EXEMPLAIRE D’AUTEUR
THE JOURNAL OF ARCHÆOLOGICAL NUMISMATICS
VOLUME 2-2012
TA B L E O F C O N T E N T S
Page
BULLETIN
DU CERCLE D’ÉTUDES
NUMISMATIQUES
the chairman’s address
﬈e “charon’s obol”: some methodological reflexions
i
articles
Volume 50 – N°2 – MAI-AOÛT 2013
Fanny Martin, Michel Fourny & Michel Van Assche, avec la collaboration de
Peter Cosyns & Jean-Marc Doyen
Ittre « Mont-à-Henry » (Brabant wallon, Belgique) : le mobilier de l’occupation
de transition entre La Tène et l’époque gallo-romaine en question
1
Charlotte Sillon & Sylvia Nieto-Pelletier
Analyse élémentaire d’un « bronze du type de Mardorf » mis au jour à Ittre
29
Jean-Marc Doyen
Une approche contextuelle des potins nerviens « au rameau » du type A :
l’apport du site du « Mont-à-Henry » à Ittre (Brabant wallon, Belgique)
31
Jean-Patrick Duchemin, avec la collaboration de Guillaume Florent, Samuel Lelarge,
Guillaume Marie & Arnaud Poirier
Numismatique et archéologie du rituel : réflexion sur le rite dit de l’« obole à
Charon » à partir de l’exemple de la nécropole tardo-antique de NempontSaint-Firmin (Pas-de-Calais, France)
127
Jean-Marc Doyen, Pierre Mathelart & Claire Pilliot, avec la collaboration
d’Alessio Bandelli, Didier Bayard, Michaël Brunet, Hubert Cabart, Sévérine Lemaître &
Stéphane Sindonino
Un ensemble théodosien tardif de Reims (Marne, France) : la fosse fs 22 (vers
420-430 apr. J.-C.)
199
Richard Reece
Coins from the British excavations at Carthage: a summary and discussion
265
Gitte Tarnow Ingvardson
Nørremølle – the largest Viking age silver hoard of Bornholm (Denmark)
281
Jan Moens
Some caveats concerning the use of frequency indices
347
news
Monica Baldassarri
﬈e ist international workshop on numismatics – Il i workshop internazionale di
numismatica: report
355
BRUXELLES
opmaak_cover_2013_2.indd 1
18/09/2013 8:35:16
C.E.N.
BULLETIN
« EUROPEAN CENTRE FOR NUMISMATIC STUDIE S » « CENTRE EUROPÉEN D’ÉTUDE S NUMISMATIQUE S »
VOLUME 50
N° 2
MAI – AOÛT 2013
Ermanno Arslan ‒ Astri e potere nel mondo romano duti nel passato, quando si aveva la certezza incrollabile che negli astri si determinasse il destino di ciascuno e si governasse il destino del mondo tutto. L’impulso a tentare una lettura iconologica [1] di un tipo monetario gallienico, cui è stato fino ad oggi dato un significato iconografico del tutto sviante, con una rappresentazione del segno zodiacale del Sagittario interpretata come Centauro, mi deriva da due occasioni. La prima è rappresentata dalle belle lezioni di Archeoastronomia di un collega astronomo, Elio Antonello (operante presso l’Osservatorio Astronomico di Brera e Presidente della Società Italiana di Archeoastronomia [2]). Questi mi ha convinto della necessità, per una corretta ricerca storica, di guardare il cielo non con gli occhi di oggi, di norma indifferenti (quando non sono di un collega astronomo o archeoastronomo)), ma con gli occhi di quanti ci hanno prece-
La seconda è rappresentata dall’incarico avuto dalla collega Laura Simone, della Soprintendenza ai Beni Archeologici di Milano, che ringrazio, di schedare e studiare un ripostiglio di monete recuperato nel 2008 a Corneliano di Truccazzano (MI) [3]. 1
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[1]
Una prima versione di questo piccolo contributo è stata letta nel 2010 al IX Convegno della Società Italiana di Archeoastronomia, 1416/9/2009, riunito presso l’Osservatorio Astronomico di Arcetri (Firenze). [2] L’Osservatorio Astronomico di Brera, è uno storico osservatorio costituito nella seconda metà del Settecento nel palazzo di Brera, a Milano. Agli inizi degli anni venti del Novecento la sezione osservativa ﬔ distaccata a Merate, in Brianza. Le due sedi condividono a tutt’oggi l’amministrazione e la direzione, e talvolta la designazione. BCEN vol. 50 no 2, 2013 3
