Imitazione ed espressione nel
XVIII secolo
Che cosa intendiamo per imitazione
n
Seidel, Imitazione della natura creata, ovvero la
natura degli uomini, degli dei, degli animali e del
diavolo, la realtà reale, la realtà rivelata, sognata,
inventata, quella dei teologi, dei sognatori e dei poeti
n Riproduzione irriflessa della natura,
rappresentazione dell’universale, emulazione dei
modelli classici, selezione idealizzante
n In generale, presentazione di qualcosa su un altro
piano
L’imitazione tra Platone
e Aristotele
n Platone, Repubblica X, 415 sgg.
Conflitto tra poesia e filosofia
n Aristotele, Poetica, 1460b; 1447a; 1451b
Poesia e pittura (Ut pictura Poesis)
E infatti, poiché il poeta è imitatore alla
stessa maniera del pittore o di
qualunque altro facitore di immagini, è
necessario che, essendo tre di numero
[10] le possibilità, sempre ne imiti una,
e cioè o le cose quali furono o sono, o
quali si dice o sembra che siano, o quali
dovrebbero essere (1460 b 7)
Le arti imitative
L’epopea e la tragedia ed ancora la
commedia e il ditirambo ed anche gran parte
[15] dell’auletica e della citaristica, tutte,
prese nel loro assieme, si trovano ad essere
imitazioni; ma differiscono tra loro sotto tre
aspetti, e cioè per il loro imitare o in materiali
diversi o cose diverse o in maniera diversa e
non allo stesso modo (1447a).
Verità e verosimiglianza, universale e
particolare
lo storico e il poeta non differiscono per il fatto di dire
l’uno in prosa e l’altro in versi (giacché l’opera di Erodoto,
se fosse posta in versi, non per questo sarebbe meno storia,
in versi, di quanto non lo sia senza versi), ma differiscono in
questo, che l’uno dice le cose accadute [5] e l’altro quelle
che potrebbero accadere. E perciò la poesia è cosa più nobile
e più filosofica della storia, perché la poesia tratta piuttosto
dell’universale, mentre la storia del particolare. L’universale
poi è questo: quali specie di cose a quale specie di persona
capiti di dire o di fare secondo verosimiglianza o necessità, al
che mira [10] la poesia pur ponendo nomi propri, mentre
invece è particolare che cosa Alcibiade fece o che cosa patì.
(1451 b)
Imitazione istruzione e diletto
In generale due sembrano essere le cause che hanno dato origine all’arte
poetica, [5] e tutte e due naturali. Ed infatti in primo luogo l’imitare è
connaturato agli uomini fin da bambini, ed in questo l’uomo si differenzia
dagli altri animali perché è quello più proclive ad imitare e perché i primi
insegnamenti se li procaccia per mezzo dell’imitazione; ed in secondo
luogo tutti si rallegrano delle cose imitate. Prova ne è quel che accade in
pratica, [10] giacché cose che vediamo con disgusto le guardiamo invece
con piacere nelle immagini quanto più siano rese con esattezza, come ad
esempio le forme delle bestie più ripugnanti e dei cadaveri. La ragione poi
di questo fatto è che l’apprendere riesce piacevolissimo non soltanto ai
filosofi ma anche agli altri, per quanto poco ne possano [15] partecipare.
Per questo infatti si rallegrano nel vedere le immagini, perché succede che
a guardarle apprendono e ci ragionano sopra riconoscendo ad esempio chi
è la persona ritratta; se poi càpita che non sia stata vista prima, non sarà in
quanto cosa imitata che procura il piacere ma per l’esecuzione, per il
colore o per un altro motivo di questo genere (1448 b 4).
Presentazione e imitazione
John Dryden, A song for St. Cecilia’s Day (1687)
( 2 stanza)
What passion cannot music raise and quell!
When Jubal struck the chorded shell,
His list'ning brethren stood around,
And wond'ring, on their faces fell,
To worship that celestial sound.
Less than a god they thought there could not dwell
Within the hollow of that shell,
That spoke so sweetly and so well.
What passion cannot music raise and quell!
