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SPORTELLO
AICQ
SETTORE
ALIMENTARE
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PER LA CORRETTA CONSULTAZIONE DELLO SPORTELLO E’ INDISPENSABILE UTILIZZARE
L’ACROBAT READER
VERSIONE 7
Con l’attuale versione del Reader che è la otto ci possono essere problemi nell’attivazione dei link
Quindi se scaricate la nuova versione non cancellate la precedente
SE CI SONO PROBLEMI NON ESITATE A CONTATTARMI
NB: possono richiedere alla segreteria se non previsti nel
piano annuale
CODICE
D04
TITOLO
LA NUOVA NORMA ISO 22000. FOOD SAFETY MANAGEMENT SYSTEM
NOVITA'
Master Descrizione Obiettivi Destinatari Prerequisiti Attestato
Test finale Programma Durata ed orari Docenti Calendario Sede corso
Materiale didattico Quota di partecipazione Iscrizione Informazioni Note sul corso
Descrizione:
La sicurezza della produzione alimentare è un obbligo di legge, una garanzia per il consumatore,una
esigenza per le imprese del settore. Ma come avere la certezza di riuscire a soddisfare tale esigenza?
Come ottenere la tranquillità di aver fatto tutto il possibile per garantire alimenti sani e sicuri? Come mettersi
al riparo da cattive sorprese e poter dimostrare in qualsiasi occasione di aver fatto quanto di meglio si
potesse fare? Dalla gestione della comunicazione, all'utilizzo delle informazioni, dalla definizione dei
programmi di prerequisiti, alla gestione delle emergenze, la nuova Norma indica come organizzare e gestire
un Sistema di Gestione per la Sicurezza Alimentare. Come verificare e aggiornare la propria
organizzazione per mettere in atto un efficace ed efficiente sistema in grado di ottemperare agli obblighi di
legge e garantire il consumatore e l'azienda. L'obiettivo del corso è quello di illustrare la nuova Norma e
come metterla in atto sfruttando quanto già fatto nella organizzazione della azienda, con esempi pratici tratti
da diverse realtà aziendali. Fornire inoltre i presupposti per la certificazione del Sistema. Col materiale del
corso sarà fornita anche la traduzione italiana della Norma originale inglese. Il corso prevede 2 giornate una
di illustrazione ed una applicativa con possibilità di iscrizione ad una o entrambe le giornate.
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Vedi tutte le informazioni all’indirizzo
http://www.aicqcn.it/tqm/scheda.asp?scheda=D04#docenti
Inoltre i tradizionali e sempre verdi......
D02: FORMAZIONE SPECIFICA PER IL SETTORE AGROALIMENTARE.
CORSO PRATICO PER LO SVILUPPO DI UN SISTEMA QUALITA'
COMPETITIVO NEL SETTORE AGROALIMENTARE CONFORME ALLA
NORMA ISO 9001:2000.
Il corso tende a facilitare, ad una ampia gamma di aziende del settore alimentare,
l’introduzione di un Sistema Qualità efficace, semplice e conforme alla norma UNI
EN ISO 9001:2000. L’obiettivo è mostrare come possa essere introdotto un
Sistema Qualità nella organizzazione aziendale esistente senza appesantirla con
inutili burocrazie. Un Sistema Qualità adatto a produrre utili in azienda. Vengono
forniti esempi pratici di Sistemi Qualità realizzati in aziende agroalimentari sia di
prima produzione, sia di prima e seconda trasformazione. I destinatari sono i
Titolari di azienda , Responsabili di funzione, Responsabili Sistemi Qualità e tutti
coloro che vogliono migliorare le proprie conoscenze o che vogliono semplificare il
proprio Sistema, migliorare e rendere più proficua la propria organizzazione
D03: RINTRACCIABILITA' NELLA PRODUZIONE ALIMENTARE: OBBLIGHI DI
LEGGE, ESIGENZE DELLE IMPRESE, GARANZIE PER IL CONSUMATORE,
OPPORTUNITA' DI MERCATO.
NOVITA'
Dal regolamento europeo 178 al nuovo "Pacchetto Igiene", a fronte di questi
imperativi ed esigenze, la necessità di attuare un Sistema più o meno evoluto di
Rintracciabilità è oggi una necessità inevitabile per tutte le imprese che operano nel
Settore Alimentare e non solo ma anche nei settori ad esso collegati. Ma quali gli
effettivi obblighi derivanti da leggi e regolamenti ? e al di la degli obblighi, quali le
opportunità e i vantaggi per le imprese? Solo analizzando a fondo le diverse
tipologie ed organizzazioni delle imprese e le situazioni di mercato è possibile dare
una risposta concreta a questi interrogativi e a quelli che ci si può porre di
conseguenza. Quali i limiti, le difficoltà e gli oneri e fino a che punto è possibili e
conveniente sviluppare un sistema di rintracciabilità ? Come aggirare gli ostacoli?
Questi fra gli altri gli argomenti trattati nel corso organizzato dal Settore Alimentare
AICQ. Le motivazioni per organizzare un sistema di rintracciabilità. Come si
organizza il sistema in azienda. Come e perché organizzare un sistema di
rintracciabilità di Filiera. Cosa, come e quando rintracciare. I movimenti, i percorsi,
la storia, i mezzi. Solo analizzando e discutendo i casi pratici presentati da chi ha
avuto l'opportunità di realizzare sistemi di diverse tipologie di imprese, ciascuno
potrà decidere le migliori soluzioni per i propri problemi.
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D04: LA NUOVA NORMA ISO 22000. FOOD SAFETY MANAGEMENT SYSTEM
NOVITA'
La sicurezza della produzione alimentare è un obbligo di legge, una garanzia per il
consumatore,una esigenza per le imprese del settore. Ma come avere la certezza
di riuscire a soddisfare tale esigenza? Come ottenere la tranquillità di aver fatto
tutto il possibile per garantire alinti sani e sicuri? Come mettersi al riparo da cattive
sorprese e poter dimostrare in qualsiasi occasione di aver fatto quanto di meglio si
potesse fare? Dalla gestione della comunicazione, all'utilizzo delle informazioni,
dalla definizione dei programmi di prerequisiti, alla gestione delle emergenze, la
nuova Norma indica come organizzare e gestire un Sistema di Gestione per la
Sicurezza Alimentare. Come verificare e aggiornare la propria organizzazione per
mettere in atto un efficace ed efficiente sistema in grado di ottemperare agli
obblighi di legge e garantire il consumatore e l'azienda. L'obiettivo del corso è
quello di illustrare la nuova Norma e come metterla in atto, con esempi pratici tratti
da diverse realtà aziendali. Fornire inoltre i presupposti per la certificazione del
Sistema. Col materiale del corso sarà fornita anche la traduzione italiana della
Norma originale inglese.Il corso prevede 2 giornate una di illustrazione ed una
applicativa con possibilità di iscrizione ad una o entrambe le giornate.
ALLE PAGINE DEL SITO AICQ CN TROVERETE TUTTE LE INFORMAZIONI
CHE POSSONO ESSERE UTILI ( ...IL CALENDARIO DEI CORSI , LE MODALITA’
D’ISCRIZIONE, COSTO, SVOLGIMENTO DEI CORSI E ALTRE INFORMAZIONI ...)
Quindi siete pregati di attivare i LINK.
Per finire il classico mai dimenticato e intramontabile…
PERCORSO FORMATIVO
Il meglio del meglio del meglio....
Il percorso formativo, messo a punto dal Settore Alimentare, comprende
i seguenti seminari:
− “Norme di Buona Produzione Alimentare”
− “VISA 2000 – Valutazione Igienica Stabilimenti Alimentari”
− “Realizzazione di un piano di autocontrollo con il metodo HACCP”;
− “Valutazione e verifica di un piano di autocontrollo HACCP”
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NB: Per chi fosse interessato, AICQ è disponibile a svolgere tale
percorso formativo presso le aziende interessate, con modalità da
concordare caso per caso.
I temi dei corsi sopraelencati, con modifiche, adattamenti che possono essere
richieste in funzione delle mansioni dei partecipanti ( …si può scagilonare il corso su
più giornate anche con temi diversi, specifici per il personale partecipante al corso)
possono essere organizzati all’interno delle vostre aziende coinvolgendo settori
specifici come la manutenzione, produzione, squadre di pulizia ecc. Resta ancora da
sottolineare la convenienza di tale forma. Con un costo contenuto si può fare
addestramento a un numero elevato di personale d’azienda . Per chi fosse
interessato chiedere informazioni a: [email protected]
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I mezzi che abbiamo in campo per raggiungere i soci
e andare incontro alle loro esigenze sono, presi in
ordine sparso:
LO SPORTELLO ( foglio informatico informativo)
E’ questa cosa che state sfogliando che ha lo scopo
principale di avviare, e mantenere un
aggiornamento continuo di quelle che abbiamo
identificato come: indispensabili conoscenze, ossia
leggi e notizie che possono aiutare i soci a conoscere
quello che succede e quello che cambia.
I soci interessati a ricevere il presente bollettino
mensile via E-Mail, sono pregati di inviare il loro
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indirizzo di posta elettronica alla propria
Territoriale di appartenenza, che ha la
responsabilità della gestione degli invii.
GRUPPI DI STUDIO
Ogni socio può proporre gruppi di studio o di
approfondimento su specifici argomenti che arrivano
in primo piano o sono proposti all’attenzione da
vari enti del nostro paese e non.
Il Servizio Sportello raccoglierà le eventuali
adesioni e provvederà ad organizzare le giornate
richieste, se verrà raggiunto un numero sufficiente
di partecipanti per produrre, al termine dei lavori,
un punto della situazione … un documento che
tenga conto delle esigenze del nostro settore specifico
nel campo della produzione alimentare.
SITO INTERNET
L’indirizzo è :
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http://www.aicqcn.it/settorealimentare/default.htm
Questo si auspica possa diventare , presto, un vero e
proprio punto d’incontro virtuale per iniziare a
conoscere e discutere i problemi emergenti.
A questo momento è invece solamente una presenza
formale , una presentazione del settore e niente di
più, niente di quello che dovrebbe essere per
consentire a tutti di interagire e cambiare , se
occorre , le cose che si stanno facendo
A questo proposito colgo l’ccasione per lanciare un
appello. Oggi , ripeto, il sito è così, come lo vedeteVa cambiato ma per venire incontro alle esigenze
diverse è indispensabile che ci giungano dei
suggerimenti su come cambiarlo e strutturarlo
Voi come lo vorreste ?
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Poi dimenticavo , c’è ancora il……….
Il tradizionale servizio è nato tanto tempo fa ed è
stato pensato allo scopo di contattare un incaricato
per cercare un aiuto relativamente ad un problema
che vi ha fatto nascere problemi e l’esigenza di avere
delle informazioni specifiche. Una specie di pronto
soccorso se si vuole esagerare un po’.
C’è un numero telefonico a vs. disposizione :alzate la
cornetta e componete il….
…ora vi parla quello che sta dall’altra parte della
cornetta che non è certo in grado di risolvere tutti i
problemi che si possono affacciare.
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L’interessato deve, quindi, necessariamente mettere
le mani avanti e avvertire che
- non si può pretendere un servizio ventiquattrore
su ventiquattro e sette giorni su sette ... quello sopra
riportato … insomma non è di sicuro un numero
verde. Nemmeno verdino.
Se non mi trovate ....scrivete, una buona e-mail è il
mezzo di contatto più sicuro e funzionale. In genere
rispondo abbastanza rapidamente : l’indirizzo email è :
[email protected]
- se la situazione dovesse precipitare c’è un
cellulare: 3356864252
Lo sportello ...vorrei che venisse considerato come un
telefono amico, quindi ce la metterò tutta per essere
al massimo della disponibilità . Cercherò con tutte le
mie forze di aiutare chi si rivolge a questo servizio.
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E’ bene precisare una cosa: non c’è solo il
sottoscritto a rispondere alle vs richieste ( ….è solo
un filtro diciamo!) Dietro di lui c’è ma una rete ,
una fitta rete di gente fidata, amici e colleghi del
settore che , loro sì che possono aiutarvi sul serio
…se se ne presenta l’occasione . Dietro un mio
interessamento per promuovere un primo contatto.
Bene questo è tutto al momento …
Per concludere ci si può chiedere se c’è da essere
soddisfatti?
Rimborsati direi che non se ne parla …
Comunque, direi che è ancora troppo poco, no?
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AVVERTENZA
Le notizie riportate di seguito sono sempre ricavate da diverse fonti selezionando quelle che si ritiene
possano suscitare qualche interesse nel lettore; la selezione è effettuata senza pretendere di aggiungere o
togliere validità alle stesse. La responsabilità della loro validità resta, pertanto degli autori o delle fonti da cui
sono ricavate. Siamo sempre disponibili, su specifica richiesta, ad effettuare, nei limiti delle possibilità,
eventuali approfondimenti o anche, se del caso, promuovere gruppi di studio su argomenti di interesse.
