Itinerari più belli d’Italia
S
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e bellezze architettoniche. MoveBox ti offre la possibilità
di scegliere di soggiornare in strutture inserite nei più bei
itinerari italiani e di visitare luoghi ricchi di fascino e cultura. Oasi di pace e tranquillità per concederti una vacanza
lontano dalla quotidianità.
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COME SI UTILIZZA
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Il catalogo comprende
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le opportunità disponibili,
descrive le attività, mostra
immagini fotografiche e
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Presentazione della struttura
Servizi inclusi nel MovePass
Una guida pratica e
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al meglio la tua esperienza…
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Recapiti della struttura
Servizi e informazioni pratiche
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• Nel sito puoi verificare l’attivazione e la validità dei nuovi
cofanetti con validità 14 mesi.
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• Scegli il partner o la struttura tra quelle annoverate nel
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Booking
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Itinerari più belli d’Italia
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Cap
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La mappa degli itinerari
VALle D’AOSTA
Itinerario Val D’Aosta
- Notre-Dame de la Guérison (AO)
- Cattedrale di Santa Maria Assunta (AO)
- Collegiata di Sant’Orso (AO)
- Eremo di San Grato di Hermitage (AO)
Piemonte
Itinerario Vicoforte - Asti
- Santuario di Vicoforte (CN)
- Cattedrale di Santa Maria Assunta (AT)
Itinerario Biella - Torino
- Santuario di Oropa (BI)
- Duomo di Torino (TO)
- Sacra di San Michele (TO)
lombardia
Itinerario varese - tirano
- Sacro Monte (VA)
- Santa Maria del Tiglio (CO)
- Santuario della Madonna (SO)
Itinerario Monza - bergamo
- Santa Maria delle Grazie (MB)
- Santuario della Madonna del Bosco (LC)
- Basilica di Santa Maria Maggiore (BG)
Itinerario Milano - Lomello
- Santa Maria delle Grazie (MI)
- Santa Maria presso San Sapiro (MI)
- Tempio Civico dell’Incoronata (LO)
- Santa Maria Maggiore (PV)
Itinerario Crema - mantova
- Santuario di Santa Maria della Croce (CM)
- Santuario della Madonna del Carmine (BS)
- Santuario di Santa Maria delle Grazie (MN)
Trentino
Itinerario rovereto - san romedio
- Casa Antonio Rosmini (TN)
- Cattedrale di San Vigilio (TN)
- Santuario dellla Madonna di Pinè (TN)
- Santuario di San Romedio (TN)
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Veneto
Itinerario Verona - Venezia
- Santuario Santa Maria Matricolare (VR)
- Basilica di Sant’Antonio di Padova (PD)
- Basilica di San Marco (VE)
Friuli
Itinerario Trieste - grado
- Cattedrale di San Giusto (TS)
- Duomo di Gorizia (GO)
- Cattedrale di Santa Maria Annunziata (UD)
- Basilica di Santa Maria Assunta (UD)
- Santuario di Barbana (GO)
Liguria
Itinerario albenga - alassio
- Nostra Signora di Pontelungo (SV)
- Cattedrale di San Michele Arcangelo (SV)
- Santuario di Nostra Signora del Deserto (SV)
- Santuario di Nostra Signora della Guardia (SV)
Emila Romagna
Itinerario Modena - ravenna
- Duomo di Modena (MO)
- Basilica di San Petronio (BO)
- Abbazia di Pomposa (FE)
- Basilica di San Vitale (RA)
toscana
Itinerario cortona - camaldoli
- Celle di Cortona (AR)
- Santuario della Verna (AR)
- Eremo di Camaldoli (AR)
Itinerario Firenze - siena
- Cattedrale di Santa Maria del Fiore (FI)
- Cattedrale di Santa Maria dell’Assunta (SI)
Umbria
Itinerario perugia - Assisi
- Cattedrale di San Lorenzo (PG)
- Basilica di San Francesco (PG)
- Eremo delle Carceri (PG)
Itinerario norcia - cascia
- Basilica di San Benedetto (PG)
- Santuario di Santa Rita da Cascia (PG)
pag. 90
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pag. 178
pag. 180
Marche
Itinerario corinaldo - loreto
- Santuario di Santa Maria Goretti (AN)
- Basilica della Santa Casa (AN)
Itinerario tolentino - fonte avellana
- Abbazia di Chiaravalle di Fiastra (MC)
- Basilica di San Nicola da Tolentino (MC)
- Monastero di Fonte Avellana (PU)
Lazio
Itinerario greccio - roma
- Santuario di Greccio (RI)
- Abbazia di Santa Maria di Farfa (RI)
- Basilica di San Paolo fuori le mura (RM)
- Santuario della Madonna del Divino Amore (RM)
pag. 184
pag. 186
ag. 190
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pag. 202
pag. 204
pag. 206
Abruzzo
Itinerario lanciano - l’aquila
- Miracolo Eucaristico di Lanciano (CH)
- Basilica di San Tommaso Apostolo (CH)
- Santuario del Volto Santo (PE)
- Basilica di Santa Maria di Collemaggio (AQ)
pag. 212
pag. 214
pag. 216
pag. 218
molise
Itinerario cercemaggiore - roccavivara
- Santuario Santa Maria della Libera (CB)
- Monastero di San Vincenzo al Volturno (IS)
- Chiesa di San Francesco (IS)
-Santuario di Santa Maria di Canneto (CB)
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pag. 228
pag. 230
Campania
Itinerario napoli - padula
- Cattedrale di Napoli (NA)
- Santuario Beata Maria Vergine del Rosario (NA)
- Santuario Eucaristico (SA)
- Certosa di San Lorenzo (SA)
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pag. 236
pag. 238
pag. 240
Basilicata
Itinerario Matera - Maratea
- Cattedrale di Matera (MT)
- Santuario della Madonna Nera (PZ)
- Basilica di San Biagio e Statua del Redentore (MT)
pag. 248
pag. 250
pag. 252
PUglia
Itinerario bari - san giovanni rotondo
- Basilica di San Nicola (BA)
- Cattedrale di Trani (BT)
- Basilica del Santo Sepolcro (BT)
- Santuario di San Pio da Pietrelcina (FG)
pag. 256
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pag. 260
pag. 262
Calabria
Itinerario Reggio calabria - s.giovanni in fiore
- Basilica di Maria Santissima Assunta in Cielo (RC)
- Concattedrale di Santa Maria Assunta di Gerace (CS)
- Santuario di San Francesco di Paola (CS)
- Abbazia Florense (CS)
pag. 272
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pag. 276
pag. 278
Sicilia
Itinerario acireale - palermo
- Basilica collegiata di San Sebastiano (CT)
- Chiesa di Sant’Agata al Carcere (CT)
- Santuario della Madonna delle Lacrime (SR)
- Duomo di San Giorgio (RG)
- Duomo di Monreale (PA)
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pag. 292
Sardegna
Itinerario Cagliari - tergu
- Santuario di Nostra Signora di Bonaria (CA)
- Collegiata di Sant’Anna (CA)
- Cattedrale di Santa Chiara (CI)
- Cattedrale di San Nicola (SS)
- Chiesa di Nostra Signora di Tergu (SS)
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nord italia
La mappa delle Strutture
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VALLE D’AOSTA
LE PETIT NID
pag. 26
PIEMONTE
IL CIGNO NERO
AGRITURISMO AL BRICH
CASCINA PONCHIETTA
Bricco dei ciliegi
B&B Augusta taurinoroum
residence giardini
EL CAVAJER
mana manà
hotel piemontese
cascina rosa
LOMBARDIA
hotel montelago
hotel miramonti
stella orobica
AGRITURISMO Ca’ del lago
hotel costa
quality san martino
hotel sassi rossi
locanda del biancospino
il castelletto
excelsior palace boario
agriturismo cantonazzo
corte canova
agriturismo corte rocca
moderno park hotel
pag. 32
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pag. 33
pag. 33
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pag. 40
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TRENTINO
AGRITURISMO LA CANONICA
hotel panorama
baita oasi
AGRITUR CRISTINA
agritur pisani
hotel mignon
maso alle rose
lady maria hotel
VENETO
AGRITURISMO RECHSTEINER
AGRITURISMO NONNA MARIA
AGRITURISMO ANATRA FELICE
CORTE TAMELLINI
la colombara
all’ombra di s.giustina
B&B ernestina
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pag. 96
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pag. 98
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AGRITURISMO CALCATONEGA
HOTEL ANGI
HOTEL FLORIVANA
base hotel
hotel danieli la castellana
FRIULI
BORGO SOANDRI ZONCOLAN
FLUMEN B&B
il grop albergo diffuso
GELINDO DEI MAGREDI
LIGURIA
B&B PORTA DEL MARE
aquilia hotel
hotel mignon
castellaro golf resort
EMILIA ROMAGNA
HOTEL delle TERME
AGRITURISMO LA STADIRA
AGRITURISMO PRATOGRANDE
class hotel
agriturismo l’angelina
vecchia canala
hotel parador
akross
hotel eden terme
hotel alibì
HOTEL derby
HOTEL europa
hotel main street
hotel lady B
hotel britannia
vienna ostenda
pag. 99
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La mappa delle STRUTTURE
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CENTRO italia
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TOSCANA
HOTEL IL MONTE
PORTOLE
albergo falterona
toscana verde
agriturismo il prato
le due ruote
le pisanelle
petit chateau
locanda san marco
PARADISO DELLA NATURA
B&B eridu
b&b marinetta
B&B villa veronica
hotel raffaello
HOTEL niagara
hotel quisisana
hotel astoria
hotel ave
hotel gambrinus
agriturismo colleoli
pag. 148
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UMBRIA
agriturismo agrisolana
agriturismo colleverde
agriturismo pratoverde
BORGO CASTELLO PANICAGLIA
casale del grillo
el patio
la cerqua
la tavola dei cavalieri
le valcelle
podere bello
podere borgobello
podere caldaruccio
il poggiolo
ripa relais colle del sole
le case residenza di campagna
locanda di colle dell’oro
AGRITURISMO SAN CRISTOFORO
country house entropia
pag. 170
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pag. 173
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pag. 176
pag. 177
pag. 182
pag. 182
pag. 183
MARCHE
hotel il conero 2
il pignocco
villa di carlo
villa san martino
pag. 188
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pag. 189
pag. 189
colle indaco
county house salomone
la quercia della memoria
residence la corte
colle regnano
sinfonie del bosco
villa collepere
agriturismo fontechiara
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LAZIO
AGRITURISMO MONTEPIANO
ANTICA LOCANDA DELLA VIA FRANCIGENA
borgo roncone
tenuta due laghi
hotel latina
B&B L’ULIVETO
tenuta fonte di papa
monte tonico
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pag. 211
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ABRUZZO
AGRITURISMO ROSSO DI SERA
casa della nonna
HOTEL HOLIDAYS
montupoli
relais del vino agriverde
albergo del sole
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pag. 222
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La mappa delle STRUTTURE
SUD italia
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MOLISE
B&B LA DIMORA DEL SERGENTE
MASSERIA ACQUASALSA
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CAMPANIA
villa malusa
AGRITURISMO salella
villa rizzo resort
Herculaneum B&B
hotel gauro
tourist’ka
forno antico
agriturismo zio cristoforo
tirreno residence
HOTEL ideal
hotel scapolatiello
grand hotel osman
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BASILICATA
B&B laino
b&B soprattutto
agriturismo fiore
B&B sax barisano
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PUGLIA
corte altavilla
masseria baroni nuovi
masseria mangiaricotta
agriturismo falcare
pizzicato B&B
corte moline
antica masseria jorche
B&B VINSLOUNGE
terra serena
MASSERIA Morrone
holiday residence
masseria murgia albanese
sotto le cummerse
AGRITURISMO FASANO
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pag. 267
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pag. 269
pag. 269
pag. 270
pag. 271
CALABRIA
AGRITURISMO LE FARNIE
AGRITURISMO SAN FELE
B&B le terrazze
AGRI CLUB
eolo hotel
AGRITURISMO COLLORETO
pag. 280
pag. 280
pag. 281
pag. 281
pag. 282
pag. 283
SICILIA
pantalica ranch
agriturismo SANTA SOFIA
AGRITURISMO IL GIGLIOTTO
AGRITURISMO badiula
il mandorleto
la fiorera dell’etna
TERRE IBLEE RESORT
HOTEL DEL SANTUARIO
masseria susafa
LA PINETA DI ERICE
pag. 294
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pag. 295
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pag. 296
pag. 296
pag. 297
pag. 297
pag. 298
pag. 299
sardegna
gli ontani
hotel i colori
torre del pozzo
B&B villa patrizia
pag. 310
pag. 311
pag. 312
pag. 313
il catalogo deLle esperienze
Itinerari più belli
d’Italia
Oltre 180 soggiorni e una guida con 27 itinerari
per un viaggio suggestivo alla scoperta delle
bellezze della nostra penisola, per 2 persone
VALLE D’AOSTA
Itinerari più belli d’Italia
18
ITINERARIO
VALLE D’AOSTA
1) Notre-Dame de la Guérison
Courmayeur (AO)
A 1440 metri slm ai piedi del ghiacciaio della
Brenva nella Val Veny, in località Berrier, è stato
eretto uno dei santuari più frequentati della Valle d’Aosta. Anche papa Giovanni Paolo II e papa
Benedetto XVI durante le loro vacanze a Les Combes vi si sono recati più volte. Nel luogo dove ora
sorge la chiesa, inizialmente c’era solo una croce,
poi nel 1690 in una nicchia sulla roccia fu posta
una statua della Madonna e nel 1753 si costruì il
primo oratorio. Nel 1782 venne edificato il nuo-
vo edificio e dal 1792, anno in cui fu benedetta,
iniziarono i pellegrinaggi dei fedeli. La cappella
nel 1819 venne poi distrutta dall’avanzamento
dei ghiacciai e ricostruita nel 1821. Fu ampliata
nel 1850 e nel 1867 raggiunse l’aspetto attuale.
Negli anni successivi al 1950 si sono susseguiti
numerosi interventi di manutenzione. Si è provveduto a ritinteggiare i muri esterni, a rifare il
tetto, a sostituire l’originaria cuspide del campanile in zinco con una in rame e a porre in opera una soletta per proteggere il santuario dalle
infiltrazioni d’acqua. All’interno fino al 1977 vi
era una statua settecentesca raffigurante la Ma-
VALLE D’AOSTA
Itinerari più belli d’Italia
donna in piedi con uno scettro nella destra e sul
braccio sinistro il Bimbo con il globo nella mano.
Purtroppo in quella data fu rubata e ad oggi
possiamo ammirare solo la copia della stessa.
Altri elementi da segnalare sono i tre altari in legno dello scultore Fumasoli di Lugano con tele dipinte che rappresentano l’annunciazione, lo sposalizio e la visitazione
della Vergine opera del pittore Stornone di Ivrea.
Le pareti sono interamente ricoperte da ex voto.
Degno di nota è un modellino di argento in miniatura della “Stella polare” che è la nave della
prima spedizione italiana al polo nord. I reduci
la portarono in dono “di ritorno dall’estremo parallelo, a Notre-Dame de la Guérison, invocata
quale protet trice nella pericolosa spedizione, 23
giugno 1901.
Durante il periodo invernale il santuario resta
chiuso. Riapre ufficialmente il 2 luglio per la Festa Patronale la Visitazione della Vergine a santa
Elisabetta. In quella occasione ha luogo nel santuario la tradizionale messa dedicata alle guide
di Courmayeur, che da sempre sono devote alla
Madonna del santuario. L’orario estivo al Santuario nei mesi di luglio e agosto sia feriale che
festivo è alle ore 11.00 e 17.00. Vi è un cappellano fisso per cui chi desidera approfittare per una
confessione lo può fare.
19
VALLE D’AOSTA
Itinerari più belli d’Italia
20
2) Cattedrale di Santa Maria Assunta
Villeneuve (AO)
La Cattedrale di Aosta, dedicata a Santa Maria
Assunta ed a San Giovanni Battista (in francese,
Cathédrale Notre Dame de l’Assomption et Saint
Jean Baptiste), costituisce, assieme alla Collegiata di Sant’Orso, la testimonianza di maggior
rilievo della storia dell’arte sacra in Valle d’Aosta. La sua storia ultra millenaria va ricostruita
attraverso la molteplicità degli interventi che
si sono succeduti e dei linguaggi architettonici impiegati, oltre alle testimonianze artistiche
che essa conserva. L’origine della Cattedrale di
Aosta risale alle fasi iniziali di diffusione del
Cristianesimo nella regione: già verso la fine
del IV secolo, ove oggi c’è la cattedrale, esisteva, come hanno provato gli scavi archeologici
eseguiti, una Domus Ecclesiae di ragguardevoli
proporzioni. La chiesa venne completamente
riedificata nel corso del secolo XI, per volere di
Anselmo I che fu vescovo in Aosta tra il 994 e
il 1025. L’interno della navata centrale venne
decorato con uno straordinario ciclo di dipinti a fresco disposti su vari registri. I pittori, di
“area lombarda”, impegnati nella realizzazione
di tale programma decorativo furono, con ogni
probabilità, gli stessi che in Aosta affrescarono
la collegiata di Sant’Orso. Risalgono tra la fine
del XII e l’inizio del XIII secolo i mosaici del pavimento del coro. Nel XIII secolo, sul lato orientale, vennero abbattute due delle cinque absidiole
originarie e realizzato il deambulatorio, con tre
cappelle radiali, che si sviluppa attorno al coro e
oggi ospita il Museo del tesoro della cattedrale.
In tale occasione fu quasi interamente demolita
l’abside maggiore, sostituendola con quella attuale di gusto gotico, con cinque grandi monofore strombate che sovrastano il deambulatorio.
Nel 1397 il vescovo Giacomo Ferrandini fece
VALLE D’AOSTA
L’organo della Cattedrale, opera di Carlo Vegezzi-Bossi, è stato costruito nel 1902. Il monumentale strumento è posizionato sopra il portone
di ingresso principale della chiesa su un bella
cantoria in noce locale. Il Museo del tesoro della
cattedrale di Aosta custodisce opere di notevole
interesse, quali due frammenti delle vetrate del
XII secolo, la cassa reliquaria di San Grato, alcuni
codici miniati tra i quali il Messale del vescovo
Francesco de Prez, dossali di stalli già presenti
nel coro, ed una ricca collezione di statue lignee
dipinte, esempi di quella cultura devozionale
che è stata denominata “il gotico delle Alpi”.
Itinerari più belli d’Italia
realizzare un grande crocifisso ligneo di intensa
drammaticità (tuttora visibile), che fu esposto ai
fedeli nella navata centrale, sospeso in alto tra
la volta e lo jubè, allora presente. Dopo la costruzione della nuova facciata rinascimentale
ed il completamento del ciclo delle vetrate dipinte, si registrò un periodo di interventi aventi
scarso rilievo strutturale e di modesta qualità
artistica; a parte la costruzione della cappella
dei signori di Cly, l’unica eccezione di rilievo è
data dalla commessa relativa alla Cassa reliquaria di San Giocondo realizzata in argento (16171619), ora nel museo del tesoro della cattedrale.
Nel 1704 fu costruita, per un adeguato svolgimento delle funzioni parrocchiali, la cappella
di San Giovanni Battista (la balaustra marmorea ed il nuovo altare della cappella furono realizzati nel 1760). Nel 1758 si costruì un nuovo altare maggiore, ricco di tarsie marmoree.
Nel XIX secolo la chiesa cambiò nuovamente aspetto, principalmente per iniziativa del vescovo André Jourdain che tenne la
cattedra episcopale tra il 1832 ed il 1859.
Fu demolito lo jubé che separava troppo vistosamente l’area presbiterale da quella riservata ai fedeli; si ultimarono i lavori di ricostruzione della cappella di San Grato (1842).
Entrando nella cattedrale, il visitatore è subito colpito dalla presenza nella navata centrale
del grande crocifisso in legno dipinto, sospeso in alto tra la volta ed il presbiterio. Si tratta
della magnam crucem commissionata nel 1397
dal vescovo Giacomo Ferrandini ad uno scultore di area svizzero-tedesca (forse Lucerna) che
operò per un qualche tempo in Valle d’Aosta.
Il crocifisso si staglia contro le volte a crociera
della navata e del coro fatte realizzare dal vescovo François de Prez e da Giorgio di Challant.
21
VALLE D’AOSTA
Itinerari più belli d’Italia
22
3) Collegiata di Sant’Orso
Aosta (AO)
La chiesa Collegiata dei Santi Pietro e Orso (in
francese, Collégiale des saints Pierre et Ours),
situata ad Aosta, costituisce, assieme alla Cattedrale di Aosta, la testimonianza di maggior
rilievo della storia dell’arte sacra della regione. Uno specifico interesse rivestono gli antichi affreschi ottoniani conservati tra il tetto e
la copertura della navata centrale, ed il chiostro con i suoi magnifici capitelli medievali.
Gli scavi archeologici hanno messo in evidenza
come, nell’area oggi occupata dalla chiesa, fosse
presente un’ampia necropoli extraurbana, sulla
quale nel V secolo fu edificato un complesso
paleocristiano comprendente, oltre alla nostra
chiesa, anche quella cruciforme di San Lorenzo (che si trova sotto l’attuale omonima chiesa
sconsacrata). Un intervento costruttivo fu pro-
mosso dal vescovo Anselmo. Tale intervento è
testimoniato in un passo del Necrologium della
collegiata che menziona il defunto con l’espressione Anselmus Episcopus Augustiensis qui nostram construxit ecclesiam. Per sua iniziativa
l’intera chiesa venne ristrutturata nelle forme
tipiche dell’architettura romanica, come edificio
basilicale, diviso in tre navate con copertura a
capriate lignee chiuse ad oriente da altrettante
absidi semicircolari. L ‘imponente campanile
romanico, alto 44 metri, che sorge sul sagrato della chiesa in posizione da essa isolata, fu
eretto nel XII secolo come parte di un sistema
difensivo costituito da una cinta muraria e da
una seconda torre di grandi dimensioni. La parte
inferiore è quella originaria, formata da enormi
massi squadrati, tolti forse ai vicini monumenti romani; la parte superiore è probabilmente
del XIII secolo, mentre l’orologio esisteva già
nel 1642. La costruzione del chiostro romani-
VALLE D’AOSTA
Il chiostro è parte integrante di un complesso
monastico Agostiniano, insediatosi nella piana
della città nel XII secolo subito a ridosso della
cinta muraria, a contatto dell’antica via Francigena, l’arteria principale di passaggio di migliaia di pellegrini indirizzati verso i grandi e
prestigiosi centri di culto cristiano europei. La
struttura, con le sue arcate a tutto sesto, le sue
eleganti colonnine e, soprattutto, i suoi capitelli
istoriati, costituisce uno splendido esempio di
arte romanica lombardo-catalana-provenzale.
Itinerari più belli d’Italia
co, istoriato dai suggestivi capitelli per i quali la
collegiata di Sant’Orso è celebre, si colloca negli
anni immediatamente successivi al 1133, come
attesta l’iscrizione di uno dei capitelli: “ANNO
AB INCARNATIO (N) E DOMINI MC XXX III IN HOC
CLAUSTRO REGULAR (I) S VITA INCEPTA EST”, che
indica l’inizio effettivo della vita comunitaria. In
quell’anno aveva ottenuto risposta positiva la
richiesta avanzata al Papa Innocenzo II dal vescovo di Aosta Eriberto finalizzata ad avere, per
la congregazione di Sant’Orso, la possibilità di
fondare una comunità di agostiniani. Gli archi
e le volte attuali del chiostro sono frutto di un
rimaneggiamento posteriore, avvenuto all’epoca
Giorgio di Challant (1468-1509), salvo uno dei
lati minori che fu rifatto nel secolo XVIII. A Giorgio di Challant si deve la costruzione, nei pressi
della chiesa, del Piorato di Sant’Orso, formato
da tre corpi di fabbrica in stile rinascimentale,
riuniti ad angolo e sormontati da una torretta
ottagonale; il tutto impreziosito da decorazioni
in cotto (esempio alquanto raro in Valle d’Aosta). Molte delle opere artistiche realizzate per
la collegiata sono raccolte nel Tesoro situato
nella sacrestia (attualmente non visitabile). Vi
trovano posto sculture, dipinti, paramenti liturgici, codici miniati, e preziose opere di oreficeria
sacra. Tra di essi vanno quanto meno menzionati
una cassa reliquiario di Sant’Orso del 1359, un
calice del XIII secolo, il busto reliquiario di San
Pietro, il Messale festivo della collegiata dei
santi Pietro ed Orso (ante 1509) del così detto
“Miniatore di Giorgio di Challant”, altri preziosi codici miniati dell’inizio del XVI secolo, una
statuina in alabastro raffigurante un chierico,
realizzata nel 1420-22, da Stefano Mossettaz,
il dipinto (ex voto) Guarigione di Wuillerine
realizzata nel 1514 dal Maestro di Wuillerine.
23
VALLE D’AOSTA
Itinerari più belli d’Italia
24
4) Eremo di San Grato di Hermitage
Charvensod (AO)
San Grato è il più celebre degli eremi della Valle d’Aosta. La cappella sorge in una radura del
bosco a 1773 metri sopra l’abitato di Peroulaz.
Secondo la tradizione, San Grato, vescovo di Aosta nella seconda metà del V secolo, amava ritirarsi in solitudine e preghiera in quest’angolo
di montagna. Nel XIII secolo esisteva un oratorio poi sostituito da una cappella, denominata
“Ermitage de St. Grat”, con annessi alcuni locali
per i pellegrini. A partire dal XVII secolo e fino
al XIX, eremiti dimoravano nel santuario durante la bella stagione. La statua di San Grato, alta
circa tre metri, che si può ammirare sul culmine del campanile, fu realizzata nel 1863 dallo
scultore Basile Thomasset. All’interno dell’eremo si possono vedere le reliquie di San Grato.
Ancora oggi è meta di una processione in onore
di San Grato (patrono della Valle d’Aosta), la cui
festa è celebrata il 7 settembre. Nella notte del
6 settembre, inoltre, si svolge “la route dei giovani”, dalla chiesa di Pila fino all’eremo di San
Grato. Il santo patrono della città di Aosta e del
comune di Piscina, visse nel V secolo e fu il secondo vescovo di Aosta. È inoltre il patrono di
una piccola frazione in provincia di Cuneo chiamata San Sebastiano situata nel vicino comune
di Fossano. Secondo la tradizione Grato era un
presbitero che collaborava con Eustasio, primo
vescovo di Aosta. È certa la sua partecipazione
al secondo sinodo di Milano tenutosi nel 451,
di cui sottoscrisse gli atti in vece del vescovo
Eustasio che non poté intervenirvi, forse a causa dell’età avanzata. Partecipò alla traslazione
ad Agauno di Sant’Innocenzo martire tebeo.
Se ne conserva la pietra tombale che indica il
giorno della sua deposizione (non della morte)
VALLE D’AOSTA
ti, sfiorandola, potessero sperare di essere miracolosamente risanati. L’iconografia lo rappresenta con le insegne episcopali, mentre regge il capo
reciso di San Giovanni Battista, spesso anche
nell’atto di far precipitare la grandine in un pozzo o di calmare gli elementi naturali scatenati.
Itinerari più belli d’Italia
il 7 settembre in un anno imprecisato. Sarebbe
succeduto ad Eustasio nella guida della diocesi.
Un racconto leggendario compilato nel XIII secolo gli attribuisce la scoperta in Palestina del capo
di San Giovanni Battista, il Precursore, gettato in
un pozzo dopo che la concubina Salomè, istigata
dalla madre Erodiade l’ebbe fatto decapitare. Fu
scelto come patrono della città di Aosta e della
rispettiva diocesi. Le sue reliquie sono conservate nella Cattedrale di Aosta in una magnifica
cassa reliquiario, gioiello dell’arte gotica iniziato da Guglielmo di Locana e portato a compimento dall’orafo fiammingo Jean de Malines.
Esse vengono portate in processione per le vie
della città il giorno della sua festa. In questa occasione l’onore di scortare il reliquiario spetta ai
giovani della parrocchia di Fontainemore vestiti
in modo caratteristico ed armati di sciabola, perché nel medioevo le reliquie, rubate, vennero
recuperate e riportate ad Aosta dalla Savoia da
un gruppo di muratori di quella parrocchia. È un
santo taumaturgo molto venerato e popolare anche nei territori circostanti la Valle d’Aosta come
protettore dei raccolti dalle tempeste, specie
dalla grandine. Appositi delegati delle parrocchie piemontesi più soggette a questo flagello si
recavano un tempo ad Aosta con generose offerte, ritornandosene con ceri appositamente benedetti. Venivano accesi in caso di necessità dai
fedeli in preghiera, che chiedevano l’allontanamento o il placarsi delle tempeste per sua intercessione. Si consideri che anche alla sola lastra
tombale del santo vescovo venivano attribuiti
poteri di guarigione dalla lebbra. Per questo motivo era stata prelevata da Aosta e murata nella
parrocchiale di Saint-Christophe, nei pressi della
quale esisteva un ricovero medievale per infetti
chiamato “La-Maladière”, in modo che i ricovera-
25
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Itinerari più belli d’Italia
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PIEMONTE
ITINERARIO
VICOFORTE - ASTI
1) Santuario di Vicoforte
Itinerari più belli d’Italia
Vicoforte (CN)
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Il Santuario di Vicoforte, noto anche come
Santuario Basilica della Natività di Maria Santissima o Santuario-Basilica Regina Montis
Regalis è situato nel territorio del comune
di Vicoforte. Si tratta di una chiesa monumentale tra le più importanti del Piemonte
e la sua cupola con sezione orizzontale ellittica è la più grande di tale forma al mondo.
Il complesso trae le sue origini da un santuario
medievale, composto da un modesto pilone
decorato da un affresco quattrocentesco raffigurante la Madonna col Bambino. Nel 1592,
durante una battuta di caccia, un cacciatore, di
nome Giulio Sargiano colpì per sbaglio l’immagine della Vergine, che secondo la tradizione
sanguinò. La realtà vede invece il cacciatore
pentito che appende il suo archibugio al pilone e inizia una grande raccolta di fondi per riparare il danno ed espiare così il suo peccato.
Ancora oggi l’archibugio è conservato in una
cappella del Santuario, accanto all’affresco deturpato. Nel giro di pochi anni questo luogo
divenne meta di pellegrinaggi sempre più frequenti ed attirò anche il duca Carlo Emanuele
I di Savoia, che nel 1596 commissionò la costruzione di un grande santuario all’architetto
di corte Ascanio Vitozzi. Nelle intenzioni del
Duca, il Santuario avrebbe dovuto accogliere
i molti pellegrini e diventare in seguito il luo-
PIEMONTE
Itinerari più belli d’Italia
go destinato alle tombe dei reali di Casa Savoia.
Funzione assunta in seguito dalla Basilica di
Superga sulla collina torinese. La morte del
duca (che volle essere seppellito nel Santuario) e dell’architetto però pose un freno alla
costruzione, la quale venne ripresa solo nel
Settecento allorché Francesco Gallo innalzò la struttura e costruì la grande cupola ellittica, alta 74 metri e con gli assi maggiore e
minore pari rispettivamente a 36 e 25 metri.
Si narra che dovette andare lui stesso a togliere le impalcature, perché nessuno pensava che una struttura di quel tipo potesse
reggere. Le decorazioni in affresco degli oltre
seimila metri quadrati di superficie furono poi
completate nel 1752 da Mattia Bortoloni e
Felice Biella; il tema è quello della Salvezza.
Nella cappella di San Benedetto nel 1709 lo
scultore Giuseppe Gaggini assunse l’incarico di
realizzare il monumento funebre di Margherita
di Savoia, figlia del duca, terminato nel 1714; nel
biennio 1712-1713 lo scultore Pietro Francesco
Gaggini lo ornò con le statue marmoree di San
Mauro, San Placido, Santa Cunegonda e Santa
Geltrude. La monumentale tomba mausoleo del
duca, realizzata dai fratelli Collini di Torino, si
trova nella cappella di San Bernardo, affrescata dal comasco Giovanni Paolo Recchi nel 1680.
29
PIEMONTE
Itinerari più belli d’Italia
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2) Cattedrale di Santa Maria Assunta
Asti (AT)
La Cattedrale di Santa Maria Assunta e San
Gottardo di Asti è una chiesa cattolica la
più grande e più importante come espressione dell’architettura gotica in Piemonte.
La tradizione vuole che la costruzione della Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Gottardo
nasca dalla necessità di spostare all’interno del
recinto murario di Asti la chiesa episcopale, sia
per motivi di capienza che di origine protettiva,
essendo la primitiva chiesa di San Secondo sorta
sulla cripta del martire fuori le mura. È probabile
che la prima costruzione della Cattedrale si aggiri
intorno al V secolo - VI secolo, e potrebbe essere
la conseguenza di un agglomerato di edifici abbattuti nella zona episcopale, i cui materiali furo-
no riutilizzati per la nuova chiesa. Tra questi edifici è ancora presente la Chiesa di San Giovanni,
utilizzata come edificio a funzione battesimale.
Verso l’anno 1070 l’edificio crollò, anche a seguito di un incendio fatto appiccare da Adelaide
di Susa, suocera di Enrico IV e vedova successivamente di Ermanno di Svezia, di Enrico Aleramo e di
Oddone di Savoia (1023 – 1060), figlio di Umberto I Biancamano, per diatribe con i vescovi di Asti.
Quindi, nel 1095 la nuova cattedrale venne consacrata da Papa Urbano II, di passaggio ad Asti
e di ritorno da Clermont per predicare la prima crociata. Il campanile fu il primo che diede
segni di cedimento; venne ricostruito a partire
dal 1266 ad opera del magister murator Jacopo
Ghigo a sette piani, più una guglia ottagonale,
in stile romanico-lombardo, ed è quello tuttora
esistente, anche se abbassato di un piano (come
si vede nel Theatrum Statuum Sabaudiae del
PIEMONTE
Nel 1470, a seguito della campagna di abbellimento finanziata dai Pelletta all’antiporta o
protiro che prese in seguito il loro nome, fu
collocata la statua marmorea di Maria Assunta,
circondata da sei teste di angeli alati, a dominare la piazza della Cattedrale e a vigilare sulla
città. Da sempre nelle cronache astesi le celebrazioni per la festa della Patrona sono sempre
state grandiose e molteplici. Venivano eretti
palchi per ospitare cantori e musici provenienti da altre parrocchie e addirittura da altre città.
Itinerari più belli d’Italia
1671). Poco per volta venne ricostruita tutta la
chiesa, con un progetto ardito ed imponente;
secondo la tradizione locale fu iniziata sotto il
vescovo Guido di Valperga in carica dal 1295
al 1327, continuata dal successore Arnaldo De
Rosette che resse l’episcopato fino al 1348 e la
condusse a termine, come dimostrato dai suoi
stemmi che fregiano i pilastri del grande tiburio.
La Cattedrale a tre navate è in stile gotico lineare di asciutto sapore luigiano, con predominio della linea verticale con archi a sesto
acuto, fortemente influenzato dalle esperienze
architettoniche angioine del sud della Francia.
Tra il primo ed il secondo decennio del Trecento,
la Cattedrale si arricchì di un magnifico e grandioso portale laterale, in gotico fiorito; l’opera,
per il suo straordinario livello qualitativo, fu a
lungo ritenuta del tardo XV secolo; in realtà in
tale epoca si ebbero solo moderate aggiunte decorative finanziate dal nobile Gerolamo Pelletta.
Fra esse bisogna ricordare la volta interna
del portico, decorata con lo stemma del committente, ed il bassorilievo dell’Assunzione della Vergine posto nel timpano frontale.
La fabbrica della Cattedrale non ebbe solo migliorie nei secoli, ma subì anche ritocchi lesivi
della primitiva integrità artistica, molte volte dettate dalle mode stilistiche del periodo.
La facciata presenta tre rosoni sormontati da due oculi e da una finestra a crociera.
Lateralmente, il portale dei Pelletta presenta
negli
angolari
statue
di
Santi,
tra
cui Girolamo, Pietro, Paolo e Biagio,
tutti
databili
al
tardo
Quattrocento.
Il campanile di stile romanico, risale al
1266 ed è stato ritoccato nel XVIII secolo;
contiene un concerto di nove campane.
Sono presenti anche ruderi di un chiostro.
31
PIEMONTE
Itinerari più belli d’Italia
32
Il Cigno Nero
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dispone di un’ampia cucina attrezzata e di un giardino
con barbecue e viste panoramiche sulle colline delle
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si trova in cima ad una collina a 650 metri di
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colline circostanti e su tutta la catena alpina. All’
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pini sotto i quali ci si potrà rilassare e contemplare il
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PIEMONTE
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Itinerari più belli d’Italia
Cascina Ponchietta
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PIEMONTE
Itinerari più belli d’Italia
ITINERARIO
BIELLA - TORINO
1) Santuario di Oropa
Biella (BI)
Il Santuario di Oropa è un santuario mariano dedicato alla Madonna Nera - situato una dozzina di chilometri a nord della città di Biella, a
circa 1.200 metri di altitudine, in un anfiteatro
naturale di montagne che circondano la sottostante città e fanno parte delle Prealpi biellesi.
Il Santuario comprende oltre ad un Sacro mon-
34
te (il Sacro Monte di Oropa), la chiesa originaria
sorta sulla base di un antico sacello ed il santuario attuale vero e proprio dotato di diverse strutture destinate all’ospitalità di fedeli e turisti.
Dal santuario è possibile raggiungere il rifugio
Savoia (quota 1900 m circa) e da qui, in pochi
minuti, il Lago del Mucrone sul monte omonimo.
Salendo ancora con una cabinovia si arriva alla
cima del monte Camino, a circa 2.400 metri di altitudine. Come parte del sistema dei Sacri Mon-
PIEMONTE
Itinerari più belli d’Italia
ti del Piemonte e della Lombardia, il Sacro Monte di
Oropa è stato dichiarato nel 2003 patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Secondo la tradizione, il santuario di Oropa venne fondato da Sant’Eusebio, vescovo
di Vercelli nel IV secolo. Benché questa tradizione
non goda di riscontro documentale, certo è che Eusebio diffuse il Cristianesimo e la devozione mariana nelle valli biellesi. Della prima metà del Trecento
è la statua gotica della Madonna nera che si venera
nel santuario. Alla Vergine sono attribuiti numerosi
miracoli e grazie particolari. Inizialmente il simulacro
della Vergine era ospitato in un sacello, il cui sito è
ancora visibile nella parete nord della basilica antica, presso un masso erratico, che probabilmente era
stato un luogo di culto precristiano. In epoca barocca
il santuario ha una grande espansione architettonica, grazie anche alla protezione della Casa di Savoia. Durante la peste del Seicento, la città di Biella fa
voto alla Madonna d’Oropa e rimane incontaminata.
Tuttora, annualmente, la città compie ad Oropa una
processione solenne in osservanza di questo voto.
L’effigie della Madonna d’Oropa viene riprodotta con
affreschi sulle case e nei piloni votivi, statuette e immagini di ceramica si trovano in tutti i paesi attorno
per un raggio di cinquanta chilometri. Molte chiese
ospitano copie del Simulacro oropense, fra cui celebre è la copia barocca della chiesa di San Giacomo
al Piazzo di Biella. Si racconta che l’antico simulacro della Madonna manifesta alcuni fatti particolari:
la statua, nonostante il luogo in cui si trova, non presenta traccia di tarlatura e di logoramento; il piede,
nonostante l’uso antico di far toccare oggetti ricordo destinati a fedeli e ammalati, non è consumato;
sui volti della Vergine e del Bambino non si ferma la
polvere.
35
PIEMONTE
Itinerari più belli d’Italia
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2) Duomo di Torino
Torino (TO)
Il Duomo di Torino, dedicato a San Giovanni
Battista è situato nell’omonima piazzaè l’unica
chiesa della città in stile rinascimentale. L’attuale Duomo sorge in uno dei punti più ricchi di
storia della città di Torino, a pochi passi dall’area
archeologica e pressoché adiacente al Teatro Romano dell’antica Julia Augusta Taurinorum. L’area sacra, anticamente, era costituita da ben tre
chiese paleocristiane in stile romanico, probabilmente edificate sulla base di edifici pubblici o
templi pagani preesistenti, dedicate a San Salvatore, a Santa Maria di Dompno e, appunto, a San
Giovanni Battista. Principale fra le tre, si pensa,
a tal ragione, che la consacrazione dell’edificio
al Battista sia da far risalire ai Longobardi e con
precisione ad Agilulfo (re dal 591 al 615), la cui
moglie, Teodolinda, fece proclamare San Giovanni patrono del regno. Le tre chiese principali della città vennero abbattute tra il 1490 e il 1492:
il 22 luglio 1491 la reggente di Savoia, vedova
di Carlo I, Bianca di Monferrato, posava la prima
pietra del nascente duomo, sempre dedicato a
San Giovanni: la costruzione, voluta fortemente sia dal duca sia dal vescovo, Domenico della
Rovere, venne affidata ad Amedeo de Francisco
di Settignano, detto anche Meo del Caprino, che
la portò a termine in sette anni, concludendo i
lavori nel 1505. Il campanile non venne invece
toccato, e resta ancor oggi visibile, a fianco del
Duomo. Risale al 1469, opera voluta dal vescovo
Giovanni di Compeys, anche se quello presente
oggi risente di alcune modifiche, specie nell’altezza, che vennero affidate, regnante Vittorio
Amedeo II, allo Juvarra. Del 1509 è il rilievo di
Amedeo di Romagnano, scolpito sulla lastra
tombale dallo scultore Antonio Carloni. Il pro-
PIEMONTE
parte dell’opera guariniana. La Sacra Reliquia,
invece, venne portata in salvo grazie all’operato dei vigili del fuoco. Dopo l’incendio la chiesa
ha subito il restauro della facciata e degli interni sotto la supervisione dell’architetto Maurizio
Momo. Nel contempo è stata realizzata la nuova
teca della Sindone in cui il Sacro Lino è conservato disteso e in atmosfera controllata. Sotto la
chiesa principale il restauro ha riportato allo stato primitivo la chiesa sotterranea, dove è stato
realizzato il Museo diocesano di Torino.
Itinerari più belli d’Italia
getto per un ingrandimento del duomo, col fine
di creare un degno ambiente per la conservazione della Sindone, risale al 1649, quando Bernardino Quadri, in seguito a screzi con Francesco
Borromini avvenuti sul cantiere della Basilica di
San Giovanni in Laterano, giunge a Torino, alla
corte di Carlo Emanuele II. Per volere di re Carlo
Alberto il duomo venne ulteriormente impreziosito da una copia dell’Ultima Cena di Leonardo
da Vinci. Questa fu realizzata da Luigi Cagna nel
1835 e venne ancorata alla controfacciata della
chiesa, unico punto in grado di reggere gli oltre
900 chili dell’opera. Il Duomo di Torino è l’unico
esempio ancora visibile dell’arte rinascimentale
in città. All’esterno si presenta con una facciata
rinascimentale in marmo bianco, con tre portoni.
Sul lato sinistro vi è la torre campanaria in forme
romaniche, realizzata verso il 1470 e ulteriormente sopraelevata nel 1720 da Filippo Juvarra. Visibile, oggi non più coperta da ponteggi, la
Cupola del Guarini, dietro la già presente cupola
di San Giovanni. I lavori di restauro proseguono
all’interno della Cappella. Al visitatore l’edificio
si presenta austero, diviso in tre navate e costruito su pianta a croce latina. Arricchito un po’
in ogni secolo, l’interno del Duomo si presenta
oggi decorato, ai lati, da numerose cappelle, nelle quali lavorarono svariati artisti e decoratori,
quali i torinesi Gonin e Vacca, gli architetti Martinez e Talucchi, Guglielmo Caccia, detto il Moncalvo, Dauphin e molti altri. La sontuosa Tribuna
Reale si deve alla volontà di Carlo Emanuele III
di Savoia; sotto di essa, in una teca, è custodita
provvisoriamente, dal 1998, la Sindone, mostrata ai fedeli in occasione delle grandi ostensioni.
Il prezioso monumento della Sindone venne gravemente danneggiato nella notte tra l’11 e il 12
aprile 1997, quando un incendio distrusse gran
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PIEMONTE
Itinerari più belli d’Italia
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3) Sacra di San Michele
Sant’Ambrogio di Torino (TO)
La Sacra di San Michele è un complesso architettonico collocato sul monte Pirchiriano, all’imbocco della Val di Susa; è situato nel territorio
del comune di Sant’Ambrogio di Torino ed appartiene alla diocesi di Susa. È il monumento
simbolo della regione Piemonte. Ristrutturato, è
affidato alla cura dei padri Rosminiani.
Le fasi iniziali della nascita della Sacra di San Michele sono incerte e avvolte in un’alternanza di
storia e racconti leggendari. Lo storico più antico
fu un monaco Guglielmo, vissuto proprio in quel
cenobio e che, intorno alla fine del XI secolo,
scrisse il Chronicon Coenobii Sancti Michaelis
de Clusa. In questo scritto, la data di fondazione della Sacra è indicata nel 966, ma lo stesso
monaco, in un altro passo della sua opera, affer-
ma che la costruzione iniziò sotto il pontificato
di papa Silvestro II (999 - 1003), in precedenza
abate dell’abbazia di San Colombano di Bobbio.
In sostanza quindi l’origine vera e propria della
costruzione risale al tempo in cui visse Giovanni
Vincenzo, tra la fine del X e l’inizio dell’XI secolo.
Accanto al sacello più antico, Giovanni Vincenzo ne realizzò un altro che è l’ambiente centrale
della cripta. Gli studiosi tendono ad attribuire
questo ambiente a Giovanni Vincenzo in quanto
le nicchie, gli archetti e le colonnine richiamano
motivi analoghi propri dell’architettura bizantina, e l’eremita probabilmente soggiornò nella
città di Ravenna o in una qualche diocesi del
ravennate. Nei decenni successivi fu costruito
un piccolo cenobio che ospitava pochi monaci
e poteva accogliere qualche pellegrino. Questa
costruzione è dovuta alla magnanimità e alla
fede di Ugo di Montboissier. Il Monastero Nuovo, oggi in rovina, venne edificato sul lato nord
PIEMONTE
abbandonata per oltre due secoli. Nel 1836 Re
Carlo Alberto di Savoia, desideroso di far risorgere il monumento che era stato l’onore della
Chiesa piemontese e del suo casato, pensò di
collocare, stabilmente, una congregazione religiosa. Offrì l’opera ad Antonio Rosmini, giovane
fondatore dell’Istituto della Carità, che accettò,
trovandola conforme allo spirito della sua congregazione. I padri Rosminiani rimasero alla
Sacra anche dopo la legge dell’incameramento
dei beni ecclesiastici del 1867 che spogliava la
comunità religiosa dei pochi averi necessari per
un dignitoso sostentamento.
Itinerari più belli d’Italia
e aveva tutte le strutture necessarie alla vita di
molte decine di monaci: celle, biblioteca, cucine,
refettorio, officine. Questa parte del complesso
si trova nel posto in cui probabilmente sorgeva
il castrum di epoca romana. Di questa costruzione rimangono ora dei ruderi affacciati sulla
Val di Susa: era un edificio a cinque piani, la cui
imponenza è manifestata dai muraglioni, dagli
archi e dai pilastri. Svetta, su tutte le rovine, la
Torre della bell’Alda, oggetto di una suggestiva
leggenda: una fanciulla, la bell’Alda appunto,
volendo sfuggire dalla cattura di alcuni soldati
di ventura, si ritrovò sulla sommità della torre.
Dopo aver pregato, disperata, preferì saltare nel
burrone piuttosto che farsi prendere; le vennero
in soccorso gli angeli e miracolosamente atterrò
illesa. La leggenda vuole che, per dimostrare ai
suoi compaesani quanto era successo, tentasse
nuovamente il volo dalla torre, ma che per la
vanità del gesto ne rimase uccisa. L’Abate Ermengardo, che resse il monastero dal 1099 al
1131, fece realizzare l’opera più ardita di tutta
l’imponente costruzione, l’impressionante basamento che, partendo dalla base del picco del
monte, raggiunse la vetta e costituì il livello di
partenza per la costruzione della nuova capiente chiesa. Questo basamento è alto ben 26 metri
ed è sovrastato dalle absidi che portano la cima
della costruzione a sfiorare i 1.000 metri di altitudine rispetto ai 960 del monte Pirchiriano.
Proprio la punta del monte Pirchiriano costituisce la base di una delle colonne portanti della
chiesa ed è tuttora visibile e riconoscibile grazie
alla presenza di una targa riportante la dicitura:
“culmine vertiginosamente santo” modo in cui
amava definire questo posto il poeta rosminiano Clemente Rebora. Dopo seicento anni di vita
benedettina, nel XVII secolo, la Sacra restò quasi
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PIEMONTE
Itinerari più belli d’Italia
40
B&b Augusta Taurinorum
Residence Giardini
Via Beppe Fenoglio, 31/A
10142 Torino
Tel: +39 339.4049733 E-mail: [email protected]
Sito: www.augustataurinorum.it
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13020 Piode (VC)
Tel: + 39 0163.71135
E-mail: [email protected]
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sentirsi a casa propria”.
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ed attenzione, e si prodigherà inoltre per darvi
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a Torino piacevole ed interessante.
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Sesia, ed è quindi il punto di riferimento per i
pescatori a “mosca”, trovandosi su un tratto di fiume
riservato esclusivamente a questa tecnica.
SERVIZI
SERVIZI
Animali ammessi (previa richiesta), internet wi-fi, parcheggio gratuito, tv.
Tv LCD satellitare, accesso disabili, internet wi-fi, parcheggio gratuito comunale, sauna, terrazza panoramica, idromassaggio plantare, bar, ristorante.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
PIEMONTE
Mana Manà Hotel
Via Roncaglia, 4 - Loc. San Firmino/Staffarda
12036 Revello (CN)
Cell: +39 348.7147007 - 347.0962865
E-mail: [email protected]
Sito: www.elcavajer.it
Via Stazione, 1
15020 Serralunga di Crea (AL)
Tel: +39 333.3308018
E-mail: [email protected]
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ottocentesco, sito in una tranquilla località agricola
ed in prossimità di molteplici bellezze ambientali e
storiche, tra le quali il Monviso, la sorgente del Fiume
Po e l’abbazia cistercense di Staffarda. La struttura
è l’ideale per soggiornare in relax, gli ambienti sono
spaziosi ed accoglienti, all’interno come nel cortile
e nei giardini esterni. Dispone di 4 camere tutte con
bagno privato. La sala comune, ampia e confortevole,
costituisce il valore aggiunto dell’agriturismo.
A due passi dal famoso Santuario di Crea e a
pochissimi chilometri dalla più piccola città d’Italia,
Moncalvo, è situato l’Albergo - Ristorante Mana Manà,
dove i titolari Milly e Giancarlo sono pronti a ospitarvi
per soggiorni rilassanti e occasioni speciali. Immerso
nel verde del Monferrato, dispone di dodici camere
dotate di ogni comfort, con servizi e tv. Grazie alla
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per visitare tutto il meraviglioso territorio circostante.
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SERVIZI
Accesso disabili, parcheggio, parco/giardino, animali
ammessi (previa richiesta).
Il MovePass permette a 2 persone:
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•Un pernottamento in camera doppia
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Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
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Itinerari più belli d’Italia
El Cavajer
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DOVE
HOTEL PIEMONTESE Best Western
Via Berthollet, 21
10125 Torino
Tel: +39 011.6698101
E-mail: [email protected]
Sito: www.hotelpiemontese.it
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Tutto l’anno, tutti i giorni.
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Mondovì: 11 km
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interno, centro fitness a pochi passi dall’hotel.
Hotel Piemontese
Se viaggiare significa l’arte dello scoprire, a Torino,
prima Capitale d’Italia, ricca di storia ed eleganza, il
Best Western Hotel Piemontese, ubicato in posizione
strategica, a pochi passi dal centro, tra via Roma e il
Parco del Valentino, sarà una piacevole sorpresa. La
sistemazione ideale per chi vive sia la città turistica sia
la Torino business e congressuale.
Questo albergo 3 stelle a Torino, costruito a fine
Ottocento in stile Liberty è stato interamente
ristrutturato nel 2010 con raffinate ambientazioni.
L’Hotel Piemontese vanta camere di diverse tipologie,
dotate di moderni comfort, alcune con vasche
idromassaggio o con Jacuzzi, accontentano anche
l’ospite più esigente.
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matrimoniale o doppia Classic
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PIEMONTE
DOVE
CASCINA ROSA B&B
Viale Pininfarina, 33
14035 Grazzano Badoglio (AT)
Tel: +39 0141.925235
E-mail: [email protected]
Sito: www.cascinarosa33.it
PIEMONTE
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Tutto l’anno, tutti i giorni.
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A Grazzano, in cima al Colle della Madonna dei Monti
alto circa 400 metri, si affaccia sull’inconfondibile
panorama monferrino un’antica cascina, immersa nel
verde, in posizione isolata e tranquilla. Qui lo sguardo si
perde tra le colline dolci e ondulate in cui si alternano
vigneti, boschi e noccioleti, e i tramonti rossi sul Monviso
stupiscono in ogni stagione. Cascina Rosa, ristrutturata
negli anni cercando di rispettare la sua architettura
tradizionale, offre camere di essenziale semplicità, ma
confortevoli e spaziose. Inoltre, per chi vuole trascorrere
giornate in assoluto “otium”, l’ampio giardino con gazebo
e amache offre uno scorcio di Monferrato incantevole,
una piscina in cui trovare refrigerio nei momenti del gran
caldo estivo e un barbecue per grigliate tra amici.
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Itinerari più belli d’Italia
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Lombardia
Itinerari più belli d’Italia
ITINERARIO
VARESE - TIRANO
1) Sacro Monte
Varese (VA)
Il monte sopra Varese è un luogo rilevante perché qui la leggenda narra che sant’Ambrogio
sconfisse nel IV secolo gli ultimi seguaci dell’eresia ariana e donò al piccolo oratorio in costruzione un altare ed una statua lignea raffigurante
la Madonna Nera. Inoltre il fortilizio di Santa Maria del Monte, tra i più forti nel Contado del Se-
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prio, emerge nel Medioevo per importanza strategica all’epoca delle lotte tra Papato e Impero.
Il Santuario di Santa Maria del Monte venne fondato presumibilmente tra l’VIII ed il IX secolo in
forme semplici e lineari. Verso la fine del 1100,
essendosi moltiplicati i fedeli che frequentavano il Santuario, si decise di provvedere ad un
significativo ampliamento: i muri della vecchia
chiesa vennero in massima parte abbattuti e vi si
costruí sopra un nuovo edificio. Il rifacimento romanico risparmió l’abside che, opportunamente
LOMBARDIA
Itinerari più belli d’Italia
rinforzata e affrescata nel 1300, é oggi conosciuta
come la Cripta. Cent’anni piú tardi venne sistemato
nel nartece (luogo in cui assistevano alla Messa i non
battezzati) un soppalco a due piani: al livello superiore fu collocata la chiesa di San Giacomo. Oggi rimangono visibili nel borgo rare tracce inglobate nel
Santuario e fra le case private. Si verificò poi una nuova ondata di ristrutturazioni a partire dal 1472, dietro
commessa del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza
e su progetto dell’architetto Bartolomeo Gadio. Venne cosí demolita l’abside romanica per far posto a tre
absidi a trifoglio e si cominciò la costruzione del monastero di Clausura sul muro a nord del Santuario: nel
1494 la chiesa di San Giacomo venne scoperchiata,
rialzata e, al di sopra di questa, venne eretta l’attuale chiesa delle Romite. Nel 1600 il Santuario subì un
rifacimento in stile Barocco che portò alla copertura
della varianti rinascimentali, al prolungamento della
navata centrale, all’abbattimento della chiesa di San
Giacomo, alla costruzione delle cappelle della Via Sacra. Nel 1671 venne costruita la Cappella delle Beate,
affrescata dal Busca e destinata ad ospitare i corpi
delle monache fondatrici e venne inoltre aperto l’ingresso laterale ancor oggi utilizzato. Ultime modifiche decorative, opera di Ludovico Pogliaghi, vennero
portate a compimento all’inizio del XX secolo.
È possibile giungere da Varese si arriva al Sacro Monte: a piedi, lungo la “Via Sacra” che parte dalla località Prima Cappella; con un autobus urbano, con mezzi propri oppure con la funicolare la cui stazione di partenza è raggiungibile dalla Prima Cappella solo con
l’autobus urbano.
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LOMBARDIA
Itinerari più belli d’Italia
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2) Santa Maria del Tiglio
Gravedona (CO)
Sulla sponda occidentale del lago di Como, di
fronte alla penisola di Piona e sotto il monte Legnone, sorge la città di Gravedona, di fondazione
romana, come testimoniano alcuni altari, di cui
uno conservato all’esterno della chiesa di Santa
Maria del Tiglio. È uno dei centri più importanti
dell’Alto Lario, situato lungo l’antica Via Regina, un tratto della Via Francigena che collegava
Como con Chiavenna e Coira. Con Dongo e Sorico
formava il territorio delle “Tre Pievi”, appellativo
ufficializzato durante il dominio dell’imperatore
Carlo V d’Asburgo. Un po’ defilata dal centro della città, si erge la nostra chiesa di Santa Maria del
Tiglio, tra gli edifici più significativi dei maestri
comacini e autorevole documento dell’architettura romanico-lombarda con influenze transalpi-
ne, soprattutto borgognone. Pochissime le notizie relative al passato: risulta costruita in epoca
romanica, tra il XI e il XII secolo, su una preesistente chiesa dedicata a San Giovanni Battista,
documentata nell’823 nelle Gesta Francorum di
Aimoino, monaco e cronista, a proposito di un
viaggio di Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno,
che si spinse fino a queste rive per verificare fatti miracolosi legati ad un affresco della chiesa
raffigurante l’Adorazione dei magi. La chiesa di
San Giovanni nasce su un preesistente battistero
paleocristiano, che la tradizione popolare fa risalire al VI secolo. Cesare Cantù, nella sua Storia di
Como, ricorda il San Giovanni a proposito di un
episodio di guerriglia contro Federico il Barbarossa, avvenuto nel 1178: l’imperatore, sconfitto
a Legnano e in fuga verso la Germania attraverso
il lago di Como, venne attaccato dalla flotta dei
gravedonesi che lo depredarono della maggior
parte del bottino di guerra. Nulla si sa dell’epoca
LOMBARDIA
Itinerari più belli d’Italia
della ricostruzione, se non che una leggenda
vuole che il nome derivi dal tiglio cresciuto
sul campanile a fine lavori. Le cronache delle visite pastorali cinquecentesche parlano
della destinazione battisteriale dell’edificio,
definendolo sia chiesa che cappella. La chiesa ha poi subito aggiunte e trasformazioni in
epoca barocca, ma tali da non modificarne il
particolare e misterioso aspetto. Due restauri, uno nel 1875 e un successivo nel 1955,
hanno poi riportato all’aspetto originario l’edificio, che sorge sulla riva del lago, verso il
quale guarda con la parte absidale, mentre la
facciata dà su una graziosa piazzetta.
La caratteristica che più colpisce e rende
unica la chiesa è l’insolita altezza in rapporto alle dimensioni orizzontali della facciata,
nella quale tutto è stato studiato per conferire slancio verticale. Ciò che più gioca nel dare
tale spinta è il campanile, che domina con la
sua possenza la facciata alla quale è addossato. Il campanile è formato da due parti: quella
inferiore, rettangolare che, pur spor- gendo
dal corpo della chiesa, appare un tutt’uno con
essa, e quella superiore a pianta ottagonale,
divisa in piani da cornici, alleggerita da bifore e trifore, decorata da archetti ciechi ripresi
anche in facciata. A completare la decorazione il gioco cromatico, insolito in questa zona,
dato dall’alternarsi di blocchi scuri di pietra
d’Olcio e conci bianchi di Musso. La chiesa è
frutto della genialità dell’architetto che sullo
schema del battistero preesistente ha inventato una pianta nuova e originale: quadrata
con tre absidi, che sono scandite da lesene,
alleggerite da semicolonne addossate. La decorazione superiore è costituita dai caratteristici archetti a doppia ghiera al di sopra dei
quali corre una fascia a dentelli.
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LOMBARDIA
Itinerari più belli d’Italia
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3) Santuario della Madonna
Tirano (SO)
La storia del santuario della Madonna di Tirano
comincia, come d’abitudine per i santuari mariani, con la leggenda di un miracolo: secondo l’anonimo cronista del Libro dei Miracoli, all’alba
del 29 settembre 1504, la Madonna apparve al
nobile Mario Omodeo che si stava recando in alcune sue terre poco fuori città, salutandolo con
queste parole: “Bene avrai”. Poi chiese che in
quel luogo si costruisse un tempio in suo onore,
promettendo salute spirituale e corporale a chi
l’avesse invocata. L’immediato consenso creatosi intorno all’apparizione indusse le autorità
di Tirano a chiedere alla Curia di Como l’autorizzazione per la costruzione del santuario, sul
luogo dell’Apparizione, dove già era stata eretta
con frenetico zelo una cappella, che è il cuore
del santuario. Neppure sei mesi dopo l’apparizione, esattamente il 25 marzo 1505, fu posta la
prima pietra. Presunti architetti i fratelli Rodari, originari di Maroggia sul lago di Lugano, nel
Canton Ticino della Svizzera. Nel 1513 la chiesa
era già officiata, anche se incompleta. La perdita dei libri contabili degli anni tra il 1505 e il
1513 non permette di ricostruire con esattezza
le fasi del cantiere: abbiamo però alcuni punti
fermi grazie alle date scolpite sul portale meridionale e sul portale maggiore. Nel 1506, anno
d’esecuzione del portale posto sul lato sud
del tran- setto, erano probabilmente già finiti i
muri perimetrali; la data del portale maggiore,
scolpito da Alessandro della Scala tra il 1530 e
il 1534, segna la conclusione della facciata e il
termine della prima parte dei lavori. Conosciamo, infine, l’anno della consacrazione ufficiale,
LOMBARDIA
Itinerari più belli d’Italia
che fu celebrata nel 1528. Il tiburio e la
cupola furono costruiti assai più tardi,
attorno al 1580: responsabile dei lavori
è, secondo i documenti, Pompeo Bianchi,
in quegli anni ingegnere nel cantiere del
Duomo di Como. Non è dato sapere però
se la scelta di lasciare a vista la cupola sia
stata una sua idea, o se fosse già prevista
nel progetto originario; e lo stesso problema si pone per l’ampio frontone semicircolare che conclude la facciata, di cui non
conosciamo esatta mente neppure la data
d’esecuzione. Il santuario di Tirano è stato
un punto di riferimento importante per gli
abitanti della valle, soprattutto durante
l’occupazione e le guerre. La devozione
alla Madonna come protettrice della valle
si è sicuramente andata consolidando nel
tempo. Ora come allora il santuario è meta
di numerosi pellegrini e turisti, tanto che
Papa Pio XII, nel 1946, proclamò la Madonna di Tirano “speciale patrona celeste
di tutta la Valtellina”.
L’organo è l’opera più pregevole cha dà
al santuario una larga fama. Alto quasi
15 mt, in larice rosso, è sorretto da otto
colonnine di marmo rosaceo, provenienti
da Arzo nel Canton Ticino. La gran cassa,
in legno finemente intagliato, fu realizzata dal bresciano Giuseppe Bulgarini tra il
1608 e il 1617, ma completata solo nel
1638, dal milanese G.B. Salmoiraghi con
i pannelli del parapetto che rappresentano la Natività, i Magi e la Circoncisione. La
parte strumentale, con 2.200 canne di purissimo stagno, è stata più volte restaurata
ed è tuttora in funzione e accompagna le
celebrazioni liturgiche festive.
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LOMBARDIA
Itinerari più belli d’Italia
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Hotel Montelago
Hotel Miramonti
Via Roma, 32/34
21020 Ternate (VA)
Tel: +39 0332.960136
E-mail: [email protected]
Sito: www.residencemontelago.com
Zocca, 12 - Filorera
23010 Val Masino (SO)
Tel: +39 0342.640144 - 346.1481836
E-mail: [email protected]
Sito: www.miramontivalmasino.com
Uno scenario naturale e uno splendido panorama fanno
da cornice agli ospiti del Montelago Hotel & Residence.
Eco Hotel si trova nel cuore della terra dei laghi, in una
posizione incantevole direttamente sulle sponde del
lago di Comabbio, a pochi chilometri da Varese. La
bellezza del paesaggio e l’affascinante vista lago offrono
emozioni uniche e piacevoli, ricordi da custodire nel
tempo. Paradiso per gli sportivi, per chi desidera godere
di pace e tranquillità, ideale per trascorrere momenti di
relax durante un soggiorno di lavoro o di piacere.
La famiglia Scetti Taeggi gestisce dal 1974 l’Hotel
Miramonti, rivolgendo ormai da tre generazioni
l’augurio di benvenuto ai suoi ospiti: un augurio non
di circostanza, ma sincero, nella consapevolezza di
poterlo onorare con professionalità e disponibilità.
