XX SCUOLA ESTIVA DI ARCEVIA
CORSO DI FORMAZIONE PER INSEGNANTI
DI STORIA E ITALIANO
Formazione storica ed educazione linguistica
nell’età della multimedialità digitale
2. Insegnare a scrivere testi in storia
Istituto Comprensivo di Arcevia, Montecarotto, Serra de’ Conti
Arcevia (AN)
Insegnare a comprendere
tematizzazioni e a rappresentarle
(con schemi, con mappe, con tabelle)
a cura di Maria Catia Sampaolesi (Clio ’92)
Sommario della relazione
1. La tematizzazione come chiave di volta della comprensione e
della produzione dei testi storici.
2. La tematizzazione e la sua rappresentazione attraverso testi
discontinui nei manuali di storia della scuola secondaria di I grado.
3. Esempi ed indicazioni operative per rappresentare tematizzazioni,
concettualizzazioni e fasi di Processi di Trasformazione attraverso
schemi, mappe, tabelle.
4. Alcune risorse digitali utili per la rappresentazione.
1. La tematizzazione come chiave di volta
della comprensione e della produzione
dei testi storici.
Che cosa significa tematizzare?
In ambito linguistico
Tematizzare: Trattare in modo particolarmente diffuso un
determinato argomento, ispirandolo a un determinato tema.
Nella didattica della storia
Tematizzare: Riconoscere tra le informazioni a disposizione
un tema unificante e i possibili sottotemi e delimitarne l’ambito
spaziale e temporale.
La tematizzazione nella didattica della storia è
un’operazione cognitiva che consente quindi di:
• ordinare le informazioni a partire da un tema unificante
di rilevanza storiografica
• articolarle e gerarchizzarle
• collocarle nel tempo e nello spazio
Inoltre
• dare senso ad un tema con riferimenti al presente
motivando l’apprendimento
• delimitare l’oggetto della conoscenza: costruzione di un
concetto, stato di cose, processo, problema e spiegazione
• organizzare le conoscenze in sistema e costruire quadri
cronologico-spaziali
• costruire unità di apprendimento basate su copioni,
quadri di civiltà, processi di trasformazione,
temi e problemi.
Esempio:
Tematizzazione di un manuale Nostra tematizzazione (Processo di Trasformazione)
di II media*
6. Il primo Ottocento
Dagli Stati regionali all’Unità d’Italia (1814-1870)
1. Preconoscenze.
2. Il presente.
3. Il passato: descrizione della situazione iniziale e finale.
4. Confronto tra le due situazioni del passato. Individuazione
di mutamenti e permanenze. Problematizzazione.
Unità 19. Il Congresso di Vienna e
la Restaurazione
Unità 20. Le rivoluzioni nazionali e
il Risorgimento italiano
Unità 21. Il Quarantotto in Europa
e l’Unità d’Italia
Unità 22. Gli Stati Uniti
5. Ricostruzione del PdT e periodizzazione
• Rivoluzioni nazionali e liberali (1817- 1834).
• La I guerra d’indipendenza nel contesto delle rivoluzioni
europee del 1848. Lo Statuto Albertino.
• Le tappe dell’unificazione italiana 1850-1870: II guerra
d’indipendenza, spedizione dei Mille, proclamazione
dell’Unità d’Italia, III guerra d’indipendenza, liberazione di
Roma.
• La costruzione dello stato italiano.
• L’unificazione tedesca, il problema delle nazionalità.
Spiegazione del PdT
6. Ritorno al presente.
* E.B. Stumpo, Scenari della storia 2, Milano, Le Monnier scuola, 2010
2. La tematizzazione e la sua rappresentazione
attraverso testi discontinui nei manuali di storia
Che cosa sono i testi discontinui o non continui?
Testi continui
(scritture testuali strutturate in frasi e
capoversi, dotate di coesione e
coerenza)
testi narrativi
testi informativi
testi descrittivi
testi argomentativi (e persuasivi)
testi di istruzioni (detti anche conativi
o regolativi)
documenti o atti ufficiali
ipertesti
Indagine OCSE PISA 2000, Indire
Testi discontinui o non continui
(testi misti che non rientrano nella
categoria precedente)
grafici
tabelle
figure
mappe
moduli
fogli informativi
annunci e pubblicità
ricevute e buoni
certificazioni
La funzione dei testi discontinui
nell’insegnamento/apprendimento della storia
• Rappresentano la prima forma di comprensione del testo storico,
evitando la semplice memorizzazione.