Ricordiamo ai lettori che qualsiasi segnalazione si voglia fare relativamente alle notizie
riportate o che si voglia suggerire, può essere inviata allo sportello che provvederà alla
pubblicazione se pertinente e di interesse.
Grazie sin da ora, della collaborazione.
La raccolta delle notizie di seguito riportata,
tecnicamente viene attinta da diverse parti, di volta in
volta .Principalmente però, è prelevata da due siti:
http://www.europass.parma.it/page.asp?idcategoria=553
http://www.greenplanet.net/
Chi volesse approfondire la ricerca di quello che succede e che
lo potrebbe interessare … è invitato a farsi due passi agli
indirizzi sopra riportati.
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LA BISTECCA CLONATA ARRIVA IN TAVOLA «NO ALL'UOVO
SPONSORIZZATO DAI PEDIATRI» LA FOOD&DRUG: «SI DOVRÀ
ASPETTARE ANCORA QUALCHE MESE PER LA VENDITA»
NUOVI TEST IN TUTTO IL MONDO: L'ULTIMO È IL SUPERMAIALE PRODOTTO IN GIAPPONE
«L'unico uovo approvato dalla Federazione medici pediatri»: così si presenta il prodotto di
un'azienda ovicola italiana, fregiandosi del riconoscimento dell'organizzazione che
rappresenta i pediatri convenzionati con il Sistema Sanitario. Ma la sponsorizzazione
solleva perplessità. «Non trovo opportuno che un'associazione di professionisti spenda la
propria sigla per una pubblicitàa», ha detto Amedeo Bianco, presidente della Federazione
degli Ordini dei medici.
[FIRMA]BIANCA SABATINI
ROMA
E' un «sì» storico: La Food&Drug Administration - l'ente statunitense per i cibi e i farmaci si appresta a concedere l'autorizzazione alla possibilità di mangiare le carni e il latte
provenienti da animali clonati.Non esistono pericoli: lo sostengono le ricerche condotte dai
team dell'agenzia federale, secondo i quali in laboratorio non sono emerse
controindicazioni di tipo alimentare. La clamorosa notizia è stata anticipata ieri dal
quotidiano «Wall Street Journal», precisando che, dopo quasi sei anni di dispute sulla
commestibilità o meno degli animali clonati, la FDA ha sciolto i dubbi: la luce verde - dicono
le indiscrezioni - dovrebbe arrivare già all'inizio della prossima settimana.
Queste carni, però, almeno per il momento, non dovrebbero essere messe in commercio.
La Food&Drug, infatti, ha chiesto ai produttori di non vendere ancora i prodotti provenienti
dai processi di clonazione. Ma, secondo il «Wall Street Journal», è soltanto questione di
tempo: dopo la rivoluzione scientifico-tecnologica, un'altra, stavolta di tipo alimentare e
collettivo, è ormai alle porte e cambierà molte abitudini. E di conseguenza gli scenari per le
aziende biotech specializzate in questo settore sono destinati a trasformarsi in tempi
estremamente rapidi.Se l'«ok» è stato ben accolto negli Usa, diversa è la situazione nel
vecchio Continente. L'Agenzia europea per la sicurezza alimentare, l'Efsa, ha deciso di
avviare una consultazione pubblica, che porterà entro il prossimo febbraio alla formulazione
di un parere scientifico sulla questione della sicurezza alimentare. E in Italia ad allarmarsi è
stata subito la Coldiretti. L'autorizzazione - rende noto l'organizzazione - prevede la libera
circolazione degli alimenti frutto delle clonazioni, come carne, latte e formaggi: questi,
quindi, non dovranno essere distinti dagli altri e non dovranno essere segnalati con
etichette particolari. Ecco perché diventa così importante il parere dell'Efsa, che dovrà
rispondere alla Commissione europea. Il parere riguarderà soltanto la sicurezza dei prodotti
(in particolare da mucche, da maiali, da capre e da pecore clonate) senza affrontare gli
aspetti etici, che sono invece di competenza del Gruppo Europeo sull'etica.
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«Occorre intervenire al più presto con un'adeguata regolamentazione per escludere che
latte, formaggi e carne arrivino inconsapevolmente nel piatto dei cittadini - ha sottolineato
una preoccupata dichiarazione della Coldiretti -. Si tratta di un rischio inaccettabile, che,
oltre a un problema di scelta consapevole da parte dei consumatori, pone evidenti
perplessità di natura etica che occorre affrontare prima che sia tardi».
Ma potrebbe essere già troppo tardi. La clonazione, infatti, riguarda molti animali da
allevamento e i progressi sono continui: di recente, per esempio, è stata annunciata la
clonazione «stabile» di un maiale per quattro generazioni dal genetista giapponese Hiroshi
Nagashima dell'Università Meiji di Tokyo.Intanto proseguono le sperimentazioni, 12 anni
dopo la prima clonazione, quella della pecora Dolly: fu lei il primo mammifero-fotocopia a
essere riprodotto con successo da una cellula adulta. Fu creata al Roslin Institute, a pochi
chilometri da Edimburgo, dove ha vissuto fino alla morte, avvenuta sette anni dopo,
provocata da un'infezione polmonare. E in questo settore di frontiera l'Italia è ben piazzata:
i record tricolori riguardano la clonazione del toro Galileo e della cavalla Prometea, ma
anche quella di un muflone. Il «quartier generale» è a Cremona, al Centro di sviluppo
zootecnico, diretto da Cesare Galli. Clonare animali - secondo molti scienziati - apre un
business enorme: l'obiettivo è moltiplicare esemplari geneticamente superiori e salvare
razze a rischio di estinzione.
link a oggetto originario
fonte:
La Stampa
data di creazione: 05/01/2008
data di modifica: 05/01/2008
ITALIA SEMPRE PIÙ BIOLOGICA CORRIERE DELLA SERA
LEADER IN EUROPA PER SUPERFICI COLTIVATE. I CONSUMI
AUMENTANO: PIÙ 9% NEL 2007
Woody Allen, nel 1973, decise di assegnare al protagonista del «Dormiglione» un mestiere,
per l'epoca, stravagante: Miles Monroe era un negoziante di alimenti biologici, con l'hobby
del clarinetto. Oggi il biologico ci osserva dai cartelloni pubblicitari e prosegue la sua opera
di reclutamento con gli spot in tv («Passa al bio»), ha portato i suoi negozi specializzati
sotto casa e i suoi prodotti addirittura sui campi da calcio (i giocatori del Palermo hanno
sperimentato per un'intera stagione gli effetti dell'alimentazione alternativa), infine ha
imboccato la strada della grande distribuzione sbarcando nei supermercati: se il primato
dell'anzianità va alla Coop ('93), fu Esselunga a sdoganare il bio dalle botteghe per adepti e
dal passaparola nel '99, lanciando un linea dedicata e costringendo i concorrenti ad
allargare la gamma dell'offerta. Tanto che oggi, nei supermercati italiani, in sette carrelli su
dieci è presente un prodotto bio. Il biologico in Italia, senza boom e senza crolli, superando
brillantemente qualche raffreddore di stagione e sfruttando l'effetto-panico di epidemie del
recente passato (mucca pazza e aviaria), continua a crescere e a consolidarsi. I
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consumatori scelgono sempre più spesso cibi biologici, s pendendo di più, per ragioni che
spaziano da preoccupazioni etiche per l'ambiente (l'agricoltura organica sfrutta la naturale
fertilità del suolo ed esclude l'utilizzo di prodotti di sintesi e organismi geneticamente
modificati) alla volontà di non inquinare mari, terreni e aria («L'agricoltura bio consuma
meno energia e meno acqua rispetto a quella intensiva: può quindi giocare un ruolo non
indifferente anche nella lotta ai mutamenti climatici, che impone il risparmio delle nostre
risorse» sottolinea Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente), dal desiderio
di salvaguardare la propria salute a una più prosaica questione di gusto: i cibi bio hanno un
sapore più autentico rispetto a quelli prodotti secondo i metodi convenzionali. Gli animali
vengono allevati con tecniche più rispettose e nutriti con prodotti ottenuti secondo i principi
dell'agricoltura ecologica ma i vegetariani sostengono che, se è vero che il cambiamento
passa anche attraverso ciò di cui ci alimentiamo e nel bio sono insiti valori più profondi di
una semplice varietà di sapori, allora la carne bio è una mistificazione. Con oltre un milione
di ettari e 50 mila aziende biologiche, oggi l'Italia è leader in Europa per numero di esercizi
e superfici coltivate (più 7,5% rispetto al 2005) senza ricorrere a sostanze chimiche, e
quarto produttore mondiale.
Oltre un'impresa biologica europea su tre è italiana. Nei primi sei mesi del 2007 i consumi
degli alimenti bio delle famiglie sono aumentati del 9%, il fatturato complessivo è stimato in
2,5 miliardi di euro: a crescere con valori record l'anno scorso sono stati soprattutto i
prodotti bio per l'infanzia (più 47%), riso e pasta (più 16%). In rapida ascesa anche la quota
di cibi organici utilizzata dalla ristorazione collettiva: oltre 1 milione di bambini italiani
mangia biologico nelle mense scolastiche, come previsto dalle leggi regionali, mentre non
esistono (ancora) dati sull'utilizzo degli alimenti bio nel menù dei ristoranti del Paese.
Eppure, pur di fronte a numeri molto incoraggianti, in Italia manca ancora una solida cultura
alimentare. La scelta bio, infatti, è guidata più spesso dal business (cioè legata alla
disponibilità di finanziamenti dell'Unione Europea per l'adozione di pratiche agricole ecocompatibili) e dalla moda che da una presa di coscienza consapevole. Certi produttori sono
invogliati da un mercato ancora di nicchia ma appetibile, perché i consumatori del bio sono
disposti a spendere di più (a volte molto di più). Spiega Guglielmo Donadello, responsabile
tecnico di Legambiente per l'agricoltura: «Siamo primi in Europa nella coltivazione di
prodotti di qualità, e di questo siamo fieri.Ma a livello mondiale le risorse scarseggiano e la
domanda cresce, perdiamo 10 milioni di ettari all'anno a causa della desertificazione: oggi
per fare un chilo di carne ci vogliono 16 chili di cereali». La metafora del cibo dovrebbe
essere elaborata: in questa situazione di crisi strutturale se valutassimo attentamente le
conseguenze etiche delle nostre preferenze alimentari, mangiare bio potrebbe assumere
un valore di scelta morale e smettere di essere, soprattutto, un atteggiamento chic. «Siamo
in ritardo anni luce rispetto alla cultura alimentare di altri Paesi europei, soprattutto Francia
e Germania» continua Donadello. In Italia, ad esempio, solo recentemente è stata lanciata
la politica del territorio: mangiare solo prodotti bio locali per ridurre i costi del trasporto e
della conservazione, oltre che le emissioni nell'ambiente. Scordiamoci asparagi e fragole a
gennaio, per esempio. Siamo disposti a mettere in secondo piano il palato per preservare
un habitat che si sta rapidamente deteriorando? «Confido in una lenta ma progressiva
presa di coscienza dei consumatori-risponde Donadello -. E che il biologico, da un trend di
moda, diventi un fatto etico». Anche se non è tutto bio quello che luccica. Un recente test di
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Altroconsumo su sei prodotti bio per la colazione (latte e cereali bio arrivano a costare fino
al 75% di più di una colazione convenzionale) ha riscontrato presenza di additivi e grassi di
scarsa qualità. Colpa, forse, dell'industrializzazione del mercato bio, ricco di buona volontà
ma non certo perfetto e immune da errori. «Mangiare bio è sovente associato a un concetto
di vita sana- ammonisce Franca Braga, supervisore indagini alimentari per Altroconsumo -,
però non illudiamoci». Restano le etichette, da leggere con attenzione. Una spesa
consapevole, infatti, ha bisogno di tempo, soldi e una buona dose di coscienza. Bio,
naturalmente.
