progetti come
questo, tra i migliori nel settore, hanno la capacità di
modellare e analizzare nuove potenziali soluzioni e
riformulare equilibri differenti, consoni al modo in cui
cambia la società. Nove sono le zone amministrative
in cui nei secoli è stata suddivisa la città di Milano.
Metrogamma ha analizzato la situazione attuale
prendendo in esame tutta la zona urbana, creando
invece una mappa di 88 nuovi quartieri rilevanti, veri e
propri nuclei di identità locali.
Ora sta lavorando ad una nuova ricerca. Ci può
dire qualcosa in merito?
Sto scrivendo Recode, un nuovo libro sul
placemaking partecipativo, con Tommaso Ugo
Ermacora, l’urbanista italiano-danese fondatore
del Clear Village, l’istituzione benefica con sede a
Londra che promuove la sostenibilità urbana. Ha
una nuova galleria e uno spazio dibattimentale,
Recode, a Bethnal Green a est di Londra.
Lucy Bullivant Hon FRIBA is an architecture
curator, author and critic. She has been writing books
about architecture and urban design and an international
correspondent to specialised magazines, for over twenty
years, and curated several successful exhibitions at
institutions such as Triennale di Milano, Vitra Design
Museum and British Council. We met her in London at the
launch of her new book, Masterplanning Futures.
What is Masterplanning Futures about?
The book is a collection of stories analysing a selection
of international contemporary masterplans achieved by
adaptive planning. These are design frameworks able
to really respond sensitively to deeper realities. In the
past, urban plans were imposed and realized through
rigid top down processes, neglecting social and cultural
structures. Since the digital revolution, collaboration
and research of better urban performance by private
and public bodies is easier. Masterplans now give cities
new tools to face future demands, respond to ecological
imperatives, social integration and urban growth.
In spite of the economic crisis, this way of thinking
continues to emerge.
What led you to investigate this specific topic?
There is a gap in the field. We have many great books
written by architects on individual urban projects, for
example, the volume about the Manzanares River
project in Madrid (published by team members Burgos
+ Garrido), which is the subject of one of the chapters
of my book. We have a lot of books on urban design,
but when it comes to masterplanning, there is very little
to guide people in a practical way about a wide range of
global conditions. Masterplanning is not a discipline, it's a
multidisciplinary practice, and cities increasingly need the
flexible synergy of their life patterns it is able to perform.
How long did your research take and what does the
result mean for you?
It took three years and five months to write this book.
My research was supported by the Commission for
Architecture and the Build Environment (CABE), the
SfA (the Netherlands Architecture Fund), the Danish
Embassy and the Alfred Herrhausen Society. My
analysis covers 24 current plans in 22 cities in 17,
countries and 6 continents. I want to disclose the
principles that give cities a greater resilience, a greater
capability to dialogue with people and time.
In the Italian context, you chose Metrogramma's Milan
Urban Development Plan. Could you explain why?
The UDP demonstrates the capacity to think strategically
and in an integrated way about the contemporary urban
context and region. A single framework like the UDP
embodies a new perception of Milan’s contemporary,
post-industrial urban identity, and shows that a
masterplan can be an intelligently flexible multi-modal
framework to benefit all citizens. With digital tools,
today’s masterplanners like Metrogramma, one of the
strongest practices in this field, have the ability to model
and analyse potential desired dynamics and a different
equilibrium appropriate to the way society has changed.
Nine administrative zones were built up over centuries.
Metrogramma’s researched Milan’s situation today
across the whole urban zone, creating instead a map of
88 new, relevant Local Identity Nuclei neighbourhoods.
You are now working on a new research. Could you tell
us something?
I am writing Recode, a new book on participatory
placemaking, with Thomas Ugo Ermacora, the
Dano-Italian urbanist and founder of Clear Village, the
London-based charity promoting sustainable urban
development. He has a new gallery and debate space,
Recode, in Bethnal Green in east London.
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© Metrogramma
© OMA
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
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Value to excellence
PROFILI
Valore
all'eccellenza
Text edited by
Filippo Pozzoli
Photos by courtesy of
MADE Eventi
SCENARI E
STRATEGIE PER UN
MADE CHE CAMBIA
STRATEGIES AND
SCENARIOS FOR
A CHANGING MADE
MADE Eventi
Foro Buonaparte 65
20121 Milano
Tel. +39 02 806041
www.madeexpo.it
92
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
Mentre a Venezia tocca all’architettura riempire
Giardini e Arsenale, a Milano , (ri)nasce
con veste biennale MADE expo,
evento faro per i progettisti e le imprese attenti
alla crescita del settore. Giovanni De Ponti,
amministratore delegato di MADE expo, racconta
come cambierà l’appuntamento milanese sotto
la sua nuova guida.
Quali strategie incarna la completa acquisizione di
MADE Eventi Srl da parte di Federlegno Arredo?
Quale significato ha per il mercato e la produzione
edilizia italiane?
L’acquisizione di MADE ci consente maggiore
facilità operativa nella presa di decisioni sensibili,
con importanti conseguenze programmatiche e
strategiche: propendiamo difatti allo sviluppo di
un modello fieristico che favorisca nuove logiche
industriali, comprendendo nuove politiche di
prezzo e di produzione. I principi che muovono
le decisioni operative di un soggetto associativo
no-profit, più di quanto accada per una gestione
privata, sono difatti volti più alla crescita del
settore che agli immediati ritorni commerciali,
con vantaggi per il panorama industriale italiano
che dal legno si estendono a tutto il settore
edilizio.
Questo significa che assisteremo nelle prossime
edizioni di MADE expo a una riconfigurazione
dell’assetto espositivo, con un sostanziale
potenziamento degli spazi destinati alle vostre
imprese associate?
Assolutamente. All’industria del legno sarà
destinato uno spazio rappresentativo della sua
reale porzione di mercato, peraltro in crescita
negli ultimi anni. Vi saranno tre cambiamenti
sostanziali: per primo la cadenza dell’evento,
che dal 2013 interesserà solo gli anni dispari
in armonia coi reali tempi d’innovazione del
settore delle costruzioni. In secondo luogo,
MADE expo si caratterizzerà per una spiccata
verticalità settoriale, ricercata attraverso azioni
mirate sui sei comparti industriali con logiche,
target e linguaggi differenti. La terza novità
vuole la valorizzazione dell’internazionalità,
che perseguiremo aumentando il numero di
espositori stranieri e ricercando operatori
economici esteri che sappiano adeguatamente
cogliere e valorizzare l’eccellenza e la qualità
italiane.
Eccellenza e qualità: come possono essere
giustamente riconosciute e retribuite in un
mercato che, in piena recessione economica,
tende a premiare più il ribasso che il valore
aggiunto?
Siamo convinti che il mercato sappia far
emergere quell’eccellenza che è nostra
intenzione valorizzare anche in sede espositiva,
con particolare attenzione al rispetto delle norme
etiche e della proprietà intellettuale. Vogliamo
puntare sui leaders di settore che esprimano
le proprie qualità e sappiano valorizzare il
proprio brand, evitando invece di inquinare la
manifestazione con quei followers che non
rispettino le regole di base del mercato.
In quest’ottica è lecito aspettarsi un
potenziamento delle attenzioni dedicate
all’università e alla ricerca?
In questa sede non mi è concesso anticipare
nulla, se non che lei ha certamente intuito un
punto cardine delle nostre intenzioni per il futuro.
While in Venice architecture fills Giardini and Arsenale,
in Milan a new biennial MADE expo
rises, meaning to keep its flagship position among
the appointments for designers and entrepreneurs
keen on industrial growth. Giovanni De Ponti, CEO of
MADE expo, explains how it will change the under his
new leadership.
What strategies embodies the complete acquisition
of M MADE gives us greater operational ease in
decision-making, with important political and
strategic consequences: we aim to develop a new
model exhibition that promotes industrial logic,
including new policies for pricing and production.
The principles that move operative decisions of a
non-profit association, more than they could be for a
private firm, are in fact aimed to the global growth of
the sector more than to fast economical returns, with
benefits spreading from wood throughout the whole
construction industry.
This means that we will not see a reconfiguration of
the exhibition in the next edition of MADE expo, with a
substantial strengthening of the space available for
your associates?
Absolutely. The timber industry will be given a space
representative of its actual portion of the market,
which is moreover getting higher last years. There will
be three main changes: first, the timing of the event,
which from 2013 will affect only odd-numbered years
in harmony with the real time of innovation in the
construction sector. Second, MADE expo will feature
a strong vertical network, sought through targeted
actions on the six industries with logic, targets and
different languages. The third innovation wants to
empower the international side of MADE, which
will be pursued increasing the number of foreign
exhibitors and seeking foreign traders who know how
to properly grasp Italian excellence and quality.