• Esercitano e sviluppano operazioni cognitive ed abilità operative.
• Sono di supporto alla verifica scritta e orale.
• Preparano la scrittura di testi continui.
Quale uso dei testi discontinui nei manuali di storia?
1. Nella parte introduttiva del primo dei tre volumi
• Presentazione di strumenti per la lettura e la produzione di testi discontinui
2. Nella introduzione del modulo o dell’unità:
•
•
•
•
Mappa degli eventi
Presentazione e/o completamento della linea del tempo
Completamento di schemi per ricavare informazioni dal testo introduttivo
Lettura di una carta
3. Come supporto allo studio attivo di capitoli e paragrafi
• Schematizzazione di contenuti
• Completamento di tabelle: abbinamenti tra date ed eventi, tra stati ed
eventi, tra luoghi ed eventi, tra termini e definizioni
• Completamento di schemi/scalette (cause e conseguenze)
• Completamento di mappe inserendo i termini dati o mancanti
• Collegamento tra termini e definizioni
• Lettura di dati e grafici
• Lettura di carte geo-storiche e tematiche
• Colorazione della linea del tempo
4. Nella sintesi finale
• Mappe di ricapitolazione che si affiancano a testi di sintesi
5. Nell’apparato didattico di fine modulo o unità
• Lettura di carte
• Completamento di schemi e tabelle inserendo i termini dati o mancanti
• Uso di mappe per riassumere
6. Nei materiali destinati alla programmazione dei docenti e
nelle risorse on line
• Repertorio di mappe concettuali
Quale supporto alla rappresentazione della tematizzazione?
Alcuni esempi tratti dai manuali
Mappa degli eventi all’inizio del modulo
Manuale di terza media
Tematizzazione
Modulo 1. La fine della modernità
Unità 1. Imperialismo e nazionalismo
Unità 2. L’Europa della Belle Époque
Unità 3. La crescita economica e sociale dell’Italia
Unità 4. La prima guerra mondiale
A. Brancati, T. Pagliarani, I volti della storia 3, Milano, La Nuova Italia, 2014.
Mappe e tabelle di supporto allo studio attivo
Manuale di prima media
Tematizzazione
5. I popoli
«barbari»
invadono
l’Occidente
1. I popoli germanici
2. Romani e germani:
incontro e scontro
3. Le «invasioni»
barbariche
4. La fine dell’Impero
Romano
d’Occidente
G. De Vecchi, G. Giovannetti, Vivere e capire la storia 1, Milano-Torino, Pearson Italia, 2014
Tabella di comparazione nell’apparato didattico
Manuale di prima media
Tematizzazione
7. Saraceni,
Ungari, Normanni
1. Nuovi popoli in
movimento
2. I regni normanni
3. In Europa
Occidentale rinasce
l’impero
S. Paolucci, G. Signorini, L. Marisaldi, L’ora di storia 2,
Bologna, Zanichelli, 2014.
Mappa di ricapitolazione che si affianca ad un testo di sintesi
Manuale di prima media
Tematizzazione
6. Il feudalesimo in Europa
Where: in Europa Occidentale
When: tra il IX e il XIII secolo
Who: Ottone I
What: si afferma il sistema feudale
6.1 Il sistema feudale
6.2 La cavalleria
6.3 La società feudale
6.4 Il sistema curtense
6.5 L’Europa intorno all’anno Mille
E. Asnaghi, G. Carosotti, C. Manzo, S. Tieghi, La porta del tempo 1, Novara, De Agostini Scuola SPA, 2014
Mappe concettuali nel materiale destinato alla programmazione del docente
Tematizzazione
13. In Europa
e in America
rivolte e
rivoluzioni
1. Si ritorna al passato: la
Restaurazione
2. I primi moti rivoluzionari
3. Nuovi moti indeboliscono
la Restaurazione
4. Il sentimento di nazione e
le rivoluzioni nazionali
d’America
5. Una guerra civile
americana
Tematizzazione
14. Il Risorgimento 1. Si programma l’Italia
italiano
futura
2. Il 1848: l’anno delle
rivoluzioni
3. La vittoria delle forze
conservatrici
4. Cavour: diplomazia e
guerre vittoriose
5. Garibaldi e la spedizione
dei Mille
S. Paolucci, G. Signorini, L. Marisaldi, L’ora di storia 2,
Bologna, Zanichelli, 2014.
