Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali 1 I Tessuti biologici non rientrano nella classe dei materiali ingegneristici tradizionali. • I materiali biologici sono i materiali: – – – di cui sono costituiti i tessuti e gli organi che devono essere sostituiti con i dispositivi artificiali, con cui i dispositivi artificiali sono interfacciati, da costruzione. • I materiali biologici di maggiore interesse sono i tessuti connettivi che sono costituiti da una sostanza fondamentale nella quale sono immerse le cellule; hanno in genere funzione di sostegno o di trasporto. Ovviamente tale definizione è estremamente generale comprendendo tessuti quali l’Osso ed il Sangue. • I tessuti connettivi sono fra loro fortemente differenziati per quanto riguarda la morfologia, la struttura, la composizione e la funzione. • I quattro diversi tipi di tessuto biologico (epiteliale, connettivo, muscolare e nervoso) si differenziano dai BioMateriali artificiali perché sono viventi. • I tessuti biologici sono riconducibili alla classe dei materiali compositi e sono in genere bagnati da fluidi biologici che consentono la vita delle cellule. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 2 Classificazione • Tessuti biologici: – – • Componenti dei tessuti molli: – – – • Pelle Cartilagine Tendini Legamenti Tessuti molli ricchi di elastina: – – • Denti Ossa Tessuti molli ricchi di collagene: – – – – • Collagene Elastina Sostanza fondamentale Tessuti duri: – – • molli duri Vasi sanguigni Tessuti muscolari Nervi: – – periferici spinali Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 3 Struttura del Collagene • • • • • • • • Resistenza dei BioMateriali a) amminoacidi b) catena molecolare c) singola elica d) singola elica avvolta e) tripla elica avvolta f) minifibrille f) fibrille di collagene h) fibre di collagene BioMateriali naturali L 4 Proprietà meccaniche del Collagene e dell’Elastina Collagene Elastina Resistenza dei BioMateriali Modulo di elasticità [MPa] Sforzo a rottura [MPa] Allungame nto a rottura [%] Limite elastico [%] 1000 50 ÷ 100 10 1÷2 0.6 1 100 60 BioMateriali naturali L 5 Comportamento meccanico a trazione delle fibre di Collagene Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 6 Comportamento meccanico a trazione delle fibre di Collagene • La particolare struttura delle fibre di Collagene è responsabile del suo comportamento meccanico. • Nella prima parte dell’allungamento a trazione (regione 1) l’arrangiamento elicoidale delle catene proteiche ed i legami intramolecolari fanno si che le fibre di collagene abbiano una modesta capacità di sopportare i carichi. • Le fibre ruotano e si flettono modificando la loro geometria spaziale dalla forma elicoidale a quella lineare. • Pertanto, la regione 1 è caratterizzata da comportamento elastico con basso valore del modulo di Young. • Quando le catene proteiche sono distese le proprietà meccaniche aumentano diventando dipendenti dai legami intra e intermolecolari. • Pertanto, la regione 2 è caratterizzata da comportamento elastico con elevate proprietà meccaniche. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 7 Caratteristiche molecolari della struttura del Collagene Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 8 Caratteristiche molecolari della struttura del Collagene • La sequenza flessibile di AminoAcidi nella catena α (A) consente a queste catene di avvolgersi strettamente in – una configurazione a tripla elica destrogira (B), – formando pertanto la molecola di Tropocollagene (C). • Questa organizzazione a tripla elica delle catene contribuisce alla elevata resistenza a trazione delle fibre di Collagene. • L’allineamento parallelo delle singole molecole di Tropocollagene, nel quale ciascuna molecole si sovrappone all’altra per circa ¼ della sua lunghezza (D), risulta in un modulo a bande della fibrilla di Collagene che si ripete identicamente a se stesso (E). Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 9 Microstruttura del Collagene nei Tendini e nei Legamenti Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 10 Microstruttura del Collagene nei Tendini e nei Legamenti • La molecola di Collagene consiste di 3 catene α in una tripla elica (in basso nella figura precedente). • Alcune molecole di Collagene sono aggregate in un insieme ordinato parallelamente. • Questo ordinamento crea zone di vuoto e zone di sovrapposizione. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 11 Proprietà meccaniche della fibrilla di Collagene Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 12 Proprietà meccaniche della fibrilla di Collagene • Le proprietà meccaniche più importanti delle fibre di Collagene sono la rigidezza e la resistenza a trazione. • Sebbene non sia mai stata provata a trazione una singola fibrilla di Collagene, la resistenza a trazione del Collagene può essere dedotta da prove su strutture con alto contenuto di Collagene. • I Tendini, per esempio, sono costituiti all’80% di Collagene (peso anidro) ed hanno – – rigidezza a trazione = 103 MPa resistenza a trazione = 50 MPa. • L’Acciaio, per confronto, ha una rigidezza a trazione ≅ 220×103 MPa. • Sebbene forti a trazione, le fibrille di Collagene offrono scarsa resistenza a compressione poiché il loro grande rapporto di snellezza tra lunghezza e diametro le rende facile preda del fenomeno dell’instabilità a compressione. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 13 Tipi di Collagene • Alcune differenze nelle catene alfa di Tropocollagene in vari tessuti corporei danno luogo a specie molecolari diverse o tipi di Collagene. • Il Collagene di I tipo è il tipo di Collagene più abbondante nel corpo umano e può essere trovato in: – – Ossa, Tessuti Molli • • • • • • i Dischi intervetebrali (principalmente nell’Anello fibroso), Pelle, Menisco, Tendini e Legamenti. Il Collagene di II tipo è presente prevalentemente in: – – – – – Cartilagine articolare, Setto nasale, Cartilagine dello Sterno, regioni interne dei Dischi intervetebrali, Menisco. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 14 Diagramma sforzo-deformazione a trazione per l’Elastina Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 15 Comportamento a trazione delle fibre di Elastina • Grande estensibilità. • Estensibilità reversibile anche per elevate deformazioni. • Comportamento elastico con bassa rigidezza fino a deformazioni di circa 200%. • In una successiva, ristretta regione, la rigidezza aumenta rapidamente fino al collasso. • Non si manifestano sensibili deformazioni plastiche prima della rottura. • Il percorso di carico e scarico non mostra significativa isteresi. • Le fibre di Elastina possiedono un comportamento elastico caratterizzato da un basso modulo elastico, • a differenza delle fibre di Collagene, che mostrano un comportamento viscoelastico caratterizzato da un elevato modulo elastico. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 16 Comportamento dell’Elastina per sollecitazione ciclica Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 17 Comportamento dell’Elastina per sollecitazione ciclica • Il comportamento è elastico in quanto alla fine del ciclo tutta la deformazione viene recuperata e • l’energia dissipata per viscosità è molto modesta. • Questo comportamento dell’elastina è fondamentale in tutti quei tessuti ai quali è richiesta un’ampia deformazione con ripristino delle dimensioni originali dopo la rimozione del carico, o comunque per quei tessuti sottoposti a sollecitazioni cicliche. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 18 Sostanza fondamentale Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 19 Sostanza fondamentale • La gelatinosa “sostanza fondamentale” che concorre a costituire – insieme al Collagene e all’Elastina - la “matrice inorganica extracellulare” sia nei “tessuti molli” sia in quelli “duri mineralizzati” consiste principalmente di proteine PoliSaccaridi, o GlicosAminoGlicani (GAG), • i quali si riuniscono in subunità dette Aggrecani (le cosiddette “spazzole per bottiglia”); • a loro volta gli Aggrecani si legano ad una lunga catena di acido ialuronico (HA, Ialuronano), dando vita a macromolecole complesse dette ProteoGlicani (PG). • I GAG servono come sostanza cementante tra le fibre di Collagene e di Elastina. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 20 Comportamento meccanico dei Tessuti molli Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 21 Comportamento meccanico dei Tessuti molli • L’arrangiamento strutturale delle fibre di Collagene e di Elastina ed i loro rapporti quantitativi sono responsabili di molte proprietà dei tessuti connettivi quali la densità, l’elasticità, l’anisotropia, etc. • Nei tessuti connettivi i MucoPoliSaccaridi hanno la capacità di legarsi alle catene proteiche di Collagene e di Elastina costituendo una sorta di matrice del composito così ottenuto. • Nella figura precedente è mostrato uno schema del tessuto connettivo che può essere considerato un materiale composito le cui proprietà meccaniche sono dovute al Collagene e all’Elastina (le proprietà meccaniche dei MucoPoliSaccaridi sono considerate trascurabili rispetto a quelle degli altri costituenti). Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 22 Tessuto molle (Collagene+Elastina) Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 23 Modelli multielemento di Voigt o di Maxwell • Il materiale composito costituito dal Collagene e dall’Elastina (le proprietà meccaniche dei MucoPoliSaccaridi sono considerate trascurabili rispetto a quelle degli altri costituenti) ha la caratteristica curva sforzo-deformazione mostrata nella figura precedente. • Come altri materiali viscoelastici quali i Polimeri, anche i tessuti molli mostrano un comportamento meccanico che può essere rappresentato con i modelli multielemento di Voigt o di Maxwell [Cap. III – Materiale]. • Sebbene questo tipo di analisi fornisca uno strumento utile alla rappresentazione del comportamento meccanico dei tessuti molli, essa non spiega esplicitamente la relativa importanza dei singoli componenti. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 24 Comportamento meccanico a trazione del ligamentum nuchae bovino Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 25 Ligamentum nuchae bovino • Alcuni ricercatori hanno studiato le proprietà meccaniche dei tessuti molli mediante prove sperimentali nelle quali sono stati selettivamente rimossi alcuni componenti grazie all’uso di particolari enzimi. • Un esempio è mostrato nella figura precedente, dove è riportata la curva sforzo deformazione del ligamentum nuchae bovino. Si nota che il comportamento è di tipo elastico gommoso fino ad allungamenti prossimi al 50%. • Eliminando il collagene dal tessuto usando un apposito enzima (collagenasi) oppure mettendo il tessuto in autoclave, il comportamento elastico gommoso si estende fino ad allungamenti del 100%. • Se invece si elimina l’Elastina usando come enzima l’elastasi il tessuto mostra un comportamento simile a quello del Collagene. • L’eliminazione dei MucoPoliSaccaridi non altera in modo significativo il comportamento del tessuto originale. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 26 Denti Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 27 Proprietà termo-meccaniche dei costituenti principali del dente Densità [g/cm3] Modulo di elasticità [GPa] Dentina 1.9 13.8 138 83×10-6 Smalto 2.2 48 241 114×10-7 Componenti Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L Sforzo a Coefficiente di rottura per dilatazione compressione termica [MPa] [°C-1] 28 Composizione dell’Osso Componenti Quantità in peso [%] Minerale (Apatite) 69 Matrice organica 22 Collagene 90÷96 % della Matrice organica Altro 4÷10 % della Matrice organica Acqua Resistenza dei BioMateriali 9 BioMateriali naturali S 29 Struttura della corteccia di un Osso lungo Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 30 Struttura della corteccia di un Osso lungo Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 31 Tibia umana: osso corticale Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 32 Tibia umana: osso spongioso Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 33 Prova di trazione su un campione d’Osso Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 34 Curve sforzo-deformazione a compressione Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 35 Confronto tra per materiali diversi Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 36 Superfici di frattura Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 37 Proprietà meccaniche a trazione di alcuni BioMateriali Resistenza ultima [MPa] Modulo di Young [GPa] Deformazione ultima [%] fusa 600 220 8 forgiata 950 220 15 Acciaio inossidabile 850 210 10 Titanio 900 110 15 Cemento per Ossa 20 2.0 2÷4 300 350 <2 100 ÷ 150 10 ÷ 15 1÷3 Osso trabecolare 8 ÷ 50 - 2÷4 Tendine, Legamento 20 ÷ 35 2.0 ÷ 4.0 10 ÷ 25 Metalli Lega Co-Cr Polimeri Ceramici Allumina Biologici Osso corticale Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 38 Osso umano corticale soggetto a trazione Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 39 Campione di osso umano corticale soggetto a compressione Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 40 Campione di osso corticale da Femore umano soggetto a trazione in 4 direzioni Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 