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[3] Una prima segnalazione in Arslan 2011. Il complesso è stato edito in CD in Arslan & Simone Zopfi 2011. Il prodotto, realizzato con la necessità di rispettare scadenze immediate, presenta numerose manchevolezze redazionali ed omissioni per l’affrettata preparazione del CD, anche se il materiale è riprodotto integralmente. Tale aspetto del prodotto viene segnalato in Crisafulli 2012, p. 261, che, senza prendere in considerazione il saggio introduttivo, si rifiuta di allineare il ripostiglio agli altri 27 ripostigli italiani (molti dei quali ben più inaffidabili relativamente alla composizione e alla schedatura analitica dei materiali), che pone alla base delle sua ricostruzione delle scelte di emissione di Aureliano e del significato della sua riforma. Considerando la fondatezza delle osservazioni della collega, è in corso una riedizione del CD, con l’emendamento della schedatura. Inalterata rimane l’integrale riproduzione delle monete e il saggio di commento, che propone un tentativo di analisi dei progetti di comunicazione di Gallieno e Claudio Gotico tramite i tipi monetari, considerati in termini statistici, con la percentualizzazione delle presenze. 145
Premetto che un ripostiglio (meglio definibile come un complesso associato di monete) è un nucleo di monete (o di monete e di altri oggetti o di altre classi documentarie) smarrito o occultato in un momento preciso, che non sia stato successivamente manomesso, fino al recupero in età moderna. Un ripostiglio monetale, che può avere infinite modalità di formazione (cioè di accumulo delle monete e degli altri oggetti che lo costituiscono), che non è il caso di trattare in questa sede, quando si sia formato in tempi brevi e ci giunga integro [4], ci propone un’immagine fedele della circolazione monetaria dalla quale è stato ritirato, cioè della massa monetaria disponibile per l’utenza nel luogo di formazione al momento della sigillatura. Naturalmente in relazione al mercato nel quale quelle specifiche monete circolavano, che era quasi sempre differenziato per metallo e con caratteri talvolta diversi nei vari luoghi. la morte, la moneta più antica [6], e 1.012 antoniniani in argento povero [7] (fig. 1), dispersi nel terreno dopo la rottura (o il disfacimento) di un contenitore perduto (in terracotta o materiale organico), che vennero recuperati con il cerca-metalli. Il complesso, ritrovato sulle rive dell’Adda a Corneliano di Truccazzano (MI) nel corso di scavi regolari, va comunque considerato sostanzialmente integro ed affidabile. 6
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I ripostigli ci forniscono quindi informazioni preziose su molti aspetti dell’economia antica, per i quali le fonti spesso tacciono completamente, e si propongono come uno strumento indispensabile per la ricerca storica, specie di storia economica. Nel nostro caso si trattava di un complesso comprendente un denario suberato [5] di Faustina I, moglie dell’imperatore Antonino Pio, divinizzata dopo 5
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[4] Nelle condizioni in cui era al momento della scoperta, senza aver subito manomissioni, selezioni o dispersioni. [5] I Denari suberati erano monete in metallo vile (di norma rame) ricoperte con una sottile lamina in argento. Se riconosciuti venivano di norma gettati via o omologati a nominali di valore inferiore. Sul tema si ha abbondante bibliografia, sia tecnica che storico-numismatica. Cfr. ancora Crawford 1968, per l’ipotesi che fossero prodotti da falsari, e Serafin 1988, per l’ipotesi di emissioni speculative nelle zecche ufficiali. 146 Fig. 1 Gli Antoniniani del ripostiglio di Truccazzano si distribuiscono, come data di emissione, dal 255-256 al 272 ca. al massimo, con rappresentati gli imperatori romani dell’epoca : Valeriano (253260), Gallieno (253-268), Salonina, moglie di Gallieno (254-268), Claudio Gotico, in vita (268-270) e divinizzato (post 270), Quintillo (270), fratello di Claudio, Aureliano (270-275). Nel Ripostiglio erano presenti anche monete degli usurpatori gallici, Postumo (260269) e i due Tetrici, padre e figlio (271post 274 e 273-274). La data di occultamento è definita dalle monete più recenti, di Aureliano, precedenti alla riforma da lui attuata. Le ragioni dell’occultamento possono essere diverse : si può ipotizzare che il __________
