LE ALLERGIE DELLA PELLE (DERMATITE ATOPICA) E LA
MODERNA FITOTERAPIA
Dr. Bianchi Antonio, Medico, tossicologo
Che cos’è?
La dermatite atopica è una infiammazione della pelle, caratterizzata da un intenso prurito e da una
secchezza della pelle. Eritema, desquamazione, vescicole e una lichenificazione della pelle sono le
caratteristiche comuni di chi è affetto da questa malattia. La diagnosi è essenzialmente clinica. Si
tratta di una condizione cronica con frequenti riacutizzazioni, possiamo distinguere tra fasi acute e
croniche. Le lesioni eczematose, quasi sempre molto pruriginose, variano nell’aspetto a seconda
della fase potendo assumere forme in cui predomina la raccolta di liquido (vescicole) a quelle in
cui invece è più marcato l’ispessimento della pelle (lichenificazione). L’edema e frequenti lesioni
da grattamento (che assumono anche caratteristiche mercata) sono estremamente frequenti.
Il termine “atopico” in realtà non è completamente indicato per descrivere completamente la
malattia: se infatti essa frequentemente si associa ad altre allergie (rinite allergica ed asma in
primo luogo), nel 20% i soggetti non sono atopici nel senso comune del termine di positività a un
prick test per i comuni allergeni ambientali. La caratteristica fondamentale che differenzia la
malattia da altri eczemi è comunque l’inteso prurito. La dermatite atopica viene classificata
comunemente a seconda dell’età in fase infantile, fase pediatrica e dell’adulto. Sebbene tipica
nella maggior parte dei casi questa classificazione non va assunta in maniera rigida. Può infatti
accadere che i sintomi si risolvano spontaneamente con la crescita o viceversa che compaiano in
età adulta.
La fase infantile inizia generalmente poco dopo la nascita e dura fino ai 2 anni di vita, inizia con
una dermatite delle guance, della fronte e dello scalpo , che si estende alle superfici estensori delle
braccia. Predomina la forma vescicolosa con croste ed edema e si riacutizza ad ogni segno di
malessere, dalla comparsa della dentizione alla sensazione di fame.
La fase pediatrica dura dai 2 anni alla pubertà, le vescicole sono meno evidenti mentre
predominano le papule e la lichenificazione della pelle a causa del continuo grattarsi. Le lesioni
sono soprattutto sulla superficie flettenti nella zona antecubitale e nella fossa poplitea, nel polso e
nelle anche.
La fase adulta è caratterizzata da una pelle secca, con placche di lichenificazione che oltre alle
zone flettenti riguarda la schiena e le braccia.
La dermatite atopica può colpire quindi tutte le fasce d’età, anche se è più comune nei bambini al
di sotto dei 5 anni. La dermatite atopica è senza dubbio la più comune tra le malattie della pelle
nei bambini: essa colpisce il 15-20% di tutti i bambini in Europa: la remissione all’età di 15 anni si
nota nel 60-70% dei casi. Gli adulti rappresentano circa 1/3 dei casi. Questa incidenza è
decisamente superiore a quella notata alcuni decenni or sono e riflette in genere il processo di
industrializzazione della nostra società, essendo più frequente nelle aree urbane, favorendo
l’ipotesi che i fattori ambientali giochino un ruolo importante .La dermatite atopica ha spesso un
effetto marcato sulla qualità della vita di chi ne soffre e delle loro famiglie: il prurito intrattabile, le
lesioni da grattamento che a questo conseguono, il dolore, la perdita del sonno finiscono con
l’incidere sulla vita sociale del soggetto.
Le cause
La dermatite atopica è per definizione una malattia multifattoriale nell’eziologia della quale si
combinano fattori genetici con fattori ambientali. Il passaggio chiave sembra comunque essere
una distruzione della funzione di barriera della pelle associata a una disregolazione immunitaria.
E’ stata associata a una mutazione dei geni che sono cruciali per la normale differenziazione delle
cellule epidermiche ma anche ai geni che regolano il sistema immunitario. Ad esempio la malattia
è associata ad alterazioni di aree del genoma che codificano le citochine ed i recettori coinvolti
nella risposta immunitaria mediata da cellule Th2. La predisposizione genetica è supportata dalla
familiarità della malattia e da studi che dimostrano un’incidenza del 85% nei gemelli omozigoti
contro una incidenza del 21% in quelli eterozigoti.
Quale che sia la causa il fallimento della funzione di barriera epidermica permette una maggiore
esposizione e sensibilizzazione agli antigeni. Il ruolo dei fattori ambientali è sostenuto dalla
maggior incidenza della malattia nelle aree urbane e dall’incremento della malattia negli ultimi 30
anni: i bambini che vivono nelle aree rurali della Giamaica hanno ad esempio una incidenza del
5,6% rispetto a quelli che vivono in Londra del 15-20%. Tale distinzione scompare una volta che le
famiglie migrano a Londra. La malattia è più comune nelle classi sociali più agiate: è stato
ipotizzato che questo coincida con una maggior esposizione ad antigeni indoor.