41 Curva sforzo-deformazione di Osso trabecolare soggetto a trazione nella direzione assiale longitudinale dell’osso Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 42 Dipendenza della rigidezza e della resistenza dell’Osso corticale dalla velocità di deformazione a trazione Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 43 Prova di fatica su campioni di osso umano corticale caricati in trazione e compressione Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 44 Prova di fatica su campioni di osso umano corticale caricati in trazione e compressione Resistenza dei BioMateriali • Il rapporto tra intervallo di sforzo e modulo elastico in ordinate è riportato in funzione del numero di cicli in ascisse. • Tipici intervalli di sforzo sono mostrati per passeggiata, corsa e esercizio vigoroso. • La resistenza alla rottura per fatica è maggiore in compressione. • Dieci miglia rappresentano circa 5000 cicli, corrispondenti al numero di passi di corsa lungo quella distanza. BioMateriali naturali S 45 Proprietà meccaniche dell’Osso Tipo di osso Direzione della prova Modulo di elasticità [GPa] Sforzo a rottura per trazione [MPa] Sforzo a rottura per compressione [MPa] longitudinale 17.2 121.0 167 Tibia “ 18.1 140.0 159 Pèrone “ 18.6 146.0 123 Òmero “ 17.2 130.0 132 Radio “ 18.6 149.0 114 Ulna “ 18.0 148.0 117 cervicale “ 0.23 3.1 10 lombare “ 0.16 3.7 5 Ossa arto inferiore Femore Ossa arto superiore Vertebre Cranio tangenziale radiale Resistenza dei BioMateriali 97 BioMateriali naturali S 46 Dipendenza delle proprietà meccaniche (a trazione) dell’Osso compatto dall’umidità Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 47 Proprietà di tre ossa con differenti quantità di sostanza minerale Contenuto di minerale [% in peso] Densità [g/cm3] Energia di rottura [J/m2] Resistenza a flessione [MPa] Modulo di Young [GPa] corno di cervo 59.3 1.86 6190 179 7.4 femore di bovino 66.7 2.06 1710 247 13.5 osso timpanico di balena 86.4 2.47 200 33 31.3 Tipo di osso Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 48 Diagramma sforzo-deformazione in trazione per osso umano compatto caricato in direzione longitudinale • Velocità di deformazione dε/dt = 0.05 s-1 • • Modulo elastico E ≅ 17 GPa Resistenza di plasticizzazione σp ≅ 110 MPa Modulo di incrudimento E’ ≅ 0.9 GPa Resistenza ultima σu ≅ 128 MPa Deformazione ultima εu ≅ 0.026 • • • Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 49 Proprietà meccaniche, modalità e direzioni di carico per osso compatto di femore umano Modalità di carico Resistenza ultima longitudinale Trazione 133 MPa Compressione 193 MPa Taglio 68 MPa Trazione 51 MPa Compressione 133 MPa trasversale Modulo elastico longitudinale 17.0 GPa trasversale 11.5 GPa Modulo di Taglio Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 3.3 GPa 50 Osso vs. Acciaio • La resistenza a trazione dell’Osso è meno del 10% di quella dell’Acciaio. • La rigidezza dell’Osso è circa il 5% della rigidezza dell’Acciaio. • Per campioni delle stesse dimensioni e sotto il medesimo carico di trazione, un campione d’Osso si deforma 20 volte di più di uno d’Acciaio. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 51 Curve sforzo-deformazione a compressione dipendenti dalla densità apparente per il tessuto osseo spongioso Resistenza dei BioMateriali • Le curve sforzo-deformazione dell’osso a compressione spugnoso contengono una regione iniziale elastica lineare fino ad una deformazione di circa 0.05. • La plasticizzazione del materiale avviene non appena le trabecole cominciano a fratturarsi. L’iniziale regione elastica è seguita da una regione piatta a sforzo quasi costante fino alla frattura, mostrando un comportamento duttile. BioMateriali naturali S 52 Curve sforzo-deformazione a compressione dipendenti dalla densità apparente per il tessuto osseo spongioso • A differenza dell’osso compatto, l’osso spongioso si frattura bruscamente sotto forze di mostrando un trazione, comportamento fragile. • L’Osso spongioso è circa – 25-30% denso – 5-10% rigido – 500% duttile a compressione rispetto all’Osso compatto. • Resistenza dei BioMateriali La capacità di assorbimento di energia dell’osso spongioso è sensibilmente più alta sotto carichi di compressione piuttosto che sottocarichi di trazione. BioMateriali naturali S 53 Criterio di resistenza dell’Osso • Il criterio di Hoffman (1967) tiene conto della differenza tra resistenza a trazione e resistenza a compressione: (σxx - σyy)2 / (σt σc) + (1/σt - 1/σc) (σxx + σyy) + τxy2 / τs2 = 1 ellissoide σxx = sforzo assiale in direzione x σyy = sforzo assiale in direzione y τxy = sforzo tangenziale nel piano xy σt = resistenza uniassiale a trazione σc = resistenza uniassiale a compressione τs = resistenza a taglio • La validità del criterio di Hoffman è stato verificata sperimentale da Stone, Beaupré e Hayes nel 1983 al Tessuto osseo spongioso. