JOSEPH A. FITZMYER
(1920)
DOMANDE SU GESU’ –
LE RISPOSTE DEL NUOVO
TESTAMENTO
[orig. 1982]
QUERINIANA, BRESCIA 1987
Un biblista
• Gesuita
• Eminente biblista cattolico
degli Stati Uniti
• Professore emerito di studi
biblici della Georgetown
University di Washington,
dove vive.
Opere e interessi
• Nella sua lunga carriera ha pubblicato libri
e articoli sul Nuovo Testamento, sulle
lingue antiche e i manoscritti del Mar
Morto (Qumran)
• Presidente della Society of Biblical
Literature
• Presidente della Catholic Biblical
Association e della Society for New
Testament Study.
Commenti al NT
• Sono celebri i suoi commenti al
vangelo di Luca, alla Lettera ai
Romani e agli Atti degli Apostoli.
Domanda/risposta
Questo libro nasce come risposta ad una
quindicina di domande relative alla
Cristologia e pubblicate all’interno di
un discorso più vasto sotto il titolo di
“Catechismo biblico” (Queriniana,
1979)
Il testo sottoposto a revisione si è
arricchito di nuove domande, che dalle
15 originarie sono diventate 20.
Un procedimento maieutico …
“Basta un istante di riflessione per rendersi
conto che si potrebbero scrivere interi
volumi in risposta ad ognuna delle
domande poste. La mia intenzione era (ed
è rimasta) quella di dare per ogni
domanda una risposta succinta, ben
ponderata, con un minimo di riferimenti
bibliografici e di lunghezza contenuta …”
1. I racconti evangelici sono un accurato
resoconto dell’insegnamento delle opere
di Gesù? NO
• 4 diverse versioni di ciò che Gesù ha detto
e fatto
• Differenze tra i Sinottici e Giovanni
• Divergenze all’interno dei Sinottici
• La questione sinottica (Fonte Q, M, L)
• Una tradizione storica alla base dei 4 vang.
• Tra eventi e composizione una generazione
di mezzo: il ricordo e la riflessione su Gesù.
MATTEO
MARCO
LUCA
GIOVANNI
Cena pasquale
con gli
apostoli
Cena pasquale
con gli apostoli
Preparativi della cena
pasquale
L’Ultima cena
L’Ultima cena
L’Ultima cena
Gesù lava i piedi agli apostoli
Discussione: chi è il
più grande?
Predizione del tradimento
Il comandamento nuovo
Predizione del
rinnegamento
di Pietro
Predizione del
rinnegamento di
Pietro
Predizione del
rinnegamento di
Pietro
Predizione del rinnegamento di
Pietro
Borsa, bisaccia e
spada
Gesù, la via per giungere al Padre
La promessa dello Spirito Santo
Gesù vera vite
L’ostilità del mondo
L’opera dello Spirito Santo
Tristezza e gioia
La vittoria sul mondo
La preghiera
nel Getsèmani
La preghiera nel
Getsèmani
La preghiera sul
monte degli Ulivi
Gesù prega per i discepoli
Arresto di
Gesù
Arresto di Gesù
Arresto di Gesù
Arresto di Gesù
2. In che misura possiamo esigere di essere
informati sul “Gesù della storia?”
Le fonti:
• Scritti extra-biblici dell’antichità
• Apocrifi d’età tardiva
• Scritti del NT diversi dai vangeli
canonici
• Tradizioni storiche riprese nei vangeli
stessi
a) Fonti extra-bibliche
• Tacito (Annales : fatti dal 14-69) – età post-augustea
• Svetonio (Vita di Claudio) – biografo sotto Traiano e
Adriano
• Giuseppe Flavio (37-101 d.C), Ant. Giud., storico
ebreo, fariseo.
• Plinio il Giovane, Epist., età traianea
• Luciano di Samosata,(120-180 d.C.) retore
conferenziere, sofista, De morte Peregrini: Peregrino
sapiente dopo Gesù, legislatore dei cristiani.
• CONCLUSIONI: Gesù fu messo a morte nel regno di
Tiberio e sotto Ponzio Pilato; i capi giudei implicati
nella condanna; Gesù aveva dei seguaci che lo
consideravano il Cristo.
b) apocrifi
IL VANGELO DI TOMMASO, di cui
possediamo frammenti in greco del II –
III sec. e una versione copta del IVsec.
• Posteriore ai vangeli canonici
• 114 parole attribuite a Gesù
• Elementi forse più primitivi dei vangeli
canonici perché esenti da aggiunte
• Gli apocrifi sono testi da trattare con
cautela
c) Il Nuovo Testamento
• Nel corpus paolino autentico, composto
prima del vangelo più antico (Marco)
troviamo informazioni riguardo al kerygma
primitivo sulla morte, resurrezione e
apparizione di Cristo (1Cor 15,3-5) e
sull’ultimo pasto consumato con i suoi, nella
notte in cui fu consegnato (1Cor 11,23-25)
• Tali allusioni confermano i racconti della
passione ma non riferiscono particolari della
vita di Gesù.