Batteux, Le belle arti ricondotte ad un
unico principio, 1746
n Le une hanno per oggetto i bisogni
dell’uomo
n Le altre hanno per oggetto il piacere e
nascono in seno alla gioia, all’abbondanza e
alla tranquillità
n La terza specie hanno per oggetto
l’utilità e la piacevolezza
Le belle arti ricondotte ad un unico
principio
L’imitazione deve essere saggia e
illuminante, tale che non copi servilmente,
ma che scegliendo gli oggetti e i tratti, li
presenti con tutta la perfezione di cui
sono suscettibili. Un’imitazione in cui si
veda la natura non come essa è in se
stessa, ma come potrebbe essere
concepita mediante lo spirito (p. 48)
Genio, imitazione ed entusiasmo
Ma che cos’è l’entusiasmo? Esso non
contiene che due cose: una viva
rappresentazione dell’oggetto nello
spirito e un’emozione del cuore
proporzionata al suo oggetto (p. 53)
Il gusto
Il gusto è una conoscenza di regole
mediante il sentimento. Questo modo di
conoscerle è molto più fine e più sicuro di
quello proprio dello spirito; e anche senza di
esso, tutte le luci dello spirito sono quasi
inutili a chi voglia comporre (p. 63)
I gusti
• La natura è il solo oggetto del gusto, dunque
non v’è che un buon gusto…tuttavia si
constatano gusti differenti tra gli uomini e le
nazioni …illuminate e civili (p. 85)
• La musica francese e la musica italiana hanno
ciascuna un loro carattere. L’una non è la
buona musica, l’altra la cattiva. Sono due
sorelle o piuttosto due facce dello stesso
oggetto (p.86)
La querelle tra la musica francese e la
musica italiana
Francoise Raguenet, Parallèle des Italiens
et des Francais en ce qui regarde la
musique et les opéras, 1702
Lecerf de La Vieville, Comparaison de la
musique italienne et de la musique
francaise, 1705
I Id., Traité du bon gout en musique,
I gusti
Lo stesso uomo potrebbe fare uso di tutti
questi tesori tutti insieme? La moltitudine non
avrebbe fatto che distrarlo e impedirgli di
gioire. Perciò la natura, avendo provveduto a
tutto il genere umano, doveva, per
previdenza, distribuire a ciascuno degli
uomini in particolare una porzione di gusto,
che lo inducesse principalmente verso alcuni
oggetti (p. 87)
Mattheson, Das neu-eröffnete
Orchester, 1713
Sulla differenza tra musica italiana, francese,
inglese e tedesca
Johann Joachim Quantz, Versuch einer Anweisung…, 1752
…se gli strumentisti tedeschi non si lasceranno
condurre su una strada sbagliata da una pratica
bizzarra e strana, come nel caso già riferito degli
italiani, ma prenderanno a modello la buona maniera
di cantare e coloro che suonano seguendo un gusto
conforme alla ragione; se poi gli italiani e i francesi
vorranno imitare i tedeschi nella mescolanza degli
stili, allo stesso modo in cui i tedeschi li hanno
imitati nei loro stili; se tutto ciò dunque sarà
osservato da tutti, col tempo si potrà introdurre
nella musica un generale buon gusto
Il suono e il gesto
Il tono e il gesto giungono al cuore
direttamente senza alcuna incertezza. La parola
è un linguaggio convenzionale che gli uomini
hanno costruito per comunicarsi il più
distintamente le loro idee: i gesti e i toni sono
come il dizionario della semplice natura, essi
contengono una lingua che conosciamo tutti fin
dalla nascita e di cui ci serviamo per annunciare
tutto quello che ha rapporto con i bisogni e con
la conservazione del nostro essere: così è viva,
breve, energica (Batteux, p. 157).
Du Bos, Riflessioni critiche sulla poesia e
sulla pittura, 1719
I suoni hanno una prodigiosa forza nel
procurarci emozione perché sono i segni
delle passioni, istituiti dalla natura da cui
hanno ricevuto energia, mentre le parole
sono i segni arbitrari delle passioni. Il
significato e il valore delle parole
articolate sono convenzioni umane che gli
uomini hanno stabilito in un certo paese.
Sull’unione delle belle arti
n Essendo la musica significativa nella
sinfonia dove essa non ha che una mezza vita,
che la metà del suo essere, che sarà nel canto
dove diviene il quadro del cuore umano?
n Per le arti unite deve essere come per gli
eroi. Una sola deve eccellere e le altre restare
in secondo rango.
Rousseau, voce Sonata
Encyclodedie
Aujourd'hui que les instrumens font la partie la plus essentielle de la musique, les
sonates sont extrêmement à la mode, de même que toutes les especes de
symphonies; le chant des voix n'en est guere que l'accessoire. Nous sommes
redevables de ce mauvais goût à ceux qui voulant introduire le tour de la musique
italienne dans une langue qui ne sauroit le comporter, nous ont obligé de chercher
à faire avec les instrumens ce qu'il nous étoit impossible de faire avec nos voix.
J'ose prédire qu'une mode si peu naturelle ne durera pas ; la Musique est un art
d'imitation ; mais cette imitation est d'une autre nature que celle de la Poésie & de
la Peinture ; & pour la sentir il faut la présence ou du-moins l'image de l'objet
imité ; c'est par les paroles que cet objet nous est présenté ; & c'est par les sons
touchans de la voix humaine, jointe aux paroles, que ce même objet porte jusque
dans les coeurs le sentiment qu'il doit y produire. Qui ne sent combien la musique
instrumentale est éloignée de cette ame & de cette énergie ? Toutes les folies du
violon de Mondonville m'attendriront-elles jamais comme deux sons de la voix de
Mlle. le Maure ? Pour savoir ce que veulent dire tous ces fatras de sonates dont
nous sommes accablés, il faudroit faire comme ce peintre grossier qui étoit obligé
d'écrire au-dessous de ses figures, c'est un homme, c'est un arbre, c'est un boeuf. Je
n'oublierai jamais le mot du célebre M. de Fontenelle, qui se trouvant à un concert,
excédé de cette symphonie éternelle, s'écria tout haut dans un transport
d'impatience, sonate, que me veux-tu ? (S)
Diderot, Il nipote di Rameau,
postumo 1805
E’ il grido animale della passione che ci
detta ciò che ci conviene.
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