Agricoltura biologica - AGRONOMIA Principali tecniche di controllo delle infestanti in agricoltura biologica di Lamberto Dal Re e Chiara Donati Sommario © Associazione Prober Introduzione da pag. 1 a pag. 2 Le macchine da pag. 3 a pag. 4 Prova dimostrativa da pag. 5 a pag. 7 Grafici da pag. 8 a pag. 9 Distribuito come inserto di Prober Informa Aut. Trib. BO n. 6932 del 22/07/1999 Direttore Responsabile Barbara Musiani Proprietà redazione e amministrazione Prober via Fioravanti 22 Bologna mailto:[email protected] Sped. In abb. Post. Art. 2 comma 20/c Legge 662/96 Filiale di Bologna Stampato in proprio Coordinamento redazionale e grafico Giuseppe Santagata Hanno collaborato Lamberto Dal Re e Chiara Donati Progetto, grafica e impaginazione Erica Cavedale Progetto sviluppo internet Green Planet Natural Network http://www.greenplanet.net Foto Archivio Prober e azienda agricola sperimentale M. Marani Realizzato con il contributo della Regione Emilia - Romagna - Reg. CEE 2078/92 art.6 anno 1999 La seguente pubblicazione è disponibile all’indirizzo internet http://www.greenplanet.net/prober Introduzione I l controllo delle erbe infestanti rappresenta il principale problema da risolvere in agricoltura biologica. L’obiettivo dichiarato è di contenere lo sviluppo delle malerbe al di sotto di una soglia non dannosa in termini agronomici ed economici, ben sapendo che non si potrà comunque raggiungere la loro completa eliminazione possibile solo con l’utilizzo dei diserbanti di sintesi. Le strategie utilizzate in agricoltura biologica affinché il controllo delle erbe infestanti raggiunga un buon grado di efficacia, prevedono necessariamente l’integrazione di scelte e di tecniche diverse. Fra le più importanti ricordiamo le seguenti: ❥ scelte aziendali di carattere generale quali il drenaggio e l’eliminazione delle scoline, il filtraggio accurato delle acque d’irrigazione, le rotazioni sfalsate; ❥ lavorazioni indirizzate al controllo delle malerbe come le lavorazioni profonde, quelle ripetute, le false semine e le semine ritardate; ❥ scelte agronomiche tra cui l’investimento, i sesti di impianto e le varietà; ❥ utilizzo di attrezzi meccanici progettati appositamente per l’agricoltura biologica, nella fattispecie: erpici a molle, erpice strigliatore, sarchiatrice stellare, rincalzatori, ecc. L’eliminazione delle scoline è sicuramente vantaggiosa, ogni qual volta sia possibile, in quanto riduce molto una delle principali fonti di propagazione delle infestanti. A questo aspetto va dato il giusto peso in quanto una gestione con mezzi meccanici o fisici delle scoline è assai difficoltosa e comunque dispendiosa. In agricoltura biologica si constata frequentemente come si rendano particolarmente aggressive, nel corso degli anni, le infestanti perenni e rizomatose che debbono essere combattute, in epoca opportuna, con estirpature ripetute ed a profondità diverse. Ogni agricoltore, conoscendo il proprio terreno e preparandolo per le semine di cereali primaverili o “marzuoli”, dovrà preparare accuratamente il terreno con ripetuti passaggi di erpici a molle su terreni asciutti o gelati ad inizio e fine inverno. A qualche settimana dalla semina, in base all’andamento climatico, è bene praticare una o due false semine consecutive, ed eventualmente posticipare di poco la semina, preceduta comunque da una leggerissima erpicatura. Così facendo si produrrà un progressivo pagina 1 impoverimento del contenuto di infestanti nello strato superficiale del terreno. Infatti i semi, costretti a germinare prima e poi a crescere, verranno distrutti per gran parte allo stadio di plantula. Le scelte di natura agronomica sono altrettanto importanti per il controllo delle erbe infestanti. Le varietà di seminativi utilizzate dovranno essere fortemente competitive nei confronti delle malerbe per habitus vegetativo e vigoria, e gli investimenti dovranno essere maggiori del 5-15%. A tal fine bisogna sempre tener presente che la disponibilità o mancanza di luce è il principale fattore di crescita delle piante. I sesti di impianto dovranno essere scelti in modo da facilitare al massimo la meccanizzazione della coltura superando, se necessario, l’utilizzo dei sesti tradizionali, ad esempio coltivando soia a 75 cm. L’efficacia del controllo delle malerbe, praticato per via meccanica dalla fase di presemina in poi, è fortemente condizionata dalla tempestività degli interventi. Le infestanti, infatti, sono controllabili in un intervallo di tempo decisamente più ristretto rispetto all’agricoltura convenzionale. In sintesi, la filosofia da seguire e da tener sempre presente consiste nel