L’Hotel dispone di camere singole, matrimoniali
e con soluzioni particolari per piccole o grandi
famiglie: tutte le camere sono state recentemente
rinnovate in un caldo stile alpino. Dotate di ogni
comfort e balcone con vista sulle montagne.
SERVIZI
SERVIZI
Accesso disabili, aria condizionata, ascensore, giardino. Piccoli animali ammessi, parcheggio privato, area
giochi, connessione internet, salone tv, bar.
Ascensore, bar, sala tv, terrazzo coperto e giardino con
uno spazio dedicato ai più piccoli.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
LOMBARDIA
Agriturismo Ca’ Del Lago
Via Torchione, 32
23100 Albosaggia (SO)
Tel: +39 0342.510161
E-mail: [email protected]
Sito: www.stellaorobica.com
Via Poncia, 12
22010 Consiglio di Rumo (CO)
Tel: +39 0344.82735
E-mail: [email protected]
Sito: www.agriturismocadellago.com
Stella Orobica, non è solo un agriturismo ma
un modo di vivere e interpretare il territorio,
un’alternativa al convenzionale, un luogo dove
toccare con mano l’agricoltura di montagna: dalle
mucche ai maiali, i cavalli e le caprette, l’orto e i
campi, i boschi ed i pascoli. Non cerca di stupire
bensì di accompagnare nella conoscenza del
territorio, della sua storia e delle sue peculiarità
gastronomiche e lavorative.
Il legame con la tradizione contadina del luogo, mista
alla vocazione culinaria dei proprietari e alla bontà
dei prodotti genuini dell’azienda agricola, consente
a quanti amano le cose semplici di ritrovare gli
antichi sapori della sana cucina lariana. Le camere,
arredate con cura e attenzione alle comodità,
strizzando comunque l’occhio alla modernità (frigobar
e tv satellitare, connessione internet), offrono, con
l’annesso centro benessere, la possibilità di vivere una
vacanza confortevole e rilassante.
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SERVIZI
Accesso disabili, internet wi-fi, parcheggio gratuito,
mountain bike, centro benessere, massaggi, ristorante.
Il MovePass permette a 2 persone:
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Itinerari più belli d’Italia
Stella Orobica
51
Lombardia
Itinerari più belli d’Italia
52
ITINERARIO
MONZA - BERGAMO
1) Santa Maria delle Grazie
Monza (MB)
Il Santuario di Santa Maria delle Grazie in Monza sorge nella parte settentrionale della città
in prossimità del Fiume Lambro, appena fuori
dalle mura vicino alla vecchia Porta Grado. Anticamente il sito era contraddistinto da un ponticello di legno che per ben due secoli servirà ai
frati per far arrivare i pellegrini e quel ponte è
il simbolo dell’attaccamento dei monzesi e della
predilezione per il culto a Maria. La decisione di
fondare il santuario si deve alla predicazione di
Corrado da Padova, discepolo prediletto di San
Bernardino da Siena. Il Beato venne a predicare
in periodo quaresimale; tale e vigoroso fu il suo
insegnamento che i monzesi sentirono il bisogno
di avere nel loro comune una stabile presenza
francescana. La prima pietra viene posta l’8 settembre 1463, Festa della Natività di Maria, ed il
18 ottobre 1467, a lavori non ancora ultimati, i
francescani entrano in possesso del santuario.
NeI 1579 il Papa Gregorio XIII dichiara l’altare
che custodisce la Veneratissima Immagine della Madonna delle Grazie “Altare Privilegiato” in
LOMBARDIA
Itinerari più belli d’Italia
quanto meta prediletta dei pellegrini lombardi.
Solo però nel 1621 la tela dell‘Annunciazione
viene trasferita dall’altare del coro a quello maggiore. Il XVII secolo è ricco di interventi: dal completamento con gusto barocco dello stile architettonico lombardo, alla costruzione nel 1649 degli
ambienti della Filanda, per dare indipendenza al
convento e per fabbricare tessuti per le vesti dei
francescani, alla ricostruzione in pietra del ponte a causa del costante afflusso dei malati. L’11
maggio 1810 viene applicato al convento l’editto
napoleonico di confisca dei beni ecclesiastici, ma
per salvare la sacra icona della Madonna l’arciprete Pietro Prugnola e il parroco di San Gerardo, don
Antonio Sala, la comprarono per 200 lire italiane
per porla nella sagrestia di San Giovanni Battista
e poi nel quartiere Isola nell’appena eretta Santa
Maria delle Grazie Nuove. Il santuario però non
venne mai del tutto abbandonato e soprattutto la
domenica ed il venerdì di Pasqua, i monzesi continuano a recarsi alla Via Crucis esterna a pregare
davanti alle stazioni, costruite nel 1766 nel cortile per la catechesi dei pellegrini.
Nel 1893 un incendio distrusse tutti gli affreschi,
gli stalli del coro del quattrocento e gli ultimi
quadri rimasti, scampati alle razzie napoleoniche.
Solo nel 1930, a seguito delle reiterate richieste
della Curia dei Frati Minori di Lombardia e della
campagna di sensibilizzazione operata dal “Giornale di Monza”, venne emanato un Regio Decreto
per la riapertura della chiesa delle Grazie Vecchie.
Così in qualità di Delegato del Pontefice, Pio XI, il
Cardinal Schuster il 23 maggio 1937 incorona la
Madonna delle Grazie di Monza e nel 1987 i vescovi lombardi scelgono questo santuario quale
sede per ottenere l’indulgenza plenaria, a seguito della proclamazione dell’anno mariano 19871988 dal Papa Giovanni Paolo II.
53
LOMBARDIA
Itinerari più belli d’Italia
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2) Santuario della Madonna del Bosco
Imbersago (LC)
Sulla strada dell’Adda, su un dolce declivio di fronte
alla Grigna e al Resegone, sorge il paese di Imbersago, dove si erge il Santuario della Madonna del Bosco,
famoso, più che per le sue bellezze artistiche, perché
luogo di fede e di devozione popolare e per la sua
posizione panoramica. Il Santuario è infatti frequentatissimo ancora oggi e punto di riferimento per gli
abitanti della zona. La storia inizia il 9 maggio del
1617 quando tre pastorelli stavano pascolando il loro
gregge nei boschi, nel luogo dove oggi sorge la Cappella del Miracolo. Questo luogo era chiamato Valle o
Sorgente del Lupo, perché fin da allora vi zampillava
una fontana e perché a quel tempo infestato dai lupi.
Intorno alla fonte sorgevano tre grandi castagni famosi nella zona perché si diceva che di tanto in tanto
apparisse sulla loro cima una misteriosa figura, una
grande Signora avvolta da una luce sfolgorante con
armoniose melodie mai sentite.
Quella mattina i tre pastorelli videro la Signora, come
ricorda la lapide a fianco dell’altare della Cappella, e
uno dei bambini, Pietro, rivolto agli alberi gridò:
“Guardate che bel riccio sul ramo e che belle foglie
verdi!”. Raccolse il riccio e lo portò a casa. Parenti e
conoscenti furono pieni di meraviglia: le castagne
mature in primavera! Fu una voce sola tra il popolo:
tutto ciò è opera di Maria che vuole essere onorata
nel bosco. Così in un giorno di festa, al suono di campane e inni, gli abitanti della zona si recarono nella
Valletta del Lupo, appoggiarono una croce ai castagni
e un’immagine con effigiata l’apparizione di Maria.
Per spontanea devozione venne inaugurato il culto
della Regina dei Cieli. La fama attirò molti pellegrini
e devoti e da tutti fu venerata la Madonna del Bosco,
o come allora la chiamavano, la Madonna del Riccio.
LOMBARDIA
Itinerari più belli d’Italia
I fatti prodigiosi continuarono. Tra le prime e più celebri grazie della Madonna del
Bosco è la liberazione di un bambino dalle
fauci di un lupo, immediatamente attenuta
non appena la madre, accortasi del grave
pericolo del figlio, ebbe invocato nella
profonda disperazione la Madonna del Bosco.
Nel 1623 per iniziativa di Gaspare Brambilla di Imbersago si iniziarono i lavori
per la costruzione di una cappelletta che
rappresentasse più degnamente l’avvenimento che aveva portato tanta celebrità
al bosco: è l’attuale Cappella del Miracolo.
Aumentarono le elemosine e si costruì sopra la cappella una chiesa, cominciata nel
1641. Il santuario venne ufficialmente benedetto il 9 maggio 1646, 29° anniversario
del miracolo del riccio. Nel 1677 si costruì
il secondo ottagono di cui si compone la
chiesa e nel 1755 si sistemò il piazzale antistante. Dal 1817 al 1824 si edificò la Scala Santa, parte fondamentale del santuario.
Sulla fine dell’800 si aggiunse all’edificio
il nuovo ottagono dell’altare maggiore e si
impreziosì l’abside con la statua in legno
della ditta Cardini di Milano. Statua e chiesa vennero benedette nel l’8 settembre
1888 da Mons. Ballerini, Patriarca d’Alessandria d’Egitto. La Scala Santa è l’altro
luogo fondamentale del Santuario. È composta di 343 gradini: la salita simboleggia
l’ascesa verso Maria. Si comincia recitando
i misteri del Rosario dalla fontana ai piedi
del santuario, che invita alla salita, per arrivare ad una prima cappella con una statua
di Maria. Si prosegue lungo le due diramazioni fino alla statua di Giovanni XXIII per
giungere infine alla Cappella del Miracolo.
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LOMBARDIA
Itinerari più belli d’Italia
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3) Basilica di Santa Maria Maggiore
Bergamo (BG)
Tra le fitte vie del centro di Bergamo Alta, affacciata sulla piazza del Duomo, la Basilica di Santa
Maria Maggiore conserva nell’esterno le fattezze romaniche con cui venne originariamente costruita nella seconda metà del XII secolo, mentre
racchiude al suo interno la decorazione fitta e
scintillante tipica del Barocco. La meravigliosa
costruzione è il segno di un voto fatto dal popolo bergamasco perché Maria ponesse fine a
un pericoloso e prolungato periodo di siccità. Il
posto era già precedentemente luogo di culto,
è infatti accertata la preesistenza di una chiesa
nel VIII secolo dedicata a Maria Vergine, mentre
la leggenda parla di un tempio pagano dedicato
alla dea Clemenza. Il 15 agosto, giorno dell’ As-
sunzione di Maria, del 1157 iniziano i lavori di
costruzione sotto la guida di tale Mastro Fredo,
di cui non si hanno altre notizie. Il primo altare
fu consacrato nel 1187, anche se l’edificio fu faticosamente completato solo nel XIII secolo. Tra
il XIV e il XV secolo lavorarono all’edificio i Maestri Campionasi con la costruzione nel 1340 del
Battistero, vicino alla Basilica, e dei tre protiri ad
opera di Giovanni da Campione, rispettivamente nel 1350, 1360 e 1366. I lavori proseguirono
fino a tutto il XVIII secolo, con gli interventi seicenteschi di Franco Maria Richini, Giovanni Angelo Sala e Giovanni Barberini. La facciata non
ha un ingresso centrale, perché era inizialmente
confinante al palazzo vescovile. Oggi l’accesso al
complesso è possibile da tre porte, il più fastoso si trova sul fianco sinistro della costruzione:
la porta dei Leoni Rossi, con il protiro costruito
LOMBARDIA
Itinerari più belli d’Italia
da Giovanni da Campione. La Cappella Colleoni è stata costruita, abbattendo la vecchia
sacrestia, nel 1472 per essere il Mausoleo di
Tolomeo Colleoni. Altra possibilità di accesso
alla chiesa è la porta con protiro, sempre di
Giovanni da Campione, detta dei Leoni Bianchi, affianca dalla Porta della Fontana di Pietro Isobello. È possibile inoltre accedere alla
costruzione dal lato nord da un portale del
XII-XIII secolo. L’interno della chiesa mantiene
la struttura medievale, ma viene riccamente
decorato a stucco dorato da Giovanni Angelo
Sala e figlio nel 1600, sino all’intervento nel
XVIII secolo di Muzio Camuzio. Lungo le pareti
delle navate minori, è possibile trovare una
serie di preziosi arazzi del XVI-XVII secolo, tra
cui nove fiorentini sulla Vita di Maria, quattro
fiamminghi con il Trionfo di Vespasiano.
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LOMBARDIA
Itinerari più belli d’Italia
58
Hotel Costa
Quality San Martino
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Tel: +39 031.851700
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tranquillità e della buona cucina. Grazioso paese dell’alta
Valle Imagna, l’Hotel Costa è incastonato nella verde
corona delle Prealpi Orobiche. Dominano sul paese
il monte Resegone, citato dal Manzoni nei “Promessi
Sposi”, il Monte Linzone, il Monte Tesoro e le Camozzere,
mete facilmente raggiungibili per gli amanti del trekking.
Situato nella ricca e rigogliosa pianura prospiciente
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Hotel San Martino è un albergo a tre stelle di
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propri ospiti un’esperienza di soggiorno di assoluto
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Il MovePass permette a 2 persone:
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Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
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LOMBARDIA
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Tel: +39 0341.840125
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del contatto con la natura e del relax. La tranquillità, il
comfort e la vicinanza ai laghi d’Iseo e di Endine sono
alcune delle caratteristiche della zona che rendono il
soggiorno alla Locanda del Biancospino particolarmente
piacevole. Un ambiente riservato e di grande charme,
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camera, finemente arredata, deve il nome alla pianta che
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Itinerari più belli d’Italia
Hotel Sassi Rossi
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Lombardia
Itinerari più belli d’Italia
ITINERARIO
MILANO - LOMELLO
1) Santa Maria delle Grazie
Milano (MI)
Una tra le più belle chiese che si trovano nel
cuore di Milano, vero culmine del Rinascimento
nel Nord Italia, la chiesa di Santa Maria delle Grazie viene edificata insieme all’annesso convento
per conto dell’Ordine dei Domenicani nella seconda metà del XV secolo da Guiniforte Solari,
su un terreno del conte Gaspare Visconti, accan-
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to a una cappella tuttora esistente già consacrata alla Madonna delle Grazie. La chiesa, dall’impianto a croce latina, ha nel corpo centrale le
fattezze gotiche che gli diede il Solari tra il 1466
e il 1490, divisa in setta campate da colonne di
granito arrivate da preesistenti templi pagani,
ormai in rovina. L’interno è lungo 63 m, largo 30
m comprese le cappelle laterali e alto nel punto
massimo, all’incrocio delle campate della navata
centrale, 14,40 mt. Esattamente nel 1490, due
LOMBARDIA
conventuali annessi. La chiesa e il convento furono colpiti
dalle bombe anglo-americane la notte del 15 agosto 1943.
Il chiostro maggiore venne completamente devastato,
il refettorio fu raso al suolo, si salvarono poche parti, fra
cui il muro del Cenacolo leonardesco, che era stato stato
protetto in via preventiva con sacchi di sabbia. La chiesa
e convento Domenicano di Santa Maria delle Grazie con
L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci sono oggi sito UNESCO,
patrimonio dell’umanità.
Itinerari più belli d’Italia
anni prima della data che segna la fine
del Medioevo, il signore di Milano, Ludovico il Moro, elegge la chiesa come
suo futuro mausoleo di famiglia, e ne
affida per questo il completamento,
secondo la tradizione, al notissimo Donato Bramante. Manca però qualunque
tipo di prova certa circa l’architetto del
rifacimento della chiesa, se non che il
Bramante era in quegli anni ingegnere
di corte, si ritiene oggi che il Bramante
abbia steso il progetto iniziale, ma non
abbia poi seguito i lavori veri e propri,
che sicuramente furono diretti da Giovanni Antonio Amadeo, fatto sta che
il corpo gotico della chiesa, pur grandissimo, risulta quasi angusto rispetto
all’improvviso aprirsi dello spazio nella
tribuna, vero simbolo del Rinascimento. Allo stesso architetto si deve la costruzione della sacrestia e dei chiostri
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LOMBARDIA
Itinerari più belli d’Italia
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2) Santa Maria presso San Satiro
Milano (MI)
Santa Maria presso San Satiro nel cuore di Milano,
a due passi dal bellissimo Duomo, in un anfratto
di via Torino, una delle mete commerciali di abitanti e turisti, è uno dei capolavori italiani della
cultura rinascimentale, tradizionalmente definita come opera di Donato Bramante. La chiesa è
annessa all’antico Sacello di San Satiro, di origine tardo bizantina. Nasce, in seguito a un’offesa
portata all’Immagine miracolosa della Madonna,
per decisione del duca di Milano Gian Galeazzo
Sforza d’erigere un edificio nuovo proprio per
custodire l’affresco popolarmente venerato: le
cronache raccontano di un giovane, Massazio di
Vigonzone, che pugnalò il Bambino, e del sangue
che sgorgò subito dall’immagine.
Nella chiesa è ancora conservato il pugnale di
Massazio. I lavori del nuovo edificio dovrebbero
essere iniziati nel 1478. Sappiamo con certezza
che nel 1482 Bramante lavora alla costruzione,
mentre Agostino De Fondutis (o De Fondulis) è
chiamato ad ornare la chiesa con decorazioni in
terracotta, e Giovanni Antonio Amadeo ad erigerne la facciata. Sicuramente bramantesche la
Sagrestia e il finto coro prospettico. La chiesa
non aveva infatti la possibilità di allargarsi in una
degna abside, così Bramante fa appello alla sua
esperienza di pittore per creare il bassorilievo dorato in grado di fingere grande profondità. Ai due
lati dell’aula, coperta da volte a botte, stanno le
navatelle laterali che continuano, quasi formando
ininterrotti corridoi sui lati dei transetti. All’innesto della navata centrale con il transetto si innalza
la cupola, riccamente ornata. Sotto l’altare sono
contenute le reliquie di San Mauricillo, vescovo
LOMBARDIA
Itinerari più belli d’Italia
di Milano del VII secolo; al centro dell’altare c’è ancora oggi l’immagine miracolosa. Caratteristica peculiare della
chiesa, segno della devozione di cui era
oggetto, è la presenza di lapidi e lastre
tombali, alcune delle quali ricordano gli
affiliati alla Confraternita di Santa Maria.
L’interno si presenta decorato in oro e
azzurro, con fasce continue sulla zona
alta della navata centrale con un motivo
classicheggiante di sfingi che reggono
un clipeo con testina, analoghe alla decorazione del battistero, nella seconda
campata a destra andando verso l’altare;
una decorazione più lineare in cotto corre invece sulla sommità delle navatelle.
La facciata della chiesa che vediamo oggi
è del XIX secolo, disegnata dall’architetto Giuseppe Vandoni a completamento
della facciata rinascimentale.
Si entra nella chiesa e pare che, dietro
l’altare, ci sia un grande spazio, un’abside regolare, completata da colonne e
decorazioni. Ma così non è: l’illusione
bramantesca è realizzata in 97 centimetri invece dei 9 metri e 70 previsti nel
disegno originale della chiesa.
Per svelare il trucco bisogna arrivare proprio vicino all’altare, quasi toccare con
mano, per vedere che il tutto si svolge
in poco meno di un metro, il solo spazio
a disposizione dell’architetto. L’artificio
della volta dell’abside era indispensabile per simulare in poco più di un metro di
profondità un coro reale che non poteva
essere realizzato per l’esistenza di una
strada, l’attuale via del Falcone.
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LOMBARDIA
Itinerari più belli d’Italia
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3) Tempio Civico dell’Incoronata
Lodi (LO)
È possibile raggiungere il Tempio Civico dell’Incoronata con una piacevole passeggiata nel
centro storico di Lodi. Lasciandosi alle spalle
Piazza della Vittoria, imboccando via Incoronata, dopo pochi passi sulla sinistra è possibile
vedere il Tempio Civico dell’Incoronata. Quello
che si vede dall’esterno non rende conto della ricchezza che si racchiude in questo piccolo
monumento e che lo rende una delle perle più
significative del Rinascimento lombardo. Sono
infatti visibili solo due lati della costruzione a
base ottagonale e il portico di tre archi della fine
del Quattrocento sovrastato oggi da una loggia
aggiunta nel 1882. La costruzione del santuario
inizia nel 1488 ad opera di Giovanni Battagio e
si conclude nel 1503, sotto la direzione di Lorenzo Maggi. Il sorgere di una nuova chiesa nel
centro della città, già ricca del Duomo romanico
e di numerosi centri di culto, è dovuto a una vera
e propria richiesta corale: la popolazione lodigiana, mossa dalla venerazione per l’immagine
murale della Vergine lì situata, e rafforzata nella
sua fede dal prodigio avvenuto, esige la costruzione di un luogo degno di portarne la memoria.
Da qui l’appellativo dato al Santuario di “tempio
civico”, cioè della cittadinanza, perché nato per
il volere congiunto del popolo e delle autorità
cittadine, ecclesiastiche così come civili. Nel
1400, dove oggi sorge la chiesa, si trovava infatti
un’osteria che fungeva anche da postribolo. Sulla facciata di questo edificio era collocata un’immagine della Madonna, che per quanto cara alla
devozione lodigiana, nulla aveva fino allora po-
LOMBARDIA
lire e costruire un edificio degno della memoria
della guarigione miracolosa. Nel 1488 Giovanni
Battagio, allievo del Bramante a Milano, a meno di
un anno dalla guarigione miracolosa inizia la costruzione. Si susseguono alla direzione dei lavori
altri tre grandi architetti lombardi, Gian Giacomo
Dolcebuono, costruttore della cattedrale di Pavia,
Lazzaro Palazzi, che giungeva dall’aver diretto il
Lazzaretto di Milano, e Giovanni Antonio Amadeo,
che aveva partecipato alla grande impresa della
Certosa di Pavia. La chiesa viene aperta al culto
nel 1494.
Itinerari più belli d’Italia
tuto rispetto all’uso di quella casa. Una notte, secondo le cronache del tempo, Giacomo
Abone, un ricco lodigiano gravemente malato,
passandovi dinanzi vi rivolge una preghiera.
L’immagine della Madonna si illumina e lui
risulta completamente guarito dai suoi innumerevoli mali. Nel 1487 una seduta plenaria
comunale delibera l’istituzione di una deputazione volta a raccogliere i fondi per acquistare l’osteria-bordello, così da poterla demo-
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LOMBARDIA
Itinerari più belli d’Italia
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4) Santa Maria Maggiore
Lomello (PV)
In una zona lontana dalle grandi vie di comunicazione, dove lunghissimi rettilinei solcano una
campagna piatta, in cui lo sguardo si perde senza
incontrare ostacoli, il paese di Lomello, presso Pavia, custodisce una delle più importanti basiliche
romaniche del territorio lombardo. Laumellum era
un insediamento in epoca romana, posto sulla importantissima strada che da Pavia conduceva alle
Gallie; passò poi ai Longobardi, i quali eressero al
rocca, ed infine ai Franchi. In seguito visse da protagonista le lotte tra pavesi e milanesi, venendo
più volte distrutta, ora dagli uni ora dagli altri. Un
luogo dunque carico di storia e testimonianze. Fra
queste un cippo cristiano, datato al 554 e il ricordo delle nozze tra Teodolinda e Agilulfo, avvenute
qui come narra lo storico Paolo Diacono, dimostrano l’esistenza di un’antica comunità cristiana
locale e presumibilmente di un edificio di culto.
Oggi, a testimonianza di ciò, troviamo il Battistero
di San Giovanni e la basilica di Santa Maria Maggiore. Il primo ricordo di una chiesa in Lomello, è
riportato in un documento, risalente circa all’anno
mille. È una convocazione di “plebes” della diocesi di Pavia. Nel documento il vescovo ordina ad un
abate di disporre, affinché i monaci, soggetti alla
sua ubbidienza, e i sacerdoti addetti alle cappelle ed agli oratori, si rechino sollecitamente, con i
paramenti sacri e con i libri, con i quali celebrano
gli uffici divini, al Sinodo che si sarebbe tenuto
la domenica successiva in Pavia; e si invita quindi l’abate a trasmettere “more solito”(secondo
l’uso) la medesima lettera alle pievi di: “Laumellum, Coirum, Basserum omnia”, perché loro pure
intervenissero al Sinodo. Una delle ipotesi avan-
zate vede in questa chiesa quella di Santa Maria
Maggiore. Un’altra notizia risale al periodo della
lotta tra Papato e Impero nel XII secolo e conferma
LOMBARDIA
Itinerari più belli d’Italia
l’importanza del complesso: papa Pasquale
II. Di ritorno dalla Francia, dove si era recato
per sfuggire all’imperatore Enrico V, passa
per Lomello e, giunto a Pavia, largisce alla
chiesa collegiata di Santa Maria Maggiore il
privilegio insigne, datato 22 ottobre 1107,
col quale da facoltà al parroco di Santa Maria, tra l’altro, di portare la mitra ed il pastorale e di conferire i due ordini minori. La
chiesa aveva dunque rapporti speciali con la
Sede Apostolica, alla quale doveva pagare
un censo annuo di un “marabutino”, moneta
aurea di origine moresca. Secondo le asserzioni dello storico Mario Zucchi il Capitolo
di Santa Maria aveva giurisdizione, verso la
fine del 1300, anche su due ospedali di Lomello: l’uno di Santa Maria Maddalena, che
sorgeva sulle rive dell’Agogna, e detto dei
Pellegrini, l’altro della Misericordia. Numerosi gli studi e i lavori per far luce sull’origine della basilica e del battistero e restaurare
l’importante complesso. L’interno mostra la
grande maestria dei costruttori nell’uso di
un paramento in cotto fra i più belli della
regione. Tutti i particolari sono studiati per
immergere il fedele in una calda e uniforme
atmosfera; così i pilastri e i capitelli sono
realizzati anch’essi in cotto e niente spezza il manto rossastro delle pareti. Le navate laterali sono asimmetriche, le arcate non
sono uguali e la posizione dei pilastri e delle
colonne non corrisponde alla posizione dei
pilastri e delle colonne opposte. La curva
dell’elegante abside, solcata da nicchie appena accennate, è molto più bassa dell’arco
del presbiterio, tanto che consente l’apertura, nello spazio verticale fra i due, di altre
due finestrelle ad occhio, che accentuano la
profondità dell’ambiente.
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DOVE
HOTEL IL CASTELLETTO
Via dell’Ecologia, 7
20080 Casarile - Binasco (MI)
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85 camere, ristorante, pizzeria, centro benessere,
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(non inclusa nel prezzo del box).
LOMBARDIA
DOVE
HOTEL EXCELSIOR PALACE
Via G.Galilei, 1
25041 Boario Terme (BS)
Tel: +39 0364.531741
E-mail: [email protected]
Sito: www.excelsiorboario.it
LOMBARDIA
APERTURA
Tutto l’anno, tutti i giorni.
Chiuso a Novembre.
NEI DINTORNI
Brescia: 50 km
Bergamo: 50 km
SERVIZI
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“Bellessere”, gestito da un team di preparati
professionisti, è il luogo ideale per rigenerare il
proprio corpo e trascorrere piacevoli ore di relax.
Il MovePass permette a 2 persone:
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doppia “standard”
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Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
In camera: telefono, televisore, cassaforte, frigo
bar, aria condizionata e rete wireless.
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Lombardia
Itinerari più belli d’Italia
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ITINERARIO
CREMA - MANTOVA
1) Santuario di Santa Maria della Croce
Crema (CM)
Il Santuario di Santa Maria della Croce, fa parte
del grande patrimonio della provincia di Cremona: sorge appena fuori Crema, alla fine di un lungo viale alberato, in direzione Bergamo. Dopo
l’apparizione della Madonna avvenuta il 3 aprile
del 1490 a Caterina Degli Uberti, giovane cremasca ferita a morte dal marito nel bosco del Novelletto, poco fuori Crema, numerosi fatti miracolosi indussero il Consiglio cittadino ad erigere
sul luogo un santuario per la venerazione mariana. Caterina non volendo morire senza aver
ricevuto prima i Sacramenti, invocò l’aiuto della
Madonna, che le comparve. La Vergine la portò,
ferita a morte, ad una cascina poco distante dal
tragico evento per poi scomparire. I contadini la
soccorsero, attendendo l’arrivo del medico e del
sacerdote. Dopo aver ricevuto, il giorno seguente, i sacramenti e perdonato, davanti all’Autorità
locale, il marito, il sangue le tornò a sgorgare
dalle profonde ferite e Caterina spirò. Sul luogo
fu quindi innalzato un altare su cui venne collocato un rilievo che rappresentava la Madonna
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con il Bambino. Il 5 maggio si riversarono lacrime da
tale effige, a cui seguirono ben ottanta guarigioni miracolose; il stesso Consiglio cittadino decretò, proprio
in tale luogo, l’avvio della costruzione di un Santuario per la Venerazione di Maria. L’architetto prescelto
fu Giovanni Battagio, cresciuto nella scuola del Bramante e fautore dell’architettura a pianta centrale.
All’interno della basilica si possono ammirare numerosi affreschi e tele dei maggiori artisti cremaschi e
cremonesi. Di pregio le opere presenti all’interno: dai
busti in terracotta raffiguranti i quattro Padri della
Chiesa alla tavola di Benedetto Rusconi (detto Diana),
rappresentante l’Assunzione di Maria su cui sovrasta
una lunetta raffigurante il Padre Eterno.
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2) Santuario della Madonna del Carmine
San Felice del Benaco (BS)
Un ampio piazzale, alberato e silenzioso, porta
all’antico Santuario della Madonna del Carmine
a San Felice del Benaco, in provincia di Brescia,
non lontano da Desenzano e Salò, sulle sponde
del lago di Garda. La costruzione risale al XV secolo. Già dal 1452 esisteva in loco una piccola
cappella dedicata a Santa Maria delle Grazie, anche detta Santa Maria delle Cisterne per la zona
acquitrinosa in cui era stata costruita. L’edificazione del Santuario ebbe inizio solo otto anni
dopo, nel 1460, a causa della cresciuta devozione. In particolare la tradizione narra che siano
stati i pescatori, più volte salvati dalle acque del
lago dalla Vergine, a volere la nuova costruzione.
La consacrazione del nuovo complesso avvenne
il 17 gennaio 1482 ad opera del vescovo Giorgio Vink. L’architettura è una perfetta fusione
di caratteristiche romanico-gotiche tipiche del
territorio veneto-lombardo. Quasi povera nella
sua essenzialità, le mura solide costruiscono una
sola navata completamente ricoperta da affreschi di gran pregio per oltre 754 metri quadrati.
Sullo sfondo la chiesa si restringe in modo da
lasciare apparire come fosse l’abside una cappella con la statua della Madonna del Carmine
incastonata nel muro. Al momento della fondazione vennero chiamati a dare il loro servizio, in
aiuto della popolazione locale presso il Santuario, i frati Carmelitani della Congregazione Mantovana. Alla fine del XVIII secolo un decreto di
soppressione del convento da parte della Serenissima, Repubblica di Venezia, costrinse all’abbandono del luogo. Vennero portati via gli altari
di legno che ornavano le fiancate. Sparirono an-
che il maestoso altare maggiore, l’antico bassorilievo, l’organo ed il coro. Il convento in disuso
venne quasi demolito. Nel 1952, dopo un’assenza di centottantadue anni i Carmelitani di Vittorio Veneto tornano al Santuario di San Felice del
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Benaco, che riprese così a vivere nel corso degli anni. Dal 1994 è Centro Mariano di Apostolato Carmelitano il cui fine
è di favorire la conoscenza del Carmelo. Il sito è per la sua bellezza al quinto
posto nella lista de “i luoghi del cuore”
2003 redatta dal FAI, Fondo Ambiente
Italiano. Le due annunciazioni presenti
tra gli affreschi della chiesa sono state
attribuite in passato al Foppa, importante pittore bresciano del XV secolo.
In entrambe le pitture si trovano prospettive ad angolo e colori tenui, dalla
carnalità dolce. Gli ultimi studi tendono
invece ad attribuirli, pur riconoscendo
la matrice foppesca, a Giovanni Maria da
Brescia, frate carmelitano presente nel
convento. Fu la devozione popolare a
Maria, via privilegiata di accesso al Cielo
per i Cristiani, a portare alla costruzione
del Santuario, meta di numerosi pellegrinaggi. Ancora oggi si conservano una
mirabile serie di affreschi del XV-XVI
secolo in cui ci sono evidenti gli influssi
del Mantegna, del Foppa, del Perugino.
Particolarmente interessante la rappresentazione della Madonna del Carmine
affiancata dai santi Alberto e Angelo del
1487. Nella vasta superficie di affreschi
non è possibile trovare una linea narrativa. La ripetitività dei temi incentrati
principalmente su Maria, è dovuta al fatto che si tratta nella maggior parte dei
casi di ex voto, fatti eseguire dai fedeli
per le grazie ottenute dalla Madonna,
segno tangibile della fede del popolo.
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3) Santuario di Santa Maria delle Grazie
Curtatone (MN)
Appena prima che il Mincio sfoci nel lago Superiore, sorge alla sua desta, in mezzo ai canneti, il
Santuario di Santa Maria delle Grazie, nella frazione Le Grazie del comune di Curtatone, a 8 km
da Mantova. Inizialmente, dove oggi sorge il bellissimo complesso, esisteva, dal XIII secolo, una
modesta edicola raffigurante l’immagine della
Madonna col Bambino, già meta di numerosi pellegrinaggi da parte di pescatori e altri abitanti
delle vicinanze. Nel 1399 Francesco Gonzaga fa
costruire il santuario, come ex voto alla Madonna per grazia ricevuta per la fine dell’epidemia di
peste che aveva duramente colpito queste zone.
La chiesa viene aperta al culto il 15 agosto del
1406. L’architetto, Bartolino da Novara, è lo stesso che aveva costruito per i Gonzaga il Castello
di San Giorgio a Mantova e per gli Este il castello di Ferrara. Il culto è sempre più vivo e gli ex
voto portati dai fedeli diventano sempre più numerosi: nel 1517 frate Francesco d’Acquanegra
fa per questo costruire lungo le pareti laterali
un’impalcatura lignea volta ad ospitarli. Tra questi spiccano le ottanta statue policrome costruite in cartapesta, cera e legno, con l’aggiunta in
alcuni casi di armature originali risalenti anche
al 1300, che rappresentano vari miracoli operati dalla Beata Vergine. Oggi rimangono solo una
cinquantina delle ottanta statue originarie. Al
Santuario negli anni furono apportate numerose
modifiche e ampliamenti. Molte famiglie mantovane vollerò infatti costruire nella chiesa o negli
ambienti annessi le proprie cappelle private. Dal
1412 fino all’inizio del XVI secolo vennero eretti
il convento, la scuola, l’oratorio e la biblioteca.
Nel 1600 venne ampliato il piazzale e costruita
la sacrestia. Nel 1700 la duchessa Anna Isabel-
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la di Guastalla volle costruire una via sacra di
cappelle fino a Mantova, ma l’opera rimase incompiuta. Nel 1782 il complesso fu convertito
in un ospedale. L’arrivo delle truppe napoleoniche segnò il definitivo declino della Basilica
e la dispersione dei suoi tesori. È doveroso fare
uno sforzo di immaginazione e aggiungere allo
stupore presente, la meraviglia dei racconti del
passato. Numerose testimonianze attestano
infatti che la chiesa fosse letteralmente ricoperta di ex voto, armi di ogni tipo, gonfaloni e
bandiere, e che dal soffitto pendessero, oltre al
coccodrillo superstite, numerose imbarcazioni,
senza togliere ovviamente le statue polimateriche dell’impalcatura che percorre tutta la
chiesa e le “formelle” in cera che riproducono
parti del corpo che sono ancora presenti. La
devozione e i miracoli non si fermano comunque alla storia passata: nel corridoio che porta alla sagrestia sono infatti raccolti i doni più
recenti, dagli ex voto in argento o in pizzo, ai
disegni dei bambini, dai piccoli quadri di autori
più o meno noti, al pallone con cui nel 1961 la
squadra di calcio di Mantova entrò in serie A.
La devozione portò negli anni all’ampliamento
della struttura e all’aggiunta di numerose cappelle. Fra queste particolarmente importante
la prima cappella a destra entrando in chiesa,
della famiglia Castiglione, ove riposta il famoso Baldassarre (1478-1529), autore di uno dei
libri più letti del tempo, Il Cortegiano. Nella
cappella è collocata la tela di Giulio Romano
”Madonna introno con Bambino e i santi Bonaventura e Francesco d’Assisi”. Tra i vari ex voto,
attira la curiosità del visitatore il coccodrillo
impagliato del XV o XVI secolo che si dondola
dalla seconda campata del soffitto della navata
centrale della chiesa.
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Itinerari più belli d’Italia
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Agriturismo Cantonazzo
Corte Canova
Via Verdi, 44
26038 San Lorenzo di Torre de’ Picenardi (CR)
Tel/Fax: +39 0372.33507 - 347.3029878
E-mail: [email protected]
Sito: www.agriturismocantonazzo.it
Strada Camignana 5, Rivalta sul Mincio
46040 Rodigo (MN)
Tel: +39 0376.653755 - 338.3932112
E-mail: [email protected]
Sito: www.cortecanova.it
Di proprietà della famiglia Galetti dal 1922, la cascina
“Cantonazzo” è una tipica struttura cremonese a corte
chiusa, contornata da ampio parco-giardino dove
l’ ospite potrà riposare all’ombra di alberi secolari,
passeggiare osservando la varietà di arbusti, cespugli,
fiori ed erbe, accompagnato dal cinguettio degli uccelli.
Luogo ideale per soggiorni all’insegna del relax e
della tranquillità, permette uno stretto contatto con la
natura e il mondo rurale.
Immerso nel verde della campagna mantovana
l’agriturismo Corte Canova vi accoglie in un
ambiente sobrio e familiare. È il luogo ideale per
gli amanti della natura e per chi è alla ricerca di
pace e tranquillità, lontano dallo stress della vita
quotidiana. Un’oasi dove poter riposare all’ombra di
piante secolari o rilassarsi con lunghe passeggiate, a
piedi o in bicicletta, all’interno del parco del Mincio.
SERVIZI
SERVIZI
Parcheggio gratuito, biblioteca, uso delle biciclette per
gite nei dintorni, animali ammessi.
Internet wi-fi, parcheggio gratuito, noleggio biciclette.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
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Moderno Park Hotel
Via Cadè, 16 - Villanova de Bellis
46030 San Giorgio di Mantova (MN)
Tel: +39 347.3526889 / 0376.370961
E-mail: [email protected]
Sito: www.agriturismocorterocca.it
Via Gorizia, 11
51016 Montecatini Terme (PT)
Tel: +39 0572.71056
E-mail: [email protected]
Sito: www.parkhotelmoderno.it
“Corte Rocca” è un agriturismo nato da una
grande passione per la campagna e dal piacere di
condividere con gli altri il nostro mondo. Nelle fasi
della ristrutturazione che gli ha dato vita abbiamo
cercato di creare una continuità con lo spirito della
nostra casa, arredata seguendo lo stile countrychic, per cercare di conciliare il ricordo del passato
col piacere delle comodità attuali. Vi offriamo tre
camere accoglienti e spaziose, in un ambiente
curato nei minimi dettagli.
Il Park Hotel Moderno nasce nel cuore della bellissima
prommenade di Montecatini, incorniciata tra le colline di
Montecatini Alto, ricca di storia, arte e cultura, affacciata
di fronte ad un delizioso parco. La struttura è a pochi
passi dai migliori centri termali e di benessere, dove
potrete rillassarvi e godervi tutta la professionalità
del wellness. L’Hotel è dotato di 27 eleganti camere
totalmente rinnovate e curate nei minimi particolari.
SERVIZI
Aria condizionata, internet wi-fi, parcheggio gratuito coperto, piccola biblioteca, giardino di erbe officinali, parco con
giochi, ammessi animali (previa richiesta).
SERVIZI
Ammessi animali di piccola taglia, aria condizionata,
internet wi-fi, parcheggio a pagamento.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
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Agriturismo Corte Rocca
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trentino
ITINERARIO
ROVERETO - SAN ROMEDIO
1) Casa Antonio Rosmini
Itinerari più belli d’Italia
Rovereto (TN)
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A Rovereto strade, piazze, chiese ed edifici
raccontano la vita di Antonio Rosmini, una
tra le figure più importanti e di spicco del
Cattolicesimo dell’Ottocento, nato proprio
qui nel 1797. Ancora oggi è possibile visitare la sua Casa Natale, situata nel principale
corso cittadino a lui dedicato. All’interno gli
ambienti rispecchiano ancora oggi l’arredamento originale del Settecento e vi è esposta un’ampia collezione di stampe, dipinti
e manoscritti a lui appartenuti. Nella ricca
biblioteca spicca, tra i preziosi volumi dell’epoca, una delle prime copie stampate de I
Promessi Sposi, ricevuta in dono dall’amico
Manzoni, che lo assistette anche sul letto di
morte. Una sterminata cultura unita, un’eccezionale intelligenza e a un carattere aperto
e socievole forgiò il suo pensiero teologico, originale connubio tra principi liberali
ed etica cristiana. Carità, Rosmini espose le
proprie riflessioni nei suoi scritti filosofici,
teologici e spirituali, indicando come il comportamento cristiano dovesse essere ispirato
da sentimenti di fraternità comunitaria, carità, raccoglimento interiore e altruismo, in
costante dialogo con la tradizione, ma con lo
sguardo rivolto al futuro.
trentino
cano II. Stimato e più volte elogiato da numerosi
Papi, l’esemplarità della vita di Antonio Rosmini
e la ricchezza che il suo pensiero ha lasciato in
eredità al mondo cristiano è stata coronata dalla
sua beatificazione, avvenuta nel 2007.
Itinerari più belli d’Italia
Fu un coraggioso esponente del liberalismo cattolico ottocentesco per una politica basata sulla giustizia sociale. Il suo pensiero riformistico
attirò non poche critiche da parte di pensatori
ecclesiastici del tempo, che lo accusarono di essere illuminista. La sua opera più famosa, “Delle
cinque piaghe della Santa Chiesa”, è un’attenta
analisi dei mali che a suo parere affliggevano la
Chiesa cattolica dell’epoca: inizialmente soggetta a censura, venne poi riconosciuta come precursore di ideali che si affermarono solamente
molto più tardi, in particolare con il Concilio Vati-
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trentino
Itinerari più belli d’Italia
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2) Cattedrale di San Vigilio
Trento (TN)
La Cattedrale di San Vigilio, Duomo di Trento,
rappresenta il principale edificio religioso della
città. Fu costruito nel XIII secolo sopra l’area in
cui era originariamente presente un’antica basilica paleocristiana tutt’ora visitabile, dove San
Vigilio, terzo vescovo e patrono di Trento, fu seppellito insieme ai tre Martiri anauniensi Sisinio,
Martirio e Alessandro.
La costruzione dallo spiccato carattere monumentale fu realizzata su progetto del maestro
Adamo d’Arogno. Lo stile prevalentemente di
impronta romanico-lombarda presenta evidenti
influenze gotiche. All’interno spicca l’altare barocco, con le colonne tortili fatte in marmo locale. Esternamente, dalla Fontana del Nettuno di
piazza Duomo si può ammirare la facciata settentrionale dell’edificio, dove risalta l’austero
rosone gotico, allegoria della ruota della fortuna, e la sottostante Porta del Vescovo, accesso
privilegiato degli alti prelati provenienti dal Castello del Buonconsiglio durante il periodo del
Concilio. Fu proprio questo l’avvenimento che
tra il 1545 e il 1563, grazie all’impegno e alla
trentino
Itinerari più belli d’Italia
lungimiranza del Principe Vescovo Bernardo
Clesio, trasformò Trento in capitale mitteleuropea, rendendo la città luogo d’incontro di
vescovi, principi, cardinali, ambasciatori e
nobili provenienti da tutta Europa. In occasione del Concilio all’interno della Cattedrale di San Vigilio venne predisposta un’apposita aula quadrata decorata con i preziosi
arazzi della Passione di Cristo, attualmente
in esposizione nelle sale del Museo Diocesano Tridentino. Dal Duomo cittadino inizia
un percorso di trekking urbano che invita i
visitatori a esplorare le vie della città, alla
scoperta delle testimonianze artistiche e
culturali dell’epoca che si possono ritrovare
negli edifici e nei luoghi principali che furono teatro di questo cruciale avvenimento
della storia cristiana.
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Itinerari più belli d’Italia
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3) Santuario della Madonna di Pinè
Montagnaga (TN)
Il Santuario sorge a Montagnaga, una piccola frazione del comune di Baselga di Pinè in provincia
di Trento e, insieme al prato della Comparsa e al
monumento al Redentore, rappresenta uno dei
più importanti luoghi della devozione mariana
trentina, meta di pellegrinaggi diocesani o provenienti dalle regioni vicine.
Nel 1729, a pochi chilometri da Baselga di Piné,
in una radura vicino al borgo di Montagnaga, a
Domenica Targa, una pastorella della zona, apparve per la prima volta la Madonna. A questa
apparizione ne sarebbero seguite altre quattro
e, a poco a poco, richiamati dal presunto miracolo, affluirono nella Chiesa di Sant’Anna migliaia
di pellegrini. L’aumento dei fedeli richiese un
adeguamento delle dimensioni della Chiesa, che
divenne un vero e proprio Santuario, al cui interno sono tutt’oggi conservate opere di pregio
come la Pala di Sant’Anna dell’altare maggiore e
la celebre riproduzione della Madonna di Caravaggio, oltre a numerosi ex voto.
La chiesa, a forma di croce latina, è sormontata
da una cupola di rame, costruita nel 1737 (il rame
fu tolto durante la guerra 1914-18 e rimesso in
questi ultimi anni). L´interno, che fu più volte
ricoperto di tavolette votive, è decorato da 16
grandi tele racchiuse in cornici lavorate a stucco
di vari autori del secolo XVIII e XIX. Dietro l’altare
maggiore barocco, dedicato a Sant’ Anna, si può
ammirare la stupenda tela di Francesco Unterberger da Cavalese, del 1747, che rappresenta
una conversazione ideale nella quale la Madonna porta il Bambino Gesù in visita a sua madre.
Nel braccio sinistro è collocato il terzo altare,
dedicato alla Madonna del Carminea S. Antonio.
trentino
Itinerari più belli d’Italia
Nel punto dove i due bracci si incrociano, si
innalza la cupola, terminata nel 1737, la cui
copertura in rame fu asportata dal governo
austriaco durante la guerra 1914-1918. Nella penitenzieria, luogo riservato alle confessioni, c’è l’altare in legno dell’Addolorata.
Oltre che dal crocifisso, le pareti sono ornate
da una Via Crucis di ottima fattura. Nella sala
degli ex-voto sono conservate moltissime testimonianze dell’amore provvidenziale della
Madonna verso i suoi figli. Gli ex voto più
antichi risalgono al XVIII secolo; nel corso di
280 anni di storia, il Santuario di Pinè ne ha
raccolti oltre 7.000. Dal Santuario seguendo
un percorso scandito da gruppi scultorei che
rappresentano quattro Misteri Gaudiosi del
Rosario si giunge al Monumento al Redentore, al cui interno si erge la Scala Santa, fedele
riproduzione di quella romana. I 28 gradini,
contenenti sacchetti di sabbia provenienti
dalle più importanti località della Terra Santa, ancora oggi vengono affrontati dai fedeli rigorosamente in ginocchio, recitando le
preghiere fino a giungere alla sommità, dove
campeggia il crocifisso ligneo opera di Ferdinando Stuflesser. Il cammino prosegue dirigendosi verso la Conca della Comparsa dove,
secondo il racconto della pastorella, sarebbe
avvenuta la prima apparizione ricordata da
un gruppo scultoreo.Seguendo la strada verso la frazione Guarda si giunge alla casa dove
nacque e visse la veggente. La piccola abitazione mantiene ancora oggi l’antica struttura
e conserva una riproduzione della Madonna
di Caravaggio.
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Itinerari più belli d’Italia
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4) Santuario di S. Romedio
San Romedio (TN)
Immerso nella natura incontaminata della Val di
Non, in Trentino, il luogo sacro dedicato a San
Romedio è una delle architetture più imponenti e suggestive della vallata e si affaccia su una
profonda gola dalle pendici boscose. Qui ogni
uomo può ricercare e ritrovare se stesso, circondato da paesaggi mozzafiato e aria pura.
Il Santuario è un ardito complesso architettonico
formato da ben cinque chiese edificate in epoche diverse e sovrapposte in altezza secondo la
formazione della roccia, collegate tra loro da una
ripida scalinata di 131 gradini. La chiesa più antica fu eretta in cima al torrione roccioso intorno
all’anno Mille, dove era sepolto, in una tomba
di roccia, l’eremita S. Romedio. La figura di San
Romedio è avvolta da un’aurea di mistero e sacralità. Secondo l’immaginario popolare fu un
nobile tirolese che approdò sulla sommità della
rupe, ora luogo di culto, di ritorno da un pellegrinaggio a Roma. Qui, spogliatosi dei suoi averi,
decise di condurre una vita da eremita in completa austerità con alcuni fedelissimi, pregando
immerso nella natura ed abitando nella grotta
dove ora sorge il santuario. Alla sua morte coloro che lo avevano amato e stimato scavarono la
sua tomba nella roccia e iniziarono a costruire la
prima chiesetta, gettando le basi per quello che
poi divenne il santuario. Tra le numerose leggende intorno alla sua vita, la più famosa racconta
che San Romedio si trovò a fronteggiare un orso:
Romedio, volendo recarsi a Trento per un ultimo
saluto al suo vescovo Vigilio, chiese ad un suo
discepolo di sellargli il cavallo. Il vecchio eremita non si scompose e gli disse: “Allora metti le
briglie all’orso”. Il discepolo, che di Romedio si
fidava ciecamente, tornò indietro e, pur con la
dovuta titubanza, avvicinò le briglie all’animale
trentino
Itinerari più belli d’Italia
il quale chinò il grosso capo e si fece sellare
tranquillamente. Il Santo poté così raggiungere Trento a cavallo dell’orso. L’animale,
simbolo della montagna, è poi diventato
una delle meraviglie protette del santuario:
infatti, nel 1958 venne donato al Santuario
Charlie, un orso destinato a morire. Oggi la
provincia autonoma di Trento tiene sotto tutela gli ultimi orsi bruni delle Alpi nel gruppo
del Parco dell’Adamello sul Brenta e insieme
al santuario si prende cura di orsi nati in cattività.
Semplicità e natura sono quello che il Santuario di San Romedio offre ai suoi visitatori,
regalando la possibilità di trascorrere una
giornata da soli o in compagnia, immersi
nella natura e nel suo silenzio, camminando
nel verde dei boschi in un lungo percorso in
salita. Una sorta di ascesa verso spiritualità e
purezza. La facciata esterna del complesso è
un esempio tipico di architettura anaune del
XVIII secolo, il cortile rinascimentale porta
all’edificio che dal 1948 ospita un convento
francescano. L’ingresso al luogo sacro rappresenta una continua scoperta con cinque
diverse chiesette: la chiesetta dell’Addolorata, la più recente, costruita in ringraziamento
per la pace dopo la Grande Guerra del 19151918, la chiesetta di San Giorgio del 1487, la
chiesetta di San Michele del 1514, la chiesa
maggiore di San Romedio eretta nel 1536 e
infine la Chiesa Antica, quella costruita per
prima e dove sono conservate le reliquie del
Santo.
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trentino
Itinerari più belli d’Italia
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Agriturismo La Canonica
Hotel Panorama
Via Traversara, 8
38021 Brez (TN)
Tel: +39 0463.874399
E-mail: [email protected]
Sito: www.agriturismo-lacanonica.it
Viale Panorama, 6
38013 Malosco Val di Non (TN)
Tel: +39 0463.831201
E-mail [email protected]
Sito: www.hotelpanorama.to
Nel cuore verde del Trentino occidentale, la Val di Non,
sinonimo di storia, cultura e tradizione contadina, è la
famosa terra della mela DOP italiana, dove sterminati
meleti si alternano a preziose tracce del passato.
L’agriturismo La Canonica offre la possibilità di
soggiornare in nuovissime stanze o appartamenti, di
usufruire di un verde ed ampio giardino recintato, ed è
attrezzato con barbecue e sdraio. Adiacente al giardino
della nostra struttura è situato un piccolo parco con
giochi per bambini.
L’Hotel Panorama, a Malosco in alta Valle di Non
nel Trentino, è un’oasi di benessere e rilassamento.
L’ambiente accogliente e l’atmosfera familiare
vi faranno sentire a casa vostra, perfettamente a
vostro agio grazie alla cortesia, l’attenzione e la
professionalità che la famiglia Bonvicin riserva ai
propri ospiti. Sarete tra amici, accolti con calore al
vostro arrivo e seguiti con premurose attenzioni
durante tutto il soggiorno.
SERVIZI
SERVIZI
Noleggio e deposito bici, deposito sci e scarponi, sala
soggiorno, sala tv, giardino/ prato, animali ammessi,
sala lettura, parcheggio, giocattoli, lavatrice.
Phon, cassaforte, tv e tv-sat, telefono diretto, internet.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
trentino
Baita Oasi
Via Merlonga, 11
38010 Smarano (TN)
Tel: +39 0463.536815 - 333.7311137
E-mail: [email protected]
Sito: www.agriturcristina.com
Località Simbolta, 88
38050 Canal San Bovo (TN)
Tel: +39 0439.719021 - 338.7496126
E-mail: [email protected]
Sito: www.baitaoasi.it
L’agritur Cristina, recentemente ristrutturato, è
immerso nel verde con ampio giardino e una
splendida vista su tutta la Val di Non e le Dolomiti
del Brenta. Vi delizierà con le gustose colazioni
ricche di dolci fatti in casa, marmellate, miele,
affettati, yogurt, pane e altri prodotti tipici e
naturali. L’agriturismo, a 1000 mt sull’altopiano
della Predaia. è in posizione strategica per partenze
per rifugi, malghe e facili passeggiate.
Immersa nella meravigliosa natura del torrente Vanoi,
Baita Oasi vi aspetta per ospitarvi in un ambiente che
contribuisce a sprigionare nuove sensazioni. La pace
e il silenzio stimolano reazioni positive nel corpo e
nello spirito. Da Baita Oasi si accede in pochi minuti
al “parco fluviale”, luogo ideale per la pratica di sport
naturali; canoa, trekking, nordic walking. È anche
la base di partenza per varie escursioni; “l’anello
dell’acqua” ideato dall’Ecomuseo del Vanoi, il “Canyon
della Cortella” e le “Grotte della Fosca”.
SERVIZI
Accesso disabili, ascensore, parcheggio gratuito, noleggio
gratuito mountain bike, ciaspole. ampio giardino, parco giochi, barbecue, tavolini e sdraio.
SERVIZI
Camere provviste di bagno e corredate di ogni comfort,
dotate di poggiolo con vista panoramica sulla verde
valle del Vanoi. Colazione a buffet.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
Agritur Cristina
87
trentino
Itinerari più belli d’Italia
88
Agritur Pisani
Hotel Mignon
Frazione Salobbi, 7
38021 Brez (TN)
Tel: +39 0463.889432
E-mail: [email protected]
Sito: www.agriturpisani.it
Via G. Prati, 137
38064 Folgaria (TN)
Tel: +39 0464.780002
E-mail: [email protected]
Sito: www.hotelristorantemignon.it
L’Agriturismo Agritur Pisani si trova a Brez a 1000 m
s.l.m., ai piedi delle splendide Dolomiti. La struttura è
gestita dalla famiglia Corazza, fino agli anni ‘90 dedita
all’allevamento di bovini e dal 2000 alla frutticoltura,
coltivando ciliegi e albicocchi. Recentemente ha
ristrutturato parte degli immobili adibiti all’azienda
agricola per realizzare un’accogliente struttura
agrituristica di nuova concezione, offrendo ai propri
ospiti servizi ricettivi all’avanguardia, in un’atmosfera di
assoluta tranquillità, all’interno di un ambiente agricolo.
L’Hotel Mignon gode di una posizione soleggiata
e tranquilla. A conduzione familiare, e con la tipica
architettura trentina, offre confortevoli camere, ampie
ed accoglienti, e un rinomato ristorante dove poter
gustare piatti cucinati secondo la tradizione culinaria
locale. Sito sui grandi Altipiani trentini di Lavarone –
Folgaria, dove la montagna è dolce e ideale per tutti,
ci si può regalare momenti di attività e divertimento
sulle vicinissime piste da sci, passeggiate tra prati e
boschi, trekking e mountain bike.
SERVIZI
Connessione internet, deposito bagagli, parcheggio,
percorsi in bicicletta, sala giochi.
SERVIZI
Bagno privato, cassaforte, tv.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
trentino
Lady Maria Hotel
Località Al Canal, 1 - Frazione Cavrasto
38071 Bleggio Superiore (TN)
Tel: +39 0465.779780 - 333.3880865 E-mail: [email protected]
Sito: wwww.masoallerose.com
Via G. Garibaldi, 20
38013 Fondo, Val di Non (TN)
Tel: +39 0463.830380
E-mail: [email protected]
Sito: www.ladymariahotel.com
Il Maso alle Rose è un agriturismo situato a
800 mt s.l.m. in frazione Cavrasto nel Bleggio
Superiore. Gestito dalla Famiglia Pederzolli, offre
cucina tipica a base di prodotti biologici coltivati
direttamente dall’azienda. Per la sua ottima
posizione nel Trentino meridionale, permette di
raggiungere facilmente il Lago di Garda, effettuare
gite in montagna o nel Parco dell’Adamello Brenta,
escursioni in mountain bike, passeggiate a cavallo e
recarsi alle Terme di Comano.
L’ambiente giusto per il vostro relax. Un’atmosfera
accogliente e familiare vi farà sentire a casa vostra,
perfettamente a vostro agio, grazie alla cortesia,
all’attenzione e alla professionalità che la famiglia
Bonvicin riserva ai propri ospiti. Sarete tra amici,
accolti con calore al vostro arrivo e seguiti con
premurose attenzioni durante tutto il soggiorno.
Regalatevi un soggiorno indimenticabile immersi
nell’incanto dell’alta Val di Non.
SERVIZI
Accesso disabili, parcheggio gratuito, parco giochi per i
bambini, porticato, degustazione prodotti.
SERVIZI
TV color-sat, telefono diretto, cassetta di sicurezza,
servizi privati con doccia, e asciugacapelli, ascensore,
centro benessere e ristorante e sdraio.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
Maso alle Rose
89
Veneto
Itinerari più belli d’Italia
90
ITINERARIO
VERONA - VENEZIA
1) Santuario Santa Maria Matricolare
Verona (VR)
Pelegrinus sum... Deus in altum faciat conscendere celi(um)”. Così si firma l’antico architetto
della Cattedrale romanica sull’arco di Castelvecchio. Il nome Pelegrinus, oltre a identificare una
persona, è suggestivo anche per il significato. La
vita è spesso paragonata ad un pellegrinaggio:
dalla Civitas hominis alla Civitas Dei; la peregrinatio vitae riguarda l’intero corso della storia, dal peccato originale al giudizio universale.
Il Pelegrinus, è un po’ in ciascuno di noi, che,
sulla strada verso la Gerusalemme del cielo, si
affida alla misericordia di Dio. Il pellegrino, ma
anche il turista, che da Castel San Pietro ammira
il panorama del centro storico di Verona, è subito attratto dalla compatta massa muraria di
una chiesa coronata di pinnacoli e dalla candida
mole della torre campanaria ad essa annessa. La Cattedrale è fra gli edifici che configurano
inconfondibilmente il paesaggio urbanistico
della città ed è, con la basilica di S. Zeno, l’edificio simbolo della Verona cristiana. In generale, Santa Maria Matricolare, dedicata a S. Maria
Assunta, è composta da diversi edifici: oltre al
duomo, racchiude anche la chiesa di Santa Elena
e il battistero di S. Giovanni in Fonte. La costruzione risale al periodo che va dal VIII al IX secolo d.C., ma diversi studi hanno portato alla luce
un’edificazione precedente attestata intorno al
IV documenti che menzionano la nuova basilica
come “Ecclesia Sanctae Dei Genitricis Mariae” o
“Ecclesia Matricularis” di tale basilica nulla resta se non il sepolcro del fondatore S. Annone,
le iscrizioni sepolcrali dell’arcidiacono e del ve-
Veneto
Itinerari più belli d’Italia
scovo Notkerio e, all’esterno, sotto il portico del
Quattrocento, la trifora realizzata con materiale di
spoglio. Dopo il terremoto del 1117, l’area della
Cattedrale fu interessata da importanti cantieri
di restauro. Il cantiere, rimasto attivo per almeno
un ventennio, avrebbe visto all’opera lo scultore
e architetto Pelegrinus. Se il suo nome lo conosciamo solo dall’iscrizione sull’arco, l’intervento
di Pelegrinus pare essere riscontrabile in tutto
l’edificio, ad eccezione della facciata. Anche se
non tutta la decorazione è omogenea, il progetto segue un preciso programma didascalico: sul
fregio dell’abside è rappresentato il mondo originario della creazione e al di sotto, sui capitelli
e tra le paraste, la creazione coinvolta nella colpa originale, sui displuvi orientali del presbiterio
svettano elementi geometrici e vegetali con rare
immagini antropomorfe e zoomorfe di carattere
terrifico, mentre il fregio esterno della navata sud
narra il regresso dal cosmo al caos. Interessante è
il gruppo di sculture situato al di sopra delle volte
quattrocentesche: il fregio con i vizi capitali, che
coronava la navata centrale e l’annunciazione a
Zaccaria su due bifore nella prima campata. Il protiro della porta sud può essere considerato il più
grande capolavoro di Pelegrinus. Denso è il significato simbolico delle immagini che si riferiscono
al Battesimo e all’Eucarestia. Regalità, giustizia e
fortezza sono espresse dai leoni stilofori. Il leone
alla sommità degli spioventi è emblema di Cristo
vincitore. A cantiere pressochè ultimato, Nicolaus
subentrò a Pelegrinus, che ispirò le sculture della
facciata e il protiro maggiore. La facciata è il frutto
di una sovrapposizione di gotico e romanico, con
un bellissimo portico a due arcate. Nel XV secolo, nel contesto del rinnovamento la Cattedrale,
infatti, subì il sopraelevamento delle navate e la
conseguente copertura con volte a crociera.
91
veneto
Itinerari più belli d’Italia
92
2) Basilica di Sant’Antonio di Padova
Padova (PD)
La Basilica di Sant’Antonio a Padova, conosciuta
dai padovani semplicemente come il Santo, è la
più importante chiesa della città e una delle più
grandi e visitate al mondo. In essa sono custodite le reliquie del Santo cui è intitolata. Ha la
dignità di Basilica papale, una delle uniche 4 appartenenti allo Stato Vaticano che non si trovano
in Roma, ed è quindi soggetta alla sua giurisdizione. L’attuale Basilica è in gran parte il risultato a cui si è giunti attraverso tre ricostruzioni,
succedutesi nell’arco di una settantina d’anni,
dal 1238 al 1310. Ai tempi di sant’Antonio qui
sorgeva la piccola chiesa di Santa Maria Mater
Domini, che successivamente venne inglobata nella Basilica con il nome di Cappella della
Madonna Mora. Accanto ad essa, nel 1229, era
sorto il convento dei frati fondato probabilmente dallo stesso sant’Antonio. Il corpo del Santo,
deceduto nel 1231 all’Arcella, a nord della città,
dove sorgeva un monastero di clarisse, secondo
suo stesso desiderio, venne trasportato e sepolto nella chiesetta di Santa Maria Mater Domini.
Il primo nucleo della Basilica, una chiesa francescana a una sola navata con abside corta, fu
iniziato nel 1238; vennero poi aggiunte le due
navate laterali e alla fine si trasformò il tutto nella stupenda costruzione che oggi possiamo ammirare. L’architettura, pur sempre gotica nell’alzata, si distingue nettamente in due parti: quella
delle navate e quella dell’abside oltre il transetto. L’interno ospita opere d’arte di notevole
rilievo artistico: numerosi monumenti funebri
rIsalenti ai secoli XV e XVII, la Madonna del Pilastro di Stefano da Ferrara sulla prima colonna
della navata, la pala di san Massimiliano Kolbe
dipinta da Pietro Annigoni nel 1981, la Cappella
del Santissimo, la Cappella delle Benedizioni, la
Cappella di San Giacomo, la Cappella del Tesoro
e quella della Madonna Mora. Nel 1263, termi-
veneto
Itinerari più belli d’Italia
nata la seconda fase di costruzione della Basilica, si trasferì la tomba del Santo alla Basilica, sotto l’attuale cupola conica (davanti al
presbiterio). In quell’occasione fu aperta per
la prima volta la bara che conteneva i resti
del Santo. Grande fu la sorpresa nel vedere
ancora incorrotta la sua lingua. Fu allora che
San Bonaventura, con il cuore colmo di ammirazione, pregò ad alta voce: “O lingua benedetta, che hai sempre benedetto il Signore
e dagli altri lo hai fatto sempre benedire: ora
appare manifesto quanti meriti hai acquistato
presso Dio”. Si decise, allora, di conservare a
parte la lingua il mento, l’avambraccio sinistro e qualche altra reliquia minore. Tutto il
resto venne distribuito in tre involti in seta
rosso-cremisi e collocato in una piccola cassa posta a sua volta in una cassa più grande.