La diagnosi
Le caratteristiche più importanti per una diagnosi di dermatite atopica sono:
1) La presenza di altri segnali di predisposizione atopica: rinite allergica, asma e/o un’età
inferiore ai 5 anni
2) La presenza di prurito, che ne rappresenta la caratteristica principale: praticamente tutti i
pazienti con dermatite atopica lamentano il prurito
3) La presenza di una secchezza della pelle (o xerosi)
4) Le zone del copro colpite: in età infantile guance , fronte, scalpo e zone estensori delle
braccia, in età pediatrica le zone flettenti delle braccia e delle gambe.
Le altre caratteristiche della malattia, come l’eritema, la desquamazione, l’edema e le vescicole,
sono tipiche delle fasi acute della malattia
Gli schemi terapeutici classici
Per illustrare le differenti opzioni terapeutiche distinguiamo innanzitutto le manifestazioni acute
da quelle croniche. In un soggetto con saltuari episodi acuti è in genere sufficiente una terapia non
medica con emollienti alternata all’impiego di cortisonici topici per il controllo delle fasi acute.
L’impiego di emollienti topici viene consigliato principalmente per il controllo della secchezza
della pelle in quasi tutti i pazienti. In pochi è comunque sufficiente a controllare i sintomi. Una
pelle secca è una importante componente della dermatite atopica ma a parte un certo sollievo e
ad un effetto estetico sulla “secchezza” della pelle, gli emollienti non sembrano essere in grado di
controllare la sintomatologia di una dermatite atopica. Il loro uso è oramai consolidato nei soggetti
atopici ma a tale uso non corrisponde una reale evidenza scientifica che essi possano in qualche
maniera contribuire ad evitare o a ritardare le riacutizzazioni della malattia.
I cortisonici topici sono sostanze antinfiammatorie che riducono il prurito: un uso intermittente è
spesso sufficiente a controllare i sintomi durante le riacutizzazioni. Generalmente si preferisce
utilizzare la dose più bassa del tipo di cortisone a minor potenza (come hydrocortisone e
desonoside) per ridurre al minimo il rischio di effetti collaterali. In particolare i bambini
possiedono un rapporto tra superficie corporea e peso corporeo più alto degli adulti: è quindi
necessario somministrare loro una dose, in rapporto al peso, più alta rispetto agli adulti
aumentando quindi il rischio di effetti collaterali. L’uso di cortisonici può diventare continuo
quando la patologia diventa cronica. Nel caso la malattia non possa essere controllata dal solo
impiego di cortisonici a questi possono essere associati gli inibitori topici della calcineurina, una
proteina indispensabile per la replicazione dei linfociti T (pimecrolimus e tacrolimus). A causa di
una rara associazione tra questi farmaci e l’insorgenza di neoplasie maligne l’FDA americano ne
sconsiglia l’impiego per tempi prolungati e suggerisce di evitare aree esposte alle radiazioni solari,
come il viso. Un alternativa all’impiego di queste sostanze, in caso di insucesso della terapia con
cortisonici a bassa potenza, è invece il ricorso all’uso di corticosteroidi ad alta potenza
(betametasone e desoximetasone). Infine in caso di insuccesso anche di quest’ultimi si può
ricorrere alla terapia con radiazioni ultraviolette (UVA) ed eventualmente con immunosoppressori
sistemici (methotrexate e azathioperina).
Fitoterapia e dermatite atopica
La dermatite atopica risulta spesso mal controllabile senza il ricorso, saltuario o continuo che sia,
ai cortisonici. Dato il rischio di effetti collaterali legato all’uso di questi farmaci è comprensibile il
ricorso da parte del pubblico a terapie alternative che permettano di controllare la malattia senza
ricorrere all’uso di cortisonici. Esistono numerosi prodotti ma il loro effetto è tutt’altro che
soddisfacente e il loro impiego alla fine risulta non molto differente da quello dei semplici
emollienti. Le sostanze utilizzate normalmente in fitoterapia per la dermatite atopica possono
essere ricondotte sostanzialmente a tre grandi gruppi:
-
Principi attivi ad azione antinfiammatoria come calendula, camomilla, altea, etc etc
Olii conteneti acidi grassi essenziali del tipo Omega-3 soprattutto vegetali
Sostanze ad azione simile all’hydrocortisone: principalmente estratti di liquirizia e acido
glycyrrhetinico.
