8 IL CAFFÈ 13 aprile 2014 attualità La storia L’ex pugile Ruby Belge, Naser Tavakoldust e Masoud Amircade. Sono coordinatore, allenatore e uno dei giocatori di “Sotto lo stesso sole”. Una formazione di calcio che raggruppa molti richiedenti l’asilo. Il loro scopo è integrarsi. E intanto vincono pure altre vere partite Ti-Press Quella squadra che batte gli avversari e anche il razzismo OMAR RAVANI R Ti-Press Masoud e Naser, il calciatore e il coach Due storie differenti. Masoud (in alto) è in Svizzera da un paio d’anni e spera di rimanere. Vorrebbe diventare come Naser, fuggito dall’Iran nel 2000, che è riuscito a rifarsi una vita, grazie alla sua forza di volontà e alla passione per lo sport. uby Belge, dal ring al campo di calcio. Il pugile ticinese, da anni impegnato nel sociale, si sta cimentando con un’ appassionante avventura. Dopo avere conquistato cinque titoli nazionali e una corona mondiale Ibc, a 34 anni ha deciso di abbracciare una nuova causa. Adesso è il coordinatore della squadra di calcio “Sotto lo stesso sole”, che raggruppa un buon numero di richiedenti l’asilo. “Per una volta posso evitare di occuparmi del settore tecnico e dedicare tutte le mie energie all’aspetto organizzativo - racconta Belge -. Cerco di mettere a disposizione tutta la mia esperienza per coordinare gli spostamenti, le sedi degli allenamenti, i tornei e tutto ciò che è legato alla logistica”. Il calcio come occasione per riuscire anche a mettere in contatto i ragazzi della squadra con la popolazione locale: “In realtà lo scopo è proprio quello. Vogliamo che da una partita non si esca a mani vuote e che, oltre all’aspetto agonistico, ci sia la possibilità di migliorare la conoscenza reciproca”. Pure Ruby è figlio di immigrati, essendo di origini aramaiche, e anche grazie alla boxe ha saputo farsi conoscere e apprezzare. Come stanno facendo i ragazzi della sua squadra. “Lo sport è un formidabile canale d’integrazione- dice-. Questi giovani, quando arrivano qui, non conoscono nessuno. Il calcio dà loro la possibilità di interagire con la popolazione ticinese”. Un metodo efficace per lottare contro pregiudizi: “Ogni settimana leggiamo di stranieri che commettono dei reati, assistiamo a campagne pubblicitarie che trasmettono un’immagine distorta degli immigrati - nota Belge -, noi proviamo a con- UNITI PER LA VITTORIA Ruby Belge, in ginocchio, e i suoi calciatori, la maggior parte di essi arriva dalla zona in guerra tra Iran e Afghanistan La vicenda La “stella” Le origini L’obiettivo Le vittorie Le paure IL PERSONAGGIO IL TEAM L’INTEGRAZIONE TRIONFI VERI IL RIMPATRIO Ruby Belge, 34 anni e un passato da pugile e da campione del mondo, si occupa di coordinare le attività sportive. ‘Sotto lo stesso sole’ è il nome scelto da Sopranzi e Naser per una formazione che gareggia in tutta Svizzera. trobattere con la forza del dialogo. Vogliamo mostrare la parte positiva di questa immigrazione, fatta da persone volonterose, che desiderano dialogare con la popolazione, dimostrando buona volontà e gratitudine al Paese che li ospita”. Sentimenti che prova anche Massoud Amircade, giovane richiedente l’asilo e calciatore, che racconta come ha dovuto lasciare la sua nazione d’origine: “Avevo 16 anni quando mi hanno cacciato dall’Iran. Da cittadino afghano non mi permettevano di condurre una vita normale. Dopo avere fatto terra bruciata attorno a me, mi hanno chiaramente detto che là non c’era più Non solo calcio, ma anche momenti conviviali al termine degli incontri. L’obiettivo è cancellare gli stereotipi negativi. Naser, l’allenatore, è sposato con una donna nata e cresciuta in Ticino. E diventerà