Sono passati oltre 770 anni dalla dipartita di
Sant’Antonio e quella lingua costituisce un
miracolo perenne, unico nella storia e carico di significato religioso, quale suggello
dell’opera di rievangelizzazione della società
ad opera del Santo. Nel gennaio del 1981 in
occasione dei 750 anni dalla morte del Santo
venne aperta la tomba di Sant’Antonio, per la
seconda volta nella storia. Lo scheletro del
Santo è stato in seguito ricomposto e posato
in una cassa di cristallo. In essa sono stati collocati due cofanetti in vetro con gli altri resti.
La cassa di cristallo poi è stata rinchiusa in
una bara di rovere e ricollocata nella tomba. Sono invece stati esposti nella Cappella dei
Tesoro: la tonaca del Santo, le due casse in
legno, la cordicella e due sigilli, i tre panni di
seta rosso-cremisi ricomposti in piviale, i due
grandi drappi dorati, la lapide e le monetine.
93
veneto
3) Basilica di San Marco
Venezia (VE)
Itinerari più belli d’Italia
La basilica di San Marco a Venezia è la chiesa
principale della città, cattedrale e sede del Patriarca. È situata nell’omonima Piazza dove si
erge solenne anche il celebre campanile, che
insieme al santuario rappresenta i simboli della
città. La Basilica di San Marco è un monumento
unico per la ricchezza della sua storia, la maestosità della sua facciata e del suo interno, splendido laboratorio in cui hanno operato per secoli
grandi artisti italiani ed europei. La grandezza
di Venezia si è sempre riflessa nell’arricchimento della Basilica: nel corso dei secoli i veneziani hanno arricchito il santuario con manufatti
preziosi e opere di pregio; tutto questo ha aumentato la ricchezza dei contenuti artistici, ico-
94
nografici e religiosi ed ha contribuito a rendere
Venezia straordinaria. La prima Chiesa dedicata
a San Marco fu costruita accanto al Palazzo Ducale nell’828 per ospitare le reliquie di San Marco trafugate, secondo la tradizione, ad Alessandria d’Egitto da due mercanti veneziani. Questa
chiesa sostituì la precedente cappella palatina
dedicata al santo bizantino Teodoro, edificata in
corrispondenza dell’attuale piazzetta dei leoni, a
nord della basilica di San Marco.
La basilica attuale risale ad un’altra ricostruzione
(iniziata dal doge Domenico Contarini nel 1063
e continuata da Domenico Selvo e Vitale Falier)
che ricalcò abbastanza fedelmente le dimensioni e l’impianto dell’edificio precedente. La nuova consacrazione avvenne nel 1094; la leggenda
colloca nello stesso anno il ritrovamento miracoloso in un pilastro della basilica del corpo di San
Marco, che era stato nascosto durante i lavori in
un luogo poi dimenticato. Dall’esterno, diviso
in tre differenti registri — piano inferiore, terrazza, cupole — prevale la larghezza, poiché in
una città come Venezia, che appoggia su un terreno sabbioso, si tendeva a realizzare gli edifici
in larghezza, dal peso più equilibrato. La basilica
è infatti lunga 76,5 metri e larga 62,60 (al transetto), mentre la cupola centrale è alta 43 metri
(28,15 all’interno). La facciata marmorea risale al
XIII secolo. Vi furono inseriti mosaici, bassorilievi
ed una grande quantità di materiale di spoglio
eterogeneo. Ciò diede la caratteristica policromia, che si combina con i complessi effetti di
chiaroscuro dovuti alle multiformi aperture ed al
gioco dei volumi. Le due porte di ingresso alle
estremità vennero realizzate con timpani ad arco
inflesso, di chiara ispirazione araba, forse volute
anche per ricordare Alessandria d’Egitto, dove
era avvenuto il martirio di San Marco. La pianta
veneto
restaurato, conserva alcune parti originali del
XII secolo. All’interno, gli ornamenti dorati delle
arcate fanno risplendere la luce soffusa che entra dall’alto, che sembra dividere il mondo terreno da quello soprannaturale splendente nelle
volte per i suoi dorati mosaici. La splendida decorazione musiva copre un arco di tempo molto
ampio ed è probabilmente dettata da un programma iconografico coerentemente unitario. Il
nucleo centrale, narrante la storia della salvezza
cristiana, spazia dalle profezie messianiche alla
seconda venuta (parusia) di Cristo giudice alla
fine del mondo ed ha i suoi punti focali nelle tre
grandi cupole della navata principale: cupola
del Presbiterio, dell’Ascensione e della Pentecoste. La sua lettura va fatta dal Presbiterio verso la facciata, da est a ovest, seguendo il corso
del sole, al quale è simbolicamente associato
Cristo che è il sole perpetuo per gli uomini.
Itinerari più belli d’Italia
della basilica è a croce greca con cinque cupole
distribuite al centro e lungo gli assi della croce
e raccordate da arconi. Le navate, tre per braccio, sono divise da colonnati che confluiscono
verso i massicci pilastri che sostengono le cupole. Il pavimento ha un rivestimento marmoreo disegnato con moduli geometrici e figure di
animali mediante le tecniche dell’opus sectile e
dell’opus tessellatum; sebbene continuamente
95
veneto
Itinerari più belli d’Italia
96
Agriturismo Rechsteiner
Agriturismo Nonna Maria
Via Montegrappa, 3
31047 S. Nicolò di Ponte di Piave (TV)
Tel: +39 0422.807128 - 0422.752074
E-mail: [email protected]
Sito: www.rechsteiner.it
Via Ivo Lollini, 55
31044 Montebelluna (TV)
Tel: +39 0423.616911
E-mal: [email protected]
Sito: www.nonna-maria.com
A pochi chilometri dalla cittadina di Oderzo, nel cuore
della D.O.C. Piave, si trova la tenuta vinicola Rechsteiner
dei Baroni Von Stepski Doliwa fondata nel lontano 1881.
L’agriturismo è una tipica casa colonica dotata di
tutti i comfort necessari, per offrire al cliente un
piacevole soggiorno di relax, tra il verde dei vigneti e le
meravigliose piante centenarie del parco della storica
villa seicentesca Bonamico- Revedin. Le stanze, dotate di
bagno privato, sono arredate con mobili d’epoca.
Sulle splendide pendici del Montello, nel cuore
della Marca Trevigiana, sorge l’Agriturismo
Nonna Maria, un romantico rustico immerso nella
tranquillità della natura. Qui, distanti dai rumori e
dal caos del traffico, i viaggiatori possono trovare
pace e relax, rigenerarsi con una corsa a cavallo, una
passeggiata o un’escursione in bicicletta, per un
soggiorno di lavoro o di vacanza.
SERVIZI
SERVIZI
Aria condizionata, parcheggio gratuito, animali ammessi (previa richiesta), noleggio biciclette.
Aria condizionata, internet wi-fi, parcheggio gratuito,
ristorante, vendita prodotti tipici, animali ammessi
(previa richiesta).
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
veneto
Corte Tamellini
Via Campiol, 15
37054 Nogara (VR)
Tel. +39 0442.88326 / 339.7046909
E-mail: [email protected]
Sito: www.anatrafelice.it
Località Tamellini, 13
37038 Soave (Vr)
Tel: +39 340.9886489 - 347.2232051
E-mail: [email protected]
Sito: www.cortetamellini.com
Immerso nella pianura padana veronese, l’Anatra Felice
è un agriturismo curato ed accogliente, dove poter
riscoprire i sapori e i valori della campagna, della terra
e dei prodotti che ne derivano. È anche un’affermata
azienda agricola che si dedica quotidianamente
alla coltivazione del riso, una tradizione di famiglia,
tramandata da generazioni: il rispetto per la terra e il
carattere genuino e artigianale della produzione sono
dettati da un’autentica passione e contraddistinguono
questa struttura a conduzione familiare.
In un contesto paesaggistico tuttora integro,
immerso nel verde e poco fuori dalla cinta muraria
della cittadina medioevale di Soave (Vr), si trova
l’agriturismo Corte Tamellini.
Gli edifici, esistenti già nel ‘700, sono stati ristrutturati
integralmente mantenendo inalterata la fisionomia
strutturale originaria di “corte” rurale.
SERVIZI
Aria condizionata, internet wi-fi, grande giardino, altalena,
risaia dietro la struttura, ampio parcheggio gratuito.
SERVIZI
Aria condizionata, riscaldamento, cassaforte, tv, bagno
privato, parcheggio gratuito.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
Anatra Felice
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veneto
Itinerari più belli d’Italia
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La Colombara
All’ombra di S.Giustina
Via S.G. Battista, 29
35035 Lissaro di Mestrino (PD)
Tel: +39 049.9004648
E-mail: [email protected]
Sito: www.agriturismolacolombara.it
Via Cavazzana, 45
35100 Padova
Tel: +39 348.8549363
E-mail: [email protected]
Sito: www.turismopadova.it
Situato a metà strada tra Padova e Vicenza, in un
contesto di aperta campagna, l’agriturismo La Colombara
è avvolto nella pace del paesino di Lissaro ed è l’ideale
per chi cerca un soggiorno rilassante lontano dal caos e
dai ritmi frenetici della vita quotidiana, senza rinunciare
alla facilità di spostamento, grazie alla vicinanza ai grandi
centri urbani veneti. L’agriturismo, immerso nel verde,
offre camere spaziose, accoglienti e finemente arredate,
un ampio cortile con giardino e un rinomato ristorante
dove gustare deliziosi piatti tipici.
Nella magica atmosfera di Prato della Valle, accanto al
Monastero di S.Giustina e con vista del “Santo”, sorge il
B&B di Valentina, Luana e Fabrizia, vicinissimo all’Orto
Botanico, il più antico del mondo, da non perdere per le
numerose varietà di piante e per la pace che si respira.
In posizione ideale per raggiungere comodamente tutte
le bellezze architettoniche della città, il B&B All’ombra di
Santa Giustina è un’accogliente struttura a conduzione
familiare, perfetta per piacevoli soggiorni, tra relax e
cultura.
SERVIZI
SERVIZI
Aria condizionata, parcheggio gratuito, animali ammessi (previa richiesta), ristorante, accesso disabili.
Accesso disabili, animali ammessi (previa richiesta),
aria condizionata, angolo cottura, internet wi-fi.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
veneto
Agriturismo Calcatonega
Piazza Risorgimento, 5
31050 Miane (TV)
Tel: +39 0438.960068
E-mail: [email protected]
Sito: www.ernestinabb.it
Via Calcatonega, 19
35042 Este (PD)
Tel: +39 0429.99163
E-mail: [email protected]
Sito: www.calcatonega.it
Il luogo ideale per un soggiorno all’insegna del riposo
e della tranquillità senza rinunciare al piacere di una
visita alla città più romantica del mondo, Venezia, o alla
perla delle Dolomiti, Cortina. Accogliente e raffinato B&B
con giardino e parcheggio privato ideale per soggiorni
di relax e per piacevoli passeggiate ed escursioni. Le
camere sono confortevoli e arredate con gusto, due
delle quali con ingresso indipendente. La colazione che
troverete sarà abbondante e genuina, ricca di prodotti
tipici delle nostre terre.
L’Agriturismo Calcatonega, immerso nel verde della
campagna ai piedi dei colli Euganei, è un’accogliente
casale ricavato in una corte rurale di fine ‘800, con
ampio giardino circondato da fabbricati e barchesse
sapientemente ristrutturati.
Grazie alla posizione strategica, gli ospiti potranno
effettuare suggestive passeggiate, a piedi e in
bicicletta, in itinerari che attraversano i paesaggi
naturalistici e incontaminati del Parco Colli.
SERVIZI
Parcheggio gratuito. Su richiesta saranno possibili visite ad
alcune cantine con degustazione di vini tipici.
SERVIZI
Accesso disabili, internet wi-fi, parcheggio interno illuminato e gratuito.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
B&B Ernestina
99
DOVE
Hotel Angi
Via Artigianato, 1
30030 Fossò (VE)
Tel: +39 041.4165442
E-mail: [email protected]
Sito: www.angihotel.it
APERTURA
Tutto l’anno, tutti i giorni.
NEI DINTORNI
Ville Venete e la Riviera del Brenta: 5 km
Venezia: 31 km
Mestre e Abano/Montegrotto Terme: 25 km
Padova: 15 km
Vicenza: 49 km
Jesolo Lido: 60 km
Chioggia/Sottomarina: 35 km
Verona: 96 km
Hotel Angi
All’Hotel Angi si sente il cuore vivo della Riviera del
Brenta: hotel a 3 stelle, moderno ed elegante, situato
a Fossò, a pochi minuti dalle superbe ville venete, e
a pochi km da Venezia e da Padova, sarà la base di
partenza perfetta per le vostre vacanze, alla scoperta di
monumenti, chiese e tesori delle sue città.
Hotel boutique, piccolo e intimo, ha uno spirito giovane,
per la sua composizione umana e per la sua natura
architettonica: moda, hobby, eventi culturali e interessi
artistici sono il sale dello scambio quotidiano delle
nostre relazioni professionali e umane, dove si respirano
emozioni dai colori delicati, ed ogni momento conserva il
suo scenario caratteristico.
SERVIZI
Aria condizionata regolabile individualmente,
Tv satellitare e sky gratuito in ogni stanza, radio,
frigobar, cassaforte, set di cortesia, telefono con
linea esterna diretta, connessione wi-fi gratuita.
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
VENETO
DOVE
HOTEL FLORIVANA
Via Semonte, 7
37029 San Pietro in Cariano (VR)
Tel: +39 045.7704190 E-mail: [email protected]
Sito: www.hotelflorivana.it
VENETO
APERTURA
Tutto l’anno, tutti i giorni.
NEI DINTORNI
Verona: 13 km
Lago di Garda: 20 km
SERVIZI
Hotel Florivana
Il nostro albergo è situato in periferia a San Floriano,
una piccola frazione del comune di San Pietro in
Cariano in Valpolicella, in posizione strategica: a due
passi dal centro di Verona, vicino al lago di Garda e
alle terme. Piccola e tranquilla struttura a gestione
familiare, garantisce un ambiente confortevole,
piacevole, ospitale e curato: le nostre stanze sono tutte
vivacemente colorate, comode e pulite. Ai nostri ospiti
offriamo una cucina sana e gustosa con piatti della
tradizione italiana e locale, una colazione saporita ed
abbondante. Il nostro è un piccolo albergo, dove è
possibile soggiornare in un clima tranquillo e familiare,
godere dell’aria fresca delle colline, della sana cucina
del nostro chef e del buon vino.
Il MovePass permette a 2 persone:
Itinerari più belli d’Italia
Tv, climatizzatore, telefono, connessione internet
wi-fi.
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
101
DOVE
BASE HOTEL TO WORK
Via Rialt, 8
30020 Noventa di Piave (VE)
Tel: +39 0421.307390
E-mail: [email protected]
Sito: www.basehotel.it
APERTURA
Tutto l’anno, tutti i giorni.
NEI DINTORNI
Lido di Jesolo: 15 km
Venezia: 25 km
Treviso: 25 km
SERVIZI
Piscina, animali amessi, cucina per celiaci, aria
condizionata, centro benessere.
Base Hotel
Base Hotel To Work è una nuova struttura di 101
camere a Noventa di Piave (VE), esattamente di
fronte al nuovo Veneto Designer Outlet, il più
grande d’europa. La struttura comprende sale
congressi, piscina sul tetto esterna nel periodo
estivo, palestra, garage e un fantastico centro
benessere Orus Evolution SPA di 500 metri quadri
con sauna, bagno turco, grotta di sale, massaggi e
trattamenti estetici.
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
VENETO
DOVE
Hotel Danieli La Castellana
Via Don Angeleri, 19/23
37010 Castelletto di Brenzone (VR)
Tel: +39 045.7430300 E-mail: [email protected]
Sito: www.danielilacastellana.it
VENETO
APERTURA
Tutto l’anno, tutti i giorni.
NEI DINTORNI
Malcesine (funivia rotante del Monte Baldo e
relativi percorsi mountain bike): 10 km
Riva del Garda: 30 km
Verona: 58 km
Mantova: 81 km
TV, telefono, cassaforte.
Hotel Danieli La Castellana
Ricavato da un antico edificio storico risalente
all’epoca medioevale e completamente ristrutturato,
l’Hotel Danieli La Castellana si trova nel centro storico
del paesino di Castelletto del Comune di Brenzone,
affacciato sul Lago di Garda; e proprio di fronte al
caratteristico porticciolo, del quale da alcune delle
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Friuli
Itinerari più belli d’Italia
104
ITINERARIO
TRIESTE - GRADO
1) Cattedrale di San Giusto
Trieste (TS)
La Cattedrale di San Giusto è il principale edificio religioso cattolico della città di Trieste e
sorge sui resti di una basilica paleocristiana a
tre navate, con il presbiterio absidato e il pavimento a mosaico, i cui scarsi resti sono stati poi
incorporati nel pavimento dell’attuale costruzione. Nel corso dei secoli la primitiva basilica
subì numerose e consistenti modifiche fino
alla sua completa distruzione, per motivi ancora ignoti. L’attuale chiesa di San Giusto deriva
dall’unificazione, avvenuta nel XIV secolo, delle
due preesistenti chiese, quella dell’Assunta a si-
nistra e quella di San Giusto a destra. La prima
notizia riguardante la cattedrale risale all’anno
1337, quando il campanile dell’ex chiesa di Santa Maria venne rivestito con uno spesso muro
per poter sostenere il nuovo edificio. I lavori al
campanile si conclusero nel 1343, ma quelli alla
chiesa si protrassero praticamente fino alla fine
del secolo. Il campanile in origine era più elevato, ma nel 1422 venne colpito da un fulmine e
venne ridotto all’altezza attuale. Delle tre navate dell’antica cattedrale rimane oggi soltanto la
centrale, in corrispondenza della quale vi sono
due filari di colonne, mentre del sacello rimane
il mosaico raffigurante il Cristo, San Giusto e San
Servolo e l’abside dedicata a Sant’Apollinare.
L’interno presenta ancora oggi le caratteristi-
Friuli
Itinerari più belli d’Italia
che di una basilica cristiana, a cinque navate. Le
decorazioni interne ed il moderno mosaico della
navata centrale sono di recente fattura. L’edificio
è impreziosito da uno splendido rosone gotico, inserito nella pietra arenaria di cui sono fatti la facciata ed il campanile. Non ci sono molti dati sulla
decorazione interna della chiesa. Nell’anno 1422
l’abside fu affrescata da due noti artisti friulani,
e tale rimase fino ai primi decenni del ventesimo
secolo quando fu abbattuta e ricostruita. L’affresco
con l’Incoronazione della Vergine venne sostituito
con un mosaico che ripropone lo stesso tema. Degli
altri affreschi originali rimangono pochi reperti, il
più importante dei quali è il Ciclo di san Giusto, in
cinque elementi, esposto nella cappella laterale.
Nell’interno sono contenuti molti dei manufatti sacri, fra cui il Tesoro, celato dietro un’enorme grata
di fattura barocca, che contiene tuttora molti oggetti di inestimabile valore, sebbene nel 1984 sia
stato pesantemente saccheggiato. Le due absidi
laterali (corrispondenti a quelle dei due sacelli di
S. Maria e di S. Giusto) sono decorate con magnifici
mosaici, opera di maestranze veneziane e costantinopolitane. L’abside di S. Maria reca una splendida
raffigurazione della Theotokos, seduta su un trono,
su fondo oro, con il Bambino in braccio, affiancata
da due corpulenti angeli. Si tratta di una superba
esecuzione di matrice costantinopolitana della
prima metà del XII secolo, probabilmente eseguita
in parallelo alla schiera degli Apostoli su un prato
idilliaco, posta nell’emiciclo absidale sottostante,
inquadrata in una cornicetta decorata, che invece
spetta, per la morbidezza dei panneggi e le affinità
delle fisionomie di alcune figure con quelle della
Cattedrale Ursiana di Ravenna, a un’équipe di mosaicisti veneziani, gli stessi formatisi nella scuola
delle maestranze bizantine che decorarono la basilica di San Marco nell’ultimo quarto dell’XI secolo.
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Friuli
2) Duomo di Gorizia
Gorizia (GO)
Itinerari più belli d’Italia
Il Duomo dedicato ai Santi Patroni Ilario di Aquileia e Taziano è la principale chiesa di Gorizia,
ed è cattedrale dal 1752. Le sue origini risalgono a tempi remoti: la prima testimonianza che
ne accerta l’esistenza risale al 1296 e la prima
notizia esplicita sulla Chiesa di S. Ellaro (S. Ilario) è contenuta in un documento del 1342.
Alla fine del XIV secolo, per far fronte all’aumento della popolazione, la chiesa fu ampliata
ed il nuovo edifico costruito in stile gotico venne ultimato nel 1525, come anche ricordato da
una pietra angolare di un contrafforte. Alla metà
106
del Quattrocento/inizio Cinquecento risalgono
gli angeli musicanti raffigurati sul soffitto della
Cappella di Sant’Acazio, di particolare bellezza
ed eleganza. La cappella è oggi vestibolo della
sagrestia. La struttura subì ancora molti rimaneggiamenti prima di acquisire la sua forma
attuale. Una fra le più rivoluzionarie fasi di ripristino fu quella tra il 1688 e il 1702 quando
venne abbattuta l’unica navata centrale in stile
gotico. Al suo posto venne costruita una chiesa
a tre navate, in stile barocco, con due gallerie e
matronei ed una ampia tribuna per l’organo e
il coro sopra la porta centrale. L’attuale facciata, invece, venne completata solo nel corso del
XIX secolo in stile neoclassico. Fra le notevoli
opere di interesse storico artistico contenute
al suo interno troviamo anche la pietra tombale
dell’ultimo Conte di Gorizia Leonardo morto a
Lienz nel 1500. L’esterno attuale del Duomo è in
buona parte su progetto di Emilio Karaman, che
si ispirò a Max Fabiani: i lavori si conclusero nel
1924. Il campanile fu costruito nel ‘500, ed era
originariamente ricoperto da una cupola, rimpiazzata appena nel 1865 dall’attuale cuspide
piramidale. Intorno al 1920 la cella campanaria
fu aperta con bifore. La facciata è a capanna, con
uno spezzone di timpano. Il portale centrale è
sormontato da due lesene. Sopra, una mensola
con una statua della Madonna risalente al 1887.
Sulla sommità del tetto spunta una croce a due
bracci, affiancata da due obelischi tronchi. A
fianco del portale centrale, due entrate secondarie. In tutti i casi, i battenti sono in legno, e
ospitano i protomi dei dodici Apostoli, in bronzo. Sul lato meridionale dell’edificio spiccano
un Angelo con cartiglio, del 1471, e una meridiana, scolpita da Giuseppe Barzellini nel 1778;
su quello settentrionale, che dà su via Marconi,
Friuli
Itinerari più belli d’Italia
una lapide ricorda il restauro dell’edificio nel primo dopoguerra.
Una campata ricoperta di stucchi accoglie chi entra nella chiesa; a sinistra si vedono, incisi in oro
su marmo nero, tutti i nomi degli arcivescovi di
Gorizia. Le navate presentano stucchi più semplici della campata. L’ampiezza degli spazi tra le colonne conferisce all’ambiente una luminosità che
contrasta invece con l’oscurità delle parti più antiche (gotiche) della chiesa. Nella navata centrale
trova posto il pulpito: un cronogramma, nascosto
nella scritta “ Largo ILLustrIssIMae nobILItatIs
Dono“ ci informa che risale al 1711, e fu eretto su
volere della nobiltà cittadina. Sul pulpito, rilievi
in marmo raffigurano, tra gli altri, i santi Gregorio,
Agostino, Ambrogio e Girolamo nonché Santa Teresa d’Avila, Santa Maria Maddalena, Sant’Agnese. La cappella del Santissimo, o del Sacramento,
è nota dal 1342, ma subì rifacimenti che rendono
la forma odierna completamente diversa dall’originale: grossomodo risale al 1866.
Si trova in fondo alla navata sinistra, ed è stata per
molti anni una specie di anticamera della Cappella del Tesoro, dalla quale la separava un’inferriata
a difesa del tesoro stesso, e con la quale, essendo
oggi il tesoro conservato altrove, forma un unico spazio. Il soffitto era stato affrescato da Antonio Paroli; i suoi affreschi, dopo varie coperture
e restauri, furono definitivamente cancellati nel
1908. La balaustra è opera di Francesco Bensa.
Sul fondo a destra, un’ala settecentesca che componeva l’altare maggiore, riadoperata da un altro
spazio della chiesa.
Tra le varie pietre tombali, spicca il cenotafio raffigurante Leonardo, ultimo conte di Gorizia che
vi fu posto nel 1497; è opera del lapicida Vito,
probabilmente un goriziano. Le altre lapidi sono
quasi tutte cinquecentesche.
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Friuli
3) Cattedrale di Santa Maria Annunziata
Udine (UD)
Itinerari più belli d’Italia
Per volere del patriarca Bertoldo di AndechsMerania, nel 1236 si iniziò ad edificare l’attuale
cattedrale, allora dedicata a San Odorico e modellata su di una struttura tipicamente francescana. Nel 1257 l’edificio era già adibito al culto.
Nel 1335, il patriarca Bertrando di San Genesio,
fatta ampliare la chiesa e aggiuntavi la cappella
dell’Annunziata, la innalzò al grado di collegiata
e la consacrò con il titolo di Santa Maria Maggiore. I lavori di ampliamento continuarono fino al
1362 e ripresi nel 1368, con gli architetti Federico da Varmo e Pietro Paolo da Venezia.
108
Nel corso dei secoli, il Duomo subì varie modifiche: nel 1383 l’edificio fu allungato, nel 1500
furono costruite le cappelle laterali, nel 1700 la
struttura fu quasi completamente trasformata
ad opera dell’architetto Domenico Rossi.
Un restauro effettuato nel secolo scorso ha voluto ripristinare alcuni aspetti della facciata trecentesca.
Annesso al Duomo vi è il campanile, costruzione
piuttosto tozza poggiante sul preesistente battistero, iniziato nel marzo del 1441 su un progetto di Cristoforo da Milano. Nelle intenzioni iniziali il campanile avrebbe dovuto raggiungere in
altezza il campanile del castello posto su di una
collina, che quindi raggiunge un’altezza molto
elevata; alla sua sommità sarebbe stata collocata una Madonna che, dialogando con l’angelo
posto proprio sulla sommità del campanile del
castello, avrebbe richiamato il tema cristiano
dell’Annunciazione.
Tuttavia, sia per l’arditezza del progetto che soprattutto per la carenza di materiale costruttivo
il progetto fu bloccato ed il campanile assunse
l’attuale forma tozza.
Il campanile ospita alla sua base il Museo del
Duomo, dedicato in gran parte alla figura del
Beato Bertrando di San Genesio. L’interno invece, pur avendo perduto i segni della primitiva architettura, è stato riformato per la munificenza
della famiglia Manin. Predomina, in generale, il
barocco. Le opere d’arte sono numerose e presentano notevole interesse. In sintesi, ricordiamo qui le sculture del Torretti, maestro del Canova, i dipinti del Tiepolo, del Pellegrino da San
Daniele, di Domenico da Tolmezzo, dell’Amalteo
e del Pordenone, nonché i bellissimi stalli in legno scolpito. In un’arca, dietro l’altar maggiore,
sono raccolte le ossa del Beato Bertrando. Friuli
Itinerari più belli d’Italia
Il coro è imponente, come pure maestosi
sono i mausolei della famiglia Manin. Le volte
furono dipinte con ardimentoso disegno dal
francese Dorigny, autore anche delle tele allegoriche ai lati della cappella centrale.
Lungo le navate laterali stanno gli altari, disegnati, ad eccezione di quello delle Reliquie,
dall’architetto Massari.
Molto interessante è il portale maggiore, opera di uno sconosciuto maestro tedesco e risalente risale al secolo XIV.
Le decorazioni in altorilievo raffigurano l’episodio della Redenzione.
È sormontato da un arco a sesto acuto, e coronato da un protiro pensile del 1926. Il tutto
è sormontato da una ghimberga acutissima
nella quale si trova l’aquila patriarcale.
All’interno della Cappella del Santissimo gli
affreschi della parete di fondo sono stati eseguiti dal grande pittore veneziano Giambattista Tiepolo, nel 1726. Raffigurano il Sacrificio
di Isacco sulla sinistra e l’Apparizione dell’Angelo ad Abramo a destra: in alto, sono ripresi
in scorcio gli Angeli Cantori.
La paletta raffigurante la Risurrezione è sempre opera del Tiepolo. Sulle pareti sono appese le antiche portelle dell’organo settentrionale con la Cacciata dei mercati dal Tempio
dipinte da Pomponio Amalteo.
I due organi posizionati ai lati della navata risalgono invece al Cinquecento.
Quello in cornu epistolae (parete nord-ovest)
e quello in cornu evangeli (parete nord-est,
del Nacchini) sono meravigliosi esempi del
Rinascimento veneto. La cantoria porta i dipinti eseguiti da il Pordenone nel 1528 con
storie dei Santi Ermacora e Fortunato, patroni
della città di Udine.
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Friuli
4) Basilica di Santa Maria Assunta
Aquileia (UD)
Itinerari più belli d’Italia
La basilica patriarcale di Santa Maria Assunta è
il principale edificio di culto cristiano aquileiese
edificato nel 313 d.C. dal vescovo Teodoro.
La Basilica, in stile romanico con aggiunte gotiche, è a croce latina, a tre navate, intersecate da
un transetto, con due file di dieci colonne. Dopo
la metà del ‘300 fu sopraelevata e, trasformate
le arcate romaniche in gotiche, alla fine del ‘400
furono eretti in stile rinascimentale la tribuna,
l’altare maggiore e quello del SS. Sacramento.
L’edificio originale era costituito da tre grandi
aule rettangolari poste a ferro di cavallo, dal
battistero e da ambienti di servizio. Le due aule
parallele, teodoriana sud e teodoriana nord, erano mosaicate ed adibite alla celebrazione della
messa e all’insegnamento delle Sacre Scritture:
110
i resti sono ancora visitabili nella navata dell’edificio attuale e sotto le fondamenta del campanile.
La basilica attuale è sostanzialmente quella consacrata nel 1031 dal patriarca Poppone dopo
un radicale restauro del complesso in forme
romaniche con ricche di influenze carolingeottoniane a causa di un terremoto che causò
ingenti danni. Venne poi rimaneggiata nel corso
dei secoli con nuovi restauri. L’ultimo grande intervento risale al Cinquecento, quando artigiani
e carpentieri veneziani furono chiamati a realizzare il grandioso soffitto ligneo. Il vero gioiello
della Basilica è rappresentato dal pavimento a
mosaico risalente al 314 d.C., con una superficie
di 750mq e varie figurazioni con una ricca simbologia.
Nella prima campata compaiono vari ritratti di
donatori e un pannello con la lotta tra il gallo e
Friuli
Itinerari più belli d’Italia
la tartaruga, contesa simbolica tra il bene ed il
male, presente anche nella Cripta degli scavi.
Nella terza campata, dove a suo tempo si trovava l’altare, troviamo la scena allegorica di
Vittoria alata con corona e palma. Il significato è di notevole importanza per la primitiva
chiesa cristiana, che usciva vincitrice e di fatto diventava, dopo l’editto di Costantino, la
principale religione dell’Impero romano.
Infine la quarta campata, che conclude il ciclo
delle raffigurazioni, è costituita da un unico
mirabile tappeto musivo, che rappresenta un
mare pescoso, con la storia di Giona, profeta
ebraico, inviato da Dio per predicare nella città di Ninive in Mesopotamia.
Nella cripta sono individuabili i resti archeologici di quattro edifici che si sono sovrapposti nel corso di tre epoche: età augustea (pavimenti musivi di una casa romana signorile),
II – III secolo (resti murari di magazzini portuali a pianta rettangolare), IV secolo (mosaici e cocciopesto dell’aula teodoriana nord e
resti di mosaico della post-teodoriana nord). Oltre la porta che collegava l’aula trasversale
con l’aula nord di Teodoro si possono ammirare mosaici appartenenti ai resti della basilica
paleocristiana e a case romane precedenti.
Sono particolarmente interessanti alcune figurazioni simboliche, come la scena di lotta
tra il gallo e la tartaruga, simboli rispettivamente della luce e delle tenebre, gli uccelli,
l’asino, il cavallo alato, l’aragosta, le pernici e
l’ariete.
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Friuli
5) Santuario di Barbana
Grado (GO)
Itinerari più belli d’Italia
L’Isola di Barbana è una splendida isoletta situata all’estremità orientale della laguna di Grado,
in provincia di Gorizia, ed ospita uno fra i più
antichi e celebrati Santuari italiani mariani, inglobato in un monastero. Il nome dell’isola probabilmente deriva da un eremita del VI secolo,
Barbano, che vi si era insediato e aveva raccolto
attorno a sè una comunità di monaci.
Infatti, negli anni che vanno dall’inizio del V sec.
alla fine del VI sec. d.C. l’Impero romano crollava
sotto l’urto delle orde barbariche e nel Veneto le lagune diventano grandi città rifugio. Le
cronache raccontano che due trevisani rifugiati
nelle isole di Grado, uno detto Barbano e l’altro
Tarilesso, in seguito a visioni della Madonna che
112
chiedeva un santuario a Lei dedicato, abbiano
fatto pressione al Patriarca Elia di Aquileia perché si potesse erigere il tempio.
Fu così che nel VI secolo venne costruito sull’isola un primitivo sepolcro che secondo la tradizione doveva custodire una statua della Madonna
trasportata in quel luogo dalle acque del mare
dopo una violenta tempesta, ed eretto come ringraziamento per aver salvato la città di Grado. A
lato fu costruito il convento, e ne fu eletto priore
proprio Barbano, che diede così il suo nome all’isola. Ben presto attorno alla miracolosa Madonna sorse una piccola comunità monastica detta
dei ‘Barbaniti’ e il luogo divenne sempre più
isolato per l’estendersi della laguna. Nei secoli,
alterne vicende fecero decadere il santuario diverse volte e altrettante volte venne ricostruito.
Nel 1237, per riconoscenza alla Madonna che
Friuli
Itinerari più belli d’Italia
aveva posto termine a un’epidemia di peste, venne istituito «El perdon de Barbana», che si perpetua fino ai nostri giorni, forse con maggiore fervore: ogni prima domenica di luglio parte da Grado
una grande processione di barche e pescherecci,
con il trasporto sulla ‘Battella’ dell’antica statua
lignea della Madonna degli Angeli dalla Basilica di Grado, a ricordo del voto di scongiura per
la peste. Dal 1600 fino al 1776, anno della soppressione voluta dalla Serenissima Repubblica
Veneta, il santuario venne tenuto dai Francescani.
Venne perciò curato dal clero diocesano di Udine dapprima e poi di Gorizia, con un progressivo
stato di declino fino all’anno 1901, quando con
il rientro definitivo dei frati cominciò una nuova
era di restauri e abbellimenti. Il santuario, come
appare allo stato attuale, risale all’intervento di
restauro del 1926 e vi si può scorgere da lontano l’alto campanile, punto di riferimento della
laguna di Grado. Oggi è abitata stabilmente da
una comunità di Frati Minori Francescani. L’«Isola
della Madonna» non ha comunque mai cessato di
essere punto di riferimento per i marinai e tutta
la gente dell’entroterra triveneto, coinvolgendo
anche la popolazione austriaca e il popolo sloveno-istriano, che ben conoscono e frequentano il
santuario. Grandi pellegrinaggi e visite quotidiane di persone provenienti da tutta Italia e dall’estero fanno ammontare a molte migliaia l’anno le
presenze di fedeli al Santuario e al convento. Alla
Madonna vengono attribuiti numerosi fatti miracolosi riguardanti salvataggi in mare e in laguna e
voti contro la peste di numerosi paesi del Friuli e
della Slovenia.
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Itinerari più belli d’Italia
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Liguria
Itinerari più belli d’Italia
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ITINERARIO
ALBENGA - ALASSIO
1) Nostra Signora di Pontelungo
Albenga (SV)
Il santuario di Nostra Signora di Pontelungo è un
antico santuario mariano del comune ligure di
Albenga, in provincia di Savona.
Nei pressi della costruzione sono presenti i resti
di un antico ponte di epoca romana a dieci arcate, Pontelungo, che anticamente permetteva
l’attraversamento del torrente Arroscia, dal quale il santuario prende il nome.
Ad oggi dell’antico reperto romano rimangono
visibili parte della pavimentazione stradale e
alcune tracce delle arcate. Alcuni fonti storiche
locali attestano che a realizzare il nucleo del
santuario fu una primitiva comunità cristiana,
che si occupò di costruire un ospizio per il riposo
di pellegrini e viandanti, e una cappella officiata
dai monaci Benedettini, del monastero dell’isola
Gallinara. Proprio la vicinanza con l’attraversamento romano fece sì che tale cappella assunse l’antica denominazione de Ecclesia Sanctae
Mariae Pontis Arosciae, chiesa di Santa Maria in
capo al ponte sull’Arroscia. Intorno al 1250 l’ospizio, grazie alle numerose donazioni-lasciti di
famiglie nobili e all’opera dei monaci, fu ingrandito e trasformato in un ospedale; nello stesso
periodo l’edificio religioso assunse l’attuale denominazione di chiesa di Pontelungo. Nel 1330
entrambe le strutture divennero proprietà della
locale diocesi di Albenga e sarà nel 1500 che
l’ospedale viene definitivamente chiuso. Nel
1502 viene donato da Genova, nelle mani del
commendatore Gian Battista Campofregoso, il
trittico raffigurante la Madonna col Bambino e i
santi Giovanni Battista e Sisto papa del pittore
Giovanni Barbagelata. Nel 1715, grazie alla donazione degli abitanti e del municipio albenganese, vengono commissionati i lavori per la nuova chiesa che nel 1722 fu completata. In seguito
verranno effettuati altre aggiunte e modifiche al
coro, al presbiterio e alle cappelle laterali. Dal
1886 il santuario, divenuto in seguito diocesano, è gestito dai frati Francescani dell’Immacolata. La Festa della Madonna di Pontelungo si
celebra annualmente il 2 Luglio, in ricordo della
Liguria
Itinerari più belli d’Italia
leggenda saracena che trae origine da un vero
e documentato fatto storico avvenuto il 2 luglio del 1637. In tale ricorrenza infatti, mentre
gli abitanti di Albenga si trovavano impegnati
nelle celebrazioni religiose, la vicina Ceriale
venne assaltata da pirati Saraceni: l’attacco si
concluse con l’uccisione di trenta persone e il
rapimento di quasi trecento persone. Dopo la
devastazione di Ceriale i pirati si incamminarono verso Albenga, con l’ovvia intenzione di
ripetere il massacro ma, come racconta la leggenda popolare, essi furono abbagliati da uno
strano splendore proveniente dal santuario.
Fu così che i Saraceni, spaventati, demorsero
dall’impresa tornando alle loro navi.
All’interno del santuario è conservato un trittico del pittore Giovanni Barbagelata donato
da Genova a Gian Battista Campofregoso. Tale
dipinto ritrae la Madonna con il Bambino Gesù
tenuto sulle ginocchia, con una colomba simbolo di pace, mentre nella mano della Vergine
viene rappresentato il frutto di un melograno
che rappresenterebbe l’abbondanza di grazie
dalla Madonna riversate agli uomini.
117
Liguria
Itinerari più belli d’Italia
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2) Cattedrale di San Michele Arcangelo
Albenga (SV)
La cattedrale di San Michele Arcangelo è situata
nel centro storico della città medievale di Albenga, in provincia di Savona.
La fondazione del primitivo edificio di culto è
risalente alla ricostruzione della città, avvenuta
per opera di Costanzo tra la fine del IV secolo e
l’inizio del V secolo, al centro della città romana
(I secolo a.C.) e sorge sul sito con le esatte dimensioni di quella paleocristiana.
Una tradizione racconta che per la via che da Albenga portava ad Alassio si trovasse un serpente che uccideva inevitabilmente ogni passante.
La popolazione si raccolse in processione per
pregare San Michele Arcangelo affinchè lo uccidesse e si narra che durante la notte un forte
bagliore illuminò il cielo dirigendosi verso un
punto della strada; la popolazione accorse in
fretta, trovando il serpente ucciso.
La cattedrale si presenta oggi divisa in tre navate da colonne e pilastri originari sorreggenti
archi ogivali ricostruiti. Alterato nel 1582 con
il rialzamento del pavimento, fu poi riportato
al livello e alle linee medievali nel 1964-67. Il
restauro rese possile la scoperta delle primitive
fasi e dei pavimenti sovrapposti del IV, del V e
dell’VII secolo, conservati ancora sotto l’attuale.
Vennero ritrovati anche i resti dell’abside altomedioevale e della cripta carolingia, oggi in parte visibili sotto il presbiterio.
Le varie fasi strutturali che si susseguirono nei
secoli sono ben visibili nell’esterna facciata che
rispecchia la fusione di caratteri romanici e gotici, con un notevole rosone e una decorazione ad
archetti pensili. La zona centrale inferiore è da
attribuire al XI secolo: la chiesa era ridotta, forse fin dal secolo VIII, alla sola navata mediana.
Essa aveva il campanile esterno e un nartece a
tre fornici di cui rimane traccia nei due archi in
mattoni oggi chiusi, e le sculture in forma di semipilastro murate sull’alto, notevole esempio di
arte romanica (inizio XII sec.). L’attiguo campanile è stato ricostruito tra il 1391 e il 1395 dall’architetto-canonico di Albenga Serafino Mignano
Liguria
Itinerari più belli d’Italia
con la collaborazione dei capimastri Oberto e
Tommaso Caressia.
Considerato il più insigne esempio di epoca
tardo gotica, è sviluppato su cinque ordini di
bifore e trifore culminante con una cuspide
poligonale con pinnacoli ai quattro spigoli e
piastrelle in maiolica bianche, verdi e rosse.
Gli affreschi della volta sono opera dei pittori
Maurizio e Tommaso Carrega, del XIX secolo e
restaurati nel corso del 1999-2000, di Raffaele Resio e di Sante Bertelli.
All’interno della cattedrale sono conservate
pregiate opere scultoree e pittoriche.
L’altare maggiore racchiude un paliotto cinquecentesco ritraente i Santi Verano (le cui
spoglie sono conservate all’interno della
chiesa), Michele Arcangelo e Giovanni Battista. Nella navata destra è presente un’edicola
del 1456 con l’affresco ritraente Santa Chiara e due offerenti, la Crocifissione con i Santi
Antonio abate e Giovanni Evangelista e il vescovo committente del 1528 del pittore detto
il Pancalino.Nell’abside laterale destra si è
mantenuto uno degli altari marmorei barocchi, con un’interessante tavola della fine del
XV secolo raffigurante la Pentecoste; nell’abside centrale sono raffigurati cicli di affreschi
della seconda metà del Quattrocento.
Nella cappella absidale di sinistra sono conservati i resti del pavimento di età carolingia e
dell’altare romanico. Altri dipinti sono le due
tavole del pittore Luca Baudo, Sant’Eligio e
Sant’Ampelio della fine del XV secolo, il Miracolo di San Verano di Giovanni Lanfranco e
la Madonna col Bambino e santi di Orazio De
Ferrari; quest’ultimi dipinti non sono esposti
al pubblico per motivi di sicurezza.
119
Liguria
3) Santuario Nostra Signora Del Deserto
Millesimo (SV)
Itinerari più belli d’Italia
Il Santuario si trova a 6 km da Millesimo, in provincia di Savona. Situato in mezzo ai boschi, su
un grande spiazzo sostenuto da grossi bastioni,
è uno dei primi Santuari della Liguria e il secondo della diocesi di Mondovì.
In questa valle già chiamata del Deserto nel
1500, si trovavano solamente boschi di castagno, unica risorsa del luogo fino al 1950 circa.
Erano presenti anche degli essiccatoi, ovvero
delle piccole case in muratura con all’interno
una grata sul quale venivano appoggiate le ca-
120
stagne che si facevano seccare. Proprio su uno
di questi essiccatoi, di cui è testimonianza della reale esistenza una parte del muro interno
del Santuario, dietro l’altar maggiore, era stata
dipinta da uno sconosciuto, la Madonna con il
Bambino seduta su di un trono.
La costruzione del Santuario è legata ad un fatto prodigioso: nel 1725, la tradizione popolare
vuole che la Madonna del Deserto abbia compiuto, tra gli altri, un importante miracolo.
Si racconta che, per uno dei sentieri che collega
la Liguria con il basso Piemonte, camminava una
donna con suo figlio cieco dalla nascita. Quella
madre da Finale Ligure (SV) doveva raggiunge-
Liguria
celebrò la Prima Messa alla quale partecipò
una folla di 5.000 persone.
La chiesetta venne danneggiata per ben due
volte durante l’epoca napoleonica distruggendo
ogni documento storico e incendiando quadri e
altri oggetti di pietà e di valore. Fortunatamente
la chiesa si salvò e venne restaurata nelle parti
rovinate. Il tempio attuale, che prese il nome di
Nostra Signora del Deserto, fu ricostruito negli
anni 1872-78 per la mancanza di spazio dovuta
alla molteplice folla di persone che giungevano
al Santuario. Il Santuario, a forma di croce greca,
presenta una grande cupola rotonda bianca alta
53 metri che spicca nel verde intenso di boschi
e brughiere, con una navata centrale dove sono
disposti otto piloni ad esagono, ai lati due cappelle. È stato terminato, ma non finito secondo
il disegno del geometra Bertero di Carmagnola, nel 1878 grazie al lavoro di tutti i fedeli che
giungevano qui al Deserto. Dal 1946 al 1952 il
Canonico don Ruffino fece dipingere l’abside dal
Maestro Adalberto Migliorati, seguito, dopo la
sua morte (1952), da due suoi allievi, i maestri
Bruschetti e Belletti, che terminarono la cupola
e il cupolino.
Itinerari più belli d’Italia
re la città di Ceva (CN), dove operava un medico
specializzato nella cura della cecità. Alla sera,
giunta presso la Madonna del Garbazzo o delle
tre fonti, e avendo trovato un essiccatoio dove
poter dormire, iniziò a pregare davanti alla sacra effigie della Vergine dipinta proprio in quel
casolare, forse chiedendo aiuto per il lungo cammino che doveva ancora compiere e forse per
ottenere la grazia della guarigione. La mattina
seguente la donna pregò ancora la Madonna del
Deserto e, ripartendo, il figlio esclamò: «Mamma come sei bella!». Ecco il grande miracolo. Si
cominciò allora, da ogni luogo, a raggiungere la
Madonna del Deserto che ha compiuto e compie
ancora ora miracoli e grazie.
Attorno all’immagine, che risale al 1618, fu poi
costruita una Chiesa: nel settembre 1726 venne
dato dal Vescovo di Alba, diocesi che comprendeva la Valle del Deserto, il permesso per la
costruzione della prima chiesa cui è stato dato
il titolo di Ss. Nome Di Maria. Nell’inverno tra il
1726 e il 1727, la chiesetta venne costruita e
finita dai fedeli delle zone vicine che lavorarono instancabilmente. Il 22 maggio 1727, lunedì
dopo Pentecoste, la chiesa venne benedetta e si
121
Liguria
4) Santuario di Nostra Signora della Guardia
Alassio (SV)
Itinerari più belli d’Italia
Il santuario di Nostra Signora della Guardia è un
antico santuario mariano del comune ligure di
Alassio. L’edificio religioso è situato sulla vetta
più alta del crinale del monte Tirasso a 586 metri s.l.m. in posizione dominante sulla cittadina
alassina e sul suo golfo.
Il santuario fa parte della diocesi di Albenga-Imperia. Una tradizione riporta che presso l’antico
e preesistente castello-torre difensiva medioevale costruita nell’Alto Medioevo dal Comune di
Albenga per la difesa delle sottostanti vallate,
nel luogo dove oggi sorge l’attuale il santuario
di Nostra Signora della Guardia, fu eretta una
piccola e antica cappella.
Il Santuario è sorto per volere dei marinai e
dagli abitanti stessi di Alassio, che guidati dalla comunità di Benedettini presenti sul posto,
122
edificarono l’edificio a cavallo tra il XII ed il XIII
secolo, consacrandolo alla Stella Maris.
Il successivo appellativo verso la Madonna della
Guardia è dovuto alla presenza del castello romano costruito, appunto, a guardia del golfo di
Alassio. Numerosi pellegrinaggi l’interessarono nel
corso dei secoli, sia dalla Riviera sia dai villaggi delle valli adiacenti quali Merula, Arroscia,
Lerrone: nel XVII secolo fu deciso di ampliare
l’antico sacello per accogliere tutti i fedeli. Nella
costruzione furono in parte impiegate le stesse
pietre dell’antica torre di guardia.
Altri ampliamenti vengono eseguiti tra il 1855
e il 1898 dai successivi parroci di Alassio e altri interventi si susseguiranno nel decennio tra
il 1950 e il 1960 fortemente voluti dal rettore
monsignor Innocente De Ferrari che considerava il Santuario della Guardia il “polmone spirituale” della chiesa locale.
Liguria
Itinerari più belli d’Italia
Sarà in quest’ultimo restauro che verranno
cancellati i resti dell’antico castrum romano,
ancora ben visibili in fotografie del 1915. La
struttura architettonica risulta divisa al suo
interno in tre navate con pilastri laterali.
Sono esposti alcuni ex voto donati dai fedeli,
secondo la credenza religiosa, per grazie ricevute e la maggior parte di essi sono ispirate a
vicende legate alla vita marinara.
Durante l’ampliamento del Settecento furono
donate da Marcellino Brea e Giovanni Battista
Rossano - massari e notai alassini - diverse
statue raffiguranti la Vergine Maria e angeli, nonché un’immagine ritraente Gesù che
ascende al cielo.
All’interno della cappella della navata di
sinistra è presente un gruppo ligneo che richiama l’apparizione della Madonna della
Guardia avvenuta nel 1490 presso il monte
Figogna tra Genova e Ceranesi. La volta della
navata centrale è stata affrescata dal pittore
Virginio Grana di Genova tra il 1859 e il 1860. La devozione alla Madonna della Guardia ha
infatti inizio alla fine del XV secolo, a seguito
della presunta apparizione a Benedetto Pareto (1490). Il primo resoconto del miracolo
risale al 1530, e narra la storia di Benedetto
Pareto, intento al lavoro sul Monte Figogna,
che ebbe la visione di una Signora maestosa,
dal viso bellissimo, i modi dolcissimi e l’aspetto splendido. Ella disse essere la Regina
del Cielo, e precisando, per rassicurarlo, di
essere Maria la Madre di Gesù.
Gli indicò allora il punto del monte sul quale
volle fosse costruita una cappella a Lei dedicata.
123
liguria
Itinerari più belli d’Italia
124
B&B Porta del mare
Aquilia Hotel
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16156 Genova (GE)
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Sito: www.portadelmare.com
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17053 Laigueglia (SV)
Tel: +39 0182.690040
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Sito: www.hotelaquilia.com
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SERVIZI
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condizionata, animali ammessi (previa richiesta).
Il MovePass permette a 2 persone:
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•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
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Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
liguria
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17021 Alassio (SV)
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18011 Castellaro (IM)
Tel: + 39 0184.054100
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Itinerari più belli d’Italia
Hotel Mignon
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Emilia romagna
Itinerari più belli d’Italia
126
ITINERARIO
MODENA - RAVENNA
1) Duomo di Modena
Modena (MO)
Il Duomo di Modena è tra i maggiori monumenti
della cultura romanica in Europa, riconosciuto
nel 1997 dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità, assieme alla sua torre Ghirlandina e all’adiacente Piazza Grande. Il Duomo
fu fondato il 9 giugno del 1099 per iniziativa
delle varie classi sociali cittadine, come affermazione dei valori civici, culturali e religiosi
della nascente Comunità.
Dedicato a S. Maria Assunta, custodisce le spoglie di S. Geminiano, Vescovo e patrono di Modena morto nel 397. L’architetto Lanfranco e lo
scultore Wiligelmo realizzarono la cattedrale in
una sintesi fra la cultura antica e la nuova arte
lombarda, creando un modello fondamentale
per la civiltà romanica. Dalla fine del 1100 sino
al Trecento il cantiere fu proseguito dai Maestri
Campionesi, scultori e architetti lombardi provenienti da Campione. Nella cripta del duomo si
trovano le reliquie del santo:
il sarcofago, custodito entro una teca di cristallo,
Emilia Romagna
modenesi ed un notevole crocifisso ligneo dorato del XIII secolo.
Subito dopo l’ingresso nella navata settentrionale si erge a grandezza naturale e con le vesti
e le insegne vescovili la statua lignea di San Geminiano, forse del XIV secolo, opera di un ignoto
scultore. All’inizio del presbiterio troviamo invece la statua di Agostino di Duccio che rappresenta il miracolo del Santo patrono che salva un
bambino caduto dalla Ghirlandina acciuffandolo
per i capelli (1442 circa).
La cripta è una vera e propria chiesa sotterranea
a nove navate, cui si accede dalla navata centrale del Duomo scendendo alcuni gradini.
Itinerari più belli d’Italia
viene aperto ogni anno in occasione della festa
del santo stesso (31 gennaio) e le spoglie, rivestite degli abiti vescovili con accanto il pastorale, vengono esposte alla devozione dei fedeli.
La chiesa è a tre navate prive di transetto con
un presbiterio in posizione sopraelevata, che
suggerisce la presenza della cripta. La copertura
era anticamente a capriate lignee e venne sostituita con volte a crociera a sesto acuto soltanto
durante il XV secolo. Le sculture del Duomo di
Modena sono parte integrante del complesso
monumentale e costituiscono la più importante
testimonianza del rinascere dell’arte scultorea
su scala monumentale in Italia, punto di partenza per i successivi sviluppi artistici nel NordItalia e oltre.
I rilievi di Wiligelmo ne fanno il caposcuola della
scultura romanica in Italia: gran parte della facciata è infatti dominata dalla decorazione marmorea plastica a lui riconducibile.
In particolare, quattro grandi rilievi, da sinistra
a destra, raffigurano le Storie della Genesi: dalla Creazione dell’uomo, della donna e peccato
originale, alla Cacciata dal Paradiso Terrestre, il
Sacrificio di Caino e Abele, uccisione di Abele e
rimprovero divino, e infine l’Uccisione di Caino,
l’arca del diluvio, l’uscita di Noè dall’arca. Anche
la decorazione del portale centrale è di Wiligelmo. Tra le raffigurazioni c’è quella di un tralcio di
vite abitato che si sviluppa sugli stipiti, sull’architrave e sull’archivolto a simboleggiare che il
fedele sta entrando nella “vigna del Signore”,
cioè nella redenzione.
L’interno del Duomo è in mattoni rossi, suggestivo nella sua semplice austerità, e conserva varie
opere d’arte: il pontile decorato dei Campionesi,
Il pulpito centrale di Enrico da Campione (1322)
ornato di statuine in terracotta opera di plastici
127
Emilia Romagna
Itinerari più belli d’Italia
128
2) Basilica di San Petronio
Bologna (BO)
La basilica di San Petronio è la chiesa più famosa e maestosa di Bologna: domina l’antistante
Piazza Maggiore, ed è la sesta chiesa più grande
d’Europa (132 metri di lunghezza e 66 di larghezza, con un’altezza della volta di 45 metri,
mentre sulla facciata tocca i 51 metri).
Dedicata a Petronio, il santo patrono della città,
la sua fondazione risale al 7 giugno 1390. Terminata nel 1659, pur non essendo ancora del tutto
compiuta la facciata. rappresenta l’ultima grande opera gotica d’Italia.
La facciata incompiuta di San Petronio misura
60x51 metri, ed è divisa in due fasce orizzontali:
quella inferiore, rivestita di pietra d’Istria e marmo rosso di Verona, e quella superiore, con materiale laterizio a vista e dal profilo sfaccettato,
che avrebbe dovuto consentire l’ancoraggio del
rivestimento decorativo.
Nella parte inferiore si aprono tre portali: quello centrale è opera dello scultore Jacopo della
Quercia che scolpì le formelle a bassorilievo raffiguranti Storie della Genesi, l’architrave istoriato con Scene del Nuovo Testamento e il gruppo
a tutto tondo della lunetta con una Madonna col
Bambino e i santi Petronio e Ambrogio (Michelangelo la definì “la più bella Madonna del Quattrocento”). All’altezza dell’undicesima cappella
di destra si innalza il campanile di Giovanni da
Brensa (1481-1495), alto 65 metri. Nella torre
campanaria è installato un concerto di 4 campane risalente al XV secolo, di diversi anni e fonditori. Le campane sono suonate manualmente
dalle associazioni campanarie cittadine, secondo l’antica tecnica tradizionale bolognese, nata
probabilmente nel campanile stesso. Una delle
Emilia Romagna
Itinerari più belli d’Italia
quattro campane (la “mezzanella”) è detta “la scolara”,
perché scandiva l’inizio delle lezioni universitarie all’Archiginnasio. L’interno della basilica si presenta maestoso con le sue tre ampie navate corredate di profonde
cappelle, in uno splendido gioco di colori degli intonaci
e delle vetrate policrome. Sul pavimento della chiesa è
possibile ammirare la linea meridiana tracciata nel 1655
su progetto dell’astronomo Giovanni Domenico Cassini:
le sue misure ne fanno la più grande meridiana al mondo
in cui l’ora, per esempio mezzogiorno, è segnata non da
una linea d’ombra, ma da un cono di luce che disegna
sull’impiantito l’immagine del sole (lunghezza m. 67,72;
foro di luce a m. 27 dal suolo, distanza fra i solstizi m.
56). Ai due lati dell’altare maggiore, sopra delle apposite
cantorie, si trovano i due organi a canne della basilica,
tra i più antichi in Italia. Quello situato sulla cantoria in
cornu Epistualae, sul lato destro del presbiterio, venne
costruito tra il 1471 e il 1745 da Lorenzo di Giacomo da
Prato è il più antico fra i grandi organi giunti fino a noi ed
è il primo a registri indipendenti. La Basilica di S.Petronio
custodisce inoltre uno dei simboli della fede cristiana a
Bologna: le storiche “Quattro Croci” che secondo una
verosimile tradizione, furono poste su antiche colonne
di epoca romana, da S.Ambrogio e/o S.Petronio fra il IV
e il V secolo, appena fuori dalle porte della I° cerchia di
mura di selenite, a spirituale difesa della Città.
Le Croci, in seguito racchiuse in piccole cappelle per oltre 1300 anni e venerate da generazioni di bolognesi,
furono trasferite nel 1798, all’interno della Basilica lungo le pareti delle navate laterali, rispettando l’originaria
collocazione che avevano nel piccolo tessuto urbano
della città per essere ancora oggetto di culto. Entrando
in Basilica, a sinistra, la prima è la Croce dei Santi Apostoli ed Evangelisti, quella di fronte è la Croce dei santi
Martiri. In corrispondenza dell’Altare Maggiore si trovano la Croce delle sante Vergini e di fronte la Croce di
tutti i Santi.
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Emilia Romagna
Itinerari più belli d’Italia
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3) Abbazia di Pomposa
Codigoro (FE)
L’Abbazia di Pomposa situata nel comune di Codigoro in provincia di Ferrara risale al IX secolo
ed è una delle più importanti di tutto il Nord Italia. L’insula Pomposiana era in origine circondata dalle acque del Po di Goro e di Volano e del
mare. Si hanno notizie di un’abbazia benedettina a partire dal IX secolo, ma l’insediamento
della prima comunità monastica risale al VI-VII
secolo, fondato in epoca longobarda dai monaci
di San Colombano che vi eressero una cappella.
L’abbazia che noi oggi ammiriamo venne consacrata nel 1026: al magister Mazulo, ricordato
dalla piccola lapide a destra delle arcate, si deve
l’attuale configurazione della chiesa, ampliata
rispetto all’iniziale impianto e dotata dell’atrio
dalla volumetria essenziale, ma ricamato da bacini di ceramica, da sculture a fasce di cotto in
cui animali e figure simboliche si intrecciano con
tralci vegetali: decorazioni raffinate ed enigmatiche, un tempo dipinte, che importano in area
padana modi tipicamente orientali.
Il complesso pomposiano è costituito oggi dalla
chiesa abbaziale di Santa Maria con campanile, la sala capitolare, il refettorio, la cosiddetta
“sala delle Stilate” e il dormitorio (oggi Museo
Pomposiano) che descrivono l’ambito del chiostro, mancante del lato ovest; comprende inoltre
il palazzo della Ragione e il recinto del cimitero
dei frati situato a nord della chiesa.
L’abbazia ebbe una grande importanza per la
conservazione e la diffusione della cultura durante il Medioevo grazie ai monaci amanuensi
che vi risiedevano: fu frequentata da numerose personalità illustri, tra cui spiccano San Pier
Damiani e Guido d’Arezzo il quale sembra abbia
elaborato proprio qui il suo metodo di scrittura
delle note musicali. L’interno della chiesa è a tre
navate, divise da colonne romane e bizantine. Il
prezioso pavimento di marmo in opus sectile risale a varie epoche (dal VI al XII sec.); sulle pareti
affreschi trecenteschi di scuola bolognese, con
storie dell’Antico Testamento, del Nuovo Testamento, dell’Apocalisse e, sulla controfacciata,
Emilia Romagna
Itinerari più belli d’Italia
una rappresentazione del Giudizio Universale.
Nell’abside possiamo ammirare gli affreschi
di Vitale da Bologna, raffiguranti Cristo con
angeli e santi, Evangelisti, dottori e storie di
Sant’Eustachio.
Al XII secolo appartiene il completamento
del celebre pavimento in mosaico e tarsia
marmorea suddiviso in quattro diversi settori figurativi, mentre della fase precedente
(VIII secolo circa) è l’impianto architettonico
generale di ispirazione ravennate con abside
poligonale all’esterno; denota infine il periodo di costruzione anche l’ampio uso nella
chiesa di elementi decorativi e strutturali di
spoglio di provenienza ravennate, soprattutto
capitelli, pulvini, colonne e basi.
La stessa caratteristica, accompagnata da
una minuta decorazione in cotto e bacini di
ceramica, compare nel campanile prototipo
dell’architettura romanico-padana, edificato
ad opera del maestro Deusdedit (1063).
Procedendo dalla base verso la sommità del
campanile le finestre aumentano di numero e
diventano più ampie seguendo una tendenza
classica di quel periodo, che serviva ad alleggerire il peso della torre e a propagare meglio
il suono delle campane.
L’atrio e il campanile che domina con la sua
altezza e la terminazione conica la piatta
campagna circostante, sono il simbolo del
momento di massima fortuna del convento
pomposiano: gli affreschi all’interno della
chiesa, del refettorio, del capitolo sono invece viva testimonianza di un fugace momento
di ripresa spirituale.
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Emilia Romagna
Itinerari più belli d’Italia
132
4) Basilica di San Vitale
Ravenna (RA)
Ravenna è la città del mosaico, riconosciuta
patrimonio mondiale dall’UNESCO e la basilica di San Vitale appare come un vero e proprio
prodigio di sapienza tecnica, di audacia nelle
forme strutturali e di esaltante splendore degli
elementi decorativi. Rappresenta un esempio
eccezionale di meravigliosa conservazione di
mosaici, contribuendo alla ricchezza del patrimonio dei mosaici della città di valore mondiale. La costruzione della basilica fu iniziata su
ordine del vescovo Ecclesio nel 525, completata
grazie ai finanziamenti di Giuliano Argentario,
ricco banchiere ravennate che oggi è raffigurato
nei mosaici dell’abside nel corteo di dignitari di
Giustiniano, tra l’Imperatore e il vescovo, e consacrata poi nel 547 dall’arcivescovo Massimiano,
quando Ravenna era ormai da sette anni sotto il
dominio bizantino. L’architettura di questa basilica è il risultato straordinario di esecuzione di
maestranze locali con elementi greco-orientali,
forse bizantini. La chiesa segna un distacco dalle tipiche basiliche longitudinali di Ravenna e
presenta una pianta a base centrale (ottagonale)
con cupola inglobata, mentre all’esterno si presenta in laterizio. La pianta è ottagonale: nella
simbologia cristiana l’otto è simbolo di Resurrezione. Tutto, già straordinariamente mosso e
leggero per il ripetersi degli archi, contribuisce
ad alleggerire il peso delle masse strutturali. Oltre ai celeberrimi mosaici, completano la decorazione interna i marmi policromi, gli stucchi e
le balaustre del matroneo, traforate finemente.
