Università degli Studi di Trento Dipartimento di Matematica Corso di formazione sulla comunicazione scientifica febbraio – marzo 2002 Comunicare la scienza oggi (2) Elementi di teorie e tecniche della CS Yurij Castelfranchi Master in Comunicazione della Scienza Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) - Trieste [email protected] Due aspetti, fra i tanti a) Tecniche di base della CS Come si progetta e produce un testo di comunicazione scientifica al pubblico? Quali sono le strategie principali per produrre un messaggio divulgativo? Quali sono, a confronto, morfologia, “sintassi”, “retorica” di un testo di comunicazione interna alla scienza e uno per la CS al grande pubblico? b) Funzioni e modelli della CS oggi Perche’ comunicare la scienza oggi? Quale peso dare alla funzione informativa, educativa, interpretativa, critica della CS. Deficit model, top-down model, Public Understanding of Science e oltre Il modello “post-accademico” La piramide invertita della comunicazione pubblica della scienza La “lucertola” ATTACCO E CUORE Dettagli cruciali Dettagli importanti Meno importanti Si puo’ tagliare… Si taglia… Strumenti presi a prestito dal giornalismo Cinque W e una H: What Who When Where (Why) How Ricetta Acqua Laboratorio/Teoria Razionalità ? Comunicatore Cinque sensi Solitudine Scavare Studioso Rigore Cubo Formula SCIENZIATO Concetto Curiosità Terra Forma Natura Rete Fondatore Rigido Musica classica Pesante Sfera Cibo Leggero Spiegazione Curioso Immagine COMUNICATORE Tramite Parola Pescatore Interprete Critico Elastico Scienziato Jazz Colore Il “modello standard” top-down model, deficit model, translation model + SCIENZIATI comunicazione PUBBLICO - Cos’e’ la comunicazione della scienza? Vista così, la CS implica distorsione, semplificazione, e l’analisi principale tende a basarsi su quanto grande sia tale distorsione, su come ridurre al minimo l’errore nella traduzione e il misunderstanding: PUS Ma poi… Dal behaviourismo al cognitivismo e oltre Dalla “silver bullet” al feed-back… …alla politica della significazione del messaggio, della produzione del consenso… alla comunicazione vista come discorso socialmente strutturato… Sorge la consapevolezza che il pubblico partecipi alla costruzione e alla negoziazione del messaggio, che non sia una tabula rasa E allora, come si fa? Come si elabora un “testo” di CS (0) Attenzione alle piramidi Avete dato le W? Attenti al corpo, all’emozione, alla soggettività Attenti al contesto oltre che al fatto Dicono i giornalisti: “Spiegare le idee attraverso i fatti e i fatti attraverso le persone” Attenzione alla trappola del “news o comment” Attenzione a ciò che mettete dietro le righe! Comunicazione pubblica: esigenze diverse,linguaggio diverso Attualita’ vs “nani sulle spalle dei giganti” Vicinanza vs astrazione Velocita’ vs approfondimento Semplicita’ vs rigore e esaustivita’ Linguaggio comune vs linguaggio specializzato Emozione vs neutralità Personalizzazione vs obiettività Narrazione vs step by step Parentesi, approfondimenti, flash-back Metafora e altri “puntelli” del discorso Ecc… Come si elabora un “testo” di CS (1) Breve: news, comunicato stampa, scheda TV, “unità” o “lemma” di ipertesto, “momento” manipolativo, “flash” percettivo… Struttura: piramide invertita + W + “lucertola” Contenuto: il “fatto” (1 fatto) Come si elabora un “testo” di CS (2) Medio: articolo-reportage, servizio TV, unità, brano lungo di ipertesto, exhibit articolato, lezione per bambini-ragazzi... Struttura: piramide invertita + W + apertura-cuorechiusa Contenuto: il “fatto” (1 fatto), attraverso una storia, un’idea, un personaggio, una sensazione... Come si elabora un “testo” di CS (3) Medio-lungo: articolo lungo, saggio, conferenza, percorso museale o ipertestuale, documentario... Struttura: narrativa (o new journalism), entrambe le piramidi, parentesi, divagazioni, flash back o forward. Un percorso di esperienze che permettano un processo mentale. Contenuto: le idee attraverso i processi, i processi attraverso le storie e le emozioni... Come si elabora un “testo” di CS (4) Lungo:libro, film, cd-rom come pensare e strutturare il plot? … … ... Science and the public A Review of Science Communication and Public Attitudes to Science in Britain Office of Science and Technology (OST) & The Wellcome Trust Londra, 2000 (www.wellcome.ac.uk) “Most