Relazione semestrale al 29 giugno 2012 del Fondo Comune di Investimento Mobiliare Aperto Armonizzato denominato “BancoPosta Obbligazionario Giugno 2015” istituito e promosso da BancoPosta Fondi S.p.A. SGR e gestito da BNP Paribas Investment Partners SGR Società Promotrice Società Gestore BancoPostaFondi SGR Indice Relazione semestrale al 29 giugno 2012 del Fondo Comune di Investimento Mobiliare Aperto Armonizzato BancoPosta Obbligazionario Giugno 2015 istituito e promosso da BancoPosta Fondi S.p.A. SGR e gestito da BNP Paribas Investment Partners SGR Nota Illustrativa Premessa Considerazioni generali Mercati Prospettive Fondo Obbligazionario Giugno 2015 Situazione Patrimoniale del Fondo 1 Società Promotrice Società Gestore BancoPostaFondi SGR Premessa La Relazione Semestrale del fondo BancoPosta Obbligazionario Giugno 2015 al 29 giugno 2012 (ultimo giorno di borsa italiana aperta del I semestre 2012) istituito e promosso da BancoPosta Fondi S.p.A. SGR (Società Promotrice) e gestito da BNP Paribas Investment Partners SGR (Società Gestore), è stata redatta dalla Società Gestore in conformità alle disposizioni emanate dalla Banca d’Italia con Regolamento dell’8 maggio 2012. La Società Gestore assume piena responsabilità sulla completezza e sulla veridicità dei dati e delle informazioni contenute nel presente documento. La Relazione Semestrale si compone di una Situazione Patrimoniale accompagnata da una Nota Illustrativa che fornisce, tra l’altro, indicazioni sia sulla politica di investimento seguita nella gestione del patrimonio del fondo nel corso del semestre, sia sulle prospettive di investimento. Poste Italiane S.p.A. Società con socio unico – Patrimonio BancoPosta, società controllante di BancoPosta Fondi S.p.A. SGR, rappresenta il Collocatore delle quote del fondo comune di investimento illustrato nella presente Relazione Semestrale. Considerazioni generali Dopo una partenza in marcata salita, gli indici azionari, nel corso del mese di aprile hanno invertito bruscamente la rotta riuscendo tuttavia a chiudere il primo semestre del 2012 in territorio positivo, grazie soprattutto al recupero degli ultimi giorni. Il MSCI AC World ha infatti guadagnato nei primi sei mesi dell’anno il 5,14%, trascinato dal mercato americano e giapponese, in salita di circa il 7% e il 5,7% rispettivamente, mentre il mercato europeo è cresciuto di un modesto 1,32%. A cominciare da aprile ad alimentare le inquietudini degli investitori sono stati da un lato la nuova escalation della crisi sovrana europea, con il ritorno dello spettro del contagio a paesi come Spagna ed Italia, dall’altro il rallentamento economico segnalato, dai dati pubblicati inizialmente in Europa poi nei paesi emergenti, Cina in primis. In questo contesto, il MSCI Emerging Markets ha guadagnato nel semestre il 3,21%, lasciando sul terreno oltre il 6% da aprile a giugno. La crescita economica mondiale, pesantemente condizionata dalla crisi sovrana europea è rimasta positiva ma in rallentamento rispetto all’anno precedente. Nel 2012 il PIL mondiale atteso è del 3,5% (rispetto al 3,9% del 2011), secondo le ultime stime del Fondo Monetario Internazionale (World Economic Outlook, aprile 2012). I paesi emergenti dovrebbero crescere di circa il 5,7% mentre nelle economie avanzate la crescita dovrebbe attestarsi mediamente intorno all’1,4%. Il rallentamento economico e la fine dell’emergenza siriana hanno fatto rientrare il prezzo del greggio, fortemente salito nei primi mesi dell’anno, e le preoccupazioni sull’inflazione rimettendo al centro del dibattito politico ed economico, il rilancio della crescita. Stati Uniti Negli Stati Uniti, nella prima parte dell’anno l’economia è cresciuta di circa il 2% annualizzato, in lieve miglioramento rispetto al 2011, grazie alla marginale ripresa del mercato del lavoro e di quello immobiliare. Il tasso di disoccupazione è sceso infatti a circa l’8% dopo aver raggiunto il 9,1% lo scorso agosto. Nonostante i progressi confermati dai dati macroeconomici pubblicati nel primo semestre, rimane un elevato rischio di rallentamento economico a causa della possibile rimozione degli stimoli fiscali e delle conseguenze della crisi sovrana europea. Venendo alla politica monetaria, le riunioni del FOMC non hanno portato 1 Dati Bloomberg ove non specificato 3 Società Promotrice Società Gestore BancoPostaFondi SGR ad alcun cambiamento dello status quo americano. Il tasso di riferimento dei fondi federali è rimasto nell’intervallo in vigore dal dicembre 2008 (0% - 0,25), la Banca Centrale Americana ha inoltre annunciato in giugno di voler proseguire fino a fine anno con l’operazione di allungamento delle scadenze dei titoli di stato da essa detenuti in portafoglio con l’obiettivo di mantenere bassi i rendimenti (twist operation). Nel suo ultimo commento la Fed ha inoltre rivisto al