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 54 Rimodellamento osseo Resistenza dei BioMateriali • È stato ipotizzato che, come conseguenza delle sue proprietà piezoelettriche, l’osso generi un campo elettrico quando è sottoposto ad una sollecitazione meccanica e che tale campo elettrico sia il segnale di stimolo delle cellule per il controllo del rimodellamento. • Questa ipotesi trova riscontro in alcune osservazioni sperimentai secondo le quali l’applicazione di campi elettrici esterni stimola l’osteogenesi. BioMateriali naturali S 55 Rimodellamento osseo • Esistono peraltro anche altri meccanismi proposti per il rimodellamento, fra questi – lo scorrimento relativo delle lamelle ossee, – lo scorrimento delle linee di cemento fra gli osteoni, – gli effetti dello stato di sforzo • o sulla pressione idrostatica dei liquidi nel tessuto osseo o • direttamente sugli osteociti. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 56 Cambiamenti degenerativi associati alla mobilità Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 57 Curve sforzo-deformazione di Tibie umane di giovane e adulto provate in trazione • La resistenza dell’Osso è confrontabile • ma l’Osso “vecchio” è più fragile ed ha perso la capacità di deformarsi. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali S 58 Tessuti molli • Tessuti ricchi di Collagene: – la Pelle, – i Tendini e la maggior parte dei Legamenti, – le Cartilagini, – I Tessuti cardiovascolari; • Tessuti ricchi di Elastina: – i Vasi sanguigni, – alcuni Legamenti, – i Muscoli. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 59 Struttura della Pelle Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 60 La Pelle è costituita, oltre che dai cosiddetti annessi mostrati nella figura precedente, anche da fibre continue che sono arrangiate in modo casuale a costituire strati e lamelle. Il comportamento meccanico è anisotropo. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 61 Comportamento meccanico anisotropo della Pelle Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 62 Cartilagine • Nel corpo umano esistono 3 tipi cartilagine: – – – articolare ialina, fibrosa, elastica, • La Cartilagine articolare ricopre le estremità delle ossa che si articolano l’una con l’altra a formare giunti diartrodiali. • La Fibrocartilagine si trova – – – • La Fibrocartilagine – – • forma anche i menischi interposti tra la cartilagine articolare di alcuni giunti e compone il rivestimento esterno dei dischi interverebrali, l’anulus fibrosus. La Cartilagine elastica si trova – – – • ai margini di alcune cavità di giunto (giunto temporomandibolare ), nelle capsule di giunto, e in corrispondenza delle inserzioni dei Legamenti e dei tendini nelle ossa. nell’orecchio esterno, nella cartilagine delle tube di Eustachio, ed in certe parti della laringe. Nei giunti diartrodiali, la Cartilagine articolare svolge due funzioni primarie: – – distribuire i carichi agenti sul giunto sopra una vasta area, riducendo così gli sforzi sostenuti dalle superfici di contatto del giunto; e (consentire il movimento relativo tra le opposte superfici del giunto con minimi attrito ed usura. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 63 A) fotomicrografia, B) rappresentazione schematica. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 64 Distribuzione spaziale della rete di Collagene Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 65 Organizzazione strutturale Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 66 Comportamento biomeccanico • Durante l’articolazione del giunto, le forze applicate sulla superficie del giunto possono variare da quasi zero a più di 10 volte il peso del corpo. • Anche l’area della superficie di contatto varia in una maniera complessa e tipicamente essa è dell’ordine di alcuni centimetri quadrati. • È stato stimato che lo sforzo di contatto può raggiungere nell’anca un valore di picco pari a – 20 MPa durante il sollevamento da una sedia e – 10 MPa durante la salita delle scale. • Pertanto, la Cartilagine articolare, in condizioni di carico fisiologiche, è un materiale fortemente sollecitato. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 67 Prova di punzonamento Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 68 Comportamento viscoelastico • Quando è applicato un carico di intensità costante, il materiale inizialmente risponde con una deformazione elastica relativamente grande. • Il carico applicato produce gradienti di pressione nel fluido interstiziale, e le variazioni della pressione costringono il fluido a scorrere attraverso e fuori dalla matrice cartilaginea. • Se il carico è mantenuto, l’entità della deformazione cresce con una velocità decrescente. La deformazione tende verso uno stato di equilibrio allorché le variazioni di pressione all’interno del fluido si dissipano. • Quando il carico applicato è rimosso (fase di scarico), si verifica un recupero elastico istantaneo che è seguito da un recupero più graduale che conduce ad un completo recupero. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 69 Modello di solido viscoelastico La risposta della cartilagine caratterizzata da viscosità e recupero può essere qualitativamente rappresentata dal modello di solido viscoelastico a 3 parametri, che consiste di – una molla lineare e – di una unità di KelvinVoight connesse in serie. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 70 Prova di compressione confinata della Cartilagine in vitro (creep) Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 71 Risposta viscosa bifase della Cartilagine articolare in compressione • Nell’istante t0 si applica al tessuto uno sforzo costante di compressione (σ0) (punto A in figura) e si lascia che il tessuto subisca una deformazione viscosa fino alla deformazione finale di equilibrio (ε∞). • Come illustrato nei diagrammi in alto, il creep è causato dal deflusso del fluido interstiziale. Il deflusso è inizialmente molto rapido, come evidenziato dalla alta velocità iniziale decrescente deformazione, e poi diluisce gradualmente finché avviene la cessazione del flusso. • Durante il creep, il carico applicato alla superficie è equilibrato – – dallo sforzo di compressione sviluppato dentro la matrice solida Collagene-PG e dalla resistenza attritiva generata dal flusso del fluido interstiziale durante il deflusso. • Il creep cessa quando lo sforzo di compressione sviluppato dentro la matrice solida è sufficiente a equilibrare da solo lo sforzo applicato; • a questo punto non c’è più flusso di fluido e si raggiunge la deformazione di equilibrio ε∞. • All’equilibrio, non sussiste flusso di fluido e pertanto la deformazione di equilibrio può essere usata per misurare il modulo di elasticità intrinseco a compressione della matrice solida di Collagene e PG. • Il valore medio di esso per la Cartilagine articolare nell’incavo della rotula umana 0.53 MPa. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 72 Prova di accorciamento confinato della Cartilagine in vitro (rilassamento) Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 73 Risposta di rilassamento bifase della Cartilagine articolare in compressione • Al tessuto si applica a velocità costante uno sforzo di compressione (linea t0-A-B della figura in basso a sinistra) finché non si raggiunge il valore u0 dello spostamento; oltre il punto B, si mantiene costante u0. • Per la Cartilagine articolare, la tipica risposta in sforzo causata da questa deformazione imposta è mostrata nella figura in basso a destra. Durante la fase di compressione, lo sforzo cresce con continuità fini a che non si raggiunge il valore σ0, corrispondente a u0, mentre – durante la fase di rilassamento dello sforzo – lo sforzo decresce con continuità lungo la curva B-C-D-E finché non si raggiunge il valore di equilibrio dello sforzo σ∞. • I meccanismi responsabili per la crescita ed il rilassamento dello sforzo sono illustrati nella porzione inferiore della figura precedente. Come è illustrato nei diagrammi in alto, la crescita dello sforzo nella fase di compressione è associata con il deflusso del fluido, mentre il rilassamento dello sforzo è associato con la redistribuzione del fluido all’interno della matrice solida porosa. • Durante la fase di compressione, l’elevato sforzo è generato dal deflusso forzato del fluido interstiziale e dalla compattazione della matrice solida vicino alla superficie. Il rilassamento dello sforzo è a sua volta