Excellence and quality: how can rightly be recognized
and remunerated in a market that, in the middle
of an economic recession, tends to reward more a
discounting behavior than the real value?
We believe that market knows how to bring out
the excellence that we mean to show for first in the
exhibition, with particular attention to compliance
with ethical standards and intellectual property. We
want to focus on industry leaders who can express
their qualities and know how to promote their brand,
avoiding to pollute the event with those followers who
do not respect the basic rules of the market.
Accordingly, it is reasonable to expect a strengthening
of the attention devoted to university and research?
Here I am not allowed to anticipate anything, except
that you might have guessed a milestone of our intentions
for the future. | www.admnetwork.it | follow us on |
· Giovanni De Ponti, amm. delegato MADE expo
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
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Winning intuition
Intuito
vincente
TRADE
Text by
Paola Ferrario
UNA REALTÀ
CHE HA SAPUTO
INTERPRETARE
L'EVOLUZIONE E
I CAMBIAMENTI
DEI SETTORI
DELL'ARREDOBAGNO
E TERMO-IDRAULICO.
A REALITY THAT
HAS BEEN ABLE
TO INTERPRET
THE EVOLUTION
AND CHANGES
OF BATHROOM
FIXTURES AND
FURNISHINGS AND
PLUMBING AND
HEATING SYSTEMS
SECTORS.
TEOREMA TRE
Via Appia Nuova, 572
00179 Roma
Tel. 06 78347333
www.teorematre.com
94
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
Il detto 'à la page' calza
perfettamente con la Teorema
Tre, società commerciale romana che dal 1993
rappresenta un punto di riferimento per architetti
e progettisti. In questi anni si è infatti posta come
interprete d'eccezione dell'evoluzione del mercato
e ha saputo cogliere cambiamenti e richieste grazie
anche al rapporto particolare che ha instaurato
con gli architetti, come ci ha raccontato in questa
intervista il titolare, Maurizio Teodori.
Quando nasce la sua società?
Forti di un'esperienza ventennale nel settore
dell'arredamento, nel 1993, insieme ai miei fratelli,
abbiamo creato la Teorema Tre. Inizialmente
volevamo realizzare una struttura unica, che
offrisse sia prodotti per le abitazioni sia materiali
per le costruzioni fino all'arredamento. Eravamo
gli unici a Roma. A quei tempi non si parlava di
'arredare il bagno' e non si progettava. La nostra
mission fu trasportare la nostra mentalità di
arredatori nel bagno stesso. In più iniziammo ad
incrociare i due settori inserendo nella stanza da
bagno anche elementi di arredamento.
Quali sono gli elementi che vi hanno portato al
successo?
Sicuramente la predisposizione a rivolgerci
sia all'architetto che al privato e a trasformare
la nostra showroom (sviluppata su 1500 mq
con accanto la showroom di 2000 mq dedicata
all'arredamento) in un vero un punto d'appoggio
per l'architetto. Il tutto abbinato al continuo
aggiornamento dei nostri collaboratori. Un altro
elemento importante è il sistema espositivo in
cui ogni spazio si sviluppa intorno ad un concept
dove ospitiamo unicamente un'azienda di prodotti
ceramici, una di mobili, una del settore termo-
idraulico. Accanto si trova il materiale sfuso.
Quanti sono i vostri collaboratori?
Abbiamo 15 addetti.
Come è mutato il settore dell'arredobagno negli
ultimi anni?
Negli ultimi due anni, il cliente di livello mediobasso ha subìto un rallentamento negli acquisti.
La mia struttura si rivolge invece ad un pubblico
seguito da un architetto.
Quale tipo di rapporto instaurate con gli
architetti?
Per noi è importante creare una rete di contatti
con gli architetti e li raggiungiamo in diversi modi.
Prima di tutto facciamo riunioni informative
presso la nostra struttura; sono incontri tecnici
ma molto sintetici, in grado di fornire tutte le
informazioni necessarie. Li abbiniamo a piacevoli
rinfreschi e credo che il rapporto umano che
instauriamo attraverso questi incontri faccia la
differenza. Inoltre li accompagniamo presso le
nostre aziende fornitrici per far conoscere loro
sia la qualità dei prodotti che vendiamo sia la
produzione stessa.
A settembre avete ospitato il Roadshow
organizzato da A+D+M Network con Ceramica
Sant'Agostino “L'importanza di essere green”.
Quanto secondo lei questo tema è sentito dagli
architetti e progettisti?
Ci sono due tipi di architetti: coloro che hanno un
background forte e sentono molto il problema e i
neofiti che stanno cercando di dare una direzione
professionale alla loro attività e in questo caso è
nostro compito venir loro incontro.
Thesaying“àlapage”suitsperfectly
TeoremaTre, the Roman commercial society that
since 1993 has been representing a reference point for
designers and architects. Throughout these years it
has been placing itself as an exceptional interpreter of
the market evolution and it was able to catch changes
and requests thanks to the particular relationship
established with architects, as the owner Mr. Maurizio
Teodori explains us in this interview.
Would you please tell us about your company history?
On the strength of our twenty-year experience in the
furnishing field, in 1993, together with my brothers, we
created Teorema Tre. Initially we wanted to realize a
unique structure that could offer both products for
houses and building materials up to furnishing. We
were the only one in Rome. At that time you didn’t use “to
furnish the bathroom” and either design. Our mission
was to take our interior decorators mentality into the
bathroom itself. Furthermore we started to cross
the two fields inserting into the bathing room some
furnishing elements, too.
Which are the elements that led you to success?
Surely our predisposition to address both to the architect
and the private and to transform our showroom
(developed on 1500 square metres with nearby another
2000 square metres showroom dedicated to furnishing)
in a real support for the architect. All of this coupled to
the continuous update of our staff members. Another
important element is the exposing system where every
space develops around a concept where we house
only a ceramic products company, a furnishing one, a
plumbing and heating systems one. Nearby you can find
the loose material.
How many staff members do you have?
We have 15 workers.
How has the bathroom fixtures and furnishings field
changed during the last years?
During the last two years, the low-medium customer has
slowed his purchases. My structure addresses, on the
contrary, to a public followed by an architect.
What kind of relationship do you establish with
architects?
To us it is very important to create a network of contacts
with architects and we reach them in different ways.
First of all we have informative meetings in our
building; they are technical but very concise meetings,
able to give all the necessary information. We couple
them to lovely parties and I think that the relationship
we establish thanks to these meetings makes the
difference. Furthermore we take them to our supplying
companies to make them aware both of the quality and
production of everything we sell.
In September you housed the Roadshow organized by
A+D+M Network with Ceramica Sant’Agostino “The
importance of being green”. How do you think designer
and architects feel about this?
There are two kinds of architects: those who have a strong
background and feel the problem very much and the
beginners who are trying to give a professional direction to
their activity and in this case our goal is to meet their needs.
sustainability.| www.admnetwork.it | follow us on |
· Maurizio Teodori, titolare Teorema Tre
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
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IN BREVE
SPECIALE
serramenti
e partizioni
interne
Edited by
Chiara Dadda
KLIMAINFISSO 2013
www.klimainfisso.it
Apre le porte della sostenibilità
Sotto il segno della cultura dell'efficienza energetica e della sostenibilità si terrà a Bolzano,
dal 7 al 9 marzo 2013, Klimainfisso, la prima fiera interamente dedicata alla filiera produttiva
del serramento. L'obiettivo è di offrire agli operatori del settore infisso, in primo luogo a
serramentisti, falegnami e costruttori metallici, ma anche ai distributori, imprese artigiane e
edili, ingegneri e architetti, un punto d'incontro ad hoc per scoprire le innovazioni ma anche
per aggiornarsi e allargare la propria cultura specifica. “L'80% della produzione nazionale
di serramenti - spiega Reinhold Marsoner, direttore generale di Fiera Bolzano - si trova
in un raggio di 3 ore da Bolzano. La nostra regione sta sviluppando un know-how molto
interessante nell'area del solare e nel settore delle nuove tecnologie dell'efficienza energetica.
