FAQ 603 [email protected] [email protected] DOMANDA: Volevo chiedere se era possibile avere un suo parere per quanto riguarda l'uso degli addolcitori, filtri e dosatori polifosfati, capire bene se la loro installazione è sempre obbligatoria oppure quale è il parametro o regola / norma / legge per cui si rendono obbligatori ed ulteriori informazioni sul nuovo libretto impianto. RISPOSTA: In relazione al trattamento delle acque esistono due vie da seguire: - il buon senso, una prerogativa del professionista che deve realizzare l’impianto secondo la regola dell’arte; - le norme che riportano puntuali e concordate indicazioni sulla realizzazione degl’impianti secondo la regola dell’arte. Proseguiamo con ordine con alcune precedenze: 1 - I filtri I filtri s’impiegano nell’alimentazione idrica degli impianti e nella distribuzione interna nel riscaldamento / condizionamento / sanitario. Nell’alimentazione idrica si utilizzano filtri autopulenti con maglia filtrante non inferiore a 50 micron (0,05 mm), preferibilmente con corpo in ottone, condizione che consente di evitare la proliferazione batterica con il fermo prolungato dell’impianto, essendo l’ottone una lega del rame che presenta caratteristiche antibatteriche. (UNI-CTI 8065 D.M. n°37 22.01.20008 ex Legge 46/90) Art.3130N Nella realizzazione interna degli impianti si utilizzano filtri di linea con maglia filtrante compresa tra 400-800 micron (0,4-0,8 mm) il cui scopo è quello di trattenere sfogliature, disincrostazioni e sedimentabili da macrocorrosioni. Non è specificato dalla normativa, ma dettato dal buon senso per evidenti danni che queste occlusioni possono provocare se poste in circolazione a contatto con le varie apparecchiature. 3 Art.670 Art. 3670 RITENZIONI TIPO NEI FILTRI DI LINEA Manutenzione dei filtri: - Filtri autopulenti: lo spurgo dei fanghi può essere eseguito dall’utente con una periodicità annuale. Si prolungheranno gli interventi tra un controllo ed il successivo quando si riscontra una limitata presenza di impurità. Una comunque puntuale verifica rientra nelle operatività annuali del manutentore idraulico con eventuale sostituzione della maglia filtrante. - Filtri di linea: il controllo dei filtri di linea rientra nelle competenze del manutentore idraulico con programmi biennali a discrezione del manutentore. 2 - Condizionamento dell’acqua nei circuiti chiusi riscaldamento / condizionamento Tra i trattamenti previsti dal DPR 59.2009, c’è l’impiego di prodotti chimici per il “condizionamento” degli impianti per una protezione duratura nel tempo. Detti prodotti si distinguono per l’immissione di soluzioni liquide prima della messa in funzione degli impianti a circuito chiuso. Sono prodotti “filmanti”, coprenti delle superfici interne, ossia tendono a depositarsi sulle superfici metalliche formando una sottilissimo strato aderente e coprente. Una particolare attenzione deve essere posta al contatto con le apparecchiature: valvole di bilanciamento, valvole termostatiche, contabilizzatori di calore, sistemi di regolazione e sonde elettroniche se non protette (incapsulate). Altra tipologia di prodotti sono quelli destinati al lavaggio dell’impianto, da utilizzarsi secondo programmi stabiliti dal conduttore dell’impianto (manutenzione ordinaria). I prodotti di “condizionamento” si dovrebbero utilizzare su parti d’impianto sezionate (che si possono momentaneamente disgiungere), particolarmente sensibili alle incrostazioni. Nelle nuove costruzioni residenziali si dovranno utilizzare con particolare attenzione oppure escluderli in quanto la prevalenza dei componenti riguarda: tubazioni multistrato, tubazioni in polibutilene, collettori di ottone, caldaie in acciaio Inox. Se ne consiglia l’impiego per impianti obsoleti, strutturati prevalentemente con sistemi in acciaio. Queste applicazioni presentano una certa instabilità nel tempo, nella fattispecie quando l’eventuale presenza di correnti vaganti (impianti obsoleti o non eseguiti secondo la “regola dell’arte”) si determinano corrosioni nel metallo creando il distacco delle micro pellicole superficiali (sfogliature) trattenibili nei “filtri di linea” come inclusioni nella forma di macro dimensioni. 