GUIDA BREVE L’ALLESTIMENTO Il MAGMA nasce dalla volontà di raccontare la storia tecnologica, artistica e umana dello stabilimento siderurgico di Follonica nel momento massimo della sua produzione. Per buona parte dell’800, l’edificio che ospita il museo funziona infatti come un modernissimo forno fusorio per la produzione della ghisa: il San Ferdinando. Il nuovo allestimento interattivo e multimediale ridona vita al vecchio forno, con un percorso espositivo che si snoda in tre grandi sezioni, una per piano. - L’Arte, al Piano Primo, espone l’alto livello di specializzazione e raffinatezza raggiunto dalle Fonderie di Follonica. - La Storia, al Piano Secondo, esamina le ragioni di quel genius loci che ha permesso a questa terra di venire sfruttata a livello siderurgico per millenni. - La Produzione, al Piano Seminterrato, mostra il complesso sistema tecnologico utilizzato dallo stabilimento per la fusione della ghisa. All’interno di queste partizioni tematiche, ogni sala sviluppa un aspetto, indaga e approfondisce argomenti strettamente connessi con la produzione della ghisa. Attraverso documenti e testimonianze, filmati e ricostruzioni, l’esposizione aiuta così a comprendere quale complesso di relazioni viene innescato con la creazione di questo piccolo, ma storico stabilimento. La progettazione del MAGMA è frutto di un lavoro d’équipe diretto da Barbara Catalani, architetto, e Tiziano Arrigoni, storico, con la consulenza di Claudio Casini e Marica Pizzetti e la supervisione di Miria Magnolfi, direttore della Biblioteca della ghisa. 1 LA SCUOLA DI ORNATO LIBRERIA /BIGLIETTERIA 2 IL CATALOGO DEI GETTI GUARDAROBA 3 MANETTI E REISHAMMER BAGNI A ALTOFORNO ASCENSORE B RUOTA IDRAULICA C CENTRO DOCUMENTAZIONE D PORTA DEL PARCO D L’ARTE Piano Primo 1 LE RISORSE NATURALI A SALA DEI FANTASMI BAGNI 2 IL FERRO DEGLI ETRUSCHI B SALETTA VIDEO | ASCENSORE 3 LE RISORSE UMANE C LABORATORI 4 IL SISTEMA DEI FLUSSI 5 LA GHISA NEL MONDO LA STORIA Piano Secondo 1 NEL CUORE DEL FORNO A CARBONILE B MACCHINA SOFFIANTE C BOCCA DEL FORNO ASCENSORE LA PRODUZIONE Piano Seminterrato L’arte FERRO FUSO: INSTALLAZIONE ARTISTICA Superato l’ingresso, si apre alla vista il grande volume che ospitava l’altoforno e che i recenti restauri hanno riportato alla luce in tutta la sua forza materica. In origine questo spazio non si presentava affatto in questi termini: era luogo di lavoro e al centro s’imponeva la grande struttura del forno fusorio, con in alto il camino per la fuoriuscita dei fumi. Nell’intento di ricreare questo elemento, l’allestimento propone una versione poetica del forno, realizzata dalla leggera installazione centrale. Si tratta di una cascata di lamelle metalliche, sistemate in modo da ricreare l’esatta dimensione dell’interno del forno fusorio e caratterizzate da materiali diversi per richiamare le diverse fasi di caricamento. In basso lamelle rosse alludono alla fase di accensione; quelle centrali metalliche richiamano il minerale, che veniva gettato a strati con il carbone all’interno del forno; infine le lamelle trasparenti a simboleggiare il fumo, che dal camino usciva verso il cielo. Proprio la temporanea chiusura di questo lucernario avvisa di un cambiamento, che periodicamente dà vita e anima a questa installazione. Nella sala si diffonde l’inconfondibile rumore del forno fusorio e la scultura diventa improvvisamente incandescente. Il rombo aumenta e l’incandescenza si fa via via più luminosa, fino a diventare luce bianca. Quindi comincia a spegnersi dall’alto verso il basso. Sulle quattro pareti del forno appaiono, come fantasmi, delle ombre di uomini intenti alla fusione. Talvolta sono ombre gigantesche, talvolta a grandezza naturale: rappresentano il riflesso degli operai, deformato dall’incandescenza del ferro fuso. Se la scultura è simbolo dell’antico forno, le quattro pareti sono dedicate al lavoro degli uomini e rappresentano il valore della creazione: quel valore