Grande protagonista è la luce, che penetrando
da diverse angolazioni determina un gioco luministico imprevedibile, un effetto di sfavillìo che
Emilia Romagna
Itinerari più belli d’Italia
sembra annullare il peso della costruzione in una
dimensione quasi soprannaturale. I mosaici di
San Vitale sono di epoche diverse ma complessivamente appartengono al VI sec. Attualmente
decorano le pareti del presbiterio, dell’abside e
del relativo catino, mentre lo zoccolo dell’abside
e parte del pavimento sono rivestiti con marmi
colorati. Alcune parti del pavimento conservano il mosaico pavimentale. Il punto focale della
decorazione musiva è situato nella zona presbiteriale. Sull’estradosso dell’arco absidale due
angeli in volo reggono un disco incandescente,
ai lati sono rappresentate le Gerusalemme e
Betlemme celesti. Sul catino è il Cristo Pantocrator, con il rotolo della Legge nella mano sinistra
affiancato da due angeli, dal protovescovo di
Ravenna Ecclesio e da San Vitale, che si credeva
morto e sepolto a Ravenna (invece era morto a
Bologna nel 393). Ai lati del presbiterio si aprono due coppie di trifore, su ciascuna delle quali
le quali una lunetta ospita mosaici con i sacrifici
di Abele e Melchisedec (a destra) e una scena
che rappresenta l’Ospitalità di Isacco ai tre angeli e il Sacrificio di Isacco (a sinistra). Le lunette
sono sormontate ciascuna da una nuova rappresentazione di due angeli in volo che reggono un
clipeo con il Monogramma cristologico, e nei
pennacchi esterni alle lunette sono le immagini
di Geremia e Mosè (a destra). Nell’ordine superiore si apre da ciascun lato una nuova trifora più
stretta, con i simboli degli Evangelisti (Matteo e
Marco a destra, Giovanni e Luca a sinistra). Nelle pareti ai laterali dell’abside si trovano i due
mosaici con il Corteo di Giustiniano e il Corteo
di Teodora. Le figure sono ritratte frontalmente,
secondo una rigida gerarchia di corte. Accanto a
Giustiniano è presente il vescovo Massimiano,
l’unico segnato da iscrizione, per cui può dar-
si che fosse anche il sovrintendente dei lavori,
dopo essere stato nominato primo arcivescovo
di Ravenna. Il resto della decorazione a mosaico
è campita da elementi floreali e motivi che nel
mosaico romano di epoca classica erano molto
amati grazie alla facilità di resa della plasticità
delle forme e del senso di eleganza che suscitano i fiori e le piante.
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Emilia Romagna
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Albergo delle Terme
Agriturismo La Stadira
viale delle Terme 1113
40024 Castel S.Pietro Terme (BO)
Tel. +39 051.941140
E-mail: [email protected]
Sito: www.albergodelleterme.com
Via Acqua Fredda, 17
40050 Monteveglio (BO)
Tel: +39 051.831429
E-mail: [email protected]
Sito: www.agriturismolastadira.it
L’Albergo delle Terme è una grande struttura che
da oltre trent’anni opera nel settore alberghiero.
Situato al centro di un bellissimo parco, l’Albergo
delle Terme è l’ideale per chi cerca un periodo di
relax in mezzo al verde, coadiuvato da cure termali
del rinomato centro di Castel San Pietro. Inoltre
la struttura presenta a pochi metri di distanza un
grande centro Golfisti ove poter trascorrere in relax
le vostre giornate.
L’Agriturismo “La Stadira”, nato dalla collaborazione
fra il Sig. Andreoli e due amici, Graziano e Nicola, è
situato ai piedi delle colline di Monteveglio, accanto
al fiume Samoggia, nei pressi dell’abbazia millenaria
costruita da Matilde di Canossa e destinata ai
canonici regolari di San Frediano di Lucca dal 1093.
La valle del Samoggia è una terra ricca di tradizioni
enogastronomiche, da cui trae spunto la nostra
cucina rivisitata e concepita per un commensale
sempre più esigente.
SERVIZI
Centro congressi, ristorante, centro termale, golf, cucina per celiaci, aria condizionata, parcheggio.
SERVIZI
Parcheggio privato, ampio giardino.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Emilia Romagna
ClassHotel
Via delle Piane, 3
40050 Loiano (BO)
Tel: +39 051.6544032
E-mail: [email protected]
Sito: www.agriturismopratogrande.com
Viale della Lirica, 141
48124 Ravenna
Tel: +39 0544.270290
E-mail: [email protected]
Sito: www.classhotel.com
L’Agriturismo Prato Grande, immerso in una
splendida vallata a sud di Roncastaldo, è situato a
Loiano, sulla dorsale Appenninica Tosco-Emiliana,
a 35 km da Bologna. Antico casale in pietra le
cui origini risalgono alla prima metà del ‘700,
appartenente da generazioni alla famiglia Savorosi,
ha vissuto una lunga storia, ed è stato ristrutturato
pensando alla tradizione e all’ambiente.
ClassHotel Ravenna si trova a pochi minuti dalla
città antica, in una nuova zona residenziale, nei
pressi della Via Classicana, una delle più belle
attrazioni turistiche della riviera romagnola. Per
coloro che, oltre alle spiagge larghe e sabbiose e
le fresche pinete, ricercano l’arte e la cultura della
città conosciuta in tutto il mondo per il suo mosaico,
il ClassHotel Ravenna offre 69 spaziose camere, tra
cui una Junior Suite, tutte moderne e funzionali,
dotate di ogni comfort.
SERVIZI
Tv, internet wi-fi, parcheggio privato, ampio giardino.
SERVIZI
Accesso disabili, internet gratuito, Sky gratuito in camera,
quotidiani gratuiti, servizio bar 24 ore, informazioni turistiche, parcheggio gratuito, accettati animali di piccola taglia.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
Prato Grande
135
Emilia Romagna
Itinerari più belli d’Italia
136
Agriturismo L’Angelina
Vecchia Canala
Via Puglie, 18
48011 Alfonsine (RA)
Tel: +39 0544.80277
E-mail: [email protected]
Sito: www.langelina.it
Via Canala, 355
48020, Santerno, (Ra)
Tel: +39 0544.417245
E-mail: [email protected]
Sito: www.vecchiacanala.it
L’ Angelina è una splendida tenuta situata nel cuore della
campagna romagnola. Completamente ristrutturata per
poter offrire il massimo dell’accoglienza, conserva però il
fascino e la semplicità di una casa di campagna. L’Angelina
dispone di camere accoglienti e confortevoli, arredate
con estrema cura per fornire il massimo relax. La cucina
semplice e casalinga, preparata con prodotti della nostra
azienda agricola, allieterà il tuo palato con ottime pietanze
della tipica cucina romagnola. In estate sarà possibile
pranzare nel bellissimo giardino.
La locanda è situata in una casa colonica
ristrutturata. Oltre al ristorante dispone anche di
3 suite, con possibilità di cenare direttamente in
stanza davanti al camino tra specchi e candele.
La Locanda è ormai diventata un punto di
riferimento per gli amanti delle ambientazioni di
charme per gli amanti del vivere con stile.
SERVIZI
Tv, frigo-bar.
SERVIZI
Parcheggio interno, aria condizionata, camino in camera.
A richiesta sono prenotabili servizi per la coppia quali:
mazzo di fiori in camera, torta a cuore con dedica, ecc.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Emilia Romagna
Akross Hotel
Viale Michelangelo Buonarroti, 14
47042 Cesenatico (FC)
Tel: +39 0547.86431
E-mail: [email protected]
Sito: www.paradorhotel.com
Via Baiona, 18
48100 Ravenna
Tel: +39 0544.455002
E-mail: [email protected]
Sito: www.akrosshotel.it
L’Hotel Parador dispone di 27 camere recentemente
rinnovate, tutte con balcone, e 5 miniappartamenti
a piano terra con ingresso indipendente. L’hotel si
trova a 200 metri dalla spiaggia e a 2 km dal centro
di Cesenatico; offre in estate una ampia piscina
tranquilla e soleggiata, la possibilità di prenotare
massaggi relax nel centro benessere dell’hotel, bar
e ristorante a buffet. Collegamento Wi-fi gratuito
e disponibile in tutta la struttura, servizio spiaggia
convenzionato.
L’Akross Hotel offre un’ospitalità antica e attenta, una
posizione privilegiata ed una storia che parte dall’hotel
Mocadoro fino ai giorni nostri.
Con le sue 153 camere completamente equipaggiate,
si può definire come il più grande albergo della città di
Ravenna, ed i servizi di cui dispone compongono un’offerta
sensibilmente competitiva soprattutto per il mercato delle
imprese.
SERVIZI
Aria condizionata, Internet Wi-fi gratuito,Piscina scoperta in hotel con lettini e ombrelloni, Piscina coperta con
sauna e bagno turco a 1 km dall’hotel, borsa e teli mare.
SERVIZI
Aria condizionata, telefono, televisione satellitare, sky.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
Hotel Parador
137
Emilia Romagna
Itinerari più belli d’Italia
138
Hotel Eden Terme
Hotel Alibì
Via A. Samori, 11
47011 Castrocaro Terme (FC)
Tel: +39 0543.568233 - 349.8182363
E-mail: [email protected]
Sito: www.hoteledenterme.it
Via Bengasi, 14
47921 Marina Centro (RN)
Tel: +39 0541.380764
E.mail: [email protected]
Sito: www.hotelalibi.it
In posizione privilegiata, l’Hotel Eden offre
all’ospite una suggestiva vista panoramica del
borgo medievale di Castrocaro Terme, dominato
dalla fortezza e dalle dolci colline romagnole.
La Valle del Montone è il luogo ideale per gli
amanti della natura e delle escursioni in mezzo a
paesaggi freschi e rigogliosi: luoghi meravigliosi
da visitare facendo trekking, escursioni a cavallo
o in bicicletta.
All’Hotel Alibì di Rimini Marina Centro troverai
ambienti curati e intimi, un’atmosfera calda e
familiare ideale per vacanze in coppia, in famiglia
o con gli amici. L’edificio d’epoca, caratterizzato da
uno stile romantico che la recente ristrutturazione
ha preservato ottimamente, si affaccia su Viale
Bengasi. La strada è una traversa di Viale Vespucci,
la splendida passeggiata di Rimini Marina Centro,
dove si concentrano boutique e negozi, locali, bar
all’aperto e sale giochi.
SERVIZI
SERVIZI
Aria condizionata in area comune e in tutte le camere,
internet wi-fi in tutte le camere, parcheggio gratuito,
ristorante, bar, centro benessere adiacente.
Aria climatizzata, cassaforte, wi-fi, ristorante presso
h. europa, american bar, servizio sveglia e lavanderia,
animali ammessi (previa richiesta).
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Emilia Romagna
Hotel Europa
Viale Regina Elena, 88/A
47921 Rimini
Tel: +39 0541.380724
E-mail: [email protected]
Sito: www.hotel-derby.it
Viale Vespucci, 83
47900 Rimini
Tel: +39 0541.390862
E-mail: [email protected]
Sito: www.hoteleuropa.rn.it
L’Hotel Derby, è un Hotel 4 stelle in prima linea
sul mare a Rimini. Cordialità e trattamento
personalizzato, fatto di tante piccole attenzioni,
sono frutto dei nostri 50 anni di esperienza
alberghiera.
Le camere presentano un arredamento moderno dai
colori intensi, solare ed eleganti; frutto di esperti
arredatori ed architetti che vi faranno vivere la cura
di ogni dettaglio in armonia e semplicità.
Situato sul lungomare di Rimini, a soli3
0 metrid
al mare,
l’Hotel Europa è un albergo a conduzione familiare che
da più di 25 anni accoglie i propri ospiti con passione
e professionalità, mentre si divertono tra le spiagge di
Rimini e le attrazioni della vivace vita notturna. Gli ospiti
possono accedere ad una spiaggia privata che si trova
di fronte all’Hotel, interamente attrezzata e animata
quotidianamente da attività ricreative per adulti e
bambini, in cui approfittare delle cabine balneari riservate
dell’albergo.
SERVIZI
Parcheggio su richiesta, ristorante, reception 24 ore su 24,
cassetta di sicurezza, riscaldamento, deposito bagagli, aria
condizionata, animali ammessi (previa richiesta).
SERVIZI
Parcheggio gratuito, ristorante, camere vista mare, connessione wi-fi, tv satellitare, aria condizionata, spiaggia
privata.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
Hotel Derby
139
Emilia Romagna
Itinerari più belli d’Italia
140
Hotel Main Street
Hotel Lady B
Via Consolare, 174
47900 Rimini
Tel: +39 0541.759912
E-mail: [email protected]
Sito: www.hotelmainstreet.com
Via Amerigo Vespucci, 71
47814 Bellaria - Igea Marina (RN)
Tel: +39 0541.344699
E-mail: [email protected]
Sito: www.hotelladyb.net
A pochi minuti dal centro di Rimini, l’Hotel Main Street
è in una posizione strategica: meta ideale per soggiorni
d’affari, grazie alla vicinanza dal nuovo PalaCongressi di
Rimini, dal centro fieristico, ed i grandi poli economici
della Romagna, è anche il luogo perfetto per chi vuole
trascorrere una tranquilla vacanza culturale ed enogastronomica alle falde del Titano. A pochi passi da
Rimini, San Leo, San Marino... grazie alle bellezze della
Romagna e alle sue spiagge ricche di sevizi, da noi
trascorrerete la vacanza che avete sempre sognato!
L’Hotel Lady B si trova a soli 10 mt dal mare, a
due passi dalla pedonale e centralissima Isola
dei Platani, in una posizione che consente al
contempo di riposare tranquilli e di godere delle
famose serate romagnole!
L’Hotel Lady B dispone di tutti quei servizi che vi
consentiranno di trascorrere una vacanza serena
e divertente.
SERVIZI
SERVIZI
Tv lcd con sky e pay tv, radio, frigobar, aria condizionata,
telefono, balconi, phon, box doccia, cassaforte con sistema di sicurezza elettronico e connessione wi-fi gratuita.
Bar-lounge, spiaggia, connessione internet gratuita,
parcheggio gratuito, ristorante.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Emilia Romagna
Vienna Ostenda
Via Parisano, 90
47921 Rimini
Tel: +39 0541.390894
E-mail: [email protected]
Sito: www.ciminohotels.it
Via Regina Elena, 11
47921 Rimini
Tel: +39 0541.391744
E-mail: [email protected]
Sito: www.ciminohotels.it
Moderno ed elegante tre stelle situato in zona
centrale a Rimini. L’Hotel Britannia è il luogo ideale
per vacanze all’insegna del relax e del divertimento.
Recentemente ristrutturato, si trova a pochi passi
dal lungomare, in posizione tranquilla e centrale
al tempo stesso. Le sue camere, in stile moderno,
semplice e funzionale, sono tutte dotate di servizi
privati con asciugacapelli e box doccia, TV, telefono
a linea diretta, aria condizionata.
L’Hotel Vienna Ostenda è un albergo a 4 stelle affacciato sullo splendido lungo mare di Rimini;
recentemente ristrutturato, vicino alla zona di Marina
Centro, offre tutti i miglioric omforte
un servizio
impeccabile.
L’Hotels i distingue per l’accogliente atmosfera
dei suoi interni, il raffinator istorante e un
attrezzatoc entro conferenze. Caratterizzato da
un’atmosferae
legante e confortevole, situato a soli 40
metri dalla spiaggia e 5 minuti dal centro storico.
SERVIZI
Animali ammessi, aria condizionata, ascensore, wi-fi, internet point, parcheggio, sala tv, portiere, quotidiani, sala lettura, reception attiva 24 ore su 24, ascensore, american bar.
SERVIZI
Aria condizionata, internet wi-fi, parcheggio a pagamento, animali ammessi (previa richiesta).
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
Hotel Britannia
141
toscana
Itinerari più belli d’Italia
ITINERARIO
CORTONA - CAMALDOLI
1) Le Celle di Cortona
Cortona (AR)
“Le Celle” è uno dei primi insediamenti francescani
scelto e voluto da San Francesco di Assisi (1211) ed è
stato da lui abitato anche dopo aver ricevuto le stimmate. Ancora oggi è possibile visitare la sua celletta e
l’oratorio dei suoi primi compagni. È un posto isolato, immerso nei boschi, vicino a un corso d’acqua. La
natura attorno è stupenda e favorisce il desiderio di
silenzio e di contemplazione. Luogo di preghiera e di
142
toscana
volte riservato. Fu allora che, in seguito ad una
permanenza forse prolungata, nel segreto della sua fenditura nella roccia, Francesco ripensa
o forse addirittura inizia a scrivere il suo Testamento, suprema riaffermazione della sua esperienza di vita, alla ricerca di Dio. A “Le Celle”, in
un luogo da allora segnato dal misticismo e dalla
contemplazione dell’Altissimo. Dopo la morte di
Francesco, Frate Elia, Ministro generale dell’Ordine dei Minori all’epoca della morte del santo,
ricorda il luogo nel quale il Poverello amava trascorrere nel silenzio le sue permanenze cortonesi e nel 1235 comincia a costruire la prima
porzione del santuario. Costruisce in muratura
la Cella e l’Oratorio di S. Francesco. Al di sopra
edifica un piccolo refettorio e cinque cellette
delle dimensioni della cella del Santo, dove egli
stesso trascorrerà l’ultima parte della sua vita. Il
luogo è ricco di storia e di spiritualità: vi hanno
dimorato sant’Antonio da Padova, San Bonaventura da Bagnoregio, San Lorenzo da Brindisi, il
beato Guido da Cortona. Dal 1537 è abitato dai
frati francescani Cappuccini che lo hanno scelto,
fino al 1988, come luogo di noviziato per i giovani desiderosi di seguire le orme di San Francesco.
Itinerari più belli d’Italia
testimonianza di vita evangelica e fraterna, luogo di silenzio e di ricerca di Dio.
Si narra che Francesco, trovatosi a predicare
presso Cortona nel 1211, domandò ed ottenne
un luogo nel quale potersi ritirare in preghiera.
Un giovane nobile della città, Guido Vagnottelli
(che poi diventerà il “Beato Guido”, uno dei primi compagni del Santo) gli offrì quello che agli
inizi del XIII sec. doveva apparire un luogo aspro
e privo di insediamenti umani. Francesco tuttavia lo scelse per la solitudine che gli donava, ma
soprattutto perché particolarmente espressivo
del suo Signore. Qui infatti, egli trovò le vestigia del Redentore: l’acqua, segno di Cristo acqua
viva; la pietra, segno di Cristo roccia su cui edificare la propria vita; una fenditura nella montagna, memoria delle piaghe del Signore Gesù,
tante volte agognate da Francesco, per rivivere
nel suo corpo l’amore che il Signore aveva nutrito e nutre per ogni uomo nella sua passione.
Tutto fa pensare che fin dalla sua prima permanenza, egli abbia lasciato nel luogo detto de “Le
Celle” un piccolo drappello di frati a custodia di
un sito a lui, da subito, così caro. Tante altre volte Francesco deve aver sostato presso “Le Celle”
collocate sulla strada che da Assisi sale verso la
Toscana, eppure di nessun’altra abbiamo testimonianza se non di un’ultima e così importante.
Siamo nel 1226, l’anno della morte di Francesco.
Le stigmate già segnano il suo corpo da due anni,
da quando il 17 settembre del 1224, sul monte
della Verna, un Serafino gli donò di gustare l’amore immenso di Dio. Secondo i suoi biografi
egli, di ritorno da Siena, dove si era trasferito
per cure mediche, per rendere più sopportabile
il viaggio, fece nuovamente sosta a “Le Celle”,
un’ultima volta, un ultimo assaggio di quella comunione con Dio, che quel luogo gli aveva tante
143
toscana
Itinerari più belli d’Italia
144
2) Santuario della Verna
Chiusi della Verna (AR)
Il Santuario francescano della Verna, all’interno
del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi,
Monte Falterona e Campigna, è famoso per essere il luogo in cui San Francesco d’Assisi ricevette
le stigmate il 17 settembre 1224. Costruito nella
parte meridionale del monte Penna a 1128 metri di altezza, il Santuario ospita numerose cappelle e luoghi di preghiera, oltre numerosi tesori
di spiritualità, arte, cultura e storia.
La fondazione di un primo nucleo eremitico risale alla presenza sul luogo di San Francesco, che
nella primavera del 1213 incontrò il Conte Orlando di Chiusi della Verna, il quale, colpito dalla
sua predicazione, volle fargli dono del monte
della Verna che successivamente divenne luogo
di numerosi e prolungati periodi di ritiro. Negli
anni successivi sorsero alcune piccole celle e la
chiesetta di Santa Maria degli Angeli (1216-18).
L’impulso decisivo allo sviluppo di un grande
convento fu dato dall’episodio delle stimmate
(1224), avvenuto su questo monte, prediletto
dal santo come luogo ideale per dedicarsi alla
meditazione. San Francesco si ritirò sul monte
della Verna per i suoi consueti periodi di silenzio
e preghiera, e durante la sua permanenza chiese
a Dio di poter partecipare con tutto il suo essere
alla Passione di Cristo, mistero di amore e dolore. Il Signore lo ascoltò e gli apparve sotto forma
di serafino crocifisso lasciandogli in dono i sigilli
della sua passione.
Da allora la Verna divenne un suolo sacro. Papa
Alessandro IV la prese sotto la protezione papale, nel 1260 vi fu eretta e consacrata una chiesa,
alla presenza di san Bonaventura e di numerosi
vescovi.
La cappella più antica, Santa Maria degli Angeli,
costruita nel 1218 per san Francesco da Orlando,
è raggiungibile dalla sacrestia della chiesa maggiore. Da quest’ultima i frati che risiedono alla
Verna si recano in solenne processione due volte
al giorno (alle 14 e a mezzanotte) verso la cappella delle Stimmate. La chiesetta di Santa Maria
degli Angeli si presenta ad aula unica, suddivisa
in due parti da un tramezzo. All’interno, l’altare
ospita un dossale di terracotta invetriata con
l’Assunta che dona la cintola a San Tommaso tra
i Santi Gregorio, Francesco e Bonaventura, opera di Andrea della Robbia realizzata intorno al
1485, come anche le due pale vicine all’ingresso, raffiguranti la Natività con San Francesco e
Sant’Antonio e la Pietà. Nella Chiesa sono custodite varie reliquie di san Francesco, in particolare il saio che indossava quando comparvero le
stigmate due anni prima di morire. Il Quadrante
è un ampio piazzale lastricato da cui è possibile
toscana
ra quattro specie di ungulati, il cervo, il daino,
il capriolo e il cinghiale, oltre al loro predatore
naturale, il lupo. Sono presenti anche numerose
specie di uccelli, tra cui i rapaci gufo reale e falco
pellegrino.
Itinerari più belli d’Italia
accedere a tutti i luoghi visitabili del Santuario;
circondato da un muro di pietra, deve il suo nome
alla meridiana, l’orologio solare inciso sulla parete del campanile della Basilica. Nel piazzale
è presente una grande croce di legno, piantata
nella roccia, oltrepassata la quale è possibile
osservare il suggestivo panorama della valle del
Casentino (sono visibili, tra l’altro, anche i resti
del castello del Conte Orlando di Chiusi).
Dalla piazza del Quadrante si accede alla Basilica Maggiore, dedicata alla Madonna Assunta,
consacrata nel 1568. Al suo interno conserva
le tracce più importanti della bottega di Andrea
della Robbia: l’Annunciazione (1475), l’Ascensione (1490), la Natività (1479). Al centro è custodita la reliquia del sangue di San Francesco.
Attraverso una porta ad arco si accede al Corridoio delle Stimmate, edificato tra il 1578 e il
1582, dove si svolge la giornaliera processione.
Il corridoio è affrescato con episodi della vita di
San Francesco. Proseguendo, attraverso la cappella di San Francesco si giunge alla cappella
delle Stimmate.
La cappella, cuore del santuario, sorta sul luogo dell’evento miracoloso, venne edificata nel
1263, a navata unica, coperta da volta a crociera.
Sul pavimento è segnalato da una lapide il luogo
dove sarebbe avvenuto il miracolo delle Stimmate. Sopra la porta è un tondo di bottega di Andrea della Robbia con la Madonna con Bambino
benedicente.
Di grande interesse naturalistico è la Foresta
Monumentale de La Verna la quale è giunta fino
ai giorni nostri anche grazie alla sapiente opera
dei Frati Francescani che l’hanno curata nei secoli, in una perfetta armonizzazione tra uomo e
natura. La Foresta è caratterizzata anche da una
straordinaria ricchezza botanica e dalla presenza di una numerosa fauna selvatica che annove-
145
toscana
Itinerari più belli d’Italia
146
3) Eremo di Camaldoli
Camaldoli (AR)
L’Eremo di Camaldoli si trova in provincia di
Arezzo, all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.
Fu fondato da San Romualdo nei primi anni dell’XI secolo ed è la casa madre della Congregazione benedettina dei camaldolesi.
San Romualdo fondò molte comunità eremitiche. Nel 1012 giunse fra il Pratomagno e il Monte Falterona in mezzo alle foreste casentinesi e
decise di fondare un eremo in una radura detta
Campo di Maldolo (Campus Maldoli).
Incoraggiato dal vescovo di Arezzo Tedaldo, vi
eresse 5 celle e un piccolo oratorio dedicato a
San Salvatore Trasfigurato, primo nucleo dell’eremo. Oggi l’eremo di Camaldoli è uno dei due
polmoni con cui respira la comunità monastica
ivi presente: a poca distanza l’uno dall’altro sorgono infatti il monastero e l’eremo, i cui monaci
appartengono alla stessa comunità, vivono la
stessa regola, ma seguono stili di vita in parte
diversi, dando maggior spazio alla vita comunitaria presso il monastero e privilegiando il raccoglimento personale presso l’eremo.
L’eremo, interamente cinto da un muro di sasso,
si affaccia sulla strada con un portone, attraverso
il quale si accede al cortile interno. Dal cortile si
possono visitare la chiesa, con il coro monastico,
la sala dell’antico refettorio o capitolo e l’antica
cella di san Romualdo.
La cella di san Romualdo è il luogo dove il santo
viveva per gran parte della sua giornata, nell’impegno di studio, lavoro e preghiera. Le venti celle abitate dai monaci sono costruite sulla base
dello stesso progetto. La struttura “a chiocciola”
oltre ad offrire riparo dalle rigide temperature
invernali, simboleggia il percorso interiore del
monaco che cerca di entrare in se stesso.
La chiesa, dedicata a san Salvatore Trasfigurato,
si trova al centro dell’eremo a simboleggiare la
centralità della preghiera nella vita monastica e
sorge sullo stesso luogo in cui era situato il primitivo oratorio fondato da san Romualdo.
La facciata attuale venne eretta tra il 1713 e il
1714, davanti alla precedente, della quale rimane visibile la parte superiore. Sulla porta che
dà accesso alla chiesa è posto un bassorilievo
di Tommaso Flamberti raffigurante una Madonna col Bambino. Sulla destra, è situato un altare
con una tela raffigurante la Vergine col Bambino
contornata da san Benedetto, san Romualdo, san
Gerolamo e santa Lucia, opera di Giovan Battista
Naldini (1575). Sulla sinistra, sull’altro altare, vi
è una tela di Candido Sorbini di Montepulciano
raffigurante l’Immacolata Concezione.
toscana
È chiamata Cappella del Papa perché venne fatta costruire nel 1220 dal Cardinale Ugolino dei
Conti di Segni, poi diventato Papa Gregorio IX.
Attorno all’Eremo si sviluppa la Riserva Biogenetica di Camaldoli, gestita dal Corpo Forestale
dello Stato, ma alla cui cura hanno provveduto
per molti secoli i monaci camaldolesi, che si occupa in particolare di Abetine di abete bianco.
Itinerari più belli d’Italia
La biblioteca nell’Eremo di Camaldoli era esistente già nel XI secolo, epoca in cui i monaci
camaldolesi si dedicarono alla divulgazione
della riforma del canto liturgico, realizzata dal
loro confratello Guido d’Arezzo. La biblioteca
era ordinata al fine di condurre il monaco a rivivere in sé il cammino ascetico indicato da San
Romualdo. Prima delle soppressioni napoleoniche del 1810, all’interno della biblioteca erano
conservati oltre 7000 libri stampati, 400 codici
e oltre 700 incunaboli. Attualmente, il deposito
dei libri si sta lentamente ricostruendo, comprendendo oltre 500 testi. L’ambiente che raccoglie la biblioteca venne realizzato nel 1622,
il soffitto è decorato da 27 tele che raffigurano
gli apostoli Pietro e Paolo, gli Evangelisti, san
Benedetto e san Romualdo, i Padri della Chiesa
occidentale e orientale e i maggiori pensatori
dell’Ordine Benedettino.
Situata al termine del viale centrale delle celle
c’è la Cappella del Papa una piccola chiesa in
stile romanico con abside e un campanile a vela.
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TOSCANA
Itinerari più belli d’Italia
148
Hotel Il Monte
Portole
Via Aldo Moro, 5
52048 Monte San Savino (AR)
Tel: +39 0575.844890
E-mail: [email protected]
Sito: www.hotelilmonte.it
Località Portole
52044 Cortona (AR)
Tel: +39 0575.691008
E-mail: [email protected]
Sito: www.portole.it
Hotel Il Monte, piccolo relais nel cuore della
campagna toscana, completamente ristrutturato,
è il luogo ideale per trascorrere un weekend all’
insegna del benessere, del relax e della buona
cucina, o per partire alla scoperta dei borghi e dei
castelli medievali del Chianti. Situato nella zona
residenziale di Monte San Savino, suggestivo borgo
toscano tra Arezzo e Siena a poca distanza da
Rapolano Terme, Cortona e Montepulciano, l’Hotel Il
Monte offre 9 camere accoglienti ed eleganti.
Tra i boschi e i prati delle colline toscane, a pochi
km dalla etrusca Cortona, città d’arte e cultura,
sorge l’Albergo Ristorante “Portole”. Una tipica
casa padronale dell’800 costruita in pietra serena,
come vuole la tradizione toscana, trasformatasi in
caratteristico ed accogliente Hotel, un’oasi di pace
dove trascorrere una vacanza serena, nel segno di
un salutare relax e dei sapori della cucina toscana,
cullati dalle attenzioni di un’attenta gestione
familiare.
SERVIZI
SERVIZI
Animali ammessi (previa richiesta), aria condizionata,
internet wi-fi, parcheggio gratuito, ticket ingresso ridotto alle terme, convenzioni centro benessere.
TV satellitare, connessione internet wi-fi. asciugacapelli, telefono ed accesso diretto alla terrazza solarium.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
TOSCANA
Toscana Verde
Piazza B. Tannucci, 85
52017 Stia (AR)
Tel: +39 0575.504569
E- mail: [email protected]
Sito: www.albergofalterona.it
Via Penna, 2
52020 Laterina (AR)
Tel: +39 0575.89571
E-mail: [email protected]
Sito: www.toscanaverde.com
L’Albergo Falterona accoglie i suoi ospiti in un bel
palazzo del 1400, oggi completamente restaurato,
in un ottimo connubio tra architettura antica,
tradizione e comfort moderni, affacciato sulla
meravigliosa Piazza Tannucci, nel centro storico di
Stia. Siamo in Alto Casentino, terra di castelli, eremi,
monasteri e sorgenti d’acqua, dove tutto sa di
mistico e di leggendario, al centro dello stupendo
Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.
L’Hotel Residence Toscana Verde è una bellissima
struttura nata dal “sapiente” recupero di un antico
opificio della lavorazione del tabacco e destinato
ai sigari toscani, di cui conserva integri il fascino e
il valore storico. Nel cuore della campagna toscana,
in posizione panoramica su di una dolce collina
che domina la fertile e verde Piana di Laterina,
circondata da un parco di 35.000 mq ricco di
piante secolari scrupolosamente conservate, offre
un’atmosfera familiare e informale stile “Country”.
SERVIZI
Ristorante, TV, internet wi-fi, frigobar, aria condizionata, bar,
sala per giochi e lettura, garage a pagamento, animali ammessi (previa richiesta).
SERVIZI
Piscina, parcheggio gratuito.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
Albergo Falterona
149
TOSCANA
Itinerari più belli d’Italia
150
Agriturismo Il Prato
Le Due Ruote
Via dei Cardi, 16 52029 Castiglion Fibocchi (AR)
Cell: +39 335.6622101
E-mail: [email protected]
Sito: www.agriturismoilprato.it
Strada Antica Dogana, 44
58100 Alberese (GR)
Tel: +39 0564.405361 -339.2888822
E-mail: [email protected]
Sito: www.agriturismoledueruote.it
I 100 ettari della proprietà Antico Podere il Prato
si adagiano morbidamente sulla collina del
Prato Magno, poco sopra a Castiglion Fibocchi
(AR). Qui vi attende il nostro agriturismo, una
casa colonica del 1400 immersa nel verde
e affacciata su un panorama mozzafiato che
accoglierà ogni vostro risveglio e accompagnerà
la vostra vacanza.
L’Agriturismo “Le due ruote” si trova in posizione
strategica, a soli 2,5 km da Alberese e dal Parco
della Maremma, a due passi dal mare. La struttura
curata e accogliente, con camere spaziose e
confortevoli, rinnovate completamente nel
2011, affacciate su un giardino fiorito a cornice
di una bella piscina attrezzata, dove trascorrere
rilassanti momenti, alternando bagni rinfrescanti
ad una buona lettura nel comodo salotto al fresco
dell’ombrosa veranda.
SERVIZI
SERVIZI
Bagno in camera. giardino, gazebo. possibilità di cena
in camera.
TV, aria condizionata autonoma, doccia e asciugacapelli, zanzariere, piscina, biciclette gratuite, campo da
basket, tavolo da ping pong, giochi bimbi.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
TOSCANA
Petit Chateau
S.p. 32 al km 3,8 - Località Pisanelle
58017 Manciano (GR)
Tel: +39 0564.628286 - 329.1806924
E-mail: [email protected]
Sito: www.lepisanelle.it
Via Rosselli, 10
51016 Montecatini Terme (PT)
Tel: +39 0572.905900
E-mail: [email protected]
Sito: www.petitchateau.it
Antico casale d’epoca costruito nei primi anni
del 1800, nell’omonima località ad un passo dal
centro di Manciano e dalle Terme di Saturnia,
nel cuore della magica e meravigliosa maremma
toscana.
La maremma, terra di mare, monti e colline in un
susseguirsi di paesaggi dolcissimi e di scenari a
volte anche aspri e selvaggi.
Nel cuore della Toscana, a Montecatini Terme in
un’elegante casa liberty, nasce il Bed & Breakfast
Petit Château. La villa completamente ristrutturata
risale agli anni ‘20 ed è considerata di grande
pregio storico architettonico. Si trova vicino al parco
delle Terme, a pochi passi dal centro cittadino e dai
negozi per lo shopping; la posizione tranquilla nel
quartiere residenziale, permette di trascorrere nel
giardino circostante, momenti piacevoli di relax.
SERVIZI
Piscina, biciclette gratuite, campo da basket, tavolo da ping
pong, giochi bimbi, gite in canoa e cavallo, navetta gratuita
per la spiaggia.
SERVIZI
Aria condizionata, Internet, dvd, frigobar, cassaforte, animali ammessi (previa richiesta)
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
Le Pisanelle
151
DOVE
Locanda San Marco
Via Porta San Marco, 26/28
51100 Pistoia
Tel: +39 0573.21913
E-mail: [email protected]
Sito: www.locandasanmarco.com
APERTURA
Tutto l’anno, tutti i giorni.
Chiusura Ottobre.
NEI DINTORNI
A Pistoia: Piazza del Duomo, Cattedrale di San
Zeno, Campanile e Battistero, la chiesa della
Madonna dell’Umiltà, Fortezza medicea di Santa
Barbara.
Prato: 25 km
SERVIZI
Locanda San Marco
Locanda San Marco è la nuova proposta tra le strutture
ricettive del portale Evo travel. sorge nell’antico Palazzo
Caluri (fine 600). Ubicata nel centro storico di Pistoia,
ma non in ZTL, mette a disposizone dei propri ospiti
6 camere con bagno privato (2 standard e 4 deluxe).
Potrete consumare la vostra colazione nella Terrazza e
nella Corte interna durante il periodo primaverile/estivo
o nell’accogliente sala colazioni. Wi Fi gratuito in tutte
le stanze e zone in comune. Con uno stile ricercato in
ogni dettaglio, Locanda San Marco ricrea per i suoi ospiti
un’intima atmosfera provenzale. Per l’ospite che pernotta
nelle camere della Locanda San Marco sarà un piacere
passeggiare per il centro della città di Pistoia e visitare le sue
bellezze ancora sconosciute ai più.
TV, aria condizionata autonoma, doccia e
asciugacapelli, zanzariere, piscina, biciclette
gratuite, campo da basket, tavolo da ping
pong, giochi bimbi, gite in canoa e cavallo,
navetta gratuita per la spiaggia.
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
standard o matrimoniale
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
TOSCANA
DOVE
PARADISO DELLA NATURA
Via Barbinaia - Loc. Bucciano La Serra
56020 San Miniato (PI)
Tel: +39 0571.400409
E-mail: [email protected]
Sito: www.paradisodellanatura.it
TOSCANA
APERTURA
Tutto l’anno, tutti i giorni.
NEI DINTORNI
Firenze: 35 km
Empoli: 12 km
Pisa: 25 km
Siena: 40 km
Accesso disabili, Internet wi-fi, Parcheggio
gratuito.
Paradiso della Natura
Completamente immerso nel verde delle colline
Toscane,i np
osizione panoramica, sorge Il Paradiso della
Natura, affascinante complesso turistico dal sapore antico
la cui struttura, dalla tipica bellezza dei borghi toscani, è
dotata di tutti i comfort.F iore all’occhiello del Paradiso della
Natura è il Ristorante, dove il legame forte con il territorio
e con le stagioni si esprime nei piatti della migliore cucina
locale, offrendo, accanto alle antiche ricette della tradizione
ed all’immancabile carne alla griglia, insoliti accostamenti e
stimolanti tentazioni da gustare accompagnati dagli ottimi
vini della zona. Il nostro staff cortese e preparato sarà lieto
di guidarVi alla scoperta della tenuta e di suggerirVi gli
itinerari turistici più suggestivi per rendere indimenticabile il
vostro soggiorno in Toscana.
Il MovePass permette a 2 persone:
• Un pernottamento in camera doppia
• Prima colazione
• Cocktail di benvenuto
• Sconto del 10% al maneggio
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
SERVIZI
153
toscana
Itinerari più belli d’Italia
ITINERARIO
FIRENZE - SIENA
1) Cattedrale di Santa Maria del Fiore
Firenze (FI)
La cattedrale di Santa Maria del Fiore è il Duomo di Firenze e si affaccia su piazza del Duomo. Nel 1971 era
la quinta chiesa d’Europa per grandezza, dopo la Basilica di San Pietro, la Cattedrale di San Paolo a Londra,
la Cattedrale di Siviglia e il Duomo di Milano. È lunga,
153 metri mentre il basamento della cupola è largo
92 braccia fiorentine, pari a circa 54 metri. Ha una
pianta peculiare, composta da un corpo basilicale a tre
154
toscana
scrupolosamente da Brunelleschi: è formata da
due strati paralleli; la parte interna, più spessa e
pesante di quella esterna, scarica il proprio peso
sulla parte interna tramite elementi orizzontali;
le due cupole sono autoportanti grazie ad una
struttura a “spina di pesce”. Con questa struttura
ogni mattone scarica il proprio peso su quello
precedente, e l’ultimo sulla base della cupola.
In questo modo si venivano a creare spazi tra i
mattoni di una volta e quelli della volta accanto, questi spazi vennero colmati da elementi che
collocati fra una vela ed un’altra bloccavano le
spinte laterali dei mattoni. Nel 1412 la nuova cattedrale fu dedicata a
Santa Maria del Fiore, e consacrata il 25 marzo
del 1436 al termine dei lavori della cupola del
Brunelleschi da papa Eugenio IV. Il rivestimento
esterno è costituito da marmi bianchi di Carrara, marmi rossi di Siena e marmi verdi di Prato.
L’interno della chiesa è uno spettacolo imperdibile di affreschi, sculture e pavimenti di marmo.
Le pitture sulla cupola del Duomo formano il più
vasto ciclo murale con soggetto sacro che si conosca. Gli artisti che hanno contribuito ad abbellire la chiesa del Duomo di Firenze sono innumerevoloi ed appartengono anche a secoli diversi.
Itinerari più belli d’Italia
navate saldato ad una enorme rotonda triconca
che sorregge l’immensa Cupola del Brunelleschi,
la più grande cupola in muratura mai costruita.
Al suo interno è visibile la più grande superficie mai decorata ad affresco: 3600 metri quadri,
eseguiti tra il 1572-1579 da Giorgio Vasari e Federico Zuccari. Nel 1294 i Fiorentini decisero di
sostituire l’antica Reparata con un Duomo nuovo
che prenderà il nome di Santa Maria del Fiore,
alludendo il suo titolo al giglio dello stemma di
Firenze. Una chiesa dunque che per dimensioni
e ricchezza rappresentasse degnamente la città:
il primo progetto, è d’Arnolfo di Cambio, architetto e scultore, che concepisce una basilica di
spazialità classica con tre ampie navate confluenti nel ‘trifoglio’ delle tribune, a loro volte
innestate sulla vasta cavità della cupola. Alla
sua morte, nel 1301, la decorazione con statue
e marmi policromi è completata fino alla metà
dell’altezza. Sotto la guida di Giotto e d’Andrea
da Pontedera si innalza il campanile e si stabilisce la scansione ritmica delle campate (quadrate nella navata centrale, rettangolari in quelle
laterali). La costruzione della navata procederà speditamente con Talenti prima e, dal 1364
al 1370, con Giovanni di Lapo Ghini; in questa
data è definito il progetto delle parti absidali e
determina la luce della cupola (45 metri circa di
diametro), la cui copertura tanti gravi problemi
tecnici porrà ai costruttori. Nel 1418 affrontando la progettazione della cupola prima Brunelleschi affiancato dal Ghilberti, poi il solo Brunelleschi che con geniale intuizione e gran sapienza
tecnica troverà la soluzione ottimale: la cupola,
interamente voltata nel 1436, è completata con
la lanterna, dopo la morte del maestro, nel 1468.
Fu costruita senza l’uso di sostegni per sorreggere gli archi, ma usando una tecnica studiata
155
toscana
Itinerari più belli d’Italia
156
2) Cattedrale di Santa Maria Assunta
Siena (SI)
Il Duomo di Santa Maria Assunta, a Siena, è una
delle più riuscite creazioni dell’architettura romanica-gotica italiana. Iniziato nel 1229, venne
portato a termine solo alla fine del secolo successivo.
La facciata, tutta in marmo bianco con qualche
decorazione in rosso di Siena e serpentino di
Prato, è divisibile in due metà, inferiore e superiore, riferibili a due distinte fasi costruttive. La
ricchezza della decorazione, prevalentemente
scultorea, nasconde irregolarità e asimmetrie
derivate dalla lunga fase costruttiva a cui misero mano molteplici progettisti. La parte inferiore in marmo policromo risale al 1284, costruita
in stile gotico toscano da Giovanni Pisano, così
come i tre portali sormontati da lunette e frontoni gotici. La parte superiore della facciata è
opera di Camaino di Crescentino, che dette alla
facciata l’odierno aspetto tricuspidale. Un bellissimo rosone si apre al centro, incorniciato da
nicchie gotiche contenenti i busti di Apostoli e
Profeti che rendono omaggio alla Madonna col
Bambino, identificabile nella nicchia centrale
superiore. Ai lati due pilastri incorniciano questa struttura e terminano in pinnacoli e quindi in
sottilissime guglie, accentuando lo slancio verso
l’alto dell’edificio.
L’interno ha un’aula divisa in tre navate da pilastri polistili, ed è dominato dalla bicromia bianca
e nera, riferimento ai colori dello stemma di Siena, creando un ricercato effetto chiaroscurale.
Il pavimento è a commessi marmorei, opera unica nell’arte italiana per ricchezza di inventiva,
vastità e importanza dei nomi che vi hanno collaborato. È interamente ricoperto da una serie di
tarsie marmoree formata da 56 quadri che vennero realizzati dal 1369 al 1547 da oltre quaranta artisti. Mostra rappresentazioni sottese a un
disegno tematico omogeneo, quello della Rivelazione tramite la Scrittura.
I riquadri più antichi sono della seconda metà
del Trecento, fino agli ultimi ottocenteschi.
Vi spiccano i nomi di Francesco di Giorgio, Pinturicchio, il Sassetta, Neroccio di Bartolomeo de’
Landi e, soprattutto, Domenico Beccafumi, che
toscana
Itinerari più belli d’Italia
creò ben 35 scene innovando profondamente
il genere. I capolavori più antichi del Duomo
di Siena, come la Maestà di Duccio di Buoninsegna e la vetrata realizzata da Cimabue,
sono oggi conservati nel Museo dell’Opera del
Duomo. Tuttavia, la cattedrale conserva ancora
opere straordinarie che la rendono un vero e
proprio museo di scultura italiana, come il San
Pietro scolpito da Michelangelo, il Banchetto
di Erode di Donatello e alcuni lavori del Bernini, le acquasantiere di Antonio Federighi.
Il pulpito del Duomo di Siena fu realizzato da
Nicola Pisano tra il 1265 e il 1268. È uno dei
gioielli del Duomo, nonché una delle opere
scultoree più importanti dell’arte del Duecento italiano. Presenta una pianta ottagonale e
una struttura architettonica mossa e articolata
con rilievi vari e statuine a tutto tondo al posto
delle colonne ai vertici. Quattro delle otto colonne agli spigoli poggiano su leoni stilofori,
mentre quella centrale su uno zoccolo ottagonale adornato di figure che rappresentano le
arti liberali e la filosofia.
La Libreria Piccolomini, fatta costruire nel
1492 dall’arcivescovo di Siena per custodire
il ricchissimo patrimonio librario raccolto dall
papa Pio II, si trova lungo la navata sinistra, prima del transetto. Non ospitò mai i libri per la
quale era stata creata. È famosa per gli affreschi del Pinturicchio, che descrivono avvenimenti della vita di papa Pio II. Contiene numerosi pregevoli antifonari miniati da Liberale da
Verona e Girolamo da Cremona (seconda metà
del XV secolo) e il gruppo marmoreo delle Tre
grazie, acquistate a Roma dal committente e
ritenuta copia romana di un’opera ellenistica.
157
TOSCANA
Itinerari più belli d’Italia
158
B&B Eridu
B&B Marinetta
Via Renato Murri, 16/a
50014 Ellera - Fiesole (FI)
Tel: + 39 055.6592036 - 339.8545141
E-mail: [email protected]
Sito: www.eridu.it
Via dei Colli, 92
50058 Signa (FI)
Tel: +39 055.8736180 / 335.7851790
E-mail: [email protected]
Sito: www.marinetta.biz
Eridù, nella mitologia sumerica, confermata
dall’archeologia, è forse il primo insediamento
umano, la prima città al mondo, sorta nella bassa
Mesopotamia, vicino al fiume Eufrate.
Etimologicamente il significato di Eridu è: “la
tua casa lontana da casa”, ed è questo, già nella
scelta del nome, il principio ispiratore col quale
viene data accoglienza.
Una accoglienza conviviale, che fa si che l’ospite,
il viandante, si senta a proprio agio, a casa sua.
Marinetta Bed and Breakfast, di recentissima
apertura ed elegantemente arredato, si trova nel
cuore della città di Signa, in ottima posizione per
raggiungere velocemente Firenze e tutte le altre
bellissime città d’arte della Toscana, per itinerari ed
escursioni con le finalità più diverse: storia, cultura,
natura, gastronomia, enologia, sport. Residenza
discreta e raffinata, si trova all’interno di un piazzale
privato, ombreggiato da pini e cedri ad alto fusto, e
offre camere ampie ed accoglienti.
SERVIZI
SERVIZI
Bagno in camera. giardino, gazebo. possibilità di cena
in camera.
Accesso disabili, parcheggio, aria condizionata, tv lcd,
connessione internet wi-fi, animali di piccola taglia
ammessi (previa richiesta).
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
TOSCANA
Hotel Raffaello
S. P. 102, n. 3 Loc. Colombaio
53019 Siena
Tel: +39 0577 52054
E-mail: [email protected]
Sito: www.villaveronica.it
Via dei Monti, 2
53042 Chianciano Terme (SI)
Tel: +39 0578.657000
E-mail: [email protected]
Sito: www.hotelraffaello.si.it
Bed and Breakfast Siena “Villa Veronica” si trova
nel cuore del Chianti Classico, a soli 4 km. dal
centro storico di Siena in posizione panoramica
di rara bellezza. Questo Bed and Breakfast a Siena
è stato completamente ristrutturato ed offre
ai suoi gentili ospiti un ambiente accogliente,
riservato, confortevole, silenzioso con un
magnifico giardino ed una grande piscina situata
in posizione soleggiata e panoramica.
L’hotel Raffaello si trova in una posizione
panoramica e assolutamente tranquilla, immerso
in un ampio parco giardino, a soli 300 metri dal
centro di Chianciano Terme e a pochi metri da un
centro terapeutico termale con splendida vista
sull’incantevole Valdichiana. I servizi dell’hotel
Raffaello includono una terrazza invitante,
soleggiata e spaziosa con piscina, pinete, campi da
tennis, centro fitness per non parlare della deliziosa
cucina del ristorante.
SERVIZI
Bagno privato, tv lcd satellitare, telefono diretto, mini bar,
aria condizionata, piscina, parcheggio privato.
SERVIZI
Centro benessere, garage, noleggio biciclette, parcheggio gratuito, connessione ad internet, ristorante, animali
ammessi (previa richiesta).
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
B&B Villa Veronica
159
TOSCANA
Itinerari più belli d’Italia
160
Hotel Niagara
Hotel Quisisana
Via dei Colli, 57
53042 Chianciano Terme (SI)
Tel: +39 0578.63461
E-mail: [email protected]
Sito: www.hotel-niagara.it
Via G. Baccelli, 50
53042 Chianciano terme (SI)
Tel: +39 0578.61155 / 0578.809555
E-mail: [email protected]
Sito: www.hotelquisisanachianciano.it
Scegliete Hotel Niagara per i vostri soggiorni in
Terre di Siena: troverete una calda atmosfera,
nella migliore tradizione di ospitalità di
Chianciano Terme, tante formule di vacanza Low
Cost dove non sarà difficile trovare quello che
cercate!!!L’Hotel Niagara offre al turista una rete
di servizi di ospitalità unici: grazie al proprio
network di relazioni, contattandoci potrete farvi
costruire intorno alle vostre esigenze una vacanza
tagliata su misura.
L’Hotel Quisisana è ubicato in una zona molto
tranquilla e centrale con un incantevole panorama
sui Parchi Termali di Acquasanta e Fucoli. Tutta
la struttura, comprese le camere, sono state
ristrutturate completamente a Marzo 2012 e sono
tutte con riscaldamento, tv, doccia e telefono
diretto.
La cucina dell’hotel è molto curata ed è in grado
di soddisfare anche le esigenze della più raffinata
clientela.
SERVIZI
Collegamento wi-fi, parcheggio gratuito privato,
accesso animali, tv, minifrigo, phone, balcone, sala tv,
ascensore, reception h24.
SERVIZI
Solarium, tv, riscaldamento, telefono diretto, ammessi animali, parcheggio privato, noleggio bici e vespe,
ascensore, bar.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
TOSCANA
Hotel Ave
Via Roncacci, 15
53042 Chianciano Terme (SI)
Tel: +39 0578.63619 / 0578.809333
E-mail: [email protected]
Sito: www.albergoastoria.net
Via Piave, 27
53042 Chianciano Terme (SI)
Tel: +39 0578.63619
E-mail: [email protected]
Sito: www.hotelave.it
L’Albergo Astoria di Chianciano Terme è un hotel
3 stelle ristrutturato in linea con i più moderni
standard dell’ospitalità. L’Albergo Astoria gode
di una posizione privilegiata: a soli 150 mt dalla
piazza principale di Chianciano Terme e dagli
stabilimenti termali Acqua Santa, Terme sensoriali
e Sillene. Immerso nel verde, gode di una
meravigliosa vista panoramica e di ampi spazi, sia
interni che esterni.
Nel cuore della Toscana, in Terre di Siena, nel
centro della splendida cittadina di Chianciano
Terme e a due passi dagli stabilimenti termali, si
erge l’Hotel Ave. Rinnovato da poco più di 3 anni
sia nella struttura che negli arredi, l’hotel è dotato
di tutti i più moderni comfort. Hotel Ave dispone
di ampi spazi comuni all’aperto, giardini e terrazze
con tavoli e sedie per piacevoli momenti di relax,
giardino con giochi dedicati ai bambini, garage e
parcheggio privato.
SERVIZI
Tv, phon, aria condizionata, frigo bar, internet wi-fi, noleggio
bici, campo da bocce, animali ammessi (previa richiesta),
noleggio motocicli vespe.
SERVIZI
Telefono, frigobar, tv, phon, aria condizionata, parcheggio privato, ingresso disabili, parco giochi, servizio navetta gratuito per
le terme per coloro che usufruiscono del ciclo di cure termali.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
Hotel Astoria
161
DOVE
HOTEL GAMBRINUS
Via Esasseta, 38/40
53021 Abbadia San Salvatore (SI)
Tel/Fax: +39 0577.778307
E-mail: [email protected]
Sito: www.hotelgambrinusamiata.com
APERTURA
Tutto l’anno, tutti i giorni.
NEI DINTORNI
Siena: 77 km
Grosseto: 75 km
Chianciano Terme: 30 km
SERVIZI
Hotel Gambrinus
L’Hotel Gambrinus è situato all’ ingresso del paese di
Abbadia San Salvatore, un’antica cittadina medievale
di cui si possono ammirare, ancora intatti, il borgo,
le mura e l’abbazia di origine Longobarda con la sua
affascinante cripta. Affacciato sul panorama della Val
d’Orcia, con i suoi paesi medievali e rinascimentali
(Pienza, Montepulciano, Monticchiello), è ai piedi del
Monte Amiata, un vulcano oramai inattivo ricoperto fino
alla sua cima di castagneti e faggete. In estate è possibile
fare trekking, passeggiate a cavallo, raccogliere funghi
e castagne, fare sport e rilassarsi nei suoi verdi prati;
durante l’inverno la montagna si riveste di neve e grazie
alle sue piste è possibile praticare sci alpino, di fondo e
snowboard.
TV e telefono diretto, bar, solarium, connessione
internet wi-fi, animali ammessi (previa richiesta),
riscaldamento, terrazza/balcone, accesso per
disabili, ascensore, giardino, parcheggio gratuito,
sala per la lettura, massaggi all’interno della
struttura.
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
TOSCANA
DOVE
Agriturismo Colleoli
Loc. Colleoli, Via di Colleoli
56036 Palaia (PI)
Tel: +39 0587.622621
Fax: +39 0571.485261
E-mail: [email protected]
Sito: www.agriturismocolleoli.it
TOSCANA
APERTURA
Tutto l’anno, tutti i giorni.
NEI DINTORNI
Pontedera 10 km
S. Gimignano, Firenze, Livorno, Pisa: 30 km
Maneggio, 2 piscine, internet wi-fi, ristorante
interno, parcheggio gratuito, percorsi trekking,
animali ammessi (previa richiesta).
Agriturismo Colleoli
L’Agriturismo Colleoli si trova nel cuore della Toscana,
immerso nel verde delle colline pisane, in una zona ricca
di vigneti ed oliveti, a due passi da Pisa, Firenze, Volterra,
San Miniato, Siena e San Gimignano.
L’Agriturismo Colleoli accoglie i suoi ospiti all’interno
della sua magnifica tenuta di 2.000 mq, in cui è possibile
pernottare presso la casa colonica, ristrutturata in
tipico stile rustico toscano, rilassarsi a contatto con la
natura, tuffarsi in piscina, passeggiare per i boschi o fare
escursioni nelle vicinanze.
Il MovePass permette a 2 persone:
Itinerari più belli d’Italia
SERVIZI
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
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UMBRIA
Itinerari più belli d’Italia
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ITINERARIO
PERUGIA - ASSISI
1) Cattedrale di San Lorenzo
Perugia (PG)
La cattedrale odierna, inizialmente chiamata Cattedrale di San Lorenzo e Sant’Ercolano, risale ad un
progetto del 1300 di Fra Bevignate che venne iniziato nel 1345 e completato nel 1490. La decorazione
esterna, una trama geometrica di rombi in marmo
rosa e bianco non fu mai completata, ed occupa oggi
solo la parte inferiore della fiancata. La consacrazione
della cattedrale avvenne infine nel 1587. La decorazione degli interni venne completata nel XVIII secolo
con l’aggiunta di pitture, stucchi, dorature e marmi.
Diversamente dall’usuale, la cattedrale di Perugia ha
la fiancata laterale rivolta verso la piazza principale
UMBRIA
Nella cappella è inoltre conservato il Reliquario
del Sant’Anello, realizzato da Bino di Pietro e
Federico e Cesarino del Roscetto, considerato
tra i capolavori dell’arte orafa del Rinascimento
italiano. Lungo il fianco del muro erano collocati
alcuni frammenti dell’Altare della Pietà, realizzato da Agostino di Duccio nel 1473 e demolito
nel 1673; si tratta di una pregevolissima opera
in bassorilievo, che recentemente è stata restaurata e collocata nel Museo Capitolare adiacente
alla cattedrale. Di notevole pregio è l’abside, con
uno splendido coro ligneo intarsiato da Giuliano
da Maiano e Domenico del Tasso (1486-91), danneggiato da un incendio nel 1985. La successiva
rientranza conduce alla Cappella del Battistero,
decorata da una vista prospettica rinascimentale
in marmo di Pietro di Paolo di Andrea da Como
(1477). Di fronte ad essa si trova la venerata immagine della Madonna delle Grazie, realizzata
da Giannicola di Paolo, un seguace del Perugino.
La navata destra termina con la Cappella di San
Bernardino, chiusa da un’inferriata del XV secolo. Il suo altare ospita la più importante opera
conservata nel duomo, la Deposizione dalla croce di Federico Barocci realizzata tra il 1567 ed
il 1569.
Itinerari più belli d’Italia
della città, affacciata sulla Fontana Maggiore e
sul Palazzo dei Priori. Tale lato è caratterizzato
dalla Loggia di Braccio, commissionata da Braccio da Montone nel 1423, una struttura proto
rinascimentale attribuita a Fioravante Fioravanti
da Bologna. Procedendo lungo il rivestimento
incompleto s’incontra un portale progettato da
Galeazzo Alessi nel 1568, un pulpito composto
da antichi frammenti e mosaici cosmateschi, dal
quale predicò San Bernardino da Siena nel 1425
e nel 1427, ed un Crocifisso in legno di Polidoro
Ciburri del 1540. La facciata principale è rivolta
verso piazza Danti ed è impreziosita da un portale in stile barocco progettato da Pietro Carattoli nel 1729. L’interno è del tipo Hallenkirche
(chiesa a sala), per una lunghezza di 68 metri,
con tre navate di pari altezza (24,9 m); la navata centrale è larga due volte e mezza le laterali.
Sulla parete di controfacciata, sopra il portale, è
situata una tela di Giovanni Antonio Scaramuccia
del 1616 raffigurante la Vergine fra i patroni della città e i santi Agostino, Domenico e Francesco.
Sulla navata sinistra si trova la cappella di San
Giuseppe, dedicata al Sacro Anello, la reliquia
dell’anello nuziale della Vergine Maria, una pietra verde di calcedonio od onice che venne presa
furtivamente a Chiusi dal frate tedesco Winter
di Magonza, e donata al vescovo di Perugia nel
1473. Protetta da una cancellata in ferro battuto
del 1496-1511 opera di Bernardino e Giacomo
di Matteo e ben quattordici serrature, la preziosa reliquia viene esposta al pubblico due volte
all’anno, in settembre e luglio. La cappella era
un tempo decorata da affreschi del Pinturicchio
e da un quadro del Perugino, lo Sposalizio della
Vergine, sottratto durante l’occupazione napoleonica ed oggi al museo di Caen. Il quadro fu sostituito nel 1825 da una tela di Jean Baptiste Wicar.
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UMBRIA
2) Basilica di San Francesco
Assisi (PG)
Itinerari più belli d’Italia
La basilica di San Francesco in Assisi, è il luogo
che dal 1230 conserva e custodisce le spoglie
mortali del santo serafico. Voluta da papa Gregorio IX quale specialis ecclesia, venne insignita
dallo stesso Pontefice del titolo di Caput et Mater dell’Ordine minoritico e affidata in perpetuo
agli stessi frati. Dal 1796 ha la dignità di Basilica papale. Nell’anno 2000, insieme ad altri siti
francescani del circondario, la basilica è stata
inserita nella lista del patrimonio dell’umanità
166
dell’UNESCO.
Secondo la tradizione fu lo stesso Francesco ad
indicare il luogo in cui voleva essere sepolto.
Si tratta della collina inferiore della città dove,
abitualmente, venivano sepolti i “senza legge”,
i condannati dalla giustizia (forse anche per
questo era chiamata Collis inferni). Quel colle,
donato da Simone di Pucciarello, fu ribattezzato
Collis paradisi e su di esso fu edificata la nuova
basilica, al margine nord-occidentale della città
murata. La basilica è formata da due chiese sovrapposte, legate a due diverse fasi costruttive:
la prima legata al romanico umbro, di derivazione lombarda, la seconda legata al gotico di matrice francese. Straordinario è, in entrambi i casi,
l’apparato decorativo interno.
A ridosso del fianco sud si innalza l’alta torre
campanaria (completato nel 1239), con un gioco di cornici e archetti pensili che ne spezzano
la corsa verso l’alto. Percorso verticalmente da
lesene, ha la cella campanaria aperta con triplice arcata. L’orginaria copertura a cuspide fu abbattuta nel 1530. La basilica inferiore fu iniziata
sotto la soprintendenza di frate Elia nel luglio
del 1228. I lavori dovevano essere terminati nel
1230 quando vi fu traslato il corpo del santo
deposto in un sarcofago sotto l’altare maggiore,
dov’è tuttora conservato in una piccola cripta.
Inoltre, ai quattro angoli della cripta, sono stati
sistemati i corpi dei beati frati Angelo, Leone,
Masseo e Rufino e, lungo la scala che dalla basilica conduce alla cripta, il corpo della beata Jacopa dei Settesoli nobildonna romana moglie di
Graziano Frangipane. La basilica inferiore ha la
funzione di chiesa commemorativa, sottolineata
anche dalla presenza della cripta.
Appare ancora quasi romanica: è priva di elevazione, le crociere sono larghe, i costoloni hanno
UMBRIA
Itinerari più belli d’Italia
una sezione quadrangolare, i pilastri sono bassi e
grossi per sostenere il grave peso della chiesa superiore.
La basilica superiore è adibita alle funzioni liturgiche di carattere ufficiale, come testimonia la presenza del trono papale nell’abside. Presenta una
facciata semplice a “capanna” ed è decorata con un
grandioso rosone centrale, con ai lati i simboli degli
Evangelisti in rilievo. La parte bassa è arricchita dal
maestoso portale strombato.
L’architettura interna mostra invece i caratteri più
tipici del gotico italiano: archi a sesto acuto che
attraversano la navata, poggianti su semipilastri a
fascio, dai quali si diramano costolature delle volte
a crociera ogivali e degli arconi laterali che incorniciano le finestre. La fascia inferiore è invece liscia,
e venne predisposta fin dall’inizio per la creazione
di una bibbia per i poveri, rappresentata dalla decorazione didascalica ad affresco.
La basilica superiore contiene la più completa raccolta di vetrate medievali d’Italia. Quasi contemporaneamente alla fine dei lavori di costruzione
della chiesa superiore, sarebbero iniziate anche
le decorazioni ad affresco. La fascia inferiore della
navata della basilica superiore è occupata dal ciclo
di affreschi più famoso, del maestro Giotto, quello
sulla Vita di San Francesco: 28 scene tratte dalla
Legenda maior di san Bonaventura che, alla fine
del XIII secolo, costituiva la biografia ufficiale del
Santo. Secondo gli studi più recenti, il ciclo di Assisi
sembra essere suddiviso in tre gruppi distinti: i primi sette episodi rappresentano l’iter della conversione di san Francesco sino all’approvazione della
regola. Il gruppo centrale, considerato il principale,
mostra tutto lo sviluppo dell’Ordine con san Francesco, sino alla sua morte. Gli ultimi sette sono le
esequie e la canonizzazione del santo, compresi i
miracoli post mortem.
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UMBRIA
Itinerari più belli d’Italia
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3) Eremo delle carceri
Assisi (PG)
L’Eremo delle Carceri è il luogo in cui san Francesco d’Assisi e i suoi seguaci si ritiravano per pregare e meditare. Situato a 4 chilometri da Assisi,
a 791 metri di altitudine sulle pendici del monte
Subasio, l’Eremo delle Carceri sorge nei pressi di
alcune grotte naturali, frequentate da eremiti già
in età paleocristiana.
È immerso in un bellissimo verde di lecci, e proprio
per questo, è luogo di intenso ascolto e preghiera
della Parola di Dio. Questo è il luogo che San Francesco scelse per ritirarsi in preghiera e contemplazione lontano dagli uomini.
