PERIODICO DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE DELLA FONDAZIONE I.R.C.C.S. ISTITUTO NEUROLOGICO CARLO BESTA I N N BESTA ANNO IX NUMERO IV LUGLIO/AGOSTO 2011 A.P. 70% - MILANO EDITORIALE LA RICERCA DEL BESTA NELLA FUTURA CITTÀ DELLA SALUTE di Carlo Borsani - Presidente della Fondazione C.Besta La Regione Lombardia ha recentemente deciso di inserire tra i soggetti coinvolti nella realizzazione della Città della Salute, della Didattica e della Ricerca anche il Centro di Nerviano. Una decisione conseguente la necessità di dare ruolo e prospettive ad un’importante e qualificata struttura di ricerca che le decisioni delle precedenti proprietà avevano messo in profonda crisi. La Fondazione Carlo Besta, ha espresso un parere complessivamente favorevole al nuovo ingresso, frutto di un ampio confronto con i responsabili della clinica e della ricerca dell’Istituto, ma ha formulato proposte precise, finalizzate ad innescare, con l’integrazione delle nuove competenze, un circolo effettivamente virtuoso. In due incontri distinti con il Direttore Generale dell’Assessorato alla Sanità, Carlo Lucchina, e con il Presidente del Consorzio preposto all’attuazione del progetto, Luigi Roth, ed i suoi collaboratori, è stata sottolineata la peculiarità e l’importanza, soprattutto in termini di risultati per il paziente, della contiguità anche fisica delle attività di cura e di ricerca, necessitata anche dal fatto che molto spesso medico e ricercatore si identificano nella stessa persona. Si tratta di un modello organizzativo che ha origine con la creazione dello stesso Istituto ed è alla base della eccellenza dei suoi risultati, ma che è anche il modello adottato dai più importanti centri di ricerca d’avanguardia, in campo neurologico e non solo, in Europa e negli Usa. Vi sono, infatti, specifiche aree di ricerca a stretto contatto con il malato che seguono un preciso percorso (dal letto del paziente al laboratorio e ritorno al letto del paziente), come nel caso di attività di terapie cellulari, studio di tessuti patologici ‘freschi’, attività legate allo sviluppo di terapie innovative direttamente applicate al paziente. Attività che richiedono una forte integrazione e vicinanza tra i momenti di diagnosi, di ricerca preclinica e della clinica stessa e che, di conseguenza, necessitano di spazi adeguati da definirsi già nella fase di progettazione della nuova struttura. Nel Centro di Nerviano, in rapporto con il Besta, andranno sviluppate, in particolare, le attività di ricerca nel campo della nanomedicina, della robotica e dello studio di modelli animali avanzati con patologie neurologiche che non necessitano di contiguità con l’attività clinica. L’applicazione delle nuove tecnologie consentirà il passaggio dalla medicina organizzata per gruppi di malattie alla medicina personalizzata ed individualizzata, grazie anche, ad esempio, alla genotipizzazione su larga scala e il sequenziamento del DNA, che diventeranno sempre di più il “golden standard” di cui i centri clinici di eccellenza dovranno dotarsi per rimanere competitivi. Regione Lombardia e Consorzio hanno, in via di principio, fatte proprie le priorità indicate dalla Fondazione Carlo Besta, riservandosi di formulare adeguate soluzioni operative che saranno comunque definite confrontandosi con i Responsabili dell’Istituto. segue a pag 4 con LA RICERCA NEL FUTURO ISTITUTO BESTA PRIMO PIANO DAL MINISTERO 3.316.000 EURO Alla RICERCA e ai gIOVANI RICERCATORI continua a pag 2/3 PRIMO PIANO 3.316.000 EURO ALLA RICERCA E AI GIOVANI RICERCATORI Il 9 giugno scorso la Commissione Nazionale per la Ricerca Sanitaria ha approvato la graduatoria dei progetti di Ricerca Finalizzata 2009 (RF) e Giovani Ricercatori 2009 (GR) nonché la proposta di ripartizione del finanziamento complessivo. La nostra Fondazione è risultata assegnataria di 3 progetti ordinari di RF e di 5 progetti GR. è questo un risultato molto positivo, segnale di una ricerca di eccellenza e innovativa nonché di una capacità dei nostri ricercatori di essere competitivi sia a livello nazionale che internazionale. Tale risultato acquista una valenza ancora più importante se lo si analizza sotto i seguenti aspetti: • Una percentuale di successo per il nostro Istituto del 13,7% (la percentuale di successo degli IRCCS nel loro complesso rispetto agli altri DI è pari al 10%) che pone il nostro Istituto nell’ambito degli IRCCS al 3° posto in quanto a progetti approvati • Metodologia di valutazione peer review Alcune considerazioni generali • Gli IRCCS sono i Destinatari Istituzionali assegnatari del maggior numero di progetti (54,4%) • Aree di expertise maggiormente sviluppate: brain disorders and clinical neuroscience (16,6%), traslational clinical oncology (11,2%), Immunology and musculoskeletal (11%) • Area biomedica: 121 progetti vincenti • Area clinico-assistenziale: 174 progetti vincenti • La valutazione secondo la metodologia Peer Review, seppur laboriosa e complessa, ha introdotto parametri più selettivi e criteri di giudizio maggiormente oggettivi premiando quei progetti più innovativi e di eccellenza scientifica nonché quelle istituzioni e quei ricercatori la cui mission è da sempre fare ricerca traslazionale • I progetti afferenti all’area clinico-assistenziale necessiteranno di un cofinanziamento regionale pari alla metà del finanziamento stabilito, I progetti vincenti al Besta Giovani ricercatori BESTA E FATEBENEFRATELLI DI ERBA ACCORDO PER Presentato l’accordo tra la Fondazione IRCCS Istituto neurologico Carlo Besta e l’Ospedale Fatebenefratelli FBF di Erba (CO) che permetterà ai neurochirurghi dell’istituto milanese di operare pazienti affetti da malattie neurodegenerative spinali riducendo gli attuali tempi di attesa dell’intervento. “Dal maggio 2009 al maggio 2010 - ha spiegato Carlo Borsani, presidente della Fondazione Carlo Besta, - oltre 500 pazienti 2 affetti da malattie degenerative spinali, per il 40% provenienti da altre regioni, si sono rivolti a noi per essere sottoposti ad un intervento chirurgico, a cui non abbiamo potuto dare immediata risposta, a causa dei nostri vincoli strutturali che si sommano alla scelta strategica di privilegiare gli interventi chirurgici per malattie che comportano rischi di vita per il paziente”. Per Giuseppe De Leo, direttore generale della Fondazione, la convenzione prevede l’organizzazione di un’unità operativa semplice interdipartimentale di chirurgia vertebrale, del dolore e della spasticità affidata a neurochirurghi della Fondazione Besta, rifacendosi alle indicazioni del Piano Socio Sanitario Regionale - PSSR della nona legislatura in tema di organizzazione a rete degli ospedali lombardi, con la creazione di bracci operativi sul territorio per quanto attiene l’attività di diagnosi e cura di primo e secondo grado di complessità, al fine di rispondere meglio alle esigenze assistenziali dei cittadini lombardi, anche con riferimento alle problematiche della I N N BESTA pena il non finanziamento dello stesso da parte del Ministero. La metodologia Peer-Review La valutazione dei progetti secondo la metodologia Peer Review si basa sul principio di netta separazione tra chi è chiamato a valutare i progetti e chi deve finanziare i progetti migliori, con una netta separazione di ruoli e competenze. Tale metodologia prevede il momento vero e proprio di referaggio e successivamente la Study Section. Il primo momento è diviso in 3 fasi: • Fase 1 - Arruolamento dei referee secondo criteri NIH. • Fase 2 - Proposta al referee dei progetti da valutare in base alle keyword della Classificazione NIH-CSR e/o possibilità di selezionare i progetti da valutare nell’area di Expertise del referee tenendo conto dell’abstract. Ogni progetto viene valutato da tre referee • Fase 3 - ogni referee esegue autonomamente la sua valutazione secondo i criteri individuati nel bando e assegna per ciascun criterio un punteggio da 1 a 9. Ultimata la valutazione si apre la fase del face to face durante la quale il team dei tre referee assegnati al progetto discute le valutazioni per proporre un punteggio unico ed un giudizio di sintesi. Se c’è accordo sul punteggio finale viene chiusa la valutazione. Se non c’è accordo la valutazione viene chiusa d’ufficio e il punteggio finale è la media dei punteggi. Study