che trasforma in arte il mestiere del forgiare. All’improvviso, sulla parete frontale, inizia a scendere L’arte una colata bianca di ferro rovente e i muri cominciano a riempirsi di materiale incandescente. Siamo virtualmente all’interno di una forma da forgiare e stiamo assistendo al versamento della ghisa. La colata bianca riempie l’intero spazio e inizia a raffreddarsi, diventando prima rossa e poi sempre più scura. Adesso sulle pareti sembrano distinguersi delle forme, come imprigionate sotto la colata. Cominciano a formarsi delle crepe e crollano dei pezzi di materiale. Man mano che le crepe aumentano, si libera alla vista ciò che è nato dalla forgiatura: si tratta della città di Follonica. FOTO D’ARTISTA Le immagini che emergono al termine della colata sono opera dei fotografi Maurizio Martinozzi e Antonio Presta. Il primo focalizza la sua attenzione sul dettaglio artistico e materico della ghisa, accentuandone la monumentalità con scorci vertiginosi. Il secondo riprende con spettacolari panoramiche tutta la bellezza del territorio di Follonica, sottolineando il contrasto tra il bosco e il mare subito sotto. L’arte LA SCUOLA DI ORNATO. IL CATALOGO DEI GETTI. MANETTI E REISHAMMER Il percorso espositivo si apre al Piano Primo con la presentazione di alcuni elaborati modelli lignei, che introducono quello che costituisce il tesoretto del MAGMA. La collezione di tali modelli rappresenta infatti un unicum nella storia nazionale della siderurgia. Disegnati e scolpiti da veri e propri artisti, servono a imprimere la forma nella terra in cui colare il ferro fuso. La nascita a Follonica di questa Scuola di ornato e disegno lineare rispecchia la volontà del Granduca Leopoldo II di fare dello stabilimento maremmano un significativo centro di ricerca e di sperimentazione, non solo a livello tecnico-produttivo, ma anche artistico. Il risultato è una raffinata produzione in ghisa per l’arredo urbano, che continua per oltre un secolo e confluisce nel 1913 in un importante Catalogo divulgativo dei getti. Ma il prodotto è soprattutto l’originale e precoce realizzazione della Chiesa di San Leopoldo e del Cancello monumentale delle Fonderie. Per sviluppare questo singolare progetto architettonico vengono chiamate due figure d’eccellenza nel panorama ottocentesco: Alessandro Manetti e Carlo Reishammer. Il loro felice sodalizio, in linea con le tendenze internazionali dell’epoca e talvolta addirittura in anticipo, promuove un uso della ghisa non soltanto strutturale, ma anche decorativo, esplorandone le grandi potenzialità espressive. I due manufatti diventano così un vero e proprio catalogo della produzione follonichese, avviando una stagione di grandi commissioni, quali quelle per Livorno e Firenze. L’arte LE MANI DEL MODELLISTA Su un antico tavolo da lavoro in legno, donato dalla famiglia Franchi Giuggioli, sono sistemati alcuni utensili originali di modellisti e formatori follonichesi. Sgorbie, mazzoli e morsetti sembrano appena abbandonati: giusto il tempo di un pasto frugale in stabilimento. Ed ecco infatti le mani del modellista tornare ad afferrarli, per scolpire un piccolo modello in legno. Sono le mani di Giuliano Zacchini che una proiezione zenitale riporta al lavoro sul tavolo, come ai vecchi tempi delle Fonderie. LA CHIESA DI SAN LEOPOLDO La Chiesa di San Leopoldo, col suo campanile, sono riprodotti in un modellino virtuale tridimensionale, esplorabile fin nei particolari e indagabile al suo interno attraverso una planimetria. Una consolle multimediale consente di scegliere, ingrandire ed esplorare i singoli elementi architettonici e decorativi in ghisa. Selezionando una delle immagini sensibili, si individua il dettaglio nel modello 3D, accedendo ad approfondimenti e fotografie dell’elemento nel contesto architettonico, consentendo una visita ravvicinata, altrimenti impossibile, dell’apparato decorativo del monumento. La storia LE RISORSE NATURALI. IL FERRO