Donato dal Comune di Assisi ai benedettini, questi
ultimi lo cedettero poi a san Francesco, affinché si
potesse “carcerare” nella meditazione.
Ampliato nel 1400 da san Bernardino da Siena con
la costruzione della chiesa di Santa Maria delle
Carceri, che ha inglobato una primitiva cappella,
preesistente a san Francesco, e di un piccolo convento, l’eremo è posto in un bosco di lecci secolari
circondato da grotte e da piccole cappelle dove i
pellegrini si ritirano ancora oggi in contemplazione. Provenendo dalla strada che risale il monte
Subasio, si prosegue per un sentiero fino ad una
volta in muratura, oltrepassata la quale si trova il
Chiostrino dei frati, una terrazza triangolare che si
affaccia a strapiombo sul fosso delle carceri.
Alle estremità del chiostro vi sono le porte che
conducono al refettorio dei frati e alla chiesa di
Santa Maria delle Carceri. Al piano superiore del
refettorio sono situate le celle dei frati. Nell’oratorio sopra l’altare si trova il celebre dipinto della
Madonna delle Carceri.
Scendendo una ripida scalinata, dal convento si
arriva ad un bosco di faggi e alla grotta di san Fran-
UMBRIA
Itinerari più belli d’Italia
cesco, oggi divisa in due piccole stanze, luogo
dove il Poverello si ritirava in preghiera e dove
sulla nuda roccia dormiva.
Dal sentiero antistante a questa si dipartono
le altre grotte dei primi compagni di Francesco: Leone, Antonio da Stroncone, Bernardo di
Quintavalle, Egidio, Silvestro e Andrea da Spello.
Nel bosco, appena fuori dal santuario, nei pressi del sentiero che conduce alla grotta di frate
Leone, è sita la Cappella di san Barnaba, normalmente chiusa al pubblico, con al proprio
interno un altare a Tau ed una pala cinquecentesca raffigurante Gesù deposto dalla Croce.
Sono molti i racconti di miracoli e leggende che
si associano a questo sito: nella grotta di san
Francesco è presente un buco nel terreno dal
quale si può intravedere il fondo del burrone.
Si racconta che questo è stato provocato dal
demonio, sprofondato nell’abisso quando fu
scacciato da san Rufino.
Inoltre, nel mezzo del chiostro è presente un
pozzo nel punto in cui, secondo una leggenda,
san Francesco, tramite un miracolo, fece sgorgare dell’acqua. Tradizione vuole che il burrone che si trova nei pressi del monastero sia
in realtà il letto di un fiume, oggi in secca, le
cui acque furono prosciugate da san Francesco poiché disturbavano la sua meditazione e
quella dei suoi discepoli.
Nei pressi della grotta di San Francesco si trova un leccio secolare dove erroneamente molti
credono ebbe luogo la predica agli uccelli di
San Francesco che in realtà le fonti storiche
attestano essere avvenuta fuori del comune di
Assisi ed in particolare a Piandarca nel comune
di Cannara a pochi chilometri dalla città serafica nella vallata sottostante.
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UMBRIA
Itinerari più belli d’Italia
170
Agriturismo Agrisolana
Agriturismo Colleverde
Strada comunale Colle Umberto I, 56 A
06133 Colle Umberto (PG)
Tel: +39 075.605521
E-mail: [email protected]
Sito: www.agrisolana.com
Via G. B. Della Porta, 59
06073 Corciano (PG)
Tel: +39 075.605858
E-mail: [email protected]
Sito: www.colleverdeclub.com
L’agriturismo Agrisolana nasce da un antico rudere
risalente ai primi del ‘900 e mantiene ad oggi tutto
il fascino e le peculiarità dell’antica struttura, con
esterni e murature in pietra, pianelle in ceramica,
porte e finestre in legno. L’ambiente verde che
circonda la struttura, permette ai nostri clienti di
gustare appieno la tranquillità e la bellezza del
posto: le colline umbre abbracciano idealmente il
nostro agriturismo ed i boschi che ci circondano
permettono di immergersi in un clima d’altri tempi.
Il Villaggio Colleverde è situato ai piedi del
Monte Tezio, parco naturale, ed offre numerose
opportunità di carattere sportivo e ricreativo per
chi ama la quiete, la serenità e la natura. È infatti
possibile fare passeggiate in campagna, su strade
e sentieri, attraverso l’incomparabile scenario
delle colline umbre, realizzare stupende escursioni
turistiche in località di interesse culturale e
naturalistico, come Perugia, Assisi, il Lago Trasimeno,
ma anche Spello, Spoleto, Todi, Orvieto e Gubbio.
SERVIZI
Accesso disabili, internet parcheggio custodito,
piscina,
SERVIZI
Maneggio coperto, campo ostacoli, scuola di equitazione, piscina semi-olimpionica, piscina per bambini,
servizio bar, parcheggio
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
UMBRIA
Borgo Castello Panicaglia
Loc. Niccone, 173
06019 Umbertide (PG)
Tel: +39 075.9410958
E-mail: [email protected]
Sito: www.agriturismopratoverde.com
Località Panicaglia
06025, Nocera Umbra (PG)
Tel: +39 0742.813639
E-mail: [email protected]
Sito: www.borgocastellopanicaglia.it
La struttura è un casale di campagna ristrutturato
che gode di una splendida vista sulla valle
del Niccone. Ulivi centenari, boschi di querce
e castagni a due passi. Ideale per soggiorni
all’insegna del contatto con la natura e del relax:
sono a disposizione degli ospiti una piscina, un
ampio maneggio e cavalli per escursioni guidate
(solo per cavalieri esperti). Il podere collinare
produce, in maniera completamente naturale, olio
di oliva, miele e ortaggi tutti da degustare.
Tre cipressi danno il benvenuto a chi arriva
all’Agriturismo Borgo Castello Panicaglia. Svettante
in cima ad un colle con vista sulla vallata che si
allunga tra Nocera Umbra e Gualdo Tadino, dove si
snodano la via Consolare Flaminia e la strada che
conduce ad Assisi, attraversando il Monte Subasio.
Al Borgo Castello Panicaglia le giornate trascorrono
con ritmi lenti e tranquilli, immersi nella pace e
nel silenzio di una campagna incontaminata che
conserva ancora intatta la sua storia.
SERVIZI
Maneggio, piscina. riscaldamento, telefono, sala tv, animali
ammessi (previa richiesta).
SERVIZI
Maneggio coperto, campo ostacoli, scuola di equitazione, piscina semi-olimpionica, piscina per bambini, servizio bar, parcheggio
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
Agriturismo Pratoverde
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UMBRIA
Itinerari più belli d’Italia
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Casale del Grillo
El Patio
Strada Civitella Benazzone, 3
Loc. Morleschio 06085 (PG)
Tel: +39 075.5941010
E-mail: [email protected]
Sito: www.casaledelgrillo.net
Via dell’Osteria, 5
06073 Corciano (PG)
Tel: +39 075.6978464
E-mail: [email protected]
Sito: www.hotelelpatio.com
Su un poggio immerso nel verde e nel silenzio dei
colli umbri sorge “Il Casale del Grillo”, circondato da
boschi e olivi secolari.
La ristrutturazione ha sapientemente preservato
l’antica struttura con le massicce travi di castagno,
conservando quel sapore di antichità semplice e
rustica. L’atmosfera sembra quella di un tempo,
la bellezza del paesaggio non è mutata e invitano
alla sosta. Ideale per soggiorni rilassanti, a stretto
contatto con la natura.
El Patio si caratterizza per il suo ambiente familiare,
un mix di tranquillità e calda ospitalità che
trasmettono i luoghi ai quali appartiene; i sapori
della cucina, i colori dei tramonti, l’armonia della
campagna fanno da cornice ad un piacevole e
rilassante soggiorno nelle colline umbre. Per una
vacanza, un weekend, ti offriamo un viaggio di relax
attraverso i sapori della tradizione in Umbria per
appagare tutti i tuoi sensi.
SERVIZI
Piscina, accesso disabili, internet wi-fi, parcheggio
gratuito, animali ammessi (previa richiesta)
SERVIZI
Ristorante tipico, aria condizionata, accesso disabili, internet wi-fi, parcheggio gratuito, piscina con acqua salata, bar,
servizio notturno, convenzione con golf club e autodromo.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
UMBRIA
La Tavola dei Cavalieri
Voc. San Salvatore, 27
06026 Pietralunga (PG)
Tel: +39 075.9460283 / 340.5160633
E-mail: [email protected]
Sito: www.cerqua.it
Loc. Armenzano, 104
06081 Assisi (PG)
Tel: 075 8019054
E-mail: [email protected]
Sito: www.assisiresort.com
Nei due piani rialzati dell’ex-monastero
di San Salvatore, eretto nel XIV secolo e
successivamente trasformato in fabbricato rurale,
si respira ancora un’aria antica: le 6 camere di
charme e le 2 suite, identificate dal nome di
un albero del luogo, presentano infatti travi
ai soffitti, pavimenti in cotto, nicchie e camini
(oltre ad essere tutte dotate di bagno proprio,
riscaldamento e filodiffusione).
Completamente ristrutturato nel pieno rispetto
delle antiche tradizioni, il Borgo è circondato da 18
ettari di alberi ad alto fusto, attrezzato per percorsi
a piedi, a cavallo e in mountain bike che richiedono
differenti livelli di impegno. Situato a circa 800
metri d’altitudine, nel Parco naturale del Monte
Subasio, guarda tra le verdeggianti colline la Rocca
di Assisi. La vita nel Borgo è semplice, scandita da
ritmi in armonia con l’ambiente.
SERVIZI
Aree attrezzate per l’equitazione e maneggi, parcheggio all’aperto, giardino, carte di credito accettate, lavatrice, bar, accesso a internet, sala lettura.
SERVIZI
Ristorante e sala cerimonie, vendita prodotti da agricoltura biologica, prodotti tipici, piscina, degustazione birra
artigianale, parcheggio gratuito, parco, piazzole camper.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
La Cerqua
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UMBRIA
Itinerari più belli d’Italia
174
Le Valcelle
Podere Bello
Loc. Valcelle, 16
06026 Pietralunga (PG)
Tel: +39 075.9462095
E-mail: [email protected]
Sito: www.levalcelle.it
Loc. Pineta, 57 - Macchie
06060 Castiglione del Lago (PG)
Tel: +39 075.9680283
E-mail: [email protected]
Sito: www.poderebello.it
Le Valcelle Country House è un piccolo paradiso
a 650 mt. s.l.m., completamente immerso nella
natura dell’Alto Tevere Umbro. Il borgo, anticamente
abitato da pastori, è rimasto esternamente intatto
ma internamente trasformato in incantevole
Country House, e alla semplicità della vita di
campagna ha saputo abbinare elementi di charme
e romanticismo, per offrire ai propri ospiti un
soggiorno indimenticabile e una vacanza all’insegna
del completo relax.
Il Podere Bello sorge a Castiglione del Lago, tra le
oasi naturalistiche “La valle” e “Montepulciano”.
Poco distante dalle sponde del Trasimeno e
dai maggiori centri storici dell’Italia centrale,
l’agriturismo offre ai suoi ospiti la possibilità di
organizzarsi una vacanza su misura: in un paio d’ore
è possibile passare dal verde delle colline d’Umbria
alle sale dei musei di Roma, o raggiungere la vicina
Toscana per visitare tesori rinascimentali come
Siena, Arezzo e Firenze.
SERVIZI
Piscina all’aperto, area giochi per bambini, ristorante
(su prenotazione, solo per ospiti interni), escursioni
con cani da tartufo, mountain bikes, parcheggio.
SERVIZI
Piscina, campo da tennis/calcetto, laghetto artificiale, parco
giochi per bambini, tavolo da ping-pong, barbecue, sala ristorante, tavernetta con la vendita di specialità umbro-toscane.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
UMBRIA
Podere Caldaruccio
Via Str. Case Nuove, 23
06133 Colle Umberto (PG)
Tel: +39 075.5841471
E-mail: [email protected]
Sito: www.podereborgobello.it
Strada Palazzetta, 19
06134 Ramazzano (PG)
Tel: +39 075.694348
E-mail: [email protected]
Sito: www.casolare.net
Situato in una bellissima vallata a soli 12
chilometri dal centro storico di Perugia, il
Podere Borgobello è un complesso che risale
al ‘700 ristrutturato, composto da una struttura
padronale, l’antico fienile e la porcilaia. Il casale
si apre su una tenuta di 13 ettari incorniciata
dal Monte Tezio. Al piano superiore 4 camere
matrimoniali con bagno privato, aria condizionata
e kit per una piccola Prima colazione.
Non rinunciate a vivere un indimenticabile
soggiorno presso la nostra tenuta costituita da
una bellissima villa di origini settecentesche e da
altri casolari e ville indipendenti, caratterizzati
dall’ascetica bellezza dei panorami circostanti e
immersi nella tranquillità dei boschi e dei campi
che incorniciano l’Umbria. Sosta ideale, grazie
alla posizione geografica che la pone al centro di
una serie di città di interesse turistico, artistico e
religioso dell’Umbria e della Toscana.
SERVIZI
SERVIZI
Piscina con zona barbecue, area attrezzata per il tiro con
l’arco, campo da bocce, orto da cui poter raccogliere liberamente i frutti di stagione, laghetto per la pesca sportiva
Parco, giardino lavanderia, parcheggio interno, cassaforte,
TV e bollitore elettrico in camera, piscina esterna (aperta
dal 01/05 al 01/09), animali ammessi (previa richiesta).
Il MovePass permette a 2 adulti:
Il MovePass permette a 2 adulti:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
Podere Borgobello
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UMBRIA
Itinerari più belli d’Italia
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Il Poggiolo
Ripa Relais Colle del Sole
Strada Pilonico Materno Loc. Villa Poggiolo
06132 Perugia
Tel: +39 075.695236 - 346.2154368
E-mail: [email protected]
Sito: www.poggiolo.it
Strada Aeroporto Sant’Egidio, 5
06134 Ripa (PG)
Tel: +39 075.6020131
E-mail: [email protected]
Sito: www.riparelais.com
Al centro di un’area di grande interesse artistico
e paesaggistico, l’azienda agrituristica “Poggiolo”
si estende nella campagna circostante Perugia.
Il Poggiolo, immerso in vasti campi di olivi e
vigne coltivate secondo le norme dell’agricoltura
biologica, accoglie i suoi ospiti offrendo un
soggiorno in una località ricca di storia e di fascino.
La struttura ricettiva è costituita dall’agriturismo e
da cinque casali indipendenti databili all’inizio del
1900, sapientemente restaurati.
Il Ripa Relais Colle del Sole è la meta ideale per
chi è alla ricerca di soggiorni a contatto con la
natura. L’agriturismo, ricavato da una antica dimora
contadina, coniuga lo stile povero alla ricercatezza
di ogni suo dettaglio.
All’interno della struttura è presente il ristorante:
immersi in un’atmosfera intima potrete assaporare
i nostri piatti legati alla tradizione, ma rivisitati dal
nostro chef con un pizzico di fantasia.
SERVIZI
Piscina, tennis e maneggio cavalli.
SERVIZI
Aria condizionata, accesso disabili, internet, wi-fi, parcheggio
gratuito.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
DOVE
LE CASE RESIDENZA DI CAMPAGNA
Fraz. Santa Maria di Lignano, 42
06081 Assisi (PG)
Tel: +39 075.802431
E-mail: [email protected]
Sito: www.assisiresort.com
Umbria
APERTURA
Tutto l’anno, tutti i giorni.
NEI DINTORNI
Assisi 12 km
Perugia 40 km
Roma 250 km
Le Case
Residenza di Campagna
Una residenza di campagna immersa nella splendida
cornice naturale del Parco del Monte Subasio, tra
ruscelli e boschi, allevamenti e coltivazioni biologiche:
massima espressione della natura. L’agriturismo
sorge in un antico borgo agricolo completamente
ristrutturato a 12 km da Assisi ed all’interno di una
proprietà di 30 ettari. Offre diverse combinazioni di
soggiorno ed ampie zone relax, spazi all’aperto ed
una splendida piscina per vacanze all’insegna della
tranquillità in una natura incontaminata. È una struttura
versatile che si addice a soggiorni all’insegna del
riposo ed anche alla scoperta della natura circostante.
Ristorante e sala cerimonie, vendita prodotti
da agricoltura biologica, prodotti tipici,
piscina, produzione/ degustazione vino-olio,
produzione/degustazione birra artigianale,
parcheggio gratuito, parco, animali ammessi
(previa richiesta).
Il MovePass permette a 2 persone:
Itinerari più belli d’Italia
SERVIZI
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
177
UMBRIA
Itinerari più belli d’Italia
178
ITINERARIO
NORCIA - CASCIA
1) Basilica di San Benedetto
Norcia (PG)
La Basilica di San Benedetto sorge su quella che secondo la tradizione fu la casa natale dei santi Benedetto
e Scolastica nati nel 480 d.C. da una nobile famiglia,
come riferisce san Gregorio Magno nei suoi Dialoghi.
La Basilica è a forma di croce latina, con un’unica navata. Il suo interno, è su due livelli: al piano superiore
si trova la chiesa principale mentre al piano inferiore
troviamo la cripta. Le pareti sono decorate con preziosi affreschi del 1500 e tele del 1600. L’esterno della
chiesa si presenta nella sua struttura originale soltanto in una parte della facciata, caratterizzata da un
elaborato rosone ed un bel portale ogivale. Un porti-
UMBRIA
altro tentativo di uccisione con pane avvelenato,
Benedetto decise di abbandonare Subiaco per
salvare i propri monaci. Si diresse nel Lazio dove
fondò il monastero di Montecassino. Qui, attorno al 540, scegliendo una vita completamente
cenobitica, mise a punto la sua “Regola”, costituita da 73 capitoli ed un prologo, con la quale si
dettavano le norme di vita e di comportamento
dei monaci, mirando a creare un’atmosfera di
moderazione, pace, compiutezza morale e ad insegnare la strada per raggiungere la gloria di Dio
sulla terra, invitando nello stesso tempo ad una
spiritualità gioiosa.
A Montecassino Benedetto visse fino alla morte,
il 21 marzo 547, dopo 6 giorni di febbre fortissima e quaranta giorni circa dopo la scomparsa
di sua sorella Scolastica, con la quale ebbe comune sepoltura. Secondo la leggenda devozionale spirò in piedi, sostenuto dai suoi discepoli,
dopo aver ricevuto la comunione e con le braccia
sollevate in preghiera, mentre li benediceva e li
incoraggiava.
Itinerari più belli d’Italia
co movimenta la parte destra della chiesa lungo
tutto il lato fino al campanile. Con i restauri degli
anni ‘50 è ricomparso in alto l’arco trionfale trecentesco, e in occasione dei lavori giubilari del
2000, sono state apportate altre importanti modifiche: la pavimentazione, l’altare maggiore, il
nuovo accesso alla cripta, la sistemazione dell’area archeologica sottostante, i lavori di adeguamento dell’ex monastero benedettino.
San Benedetto secondo la tradizione, nasce a
Norcia intorno al 480 d.C. Svolge studi letterari
a Roma, dove vive lo stato di decadenza civile
e morale dell’antica capitale dell’impero e inizia ad elaborare un modello di vita perfetta da
raggiungere, suggestionato dall’attività di alcuni
monasteri che svolgevano attività spirituali ed
assistenziali. Nell’ossessiva ricerca della solitudine più rigorosa, all’età di 17 anni abbandona
la città e si ritira, prima in un borgo montano
di Eufide (odierna Affile) e, successivamente, si
rifugia in una grotta, nei pressi di Subiaco. Qui,
incontrò Romano, monaco di un vicino monastero retto da un abate di nome Adeodato, che, vestitolo degli abiti monastici, gli indicò una grotta
impervia del Monte Taleo, dove Benedetto visse
da eremita per circa tre anni, durante i quali è
più volte preda di crisi e tentazioni debellate
solo grazie alla preghiera.
Conclusa l’esperienza eremitica, accettò di fare
da guida ad altri monaci in un ritiro cenobitico
presso Vicovaro, ma la sua rigidezza li porterà ad
un’esasperazione tale da tentare perfino di ucciderlo con una coppa di vino avvelenato. Il Santo
tornò quindi a Subiaco, dove rimase per quasi
trent’anni, predicando la “Parola del Signore” e
accogliendo discepoli sempre più numerosi, fino
a creare una vasta comunità di tredici monasteri.
Negli anni tra il 525 ed il 529, a seguito di un
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UMBRIA
Itinerari più belli d’Italia
180
2) Santuario di Santa Rita da Cascia
Cascia (PG)
La prima pietra della Basilica di Santa Rita da Cascia fu posta il 20 giugno del 1937, solo dieci anni
più tardi, il 18 maggio del 1947, l’edificio fu consacrato. L’aspetto attuale tuttavia si deve alla volontà
di Papa Pio XII ed all’opera prima del Mons. Spirito
Chiapetta e poi degli architetti Martinenghi e Calori. Non va tuttavia dimenticato l’apporto economico dei tanti devoti di Santa Rita da Cascia sparsi nel
mondo e l’opera incessante della badessa Madre
Teresa Fasce.
La Basilica, rivestita di travertino bianco tipico delle cave di Tivoli, presenta un’impianto a croce greca con quattro grandi absidi laterali e cupola centrale a dominare il presbiterio. L’artista Eros Pellini
ha scolpito sul portale principale alcuni episodi
della vita di Santa Rita da Cascia ed all’interno, in
marmo di Carrara, le tappe della Via Crucis.
Altri artisti moderni di indiscutibile fama hanno
partecipato alla realizzazione dell’edificio e degli
arredi; le mura sono affrescate fra gli altri da Luigi Montanarini, Luigi Filocamo, Silvio Consadori e
Gisberto Ceracchini, le suppellettili sacre e l’altare
maggiore sono opera di Giacomo Manzù. Cesarino
Vincenzi di Bologna è l’autore del quadro ad olio
della Maddalena, dell’affresco del San Giuseppe
nell’ingresso della Basilica e del bel soffitto ad affresco della sagrestia.
All’interno del Santuario, perfettamente conservate in un teca in un altare laterale riposano le
spoglie terrene di Santa Rita oggi protette da una
cancellata.
La Santa nacque nel 1381 nella vicina Roccaporena luogo nel quale ancora esiste la casa natale di S.
Rita, la cui finestra principale si apre sullo Scoglio,
un’aspra, sommità che domina il paesetto e che fu
UMBRIA
Itinerari più belli d’Italia
meta prediletta di Rita per le sue preghiere
e le solitarie meditazioni.
Battezzata con il nome di “Margherita”, per il volere del padre si sposò rinunciando, in un primo tempo, ad entrare in un convento Agostiniano secondo
quelle che erano invece le sue più intime aspirazioni. Solo dopo la morte del marito, Rita riuscì ad entrare in clausura.
Il monastero, luogo storico dove Santa Rita visse
40 anni come monaca agostiniana e dove morì, nel
1457, all’età di 76 anni, si colloca accanto al Santuario a Cascia.
Nella parte superiore del monastero troviamo l’oratorio del crocifisso, dove la tradizione afferma che S.
Rita ricevette la stigmata sulla fronte: iI Venerdì Santo 1442, dopo aver ascoltatola predica sulla passione del Signore, Rita con ardente amore desiderava
soffrire con Lui. Il Crocefisso la esaudì e una spina si
conficcò nella fronte di Rita provocando una dolorosa ferita; per 15 anni ebbe la piaga sulla fronte.
Si spense il 22 maggio del 1447, e benché fosse oggetto di venerazione già negli ultimi anni della sua
vita, solo nel 1628 fu beatificata da Papa Urbano VIII
e solo il 24 maggio del 1900 fu santificata da Papa
Leone XIII.
Ancora oggi all’interno del monastero di Santa Rita,
adiacente al Santuario, sono conservate importanti
memorie legate alla vita della santa e alla devozione
ritiana; il coro antico, l’oratorio del crocifisso, l’anello nuziale e il rosario.
Nella cella di Santa Rita è collocato inoltre il primo sarcofago (dipinto a tempera) che ospitò il corpo della santa da 1457 al 1715. Nei cassetti sopra
l’altare sono conservate alcune reliquie, la tonaca,
il velo, le fasce utilizzate per la ferita sulla fronte.
Accanto alla cella si può ammirare infine, anche l’urna barocca che contenne il corpo di Santa Rita dal
1745 al 1930.
181
UMBRIA
Itinerari più belli d’Italia
182
Locanda di Colle dell’Oro
Agriturismo San Cristoforo
Strada di Palmetta, 31
05100 Terni (TR)
Tel: +39 0744.432379
E-mail: [email protected]
Sito: www.colledelloro.it
Strada S. Cristoforo, 16 - Fraz. Sambucetole
05022 Amelia (TR)
Tel: +39 0744.988249 - 347.0013525
E-mail: [email protected]
Sito: www.agriturismosancristoforo.it
Sulla collina di Colle dell’Oro che domina la città di Terni,
sorge la Locanda di Colle dell’Oro, antica residenza
umbra di campagna, risultato di un sapiente recupero di
vari edifici ottocenteschi. Lo charme di questa dimora vi
ammalierà: i raffinati tessuti, i mobili decorati a mano e
le tonalità calde delle camere e dei salotti della Locanda
di Colle dell’Oro vi traghetteranno in un’atmosfera d’altri
tempi. Le dieci camere sono arredate con particolare
cura e con un esclusivo tocco personale, che le rende
piacevoli ed uniche.
In Umbria tra le dolci e coltivate colline della
campagna umbra, l’agriturismo fa rivivere l’antico
borgo di San Cristoforo. Il complesso si compone di
un antico borgo con al centro la chiesa settecentesca
da cui prende il nome. Una vacanza in Umbria
che vi permetterà di vivere un’esperienza unica
e genuina a contatto con l’atmosfera di una volta,
dove il lento scorrere del tempo, l’incontro con la
natura e l’assaporare il gusto del cibo appena colto
caratterizzavano la vita di chi qui una volta viveva.
SERVIZI
Piscina, ristorante, massaggi benessere, accesso
disabili, internet wi-fi, parcheggio gratuito, animali
ammessi (previa richiesta).
SERVIZI
La struttura dispone anche di appartamenti tutti con angolo
cottura provvisto di stoviglie, di frigo e tv.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
DOVE
COUNTRY HOUSE ENTROPIA
Via Loreto Grutti, 6
06059 Todi (PG)
Tel: +39 075.8852249
Fax: +39 075.8851212
E-mail: [email protected]
Sito: www.progettoentropia.it
Umbria
APERTURA
Tutto l’anno, tutti i giorni.
Chiuso il mese di Novembre.
NEI DINTORNI
Perugia: 45 km
Assisi: 60 km
Aria condizionata, accesso disabili, internet wi-fi,
parcheggio gratuito, maneggio, servizio bar,
ristorante, centro benessere, piscina esterna.
Country House Entropia
Soggiornare presso la Country House Entropia, risultato
della recente ristrutturazione di un antico casale in pietra
del 1800, significa farsi avvolgere pienamente da profumi e
sapori che questa terra sa offrire.
Adagiata su una dolce collina, la residenza, con il suo parco e
una panoramica piscina, permette di godere di uno scenario
naturale inimitabile, offre un suggestivo angolo di pace
e tranquillità dove l’ospitalità si arricchisce di stimolanti
eventi.
I piaceri del gusto sono curati dalla cucina, attenta ai sapori
della tradizione e impreziosita da una selezione dei vini.
Il MovePass permette a 2 persone:
Itinerari più belli d’Italia
SERVIZI
• Un pernottamento in camera doppia
• Prima colazione
• Aperitivo di benvenuto
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
183
MARCHE
Itinerari più belli d’Italia
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ITINERARIO
CORINALDO - LORETO
1) Santuario di Santa Maria Goretti
Corinaldo (AN)
Il Santuario di S.Maria Goretti all’interno del
paese di Corinaldo, dove nacque S.Maria Goretti, vissuta dal 1890 al 1902, si trova la Chiesa
dell’Addolorata, con campanile settecentesco e
interno barocco a pianta centrale del XVII secolo.
Essa racchiude la cripta (1947) dedicata a S.Maria
Goretti, canonizzata nel 1950. All’interno della
chiesa si trova un organo Callido. Il paese, dove
si trova anche la casa della Santa, è cinto di mura
laghe 900 metri, le meglio conservate di tutte le
Marche, del secolo XIV-XV.
Maria Teresa Goretti è venerata come santa e
martire dalla Chiesa cattolica. Vittima di omicidio a seguito di un tentativo di stupro da parte
di un vicino di casa, fu canonizzata nel 1950 da
papa Pio XII con il nome di santa Maria Goretti.
Terzogenita di sette figli, nacque a Corinaldo il
16 ottobre 1890, da Luigi Goretti e da Assunta
Carlini, poveri ma onesti e religiosi contadini.
All’epoca della perdita del padre Marietta ha
solo dieci anni, e ha un vivissimo desiderio di
fare la Prima Comunione: in undici mesi imparò il
catechismo e, nel giugno 1901 fece la comunione per la prima volta. Cominciò a camminare più
speditamente nella via della bontà. Volle essere
l’angelo consolatore della mamma: le infondeva
coraggio e fiducia nella Provvidenza, cercava di
alleggerirle il lavoro, pensando alla cura della
casa e dei fratellini. Maria, sua madre e i suoi fratelli vivevano nella stessa cascina della Famiglia
Serenelli: la fresca bellezza di Maria, per quanto
difesa e nascosta gelosamente, non sfuggì agli
occhi di Alessandro Serenelli, che cominciò a nutrire una morbosa e irrefrenabile passione per la
fanciulla. Ai primi di giugno del 1902 il giovane
fece a Maria proposte insane. Ella, inorridita, le
rigettò e fuggì piangendo. Mentre si allontanava,
Alessandro la minacciò: “Se fiati, ti ammazzo”.
Confuso e irritato per la resistenza dell’innocente fanciulla, stabilì in cuor suo che la terza volta,
se non l’avesse ascoltato, l’avrebbe uccisa. Da
quel momento la vita divenne per Maria un vero
incubo. Alessandro la trattava con durezza, la
rimproverava per ogni inezia e la sovraccaricava
MARCHE
Itinerari più belli d’Italia
di lavoro. Ella, evitava di incontrarlo, obbediva in
silenzio e si raccomandava incessantemente alla
Madonna, stringendo spesso in pugno la corona.
Il dramma interiore viene vissuto in completa
solitudine, solo una frase detta a Teresa Cimarelli tradisce la sua angoscia: “Teresa, domani andiamo a Campomorto? Non vedo l’ora di fare la
comunione”. Il giorno dopo è il 5 luglio, il primo
giorno della sua “passione”. Le famiglie Serenelli e Goretti sono intente alla trebbiatura delle
fave. All’improvviso scoppia la tragedia. Alessandro, fingendo di dover salire un momento in
casa trascina Maria all’interno, ma quando lei si
rifiuta di assecondarlo prende un punteruolo e
comincia a colpirla ovunque, accanendosi sul
ventre. Conscio di averla ferita a morte, getta il
punteruolo e si chiude in camera ad aspettare
l’arrivo delle guardie. Il primo a trovare Marietta
in terra priva di sensi è Giovanni Serenelli che
chiama prima Assunta e poi Mario Cimarelli.
Nel frattempo la notizia si è sparsa per tutta la
Palude e decine di persone si dirigono verso la
Cascina. Marietta viene portata via in barella fra
la commozione generale dei contadini che al
suo passaggio si tolgono il cappello. In ospedale
i medici riscontrano sul corpo di Maria quattordici ferite con lesioni al pericardio, al polmone
sinistro, al cuore, al diaframma, all’intestino tenue, all’iliaca e al mesenterio. Dopo un’agonia
durata 24 ore, il suo calvario finisce alle 15,45
del 6 luglio 1902.
Ai funerali partecipò una folla immensa con associazioni e autorità venute anche da Roma. Nel
luglio del 1929 il corpo della Santa fu traslato al
santuario della Madonna delle Grazie in Nettuno
e, il 24 giugno 1950, sotto S.S. Pio XII, ebbe luogo la sua solennissima Canonizzazione.
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MARCHE
Itinerari più belli d’Italia
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2) Basilica della Santa Casa
Loreto (AN)
La Basilica della Santa Casa si trova a Loreto, nota
cittadina sede di pellegrinaggio attraverso la via
Lauretana, dove i cattolici rendono culto di devozione verso i resti della Santa Casa di Nazaret, dove
visse Gesù.
La Storia del Santuario inizia il 10 dicembre 1294,
con l’arrivo della Casa abitata dalla famiglia della
Vergine Maria a Nazaret, dove la Madonna avrebbe ricevuto l’annuncio della nascita miracolosa di
Gesù. In un primo momento la preziosa reliquia
venne sopraelevata e coperta da una volta e poco
dopo circondata da portici, quindi da una chiesetta
e infine dall’attuale Basilica. La Chiesa, coronata in
alto da un cammino di ronda su beccatelli, è ingentilita da alti finestroni gotici in pietra bianca del
Conero. Costituisce un mirabile esempio di connubio fra l’esigenza pratica della difesa militare e il
gusto estetico rinascimentale.
Di chiaro stile rinascimentale è la bellissima cupola che caratterizza il panorama lauretano, visibile
in un vastissimo territorio che va dal mare alle valli
collinari vicine.
L’interno si presenta come una grande aula goticizzante basata su una complessa pianta cruciforme,
nata dalla sovrapposizione di una struttura longitudinale a una centrale a croce greca. La planimetria è ricca di simbolismi: una croce latina che
riporta al Cristo, i dodici pilastri riecheggianti gli
Apostoli e le quattro Sagrestie che portano i nomi
degli Evangelisti, poste ai quattro angoli creati dai
bracci della croce. Al centro, “cuore” della croce, si
erge la cupola con al di sotto la preziosa reliquia
della Santa Casa di Nazaret, dove, secondo la tradizione devozionale, la Vergine Maria ricevette
l’Annunciazione. Si racconta infatti che nella notte
MARCHE
Itinerari più belli d’Italia
tra il 9 ed il 10 dicembre del 1294 la Santa Casa
venne trasportata in volo dagli angeli prima a Tersatto presso Fiume, poi nell’attuale sito presso un
bosco di lauri.
La Santa Casa è una piccola costruzione di metri
9,50 x 4. Le dimensioni coincidono con quelle del
“buco” rimasto a Nazaret dove prima si trovava.
Nella parete minore si apre una piccola finestra,
detta dell’Angelo alla quale secondo la tradizione
la Madonna ricevette l’Annunciazione.
Gli studi effettuati sulle pietre della Santa Casa ne
confermerebbero l’origine palestinese: esse sono
per lo più arenarie, rintracciabili nella zona di Nazaret e lavorate secondo la tecnica usata dai Nabatei, un popolo confinante con gli Ebrei, ma molto
usata anche in Palestina. Inoltre le pietre risultano
ancora saldate da una tipica malta della zona, un
misto di solfato di calcio idrato (gesso) impastato con polvere di carbone di legna secondo una
tecnica dell’epoca, nota in Palestina e anche in
Galilea 2000 anni fa, ma mai impiegata in Italia.
Sulle pietre vi sono numerosi graffiti simili a quelli giudeo-cristiani del II-V secolo ritrovati in Terra
Santa, in particolare a Nazaret.
La Madonna di Loreto, detta anche Vergine Lauretana, è la statua venerata nella Santa Casa. Si tratta
di una Madonna Nera: la sua particolarità è il volto
scuro, comune alle icone più antiche, dovuto spesso al fumo delle lampade ad olio e delle candele.
In alcuni casi sono rappresentate nere a ipirazione
del Cantico dei cantici dove si dice: “Bruna sono,
ma bella” e più avanti, rivolgendosi alle amiche:
“Non state a guardare che sono bruna perché mi
ha abbronzata il sole”. Ed il Sole è figura di Dio.
Queste parole sono all’origine del fenomeno delle
Madonne nere, che sono donne di razza bianca ma
di pelle nera.
187
marche
Itinerari più belli d’Italia
188
Hotel Il Conero 2
Il Pignocco
Via del Conero, 29
60026 Numana (AN)
Tel: +39 071.7390806
E-mail: [email protected]
Sito: www.hotelresidenceilconero.it
Strada del Pignocco, 3
61122 Pesaro (PU)
Tel: +39 0721.430162
E-mail: [email protected]
Sito: www.ilpignocco.it
Non solo mare, ma natura, benessere, storia,
archeologia, sport, enogastronomia nella stupenda
cornice della Riviera del Conero. L’Hotel premiato
nel 2010 da Legambiente e Ospitalità Italiana, si
trova a 250 m dalla spiaggia, ad un passo dagli
itinerari e dalle spiagge del Parco Naturale del
Monte Conero e dai paesini di interesse storico e
culturale dell’interno marchigiano.
Tra prati ed alberi secolari, un’antica dimora di campagna
risalente al 1700 offre camere ed appartamenti dal gusto
rustico ed elegante, per una vacanza nella quiete della
natura, nei pressi del mare e di località di interesse storico e
culturale, alla scoperta dei sapori autentici e delle tradizioni
delle Marche. Il Pignocco vi sorprenderà per il panorama
fantastico, per la sorprendente torretta belvedere, per
l’accoglienza tutta al femminile e per la piscina circondata
dagli antichi olivi e dalle quale, sul calar della sera, si assiste
ad un tramonto indimenticabile.
Limitazione per i mesi di giugno. Luglio/agosto, pacchetto accettato
secondo disponibilità, dalla domenica al giovedì.
SERVIZI
Aria condizionata, centro benessere, palestra, noleggio bici, accesso disabili, internet wi-fi, parcheggio
gratuito. Animali ammessi (previa richiesta).
SERVIZI
Animali ammessi (con supplemento), aria condizionata, accesso disabili, parcheggio gratuito.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
marche
Villa San Martino
Viale Martiri della resistenza, 1
61010 Monte Grimano Terme (Pu)
Tel: +39 0541.972128
E-mail: [email protected]
Sito: www.villadicarlo.it
Via Medici, 3
61030 Cartoceto (PU)
Tel: +39 0721.898432 / 338.5079320
E-mail: [email protected]
Sito: www.villasanmartino-countryhouse.it
Affacciato sulla verde valle del Conca, immerso in un
parco in cui il tempo è scandito dai lenti ritmi della
natura, c’è un posto studiato per creare attorno a te
un’atmosfera suggestiva e rilassante, dove il corpo e
lo spirito ritrovano serenità e armonia. Villa di Carlo
mette a disposizione dei propri clienti 21 camere
finemente arredate, con collezioni di quadri dipinti
da Luciana Zanetti, il ristorante, due piscine di cui una
interna e una esterna, la sala congressi, la palestra
attrezzata e lo splendido parco che la circonda.
Da una villa risalente al sec. XVI tra le dolci colline che
dominano la valle del Metauro, in un’oasi di verde, a
soli 15 km dal mare, nasce questa country house ricca
di charme, che unisce al fascino della posizione e della
storia, il comfort delle camere e suites, ognuna diversa
dalle altre, impreziosite e riadattate alle moderne
esigenze di ospitalità. È la soluzione ideale per tutti
coloro che cercano tranquillità e riservatezza, atmosfere
suggestive e comfort di qualità, immersi in uno dei
paesaggi più belli delle dolci colline marchigiane.
SERVIZI
Animali non ammessi, cucina per celiaci, aria condizionata, accesso disabili, internet wi-fi, parcheggio gratuito.
SERVIZI
Sala colazione con vista panoramica, parcheggio privato,
sala riunioni, giardino e parco interno.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
Villa di Carlo
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MARCHE
Itinerari più belli d’Italia
190
ITINERARIO
TOLENTINO - FONTE AVELLANA
1) Abbazia di Chiaravalle di Fiastra
Tolentino (MC)
L’abbazia di Fiastra sorge nella bassa valle del
Chienti e rappresenta il più importante edificio
monastico delle Marche. Di uno stile di transizione dal romanico al gotico rispecchia in pieno
l’influsso cistercense di sapore lombardo.
Già nel 971 sembra sorgesse sul luogo una
chiesetta. Il vasto territorio, compreso tra il fiume Chienti ed il Fiastra, fu donato nel 1142 dal
signore del luogo, il duca di Spoleto Guarniero
II, all’abate Bruno, guida dei monaci Cistercen-
si dell’Abbazia di Chiaravalle di Milano. Già alla
fine dello stesso anno arrivarono i monaci che
subito iniziarono la costruzione dell’Abbazia impiegando materiale proveniente dai resti della
vicina città romana di Urbs Salvia, distrutta dai
Visigoti di Alarico nel 408-409, e allo stesso
tempo iniziarono una lunga opera di bonifica del
boscoso territorio, allora paludoso e infestato da
belve feroci.
I monaci cistercensi organizzarono il territorio agricolo dell’Abbazia in sei grange (aziende
agricole), e grazie alla loro abilità organizzativa,
agricola e artigianale, insieme a quella dei fratelli conversi, le grange diventano veri e propri
centri economici, fiorenti ed autonomi. Oltre al
consenso spirituale sempre crescente dei fedeli,
il monastero acquisisce e consolida notevoli ricchezze e potere. Nel XIII secolo l’abbazia giunge
all’apice del successo, con la presenza di circa
200 monaci, arrivando a controllare fino a 33
tra chiese e monasteri e occupando ormai gran
parte del territorio maceratese fino ad arrivare
MARCHE
della copertura della chiesa, le volte vennero
ricostruite solo parzialmente (presbiterio e prima campata), mentre per il resto dell’edificio si
adottò una copertura a capriate lignee.Sul lato
meridionale della chiesa si apre il monastero, realizzato anch’esso secondo gli schemi cistercensi, e incentrato sul vasto chiostro. Dal XIV al XV
secolo il monastero si avvia verso un lento ma
inesorabile declino, causato da una serie di disastrosi saccheggi, il più devastante del 1422 per
mano di Braccio da Montone e delle sue truppe,
che abbatté la copertura a volte della chiesa, la
torre nolare, e uccise numerosi religiosi.
Itinerari più belli d’Italia
a Numana. Nel 1918, l’abbazia e tutto ciò che le
appartiene passa in eredità alla “Fondazione Giustiniani-Bandini” che, insieme alla Regione Marche, ha istituito la Riserva naturale dell’Abbadia
di Fiastra nel 1984. Chiaravalle di Fiastra rientra
nel gruppo padano delle abbazie cistercensi,
ben visibile da quella struttura architettonica e
dall’uso del mattone nel paramento murario che
caratterizza le costruzioni lombardo-emiliane
e di cui i cistercensi si fecero promotori nelle
Marche. La pianta dell’abbazia, invece, è di derivazione borgognona e si caratterizza da un complesso quadrilatero dove si iscrivono monastero
e chiesa. Dedicata a Santa Maria, la chiesa è una
monumentale costruzione regolata dalle severe
forme cistercensi e dalle dimensioni imponenti: 72 metri di lunghezza, 20 di larghezza, 25 di
altezza. Tre navate, otto campate, il transetto
sporgente, e improntata sull’”Asse del Sole”,
con ingresso a ovest e abside piatta a est. Venne costruita a partire dall’abside, consacrata nel
1170 e terminata con la facciata verso il 1200. I
Il prospetto occidentale, a doppio spiovente, è
incentrato sul rosone ed è preceduto da un portico a tre campate voltate aperto da coppie di
trifore e da un portale in marmo a strombo multiplo. Dall’atrio, tramite un portale a fascio la cui
decorazione è costituita dal contrasto cromatico
dei materiali, si accede alla chiesa. L’interno è
tutto giocato sul ritmarsi di pilastri dalle forme
e masse diverse. La luce filtra attraverso 16 monofore e due rosoni contrapposti, uno sulla facciata, l’altro sul muro di fondo del presbiterio.
Tutte le coperture a volta dell’edificio e anche la
torre che sorgeva sul presbiterio, andarono distrutte nel 1422 durante il saccheggio di Braccio
da Montone. Nel 1473, per opera del cardinale
commendatario Latino Orsini, fu rifatta parte
191
MARCHE
Itinerari più belli d’Italia
192
2) Basilica di San Nicola da Tolentino
Tolentino (MC)
La basilica di San Nicola da Tolentino, in origine
intitolata a San Giorgio, venne costruita fra il XIII
secolo ed il XIV secolo per poi essere completata
ed arricchita nei secoli successivi. Nel 1476 venne
dedicata a San Nicola da Tolentino che era stato
ospitato per circa trenta anni nell’annesso convento, morendovi nel 1305.
Nel XVIII secolo venne portata a termine la facciata
mentre nel 1932 venne costruita la cripta dove è
stato posto il corpo del santo, rinvenuto nel 1926.
La facciata, in origine a capanna, venne portata a
compimento a partire dal XV secolo quando venne
realizzato il portale ad opera di Nanni di Bartolo.
Incastonati nei pilastri del portale sono siti tre bassorilievi per lato che raffigurano dei Santi. Nella lunetta invece sono tre sculture raffiguranti Sant’Agostino, la Madonna col Bambino e San Nicola da
Tolentino; al di sopra,sormonta la lunetta il gruppo
di San Giorgio e il Drago, che riporta all’antica denominazione della Basilica.
Lungo il fianco della basilica sono visibili tracce
murarie della struttura antica con caratteristici archetti pensili. Il campanile, tardo gotico, risultava
essere esistente nel 1492.
Sul lato sud si apre il chiostro agostiniano, di origini trecentesche e molto alterato nei secoli in base
alla crescita del monastero. Le gallerie del chiostro
presentano su tutte le pareti scenografici affreschi
barocchi raffiguranti le Storie di San Nicola, eseguiti tra il 1690 e il 1695 da Giovanni Anastasi e
Agostino Orsoni.
L’interno è il frutto di un grande cantiere durato
sino alla seconda metà del XV secolo, anche se
negli anni successivi si ebbero ulteriori modifiche.
L’altare maggiore è in marmi policromi e venne
MARCHE
Itinerari più belli d’Italia
eseguito in occasione del VI centenario della
morte di San Nicola nel 1905. Il coro ligneo è in
stile barocco mentre la cupola è una creazione di
Giovanni Battista Carducci (1859) e contiene un
affresco di Luigi Fontana raffigurante la Visione
di Ezechiele.
Ai lati del Presbiterio una porta conduce ad un
piccolo ambiente decorato con due tele seicentesche opera di Giovanni Battista Foschi.
Il Cappellone di san Nicola è un grande ambiente che conserva un importante ciclo di affreschi
trecenteschi recentemente attribuito a Pietro da
Rimini, anche se la tradizione vuole invece che
l’opera sia stata eseguita da un ignoto pittore, il
Maestro di Tolentino.
Negli spicchi della volta si alternano gli Evangelisti e i Dottori della Chiesa tutti ritratti seduti su di
scrivanie piene di libri; alla base sono raffigurate le Virtù: Carità, Prudenza, Speranza, Giustizia,
Temperanza, Fede, Fortezza.
Le pareti sono divise in due ordini più le lunette
dove da quella di fronte l’ingresso parte la narrazione con una Annunciazione; seguono l’Arrivo
dei Magi, la Presentazione al Tempio e il Transito
di Maria. Nell’ordine mediano la narrazione è disposta in riquadri di diversa grandezza; Partendo dalla parete che dà verso la chiesa al centro è
una Strage degli innocenti; proseguendo in senso
antiorario sono la Pentecoste, il Sepolcro vuoto,
Cristo nel Limbo, Orazione nell’Orto, Predicazione di Gesù, Entrata a Gerusalemme, Nozze di
Cana, Sacra Famiglia, Cristo fra i Dottori. La Cappella delle Sante Braccia è costituita da tre vani
consecutivi realizzati nel Seicento ampliando la
vecchia sacrestia quattrocentesca allo scopo di
ospitarvi la reliquia delle Sante Braccia che sono
site oggi al centro del terzo vano, chiuso da una
ricca cancellata dorata.
193
MARCHE
Itinerari più belli d’Italia
194
3) Il Monastero di Fonte Avellaneta
Fonte Avellana (PU)
ll Monastero di Fonte Avellana è situato alle
pendici boscose del monte Catria (1701 m.) a
700 metri sul livello del mare.
Le sue origini si collocano alla fine del X secolo,
intorno al 980, quando alcuni eremiti scelsero di
costruire le prime celle nell’eremo che nel corso
dei secoli diventerà l’attuale monastero.
La spiritualità di questi eremiti fu influenzata da
San Romualdo di Ravenna, padre della Congregazione benedettina camaldolese. Egli visse e
operò fra il X e l’XI secolo in zone vicinissime a
Fonte Avellana, quali Sitria, il monte Petrano, e
San Vincenzo al Furlo.
Molte delle consuetudini eremitiche avellanite erano pressoché identiche a quelle in uso
all’Eremo di Camaldoli e anche la Regula vitae
eremiticae scritta da San Pier Damiani per Fonte Avellana ha molti elementi in comune con le
Constitutiones del Beato Rodolfo, IV priore di
Camaldoli. Lo sviluppo di Fonte Avellana iniziò
con San Pier Damiani, alla cui forte personalità si devono non solo il nucleo originario della
costruzione, ma più ancora l’impulso spirituale, culturale e organizzativo che resero l’eremo
centro d’attrazione e di diffusione della vita monastica e che influirono fortemente sulla riforma religiosa e sulla vita sociale. Grazie a questa
figura eccezionale, il monachesimo avellanita
e camaldolese ha potuto presentarsi, nella sua
storia pluricentenaria, come esperienza qualificata del cristianesimo. In questo eremo, infatti,
si formarono circa cinquanta vescovi e un folto
stuolo di monaci noti per santità e dottrina.
Una tradizione costante e molto antica vuole
che anche il Sommo Poeta Dante Alighieri sia
stato ospite di questo monastero che cantò nella Divina Commedia:
“Tra due liti d’Italia surgon sassi,
e non molto distanti a la tua patria,
tanto che i troni assai suonan più bassi,
e fanno un gibbo che si chiama Catria,
di sotto al quale è consecrato un ermo,
che suole esser disposto a sola latria”
Eretta abbazia nel 1325, Fonte Avellana divenne una potenza socio-economica e, di lì a poco
(1392) conobbe la pratica delle commende. MARCHE
Itinerari più belli d’Italia
La commenda consisteva nell’affidamento dei
benefici o dei beni di proprietà di un monastero
o di un’abbazia a persone estranee, per lo più di
alto rango ecclesiastico o civile. Fonte Avellana
restò “commendata” fino a quasi tutto il 1700 e,
anche se ebbe dei commendatari come il Cardinal
Giuliano della Rovere poi Giulio II, che lasciarono
abbellimenti del tutto degni di nota, nondimeno
risentì profondamente di inevitabili condizionamenti, motivo per cui la decadenza della sua vita
monastica, anche se lenta, fu inesorabile.
Tale declino si concluse con la soppressione napoleonica del 1810 e di lì a poco quella italiana
del 1866.
Fonte Avellana, tuttavia, ha continuato a vivere
come alimentata da una sorgente interiore e oggi,
tornata ai monaci camaldolesi, ha ritrovato oltre
alla bellezza austera delle sue strutture architettoniche (sec. X - sec. XIX) ormai interamente riportate alla loro bellezza primitiva, anche quella
fede e quella cultura che l’hanno contraddistinta
fin dalle sue origini.
Quando si arriva al Monastero di Fonte Avellana si
rimane colpiti dalla sua originale struttura architettonica, dalla sua storia, dalla sua bellezza che
attira e colpisce per la sua semplicità. La pietra, di
cui è costituito, crea un habitat del tutto unico e
riflette quello del deserto: una strana sensazione
di vuoto.
Entrando nei suoi spazi e dimorando nella cella,
si fa l’esperienza del silenzio. È un abbraccio invisibile di energia spirituale che avvolge. Si sente il
proprio respiro, e si trova quiete e pace. È un silenzio che crea equilibrio e conoscenza di sé. Dentro
questo silenzio arriva la Parola di Dio e si comincia
la Lectio divina. È un ascolto che apre nuovi orizzonti sulla storia degli uomini, sulla chiesa, e sul
proprio cammino di fede.
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marche
Itinerari più belli d’Italia
196
Colle Indaco
Country House Salomone
Contrada Indaco, 15
63020 Ortezzano (FM)
Cell: +39 338.9564752
E-mail: [email protected]
Sito: www.colleindaco.it
Loc. Salomone, 437
62024 Matelica (MC)
Tel: +39 339.2357888 - 320.3530590
E-mail: [email protected]
Sito: www.salomone-matelica.it
Colle Indaco country house è un elegante resort
situato nel cuore delle Marche. Pace e relax sono
le parole che meglio descrivono l’atmosfera che
avvolge questo secolare casale immerso nel verde
della Valdaso. Grazie alla sua posizione rialzata
domina un coloratissimo paesaggio tipicamente
marchigiano, interrotto all’orizzonte dalle colline
che raggiungono i Monti Sibillini e dalla valle
dell’Aso che conduce sino al Mare Adriatico.
Immerso nel verde dei vigneti del Verdicchio
D.O.C. di Matelica, è uno dei luoghi più belli
del territorio comunale sia per il panorama che
per le bellezze naturali, e, allo stesso tempo,
è comodissimo da raggiungere. È dotato di
sei camere, tutte con servizi, personalizzate e
dedicate ad un fiore che corrisponde poi ad un
miele tipico monoflora.
SERVIZI
SERVIZI
Centro benessere, piscina, giochi per bambini, area fitness,
giardino, aria condizionata, tvsat, internet wi-fi, parcheggio
coperto gratuito, animali ammessi (previa richiesta).
Camere con bagno e TV, fattoria didattica, sosta camper attrezzata, ristorante-negozio prodotti tipici locali, animali ammessi
(previa richiesta).
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
marche
Residence La Corte
Contrada Vallato, snc 620260 San Ginesio (MC)
Tel/Fax: +39 0733.694431 E-mail: [email protected]
Sito: www.querciadellamemoria.it
Via Laura Zampeschi, 22
62029 Tolentino (MC)
Tel: +39 0733.969788
E-mail: [email protected]
Sito: www.residencelacorte.eu
La Quercia della Memoria è un’azienda agricola
biologica nata per promuovere un innovativo
progetto di multifunzionalità agricola e di sviluppo
locale sostenibile, nel territorio del Parco Nazionale
dei Monti Sibillini. Con oltre 9 ettari tra colture
miste, seminativi, vigneto, frutteto e orticole, è un
agriturismo bioecologico, una fattoria didattica/
sociale ed un centro di educazione ambientale. Sta
sviluppando un progetto di Ecomuseo dei vissuti e
dei saperi ed un agrinido di qualità.
Palazzo antico completamente ristrutturato
situato in pieno centro storico di Tolentino,
risalente al ‘700. Dispone di 5 camere arredate
con particolare attenzione ai materiali ed ai
colori, dotate di tutti i comfort.
La perfetta armonia con il paesaggio circostante
rende La Corte il luogo ideale per un soggiorno
indimenticabile nella splendida città di
Tolentino.
SERVIZI
Accesso disabili, postazione internet, visita gratuita agli
spazi eco museali dell’azienda, esperienze in fattoria per
bambini e famiglie.
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Servizio fotocopie, servizio fax, mappa della città, bar, servizio gratuito su strisce azzurre centro città, animali ammessi (previa richiesta).
Il MovePass permette a 2 persone:
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•Un pernottamento in camera doppia
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(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
La Quercia della Memoria
197
marche
Itinerari più belli d’Italia
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Colle Regnano
Sinfonie del Bosco
Contrada Casadicristo, 11
62029 Tolentino (MC)
Tel: +39 0733.967691
E-mail: [email protected] Sito: www.colleregnano.it
Contrada Santa Maria, 43
63020 Montelparo (FM)
Tel: +39 0734.781456 - 347.1412622
E-mail: [email protected]
Sito: www.residencesinfoniedelbosco.it
La “casa rosa” è immersa nelle morbide colline
maceratesi e affacciata sui Monti Sibillini, in posizione
panoramica a 400 m. s.l.m. Casolare tipico della
campagna marchigiana di metà ottocento, ristrutturato
nel completo rispetto dell’ambiente e dell’uomo,
utilizzando solo materiali naturali, con tecniche di
bioedilizia e architettura bioecologica, per alloggiare
in modo sano e consapevole.
L’Agriturismo Residence Sinfonie del Bosco, origina
dalla sapiente ristrutturazione di un’antica casa colonica,
con travi in legno e pavimenti in cotto che si sposano
elegantemente con le ceramiche dipinte a mano.
Dispone di sei appartamenti e una suite, uno splendido
giardino con piante secolari, i giochi per i bimbi, il gazebo
con barbecue e la piscina con solarium. Il Residence
sorge nella splendida Valle dell’Aso, circondata da verdi
colline e borghi medioevali, direzione est, a 20 minuti dal
mare adriatico e dal parco dei Monti Sibillini.
SERVIZI
Accesso disabili, animali ammessi, sala comune, connessione internet, frigo bar, lavanderia, parcheggio,
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SERVIZI
Aria condizionata, accesso disabili, internet wi-fi, parcheggio
gratuito, piscina con solarium, gazebo e barbecue, campo di
bocce.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
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•Un pernottamento in camera doppia
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Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
marche
Agriturismo Fontechiara
Località Collepere
62024 Matelica (MC)
Tel: +39 0737.783592
E-mail: [email protected]
Sito: www.villacollepere.it
Contrada Paterno, 19
62010 Treia (MC)
Tel: +39 0733.216797 – 347.2995079
E-mail: [email protected]
Sito: www.fontechiara.com
Nella splendida cornice delle colline matelicesi,
Villa Collepere è un’esclusiva country house nel
cuore delle Marche. La struttura, sapientemente
recuperata da un casino di caccia del XVII secolo, è
stata ideata per far trascorrere piacevoli momenti
in un’atmosfera di completo relax, immersi nel
verde di alberi secolari. Grandi e luminose vetrate
immettono nel parco antistante e negli spazi
esclusivi che la struttura offre.
Fontechiara è una preziosa realtà fatta di pace e
benessere, cibi sani e aria profumata. Per questo è
frequentata da chi ricerca tranquillità agreste, ritmi di
vita semplici, genuinità e buon gusto. Sarete accolti
nel casale fondato nel 1782, ora completamente
ristrutturato recuperando, dove è stato possibile, gli
antichi materiali originali, come le travi in quercia
centenarie e i mattoni fatti a mano. Il casale è quindi
un’armoniosa sintesi tra fascino antico e le moderne
comodità.
SERVIZI
Piscina, giardino, terrazza, accesso per disabili, giochi
bambini/babysitting, animali ammessi (previa richiesta).
SERVIZI
Piscina, bocce, mountain bikes, tiro con l’arco, animali ammessi (previa richiesta).
Il MovePass permette a 2 persone:
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Itinerari più belli d’Italia
Villa Collepere
199
LAZIO
Itinerari più belli d’Italia
200
ITINERARIO
greccio - roma
1) Santuario di Greccio
Greccio (RI)
Il Santuario Eremo di Greccio è uno dei santuari
eretti da San Francesco, insieme ad altri come il
Santuario di Fonte Colombo, il Santuario della
Foresta e il convento di Poggio Bustone. Sito a
circa 15 km dal capoluogo di provincia di Rieti, è incassato, ad un’altitudine di 665 m s.l.m.,
nella roccia dei monti nella immediate vicinanze
dell’antico borgo medievale di Greccio con uno
splendido affaccio sull’ampia conca reatina. Le
storie su come San Francesco abbia scelto questo luogo angusto sono numerose, ma la più
suggestiva è sicuramente quella del bambino a
cui il poverello di Assisi fece lanciare un tizzone il quale, volando come una saetta, terminò la
sua corsa sulla parete rocciosa di un monticello
di proprietà di un feudatario di Greccio, il Velita. Lì venne costruito l’attuale eremo. Lo stesso
Velita nel 1223 spinse San Francesco a dare vita
ad una splendida rievocazione, con personaggi
viventi, della nascita del Cristo nella Notte di
Natale. La leggenda narra che il bambinello, unico personaggio non vivente della rievocazione,
prese vita per poi tornare inanimato. Da allora
Greccio e il suo santuario sono il paese del primo presepe nel mondo. In seguito fu gemellata
LAZIO
scenografica scalinata e risale al XIV° sec.. Nella
piazza, si trova la Chiesa di S. Maria del Giglio del
1400 anch’essa a una navata; l’altare maggiore
conserva all’interno di uno stucco, un affresco
del primo quattrocento, che rappresenta la Vergine col Bambino e Angeli.
Itinerari più belli d’Italia
con Betlemme. Greccio sorge nella parte occidentale della Provincia di Rieti, a 705 mt. s.l.m.,
e domina dall’alto la vasta e lussureggiante pianura reatina. È situato a mezza costa della boscosa catena dei Monti Sabini edificato su speroni di roccia, in un luogo quasi impossibile. Fu
fondato, secondo la tradizione, da una colonia o
famiglia greca, fuggita dalla patria in seguito a
guerre e distruzioni che innamoratasi del luogo,
ci si stabilì. Da qui il nome Grecia, Grece, Grecce
ed infine Greccio. Le prime notizie certe risalgono al X- XI sec. quando i frammentari possedimenti dell’Abbazia di Farfa vennero riuniti e si
procedette all’incastellamento delle curtis. Dai
resti degli antichi fabbricati si rileva che Greccio
divenne un castello medievale fortificato circondato da muraglie e protetto da sei torri fortilizie.
Il borgo è circondato da stupendi boschi di querce ed elci che offrono al visitatore l’opportunità
di lunghe passeggiate su sentieri suggestivi, fino
alla cima del Monte Lacerone a 1204 mt. s.l.m..
Qui San Francesco d’Assisi, era solito ritirarsi in
preghiera e meditazione in una capanna protetta
da due piante di carpino. In questo stesso luogo,
nel 1792, per volontà popolare, venne costruita
una cappellina commemorativa a Lui dedicata,
“la Cappelletta”. È possibile ammirare anche il
sasso sul quale era solito salire per predicare e il
luogo da cui, secondo la tradizione, fu lanciato il
tizzone ardente che rese pubblico il luogo designato per la costruzione dell’attuale Santuario.
L’antico Borgo Medievale gode di un ottimo panorama e conserva parte della pavimentazione
del vecchio castello (XI sec. circa) e tre delle
sei torri di cui la maggiore trasformata nel XVII
sec. in Torre Campanaria. La chiesa parrocchiale
dedicata a San Michele Arcangelo sorge a fianco della torre campanaria sulla sommità di una
201
lazio
Itinerari più belli d’Italia
202
2) Abbazia di Santa Maria di Farfa
Farfa (RI)
Nel cuore dell’antica terra Sabina, ai piedi del
monte Acuziano, immersa nel fascino di una natura verdeggiante e sorridente in un’atmosfera di
mistico silenzio, sorge la storica abbazia di Santa
Maria di Farfa. Questo è un luogo ricolmo di pace,
serenità e semplicità, come sono semplici i monaci
benedettini che la abitano, in un clima di profonda
spiritualità.
Fu dichiarata monumento nazionale nel 1928, per
la bellezza architettonica ed artistica, testimonianza di una storia più che millenaria tra periodi di
grande splendore e periodi di decadenza, distruzioni e dispersioni, seguiti sempre da rinascite e
ricostruzioni: ancora oggi l’abbazia è un centro di
cultura e di spiritualità.
L’Abbazia di Farfa è uno dei monumenti più insigni del Medioevo europeo; ebbe il patrocinio di
Carlo Magno e possedette, nel periodo di massimo
splendore, una vastissima porzione dell’Italia centrale.
L’origine dell’Abbazia è ancora incerta, anche se i
più recenti scavi archeologici hanno appurato l’esistenza di un complesso del periodo romano sotto l’attuale Badia. È quasi certa l’identificazione di
Lorenzo Siro con il vescovo di Forum Novum (Vescovio) del 554 accerterebbe la creazione, nel Vl
secolo, di un centro fervente di fede e di ricchezza.
Secondo una leggenda, nel VII secolo, Tommaso
di Moriana (o Morienna), che viveva a Gerusalemme, a seguito di una visione della Madonna che lo
esortava a cercare in Sabina i resti di una basilica
a lei dedicata, riedificò l’opera costruita dal vescovo Siro e diede luogo ad una rifondazione della
comunità. Nei primi anni dell’VIII secolo il monastero godette della protezione del Duca di Spo-
lazio
della prima metà del IX secolo. Nella cappella di
sinistra del transetto si stagliano le severe immagini dei fondatori dell’Abbazia di Farfa: San
Tommaso di Morienna e San Lorenzo Siro. Alzando gli occhi, si può ammirare il soffitto a cassettoni del 1494 con lo stemma degli Orsini in un
riquadro al centro della navata.
Si può visitare il Chiostrino Longobardo e al
Chiostro grande risalente alla seconda metà
del XVII secolo, dove sono raccolte sculture ed
epigrafi romane; da qui, si passa nell’attuale
biblioteca dotata di oltre 45.000 volumi, che,
nel periodo di massimo splendore fu una delle
biblioteche più ricche d’Europa; lo Scriptorium
ebbe la capacità, sotto il governo dell’Abate Ugo
I, di creare la Minuscola Romana che divenne poi
la Romanesca Farfense che troverà gloria nelle
opere di Gregorio da Catino (1062 -1133), autore di fondamentale importanza per la storia italiana ed europea del Medioevo.