Il prodotto serramento deve identificarsi necessariamente nel filone dell'effficienza energetica
per garantire comfort d'inverno e d'estate, al su come al nord, risparmio energetico e
finanziario”. L'efficienza energetica sarà centrale anche nei workshop, nei convegni e
nelle conferenze che completano la funzione di vetrina dell'innovazione di Klimainfisso. In
quest'ambito ift Rosenheim, l'autorevole Istituto tedesco di ricerca e di certificazione nel
settore finestre, facciate, vetro, porte, portoni ed accessori terrà l'8 marzo 2013 un workshop
incentrato sulla protezione solare, ma anche sui sistemi di regolazione di luce e apporto
solare, sull'etichetta energetica dei serramenti e sulle complesse relazioni tra vetrazioni,
facciate e ombreggiamento.
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
CASTELLI
Esedra3, l’innovativo sistema
di pareti mobili che garantisce
flessibilità, performance e libertà.
Dall’esperienza Castelli nasce una nuova gamma
di pareti mobili per interni in grado di supportare
ogni tipo di applicazione. Grazie ai profili ad una e
tre vie che la contraddistinguono la parete Esedra3
è estremamente flessibile e facile da riconfigurare.
Garantisce ai progettisti un design leggero ed
elegante, un’estrema flessibilità di configurazione,
e rende possibile adattare nel tempo gli spazi
semplicemente modificando, senza sprechi e
grandi interventi, la disposizione degli elementi
utilizzati. Ad integrazione, la parete Esedra3 è stata
arricchita di una nuova gamma di soluzioni che
sfruttano il profilo singolo ad una via di larghezza
26 mm, un terzo dell’attuale, che conserva tutte
le peculiarità tecniche e lasciando inalterate le
elevate caratteristiche prestazionali di Esedra3.
Alle caratteristiche di sostenibilità (realizzata con
materiali riciclati e riciclabili) Esedra3 associa
elevati standard qualitativi rappresentati da alte
prestazioni in termini di isolamento acustico (con la
possibilità di avere livelli di isolamento differenziati
a seconda delle specifiche del progetto), solidità
strutturale oltre che una vastissima gamma di
finiture, vetri trasparenti, extrachiari, acidati,
stampati, serigrafati; pannelli ciechi in nobilitato
melaminico, in essenze di legno, laccati, e
anche finiture innovative come i rivestimenti
ceramici Laminam.
www.haworth.it
ERCO
dell’imbotte, realizzato in monoestruso di alluminio.
Dall’interno è rigore estetico. La ferramenta è a totale
scomparsa e il telaio completamente personalizzabile,
dal corian al vetro laccato, alle diverse essenze di
legno, al cuoio.
Tutti i componenti utilizzati da ERCO sono riciclabili al
100% e rispondono alle più rigide
normative europee.
Design: Giuseppe Bavuso.
www.ercofinestre.it
SHADE
Erco produce finestre dal 1958. Un’azienda
italiana con più di cinquant’anni di storia, che si
è conquistata un ruolo importante nel mondo
dei serramenti grazie al know how tecnologico
sviluppato in questi anni. Una produzione totalmente
made in Italy che ha fatto di qualità, ricerca e
soluzioni innovative i capisaldi della sua storia.
L’azienda continua il suo percorso di evoluzione nel
mercato con importanti investimenti in innovazione
e ricerca che oggi si traducono nel progetto SHADE
realizzato in collaborazione con l’Architetto
Giuseppe Bavuso, che coniuga il tema della
finestra al mondo del design: linee minimali,
capaci di integrarsi perfettamente nello spazio
architettonico a cui è destinato. Sul lato esterno
si presenta come una lastra continua di vetro
in cui domina l’uniformità visiva, ulteriormente
caratterizzabile mediante il rivestimento perimetrale
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
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TONDIN PORTE
FINSTRAL
IN BREVE
PORTA DI LUCE - Un prototipo di porta interna
che rappresenta un primo esempio concreto di come la
tecnologia sostenibile possa incontrare l’arte grazie alla
maestria artigianale nella lavorazione del legno. Si tratta
per ora di un pezzo unico dotato di tecnologia DSC o DSSC
(dye-sensitized solar cells), celle solari in grado di emulare il
processo della fotosintesi clorofilliana per generare energia
elettrica senza l’esposizione diretta al sole. Al posto dei
normali vetri sono stati inseriti 12 moduli di vetri fotovoltaici
trasparenti e colorati che mediante batterie alimentano
delle strisce di Led luminosi per creare un effetto di luce
soffusa attorno al perimetro della porta e tra le due ante
centrali. Dotata anche di una serie di sensori per controllare
elettronicamente l’accensione o lo spegnimento delle parti
luminose in base allo stato di apertura delle ante.
FIN-Project - Il nuovo sistema di finestre e porte
dal design pulito e linee leggere che coniuga l’esperienza
produttiva dell’azienda altoatesina con i vantaggi dei due
materiali che lo caratterizzano: l’alluminio, utilizzato per
rivestire il lato interno ed esterno degli infissi ed il PVC,
che con i suoi profili pluricamera, ne costituisce il corpo
centrale. Gli innovativi dettagli progettuali assicurano
ottimi valori prestazionali in termini di isolamento termico
(i profili in PVC pluricamera dotati di guarnizione mediana,
i distanziali vetro ad elevato isolamento termico ed i tripli
vetri consentono di raggiungere valori di trasmittanza
termica testati di Uw 0,83 W/m²K), isolamento acustico,
tenuta ermetica, facilità di apertura e sicurezza.
Nell'immagine: l’anta accoppiata Twin-line, dotata di
veneziana integrata fra i vetri.
www.tondin.it
www.finstral.com
METRA
Lo spessore delle ante (da 45 mm) consente
l’impiego di vetri fino a 30-32 mm con diverse
caratteristiche: stratificati di sicurezza per porte
finestre; anti-effrazione; con elevate prestazioni
termo-acustiche. La serie NC–S 120 STH offre
sei varianti di ante rinforzate, con le quali si
possono realizzare dimensioni di anta similari a
quelle della serie NC-S 150 STH Rodos.
NC 120-S STH, sistema
scorrevole in alluminio
NC 120-S STH è il nuovo sistema scorrevole
proposto nelle versioni Montreal, Europa, Slim
che, come tutte le serie di scorrevoli METRA,
offrono l’interscambiabilità tra profilati di telaio ed
anta. Fra le caratteristiche principali: l’essenzialità
98
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
estetica del telaio in fase di chiusura, soprattutto
quando le scanalature di alloggio delle ante non
sono utilizzate per lo scorrimento; utilizzo della
scanalatura per alloggiare un vetro, integrando
una specchiatura fissa direttamente sul telaio,
soluzione efficace per il risparmio energetico
e per il miglioramento delle prestazioni di
isolamento termico ed acustico.
Materiali: alluminio, vetro
Dimensioni: 100-120 mm (dimensione base) e peso
max anta 400 Kg
Permeabilità all'aria: 600 Pa
Resistenza al vento: 1200 Pa
Tenuta all'acqua: 450 Pa
Trasmittanza termica: Uf = 3.3 W/m2K;
Uw Montreal: 1,4 W/m2K;
Trasmittanza termica con vetro: Uw Europa: 1,5 W/m2K;
Uw Slim: 1,6 W/m2K U
Isolamento acustico con vetro: Rw = fino a 42 dB
www.metra.it
HÄFELE
i color RAL oltre che in finitura anodizzato alluminio,
nero e color acciaio inox. Medesima flessibilità è
offerta dai pannelli di riempimento che possono
essere forniti in legno in diversi colori o essenze,
in vetro, o in materiale acrilico con inserti naturali.
La funzionalità e la flessibilità del sistema Silent
Aluflex permettono agli spazi in cui viviamo di
adattarsi alle nuove e mutevoli esigenze dettate
dalla società moderna con un design in grado di
soddisfare i gusti di ognuno.
www.hafele.com
Silent Aluflex
Nel corso della vita, col passare del tempo, le
esigenze ed i bisogni di ciascuno variano in base alle
necessità contingenti e all’evolversi dei gusti e delle
tendenze del momento. Allo stesso modo vorremmo
che gli spazi in cui viviamo e lavoriamo seguissero
e assecondassero questi mutamenti offrendo una
flessibilità spesso non prevista a livello progettuale.
Ecco quindi l’importanza di sistemi di partizione degli
interni in grado di soddisfare le specifiche esigenze
adattandosi agli ambienti nei quali vengono inseriti.