Section. Al termine della fase di referaggio si aprono le due Study Section: il Comitato di Valutazione dei Giovani Ricercatori e il Gruppo di Consenso per la RF; entrambe sono costituite da ricercatori italiani residenti da vari anni all’estero. Le due Study section hanno analizzato in particolare i progetti su cui i tre revisori non avevano raggiunto l’accordo e quindi riesaminato tutta l’attività di referaggio relativa ai progetti delle rispettive aree validando lo score finale di ogni progetto. Le risultanze dell’attività delle due Study Section sono stati poi inserite in un’unica graduatoria senza più distinzione fra RF e GR. Criteri di finanziamento Il finanziamento dei progetti ha seguito una procedura articolata volta al rispetto dei vincoli di finanziamento precedentemente definiti per ciascuna area e successivamente al riparto della disponibilità finanziaria residua. Tale procedura ha consentito di finanziare un numero maggiore di progetti, soprattutto nell’ambito dei Giovani Ricercatori. Per quanto riguarda la quota di finanziamento assegnata a ciascun progetto le decurtazioni sul richiesto sono state operate sulla base degli scores ottenuti dai singoli progetti assegnando il 100% ai progetti che hanno ottenuto lo score migliore tra 0 e 6 per l’area biomedica e tra 0 e 9 per l’area clinico-assistenziale. I progetti vincenti al Besta Ricerca finalizzata ABBATTERE LISTE D’ATTESA in neurochirurgia mobilità territoriale, dell’accesso e dell’accoglienza dei pazienti. “L’Ospedale FBF di Erba - hanno sottolineato Giampietro Luzzato, superiore provinciale e Andrea Belloli, direttore generale della Provincia lombardo-veneta dell’Ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio Fatebenefratelli - è accreditato con il Servizio sanitario regionale ed è dotato di servizi diagnostici e terapeutici ad alta specializzazione. In base all’accordo, verranno messi a disposizione della Fondazione Besta: 7 posti letto, I N N BESTA ben identificati all’interno della dotazione dipartimentale dell’Ospedale, una sala operatoria per 3 giorni alla settimana dalle ore 14.00 alle ore 19.00, con servizio infermieristico di sala operatoria, servizio di anestesia e rianimazione nonché servizio di sterilizzazione dello strumentario chirurgico. In caso di necessità, potrà essere aggiunta una seconda sala operatoria, nella medesima fascia oraria”. Carlo Lazzaro Solero, direttore del Dipartimento di neurochirurgia della Fondazione Carlo Besta, a sua volta, ha precisato che: “Le liste d’attesa per la patologia degenerativa della colonna potranno essere abbattute tenendo conto che si ritiene che più di 100 interventi possano essere eseguiti all’Ospedale di Erba. Anche le liste d’attesa per dolori cronici e spasticità potranno esser ridotte perché molti interventi con impianto di “pompe” e di stimolatori verranno eseguiti ad Erba. I neurochirurghi del Besta ruoteranno per eseguire gli interventi e per seguire i pazienti sia nel pre che nel post operatorio”. 3 BESTA NEWS LA RICERCA NEL FUTURO ISTITUTO BESTA Piattaforme tecnologiche nella loro componente hardware e Piattaforme di Biologia Molecolare. La necessità di genetica avanzata volta all’identificazione di nuovi geni malattia per patologie rare, di fattori di suscettibilità per malattie multifattoriali, alla caratterizzazione dei profili di risposta a terapie farmacologiche (“farmacogenomica”) ed alla terapia genica con modulazione specifica per ciascun paziente, richiede di passare dalle attuali tecniche che analizzano geni singoli o più geni uno dopo l’altro ai nuovi sistemi di Next Generation Sequencing (NGS) che consentono un sequenziamento parallelo di numerosi geni con la possibilità di generare pannelli diagnostici completi per moltissime condizioni cliniche; un esempio per tutti il nuovo approccio al dolore neurogenico. Infatti nello scenario futuro sarà sempre più necessaria una forte integrazione tra attività in grado di realizzare un approccio multidisciplinare, prerequisito ad ulteriori sviluppi di trattamenti terapeutici efficaci. Benché sia difficile prevedere le caratteristiche tecnologiche disponibili nel futuro a medio termine per studi genomici, può essere fatta una proiezione di massima. L’ipotesi percorribile prevede, sin da subito, l’avvio dell’integrazione delle risorse, nonché l’aggiornamento delle capacità di analisi con l’acquisizione 4 di apparecchiature per NGS, estrazione high-throughput di DNA e RNA da cellule e fluidi biologici, analisi CGH per variazioni genomiche su larga scala, caratterizzazione high-throughput di SNP per analisi di linkage e dei profili trascrizionali i cui prodotti sono integrabili con l’attuale evoluzione diagnostica, patogenetica e terapeutica. Integrazione delle attività diagnostiche e di ricerca. Sarà necessario favorire un’organizzazione fortemente integrata in cui ogni unità opererà sulla base di progetti articolati e organizzerà la propria attività, multitecnologica e multidisciplinare, sfruttando l’accesso a strumentazioni comuni a tutti i laboratori. Particolare attenzione sarà data al potenziamento delle attività post-genomiche. Il raggiungimento di un risultato diagnostico di eccellenza e di prospettiva terapeutica dipenderà necessariamente dalla disponibilità di strumenti e metodologie che consentano di approfondire ed elaborare il risultato “molecolare”, risultato che, ancorché indispensabile, rappresenterà sempre di più un punto di partenza e non di arrivo. Oltre alla necessità di una struttura bioinformatica dedicata e l’accesso alla piattaforma di proteomica, particolarmente importante sarà lo sviluppo e la diversificazione del repertorio di modelli animali disponibili per studi funzionali e patogenetici nell’ambito del sistema nervoso. L’attività di ricerca in neuroscienze rappresenta, tra l’altro, il primo item nel prossimo bando del Sistema Sanitario Nazionale. Il ruolo di Nerviano La collocazione efficace di attività nel Centro di Nerviano parte dal presupposto di utilizzare le conoscenze specifiche presenti nel centro trasferendo le attività che possano avvantaggiarsi di tali conoscenze creando una possibilità di offerta di servizi all’intero sistema sanitario regionale. Tra le attività già presenti che potrebbero essere “messe a sistema” si citano la strutturistica delle proteine e l’attività di allevamento e selezione degli animali da stabulario pur mantenendo l’attività di studio clinico (biochimico, istochimico e molecolare) in Vialba per non duplicare le strumentazioni già utilizzate per lo studio dei pazienti. Le attività strettamente legate al funzionamento e utilizzo delle diverse strumentazioni relative alla post-genomica, quali piattaforme avanzate per lo studio del proteoma e del metaboloma, e all’elaborazione dei dati potrebbero essere allocate in tale centro. Nello spazio di Nerviano potranno inoltre essere allocate anche strutture di ricerca ad alto impatto tecnologico, come la nanomedicina, che hanno come obiettivo la creazione e utilizzazione di materiali, dispositivi e sistemi che permetteranno nuove prospettive quali il veicolo di farmaci specificatamente nel tessuto ammalato o la riparazione di tessuti nervosi danneggiati o ancora di implementare l’attività diagnostica sviluppando nanoparticelle in grado di agire come agenti di contrasto rilevabili con moderni sistemi di imaging; attività che può costituire spin-off di service multidisciplinare. Nerviano rappresenta inoltre uno spazio rilevante per lo sviluppo di nuove tecniche terapeutiche (peptidi e radio farmaci) nonché l’allocazione delle aree da destinarsi alla biologia cellulare ed in particolare alle cellule staminali. I N N BESTA SPERIMENTATO SUGLI ANIMALI UN FARMACO CAPACE DI RIATTIVARE L’ENERGIA DELLE CELLULE I ricercatori della Unità operativa di Neurogenetica molecolare diretti dal dottor Massimo Zeviani e sostenuti da Telethon e dalla Fondazione Mariani hanno pubblicato, sulla prestigiosa rivista “Cell Metabolism”, i risultati di uno studio in cui viene proposta una nuova terapia sperimentale per le malattie mitocondriali. Le malattie mitocondriali colpiscono circa una persona su 5000 nati, il che le pone tra le più frequenti malattie genetiche. Al momento non ci sono cure efficaci contro queste malattie la cui patogenesi è