of us agree that the ‘deficit’ model of the public understanding of science is less relevant today. This report is intended to start the process of discussion that will take us forward into the ‘engagement’ model of Science and Society. We look forward to a stimulating debate”. “We think that an ‘engagement model’ of science communication - a two-way dialogue between specialists and nonspecialists - is more appropriate than the ‘deficit model’ which just gives people more information about science” “Research by the Wellcome Trust has shown that nonspecialists do not need to understand a great deal of the scientific detail in order to be able to discuss the social and ethical issues” Three quarters of the British population are ‘amazed’ by the achievements of science. Two thirds agree that science and technology are making our lives healthier, easier and more confortable Only a fifth claim that they are not interested in science and they don’t see why they should be 80% agree that we need to develop science and technology 72% agree that scientific research is necessary and should be supported even if it brings no immediate benefits Just 43% think that politicias support science for the good of the country 84% think that scientists and engineers make a valuable contriution to society 75% think that science is a good career Two thirds think that scientists want to make life better for the average person The same fraction agree that scientists should listen more to what ordinary people think Scientists and the media Guidelines for scientists working with the media and comments on a Press Code of Practice Royal Society, Marzo 2000 (www.royalsoc.ac.uk) Come si elabora un “testo” di CS (5) Ma come si supera il modello top-down? Nel testo scritto: empatia, partire dalle conoscenze e non dai deficit, immaginare il dialogo, avere un modello dell’utente Nell’interazione con le persone: catalizzare, partire dal loro discorso, aiutare a montarne nuovi pezzi Popular science 1799: nasce la Royal Institution, primo laboratorio di ricerca inglese. Uno dei compiti: migliorare la produttivita’ agricola per i landlords Queste istituzioni diventano subito importanti anche nel ruolo di divulgatori della scienza: celebri le lezioni spettacolo di Sir Humphry Davy. Alcune erano tanto affollate che la polizia fu costretta a fare il primo piano di gestione del traffico: rendere a senso unico e dimezzare la carreggiata della via antistante. Perché comunicare la scienza? All’inizio solo al pubblico di classe media alta, che ci va per divertimento o per cercare di far progredire la propria attivita’ agricola o industriale. Poi anche gli operai diventano un pubblico: vedono nell’acquisizione di competenze tecnico-scientifiche una maniera di migliorare il proprio status e qualificarsi per il nuovo mercato del lavoro, specie in fabbrica o in miniera. Bentham e gli utilitaristi pensano che capire un po’ di scienza aiuti a far entrare nella testa dei lavoratori l’idea di un “ordine naturale delle cose” (e della divisione in classi) e favorire la pace sociale. Nella prima metà del XIX sec., lo scopo è portare alle masse (ma le masse colte e benestanti) la gioia e i benefici morali della conoscenza, rivelare la perfezione dell’agire divino in ogni aspetto della Natura. Poi, anche alle masse povere, specie per mostrare che il mondo è un sistema perfetto, organizzato, e che ogni classe sociale deve stare al suo posto. Nella seconda metà del secolo si mostra non tanto la bellezza della Natura attraverso la luce della scienza, quanto la bellezza della scienza stessa. E diventano accessibili al pubblico anche le grandi dispute scientifiche: la guerra fra Huxley (darwinista) e il vescovo Wilberforce nei congressi Baas finisce sulle vignette dei giornali, come pure la guerra sull’età della Terra fra Lord Kelvin. Nasce il giornalismo scientifico 1833: Penny press. La stampa nordamericana converte di fatto l’informazione in una nuova, straordinaria merce. Presto nasce anche il germe di un giornalismo scientifico. • • • • • Benjamin Day: New York Sun a un penny la copia. 1835 il New York Sun e gli unicorni di Hershel. La prima prima pagina di scienza (forse): 1896, i raggi X 1845: Scientific American 1845. Nasce il sensazionalismo. Nasce il giornalismo scientifico La prima prima pagina di scienza (forse): 1896, i raggi X. Eccessi e sensazionalismo: Pulitzer Joseph e William Randolph Hearst… Negli anni ‘90 il New York Times pubblica grandi articoli sulla competizione fra Tesla, Edison e Marconi. 