Il sistema Silent Aluflex di Häfele offre la possibilità
di ripartire gli ambienti con altezza fino a 3 metri
tramite pareti scorrevoli, di sfruttare spazi altrimenti
scarsamente utilizzabili, quali vani sottoscala e
sottotetto, e perfino di realizzare interi ambienti
separati grazie alle soluzioni angolari. Il telaio in
alluminio delle pareti Silent Aluflex, così come i
binari di scorrimento, sono fornibili su misura in tutti
www.iuav.it
www.seccosistemi.it
Università IUAV e Secco Sistemi. Una collaborazione intensa
Il numero uno nella produzione di sistemi per serramenti e facciate in acciaio e in ottone ha
condiviso know-how ed esperienze con gli studenti del Master Processi Costruttivi Sostenibili,
organizzato dalla Facoltà di Architettura dell'Università IUAV di Venezia e Confindustria
Belluno Dolomiti. Da anni l’azienda veneta intrattiene con questo Ateneo un’intensa relazione
fatta di collaborazioni con i professori, di lezioni d’aula da parte dei tecnici aziendali, di
sostegno didattico a tesi di laurea, di partnership a Master e di visite in azienda da parte di
studenti e docenti. La partecipazione, assieme ad altre aziende, al Master PCS-Processi
Costruttivi Sostenibili ne è l’esempio più recente. Il Corso ha offerto strumenti avanzati per
promuovere il risparmio energetico, la cantierizzazione del progetto architettonico e il rating
ambientale secondo le procedure di certificazione energetica e ambientale LEED. All’interno
di questo quadro si sono tenute le lezioni di Secco Sistemi a cura dell’architectural advisor
Alessandro Pandolfo che ha illustrato tecnologie, materiali, soluzioni architettoniche adatte
alle nuove costruzioni come pure al recupero e al restauro, anche di edifici prestigiosi. E
ha sottolineato le caratteristiche ambientali dei prodotti Secco: basso impatto e riciclabilità
al 100%. “Il Master PCS è stato un confronto ricco e stimolante – osserva Pandolfo – che
ha messo a contatto gli studenti del Corso con l’esperienza di Secco Sistemi in materia di
serramenti per l’architettura di pregio. A sua volta l’azienda ha ricevuto preziosi stimoli da
parte di studenti e docenti”.
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
99
FOCUS
Photos courtesy of
Tranquillo Cortiana
I MARMI MARGRAF
VESTONO IL LUSSUOSO
UPTOWN PALACE
L'AZIENDA DI CHIAMPO
FIRMA UN PROGETTO
IN CUI L'ATTENZIONE AI
PARTICOLARI DIVENTA UN
SEGNO DISTINTIVO.
MARGRAF
Via Marmi, 3
36072 – Chiampo (VI)
tel. 0444 475900
www.margraf.it
100
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
Nel cuore di Milano, a pochi
passi da Piazza Missori, sorge una
meta principesca nella quale ogni desiderio si può
trasformare in realtà: l'Uptown Palace.
Questo moderno hotel di design a 4 stelle, che fa
parte della collezione MGallery - il brand di fascia
alta del gruppo alberghiero francese Accor - è uno
spazio esclusivo in cui eleganza, calore e modernità
convivono armoniosamente offrendo comfort unici.
A partire dai materiali utilizzati che accompagnano il
cliente in un viaggio multisensoriale.
Non a caso l’Uptown Palace, per raggiungere un
effetto estetico ricercato, ha scelto l'esclusività dei
marmi Margraf, simbolo dell'eccellenza nel settore a
livello internazionale.
Il cliente viene accolto immediatamente dall’eleganza
dei marmi che rivestono i 200 mq del pavimento
della Hall. La bellezza del Playa Stone - una pietra
arenaria di colore beige con venature grigio-marroni
ideale per gli interni - viene esaltata dagli effetti
ottenuti attraverso gli inserti in Ebano - un limestone
marrone, color tabacco, dalla colorazione uniforme
- che creano un risultato senza paragoni. L'azienda
ha scelto la finitura lucida per creare una continuità
visiva e stilistica che viene utilizzata anche per i 150
mq del pavimento dell'Up Cafè, l'esclusivo bar interno
dell'Uptown Palace.
Il calore del Playa Stone, il cui colore ricorda quello
delle spiagge, è il protagonista anche delle scale
di servizio, caratterizzate dalla finitura lucida e
dall’applicazione di una fascetta antiscivolo.
L'alleanza con la bellezza dei marmi Margraf prosegue
anche per i dodici portali degli ascensori e per il
pavimento interno degli stessi che vengono esaltati
dalla preziosità dell’Emperador Dark. Questo marmo
spagnolo, molto pregiato, è caratterizzato da varie
tonalità di marrone e da venature bianche. La finitura
lucida ne esalta le peculiarità creando giochi di luce
particolarmente ricchi e accattivanti.
In linea con il concept design “All-Day”, che mira a fare
rivivere all'interno degli spazi dell'hotel ogni momento
della giornata a misura delle proprie aspettative, e
che vede l'attenzione maniacale ai dettagli, anche
i venti portali per gli sbarchi delle camere hanno
come protagonista l'eccellenza dei prodotti Margraf.
L'azienda ha infatti fornito 100 mq di Botticino Classico,
un marmo italiano di colore beige, estratto da una
cava di proprietà della Margraf. A differenza delle altre
tipologie di Botticino, il Classico è caratterizzato da una
venatura giallo-dorata e ha un aspetto molto compatto,
che ben si adatta all’utilizzo sia per interni, come in
questo caso, sia per esterni.
Con questo progetto Margraf conferma, ancora una
volta, la sua eccellenza fra le aziende leader nel
reperimento e nella lavorazione di marmi e pietre
provenienti da tutto il mondo.
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
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STAHLBAU PICHLER PARTNER DEL PROGETTO DI RENZO PIANO PER IL MUSE
AMBIENTI
Edited by
Chiara Dadda
A Trento il progetto di riconversione dell’ex area industriale, adiacente al fiume Adige, che ha portato alla completa metamorfosi dell’area che fu della fabbrica Michelin, porta la firma di Renzo Piano. A Stahlbau Pichler è
stata affidata le realizzazione del MUSE (MUseo delle ScienzE), il cuore dell’intero intervento, del quale l’azienda
altoatesina - che da decenni progetta, produce e monta strutture in acciaio e facciate continue - ha curato tutta
la parte strutturale e di involucro. Le facciate e le coperture sono state realizzate da Stahlbau Pichler con profili
in alluminio customizzati per il progetto e prodotti da Metra. L'edificio quasi completamente in vetro (oltre 21.000
mq), che sarà inaugurato nell’estate 2013, è costituito da una successione di spazi e di volumi, di pieni e di vuoti.
Questo intervento ha rappresentato per Stahlbau Pichler una ambiziosa sfida tecnologica e costruttiva. Il progetto
è infatti caratterizzato da una notevole complessità geometrica dovuta ai 4 principali volumi (Blocco Uffici, Lobby,
Area Museale e Serra), alle loro intersezioni e ai mutui intrecci. Un’unica falda inclinata di 20° rispetto al piano
orizzontale crea la copertura-facciata dell’ingresso al museo ed è stata interamente progettata e realizzata da
Stahlbau Pichler, così come la “rain forest”, una grande serra tropicale che in particolari periodi dell'anno potrà
relazionarsi con specifici allestimenti espositivi, anche all'esterno.
www.stahlbaupichler.com
CAPPELLINI ARREDA LO SPLENDIDO “OHLA HOTEL” DI BARCELLONA
Ohla Hotel è un nuovo hotel cinque stelle, recentemente aperto a Barcellona, la cui ristrutturazione dell’edificio è
stata curata dallo studio “Alonso, Balaguer y Arquitectos Asociados” con la collaborazione dell’artista e scultore
Frederic Amat. L’edificio che ospita l’hotel risale al 1920 e ha uno stile neo-classico tipico dell’architettura dei
primi anni venti. È particolarmente rinomato a Barcellona in quanto un tempo è stato sede del primo e più famoso department store “Casa Vilardell”. Il progetto architettonico ha cercato di preservare la facciata storica del
palazzo realizzando un contrasto stimolante con l’interior design d’avanguardia che combina materiali naturali e
caldi come il legno di quercia con materiali tecnici e forme innovative. Il progetto include alcuni dei più famosi
prodotti icona della collezione Cappellini, come gli sgabelli Tate di Jasper Morrison nell'Ohla Gastrobar o le meravigliose poltrone Wander’s Tulip di Marcel Wanders nell’Ohla Boutique Bar. Oppure la poltrona Igloo di Ola Rune
e il tavolino Gong di Giulio Cappellini nelle camere e il tavolo Gamma di Jasper Morrison e le poltroncine Crossoft
di Piero Lissoni nella sala da pranzo delle grandi suite. Sino alle celebri Thinking Man’s chairs di Jasper Morrison
per godere di una spettacolare vista dal roof-top Ohla Terassa Chill-out. Giulio Cappellini afferma: “L’Hotel Ohla è
uno dei migliori progetti Cappellini e che meglio esprime lo spirito del brand”.
www.cappellini.it
102
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
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Gruppo leader nel settore immobiliare, Parsitalia affonda
le proprie radici in Italia, precisamente a Roma, dove tutt'oggi opera
promuovendo progetti architettonici di grande importanza per la città.