ribasso le sue stime di crescita, citando una volta di più la crisi sovrana europea e le tensioni sui mercati finanziari come ulteriori fattori di rischio per le prospettive economiche, lasciando intendere che la politica monetaria rimarrà espansiva ancora a lungo e non escludendo un nuovo allentamento monetario (QE3). Area Euro Secondo il Fondo Monetario Internazionale la zona Euro nel 2012 vedrà una contrazione della propria economia pari a circa lo 0,3%. Le discrepanze tra le differenti aree geografiche rimarranno notevoli e, se Germania e Francia si stima cresceranno dello 0,6% e dello 0,5% rispettivamente, in Italia il PIL dovrebbe scendere dell’1,9%, in Spagna dell’1,8%, in Portogallo del 3,3% e in Grecia del 4,7%. In tema di politica monetaria, la BCE, ha mantenuto il tasso di rifinanziamento all’1% per sei mesi consecutivi introducendo, a fine febbraio, una seconda operazione a tre anni (LTRO) per circa 800 istituti di credito europei per un ammontare complessivo di 530 miliardi di Euro. La BCE ha quindi gradualmente modificato il suo atteggiamento, pur restando alquanto restia agli interventi diretti sul mercato secondario dei titoli dei periferici, a testimonianza della sua crescente preoccupazione in tema di recessione economica. A fine maggio il governatore della banca europea, di fronte al significativo peggioramento delle condizioni finanziarie della zona Euro, è più volte intervenuto esortando le autorità politiche locali a intraprendere al più presto misure volte a promuovere una maggiore integrazione del settore bancario a livello europeo e a rompere il meccanismo perverso di trasmissione delle tensioni dalle banche agli stati e viceversa, dando la possibilità al fondo ESM di ricapitalizzare direttamente gli istituti di credito e comprare le obbligazioni dei periferici “virtuosi”. Questa ed altre misure sono state discusse e varate durante l’ultimo summit europeo del 28 e 29 giugno tenutosi a Bruxelles, durante il quale le autorità hanno identificato il progetto di trasformazione a lungo termine della nuova Unione Europea volto a incrementarne l’integrazione politica, fiscale, economica e bancaria. UK La crescita del Regno Unito dovrebbe attestarsi intorno allo 0,8%, secondo le stime più recenti del Fondo Monetario Internazionale. La crescita nel primo trimestre dell’anno è stata negativa, e dopo il dato negativo dell’ultimo trimestre del 2011, l’economia inglese è ufficialmente già in recessione. Hanno pesato le passate misure di austerity varate dal Governo (tagli alla spesa pubblica, inasprimento fiscale, etc. etc.). A maggio l’inflazione è scesa a 2,8%, grazie alla continua discesa dei prezzi dei generi alimentari e del petrolio e, per la fine dell’anno, le previsioni degli analisti sono per un ulteriore calo fino all’1,7%. L’indebolimento economico e l’intensificarsi della crisi sovrana europea hanno fatto si che la politica monetaria della banca centrale rimanesse accomodante con tassi di interesse fermi allo 0,5% e la possibilità, emersa nell’ultimo board, di un nuovo allentamento monetario per un ammontare minimo di 25 miliardi di sterline, che con molta probabilità verrà introdotto a luglio. 4 Società Promotrice Società Gestore BancoPostaFondi SGR Giappone Il FMI per il 2012 ha rivisto in aprile al rialzo la sua precedente stima (+2% vs +1,6%). Le politiche monetarie e fiscali post-terremoto estremamente accomodanti (tassi di interesse fermi a 0 - 0,1%, programma di sostegno all’economia per 15 trilioni di yen nel 2011) insieme ad un tasso di disoccupazione strutturalmente contenuto (intorno al 4,5%) sono stati i principali driver della “ripresa” di un’economia da anni caratterizzata da un tasso di inflazione pressoché nullo. La Banca Centrale nipponica ha aumentato l’entità del suo piano di allentamento quantitativo volto a stimolare l’economia sia a febbraio che ad aprile, portandolo a complessivi 40.000 miliardi di yen. Cina Secondo le ultime stime del Fondo Monetario Internazionale la Cina crescerà nel 2012 di circa l’8,2%. Nonostante il contesto esterno rimanga altamente rischioso, con gli Stati Uniti in rallentamento e l’Europa in recessione, la robusta domanda interna, le condizioni finanziarie favorevoli e gli ampi margini di manovra delle politiche monetarie dovrebbero continuare a garantire un “soft landing”. La banca centrale cinese ha abbassato i tassi di interesse nel mese di maggio di 25 punti base a 6,31% per la prima volta dal dicembre del 2008. Da inizio anno, l’istituto ha inoltre ridotto in due occasioni il coefficiente di riserva obbligatoria per le banche al fine di iniettare liquidità nel mercato e sostenere l’economia domestica. PRINCIPALI INDICI DI MERCATO AZIONARIO VARIAZIONI* USA S&P 500 Index (Dollaro USA) Dow Jones (Dollaro USA) Nasdaq (Dollaro USA) 8,31% 5,42% 12,66% Europa Eurostoxx 50 Index (Euro) DAX