creare continuamente situazioni colturali favorevoli alla coltura e svantaggiose per le malerbe. Di seguito viene fornita una breve descrizione degli attrezzi necessari per gestire molte colture erbacee dalla fase di pre-semina in poi secondo il metodo dell’agricoltura biologica. Foto archivio Prober pagina 2 Le macchine Erpice strigliatore Con questo attrezzo si riescono a controllare parzialmente le infestanti sulla fila in quanto i denti dell’erpice strigliatore scarificano leggermente tutta la superficie del terreno, compresa la fila. Sui cereali vernini ciò assume particolare importanza per la difficoltà oggettiva a scerbare coltivazioni a file strette. L’attrezzo è un erpice semiportato composto da telai modulari di varia larghezza (150-200 cm) a seconda delle marche. Ogni telaio risulta formato da file trasversali di denti lunghi 40-50 cm. I denti sono formati da un primo tratto verticale e da un secondo tratto inclinato rispetto al primo di circa 15 cm. Generalmente l’inclinazione dei denti può essere modificata azionando un meccanismo che varia l’inclinazione di tutti i denti di ciascun telaio; in alcuni modelli può essere regolata dente per dente. Alcuni strigliatori sono muniti di due serie di telai, ciascuno dotato di un tipo di dente da 6 o da 8 mm. L’uso dell’erpice richiede una trattrice della potenza di almeno 50 CV, mentre la capacità di lavoro è elevata. “Erpice Strigliatore” (Foto archivio Prober) pagina 3 Zappatrice stellare La zappatrice stellare è un ottimo attrezzo, piuttosto robusto, che presenta diverse caratteristiche positive. La capacità di lavoro (3-10 km/h) è discreta e l’attrezzo ha una certa versatilità perché funge anche da rompicrosta, sarchiatrice o rincalzatrice; il periodo d’intervento è sufficientemente prolungato, la potenza richiesta è di 60 CV. L’attrezzo, semiportato, è costituito da sette tubolari. I cinque centrali portano ciascuno due piastre su cui è incernierato un elemento lavorante che può portare da un minimo di uno ad un massimo di cinque dischi a seconda del tipo di lavoro che si vuole effettuare. La particolare forma a stella è data dalla presenza di dieci punte. Per rendere più aggressivo il lavoro della macchina si aumenta il numero dei dischi, mentre per ottenere una rincalzatura si cambia l’inclinazione dei dischi. Sarchia - rincalzatore È una sarchiatrice universale, impiegabile su tutte le colture a file. La potenza richiesta è di circa 60 CV. La macchina monta due serie di elementi lavoranti. La prima serie, costituita da dischi, può provvedere alla rincalzatura sulla fila mentre, la seconda serie è formata da zappette taglia erba “a freccia” che servono a sarchiare e a tagliare le infestanti. La macchina può essere dotata di spandiconcime con trasmissione a cardano. “Sarchiatrice stellare su girasole” (Foto archivio Marani) pagina 4 Prova dimostrativa L a prova dimostrativa, nel biennio ‘98’99, è stata realizzata sui terreni dell’Azienda Agraria Sperimentale “Mario Marani” ubicati sulla costa adriatica, in una zona interamente circondata dai territori del Parco del Delta del Po. Le finalità della dimostrazione consistevano nel mostrare, in un territorio caratterizzato dalla presenza di aree naturali, la possibilità di controllare efficacemente le malerbe in agricoltura biologica tra- mite interventi di tipo meccanico. A tal fine sono state utilizzate tutte le strategie descritte precedentemente, integrando fra loro le varie scelte tecniche. Sono stati utilizzati tutti gli attrezzi descritti: strigliatori, zappatrice stellare e sarchiatrice. Sulla base dei dati raccolti è stato elaborato un raffronto di tipo economico tra gli itinerari tecnici proposti per l’agricoltura biologica e quelli convenzionali. I campi dimostrativi Per raggiungere gli obiettivi prefissati è stato realizzato un avvicendamento semplificato di tre colture: orzo primaverile, girasole e sorgo da granella, su circa due ettari di terreno coltivati con il metodo biologico. Per ciascuna coltura è stato coltivato un appezzamento di circa 6000 m2 applicando le tecniche di controllo delle malerbe consentite in agricoltura biologica. Sono stati eseguiti volutamente numerosi interventi di lavorazione del terreno ad inizio e fine inverno con la finalità di ripulire il letto di semina. Orzo primaverile La tecnica usata sull’orzo ha comportato quattro interventi di lavorazione principale del terreno: aratura, rotante, erpicatura e erpicatura, e tre interventi di preparazione del letto di semina: erpicature leggere. Alla semina è seguita una strigliatura con orzo allo stadio vegetativo della terza-quarta