1919: The Times “Rivoluzione nella scienza - Nuova teoria dell’Universo - Le idee di Newton detronizzate” 1920: Scientific American mette in palio 5000 dollari per un articolo di divulgazione sulla teoria: il giornalismo scientifico è una realtà. Yellow Journalism In order to compete, many newspapers adopted a style of journalism that emphasized sensational stories about crime, corruption or strange events. The 19th century gave rise to "yellow journalism" an era of questionable ethics and objectivity. Remnants of such journalism are present today in "supermarket tabloids" that publish stories that are admitted fabrications. Pulitzer (right) and Hearst (left) go to war over the Spanish American War Nel frattempo… la scienza si fa “accademica”… 1836, William Whewell alla Baas conia il termine scienziato per definire i membri di questa nuova professione. La parola, inesistente prima, entra nel vocabolario (dopo il 1841? O prima del 1839:Prima Riunione degli Scienziati Italiani). A partire da quel momento, la scienza solidifica le sue regole sociali, la sua retorica. Ma tutto cio’ sarebbe durato poco: la Prima Guerra Mondiale segnera’ un passaggio drammatico. E la Seconda, sara’ l’inizio della fine per la Scienza Accademica e per la sua “Leggenda” SCIENCE SERVICES: la scienza al popolo... 1921: Edwin Scripps fonda il Science Service, prima agenzia di notizie scientifiche per giornalisti “drama lurks in every test tube” 1930: William Laurence, giornalista scientifico per il New York Times: “Autentici discendenti di Prometeo, gli scrittori di scienza dovrebbero prendere il fuoco dall’Olimpo scientifico dai laboratori e dalle università, e portarlo giù, al popolo” 1930 segg.: molti giornali si accorgono che possono vendere quotidianamente la scienza fissa, e assumere science writers fissi nello staff. 1934: nasce la NASW (nat ass of science writers), una dozzina di persone 1946: il NYT pubblica una breve in cui annuncia la nascita del “first college course in science reporting and editing”. ...E la scienza per il popolo Da parte loro, anche i socialisti credono nella scienza e nella sua divulgazione: ma piuttosto che per tenere le masse “al loro posto”, pensano che la scienza possa liberarle, dare loro potere, per controllare i mezzi di produzione. In Inghilterra, grandi scienziati marxisti si occupano di fare divulgazone e socialismo insieme. J.B Haldane, J. Bernal, ecc... Haldane: “bisognerebbe diffondere le conoscenze scientifiche fra i socialisti, e la conoscenza del socialismo tra gli scienziati” 1946: scrive “How to Write a Popular Scientific Article” Ma poi? 1900… 1910…1920…1940… Tutto stava per cambiare La società sta cambiando rapidamente La sociologia, la filosofia della scienza cambiano Il giornalismo sta per essere rivoluzionato: interpretativo, new journalism… La scienza stessa sta per cambiare drammaticamente… E la CS anche… Scienza post-accademica: quali le caratteristiche? Quale interazione con le altre istituzioni sociali? Quale interazione con l’applicazione industriale e con la tecnologia? Quale interazione con i finanziatori? Con l’apparato militare? Lavoro di gruppo? Interdisciplinarieta’? La Grande Guerra La scienza in divisa Le nuove tecnologie applicate alla guerra Fritz Haber (1868-1935): scienza per la patria scienza a tutti i costi Ladies & Gentlemen, The Royal Swedish Academy of Sciences has decided to confer the Nobel Prize in Chemistry for 1918 upon the Director of the Kaiser Wilhelm Institute at Dahlen […], Professor Dr. Fritz Haber, for his method of synthesizing ammonia from its elements, nitrogen and hydrogen […] You were the first […] to create an exceedingly important means of improving the standards of agriculture and the well-being of mankind. We congratulate you on this triumph in the service of your country and the whole of humanity... The laboratory apparatus designed by Fritz Haber and Robert Le Rossignol for producing ammonia from hydrogen and nitrogen, which was scaled up in the Haber Bosch process. The catalytic process took place in the large cylinder on the left. • Eroe della patria? Benefattore dell’umanità? Criminale di