Il prestigio dell'azienda va ricercato nei tre valori che contraddistinguono
il suo approccio al progetto: innovazione, ecosostenibilità e qualità del costruito.
Ne abbiamo discusso con Mario Miano, Direttore Generale del Gruppo.
REAL ESTATE
Text edited by Anna Masello, photos courtesy of Parsitalia
Costruire
per
migliorare
Da oltre quarant'anni Parsitalia è sinonimo di garanzia e qualità. Qual'è il
percorso che vi ha portato ad essere oggi uno dei principali player nel settore
dell'edilizia italiana?
Parsitalia è rimasta fedele alla missione che ne ha da sempre contraddistinto
le attività, risultato della grande tradizione urbana del Gruppo e della costante
ricerca delle soluzioni innovative più adatte a rispondere ai cambiamenti
architettonici e ambientali. Non mi riferisco solamente alle tecnologie o
alla scelta dei materiali, ma all’utilizzo di nuove soluzioni ecologiche nella
progettazione, rispetto attivo ed evolutivo dell’ambiente ed inserimento degli
spazi abitativi, sociali e commerciali nella vita culturale del territorio. Quando si
costruiscono nuovi edifici bisogna tener presente che le realizzazioni vengono
consegnate alla città e bisogna aver rispetto per l’ambiente.
Ci parli della responsabilità sociale di chi svolge una missione importante
come la vostra.
Chi “produce paesaggio” è consapevole di essere investito da una forte
responsabilità sociale, di conseguenza il nostro impegno è teso a differenziare
i prodotti che stiamo realizzando in questo momento da quelli del passato. Gli
esempi pratici della nostra filosofia aziendale si possono riscontrare in Eurosky
Tower, che ha tra gli obiettivi quello di promuovere nel panorama urbano della
città di Roma l’importanza della questione ambientale, fornendo una risposta
attendibile sul piano tecnico e su quello architettonico. L’edificio si propone come
un consumatore virtuoso che comunica tale attitudine attraverso una immagine
architettonica semplice e incisiva. I pannelli solari disposti sulla grande struttura
orizzontale che dall’estremità della copertura si proietta nel vuoto diviene,
assieme alla lastra inclinata che accoglie i pannelli fotovoltaici, una sorta di
scultura urbana. Una nuova porta d’ingresso alla “Città Eterna”.
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
L'innovazione tecnologica è per voi una conditio sine qua non nell'approccio
al progetto: Eurosky Tower ne è l'esempio concreto.
Questa caratteristica riesce a venire incontro ai criteri di sostenibilità
economica, oggi sempre più essenziali?
Eurosky Tower è l’esempio che meglio rappresenta l’idea di innovazione
tecnologica che introduciamo nelle nostre iniziative. Abbiamo scelto soluzioni
ecocompatibili che hanno il vantaggio di ridurre i consumi. I pannelli fotovoltaici
capaci di produrre 185 Kwp di energia ad uso degli spazi comuni del grattacielo,
che riducono notevolmente le spese di gestione; la raccolta differenziata
pneumatica dei rifiuti ai piani; l’evoluto impianto di domotica in ogni appartamento,
che consente un agevole controllo dei consumi e delle statistiche di utilizzo dei
dispositivi di ogni stanza, sono tutti esempi di innovazione a vantaggio della
sostenibilità economica. Queste innovazioni hanno un costo per il costruttore,
che forse oggi il cliente ancora non è in grado di apprezzare e di riconoscere nel
prezzo di acquisto delle abitazioni, sebbene producano un grosso risparmio ed
un valore aggiunto per l’investimento. Tuttavia il buon andamento delle vendite di
Eurosky e, in generale, i positivi dati di vendita del nuovo rispetto all’usato ci fanno
pensare che la direzione sia comunque quella giusta.
Quanto è importante per voi collaborare con Studi di progettazione esterni?
Quali sono state fino ad oggi le esperienze più significative in tal senso?
Per la realizzazione dei nostri progetti ci avvaliamo della collaborazione dei
migliori studi di architettura che l’intero panorama nazionale possa offrire. Il
progetto dell’Eurosky Tower è stato realizzato dal Prof. Arch. Franco Purini dello
studio Purini-Thermes, che si è ispirato alle torri medioevali del centro storico
di Roma, come la Torre delle Milizie, realizzando un dialogo architettonico tra
il nuovo grattacielo della Capitale e tutte le cupole della città. Per l’iniziativa
The company’s glamour is to be searched in three values that mark its approach to the
project: innovation, eco-sustainability and quality in built.
We have talked about this with Mario Miano, the Group’s General Manager.
delle Residenze Città del Sole, invece, ci siamo avvalsi della collaborazione dei
giovani architetti dello studio Labics, che hanno portato un’energica ventata di
innovazione, in linea con la filosofia di Parsitalia.
Investire con grandi nomi dell'architettura italiana, ma anche con giovani
promesse dagli ottimi presupposti, come nel caso di “Città del Sole”.
Ci racconta di questo progetto?
Le Residenze Città del Sole dello studio Labics, di cui parlavo precedentemente,
sono state premiate come “Migliore Opera di Riqualificazione in Italia” nel 2010
e rappresentano l’impegno del Gruppo sul territorio romano e nel centro della
Capitale, con la dimostrazione che quest’ultimo può continuare ad essere un
cuore vitale della città. Ne è un'ulteriore prova la realizzazione a soli cinquecento
metri dalla Città del Sole dalla nuova stazione Tiburtina, principale hub per
l’alta velocità sulla direttrice nord-sud. Innovazione non vuol dire stravolgere
completamente il tessuto urbano preesistente, soprattutto quando si lavora in
un'area delicata come quella del centro di Roma. Infatti, una parte importante
di questa opera sarà la biblioteca pubblica, che manterrà le strutture portanti
dell’ex autorimessa Atac per conservare un frammento di storia del quartiere.
Quali sono le vostre ambizioni per il futuro?
Più si andrà avanti e più il nuovo sopravanzerà l’usato. Portare un vecchio edificio
alla classe A, categoria a cui appartengono tutte le nostre nuove iniziative, è
un’impresa molto difficile e questo fa la differenza. Le nuove progettazioni offrono
tecnologia applicata al risparmio e al comfort. Quindi non c’è partita. In futuro si
arriverà a vendere case già tutte arredate e Parsitalia lo sta già facendo a Città
del Sole e ad Eurosky Tower. Comunque, la regola principale per un imprenditore
edile resta la stessa: prima di costruire bisogna pensare e realizzare le opere di
urbanizzazione e viarie. | www.admnetwork.it | follow us on |
BUILDING
TO IMPROVE
For over 40 years Parsitalia has been synonymous of guarantee and quality. Which is the
trip that led you to become one of the first players in the Italian building industry?
Parsitalia has remained faithful to the mission that has always marked its activities, result
of the Group’s great urban tradition and of the constant research for the most suitable
innovative solutions to respond to the environmental and architectonical changes. I am not
only referring to the technologies or materials choice, but to the use of new ecological solutions
in project, active and evolving respect for environment and insertion of living spaces in the
territory cultural life as well as social and commercial spaces. When you build new building
you need to take into consideration that the realizations are given to the city and you need to
respect the environment.
Talk to us about the social responsibility of who carries out an important mission like yours.
Who “produces landscape” is aware of being invested of a strong social responsibility;
consequently our engagement is aimed to differentiate the products we are realizing now
from the past ones. The practical examples of our company philosophy can be found in the
Eurosky Tower, which has among its goals to promote in the urban Rome panorama the
importance of the environmental matter, giving a reliable answer both on the technical and
architectonical point of view. The building proposes as a virtuous consumer that communicates
this attitude with a simple and incisive architectonical image. The solar panels disposed on the
big horizontal structure that from the coverage edge falls on the vacuum becomes, together
with the inclined slab that lodges the photovoltaic panels, a sort of urban sculpture. A new
entrance door to the “Eternal City”.