Osservazioni
• I testi discontinui, così come si presentano nei manuali, non aiutano, nella
maggioranza dei casi, a rappresentare la tematizzazione in modo significativo e
(talvolta) anche storiograficamente corretto; in tal caso sono di scarsa utilità ai fini
della comprensione e produzione di testi storici.
• I testi discontinui sono il più delle volte «preconfezionati», già in parte completati,
da completare con termini già dati; all’alunno viene lasciata poca o nessuna
iniziativa nella costruzione di mappe, schemi, tabelle, né gli vengono fornite,
in genere, indicazioni sulle tecniche da adottare e sulle procedure da seguire.
• Le mappe «concettuali» si configurano come schemi misti e rappresentano
soprattutto contenuti e non concetti. Più in generale c’è confusione,
a livello terminologico, riguardo alle varie categorie e tipologie di mappe, schemi,
tabelle.
3. Esempi ed indicazioni operative per rappresentare
tematizzazioni, concettualizzazioni e fasi di Processi
di Trasformazione attraverso schemi, mappe, tabelle.
A) Per sondare le preconoscenze in relazione alla tematizzazione
Esempio di tematizzazione: «Dall’Impero romano al suo apogeo (II sec. d.C.)
al Sacro Romano Impero (IX sec. d.C.)»
Classe I Scuola secondaria di I grado
Uso di schemi a raggiera: principio di associazione
Grafici a stella
Impero
romano
Sacro Romano
impero
Mappe mentali (software Mindomo)
Tematizzazione del manuale
1.Dall’impero romano alla trasformazione dell’Occidente
1. L’apogeo dell’impero romano
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
La ricchezza dell’impero è prodotta dai campi
La cultura dell’impero prospera nelle città
L’imperatore detiene i poteri principali
L’imperatore usa le ricchezze dell’impero
Roma è il modello di tutte le città dell’impero
Chi sono gli imperatori
Traiano è un imperatore soldato
Adriano difende l’impero
Caracalla concede la cittadinanza romana
Diocleziano riforma l’impero
A. Brusa, S. Guarracino, A. De Bernardi, L’officina della storia 2, Firenze, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori, 2008.
B) Per descrivere e confrontare situazione iniziale e finale
Esempio di tematizzazione: «Dalla curtis (IX sec. d. C.)
all’incastellamento (XII sec. d. C.)»
Classe I Scuola secondaria di I grado
Uso di una tabella di comparazione con indicatori
Indicatori
Localizzazione
Datazione
Organizzazione del
territorio
Proprietario
Lavoratori
Attività
economiche
Tecniche
Azione di controllo
Curtis
Incastellamento
A. Brusa, S. Guarracino, A. De Bernardi,
L’officina della storia 1,
Firenze,
Edizioni scolastiche Bruno Mondadori,
2008.
L’incastellamento
Guerre, scorribande, razzie, anarchia.