svizzero 14 anni dopo il suo arrivo. per me. E allora è cominciato il mio peregrinare sino ad arrivare in Svizzera, Paese che da due anni mi ha permesso di ricominciare a sognare un futuro “I ragazzi quando arrivano qui non conoscono nessuno: lo sport è la chiave per l’integrazione” migliore”. Massoud fa molto sport: oltre al calcio, il karaté. E frequenta anche una scuola, dopo che in Iran era stato costretto ad abbandonare pure gli studi. “Andavo bene a scuola, ma alla Masoud non ha un futuro in Iran. Da lì lo hanno cacciato perché afghano. Da noi studia e fa sport. E spera di rimanere e lavorare. fine delle medie mi hanno detto che non potevo più studiare. Per questo qui in Ticino vorrei seguire un apprendistato per imparare un mestiere che mi permetta di mantenermi. Il pensiero di dovere tornare un giorno in Iran mi fa paura”. Naser Tavakoldust queste paure invece non le prova più. Più che mai integrato, l’allenatore della squadra è in Ticino da quasi 15 anni. “Sono entrato in Svizzera dopo la fuga dall’Iran, dove sbarcavo il lunario insegnando il taekwondo, un’arte marziale di origine coreana. Appena arrivato a Lugano ero completamente spaesato, ma ho subito cercato di fare qualcosa per …E LA LETTURA CONTINUA CON GLI EBOOK DEL CAFFÉ ONLINE. ADESSO. GRATIS. SU APP STORE E AMAZON IL RACCONTO DELLA REALTÀ Anonymous COME FU CHE UN TUNISINO SPOSÒ UNA TICINESE Andrea Vitali LE PAROLE DEL 2013 Autori vari SAPORI E MITI Carolina Cenni APPUNTI DI VIAGGIO Giò Rezzonico rendermi utile -ricorda -. Allora ho contattato Giovanni Sopranzi che a Lugano si occupava di organizzare i programmi occupazionali per i richiedenti l’asilo. Così è nata l’idea di creare una squadra di calcio”. Nonostante non abbia una formazione calcistica, Nasser riesce comunque a fare un buon lavoro: “Qui ci sono ragazzi di qualità, che hanno davvero talento, un bene universale. E sanno adattarsi a dipendenza dello sport che si pratica”. La dimostrazione viene dai risultati, che il tecnico elenca con grande soddisfazione “Abbiamo vinto molti tornei in giro per la Svizzera - dice Naser - e a volte affrontiamo anche squadre di buon livello. A metà marzo abbiamo giocato contro il Monte Carasso, una squadra di terza divisione, e abbiamo vinto 3 a 1”. I risultati calcistici sono però un aspetto secondario dell’avventura di “Sotto lo stesso sole”. “È un progetto che sta assumendo sempre più forza, anche grazie all’interesse che ha suscitato l’entrata in gioco di Ruby. Lui continua Naser - è stato un grande dello sport ticinese ed è un personaggio molto stimato. Ci sta aiutando parecchio a fare conoscere la nostra squadra in tutto il Ticino”. Un cantone che a lui ha regalato una nuova vita: “Ho il permesso B, ma vorrei diventare cittadino svizzero”, dice Naser. “Ho sposato una ragazza nata e cresciuta in Ticino e abbiamo avuto due splendidi figli. Io poi sono diventato un appassionato di calcio e vado spesso a vedere delle partite sui diversi campi della regione”. Naser si augura di avere presto la cittadinanza svizzera, intanto ha già assorbito qualche caratteristica nazionale, come la precisione: “L’aspetto che mi infastidisce di più da allenatore è la mancanza di puntualità. Succede che ci siano ragazzi che arrivano sul campo con parecchi minuti di ritardo. Devono capire che essere in orario è fondamentale: un giorno che avranno un lavoro non potranno presentarsi quando vogliono”, afferma deciso l’allenatore. Ruby, Massoud e Nasser: tre uomini e una storia comune. Una bella storia che si spera sia a lieto fine. Anche se non per tutti il futuro sarà magari “Sotto lo stesso sole”. [email protected] QOmarRavani