[6] Con al Rovescio Cerere, del 141 d.C. e ss.; ric iii, p. 71, n. 358. [7] Moneta in argento povero, definita anche come “radiato”, per la corona a raggi sul capo dell’Imperatore sul Diritto, indicativa di nominale doppio rispetto all’unità, emessa per la prima volta da Caracalla nel 214 d.C. Quindi nominale da due Denari. BCEN vol. 50 no 2, 2013
gruzzolo sia stato nascosto nel 271, quando Aureliano venne duramente battuto dagli Alamanni a Piacenza ; ma si può anche pensare alla minaccia, l’anno successivo, dopo la vittoria [8] di Aureliano a Pavia, sempre sui medesimi Alamanni, di qualche gruppo germanico sbandato, che poteva essere ancora presente intorno a Milano. Ma è possibile anche pensare alla paura di briganti o di contadini insorti [9]. Oppure alla volontà di nascondere monete che Aureliano voleva venissero ritirate, perché non ostacolassero la collocazione sul mercato delle proprie emissioni riformate, di maggior valore intrinseco, calcolato come metallo a peso [10]. 8
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[8] Gli Alamanni erano un gruppo barbarico germanico che venne affrontato in Italia da Gallieno, Claudio II e Aureliano. Dagli Alamanni si sviluppò, culturalmente e linguisticamente, l’attuale Svizzera tedesca. [9] Cfr. il simile complesso recuperato a Grumello e Uniti (CR) (Grumello 1985) con 10 kg di monete, ora ridotte a 3.413, da Treboniano Gallo a Aureliano, quest’ultimo con 84 esemplari, il 2,46% dell’intero nucleo conservato, quasi tutti di Mediolanum. Le monete di Aureliano sono tutte precedenti la riforma e quindi sono indicative per la data di occultamento. Aureliano è presente a Truccazzano con una bassissima percentuale di monete, l’1,08%, che può quindi indicare una sincronia per la data di occultamento, che potrebbe essere riferita ad eventi simili e concomitanti. [10] Per la legge monetaria che portava al ritiro dal mercato, da parte dei privati, e alla tesaurizzazione della moneta « buona », e al mantenimento in circolazione della moneta « cattiva » cfr. Legge di Gresham 2006, con contributi di autori vari. L’imperatore Aureliano affrontò nel 272 la crisi economica e monetaria ereditata da Gallieno e da Claudio II, reprimendo nel sangue la rivolta del personale della zecca di Roma, che aveva intrapreso l’emissione di cattiva moneta in proprio, chiudendo le zecche che emettevano moneta nelle province orientali, decentrando la produzione di una moneta con tipi ovunque identici in alcune poche zecche collocate nell’immenso territorio dell’Impero e imponendo un nuovo tipo di Antoniniano, argentato, con la sua immagine BCEN vol. 50 no 2, 2013 In questa sede, premettendo come la moneta, unico multiplo disponibile nel mondo antico, assumesse un’enorme importanza nei programmi di comunicazione del potere imperiale, mi riferirò solo ad alcune emissioni di Gallieno, databili genericamente tra 260 e 268, presenti nel ripostiglio di Truccazzano, per le quali si hanno strumenti per la classificazione molto imprecisi [11]. 11
Si tratta degli Antoniniani con al Rovescio una figura di Centauro, che viene sempre descritto come tale, senza ulteriore specificazione. In realtà si hanno due immagini con attributi ben distinti, che impongono una valutazione in termini storici molto differenziata. Alcune emissioni, in una prima fase del regno (258-259) [12], propongono il Centauro (fig. 2), a destra o a sinistra, con la clava, eloquente simbolo di forza militare, e con talvolta il globo, simbolo del potere universale. La leggenda è illuminante e suona come LEG[IO] II PART
[HICA] V (o VI, o VII) P[IA] V (o VI, o VII) F[IDELIS], che è possibile tradurre con « legione seconda partica cinque (o sei, o sette) volte pia e fedele », con i due cognomina attribuitile da Gallieno tra 257 e 259. 12