Index (Euro) CAC 40 Index (Euro) FTSE 100 (Sterlina) -2,24% 8,78% 1,17% -0,02% Pacifico Nikkei (Yen) Hang Seng Index (Dollaro HKD) 6,52% 5,46% Italia FTSE Mib Italia (Euro) – ex S&P Mib -5,40% OBBLIGAZIONARIO VARIAZIONI** Germania Citigroup Germania 1_3 Citigroup Germania 3_5 Citigroup Germania 7_10 0,25% 1,17% 3,53% Europa Citigroup EU Corp 1_3 Citigroup EU Corp 3_5 Citigroup EU Corp 7_10 3,03% 4,90% 8,68% Italia Citigroup Italia 1_3 Citigroup Italia 3_5 Citigroup Italia 7_10 4,14% 6,75% 10,19% * Variazioni dei prezzi dal 30 dicembre 2011 al 29 giugno 2012, (fonte Bloomberg). ** Variazioni complessive calcolate in base ai livelli degli indici di settore Citigroup, (fonte Bloomberg); gli indici obbligazionari sono rappresentativi dell’andamento dei titoli con scadenza all’interno del segmento considerato (1-3 anni, 3-5 anni, 7-10 anni). 5 Società Promotrice Società Gestore BancoPostaFondi SGR Mercati Il semestre borsistico è indubbiamente iniziato bene. Tra gennaio e marzo, nonostante la volatilità, gli indici hanno guadagnato oltre dieci punti percentuali aiutati dalla pubblicazione di dati macroeconomici buoni e dalla liquidità fornita dalle banche centrali. Da aprile il percorso è divenuto decisamente più tortuoso. I nuovi dati deludenti sullo stato di salute dell’economia mondiale e le ritrovate tensioni sulla crisi sovrana europea (con centro in Spagna ed in Grecia) si sono tradotti in un movimento a tre fasi: l’esitazione in aprile, la forte caduta di maggio e la ripresa di giugno sostenuta non solo dal rimbalzo tecnico ma dallo spiraglio di una soluzione della crisi sovrana europea. Il bilancio semestrale malgrado tutto è positivo grazie all’impressionante progressione degli indici nell’ultima parte di giugno. In sei mesi l’indice MSCI World AC guadagna il 5,14% e l’MSCI Emerging Markets il 3,21%. L’indice delle sorprese economiche, che riflette il divario tra le previsioni degli economisti e le statistiche effettivamente pubblicate, è tornato ad essere leggermente negativo per i dati americani alla fine d'aprile in seguito ai dati deludenti sull'occupazione ed una crescita del PIL meno forte che sperato ed ha continuato ad abbassarsi per raggiungere -60 in fine di trimestre. Si stabiliva a 20 alla fine di marzo ed a più di 90 all'inizio di gennaio. Per quanto riguarda la zona Euro, il governo spagnolo ha riacceso le preoccupazioni dichiarando di non essere in grado di rispettare i suoi impegni di riduzione del deficit di bilancio tenuto conto di una situazione finanziaria più deteriorata del previsto e del rallentamento segnato dell'economia domestica. Più generalmente, gli investitori sono rimasti scettici di fronte agli sviluppi di una crisi europea contro la quale le autorità politiche non hanno proposto per il momento che palliativi che permettono di guadagnare tempo. Questo tema ha dominato a maggio quando i dubbi, incentrati nuovamente sulla Grecia (elezioni e timori d'uscita della zona Euro a causa del blocco politico) e sempre sulla Spagna (deterioramento del rating sovrano e di quello delle banche, dubbi sul sistema bancario), hanno questa volta portato un ribasso generalizzato delle azioni e non più soltanto ad un arretramento dei titoli europei. Gli sviluppi della situazione europea infatti sono apparsi come un rischio reale per il resto del mondo (attraverso sia il canale finanziario che economico) nel momento in cui la crescita mondiale resta debole. La volatilità, misurata dall'indice VIX calcolato sulle opzioni dell’S&P 500, è ritornata sopra il 25% all'inizio di giugno (contro 18 in media nel primo trimestre), ai massimi dell'anno. Nel corso di questa fase, che ha visto l'indice MSCI AC World toccare il suo minimo dell'anno all'inizio di giugno (il ribasso rispetto alla fine di marzo superava il 12%), il settore bancario è stato particolarmente colpito, tanto nella zona Euro che negli Stati Uniti. A giugno, i mercati sono rimasti sotto pressione ma le attese create dalle molteplici riunioni tra le autorità europee in preparazione del vertice del 28 e 29 hanno permesso una migliore tenuta delle azioni. Anche se i capi di stato riuniti a Bruxelles non hanno ancora trovato la soluzione definitiva alla crisi della zona Euro, gli investitori hanno manifestato un certo sollievo dopo il comunicato alla fine del vertice. La possibilità offerta ai meccanismi europei (ESFS e quindi ESM) di comprare direttamente i titoli governativi per stabilizzare i mercati e la volontà di rompere il legame tra crisi sovrana e crisi bancaria è incontestabilmente una tappa importante. Le transazioni tuttavia sono state caratterizzate da volumi bassi e la serenità non è sempre all’ordine del giorno. Alcune piazze europee registrano un netto arretramento su sei mesi: -5,4% in Italia, -10% in Portogallo ed in Grecia, 17,1% in Spagna o ancora -5,3% in