estremamente complessa; tuttavia negli ultimi anni alcuni risultati sono stati raggiunti: ad esempio un primo traguardo era già stato ottenuto dal gruppo della Neurogenetica molecolare che aveva proposto una terapia farmacologica per l’encefalopatia etilmalonica. Ora i ricercatori della stessa UO hanno sperimentato in modelli murini un approccio che può, in linea di principio, essere utilizzato su varie tipologie di malattia mitocondriale. Il meccanismo alla base di queste patologie è un deficit energetico dovuto al malfunzionamento dei mitocondri, la centrale energetica delle cellule. “L’approccio sperimentato - spiega il dottor Carlo Viscomi, primo firmatario dello studio - consiste nel ridurre il deficit energetico, aumentando la biogenesi mitocondriale. Attraverso la stimolazione con AICAR, una sostanza in grado di aumentare l’attività della chinasi AMPdipendente, un importante sensore del metabolismo cellulare, siamo riusciti a ottenere un significativo aumento della espressione dei geni e delle proteine della catena respiratoria con conseguente aumento di attività dei complessi della catena respiratoria stessa in modelli murini con deficit di citocromo c ossidasi”. Dal punto di vista clinico questo effetto si riflette in un aumento della performance motoria dei modelli murini, chiaramente ridotta prima del trattamento con AICAR. Questo approccio può essere esteso a un numero significativo di malattie mitocondriali, specialmente a quelle che colpiscono il muscolo. Ovviamente siamo ancora nelle fasi iniziali della sperimentazione, ma abbiamo gettato solide basi per cominciare ad applicare questo trattamento ad alcuni gruppi di pazienti. Commenta Paolo Lazzati, presidente della Fondazione Mariani: “Siamo molto orgogliosi dei notevoli risultati conseguiti dal Centro da noi fortemente sostenuto, che rappresentano una conferma dell’eccellente lavoro svolto in questi anni dal team del dottor Zeviani. Risultati che ci portano a proseguire con determinazione la nostra missione di sostegno alla ricerca scientifica, anche in questo momento di difficile congiuntura economica. Il Consiglio della Fondazione Mariani ha infatti ritenuto di mantenere pressoché invariato il finanziamento I N N BESTA In alto: Il “mouse group” dell’ Unità operativa Neurogenetica molecolare. Da sinistra: Emanuela Bottani, Carlo Viscomi, Raffaele Cerutti, Gabriele Civiletto. In basso: il Dr Massimo Zeviani durante una prova di performance motoria, prima della somministrazione di AICAR. alle attività caratteristiche: Assistenza, Ricerca e Formazione, anche in considerazione del fatto che queste attività sono le prime a subire, più drasticamente, gli effetti della crisi economica. Si è proseguito e si prosegue dunque con attenzione sempre crescente, nel concentrare gli sforzi sui progetti più interessanti e più coerenti con gli scopi istituzionali della Fondazione Mariani, in primis i progetti di ricerca destinati a migliorare la qualità della vita dei bambini affetti da problemi neurologici”. C. Viscomi, E. Bottani, G. Civiletto, R. Cerutti, M. Moggio, G. Fagiolari, E. Schon, C. Lamperti, M. Zeviani, “In Vivo Correction of COX Deficiency by Activation of the AMPK/ PGC-1a Axis”. Cell Metabolism, 2011. 5 PARLIAMO DI... EPILESSIA. UN’INFORMAZIONE CONTINUA PER LA SENSIBILIZZAZIONE DEL GRaNDE PUBBLICO La Giornata nazionale per l’Epilessia si svolge ogni anno la geni nelle epilessie, per una sempre maggiore comprensione dei prima domenica di maggio. Essa rappresenta il momento meccanismi che portano all’epilessia attraverso interazioni tra culminante di un percorso di informazione continua creato fattori genetici ambientali ed esterni, per lo sviluppo di tecniche al fine di sensibilizzare il grande pubblico alle tematiche chirurgiche sempre più efficaci e meno invasive. Le sfide che i scientifiche, mediche, sociali e culturali dell’epilessia. ricercatori si trovano oggi ad affrontare, sono pertanto molteplici Anche quest’anno la sezione lombarda della Lega italiana contro e assai complesse, e necessitano di un grandissimo impegno di l’epilessia-LICE (http://www.lice.it/) ha organizzato una serata di risorse che non sempre sono prontamente disponibili. Riteniamo spettacolo e informazione sia per sensibilizzare il pubblico alle che il reperimento di risorse economiche per finanziare la tematiche dell’epilessia sia per ricerca sia un imprescindibile La parola epilessia deriva dal verbo greco “epilambanein” cercare di raccogliere fondi per dovere della società nel suo che significa “essere sopraffatti, essere colti di sorpresa”. la ricerca. Le prime attività di complesso. L’evento del 21 è tra le malattie neurologiche più diffuse, riconosciuta ricerca sull’epilessia risalgono maggio è stato ideato e creato come malattia sociale. Nei paesi industrializzati l’epilessia a 150 anni fa. Da allora ci sono proprio in quest’ottica: lo interessa circa una persona su 100. In Europa circa 6 stati enormi progressi, ma sforzo congiunto di artisti di milioni di persone hanno un’epilessia in fase attiva, con c’è ancora molto da fare per diversa estrazione, dilettanti crisi persistenti e/o tuttora in trattamento. In Italia circa garantire alle persone affette e professionisti, è stato 500.000 persone soffrono di questa patologia. I maggiori da questa patologia una cura all’insegna di un’unica passione picchi di incidenza si hanno nei bambini e negli anziani. adeguata, anche attraverso lo per l’Arte ma anche l’espressviluppo di nuovi farmaci per impedire la progressione della malattia in forme particolarmente debilitanti e, per arrivare ad un sempre migliore utilizzo delle metodiche che la tecnologia più avanzata e sofisticata, soprattutto nei campi delle neuroimmagini e della neurochirurgia, mette a disposizione. Molto lavoro si sta facendo per la prevenzione dei danni che l’epilessia può causare, per la definizione del ruolo dei sione della passione civile che per fortuna è ancora presente nella gente. Quando si sospetta un’epilessia, è preferibile rivolgersi ai centri specialistici che esistono in ogni città d’Italia, molti dei quali riconosciuti dalla LICE a garanzia del rispetto di standard qualitativi internazionali nell’applicazione dei più moderni percorsi diagnostico-terapeutici, oggi disponibili in questo settore. COME MUOVERE E SOLLEVARE I PAZIENTI IN Nell’ambito degli approfondimenti specifici volti alla progettazione della città della salute, della ricerca e della didattica, si è svolto presso la Biblioteca Centrale del Besta il 13 aprile scorso il seminario sulla “Movimentazione pazienti e sollevatori”. L’architetto Silvia Volpato, responsabile del Servizio prevenzione e protezione, ha illustrato le fonti normative e le dimensioni del fenomeno presso la nostra Fondazione attraverso la comparazione di recenti dati regionali e l’analisi della popolazione 6 esposta ai rischi derivanti da movimentazione dei pazienti. In conclusione dell’intervento ha illustrato il piano di miglioramento previsto per il triennio in corso volto alla riduzione del rischio. La Dott.ssa Clara Moreschi, responsabile del Servizio infermieristico, tecnico, riabilitativo aziendale-SITRA, nell’illustrare la specificità dei pazienti della nostra Fondazione, ha evidenziato i progetti di miglioramento della sicurezza in atto e gli studi relativi alla trasformazione dell’organizzazione in aree per intensità di cura. La dottoressa Barbara Reggiori ha illustrato l’applicazione del metodo Movimentazione assistita pazienti ospedalizzati-MAPO per la quantificazione del rischio nella nostra Fondazione e le indicazioni dell’utilizzo di ausili dedicati per la movimentazione di pazienti. L’intervento di un esperto danese in materia di movimentazione pazienti e di accessibilità, Marinus Kristensen, ha illustrato l’utilizzo di sollevatori in alcuni paesi occidentali soffermandosi su dati di sensibile diminuzione degli incidenti nelle realtà che I N N BESTA STATINE: USARE attenzione NEI PAZIENTI CHE HANNO AVUTO UN’EMORRAGIA INTRACEREBRALE Nella pratica quotidiana si osserva che la prescrizione di statine è estremamente diffusa al fine di correggere l’ipercolesterolemia primaria, per abbassare il tasso del low density lipoprotein cholesterol (LDL-C) ed aumentare la frazione di quello high-density (DL-C) nella