Itinerari più belli d’Italia
leto Faroaldo II. Farfa divenne così un’Abbazia
Imperiale, svincolata dal controllo pontificio ma
vicinissima alla S. Sede. Crebbe in importanza e
considerazione e ricevette elargizioni, privilegi,
esenzioni, da parte di imperatori e papi. Nel momento più alto della sua potenza l’abbazia controllava 600 tra chiese e conventi, 132 castelli o
piazzeforti e 6 città fortificate, per un totale di
più di 300 villaggi.
Uomini colti, degni e devoti, si succedettero alla
direzione dell’abbazia, in pochi decenni divenne uno dei centri più conosciuti e prestigiosi
dell’Europa medievale; Carlo Magno stesso, poche settimane prima di essere incoronato in san
Pietro il 25 dicembre 800, visitò l’abbazia e vi
sostò.
La decadenza dell’Impero carolingio e la penetrazione dei Saraceni furono fatali all’Abbazia,
che dopo sette anni di resistenza, fu presa e incendiata.
L’abbazia conserva tuttora alcune testimonianze
di architettura carolingia uniche in Italia che si
possono distinguere nella base del campanile
e nel muro perimetrale alla base dello stesso,
dove si distinguono, perfettamente conservate,
le caratteristiche lesene.
Attraverso un portale romanico del XIV secolo
si accede ad un cortile sullo sfondo del quale si
apre la Chiesa Abbaziale consacrata alla Vergine,
risalente al XV secolo. L’interno è a tre navate
divise da due filari di eleganti colonne joniche,
sulla parete di fondo un grande olio su muro
rappresentante il Giudizio Universale dipinto
nel 1561 dal pittore fiammingo Henrik van der
Broek. Affreschi del XVI e XVII secolo rappresentanti Storie della Vergine, Santi e Storie bibliche
decorano l’abside e le navate minori.
Nel transetto è visibile il pavimento originario
203
lazio
Itinerari più belli d’Italia
204
3) Basilica di San Paolo fuori le mura
Roma (RM)
La Basilica di San Paolo fuori le mura è una delle
quattro basiliche papali di Roma, la seconda più
grande dopo quella di San Pietro in Vaticano, Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1980.
Si erge sul luogo che la tradizione indica come
quello della sepoltura dell’apostolo Paolo (a circa
3 km dal luogo in cui subì il martirio e fu decapitato); la tomba del santo si trova sotto l’altare maggiore, detto “altare papale”. Nel corso dei secoli, è
stata sempre meta di pellegrinaggi; dal 1300, data
del primo Anno Santo, fa parte dell’itinerario giubilare per ottenere l’indulgenza e vi si celebra il
rito dell’apertura della Porta Santa.
L’area in cui sorge la basilica dal I secolo a.C. era
occupata da un vasto cimitero subdiale (da sub divos = sotto gli déi, vale a dire a cielo aperto), che
oggi è ancora sepolta, ed è stimata estendersi sotto tutta l’area della basilica e della zona circostante. È in quest’area che, come qualsiasi condannato
a morte, la tradizione afferma che Paolo di Tarso
sia stato sepolto, dopo aver subito il martirio. Sia
Paolo che Pietro sarebbero caduti vittime della
persecuzione neroniana seguita al grande incendio di Roma del 64.
Come per il sepolcro di Pietro anche quello di Paolo divenne immediatamente oggetto di venerazione per la nutrita comunità cristiana di Roma che
relativamente presto eresse, sulle tombe dei due,
dei piccoli monumenti funerari. Il luogo, meta di
pellegrinaggi ininterrotti dal I secolo, venne monumentalizzato, dall’imperatore Costantino I, con
la creazione di una piccola basilica, di cui si conserva solo la curva dell’abside, visibile nei pressi
dell’altare centrale della basilica attuale ed orientato in direzione opposta all’attuale. Doveva trat-
lazio
25 gennaio 1825 emanò l’enciclica Ad plurimas
nella quale invitava i vescovi ad una raccolta di
offerte presso i fedeli per la ricostruzione. All’appello rispose buona parte del mondo cristiano,
con offerte generose tra le quali quelle del Re di
Sardegna, della Francia, delle Due Sicilie, dei sovrani dei Paesi Bassi, dello zar Nicola e del viceré
d’Egitto. Si preferì ricostruire una basilica completamente nuova, tanto che oggi un visitatore
difficilmente può riconoscere nella costruzione
attuale il disegno di una basilica di fine IV secolo. Papa Gregorio XVI nel 1840 consacrò l’Altare
della Confessione e il transetto. Nel 1928 è stato
aggiunto il portico dalle 150 colonne.
Oltre alla Basilica Papale, l’insieme comprende
una Abbazia benedettina molto antica, restaurata da Odon de Cluny nel 936, attiva sotto la direzione del suo abate. I Monaci Benedettini della
antichissima Abbazia, edificata presso la Tomba
dell’Apostolo da Papa Gregorio II (715-731), favoriscono il ministero della Riconciliazione (o
della Penitenza) e la promozione di avvenimenti
ecumenici.
Itinerari più belli d’Italia
tarsi di un piccolo edificio probabilmente a tre
navate, che ospitava in prossimità dell’abside la
tomba di Paolo, ornata da una croce dorata.
Ristrutturata ed ingrandita tra il 384 e il 395,
sotto gli imperatori Teodosio, Valentiniano II e
Arcadio, secondo un vasto piano a 5 navate che
si apre su un quadriportico, la Basilica non cesserà lungo i secoli di essere oggetto di abbellimenti e di aggiunte da parte dei Papi, come l’imponente cinta di fortificazioni innalzata contro
le invasioni alla fine del IX secolo, il campanile
e l’ammirevole porta bizantina del XI secolo, ed
ancora i mosaici della facciata di Pietro Cavallini,
il bel chiostro dei Vassalletto, il celebre baldacchino gotico di Arnolfo di Cambio e il candelabro
pasquale di Nicola d’Angelo e Pietro Vassalletto,
del XIII secolo.
La notte del 15 luglio 1823 nella basilica si sviluppò un incendio che durò cinque ore circa, distruggendo questo testimone unico di epoche
paleocristiane, bizantine, del Rinascimento e del
Barocco.
La ricostruzione fu voluta da Leone XII, che il
205
lazio
Itinerari più belli d’Italia
206
4) Santuario della Madonna del Divino Amore
Roma (RM)
Il Santuario della Madonna del Divino Amore è un
santuario di Roma composto da due chiese: quella
antica del 1745 e quella nuova, del 1999.
Si narra che, nella primavera del 1740, un pellegrino diretto alla Basilica di San Pietro, si smarrì
nell’inospitale e insalubre campagna di Castel
di Leva, circa 12 km a sud di Roma. Scorti alcuni
casali e un castello diroccato in cima ad una collina, il viandante vi si dirige ma viene assalito da
un branco di cani rabbiosi. Il pellegrino, alzando lo
sguardo, si accorge che sulla torre del castello, c’è
un’icona che raffigura la Vergine con il Bambino,
sovrastata dalla colomba dello Spirito Santo. Invoca perciò la Madonna che lo salvi da quel pericolo:
le bestie che gli sono addosso, di colpo si fermano
e si dileguano. Il nome del pellegrino è ignoto ma
la notizia dell’accaduto si diffuse in città tanto che
l’icona della Madonna a Castel di Leva divenne ben
presto meta di pellegrinaggio.
Il 5 settembre 1740 l’icona viene tolta della torre e
portata, prima nella vicina tenuta detta La Falconara, dove si trova la chiesetta di Santa Maria ad Magos, poi Il 19 aprile 1745 in una chiesa vicino alla
torre, che oggi è ancora in piedi, opera di Filippo
Raguzzini. L’affresco viene intronizzato nell’altare
maggiore, dove attualmente si trova.
La custodia del nuovo Santuario è inizialmente
problematica data la sua posizione in un posto isolato, facile preda di banditi e briganti. Il nuovo Santuario viene affidato prima ad un custode eremita,
poi, nel 1805, a sacerdoti che vi dimorano solo nel
periodo della Pentecoste, quando i pellegrinaggi
sono più numerosi.Nel 1840, anno del centenario
dal primo miracolo, la chiesa e l’altare vengono
restaurati, da Roma vengono portati drappi, dama-
lazio
titolo di Salvatrice dell’Urbe.
Finita la guerra il Santuario a Castel di Leva rinasce: viene fondato il seminario degli Oblati del
Divino Amore e la Congregazione delle Figlie
della Madonna del Divino Amore.
Per assolvere al voto fatto alla fine della guerra,
si dovrà aspettare il Giubileo del 2000.
La struttura, in grado di accogliere oltre 1500
pellegrini, è stata realizzata ai piedi della collina,
fuori dalle antiche mura. È una meta di pellegrinaggio molto cara ai romani: ogni sabato, dal primo dopo Pasqua all’ultimo di ottobre, si tiene un
pellegrinaggio notturno a piedi con partenza a
mezzanotte da Piazza di Porta Capena, nei pressi
del Circo Massimo. All’alba, dopo aver percorso
14 km si giunge al Santuario dove si celebra la
messa del pellegrino.
Ogni anno, la Domenica delle Palme e il Venerdì Santo, il Santuario della Madonna del Divino
Amore mette in scena una spettacolare rappresentazione teatrale all’aperto: la Sacra Rappresentazione della Via Crucis.
Itinerari più belli d’Italia
schi e altri arredi sacri. I festeggiamenti, cui partecipa anche re Michele di Portogallo iniziano il
7 giugno 1840, domenica di Pentecoste, per terminare 7 giorni dopo. Gli eventi della seconda
guerra mondiale coinvolgono anche la Madonna
del Divino Amore. Dopo che, all’indomani dell’8
settembre 1943, la zona del Santuario era stata
bombardata, l’icona della Madonna fu portata a
Roma il 24 gennaio 1944. Accolta trionfalmente
in città dal popolo, l’immagine viene dapprima
portata nella chiesetta della Madonna del Divino Amore, che si trova nei pressi di piazza Fontanella Borghese, ma in maggio, dato l’enorme
afflusso di fedeli, viene trasferita in San Lorenzo
in Lucina.
Papa Pio XII, vista l’imminenza della battaglia
per la conquista di Roma tra i nazisti e gli Alleati, invita solennemente i romani a pregare per
la salvezza della città durante l’ottavario della
Pentecoste e la novena della Madonna del Divino Amore. L’affluenza a San Lorenzo in Lucina in
quei giorni aumenta così tanto che si è costretti
a trasferire l’immagine della Madonna nella più
ampia Sant’Ignazio di Loyola a Campo Marzio. Il
4 giugno, lo stesso giorno in cui termina l’ottavario, si decide la sorte di Roma. Alle 18 nella
chiesa gremitissima di Sant’Ignazio viene letto il
testo del voto dei romani alla Madonna del Divino Amore affinché la città venga risparmiata
dalla distruzione della guerra.
I fedeli promettono di correggere la propria condotta morale, di erigere un nuovo Santuario e
di realizzare un’opera di carità a Castel di Leva. Quella stessa sera i tedeschi lasciano la città e le
truppe alleate fanno il loro ingresso trionfale in
città. L’11 giugno, papa Pio XII può recarsi nella
chiesa e celebrare una messa di ringraziamento
alla Madonna del Divino Amore cui viene dato il
207
lazio
Agriturismo Montepiano
Itinerari più belli d’Italia
Via Casalini, 8
02040 Montasola (RI)
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208
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calma e tradizioni, a pochi chilometri da Roma, si
trova l’azienda bio-agricola Montepiano, che offre
ospitalità in un’antica dimora dei proprietari nel
borgo di Montasola. Uno stupendo e incantato
balcone naturale dal quale si può godere di un
magnifico panorama immerso in verdi boschi. Gli
appartamenti e le camere si trovano tutti nel centro
storico di Montasola, tutti panoramici, indipendenti
gli uni dagli altri e arredati con mobili d’epoca.
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Via Francigena
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di nuova costruzione che offre tranquillità e comfort
in un ambiente elegante e raffinato, immersa nella
lussureggiante campagna della Tuscia Viterbese, circondata
da distese di uliveti. È posizionata sull’antico tracciato
della Via Francigena e dispone di mono o bilocali dotati di
tutti i comfort ed è arredata con mobili in legno massello, i
mattonati in cotto donano un tocco di calore agli ambienti.
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Tel: + 39 0746.685206 - 347.7705131
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familiare, nella quale si respira un’atmosfera accogliente
e riservata. È situata a soli 2 km dal centro storico della
città medioevale di Viterbo, a 550m s.l.m. e immersa nel
verde del parco boschivo del “Borgo Roncone”, lontano
da rumori e traffico. Per i nostri ospiti sono a disposizione
appartamenti indipendenti completi di servizi recuperati
da vecchi edifici rurali, tutti ristrutturati ed arredati in stile
rustico con soffitti in legno.
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reatina la Tenuta Due Laghi domina la Valle Santa
in cima ad una splendida collina con una vista a
360° sulla pianura sottostante, a soli dieci minuti
dal centro di Rieti e a 60 minuti da Roma. Potrete
rimanere incantati da questo angolo di paradiso
ad un passo dalla realtà. La cucina sana e ricercata
fa uso dei prodotti dell’azienda agricola biologica
della tenuta e dei prodotti del territorio.
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consigliato.
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Itinerari più belli d’Italia
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209
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Itinerari più belli d’Italia
210
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Tel: +39 0765.607745 - 339.7108356
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L’Hotel Latina gode di una posizione centrale e
tranquilla immersa nel verde, a due passi dalle terme
di “Bonifacio VIII”, quindi in posizione ottimale per
raggiungere importanti città d’arte e località turistiche.
Offre camere ampie e accoglienti, tutte dotate di
servizi privati, telefono, TV-Sat e riscaldamento.
L’albergo dispone inoltre di ascensore, bar, sala da
pranzo, soggiorno e sala TV, sala riunioni e un’ampia
terrazza, dove fare colazione o rilassarsi durante
l’aperitivo.
Immerso tra vigneti ed uliveti, a pochi chilometri
dall’Umbria e facilmente raggiungibile da Roma, si
trova il Bed & Breakfast “L’Uliveto”. Ideale per chi
voglia trascorrere tranquilli e rilassanti soggiorni
tra le bellezze del paesaggio sabino. Gli ospiti
sono accolti dal calore di una casa di famiglia con
il camino nel salone dove viene servita la prima
colazione nei mesi invernali. Le camere, arredate
con mobili di famiglia, sono ampie e dotate di tutti i
comfort per trascorrere piacevoli giornate di relax.
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Monte Tonico
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00138 Roma
Cell: +39 338.5038111
E-mail: [email protected]
Sito: www.fontedipapa.com
Via Monte Tonico, 1
00186 Bracciano - Santo Celso (RM)
Cell: +39 339.5808775
E-mail: [email protected]
Sito: www.montetonico.com
Lungo l’antica Via Salaria, a meno di mezz’ora dal
centro di Roma, la Tenuta Agricola Fonte di Papa
è situata all’interno della Riserva Naturale della
Marcigliana.
La Tenuta è una antica masseria che si estende su
10 ettari e le sue origini risalgono alla fine dell’800
quando le principali attività agricole erano la
produzione di vino nelle “Cantine Fonte di Papa” e
l’allevamento di cavalli.
Specchiandosi sul lago, inserito nel parco naturale
di Bracciano e Martignano, protetto dalla cima del
Monte Tonico, a 300 mt dalla spiaggia di S. Celso,
collegato al vecchio borgo della “Sentinella” del
castello di Bracciano da un’antica stradina, il B&B
accoglie i suoi ospiti nella serenità della campagna
e dei tanti animali della tenuta (cavalli, mucche ma
anche specie protette come fagiani, falchi, upupe).
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Tennis, basket, ping-pong e calciobalilla, piscina all’aperto, 2 maneggi, animali ammessi (previa richiesta).
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Si organizzano vacanze all’insegna dello sport con stages
e lezioni di pilates, parcheggio privato.
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Itinerari più belli d’Italia
Tenuta Fonte di Papa
211
Abruzzo
ITINERARIO
lanciano - l’aquila
Itinerari più belli d’Italia
1) Miracolo eucaristico di Lanciano
212
Lanciano (CH)
Il miracolo eucaristico di Lanciano secondo la
tradizione sarebbe avvenuto nell’omonima
cittadina intorno al ‘700: mentre un sacerdote
celebrava la messa, l’ostia e il vino consacrati si sarebbero trasformati in carne e sangue. Il
santuario del miracolo eucaristico, gestito dai
Frati Minori Conventuali, è meta di un intenso pellegrinaggio. La tradizione colloca il fatto
circa nel 700; basandosi su alcuni indizi storici,
si può ipotizzare una data tra il 730 e il 750. Si
tratta quindi del più antico miracolo eucaristico
tra quelli riconosciuti dalla Chiesa cattolica. La
più antica documentazione scritta risale al 1586,
e racconta di un monaco basiliano che, mentre
celebrava la Messa nella chiesa dei Santi Legon-
ziano e Domiziano, dubitò della presenza reale
di Gesù nell’eucarestia. In quel momento l’ostia
sarebbe divenuta carne ed il vino si sarebbe tramutato in sangue. Nei secoli successivi la chiesa
dei santi Legonziano e Domiziano passò dai monaci basiliani ai benedettini e quindi ai francescani, i quali nel 1252 iniziarono la costruzione
di una nuova chiesa, dedicata a san Francesco,
sopra quella esistente. Essi vi abitarono fino al
abruzzo
tura semplice e solenne di derivazione francese
borgognone.
Nella seconda metà del Settecento la decorazione delle volte viene affidata al pittore teatino Teodoro Donato. Ispirati alle preziosità artistiche e
agli artifici scenici sono pure la cantoria d’organo e lo splendido pulpito ligneo, donato da Papa
Clemente XIV al Santuario, opere di Modesto
Salvini di Orsogna. Soffermando lo sguardo sul
lato sinistro, per chi entra, si incontrano le tele
dedicate alla Madonna delle Grazie, a Sant’Antonio di Padova e alla Madonna del Rosario. Sulla
volta della navata sono stati riportati alla luce il
cromatismo vivo e brillante delle scene dedicate
alle eroine bibliche Giuditta, Ester e Rachele, dipinte da Donato Teodoro di Chieti. Degno di nota
è pure un venerato grande Crocifisso ligneo del
secolo XVIII.
Itinerari più belli d’Italia
periodo napoleonico, quando ne vennero espulsi; ne ripresero possesso circa 150 anni più tardi e vi abitano tuttora. Le reliquie del Miracolo
sono oggi permanentemente esposte sull’altare
della basilica di San Francesco in un artistico reliquiario che si compone di un ostensorio, che
contiene l’ostia di carne, e di un calice di cristallo, che contiene i cinque grumi di sangue rappreso. L’ostia presenta un ampio foro centrale: si
presume che esso si sia formato quando la carne,
seccandosi, si ritirò, e non potendo restringersi
poiché era stata inchiodata su una tavoletta (lo
testimoniano i forellini dei chiodi, tuttora visibili), si lacerò nel mezzo.
Nel 1970-71 e una seconda volta nel 1981 le
reliquie sono state esaminate da un professore, docente di anatomia patologica, che ha prelevato campioni dell’ostia e dei grumi e li ha
sottoposti a diverse analisi scientifiche. Le sue
conclusioni sono state che l’ostia è costituita
da vera carne umana e i grumi da vero sangue
umano, entrambi di gruppo AB, lo stesso che sarebbe stato rilevato sulla sindone e sul Sudario
di Oviedo. La carne è precisamente tessuto miocardico. Lo studio non ha rilevato alcuna traccia
di sostanze conservanti o mummificanti, per cui
appare eccezionale in sé il fatto che la carne e
il sangue, custoditi per secoli in un ambiente
non sterile, si siano conservati, sebbene non sia
possibile escludere la conservazione per cause
naturali. I risultati sono stati confermati anche
da al tri studi.
La chiesa di San Francesco, iniziata nel 1252 e
ultimata nel 1258, in stile gotico, eretta in area
“superiore e attigua” a quella di San Legonziano, è una delle prime chiese conventuali sorte
in Abruzzo. La facciata rettangolare con pietre
squadrate è un magnifico esempio dell’architet-
213
abruzzo
Itinerari più belli d’Italia
214
2) Basilica di San Tommaso Apostolo
Ortona (CH)
La basilica di San Tommaso apostolo di Ortona
è la concattedrale dell’arcidiocesi di LancianoOrtona, dove si custodiscono le reliquie di Tommaso apostolo dal XIII secolo.
Il 6 settembre 1258 arrivano a Ortona le Ossa
di San Tommaso Apostolo, trafugate da Chio in
Egeo dal navarca Leone Acciaiuoli al comando
della flotta del principe Manfredi contro Genova. Fu presa anche la lapide tombale di fattura
armeno-mesopotamica, proveniente da Edessa, dove si trovavano le Ossa dell’Apostolo sin
dal secolo III. Nel 1566 la tomba fu profanata
dai turchi, ma le reliquie non furono distrutte.
Oggi le reliquie sono riposte sotto l’altare della cripta in un’urna di rame dorato con effigie
realizzata nel 1612 dal pittore ortonese Tommaso Alessandrini. Originariamente la basilica
era stata dedicata a Santa Maria degli Angeli, e
nel 17 febbraio 1427 in questa chiesa è stata
solennemente proclamata la pace tra le città di
Lanciano e Ortona patrocinata da San Giovanni
da Capestrano. Successivamente nell’estate del
1566 l’edificio sacro ha subito un incendio e la
distruzione per opera dei turchi di Piyale Pascià,
gli ortonesi salvarono dalle fiamme le sacre reliquie del Patrono. Quattro anni dopo, il tempio
venne dedicato a San Tommaso Apostolo e veniva elevato a rango di Cattedrale. Nei secoli la
basilica subì ancora delle profanazioni da parte
dei francesi nel 1799 e nel 1943 è stata in gran
parte distrutta dai tedeschi in fuga. Immediatamente ricostruita nel dopoguerra, venne riconsacrata e riaperta ai fedeli nel 1949. La facciata
è stata ricostruita nel 1947 dopo la distruzione
da parte dei tedeschi della facciata settecente-
sca con mezza cupola e il porticato a nove colonne del trecento. Rimane integro solo il portale
dell’epoca sveva. Il nuovo campanile conserva il
grande “campanone” del 1605. L’interno ospita
numerosi reperti del XIII secolo. La volta della
navata centrale è stata realizzata nel Settecento, mentre quella dell’abside è trecentesca. Nella cripta sotto al presbiterio troviamo l’urna di
rame dorato e la lapide tombale dell’apostolo
con scritta greca. Gli affreschi della cupola sono
del pittore Luciano Batoli; la figura di San Matteo Evangelista è l’unica rimasta dopo la distruzione della basilica per opera dei tedeschi, che
abruzzo
Itinerari più belli d’Italia
è stata eseguita da pittore Antonio Piermatteo.
La Cappella di San Tommaso: conserva i bassorilievi a stucco della prima metà dell’Ottocento da
Vincenzo Perez.
Ai lati sono visibili le due ceramiche “ Gli ortonesi in Scio” e “L’arrivo a Ortona delle reliquie
di San Tommaso” eseguite da Tommaso Cascella.
Inoltre in questa cappella è custodito il busto
d’argento di San Tommaso Apostolo realizzato
nel 1800 da una fonderia di Napoli.
San Tommaso Apostolo è il compatrono
dell’Arcidiocesi di Lanciano-Ortona insieme
alla Madonna del Ponte cui è dedicata la Cattedrale-Basilica di Lanciano. La festa liturgica
è il 3 luglio e la festa patronale è la prima domenica di maggio, detta del “Perdono” per la
concessione papale dell’Indulgenza Plenaria.
215
abruzzo
Itinerari più belli d’Italia
216
3) Santuario del Volto Santo
Manoppello (PE)
Custodisce la famosa reliquia che, assieme alla
Sacra Sindone di Torino, raffigurerebbe la vera
effigie di Cristo. Il Santuario, è la chiesa del convento dei Cappuccini, fondata nella prima metà
del XVII secolo e completamente ristrutturata
alla fine degli anni ‘40 e negli anni ‘60 del Novecento.
Vi si venera un’immagine del volto di Cristo, su
tessuto, donata ai frati nel 1639 da Donato Antonio De Fabritiis di Manoppello; la tradizione
vuole che essa fosse stata consegnata nel 1506
da un angelo, vestito da pellegrino, a Giacomantonio Leonelli nella chiesa parrocchiale di S. Nicola.
Il Volto Santo è un velo tenue che ritrae l’immagine di un volto, un viso maschile con i capelli lunghi e la barba divisa a bande, ritenuto
essere quello di Cristo. L’immagine ritratta, secondo una tradizione, è “acheropita”, cioè “non
disegnata o dipinta da mano umana”, ed ha una
caratteristica unica al mondo, ovvero è visibile
identicamente da ambedue le parti.
Il 1º settembre 2006, papa Benedetto XVI si è
recato in visita privata a Manoppello, accolto
da 7000 fedeli, per venerare l’immagine, senza
peraltro pronunciarsi sul fatto che il Volto possa
essere o meno un’immagine acheropita e che
possa essere identificato con la Veronica. Dopo
tale visita papa Benedetto XVI ha elevato il santuario a Basilica minore.
Il gesuita Heinrich Pfeiffer, docente di Iconologia
e Storia dell’Arte Cristiana alla Pontificia Università Gregoriana, dopo 13 anni di studi è convinto
si tratti del velo della Veronica, la donna che, secondo la Tradizione cattolica, asciugò il volto di
Cristo sulla via del Calvario: a questo proposito,
fa notare che sul margine inferiore del Velo di
Manoppello si può ancora vedere un frammento di cristallo. Il velo della Veronica era esposto
nell’antica basilica di San Pietro in Vaticano già
nell’Anno Santo del 1300, tanto che lo stesso
Dante ne parla nel canto XXXI del Paradiso (vv.
103-111) e Petrarca in “Movesi il vecchierel...”
(sonetto XVI del Canzoniere): qui si trovava in
una cappella, abbattuta nel 1608, circostanza in
cui fu rubata rompendo il vetro del reliquiario.
Inoltre, padre Pfeiffer ha indagato sistematicamente le opere artistiche che ritraggono il volto di Gesù secondo il Velo prima del divieto in
tal senso imposto da papa Paolo V nel 1616: in
questo modo ha scoperto che diversi dettagli (il
taglio dei capelli, le tracce di sangue, la conformazione del viso, le caratteristiche della barba)
sono tutti riscontrabili nel volto che si trova a
Manoppello. Tale ipotesi però contrasta con le
testimonianze che vogliono il tessuto a Manoppello già nel 1506 quando il furto del velo del-
abruzzo
l’immagine sia comunque acheropita. Altri ipotizzano che “tracce che sembrerebbero pigmenti
o residui di bruciatura” si trovano unicamente in
piccole aree nella zona delle pupille e potrebbero, nel primo caso, essere dovuti a «un ritocco
compiuto da qualcuno nel Medioevo per rafforzare l’intensità dello sguardo». Rappresentanti
del clero hanno effettuato alcune indagini sul
telo dalle quali emergerebbe che le dimensioni
del volto presente sulla Sindone di Torino sono
le stesse del Volto Santo di Manoppello. Risulterebbe inoltre che il volto della Sindone di Torino
e quello che appare nel Velo di Manoppello sono
sovrapponibili, con l’unica differenza che nella
reliquia di Manoppello la bocca e gli occhi del
viso sono aperti.
Itinerari più belli d’Italia
la Veronica è del 1608. Secondo un professore
dell’Università di Bari, che ha eseguito nel 1997
un esame con i raggi ultravioletti, da questa
prova risulta che le fibre del Velo non presentano nessun tipo di colore, il che collima con le
osservazioni microscopiche, le quali affermano
che questa reliquia non è né dipinta né tessuta
con fibre colorate. Con elaborate tecniche fotografiche di ingrandimento digitale è possibile
constatare come l’immagine sia identica in entrambi i lati del velo. Altre analisi, però, hanno
dato risultati diversi. Un professore dell’Università di Padova, che ha studiato il velo nel 2001,
ha rivelato che «al microscopio ottico appaiono
sostanze di apporto colorate in vari particolari
anatomici». Si resta perciò inclini a credere che
217
abruzzo
Itinerari più belli d’Italia
218
4) Basilica di Santa Maria di Collemaggio
L’Aquila (AQ)
La basilica Santa Maria di Collemaggio è una
basilica cattolica situata a L’Aquila. Fondata nel
1287 per volere di Pietro da Morrone, incoronato papa Celestino V nel 1294, è il più importante monumento religioso della città. Contiene
la prima Porta Santa del mondo ed è sede di un
giubileo annuale unico nel suo genere. La basilica è stata gravemente danneggiata durante il
terremoto del 2009, e dopo i primi restauri funge temporaneamente da cattedrale.
Le vicende della costruzione della basilica di
Santa Maria di Collemaggio si susseguono lungo
un arco apparentemente breve ma crolli, restauri, aggiunte e mutamenti di gusto continueranno
fino ai giorni nostri. Oggi la basilica è il risultato
di una complessa sintesi tra l’architettura romanica, l’aspirazione gotica e le forme barocche.
Prima della costruzione della basilica, l’area di
Collemaggio era occupata dalla Chiesa di Santa
Maria dell’Assunzione di cui fino ad oggi resiste
l’antico loggione di Santa Maria di Poblet in Catalogna. Proprio in questa chiesa trovò rifugio,
nel 1275, Pietro da Morrone: l’eremita, secondo
la tradizione, incontrò in sogno la Vergine e con
essa accordò la costruzione nel medesimo luogo di una nuova maestosa basilica. Il progetto
di Pietro da Morrone prese vita ed il 25 agosto
1288, con una solenne concelebrazione di otto
vescovi, venne consacrata Santa Maria di Collemaggio.
A sorpresa, il 5 luglio 1294 Pietro da Morrone
venne eletto papa. Scortato dal corteo reale, il
29 agosto 1294 Pietro venne incoronato papa
con il nome di Celestino V proprio nella basilica
di Santa Maria di Collemaggio da lui fortemente
voluta. Si tratta della prima e unica incoronazione di un papa al di fuori di Roma. Tuttavia, dopo
solo quattro mesi di mandato, Celestino V restituì le insegne pontificie e rinunciò alla carica,
desideroso di tornare alla vita eremitica. Venne
catturato mentre stava per lasciare l’Italia e imprigionato nella rocca di Fumone, in ciociaria,
dove morì il 19 maggio 1296. Nel 1327 le sue
spoglie furono traslate nella basilica di Santa
Maria di Collemaggio, dove sono ancora oggi
custodite nell’apposito mausoleo. La basilica è
abruzzo
storia: nell’agosto del 1294, infatti, proprio a
Collemaggio, Celestino V emanò una Bolla con
la quale concedeva un’indulgenza plenaria e
universale a tutta l’umanità, senza distinzioni.
Un evento eccezionale, considerando che accadeva in un periodo in cui il perdono era spesso
legato alla speculazione e al denaro. La Bolla di
San Pietro Celestino, oggi nota come “Bolla della
Perdonanza”, poneva come condizioni per l’ottenimento del perdono l’ingresso nella basilica
nell’arco di tempo compreso tra le sere del 28 e
del 29 agosto di ogni anno e l’essere “veramente
pentiti e confessati”. L’apertura della Porta Santa che si ripete con cadenza annuale dal 1294, è
dunque un evento unico al mondo. Anticipando
l’introduzione dell’anno santo, avvenuta per volere di Papa Bonifacio VIII nel 1300, può essere
considerato il primo Giubileo della storia.
Itinerari più belli d’Italia
situata su di un promontorio, detto Collemaggio,
appena fuori la cinta muraria dell’Aquila, nei
pressi di Porta Bazzano. È posta a coronamento
di un vasto piazzale verde che le fa da sagrato,
collegato alla città mediante il monumentale
Viale di Collemaggio. La facciata, eseguita nella seconda metà del tredicesimo secolo, è ricoperta da un insieme di masselli di colore bianco
e rosso, che la decorano con motivi geometrici
caratteristici in modo da creare un duplice effetto ottico. In essa si aprono tre porte, ognuna
sormontata da un rosone. A sinistra della facciata, sul lato che guarda a settentrione, si apre un
monumentale e prestigioso portale sormontato,
in lunetta, da un dipinto della Vergine con San
Giovanni Battista e Pietro Celestino, nonché dallo stemma cittadino, cioè un’Aquila del periodo
Svevo. Si tratta della prima Porta Santa della
219
abruzzo
Itinerari più belli d’Italia
220
Rosso di Sera
Casa della Nonna
C.da Piano San Giovanni, 3
65020 Cugnoli (PE)
Tel: +39 085.8576707 - 328.8221152
E-mail: [email protected]
Sito: www.agriturismorossodisera.com
Via Castello, 42
66010 Pennapiedimonte (CH)
Cell: +39 338.7493081
E-mail: [email protected]
Sito: www.bedandbreakfastdelcastello.com
Nel cuore delle colline pescaresi, l’Agriturismo
Rosso di Sera è il luogo ideale per un soggiorno di
relax in campagna. Ascoltando i ritmi della natura
potrete immergervi nella vita semplice legata alla
terra, alle tradizioni e alla vita contadina. Di sera il
tramonto si accende di rosso sulla catena montuosa
della Bella Addormentata, offrendo un suggestivo
spettacolo. Inoltre si possono raggiungere e visitare
i centri storici più belli d’Abruzzo.
Siamo nel Parco Nazionale della Majella, il paese è
Pennapiedimonte: uno dei borghi più autentici della
regione soprannominato balcone d’Abruzzo grazie
alla sconfinata vista fino al Mar Adriatico. Nel centro
storico sorge il B&B del Castello, casa museo degli
inizi del secolo scorso, in essa sarete circondati
dagli utensili e dagli arredi originali appartenuti ai
due artigiani che qui hanno abitato.
SERVIZI
Aria condizionata, internet wi-fi, parcheggio gratuito,
giardino, giochi bimbi.
SERVIZI
internet wi-fi, parcheggio non custodito a 100 mt, tv lcd, uso
del camino a legna con supplemento.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
abruzzo
Montupoli
Strada Statale 17, km 136
67037 Roccaraso (AQ)
Tel: +39 0864.62443
E-mail: [email protected]
Sito: www.hotelholidays.it
Via Montupoli, 99
66010 Miglianico (CH)
Tel: +39 0871.950706
E-mail: [email protected]
Sito: www. agriturismomontupoli.it
Se volete una vacanza sportiva e mondana oppure un
dolce far niente nella quiete di una natura incontaminata
la vostra scelta sicura è l’Hotel Holidays, situato nel cuore
dell’altopiano delle Cinque miglia, a 900 m. dal centro di
Roccaraso, dispone di 57 camere ampie ed accoglienti,
dotate di tutti i comfort, un ristorante tipico con menù
a scelta, una sala giochi e una discoteca con giochi e
intrattenimenti serali. Arredate in modo semplice e con vista
sulle montagne, le camere dispongono di TV e telefono. La
colazione è composta da un variegato buffet.
Siamo un’azienda a conduzione familiare, situata nella
bella regione Abruzzo, nei pressi della natura del Parco
Nazionale d’Abruzzo e numerose riserve naturali,
vicino la costa di Francavilla, Ortona, Vasto e a soli 18
km dalle piste da sci di Passolanciano e Mammarosa.
Amiamo offrire ai nostri ospiti relax e gioiosi soggiorni
nelle nostre camere arredate in maniera tradizionale
in arte povera, tutte con ingressi indipendenti ed
adeguate ai diversamente abili. Abbiamo anche una
area per le famiglie con bambini.
SERVIZI
Camere panoramiche, con telefono e Tv color,
ampio parcheggio e garage, ristorante cucina tipica
abruzzese e nazionale, cocktail bar e discoteca.
SERVIZI
Le nostre camere sono spaziose ed attrezzate di riscaldamento centralizzato, televisione, ed ingresso indipendente.
wi-fi, parcheggio privato, animali ammessi (previa richiesta).
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
Hotel Holidays
221
DOVE
Agriverde - Relais del vino
Via Stortini, 32/a
66020 Villa Caldari - Ortona (CH)
Tel: +39 085.9032101
E-mail: [email protected]
Sito: www.agriverde.it
APERTURA
Tutto l’anno, tutti i giorni.
NEI DINTORNI
Ortona: 8 km
Chieti: 30 km
SERVIZI
Tv satellitare, internet wi-fi, parcheggio,
aria condizionata, animali ammessi (previa
richiesta).
Relais del Vino Agriverde
In prossimità di un piccolo borgo immerso tra vigneti e uliveti,
il Relais del Vino Agriverde offre ospitalità in un suggestivo
casale storico ottocentesco, completamente ristrutturato,
dove la qualità e l’eccellenza nel servizio e nell’accoglienza
incontrano la cura e la raffinatezza dei particolari, per vivere
momenti unici. In un fascino naturale ed esclusivo, potrete
gustare i tradizionali piatti abruzzesi rivisitati in chiave moderna
e accompagnati dall’alta qualità dei vini Agriverde, nel Casale
storico, nella Sala giardino oppure a bordo piscina con ricercata
musica lounge, in un’oasi immersa nel verde. La cantina,
costruita secondo i principi della bioarchitettura, è strutturata
per emulare il paesaggio circostante: i materiali naturali e le
forme evocano le onde del mare e il saliscendi delle colline.
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
abruzzo
DOVE
ALBERGO DEL SOLE
Via Pietransieri, snc
67037 Roccaraso (AQ)
Tel: +39 0864.62571 E-mail: [email protected]
Sito: www.villaggiodelsole.com
abruzzo
APERTURA
Tutto l’anno, tutti i giorni.
NEI DINTORNI
Palaghiaccio, Acquafantasy: 2 km
Rivisondoli: 5 km
Pescocostanzo: 7 km
Parcheggio privato non custodito, solarium,
ampio parco giochi con campo da calcetto
e pallavolo, tv color, condizionatore a
riscaldamento autonomo.
Albergo del Sole
La struttura sorge in località Piana del Leone a 1.300 mt.
s.l.m. in una zona particolarmente tranquilla, tra monti
maestosi e boschi, circondato da un ampio parco verde
di circa 3000 mq e a due passi dal centro di Roccaraso.
L’ospitalità è offerta in caratteristici Bungalow, dotati
di ogni comfort, a disposizione dei clienti che vogliono
essere a diretto contatto con la natura. Immerso nel Parco
Nazionale della Majella ed a 10 km dal Parco Nazionela
d’Abruzzo Lazio e Molise, è gestito in prima persona e in
ogni particolare direttamente dai proprietari, insieme ad uno
staff esperto e cordiale. Il ristorante offre una vasta scelta tra
le specialità della cucina regionale e nazionale.
Il MovePass permette a 2 persone:
Itinerari più belli d’Italia
SERVIZI
• Un pernottamento in camera doppia
• Prima colazione
• Aperitivo di benvenuto
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
223
cercemaggiore - RoccaVivara
Itinerari più belli d’Italia
Molise
ITINERARIO
1) Santuario Santa Maria della Libera
Cercemaggiore (CB)
La chiesa della Madonna della Libera fu costruita nel luogo dove fu ritrovata una statuetta della
Madonna effigiata in atteggiamento di preghiera.
Il ritrovamento avvenne nel 1412 ad opera
di un contadino del paese per cui si pensa che
224
la costruzione ebbe inizio proprio in quell’anno.
Non viene però esclusa l’ipotesi che la chiesa fu edificata su un luogo dove prima veniva
professato il culto pagano.
Questa possibilità
viene comprovata dal ritrovamento all’interno
della chiesa, di reperti anteriori al culto cristiano come ad esempio un ceppo funerario con
una dedica agli dei mani risalente alla seconda
Molise
Itinerari più belli d’Italia
metà del II secolo d.C. sono stati inoltre rinvenuti due blocchi di pietra con una testa in bassorilievo e due leoni stilofori in stile romanico
che fanno supporre che prima vi fosse anche una
struttura romanica o aprono l’ipotesi che fosse
stato utilizzato del materiale appartenente al
periodo medioevale.
Dal fosso in cui fu ritrovato
il vaso sgorgò una sorgente d’acqua miracolosa
che scomparve quando un uomo, per verificarne
il potere, vi immerse il suo cane malato di ulcera.
Il cane però dopo l’immersione guarì. Questo
evento é stato citato in molti documenti in particolare in quello spedito al vescovo di Benevento
per chiedere l’autorizzazione a costruire la cappella e un convitto sul luogo del ritrovamento.
La chiesa subì dei danneggiamenti nel terremoto del 1456.
La nuova chiesa, ricostruita 85 anni
dopo, fu completata nel 1500, mentre nel 1503
fu riedificato il campanile. La costruzione fu
conclusa il 10 ottobre, con la consacrazione del
cardinale Orsini, futuro Papa Benedetto XIII.
La
chiesa é in stile barocco rinascimentale, la facciata conserva il portale d’ingresso del 1500 che
reca sul suo architrave la data del ritrovamento
della statuetta e quella della costruzione della
chiesa. Al centro della facciata é incastrato un
rosone in ferro battuto, oggi chiuso da vetri decorati. L’interno é costituito da una sola navata,
nelle cui pareti laterali si aprono delle cappelle, cinque per ogni lato.
Una pietra rettangolare
posta al centro della chiesa chiude l’accesso al
cimitero sotterraneo che propone dei loculi a
forma di sedili.
Sull’archivolto dell’abside vi é
un crocifisso in rilievo. L’altare dell’epoca barocca serba con cura il Santissimo Sacramento; al
centro vi è al statuetta in legno della Madonna,
all’interno é possibile osservare anche un’acquasantiera del 1500.
225
Molise
2) Monastero di San Vincenzo al Volturno
Castel San Vincenzo (IS)
Itinerari più belli d’Italia
Le origini storiche del monastero di S. Vincenzo
al Volturno si possono rintracciare del famoso
Chronicon Vulturnense, un codice miniato redatto in scrittura beneventana intorno al 1130 dal
monaco Giovanni. Questi, per la redazione del
testo, aveva trovato materiale risalente al VIII
secolo, al X ed anche all’XI. Il monaco Giovanni scrisse la cronaca per riordinare le memorie
dell’antico cenobio benedettino in un momento
molto particolare, durante il quale il patrimonio
monastico era minacciato dalla presenza dei
Normanni. Ad oggi il Chronicon Vulturnense,
conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana,
costituisce una preziosissima riserva di informazioni per lo studio del monastero di San Vincenzo al Volturno. Stando alla fonte, il monastero fu
226
fondato da tre nobili beneventani, Paldo, Taso e
Tato, i quali, desiderosi di condurre una vita austera e contemplativa, si erano recati all’Abbazia
di Farfa (RI), dove l’abate Tommaso di Morienne
aveva suggerito loro di fondare un cenobio lungo
le rive del Volturno. In realtà nello stesso posto
già esisteva un oratorio dedicato a San Vincenzo,
fondato dall’Imperatore Costantino. L’area su cui
fu edificato il cenobio di San Vincenzo era stata
precedentemente interessata da un insediamento romano, che fu caratterizzato dalla realizzazione di una chiesa affiancata da un’area funeraria.
Il monastero raggiunse la sua massima espansione durante il IX secolo: gli abati Giosuè, Talarico ed Epifanio trasformarono il cenobio in una
vera e propria città monastica, intraprendendo
allo stesso tempo importanti progetti di costruzione. Il monastero arrivò così ad ospitare circa
350 monaci, comprendendo ben dieci chiese e
possedendo terre in gran parte dell’Italia centro-
Molise
scena politica meridionale, trasferirono la comunità cenobitica lungo la riva destra del Volturno,
in una posizione più sicura e fortificabile. Da questo momento in avanti il prestigioso monastero
si avviò inesorabilmente ad una parabola discendente. I Normanni provocarono direttamente lo
sfaldamento progressivo delle terre monastiche
nel corso dei secoli XIII-XV. La comunità in questo periodo venne retta da un abate prevalentemente non residente e scese considerevolmente
di numero. Nel 1699 il monastero passò sotto la
giurisdizione dell’Abbazia di Montecassino. In
tempi abbastanza recenti il monastero ha subito pesanti danni, conseguenti i bombardamenti
della II Guerra Mondiale. Una prima ricostruzione
viene portata avanti dal monaco cassinese Angelo Pantoni, a seguito della quale il monastero torna a ospitare una comunità benedettina di suore
provenienti dal monastero di Regina Laudis nel
Connecticut (USA).
Itinerari più belli d’Italia
meridionale. Nella seconda metà del IX secolo,
invece, tre eventi segnarono negativamente le
sorti e la relativa ascesa del monastero. Nell’848
un terremoto danneggiò gravemente alcuni edifici dell’abbazia. Nell’860 questa venne minacciata
dall’emiro di Bari, Sawdan, che si fermò solo dopo
la consegna di un tributo di 3000 monete d’oro.
Nell’881 un nuovo gruppo di Arabi, al servizio
del duca-vescovo di Napoli Atanasio II, attaccò il
complesso monastico saccheggiandolo e incendiandolo. Alla fine del saccheggio, alcuni monaci
superstiti riuscirono a fuggire a Capua, altri vennero portati via prigionieri dagli assalitori. Alcuni
dei monaci rintanatisi a Capua tornarono alle rive
del Volturno per tentare di ricostruire il cenobio.
Tale ricostruzione si concretizzò alla fine del X
secolo, sostenuta, anche politicamente ed economicamente, dagli imperatori tedeschi Ottone
II e Ottone III. Verso la fine dell’XI secolo i monaci, preoccupati dall’insorgere dei Normanni sulla
227
Molise
Itinerari più belli d’Italia
228
3) Chiesa di San Francesco
Agnone (IS)
La chiesa di San Francesco si trova nel cuore del
centro storico di Agnone.
È ben riconoscibile per l’eclettico equilibrio, che
sposa e fonde lo stile gotico dei particolari con
il linguaggio barocco dell’architettura. Si tratta
infatti,della più bella chiesa barocca di Agnone,
dichiarata monumento nazionale.
Attiguo alla chiesa è il convento dei Frati Minori,
dall’ampio chiostro oggi destinato a sede della
biblioteca comunale della cittadina.
La chiesa di San Francesco fu fondata dai Frati Minori del movimento Francescano nel
1343. Inizialmente lo stile era Gotico, così
come si può accertare osservando il portale e il
rosone della facciata.
La chiesa fu modificata nel 1732 e questa statifìcazione edilizia è leggibile nell’impianto architettonico.
In facciata si distinguono, per la diversa tessitura lapidea, due successive fasi edilizie: la chiesa
originaria è a blocchi squadrati con fronte orizzontale, mentre con l’ampliamento posteriore si
include questa facciata in un prospetto più ampio che ha la copertura con andamento a capanna. Interessanti sono il rosone con il sottostante
portale ad ogiva della chiesa e il portale rococò
dell’ingresso al monastero che una iscrizione in
loco rivela essere del 1769.
Una maestosa cupola racchiude dall’esterno un
tiburio.
L’interno mostra i cambiamenti subiti nei secoli
XVII e XVIII radicali trasformazioni e attualmente prende il sopravvento lo stile rinascimentalebarocco, sontuoso, solenne, ricco di decorazioni.
La Chiesa è ad una sola navata con otto altari
laterali, quattro a destra e quattro a sinistra. Entrando, sulla sinistra i più importanti altari sono
il primo che conserva la Tavola Dell’Assunta
risalente ai primi del Cinquecento, il secondo
chiamato l’altare Dell’Annunziata.
A destra invece l’altare di Santa Venera, con un
notevole dipinto di questa santa. Il più importante altare della Chiesa, un’interessante opera
di intaglio Rococò, è l’altare di San Crescenzo. Al di là della balaustra e dell’arco trionfale la
Molise
Palombo.
Nel suo grandioso splendore la cupola, con quattro balconi, è ricca di dipinti raffiguranti i profeti,
decorata con preziosissimi stucchi, che culminano nella rappresentazione di un’esemplare colomba simbolo dello Spirito Santo.
Il campanile invece fu fatto costruire nella seconda metà del XVII secolo.
Itinerari più belli d’Italia
parte più bella della Chiesa di San Francesco è
l’altare maggiore, pregevole opera marmorea,
con i due altari laterali, quello di Sant’Antonio,
costruito nel 1793 e quello dell’Immacolata
Concezione, con una meravigliosa statua della
Madonna, opera del Colombo. Sono notevoli il sistema di volte affrescate, gli
altari ed alcune sculture lignee del XIV e XV
secolo. L’altissima cupola fu fatta costruire agli
inizi del XVIII secolo dal Padre Maestro Nicolò
229
Molise
Itinerari più belli d’Italia
230
4) Santuario di Santa Maria di Canneto
Roccavivara (CB)
In un ambiente davvero suggestivo, lungo la
Fondovalle del Trigno, nel cuore del Molise, si
erge il maestoso complesso del Santuario di S.
Maria di Canneto, a Roccavivara in località di
Canneto.
La Chiesa attuale risale ai secoli XI - XII, ma le
origini del culto a S. Maria di Canneto sono molto più antiche. a canneto, fin dall’epoca romana,
esisteva un centro abitato, come si può vedere
dagli scavi effettuati. Proprio di fianco alla Chiesa di Canneto, ci sono i resti di una villa romana
e di un’azienda agricola.
La fede cristiana arrivò dai vescovi di Trivento
nel IV secolo.
Si hanno validi motivi per ritenere che, appena
dopo il Concilio di Efeso (431 d.C.), in cui fu proclamato domma di fede “Maria Vergine Madre
di Dio”, fu edificato un primo luogo di culto con
questo titolo.
Furono i Benedettini di San Vincenzo al Volturno
prima e di Montecassino dopo, che edificarono
l’attuale chiesa con annesso monastero. Il primo
documento storico, dell’anno 703, si ritrova nel
“Cronicum Volturnense”.
I monaci benedettini rimasero a Canneto fino al
1474 e la loro partenza ridusse la chiesa in uno
stato di degrado davvero pietoso, fino a diventare un punto di deposito di detriti del fiume.
Dal 1930 Don Duilio Lemme, parroco di Roccavivara, con l’aiuto del popolo, iniziò l’opera di
risanamento ed il Santuario riaprì nel 1935.
Importanti opere di restauro della chiesa di Canneto, sono state realizzate sotto la sorveglianza
della Soprintendenza ai Beni Culturali del Molise ed altre opere di abbellimento all’interno ed
all’esterno della Chiesa (Trittico, Armadi, Bussola, Coro, Via Crucis, Misteri del rosario, Tenda
Convegno, Tenda del Perdono), sono state realizzate dalla sola Diocesi di Trivento.
Molise
colo, denominata la Vergine del Sorriso, vista la
pace e la serenità che trasmette ed infonde nel
pellegrino.
Alla base dell’altare maggiore si nota un artistico
bassorilievo del X secolo che raffigura l’Ultima
Cena. In fondo alla navata di sinistra si trova un
Crocifisso ligneo di arte popolare del XV secolo.
Nell’abside di destra vi è un moderno ed artistico tabernacolo del 1994, opera dello scultore
Gino Legnaghi dell’Accademia di Brera.
Il Santuario di Canneto è custodito con amore,
dalla presenza orante delle Sorelle Francescane
della carità, dal Rettore e dai Padri dell’Istituto
del Verbo Incarnato.
Itinerari più belli d’Italia
La Chiesa di Canneto ha una semplice facciata
a spioventi, un portone romanico con lunetta a
rilievo. Nei muri esterni della chiesa sono insetite iscrizioni variedi epoca romana e medioevale. Sulla parte destra della chiesa si leva una
possente torre campanaria, ultimata nel 1329
dall’Abate Nicola.
Nella parte inferiore vi sono cippi e pietre, più in
alto due leoni stilofori di epoca romana.
Ancora più in alto vi sono strette monofore e un
doppio ordine di trifore. L’interno della chiesa
presenta tre navate, divise da pilastri e da colonne, con interessanti capitelli. Dietro l’altare
maggiore vi è la Madonna di Canneto del XIV se-
231
DOVE
LA DIMORA DEL SERGENTE
Largo del Carmelo, 9
86083 Carovilli (IS)
Tel: +39 0865.838157
E-mail: [email protected]
Sito: www.dimoradelsergente.it
APERTURA
Tutto l’anno, tutti i giorni.
NEI DINTORNI
Teatro Sannitico Pietrabbondante: 10 km
Fonderia Campane Marinelli Agnone: 25 km
Capracotta: 20 km
Roccaraso: 50 km
Isernia: 20 km
Abbazia Castel S. Vincenzo: 40 km
SERVIZI
B&B La Dimora
del Sergente
Il B&B La Dimora del Sergente si trova nel centro storico
medievale di Carovilli nel Molise Altissimo, l’ideale per
tranquille vacanze nel sannio molisano. A completamento
della struttura vi è ora il ristorante “Osterija dei tratturi”
dove poter gustare piatti della tradizione molisana, in
particolar modo legati al mondo della transumanza e, per
chi volesse, anche cucina vegetariana. Potrai spendere le
tue giornate attraverso sentieri che si snodano tra boschi,
monti, fiumi e grotte o visitando i siti archeologici e i graziosi
paesi limitrofi. Carovilli si trova nel mezzo della Riserva
MAB dell’UNESCO di Montedimezzo-Collemeluccio e il suo
territorio è attraversato dai tratturi Celano-Foggia e LuceraCastel di Sangro.
Aria condizionata, accesso disabili, internet
wi-fi, parcheggio gratuito, animali ammessi
(previa richiesta).
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
molise
DOVE
MASSERIA ACQUASALSA
Contrada Acquasalsa, 33
86081 Agnone (IS)
Tel: +39 0865.77703
Cell: +39 329.4343654
E-mail: [email protected]
Sito: www.acquasalsa.it
molise
APERTURA
Tutto l’anno, tutti i giorni.
NEI DINTORNI
Parco Acquatico: 2 km
Maneggio: 10 km
Fonderia delle Campane e del Rame: 7 km
Isernia: 42 km
Parcheggio, ampio spazio verde attrezzato,
tv-sat, barbecue, accesso disabili.
Masseria Acquasalsa
In un’area campestre, profumata di lavanda, pini, noci,
oleandri e rosmarini, sorge l’azienda agrituristica
Acquasalsa, immersa nel verde e nel silenzio della
campagna di Agnone. L’antica masseria, tipica casa
contadina, recentemente ristrutturata, per essere
adibita ad alloggio turistico, conserva la tradizionale
muratura e le volte in pietra ed è composta da due
casali in pietra del primo ‘900, in cui sono stati ricavati
accoglienti appartamenti: l’aia, la taverna, la rosa, la
margherita e il girasole. Gli alloggi, completamente
indipendenti, sono arredati con mobili di famiglia e
letti dipinti a mano, hanno soggiorno con caminetto,
angolo cottura, bagno, tv, riscaldamento autonomo,
ampio spazio esterno recintato ed attrezzato.
Il MovePass permette a 2 persone:
Itinerari più belli d’Italia
SERVIZI
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
233
campania
Itinerari più belli d’Italia
234
ITINERARIO
napoli - padula
1) Cattedrale di Napoli
Napoli (NA)
Il Duomo di Santa Maria Assunta è il luogo di culto cattolico più importante di Napoli. È tra le più
grandi basiliche della città e ospita il battistero
più antico d’occidente (battistero di San Giovanni in Fonte).
Secondo la Cronaca di Partenope, risalente al
XIV secolo, qui sorse l’oratorio di Santa Maria
del Principio, dove Aspreno, primo vescovo della
città, decise di insediare l’episcopato di Napoli.
A partire dal IV secolo nacquero diversi edifici di
culto nell’insula episcopale, tra cui la basilica di
Santa Restituta, il battistero di San Giovanni in
Fonte e diverse cappelle annesse come quelle di
San Lorenzo, Sant’Andrea e Santo Stefano.
Nel XIII secolo fu iniziata la costruzione dell’edificio sacro inglobando le precedenti strutture
paleocristiane del battistero e della primitiva
basilica. Per la progettazione e la costruzione
della nuova chiesa, per volontà del re Carlo II
di Napoli e d’intesa con l’arcivescovo Giacomo
da Viterbo, vennero chiamati architetti di estra-
campania
na delle due navate laterali, e la quadrifora della
navata centrale.
All’interno, la navata centrale è coperta dal ricco soffitto a cassettoni secentesco intagliato
e dorato, che ospita cinque tele raffiguranti rispettivamente la Natività e l’Epifania, di Fabrizio
Santafede, la Visitazione e la Presentazione al
Tempio, di Girolamo Imparato, e l’Annunciazione, di Giovanni Vincenzo da Forlì.
Sulle pareti della navata ci sono dipinti di Luca
Giordano raffiguranti Apostoli e Padri della Chiesa (fascia superiore) e i Santi patroni di Napoli
(fascia inferiore). Sui sedici pilastri, invece, sono
sistemate le edicole con i busti dei vescovi della città, scolpiti tra il Seicento e il Settecento.
Sulla controfacciata sono collocati i sepolcri dei
sovrani angioini, così disposti da Domenico Fontana nel 1599.
Itinerari più belli d’Italia
zione francese. La seconda parte del cantiere fu
eseguita invece da maestranze locali o italiane:
le fonti indicano Masuccio I, Giovanni Pisano e
Nicola Pisano. La cattedrale fu completata nel
1313 e nel 1314 fu solennemente dedicata
all’Assunta. In seguito al voto fatto dai partenopei al santo durante la pestilenza del 1526, Francesco Grimaldi innalzò, di fronte alla basilica di
Santa Restituta, la Reale cappella del tesoro di
San Gennaro. Nel 1688 e nel 1732 furono ricostruite le parti più danneggiate dai vari terremoti che si erano succeduti nel corso del tempo.
Durante la seconda guerra mondiale i bombardamenti alleati danneggiarono le strutture e
pertanto, tra il 1969 e il 1972, vennero effettuati
altri restauri e consolidamenti all’intero edificio.
Durante gli scavi vennero portati alla luce resti
archeologici romani, greci e altomedioevali che
oggi sono raccolti negli scavi archeologici del
duomo. Oggi la chiesa ospita due volte l’anno il
rito dello scioglimento del sangue di san Gennaro. La facciata della cattedrale fu ricostruita
più volte nel corso dei secoli: quella attuale fu
rifatta in stile neogotico da Errico Alvino alla
fine dell’Ottocento ed inaugurata solo nel 1905.
Il progetto dell’Alvino è peraltro incompleto in
quanto mancano le torri campanarie ai lati del
corpo centrale della struttura, i cui lavori furono interrotti all’altezza del basamento. La facciata fu danneggiata durante la seconda guerra
mondiale e restaurata nel 1951 e nel 1999. In
corrispondenza di ognuna delle tre navate si trovano i tre portali gotici e le tre cuspidi, ornate da
sculture in marmo; in quella centrale, entro un
rosone cieco, si trova la statua del Cristo Benedicente. Nella facciata si aprono cinque finestre,
anch’esse in stile gotico: due bifore nei due basamenti dei campanili, due trifore, una per ognu-
235
campania
Itinerari più belli d’Italia
236
2) Santuario Beata Maria Vergine del Rosario
Pompei (NA)
La storia del Santuario di Pompei è legata alla
vita del suo fondatore, il Beato Bartolo Longo
di Latìano e della contessa Marianna de Fusco
con la quale condivise una vita al servizio dei
più bisognosi. Venuto a Pompei per lavoro nel
1872, volle far qualcosa per quei contadini che
vivevano nella miseria. Cominciò a radunare
quella povera gente nella chiesetta di S. Salvatore, celebrando con solennità la festa della Madonna. Nell’intento di propagandare la pratica
del Rosario tra i Pompeiani, si recò a Napoli per
comprare un dipinto della Madonna del Rosario.
L’idea era quella di acquistarne uno già visto in
un negozio, ma per puro caso incontrò Padre Radente (suo confessore) che gli suggerì di andare al Conservatorio del Rosario di Portamedina
e chiedere, in suo nome, a Suor Maria Concetta
De Litala un vecchio dipinto del Rosario che egli
stesso le aveva affidato dieci anni prima. Bartolo
seguì tale suggerimento, ma fu presto preso da
sgomento quando la suora gli mostrò il dipinto:
una tela corrosa dalle tarme e logorata dal tempo, mancante di pezzi di colore, con la Madonna
in atteggiamento antistorico, cioè con la Vergine che porge la corona a Santa Rosa, anziché a
Santa Caterina Da Siena, come nella tradizione
domenicana. Bartolo fu sul punto di declinare
l’offerta, ma ritirò comunque il dono per l’insistenza della Suora.
Nel tardo pomeriggio del 13 novembre 1875,
l’immagine della Madonna giunse, su di un
carretto, a Pompei, e fu scaricata di fronte alla
fatiscente Parrocchia del SS. Salvatore, ove ad
aspettarla c’erano l’anziano parroco Cirillo, Bartolo e altri abitanti. Lo sgomento che inizialmen-
te aveva colto Bartolo, colse anche tutti gli altri
presenti, quando tolta la coperta, fu mostrato il
dipinto.
Furono tutti d’accordo che il dipinto non si potesse esporre per timore di interdetto, prima di
un restauro anche solo parziale. Il primo restauro fu opera di Guglielmo Galella, e la vecchia
tela fu finalmente esposta nella parrocchia del
SS. Salvatore. Fu poi restaurata per la seconda
volta dal pittore napoletano Federico Maldarelli,
che si occupò anche di trasformare la figura di
Santa Rosa in Santa Caterina da Siena. Nel 1880
tale Chiesa fu demolita per far posto al Santuario che in poco tempo fu innalzato insieme a un
prezioso trono alla Madonna. L’immagine della
Madonna si coprì ben presto di pietre preziose, offerte quali attestazioni di grazie ricevute.
Nel 1887 fu consacrato l’altare maggiore della
nuova Chiesa dove fu posta l’immagine della
Madonna. Bartolo Longo morì nel 1926 i suoi
resti riposano nella cappella a lui dedicata e, nel
1934, iniziò la causa di beatificazione proclamata a Roma il 26 ottobre 1980 da Giovanni Paolo II.
campania
proseguire con un largo seguito fino a Pompei.
Il Santuario ha aspetto basilicale ed è caratterizzato da due ordini sovrapposti. Nell’ordine
centrale sono presenti tre arcate che immettono
al portico e quindi ciascuna ad una navata. L’ordine superiore segue la disposizione di quello
inferiore, nella distribuzione dei pilastri e delle
colonne, ma in stile corinzio. Al centro, su di una
robusta base, è collocata la statua della Vergine
del Rosario. Tale statua, opera dello scultore Gaetano Chiaramonte è alta oltre 3 metri ed è stata
tratta da un sol pezzo di marmo di Carrara dal
peso di 180 quintali. Il quadro della Madonna è
collocato tra marmi policromi, lastre di onice e
lapislazzuli ed intorno sono presenti 15 medaglioni in rame sui quali il Paliotti dipinse i “quindici misteri” del Rosario.
Itinerari più belli d’Italia
L’ultimo restauro del dipinto fu effettuato nel
1965, al Pontificio Istituto dei Padri Benedettini
Olivetani di Roma. Sotto i colori sovrapposti nei
precedenti interventi, furono scoperti i colori
originali che svelarono la mano di un valente artista della scuola di Luca Giordano (XVII secolo).
Furono eliminate quasi tutte le pietre preziose,
onde evitare danni e perforazioni alla tela. In
quell’occasione l’immagine della Madonna rimase esposta alla venerazione dei fedeli per
alcuni giorni nella Basilica di San Pietro e il 23
aprile, il dipinto fu incoronato da Papa Paolo VI.
Il ritorno dell’Icona a Pompei, avvenne in maniera solenne, con un corteo di ecclesiastici e fedeli
che si ingigantiva man mano che attraversava le
città. A sera inoltrata, il dipinto giunse a Napoli
ove fu accolto con luminarie e fiaccolate, per poi
237
campania
Itinerari più belli d’Italia
238
3) Santuario Eucaristico
San Mauro La Bruca (SA)
L’antica chiesa di Sant’Eufemia fu costruita sul
luogo dove si trova oggi l’attuale chiesa parrocchiale, inaugurata nel 1885. Dell’antica chiesa,
demolita per far posto alla nuova, avanza solo
il presbiterio con cupola affrescata e il soccorpo. Il presbiterio dell’antica chiesa è oggi nella
cappella laterale dell’attuale chiesa parrocchiale, nella quale è venerata la statua lignea di San
Mauro Abate. L’antica chiesa era costruita in posizione trasversale all’attuale chiesa ed era di
ridotte dimensioni. Il piccolo campanile si elevava nello stesso posto dell’attuale, che lo ha
inglobato. Fino al 1983 non si sapeva nulla circa
la costruzione dell’antica chiesa.
In quell’anno, il parroco don Pasquale Allegro,
nel fare eseguire lavori d’impermeabilizzazione dell’attuale cappella di San Mauro, per salvaguardare l’affresco che adorna la medesima
cappella, scoprì la data 1511, segnata sulla calce ancora fresca all’esterno della cupola stessa.