Technological innovation is to you a conditio sine qua non in the project approach: Eurosky
Tower is a concrete example. Does this characteristic succeed in meeting the economic
sustainability criteria, nowadays more and more essential?
Eurosky Tower is the example that best represents the idea of the technological innovation
we bring into our initiatives. We have chosen eco-friendly solutions that have the advantage to
reduce consumptions. The photovoltaic panels able to produce 185 Kwp of energy to be used
for the skyscraper’s common spaces that reduce remarkably the administrative costs; the
pneumatic diversified wastes collection on floors; the evolved domotics installation in every
apartment that allows an easy control of consumptions and use statistics of the devices in
every room, these are all examples of innovation as an advantage for the economic ecosustainability. These innovations have a cost for the builder that maybe today the customer is
not yet able to appreciate and recognize in the houses buying price even though they produce
a great saving and an added value to the investment. Furthermore the good sells on Eurosky
and, in general, the positive selling data of the new compared to the used make us think the
direction is anyway the right one.
How important is for you to cooperate with external design studios? Which have been up
to today the most significant experiences in this sense?
For the realization of our projects we take advantage of the cooperation with the best
architecture studios that the National panorama offers. The Eurosky Tower project was
realized by Prof. Arch. Franco Purini from Studio Purini-Thermes, who got inspired by the
middle age towers in Rome’s historical centre, such as the Military Tower (Torre delle Milizie),
realizing an architectonical dialogue between the Capitol’s new skyscraper and all the town’s
cupolas. For the Sun City Residences, on the contrary, we have asked for the cooperation of
some young architects from studio Labics who took an energetic wave of innovation, in line
with Parsifalia philosophy.
To invest in some big names of the Italian architecture but also in young promises with very
good assumptions like in the “Sun City” case. Will you please tell us about this project?
The Sun City Residences by studio Labics, I was talking about before, have been awarded as
“the best requalification opera in Italy” in 2010 and represent the Group’s engagement on the
roman territory and in the Capital centre, with the demonstration that the latter can continue
to be the town’s beating heart.
A further proof is the realization only 500 meters away from the Sun City of the new Tiburtina
station, main hub for high speed on the north-south line. Innovation does not mean to twist
completely the pre-existing urban tissue, especially when you work in a delicate area like the
Roman one, in fact a very important part of this work will be the public library, that will keep the
bearing structures of the ex Atac garage to preserve a segment of the neighbourhood history.
What are your ambitions for the future?
More and more new will overcome used in time. To take an old building to class A, the category
all our new initiatives belong to, is a very difficult task and this makes the difference. New
projects offer technology applied to saving and comfort. Then there is no competition. In the
future we will arrive to sell completely furnished houses and Parsitalia is already doing this
in Sun City and Eurosky Tower. Anyway the main rule for a building entrepreneur remains the
same: before building you have to think and realize urbanization and street works.
REAL ESTATE
Leading Group in the Real Estate field, Parsitalia finds its roots in
Italy, precisely in Rome, where it is still working,
promoting very important projects fot the city.
A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
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Project
Eurosky Tower
Location
Roma
REAL ESTATE
Designed by
Franco Purini
La Torre Residenziale più alta di Roma vince
il Real Estate Award - Smart Building
Tecnologie all'avanguardia a tutela dell'ambiente
Eurosky Tower è una torre residenziale disegnata dall’architetto Franco
Purini, che si è ispirato alle torri medioevali del centro storico di Roma,
come la Torre delle Milizie. Il grattacielo con i suoi 120 metri d’altezza è
l’edificio residenziale più alto di Roma e ha ricevuto il riconoscimento Real
Estate Award - Smart Green Building come miglior edificio tecnologico
e ecosostenibile. Nei suoi 28 piani, di cui i primi 3 destinati ad uffici e i
rimanenti 25 ad uso residenziale, Eurosky Tower offre complessivamente
oltre 3.000 mq di spazi condominiali (chiusi e aperti) progettati ad uso
dei residenti. Servizi esclusivi come l’area fitness e la spa posizionate
al 22esimo e 23esimo piano ad oltre 80 metri di altezza, una struttura
unica nel suo genere, sicuramente la più alta d’Italia; una sala proiezioni
attrezzata con megaschermo e poltrone reclinabili ed annessa area
lounge al 24esimo piano; una lavanderia; una grande sala comune per
feste private e riunioni; un parco in quota attrezzato con giardini pensili e
rampicanti a 100 metri d’altezza; un servizio di portineria e guardiania h24
e servizio di concierge. L’intero grattacielo è ecosostenibile ed ha superato
ampiamente parametri necessari per ottenere il riconoscimento della
classe A. Tra le novità in materia di risparmio energetico e salvaguardia
ambientale proposte all’interno di Eurosky Tower, che rappresentano una
novità assoluta per i normali standard costruttivi italiani, troviamo: i pannelli
fotovoltaici posti sulla copertura del tetto, capaci di produrre 185 Kwpicco
di energia ad uso degli spazi comuni del grattacielo, che consentono una
notevole riduzione delle spese di gestione; un sistema di trigenerazione
per la produzione di caldo, freddo ed energia elettrica con utilizzo di olio
combustibile biologico (fonte rinnovabile); un impianto di recupero delle
acque meteoriche, le quali opportunamente trattate e depurate saranno
riutilizzate per alimentare la rete degli scarichi dei servizi igienici nonché
dell’impianto di irrigazione delle aree a verde; un evoluto sistema di mass
damper che lo rende tra gli edifici più sicuri in ambito antisismico. Per
ogni appartamento è previsto anche uno schermo touch da cui comandare
la gestione della propria casa grazie all'impianto di domotica integrato,
anche tramite tv, pc e smartphone. I futuri residenti dell'Eurosky Tower
saranno anche i primi in tutta Italia, nell’ambito residenziale, ad usufruire
del sistema di raccolta differenziata pneumatica dei rifiuti ai piani. I rifiuti
saranno smaltiti tramite appositi sportelli automatici installati ad ogni
piano e collegati attraverso una rete di tubazioni ad un’area interrata
dell’edificio, dove si trova un apposito macchinario per la raccolta e lo
stoccaggio. Sono oltre 20 le tipologie abitative disponibili, che variano
dai moduli di circa 52 mq fino ai moduli del plurilocale di circa 300 mq
complessivi, caratterizzate da un ampio spazio serra, un vero e proprio
polmone aggiuntivo per la vivibilità degli ambienti interni, delimitato da
infissi a tutta altezza che garantiscono luminosità e completa flessibilità
nell’uso delle abitazioni. Per un totale di circa 280 appartamenti. Il Gruppo
Parsitalia cura per conto del Fondo Upside di BNP Paribas tutte le fasi
realizzative e di commercializzazione dell’iniziativa Eurosky Tower.
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
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Vanguard technologies in defense of environment
REAL ESTATE
The highest Residential Tower in Rome wins
the Real Estate Award - Smart Building
Eurosky Tower is a residential tower designed by Architect Franco
Purini, who got inspired by the middle-age towers in Rome’s historical
centre, such as the Military Tower (Torre delle Milizie). The skyscraper
with its 120 meters high is Rome’s highest residential building and
it has gained the Real Estate Award - Smart Green Building as the
best technological and eco-friendly building. In its 28 floors, the first
3 are dedicated to offices and the remaining 25 to residential use,
Eurosky Tower offers in total over 3000 square meters of residents’
spaces (open and close) designed for the residents’ use. Exclusive
services such as the fitness area and the spa located on the 22nd
and 23rd floor at over 80 meters high, a unique structure, surely the
highest one in Italy; a showing room equipped with a mega screen and
reclining chairs and a lounge nearby at the 24th floor; a laundry; a
big common room for private parties and meetings; an altitude park
equipped with roof gardens and creepers at 100 meters high; a porter’s
lodge and keeper 24hours and concierge, too. The whole skyscraper
is eco-friendly and it has widely gone over the necessary parameters
to obtain the class A acknowledgement. Among the novelties for what
concerns energy saving and environment preservation proposed inside
the Eurosky Tower, that represent an absolute novelty for Italian’s
normal building criteria, we find: the photovoltaic panels fixed on the
roof coverage, able to produce 185 kw peak of energy to be used for the
skyscraper’s common spaces, that allow a considerable reduction of
the maintenance costs; a tri-generation system for heat production,
cold and electric energy using combustible biologic oil (renewable
sources); an installation for recycling rainwater, that once recycled and
purified will be re-used to feed the sinks net as well as the irrigation
system for the green areas; an evolved mass damper system that
makes the building one of the safest for what concerns quake proof.