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sempre radiata, ma con peso e contenuto metallico più alti e programmaticamente stabili. E’ molto probabile che abbia imposto il ritiro coatto di tutta la moneta circolante da sostituire. Per la riforma di Aureliano si ha un dibattito tuttora aperto, per il quale si rimanda al recentissimo Crisafulli 2012, da utilizzare con prudenza ma con ottima bibliografia. [11] ric v, i è ormai strumento catalogico molto invecchiato. Si utilizzano di norma Cunetio 1983, Normanby 1988 e Giard 1995, quest’ultimo meno facile da usare per la mancanza di indici. Su aspetti specifici delle emissioni gallieniche si hanno numerosi e ottimi contributi, non essenziali in questa sede. Praticamente inutilizzabile, per la mancanza di un apparato valido di indici, è Giard 1995. [12] Cohen 5, p. 388-389, nn. 478-486 ; ric v, i, p. 94, nn. 332-338. 147
Fig. 2 non sono rappresentate nel nostro ripostiglio, con monete raccolte certamente nel territorio milanese, dove finora non sono attestate nei ritrovamenti in scavo (purtroppo scarsi). Sono invece discretamente presenti a Cunetio, in Britannia [19], in un complesso con circa il doppio di monete gallieniche rispetto a quelle presenti nell’intero ripostiglio di Truccazzano. Ciò può forse significare una errata attribuzione delle emissioni alla zecca di Milano, oppure può essere riferito ad una circolazione circoscritta all’ambito militare : la moneta era quindi più presente là dove era stanziata la Legione. Va però ricordato come le monete precedenti al 260 siano rare nel nostro ripostiglio, 19
Il tipo rientra nelle « serie legionarie » di Antoniniani gallienici, con tipi destinati a sollecitare il lealismo dei corpi militari [13], nella logica di una strategia di comunicazione molto trasparente. La legione secunda parthica era stata creata da Settimio Severo nel 197, era stata stanziata a lungo ad Albano, unica legione sul territorio italiano, a garanzia della sicurezza dell’Imperatore, ed era stata di grande importanza nel complesso e sfortunato periodo del regno congiunto di Valeriano e Gallieno. 13
Il Centauro era il simbolo della Legione e non sembra avere avuto riferimenti zodiacali [14] : comparve anche più tardi sulle emissioni dell’usurpatore Carausio (286-293), in Britannia, dove la legione era stanziata, in emissioni della zecca di Londra [15], con attributi vari, clava, globo, lira, timone, scettro, trofeo, mai arco e frecce. Il tipo venne emesso anche a Camulodunum, sempre in Britannia, sia per la parthica secunda [16], che per la quarta flavia [17]. 14
Fortemente rappresentata nel nostro ripostiglio è invece un’altra serie di emissioni, più tarda (260-268), pure con al rovescio il Centauro (fig. 3), a destra, ma con arco e freccia [20], oppure, a destra o a sinistra, con il globo nella destra e il timone sulla spalla [21] (fig. 4). 20
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Fig. 3 Le monete di Gallieno con il Centauro in onore della legio secunda parthica e ad essa probabilmente destinate, sono proposte come emesse a Milano [18], ma 18
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[13] Per le emissioni in onore delle Legioni, ric v, i, p. 34. [14] Comunque l’eventuale riferimento astrale, cioè alla costellazione omonima e ai miti relativi, poteva riguardare la Legione e non la persona dell’Imperatore. [15] ric v, ii, p. 468, n. 61 ss. [16] ric v, ii, p. 487, nn. 269-271. [17] ric v, ii, p. 480, n. 187. [18] Cfr. nota 11. 148 Fig. 4 __________
[19] Cunetio 1983, nn. 1452-1457, 1494-1495. [20] Cohen 5, p. 354, nn. 72-73 ; ric v, i, p. 145, n. 163. [21] ric v, i, p. 145, n. 164, emesse a Roma ; a Siscia viene emesso un tipo con il Centauro a sinistra, al galoppo, che tende l’arco a d. ric v, i, p. 180, n. 558. BCEN vol. 50 no 2, 2013
La leggenda – APOLLINI CONS[ERVATORI]AUG[VSTI] – si riferisce ad Apollo, il dio arciere, che raggiunge l’avversario da lontano con le frecce e che preserva e protegge l’imperatore. Diodoro Siculo [22], in una versione ben nota del mito, ci indica come Apollo fosse padre del Centauro, che dal dio derivava evidentemente la qualifica di « arciere », con i corrispondenti attributi, l’arco e le frecce. Il Centauro-Sagittario trasmette, esercitando il suo influsso astrale, all’imperatore il Globo, simbolo del potere universale, e custodisce il Timone, simbolo della protezione e della guida divina. 22