Nemici esterni e interni: fu in un simile
clima che in gran parte del continente
europeo scoppiò la febbre
dell'incastellamento. Nella
frammentazione dell'Impero carolingio
si stava infatti consumando il
progressivo dissolvimento dell'apparato
statale. Dalla morte di Carlo il Grosso,
avvenuta nell'888, la crisi e l'instabilità
politica avevano inevitabilmente
innescato il proliferare delle mai sopite
spinte autonomistiche di signori e
signorotti, laici o ecclesiastici, che coi
loro castelli divennero ben presto
l'unico punto di riferimento e di
autodifesa, di fronte all'insicurezza
provocata dalle continue discordie e
dalle sanguinose incursioni straniere di
Saraceni, Normanni e Ungari …
•
Va da sé che l'impianto di un castello non poteva comunque obbedire a logiche
puramente difensive, strategiche e militaresche. All'esigenza di sicurezza della
popolazione doveva infatti essere connesso il necessario processo di colonizzazione
agricola, che determinasse un sistema più o meno organico di relazioni sociali e
istituzionali. Conveniva, insomma, attivare un meccanismo di occupazione e
conseguente sfruttamento territoriale… Era chiaro che, mancando una proiezione
economica sul territorio, difficilmente un fortino, una torre o un avamposto a uso
esclusivamente bellico avrebbero potuto sortire degli esiti duraturi …
•
Che venisse eretto su un'altura o che sorgesse in una vallata a raccogliere intorno a
sé nuclei di gente sparpagliata, il castello portava comunque a una sistematica
concentrazione dell'abitato e a un utilizzo razionalizzato delle terre limitrofe,
consentendo sovente il contemporaneo controllo di importanti percorsi e snodi
commerciali ….. le coltivazioni assunsero talora un assetto concentrico al castello:
più vicine le policolture intensive, e più lontane le cerealicolture estensive e la
macchia boschiva, sulla scorta di uno schema comune alle castellanie di parecchie
contrade. L'orto era perciò piantato immediatamente a ridosso o anche dentro alle
mura. Poco più in là venivano apparecchiate le vigne e i frutteti, e poi le colture
seminative, prima del pascolo e della selva, buona per trarne legna. Si trattava
dunque di un'agricoltura fatta a strati, per successione di settori disposti in ordine di
produttività decrescente. All'ombra del dominus castri: su tutto e su tutti vigilava in
effetti il padrone del castello e del latifondo, che assicurava protezione in cambio di
prestazioni e tributi. Lui comandava, lui puniva, lui era l'autorità e "la" legge molto
localistica, ormai sovrapposta agli ordinamenti regi.
Ripreso e adattato da Medioevo dossier, n.1/2001
C) Per concettualizzare
Esempio di tematizzazione: «Dallo ‘stato’ feudale (XIII sec. d. C.)
allo stato moderno (XVIII sec. d. C.)»
Classe II Scuola secondaria di I grado
Uso di schemi proposizionali
Mappa concettuale: principio di connessione (software Cmap Tools)
Concettualizzazione di «stato moderno»
Tematizzazione del manuale
2. Stato e territorio nell’Europa moderna
A.
1.
•
•
•
•
•
•
Gli stati: risorse e strumenti
I regni feudali e lo stato moderno
Le risorse dello stato moderno: le finanze pubbliche
Gli strumenti dello stato moderno: eserciti e armamenti
La formazione degli eserciti nazionali
I principi e l’amministrazione della giustizia
La burocrazia statale
2.
3.
4.
5.
La monarchia assoluta
La monarchia parlamentare inglese
Gli stati e la guerra
L’Europa e le sue frontiere esterne
Brusa, S. Guarracino, A. De Bernardi, L’officina della storia 2, Firenze, Edizioni scolastiche Bruno Mondadori, 2008.
D) Per spiegare ed argomentare
Esempio di tematizzazione: «Dall’imperialismo (XIX sec. d. C.)
al neocolonialismo (XX sec. d. C.)»
Classe III Scuola secondaria di I grado
Uso di una tabella per spiegare il processo di decolonizzazione
"La seconda guerra mondiale è stato un fattore decisivo del rapido processo di
decolonizzazione. La debolezza dell'antico sistema coloniale si manifestò nel crollo
degli Imperi dell'Asia di fronte all'avanzata giapponese. La facilità con la quale una
potenza di colore (Giappone) riportò la vittoria, distrusse definitivamente il mito
della superiorità dei Bianchi. La disfatta della Francia, ad opera delle armate
tedesche, provocò un'analoga reazione in tutto l'oriente e il Nord Africa. La guerra
inoltre permise a centinaia di migliaia di soldati indiani, o africani, arruolati per
liberare le nazioni europee, di paragonare le loro misere condizioni di vita con
quelle delle popolazioni europee, e ispirò il desiderio di mettere fine allo
sfruttamento del loro paese e di conquistare la libertà anche per la propria patria.
Del resto la Carta Atlantica proclamava il "diritto di tutti i popoli a scegliere la forma
di governo sotto la quale essi vogliano vivere" e il presidente americano Roosvelt,
nel 1942, aveva precisato che essa "non si applicava solo ai paesi sulle rive
dell'Atlantico, ma a tutto il mondo".