Gaia Piccardi
link a oggetto originario
fonte:
Corriere.it
data di creazione: 06/01/2008
data di modifica: 06/01/2008
COLDIRETTI LANCIA L'ALLARME: «CIBI CLONATI IN ARRIVO
DAGLI USA»
Il possibile via libera, da parte della Food and Drug Administration (Fda) alla vendita di latte
e carne provenienti da animali clonati negli Stati Uniti potrebbe aprire la strada al loro
commercio anche in Europa: è l'allarme lanciato da Coldiretti dopo le notizie diffuse dal
«Wall Street Journal». La preoccupazione dei produttori agricoli italiani deriva anche dal
fatto che - informa una nota - l'autorizzazione prevederebbe «la libera circolazione degli
alimenti frutto delle clonazioni come carne, latte e formaggi che non dovranno essere
distinti dagli altri con etichette particolari». L'organizzazione agricola ricorda anche che
l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha avviato una consultazione pubblica
che porterà entro il prossimo febbraio a formulare il parere scientifico proprio sulla
sicurezza alimentare. La Commissione europea infatti ha chiesto nell'aprile scorso di
valutare sotto il profilo scientifico la sicurezza alimentare e al Gruppo europeo sull'etica di
aggiornare il parere sulla tecnica della clonazione che si prepara a uscire dai confini della
semplice ricerca. «Il parere dell'Agenzia Europea», sottolinea Coldiretti, «riguarderà la
sicurezza nel consumo di carne e latte provenienti da mucche, maiali, capre e pecore
clonate senza affrontare aspetti etici di competenza del Gruppo europeo sull'etica. La
clonazione riguarda infatti già molti animali da allevamento e, tra l'altro, è stata annunciata
recentemente la clonazione stabile di un maiale per quattro generazioni dal genetista
giapponese Hiroshi Nagashima dell'Università Meiji di Tokyo, mentre sperimentazioni sono
state effettuate anche in Italia con il toro Galileo, la cavalla Prometea e anche un muflone
selvatico». Secondo Coldiretti «occorre intervenire al più presto con un'adeguata
regolamentazione per escludere che latte, formaggi e carne arrivino inconsapevolmente nel
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piatto dei cittadini» visto «il rischio inaccettabile che, oltre a un problema di scelta
consapevole dei consumatori, pone ovvie perplessità di natura etica».
link a oggetto originario
fonte:
L'Arena di Verona
data di creazione:
07/01/2008
data di modifica:
07/01/2008
ETICHETTE INTELLIGENTI
LE AZIENDE ALIMENTARI UTILIZZERANNO SEMPRE PIÙ LE
GDA CON TUTTI I DATI NUTRIZIONALI. MA CHI LE SA
INTERPRETARE?
Molte grandi aziende alimentari le hanno già stampate sulle confezioni dei loro
prodotti, accanto all'etichetta nutrizionale, molte altre le introdurranno entro
quest'anno. Sono le GDA, acronimo di Guideline Daily Amounts, che in italiano è
stato tradotto con quantità indicative giornaliere. Ma che cosa indicano le GDA,
graficamente rappresentate in queste pagine? In pratica, leggendole, un
consumatore dovrebbe essere in grado di calcolare quanto del suo tetto
energetico giornaliero è in grado di coprire con l'alimento che si appresta a
consumare. Calcolo non facile Un calcolo non semplicissimo, probabilmente per
un consumatore più sofisticato. Anche perché non bisogna dimenticare che
molti acquirenti • troppi ancora - non leggono neppure la lista degli ingredienti
né controllano la data di scadenza. Eppure nei paesi europei dove sono sul
mercato da tempo, supportate da un'adeguata campagna informativa, le GDA
hanno raccolto consensi. Ma come nascono? Sono state elaborate dalla CIAA, la
confederazione delle industrie agroalimentari europee, come contributo alla
piattaforma europea su "Alimentazione, attività fisica e salute". Dunque, una
sorta di autoregolamentazione delle aziende. Attualmente, sia le GDA che
l'etichetta nutrizionale, che fornisce indicazioni su almeno quattro elementi
(calorie, proteine, carboidrati e grassi), non sono obbligatorie. Molte industrie,
però, le hanno adottate spontaneamente, come sta accadendo per le etichette
nutrizionali "allargate" a otto diversi elementi (tra questi la tipologia di grassi)
anziché quattro. «Le GDA sono certamente un passo avanti nella
comunicazione», premette Elisabetta Bernardi, nutrizionista all'università La
Sapienza di Roma, «ma credo si potesse adottare una visuali zzazione diversa,
a barre per esempio, in modo che fosse più facile capire a colpo d'occhio quanto
un singolo alimento incida sul bilancio della giornata. Due grandi novità sono
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l'uniformità di informazione di tutti i prodotti alimentari europei, quindi il
consumatore inglese ha lo stesso tipo di informazione di quello italiano. Inoltre
l'informazione nutrizionale viene data per "porzione" o "pezzo". Le aziende si
sono sforzate quindi di evidenziare la porzione (per esempio 3 biscotti, un
vasetto di yogurt) 0 il pezzo (una lattina, una scatola, ecc) e non solo le
informazioni su 100 grammi, che in passato hanno creato certamente degli
equivoci». Troppi zuccheri Ma il problema maggiore riguarda la soglia di
riferimento indicata dalle GDA. «Non bisogna dimenticare», ricorda Andrea
Ghiselli, ricercatore all'INRAN, l'Istituto nazionale per la Ricerca sugli Alimenti e
la Nutrizione, che ha emanato le linee guida per una sana alimentazione, «che
sono state concepite dalle multinazionali alimentari senza particolari interventi
dei nutrizionisti. Quindi, alcuni prodotti se ne giovano, senza averne diritto,
come alcune bevande light, che hanno zero di tutto e danno l'illusione che se ne
possa bere in quantità, e altri alimenti invece, come l'olio 0 il parmigiano,
vengono ingiustamente penalizzati». Inoltre, alcuni parametri, secondo molti
studiosi, sono troppo elevati. Per esempio, su una dieta di 2000 Rcalorie, le
linee guida prevedono un fabbisogno di non più di 70 grammi di zuccheri, con la
raccomandazione di non eccedere la soglia del 10-15 per cento di zuccheri
semplici. «Le GDA, invece», continua Ghiselli, «indicano una soglia di 9 0
grammi, francamente eccessiva. Anche perché un conto è che gli zuccheri
provengano dalla frutta o dal latte, altra die arrivino dalle bevande gassate.
Bisognerebbe tentare di concepire un parametro che tenga conto anche della
qualità, come si fa già per il colesterolo buono e quello cattivo: perché quei 70
grammi posso prenderli da prodotti nobili, come la frutta, che contiene anche
fibra e vitamine, oppure anche solo dalle caramelle. E non è certamente la
stessa cosa». Tetti non obiettivi Oltre a questo, è bene ricordare die le dfre
indicate dalle GDA non sono obiettivi da raggiungere, ma tetti da non
oltrepassare. Tetti die coincidono quasi del tutto con le raccomandazioni dei
nutrizionisti, tranne che per la quantità degli zuccheri, die nelle GDA è appunto
maggiore di 20 grammi. In una dieta da 2000 kcal, che viene presa a esempio
come fabbisogno di un adulto, le GDA indicano 50 g. di proteine, 270 di
carboidrati, di cui 9 0 di zuccheri, 70 di grassi di cui 20 di grassi saturi, almeno
25 di fibre alimentari e 2,4 g di sodio che corrispondono a circa 6 g di sale. Ma d
sono adulti e adulti, sedentari e sportivi, uomini e donne, atleti e in sovrappeso.
E ognuno di loro ha un fabbisogno energetico differenziato. «Il consumatore
deve mantenere u n giusto senso critico», ragiona Elisabetta Bernardi, «anche
per dié i limiti degli zuccheri sono riferiti ad una dieta per adulti, mentre alcuni
prodotti sono consumati anche dai bambini. E se in una lattina di una bevanda
gassata d sono 35 grammi di zucchero, è già la metà di quanto serve ad un
adulto, ma molto di più rispetto alle necessità di un bambino. Per non parlare
poi della qualità degli zuccheri, che a maggior ragione nei bambini dovrebbe
essere diversa».
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tarassi 11 limite per una dieta da 2000 kcal è di 70 grammi.
Ma non tutti i grassi sono uguali. Preferire quelli insaturi, che provengono da
pesce o vegetali, come l'olio extravergine d'oliva
I grassi saturi Sui 70 totali, il tetto dei saturi è di 20. Contribuiscono
all'aumento del colesterolo (e delle malattie cardiovascolari), quindi meno se ne
consumano meglio è
Sale e sodio Un grammo di sale ne contiene 0,4 di sodio. Secondo le Linee
guida non bisognerebbe eccedere i 6 grammi di sale al giorno, soglia assai facile
da superare
fonte:
La Repubblica Salute
data di creazione:
10/01/2008
data di modifica:
10/01/2008
LA LISTERIA NEL PIATTO
UN GERME MOLTO DIFFUSO PUÒ PROVOCARE UN DISTURBO
CHE, NELLE PERSONE PIÙ DEBOLI, HA CONSEGUENZE ANCHE
SERIE. ECCO A QUALI ALIMENTI BISOGNA FARE ATTENZIONE
Al mondo esistono più di 250 tossinfezioni alimentari, che si manifestano con differenti
sintomi e possono derivare dal consumo di alimenti contaminati da diversi "agenti nemici":
batteri, virus e parassiti. • Vengono identificati continuamente nuovi germi patogeni, cioè
portatori di malattie, alcuni dei quali si diffondono anche per effetto dell'incremento di
scambi commerciali, del ricorso alla ristorazione collettiva, degli allevamenti intensivi e dei
viaggi. Questi microrganismi sono detti "patogeni emergenti" e tra questi c'è la Listeria
monocytogenes, che causa un'infezione denominata listeriosi. I casi aumentano II rapporto
annuale stilato sui dati 2006 dall'European food safety authority (Efsa) e dall'European
centre for disease prevention and contrai (Ecdc), rivela che il numero di casi di listeriosi in
Europa è salito dell'8,6% in un anno: da 1.427 casi nel 2005 a 1.583 nel 2006. • Allarmante
anche il numero di casi per 100 mila abitanti, aumentato del 59% negli ultimi 5 anni. •
Benché le cifre di questa tossinfezione siano ridotte rispetto alla salmonellosi (infezione
causata dal batterio Salmonella tiphy), la malattia è in crescita e presenta un alto tasso di
mortalità, specialmente fra gli anziani, ed è molto preoccupante anche per le donne in
gravidanza, perché può causare infezioni fetali e aborti.
un batterio nascosto nel cibo La listeriosi è una malattia a elevata mortalità (20-30% delle
persone colpite) causata dal batterio Listeria monocytogenes, un microrganismo che si
trova nel suolo, nei liquami e nelle acque superficiali e da queste fonti si diffonde nella
catena alimentare. • Anche se le modalità di trasmissione sono varie (per esempio la da
madre a figlio, da animale a uomo, da infezioni ospedaliere), la malattia è provocata per lo
più dal consumo di alimenti contaminati. • Visto che la listeria cresce a temperature
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comprese tra 0 e 45°C, gli alimenti più a rischio di trasmissione sono i prodotti lavorati
pronti per i l consumo, conservati a temperatura di refrigerazione e consumati senza essere
sottoposti a riscaldamento o cottura.
Si manifesta con febbre e mal di testa La listeriosi si presenta con febbre, mal di capo,
stanchezza, dolori e malesseri generali. Questi sintomi possono progredire fino a
raggiungere forme più serie di malattia, come la meningite (che è un'infezione cerebrale) e
la setticemia (che è un'infezione del sangue). Sintomi meno comuni sono diarrea, nausea e
crampi addominali. Nelle donne in stato di gravidanza l'infezione da listeria si manifesta di
solito in forma leggera: l'unico segno è una febbre alta che si verifica prima o dopo i l parto.
Attenzione, però: anche se nella gestante la malattia compare in forma leggera, può
raggiungere i l feto e può portare all'aborto, a un parto prematuro, alla nascita di un feto
morto oppure alla nascita di un bambino molto debole e malato.
Chi è più sensibile all'infezione L'infezione da listeria non si manifesta sempre con la stessa
intensità. Le persone sane mostrano solo qualche disturbo o addirittura nessun sintomo. •
Per altre, l'infezione è talmente seria da rappresentare un rischio elevato e richiedere il
ricovero in ospedale. Queste persone sono: -» le donne in gravidanza e il feto; -» i neonati;
-* gli anziani; -» chi ha un sistema immunitario debole a causa di una malattia (tumore,
leucemia, diabete, seri problemi al fegato o ai reni); -» chi sta prendendo farmaci, come il
prednisone o il cortisone, che indeboliscono il sistema immunitario dell'organismo. Fra
questi sono compresi i malati che hanno subito un trapianto. Gli alimenti ad alto rischio
Fare attenzione a: -> prodotti pronti da mangiare, come il pesce affumicato; -» insalate
crude preparate in precedenza; -» carni sottoposte a lavorazione che si mangiano senza
bisogno di cottura o di essere scaldate, come pàté, affettati, pollo cotto in precedenza,
tagliato a pezzetti e usato come ingrediente per insalate o panini imbottiti; -» latte non
pastorizzato o prodotti confezionati con latte non pastorizzato; -» formaggi non fermentati,
per esempio brie, camembert, ricotta.