Finlandia in seguito alle difficoltà di Nokia. Questi risultati spiegano il ribasso del 2,2% dell’ EuroStoxx 50 mentre il CAC 40 è salito dell'1,2% e il Dax tedesco dell' 8,8% nonostante le prese di beneficio di fine di periodo in seguito ad un leggero indebolimento dell'attività in Germania. Il mercato azionario italiano ha registrato 6 Società Promotrice Società Gestore BancoPostaFondi SGR nel primo semestre 2012 un calo dei suoi indici principali. In particolare il Ftse Mib ha segnato un ribasso pari al 5,40%, il Ftse Italia All-Share del 4,20% e il Ftse Italia Mid Cap del 10,49%. Nei primi mesi dell’anno il listino ha beneficiato delle attese relative ai programmi da parte del nuovo Governo volti a far uscire il paese dalla crisi economica e finanziaria. La nuova compagine politica ha riportato fiducia e credibilità sul sistema paese focalizzando i propri sforzi su numerosi progetti volti alla realizzazione di cambiamenti strutturali. Il governo Monti ed i suoi ministri hanno infatti annunciato riforme del sistema pensionistico e riforme fiscali, piani di liberalizzazioni e privatizzazioni, avvio di progetti infrastrutturali e nuovi interventi normativi nel mercato del lavoro. Oltre ad un generale miglioramento del clima di fiducia sulle prospettive del paese sia da parte degli investitori domestici che internazionali, il listino italiano ha inoltre beneficiato del buon andamento dei titoli legati alla crescita nei mercati emergenti ed americano. Alcuni titoli appartenenti ai settori industriale, del lusso e dei beni di consumo hanno trascinato il listino al rialzo fino a metà marzo. A partire dal secondo trimestre dell’anno il mercato azionario italiano è stato fortemente penalizzato dai timori di un allungamento della recessione nel nostro paese, dal rallentamento dei tassi di crescita nei paesi emergenti e dalla paura relativa alla solvibilità di alcuni paesi europei periferici come Spagna, Portogallo e Irlanda con effetto contagio anche sul nostro paese. Il settore più colpito è stato quello bancario che ha dovuto far fronte alla crisi con consistenti operazioni di aumento di capitale per rafforzare i propri coefficienti patrimoniali. Gli effetti positivi delle linee di finanziamento a tre anni a tassi agevolati da parte della BCE, per riportare liquidità nel sistema, hanno avuto una durata limitata e hanno prevalso i timori legati al progressivo deterioramento del contesto macroeconomico sia domestico che di quello americano e di alcuni paesi emergenti. La forte crisi finanziaria di Grecia e Spagna e le continue attese per la definizione di interventi congiunti da parte dei Governi europei e della BCE hanno determinato una elevata volatilità che ha però portato il comparto bancario a registrare la peggiore performance settoriale all’interno del listino domestico con un effetto negativo complessivo consistente a causa della forte presenza di titoli finanziari all’interno degli indici principali. Il calo del comparto bancario è stato solo in parte compensato dall’andamento positivo di alcuni settori quali il farmaceutico, l’alimentare, dei consumi ciclici e del risparmio gestito. Negli Stati Uniti, i grandi indici hanno beneficiato di un contesto economico che, anche se alimenta alcune preoccupazioni, resta favorevole alle azioni. Il Dow Jones 30 è salito del 5,4%, lo S&P 500 dell'8,3% ed il Nasdaq, grazie alla sua impennata di inizio anno, del 12,7%. Mentre in Europa, gli investitori si sono chiaramente rivolti ai settori più difensivi che mostrano le performance migliori, il bilancio settoriale per lo S&P 500 è diverso ed i primi posti sono occupati nell'ordine dalle telecomunicazioni, dai tecnologici, dai finanziari e dai consumi ciclici. In Giappone, l'aumento dell'indice Nikkei 225 (+ 6,5%) è stato limitato dall'alto livello dello Yen che penalizza gli esportatori mentre le imprese esposte alla domanda interna hanno beneficiato delle spese di ricostruzione dopo il terremoto del marzo 2011. Inizialmente, nonostante la netta progressione dei mercati azionari, il mercato obbligazionario americano si è mosso senza direzione, il rendimento del Treasury a dieci anni si è mantenuto nell'intervallo 1,80% - 2,10%, lo stesso da novembre. Molti gli elementi contraddittori che spiegano le esitazioni degli investitori: i dati macroeconomici hanno dipinto un'economia americana relativamente solida (occupazione, attività industriale), mentre lo scenario della FED si rivelava al contrario molto prudente. Il rendimento del decennale ha iniziato a salire alla fine di febbraio, raggiungendo il suo massimo dalla fine di ottobre (quasi al 2,40% il 19 marzo). Questo movimento riflette principalmente le attese sulla fine delle misure espansive della FED in seguito a dichiarazioni interpretate un po’ troppo frettolosamente mentre il contesto economico sembrava