I rappresentanti delle potenze vincitrici, nella conferenza di S. Francisco del 1945,
previdero l'avvio all'indipendenza dei popoli coloniali sotto controllo internazionale e
con l'intermediario di una nazione di fiducia. La vittoria militare nella guerra accrebbe il
prestigio dell'URSS, che fin dal 1917 aveva assunto la difesa dei popoli coloniali. Gli
incoraggiamenti e l'aiuto dato da agenti sovietici ed americani ai capi dei movimenti
nazionali e ai sovrani indigeni, contribuirono a rafforzare le resistenze contro le
potenze coloniali. La vittoria di Mao Tse Tung in Cina nel 1949, diede un impulso
decisivo ai movimenti di ribellione anticoloniali. Per i popoli oppressi la Cina e l'URSS
erano il simbolo della liberazione. Nei primi anni del dopoguerra, il sistema coloniale
entrò in una crisi profonda; i movimenti nazionali crebbero, divennero grandi
movimenti di massa, e le ribellioni delle popolazioni indigene divennero sempre più
frequenti".
(Rielab da M. Crouzet, Storia del mondo contemporaneo, Sansoni, Firenze, 1977)
da M. Teresa Rabitti, Decolonizzazione, neocolonialismo, sottosviluppo, IRRSAE, Bologna, 1997
Situazioni che hanno favorito la
decolonizzazione
Crollo degli imperi dell'Asia di fronte all'avanzata
giapponese.
Effetti
Viene distrutto il mito della superiorità dei
Bianchi.
Uso di una mappa specifica per la tipologia testuale
Argomentazione
tesi
evidenza 1
evidenza 2
conclusione
M. Della Casa, Scritture intertestuali, Brescia, La scuola 2012, p. 107.
evidenza 3
Esempio di tematizzazione: «Dai totalitarismi (1924)
alle democrazie parlamentari (1990)»
Classe III Scuola secondaria di I grado
Uso di una mappa per argomentare il concetto di totalitarismo
(Software Conception)
P
T
An
Ar
1
Il concetto di totalitarismo non è universalmente accettato e il suo impiego suscita
ancora di frequente profonde resistenze. Perché? La ragione fondamentale è chiara,
anche se non necessariamente convincente. Il termine è stato adottato per indicare
il complesso delle tirannie moderne, per includervi quindi le due principali varianti,
fascismo e comunismo. Si dà il caso che la ramificazione tedesca del fascismo, il
nazismo, rappresenti, per la maggior parte di noi, la perfetta incarnazione del male,
soprattutto a seguito della divulgazione del suo più grande crimine, lo sterminio degli
Ebrei. Lo statuto eccezionale del nazismo rende poco agevole l’analisi comparativa:
ogni tentativo di paragonarlo agli altri regimi assume immediatamente la valenza di
un atto denigratorio e viene sovraccaricato di connotazioni morali. Per quanti si
identificano con le vittime del nazismo, il concetto di totalitarismo è un vero e proprio
sacrilegio: le sofferenze subite devono rimanere estranee a ogni comparazione, a
ogni raffronto. Per ragioni simili, tutti coloro che si identificano con gli attori dei regimi
comunisti, o che preservano quanto meno una segreta simpatia per l’ideale
Ar comunista, sono ostili all’uso di un termine che sembra affermare una continuità,
2 l’esistenza di una parentela tra i due regimi. Chi è disposto a far parte della
famiglia del diavolo?
Tali resistenze, perfettamente comprensibili e anche plausibili nella sfera privata,
non dovrebbero ostacolare lo storico del XX secolo o il teorico della politica. La
T comparazione è uno strumento indispensabile al progredire della conoscenza in
Ar
questi settori; essa produce, beninteso, somiglianze e differenze…
1
SA
1
2
3
2
Il totalitarismo è, nello spirito di quanti utilizzano il concetto, un regime fondato su
alcune premesse filosofiche, che possiede una struttura statale tendente
all’unificazione (è questo il senso del termine «totalitario») e che utilizza per
raggiungere i suoi scopi uno strumento specifico, che viene chiamato il «terrore»
…
La struttura del regime totalitario è governata da una tendenza all’unificazione.