Difficile giocare d anticipo I batteri che causano l'infezione da listeria sono molto diffusi e si
trovano comunemente nella terra, nei granai e nelle fogne. Si trovano anche in numerosi
cibi come carne cruda, vegetali crudi e alcuni cibi sottoposti a lavorazione. • A volte non è
possibile individuare con precisione l'alimento che ha causato l'infezione, perché i sintomi si
manifestano da 3 a 70 giorni dopo aver mangiato i l cibo contaminato. • I Dipartimenti della
pubblica sanità d'Europa, d'America e d'Australia hanno ricevuto segnalazioni di epidemie
di infezioni da listeria, scoppiate dopo che i malati avevano consumato cibi quali formaggi
non fermentati, latte, coleslaw (un'insalata a base di verza, carote e sedano condita con
maionese e pàté). • Dato che i batteri che causano le infezioni da listeria si trovano
comunemente nell'ambiente, è impossibile eliminarli del tutto così come non venirvi a
contatto.
Come ridurre il pericolo di contagio I batteri che causano l'infezione da listeria sono diversi
dai comuni batteri che contaminano il cibo, perché sopravvivono alla temperatura del
frigorifero. Si distruggono facilmente con la cottura dei cibi. • Per ridurre la possibilità di
infezioni, le persone a rischio dovrebbero evitare i cibi più pericolosi, consumare alimenti
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appena preparati, evitando quelli pronti da mangiare che sono stati conservati in frigorifero
per più di un giorno, riscaldare i cibi preparati in precedenza fino a quando sono bollenti,
evitare intingoli, creme e salse dove in precedenza sono stati immersi dei vegetali,
osservare scrupolose norme igieniche ed evitare di venire a contatto con la placenta di
animali o con feti abortiti da animali, perché è stato dimostrato che l'infezione da listeria è
causa di malattie e di aborti negli animali.
GLI ALIMENTI SICURI Non c'è rischio con: -» tutti i cibi appena preparati; -» i formaggi
duri, quelli spalmabili e quelli fermentati; -» il latte pastorizzato, il latte di tipo "Uht" e lo
yogurt; -» i cibi in scatola e i sottaceti.
Occhio all'igiene e alla conservazione Osservare la massima igiene e conservare i cibi in
modo appropriato è importante per tutti, ma lo è in modo particolare per le persone che, in
caso di infezione da listeria, potrebbero essere soggette a serie complicazioni. • Per ridurre
al minimo i rischi di infezione da listeria è bene osservare le seguenti norme igieniche: ->
lavarsi sempre le mani prima di preparare i cibi e dopo aver toccato cibi crudi o altri pronti
da mangiare; -> coprire tutti gli alimenti e riporre quelli cotti in frigorifero entro un'ora dalla
cottura; -» mettere la carne, il pollo e il pesce crudo nel compartimento sotto i cibi cotti o
pronti da mangiare, per evitare che siano contaminati da eventuali sgocciolamenti; ->
tenere il frigorifero ben pulito e impostare una temperatura di 5°C o meno; -* osservare
scrupolosamente la data di scadenza degli alimenti; -* non adoperare per i cibi cotti gli
stessi utensili (come per esempio coltelli, taglieri eccetera) usati per quelli crudi, a meno
che non siano stati lavati; -* pulire molto bene la frutta e la verdura prima di mangiarle; ->
scongelare i cibi nel compartimento più basso del frigorifero oppure nel forno a microonde; > cuocere bene tutti i cibi di origine animale, comprese le uova; -* tenere i cibi caldi al di
sopra dei 60°C e quelli freddi a una temperatura di 5°C o inferiore; -> riscaldare i cibi cotti
fino a quando la temperatura interna raggiunge perlomeno i 70°C (bollente); -* se si usa il
forno a microonde, leggere attentamente le istruzioni dell'elettrodomestico e osservate i
tempi che vengono raccomandati, in modo che il cibo raggiunga una temperatura uniforme
prima di essere consumato. Come affrontarla L'infezione da tisteria si individua con un
particolare esame del sangue, l'emocoltura, che viene effettuato su un prelivo eseguito
quando la febbre raggiunge 39-40°C; i l laboratorio deve essere avvisato del sospetto di
listeriosi, perché i germi possono essere confusi con quelli responsabili della difterite. Altri
esami possibili sono la biopsia del fegato e la puntura lombare. Se la malattia è lieve,
possono bastare farmaci che abbassano la febbre. Le forme più serie si curano con
successo con gli antibiotici, purché i l trattamento abbia inizio al più presto. In alcuni casi, la
cura prevede farmaci chemioterapici come i l cotrimoxazolo.
Servizio di Sara Elisabetta Cordata, nutrizionista, specialista in Scienza dell'alimentazione.
fonte:
Viver Sani e Belli
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PROPOSTE NUOVE NORME PER I NUOVI PRODOTTI
ALIMENTARI
La Commissione europea ha approvato una proposta di revisione del regolamento sui
nuovi prodotti alimentari al fine di agevolare l´accesso di alimenti nuovi e innovativi al
mercato dell´Ue, pur garantendo la tutela dei consumatori. Per «nuovi prodotti alimentari»
s´intendono gli alimenti prodotti ricorrendo a tecniche e tecnologie innovative e quelli che
non sono mai stati consumati all´interno dell´Ue, ma che sono stati consumati altrove. «La
proposta mira a creare un sistema più efficiente e più pratico di regolamentazione dei nuovi
prodotti alimentari, che offrirà ai consumatori dell´Ue il vantaggio della scelta più aggiornata
possibile di alimenti e contribuirà alla creazione di un ambiente favorevole per l´industria
alimentare in Europa», ha affermato il Commissario Ue per la Salute, Markos Kyprianou. In
base alla proposta, una delle caratteristiche di un alimento nuovo è l´utilizzo di tecnologie
emergenti nell´allevamento e nei processi di produzione, che possono avere un impatto
sugli alimenti e di conseguenza sulla loro sicurezza. «I nuovi prodotti alimentari dovrebbero
pertanto comprendere gli alimenti derivanti da piante e animali prodotti ricorrendo a
tecniche di allevamento non tradizionali e quelli modificati mediante nuovi processi di
produzione, quali la nanotecnologia e la nanoscienza, che potrebbero influire sul prodotto»,
afferma il documento, che aggiunge: «Gli alimenti derivanti da nuove varietà vegetali o
razze animali selezionate mediante tecniche di allevamento tradizionali non si devono
considerare nuovi prodotti alimentari». La proposta sottolinea inoltre l´importanza della
semplificazione delle procedure di valutazione e autorizzazione di nuovi prodotti alimentari.
Sarà introdotta una nuova procedura centralizzata, mentre saranno abolite le procedure
amministrative a livello nazionale, per evitare una duplicazione del lavoro. L´autorità
europea per la sicurezza alimentare (Efsa) valuterà un prodotto ogniqualvolta la
Commissione europea riceverà una richiesta di autorizzazione. Tutti i nuovi prodotti
alimentari e il relativo utilizzo come ingredienti saranno valutati in base a quanto si rivelano
pericolosi o fuorvianti per i consumatori. I nuovi alimenti che ne sostituiscono altri non
dovrebbe presentare uno svantaggio nutrizionale per il consumatore. La proposta fa
seguito a una consultazione con le parti interessate, tra cui l´industria alimentare, i
consumatori, i paesi terzi, le autorità nazionali e Ue e le organizzazioni internazionali. Per
maggiori informazioni, consultare: http://ec. Europa.
Eu/food/food/biotechnology/novelfood/initiatives_en. Htm .
link a oggetto originario
fonte:
Marketpress
data di creazione: 17/01/2008
data di modifica: 17/01/2008
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CLAIMS A PROVA DI ETICHETTA
LE PRECISAZIONI DAL CAMPO DI APPLICAZIONE AI REQUISITI
GENERALI RICHIESTI PER I PRODOTTI AMMESSI PARAGONI
SOLO TRA ALIMENTI DELLA STESSA CATEGORIA LE
AUTORIZZAZIONI E I DIVIETI
Dopo lunghi dibattiti, nel dicembre scorso le rappresentanze degli Stati membri hanno
finalmente approvato le Linee guida della Commissione europea per l'applicazione
uniforme del regolamento comunitario n. 1924/06. Il Comitato permanente per la Sicurezza
alimentare e il benessere animale ha perciò raggiunto un'intesa su alcuni essenziali
passaggi d'interpretazione della normativa che regola l'utilizzo di indicazioni nutrizionali e
salutistiche (Nutrition&Health Claims) relative agli alimenti. Campo di applicazione - La
nuova disciplina, in vigore dal 1˚ luglio 2007, si applica a tutte le indicazioni fornite sulle
etichette e nelle comunicazioni commerciali rivolte al consumatore finale. Alcune
precisazioni sono tuttavia necessarie, con riguardo a determinate categorie di alimenti: prodotti destinati a un'alimentazione particolare («dietoterapici») . Il regolamento «Claims»
non si applica a quelle indicazioni che la direttiva 89/398/Ce (in Italia, Dlgs 111/1992) e
successive altre hanno previsto come obbligatorie per descrivere le specifiche
caratteristiche e funzioni dei prodotti; - prodotti per l'infanzia . La normativa «Claims» si
applica sia alle cosiddette formule di proseguimento, sia ai prodotti a base di cereali e altri
prodotti destinati a lattanti e bambini (direttive 2006/141/Ce e 2006/125/Ce). Non invece
alle formule per lattanti, già vincolate a un elenco tassativo di indicazioni ammesse; «novel foods». La disciplina dei «Claims» si applica pure ai nuovi alimenti soggetti ad
autorizzazione comunitaria ai sensi del regolamento n. 258/1997. Fatte salve quelle sole
ipotesi in cui già l'autorizzazione prescriva determinate informazioni in etichetta (ad
esempio, effetti sul tenore di colesterolo, in relazione al consumo di prodotti contenenti
fitosteroli, fitostanoli e loro esteri). Requisiti generali - Le Linee guida europee evidenziano
come una serie di criteri di base stabiliti nel regolamento Ue n. 1924/2006 si applicano a
qualsivoglia categoria di «Claims». Le condizioni generali, anzitutto: l'effetto benefico
reclamato deve fondarsi su prove scientifiche generalmente accettate; la sostanza di cui si
faccia menzione dev'essere presente (o assente) in quantità significativa, o comunque tale
da produrre l'effetto indicato; ove del caso, la sostanza deve essere bio-disponibile;
l'apporto deve risultare rilevante nella quantità di prodotto ragionevolmente consumata; il
«Claim» deve risultare comprensibile per il consumatore medio; le indicazioni devono
essere riferite al prodotto pronto per il consumo (art. 5). L'informazione, com'è ovvio, non
deve essere né falsa, né ambigua, né tantomeno fuorviante. È inoltre espressamente
vietato: dare adito a dubbi sulla sicurezza e/o sull'adeguatezza nutrizionale di altri alimenti;
incoraggiare o tollerare il consumo eccessivo di un alimento; affermare, suggerire o
sottintendere che una dieta equilibrata e varia non possa in generale fornire quantità
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adeguate di tutte le sostanze nutritive; fare riferimento a cambiamenti delle funzioni
corporee che potrebbero suscitare o sfruttare timori nel consumatore, sia mediante il testo
scritto, sia mediante rappresentazioni figurative, grafiche o simboliche (art. 3). Claims
comparativi - Le indicazioni nutrizionali di carattere comparativo sono ammesse, secondo
l'articolo 9 del regolamento, soltanto tra alimenti che appartengono alla stessa «categoria».
Per l'Ue il paragone è in linea di massima ammesso solo tra prodotti di simile contenuto
nutrizionale (quindi sì al confronto tra formaggi, no a quello tra formaggi e latte), e tuttavia
lecito anche qualora l'unico elemento comune tra gli alimenti risulti l'occasione di consumo
(ad esempio, burro e margarina). Riguardo a tale ultima ipotesi, saranno comunque
necessarie verifiche «caso per caso», con buona memoria di consolidata giurisprudenza
sulla pubblicità ingannevole e comparativa. Il termine di paragone deve venire indicato in
modo preciso, e può essere costituito da un genere di prodotti, stimati nei loro valori medi,
ma anche da uno specifico prodotto, se rappresentativo della categoria. La comparazione
dovrebbe risultare in ogni caso significativa rispetto all'apporto giornaliero complessivo del
nutriente considerato: viene portato a esempio di indicazione non accettabile il «ridotto
contenuto di grassi» di un pane. Anche la quantità del nutriente citato in comparazione
deve risultare significativa, perciò si potrà vantare il maggior contenuto di un nutriente
quando esso sia presente nel prodotto in quantità tale da giustificare il claim «Fonte di ...»