3 - Trattamento chimico con polifosfati ll DPR 59/09, estende le proprie raccomandazioni al trattamento dell’acqua di alimentazione con “polifosfati alimentari” quando la durezza totale dell’acqua è inferiore ai 15°f. Il dosaggio di polifosfati in polvere, con appositi dosatori proporzionali (o in forma liquida con pompa dosatrice) permette di immettere nell’acqua il polifosfato 3-5 mg/L che impedisce la formazione di bicarbonato di Calcio ed Anidride Carbonica prevenendo così i depositi calcarei sulla componentistica idrica e sulle tubazioni nonché i danni corrosivi dell’Anidride Carbonica. Il trattamento con polifosfati costituisce una protezione contro le incrostazioni senza ridurne la durezza. I polifosfati reagiscono con il bicarbonato formando una macromolecola stabile fino alla temperatura di 55-60°C, diventando ininfluente per temperature superiori. Per impianti di riscaldamento a circuito chiuso dediti solo al riscaldamento degli ambienti, detto trattamento deve ritenersi inutile per l’esigua quantità di Calcio che si potrebbe depositare nel circuito stesso. Negli impianti per produzione d’acqua calda sanitaria, con utilizzo di caldaie dotate di scambiatore di calore, si rende necessario il trattamento con polifosfati per evitare che il passaggio continuo dell’acqua riscaldata crei un progressivo accumulo di incrostazioni calcari nello scambiatore medesimo. Trattata con polifosfati, l’acqua utilizzata per il sanitario “non è più potabile”. Si consiglia al riguardo di installare dette apparecchiature con polifosfati sull’alimentazione acqua fredda volta alla caldaia, escludendone il contatto con l’acqua destinata al consumo umano (che resterà invece potabile). La manutenzione: La manutenzione delle apparecchiature e la sostituzione degli additivi chimici devono essere effettuate dal manutentore dell’impianto termico che, con professionalità, saprà valutare se il consumo programmato del polifosfato è congruo con il consumo dell’acqua potabile. Un’eccessiva quantità di polifosfato in soluzione dove l’acqua calda viene utilizzata anche (erroneamente) per usi domestici si rileva come tossica per il nostro organismo. 4 - Trattamento chimico con resine a scambio ionico Se l’acqua ha una durezza totale maggiore di 15°f, si utilizzerà un addolcitore per riportare la durezza entro i limiti previsti. L’addolcitore esegue un trattamento di scambio: toglie una parte di calcio che sostituisce con due parti di sodio portando la durezza a 15°f. Il residuo della durezza a 15°f sarebbe comunque incrostante. All’addolcimento si unirà il trattamento con polifosfati per ricostruire la macromolecola polifosfato/calcio insensibile all’affinità con le strutture metalliche. Il trattamento con resine è obbligatorio per centrali termiche aventi una potenzialità fra i 100 kW ed i 350 kW e laddove la durezza è superiore a 15°f. Durezza totale: è la somma della durezza temporanea e di quella permanente. Durezza temporanea: è relativa al contenuto di sali di Calcio che precipitano a temperature superiore ai 60°C. Durezza permanente: è la durezza che persiste dopo l'ebollizione dell'acqua. È dovuta, soprattutto, alla presenza di cloruri, solfati e nitrati di Calcio e Magnesio. La durezza totale viene espressa in base al contenuto totale di Calcio e Magnesio, calcolato come carbonato di Calcio (CaCO3) secondo la scala in gradi francesi °f oppure come Ossido di Calcio (CaO) nella scala in gradi tedeschi, °d. Avremo quindi: 1 grado francese (°f) = 10 mg di CaCO3/ litro di acqua = 0,01 gr/L 1 grado tedesco (°d) = 10 mg di CaO / litro di acqua = 0,01 gr/L 5 - Il libretto d’impianto Il nuovo modello di libretto deve considerarsi unico per tutti gli impianti definiti “termici”, indipendentemente dalla potenza, dalla tecnologia utilizzata (anche energia rinnovabile) e dal servizio a cui sono destinati (climatizzazione invernale/ estiva). Il nuovo libretto sostituisce i modelli precedentemente esistenti denominati “libretto di impianto” e “libretto di centrale” di cui all’art. 11, comma 9 D.P.R.412/1993. Il nuovo libretto è costituito da un unico modello, personalizzabile, composto da tante schede assemblate in funzione degli apparecchi e delle componenti dell’impianto. Con il 1° Ottobre 2014 , viene prodotto il “Rapporto di controllo di efficienza energetica” conforme ai modelli allegati al decreto citato, che non saranno più divisi per “potenza nominale, ma per tipologia di generatore”: • gruppi termici; • gruppi frigo; • scambiatori; rapporto di controllo di tipo 1; • cogeneratori. rapporto di controllo di tipo 2; rapporto di controllo di tipo 3; rapporto di controllo di tipo 4. Come previsto dall'art. 8 del D.P.R. 16 aprile 2013, n.74, in occasione degli interventi di controllo e di manutenzione di cui all'articolo 7 su impianti termici di climatizzazione invernale di potenza termica utile nominale maggiore di 10 kW e sugli impianti di climatizzazione estiva di potenza termica utile nominale maggiore di 12 kW, si effettua un controllo di efficienza energetica riguardante: a) il sottosistema di generazione; b) la presenza la funzionalità dei sistemi di regolazione della temperatura centrale e locale nei locali climatizzati; c) la presenza e la funzionalità dei sistemi di trattamento dell'acqua.