guerra? Ebreo? • Elettrochimica e applicazioni industriali (nitrobenzene, bunsen, ammoniaca…). Incarnazione dello spirito prussiano: sempre al servizio della Patria. • Guerra: consulente del Ministero della Guerra per risolvere il blocco dei nitrati • Lo fa, e fa di più. “Per patriottismo”dirige i grandi piani sullo sviluppo dei gas tossici e dirige la prima loro applicazione su grande scala: 1915, Ypres, per terminare la guerra rapidamente, per il bene di tutti. Per gli alleati è un criminale di guerra. In no future war will the military be able to ignore poison gas. It is a higher form of killing... • Si apre un istituto per il progetto: 2000 scienziati, fra cui Haber, Franck, Freundlich, Hahn… • Dopo la guerra: l’istituto si espande: fisica atomica (Franck), chimica colloidale (Freundlich), chimica fisica (Polanyi, Wigner)… •Il Nobel •1920: “Fondo di emergenza per la scienza germanica”: la caccia all’oro… • 1933: tutto precipita. Haber rifiuta di accettare l’espulsione degli scienziati ebrei Seconda Guerra Mondiale: Manhattan Project, Colossus, V2… scienza militare e big science Dieci miliardi di dollari, ventimila collaboratori Il Saturno V ha lo stesso papà delle V2 Wernher von Braun Non è solo né tanto per la scienza, né per spirito di avventura (visto che coinvolse migliaia di uomini), neanche per profitto economico. Ci si è andati per mostrare che un americano sbarcava, che l’America vinceva. La bandiera americana svetta lassù. Pionieri (non accademici) Anni ‘20-’30: la febbre del razzo Konstantin Tsiolkovskij (1857-1935) Robert H. Goddard (1882 - 1945) Herman Oberth (1894 - 1992) “La Terra è la culla dell’umanità. Non si può restare per sempre nella culla...” Teorie sulla possibilità di vita extraterrestre, sulla fonte energetica che alimenta il Sole, su come costruire astronavi e basi spaziali. Centrali a energia solare, tute spaziali, gravità artificiale, colonizzazione della Luna, di Marte, della fascia di asteroidi. Approccio matematico •I combustibili solidi non adatti ai razzi spaziali, quelli liquidi ideali. •Velocità di fuga: 41.000 km/h. •Razzi a più stadi •Onorato… e isolato. Considerato uno eccentrico, mezzo matto. Dall’altro lato del mondo, un professore di fisica sognava il viaggio spaziale, e anch’egli si ispirava ai racconti di Verne. Più che calcoli teorici, gli interessavano i risultati pratici. Anch’egli capì che il propellente ideale doveva essere liquido. Come raffreddare il motore? Come costruire un sistema di iniezione? 1914: primo brevetto di sistema a razzo. E inventa durante la guerra il precursore del bazooka. Registrerà altri 214 brevetti. 1920: “Un metodo per raggiungere quote estreme”. Nell’ultima pagina, la possibilità di un razzo sulla Luna. Fu deriso da molti. Lo chiamavano il prof lunatico, e lui non invitò mai la stampa ai suoi lanci. Continuò a lavorare, ma in segreto e sempre brevettando tutto. Capì che un combustibile buono poteva essere una miscela di idrogeno e ossigeno liquidi, e che un motore a razzo poteva portare non solo un razzo sulla Luna, ma persino su Marte. Alla fine, il 16 marzo 1926, il lancio: un cilindro di alluminio lungo oltre tre metri, alimentato a benzina e ossigeno liquido. Salì una decina di metri, e ricadde al suolo dopo un paio di secondi. I pompieri lo costringono ad abbandonare il Massachusetts e trasferirsi a Roswell, in New Mexico. Bussole giroscopiche, paracadute, valvole, ossigeno liquido per raffreddare la testa, ecc… ma tutto in segreto. Herman Oberth (1894-1992) era un altro ragazzo affascinato dai racconti di Verne. Capì che l’idea dello scrittore di arrivare sulla Luna sparati da un cannone non poteva funzionare. 1912: Oberth capisce che la polvere non va bene. Cerca di capire il principio di azione e reazione lanciando sassi da una barca e di immaginare quale sia l’accelerazione massima che un umano può sopportare (nella psicina comunale). Nello stesso anno, volano i primi aerei tedeschi, di legno e tela, i “colombi sciancati”, a balzelloni. Intanto, cresce la mania dei razzi: vengono costruite in germania automobili e slitte a razzi, che vanno anche a 200 all’ora. Opel prova un aereo a razzo. Hitler considera i razzi solo sciocchezze di gente stravagante. Lang gira Una donna sulla luna, uno degli ultimi film muti. Con Oberth come consulente (poi il film verrà proibito dai nazisti: segreto