(ad esempio, per «Fonte di fibre», almeno 3 g di fibre per 100 g, ovvero 1,5 g di fibre per
100 kcal). Claims nutrizionali - Il regolamento Ue n. 1924/2006 definisce «indicazione
nutrizionale qualunque indicazione che affermi, suggerisca o sottintenda che un alimento
abbia particolari proprietà nutrizionali», dovute: a) all'energia (kcal) che apporta, apporta a
tasso ridotto o accresciuto, o non apporta, e b) alle sostanze nutritive o di altro tipo che
contiene, contiene in proporzioni ridotte o accresciute, o non contiene (art. 2). Le Linee
guida comunitarie confermano che l'informazione relativa al contenuto di una sostanza in
un alimento (es. «contiene licopene») si qualifica come indicazione nutrizionale, ed è perciò
soggetta alle condizioni stabilite in Allegato. Viceversa, se la sostanza viene indicata con il
nome della categoria di appartenenza - e questa descriva una funzione (es.
«antiossidante», «probiotico») - ci si trova, secondo la Commissione europea, di fronte a un
«Claim» salutistico. Egualmente, la citazione della funzionalità del nutriente o della
sostanza (es. «contiene fibre probiotiche») è considerata indicazione salutistica. Claims
salutistici, classificazione - Il regolamento prevede due ben distinti regimi: i cosiddetti
«Claims funzionali» possono venire utilizzati alle condizioni previste negli appositi registri
comunitari, che la Commissione elaborerà sulla base di quelli forniti dalle amministrazioni
sanitarie nazionali (art. 13); le indicazioni che si riferiscono alla «riduzione del rischio di
malattia» e quelle relative allo «sviluppo e alla salute dei bambini» sono invece soggette a
una complessa procedura di autorizzazione comunitaria (art. 14). Le Linee guida Ue
classificano come «funzionale» (art. 13) il «Claim» che pure riferisca un fattore di rischio di
malattia, a condizione che non si accenni alla sua riduzione; è invece richiesta
l'autorizzazione (art. 14) ogniqualvolta si affermi o si suggerisca che il fattore di rischio
viene ridotto, pure a prescindere dall'esplicita citazione della malattia. Per quanto riguarda i
«Claims sulla salute e lo sviluppo dei bambini», sono soggette ad autorizzazione: quelle
indicazioni che a ciò attengono in via del tutto esclusiva, con dati scientifici a supporto validi
solo per i bambini (es. «il calcio è importante per la crescita dei bambini»), e non anche a
gruppi di popolazione più ampi; i «Claims» utilizzati su prodotti destinati esclusivamente ai
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bambini. In assenza di definizioni normative, la categoria dei «bambini» viene associata al
periodo della crescita, indicativamente tra 0 e 18 anni. Dario Dongo
Pagine correlate:
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Sabato 19 maggio alle 11 i quattro Ministeri coinvolti hanno firmato l’accordo nella sede della Provincia di Parma.
(da notizie.parma) - ultimo aggiornamento 19 maggio 2007
» Nasce a Parma il Consorzio Italiano per la Ricerca sulla Qualità e la Sicurezza degli Alimenti
Il Progetto sarà varato sabato 19 in Provincia a Parma. Alle 11 i quattro Ministeri coinvolti firmeranno l’accordo
(da notizie.parma) - ultimo aggiornamento 16 maggio 2007
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Oggi a Parma il primo incontro operativo del soggetto che riunisce le eccellenze nazionali impegnate nella ricerca
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(da notizie.parma) - ultimo aggiornamento 7 settembre 2007
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primo incontro
Presenti i dirigenti delle strutture che in Italia fanno ricerca
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Lunedì 17 settembre alle 10,30 in Provincia a Parma si discute l’assetto della struttura che dovrà diventare
l’organismo unico nazionale per lo sviluppo della ricerca nell’agroalimentare
(da notizie.parma) - ultimo aggiornamento 14 settembre 2007
» Qualità e sicurezza degli alimenti: verso la società consortile che unificherà la ricerca italiana nel
settore agroalimentare
A Parma prosegue il lavoro del comitato tecnico incaricato di tracciare il percorso verso il nuovo organismo
(da notizie.parma) - ultimo aggiornamento 23 ottobre 2007
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In Provincia oggi il Comitato tecnico del Consorzio italiano per la Ricerca sulla Qualità e la Sicurezza degli
Alimenti. Decisa la forma giuridica e la sede.
(da notizie.parma) - ultimo aggiornamento 17 settembre 2007
fonte:
Agrisole
data di creazione: 25/01/2008
data di modifica: 25/01/2008
Servono più controlli per sapere davvero che cosa arriva in
tavola
ALLARME BRUCELLOSI PER LE BUFALE CAMPANE,
COLORANTI, MAIS TRANSGENICO... LE AUTORITÀ DEVONO
INTERVENIRE A GARANZIA DELLA SALUTE
L'inizio dell'anno è stato caratterizzato da diversi problemi che minacciano la nostra tavola:
diossina nelle mozzarelle di bufala (per il dramma rifiuti in Campania), il blocco in Francia ai
prodotti Ogm, il via libera negli Stati Uniti alla vendita di carne donata e per ultimo, ma non
meno importante, il problema che riguarda la presenza di additivi e coloranti in dosi
massicce negli hamburger di McDonald's e nelle caramelle. Mozzarella. Sulle mozzarelle di
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bufala campana vengono fatti quattro controlli ufficiali l'anno. Ma è difficile conoscere i
risultati anche perché i controlli vengono fatti dallo stesso Consorzio di produzione. Ci
vorrebbe l'intervento di un'autorità pubblica che poi informi i cittadini sulla qualità del
prodotto. Intanto, si diffonde la notizia di possibili abbattimenti di bufale malate di brucellosi.
Occorre più chiarezza. Ogm. La polemica sugli organismi geneticamente modificati si
trascina da anni. Sementi Ogm ci sono in tutto il mondo, ma è ancora aperto il problema
della loro coltivazione nei Paesi europei. La Francia ha deciso di sospendere le colture
Ogm sul proprio territorio. In Italia le coltivazioni Ogm sono limitate a poche zone
sperimentali. Tuttavia, il mais transgenico arriva già nel nostro piatto. Il guaio è che non lo
sappiamo: la legge impone di dichiarare solo la presenza che superi lo 0,9 per cento.
Animali donati. Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration ha autorizzato la vendita
di latte e carne provenienti da maiali e mucche donate dichiarando che si tratta di alimenti
«sani e sicuri». I produttori italiani sono in allarme da quando l'Efsa (l'Agenzia europea per
la sicurezza alimentare di Parma) ha deciso di aprire una consultazione pubblica
sull'argomento, visto che nel frattempo il Comitato etico dell'Unione europea ha espresso
forti dubbi a riguardo. Additivi. Due indagini (una inglese e una italiana) hanno posto al
centro dell'attenzione le alte dosi di conservanti nei cibi. La prima afferma che nel Big Mac
di Me Donald's ci sono ben 28 additivi, molti dei quali classificati come coloranti; la seconda
(sul periodico Salutest di Altroconsumo) rileva un'elevata presenza di coloranti nelle
caramelle, accusati di provocare alcune sindromi di deficit di attenzione e di iperattività.
Insomma, l'anno nuovo comincia con un grosso lavoro per le nostre autorità sanitarie: da
loro ci attendiamo informazioni rassicuranti.
Anna Bartolini
autore:
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Oggi
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BSE E TBS, 2 MILIONI DI CAPI CONTROLLATI
VERIFICHE SU 940 IMPRESE
Due milioni di analisi in un anno, 59 progetti di ricerca in corso di cui 27 nel settore del
controllo degli alimenti e 22 in quello della sanità animale. Il tutto finalizzato a valorizzare la
qualità delle produzioni, a tutelare il benessere degli animali e soprattutto a garantire la
sicurezza degli alimenti. Un compito svolto con grande accuratezza e puntualità dall'Istituto
Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana che ha presentato ieri il bilancio
dell'attività svolta nel 2007. «Svolgiamo tanti lavori in diversi settori - ha spiegato il direttore
sanitario Francesco Maria Cancellotti - Dalla ricerca negli alimenti di contaminanti di origine
chimica alla verifica del contenuto riportato sulle etichette, dal controllo dell'igiene degli
allevamenti agli esami microbiologici. Il nostro punto di forza è l'analisi degli alimenti
durante tutte le fasi della filiera, dall'origine alla produzione».
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Nel 2007 sono stati circa un milione gli animali da reddito controllati per brucellosi e tbs,
mentre 20 mila bovini sono stati sottoposti a test per encefalopatia spongiforme
(comunemente detta «mucca pazza») senza che si presentasse nessun caso. Le verifiche
effettuate dall'Istituto hanno fatto sì che 500 imprese nel settore alimentare, 220 nel settore
ittico e 220 in quello caseario ricevessero l'autorizzazione ad esportare i proprio prodotti
nell'Unione Europea.
«La Regione Lazio ha puntato molto sulla sicurezza alimentare e sulla prevenzione
dotandosi di importanti strumenti di intervento - ha sottolineato l'assessore alla Sanità
Augusto Battaglia - I nostri prodotti devono superare controlli accurati che li rendono molto
sicuri. In questo modo veniamo incontro alle esigenze dei cittadini che sono sempre più
attenti ed esigenti su questo argomento». And. Bar.
link a oggetto originario
fonte:
Il Tempo
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LA BISTECCA FA MALE ALLA TERRA L'EFFETTO SERRA CI
CAMBIA LA DIETA
LA PRODUZIONE DI BESTIAME MONDIALE È RESPONSABILE DI
PIÙ GAS DELL'INTERO SISTEMA DEI TRASPORTI IL CONSUMO
DI CARNE RADDOPPIERÀ ENTRO IL 2050, SE NON VARIEREMO
L'ALIMENTAZIONE - DI MARK BITTMAN
NEW YORK - Un cambiamento epocale nell'uso di una risorsa che si dà per scontata
potrebbe essere imminente. No, non si tratta di petrolio, ma di carne. Come il petrolio
anche la carne è soggetta a una domanda crescente a mano a mano che le nazioni
diventano più ricche e ciò ne fa salire il prezzo. E come il petrolio anche la carne è
qualcosa che tutti sono incoraggiati a consumare in quantità minori. La domanda globale di
carne si è letteralmente impennata negli ultimi anni, sulla scia di un benessere crescente,
alimentata dal proliferare di vaste operazioni di alimentazione forzata di animali
d'allevamento. Queste vere e proprie catene di montaggio della carne, che partono dalle
fattorie, consumano quantità smisurate di energia, inquinano l'acqua e i pozzi, generano
significative quantità di gas serra, e richiedono sempre più montagne di mais, soia e altri
cereali, un fatto che ha portato alla distruzione di vaste aree delle foreste pluviali tropicali.
Proprio questa settimana il presidente brasiliano ha annunciato provvedimenti di
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emergenza per fermare gli incendi controllati e l'abbattimento delle foreste pluviali del
Paese per creare nuovi pascoli e aree di coltura. Negli ultimi cinque mesi soltanto, ha fatto
sapere il governo, sono andate perse 1.250 miglia quadrate di foreste. Nel 1961 il
fabbisogno complessivo di carne nel mondo era di 71 milioni di tonnellate. Nel 2007 si
stima che sia arrivato a 284 milioni di tonnellate. Il consumo pro-capite di carne è più che
raddoppiato in questo arco di tempo. Nel mondo in via di sviluppo è cresciuto del doppio,
ed è raddoppiato in venti anni. Il consumo mondiale di carne si prevede che sia destinato a
raddoppiare entro il 2050. Produrre carne comporta il consumo di tali e tante risorse che è
una vera impresa citarle tutte. Ma si consideri: secondo la Fao, la Food and Agriculture
Organization delle Nazioni Unite, le terre destinate all'allevamento del bestiame
costituiscono il 30 per cento delle terre emerse non ricoperte da ghiacci del pianeta. Questa
stessa produzione di bestiame è responsabile di un quinto delle emissioni di gas serra della
Terra, più di quelle emesse dai trasporti nel loro complesso. Uno studio dello scorso anno
dell'Istituto nazionale di scienze dell'allevamento in Giappone ha stimato che ogni taglio di
carne di manzo da un chilogrammo è responsabile dell'equivalente in termini di diossido di
carbonio alle emissioni di una vettura media europea ogni 250 chilometri circa e brucia
l'energia sufficiente a tenere accesa per 20 giorni una lampadina da 100 watt.