DEGLI ETRUSCHI La visita del MAGMA prosegue al Piano Secondo, con la sezione dedicata all’approfondimento storico. L’esposizione prende in esame le risorse del territorio follonichese e il sistema dei flussi di energia, materie prime, uomini e tecnologie che caratterizza lo stabilimento. Il successo di una struttura industriale si può comprendere solo attraverso il complesso sistema di relazioni che la legano al suo territorio. Perché Follonica, pur trovandosi in un territorio malsano e spopolato, diviene, fin dal secolo XVI, un nucleo siderurgico di primaria importanza? Prima di tutto per la sua strategica vicinanza alle preziose miniere di ematite dell’Isola d’Elba. In secondo luogo per la ricchezza dei boschi che circondano il golfo. Quindi per la presenza di corsi d’acqua capaci di fornire il flusso di energia indispensabile al funzionamento delle fonderie. Di questi vantaggi ubicazionali si accorsero già gli Etruschi. Perciò l’esposizione apre una finestra sui ritrovamenti etruschi di Rondelli e Val Petraia, che testimoniano quale fosse nel VI secolo l’attività di fusione in questa terra. La sezione archeologica inquadra la siderurgia etrusca e il ruolo centrale che il Golfo di Follonica ebbe per questa civiltà. Attraverso il diorama dei forni di Rondelli ricostruisce inoltre le antiche tecniche di lavorazione del ferro elbano. La storia COL FERRO E COL FUOCO Un raro documentario storico mostra le fasi di estrazione e trasporto del ferro elbano. Girato nel 1926 da Eugenio Fontana e Giuseppe Ceccarelli per l’Ilva, il film è oggi conservato presso la Cineteca della Fondazione Ansaldo di Genova. Gli spezzoni rimontati nel filmato qui riprodotto illustrano le tecniche estrattive ottocentesche, fedelmente ricostruite dai registi negli anni Venti del ‘900. MEMORIE DI CARBONAIO Balilla Pasquinelli da queste parti è un personaggio conosciuto. Nato a Massa Marittima nel 1937, da una famiglia di boscaioli, comincia a lavorare come carbonaio a 12 anni, nella stagione silvana 1949/50. Quando abbandona l’arte della carbonizzazione inizia a scriverne, perché questo mestiere antico non venga dimenticato. Attraverso un breve documentario, la sua testimonianza aiuta a ricostruire quel mondo di carbonai, ormai quasi perduto, che tanta importanza ha avuto nella storia delle Fonderie di Follonica. I FORNI DEL VILLAGGIO ETRUSCO Sulla base delle evidenze archeologiche del villaggio etrusco riportato alla luce in località Rondelli a Follonica, l’insediamento è stato fedelmente riprodotto in un diorama. La ricostruzione evidenzia tutte la fasi di lavorazione del ferro secondo le tecniche di fusione sviluppate nel VI secolo a.C. dalla civiltà etrusca. Il racconto del lavoro ai forni si può ascoltare dalla viva voce del capo mastro Larth, che illustra il processo di fusione, dalla costruzione dei forni alla loro distruzione per estrarne il ferro semilavorato. La storia LE RISORSE UMANE. IL SISTEMA DEI FLUSSI. LA GHISA NEL MONDO La ricostruzione storica del sistema siderurgico follonichese prosegue con il racconto delle risorse umane. Il flusso di uomini che nell’800 investe questa parte della Maremma, infatti, risulta fondamentale per lo sviluppo dello stabilimento. Le principali migrazioni provengono dall’Appennino Tosco-Emiliano, in particolare dalla Montagna Pistoiese: un vero e proprio serbatoio di uomini per le desolate piane maremmane. Arrivano da lì soprattutto i carbonai, che fanno di Follonica una succursale di Pistoia in pianura. Flussi migratori più ridotti si verificano dalle Prealpi lombarde e dal Bergamasco: tutte zone di lavorazione del ferro. Segue la sezione dedicata sistema dei flussi: come in un’importante stazione ferroviaria, arrivi e partenze di materie prime, semilavorati e tecnologie fanno di Follonica uno snodo strategico dell’industria del ferro. In particolare le fonderie sono al centro del sistema del ferro elbano, ossia dei nuclei siderurgici