militare!) Decidono non solo di costruire un razzo di scena, ma persino uno vero, da lanciare il giorno della prima. Un giovanotto fra gli aiutanti: è von Braun Costa troppo. Alla fine Lang litiga con la produzione e si offre di pagare lui la metà. Oberth vuole il combustibile liquido: ossigeno e benzina. Gli dicono che è pazzo, che non si può controllare l’ossigeno. Al primo tentativo serio, esplode tutto. Alla fine il razzo non parte. Oberth torna al liceo Ma von Braun e gli altri insistono: nasce l’aerodromo missilistico di berlino! Il giovane von Braun Matematica a forza... Un telescopio… e un osservatorio Ingneria, fisica, razzi 1932: esercito tedesco A Peenemünde, sulla costa del Baltico, il gruppo di von Braun costruì un’arma devastante e poderosa. Un missile a propellente liquido, alto come un palazzo di cinque piani, capace di volare a oltre 5.600 chilometri l’ora e di trasportare a 800 km di distanza una testata contenente centinaia di chilogrammi di esplosivo. Ci lavoravano 12.000 persone A4: alto 14 m. 20.000 pezzi. 60.000 disegni. Primo volo: 18 marzo ‘42, esplode appena acceso Secondo: 13 giugno, si alza per 94 secondi e poi piomba in mare. Hitler è convinto che non servano a niente. • Poi 16 agosto, raggiunto mach 2… ma esplode anche lui • Infine, 3 ottobre, il volo è perfetto, il missile arriva a 90.000 metri e poi cade a 200 km proprio nel punto previsto. È uscito dall’atmosfera terrestre! • Il lancio è stato filmato e montato con abilità: Hitler finalmente si pente e si emoziona. Von Braun “professore” sul campo • Hitler però ovviamente vuole molto di più: più gittata, e almeno 250 missili al mese • Intanto gli inglesi capiscono: fanno foto aeree, e due infilitrati a Peenemunde 7 settembre 1944. “Il razzo ha funzionato alla perfezione. Tranne per il fatto che è atterrato sul pianeta sbagliato”. Le SS e la Gestapo lo arrestano per aver insistito in parlare di viaggi spaziali, di missili verso la luna. “Il fatto che si fosse arrivati veramente all’impiego del nostro razzo mi lasciò molto depresso. Ma non me ne stavo lì a torcermi le mani; sapevo che era inevitabile. È la guerra.” “Dobbiamo rassegnarci, molte nuove scoperte non portano a niente se prima non sono servite a scopi militari” Dornberger: “né i v1 né i v2, né alcun’altra della grandi invenzioni tecniche degli ultimi decenni sono però legate al nome di un singolo uomo. I tempi dei geni solitari sono finiti. Ormai siffatte realizzazioni sono opera di gruppi di anonimi specialisti affiatati, disinteressati, capaci di un’impersonale collaborazione” I nazisti cercano di capire i danni dagli indirizzi sulle necrologie. E gli inglesi fanno proibire gli indirizzi sui giornali. A inizio ’45 vengono presi 32.000 prigionieri dei campi di concentramento per produrre 24 ore al giorno i missili. Gli operai specializzati riescono a sabotarne molti. Ma la guerra ormai è persa. E von Braun lo sa. I tedeschi dicono: “i francesi li disprezziamo. Dei sovietici abbiamo paura. Degli inglesi non crediamo che si potranno permettere di farci continuare il nostro lavoro. Restano gli americani” E vb aggiungerà poi: “il mio paese ha perduto due guerre mondiali. Stavolta voglio starmene dalla parte dei vincitori” Prima ancora che gli alleati arrivassero a Peenemunde, von Braun aveva già preparato non soltanto la sua resa, ma anche quella di cinquecento altri scienziati missilistici, e la consegna dei piani e dei progetti agli americani. Ruba un treno e porta via 500 scienziati. E nasconde 14 tonnellate di documenti segreti. Gli americani corrono a Peenumende, prendono i pezzi che possono delle V-2 (300 vagoni di treno) e poi fanno saltare tutto con l’esplosivo. I russi tentano lo stesso. Gli inglesi ci provano, ma non ci riescono... Prima a Fort Bliss, in Texas, a fare missili che venivano lanciati a White Sands, nel New Mexico. Poi, nel 1950, a Redstone, Alabama, dove costruirono il missile balistico Jupiter. Nel 1960 infine si trasferirono a un nuovo istituto, la Nasa, e ricevettero l’incarico di costruire i giganteschi missili Saturno. Von Braun divenne direttore del Marshall Space Flight Center e diresse il progetto del Saturno V, il missile capace di portare l’uomo sulla luna. Manhattan Project Although the project took place mainly in New Mexico, it was named after the Manhattan Engineer District of the US Army Corps