Cereali, carne e perfino energia sono collegati tra loro in un rapporto di interdipendenza che
potrebbe avere spaventose conseguenze. Benché circa 800 milioni di persone di questo
pianeta soffrano la fame o siano affette da malnutrizione, la maggior parte dei raccolti di
mais e soia coltivati finiscono a nutrire bestiame, maiali e galline. Ciò avviene malgrado
un'implicita inefficienza: per produrre le stesse calorie assimilate tramite il consumo di carni
di bestiame allevato e il consumo diretto di cereali occorrono da due a cinque volte più
cereali, secondo quanto afferma Rosamond Naylor, docente associato di economia
all'università di Stanford. Nel caso di bestiame allevato negli Stati Uniti con cereali questo
dato deve essere moltiplicato ancora per dieci. Negli Stati Uniti l'agricoltura praticata per
soddisfare la domanda di carne contribuisce, secondo l'Agenzia per la Protezione
Ambientale, a circa tre quarti dei problemi di qualità dell'acqua che caratterizzano i fiumi e i
corsi d'acqua della nazione. Considerato poi che lo stomaco delle bestie allevate è fatto per
digerire erba e non cereali il bestiame allevato a livello industriale prospera soltanto nel
senso che acquista peso rapidamente. Questo regime alimentare ha reso possibile
allontanare il bestiame dal suo ambiente naturale e incoraggiare l'efficienza
dell'allevamento e della macellazione in serie. È tuttavia una prassi che provoca problemi di
salute tali che la somministrazione di antibiotici è da ritenersi usuale, al punto da dar vita a
batteri resistenti agli antibiotici. Questi animali nutriti a cereali contribuiscono oltre tutto a
una serie di problemi sanitari tra gli abitanti più benestanti del pianeta, quali malattie
cardiache, alcuni tipi di cancro e diabete. La tesi secondo cui la carne fornisce un apporto
proteico è giusta, purché le quantità siano limitate. L'esortazione americana quotidiana a
consumare carne - del tipo "guai a te se non mangi la bistecca" - è negativa. Che cosa si
può fare? Risposte facili non ce ne sono. Tanto per cominciare occorre una migliore
gestione degli sprechi. A ciò contribuirebbe l'abolizione dei sussidi: le Nazioni Unite stimano
che questi costituiscono il 31 per cento dei guadagni globali dell'agricoltura. Anche migliori
tecniche di allevamento sarebbero utili. Mark W. Rosengrant, direttore della tecnologia
ambientale e della produzione presso l'istituto senza fini di lucro International Food Policy
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Research afferma: "Occorrerebbe investire nell'allevamento e nella gestione del bestiame,
per ridurre la filiera necessaria a produrre un livello qualsiasi di carne".
E poi c'è la tecnologia. Israele e Corea sono tra i Paesi che stanno sperimentando tecniche
di sfruttamento delle scorie e del letame animale per generare elettricità. Altro
suggerimento utile potrebbe essere quello di far ritorno al pascolo. Mentre la domanda
interna di carne è ormai uguale ovunque, la produzione industriale di bestiame è cresciuta
due volte più rapidamente dei metodi di base di sfruttamento delle terre, secondo quanto
risulta alle Nazioni Unite. I prezzi reali di carne bovina, di maiali e pollame si sono
mantenuti costanti, forse sono perfino scesi, per 40 anni e più, anche se ora stiamo
assistendo a un loro aumento di prezzo. Se i prezzi elevati non costringono a cambiare le
abitudini alimentari, forse sarà tutto l'insieme - la combinazione di deforestazione,
inquinamento, cambiamento del clima, carestia, malattie cardiache e crudeltà sugli animali a incoraggiare gradualmente qualcosa di molto semplice: mangiare più vegetali e meno
animali.
Nel suo studio del 2006 sull'impatto dei consumi di carne sul pianeta, intitolato "La lunga
ombra del bestiame", la Fao dice: "È motivo di ottimismo prendere atto che la domanda di
prodotti animali e di servizi ambientali sono in conflitto tra loro ma possono essere
riconciliate". Gli americani, in effetti, stanno comprando sempre più prodotti eco-compatibili,
scegliendo carni, uova e latticini prodotti con metodi sostenibili. Il numero dei prodotti e dei
mercati di questo tipo si è più che raddoppiato negli ultimi 10 anni. Se gli attuali trend
continueranno, invece, la carne diventerà una minaccia più che n'abitudine. Non
diventerebbe del tutto insolito consumare carne, ma proprio come i SUV dovranno cedere il
passo a vetture ibride, l'epoca dei 220 grammi al giorno di carne sarà giunta alla fine.
Forse, dopotutto, non sarà poi così drammatico.
(copyright The New York Times)
(Traduzione di Anna Bissanti)
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fonte:
Repubblica.it
data di creazione: 28/01/2008
data di modifica: 28/01/2008
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LEGISLAZIONE ITALIANA PUBBLICATA NEI MESI DI
DICEMBRE
2007
PER LE RICHIESTE ALLO SPORTELLO DELLE LEGGI SOTTO
RIPORTATE E’ POSSIBILE SEGUIRE DUE STRADE
-
scrivere al solito indirizzo : [email protected] possibilmente
citando il mese dello sportello e prelevando dal testo l’ntestazione
della legge riportata nello sportello ( ...col copia/incolla)
-
telefonare a 0396850961 ( ...non è un numero verde, quindi ci vuole
un pò di pazienza. Spero che sia possibile trovarmi dopo due,
massimo tre tentativi.
-
Se si è disperati si passa al cellulare 3356864252). Non è la
soluzione ottimale perchè non lo porto quasi mai appresso. In ogni
caso risponde il vostro sempre più affezionato cp
AVVISO IMPORTANTE
LE LEGGI CHE SONO RIPORTATE DI SEGUITO HANNO, PURTROPPO , COME
DIRE, UNA SCADENZA IN TERMINI DI CONSULTAZIONE. SONO, INFATTI,
RICHIAMABILI A VIDEO ATTIVANDO I LINK SOLO SE LA LORO USCITA IN
GAZZETTA NON SUPERA I SESSANTA GIORNI. LA CONSULTAZIONE DI TUTTO
IL RESTO, QUINDI (...LEGGI PRECEDENTI AI 60 DI PUBB. DELLA GAZZETTA )
FA PARTE DI UN’AREA A PAGAMENTO NEL SITO UFFICIALE DELLA GAZZETTA
. TALE AEREA A PAGAMENTO NON E’ CHIARAMENTE UTILIZZABILE IN
QUESTO CONTESTO, PER LO SPORTELLO INTENDO DIRE.
E’ OPPORTUNO CHE LE LEGGI DI VS INTERESSE SIANO SUBITO SCARICATE E
ARCHIVIATE OPPORTUNAMENTE, QUESTO COME REGOLA DI BASE.
AVRETE COSI’ UN DATA BASE PERSONALE UTILISSIMO PER LA
CONSULTAZIONE.
SEGNALO IN ROSSO LE LEGGI A MIO AVVISO PIU’
INTERESSANTI
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Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n. 4 del 5-1-2008
DECRETO 31 agosto 2007
Annullamento del decreto del Ministro della salute del 9 aprile 2004, di iscrizione
della sostanza attiva «paraquat» nell'allegato I del decreto legislativo 17 marzo 1995,
n. 194, e revoca delle autorizzazioni all'immissione in commercio dei prodotti
fitosanitari contenenti detta sostanza attiva, a seguito della sentenza del Tribunale di
primo grado dell'11 luglio 2007 nella causa T-229/04, che ha annullato la direttiva
2003/112/CE, di iscrizione del «paraquat» nell'allegato I della direttiva 91/414/CEE.
Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n. 4 del 5-1-2008
DECRETO 20 settembre 2007
Iscrizione delle sostanze attive etoprofos, pirimifos metile e fipronil nell'allegato I del
decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 194, in attuazione della direttiva 2007/52/CE
della Commissione del 16 agosto 2007.
Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n. 18 del 22-1-2008
DECRETO 21 dicembre 2007
Entrata in vigore dei testi, nelle lingue inglese e francese, pubblicati nella Farmacopea
Europea 6ª edizione. (Suppl. Ordinario n. 18)
Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n. 24 del 29-1-2008
DECRETO LEGISLATIVO 16 gennaio 2008, n. 4
Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.
152, recante norme in materia ambientale. (Suppl. Ordinario n. 24)
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Gazzetta ufficiale
delle Comunità europee
LEGISLAZIONE EUROPEA PUBBLICATA NEL MESE DI
DICEMBRE 2007
Per eventuali richieste vedi le stesse istruzioni già date
per la legge italiana .
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GAZZETTA CEE L 8 DEL 11 gennaio 2008
Decisione della Commissione, dell'8 gennaio 2008, concernente un progetto di regolamento della
Repubblica ellenica relativo all’etichettatura di prodotti da forno preparati a partire da un
impasto congelato [notificata con il numero C(2007) 6750]
13
GAZZETTA CEE L 8 DEL 11 gennaio 2008
Decisione della Commissione, del 10 gennaio 2008, che autorizza l’immissione sul mercato di
bevande a base di riso addizionate di fitosteroli/fitostanoli quali nuovi prodotti alimentari a
norma del regolamento (CE) n. 258/97 del Parlamento europeo e del Consiglio [notificata con il
numero C(2008) 6]
15
GAZZETTA CEE L9 DEL 12 gennaio 2008
Regolamento (CE) n. 21/2008 della Commissione, dell’11 gennaio 2008, che modifica l’allegato X
del regolamento (CE) n. 999/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda
l’elenco di test diagnostici rapidi (1)
3
GAZZETTA CEE L 11 DEL 15 gennaio 2008
Decisione della Commissione, del 20 dicembre 2007, che approva i controlli pre-esportazione
effettuati dagli Stati Uniti d’America sulle arachidi e i prodotti derivati per quanto riguarda la
presenza di aflatossine [notificata con il numero C(2007) 6451] (1)
12
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GAZZETTA CEE L 14 DEL 17 gennaio 2008
Decisione della Commissione, del 20 dicembre 2007, relativa a un contributo finanziario della
Comunità per un’indagine sulla diffusione della Salmonella spp. e dello Staphylococcus aureus
meticillino-resistente nei branchi di suini da riproduzione da realizzare negli Stati membri
[notificata con il numero C(2007) 6579]
10
GAZZETTA CEE L 16 DEL 19 gennaio 2008
Decisione della Commissione, del 20 dicembre 2007, recante modifica delle decisioni 2002/231/CE,
2002/255/CE, 2002/272/CE, 2002/371/CE, 2003/200/CE e 2003/287/CE al fine di prorogare la
validità dei criteri ecologici per l’assegnazione del marchio comunitario di qualità ecologica a
taluni prodotti [notificata con il numero C(2007) 6800] (1)
26
GAZZETTA CEE L 17 del 22 gennaio 2008
Decisione della Commissione, del 21 gennaio 2008, relativa alla concessione di un contributo
finanziario della Comunità al Portogallo per il suo programma di rafforzamento nel 2008 delle
infrastrutture d'ispezione per i controlli fitosanitari sui vegetali e sui prodotti vegetali provenienti
da paesi terzi [notificata con il numero C(2008) 43]
11
GAZZETTA CEE L 22 del 25 gennaio 2008
Regolamento (CE) n. 61/2008 della Commissione, del 24 gennaio 2008, recante modifica, per
quanto riguarda il dinoprostone, dell’allegato II del regolamento (CEE) n. 2377/90 del Consiglio
che definisce una procedura comunitaria per la determinazione dei limiti massimi di residui di
medicinali veterinari negli alimenti di origine animale (1)
8
GAZZETTA CEE L 27 del 31 gennaio 2008
Direttiva 2008/5/CE della Commissione, del 30 gennaio 2008, relativa alla specificazione
sull'etichetta di alcuni prodotti alimentari di altre indicazioni obbligatorie oltre a quelle
previste dalla direttiva 2000/13/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (Versione
codificata) (1)
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Guideline No. 179
GUIDANCE FOR INDUSTRY USE OF ANIMAL CLONES AND CLONE
PROGENY FOR HUMAN FOOD AND ANIMAL FEED
U.S. DEPARTMENT OF HEALTH AND HUMAN SERVICES
FOOD AND DRUG ADMINISTRATION
CENTER FOR VETERINARY MEDICINE
Comments and suggestions regarding this guidance should be sent to the Division of
Dockets Management (HFA-305), Food and Drug Administration, 5630 Fishers Lane, Room
1061, Rockville, MD 20852. Comments may also be submitted electronically on the Internet
at http://www.fda.gov/dockets/ecomments. All written comments should be identified with
Docket No. 2003N-0573. For questions regarding this guidance, contact Larisa Rudenko,
Center for Veterinary Medicine (HFV- 100), Food and Drug Administration, 7500 Standish
Place, Rockville, MD 20855, 240-276-8245. E-mail: [email protected]. Additional copies
of this guidance document may be requested from the Communications Staff (HFV-12),
Center for Veterinary Medicine, Food and Drug Administration, 7519 Standish Place,
Rockville,
MD
20855,
and
may
be
viewed
on
the
Internet
at
http://www.fda.gov/cvm/cloning.htm
U.S. Department of Health and Human Services
Food and Drug Administration
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Center for Veterinary Medicine
January 15, 2008
Guidance for Industry
Use of Animal Clones and Clone Progeny
for Human Food and Animal Feed
This guidance represents the Food and Drug Administration's (FDA's)
current thinking on this topic. It does not create or confer any rights for or
on any person and does not operate to bind FDA or the public. You can
use an alternative approach if the approach satisfies the requirements of
the applicable statutes and regulations. If you want to discuss an
alternative approach, contact the FDA staff responsible for implementing
this guidance. If you cannot identify the appropriate FDA staff, call the
appropriate number listed on the title page of this guidance.