La corretta interpretazione del tipo, già presente nella letteratura cinquecentesca [23], è quindi quella che vede nel Centauro del tipo monetale con la leggenda riferita ad Apollo il segno zodiacale del Sagittario, con un riferimento astrale all’omonima costellazione, ben diversa dalla costellazione del Centauro (fig. 5), che non corrisponde ad alcun segno zodiacale. Il Centauro dell’omonima costellazione sarebbe invece quello presente con la clava sulle monete per la Legio Partica Secunda. 23
corrente [24] e non viene più citata, sottraendoci quindi un prezioso strumento per l’interpretazione del programma di comunicazione che Gallieno sviluppava con la scelta e l’elaborazione dei tipi collocati sulla moneta, unico multiplo dell’antichità, con diffusione universale e controllata. 24
La scelta gallienica quindi con il tipo del Sagittario si inquadrava in una strategia che non riguardava più solo la volontà di lusingare un corpo militare, al quale forse erano destinate quelle emissioni, ma desiderava segnalare alla totalità dei sudditi, e non solo ad un gruppo limitato di interlocutori, gli influssi astrali che qualificavano colui che rivestiva la carica di imperatore. Influssi che egli deteneva per volontà divina, apollinea, dall’istante del concepimento, quando era stato collocato « nel segno del Sagittario », con una evidente predestinazione alla dignità imperiale. Il segno infatti si riferiva non alla data di nascita di Gallieno, ma a quella del concepimento, come è stato interpretato per le rappresentazioni del Capricorno nelle monete (fig. 6) e nei cammei di Augusto (fig. 7), concepito sotto l’influsso di questo segno zodiacale [25]. 25
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[24] Il Fig. 5 La distinzione tra le due immagini si è perduta nella manualistica numismatica __________
[22] Diodoro Siculo, iv, 69. Cfr. Carradice 1983, p. 192. [23] In Agustin 1592 : dialogo v, p. 98. BCEN vol. 50 no 2, 2013 riferimento a due costellazioni diverse sﬔggì anche al Carradice 1983, p. 192, che segnalava solo come il Centauro fosse più frequentemente (« more usually ») associato a Dioniso, mentre in questo caso era raffigurato come « cacciatore ». [25] Svetonio (De vita caesarum, ii.94), indica come Augusto fosse nato sotto il segno del Capricorno. Ciò contrasta con la sua effettiva data di nascita, indicata come il 22-23 settembre 63 a.C., sotto il segno zodiacale quindi – allora – del Leone, come certo ci viene ricordato dalla stessa denominazione di un mese dell’anno come « agosto ». L’indicazione quindi di Svetonio si riferisce al momento del concepimento, nove mesi prima, sotto il segno appunto del Capricorno. Una diversa tradizione astrologica vuole che gli influssi astrali 149
Tanto importante era l’influsso del segno zodiacale al momento del concepimento, tale da predestinare la vita successiva di ogni essere umano, che il Capricorno ritornò successivamente nei tipi delle monete anche di altri imperatori tutte le volte che ci si ricollegava alla figura di Augusto, come modello politico ed ideologico. Ciò anche con Gallieno [26] (fig. 8). 26
Fig. 6 Fig. 8 E’ da ricordare come gli imperatori romani non ottenessero il potere per diritto divino, o ereditariamente, come in altre realtà politiche o, successivamente, nella tarda antichità. Essi conquistavano, già con Augusto, il titolo sul campo, in termini oggi di difficile comprensione, acquisendo e sommando tutte le cariche civili e militari repubblicane che lo giustificavano (compresa quella di « Imperatore »). In realtà erano tutti « signori della guerra », che venivano nominati (e anche eliminati) dai loro eserciti. Era quindi essenziale che curassero con grande impegno il « consenso » dei sudditi tutti e in particolare delle strutture militari, che di norma li avevano chiamati al potere. In un mondo che attribuiva importanza decisiva agli influssi astrali, dimostravano la loro predisposizione al comando supremo, civile e militare, come determinata dal loro « oroscopo » al momento del concepimento, più importante di quello della nascita. Fig. 7 __________