For each apartment it is planned a screen touch too, from where to
control and manage the whole house thanks to the domotics integrated
system, also with TV, pc and Smartphone. The future residents at
Eurosky Tower will also be the first in Italy, in the residential sphere, to
take advantage of the pneumatic system for separate waste collection
at floors. Wastes will be disposed thanks to proper automatic doors
set up on every floor and connected through a pipe net to an area
filled in the building, where there is a proper equipment for collection
and storage. There are more than 20 housing solutions available that
go from the modules of about 52 square meters up to the modules of
the multi-local of about 300 square meters, characterized by a huge
conservatory space, a real additional lung for the internal spaces
livability, delimited by full height frames that guarantee brightness and
total flexibility in the houses use. For a total of about 280 apartments.
Parsitalia group takes care on behalf of the Upside Fund by BNP
Paribas of all the realization and marketing phases concerning the
Eurosky Tower initiative.
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
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Batilux
Expo Riva Hotel
24-25 gennaio 2013 | Monaco
27-30 gennaio 2013 | Riva del Garda (Tn
Più che una mostra professionale, BATILUX, la fiera
esclusiva dell'edilizia e dell'architettura che ogni anno si
tiene a Monaco, si è imposta come un punto d’incontro
originale tra architetti ed industria rispondendo
chiaramente ad una necessità del settore. La prossima
edizione di Batilux sarà quella della concretizzazione delle
ambizioni della manifestazione, sempre mantenendo
ciò che costituisce il suo successo e la sua originalità.
Batilux è anche un incontro al vertice tra architetti di
fama internazionale ed industriali, un’opportunità unica
di networking. Le riflessioni tra architetti e industriali
saranno rafforzate pur rispettando i tempi affinché i
progetti in corso siano discussi e sviluppati.
Nata nel 1979, Expo Riva Hotel si è imposta negli anni
come uno dei principali momenti di incontro per le aziende
operanti nell’ambito dell’hotellerie e della ristorazione,
fino a diventare una delle tre fiere di settore più importanti
del nostro Paese, patrocinata da Federalberghi e
Federturismo Confindustria. Appuntamento storico e
irrinunciabile per il settore, conferma la divisione in 4
grandi aree tematiche: Riva Contract & Design, Riva
Benessere Hotel, Riva Eco Hotel e Riva Food & Beverage,
con la 4^ edizione dell’immancabile rassegna SOLOLIO mostra dell’eccellenza olearia italiana. Ricco il calendario
di eventi collaterali: convegni e seminari dedicati ad
operatori ed imprenditori su temi quali il benessere
psico-fisico dell’ospite ed il risparmio energetico in hotel.
www.batilux.com
www.exporivahotel.it
Seatec - Compotec
Happy Business to You
RHEX
6-8 febbraio 2013 | Marina di Carrara
13-16 febbraio 2013 | Pordenone
23-26 febbraio 2013 | Rimini
Compotec, unico evento internazionale in Italia
interamente dedicato all’impiego dei materiali compositi,
si propone quale manifestazione di riferimento per tutti
i professionisti che si occupano di compositi, materiali
sempre più diffusi e utilizzati in molti ambiti produttivi.
La manifestazione si colloca ormai al vertice del
suo settore, trovando nell'approfondimento delle
problematiche tecniche, nel fitto calendario di convegni
e nei prestigiosi premi istituiti per valorizzare il ruolo di
progettisti e designer i suoi punti di forza: MYDA, alla 10ª
edizione nel 2013, presenta nuova progetti di designer sia
professionisti che esordienti, i 2 premi riservati ai nostri
Espositori, Qualitec Technology 10ª edizione e Qualitec
Design 5ª edizione.
Attesissima la seconda edizione della prima fiera in
Italia dedicata interamente al contract Made in Italy, un
importante appuntamento, focalizzato su arredamento e
forniture per grandi progetti (dagli alberghi ai complessi
residenziali, dalle navi ai centri congressi, fino alle
comunità), nel distretto del mobile più grande d'Europa.
Molto più di una semplice fiera, grazie alla selezione
rigorosa dei migliori marchi italiani del settore e dei buyer
internazionali, Happy Business To You agevola l'incontro
tra domanda e offerta di forniture contract. Anche
quest'anno, come per la prima edizione, la main arena
Convegni di Happy Business to You ospiterá importanti
nomi del design e dell'architettura. Uno degli ospiti piú
attesi sará Ross Lovegrove, vera e propria icona del
design, che sará a Pordenone venerdì 15 febbraio 2013.
Dall'esperienza di SIA Guest e Sapore nasce RHEX
Rimini Horeca Expo, la nuova manifestazione espositiva
ideata in risposta all'evoluzione internazionale dei
mercati di riferimento e che raccoglie in un format unico
innovazioni, soluzioni e tendenze per tutto il mondo
della ristorazione e dell'ospitalità. Articolato su innovativi
´contenitori´, il progetto fieristico offrirà non solo una
formidabile vetrina per gli espositori dell'industria
alberghiera, dell'ospitalità, della ristorazione e
dell'intrattenimento, ma anche strumenti immediati che
consentiranno ai visitatori di cogliere gli indirizzi del
mercato. E 'a bordo' del RHEX sia per le aziende, sia per il
pubblico specializzato, tangibili opportunità di business e
di sviluppo delle prospettive internazionali.
www.sea-tec.it
www.happybusinesstoyou.it
www.rhex.it
AGENDA
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A+D+M
A+D+M| MAGAZINE
MAGAZINE| 2012
2012| #
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ADM
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BOOKS
Vando Pagliardini
I Protagonisti
del Design
MARCO PIVA
Hachette, Milano, 2012
Pag. 48
La collana “I Protagonisti del
Design”, dedicata ai grandi maestri
del design internazionale, svela
Marisa Galbiati,
Francesca Piredda
VISIONI URBANE
Narrazioni per il design
della città sostenibile
FrancoAngeli, Milano, 2012
Pag. 240
Il volume, che fa parte della collana
Design della comunicazione, affronta
il tema della comunicazione della
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A+D+M | MAGAZINE | 2012 | # 41
gli autori, i segreti, le curiosità, le
aziende produttrici degli oggetti che
ci circondano e che sono entrati a
far parte dell'immaginario collettivo.
Il volume numero 30 della collana, è
dedicato a Marco Piva e ne racconta
il suo migliore design, dall’inizio della
carriera ad oggi. Architetto, urbanista,
interior e product designer: Marco
Piva corrisponde a ciascuna di queste
definizioni. Le sue realizzazioni
spaziano infatti dall'oggetto
architettonico al master plan, da
allestimenti di showroom ed exhibit
performance a oggetti e complementi
di arredo. Marco Piva definisce il
suo linguaggio emozionante, fluido
e funzionale, firmando le proprie
realizzazioni legate all’architettura, al
product e all’interior design. Lo sforzo
nella ricerca materica e tecnologica,
il valore della differenziazione,
l’innovazione progettuale sfociano
nella fondazione dello Studiodada
Associati, la cui produzione diventa
una delle più rappresentative del
periodo del Radical Design. Negli
anni ’80 apre lo Studio Marco Piva, la
cui attività spazia dai grandi progetti
architettonici alla progettazione
d’interni, fino al disegno industriale.
Viaggiatore prima ancora che
progettista, studia e crea soluzioni
progettuali intrise di libertà stilistica
nelle quali gli oggetti si caricano di
emozionalità e nuova simbologia.
sostenibilità e del dialogo fra gli attori
del territorio; sistematizza i primi
risultati di un progetto di ricerca che
sperimenta linguaggi audiovisivi e
la produzione di visioni condivise;
presenta casi e dispositivi interattivi
per nuovi modi di fruizione e per una
nuova socialità nello spazio urbano.
I sistemi urbani manifestano oggi
una difficoltà di comunicazione
tra gli attori coinvolti nei processi
di gestione e di costruzione della
città. In questa prospettiva, il saggio
offre una riflessione sugli strumenti
più efficaci per comunicare la città
che vive e le sue trasformazioni,
focalizzando l'attenzione sui linguaggi
audiovisivi e dell'interazione in quanto
dispositivi fortemente coinvolgenti,
mettendo a sistema le esperienze
condotte finora da un gruppo di
ricercatori della Scuola del Design
del Politecnico di Milano. Il volume si
articola in tre parti: la prima dedicata
alla comunicazione della sostenibilità
e al dialogo fra gli attori del territorio;
la seconda presenta i primi risultati
di un processo di ricerca già avviato,
che sperimenta linguaggi, strumenti
e processi per la trasformazione della
città; la terza illustra casi e dispositivi
interattivi per nuovi modi di fruizione
e una nuova socialità nello spazio
urbano. Infine questo libro parla di
Milano, del suo tempo presente e
del suo futuro desiderato. Dedicato
a tutti coloro che hanno a cuore il
futuro della propria città per renderla
migliore.
andy fluon
"MAX"
acrilicofluo su tela cm. 60 x 60
2010
Alberto Apostoli
xxxxxxx
DELLE SPA
Editrice Il Campo, Bologna, 2012
Pag. 160
Un terzo di creatività e cultura del
benessere, un terzo di tecnica e
capacità progettuale, un terzo di
conoscenza degli aspetti manageriali
e gestionali connessi con il benessere.