riforniti dall’ematite dell’isola d’Elba: dalla Francia fino al Regno delle Due Sicilie. Fondamentale anche il flusso tecnologico, come dimostra il viaggio di Louis Morel del 1820, inviato FANTASMI DELLA MEMORIA La nascita della comunità di Follonica è evocata in una partitura di parole e immagini rappresentata nel salone multifunzionale. Citazioni di romanzi, versi poetici e brani di storici viaggiatori vanno a comporre l’identità culturale in quest’angolo di Maremma. Ai testi si aggiungono le immagini, tratte da archivi pubblici e privati, dal cinema come dai filmini amatoriali, in un affresco che copre due secoli di storia. La macchina scenica orchestra il tutto attraverso una multiproiezione, in cui i singoli fotogrammi emergono a poco a poco, come fantasmi di una memoria collettiva. dal Granduca nei territori austriaci alla ricerca di innovazioni tecniche per migliorare le produzioni in ghisa. A completare l’excursus storico, un veloce tragitto in treno con vista su alcuni tra i più significativi esempi di architettura in ghisa nel mondo, che dimostrano la precocità dell’esperienza di Follonica. La storia STORIE DI LAVORANTI Un ufficio dell’amministrazione delle Fonderie fedelmente ricostruito. Una serie di faldoni accatastati: archivi di nomi di lavoranti, matricole, funzioni e paghe. Nomi e dati che nascondono storie: prelevando un faldone e riponendolo sulla scrivania, queste storie riprendono vita. Attraverso le proiezioni, 12 personaggi si raccontano, con sequenze documentarie di video e foto storiche e voci narranti autobiografiche di lavoranti di Follonica nell’800 e nel ‘900. LA GHISA NEL MONDO L’interno di una vecchia carrozza Centoporte ricostruita: i finestrini sostituiti da schermi, su cui scorre il paesaggio attraversato dal treno. Lo sguardo distratto del viaggiatore porta lontano da Follonica, in un altrove che è il mondo ai tempi d’oro delle Fonderie. Si può così sbirciare l’uso architettonico della ghisa in altri paesi e altre città, europee e non. E quindi comprendere quanto l’arte in ghisa follonichese sia stata precoce nel panorama internazionale. La produzione NEL CUORE DEL FORNO SAN FERDINANDO Spazio di grande suggestione, il Piano Seminterrato del MAGMA si presenta come il vero nucleo del lavoro. La lunga passerella ripropone il passaggio continuo che conduceva verso il cuore del San Ferdinando, aprendo spazi restituiti alla loro bellezza da un lungo e accurato restauro. Come il vecchio carbonile o la bocca del forno. Qui il percorso espositivo evidenzia la complessa macchina produttiva, specificando le fasi di lavorazione del minerale, necessarie per ottenere il prodotto finito. Sulla parete di fondo, una suggestiva videoproiezione apre le porte di una fonderia moderna, per mostrare il processo di fusione che porta dal modello al getto in ghisa. Allo scopo, riutilizza per la prima volta un calco del modello dei delfini incrociati, presenti in mostra al Piano Primo. Più avanti, una grande ruota idraulica, fedelmente ricostruita secondo i documenti disponibili, aiuta a comprendere come venisse sfruttata l’energia idraulica, per il funzionamento della macchina soffiante che alimentava la fusione. Quindi un pannello interattivo con il Fusion game permette a tutti di cimentarsi con la fusione del ferro, calibrando direttamente il caricamento del forno per ottenere una ghisa perfetta. Infine le video testimonianze degli ex lavoratori dello stabilimento di Follonica, cui è possibile sottoporre domande diverse per costruire una personale intervista sugli ultimi anni delle Fonderie. VIDEO IN FUSIONE Entrando nel cuore del San Ferdinando, un paesaggio sonoro ricostruisce i rumori del vecchio forno. A queste sonorità antiche fa da contrappunto una fusione moderna, filmata grazie alla preziosa collaborazione della Fonderia Gelli di Collesalvetti (Livorno). Protagonisti del getto sono la coppia di delfini incrociati, uno dei modelli simbolo della