avvalorarle. In varie occasioni, Ben 7 Società Promotrice Società Gestore BancoPostaFondi SGR Bernanke ha finito per convincere gli investitori che non aveva affatto l'intenzione di restringere la sua politica monetaria e che, se necessario, avrebbe proceduto ad un nuovo allentamento quantitativo. Il tasso a due anni, che era ritornato quasi allo 0,40% il 20 marzo (livello massimo dal luglio scorso), ha iniziato a scendere per portarsi tra lo 0,25% e lo 0,30% alla fine del periodo in esame. Fin dal mese di aprile, il degradato contesto congiunturale ed il netto arretramento delle azioni hanno comportato una progressione vertiginosa delle obbligazioni governative, sostenute a maggio dal “flight to quality” (fuga verso la qualità). Per tutte le scadenze comprese tra i cinque ed i trenta anni, i tassi hanno così stabilito dei nuovi punti di minimo storico il 1° giugno (1,45% per il 10 anni) dopo un dato sull'occupazione molto deludente che convalida il discorso molto prudente della FED sull’argomento. Alcuni hanno iniziato quindi a prevedere una forte manovra espansiva da parte della FED, che invece si è accontentata di prolungare la sua operazione twist, che consiste nel vendere titoli brevi e comprare quelli lunghi. Dopo i record registrati all'inizio di giugno, il tasso a dieci anni è ritornato abbastanza rapidamente verso l'1,60% sotto l'effetto di prese di beneficio e di attese di risoluzione della crisi sovrana europea. La fine del semestre è stata del resto caratterizzata da un condizionamento crescente dei tassi europei su quelli americani, in salita come in discesa. I dubbi sulla zona Euro (elezioni greche il 17 giugno, preoccupazioni sul sistema bancario spagnolo, attesa del vertice dei capi di stato alla fine di giugno) hanno così comportato un aumento della volatilità sulla curva dei tassi americani. Nonostante l’impennata dei rendimenti del 29 giugno in occasione del vertice di Bruxelles, il bilancio semestrale resta positivo con una discesa di 23 punti base per il rendimento del Treasury a dieci anni che chiude a 1,65%. I rendimenti obbligazionari americani restano molto bassi in termini assoluti, cosa che riflette allo stesso tempo la ricerca di sicurezza e le preoccupazioni crescenti sulla crescita alimentate sia dai dati economici deludenti (fiducia delle famiglie, attività industriale, occupazione) sia dall'incertezza sulla politica di bilancio che sarà predisposta nel 2013. Il rendimento del Bund tedesco non è praticamente uscito dall'intervallo 1,80% - 2,00% fino a marzo (ha raggiunto il suo massimo del semestre al 2,06% il 19 marzo) quindi ha conosciuto una discesa graduale, legata al suo status di bene rifugio di fronte alle difficoltà delle azioni, alle nuove preoccupazioni sulla crisi sovrana ed al deterioramento della congiuntura. I timori sulla crescita in zona Euro e le attese di riduzione dei tassi di riferimento da parte della BCE e/o di nuove misure non convenzionali hanno alimentato a maggio la progressione delle obbligazioni di riferimento nella zona Euro. Le difficoltà dei mercati azionari hanno ancora alimentato l’avversione al rischio ed il “flight to quality”. All'inizio di giugno, il rendimento del Bund a dieci anni ha raggiunto il suo nuovo minimo a 1,20% prima di terminare il semestre a 1,58%, in discesa di 25 punti base in sei mesi. Le transazioni sono state alimentate dalla mancanza dell’appetito per il rischio derivante dagli sviluppi (soprattutto politici) della crisi sovrana. In generale gli investitori, poco convinti dalle soluzioni proposte, hanno preferito i titoli tedeschi, cosa che spiega ad esempio come il tasso dello Schatz a due anni sia sceso allo 0% alla fine di maggio (contro un massimo a 0,35% nel mese di marzo) prima di terminare allo 0,12%. La liquidità fornita alle banche dalla BCE mediante le due operazioni di LTRO (a dicembre e a febbraio) ha facilitato gli acquisti di titoli obbligazionari dei paesi detti periferici come la Spagna e l’Italia dopo il significativo allargamento dello spread con il Bund raggiunto a fine 2011. Il rendimento del BTP italiano a dieci anni è così passato dal 7,10% di fine 2011 a meno del 5% a marzo per terminare il semestre a 5,80%. In Spagna, l'evoluzione è stata meno favorevole: passato dal 5,20% di fine 2011 a meno del 5% all'inizio di marzo, il tasso a dieci anni si è in seguito impennato per ripassare sopra il 7% durante giugno. La situazione delle finanze pubbliche spagnole ha infatti dominato la scena nel corso del semestre: ad iniziare con la dichiarazione da parte del governo Rajoy sull’impossibilità di rispettare gli obiettivi sul 8 Società Promotrice Società Gestore BancoPostaFondi SGR deficit, passando dalle tergiversazioni attorno alla domanda d’aiuto per ricapitalizzare le banche, arrivando alla conferma sulla recessione dell’economia domestica. Il