agissero al momento del parto. Si veda, per la nascita di Alessandro, che Nectenabo ritarda fino alla constatazione di una ottimale collocazione delle orbite celesti degli astri (Il Romanzo di Alessandro 2007, i, pp. 143-144. [26] Serie legionarie del regno congiunto con Valeriano : ric v, i, p. 92, nn. 314, 318, 328 ; p. 96, nn. 361-364 ; p. 97, nn. 366-367. Il tipo p. 152, nn. 244-246, con leggenda NEPTVNOCONSAVG, sembra proporre l’Ippocampo e non il Capricorno. 150 Gallieno si proponeva così come concepito sotto un segno fortemente positivo, il Sagittario, ed era predisposto e destinato, ancor prima di nascere, per volere di Apollo, ad essere buon amministratore della giustizia, dispensatore di benessere o di punizioni agli uomini, con gli attributi naturali della potenza e dell’autorità. Con tali attitudini quali ancor oggi si leggono nell’elenco delle prerogative del segno zodiacale del Sagittario, era quindi degno e capace di guidare l’Impero. Egli indicava ciò ai sudditi con la moneta, onnipresente a tutti i livelli sociali, BCEN vol. 50 no 2, 2013
rappresentando il Centauro-Sagittario, figlio e « strumento astrale » del dio, con gli attributi del globo, il potere universale, e del timone, strumento per la guida nella navigazione, metafora del buon governo e attributo costante della personificazione della Fortuna, di norma appoggiato sul globo [27] (fig. 9). 27
Il Sagittario nei tipi monetali sembra apparire con Gallieno e nessuno degli altri imperatori del suo secolo lo propose, ad eccezione degli usurpatori dell’Impero Gallico. Il tipo, con il Centauro a d. o a s. e con la leggenda APOLLINICO[NSERVATORI], riappare infatti in emissioni irregolari con Tetrico I [31] e con Tetrico II, queste ultime con la leggenda SOLICONSER[VATORI] e il Centauro con l’arco [32]. Il riferimento apollineo è sicuro, come pure il riconoscimento del Sagittario nell’immagine erroneamente attribuita al Centauro. Improbabile invece sembrerebbe invece un riferimento ad influssi astrali in tipi che appaiono a carattere imitativo dalle emissioni gallieniche ufficiali. 32
33
Fig. 9 Qualche anno più tardi, in una dimensione ideologica che ormai prescindeva dalla ricerca del consenso, nelle monete di Aureliano, il globo veniva consegnato all’imperatore da Giove in persona [28] o dal Sole, in quel momento divinità orientale di primo piano [28]. Tipi che si articolano in una sequenza programmatica già molto diversa di comunicazione, che non pare il caso di analizzare in questa sede. 28
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Nei manuali del passato il timone, sulla spalla del Centauro, non veniva riconosciuto e veniva indicato come « trofeo » [29]. Solo nella bibliografia più recente viene descritto correttamente [30]. 30
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[27] ric v, i, p. 134, nn. 42-43 : Aurei con la Fortuna stante con cornucopia e timone sul globo. [28] ric v, i, p. 289, n. 225 e passim, con leg-
genda IOVICONSER[VATORI]. Appare significativo come il globo, da intendere rappresentazione della terra come elemento centrale nella concezione astronomica di quell’epoca, venisse proposto correttamente di forma sferica. [29] ric v, i, p. 297, n. 283 e passim, con leggenda SOLICONSERVATORI. [30] ric v, i, p. 145, n. 164 e passim. [31] Giard 1995, nn. 4262-4391. BCEN vol. 50 no 2, 2013 Nelle emissioni del secolo successivo il tipo è assente. Esso si riferisce quindi – a mio avviso – proprio al giorno del concepimento di Gallieno, evento squisitamente personale, fortemente significativo in una dimensione culturale di totale fiducia negli influssi astrali. La sottovalutazione nella bibliografia di supporto alla catalogazione di tale scelta tipologica per i tipi monetari indica come nel tempo si sia perduta non solo la sensibilità per la ﬔnzione fondamentale della moneta nella formazione del « consenso », che abbiamo visto modificarsi già con Aureliano, con la proposta di tipi ﬔnzionali a definire in senso positivo l’immagine del potere, ma anche la coscienza dell’importanza decisiva data nel mondo romano agli influssi astrali al momento del concepimento. Sensibilità ancora viva nell’alto medioevo, se troviamo, nel ix secolo, le immagini di Centauro e Sagittario ben distinte nella decorazione nello schienale della Cattedra di San Pietro a Roma, con __________