Tale tendenza può assumere molteplici forme. La più appariscente,
probabilmente, è l’instaurazione del partito unico (eventualmente affiancato da
partiti fantoccio il cui unico segno di distinzione sono le differenti etichette). Ma
non è che il primo passo; si è in presenza, per di più di una simbiosi crescente tra
il partito e lo stato, o tra il partito e gli organismi statali detentori della forza fisica,
la polizia politica o l’esercito: è la concentrazione dei poteri piuttosto che la loro
separazione, così come veniva definita da Montesquieu. Il potere lambisce ogni
settore, il pubblico e il privato, e interviene a tutti i livelli, dal più fisico al più
astratto; lo fa dotandosi di un’ideologia di stato, chiave interpretativa ed
estimativa di qualsiasi avvenimento, luogo di formulazione dei fini ultimi della
società (lo stato, non l’umanità rappresenta dunque l’istanza suprema)…
La medesima tendenza all’unificazione si traduce nel monopolio statale delle
forze repressive e dei mezzi di comunicazione (stampa, radio ecc); dal momento
che la proprietà privata individuale rappresenta un ostacolo all’unificazione, essa
viene messa in causa dai regimi comunisti. Questo aspetto è assente nei regimi
fascisti dove, tuttavia, l’espropriazione è una pratica assai facile, poiché le leggi
non hanno alcuna validità autonoma. L’unificazione condiziona la gerarchia
sociale, sottomettendo le masse ai membri del partito, questi alla nomenclatura,
che è a sua volta assoggettata a un ristretto gruppo dirigente, al vertice del quale
regna il capo supremo.
La principale conseguenza di questo vasto movimento di unificazione è che tutto
ciò che ad esso sfugge viene percepito come un ostacolo da distruggere, come
un nemico da eliminare. Non c’è posto, nei regimi totalitari, per le posizioni
neutrali; chiunque si dimostri tiepido diviene un avversario, e l’avversario un
nemico. I principi di guerra sono estesi alla vita civile; il nemico interno merita la
morte quanto quello esterno. E’ anche in questo senso che il totalitarismo è ostile
all’universalismo, che coltiva, al contrario, l’ideale della pace….
3
Lo strumento impiegato dal regime totalitario per raggiungere i propri scopi è il
terrore. Si devono intendere con tale termine le morti di massa, la tortura e le
minacce di violenza fisica; a tutto ciò va aggiunta un’istituzione specifica e
particolarmente efficace, i campi di concentramento: tutti i paesi totalitari ne
sono dotati. La vita nei campi è al tempo stesso una privazione di libertà e una
tortura, si tratta di vere e proprie colonie penitenziarie; i detenuti non sono mai
certi di uscirne vivi. Nel resto del paese regnano altre forme di terrore: grazie a
una sorveglianza costante e onnipresente, ogni atto di insubordinazione e il
minimo scarto in relazione alle norme stabilite sono passibili di denuncia, e il
loro autore verrà condannato alla deportazione, o alla perdita del lavoro, o
dell’abitazione, o del diritto, per se stesso e per i suoi figli, di iscriversi
all’università, di recarsi all’estero, e via di seguito. Il numero delle vessazioni
possibili è infinito”…
Tratto da “Utilità di un concetto” di Tzvetan Todorov, in (a cura di Marcello Flores) Nazismo, fascismo,
comunismo. Totalitarismi a confronto, Bruno Mondadori, 1998, pp. 87-92).
4. Alcune risorse digitali utili per la rappresentazione
Cmap Tools
Consente di realizzare mappe concettuali (concept map) rigorose, secondo il
modello di Joseph D. Novak. L’uso del programma non prevede il pagamento
di diritti.
Mindomo
Consente di realizzare mappe mentali rigorose. E’ necessario iscriversi al sito.
La versione libera ha alcune funzioni inibite. Si può condividere l’elaborazione
della mappa con altri utenti iscritti.
Conception
Consente di realizzare mappe concettuali, mappe mentali, mappe per
argomentare, mappe per decidere, mappe per progettare. Si può scaricare
una copia di prova del programma, che ha alcune funzioni inibite.
Altri software
FreeMind, Inspiration, Kidspiration, Supermappe, MindManager, Mind42
Per approfondire l’argomento cfr. Marco Guastavigna, Graficamente Modelli e tecniche per
rappresentare, apprendere, elaborare, Roma, Carocci, 2007, pp. 101-110.