prevenzione dei rischi di mortalità e morbilità cardiovascolare. Allora le statine sempre e comunque? Specie negli anziani che presentano maggiore rischio cardiovascolare? Sono noti i più comuni effetti collaterali delle statine, dolori muscolari, rash cutanei, insonnia, polineuropatie, epatite e miopatie, ma è altresì noto che tra le complicanze si può manifestare anche un’importante trombocitopenia [Groneberg, 2001; Aster, 2007]. Un dato molto più indicativo per suggerire prudenza per un uso meno sistematico e generalizzato delle statine emerge dalla segnalazione del rischio aumentato di emorragie cerebrali in ragione del loro effetto antitrombotico e fibrinolitico [Goldstein, 2009; Westover, 2011]. Gli autori utilizzando il modello matematico di Markov, considerando anche l’età dei pazienti, la sede del sanguinamento se sopra o sottotentoriale e le dimensioni di questo, si sono chiesti se la potenziale complicanza di emorragie cerebrali in soggetti che nell’anamesi hanno già lamentato episodi vascolari cerebrali fosse maggiore del beneficio atteso dalla profilassi con statine. Gli autori concludono che la mancata profilassi con statine favorirebbe la sopravvivenza dei pazienti che avendo già avuto un episodio emor- ragico cerebrale sono con aumentato rischio di recidiva vascolare. Le statine aumentano la percentuale di rischio di recidiva quando la pregressa emorragia cerebrale fosse risultata sovratentoriale. Mediamente la recidiva di sanguinamento si verifica nel 14% dei casi, questa aumenterebbe al 22% dei casi, ovvero che in un caso su tre la recidiva sarebbe imputabile alle statine. Anche se i dati non sono ancora supportati da uno studio randomizzato sono però tali da suggerire di evitare le statine nei pazienti con storia di emorragia cerebrale sovra-tentoriale. Il meccanismo d’azione delle statine è generalmente noto ma le variazioni individuali delle complicanze dovrebbero suggerire una maggiore criticità nella loro prescrizione almeno nei pazienti che abbiano già lamentato episodi vascolari celebrali sovra-tentoriali . Bibliografia: * Groneberg DA. Simvastatin-induced thrombocytopenia.” Am J Hematol 2001;67:277. * Aster RH. Drug-induced immune thrombocytopenia. “N Engl J Med 2007;357:580-587. * Goldstein LB, et al. Hemorrhagic stroke in the stroke prevention by aggressive reduction in cholesterol levels study. Neurology. 2008 Jun 10;70(24 Pt 2):236470. Epub 2007 Dec 12. * Westover MB, et al “Statin use following intracerebral hemorrhage: a decision analysis “ Arch Neurol. 2011 Jan 10. A cura di Amerigo Boiardi da NEUROTUBE, la rivista on-line delle neuroscienze -11 marzo 2011 www.neurotube.org SICUREZZA hanno implementato ausili corretti. Anche in questo campo si dimostra che gli investimenti in prevenzione permettono sensibili risparmi in termini di perdita di giorni lavorati: la Occupational Health & Safety division-SEIU, stima che per ogni dollaro investito in strumenti per la movimentazione, si realizza un risparmio di 10 dollari di costi sanitari e giorni di infortunio. Di estremo interesse è stata la discussione seguita per individuare, tra le tipologie di sollevatori oggi esistenti, le attrezzature ideali per i pazienti specifici del Besta, I N N BESTA anche al fine di prevedere nella nuova città della salute idonee predisposizioni all’utilizzo di sollevatori che permettano l’agevole movimentazione dei pazienti evitando i rischi per gli operatori. Dal dibattito è emersa l’opportunità di garantire nelle nuove degenze del Besta idonee predisposizioni per sollevatori fissi, a soffitto, nelle aree dove è maggiore la presenza di pazienti con ridotta o nulla capacità di movimento ovvero nelle terapie intensive e High Care, oltre, naturalmente, alle aree per la riabilitazione, da considerare inoltre la necessità di movimentazione anche nelle aree diagnostiche. In conclusione il seminario, grazie all’efficace scambio di esperienze alla luce dell’analisi specifica della Fondazione, ha permesso di aggiungere importanti elementi al quadro esigenziale della Città della Salute, lungo il percorso della progettazione partecipata. Alessandro Caviglia 7 parliamo di... L’ITER DIAGNOSTICO TERAPEUTICO DEI PAZIENTI MONITORATO CON IL PIANO AUDIT 2011 Ogni anno, in una organizzazione ospedaliera dove sia presente un “Sistema qualità”, viene predisposto, all’interno del Piano aziendale di qualità e sicurezza, un “Piano di Audit” con la finalità di valutare la qualità e l’appropriatezza dei processi delle diverse strutture, con particolare attenzione ai processi che coinvolgono il paziente nel suo iter diagnostico-terapeutico. Tale piano che si sviluppa con visite ispettive nelle Unità operative e nei Servizi clinici e tecnico-amministrativi. La Fondazione Carlo Besta risponde ad un sistema di accreditamento nazionale che prevede la certificazione secondo il sistema ISO 9001e concorre all’accreditamento con Joint Commission International-JCI, ente internazionale specifico per la sicurezza del paziente, la cui metodologia, a partire da quest’anno, è stata adottata dalla Regione Lombardia per la valutazione degli ospedali.Il manuale JCI per l’accreditamento comprende 6 obiettivi Internazionali per la Sicurezza del paziente-IPSG e più di 300 standard riguardanti gli aspetti assistenziali, gestionali, tecnici, amministrativi, economici e, non ultimi, quelli dirigenziali che si intersecano e compenetrano nel percorso ospedaliero del paziente, in termini di qualità e sicurezza. Nell’ambito di JCI l’audit si svolge secondo una particolare metodologia definita “Tracer”, questo metodo OBIETTIVI DELLA “PATIENT SAFETY” 1. Identificare correttamente il paziente 2. Migliorare l’efficacia della comunicazione 3. Migliorare la sicurezza dei farmaci ad Alto Rischio 4. Garantire l’intervento chirurgico in paziente corretto, con procedura corretta, in parte del corpo corretta 5. Ridurre il rischio di infezioni associate all’assistenza sanitaria 6. Ridurre il rischio di danno al paziente in seguito a caduta prevede due tipi di analisi “ Tracer del paziente”, nel quale l’esperienza globale del singolo paziente viene esaminata in ogni sua tappa clinico-assistenziale e in ogni suo aspetto. Questo può svolgersi “a cartella aperta”, con il paziente ancora ricoverato. In questo caso sono coinvolti nell’audit tutti gli operatori sanitari presenti nel percorso di cura, medici, infermieri, tecnici… e parenti o caregiver. In questo caso il team di Audit verifica la congruenza delle attività con le Procedure organizzativo assistenziali e i protocolli adottati dall’ospedale. Il medesimo percorso può essere fatto “a cartella chiusa”, con il paziente che ha concluso il suo iter ospedaliero, dando rilevanza alla completezza e correttezza della documentazione clinica, alla sua coerenza temporale e, dove possibile, operativa rispetto a quanto stabilito. “Tracer di sistema”, dedicato alla valutazione degli aspetti prioritari relativi alla sicurezza e alla qualità come il consenso informato, farmaci e terapia, trasporto intra ed extra ospedaliero dei pazienti , prevenzione delle cadute, formazione del personale etc. Nel tracer di sistema si esamina una tematica di particolare rilevanza, che interessa trasversalmente tutte le Unità operative o servizi, e si verifica la congruenza con le procedure organizzativo - assistenziali adottate. Eventuali incongruenze riscontrate possono essere sintomo ed espressione di criticità o anomalie che, se non trattate in modo adeguato e tempestivo, potrebbero favorire la cosiddetta “traiettoria delle opportunità” del modello di Reason e condurre ad eventi indesiderati, dannosi o potenzialmente dannosi per il paziente. Con l’audit 2011 stiamo provando ad armonizzare tutte le componenti e le diverse “anime” della Fondazione dirigendo gli sforzi di miglioramento verso il comune obiettivo della appropriatezza delle cure e dell’incremento della sicurezza dei nostri pazienti. A cura di Monica Bricchi Responsabile Ufficio qualità e Risk manager Un aiuto ai bambini del neurologico besta con il sostegno del cbdin Anche quest’anno, il 28 settembre 2011 dalle 14.30 alle 19.00, grazie all’Associazione amici divisione infantile neurologico Besta - CBDIN, si rinnova l’appuntamento al Luna Park dell’Idroscalo (via Rivoltana, 64 Segrate Mi) per una festa di tutti, piccoli e grandi, per trascorrere un avventuroso pomeriggio, accompagnato da una dolce merenda. In caso di pioggia i giochi sono al coperto. Biglietti presso la portineria di via Vitali, 1 a Milano o direttamente alla cassa del Lunapark. 