tasso del Bonos a dieci anni termina il semestre al 6,32%. Le conclusioni del vertice europeo del 28 e del 29 giugno, permettendo gli acquisti di titoli obbligazionari ed una ricapitalizzazione diretta delle banche via i meccanismi EFSF ed ESM hanno aiutato negli ultimi giorni del semestre le obbligazioni periferiche. Ciò nonostante, la divergenza dei tassi spagnoli con i tassi tedeschi si attesta a 475 punti base alla fine di giugno (contro 325 punti base di fine 2011). Il divario tra i tassi italiani e tedeschi sulle scadenze a dieci anni è passato da 515 punti base a 455 punti base, avendo il BTP sofferto principalmente per il timore di un possibile contagio. PRINCIPALI TASSI DI CAMBIO CONTRO EURO Dollaro USA/Euro Yen/Euro Sterlina/Euro VARIAZIONI* 2,30% -1,36% 3,24% * Variazioni dei prezzi dal 30 dicembre 2011 al 29 giugno 2012 - Fonte Bloomberg “Composite London 18:00”. Prospettive Le preoccupazioni sul deterioramento del quadro congiunturale globale e le inquietudini persistenti sulla crisi sovrana rischiano di continuare a pesare sui mercati nel corso dei prossimi mesi. Il peggioramento di alcuni indicatori economici negli Stati Uniti (in particolare i dati sulla disoccupazione) potrebbero portare ad ulteriori revisioni al ribasso della crescita e condizionare il morale degli investitori timorosi di un possibile ritorno alla recessione dell’economia americana. D’altra parte, dopo i passi compiuti dall’ultimo summit europeo del 28 e 29 giugno in tema di crisi sovrana, rimane un’elevata incertezza sulla Spagna dove il governo Rajoy non è riuscito a riconquistare la fiducia dei mercati. Le decisioni prese dalle autorità costituiscono un ulteriore passo verso l’integrazione ma ancora piccolo. In particolare, non è stato affrontato il problema della solvibilità di certi stati e anche se si è parlato di crescita oltre che di rigore le misure annunciate sono limitate. L’impegno a porre fine al circolo vizioso tra banche e titoli sovrani è tuttavia un passo importante che potrebbe calmare i mercati azionari nel breve periodo, così come le attese di nuove manovre di politica monetaria espansiva. La fiducia rimarrà però fragile in un contesto economico complessivamente debole dove il dibattito sulla politica fiscale americana rischia di gettare ulteriore benzina sul fuoco. 9 Società Promotrice Società Gestore BancoPostaFondi SGR FONDO BANCOPOSTA OBBLIGAZIONARIO GIUGNO 2015 Il fondo ha realizzato, nel semestre, una performance di 3,15% espressa al lordo dell’effetto fiscale. Con valuta 27 gennaio 2012 è stata staccata una cedola il cui ulteriore contributo alla performance del semestre è stato pari a circa lo 0,8% al lordo dell’effetto fiscale. In relazione allo stile di gestione adottato, non è possibile individuare un “parametro di riferimento”. Durante il semestre, si è continuato ad assistere ad una forte volatilità sui mercati obbligazionari accentuata nei mesi di maggio e giugno ed in particolare sui rendimenti delle emissioni governative di Stati periferici. In tale contesto è stato molto attivo l’intervento delle agenzie di rating con numerosi giudizi di revisione sul merito creditizio degli emittenti ed in particolare sul settore bancario con focus sulle aree geografiche europee più periferiche. Sono stati inoltre effettuati downgrade sui paesi, tra cui l’Italia soggetta a revisione del rating prima da parte dell’agenzia S&P (il 13 gennaio 2012) da A a BBB+ e poi da parte di Moody’s il 13 febbraio 2012 da A2 ad A3 ed il 13 luglio 2012 da A3 a Baa2, nonché da parte dell’agenzia Fitch da A+ ad A- il 27 gennaio 2012. Così come previsto dalla politica di gestione, lo stile gestionale è stato orientato al mantenimento del portafoglio costituito da titoli obbligazionari con vita residua media prossima all’orizzonte temporale del fondo e dunque con vita decrescente con il trascorrere del tempo. Durante il semestre non sono state effettuate sostituzioni di emittenti in portafoglio al fine di contenere il rischio. A fine giugno (valori comprensivi del rateo e percentuali calcolate sul patrimonio netto del fondo) l’investimento in obbligazioni societarie risulta pari a circa il 66,5%, circa il 33,5% il peso della componente governativa. Al 29 giugno 2012 con riferimento alla componente investita in obbligazioni societarie il portafoglio è investito in emissioni del settore finanziario (circa il 15,1%), telecomunicazioni (circa il 13,5%), industria di base (circa il 7,7%), servizi di pubblica utilità (circa il 7,4%), energetico (circa il 5,7%), consumi durevoli (circa il 3,9%), consumi discrezionali (circa il 3,8%), servizi (circa il 3,8%), automobilistico (circa l’1,9%), media (circa l’1,9%) e farmaceutico (circa l’1,9%). Con riferimento alla componente investita in obbligazioni governative il portafoglio è investito in un’emissione dello Stato italiano (circa il 30,5%) ed in un’emissione dello Stato tedesco (circa il 2,8%). Il portafoglio nel suo complesso è investito principalmente in emissioni dell’Unione Europea (l’Italia circa il 41,6%, Francia circa 17,4%, Germania circa il 10,5%, Regno Unito circa il 9,7%, Spagna circa il 9,3%, Paesi Bassi circa il 3,9%, Irlanda circa l’1,9%, Svezia circa l’1,9%, Lussemburgo circa l’1,9%) ed in via residuale in emissioni non UE (Norvegia circa l’1,9%). La duration del portafoglio è pari a 2,6 anni circa. Il rating medio del portafoglio al 29 giugno 2012 è pari a BBB+. Per quanto riguarda la suddivisione per classi di rating, il portafoglio a fine giugno è principalmente esposto ai titoli corporate con rating pari ad AA- (3,8% circa), pari ad A+ (3,7% circa), pari ad A (11,7% circa), pari ad A- (9,6% circa), pari a BBB+ (15,7% circa), BBB (16,5% circa), BBB- (5,7% circa). Non sono presenti in portafoglio emissioni con rating inferiore ad investment grade (BBB-). Il portafoglio è investito totalmente in emissioni in Euro. Il primo trimestre dell’anno è stato caratterizzato da una buon appetito verso il rischio, in particolare verso le obbligazioni italiane sia corporate che governative. Infatti dopo il forte allargamento dello spread BTP – Bund visto negli ultimi mesi del 2011, il differenziale sui tassi a dieci anni ha chiuso il trimestre a quota 330 punti base da 530 di inizio anno. Il portafoglio ne ha beneficiato grazie alla sua esposizione verso i titoli governativi italiani e ai titoli corporate bancari, che grazie alle operazioni di mercato aperto da parte della BCE, hanno dato un contributo particolarmente positivo al rendimento del primo trimestre, che si attestava al 3,99%. Il rallentamento economico dell’area Euro dovuto alle politiche di austerità, ma soprattutto le difficoltà spagnole di ordine finanziario, hanno portato alla ribalta il rischio sovrano e con esso un’avversione al rischio. L’impatto sull’anda- 10 Società Promotrice Società Gestore BancoPostaFondi SGR mento del fondo è stato negativo, ridimensionando in parte la buona performance del primo trimestre; un rendimento che rimane comunque positivo e che si è attestato al 29 giugno a 3,15%. Il portafoglio oggetto di investimento viene monitorato costantemente. Con riferimento al merito creditizio dei titoli presenti in portafoglio, nel corso del semestre sono stati effettuati dalle agenzie di rating downgrade di una serie di emittenti in portafoglio con una valutazione finale che su tutte le emissioni interessate rimane comunque al di sopra di investment grade. Nel corso del periodo non sono state invece attuate strategie di copertura del rischio di credito mediante strumenti derivati. Prospettive del Fondo Fino al termine dell’orizzonte temporale (giugno 2015) la politica di investimento è orientata al mantenimento di un portafoglio composto in via significativa o anche prevalente da strumenti finanziari obbligazionari di emittenti societari e per la restante parte in strumenti finanziari obbligazionari di emittenti governativi con l’obiettivo di realizzare nell’orizzonte temporale indicato un rendimento in linea con quello espresso mediamente da strumenti finanziari obbligazionari corporate e governativi con rating investment grade di analoga durata. I titoli sono detenuti fino alla loro naturale scadenza e costantemente monitorati. Per finalità di contenimento del rischio complessivo del fondo, il gestore può effettuare sostituzioni dei titoli stessi o strategie di copertura del rischio di credito mediante strumenti derivati. 11 Società Promotrice Società Gestore BancoPostaFondi SGR Elenco degli strumenti finanziari in portafoglio alla data della semestrale in ordine decrescente di controvalore Codice ISIN STRUMENTI FINANZIARI BTP 3% 15/06/2015 DEUTSCHLAND REP 3,25% 04/07/2015 INTESA SANPAOLO 3,875% 01/04/2015 SOCIETE GENERALE 3% 31/03/2015 CREDIT AGRICOLE 3% 20/07/2015 ENI SPA 4% 29/06/2015 AXA SA 4,5% 23/01/2015 KPN NV 4% 22/06/2015 TELIA AB 4,125% 11/05/2015 SABMILLER PLC 4,5% 20/01/2015 TELECOM ITALIA 4,75% 19/05/2014 VOLKSWAGEN INTFN 3,5% 02/02/2015 DEUTSCHE TEL FIN 5,75% 14/04/2015 BRITISH TEL PLC 6,5% 07/07/2015 BASF FIN 5,125% 09/06/2015 STATOILHYDRO ASA 4,375% 11/03/2015 GENERALI FINANCE 3,875% 06/05/2015 WPP FINANCE 5,25% 30/01/2015 VODAFONE GROUP 5,125% 10/04/2015 LVMH MOET HENN 3,375% 07/04/2015 AKZO NOBEL NV 7,25% 27/03/2015 METRO AG 7,625% 05/03/2015 ELEC DE FRANCE 5,125% 23/01/2015 ARCELOR FINANCE 4,625% 07/11/2014 SODEXO 6,25% 30/01/2015 BAT INTL FINANCE 5,875% 12/03/2015 SANTANDER INTL 3,5% 10/03/2015 BBVA FIN 3,25% 23/04/2015 ST GOBAIN 8,25% 28/07/2014 ASTRAZENECA PLC 5,125% 15/01/2015 AUTOROUTES PARIS 7,5% 12/01/2015 GAS NATURAL CAP 3,375% 27/01/2015 ENEL 5,25% 14/01/2015 TELEFONICA 3,406% 24/03/2015 REPSOL INTL FIN 4,625% 08/10/2014 MONTE DEI PASCHI 3,875% 02/02/2015 