of Engineers, based in New York City, where much of the early research was done. The project lasted 4 years, between 1942 - 1946, and cost about $1.8 billion. Today, this amount would be equivalent to over $20 billion. The project produced three bombs: "Gadget" was used as a test model; the second bomb, known as "Little Boy", was detonated over the city of Hiroshima; and the final bomb, known as "Fat Man", was detonated over the city of Nagasaki. Leo Szilard, seen here with Einstein, helped to start the Manhattan Project after being expeeled from Nazi Germany. Together with Enrico Fermi, Szilard achieved the first fission chain reaction. Szilard later protested use of the bombs. Franklin D. Roosevelt received a letter from Albert Einstein on August 2, 1939. Einstein said that a new field of physics had opened up the possibility of, "the construction of bombs... extremely powerful bombs of a new type". Einstein also said that, "Germany had actually stopped the sale of uranium from Czechoslovakian mines" and "in Berlin...some of the American work on uranium is being repeated". On March 9, 1942, Vannevar Bush reported to the President in a letter that the bomb would be more powerful and more easily delivered to a target. These concerns are best illustrated in Oppenheimer's autobiographical sketch where he states, "(w)e [scientists] were aware of what it might mean if they [Germans] beat us to the draw in the development of the atomic bombs“. Roosevelt responded to Bush's letter and decided to pursue this project with full speed and with the utmost secrecy Big Science Soon after Enrico Fermi achieved a sustainable nuclear chain reaction at the University of Chicago, the Manhattan Project built a top-secret complex of nuclear production and research facilities across the country, employing 300,000 workers. The Manhattan District of the Army Corps of Engineers built production facilities and towns for workers and scientists in Tennessee, Washington, and New Mexico and funded research in university laboratories from Columbia, New York, to Berkeley, California. Secrecy was so complete that the hundreds of thousands of employees didn't know what they were working on until they heard about the bombing of Hiroshima, Japan on August 6, 1945. At full capacity, about 24,000 workers were sent to a fenced-off camp on top of a remote Tennessee mountain. The Army called it Oak Ridge, and there they meticulously collected the rare uranium 235 that was made into the bomb, called ``Little Boy,'' that was dropped on Hiroshima. About 15,000 scientists, engineers, technicians and secretaries were given train tickets to an isolated, windblown desert town in eastern Washington state called Hanford. There they produced the man-made element plutonium that fueled the second bomb, called ``Fat Man,'' that was dropped on Nagasaki. A couple of thousand more were driven from Albuquerque, N.M., into the Southwestern desert to work atop a desolate mesa called Los Alamos, where the project was directed and the bombs were assembled. General Leslie Groves was the military manager for the Manhattan Project. He named the project after the Manhattan District where it originated. J. Robert Oppenheimer was the scientific director for the Manhattan Project. He later became an advocate for nuclear arms control. He decided to leave Italy in 1938, after winning the Nobel Prize, because of increasing tension with Germany. Fermi moved to New York where Bohr began to update him on the progress of fission. Fermi immediately began to research fission because he saw the possibility of the emission of neutrons as the start of a chain reaction. On December 2, 1942, he produced a controllable chain reaction which was the foundation of the atomic bomb. He then moved to New Mexico where he worked on the Manhattan Project. Niels Bohr, a German refugee, developed much of the theory behind nuclear fission. One of his most famous discoveries was that the rare isotope Uranium-235 (U-235) was fissionable and that the common isotope Uranium-238 (U-238) was not. It was during his graduate studies, at the age of 24, that he was asked to join the Manhattan Project. He teamed up with Hans Bethe, his mentor, to figure out key mathematical equations such as the amount of fissionable material needed to achieve an explosion. One of