[32] ric v, ii, p. 412, n. 151. [33] ric v, ii, p. 425, n. 292 151
evidenti ricadute simboliche relative al potere della Chiesa, ma ormai spenta nel xix secolo, con una lettura della moneta – ad esempio nel Cohen – aridamente iconografica e quasi mai iconologica. Le monete non sono più documenti per la storia ma esemplari più o meno rari da allineare in una collezione. bibliografia Agustin 1592 = Antonio Agustin, Discorsi del S. Don Antonio Agostini sopra le medaglie et altre anticaglie divisi in XI Dialoghi, Roma, 1592. Arslan 2009 = E.A. Arslan, Spunti per la rilettura della crisi monetaria di età gallienica, in “Mala Tempora Currunt”, Atti Giornata di Studi, Arona, 24/11/ 2007, Gravellona Toce, 2009, p.41-57. Arslan 2011 = E.A. Arslan, Truccazzano (MI). Frazione Corneliano Bertario. Ripostiglio monetale, in Notiziario 2008-2009. Sopr.BB.AA.Lombardia, Milano, 2011, p.194-199. Arslan & Simone Zopfi 2011 = E.A. Arslan & L. Simone Zopfi, Il Ripostiglio Monetale di Corneliano Bertario (Truccazzano-Milano). 1.013 Antoniniani dall’Imperatore Valeriano all’Imperatore Aureliano, Milano, 2011. In CD. Carradice 1983 = I. Carradice, Appendix 5. ﬈e Animals on the “cons aug” Coins of Gallienus, Cunetio 1983, p. 188-194. Cohen = H. Cohen, Description historique des monnaies frappées sous l’empire romain communément appelées médailles impériales, 8 vol., Paris, 1880-92. Crawford 1968 = M.H. Crawford, Plated Coins, false coins, Numismatic Chronicle, 1968, p. 55-59. Crisafulli 2012 = C. Crisafulli, La riforma di Aureliano e la successiva circolazione monetale in Italia, in M. Asolati & G. Gorini (curr.), I ritrovamenti monetali e i processi storico-economici nel mondo antico, Padova, 2012, p. 255-282. Cunetio 1983 = E. Besly & R. Bland, ﬈e Cunetio Treasure. Roman coinage of 152 the ﬈ird Century ad, London, 1983. Diodoro Siculo = Diodorus Siculus, Bibliotheca historica, I. Bekker, L. Dindorf, F. Vogel & C.T. Fischer (ed.), 6 vol., Bibliotheca Scriptorum Graecorum et Romanorum Teubneriana, Leipzig 1888-1906 (rist. 1985-1991). Giard 1995 = J.-B. Giard, Ripostiglio della Venèra. Nuovo Catalogo illustrato. Vol. I, Gordiano III-Quintillo, Roma, 1995. Grumello 1985 = M. R.-Alföldi, J. Gorecki, H.-Chr. Noske, H. Schubert & K. Stribrny, Grumello ed Uniti (CR), 1927, rmisa (Ripostigli Monetali Italiani, Schede Anagrafiche), Milano 1985. Legge di Gresham 2006 = M. Asolati & G. Gorini (cur.), I ritrovamenti monetari e la legge di Gresham. Atti del III Congresso Internazionale di Numismatica e di Storia Monetaria, Padova, 2829 ottobre 2005, Padova, 2006. Normanby 1988 = R. Bland & A. Burnett, Normanby, Lincolnshire: 47.909 radiati to 289, ﬈e Normanby Hoard and other Roman Coin Hoards, London, 1988, p. 115-215. ric iii = H. Mattingly & E.A. Sydenham, ﬈e roman imperial coinage, vol. III, Antoninus Pius to Commodus, London, 1926. ric v, i = P.H. Webb, ﬈e Roman Imperial Coinage, vol. V, Part. I, London, 1927. ric v, ii = P.H. Webb, ﬈e Roman Imperial Coinage, vol. V, Part II, London, 1933. Il Romanzo di Alessandro 2007 = R. Stoneman (cur.), Il Romanzo di Alessandro, traduzione di T. Gargiulo, I, Trebaseleghe, 2007. Serafin 1988 = P. Serafin, Ripensando ai suberati…, Rivista Italiana di Numismatica, xc (1988), p. 131-139. Weingel 1990 = R.D. Weingel, Gallienus’ “animal series” coins and roman religion, Numismatic Chronicle, 1990, p. 135-143. BCEN vol. 50 no 2, 2013
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