8 I N N BESTA DAL GINKOBILOBA UN FARMACO CONTRO IL MAL DI TESTA DEGLI ADOLESCENTI Come ogni due anni il Centro cefalee dell’Istituto neurologico Carlo Besta di Milano, ha organizzato a Stresa, dal 26 al 29 maggio, un appuntamento scientifico che, giunto quest’anno alla sua settima edizione, ha assunto un’importanza sempre maggiore anche a livello internazionale, tant’è che, oltre ai numerosi italiani, sono stati molti gli iscritti provenienti dall’estero, fenomeno inedito nel nostro Paese. Quest’anno, partendo dalle più recenti acquisizioni diagnostiche e terapeutiche si è rivolta l’attenzione alle terapie del futuro prossimo come ad esempio lo spray nasale a base di zolmitriptan già utilizzato in USA per l’emicrania e ora anche per il trattamento della terribile cefalea a grappolo, tristemente nota come cefalea da suicidio. Per la sua forma cronica farmaco-resistente si deve infatti ricorrere al trattamento di stimolazione cerebrale profonda con DBS, acronimo di deep brain stimulation, una tecnica neurochirurgica messa a punto per la prima volta al mondo proprio nel nostro Istituto. Fra le terapie non convenzionali di trattamento, invece, merita attenzione uno studio condotto dalle dottoresse Licia Grazzi e Susanna Usai del nostro Centro cefalee in collaborazione con il prof. Frank Andrasik dell’Università di Memphis (USA). Un derivato del ginkobiloba, “erba fossile” presente 250 milioni di anni fa quando c’erano solo equiseti e felci, si è dimostrato in grado di prevenire l’insorgenza degli attacchi di emicrania in ragazzi e ragazze con età compresa fra 11 e 15 anni riducendone la frequenza da oltre 11 giorni al mese a poco più di 3 giorni e facendo calare il numero di analgesici usati per ogni attacco mediamente da quasi 10 a un minimo di poco superiore a 2, un effetto mantenutosi invariato a un anno dall’inizio del trattamento. La sostanza agirebbe sul glutammato, il principale neurotrasmettitore eccitatorio del sistema nervoso centrale posto alla base della cosiddetta spreading depression, l’onda di depolarizzazione elettrica che attraversa il cervello quando arriva l’attacco emicranico. Offrire un rimedio pressocché privo di effetti collaterali al bambino, al di là dell’efficacia, consente anche l’impiego di un principio naturale con proprietà farmacologiche specifiche che in Cina utilizzano fin dal 2800 a.C. senza sapere perché funziona. Adesso forse l’abbiamo capito. DOMENICO D’AMICO ASSOCIATE EDITOR DELLA PRESITIGIOSA RIVISTA SCIENTIFICA “HEADACHE” “HEADACHE”, organo ufficiale dell’American Headache Society e tuttora la più prestigiosa rivista scientifica al mondo nel campo delle cefalee, che rappresenta un punto di riferimento internazionale per chiunque si occupi di questa branca della neurologia, ha nominato suo associate editor il dottor Domenico D’Amico, dirigente medico della III Unità operativa di Neurologia e direttore SOSD per formazione, aggiornamento e didattica nella Fondazione Carlo Besta. Il dottor D’Amico è approdato vent’anni fa presso il locale Centro cefalee già allora diretto dall’attuale direttore del Dipartimento di Neuroscienze cliniche, il professor Gennaro Bussone. Occupatosi principalmente della disabilità e della qualità di vita dei pazienti cefalalgici e del loro trattamento, soprattutto in relazione all’abuso, alla comorbidità con altre malattie e ai problemi di sottodiagnosi e di conseguente sottotrattamento, D’Amico coordina oggi le attività di ricerca del Progetto cefalee Lombardia che coinvolge numerosi centri sotto l’egida della Regione Lombardia. Ha partecipato a vari studi osservazionali e programmi di ricerca sostenuti anche dal Ministero della salute, è attualmente parte del gruppo “International Headache SocietyIl dottor Domenco D’amico IHS” che sta stilando le linee guida per l’impiego dei farmaci negli studi controllati sulle emicranie. “Ho accettato questa nomina con orgoglio - dice D’Amico - come riconoscimento dell’attività scientifica svolta presso il nostro Istituto nei 20 anni di mia permanenza e la considero un’ulteriore conferma della validità scientifica rivestita dalla nostra Fondazione in ambito internazionale”. I N N BESTA 9 CARLO BESTA PARLANO DI NOI CARLO BESTA PARLANO DI NOI 1 marzo 2011 Riconoscere nei neonati le malformazioni della testa Alla diagnosi precoce di questa patologia è dedicato un corso di aggiornamento, con i migliori specialisti italiani, al Museo nazionale della scienza e della tecnica di Milano, dal 2 al 4 marzo. Il corso è organizzato dalla Fondazione Pierfranco e Luisa Mariani, in collaborazione con l’Istituto neurologico Carlo Besta del capoluogo lombardo e il Policlinico Gemelli di Roma. “Non è facile, spesso, per i pediatri distinguere una craniostenosi dalle numerose altre anomalie morfologiche del cranio, che possono essere semplici deformità da parto (del tutto reversibili), o deformazioni da posizione”, spiega Laura Grazia Valentini, neurochirurgo all’Istituto Besta. ... giugno 2011 - Pagina 63 Hai un cervello nella pancia giugno 2011 - Pagina 16 ... Attraverso il nervo vago, il cervello dell’addome e quello della testa dialogano a vicenda. “Avviene in un rapporto equilibrato, senza sudditanze”, spiega Eugenio Parati, direttore del dipartimento di malattie cerebro-vascolari dell’Istituto neurologico Besta di Milano. “Un esempio? Sappiamo che l’ansia accentua in molte persone la sindrome del colon irritabile, ma sembra sia vero anche il contrario: la presenza dell’infiammazione al colon può dar vita all’ansia”. E diversi studi rivelano che malattie come il Crohn e la colite ulcerosa possono facilitare l’insorgenza della depressione. 500 specialisti rispondono alle tue domande sul sito www.ok-lasalute.it Primari ospedalieri e docenti universitari di tutta Italia tra i quali la Dott.ssa LAURA VALENTINI dell’unità operativa di neurochirurgia III dell’Istituto neurologico Carlo Besta di Milano Milano del 19 febbraio 2011 Milano del 14 febbraio 2011 del 5 marzo 2011 Cibo e mente: i grandi chef a convegno al RistoExpo di Erba La pagella di PANORAMA della Sanità è allarme Alzheimer per le donne lombarde FERDINANDO CORNELIO, direttore scientifico Fondazione Besta. Il 1° febbraio scorso Ferdinando Cornelio è stato Confermato nel ruolo di Coordinatore dei direttori Scientifici degli Irccs pubblici nell’ambito della Commissione nazionale della Ricerca, organo consultivo del Ministero della Salute. Tra i compiti della Commissione l’elaborazione del programma di ricerca sanitaria nonché la definizione dei criteri di selezione dei progetti di ricerca. Le donne sono più colpite rispetto agli uomini dalle malattie neurologiche, Alzheimer in primis: in Lombardia sono circa 86.500 le pazienti affette dal morbo, e solo a Milano 18mila. Sono alcuni dati emersi dal convegno “Curare, curarsi, prendersi cura”, organizzato dal Comitato per le pari opportunità dell’Istituto neurologico Carlo Besta. ... Durante il convegno di domani dalle 10,30, promosso in collaborazione con l’Istituto neurologico Besta di Milano si parlerà del rapporto tra “Cibo e Mente. Il gusto della salute” come e perché la mente influisce sull’alimentazione? Parteciperanno, tra gli altri, Giuseppe De Leo, direttore generale del Besta e Franco Berrino (Istituto nazionale tumori di Milano). 