his talents was the ability to solve equations quickly in his head. Together, Feyman and Bethe discovered a shortcut to solving third order equations The most challenging part of the project was the difficulty in obtaining a large quantity of U-235 which makes up about 1% of the uranium ore, and the other is U-238 which makes up 99% of the uranium ore. U-238 is useless in making an atomic bomb. The task to separate the different uranium isotopes proved to be a major obstacle for the scientists. The first method that could be used to separate the isotopes was called magnetic separation. This process was made possible when Ernest O. Lawrence invented the Cyclotron at the University of California, Berkeley laboratories. During magnetic separation, a Uranium Tetrachloride mixture was electrically charged. It was then passed through a magnetic on 180° arc. The lighter U-235 would pass closer to the magnetic and get collected. The heavier U-238 would travel on the outside of the arc and get disposed. After millions of dollars in construction, only about a gram of U235 was produce. A second method of separation was used. In 1942, Gen. Leslie Groves purchased a section of land in Oak Ridge, Tennessee. This facility used the principle of gaseous diffusion to separate the uranium isotopes. Since U-235 is slightly lighter than U-238, the process of gaseous diffusion was used to initially separate the two. During the process, the uranium ore is sprayed with fluorine to form Uranium Hexafluoride gas. The gas is then injected into a series of porous filters. These porous filters have an extremely fine matrix that allows the lighter U-235 to pass through faster. There was a third method used to separate the isotopes called gas centrifuge. In this process, a centrifuge is used to separate the lighter U-235 isotope from its heavier U-238 counterpart. Unfortunately, this process was not efficient and had yet to be tested. Thanks to a new discovery, U-235 was not the only possible fuel for the atomic bomb. In 1941, Glen Seaborg discovered element 94, Plutonium. Trinity test taken 10,000 yards away, 0.025 seconds after detonation During the explosion, Fermi tore up several pieces of paper and threw them into the air. He was so busy trying to measure the shock wave that he did not even hear the loud noise the bomb made. Soon after the explosion, Fermi went out on a lead line tank to inspect the damage. The explosion was much more powerful than they had originally expected. The explosion was equivalent to about 20,000 tons of TNT. Dr. J. Robert Oppenheimer, left, and Maj. General Leslie Groves check the remains of a tower at ground zero of the first atomic explosion weeks after the detonation at Trinity Site, N.M The land under the explosion was divided into section of destructiveness. Up to half a mile radius from the hypocenter was called the vaporization point (98% fatalities, bodies were either missing or burned beyond recognition). Everything is destroyed in this area. Temperatures almost immediately rise to 3000° to 4000° C. Up to a 1 mile radius was called the total destruction zone (90% fatalities). All the buildings above ground were destroyed. Up to a 1.75 mile radius was called the severe blast damage area (65% fatalities, 30% injuries). Large structures collapsed and damage was done to bridges and roads. Up to a 2.5 mile radius was known as the severe heat damage area (50% fatalities, 45% injuries). Everything in this area had some kind of burn damage. Most of the people killed in this area were suffocated because the oxygen was used up by the fires. Up to a 3 mile radius was known as severe fire and wind damage areas (15% fatalities, 50% injuries). Homes and other buildings are damaged. People were blown around and suffered 2nd and 3rd degree burns, if they survived. The two bombs. "Little Boy" is seen on the left, and "Fat Man" is seen on the right About one hour after the bombing on 6 August 1945. Aug. 6, 1945: The Enola Gay, a U.S. B-29 bomber, drops a uranium bomb tagged Little Boy on Hiroshima, Japan, killing nearly 65,000 people outright. About 140,000 more would die from blast and radiation effects by the end of the year -- 54 percent of the city's population. Within five years, the bomb claimed about 200,000 lives. Aug. 9, 1945: A plutonium bomb, Fat Man, is dropped