Un’ipotetica ricostruzione storica
• Gesù fu un giudeo di Palestina, nato da Maria e
da un falegname, Giuseppe.
• Visse a Nazareth in Galilea dove nacque al
tempo di Erode il Grande (37-4 a.C)
• Nel 28 iniziò il suo ministero (18°anno tiberiano)
a Cafarnao di Galilea, predicando nella
Tetrarchia di Erode Antipa.
• Morì sotto la prefettura di Ponzio Pilato (26-36
d.C.), al tempo del pontificato di Caifa (18-36
d.C).
Il ministero di Gesù
• Forse durò tre anni
• Maestro religioso, giudeo, di Palestina, formatosi al
pensiero giudaico del suo tempo in materia religiosa,
etica ed apocalittica, da cui talvolta dissentì.
• Creò un gruppo di seguaci, 12, tra cui si distinse
Giovanni. E’ difficile sostenere che abbia loro imposto
uno stile di vita
• A Gerusalemme finì il suo ministero. In occasione della
Pasqua venne tradito da Giuda e consegnato e giudicato
dai capi giudaici, poi deferito a Pilato.
• Venne condannato a morte, crocifisso e sepolto il giorno
stesso.
• Qualche giorno dopo, la tomba vuota e le apparizioni.
3. Questo tipo di approccio al Gesù storico e
ai vangeli canonici non equivale ad un’implicita
riduzione della fede cristiana?
STUDI CRITICI SUL NT
CRITICA DELLE FONTI
IL TESTO – LA LINGUA
CRITICA DELLE FORME
XX SEC.
Le “unità” dei Sinottici
CRITICA DELLA
REDAZIONE
CRITICA DELLA
COMPOSIZIONE
I risultati dello studio critico sui
vangeli
3 fasi della tradizione evangelica
(3 tipi di materiali )
I FASE: IPSISSIMA VERBA: ciò che Gesù
ha detto e fatto nel corso del suo
Ministero terreno in Palestina
II FASE: La predicazione degli apostoli e dei discepoli dopo
la sua morte. Si tratta della testimonianza di fede
su un Gesù non più predicatore ma predicato.
III FASE: Quello che gli evangelisti hanno scritto su Gesù,
attingendo ai materiali della fase II
4. I temi rappresentativi
dell’insegnamento di Gesù.
• Una nuova salvezza, oltre Israele, offerta
da Dio a tutti gli uomini
• La validità della Scrittura e della Legge, i
cui precetti vanno interiorizzati e liberati
da disposizioni troppo umane
• La paternità di Dio (abba), conferendogli
un’impronta personale ed intima
• Gesù: la sua persona e il suo ruolo
• Il posto dell’amore nella vita dell’uomo
5. Che cosa ha insegnato Gesù a
proposito del regno?
• “Regno di Dio”: espressione neotestamentaria.
• “Il regno del Signore” nell’AT: la regalità del
divino ha un influsso salvifico, si esplica
attraverso il consiglio, il giudizio, l’ alleanza, la
fedeltà, misericordia … del divino.
• Nel NT il concetto di “regno” non è chiarito da
Gesù: ha una connotazione spaziale (vi si può
entrare e lo si può ereditare); apocalittica, come
irruzione del potere divino nell’ordine cosmico.
• Nelle parabole consiste nell’attività di Dio tra gli
uomini; esso si afferma con successo anche se il
male può apparire mescolato ai suoi effetti, non
essendo mai uno dei suoi frutti.
6. Come gli interpreti contemporanei
intendono le parole, le parabole e il discorso
della montagna?
• Distinzione tra i logia dei Sinottici e quelli
giovannei.
• Sinottici: logia isolati, parabole, sentenze (
cfr. “apoftegmi” di Bultmann).
• Le parabole sono paragoni ampiamente
sviluppati in cui il racconto corrisponde alla
realtà dell’esistenza e inculca una verità in
modo figurato. Hanno un intento didattico.
•
Il vangelo di Giovanni:
La sua tradizione non conosce parabolaì ma
all’occorrenza una paronimìa (detto figurativo)
• Forte indipendenza dai Sinottici
Tre fonti di Gv secondo Bultmann:
1. La fonte dei segni
2. La fonte dei discorsi di rivelazione
3. I racconti della passione e resurrezione
I discorsi sono stati composti dall’autore in funzione
dei suoi intenti. Gv si distingue dai Sinottici per i
concetti e le immagini (il dualismo e le formule).
Dimostra una cristologia “elevata”, cioè
altamente sviluppata.
Il discorso della montagna
• Matteo (99 vv.) e Luca ( 30 vv.) ne danno
testimonianza: la differenza quantitativa è
determinata dall’impiego lucano delle parti
omesse in altri luoghi del suo vangelo,
ritenuti più opportuni.
• E’ un esempio di come due evangelisti
impieghino diversamente un materiale
comune: i logia della fonte Q.
7. Come si devono intendere i
miracoli?
• I Sinottici parlano di dynámeis ( atto di potenza),
Giovanni parla di semeia (segni).