BELGELEC FINANCE 5,125% 24/06/2015 ELECTRABEL SA 4,75% 10/04/2015 BNP INSTICASH FUND EUR M CAP IT0004615917 DE0001135283 XS0215743252 XS0498717163 XS0526903827 IT0004503717 XS0434882014 XS0222766973 XS0218734118 XS0440312725 XS0254905846 XS0470518605 DE000A0TT2M2 XS0372358902 XS0412154378 XS0416848363 XS0218469962 XS0329479728 XS0166667344 FR0011033281 XS0419378236 DE000A0XFCT5 XS0409744744 XS0204395213 XS0408827409 XS0352065584 XS0491856265 XS0503253345 XS0409153110 XS0321640301 FR0010766857 XS0479542150 IT0004292683 XS0494547168 XS0202649934 XS0210918123 FR0000475741 BE0934260531 LU0167238434 Controvalore in Euro 41.256.740 3.598.650 3.091.284 2.692.214 2.616.744 2.612.600 2.602.610 2.599.989 2.589.960 2.584.992 2.579.350 2.576.052 2.564.316 2.563.425 2.561.717 2.557.340 2.554.175 2.552.523 2.550.930 2.537.304 2.535.214 2.518.120 2.515.188 2.513.472 2.510.415 2.508.412 2.496.671 2.495.637 2.482.700 2.478.037 2.466.332 2.449.304 2.447.784 2.438.358 2.418.312 1.485.675 1.257.078 1.086.220 3.134 % incidenza su attività del Fondo 30,615 2,670 2,294 1,998 1,942 1,939 1,931 1,929 1,922 1,918 1,914 1,912 1,903 1,902 1,901 1,898 1,895 1,894 1,893 1,883 1,881 1,869 1,866 1,865 1,863 1,861 1,853 1,852 1,842 1,839 1,830 1,818 1,816 1,809 1,795 1,102 0,933 0,806 0,002 Di seguito sono dettagliate (in unità di Euro) le variazioni della consistenza del patrimonio in gestione, verificatesi nel corso del primo semestre, dovute a sottoscrizioni (incrementi) e rimborsi (decrementi). Incrementi a) sottoscrizioni: - sottoscrizioni cedole Decrementi b) rimborsi: - riscatti - switch Raccolta netta del periodo 3.991 -6.065.057 -115.880 -6.176.946 12 Società Promotrice Società Gestore BancoPostaFondi SGR Relazione semestrale del Fondo BancoPosta Obbligazionario Giugno 2015 Situazione Patrimoniale al 29/06/2012 ATTIVITÀ Situazione al 29/06/2012 Valore complessivo A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI Situazione a fine esercizio precedente % tot. attività Valore complessivo % tot. attività 132.948.981 98,657 133.533.241 97,730 132.945.847 98,655 132.709.631 97,127 A1.1 Titoli di Stato 44.855.390 33,286 45.015.910 32,946 A1.2 Altri 88.090.457 65,369 87.693.721 64,181 3.134 0,002 823.610 0,603 A1. Titoli di debito A2. Titoli di capitale A3. Parti di O.I.C.R B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI B1. Titoli di debito B2. Titoli di capitale B3. Parti di O.I.C.R C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati D. DEPOSITI BANCARI D1. A vista D2. Altri E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITÀ 168.074 0,125 87.305 0,064 167.347 0,124 86.733 0,064 167.347 0,124 86.733 0,064 727 0,001 572 0,000 727 0,001 572 0,000 G. ALTRE ATTIVITÀ 1.641.528 1,218 3.014.806 2,206 G1. Ratei attivi 1.641.528 1,218 3.014.806 2,206 134.758.583 100,00 136.635.352 100,000 F1. Liquidità disponibile F1.1 di cui in euro F1.2 di cui in valuta F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare F2.1 di cui in euro F2.2 di cui in valuta F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare F3.1 di cui in euro F3.2 di cui in valuta G2. Risparmio d’imposta G3. Altre TOTALE ATTIVITÀ 13 Società Promotrice Società Gestore BancoPostaFondi SGR segue: Relazione semestrale del Fondo BancoPosta Obbligazionario Giugno 2015 Situazione Patrimoniale al 29/06/2012 PASSIVITÀ E NETTO Situazione al 29/06/2012 Situazione a fine esercizio precedente Valore complessivo Valore complessivo H. FINANZIAMENTI RICEVUTI I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI M1. Rimborsi richiesti e non regolati M2. Proventi da distribuire 97.227 76.218 96.974 76.218 253 M3. Altri N. ALTRE PASSIVITÀ N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati 52.158 61.356 52.911 61.241 247 115 150.385 137.574 134.608.198 136.497.778 26.177.027,037 27.379.654,065 5,142 4,985 N2. Debiti d’imposta N3. Altre TOTALE PASSIVITÀ VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO Numero delle quote in circolazione Valore unitario delle quote Movimenti delle quote nel semestre Quote emesse Quote rimborsate 782,348 1.203.409,376 14 Società Promotrice BancoPosta Fondi S.p.A. SGR con Unico Socio Iscritta al n° 95 dell’Albo delle Società di Gestione del Risparmio - Aderente al Fondo Nazionale di Garanzia Sede: Via Marmorata, 4 - 00153 Roma - Cap. soc. int. vers. Euro 12.000.000 Codice Fiscale e Part. IVA 05822531009 - Iscritta nel Registro delle Imprese di Roma con il n° 212654/1999 Tel. 06 57018390 - Fax 06 57018240 Società Gestore BNP Paribas Investment Partners SGR Iscritta al n° 10 dell’Albo delle Società di Gestione del Risparmio - Aderente al Fondo Nazionale di Garanzia Sede: Via Dante, 15 - 20123 Milano - Cap. soc. int. vers. Euro 8.400.000 Codice Fiscale e Part. Iva 07189000156 - Iscritta nel Registro delle Imprese di Milano con il n° 1143699 Tel. 02 72471 - Fax 02 40093592