Introduction
FDA’s guidance documents, including this guidance, do not establish legally
enforceable responsibilities. Instead, guidances describe the Agency’s current
thinking on a topic and should be viewed only as recommendations, unless specific
regulatory or statutory requirements are cited. The use of the word “should” in
Agency guidances means that something is suggested or recommended, but not
required.
FDA’s Center for Veterinary Medicine (CVM) recently completed a risk assessment entitled
“Animal Cloning: A Risk Assessment” on the potential risks presented by cloning foodproducing animals. Among the goals of the risk assessment were the determination of
whether somatic cell nuclear transfer (SCNT, the process used to produce the clones being
considered in the risk assessment) poses any unique risks to animals involved in cloning
relative to other assisted reproductive technologies (ARTs), and whether foods derived from
animal clones or their progeny pose consumption risks greater than those posed by foods
derived from their conventional counterparts. This guidance document describes FDA’s
recommendations regarding the introduction of edible products from animal clones and their
progeny into the food and feed supply. To the extent any parts of SCNT or animal clones,
based on being derived from SCNT, meet the requirements for regulation as new animal
drugs under the Federal Food, Drug, and Cosmetic Act (Act), this guidance also sets out
FDA’s enforcement policy that FDA intends to exercise its enforcement discretion.
II. Background
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In July 2001, FDA’s Center for Veterinary Medicine (CVM) issued an Update on Livestock
Cloning (available at http://www.fda.gov/cvm/CVM_Updates/clones.htm) and proceeded to
work with stakeholders to assess potential risks presented by cloning food-producing
animals. CVM also requested that companies voluntarily refrain from introducing meat or
milk from animal clones or their progeny into the human or animal food supply pending
completion of the risk assessment process. The Risk Assessment specifically addresses
SCNT, which allows the copying of specific animal without sexual reproduction, and
focuses on those domestic livestock that have been cloned, i.e., cattle, swine, sheep, and
goats. Among the goals of the Risk Assessment were the determination of whether SCNT
poses any unique risks to animals involved relative to other assisted reproductive
technologies (ARTs), and whether foods derived from animal clones or their progeny pose
consumption risks in addition to those posed by foods derived from their conventional
counterparts. All of the data evaluated in the Risk Assessment are either available in peerreviewed publications, or in the Risk Assessment itself. In addition, the methodology used
to evaluate the data, underlying assumptions used by the risk assessors; residual
uncertainties, including sources of potential bias; and the basis for our conclusions are
explicitly provided in the Risk Assessment.
III. Animal feed derived from clones of any species traditionally consumed as food or
feed
No animal feed risks unique to clones were identified in the Risk Assessment. FDA
therefore does not have recommendations for any additional measures related to the use of
clones of any age or species for the production of feed for animals that are based on the
fact that the animals are derived from cloning. This conclusion applies to rendered products
from any clones and the use of milk from clones for animal feed.
IV. Human food derived from clones of cattle, swine, sheep, and goats
No unique risks for human food consumption were identified in cattle, swine, or goat clones
derived via SCNT. No anomalies have been observed in animals produced by cloning that
are not also observed in animals produced by other assisted reproductive technologies
(ARTs) and natural mating. The frequency of those anomalies, however, is increased over
other ARTs and natural mating. As was the case with other ARTs, the success rate is
improving over time. Further, the results of the Risk Assessment have clearly indicated that
cloning falls on the continuum of assisted reproductive technologies (ARTs).
Following extensive review, the Risk Assessment did not identify any unique risks for
human food from cattle, swine, or goat clones, and concluded that there is sufficient
information to determine that food from cattle, swine, and goat clones is as safe to eat as
that from their more conventionally-bred counterparts. Because of these reasons, and
because food from clones would be subject to the same requirements as food from their
conventionally bred counterparts, we do not believe that meat or milk from cattle, swine,
and goat clones would require any additional controls compared with meat or milk from
cattle, swine, or goats currently entering the food supply today.
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As stated in the Risk Assessment, insufficient information was available on sheep clones to
make a decision on food consumption risks and assessments were not conducted for
animals other than cattle, swine, goat, and sheep. Therefore, at this time, the agency
continues to recommend that edible products from clones from animals other than cattle,
swine, or goat (e.g., sheep) not be introduced into the human food supply.
V. Animal feed and human food derived from clone progeny of any species
traditionally consumed as food or feed
FDA anticipates that most of the food products from SCNT technology will be derived from
clone progeny, the sexually-reproduced offspring of clones, rather than from the clones
themselves. Based on our evaluation, which included empirical evaluations, a careful
assessment of the literature, and congruence with biological assumptions, we agree with
the findings of the National Academies of Science (NAS 2002) that there are no human
food or animal feed risks associated with the progeny of any clone of a species traditionally
consumed for food that are not present in other sexually-reproduced animals of the same
species. Therefore, the agency believes that food products from progeny of a clone from
any species currently consumed as food are suitable to enter the food and feed supply
under the same controls as applied to any animal that is the product of sexual reproduction.
FDA does not have recommendations for any additional measures related to the use of the
progeny of clones for the production of food for humans or feed for animals based on the
fact that these are progeny of clones.
VI. Enforcement discretion for new animal drug requirements applicable to SCNT or
animal clones based on being derived from SCNT
Assuming, without here deciding, that any part of SCNT or animal clones, based on being
derived from SCNT, meet the statutory definition of new animal drug under the Act, at this
time, FDA does not intend to regulate any such new animal drugs. This intent not to
regulate (i.e., the intent to exercise enforcement discretion) applies to both non-food and
food-producing species.
REFERENCE:
NAS 2002. Animal Biotechnology: Science-Based Concerns. The National Academies
Press. Washington , DC.
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CHINA SAYS FOOD SAFETY CHALLENGES REMAIN
China launched the campaign in August to address product quality and safety problems,
including food safety, in the wake of problems found in its exports. The campaign has
focused attention on domestic food safety, and the government is developing its first-ever
food safety law. However, regulation of quality and safety of agricultural products is still
faced with arduous challenges," Gao said in a statement. Agricultural products are
particularly hard to control given their short shelf life and long production period, he said.
Controlling production environments is also a challenge. The government will strengthen its
inspection and testing of products and promote the standardization of agricultural practices,
he said. The compliance rate for pesticide residue for vegetables under surveillance
increased to 95.3 percent in November from 93.2 percent in September, Gao said. The
amount of pork tainted with clenbuterol, a banned feed additive, also declined. The
compliance rate for clenbuterol residue in pork increased to 98.4 percent in November from
97.7 percent in September, he said. In late 2006, almost 300 people in Shanghai were
hospitalized after eating pork believed to have contained clenbuterol.
link a oggetto originario
fonte:
Associated Press
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08/01/2008
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08/01/2008
LA SÉCURITÉ ALIMENTAIRE, UNE FRAGILITÉ
SUPPLÉMENTAIRE POUR LE FORUM ÉCONOMIQUE MONDIAL
Menace d'effondrement du système financier, conflits sociaux devant le renchérissement
des biens alimentaires, hausse des coûts énergétiques. Tels sont les principaux risques
pour 2008 pour le Forum économique mondial. Si l'économie mondiale a pu, depuis 2004,
faire preuve d'une solide résistance devant le renchérissement des coûts énergétiques, «
les limites sont peut-être atteintes », estime le rapport. Que réserve l'année 2008 à
l'économie mondiale ? Dans son rapport annuel, publié hier (1), le Forum économique
mondial, qui réunira dans moins de deux semaines à Davos les grands acteurs
économiques et politiques de la planète, a répertorié quatre problèmes majeurs. Ceux-ci
pourraient même subsister au cours de la prochaine décennie. Parmi eux, le risque
systémique financier, la sécurité alimentaire et l'énergie sont les principaux.Né de la crise
du marché américain des crédits immobiliers à risques (« subprimes »), le risque
systémique est le plus immédiat et celui qui coûtera le plus cher à l'économie mondiale.
Dans la mesure où les tensions sur les marchés interbancaires ne sont toujours pas
résolues, les perspectives économiques sont des plus incertaines. « Une récession aux
Etats-Unis ne peut être exclue et les économistes sont partagés quant à la capacité de
l'Asie à soutenir l'économie mondiale », souligne le rapport. Le dollar n'est pas à l'abri d'une
dépréciation supplémentaire.
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A ces incertitudes économiques s'ajoute l'extrême complexité des produits financiers qui
s'échangent sur les marchés. Ce qui rend « extrêmement difficile » la tâche des autorités
de régulation pour éviter, sinon gérer, un risque systémique financier. Il n'en demeure pas
moins que la crise a mis en exergue l'inadéquation des modèles d'évaluation des risques
financiers en vigueur chez les établissements financiers, pointe le rapport. Une amélioration
est donc nécessaire dans ce domaine.
Une offre perturbée
Nouveauté, cette année, la sécurité alimentaire s'est invitée parmi les grandes
problématiques de cette année 2008 et au-delà. Les réserves alimentaires sont au plus bas
depuis vingt-cinq ans. « L'offre alimentaire mondiale est vulnérable à une crise
internationale ou à une catastrophe naturelle », souligne le rapport. Jusqu'à récemment, la
sécurité alimentaire ne concernait que les pays les moins développés, en particulier ceux
souffrant d'un conflit ou d'un climat aléatoire. Mais aujourd'hui les pays développés en font
la cruelle expérience avec l'envol des prix des produits alimentaires tels que le blé, le maïs
ou le lait.
Les risques de conflits sociaux pouvant surgir face au renchérissement du coût de la vie ne
sont pas à négliger, souligne le Forum. Pour ne rien arranger, l'utilisation de plus en plus
importante de céréales pour l'élaboration de biocarburants perturbe l'offre alimentaire
globale. Le Forum avance ainsi que 30 % de la récolte de maïs, aux Etats-Unis, sera
consacrée aux biocarburants d'ici à 2010. Au total, les experts restent divisés sur la
durabilité de la hausse des prix des matières agricoles, mais les responsables politiques
seraient sans doute bien avisés de réfléchir à leur stratégie dans le domaine de
l'alimentation de leur population. Si le risque alimentaire est relativement nouveau pour
l'ensemble des pays, le risque énergétique, lui, ne l'est guère. Mais il s'est
considérablement renforcé l'an passé avec l'envol du baril de pétrole vers les 100 dollars. «
A l'horizon de dix ans, il y a peu de raisons de croire que les prix vont chuter et plusieurs
raisons de penser que les prix de l'énergie vont croître. »
Proche de son pic
Et, si l'économie mondiale a pu, depuis 2004, faire preuve d'une solide résistance devant le
renchérissement des coûts énergétiques, « les limites sont peut-être atteintes ». Pis :
l'efficacité énergétique serait proche de son pic. Mais c'est sans compter sur les nombreux
aléas pouvant encore plus perturber le marché du pétrole et du gaz (voir graphique). Les
risques pour 2008, sinon la prochaine décennie, ne manquent donc pas. Autant de sujets
brûlants pour le prochain rendez vous du Gotha mondial à Davos.
RICHARD HIAULT Les principaux autres risques en 2008 Economie
Fort ralentissement économique en Chine déclenchant des troubles sociaux dans le pays ;
le vieillissement des populations dans les pays riches génère une hausse des impôts et
une stagnation économique ; la chute des prix immobiliers et des actifs financiers
déclenche
une
récession
de
l'Occident.
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Géopolitique
Hausse du terrorisme international avec attaques conventionnelles et chimiques ;
déclenchement d'une guerre entre l'Iran et les Etats-Unis ; renforcement du crime organisé
fragilisant les Etats nationaux ; accroissement du protectionnisme ; poursuite du conflit
israélo-palestinien et de la guerre en Irak.
Environnement
Augmentation des catastrophes naturelles dues au réchauffement climatique ; dégradation
de l'écosystème diminuant la qualité et la quantité de l'eau.