Tale scoperta ci permette di datare con sicurezza detta chiesa antica, la cui costruzione terminò
nell’anno 1511.
È logico ipotizzare che i lavori per l’edificazione
del sacro edificio siano iniziati già nella seconda metà del XV secolo, cominciando dall’attuale soccorpo, che si rese necessario a causa del
naturale pendio della collina, per realizzare il
piano sul quale far sorgere la chiesa.
Nell’antica chiesa vi erano cappelle o altari eretti dal popolo o da famiglie private, le quali si assicuravano così una sepoltura privilegiata nella
chiesa, dove esistevano delle fosse comuni nelle quali venivano inumate le salme dei fedeli,
senza distinzione di sesso e d’età.
Di alcune di queste cappelle era notizia in tre
pergamene, custodite dal Filippo De Cocinis, in
un cofanetto intarsiato che poi donò al parroco
Allegro. Di queste tre antiche scritture, due sono
ancora oggi conservate in Parrocchia.
Il presbiterio dell’antica chiesa di Santa Eufemia è oggi la Cappella di San Mauro Abate, decorata
da una cupola (diametro m. 4,40) meravigliosamente affrescata.
L’affresco, danneggiato a causa delle infiltrazioni d’acqua piovana, reca la firma di un certo
Antonio Aiello da Rivello (Potenza) e la data del
1585. Rappresenta l’incoronazione della Vergi-
campania
de, che conteneva le Ostie consacrate, custodita
nel Tabernacolo. Nella fuga i ladri gettarono le
Sacre Particole e il coperchio della pisside che
le conteneva al di fuori della Chiesa, su un muricciolo davanti alla porta laterale. La mattina
seguente, una fanciulla ritrovò le 63 Ostie Sante
e avvertì il parroco don Pasquale Allegro il quale,
religiosamente, raccolse le Sacre Particole e le
ricollocò nel ciborio. Il Mons. Biagio D’Agostino,
vescovo della Diocesi di Vallo della Lucania, stabilì che le Ostie profanate fossero conservate in
perpetua Adorazione e Riparazione nella Chiesa Parrocchiale. Stabilì anche che il 25 Luglio di
ogni anno fosse celebrata una solenne Giornata
Eucaristica di riparazione. Donò infine l’ostensorio per custodirvi le Sacre Ostie profanate, che
furono sigillate in esso. Da allora le Sacre Particole si conservano miracolosamente intatte,
integre ed incorrotte nel Santo Tabernacolo.
Itinerari più belli d’Italia
ne da parte della SS. Trinità e degli apostoli. L’edificio religioso si sviluppa su tre livelli: il primo,
inaccessibile, era una volta usato come ossario, il
secondo accessibile ancora oggi, corrisponde ad
una cripta a forma di croce ortodossa. Alle pareti
è possibile ammiranre stupendi affreschi del XIV
secolo a ricordo del battesimo di Gesù, il sacrificio di Santa Eufemia, messa a morte in sette
modi diversi e il sacrificio di Santa Lucia. Il terzo
livello della Chiesa attuale, dalle caratteristiche
tardo barocche, è sede dell’ultimo Miracolo Eucaristico.
San Mauro La Bruca fu infatti teatro della toccante storia del Miracolo Eucaristico vissuto da Don
Pasquale Allegro.
Nella notte tra il 24 e il 25 luglio del 1969, ignoti
ladri penetrarono nella Chiesa Parrocchiale violando il Tabernacolo e asportando le Reliquie dei
Santi Patroni e vari oggetti sacri, tra cui la pissi-
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campania
Itinerari più belli d’Italia
240
4) Certosa di S. Lorenzo
Padula (SA)
La Certosa di San Lorenzo, conosciuta anche come
Certosa di Padula, è la più grande certosa in Italia,
nonché tra le più famose, ed è situata a Padula, nel
Vallo di Diano, in Provincia di Salerno. Nel 1998
è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
La certosa fu eretta per volere del conte Tommaso
Sanseverino all’inizio del Trecento sul sito di un
esistente cenobio ed è dedicata a San Lorenzo.
La sua struttura richiama l’immagine della graticola sulla quale il santo fu bruciato vivo. La parte
principale della Certosa è in stile Barocco ed occupa una superficie di 51.500 m² sulla quale sono
edificate oltre 320 stanze. Il monastero ha il più
grande chiostro del mondo (circa 12.000 m²) ed
è contornato da 84 colonne. Una grande scala a
chiocciola, in marmo bianco, porta alla grande
biblioteca del convento. La struttura architettonica della Certosa riprende in tutto e per tutto lo
stile imposto dalla congregazione. Si tratta di un
complesso che si accorda alle gerarchie monastiche dei certosini, separati in monaci di clausura e
conversi. Secondo la regola certosina che predica
il lavoro e la contemplazione, nella Certosa esistono posti diversi per la loro attuazione: il tranquillo
chiostro, la biblioteca con il pavimento ricoperto
da mattonelle in ceramica di Vietri sul Mare, la
Cappella decorata con preziosi marmi, la grande
cucina dove, la leggenda narra, fu preparata una
frittata di 1.000 uova per Carlo V, le grandi cantine con le enormi botti, le lavanderie ed i campi
limitrofi dove venivano coltivati i frutti della terra
per il sostentamento dei monaci oltre che per la
commercializzazione con l’esterno. I monaci producevano, vino, olio di oliva, frutta ed ortaggi. La
campania
senti, in accordo con la separazione tra padri di
clausura e conversi, due cori. L’altare maggiore
fu realizzato in madreperla e scagliola arricchita da lapislazzuli da Giovan Domenico Vinaccia.
La decorazione in stucco dorato è un’aggiunta
settecentesca, mentre sulla volta sono visibili
affreschi di Michele Ragolìa raffiguranti episodi
del Vecchio Testamento.
Dalla chiesa si accede alla Sala del Capitolo, un
ambiente decorato con stucchi che contiene
statue di Domenico Lenmico, e alla Cappella del
Tesoro, decorata anch’essa con stucchi dorati,
dove venivano custoditi gli apparati e gli oggetti
preziosi della Certosa.
Il refettorio, anch’esso settecentesco, contiene
un dipinto parietale che riporta l’episodio delle
Nozze di Cana, opera di Alessio d’Elia. La pavimentazione è in marmi colorati e le porte marmoree sono decorate. La cella del Padre è un
ambiente composto da dieci locali e dotato di
una cappella decorata a stucco e dedicata a San
Michele Arcangelo. Al suo interno sono presenti
anche dipinti settecenteschi raffiguranti storie
della vita del Santo.
Una delle caratteristiche più peculiari della Certosa è la scalinata ellittica che raccorda i due
piani di questo chiostro. Si tratta di una realizzazione architettonica di grande effetto, progettata da Gaetano Barba.
Oggi la Certosa ospita il museo archeologico
provinciale della Lucania occidentale, che raccoglie una collezione di reperti provenienti dagli
scavi delle necropoli di Sala Consilina e di Padula.
Itinerari più belli d’Italia
facciata della Certosa presenta elementi architettonici tardo cinquecenteschi cui si sovrappongono decorazioni barocche come le statue
dei santi posti presso l’ingresso. La pavimentazione della corte è ancora quella originaria in
pietra. Un’altra sezione della Certosa è la foresteria, presso la quale venivano ospitati personaggi eminenti. In quest’area di costruzione tardo cinquecentesca si trova una piccola cappella
decorata con stucchi nel Settecento, mentre gli
affreschi del porticato sono opera di Domenico
Gargiulo. La chiesa presenta in facciata un portale riccamente decorato in cedro del Libano, probabilmente realizzato da Baboccio da Piperno
alla fine del Cinquecento. All’interno sono pre-
241
campania
Itinerari più belli d’Italia
242
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Itinerari più belli d’Italia
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Itinerari più belli d’Italia
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Itinerari più belli d’Italia
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Itinerari più belli d’Italia
Hotel Scapolatiello
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basilicata
Itinerari più belli d’Italia
ITINERARIO
matera - maratea
1) Cattedrale di Matera
Matera (MT)
La Cattedrale di Matera fu costruita in stile romanico pugliese nel XIII secolo sullo sperone più
alto della Civita che divide i due Sassi.
Sull’area dell’antico monastero benedettino di
Sant’Eustachio, protettore della città, dove già
tra il 1093 e il 1094 aveva soggiornato il Papa
Urbano II, la Cattedrale fu edificata a partire dal
248
1230, alcuni anni dopo che Papa Innocenzo III
aveva elevato la città di Matera al rango di arcidiocesi in unione con Acerenza; per fare in modo
che il nuovo tempio dominasse con la sua mole
le costruzioni circostanti e le due vallate sottostanti dei Sassi, fu necessario rialzare la base
rocciosa di oltre sei metri.
L’interno è a croce latina ed a tre navate, con
quella centrale che si eleva sulle altre, che sono
divise tra loro da arcate a tutto sesto sostenute
da dieci colonne sormontate da capitelli in pietra. La navata centrale è illuminata da 10 finestre (cinque per fianco), con il soffitto a capriate
ricoperto nel 1719 da un controsoffitto ligneo
su cui nel XIX secolo furono inserite tre tele dipinte dal calabrese Battista Santoro. Di rilievo
è un affresco bizantino risalente al 1270 della
Madonna della Bruna con il Bambino benedicente con due dita, attribuito a Rinaldo di Taranto e
ubicato sull’altare della prima campata della navata sinistra detto della Bruna. Dopo la cappella
del Sacramento vi è la cappella rinascimentale
dell’Annunziata realizzata da Giulio Persio, con
volta a cassettoni e pareti a nicchie. In fondo alla
navata c’è la cappella dove è situato il Presepe
in pietra dura realizzato dallo scultore Altobello
Persio nel 1534, una delle sue opere più imponenti, che richiama diversi elementi propri della città di Matera. Dello stesso Altobello Persio
è anche un ricco dossale di altare in pietra con
sculture, risalente al 1539, posto in fondo al
basilicata
l’altra porta, detta porta di piazza, è inserito un
bassorilievo raffigurante Abramo, padre delle tre
religioni monoteistiche, tutte presenti in città
all’epoca della costruzione. Sul lato posteriore
sinistro vi è il campanile, coevo alla chiesa, alto
52 metri ed a quattro piani, di cui tre con bifore
ed il quarto con monofore, sormontato da una
piramide di epoca posteriore.
Itinerari più belli d’Italia
transetto sinistro. L’altare maggiore restaurato
nel 1627 è sovrastato dalla grande pala eseguita
da Fabrizio Santafede raffigurante la Vergine attorniata dai Santi. In alto, a destra del presbiterio, si staglia un organo con duemila canne. Sulla
prima porta della navata destra si trova una Madonna delle Grazie tra i Santi Ilario e Giovanni
da Matera, opera di Domizio Persio risalente al
1592, sulla porta dei leoni una tela di Carlo Rosa
del 1652 raffigurante San Gaetano, sul terzo
altare destro un crocifisso seicentesco in legno
dipinto, e sull’ultimo altare un Polittico di Vito
Antonio Conversi. Infine a destra dell’ingresso
principale vi è il Giudizio Finale, pregevole affresco risalente al XIV secolo emerso durante alcuni lavori di restauro, unico esempio superstite
dell’originaria decorazione pittorica, eseguito
da Rinaldo di Taranto. A differenza dell’interno,
l’esterno conserva quasi intatta la sua forma originaria. La facciata è dominata dal rosone a sedici raggi, sormontato dall’Arcangelo Michele e
con due figure maschili ai lati ed un’altra in basso che funge da atlante. Il rosone è affiancato da
4 colonnine, mentre dal frontone scendono altre
12 colonnine pensili, simboleggianti rispettivamente i 4 Evangelisti ed i 12 Apostoli, sostenute da telamoni. Al centro della facciata vi è la
porta maggiore, chiusa da un arco a tutto sesto
con la statua della Madonna della Bruna nella
lunetta. Ai lati della porta vi sono le statue dei
Santi Pietro e Paolo, mentre alle estremità della facciata quelle seicentesche in altorilievo dei
santi Eustachio e Teopista. Nella facciata destra,
posta su piazza Duomo, vi sono altre due porte,
delle quali la più caratteristica è quella posteriore, detta porta dei leoni per i due leoni scolpiti
nella pietra che la fiancheggiano accovacciati
reggendo le colonne. Nella lunetta sormontante
249
basilicata
Itinerari più belli d’Italia
250
2) Santuario della Madonna Nera
Sacro Monte di Viggiano (PZ)
Il Santuario della Madonna Nera del sacro Monte di Viggiano, in provincia di Potenza, è il più
importante ed uno dei più antichi della Lucania.
La sua storia risale all’inizio della predicazione
del Vangelo nelle città romane di Grumentum e
Venusia.
Alla caduta dell’Impero Romano la regione
passa sotto la dominazione bizantina; lo stesso nome di Basilicata, dal greco Basileus re, lo
indica. Sono i Monaci Basiliani, che vengono
dall’Asia Minore per sfuggire alle persecuzioni
contro il culto delle Immagini, ed alla invasione
araba, a portare nell’Italia meridionale il culto e
la devozione alla Madonna, con le tipiche Icone
bizantine.
Con tutta probabilità la statua della Madonna
dal volto olivastro è scolpita intorno al 500 d.C.
per essere venerata nella cattedrale di Grumentum con il titolo di S. Maria Assunta.
In tre successive incursioni, i Saraceni assediano
la Città, fino alla sua completa distruzione nel
1050. Dalle “Memorie Grumentine-Saponariensi” scritte nel 1736 dal Notaio Niccolò Ramaglia
di Saponara e rimaste tuttora inedite, sappiamo
che «quella poca gente che dal barbaro furore
ebbe scampo» si disperdono fuggiaschi per i
monti. Anche il Vescovo ed il Clero fuggono,
portando con sé la Statua dell’attuale Madonna
di Viggiano, particolarmente cara alla popolazione, e pensano bene, nel corso della fuga, di
farla nascondere sulla vetta del monte, luogo
maggiormente sicuro per la sua conservazione.
Qualche secolo dopo, sconfitti i Saraceni, e tornata la normalità nella regione con l’arrivo dei
Normanni, giunge il momento di andare a ri-
prendere sul monte la sacra Immagine. Sicuramente qualche famiglia di profughi di Grumento, rifugiati in Viggiano, ha conservato la notizia
del nascondimento della Statua che viene ritrovata grazie all’apparizione di fuochi che compaiono sistematicamente in un determinato luogo.
È facile immaginare la grande gioia dei testimoni di quel ritrovamento, soprattutto perché
constatano che la Statua si è conservata intatta, anche se sotterrata a poca profondità, senza
particolari accorgimenti, avvolta in un semplice
sudario. Festosamente viene portata in Viggiano e collocata in una prima chiesa chiamata di
“Santa Maria del Deposito”.
La pietà popolare in seguito costruirà un’altra
basilicata
per antichità e bellezza dell’Augusta Vergine,
reggente il Fanciullo Gesù; tale Simulacro, come
viene assicurato, fu trovato prodigiosamente
indicato da una fiamma celeste, sul vicinissimo
Monte, che è tra i più alti monti della Lucania; e
Maria SS.ma sotto lo stesso titolo, dato a Lei ed
insieme al tempio ed al luogo, fu sempre proclamata e venerata come Patrona e Regina di tutta
la Regione».
Itinerari più belli d’Italia
chiesa sulla Vetta, nel luogo del ritrovamento.
Entrambe le chiese sono poi sostituite nel Cinquecento e nel Settecento dagli attuali Santuari.
Sorge così la tradizione di festeggiare la Madonna due volte all’anno: la prima domenica di maggio quando dal Santuario di Viggiano la Statua
nell’urna settecentesca viene portata sulla Vetta
dove rimane quattro mesi, e la prima domenica
di settembre, quando dal monte ritorna in Viggiano.
L’Immagine originaria, rinvenuta sul Monte,
consta solamente, come confermano i recenti
restauri, del busto e del volto bellissimo di colore olivastro, dai lineamenti molto addolciti, che
viene sistemato in una prima Statua policroma.
Sono gli Spagnoli nel milleseicento, a sistemare definitivamente la Statua, con una perfezione rara, sul modello identico alla loro Madonna
di Monserrat, aggiungendovi, sulle ginocchia, il
Bambino Gesù benedicente, con in mano il globo del mondo. Anche nella mano destra della
Vergine è posto il globo, a significare il suo titolo
di Regina, mentre l’altra mano è aperta a proteggere come Madre i suoi figli. Rivestita di oro
zecchino la sacra Immagine rappresenta la Gran
Madre di Dio, la Teothocos dei Greci.
Nel 1890, la venerata Statua è solennemente
incoronata per autorità di Papa Leone XIII, e 75
anni dopo Papa Paolo VI proclama la Madonna
del Sacro Monte di Viggiano, Patrona e Regina
della Lucania. La Bolla papale così sintetizza la
devozione alla Madonna Bruna di Viggiano:
«È noto che nel territorio delle diocesi di Potenza e Marsico esiste un Tempio Sacro, quasi
augusta reggia, carissimo a tutto il popolo della
Lucania, dedicato alla Beatissima Madre di Dio
Maria SS.ma del Sacro Monte di Viggiano. Ivi infatti si trova il Simulacro venerando, immagine
251
basilicata
Itinerari più belli d’Italia
252
3) Basilica di San Biagio e
Statua del Redentore
Maratea (MT)
È la chiesa più importante di Maratea, custode delle reliquie del Santo Patrono San
Biagio. Si trova in cima al monte S. Biagio,
dove si trova l’antica Maratea Castello.
La tradizione popolare vuole che la chiesa, originariamente dedicata alla Madonna
delle Grazie, sia sorta riadattando al culto
cristiano delle strutture architettoniche di
un antico tempio pagano dedicato alla dea
Minerva. Sebbene la presenza di tale tempio non sia mai stata verificata da prove
archeologiche, la posizione dell’edificio e
alcuni reperti di epoca romana trovati nelle
vicinanze lasciano supporre una effettiva
plausibilità della presenza del tempio sul
monte, anticamente detto «monte Minerva».
Misteriosa è anche l’espansione architettonica della struttura, in quanto ogni riscontro
documentale probante in tal senso è andato distrutto nell’incendio, causato da un fulmine, avvenuto nel 1629. Gli studiosi locali
hanno suggerito che la struttura originaria
della chiesa consistesse nell’attuale presbiterio, a cui poi fu aggiunta la zona delle
navate, completata della facciata e del campanile nel XVIII secolo.
Nel XVI secolo la chiesa fu abbellita con
un tabernacolo in bassorilievo, opera della
bottega di Jacopo della Pila donato da Guglielmo Deodato nel 1519, e da un grande
polittico in legno di Michele Curia del 1579,
oggi non più presente in chiesa perché andato perduto in seguito dei lavori di restau-
basilicata
ca. L’opera artistica più importante della chiesa
è però la Regia Cappella, sacello in marmo del
XVII secolo, originariamente posto al lato destro della navata centrale e abbellito con stucchi e decorazioni in oro, in seguito spostata nel
fondo del presbiterio nel 1940 e poi spogliata
degli abbellimenti nei lavori del 1963-1969. La
cappella, divenuta famosa per il prodigio della
Santa Manna che sgorga dalle sue pareti, fu dichiarata “regia” dal re Filippo IV d’Asburgo nel
1623, conserva l’urna con il torace di S. Biagio di
Sebaste, patrono di Maratea, e la statua argentea
del santo, copia del simulacro inciso da Domenico De Blasio nel 1706 e trafugato il 27 ottobre
1976 da ignoti ladri.
Itinerari più belli d’Italia
ro della chiesa del 1963-1969.
Questi lavori, nell’intento di riportare la chiesa
al suo aspetto primitivo, hanno notevolmente
compromesso l’aspetto della chiesa, che oggi
conserva le sue forme severe e imponenti, ma
è privo di molte opere d’arte donate alla chiesa nel corso dei secoli, parzialmente restituite
alla vista dei fedeli a partire dal 1978: per opera del locale Centro Culturale infatti, sono oggi
di nuovo presenti nella basilica i sette altari in
marmo del XVIII secolo, il bassorilievo dell’Annunciazione del XVII secolo, il bellissimo bassorilievo detto “Madonna della Sapienza” datato
1755, il quadro di “San Biagio in Gloria” del XVIII
secolo e quello di San Macario della stessa epo-
253
basilicata
Itinerari più belli d’Italia
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85046 Maratea (PZ)
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Sito: www.beblaino.it
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Cell: +39 340.9145184 - 328.3814153
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Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
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Itinerari più belli d’Italia
Agriturismo Fiore
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puglia
Itinerari più belli d’Italia
ITINERARIO
bari - s.giovanni rotondo
1) Basilica di San Nicola
Bari (BA)
La basilica di San Nicola nel cuore della città
vecchia di Bari, è uno dei più fulgidi esempi di
architettura del romanico pugliese.
Fu costruita tra il 1087 e il 1197, durante la dominazione normanna. L’edificazione della basilica è legata alle reliquie di san Nicola, traslate, in
parte, da sessantadue marinai baresi dalla città
di Myra, in Licia, e giunte a Bari il 9 maggio 1087.
256
Le reliquie vennero ospitate provvisoriamente presso il monastero di san Benedetto retto
dall’abate Elia, il quale promosse subito l’edificazione di una nuova chiesa per ospitarle. Fu
scelta l’area che sino a pochi anni prima aveva
ospitato il palazzo del governatore bizantino,
distrutto durante la ribellione per le libertà comunali e che Roberto il Guiscardo aveva donato
l’anno prima all’arcivescovo Ursone. Il 1º ottobre 1089 le reliquie furono trasferite nella cripta
della basilica da papa Urbano II giunto appositamente a Bari. La costruzione della basilica si con-
puglia
uno degli snodi privilegiati del turismo legato ai
pellegrinaggi religiosi.
Il suo essere meta privilegiata delle due Chiese
segna l’incontro tra la cultura cattolico-romana
e quella greco-ortodossa, che pure ha condizionato significativamente la cultura pugliese nel
corso della sua storia. Celebrazioni in rito ortodosso si tengono quotidianamente nella cripta
della basilica, accanto al simulacro del santo.
Leggende narrano che la basilica sarebbe stata
costruita per celare il Sacro Graal, il calice dal
quale Cristo bevve nel giorno dell’Ultima Cena
con gli apostoli. A fondamento di questa leggenda Bari era il porto dal quale crociati e gente di
ventura partivano per la Terrasanta, quindi era
ritenuta una città ai margini dell’impero, ma
nello stesso tempo pregna di sacralità. Si tratta
però appunto solo di leggende che, malgrado
vengano spesso riproposte, sono state più volte smentite da autorevoli studiosi come il padre
domenicano Gerardo Cioffari, storico di San Nicola e della basilica.
Itinerari più belli d’Italia
cluse nel 1197. La facciata, semplice e maestosa,
è tripartita da lesene, coronata da archetti
e aperta in alto da bifore e in basso da tre portali,
dei quali il mediano, a baldacchino su colonne, è
riccamente scolpito. Due torri campanarie mozze, di diversa fattura, fiancheggiano la facciata.
L’interno presenta uno sviluppo planimetrico a
croce latina commissa. Il corpo longitudinale è
diviso in tre navate da dodici colonne di spoglio.
Il soffitto è intagliato e dorato accompagnato
con riquadri dipinti del XVII secolo. Tre solenni
arcate su graziose colonne dividono la navata
centrale del presbiterio. L’altare maggiore è sormontato da un ciborio del XII secolo, il più antico
della Puglia.
Uno dei maggiori capolavori scultorei del romanico pugliese è conservato all’interno della
basilica: si tratta di una cattedra episcopale realizzata al termine dell’XI secolo. Ubicata dietro
al ciborio, al centro del presbiterio e del mosaico
che la riveste, è caratterizzata da un’ornamentazione molto curata, ha il sedile elegantemente traforato negli alti braccioli, sostenuto da
espressive figure in altorilievo e a tuttotondo, i
telamoni. Sul dorso ci sono due leonesse intente a sbranare due uomini. Sotto l’altare centrale
della cripta riposa il corpo di san Nicola. Uno degli absidi laterali è destinato al culto ortodosso.
San Nicola di Myra, che da secoli riposa nella basilica omonima, è uno dei santi maggiormente
venerati fra i cristiani ortodossi, soprattutto tra
gli appartenenti alla Chiesa ortodossa russa.
La basilica rappresenta uno dei pochi luoghi
frequentati contestualmente da fedeli appartenenti a diverse confessioni cristiane. Dopo la
fine dei regimi totalitari e la conseguente apertura dei paesi dell’Europa dell est al turismo e ai
rapporti con il mondo estero, ha rappresentato
257
puglia
Itinerari più belli d’Italia
258
2) Cattedrale di Trani
Trani (BT)
La cattedrale di Trani (conosciuta anche come
duomo di Trani o come cattedrale di San Nicola
Pellegrino) è la costruzione più prestigiosa della
città pugliese. Si tratta di un esempio di architettura romanica pugliese. La sua costruzione è
legata alle vicende di san Nicola Pellegrino, risalenti all’epoca della dominazione normanna.
Fu costruita usando la pietra di Trani, un materiale da costruzione tipico della zona: si tratta
un tufo calcareo, estratto dalle cave della città,
caratterizzato da un colore roseo chiarissimo,
quasi bianco.
La chiesa si distingue per il vistoso transetto e
per l’uso dell’arco a sesto acuto nel passaggio
situato sotto il campanile, fenomeno non molto
diffuso nell’architettura romanica.
Inserito nella lista delle “meraviglie italiane”, il
tempio è sede della cattedra dell’arcivescovo di
Trani-Barletta-Bisceglie.
La tradizione vuole che Nicola il Pellegrino sia
sbarcato a Trani nell’imminenza della morte,
dopo la quale sarebbero avvenuti svariati miracoli, sicché egli fu canonizzato, presumibilmente per suggerimento di Urbano II.
Iniziata nel 1099, la chiesa fu edificata sulla
base di quella più vecchia di Santa Maria, dove
secondo la leggenda sarebbe morto il santo e
fu dedicata alla Madonna Assunta, mentre le
reliquie di San Nicola sarebbero state sistemate
nella parte inferiore della chiesa. La cattedrale
fu poi consacrata prima ancora del completamento. La costruzione, importante dal punto di
vista urbanistico, vanta una posizione relativamente isolata rispetto agli edifici circostanti e si
trova nelle immediate vicinanze della costa, con
l’effetto di creare un chiaro punto di riferimento
sia a chi la guardi dalla città sia a chi la guardi
dal mare.
Tramite la doppia rampa si accede a un ballatoio situato davanti alla facciata, dove al centro di
un’arcata cieca si trova un portale romanico accuratamente ornato. Lo stile tradisce l’influenza
architettonica araba. La porta centrale di bronzo
è opera di Barisano da Trani e fu realizzata nel
1175: si tratta peraltro di uno dei più interessanti esempi del genere nell’Italia meridionale.
Tre finestre e un piccolo rosone sulla navata centrale decorano la facciata, con le loro aperture
ornate da figure zoomorfe, che le conferiscono
una certa plasticità.
Dalla parte posteriore, l’edificio è invece delimitato da un massiccio transetto rivolto verso il
mare e dotato di tre absidi. Anche questa parte
della costruzione è decorata da un’arcata cieca
in stile romanico. Al di sopra di questa, le facciate laterali sono decorate da due bifore e da un
rosone ciascuna.
puglia
pogeo di San Leucio, scavato sotto il livello del
mare e ornato di affreschi ormai in cattivo stato
di conservazione.
Itinerari più belli d’Italia
L’elegante torre campanaria accanto alla facciata fu eretta tra il 1230 e il 1239, ma il completamento, con la costruzione dei piani superiori al secondo, si ebbe poco dopo la metà del
Trecento. Tipicamente romanico è l’alleggerirsi
della massa procedendo verso l’alto, ottenuto
con l’accorgimento architettonico delle aperture
che diventano sempre più ampie salendo in alto:
dalla finestra bifora si passa a quella trifora, ecc.
Sotto il campanile, un ampio arco a sesto acuto
crea un effetto architettonico piuttosto insolito,
dato che dematerializza sensibilmente la base
su cui si scarica la massa sovrastante della torre.
La tripartizione in navate nella parte principale
dell’edificio è data da colonne binate, che sorreggono i rispettivi matronei. Le due navate laterali sono ricoperte da volte a crociera, mentre
quella centrale ha delle capriate a vista.
La parte posteriore della chiesa, quella del transetto, forma uno spazio unico, anche se le tre
absidi riprendono la tripartizione del corpo principale. Si distingue per una vistosa copertura a
capriate simile a quella della navata centrale.
Il carattere sobrio e quasi disadorno della cattedrale è dovuto ai continui rifacimenti delle
decorazioni, compresi quelli controproducenti
nell’Ottocento e quelli di riparo negli anni cinquanta e sessanta del Novecento.
Nonostante i continui mutamenti intervenuti nel
corso dei secoli, conserva in parte il suo carattere originale la parte inferiore della chiesa, che
costituisce una parte essenziale dell’insieme.
Suddivisa in due unità (Cripta di San Nicola, che
conserva le reliquie del santo e Cripta di Santa
Maria, che risale alla costruzione precedente), la
parte inferiore ricalca la pianta dell’edificio e si
distingue per l’eleganza dei capitelli romanici.
Tramite una scaletta è possibile accedere all’i-
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puglia
Itinerari più belli d’Italia
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3) Basilica del Santo Sepolcro
Barletta (BT)
La Basilica del Santo Sepolcro è una delle principali chiese di Barletta. Come dice la sua stessa
denominazione, le origini della Basilica conservano uno stretto legame con la Terra Santa e il
Sepolcro di Gesù Cristo. Situata in posizione
strategica tra due antichi e importanti assi di
comunicazione viaria, l’adriatica e la via Traiana, che conduce a Roma, la Basilica è stata meta
di transito per i pellegrini diretti in Terra Santa
e per i crociati in viaggio, dal porto di Barletta,
verso Gerusalemme.
La Basilica è stata costruita sui resti dell’antica
basilica medievale, a cui fu addossato l’antico
Spedale dei pellegrini e risale al periodo compreso tra la fine del XII secolo e l’inizio del XII
secolo. L’edificio attuale è il risultato di numerose e millenarie trasformazioni.
Al suo interno è conservato il noto Tesoro della
Basilica del Santo Sepolcro che annovera: la Croce Patriarcale binata, il Tabernacolo con il Cristo
in Maestà in mandorla, la Colomba eucaristica in
rame dorato, l’Ostensorio risalente al XII secolo, il Breviario-Rituale di origine gerosolimitana,
del XII secolo
Le origini della basilica medievale sono di difficile datazione. Molti storici ed archeologi la
collocano nel periodo compreso tra l’XI e il XII
secolo. Le notizie più antiche dell’originario
edificio risalirebbero al 1061 e quindi ascriverebbero il periodo di costruzione del Santo Sepolcro ad un periodo precedente alle crociate e
della nascita dell’Ordine del Santo Sepolcro. La
possibilità che il tempio potesse esistere prima
del tempo delle Crociate è fattibile in quanto il
fervore cristiano spingeva i pellegrini occiden-
tali a mettersi in cammino verso i luoghi della
Terra Santa autonomamente. In tal caso sarebbero stati dei mercanti originari di Amalfi, giunti
a Barletta per il commercio marittimo, ad accogliere la richiesta dei Canonici gerosolimitani di
Barletta che predicavano la liberazione della Palestina, a intitolare la chiesa al Santo Sepolcro.
I primi documenti che attestano con certezza
l’esistenza della chiesa risalgono al 1130, in una
bolla pontificia. Nel 1144 si fa anche cenno alla
fondazione del tempio per opera dei Cavalieri
del Santo Sepolcro che, tornati dalla Palestina,
puglia
cosiddetto Tesoro del Santo Sepolcro, in cui si
trovano preziose icone risalenti al XIII secolo e
diversi affreschi del XIV secolo, messe in salvo
dopo la presa di San Giovanni d’Acri, nel 1291.
La Basilica del Santo Sepolcro durante l’anno è
punto di partenza di due note processioni, entrambe legate al culto del Santo Legno della
Croce: una si tiene il Venerdì Santo, l’altra il 14
settembre, in riferimento al voto effettuato in
occasione della peste del 1656, quando l’intera
popolazione barlettana dopo aver invocato l’intervento divino fece voto al Santo Legno della
Croce, a Gesù Sacramentato, alla Madonna dello
Sterpeto e a San Ruggero. Tenutasi per la prima
volta il 3 maggio 1657, negli alla fine del 1960.
fu spostata all’attuale giorno di ricorrenza, in occasione dell’Esaltazione della Croce.
Itinerari più belli d’Italia
l’avevano realizzata, insieme ad altri edifici religiosi e civili in tutta la Puglia.
La basilica medievale fu costruita orientata verso Est, dunque verso la Terra Santa, come voleva
la tradizione cristiana. Si trattava di una chiesa in
vecchio stile lombardo.
Nel 1489 papa Innocenzo III inglobò l’ordine
dei Canonici del Santo Sepolcro con quello dei
Cavalieri di San Giovanni Gerusalemme. Il 1503
è l’anno della terribile peste che colpì la città,
durante la quale le autorità cittadine, per volere
plebiscitario, fecero voto di portare in processione la Santissima Eucarestia, esposta nella Basilica.
La chiesa è caratterizzata da un assetto longitudinale con orientamento est-ovest, con l’altare
posto ad oriente. All’interno, nella cappella sovrastante il nartece è possibile apprezzare il
261
puglia
Itinerari più belli d’Italia
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4) Convento Santuario di S. Pio da Pietrelcina
San Giovanni Rotondo (FG)
Il santuario di San Pio, a San Giovanni Rotondo,
è stata commissionata dall’Ordine dei Frati Minori Cappuccini della provincia di Foggia e progettata dall’architetto italiano Renzo Piano per
contenere degnamente le migliaia di pellegrini
che ogni anno giungono ad onorare la memoria
di Padre Pio da Pietrelcina. La chiesa sorge sul
monte di San Giovanni Rotondo ed è adiacente
al preesistente santuario e convento in cui il frate visse e in cui ne sono conservate le spoglie.
San Pio da Pietrelcina è stato un sacerdote cattolico italiano appartenente all’Ordine dei Frati
Minori Cappuccini; la Chiesa cattolica lo venera
come santo e ne celebra la memoria liturgica il
23 settembre, anniversario della morte.
È stato destinatario, ancora in vita, di una venerazione popolare di imponenti proporzioni,
anche in seguito alla fama di taumaturgo da lui
acquisita derivante da capacità soprannaturali
attribuitegli dai devoti, così come è stato oggetto di forti critiche e di sospetti in ambienti
ecclesiastici e non.
Francesco Forgione nacque a Pietrelcina, un piccolo comune alle porte di Benevento, il 25 maggio 1887. Le pratiche per l’entrata in convento
furono iniziate nella primavera del 1902: il 1º
gennaio 1903 Forgione sostenne di aver avuto
una visione, dopo la comunione, che gli avrebbe
preannunciato una continua lotta con Satana. La
notte del 5 gennaio, l’ultima che passava con la
sua famiglia, dichiarò di aver avuto un’altra visione in cui Dio e Maria lo avrebbero incoraggiato assicurandogli la loro predilezione.
Il 22 gennaio dello stesso anno, a 15 anni, vestì
i panni di probazione del novizio cappuccino e
puglia
anni furono commissionate numerose indagini,
molte delle quali condotte in incognito. Le lesioni alle mani vennero variamente interpretate:
come segno di una particolare santità, come una
patologia della cute o come auto-inflitte. Come
risultato di queste vicende, il 31 maggio 1923,
arrivò un decreto vero e proprio in cui si pronunciava la condanna esplicita. Il Sant’Uffizio dichiarava il non constat de supernaturalitate circa
i fatti legati alla vita di padre Pio ed esortava i fedeli a non credere e a non andare a San Giovanni
Rotondo. A Padre Pio venne vietata la celebrazione della messa in pubblico e l’esercizio della
confessione. Nel 1964, Papa Paolo VI concesse a
Padre Pio da Pietrelcina l’Indulto (reintegro) per
continuare a celebrare, anche pubblicamente, la
Santa Messa secondo il rito di San Pio V. Alle ore
2:30 del mattino di lunedì 23 settembre 1968
Padre Pio morì all’età di 81 anni. Ai suoi funerali
parteciparono più di centomila persone giunte
da ogni parte d’Italia. Il 21 gennaio 1990 Padre
Pio venne proclamato venerabile, fu beatificato
il 2 maggio 1999 e proclamato santo il 16 giugno 2002 in piazza San Pietro da papa Giovanni
Paolo II come san Pio da Pietrelcina.
Itinerari più belli d’Italia
diventò “fra’ Pio”. Il 10 agosto 1910, a soli 23
anni, fu ordinato sacerdote.
Gli agiografi raccontano che proprio in quel periodo, insieme a malanni fisici, cominciarono a
manifestarsi fenomeni a detta dei testimoni inspiegabili. Secondo i loro racconti, di notte, nella
sua stanza, si udivano rumori sospetti a volte urli
o ruggiti, durante la preghiera, fra’ Pio restava
come intontito, quasi fosse assente (fenomeni di
questo tipo sono frequentemente descritti nelle
agiografie di santi e mistici di ogni tempo, e secondo la psichiatria contemporanea sono spiegabili come sintomi di psicosi o schizofrenia).
Qualche confratello disse addirittura di averlo
visto in estasi, sollevato da terra. Nel giugno
del 1905 la salute del frate era talmente compromessa che i superiori decisero di mandarlo
prima in un convento di montagna, poi nel suo
paese natale. In tale periodo gli agiografi collocano la comparsa sulle sue mani delle stimmate.
Fra’ Pio diede comunicazione al suo direttore
spirituale per la prima volta nel 1911, quando
scrisse che il fenomeno andrebbe ripetendosi
da quasi un anno, e che avrebbe taciuto perché
vinto «sempre da quella maledetta vergogna».
La voce della comparsa delle stigmate fece il
giro del mondo e San Giovanni Rotondo divenne
meta di pellegrinaggio da parte di persone che
speravano di ottenere grazie. I pellegrini gli attribuirono il merito di alcune conversioni e guarigioni “inaspettate”, grazie alla sua intercessione
presso Dio. La situazione divenne imbarazzante
per alcuni ambienti della Chiesa cattolica: il Vaticano infatti non aveva notizie precise su cosa
stesse realmente accadendo e, nel timore che si
trattasse di una macchinazione, di fatto sommovente interessi economici, perpetrata sfruttando
il nome della Chiesa e la tonaca, nel corso degli
263
PUGLIA
Itinerari più belli d’Italia
264
Corte Altavilla
Masseria Baroni Nuovi
Vico G. Altavilla, 8
70014 Conversano (BA)
Tel: +39 080.4959668
E-mail: [email protected]
Sito: www.cortealtavilla.it
Strada provinciale Acquaro (sp.44) km 6
72100 Brindisi
Tel: +39 0831.555762 - 393.2220672
E-mail: [email protected]
Sito: www.masseriabaroninuovi.it
Il complesso residenziale Corte Altavilla è di origine
normanna ed è localizzato nel cuore del centro
storico di Conversano. Una dimora dall’antico pregio
storico, in cui viaggiare sulle orme del tempo,
riscoprire nuovi sapori di antica fattura, le tradizioni,
l’arte dei Signori di un tempo. Tra il mare e la collina,
in un lembo di terra e di pietra lungo chilometri di
storia, dove iniziare a vivere il sogno di una vacanza
interminabile.
L’agriturismo Masseria Baroni Nuovi è immersa in un’
oasi di pace e quiete tra i colori, i sapori e gli aromi del
Salento, in una posizione strategica che permette di
raggiungere facilmente i luoghi di maggiore interesse
turistico e culturale. La Masseria fu costruita nei primi del
Novecento all’ interno di un’ azienda agricola.
Luogo ideale per vacanze e week-end romantici, la
Masseria offre 13 accoglienti camere di diverse tipologie,
piacevolmente arredate e dotate dei principali comfort.
SERVIZI
SERVIZI
Climatizzazione, tv satellitare, free internet access,
cassaforte, servizi privati con doccia, frigobar e su richiesta
angolo cottura, ristorante terrazza, thermarium spa.
Aria condizionata, accesso disabili, internet Wifi, parcheggio
gratuito, piscina scoperta, organizzazioni escursioni, convenzioni con spiagge e altri servizi.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
PUGLIA
Agriturismo Falcare
Contrada Serrapizzuta 19/a
74018 Palagianello (TA)
Cell: +39 328.0189953
E-mail: [email protected]
Sito: www.masseriamangiaricotta.it
Contrada Falcare
71010 Cagnano Varano (FG)
Tel: +39 0884.8238 - 340.2972147
E-mail: [email protected]
Sito: www.agriturismofalcare.com
La Masseria Mangiaricotta è situata a 220 metri s.l.m.,
sul ciglio della Gravina Grande di Palagianello (nel
cuore del “Parco delle Terre delle Gravine”). Estesa
su di una superficie complessiva di 100 ettari di
terreno, è circondata da pini d’aleppo e altre essenze
della Macchia Mediterranea. Rappresenta un punto
di ritrovo per gli amanti della natura e della felicità
semplice della vita agreste, visto che Le Gravine sono
un laboratorio di scienze naturali all’aperto. Ideale per
una completa rigenerazione della mente e del corpo.
Situata in un altopiano, a circa 550 metri sul
livello del mare nel cuore del Parco Nazionale del
Gargano, l’azienda Bioagricola Agrituristica Falcare
è a disposizione degli ospiti che cercano luoghi di
suggestione paesaggistica, quiete e tranquillità. I clienti
sono accolti in monolocali o appartamenti dotati di
ogni comfort. Il ristorante propone specialità tipiche
garganiche a base di carne, funghi e ortaggi di stagione
con largo utilizzo di prodotti provenienti da agricoltura
biologica della nostra azienda silvo-pastorale.
SERVIZI
Aria condizionata, parcheggio gratuito.
SERVIZI
Aria condizionata, accesso disabili, parcheggio
gratuito, parco giochi, piscina, animali ammessi
(previa richiesta).
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
Masseria Mangiaricotta
265
PUGLIA
Itinerari più belli d’Italia
266
Pizzicato B&B
Corte Moline
Via Antonio Bucci, 13
71018 Vico Del Gargano (FG)
Cell: +39 338.4834567
E-mail: [email protected]
Sito: www.pizzicatobeb.com
Via Moline, 20
73014 Gallipoli (LE)
Cell: +39 347.3790631
E-mail: [email protected]
Sito: www.cortemoline.com
Il Pizzicato ECO Bed and Breakfast, situato a Vico
del Gargano, in uno de “I Borghi più belli d’Italia”,
è l’ideale per trascorrere piacevoli soggiorni
all’insegna del relax e della tranquillità. Il borgo,
soprannominato il “paese dell’amore”, fa parte del
Parco Nazionale del Gargano, ha origini antichissime
e vanta testimonianze archeologiche di grandissimo
valore.
Caratteristico e bianco B&B situato nel cuore
dell’affascinante centro storico di Gallipoli,
Corte Moline si rivela il luogo ideale per vacanze
all’insegna del relax, lontano dai frenetici ritmi
cittadini. Un luogo magico dove il rumore del mare,
la storia, l’arte, i profumi e i colori, inebriano il
visitatore di sensazioni uniche ed indimenticabili
che solo “La perla dello Jonio” sa regalare.
SERVIZI
Internet wi-fi, parcheggio gratuito, biciclette gratuite,
animali amessi (previa richiesta).
SERVIZI
Aria condizionata, camere con bagno e con terrazzino privato,
terrazza sul mare.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
PUGLIA
B&B VinsLounge
Contrada Jorche
74020 Torricella (TA)
Tel: +39 099.9573355 - 333.7112171
E-mail: [email protected]
Sito: www.jorche.it
Via Del Duomo 5
76121 Barletta
Tel: +39 0883.390788 - 347.5916026
E-mail: [email protected]
Sito: www.vinslounge.it
L’azienda agrituristica Antica Masseria Jorche è situata
su una collinetta nelle vicinanze di Torricella. Gode
di una vista panoramica sulle campagne circostanti
e dista solo 5 km dal mar Jonio, caratteristico per la
limpidezza delle sue acque e per le spiagge che si
alternano a bellissime scogliere. Le camere, restaurate
nel pieno rispetto delle caratteristiche originali della
struttura, presentano un arredamento elegante e
confortevole, con una particolare attenzione alla cura
dei dettagli.
Il Bed & Breakfast VinsLounge è composto da due
unità abitative: il VinsLounge, situato a Barletta
in un antico palazzo del 1592 recentemente
ristrutturato, e la Maison de VinsLounge, ubicata
in un antico palazzo nobiliare dotato anche di
ascensore panoramico, entrambi situati nel cuore
del centro storico, equidistanti dalla spiaggia e dal
lungomare, circondati dai più importanti monumenti
storici del luogo.
SERVIZI
Appartamenti con ingresso, angolo cottura, due stanze
da letto, servizi igienici, aria condizionata e tv, camere
con bagno, piscina all’aperto e campetti sportivi.
SERVIZI
Accesso disabili, animali ammessi (previa richiesta),
connessione a internet (nella sede di Via del
Duomo), aria condizionata, TV satellitare.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
Antica Masseria Jorche
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PUGLIA
Itinerari più belli d’Italia
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Terra Serena
Masseria Morrone
Via Sant’Antonio, 62a
73020 Cerfignano (LE)
Cell: +39 347.2999251 - 347.7908903
E-mail: [email protected]
Sito: www.terraserena.it
Contrada Morrone, Ss 16 km 875
72017 Ostuni (BR)
Cell: +39 340.2648112
E-mail: [email protected]
Sito: www.masseriamorrone.it
Il B&B Terra Serena si trova nel cuore di Cerfignano,
ridente paesino vicino Santa Cesarea Terme, ricco
di piccoli bar dove conoscere i sapori della cucina
locale, nella quieta e distensiva vita del piccolo
centro. Immerso nella campagna salentina, a due
passi dalle località marine più apprezzate del paese,
è il luogo ideale dove trascorrere delle vacanze
rilassanti e a contatto con la natura.
Immersa nel verde del Salento, in un paesaggio
mozzafiato, la Masseria Morrone conserva intatte
le tradizioni di una vera masseria di agricoltori
dove potrete ritrovare i sapori dell’olio extra
vergine di oliva e del pane fatto in casa. Possibilità
di soggiornare in camere arredate in stile antico,
realizzate all’interno della Masseria settecentesca.
Sala ristorazione, punto vendita aziendale, masseria
didattica. Le colline e le spiagge circostanti offrono
la possibilità di praticare trekking e sport estremi.
SERVIZI
Accesso disabili, animali ammessi (previa richiesta), cucine
attrezzate, tv, frigo in camera, bagno in camera, asciugacapelli, aria condizionata, internet wi-fi, parcheggio.
SERVIZI
Cucina per celiaci, terrazza panoramica, parcheggio gratuito.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
PUGLIA
Masseria Murgia Albanese
Via Ginestre, 17
70010 Turi (BA)
Tel: +39 080.8915657
E-mail: [email protected]
Sito: www.holidayresidence.it
Strada Vicinale Murgia Albanese, 34 70015
70015 Noci (BA)
Tel: +39 080.4975676
E-mail: [email protected]
Sito: www.murgiaalbanese.it
Il Residence Holiday propone un’ospitalità rurale
e suggestiva a Turi, “terra delle ciliegie”, situata in
una zona ideale per raggiungere tutti i luoghi più
conosciuti e più interessanti della Puglia, come
Alberobello, Castellana Grotte e Bari. Il residence
offre ai propri ospiti la possibilità di riscoprire la
campagna nella sua tradizione e nella sua cultura,
con un soggiorno a contatto con la natura, per
trascorrere giorni sereni, lontani dallo stress della
vita quotidiana.
Costruita nel 1796, ampliando una preesistente struttura
del 1600, la Masseria Murgia Albanese si presenta come
una delle ville-masserie più eleganti del patrimonio
locale. Di impianto neoclassico, con particolari
baroccheggianti come l’importante scala esterna che
porta al piano nobile, é situata nella bellissima Murgia
sud orientale, con i suoi caratteristici pascoli, campi, olivi,
mandorli, ciliegi, trulli e muretti a secco. Nel piano nobile,
interamente riservato alla residenza padronale, 4 stanze
sono a disposizione degli ospiti del B&B.
SERVIZI
Piscina, campo polivalente, tennis, mini golf, calcetto,
internet wi-fi.
SERVIZI
Ristorante, bar, sala hi-fi e tv, sala camino, sala da gioco,
piccola biblioteca, sala ricevimenti, corsi di cucina, sala
lettura, terrazza panoramica.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
Holiday Residence
269
DOVE
SOTTO LE CUMMERSE
Via Vittorio Veneto, 138
70010 Locorotondo (BA)
Tel: +39 080.4313298
E-mail: [email protected]
Sito: www.sottolecummerse.it
APERTURA
Chiusura nel mese di Novembre.
NEI DINTORNI
Alberobello: 9 km
Polignano a mare: 33 km
Taranto: 35 km
SERVIZI
Aria condizionata, riscaldamento autonomo,
minibar, tv-dvd, parcheggio gratuito, pulizie e
cambio asciugamani giornalieri.
Sotto le Cummerse
L’albergo diffuso “Sotto le Cummerse”, è una struttura
dislocata in 9 appartamenti tutti diversi e caratteristici,
ristrutturati e arredati secondo la tradizione, senza
rinunciare alle comodità di casa e ai servizi di un albergo.
Tra l’incantevole atmosfera del centro storico, l’albergo
nasce con l’ambizione di trasformare questo incantevole
salotto urbano in un unico complesso residenziale per
turisti e visitatori che qui vogliono fermarsi in assoluta
tranquillità, ma senza rinunciare ai comfort che i mini
appartamenti riescono ad offrire grazie alla completezza
dei loro arredamenti in stile con la semplice architettura
interna delle cummerse.
Il MovePass permette a 2 persone:
• Un pernottamento in camera doppia
• Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
puglia
DOVE
AGRITURISMO FASANO
Contrada Cristo Fasano, 162
70020, Cassano delle Murge (BA)
Tel: +39 080.764177
E-mail: [email protected]
Sito: www.agriturismofasano.it
puglia
APERTURA
Tutto l’anno, tutti i giorni.
NEI DINTORNI
Bari: 30 km
Matera: 25 km
SERVIZI
Agriturismo Fasano
Nella pietrosa Cassano Murge, nel cuore della Murgia
Barese, ai piedi di una sinuosa collina, immersa nel
verde di ampie distese di terra, sorge l’Agriturismo
Fasano. L’azienda è situata in prossimità di boschi
secolari a pochi chilometri dalla Foresta di Mercadante,
in un contesto dove l’aria limpida e salubre e la
quiete che regna, creano uno scenario incantevole.
L’Agriturismo Fasano si distingue, oltre che per l’ottima
e genuina cucina casereccia, anche per la vasta
gamma di servizi speciali che lo rendono unico nel
suo genere: infatti, l’azienda dispone di una struttura
per trattamenti fisioterapici, una palestra, una piscina
dotata anche di vasche idromassaggio e idroterapia, un
centro ippico.
Il MovePass permette a 2 persone:
Itinerari più belli d’Italia
Aria condizionata, accesso disabili, parcheggio
gratuito
• Un pernottamento in camera doppia
• Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
271
calabria
ITINERARIO
reggiocalabria-s.giovanniinfiore
1) Basilica Cattedrale Metropolitana di
Maria Santissima Assunta in Cielo
Itinerari più belli d’Italia
Reggio Calabria (RC)
272
Il Duomo di Reggio, dedicato a Maria Santissima
Assunta, è il più grande edificio religioso della Calabria. Le origini della Cattedrale sono da
ricondurre agli inizi del II millennio, con l’invasione normanna dell’Italia meridionale, quando
i Normanni di Roberto il Guiscardo, scacciati i
Bizantini e creato in Reggio il Ducato di Calabria,
lasciarono alla popolazione di etnia greca l’antica cattedrale (chiamata “La Cattolica”), per ordinare la costruzione di una nuova cattedrale che
fosse sotto l’ordinamento del Papa di Roma, cui
erano legati i Normanni. La cattedrale originaria
era probabilmente un edificio gotico a cinque
navate. Durante il XVI secolo, come molti edifici
della città, la chiesa venne saccheggiata e incendiata dalle incursioni dei turchi, e poi ricostruita
e riconsacrata. Seguirono diversi terremoti che
resero necessari altri restauri, quasi tre ogni due
secoli. La cattedrale attuale fu riconsacrata il 2
settembre 1928 e il 21 giugno 1978 con bolla
pontificia venne elevata alla dignità di Basilica
minore. La Cattedrale ripropone un’architettura dallo stile eclettico-liberty che tende a reinterpretare l’arte medievale romanica e gotica,
fondendo elegantemente alcuni elementi di entrambi gli stili. Il prospetto principale è diviso in
tre parti con quattro torri traforate di forma otta-
calabria
crazione di Santo Stefano Vescovo di Reggio da
parte di San Paolo”, si trova, protetto da un’urna
di vetro, un tronco di colonna che secondo la tradizione sarebbe quella del Prodigio di San Paolo.
La “Cappella del Santissimo Sacramento” costituisce il più significativo monumento barocco
della città, per preziosità dei marmi policromi
intarsiati a mosaico fiorentino, e fu dichiarata
monumento nazionale nel XIX secolo.
Itinerari più belli d’Italia
gonale sormontate da croci. Sulla scalinata che
conduce all’ampia e imponente facciata sorgono
le sontuose statue di San Paolo, che secondo la
leggenda convertì i reggini al cristianesimo, e
di Santo Stefano di Nicea, primo vescovo della
città. Le statue furono scolpite nel 1928 da Francesco Jerace e collocate sul sagrato nel 1934.
All’ingresso si trovano tre portali in bronzo: il
portale centrale, di Luigi Venturini, illustra scene
di vita di Maria SS. Assunta. La porta d’ingresso
di sinistra, di Biagio Poidomani, illustra episodi
che narrano la storia della devozione di Reggio
alla Madonna della Consolazione. Quella di destra, di Nunzio Bibbò, è dedicata a San Paolo e
raffigura episodi dell’apostolato di Paolo di Tarso cui si legano le origini della chiesa reggina.
Il Campanile del Duomo, alto 28,15 m, fu ultimato nel 1931 e mantiene nella forma lo stile
della Cattedrale. Nella prima cella campanaria
fu posta la Campana della Conciliazione; in quella superiore furono collocate la Campana del
Congresso, detta anche della Consolazione, e la
Campana del Capitolo, chiamata il campanone.
Il Duomo si presenta di pianta basilicale, con tre
navate divise da colonne portanti ed intersecate
da crociere che terminano con altrettante absidi separate da archi che poggiano su pilastri. Ad
ogni incrocio delle travi è dipinta una svastica,
per un totale di circa duecento croci uncinate,
che simboleggiano il sole e la luce dell’avvento del Cristo, secondo la profezia del Cantico di
Zaccaria riportato in Luca 1,78-79.
L’interno è in stile romanico con motivi d’ispirazione classica. Lungo le navate laterali si aprono
otto cappelle contenenti opere di notevole interesse storico-artistico. Nella parte terminale
della navata destra, ai piedi della grande tela
del XIX secolo di Minaldi raffigurante la “Consa-
273
calabria
Itinerari più belli d’Italia
274
2) Concattedrale di S. Maria Assunta di Gerace
Gerace (CS)
La Concattedrale di S. Maria Assunta di Gerace,
è la più importante costruzione normanna della
Calabria, oltreché uno degli edifici religiosi più
grandi della regione, dichiarata “bene architettonico” di interesse nazionale.
La storia della chiesa è un susseguirsi di danneggiamenti e crolli, che culminano con il terremoto del 1783 e il conseguente abbandono, a cui
seguono accurati lavori di restauro e periodi di
rinascita.
I lavori di costruzione dell’edificio, iniziarono
in tardo periodo bizantino e terminarono in
epoca normanna, come testimonia il transetto
sporgente e la disposizione delle absidi, rispecchianti modi francesi importati dai Normanni.
La chiesa venne consacrata al culto nel 1045. In
piena epoca normanna, nell’anno 1222, si ebbe
una seconda consacrazione, molto probabilmente, alla presenza dell’imperatore Federico II
di Svevia che si trovava di passaggio a Gerace.
Dall’esterno l’edificio religioso, in stile romanico, appare come una fortificazione a causa
dell’imponente parete in pietra calcarea dalla
quale sporgono due delle tre absidi di forma
semicilindrica. Sull’abside destra, più grande, si
apre un pregevole portale ligneo del XIX secolo
ad archi concentrici. Sovrastano le absidi due finestre circolari a strombo. Il grande campanile è
a sezione quadrata.
Dall’esterno l’edificio religioso, in stile romanico, appare come una fortificazione a causa
dell’imponente parete in pietra calcarea dalla
quale sporgono due delle tre absidi di forma
semicilindrica. Sull’abside destra, più grande, si
apre un pregevole portale ligneo del XIX secolo
ad archi concentrici. Sovrastano le absidi due finestre circolari a strombo. Il grande campanile
è a sezione quadrata. L’interno della chiesa si
presenta come un grande ambiente basilicale
con ampio transetto sporgente e, con innesto
corrispondente alla navata centrale, un coro
quasi quadrato che completa la figura della croce latina. Le tre grandi navate, che costituiscono
il braccio più lungo della croce, sono separate
da due file di dieci colonne, scanalate o lisce,
in marmo policromo e granito tutte diverse
tra loro per qualità e dimensioni. Le due file di
colonne vengono separate in gruppi da cinque
da un grande pilastro che originariamente delimitava la posizione delle balaustre di chiusura
della schola cantorum. Le colonne provengono
dall’antica Locri Epizefiri mentre i capitelli sono
in parte antichi e in parte opera di scalpellini
del luogo. Sopra le possenti arcate a tutto sesto,
le tonalità scure del soffitto a capriate in legno
spiccano per contrasto rispetto alle pareti bian-
calabria
chiesa rupestre, con volta a botte e decorazioni
in marmo e pavimentata con maioliche geracesi
del XVII secolo; l’altare con la trecentesca statua,
opera dell’artista senese Tito da Camaiano, della
Vergine col Bambino che gioca con una colonna
e la Cappella di San Giuseppe che ospita il “Museo Diocesano del Tesoro della Cattedrale”. Tra i
tesori custoditi vanno menzionati: una stauroteca in argento dorato, pietre dure e perline fabbricata probabilmente a Gerusalemme o nei laboratori normanni siciliani nel XII sec., un grande
ostensorio ottocentesco in argento dorato e ornato da pietre dure, un calice in filigrana e pietre
dure, datato 1726 e opera di argentieri sicilini,
una statua dell’Assunta in argento realizzata nel
1722, vari paramenti sacri e pregiati tessuti in
oro e argento realizzati da artigiani locali e da
argentieri napoletani quali Gennaro Pace e Romanelli.
Itinerari più belli d’Italia
che. L’altare maggiore, in stile barocco, è stato
realizzato con marmi policromi dai fratelli catanesi Palazzotto e dall’artista messinese Amato.
All’interno della cattedrale si trovano anche alcuni monumenti funerari, fra i quali il sarcofago
dei conti Giovanni e Battista Caracciolo e la Cappella gotica del SS. Sacramento del 1431, e numerosi arredi sacri, in parte custoditi nella suggestiva cripta bizantina, cui si accede dal braccio
sinistro del transetto. Merita anche attenzione
particolare il rilievo raffigurante l’Incredulità di S. Tommaso risalente al 1547. La cripta si
presenta con pianta a croce greca e absidiole
ricavate nello spessore del muro affiancante
l’abside centrale. Ventisei colonne, anch’esse
provenienti da ville e templi di età imperiale,
sorreggono la volta del nucleo più antico della
Cattedrale, scavato nella roccia nell’VIII secolo.
La cripta ospita la Cappella della Madonna dell’Itria, piccolo ambiente ricavato nel 1261 da una
275
calabria
Itinerari più belli d’Italia
276
3) Santuario di San Francesco di Paola
Paola (CS)
Il Santuario di San Francesco di Paola sorge nella
parte alta e collinare della cittadina di Paola, città natale di San Francesco, in una valle costeggiata da un torrente e ricca di vegetazione.
Il Santuario ha una lunga storia, che affonda le
sue radici nel XV secolo, quando iniziò l’esperienza eremitica di Francesco Martolilla, nato a
Paola il 27 marzo 1416 e morto a Tours (Francia)
il 2 aprile 1507.
Francesco, giovanissimo, tra i quindici e i venti anni, si ritirò a vita eremitica nel luogo ove
ora sorge detto Santuario a lui intitolato, allora
aspro e solitario.
I primi compagni a lui aggregati e l’accorrere
numeroso da parte di fedeli, spinsero Francesco
ad intraprendere la costruzione di una chiesetta con annesso convento. Iniziò così la storia di
questo fabbricato monumentale, che si è sviluppato lungo i secoli fino ad oggi.
La costruzione si sviluppa sulle due sponde del
torrente Isca, unite da un ponte sul quale sorgono le abitazioni dei frati, e sembra accogliere in
un mistico abbraccio di fede e di carità i pellegrini, che vengono così immersi nella spiritualità che da questo luogo promana.
All’ingresso della cosiddetta “Zona dei Miracoli”,
si trova il primo ricordo dei Miracoli compiuti da
San Francesco. Si tratta della Fornace utilizzata
dal Santo per far cuocere il materiale utilizzato
per la costruzione della Chiesa e del Convento. Fin dalle prime biografie è attestato che il Santo
vi entrò una volta per ripararla mentre ardeva a
pieno ritmo, senza riportare alcuna scottatura.
Un’altra volta vi richiamò a vita l’agnellino “Martinello”, che gli operai avevano divorato, gettan-
done le ossa tra le fiamme. Al termine degli archi
che collegano l’antica costruzione conventuale
con quella più moderna della nuova Aula Liturgica, si trova il bossolo di una bomba caduta nel
letto del torrente Isca durante i bombardamenti
del 1943 e rimasta miracolosamente inesplosa.
Proseguendo, a destra dell’ingresso principale,
vi è un arco tramite il quale si accede alla parte laterale del santuario, in cui si trovano l’ampia basilica moderna (inaugurata nel 2000) e
la fonte della cucchiarella, alla quale sogliono
bere i pellegrini. La breve iscrizione ricorda che
questa fonte fu fatta sgorgare miracolosamente
dal Santo per dissetare gli operai della fabbrica
conventuale. Quest’acqua, attinta con la “cucchiarella”, mantiene sempre lo stesso livello. La
storia ci fa sapere che i francesci la fecero prosciugare nel 1806 per accertare la verità dell’affermazione e constatarono che essa poco dopo
era ritornata al livello ordinario. Dalla Fonte del-
calabria
dei fedeli, che testimonia uno dei tanti miracoli
operati dal Santo. Essa infatti, resa leggera dal
Santo, fu trasportata dal mare, per ordine dello
stesso Francesco, da un uomo infermo che oltre
a sperimentarne la leggerezza, camminando si
rese conto della progressiva guarigione della
sua gamba.
Itinerari più belli d’Italia
la Cucchiarella, attraverso uno stretto viottolo, si
arriva al “Ponte del Diavolo”, prima dimora del
giovane eremita. La leggenda vuole che sia stato costruito dal demonio per ordine dello stesso
Santo: in compenso il diavolo chiese l’anima del
primo viandante che lo avrebbe attraversato.
San Francesco vi fece passare un cane, il diavolo
irritato tirò un calcio al parapetto di sinistra (il
buco si nota verso il centro del ponte), poggiando la mano sulla parete opposta e lasciandovi
l’impronta.
A causa della gente che transitava sul ponte, san
Francesco scese più a valle e scavò nella roccia
una grotta. La cella, utilizzata dal Santo sino alla
partenza per la Francia (1483), è di dimensioni
molto ridotte e dopo la canonizzazione (1519),
è stata trasformata in cappella. Nella cella, oltre
ad una tela ottocentesca che raffigura il Santo in
estasi, presenta alle pareti due miracoli. Il primo
lo riproduce che tiene nelle mani, senza bruciarsi, dei tizzoni ardenti; il secondo raffigura la
risurrezione di Nicola Alessio, al quale la madre
aveva negato il permesso per entrare a far parte della congregazione eremitica. Entrando nel
Santuario per l’ingresso principale, si accede a
due ambienti semi-aperti. Nel primo sono conservate diverse lapidi che ricordano varie ricorrenze riguardanti il Santuario, mentre il secondo
è il vero pronao della basilica antica, che ha il
suo culmine nella sontuosa cappella barocca
che custodisce le reliquie di san Francesco pervenute a Paola, fra cui alcuni suoi abiti e frammenti di ossa. Nel chiostro del Santuario si trova
il roseto del Santo e ospita lungo le sue pareti
interne affreschi raffiguranti i principali episodi
di vita di san Francesco.