Un progetto di Francesca
Appiani, Museo Alessi
xxx xxxx
TEA & xxxx TOWERS
vol. 1 e vol. 2
Corraini Edizioni, Mantova, 2011
Libro + DVD
Ecco gli ingredienti di questo testo
che non intende esaurire la materia
(estremamente complessa e in divenire)
né diventare o essere un “manuale” di
progettazione tecnica quanto essere
testo fondante per chi desidera un
approccio maturo e multidisciplinare
alla tematica del benessere. Negli ultimi
anni, il numero di imprese legate al
mondo del benessere ha conosciuto
una notevole crescita percentuale.
Non tutte le strutture, però, sono
riuscite a ottenere risultati economici
soddisfacenti e in grado di ripagare
i notevoli investimenti sostenuti. La
causa di molti fallimenti va ricercata
nella visione parziale e limitata
dell’imprenditore.
Scritto da un architetto con grande
esperienza nella progettazione di centri
benessere e spa in tutto il mondo, e di
conseguenza, da un particolare punto
di vista, il volume si propone di illustrare
nella sua complessità la progettazione
di un centro benessere, a partire dagli
ambiti creativi, passando da quelli legati
alle tecnologie e agli impianti, fino ad
esaminare alcuni concetti di marketing
e di comunicazione; il tutto alla luce di
considerazioni gestionali, economiche e
finanziarie. Si evidenziano, inoltre, come
sottofondo all’iter progettuale, alcune
considerazioni etiche e filosofiche, legate
ad un mondo che si incarica di incidere
sull’equilibrio psicofisico ed emotivo delle
persone e della collettività.
Due volumi dedicati al progetto di
ricerca “Tea & Coffee Towers” lanciato
da Alberto Alessi nel 2000 che aprono
un nuovo filone all'interno della
collana delle Design Interviews, nata
dal desiderio di conoscere da vicino
i progettisti attraverso il racconto in
prima persona della loro esperienza e
del loro metodo.
I volumi raccolgono le interviste ad
una serie di architetti internazionali
(William Alsop, Wiel Arets, MVRDV,
Gary Chang, UN STUDIO, Greg Lynn
Form, Thom Mayne Morphosis,
Tom Kovac, Deszö Ekler, Toyo Ito,
Doriana e Massimiliano Fuksas,
Dominique Perrault, Future Systems,
Juan Navarro Baldeweg, Kazuyo
Sejima e Ryue Nishizawa, David
Chipperfield, Alessandro Mendini)
chiamati a progettare un servizio da
tè e caffè per Alessi come se fosse
una micro-architettura. È stato chiesto
loro - alcuni hanno reagito in modo più
spontaneo, per altri è stato un po' più
difficoltoso - di spiegare le motivazioni
e la storia del loro progetto, che cosa
c'era dietro e come l'avevano vissuto.
Ad ogni libro è associato un dvd: una
video intervista realizzata in esclusiva
dal Museo Alessi ( regista e autrice
Anna Pitscheider) che costituisce
una testimonianza unica di riflessioni,
esperienze e considerazioni sul “fare
design”. La trascrizione del filmato,
curata in modo da conservare la
spontaneità e l'immediatezza della
conversazione, è presentata all'interno
del libro insieme alle istantanee
più significative del video stesso,
a fotografie, a schizzi e a studi
preparatori dei progetto più vari.
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Mamoli Robinetteria
Piazza Spartaco Mamoli 1
20084 Lacchiarella (Mi)
tel. 02 36645299
www.mamoli.it
INDIRIZZI
Margraf
Via Marmi 3
36072 Chiampo (Vi)
tel. 0444 475900
www.margraf.it
Mitsubishi Electric Europe
Centro Direzionale Colleoni
Viale Colleoni 7
20864 Agrate Brianza (Mb)
tel. 039 60531
www.mitsubishielectric.it
Oikos
CarraraFiere
Viale Galileo Galilei 133
54033 Marina di Carrara (Ms)
tel. 0585 787963
www.carrarafiere.com
Ceramica Sant'Agostino
Via Statale 247
44047 S. Agostino (Fe)
tel. 0532 84411
www.ceramicasantagostino.it
Ceramiche Refin
Via I Maggio 22
Salvaterra
42010 Casalgrande (Re)
tel. 0522 990499
www.refin.it
Franchi Umberto Marmi
Via del Bravo 14-16
54033 Carrara (Ms)
tel. 0585 776270
www.franchigroup.it
GE Lighting Italia
Centro Direzionale Colleoni
Via Paracelso 16
20864 Agrate Brianza (MB)
tel. 02 3702 7700
www.gelighting.com
Icas
S.S. 415 km. 28,650
26010 Vaiano Cremasco (Cr)
tel. 0373 278045
www.icas.it
Jacuzzi Europe
S.S. Pontebbana Km 97.200
33098 Valvasone (Pn)
tel. 0434 859111
www.jacuzzi.eu
MADE Eventi
Foro Buonaparte 65
20121 Milano
tel. 02 806041
www.madeexpo.it
Via Cherubini 2
47043 Gatteo a Mare (FC)
tel. 0547 681412
www.oikos-paint.com
Parsitalia Real Estate
Via Tevere, 48
00198 Roma
tel. 06 857921
www.parsitalia.it
Performance in Lighting
Viale del Lavoro, 9/11
37030 Colognola ai Colli (Vr)
tel. 045 6159211
www.performanceinlighting.com
Popai Italia
P.tta U. Giordano 4
20122 Milano
tel. 02 76016405
www.popai.it
Pordenone Fiere
Viale Treviso 1
33170 Pordenone
tel. 0434 232111
www.fierapordenone.it
Rimini Fiera
Via Emilia 155
47921 Rimini
tel. 0541 744111
www.riminifiera.it
Riva del Garda Fierecongressi
Parco Lido
38066 Riva del Garda (Tn)
tel. 0464 570133
www.rivadelgardafierecongressi.it
Teorema Tre
Via Appia Nuova 572
00179 Roma
tel. 06 78347333
www.teorematre.com
Vannucci Piante
Via della Dogaia
51039 Quarrata
(Loc. Piuvica) Pistoia
tel. 0573 79701
Vimar
Viale Vicenza 14
36063 Marostica (Vi)
tel. 0424 488600
www.vimar.eu
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Si ringraziano:
ONE WORKS
Via Statuto 11
20121 Milano
tel. 02 6559131
www.one-works.com
Frigerio Design Group
Via Goito 6/6
16122 Genova
tel. 010 873923
www.frigeriodesign.it
Metrogramma
Andrea Boschetti & Alberto Francini
Via G. Cadolini 30
20127 Milano
tel. 02 27209346
www.metrogramma.com
noa* network of architects
Via Sernesi 34
39100 Bolzano
tel. 0471 1880941
www.n-o-a.it
Oxsimoro Architetti
Via Mercato Vecchio 4
33100 Udine
tel. 0432 26272
www.oxsimoro.it
Peia Associati
Via Giovanni Cadolini 30
20137 Milano
tel. 02 6598647
www.peiaassociati.it
Progetto CMR
Corso Italia 68
20122 Milano
tel. 02 584909 1
www.progettocmr.com
Shiro Studio
72 Kensington Church Street
London UK
tel. +44 (0)207 243 6550
www.shiro-studio.com
Simone Micheli Architectural Hero
Via Aretina 197r 199r 201r
50136 Firenze
tel. 055 691216
www.simonemicheli.com
Studio Bradaschia
Via Ponchielli 3
34122 Trieste
tel. 040 364510
www.studiobradaschia.it
Studio Terri Pecora
Viale Papiniano 22
20123 Milano
tel. 02 48199510
www.terripecora.net
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Tel. +39 0373 278045 Fax +39 0373 278107
web site www.icas.it e-mail [email protected]
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