10 I N N BESTA COME STAI Milano del 8 marzo 2011 Milano del 15 marzo 2011 del 13 aprile 2011 Al Besta check up sui pazienti nel post coma E LA MENTE SOFFRE COSì… Sono già sedici i pazienti in stato vegetativo e in stato di minima conoscenza che dall’inizio dell’anno sono stati presi in carico dall’innovativo progetto della Fondazione Irccs Istituto neurologico Carlo Besta... Il progetto fortemente voluto dal presidente della Fondazione Carlo Borsani e dal direttore scientifico, Ferdinando Cornelio, assieme al direttore generale, Giuseppe De Leo, è iniziato con i primi ricoveri a gennaio e prevede il ricovero di pazienti adulti, con disturbi della coscienza dal punto di vista rianimatorio dopo l’uscita dal coma, provenienti da centri di riabilitazione lombardi ed extraregionali nell’ambito di strette collaborazioni scientifiche. La dottoressa Fabia Dchos è psicologa e psicoterapeuta cognitiva e si occupa in particolare di stress e di mal di testa, in collaborazione con la dottoressa Licia Grazzi, neurologa all’Istituto neurologico Besta di Milano, con cui ha scritto “Imparare la salute. Come vincere lo stress in maniera naturale” (Mondadori). … Spese troppo elevate Malattie rare, diventa povera UNA famiglia su 3 Ben più di mille euro al mese per assistere il proprio caro malato, affrontando spesso lunghi viaggi della speranza lontano da casa. E così una famiglia italiana su 3 alle prese con una patologia rara è ridotta alla povertà, e una su 5 si indebita. Sono alcuni dei casi emersi dalla prima fotografia delle problematiche socio-economiche degli italiani con malattie rare, presentato oggi a Milano durante il convegno “Costi sociali e bisogni assistenziali nelle malattie rare”, promosso dalla Fondazione Irccs Istituto neurologico Carlo Besta che ricovera ogni anno più di 2.200 pazienti “orfani”. Complessivamente, sono oltre un milione gli italiani che convivono con una delle circa 6.000 patologie rare finora censite. ... Roma del 16 marzo 2011 Milano del 13 marzo 2011 Il computer può emanare “onde” pericolose? Risponde: Carlo Lazzaro Solero Direttore Dipartimentale Neurochirurgia Istituto Neurologico Carlo Besta, Milano. Un computer acceso non rilascia “onde” dannose, figurarsi spento: dorma sonni beati. Quello che può fare un computer, ma acceso e usato a lungo, è dare disturbi alla vista. L’accusa di causare tumori cerebrali è stata, piuttosto, fatta ai telefonini, ma ad oggi non ci sono certezze. Sta però iniziando uno studio europeo sull’uso del telefonino nei giovani, per valutare l’eventuale effetto dannoso prolungato negli anni. Una casa a misura di bambino Ospitalità e amicizia. Un luogo dove i bambini che abitano fuori città e in cura ad esempio dell’Istituto nazionale dei Tumori o al Besta, possono trascorrere giorni (o settimane) con a fianco i propri genitori per non vivere da soli il “viaggio della speranza” ...A offrire vicinanza ed ascolto, 60 volontari. Che purtroppo devono fare i conti con numeri pesanti: “Al Besta su 1.400 bambini, il 14% abita a Milano, il 20% in provincia e il resto proviene da tutt’Italia spiega il direttore generale Giuseppe De Leo Strutture come queste sono fondamentali”. ... Milano del 15 marzo 2011 Sla, sostegno alla ricerca di Statale, Besta e Bicocca La battaglia contro la Sla (sclerosi laterale amiotrofica) va avanti. L’agenzia di ricerca nata per combattere la malattia finanzia, con 2,5 milioni, alcuni progetti di laboratorio che puntano a trovare una soluzione al morbo che colpisce i motoneuroni. ... Ad esempio i medici dell’istituto neurologico Besta che stanno studiando l’effetto dell’Epo, una proteina tradizionalmente nota come dopante, che potrebbe però diventare uno strumento importante nella terapia per il trattamento della Sla. ... I N N BESTA Roma del 22 marzo 2011 La Sla - OTTO NUOVI PROGETTI PER 2,5 MILIONI DI EURO L’Agenzia di ricerca per la Sla (Arisla), sclerosi laterale amiotrofica, ha finanziato otto nuovi progetti per un totale di 2,5 milioni di euro. Quaranta esperti mondiali li hanno scelti dopo un’attenta valutazione. I progetti sono di gruppi di studio di Milano (tre: Carlo Besta, Università Statale e Bicocca), Firenze (università), Trieste (icgeb-Centro ingegneria genetica), Bari (Cnr), Pisa (Cnr), Roma (Idi, Dermopatico Immacolata). del 16 aprile 2011 Testa del bebè Attenzione Nei primi mesi di vita le ossa del piccolo sono ancora tenere e facilmente deformabili. In alcuni casi, però, anomalie della struttura possono segnalare un problema. Diverso è quando la forma anomala è legata a una saldatura troppo precoce delle ossa del cranio: in questo caso si parla di craniostenosi, quando le suture, invece che saldarsi nei primi anni di vita, si chiudono quando un bambino è ancora nel grembo materno o nei primissimi anni di vita. … di Roberta Raviolo, con la consulenza della dottoressa Laura Valentini, specialista in neurochirurgia e Neuropatologia, dirigente medico presso La Fondazione Istituto nazionale neurologico Carlo Besta di Milano Verona del 29 aprile 2011 La sclerosi laterale adesso si cura con l’Epo Recentemente i ricercatori dell’Istituto Besta di Milano hanno proposto l’Epo come possibile terapia volta a modificare il decorso della malattia migliorando sensibilmente la qualità della vita del malato... In una prima fase sperimentale al Besta di Milano su modelli animali con malattie neuro degenerative, il farmaco aveva dimostrato importanti proprietà neuro protettive, che si traducevano in una migliore sopravvivenza e funzione delle cellule neuronali. … 11 “il corso della suora” COME GESTIRE STRESS E SOFFERENZE Al Besta il 2009 è stato un anno particolarmente difficile per la rendendo necessaria la programmazione di altre edizioni. Il corso è problematicità e gravità delle diagnosi di malattia dei degenti, e in stato replicato in quattro distinte edizioni, con un’alta partecipazione conseguenza delle situazioni famigliari. Questo ha coinvolto, a volte e interazione tra docenti e partecipanti e un elevato apprezzamento negativamente, tutti gli operatori impegnati nella diagnosi, nella cura e dell’iniziativa desumibile sia dalla Customer Satisfaction sia dalle nell’assistenza con un notevole carico di lavoro e di stress. Ha coinvolto richieste di attivazione di un percorso avanzato (DRA 2° livello). I test e impegnato notevolmente anche suor Adriana che, oltre ad aiutare di apprendimento, sottoposti al termine di ciascun percorso formativo, degenti e famigliari a gestire situazioni spesso drammatiche, si è trovata hanno avuto un esito certamente soddisfacente, dimostrando di fronte a operatori di ogni categoria, in difficoltà e con richieste ulteriormente l’efficacia delle tecniche didattiche utilizzate (role playing; specifiche di formazione per acquisire corrette capacità relazionali, lavori di gruppo con simulazione di casi, ecc...). Il programma per la consone a gestire le fatiche, lo stress, le situazioni di sofferenza, gravità, realizzazione del percorso avanzato, o DRA 2°, è stato presentato terminalità, morte, ecc... . Un operatore sanitario (medico, infermiere, e accolto nel settembre 2010, con l’obiettivo di dare la possibilità di ecc.), probabilmente si rende conto che è opportuno, e a volte approfondire, consolidare quanto appreso durante il Corso DRA 1° necessario, abbinare alla conoscenza scientifica e tecnica, quel tocco di livello, acquisendo nuove competenze relazionali e ulteriori tecniche. umanità che trasforma l’individuo che si ha davanti, in una persona che Di esso sono già state realizzate due edizioni. Chi ha seguito il Corso ha non ha unicamente una patologia, un organo malato, ma che è anche pure imparato a utilizzare uno strumento formativo chiamato verbale ferito nei suoi affetti, nel suo progetto di vita, negli ideali coltivati da che consente all’operatore di verificare la capacità di mettere in atto sempre. Come tale egli va avvicinato con il rispetto e l’attenzione che quanto ha appreso con la teoria e di riflettere sulla propria persona ed si deve a una persona. L’incontro tra due persone rimane nelle nostre esperienza di operatore. Il verbale consiste nel rapporto scritto di una giornate una ricchezza; può essere vissuto di fretta, con minore o conversazione con un malato, un famigliare, un collega, ecc. stesa con la maggiore coinvolgimento, con attese diverse, con superficialità o con maggior fedeltà possibile, secondo uno schema preciso. grande attenzione a ciò che proviamo. Quando l’incontro è motivato Esso offre l’opportunità di un efficace apprendimento, perché costringe dal bisogno di una delle due persone di essere aiutata anche per breve l’operatore a conoscere e analizzare se stesso mentre esercita il tempo nel suo percorso di vita, nasce una relazione di aiuto. Ma suo servizio. Con l’aiuto del supervisore che corregge il verbale, ed come avvicinare, aiutare, accompagnare, adeguatamente una persona eventualmente dei compagni di corso (se si decide di analizzare il verbale senza conoscere, appropriarsi di conoscenze, atteggiamenti e abilità