Di fianco all’ingresso della Basilica è posta una
grossa pietra corrosa dalla secolare devozione
277
calabria
Itinerari più belli d’Italia
278
4) Abbazia Florense
San Giovanni in Fiore (CS)
Le origini dell’Abbazia Florense sono da ricercare nella ricerca di una nuova ”fonte di spiritualità” da parte del fondatore del monastero, Gioacchino da Fiore, monaco esegeta del XII secolo.
Il futuro abate viaggiò da giovane per diverse
Abbazie, venendo a contatto con vari ordini monastici, tra cui quello cistercense. Insieme ad un
compagno decise, fra la Pasqua del 1186 e il
febbraio del 1188 di salire sulla Sila alla ricerca
di un luogo per abitare. Superato il fiume Lese,
i due giunsero presso una radura sul versante
orientale della Sila, presso un’immensa foresta
di boschi, dove regnava la pace e la tranquillità,
ideale per rigenerare la spiritualità perduta. La
località si presentò perfetta per Gioacchino, che
decise di stabilirvisi e di edificare un monastero,
dedicandolo a San Giovanni Evangelista. Nella
località di “Iure Vetere” Gioacchino fondò quella che sarà la sua prima Abbazia, cominciata nel
1189 e terminata nel 1198. Nel 1214 un vasto
incendio devastò il protocenobio di Iure Vetere,
e tutti i suoi edifici contigui. I monaci florensi,
anche se a malincuore, decisero di cambiare
luogo sul quale erigere la nuova Abbazia, date le
difficili condizioni climatiche di Iure Vetere. Tuttavia, non vollero abbandonare le foreste silane,
decidendo così, solo di discendere di qualche
centinaio di metri dal luogo di Iure Vetere. Fu
così che nel 1215 venne scelto un costone roc-
calabria
mensione del complesso disegno, non superano
i lati delle piccole finestre circolari.
L’interno, modificato con l’ultimo restauro del
1989, si presenta oggi in stile romanico a pietra
nuda, come lo era originariamente. L’altare in stile Barocco è un’opera del maestro di arte lignea,
Giovanbattista Altomare. Realizzato nel 1740,
presenta elementi riccamente decorati, intagli
preziosi nel legno che sono stati poi dorati dal
maestro. I maggiori elementi utilizzati sono la
foglia dorata e teste di putti.
Presso la navata laterale dell’Abbazia Florense
troviamo la Sala Esposizioni che raccoglie le litografie delle Tavole del Liber Figurarum, opera
figurativa di Gioacchino da Fiore, considerata
«la più bella ed importante raccolta di teologia
figurale e simbolica del Medio Evo». Le tavole
figurative, oggetto ancora oggi di studi da parte
di enti, fondazioni ed università, per il loro simbolismo sono considerate gioielli d’arte di inestimabile valore, e riproducono, attraverso l’arte
del disegno, tutto il pensiero gioachimita.
Itinerari più belli d’Italia
cioso con a fondo valle il fiume Neto, vicino alla
confluenza con il fiume Arvo. Il luogo apparve
subito più ameno del precedente, con maggiori possibilità di poter realizzare il monastero e
potervi vivere serenamente. Nel dare continuità
al primo messaggio gioachimita, l’abate Matteo
e i monaci florensi decisero di nominare la località scelta Fiore o “Fiore Nuovo”. Intorno al 1230
l’Abbazia Florense venne terminata. Fu un’opera
che subito apparve imponente, in un luogo quasi
sperduto e difficile come quello silano. Nel corso del tempo subì numerosi rimaneggiamenti,
spesso seguendo le tendenze architettoniche
dei vari periodi, perdendo in questo modo l’originaria struttura architettonica.
La prima impronta architettonica che si nota
dell’Abbazia Florense, è certamente di marca
Romanica. L’impianto del complesso badiale è
di forma quadrata, con al centro un grande chiostro ad archi ogivali. La pianta del monastero è
invece a croce latina, con l’abside di forma rettangolare orientato verso oriente. Dell’ingresso
dell’Abbazia originale rimane solo il portone la
facciata è stata più volte mutata d’aspetto. Oggi
la facciata appare molto semplice e snella, con
la cuspide che forma una capanna. Non ci sono
decorazioni imponenti, tranne il portone, realizzato in pietra calcarea finemente lavorata. Presenta decorazioni con fregi di foglie dentellate
al cui sopra si trova una fascia classica che separa il portone dalla parte più alta.
L’abside è forse l’elemento di maggiore pregio
di tutta l’abbazia. Si rifà all’architettura tardo romanica del periodo e presenta una finestra circolare esalobata, al centro di un triangolo ai cui
vertici vi sono tre piccole finestre circolari quadrilobate. Sotto questi quattro elementi circolari
vi si trovano tre ampie monofore, che nella di-
279
calabria
Itinerari più belli d’Italia
280
Agriturismo Le Farnie
Agriturismo San Fele
Contrada S. Anna
87042 Altomonte (CS)
Tel: +39 0981.948786 - 349.7252009
E-mail: [email protected]
Sito: www.agriturismolefarnie.it
Contrada San Fele
87070 Cerchiara di Calabria (CS)
Tel: +39 0984.32182 / 328.4142158
E-mail: [email protected]
Sito: www.agriturismo.com/sanfele
L’Azienda Agrituristica Le Farnie è situata a 350 mt
s.l.m., immersa nelle colline di Altomonte, in Calabria, in
prossimità del Parco Nazionale del Pollino, tra il Mare Tirreno
ed il Mar Ionio. L’ospitalità è offerta in un casale di fine ‘800
sapientemente restaurato e arredato con mobili d’epoca,
che si affaccia su un ampio e panoramico porticato. Sono a
disposizione degli ospiti 5 accoglienti stanze con bagno e
la caratteristica sala ristoro, ricavata dalla vecchia stalla del
casale. Nell’aia antistante, contornata da un verde pergolato, si
può pranzare, prendere il sole, leggere e riposare.
L’azienda agrituristica San Fele, di 57 ettari, sorge
all’interno del Parco Nazionale del Pollino, alle
pendici del Monte Sellaro. Grazie alla sua posizione
strategica, intorno ai 400 m. s.l.m., si gode un
suggestivo panorama che spazia dalla Piana di
Sibari e dal Mar Ionio ai monti della Sila. L’azienda
è immersa nel verde, costituito prevalentemente
dalla tipica macchia mediterranea ricca di colori e
da piante di ulivo secolari.
SERVIZI
Parcheggio gratuito ed ombreggiato, visite guidate
all’azienda agricola e al frantoio con proiezione di video,
mappe ed itinerari per gite e passeggiate
SERVIZI
Accesso disabili, parcheggio gratuito, mountain bike, piscina,
tiro con l’arco, trekking, animali ammessi (previa richiesta).
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
calabria
Agri Club
Via San Martino 5
87010 Civita (CS)
Cell: +39 347.7678513 - 349.7578063
E-mail: [email protected]
Sito: www.leterrazze.org
Contrada Camigliano
87040 Tarsia (CS)
Tel: +39 0981.952716
E-mail: [email protected]
Sito: www.agriturismoarmentano.it
Il B&B “Le Terrazze” sorge all’ingresso di un
incantevole paese nel Parco Nazionale del Pollino,
Civita (Cifti) di antiche origini e costumi albanesi che
si distinguono dalla tradizione calabrese.
La struttura è un antica dimora costruita a fine ‘800
con caratteristiche terrazze dove poter prendere il
sole in tranquillità, vi sembrerà un piccolo castello.
La struttura dispone di poche camere, che affacciano
al bellissimo panorama della montagna del Pollino.
L’Agriturismo Agri Club si estende su circa venti ettari di
uliveti, e vanta all’interno della proprietà un frantoio oleario
e un antico casale circondato da un ampio giardino, che
sarà l’ideale per una vacanza all’insegna del relax.
Nella nostra azienda sono presenti numerose cultivar
di olive: Carolea, Nocellara, Coratina e Roggianella. La
posizione geografica di mezza collina e il clima mite della
fascia interna jonica della Calabria, dichiarata dagli esperti la
migliore del mondo, favorisce queste colture.
SERVIZI
Camere con terrazze panoramiche, cucina, soggiorno e
camino a disposizione degli ospiti, possibilità di parcheggio, animali accettati (previa richiesta).
SERVIZI
Aria condizionata, accesso disabili, internet, wi-fi, parcheggio gratuito, animali ammessi (previa richiesta).
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
B&B Le Terrazze
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DOVE
EOLO Hotel
Via G. Berto, snc – Faro Capo Vaticano
89866 Ricadi (VV)
Tel: +39 0963.663023
E-mail: [email protected]
Sito: www.eolohotel.com
APERTURA
Da Aprile ad Ottobre.
NEI DINTORNI
Escursioni per le Isole Eolie: tutto il giorno con
partenza dalla nostra spiaggia privata
Tropea: 8 km
Pizzo Calabro: 20 km
Nicotera: 15 km
Serra San Bruno: 50 km
Reggio Calabria: 100 km
Eolo Hotel
Circondato da un paesaggio da sogno, l’hotel Eolo
è il luogo ideale per una vacanza di sole, relax e
divertimento. Situato nel posto più panoramico del
promontorio di Capo Vaticano è il punto di partenza
per i vostri itinerari di mare, d’arte, di storia e di cultura.
Le camere, ampie, confortevoli e arredate con cura, si
affacciano sullo splendido mare di Capo Vaticano, che
può essere ammirato anche dalla torretta di belvedere in
comune. Il panorama mozzafiato spazia dalle bellissime
Isole Eolie, al golfo di Lamezia Terme a quello di Gioia
Tauro, fino allo stretto di Messina.
SERVIZI
Animali Ammessi, aria condizionata, accesso
disabili, internet wi-fi, parcheggio gratuito,
piscina idromassaggio, spiaggia privata,
navetta, solarium.
Il MovePass permette a 2 persone:
• Un pernottamento in camera doppia
• Prima colazione
• Transfert da e per F/S Ricadi gratuito
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
calabria
DOVE
AGRITURISMO COLLORETO
Contrada Virente, snc
87016 Morano Calabro (CS)
Cell: +39 347.3236914
Fax: +39 0981.31255
E-mail: [email protected]
Sito: www.colloreto.it
calabria
APERTURA
Tutto l’anno, tutti i giorni.
Eccetto il periodo dal 23/12 al 27/12.
NEI DINTORNI
SERVIZI
Agriturismo Colloreto
L’Agriturismo Colloreto offre soggiorni di pieno relax in
appartamenti ricavati da una sapiente ristrutturazione di
un antico casolare, immerso nella corte del cinquecentesco
monastero dei Colloretani.
Gli appartamenti, tutti con due stanze e bagno privato, pur
mantenendo il fascino antico offrono tutti i comfort moderni.
La tenuta è alle pendici del Monte Pollino, circondata dalla
quiete dei boschi e da antiche tracce di storia: la via consolare
Annia, i ruderi del Colloreto, l’intrigo dei sentieri di transumanza
punteggiati da tante sorgenti e il vicinissimo abitato di
Morano,”uno dei 100 borghi più belli d’Italia”.
Animali ammessi (previa richiesta), cucina per
celiaci, accesso disabili, parcheggio gratuito,
parco giochi, laghetto per pesca sportiva.
Il MovePass permette a 2 persone:
Itinerari più belli d’Italia
Parco Nazionale del Pollino: 24 km
Graffiti e resti paleolitici del Romito: 50 km
Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide:
40 km
• Un pernottamento in camera doppia
• Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
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sicilia
Itinerari più belli d’Italia
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ITINERARIO
acireale - palermo
1) Basilica Collegiata di San Sebastiano
Acireale (CT)
La Basilica Collegiata di San Sebastiano è il monumento più importante di Acireale, dichiarato
dall’UNESCO “monumento messaggero di una
cultura di pace”.
La Basilica sorge nell’antico centro storico di Acireale e fu costruita in sostituzione di un antico
oratorio dedicato a San Sebastiano e ormai ritenuto insufficiente ad accogliere le folle sempre
più crescente di devoti.
Il primo cantiere venne aperto nel 1609 e la
chiesa completata nel 1644. Il tempio venne
largamente ristrutturato dopo il terremoto del
1693, tra il 1699 e 1705, assumendo l’aspetto
attuale. La chiesa fu elevata a collegiata con Bolla pontificia del 20 novembre 1924.
La facciata, realizzata su disegno di Angelo Bellofiore, intarsi di Diego e Giovanni Flavetta, ha
più ordini ed è affollata da statue di santi, angioletti, mascheroni apotropaici e altri fregi uniti da
motivi floreali sulle superfici delle 18 lesene e
sugli stipiti delle porte. Un coro sereno e gioioso di 14 puttini reggenti ghirlande di frutta e di
fiori è schierato sul frontone che separa il primo
ordine architettonico dal secondo.
La chiesa è preceduta da una balaustra realizzata nel 1754 da Giovan Battista Marini su progetto di Pietro Paolo Vasta, arricchita da statue
raffiguranti personaggi dell’antico testamento:
Giuditta, Giaele, David, Giosuè, Mosè, Aronne,
Gedeone, Sansone. L’interno è a pianta basilicale a croce latina con tre navate e pavimento
marmoreo costruito nel 1860 da Carlo Calì da
Catania. La Collegiata è ricca di affreschi di Pietro Paolo Vasta, realizzati tra il 1732 e il 1736,
nel transetto e nel coro con alcune scene della
vita del Santo, nella cappella del Santissimo Sacramento con scene della vita del Cristo, e nel
tamburo della cupola. Sugli altari sono esposte
tele interessanti quali la “Pietà” del Vasta, “incoronazione della Vergine e tutti i Santi” di Matteo
Ragonisi e il “San Giovanni Battista” di Antonino
sicilia
Itinerari più belli d’Italia
Bonaccorsi. Nel transetto le grandi pareti laterali
sono occupate dagli enormi affreschi ad encausto di Francesco Mancini (1900) raffiguranti la
salita di Gesù al Calvario e la deposizione del
corpo di San Sebastiano nelle catacombe. I pilastri che sostengono la cupola sono stati mirabilmente decorati da Pietro Paolo Vasta. Lo stesso
ha realizzato nelle pareti del coro le scene del
martirio a cui fu sottoposto San Sebastiano,
mentre nella volta in un cielo affollato di angeli
e di Santi vi è l’apoteosi del Santo bimartire (sec.
XVIII). A destra nel transetto spicca l’altare sormontato da triplice porta dietro cui è conservato
il simulacro di San Sebastiano, che viene tradizionalmente portato in processione su di un fercolo argenteo trainato dai ‘divoti’ il 20 gennaio.
Le esigue, scarse notizie che si posseggono di
Sebastiano si possono rintracciare nel calendario della Chiesa, Depositio Martyrum (354), da
cui si apprendono il nome, il martirio e il luogo
della sepoltura. Il martirio sarebbe avvenuto a
Roma, dove Sebastiano si era recato con l’unico
scopo di testimoniare la propria fede cristiana,
là dove più aspra infieriva la persecuzione. Con
esattezza non conosciamo l’anno del martirio,
che presumibilmente potrebbe essere collocato
fra il 303 e il 305, anni in cui Diocleziano promulgò quattro successivi editti contro i cristiani.
Non è del tutto escluso, a questo proposito, che,
come si apprende dalla più antica delle agiografie, Sebastiano fosse un legionario Romano sotto Diocleziano e Massimiliano, ma dalla nascosta
fede Cristiana. Essendosi rifiutato di rinnegare la
propria fede, fu condannato prima alla trafizione
mediante frecce. Sopravvisse miracolosamente
al supplizio, tramite intercessione divina. In seguito, fu condannato al pestaggio, stavolta mortale, poi buttato in una fossa comune.
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sicilia
Itinerari più belli d’Italia
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2) Chiesa di Sant’Agata al Carcere
Catania (CT)
La Chiesa di Sant’Agata al Carcere è costruita
su ciò che resta del Bastione del Santo Carcere,
appartenente alle mura di Carlo V del XVI secolo, che difendeva la porta nord (chiamata Porta
del Re) della città di Catania. Secondo la tradizione in questo luogo venne tenuta prigioniera
Sant’Agata prima di subire il martirio.
La chiesa presenta stili relativi a secoli diversi. La parte prospettuale risale al XVIII secolo in
quanto venne distrutta dal terremoto del 1693.
La facciata, su un originale disegno di Giovan
Battista Vaccarini, è in stile barocco siciliano
mentre l’antico portale strombato è in stile romanico, e fu recuperato dalla cattedrale.
L’interno è costituito da due corpi diversi. La
parte anteriore, ricostruita dopo il terremoto, è
barocca con volta a botte; mentre la parte absidale è costituita dalla campata a crociera gotica
con tetto a costoloni, terminanti in uno stemma
circolare, poggiato su colonne sormontate da
capitelli corinzi.
Vicino all’altare del Crocefisso si trovano due
lastre di pietra lavica che, secondo la tradizione, apparterrebbero a Sant’Agata che qui venne
imprigionata, nel gennaio del 251, prima di subire il martirio; in una di queste sono impresse
le orme di due piedi che, secondo la tradizione,
avrebbe lasciato la santa catanese. Accanto ad
essa si apre un angusto passaggio che conduce
in un locale di epoca romana considerato il carcere di Sant’Agata, da cui discende la denominazione della chiesa.
Nella stessa chiesa è conservata la cassa in cui
erano contenute le reliquie di Sant’Agata riportate a Catania, da Costantinopoli, dai soldati Gi-
sliberto e Goselmo nel 1126, dopo un’assenza
di oltre 86 anni.
Sant’Agata è stata, secondo la tradizione cristiana, una giovane vissuta tra il III e il IV secolo, durante il proconsolato di Quinziano. Dalla Chiesa
Cattolica e dalla Chiesa Ortodossa viene venerata come santa, vergine e martire. È patrona, tra
l’altro, di Catania, di San Marino e di Malta.
Agata nacque in una famiglia siciliana ricca e
nobile, nell’anno 238. Secondo la tradizione
cattolica sant’Agata si consacrò a Dio all’età di
15 anni circa, ma studi storico-giuridici rivelano un’età non inferiore ai 21 anni: non prima
di questa età, infatti, una ragazza poteva essere
consacrata diaconessa come effettivamente era
Agata, cosa documentata dalla tradizione orale
catanese, dai documenti scritti narranti il suo
martirio e dalle raffigurazioni iconografiche ravennate, con particolare riferimento alla tunica
sicilia
e alle violenze con l’intento di piegare la giovinetta. Inizialmente venne fustigata e sottoposta
al violento strappo delle mammelle, mediante
delle tenaglie. La tradizione indica che nella notte venne visitata da san Pietro che la rassicurò
e ne risanò le ferite. Infine venne sottoposta al
supplizio dei carboni ardenti. La notte seguente
all’ultima violenza, il 5 febbraio 251, Agata spirò
nella sua cella.
Le reliquie della santa furono trafugate a Costantinopoli nel 1040 dal generale bizantino
Giorgio Maniace. Nel 1126 due soldati dell’esercito bizantino, di nome Gilberto e Goselmo, le
rapirono per consegnarle al vescovo di Catania
Maurizio. Il 17 agosto 1126, le reliquie rientrarono nel duomo di Catania. Questi resti sono oggi
conservati in parte all’interno del prezioso busto
in argento e in parte dentro a reliquiari posti in
un grande scrigno, anch’esso d’argento.
Itinerari più belli d’Italia
bianca e al pallio rosso. Nel periodo fra il 250 e
il 251 il proconsole Quinziano, giunto alla sede
di Catania con l’intento di far rispettare l’editto dell’imperatore Decio, che chiedeva a tutti i
cristiani di abiurare pubblicamente la loro fede,
s’invaghì della giovinetta e le ordinò, senza successo, di ripudiare la sua fede e di adorare gli dei
pagani. Al rifiuto deciso di Agata, il proconsole
la affidò per un mese alla custodia rieducativa
della cortigiana Afrodisia, probabilmente sacerdotessa di Venere o di Cerere, e pertanto dedita
alla prostituzione sacra. Il fine di tale affidamento era la corruzione morale di Agata che tuttavia,
a questi attacchi perversi contrappose l’assoluta
fede in Dio; uscendo da quella lotta vittoriosa,
tanto da scoraggiare la sua stessa tentatrice, che
rinunciò all’impegno assuntosi. Quinziano diede
allora avvio ad un processo e convocò Agata al
palazzo pretorio. Breve fu il passaggio al carcere
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sicilia
Itinerari più belli d’Italia
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3) Santuario della Madonna delle Lacrime
Siracusa (SR)
Il Santuario della Madonna delle Lacrime, segno
di profonda pietà e fede, è stato eretto a ricordo del miracoloso evento che vide nel 1953, in
un’umile abitazione nella non lontana via degli
Orti a Siracusa: le lacrime di un’effige in gesso
raffigurante il cuore immacolato della Vergine
Maria, posta al capezzale di un letto matrimoniale di una giovane coppia di coniugi siracusani.
L’evento miracoloso si ripetè dal 29 agosto al
1° settembre 1953, fra l’incredulità e lo stupore
prima di pochi e poi nella generale commozione
di un’immensa moltitudine di fedeli che videro
umane, fragili lacrime scorrere sulle gote della
sacra immagine; lacrime che, raccolte e sottoposte a diversi accertamenti medico-scientifici ed
analisi effettuate da una commissione medica
nominata dalla Curia Arcivescovile di Siracusa,
risultarono simili a quelle umane.
La piccola effigie della Madonna delle Lacrime,
prima provvisoriamente ricoverata nella vicina
piazza Euripide, venne poi collocata all’interno
del Santuario.
L’opera fu progettata nel 1957 dagli architetti francesi Michel Andrault e Pierre Parat a seguito di un bando di concorso internazionale.
La costruzione ebbe inizio nel 1966 e, a causa
dell’estrema modernità del progetto vi furono
fin dall’inizio molte polemiche che ritardarono
molto la realizzazione, conclusa solo nel 1994. Il
santuario venne inaugurato il 6 novembre 1994
da Giovanni Paolo II.
Il Santuario è un edificio straordinariamente vasto e imponente nella sua massiccia struttura di
cemento armato (22.000 quintali). La superficie
totale è di mq. 4.700, con una capienza di circa
11.000 persone.
La costruzione a pianta circolare con ben18 ingressi, dal diametro esterno di 80 metri, accoglie
la chiesa inferiore o Cripta, inaugurata nell’agosto del 1968, e la chiesa superiore o Santuario,
la cui base è sostenuta da 22 travi di cemento
armato con un diametro interno di 71.40 metri. Il santuario ha con un corpo conico formato da
costoloni in cemento armato che raggiungono
un’altezza complessiva di 74 m, sormontati da
un coronamento in acciaio di 20 metri di altezza su cui è posta una statua della Madonna in
bronzo dorato, opera di Francesco Caldarella,
circondata da un’aureola ad elementi circolari e
raggiera.
Il santuario ha con un corpo conico formato da
costoloni in cemento armato che raggiungono
sicilia
Itinerari più belli d’Italia
un’altezza complessiva di 74 m, sormontati
da un coronamento in acciaio di 20 metri di
altezza su cui è posta una statua della Madonna in bronzo dorato, opera di Francesco Caldarella, circondata da un’aureola ad elementi
circolari e raggiera. La circolarità dell’unico
immenso ambiente trova unità e convergenza
armonica, per lo sguardo del pellegrino, nel
bianco del marmo su cui è posto l’altare, dietro il quale emerge la parete bianca anch’essa
in marmo che ospita la teca, dai bordi d’argento, dentro cui è custodita la prodigiosa immagine della Madonna delle Lacrime. Sopra l’altare è posto un prezioso crocifisso del 1700,
opera dello scultore Giancarlo Marchese. Sul
piano della cripta sono conservati dei resti di
età romana e tardo-antica costituiti da un ipogeo pagano e da un annesso vasto ambiente
con pareti originariamente decorate a mosaico. L’altare centrale, su cui è stato esposto il
quadretto della Madonna altare dal 1968 al
1987 e dal 1° Maggio del 1994 al 4 Novembre
del 1994, è posto su una pavimentazione in
granito rosso. La forma architettonica del santuario è soggetta a varie interpretazioni. Gli
architetti si proponevano di realizzare strutturalmente il concetto e il senso di elevazione
dell’umanità verso Dio. Infatti, la pianta con la
sua circolarità vuole rappresentare l’umanità,
che man mano, grazie all’innalzarsi dei costoloni e all’aumentare dell’intensità della luce,
si protende verso Dio. Altri significati attribuiti sono quelli di faro, identificabile con Maria
che conduce verso il porto che è Gesù, oppure
una tenda entro la quale la Madre accoglie i
suoi figli per condurli al Padre; infine è vista
come una lacrima che scende dall’alto vista
nella dinamica dell’impatto a terra.
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sicilia
4) Duomo di San Giorgio
Ragusa Ibla (RG)
Itinerari più belli d’Italia
Il Duomo di San Giorgio si erge nel cuore di Ragusa Ibla. Antica chiesa madre della città prima
del 1693, sorgeva all’estremità est dell’abitato,
nei pressi dell’attuale Giardino ibleo, dove si
trova ancora il grande portale quattrocentesco
di stile gotico-catalano, unica vestigia rimasta
dell’antico tempio.
La chiesa originaria fu gravemente danneggiata
dal terremoto del 1693 che lasciò intatte parte della facciata, alcune cappelle e parte della
Cappella maggiore: venne quindi costruito un
ampio locale adiacente alla navata sinistra del
vecchio tempio in cui poter svolgere le funzioni. Nel secondo quarto del XVIII secolo, si decise di trasferire la chiesa nel sito della vecchia
290
di San Nicola, che fino al XVI secolo era stata la
parrocchia dei fedeli di rito greco e successivamente, passata al rito latino, era divenuta chiesa
sacramentale di San Giorgio. Del progetto venne
incaricato nel 1738 Rosario Gagliardi, architetto
protagonista della ricostruzione barocca. La prima pietra fu posta nel 1739.
Il progetto, di cui si conservano le tavole originali, è caratterizzato dalla monumentale facciata a torre che ingloba il campanile nel prospetto
e termina con una cuspide a bulbo, richiamando
i tabernacoli lignei delle chiese cappuccine. La
collocazione della chiesa al termine di un’alta
scalinata e la posizione obliqua rispetto alla
piazza sottostante accentuano l’imponenza e gli
effetti plastici, creati da una lieve convessità del
partito centrale e dalla presenza delle colonne
libere. Il Gagliardi sfrutta l’idea originale della
sicilia
Domenico La Villa. Nell’adiacente sacrestia si
conserva un resto della monumentale ancona in
pietra calcarea che lo scultore Antonello Gagini
aveva scolpito per la vecchia chiesa di San Giorgio tra il 1573 e il 1576. Dalle rovine della chiesa furono recuperate tre nicchie e quattro statue
che, pur assemblate in modo alquanto scorretto, danno tuttavia una idea della magnificenza
dell’opera originaria.
Nell’attiguo museo del Duomo sono conservate
le vestigia dell’antica San Giorgio, compreso un
magnifico altare cinquecentesco del Gagini.
Itinerari più belli d’Italia
facciata torre, utilizzata anche in altri progetti,
realizzando un tempio dalla forma slanciata che
è sicuramente fra i più belli del barocco siciliano. La cupola alta 43 m. è stata ultimata nel
1820 ed è opera di Carmelo Cultrari. Una cancellata in ferro battuto (del 1880) opera di Angelo
Paradiso circonda la scalinata (54 gradini). Due
coppie di volute fanno da raccordo tra i diversi
livelli ospitando, rispettivamente, le statue di
San Giorgio e San Giacomo in basso, e quelle di
San Pietro e San Paolo in alto. Nel primo ordine
del partito centrale si apre un grande portale con
cornice mistilinea, ricca di fregi e rilievi a motivi
vegetali, mentre le porte lignee hanno una preziosa decorazione scultorea, in sei riquadri, con
la raffigurazione di episodi del martirio di San
Giorgio, opera dell’intagliatore palermitano Vincenzo Fiorello, che li realizzò nel 1793. L’interno,
a croce latina, con le braccia chiuse da absidi semicircolari, viene diviso in tre navate da dieci robusti pilastri in pietra. Nell’incrocio del transetto
con la navata centrale si eleva la cupola di gusto
neoclassico, a doppia calotta, poggiante su due
file di colonne: in precedenza libere, oggi lo spazio tra di esse è occupato da vetri che donano
alla cupola il caratteristico colore blu che forma
un panorama inimitabile con il complesso di Ragusa Ibla. Nelle cappelle delle navate laterali si
trovano tele di alcuni dei più celebri artisti del
settecento siciliano: Vito D’Anna, Antonio Manno, Giuseppe Tresca. Sopra le porte laterali sono
conservati i due simulacri che vengono portati
in processione per le strade, durante la festa patronale di San Giorgio: la statua del Santo a cavallo opera dello scultore palermitano Girolamo
Bagnasco, che la realizzò nel 1874, e la grande
cassa-reliquiario in lamina d’argento sbalzata, opera del 1818 dell’argentiere palermitano
291
sicilia
5) Duomo di Monreale
Palermo (PA)
Itinerari più belli d’Italia
Il Duomo di Monreale, dedicato a Santa Maria
Nuova, è stato costruito nel 1174 per volere di
Guglielmo II d’Altavilla.
Adagiata sulle pendici del monte Caputo, la facciata si presenta con un portico a trifora, due
massicce torri fortificate e pregevoli porte bronzee, una delle quali è opera di Bonanno Pisano
e risale al 1185, 1186 secondo il computo degli
anni in uso a Pisa.
Il portico sul fianco sinistro è di Giovanni Domenico Gagini e Fazio Gagini, eseguito tra il 1547
e il 1569, mentre i battenti bronzei del portale
musivo architravato sono opere del 1185 circa
di Barisano da Trani. L’esterno, sebbene abbia
292
subito diversi rimaneggiamenti, nella parte posteriore conserva intatta l’impronta normanna
ed è ornato a vari disegni formanti una serie di
archi di pietre bianche e nere con cerchi al di
sotto, assai ben combinati e disposti tra loro. Le
absidi, col fitto intreccio d’archi acuti, evocano
atmosfere arabeggianti esaltate dalla decorazione policroma creata dall’alternanza di tarsie
di calcare e di pietra lavica.
Il vastissimo interno basilicale a tre navate, lungo 90 metri, ha un soffitto a capriate, e dietro
l’altare l’edificio termina con tre absidi. Le navate sono divise da colonne antiche con pulvino
e capitelli anch’essi antichi con clipei di divinità
che sostengono archi a sesto acuto di tipo arabo.
Il pavimento, completato nel XVI secolo è musivo, con dischi di porfido e granito e con fasce
marmoree intrecciate a linee spezzate. Le pareti
delle absidi del santuario e delle navate sono,
superiormente, rivestiti da mosaici a fondo oro,
eseguiti tra il XII e la metà del XIII secolo da
maestranze in parte locali e in parte veneziane,
formatesi alla scuola bizantina. Questi mosaici
raffigurano storie cicliche dell’Antico e del Nuovo Testamento; nel catino absidale mediano è la
colossale figura del Cristo Pantocratore (Onnipotente).
Le cappelle del Crocifisso e di San Benedetto
sono due notevoli esempi del barocco siciliano.
L’altare maggiore è una raffinata opera del XVIII
secolo, eseguita dall’argentiere romano Luigi
Valadier. Il tesoro della cattedrale conserva, fra
le altre cose, arredi sacri, una cassettina di rame
smaltato del XIII secolo ed un reliquario della
Sacra Spina (della corona di Cristo), risalente al
periodo gotico. Il Duomo è affiancato dal chiostro dell’antico convento benedettino, eseguito
sul finire del XII secolo ed esempio stupendo
sicilia
trono di Sicilia, si fosse addormentato sotto un
carrubo, colto da stanchezza, mentre era a caccia
nei boschi di Monreale. In sogno gli apparve la
Madonna, a cui era molto devoto, che gli rivelò
il segreto di una “truvatura” con queste parole: “Nel luogo dove stai dormendo è nascosto
il più grande tesoro del mondo: dissotterralo e
costruiscici un tempio in mio onore”. Dette queste parole, la Vergine scomparve e Guglielmo,
fiducioso della rivelazione in sogno, ordinò che
si sradicasse il carrubo e gli si scavasse intorno.
Con grande stupore venne scoperto un tesoro in
monete d’oro che furono subito destinate alla
costruzione del Duomo di Monreale (1176), per
il quale furono chiamate maestranze arabe specie per i mosaici che adornano non solo l’abside
col Cristo Pantocratore ma anche le pareti e le
colonne.
Itinerari più belli d’Italia
di architettura bizantina.Si tratta di una costruzione prettamente romanica, a pianta quadrata
di 47 metri di lato, con portico ad archi ogivali a doppia ghiera e con singolarissimo “toro”
nell’intradosso. Gli archi sono sostenuti da colonne binate, di ornamentazioni alterne, talune
intagliate ad arabeschi ed altri con intarsi a mosaico. I capitelli sono istoriati con scene bibliche.
Al centro è una fontana la cui acqua scaturisce
da una colonna riccamente intagliata a forma
di fusto di palma stilizzato, con figure in piedi,
teste foglie a rilievo. L’acqua fuoriesce in sottili
getti da bocche umane e leonine. Le basi delle
colonne del chiostro raffigurano un’amplissima
varietà di motivi: foglie stilizzate, rosette, zampe
di leone, teste di fiere, gruppi di uomini e animali, rane e lucertole.
Numerose sono le leggende del periodo normanno, ma forse la più suggestiva, corrispondente al fervore religioso che si diffuse nell’isola
in seguito alla cacciata degli Arabi e al tema delle apparizioni soprannaturali, è quella che esalta
l’opera di Guglielmo II di Sicilia detto “il Buono”,
soprattutto per la politica fiscale legata alla costruzione del Duomo di Monreale.
Si narra che Guglielmo, succeduto al padre sul
293
sicilia
Itinerari più belli d’Italia
294
Pantalica Ranch
Agriturismo Santa Sofia
Contrada Chianazzo Fiumara di Sotto
Sortino 96010 (SR)
Tel: +39 0931 954425 / 346 9633686 E-mail: [email protected]
Sito: www.pantalicaranch.com
Via Nazionale, 1
98073 Mistretta (ME)
Tel: +39 0921.383032
E-mail: [email protected]
Sito: www.agriturismosantasofia.it
Pantalica Ranch, splendida realtà di agriturismo in Sicilia,
a pochi minuti da Siracusa, sorge nella proprietà storica
della famiglia Valenti, che vi accoglierà secondo la
migliore tradizione dell’ospitalità siciliana, da veri amici.
Il soggiorno a Pantalica risulta molto confortevole, grazie
alle caratteristiche casette, ricavate dalla ristrutturazione
di vecchi caseggiati rurali esistenti, veri gioielli del
recupero ambientale immersi nella suggestiva natura,
arredate con cura secondo lo stile contadino e composte
ognuna da due camere e bagno.
Un antico casale sorge dentro un parco di 20 ettari,
dove nell’800 un avvocato del foro di Mistretta amava
riposarsi dalle fatiche del lavoro, dedicarsi agli studi e
allevare animali da pascolo. Interamente recuperato
dalla famiglia e aperto al pubblico, oggi è un ritrovo
ideale per le vacanze, i week end, ma anche per feste,
incontri, convegni.
Le sei camere doppie hanno bagno dotato di doccia,
riscaldamento centralizzato e in tutte la possibilità di
aggiungere un terzo letto.
SERVIZI
Riscaldamento, tv.
SERVIZI
Aria condizionata, accesso disabili, internet wi-fi, parcheggio
gratuito.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
sicilia
Agriturismo Badiula
S.S. 117 bis km 60
94015 Piazza Armerina (EN)
Tel: +39 0933.970898 - 0933.979092
E-mail: [email protected]
Sito: www.gigliotto.com
Contrada Badiula
96013 Carlentini (SR)
Tel: +39 095.7836193
E-mail: [email protected]
Sito: www.badiula.it
Circondate da verdi colline, non lontano dalle pendici
dell’Etna, su una splendida altura sospesa tra il tempo
e lo spazio, si ergono le Tenute Gigliotto, un feudo di
oltre 200 ettari di fertili terre coltivate nel segno della
tradizione contadina. I terrazzi, il baglio siciliano, il bordo
piscina, il prato inglese, la sala convegni, la splendida
sala ristorante, le belle camere diventano sfondo
eccellente per ogni tipo di avvenimento, da quelli più
privati a quelli dal grande rilievo pubblico e sociale.
L’Agriturismo Badiula, situato in una posizione strategica a
metà strada tra Siracusa e Catania, ha una grande estensione
di terreno coltivato prevalentemente ad agrumi, frutta, ortaggi.
L’azienda si estende lungo il percorso del fiume S. Leonardo,
a breve distanza dal mare. All’interno della proprietà è situato
un laghetto, riccamente dotato di pesci lacustri di varia natura,
dove stazionano sovente uccelli migratori. Le pietanze offerte
dal ristorante sono tutte realizzate con alimenti freschi e
genuini prodotti direttamente in azienda, per far apprezzare al
meglio la storia, la tradizione e la cultura culinaria del territorio.
SERVIZI
Parcheggio, tv, internet wi-fi, piscina, lezioni di equitazione, escursioni e passeggiate guidate, bar, ristorante, parking camper, roulottes e tende, degustazione vino e olio.
SERVIZI
Aria condizionata, tv, veranda. accesso disabili, escursioni guidate, percorsi trekking, ristorante, giochi bambini.
parcheggio, internet wi-fi, maneggio (con supplemento).
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
Agriturismo Il Gigliotto
295
sicilia
Itinerari più belli d’Italia
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Il Mandorleto
La Fioriera dell’Etna
Contrada Gerace, snc
94100 Enna
Tel: +39 0935.541389
E-mail: [email protected]
Sito: www.ilmandorleto.it
Via Etna, 32 - Loc. S. Giovanni Montebello
95014 Giarre (CT)
Tel/Fax: +39 095.965586
E-mail: [email protected]
Sito: www.lafiorieradelletna.com
Il Mandorleto è situato nel cuore della Sicilia, nella tipica e
tranquilla contrada agricola di Gerace (650 mt s.l.m.) vicino
a Enna e a Piazza Armerina. Azienda Agricola Biologica
certificata Ecocert, coltiva mandorle dolci a guscio tenero in
14 ettari di terreno; dal 2001 offre pernottamento e Prima
colazione, oltre alla degustazione delle mandorle insieme
ad altri prodotti tipici locali, anch’essi biologici come l’olio
di oliva extravergine, le marmellate e il miele, e la visita
guidata in fattoria durante la mungitura delle mucche, visita
ai nuovi vitelli, alle cavalle e al mandorleto.
Il Bed and Breakfast La Fioriera dell’Etna nasce in
un antico palazzo Settecentesco recentemente
ristrutturato, che tuttavia conserva ancora il buon
gusto delle più antiche tradizioni Siciliane. Alle
pendici dell’Etna, a quattrocento metri di altezza, offre
una splendida vista della costa Ionica orientale e dello
scenario pittoresco del vulcano. Immersa nella natura,
la struttura gode di una posizione privilegiata a pochi
chilometri dal porto turistico di Riposto e da Taormina.
SERVIZI
SERVIZI
Animali ammessi (previa richiesta), accesso disabili, piscina
con idromassaggio, area pic-nic con BBQ, area giochi bambini,
sala con tv e camino, area sosta camper, escursioni a cavallo.
TV, frigo bar, aria condizionata, terrazze panoramiche, parcheggio auto privato, pulizia giornaliera delle camere, biancheria da
bagno, parco naturale.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
sicilia
Hotel del Santuario
Contrada Cicimia, 119
97012 Chiaramonte Gulfi (RG)
Tel: +39 338.8078040
E-mail: [email protected]
Sito: www.terreibleeresort.com
Via del Santuario, 1
96100 Siracusa
Tel: +39 0931.465656 E-mail: [email protected]
Sito: www.hoteldelsantuario.it
Terre Iblee Resort, situato in una splendida cornice naturalistica,
nella piana di Chiaramonte Gulfi, regala ai propri ospiti
calde e suggestive atmosfere, grazie alla maestosità delle
incontaminate colline circostanti, il profumo dei suoi giardini
e la generosa ospitalità della famiglia Ventura che lo gestisce.
Incastonato in un parco di piante secolari, l’antico casale di
Terre Iblee Resort offre camere dotate di tutti comfort, ampi
spazi esterni con giardino, la possibilità di utilizzare speciali
convenzioni con il vicino centro benessere o di effettuare
degustazioni di olio e vino.
L’Hotel del Santuario è un moderno e confortevole tre stelle
ubicato al centro di Siracusa, e rappresenta la soluzione
ideale per soggiorni rilassanti, turismo religioso o culturale.
Sorge di fronte alla Basilica Santuario della Madonna delle
Lacrime e a pochi passi dal famosissimo Teatro Greco di
Siracusa, dove ogni anno nei mesi di maggio e giugno si
svolgono le Rappresentazioni Classiche. Offre camere
spaziose ed accoglienti, da molte delle quali si può godere
una splendida vista panoramica della città di Siracusa con il
mare Ionio sullo sfondo.
SERVIZI
Aria condizionata, accesso disabili, phon, tv lcd, frigo, parcheggio gratuito, animali ammessi (previa richiesta).
SERVIZI
Tv, Internet Wi-Fi, ammessi animali di piccola taglia (previa richiesta), camere climatizzate, ristorante.
Il MovePass permette a 2 persone:
Il MovePass permette a 2 persone:
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
•Un pernottamento in camera doppia
•Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
Itinerari più belli d’Italia
Terre Iblee Resort
297
DOVE
Azienda agrituristica Susafa
Contrada Susafa
90028 Polizzi Generosa (PA)
Cell: +39 328.4371458 - 338.9608713
E-mail: [email protected]
Sito: www.masseriasusafa.com
APERTURA
Tutto l’anno, tutti i giorni.
NEI DINTORNI
Cafalù: 60 km
Palermo: 90 km
SERVIZI
Piscina, ristorante, bar, sala hi-fi e TV, sala camino,
sala da gioco, piccola biblioteca, sala ricevimenti,
corsi di cucina.
Masseria Susafa
In questo luogo dominato dalla tranquillità e dalla
purezza dei suoi spazi ancora intatti, non sarà difficile
dedicarvi a voi stessi o ritrovare le origini della cultura
locale, in un pezzo di storia che racconta di cose e di
persone che non sono poi così distanti da noi. Giunti a
Susafa è davvero possibile immergersi in una dimensione
ancora autentica, dove essere ospitati significa
riprendersi il proprio tempo, godersi il lento ritmo della
campagna e il suo andamento rilassato, sentirsi coccolati
dal silenzio ritrovando serenità e pace. Vi sembrerà di
entrare in una realtà lontana, quasi estranea, verso la
quale sentirete irresistibile la necessità di adattarvi non
appena vi ci immergerete.
Il MovePass permette a 2 persone:
• Un pernottamento in camera doppia
• Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
sicilia
DOVE
ALBERGO LA PINETA DI ERICE
Viale Nunzio Nasi, snc
91016 Erice (TP)
Tel: +39 0923.860127
E-mail: [email protected]
Sito: www.lapinetadierice.com
sicilia
APERTURA
Tutto l’anno, tutti i giorni.
NEI DINTORNI
Trapani: 13 km
Palermo: 110 km
SERVIZI
La Pineta di Erice
L’Albergo La Pineta è un’accogliente albergo 3 stelle immerso nella
pineta di Erice, un’affascinante località della provincia di Trapani,
avvolta da mura medievali, poco distante dalla vetta del monte
sul quale sorgeva il Tempio di Venere. Dotata di moderni comfort
e di una splendida posizione con vista sulla costa, l’Albergo La
Pineta offre ospitalità e seducenti atmosfere nel cuore di una
straordinaria Sicilia, sospesa tra l’azzurro del mare e la rigogliosa
macchia mediterranea. L’Albergo La Pineta è sulla costa nord
occidentale della Sicilia, all’interno delle mura di Erice; un luogo
affascinante, ricco di storia e di scenari suggestivi come i giardini
del Balio e il castello di Venere. Il centro medievale, perfettamente
conservato, accoglie numerosi edifici religiosi, alcuni di grande
valore architettonico, quali la Chiesa di San Giovanni Battista e la
Chiesa di San Giuliano.
Il MovePass permette a 2 persone:
Itinerari più belli d’Italia
Aria condizionata, internet wi-fi, parcheggio
gratuito, animali non ammessi.
• Un pernottamento in camera doppia
• Prima colazione
Tassa di soggiorno, ove prevista, da pagare sul posto
(non inclusa nel prezzo del box).
299
sardegna
ITINERARIO
cagliari - tergu
1) Santuario di Nostra Signora di Bonaria
Itinerari più belli d’Italia
Cagliari (CA)
300
Il Santuario di Nostra Signora di Bonaria è il Santuario mariano più importante della Sardegna,
situato in Piazza Bonaria, in cima al colle omonimo. È costituito da una chiesa piccola (il vero
e proprio Santuario, di origini trecentesche) a
cui si affianca un tempio più grande, elevato al
titolo di Basilica Pontificia Minore nel 1926. Il
Santuario, primo esempio di architettura goticocatalana in Sardegna, sorge sul Colle di Bonaria,
nel luogo (allora detto di Buenaire, cioè “buona
aria”) in cui il re Alfonso d’Aragona, nel 1324,
aveva fatto costruire un castello fortificato per
conquistare il Castello di Cagliari, roccaforte
dei Pisani. Nel 1335 il re donò la chiesa ai frati
dell’Ordine di Santa Maria della Mercede, che vi
costruirono un convento, che ancora abitano.
La costruzione della Basilica, che affianca il Santuario, risale al 1704, quando i frati mercedari
decisero di edificare una chiesa più grande in
onore della Vergine di Bonaria. La chiesa, costruita su progetto dell’architetto piemontese
Antonio Felice De Vincenti, era stata progettata
in origine in stile barocco; i lavori subirono però
delle interruzioni, e verso la fine del XVIII secolo
vennero affidati all’architetto Giuseppe Viana,
che rielaborò il progetto in stile neoclassico. L’edificio venne infatti terminato solo nel 1926. Il
Santuario è la piccola chiesa trecentesca, in ori-
sardegna
di carrubo della Vergine Maria che tiene con una
mano in braccio il Bambino Gesù e nell’altra ha
una candela accesa Santa Maria della Candelora.
La devozione alla statua miracolosa si diffuse in
tutta la Sardegna, specie tra i marinai che la invocano come protettrice. Narra infatti sempre la
leggenda che la navicella d’avorio, offerta in ringraziamento alla Vergine da una devota, che era
stata appesa davanti alla statua con una corda
di canapa, avesse iniziato a muoversi segnando
i venti che spiravano fuori dal golfo di Cagliari e
che i marinai, prima di prendere il mare, si recassero sempre nel Santuario.
Itinerari più belli d’Italia
gine cappella della cittadella fortificata costruita dagli Aragonesi, che oggi si trova a sinistra
della Basilica. La facciata, allineata a quella della
basilica, è molto semplice, a capanna. L’interno,
in stile gotico-catalano, è a navata unica con volta ogivale. In fondo all’aula si trova il presbiterio
che termina con l’abside poligonale dov’è l’altare maggiore; questo è il cuore del Santuario, perché sull’altare è intronizzata l’imponente statua
lignea trecentesca della Madonna col Bambino,
detta Nostra Signora di Bonaria, meta della devozione dei fedeli che, per venerarla, salgono
le scalette ai due lati dell’altare, trovandosi così
all’altezza dei piedi della statua. La Basilica ha
una facciata in calcare con ampio porticato, sopra il quale, in corrispondenza della navata centrale, vi è un timpano triangolare che racchiude
lo stemma dell’Ordine della Mercede e, più in
basso, sovrastata da un altro timpano triangolare e inquadrata da colonnine classicheggianti, si
apre la Loggia delle Benedizioni. Il vasto e luminoso interno ha pianta a croce latina, diviso in tre
navate, con ampio transetto sovrastato da un’alta cupola (50 metri) ottagonale. L’altare maggiore è sormontato da un baldacchino sorretto
da quattro colonne di marmo verde decorato da
figure di angeli in rame dorato, così come i capitelli e le arcate. Di fronte al presbiterio, all’altezza dell’ultima coppia di colonne a destra si trova
una riproduzione della statua della Madonna di
Bonaria. Secondo la leggenda, il 25 marzo 1370
una nave partita dalla Catalogna fu sorpresa da
una tempesta. I marinai decisero allora di gettare in mare tutto il carico, tra cui una pesante
cassa. Appena la cassa venne gettata in mare, la
tempesta si placò. La cassa approdò a Cagliari,
proprio sotto il colle di Bonaria; i frati del convento, apertala, vi trovarono una statua in legno
301
sardegna
Itinerari più belli d’Italia
302
2) Collegiata di Sant’Anna
Cagliari (CA)
La Collegiata di Sant’Anna, a Cagliari, è la principale chiesa parrocchiale del quartiere Stampace. Il monumentale tempio sorge nella parte alta
del quartiere storico.
La chiesa è legata a un noto modo di dire cagliaritano, Sa fabbrica de Sant’Anna (“La costruzione di Sant’Anna”), utilizzato sarcasticamente per
etichettare un qualcosa di interminabile, paragonandolo alla lunghissima e travagliata vicenda costruttiva della parrocchiale di Stampace.
La duecentesca chiesa di Sant’Anna si sviluppava nell’area oggi occupata dal transetto del
nuovo edificio. Questa prima chiesa, probabilmente in stile romanico pisano, venne elevata
al rango di collegiata dall’arcivescovo di Cagliari
Francisco de Esquivel nel 1616. La costruzione
del nuovo tempio iniziò nel 1785. I lavori per
realizzare il progetto procedettero a rilento, a
causa della mancanza di fondi. Grazie alla mobilitazione di diversi finanziatori si arrivò all’inaugurazione nel 1817. La chiesa risultava però
ancora incompleta, infatti l’altare maggiore e
l’apparato decorativo alle pareti, costituito da
stucchi dorati e dalle pitture di Rodolfo Gambini, vennero realizzati nel 1906, la sistemazione
della scalinata si ebbe nel 1937, mentre l’erezione della torre campanaria destra avvenne nel
1938. La fabbrica poteva dunque dirsi da poco
conclusa, quando giunse il 26 febbraio 1943,
giorno in cui la chiesa fu devastata dalle bombe.
Nel dopoguerra si procedette alla ricostruzione, senza ripristinare le esuberanti decorazioni all’interno. La riapertura al culto si ebbe nel
1951. La chiesa di Sant’Anna si presenta in stile
barocco piemontese. La facciata, incorniciata da
due campanili è preceduta da una caratteristica
scalinata. Il prospetto, diviso in due ordini tramite una cornice aggettante, ha andamento concavo nella parte centrale, dove si trova il portale,
sormontato da un rosone nell’ordine superiore.
sardegna
Nel braccio destro del transetto è ubicato l’imponente altare neoclassico, in marmo nero, dedicato al beato Amedeo IX di Savoia; la statua del
beato, di gusto purista, fu realizzata nel 1828, su
commissione di re Carlo Felice, da Andrea Galassi. Sono attribuibili al Galassi anche i due bassorilievi di santi, posti sull’altare del Santissimo
Sacramento, nel braccio sinistro del transetto.
Il presbiterio, molto sviluppato in profondità,
presenta copertura in parte a botte e in parte
a cupola. Sull’altare maggiore, novecentesco, è
collocata una statua marmorea di sant’Anna con
Maria bambina. La chiesa custodisce anche altre
pregevoli opere d’arte, come il gruppo scultoreo
ligneo policromo raffigurante i santi Anna e Gioacchino con Maria bambina, opera di Giuseppe
Antonio Lonis, e una tela di Giovanni Marghinotti che rappresenta il Redentore tra angeli.
Itinerari più belli d’Italia
Scandiscono la facciata diverse colonne e lesene con capitelli di ordine ionico. Conferiscono
grande dinamismo le tre cupole, di varia forma
e dimensione, che coronano l’edificio. L’interno
si presenta costituito da tre aree, nella fattispecie l’aula, a pianta ad esagono allungato, coperta
da cupola semiellittica, il transetto, coperto da
un’alta cupola su tamburo ottagonale, e il presbiterio, a pianta rettangolare, con abside semicircolare. L’interno dell’edificio è scandito ai lati
da paraste e colonne (nel transetto) e l’imposta
della volta è percorsa da una trabeazione. L’aula
presenta quattro cappelle laterali; nella seconda a destra si conserva un pregevole crocifisso
ligneo del XIV secolo, una volta custodito nella
chiesa di San Francesco di Stampace, distrutta
nel XIX secolo, mentre la prima cappella a sinistra, dedicata al Sacro Cuore di Gesù, custodisce
un altare in marmi policromi.
303
sardegna
Itinerari più belli d’Italia
304
3) Cattedrale di Santa Chiara
Iglesias (CI)
La Cattedrale di Santa Chiara è il duomo di Iglesias e la chiesa madre della diocesi di Iglesias.
Unica cattedrale al mondo intitolata a santa
Chiara, sorge nel centro storico della città mineraria, in piazza Municipio.
La chiesa di Santa Chiara a Villa Ecclesiae venne eretta negli anni ottanta del XIII secolo per
volontà del conte Ugolino della Gherardesca in
stile romanico-gotico.
Due epigrafi permettono di stabilire che l’edificio era in costruzione nel 1284 e che venne
completato prima del 1288.
La chiesa fu cattedrale dal 1503, quando la sede
della diocesi venne trasferita da Tratalias a Iglesias, al 1513, anno di soppressione della cattedra sulcitana.
Nella seconda metà del XVI secolo il tempio
venne radicalmente rinnovato in stile gotico catalano.
Nel 1736 riacquistò definitivamente il titolo di
cattedrale.
La decorazione pittorica dell’interno, eseguita all’inizio del XX secolo, venne realizzata ad
affresco ad opera del pittore milanese Rodolfo
Gambini e rimossa dalle pareti nei successivi lavori di restauro.
La facciata della cattedrale di Iglesias, di raffinato disegno, e il suo imponente campanile qualificano scenograficamente lo spazio della piazza
su cui prospetta.
Dell’edificio duecentesco ad aula mononavata,
in pietra sedimentaria, sopravvivono solo dei
resti murari in facciata e nei prospetti laterali.
La chiesa subì varie trasformazioni, tra le quali l’ampliamento dell’aula, la sopraelevazione
sardegna
crociera stellata e costolonata, di grande suggestione. Tra gli arredi si segnalano l’altare ligneo
dorato di sant’Antioco, opera in stile barocco del
1714 collocato nel braccio sinistro del transetto
a cui è contrapposto, nel braccio destro, un altare in marmi policromi del 1769 mentre, vicino
all’ingresso, si trova un seicentesco angelo marmoreo che regge l’acquasantiera.
Itinerari più belli d’Italia
del presbiterio, la copertura a volte stellari e
l’apertura di due piccole cappelle per lato voltate a crociera. Furono aggiunte anche due ampie
cappelle quadrate che fanno da transetto alla
chiesa, conferendo all’attuale pianta la forma a
croce latina.
La facciata a spioventi, originaria della fabbrica
duecentesca, è divisa in due ordini da una cornice.
Nella zona inferiore si apre il portale romanico
architravato e sormontato da un arco a tutto sesto.
Il livello superiore, in stile gotico, presenta al
centro un rosone, affiancato da due arcate ogivali e sormontato da una teoria di archetti trilobati
che seguono l’andamento degli spioventi.
A sinistra un’epigrafe (copia apposta per salvaguardare l’originale) riporta le date dell’impianto e uno scudo araldico con l’aquila, simbolo della famiglia dei Donoratico.
A destra si innalza il campanile trecentesco, a
canna quadra, che ospita una campana risalente
al 1338, fusa da Andrea Pisano.
L’interno si presenta nella veste acquisita dopo i
restauri cinquecenteschi, con pianta a croce latina, navata unica, due cappelle per lato, transetto
e abside quadrangolare. La navata centrale, presbiterio compreso, è suddivisa in quattro campate coperte da volte stellari costolonate.
L’ampio presbiterio è a pianta quadrata ed è
detto “cappella maggiore”, come consuetudine
nelle chiese di tipo gotico-catalano.
Le pareti laterali presentano tratti risalenti alla
fabbrica duecentesca e le mensole su cui poggiavano le capriate della originaria copertura
lignea. L’attuale volta di ciascuna delle tre campate e dell’abside è in stile gotico catalano, a
305
sardegna
Itinerari più belli d’Italia
306
4) Cattedrale di San Nicola
Sassari (SS)
La Cattedrale, consacrata a San Nicola di Mira,
è la chiesa principale della città di Sassari.
L’esistenza di una chiesa dedicata al Santo a Sassari si fa risalire al XII secolo, essendo citata in
un documento monastico di san Pietro di Silki,
anche se in realtà sorge su un preesistente edificio paleocristiano, i cui resti sono visibili sotto
l’attuale abside. Tale chiesa venne ricostruita
nel XIII secolo in stile romanico–pisano. Tra il
1435 e il 1518 la chiesa venne radicalmente
rinnovata in stile gotico–catalano, in seguito al
trasferimento della cattedra vescovile da Porto
Torres a Sassari nel 1441, anno in cui la pieve
di san Nicola venne innalzata al rango di Cattedrale.
La Cattedrale si presenta con un alto campanile
la cui base, a canna quadrata, ornata da archetti
pensili, bifore e monofore, costituisce quasi tutto ciò che resta dell’antica pieve romanica. Al
di sopra, il campanile si innalza ancora con una
snella torretta ottagonale cupolata, aggiunta nel
Settecento.
Caratterizzano l’esterno del Duomo anche la
cupola semisferica e i doccioni che sporgono
lungo i fianchi, alcuni originali della ricostruzione gotica del quattro-cinquecento, altri rifatti in
epoche successive.
L’elemento però che più colpisce è il prospetto
principale del tempio, in stile barocco, col suo
trionfo di decorazioni. Tale facciata è distinta in
tre livelli: nel primo si apre un portico a tre archi
a tutto sesto, nel secondo tre nicchie riccamente ornate ospitano le statue dei tre santi martiri
turritani, nel terzo e ultimo si apre la nicchia con
la statua di san Nicola. Chiude la facciata una
scultura del Padreterno, all’apice del fastigio
curvilineo.
Superato il portico, voltato a crociera stellata, si
accede al Duomo dal portale principale. L’interno è ampio, a una navata, divisa in due campate
da arcate ogivali, su cui si impostano le volte a
crociera delineate da costoloni. Lateralmente
si aprono otto cappelle, due per campata, alle
quali si accede attraverso archi a tutto sesto. A
destra, all’altezza dell’ultima cappella, si trova il
pulpito marmoreo scolpito da Giuseppe Gaggini
nel 1840 in forme neoclassiche; sul parapetto,
semicircolare, sono rappresentati in bassorilie-
sardegna
sco, dipinto di scuola senese.
Dietro l’altare si apre l’arco ogivale che immette
nell’abside, costituita da due ambienti: il primo
ambiente, a pianta quadrata, voltato a crociera
gotica, originario della ricostruzione del XV e
XVI secolo, il secondo ambiente, semicircolare,
voltato a quarto di sfera, del XVIII secolo.
L’abside ospita un interessante coro ligneo, intagliato da artigiani locali nel XVIII secolo.
Itinerari più belli d’Italia
vo i quattro evangelisti.
Oltre la seconda campata si innesta il transetto,
al centro del quale si innalza la cupola semisferica di gusto rinascimentale, su quattro pennacchi
angolari, impostati su mensole con sopra scolpiti gli emblemi dei quattro evangelisti, di cui oggi
rimane solo l’aquila di San Giovanni.
Nel transetto si aprono due cappelle, in cui si
trovano due imponenti altari marmorei. Nel
Braccio destro si trova la cappella del Santissimo
Sacramento, con un altare del XIX secolo, scolpito tra il 1818 e il 1820 da Francesco Orsolino
e Giacomo Gaggini in forme tardobarocche, con
qualche concessione al neoclassicismo; l’altare
ospita una tela, rappresentante la Coena Domini,
dipinta dal Marghinotti nel XIX secolo.
Nel braccio sinistro si trova la cappella intitolata
a sant’Anna, con l’altare del XVIII secolo.
Il braccio sinistro del transetto ospita anche il
gruppo scultoreo del Mausoleo di Placido Benedetto di Savoia, Conte di Moriana, opera marmorea di Felice Festa in stile neoclassico, del 1807.
Al centro del transetto, sotto la cupola, si trova
il presbiterio.
L’area presbiterale, nella sistemazione tardo
seicentesca, è sopraelevata rispetto al piano
dell’aula e chiusa da una balaustra in marmo.
Dello stesso materiale sono i due leoni, posti ai
lati della scala di accesso. La base della balaustra è decorata con bassorilievi raffiguranti alcuni santi.
In marmo è anche l’altare maggiore, del 1690,
di gusto classico, caratterizzato da due coppie di
colonne, con capitelli di ordine corinzio, reggenti una trabeazione, sopra il quale è un timpano
spezzato con al centro un’edicola e la colomba
raffigurante lo Spirito Santo. Sull’altare è esposta l’icona del XIV secolo, detta Madonna del Bo-
307
sardegna
Itinerari più belli d’Italia
308
5) Chiesa di Nostra Signora di Tergu
Tergu (SS)
La Chiesa di Nostra Signora è la parrocchiale
di Tergu (SS) e una delle massime espressioni
dell’architettura romanica in Sardegna. Prezioso
manufatto di epoca medioevale e gemma architettonica, la basilica è ciò che rimane, insieme
ai ruderi imponenti del monastero distrutto,
dell’abbazia dei benedettini.
Si trovano in un’area campestre accessibile tramite l’arco in pietra che prospetta su un ampio
piazzale raggiungibile dal viale dei Benedettini.
La basilica domina e riempie un vasto altopiano
trachitico. La sua policromia, data dalla pietra
trachitica rossa e calcarea bianca con le quali
è costruita, si intona mirabilmente con i colori
della natura e contrasta con il colore delle case
disseminate intorno. La torre a prisma quadrangolare sovrasta la mole della basilica, dandole
arditezza e slancio. Per la sua potenza si impone
subito alla vista come una mirabile costruzione. Chiunque si fermi a contemplare il volto di
questo complesso monumentale, avverte che le
origini dell’abbazia di Tergu si perdono in secoli
lontani.
La chiesa di Sancta Maria de Therco, era un’abbazia benedettina e la sua fondazione, secondo
il Libellus Judicum Turritanorum (documento in
volgare logudorese probabilmente redatto da
un monaco nel XIII secolo), è da attribuire al giudice di Torres tra il 1065 e il 1082. Lo Pseudocondaghe di Santa Maria di Tergu riporta il 1117
come data di consacrazione del tempio, alla cui
costruzione parteciparono maestranze lombarde e pisane. Nel 1444 la chiesa e il monastero
entrarono a far parte dei possedimenti dell’arcidiocesi turritana.
La chiesa venne edificata con l’utilizzo di cantoni di trachite rossa e pietra calcarea chiara per le
decorazioni. Si caratterizza per la gradevolezza
della facciata, giocata sul contrasto fra le membrature in pietra calcarea chiara e il paramento
in vulcanite dalle tonalità rosso-violaceo.
Manca il frontone, indubbiamente crollato, in
cui dovevano svolgersi le arcate ascendenti
poggianti su colonnine d’altezza differente. Nel
secondo ordine, un oculo quadrilobato si apre
nella falsa loggia. Le colonnine dell’arcata centrale inquadrano un rosone di candido calcare
con sagomatura a sguancio riccamente ornata.
I motivi vegetali tornano nelle bianche corni-
sardegna
Itinerari più belli d’Italia
ci che delimitano il livello superiore, in cui
la finta loggia a cinque arcate a tutto sesto è
composta di quattro colonne, due delle quali
a presentano un motivo geometrico a zig-zag.
I fianchi sono scanditi da lesene, sulle quali si
impostano gli archetti pensili.
Il livello inferiore è impostato su uno zoccolo,
da cui partono le due paraste angolari e due
semicolonne sulle quali si impostano tre archi
a tutto sesto dalla ghiera in calcare finemente
decorata, nella centrale si inquadra il portale,
con architrave monolitico sostenuto da stipiti
reggenti capitelli calcarei scolpiti a foglia d’acanto, sormontato da un arco di scarico che alterna conci di pietra vulcanica a conci di pietra
calcarea.
Sul fianco nord si eleva il massiccio campanile,
a canna quadra.
L’interno della chiesa, semplice ma suggestivo, è a pianta a croce latina commissa (risulta
quindi a T), con navata unica e transetto. L’abside, a pianta quadrangolare, venne ricostruita
nel 1664. Allo stesso periodo risaliva la volta a
botte che copriva la navata, impostata su cornice e paraste ancora esistenti, successivamente
demolita e sostituita con l’attuale copertura
lignea a capriate.
È probabile che l’impianto originario fosse ad
aula mononavata con abside a N/E, poi divenuto a croce “commissa” con l’inserto del transetto. I bracci del transetto sono voltati a botte ma
si aprono verso l’aula con arco a ogiva.
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309
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DOVE
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