on Nagasaki, Japan, killing about 70,000 outright and about 140,000 altogether over the next five years.Aug. 10, 1945: Emperor Hirohito breaks the deadlock in the Japanese cabinet and instructs his ministers to surrender.Aug. 14, 1945. Hiroshima after the atomic bombing The ruins of Hiroshima smolder one day after the atomic bomb called "Little Boy" was dropped Aug. 6, 1945. E ancora... Bletchley Park Il caso Chakrabarty e la nascita delle multinazionali biotech E poi? A voi Scienza accademica: The Legend La Leggenda racconta lo scienziato puro come un «un solitario ricercatore della verità […] un amatore, nel vero senso del termine». Neutra, obiettiva, ha un METODO che si basa su strumenti concettuali precisi: ipotesi, teoria, esperimento, osservazione, inferenza, modello, sistema, formalizzazione… CUDOS e kudos Ma Merton non basta Fattori diversi hanno cambiato il modo di fare scienza. Si chiamano: Collettivizzazione della ricerca Industrializzazione Limiti alla crescita esponenziale e competizione fra ricercatori Utilitarismo nella produzione e nell’utilizzo della conoscenza Burocratizzazione e aziendalizzazione della ricerca. La scienza reale, fatta anche di impact factor (si fa carriera in base al numero di pubblicazioni e alle citazioni che ricevono), brevetti, copyright, devia sempre più dal modo accademico tramandato dalla Leggenda. Contratti di ricerca, reti globali, centri interdisciplinari, mettono in crisi anche i modelli epistemologici della scienza accademica. Poi c’e’ la scienza industriale… Scienza industriale: dal CUDOS al PLACE Communalism Universalism Disinterestedness Originality Scepticism Proprietary knowledge Local problems Authoritarian Commissioned Expert problem solving E allora? •Quale comunicatore della scienza in un’era post-accademica? •E’ un animale nuovo? O tanti animali nuovi? •A che serve? Cosa deve fare? Perche’ la comunicazione della scienza? Per mostrare la bellezza della natura? Per mostrare la bellezza della scienza (e dello scienziato) ? Per educare, spiegare, insegnare? Per garantire il diritto all’informazione? Per ottenere fondi/riconoscimenti/agibilita’? Anche per garantire una cittadinanza piena Anche perché è cultura Anche come watchdog e critica Cosa comunicare della scienza? Fatti/scoperte/gesta? Storie, personaggi, vicende? Concetti, idee? Processi, metodi? Anche il contesto, le implicazioni sociali, quelle politiche. Anche la critica (“lavoro rivoluzionario”…) Information is not knowledge. Knowledge is not power. La valigia con doppio fondo del comunicatore scientifico Gli strumenti di base: • come tradurre il linguaggio della scienza: il livello lessicale, quello sintattico, quello semantico, quello pragmatico, quello retorico… Quelli nascosti nel doppio fondo: • Come contestualizzare il fatto, come descrivere il processo, come passare l’emozione, come democratizzare la conoscenza Alcuni esempi di testi consigliabili di comunicazione della scienza... Fra i classici, quelli noti per una divulgazione nitida, corretta, dei fatti e dei dati: J. Monod, Il Caso e la necessità; S. Weinberg, I primi tre minuti; e poi, ovviamente C. Sagan e I. Asimov. (e anche Einstein) Fra quelli invece che raccontano anche il metodo e la storia delle idee: S. J. Gould, Il pollice del panda; fra i recenti: R. Panek, Vedere per credere Sulla matematica? Più difficile. Un buon compromesso fra narrazione e idee, fra rigore e comunicazione è quello di S. Singh (L’ultimo teorema di Fermat). In parte anche J. Barrow. Il classico di Hofstadter, anche se su un altro livello. E in Italia? Angela, Celli, Mainardi, Odifreddi. E alcune collane interessanti: XXI sec (Laterza), Cuen, Avverbi, ecc. ...E altri da prendere con cautela... Attenzione ai tuttologi (es.: Alberoni). Attenzione ai vip (es.: Zichichi). Attenzione alla pseudoscienza (es.: new age, scientology, ma anche tanti scienziati veri che fanno pesudoscienza) Attenzione, più che mai, ai libri a tesi, anche se ottimi: mai leggerne uno solo. Es.: R. Penrose (La mente nuova dell’imperatore), S. Kauffmann (A casa nell’universo), StengersPrigogine, F. Tipler, R. Dawkins (Il gene egoista), R. Searle Attenzione, ovviamente, a tutti i contesti in cui la scienza è anche e soprattutto tecnologia, politica e industria, o ideologia: biotech, farmaci, information technology, cervello e mente, droghe...