in gruppo), l’interessato può prendere coscienza della sua capacità di comunicative e relazionali che possono facilitare una relazione? Dopo stabilire una relazione, del suo stile dialogico, della sua abilità a leggere alcune riflessioni personali, ha pensato allora di proporre loro un corso la realtà … Non è facile, ma con il verbale si mette in atto “l’imparare - di Dialogo e Relazione di Aiuto, seguendo lo schema e la metodologia facendo” che costituisce un valido principio pedagogico e i partecipanti dei Corsi DRA, proposti da decenni nei Centri di Formazione dei Padri alle varie edizioni si sono impegnati notevolmente per eseguire il Camilliani, adattandolo alla situazione concreta del Besta. La proposta compito. Attualmente al Besta le situazioni che gli operatori si trovano è stata accolta, così ha presentato al responsabile della Formazione, ad affrontare quotidianamente non sono certo migliorate rispetto al una bozza di programma, chiedendo e ottenendo la collaborazione sua 2009, a volte forse sono ancora più pesanti, però si nota lo sforzo e dell’Ufficio competente, per realizzarlo come “Progetto formativo di affrontare in modo diverso le situazioni, di attuare un approccio aziendale ECM - CPD” interno per tutte le professioni. Il corso, nel migliore nelle relazioni con i malati, i famigliari e anche fra colleghi, suo primo livello, si propone di aiutare i partecipanti a scoprire e in coloro che hanno frequentato il Corso DRA 1 e, ormai un buon cominciare a vivere modalità più efficaci e utili per l’altro e per se stessi gruppo, il DRA 2. Proponendo questo itinerario formativo, pur nella all’interno di un rapporto interpersonale di aiuto e così, possedere, consapevolezza della sua utilità, non si pensava certo a una risposta, al suo termine, alcuni strumenti per approfondire la conoscenza di così elevata: ogni aspettativa è stata abbondantemente superata e sé e di padronanza della comunicazione per facilitare l’accoglienza e il si spera che altri ancora possano sentire la necessità di partecipare dialogo con l’altro. La metodologia si basa su un’integrazione tra teoria a questo Corso, in particolare i medici, la cui presenza nelle edizioni e pratica, valorizzando l’esperienza dei partecipanti, e utilizzando non già realizzate, si è limitata ad alcuni della Neuro - rianimazione. Un solo la didattica frontale ma anche tecniche di gruppo ed esercitazioni grazie al dottor Gianni Cervellera e alle dottoresse Simona Di Carlo, pratiche. La prima edizione del corso (subito denominato “il corso Claudia Finocchiaro e Anna Preti, che con la loro professionalità e le della suora”) realizzata nel mese di marzo 2010, (tre sabati con orario loro capacità relazionali hanno contribuito alla realizzazione e all’ottima 9.00 - 18.00), nei suoi diciotto partecipanti ha avuto una risonanza riuscita di questo evento formativo particolare. più che positiva che è “rimbalzata” in ogni angolo del Besta, con Nardin suor Adriana - Assistente spirituale/religiosa Fondazione IRCCS conseguenti numerose richieste da parte di altri per frequentarlo, Istituto Neurologico “C. Besta” [email protected] 12 I N N BESTA PARLIAMO DI... 3 PAZIENTI SU 4 SONO IN STATO VEGETATIVO O DI MINIMA COSCIENZA DOPO ARRESTO CARDIOCIRCOLATORIO O EMORRAGIE CEREBRALI Presentati i dati finali del più grande progetto italiano si trovano diversi pazienti in SV o in SMC da più di 15 anni. L’eziologia di ricerca su 602 pazienti in Stato vegetativo - SV e di è prevalentemente di origine non traumatica, il 74% nel campione Minima coscienza - SMC: i pazienti sono in maggioranza dei pazienti adulti, dovuta ad anossia da arresto cardiocircolatorio o maschi con un’età media di 55 anni, e ad assisterli per il emorragie cerebrali. Un risultato questo in linea con i dati ministeriali 70% sono le donne, che in più del 50% dei casi vi dedicano recenti che riportano una riduzione in Italia dei traumi cranici da oltre 3 ore al giorno. Poche Regioni, prevalentemente al incidente stradale”. Nord e al Centro, hanno strutture dedicate. Le analisi hanno di fatto riscontrato che diverse figure professionali In Italia risulta ad oggi ancora poco esplorata la realtà complessa coinvolte nella cura dei pazienti con disturbi della coscienza, e articolata riguardante le persone in SV e in SMC, ovvero riportano un impatto e uno stress lavorativo che varia a seconda una situazione di possibile evoluzione del coma caratterizzata delle differenze professionali ed è maggiore tra gli infermieri. “Tra dalla ripresa della veglia, e le loro i diversi obiettivi raggiunti dal progetto I dati della ricerca famiglie. Di questo si è occupata la - commenta il direttore generale della Pazienti reclutati 602 adulti 566 e 36 bambini Fondazione, Giuseppe De Leo - è ricerca finanziata dal Ministero della 70% pazienti in SV e il 30% in SMC 64% in 25 strutture lungodegenza rilevante la creazione di una vasta salute tramite il Centro nazionale 26% in 38 strutture riabilitative rete di interconnessione tra i principrevenzione e controllo malattie10% al domicilio 64% adulti ha la cannula tracheostomica pali centri italiani che si occupano CCM. Il progetto, coordinato 67% non presenta piaghe da decubito di persone in SV e SMC nelle diverse dall’aprile del 2009 dalla neurologa 94% si alimenta con sondino allo stomaco 26% bambini ha la cannula tracheostomica fasi del percorsoterapeutico e tra le Matilde Leonardi e dai suoi 91% non presenta piaghe da decubito associazioni dei familiari, che, ove collaboratori della SOSD Neuro71% si alimenta con sondino allo stomaco possibile, sono state collegate alle logia, salute pubblica e disabilità I dati di 487 Caregiver Federazioni già presenti sul territorio della Fondazione Besta, ha visto 70% di genere femminile 56% età media oltre 50 anni nazionale”. il coinvolgimento di 78 centri 49% ha un lavoro “è stato anche molto importante italiani, 39 tra associazioni e 24% è pensionato 23% è casalingo commenta Ferdinando Cornelio, federazioni di familiari che si Caregiver dei minori per la maggior parte presta direttore scientifico della Fondazione occupano di persone in SV e SMC, assistenza continua 24 ore al giorno Besta - il coinvolgimento della fedela FIMMG e l’Associazione italiana 29% cura il paziente perché si sente il più adatto a farlo 14% perché non c’è nessun altro razione dei Medici di medicina genedonne medico-AIDM. È stato così 37% altre motivazioni rale-MMg che ha permesso di raccopossibile raccogliere dati sulla I dati di 1243 operatori sociosanitari gliere informazioni su persone in SV base anche della Classificazione 34% ingermieri professionali 30% assistenti sanitari e SMC, tramite un questionario a cui internazionale del funzionamento, 9% terapisti della riabilitazione han risposto oltre 1000 MMG italiani, della disabilità e della salute 12% medici su un campione di oltre 1.280.000 dell’OMS-ICF, di rilevare i bisogni dei “caregiver”, coloro, quasi sempre familiari, che assistono i pazienti assistiti. L’indagine che si è appena conclusa ha posto sotto i riflettori una realtà ad oggi poco conosciuta, richiamando l’attenzione sulla necessità e di valutare il carico assistenziale degli operatori del settore. “Grazie all’impegno di tutti gli operatori, i familiari e le associazioni di raccogliere sistematicamente informazioni cliniche, epidemiologiche, coinvolte - spiega Matilde Leonardi, che dirige anche il progetto organizzative, politiche, socio-assistenziali ed etiche relative a questa Coma research centre, il Centro ricerche sul Coma, in corso presso tematica”.