foglia, risultata sufficiente per portare a raccolta il cereale. pagina 5 Girasole Anche la tecnica usata sul girasole ha previsto quattro interventi di lavorazione principale del terreno: aratura, rotante, estirpatura, estirpatura, e due interventi di preparazione del letto di semina: erpicature leggere. Dopo la semina sono seguiti tre interventi in post emergenza allo stadio 4-6 foglie vere: fresatura, strigliatura e rincalzatura. Sorgo da granella La tecnica usata su sorgo ha previsto quattro interventi di lavorazione principale del terreno: aratura, rotante, estirpatura, estirpatura e due interventi di preparazione del letto di semina: erpicature leggere. A questo punto è stata inserita la semina di un erbaio da sovescio di favino gestito, successivamente, con una trinciatura ed una fresatura. “Cover crop in precessione a sorgo bio.” (Foto archivio Marani) pagina 6 Risultati Il controllo delle malerbe, ottenuto con gli itinerari tecnici adottati, è risultato decisamente buono su orzo e girasole, ma appena sufficiente su sorgo a seguito di un investimento insufficiente della coltura, in particolar modo nel 1999. In definitiva, l’erbaio di favino in precessione a sorgo è risultato di difficile gestione come in altre esperienze dell’annata, con forti difficoltà della coltura ad emergere regolarmente; di contro non si sono registrate uguali controindicazioni per la coltura del mais. Alla raccolta, le coltivazioni di orzo, girasole e sorgo sono state trebbiate e vendute regolarmente. Relativamente agli aspetti produttivi i livelli delle rese sono risultati inferiori del 5-20%, a quelli di coltivazioni di controllo condotte in condizioni similari (regime asciutto e senza concimazione) con i maggiori problemi su sorgo. Confronto tra i costi delle due tecniche Si è poi proceduto ad un confronto economico tra gli itinerari tecnici dell’ agricoltura biologica e quelli convenzionali della zona. La metodologia seguita per poter confrontare i costi, necessariamente semplificata, ha visto l’attribuzione dei costi relativi ai quattro interventi principali di preparazione del terreno: aratura, rotante, estirpatura, erpicatura a entrambi i metodi di coltivazione. Nel biologico gli interventi successivi a quelli di preparazione del terreno sono stati considerati specifici, ed i costi relativi sono stati considerati necessari a tale metodo di coltivazione. I costi, illustrati nei grafici 1, 2 e 3, sono riferiti ad un ettaro. Riguardo all’orzo biologico, i costi del controllo delle malerbe, rappresentati nel graf.1, sono risultati più sostenuti che nel convenzionale di circa 20.000 £/ha, pur in presenza di un buon controllo. Riguardo al girasole, i costi del controllo biologico, invece, sono risultati inferiori rispetto al convenzionale di circa 40.000 £/ha con un buon controllo delle malerbe e con rese quasi equiparabili. Riguardo al sorgo sono stati considerati anche i costi aggiuntivi relativi alla semina ed alla gestione dell’erbaio di favino. Per una corretta valutazione occorrerebbe considerare anche l’apporto di azoto fornito al terreno con la fresatura dell’erbaio in precessione al sorgo. In tal caso si può stimare un apporto di circa 90 kg/ha di azoto e detrarre il costo calcolato pari a lire 70.000. Il costo della tecnica “sovescio” finalizzata al controllo delle malerbe, come saggiata, rimane comunque superiore al convenzionale di circa 200.000 lire/ha e si rende necessaria una riformulazione della tecnica stessa tendente a contenerne i costi. pagina 7 ORZO PRIMAVERILE totale convenzionale Itinerario convenzionale (diserbo) Tribenuron-methyl distribuzione 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 ORZO PRIMAVERILE totale biologico strigliatura Itinerario biologico (controllo meccanico malerbe) erpicatura leggera erpicatura leggera erpicatura leggera 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 GIRASOLE totale convenzionale Alconifen + Linuron Itinerario convenzionale (diserbo) Glyphosate distribuzioni 0 50 100 150 200 250 GIRASOLE totale biologico rincalzatura strigliatura Itinerario biologico (controllo meccanico malerbe) fresatura erpicatura leggera erpicatura leggera 0 50 100 pagina 8 150 200 250 SORGO DA GRANELLA totale convenzionale Terbuthylazine Itinerario convenzionale (diserbo) Glyphosate distribuzioni 0 50 100 150 200 250 300 400 450 500 SORGO DA GRANELLA totale biologico rincalzatura fresatura erbaio trinciatura erbaio Itinerario biologico (controllo meccanico malerbe) seme favino semina erbaio favino erpicatura leggera erpicatura leggera 0 50 100 150 200 250 Costo sostenuto (.000 £/ha) pagina 9 300 400 450 500