L’uso di piante ad azione antinfiammatoria utile in altri disturbi della pelle è in generale di scarsa
efficacia nelle forme allergiche come le atopie (Boneberger et al 2010): parte dal presupposto che
il prurito e gli altri sintomi di una dermatite atopica derivino sostanzialmente da una reazione
infiammatoria. Nella dermatite atopica è spesso vero il contrario. Il prurito precede spesso
l’infiammazione che è in parte conseguenza dell’insopportabile impulso a grattarsi continuamente.
Gli olii vegetali contenenti Omega-3 (Olio di Oenethera; Olio di Borragine, Olio di Ribes nigrum
ricchi principalmente in acido linolenico) hanno un’azione in parte riconducibile al loro effetto
antinfiammatorio in parte alla loro azione antiossidante. Gli studi clinici disponibili si riferiscono
comunque ad un loro impiego nella dieta piuttosto che ad un uso topico e sono piuttosto
contraddittori (Prescott and Calder 2004) . Gli estratti di liquirizia (Glycyrrhiza glabra) contengono
come principio attivo l’acido glicyrrhetinico. Quest’ultimo inibisce l’enzima 11-beta-hydroxysteroid
dehydrogenase, che nella pelle converte l’ormone cortisolo in cortisone biologicamente inattivo.
Il risultato è un’azione antinfiammatoria legata all’accumulo di cortisolo: la sua azione
antinfiammatoria risulta comunque inferiore a quella dell’applicazione di cortisone , anche se con
minor effetti collaterali. Il risultato in molte dermatiti atopiche è solo parziale (Abrahmovic and
Perlmutter 2006).
Verso una nuova frontiera
Atopshield è una dispositivo medico che applica l’effetto barriera comune ad altri prodotti. Si
tratta di un’azione protettiva che mantiene l’idratazione della pelle e nello stesso tempo evita il
contatto con sostanze sensibilizzanti. La vera innovazione di Atopshield è comunque un nuovo
ingrediente ed una nuova modalità d’azione: si tratta di una pianta medicinale da sempre utilizzata
dopo le punture d’insetto nella regione Amazzonica per alleviare la sensazione di prurito . In
Atopshield l’effetto barriera invece di essere associato a sostanze di tipo emolliente o
antinfiammatorio è associato ad un’azione specifica sul prurito. Poiché nelle dermatiti atopiche il
prurito è il sintomo principale che spesso precede il quadro infiammatorio (eritema, edema e
vescicole) o addirittura a causa del continuo grattamento è all’origine di lesioni e irritazione
Atopshield ha un’efficacia decisamente maggiore e più rapida rispetto agli altri prodotti in
commercio. Si tratta di un’azione emolliente che controllando il prurito può ritardare o evitare il
ricorso ai farmaci cortisonici posizionandosi in maniera intermedia tra i comuni emollienti ed il
ricorso ai farmaci topici a base di corticosteroidi. Proprio per questa sua caratteristica di evitare le
riacutizzazioni delle dermatiti atopiche di grado medio o lieve Atopshield ricopre un importante
ruolo nel controllare la sintomatologia in maniera sicura ed efficace anche per lunghi periodi di
tempo.
ATOPSHIELD COPRE UN
“VUOTO” TERAPEUTICO
EMOLLIENTI
ATOPSHIELD
CORTISONICI
RITARDA O EVITA IL RICORSO AI CORTISONI NELLE
FORME MEDIE DI DERMATITE ATOPICHE E DI
PSORIASI EVITANDO O PROLUNGANDO LE FASI
ASINTOMATICHE TRA LE RIACUTIZZAZIONE DELLA
MALATTIA
Atopshield è stato testato in uno studio clinico su un gruppo di soggetti affetti da Dermatite
Atopica in età compresa tra i 5 ed i 22 anni. I soggetti applicavano Atopshield 4 volte al giorno
per due settimane. Tutti riferivano una immediato miglioramento del prurito: i soggetti
venivano valutati secondo il sistema SCORAD e la funzione di barriera dello strato corneo veniva
studiata attraverso la TEWL (Tewametro TM210)
Risultati della valutazione a punteggio SCORAD su 12 soggetti affetti da dermatite atopica e
trattati con Atopshield quattro volte al giorno.
Bibliografia
Abrahmovich W, Perlmutter A (2006): Steroids versus other immune modulators in the
management of allergic dermatoses. Curr Opin Allergy Clin Immunol vol 6(5) pp 345-354
Boneberger S, Rupec RA and Ruzicka T (2010): Complementary therapy for atopic dermatitis and
other allergic skin disease:facts and controversies. Clin Dermatol, vol 28(1) pp 57-61
Prescott SL and Calder PC (2004). N-3 polyunsaturated fatty acids and allergic disease. Curr Opin
Nutr Metab Care vol 7(2) pp 123-129
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