“Per queste ragioni - sostiene Carlo Borsani, Presidente l’Istituto Besta - è stato possibile elaborare e analizzare dati sul più della Fondazione - al Besta abbiamo sostenuto e sosteniamo anche il ampio campione di persone in SV e SMC mai riportato in letteratura. progetto di ricerca biennale “Centro ricerche sul coma”, finanziato dalla L’età media dei pazienti adulti è di 55 anni e il 60% di loro è di genere Regione Lombardia, che sta realizzando uno studio multidisciplinare maschile. La distanza media dall’evento acuto è di 5 anni per l’80% neurofisiologico, neuroradiologico e clinico su pazienti con disordini del campione e nel restante 20 % che supera questo lasso di tempo della coscienza, che deve rispondere a molti quesiti ancora aperti “. I N N BESTA 13 fondazione mariani NUOVI STRUMENTI DIAGNOSTICI E TERAPEUTICI IN NEUROLOGIA INFANTILE Le nuove tecnologie di indagine una speciale attenzione è dedicata neuroradiologica, neuro-fisiologica e alle tecniche neuroradiologiche e neurogenetica nella diagnosi e terapia neurofisiologiche e alle loro applicazioni delle malattie neurologiche in età cliniche. Alcuni capitoli sono incentrati pediatrica sono l’argomento trattato dal sul neonato e sui primi anni di vita del volume “New diagnostic and therapeutic bambino con focus sulle tecnologie MRI, tools in child neurology”, da poco cliniche e EEG maggiormente indicate pubblicato nella Collana di Neurologia per indagare il cervello in sviluppo. infantile della Fondazione Mariani edita Sono altresì illustrate le tecniche in uso in inglese dalla John Libbey Eurotext. con i bambini più grandi. Il professor Il libro, curato da Eugenio Mercuri, Mercuri ci spiega perché: “Le tecniche Ermellina Fedrizzi e Giovanni neuroradiologiche e neurofisiologiche in Cioni, è conseguente al XXII Corso di età pediatrica consentono una valutazione aggiornamento in Neurologia infantile obiettiva dello stato di maturazione delle organizzato dalla Fondazione Mariani strutture del sistema nervoso centrale e a Genova nel marzo 2010. Scopo del periferico, consentendo quindi di identificare volume è fornire una esaustiva “review” non solo l’impatto di possibili lesioni ma sui più innovativi strumenti diagnostici e anche eventuali variazioni del processo terapeutici che possono essere utilizzati di maturazione, soprattutto a carico dei per la cura dei bambini affetti da patologie processi di mielinizzazione fin dai primi Il XXIV volume della Mariani Foundation Paediatric Neurology Series neurologiche. La presentazione degli mesi di vita. Un approccio integrato con argomenti e delle “guidelines” è accompagnata da suggerimenti tecniche di immagini in grado di dare dettagli sempre più precisi, su come adottare un approccio integrato per compiere una come ad esempio la trattografia in Risonanza Magnetica, e tecniche diagnosi. Inoltre, in tutti i capitoli, i dati tecnici sono associati alle neurofisiologiche come stimolazioni magnetiche corticali, potenziali applicazioni cliniche così da evidenziare, ove possibile, come tali evocati ed EEG, possono fornire informazioni strutturali e funzionali nuove procedure possano essere usate anche in riabilitazione. che, assieme ai dati clinici, facilitano il percorso diagnostico e Tra i curatori del libro Eugenio Mercuri, professore associato prognostico”. Notevole importanza è data poi alle più recenti presso la cattedra di Neuropsichiatria infantile dell’Università scoperte genetiche. Come puntualizza il professor Mercuri: Cattolica e direttore della Unità operativa di Neuropsichiatria “L’introduzione di metodiche di indagine più accurate come l’array infantile del Policlinico Gemelli di Roma, nonché membro del CGH e le nuove piattaforme diagnostiche di screening genetici hanno Comitato Scientifico Ricerca della Fondazione Mariani e del notevolmente aumentato le possibilità diagnostiche e ridotto i tempi Comitato Tecnico Scientifico-CTS del Besta. Nel volume di indagine. Questo ha provocato un notevole miglioramento delle informazioni fenotipo genotipo definendo i pattern clinici e radiologici associati a specifiche forme genetiche. Nel campo delle malattie Corsi Fondazione Mariani neuromuscolari per esempio, le informazioni cliniche e di RMN muscolare sono di grosso aiuto per selezionare più accuratamente gli Corso “La riabilitazione del bambino esami genetici da eseguire riducendo i tempi e i costi delle procedure con paralisi cerebrale in età scolare: diagnostiche”. La pubblicazione si rivolge “in primis” a pediatri, l’apprendimento, la partecipazione neurologi infantili e neonatologi, con l’auspicio di essere un ausilio e la qualità della vita” concreto nel quotidiano lavoro di diagnosi e cura dei piccoli Data di svolgimento: 9-11 novembre 2011 pazienti con disabilità neurologiche. Responsabile Scientifico: Ermellina Fedrizzi In collaborazione con: GIPCI - Gruppo Italiano Paralisi Cerebrali Infantili Sede: Starhotels Michelangelo, Firenze 14 Per richiedere il volume: [email protected] I N N BESTA EVENTI E CORSI FORMAZIONE PROMOSSA DALL’ISTITUTO SETTEMBRE 2011 I programmi sono disponibili su www.istituto-besta.it - sezione Formazione Per info: [email protected] JOURNAL CLUB DI NEUROFISIOLOGIA Date di svolgimento: Settembre - Dicembre 2011 MILANO PARKINSON & DISTURBI DEL MOVIMENTO Date di svolgimento: 16 - 17 Settembre 2011 Responsabile Scientifico: Alberto Albanese CORSO USC-VASC (ACCESSO VASCOLARE CENTRALE ECOGUIDATO NEL PAZIENTE ADULTO E PEDIATRICO) Date di svolgimento: 22 - 23 Settembre 2011 Responsabile Scientifico: Massimo Lamperti CORSO DI AGGIORNAMENTO SULLA MALFORMAZIONE DI CHIARI Data di svolgimento: 24 Settembre 2011 Responsabile Scientifico: Laura Valentini IL TRATTAMENTO RIABILITATIVO INTEGRATO NEL BAMBINO CON PARALISI CEREBRALE INFANTILE E LA SUA FAMIGLIA. STORIA E ATTUALITà DEL GRUPPO C. BESTA Data di svolgimento: 26 - 27 Settembre 2011 Responsabili Scientifici: Emanuela Pagliano - Adriana Anderloni SOSTA POETICA... UNA PAUSA PER LO SPIRITO Rubrica a cura di Roberto Pinardi Federico Garcia Lorca (1898/1936) estratto ... O pioggia silenziosa; senza burrasca, senza vento, pioggia tranquilla e serena di campani e di dolce luce, pioggia buona e pacifica, vera pioggia, quando amorosa e triste cadi sopra le cose! O pioggia francescana che porti in ogni goccia anime di fonti chiare e di umili sorgenti! Quando scendi sui campi lentamente le rose del mio petto apri con i tuoi suoni. Il canto primitivo che dici al silenzio e la storia sonora che racconti ai rami il mio cuore deserto li commenta in un nero e profondo pentagramma senza chiave. La mia anima ha la tristezza della pioggia serena, tristezza rassegnata di cosa irrealizzabile, ho all’orizzonte una stella accesa e il cuore mi impedisce di contemplarla. O pioggia silenziosa che gli alberi amano e sei al piano dolcezza emozionante: da’ all’anima le stesse nebbie e risonanze che lasci nell’anima addormentata del paesaggio! (1961) Ed. Einaudi Fondazione I.R.C.C.S. Istituto Neurologico Carlo Besta Via Celoria, 11 - 20133 Milano Direttore Responsabile: S. Vicario Coordinamento Editoriale: P. Meroni Comitato di Redazione: E. Alessi, P. Beretta, M. Bloise, E. Ciusani, G. Filippini, A. Floris, L. Galimberti, B. Garavaglia, F. Grechi, R. Messe, N. Nardocci, O. Giovanazzi, D. Panigada, R. Pedotti, L. Pignataro, P. Tafuro, L. Valentini, S. Volpato Redazione: via Celoria, 11 - 20133 Milano - c/o Ufficio Comunicazione URP tel. 02.23942292 - e-mail [email protected] Foto: Archivio Fondazione Besta, Archivio Fondazione Mariani, Vignette: Athos Careghi Progetto grafico: Joblines Srl - Stampa: Tipografia Galli - Varese Reg. Tribunale Milano: n. 10 del 13 gennaio 2003 Pubblicato online su www.istituto-besta.it A causa di un errore di impaginazione nello scorso numero dell’INNbesta Maggio/giugno 2011 non figura il nome del coordintore dell’articolo “Tempo di vacanze - I diritti per i disabili” , alle pagine 1, 8 e 9. Ce ne scusiamo con l’autore Paolo Cornelio e con i lettori. La redazione I N N BESTA 15 O M A I B A B I T T E G O R P 1000 A T S E T A L PER teniamoci in contatto Il servizio di invio di e-mail e sms da parte della Fondazione IRCCS Istituto neurologico Carlo Besta può essere attivato solo con il suo consenso mediante la firma dell’apposita cartolina. La Fondazione potrà così fornire agli utenti le informazioni sulla sua attività, con l’invio del periodico, di una sintetica rassegna stampa, la segnalazione di iniziative o eventi benefici. SOSTIENI L’ISTITUTO NEUROLOGICO CARLO BESTA Apponi la tua firma nella casella relativa alla RICERCA SANITARIA o SCIENTIFICA sulla dichiarazione dei redditi,inserendo il codice fiscale della nostra Fondazione che impiegherà ogni risorsa per combattere: epilessia, Parkinson, sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica, Alzheimer e demenze senili, corea di Huntington, miastenia e altre malattie rare, cefalee, tumori cerebrali, patologie neurologiche dell’infanzia. Finanziamento della ricerca sanitaria o scientifica