• La credibilità: spesso sono appesantiti da elementi
folkloristici e costituiti da altri pre-logici (malattia
incomprensibile = demone da esorcizzare)
• Paralleli narrativi: un fondo ellenistico dei vangeli
per presentare Gesù quale théios anêr, un
taumaturgo del mondo greco-romano.
• Gesù non fa mai miracoli per punire né per
propagandare se stesso. Il miracolo diventa
l’occasione per opporre al male una forza positiva,
che cura, sana e suscita la fede.
8. Come intendere i racconti del
battesimo di Gesù?
• Marco 1,9-11: Gesù è battezzato da Giovanni e consacrato
quale eletto a predicare il vangelo di Dio, il Figlio prediletto.
L’episodio ha una connotazione personale, visto che Mc non
presenta i racconti dell’infanzia.
• Matteo 3,13-17: G. è battezzato da Giovanni, i cieli si
aprono e una voce lo proclama figlio prediletto. E’ una
proclamazione pubblica.
• Luca 3,21-22: Lc non menziona il Battista di cui ha già
parlato nei vv. precedenti. G., raccolto in preghiera, riceve
pubblicamente lo spirito su di sè in forma di colomba, la
voce divina lo designa parlandogli direttamente. E’ l’inizio
della storia della salvezza.
• Giovanni 1,30-34: il battesimo e chi lo compie non sono
esplicitati ma solo intuiti dalle parole del Battista.
Quest’ultimo vede lo Spirito scendere su Gesù senza che
nessuna voce lo riveli, perché a lui era già stato rivelato.
10. Come intendere le parole e i
gesti dell’ultima cena?
• I passi:
• 1Cor 11,23-25 (“la notte in cui fu consegnato”): è qui
l’allusione più antica all’ultimo pasto prima dell’arresto. In
questa lettera, scritta nel 56, l’allusione già a 10,21 della
partecipazione alla mensa del Signore, attesta quanto
questo rito fosse consolidato.
• Mc 14,17-25; Mt 26,20-29; Lc 22,14-38: al tramonto, al
momento in cui comincia la Pasqua.
• L’allusione al sacrificio pasquale è netta. Il termine
“eucaristia” è tratto dal linguaggio paolino e sinottico
(eukharistêsas: dopo aver reso grazie)
• Gv 13,1-17.26 :(la lavanda dei piedi, simbolo che
riassume tutta la vita di Gesù), al tramonto, all’inizio della
Parasceve, il giorno di preparazione che precede la
Pasqua propriamente detta.
11. Chi fu responsabile della morte
di Gesù?
• Paolo nella Prima Lettera ai Tessalonicesi (2,14-15) indica i
giudei senza distinzione come gli unici responsabili. I romani
non sono menzionati.
• Marco (14-15) divide la responsabilità tra i sacerdoti, i capi
del popolo e Pilato.
• Matteo (26-27) ricalca Mc salvo che per una più attenta
riflessione sul ruolo di Pilato.
• Luca (22-23) distingue la folla dai capi dei sacerdoti e degli
scribi a cui addossa la principale responsabilità e l’accusa a
Gesù di sobillare il popolo. Pilato ribadisce per 3 volte
l’innocenza di Gesù, i romani compaiono solo al v. 23,36 per
schernirlo.
• Giovanni (11,47-53) riconosce come unici responsabili i
sacerdoti e i farisei riuniti a consiglio per giudicare Gesù come
un pericolo da eliminare per mantenere stabili rapporti con i
romani. Pilato cerca di liberarlo, alla fine cede e lo consegna
loro.
15. Come porsi nei confronti della
resurrezione di Gesù?
• E’ l’affermazione fondamentale della fede cristiana.
• 6 racconti diversi della resurrezione: tentativi diversi
di presentare i dettagli delle narrazioni delle
apparizioni del Cristo risorto, conservate in
proclamazioni come in 1Cor 15,3-7 (dove non si parla
della tomba vuota).
• A differenza dell’apocrifo Vangelo di Pietro,
posteriore, (cfr. D.H. Lawrence, L’uomo che era
morto) i vangeli non ci raccontano come e quando
Gesù uscì dalla tomba e cosa fece subito dopo.
• Di che resurrezione si tratta? E’ un risorgere inteso
corporalmente , che assicurava l’ascesa di Gesù in
uno stato glorioso alla presenza del Padre. La
concezione giudaica dell’aldilà non prevedeva le
nozioni filosofiche greche con la distinzione di
anima/corpo e di immortalità dell’anima.
La salvezza dei Giudei: un
problema irrisolto
“I pensatori cristiani non hanno sviluppato una
“teologia di Israele” soddisfacente. Il
problema è spiegare come una comunità che
alimenta la sua religiosità con i due terzi di
quello che i cristiani chiamano Bibbia, ma
che non accetta l’ultimo terzo né la persona
che esso annuncia, possa continuare a
trovare la propria salvezza seguendo la
legge di Mosé, i profeti, le Scritture, senza
accogliere colui che i cristiani chiamano il
‘redentore del mondo ’ ”.
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J. Fitzmyer, Domande su Gesù (power point)