Société
Risque de pandémie générale et mondiale ; aggravation des cas de sida et de malaria.
link a oggetto originario
fonte:
Les Echos
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data di modifica: 10/01/2008
Main Consumer Health Information Page
Hog Meat Safe to Eat, Testing Shows (May 16, 2007)
Low Risk of Illness From Food Containing Melamine (May 14, 2007)
Contaminant Found in Second Pet Food Ingredient (April 23, 2007)
FDA's Ongoing Pet Food Investigation (April 16, 2007)
LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE NUOVI ALIMENTI
SICURI
IN ARRIVO NUOVA REGOLAMENTAZIONE
La Commission européenne a adopté aujourd'hui une proposition de révision du
règlement relatif aux nouveaux aliments afin de faciliter la mise sur le marché
d'aliments nouveaux et innovants dans l'Union européenne, tout en maintenant un
niveau élevé de protection des consommateurs. Cette proposition de règlement vise
à soumettre les nouveaux aliments à une procédure d'autorisation plus simple et
plus efficace qui permette une commercialisation plus rapide des aliments innovants
ne présentant aucun risque. Elle contient également des dispositions relatives aux
aliments dont la commercialisation n'est pas habituelle dans l'Union européenne,
mais dont l'utilisation passée dans des pays tiers démontre l'innocuité, de manière à
instaurer un système d'autorisation proportionné et un environnement favorable au
commerce. La proposition contient en outre des dispositions visant à protéger
certaines données relatives aux nouveaux aliments autorisés, de manière à
encourager l'industrie à investir dans le développement de nouveaux types
d'aliments et de nouvelles techniques de production d'aliments.
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M. Markos Kyprianou, commissaire européen chargé de la santé, a déclaré: «Cette
proposition vise à créer un système plus efficace et plus pratique de réglementation des
nouveaux aliments, qui offre aux consommateurs européens la possibilité de choisir les
aliments le plus actuels possible et crée un environnement favorable à l'industrie
alimentaire en Europe.»
Selon la définition qui en est donnée dans la proposition, les nouveaux aliments sont des
denrées alimentaires dont la consommation est restée négligeable dans la Communauté
avant le 15 mai 1997 (date d'entrée en vigueur du règlement relatif aux nouveaux aliments).
Il peut s'agir d'aliments produits au moyen de nouvelles techniques et technologies ou
d'aliments qui sont consommés dans d'autres parties du monde mais qu'il n'est pas
habituel de consommer dans l'Union européenne. Après avoir largement consulté les
parties intéressées, la Commission a décidé de réviser la législation relative aux nouveaux
aliments en tenant compte de l'évolution technologique, des avis scientifiques et de
l'expérience acquise dans le contexte de l'application de la législation. La Commission a
réalisé une analyse d'impact des principales modifications proposées en 2006. Le texte
adopté aujourd'hui vise à remédier aux défauts constatés de l'actuel règlement et à
instaurer un cadre règlementaire qui encouragera davantage l'innovation dans le secteur
alimentaire.
Centralisation de la procédure d'autorisation
Le nouveau règlement centralisera la procédure d'évaluation et d'autorisation des
nouveaux aliments. Concrètement, alors qu'aujourd'hui une évaluation initiale est effectuée
par un État membre et transmise pour avis aux autres États membres, à l'avenir la
demande d'autorisation sera adressée à la Commission et l'Autorité européenne de
sécurité des aliments (EFSA) effectuera l'évaluation scientifique du produit. Si le produit est
jugé sûr, la Commission soumettra une proposition d'autorisation de celui-ci aux États
membres par la voie du Comité permanent de la chaîne alimentaire et de la santé animale.
Cette centralisation accélérera et uniformisera la procédure d'autorisation, tout en la
rendant plus transparente pour les demandeurs.
Protection des aliments innovants
Le règlement proposé contient des dispositions visant à protéger les données relatives aux
aliments innovants récemment développés. La législation révisée permettra au demandeur
initial de commercialiser l'aliment pendant cinq ans avant qu'il ne devienne un aliment
générique pouvant être produit et commercialisé par d'autres.
Aliments traditionnels
La proposition de la Commission contient des dispositions relatives aux aliments qui ne
sont pas encore consommés dans l'Union européenne, mais dont l'utilisation passée dans
des pays tiers démontre l'innocuité. La procédure d'autorisation de tels aliments sera
simplifiée. Le demandeur devra adresser à la Commission une notification accompagnée
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d'une documentation attestant l'innocuité de l'utilisation passée de l'aliment dans un pays
tiers et ne sera pas tenu d'introduire un dossier complet comme il devrait le faire pour un
aliment récemment développé. Cette notification sera alors soumise à l'EFSA et aux États
membres et, si ceux-ci ne formulent aucune objection, le demandeur pourra mettre l'aliment
traditionnel sur le marché au terme d'un délai de cinq mois à compter de la date de la
notification.
De plus amples informations sont disponibles à l'adresse suivante:
http://ec.europa.eu/food/food/biotechnology/novelfood/index_en.htm
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Vorrei ricordare in questa sezione programmi e documenti che
potrebbero essere utili al lavoro quotidiano, materiale di
consultazione che è bene tenere sempre a portata di mano almeno per
non perdere tempo.
Un elenco che cercherò di aggiornare via via in modo da diventare
il più possibile completo nel tempo. Si accettano suggerimenti, è
chiaro questo vero? Più siamo e….
Iniziamo senz’ altre chiacchiere …occorre aggiungere che questa
pagine verrà sempre ripetuta? No…vero?
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1)
The Bad Bug Book
(FDA)
This handbook provides basic facts regarding foodborne pathogenic microorganisms and natural toxins. It
brings together in one place information from the Food & Drug Administration, the Centers for Disease Control
& Prevention, the USDA Food Safety Inspection Service, and the National Institutes of Health
2) ADDITIVI:
http://www.codexalimentarius.net/gsfaonline/index.html?lang=en
Un database interessante su gli aspetti legislativi europei riguardanate questi composi
3) MODELLO MATEMATICO
Calcola lo sviluppo dei principali microrganismi patogeni in vari substrati con diverse caratteristiche (
aW , pH ecc...) e della tempertura . Uno utilissimo strumento di lavoro, sviluppato in ambito FDA , è
:
scaricabile gratuitamente all’indirizzo
http://wyndmoor.errc.ars.usda.gov/mfs/pmp61/pmp61_register.aspx
4) PESTICIDE RESIDUES IN FOOD:
http://www.codexalimentarius.net/mrls/pestdes/jsp/pest_q-e.jsp
Maximum Residue Limits; Extraneous Maximum Residue Limits ( CODEX)
5)
VETERINARY DRUG RESIDUES IN FOOD
http://www.codexalimentarius.net/mrls/vetdrugs/jsp/vetd_q-e.jsp
Maximum Residue Limits ( CODEX)
6) CURRENT OFFICIAL STANDARD FOR FOOD ( CODEX)
http://www.codexalimentarius.net/web/standard_list.do?lang=en
7) Foodborne Illness
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8)Leggi, decreti e direttive comunitarie, Circolari
http://www.ministerosalute.it/normativa/pnRicercaSemplice.jsp?label=leggi
Una raccolta coordinata dei testi normativi in materia sanitaria, fornendo agli operatori del settore e ai cittadini
uno strumento che agevoli la ricerca e la consultazione delle leggi sanitarie, spesso caratterizzate da una
produzione copiosa.La sezione "Circolari" offre una raccolta coordinata dei testi normativi in materia sanitaria,
fornendo agli operatori del settore e ai cittadini uno strumento che agevoli la ricerca e la consultazione delle
leggi sanitarie, spesso caratterizzate da una produzione copiosa.
9) BACTERILOGICAL ANALYTICAL MANUAL ( BAM) ONLINE
http://www.cfsan.fda.gov/~ebam/bam-toc.html
FDA's Bacteriological Analytical Manual (BAM) presents the agency's preferred laboratory procedures for
microbiological analyses of foods and cosmetics. AOAC International published previous editions of this
manual in a loose-leaf notebook format, and, more recently, on CD-ROM. This online BAM is now available to
the public. Some changes have been made to methods since the previous version. A listing of chapters
updated since the last hard-copy version (Edition 8, Revision A /1998) can be found in About the
Bacteriological Analytical Manual. Chapter numbers have been retained from the previous version, however,
for this Table of Contents, chapters have been grouped by category. Please send comments to
[email protected].
Avviso
Di tanto in tanto gli indirizzi cambiano quindi i link
potrebbero, ad un certo momento, non funzionare più
Segnalatemi quando un indirizzo non funziona p.f.
Servirà per rendere più funzionale il servizio a tutti
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SE QUALCHE SOCIO VUOLE PROPORRE UN LAVORO SUO O DI ALTRI O ANCHE
PIU’ SEMPLICEMENTE DESIDERA FARE UN COMMENTO RIGUARDO A
QUALCOSA, IL GENERE DI COSE , PER INTERDECI, CHE SI REPUTA SIANO
INTERESSANTI ANCHE PER I COLLEGHI E’ PREGATO INVIARE IL MATERIALE
AL SOLITO INDIRIZZO : [email protected]
LA COMMISSIONE PER L’ACCETTAZIONE DEI LAVORI E’ VERAMENTE MOLTO
DISPONIBILE E CARINA
Chi è interessato può richiedere copia dei lavori sotto riportati
tramite e-mail indirizzata a [email protected]
UN REMAKE!!!
1)
TRADUZIONE ITALIANA DEL DOCUMENTO OMS: ANALISI DEI
PERICOLI E PUNTI CRITICI DI CONTROLLO (HACCP)
Documento che rappresenta tutt’ora il documento più sintetico, chiaro e completo sul
metodo HACCP. Realizzato da un gruppo di studio che ha consentito di sviluppare il
primo corso in Italia sull’argomento.
E’ stato fatto , come promesso, un lavoro, digitalizzando
un documento cartaceo e quindi troverete qui e la degli
errori di’ stumpa’ .
Ora se anche non si può dire che il documento sia tornato
all’antico splendore è almeno leggibile fino in fondo.
Può essere chiesto come file doc o pdf
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2)
SISTEMI QUALITÀ NELL’AZIENDA ZOOTECNICA LINEE
GUIDA ALLA NORMA UNI EN ISO 9001
Disponibile SOLO presso la segreteria AICQCN fino ad esaurimento. Non va richiesto
all’indirizzo sopra riportato. In parole povere io non ce l’ho!
Risultato di un gruppo di studio ad hoc che pur facendo ancora riferimento alla norma
del ’94 riporta già tutti i riferimenti alla nuova Vision 2000.
3)
V.I.S.A. 2000 METODO PER LA VALUTAZIONE IGIENICA
STABILIMENTI ALIMENTARI
Un apposito gruppo di studio ha messo a punto questo metodo che è stato aggiornato
dopo alcuni anni di sperimentazione sul campo.
4)
SICUREZZA E RINTRACCIABILITÀ
Emesso da un gruppo di studio nato all’indomani della pubblicazione del regolamento
CEE 178 che fra l’altro prevede l’obbligo della rintracciabilità a partire dal 2005.
5) SUGGERIMENTI PRATICI PER LA REALIZZAZIONE DI UN
SISTEMA QUALITÀ COMPETITIVO NEL SETTORE
AGROALIMENTARE
Emesso da un gruppo di studio con riferimento alla nuova norma UNI EN ISO 9001:
2000
6) 2006
Una raccolta completa delle leggi selezionate dalla gazzetta CEE segnalate durante
tutto l’anno dalle pagine dello Sportello. Non si può fare la stessa cosa per la gazzetta
italiana dato che i link non sono più attivi
In formato pdf o doc come da richiesta
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E-mail [email protected]
Riteniamo che possa essere utile ai soci provare a riprendere una iniziativa già proposta
tempo fa per segnalare, a chi fosse interessato, le offerte o le richieste di collaborazione
che a volte ci pervengono dai soci.
Al fine di garantire la necessaria riservatezza, le segnalazioni, possono essere
identificate, a richiesta, da un codice alfanumerico sulla base del quale potrà essere
richiesto un contatto diretto.
Le segnalazioni, sia di richieste sia di offerte di collaborazione, già compilate in modo
sintetico, potranno essere inviate allo sportello che provvederà a sostituire i riferimenti
personali con il codice di identificazione.
Per entrare in contatto con la persona o l’azienda basterà comunicare con lo sportello
tramite :
Tel: 0396850961
E- mail : [email protected]
ALTRE PROPOSTE
Se volete segnalare ai soci che ricevono lo sportello la vostra disponibilità a
fornire consulenze o lavoro specializzato potete inviare un breve annuncio da
pubblicare sotto forma di trafiletto che potrà essere pubblicato sia in questa
sezione o se lo desiderate in altre , alla fine dei diversi paragrafi ad esempio nella
forma con i colori e la grafica da voi desiderata.
La regola che imponiamo è solo quella di non eccedere lo spazio che ha questo
stesso annuncio e di non superare centoventi parole
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febbraio 2008