La funzione dei testi discontinui
nell’insegnamento/apprendimento della storia
• Rappresentano la prima forma di comprensione del testo storico,
evitando la semplice memorizzazione.
• Sono utili soprattutto se rappresentano tematizzazioni significative e
storiograficamente corrette.
• Esercitano e sviluppano operazioni cognitive ed abilità operative, anche di tipo
multimediale e digitale.
• Consentono di smontare un testo e di individuarne la tipologia.
• Sono di supporto alla verifica scritta e orale.
• Preparano la scrittura di testi continui.
• Suscitano curiosità e motivano l’apprendimento.
• Possono essere curricolati nel corso dei tre anni di scuola media e dall’infanzia
alla secondaria superiore.
XX SCUOLA ESTIVA DI ARCEVIA
CORSO DI FORMAZIONE PER INSEGNANTI
DI STORIA E ITALIANO
Formazione storica ed educazione linguistica
nell’età della multimedialità digitale
2. Insegnare a scrivere testi in storia
Istituto Comprensivo di Arcevia, Montecarotto, Serra de’ Conti
Arcevia (AN)
Insegnare a comprendere
tematizzazioni e a rappresentarle
(con schemi, con mappe, con tabelle)
a cura di Maria Catia Sampaolesi (Clio ’92)
Traguardi per lo sviluppo delle competenze
al termine della scuola primaria
1. L’alunno riconosce elementi significativi del passato del suo ambiente di vita.
2. Riconosce e esplora in modo via via più approfondito le tracce storiche presenti
nel territorio e comprende l’importanza del patrimonio artistico e culturale.
3. Usa la linea del tempo per organizzare informazioni, conoscenze, periodi e
individuare successioni, contemporaneità, durate, periodizzazioni.
4. Individua le relazioni tra gruppi umani e contesti spaziali.
5. Organizza le informazioni e le conoscenze, tematizzando e usando le
concettualizzazioni pertinenti.
6. Comprende i testi storici proposti e sa individuarne le caratteristiche.
7. Usa carte geo-storiche, anche con l’ausilio di strumenti informatici.
8. Racconta i fatti studiati e sa produrre semplici testi storici, anche con risorse
digitali.
9. Comprende avvenimenti, fatti e fenomeni delle società e civiltà che hanno
caratterizzato la storia dell’umanità dal paleolitico alla fine del mondo antico con
possibilità di apertura e di confronto con la contemporaneità.
10. Comprende aspetti fondamentali del passato dell’Italia dal paleolitico alla fine
dell’Impero romano d’Occidente, con possibilità di apertura e di confronto con la
contemporaneità.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze
al termine della scuola secondaria di I grado
1. L’alunno si informa in modo autonomo su fatti e problemi storici anche mediante l’uso
delle risorse digitali.
2. Produce informazioni storiche con fonti di vario genere – anche digitali – e le sa
organizzare in testi.
3. Comprende testi storici e li sa rielaborare con un personale metodo di studio.
4. Espone oralmente e con scritture – anche digitali – le conoscenze storiche acquisite
operando collegamenti e argomentando le proprie riflessioni.
5. Usa le conoscenze e le abilità per orientarsi nella complessità del presente,
comprendere opinioni e culture diverse, capisce i problemi fondamentali del
mondo contemporaneo.
6. Comprende aspetti, processi e avvenimenti fondamentali della storia italiana dalle
forme di insediamento e di potere medievali alla formazione dello stato unitario fino
alla nascita della Repubblica, anche con possibilità di aperture e confronti con il
mondo antico.
7. Conosce aspetti e processi fondamentali della storia europea medievale, moderna e
contemporanea, anche con possibilità di aperture e confronti con il mondo antico.
8. Conosce aspetti e processi fondamentali della storia mondiale, dalla civilizzazione
neolitica alla rivoluzione industriale, alla globalizzazione.
9. Conosce aspetti e processi essenziali della storia del suo ambiente.
10. Conosce aspetti del patrimonio culturale, italiano e dell’umanità e li sa mettere in
relazione con i fenomeni storici studiati.
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2_SAMPAOLESI_Relazione Arcevia 2014