scuola follonichese, disegnati nel 1838 da Carlo Reishammer per la Dogana d’acqua di Livorno. I due delfini tornano qui a vivere, prendendo forma dal ferro fuso grazie alla maestria senza tempo di formatori e fonditori. La produzione ACQUA MOTRICE La riproduzione della grande ruota idraulica in legno, costruita nel 1818 dalla falegnameria di Sebastiano Gelli, consente di evocare l’imponente meccanismo che azionava la macchina soffiante del Forno San Ferdinando. Le proiezioni di caustiche luminose ricreano la suggestione dell’acqua corrente, che sarebbe stato impossibile riportare in questo luogo. Acqua che proveniva dal bottaccio, un serbatoio in muratura esterno: convogliata attraverso una condotta forzata, faceva girare la ruota idraulica per caduta dall’alto. Quindi tornava in gora attraverso una serie di canali ancora visibili attraverso alcune botole vetrate. TESTIMONI INTERATTIVI Giuliano Zacchini, Rossana Testi, Dino Donati, Emilio Cellini, Gianpiero Agostinelli: sono le voci e i volti di chi ha rappresentato l’ultima generazione di lavoratori alle Fonderie di Follonica. L’ultima prima che, nel febbraio del 1960, la fabbrica venisse definitivamente chiusa, passando il testimone alle acciaierie di Piombino. In una suggestiva nicchia al termine del percorso di visita, emergono dal buio, come da un passato ormai remoto. Ma la loro testimonianza è vivida e consegna al MAGMA la forza della memoria e la sacralità del lavoro eseguito con le nude mani. Laboratori didattici I laboratori del MAGMA rappresentano il compendio didattico dell’allestimento museale. Sono infatti concepiti per dare l’opportunità ai gruppi scolastici di comprendere meglio e toccare con mano le molteplici abilità artigiane che il processo di fusione artistica comporta. Gli studenti possono cimentarsi nella creazione di un modello, applicandosi nell’intaglio del legno e nella modellazione con la creta. Hanno quindi l’opportunità di realizzare uno stampo e una fusione vera e propria, realizzata in stagno, per poi dedicarsi alla finitura del pezzo ottenuto. Il laboratorio è dotato di tutte le attrezzature che consentono di svolgere tali attività in completa sicurezza. Centro di documentazione Il Centro di documentazione del MAGMA rappresenta un punto di arrivo e di approfondimento, di ricerca e di scambio. Sistemato nelle sale di quello che una volta era il Museo del Ferro e della Ghisa, si pone l’obiettivo di diventare centro di raccolta e conservazione della documentazione relativa agli studi, alle ricerche e ai progetti riguardanti il territorio e la città di Follonica. Qui è possibile consultare la banca dati del Museo, scegliendo tra le schede dei reperti, le fonti iconografiche o i video degli archivi coinvolti nella raccolta museologica. Fa inoltre parte della documentazione una sezione di pubblicazioni inerenti la storia siderurgica e l’archeologia industriale. Porta del Parco Il Parco Tecnologico e Archeologico delle Colline Metallifere Grossetane è uno dei primi a carattere tematico istituito in Italia dal Ministero dell’Ambiente. ll Parco nasce dalla volontà di non disperdere la storia delle attività minerarie e della metallurgia, che si sono succedute in Maremma per circa tre millenni e che hanno influito sulla determinazione del suo paesaggio culturale. Le Porte del Parco rappresentano il punto di accesso ideale all’interno del territorio del Parco Nazionale. Nei locali della biglietteria del MAGMA è ospitata la Porta del Parco di Follonica. Essa funge da desk di accoglienza e infopoint, nonché da centro di documentazione informatizzato e punto per l’organizzazione di itinerari o visite guidate. Progetto grafico: www.asteria.it | Trento Tipografia: Esperia S.r.l. | Lavis (TN) CITTÀ DI FOLLONICA MAGMA Museo delle Arti in Ghisa nella MAremma Comprensorio ILVA 58022 Follonica (Grosseto) tel +39 0566 59243 / 59004 fax +39 0566 41305 / 59382 [email protected] www.magmafollonica.it