causato dalla “chiamata in causa” della regione caratterizzata da forte compattazione vicino alla superficie della matrice solida. • Questo processo di rilassamento dello sforzo cessa quando lo sforzo di compressione sviluppato dentro la matrice solida uguaglia lo sforzo generato dal modulo di elasticità intrinseco a compressione della matrice solida corrispondente alla deformazione congruente con lo spostamento u0. • L’analisi di questo processo di rilassamento dello sforzo conduce alla conclusione che in condizioni di carico fisiologiche, difficilmente si manterranno livelli eccessivi di sforzo poiché il rilassamento dello sforzo attenuerà rapidamente lo sforzo sviluppato dentro il tessuto; questo deve necessariamente condurre ad un rapido allargamento dell’area di contatto nel giunto durante l’articolazione. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 74 Curva sforzo-deformazione a trazione per la Cartilagine articolare in condizioni di velocità di deformazione bassa e costante Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 75 Curva sforzo-deformazione a trazione per la Cartilagine articolare • Come altri Tessuti Biologici fibrosi (Tendini e Legamenti), la Cartilagine articolare tende a irrigidirsi al crescere della deformazione quando questa diventa grande. Pertanto, nell’intero intervallo di deformazione (fino a 60%) a trazione, la Cartilagine articolare non può essere descritta da un solo modulo di Young. • Piuttosto, per descrivere la rigidezza a trazione del tessuto, si deve usare un modulo tangente, definito dalla inclinazione del la retta tangente alla curva sforzodeformazione. • Questo risultato fondamentale ha dato luogo all’ampio intervallo del modulo di Young, da 3 a 1000 MPa, riportato per la Cartilagine articolare in trazione. • A livelli di deformazione fisiologici, tuttavia, il modulo di Young varia nell’intervallo 5÷10 MPa, pari a circa il 15% del valore nel tratto lineare. • Dal punto di vista morfologico, la causa che spiega la forma della curva sforzodeformazione a trazione per grandi deformazioni è illustrata nei diagrammi sulla destra della figura precedente: – – • la regione iniziale soffice è dovuta allo strecciamento e al riallineamento delle fibre di Collagene durante la porzione iniziale dell’esperimento a trazione, e la regione finale lineare è dovuta allo stiramento delle fibre di Collagene raddrizzate e allineate. Il collasso avviene quando tutte le fibre di Collagene contenute nel campione si sono rotte. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 76 Comportamento a trazione della Cartilagine articolare Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 77 Allineamento delle fibrille di Collagene a trazione Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 78 Comportamento della Cartilagine articolare a taglio puro G = 1 ÷ 3 MPa Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 79 Comportamento della Cartilagine articolare a taglio puro • A trazione e a compressione si possono determinare solo le proprietà elastiche intrinseche all’equilibrio della matrice solida di Collagene-PG. Ciò è dovuto al fatto che quando un materiale è soggetto a trazione o compressione uniassiale, avviene sempre una variazione di volume. Questa variazione di volume provoca il flusso del fluido interstiziale e induce effetti viscoelastici bifase dentro il tessuto. • Se, tuttavia, la Cartilagine articolare è provata a taglio puro in condizioni di deformazioni piccole, all’interno del materiale non si producono gradienti di pressione o variazioni di volume; quindi, non avviene alcuno flusso di fluido interstiziale. Pertanto, al fine di stabilire le proprietà viscoelastiche intrinseche della matrice solida del Collagene-PG si può ricorrere ad un esperimento a taglio puro i condizioni stazionarie. • Una sottile “pastiglia” di tessuto è assoggetta ad un taglio stazionario sinusoidale. In un esperimento di questo tipo, il campione di tessuto è trattenuto tra due piatti porosi scabri con un valore preciso di compressione. L’eccitazione sinusoidale ha una frequenza variabile tra 0.01 e 20 Hz. L’intensità della deformazione angolare varia da 0.2 a 2.0 %. • Il valore del modulo di rigidezza tangenziale G così misurato varia tra da 1 a 3 MPa. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 80 Tendini, Legamenti e Capsule dei Giunti • Le tre principali strutture che circondano da presso, connettono, e stabilizzano i giunti del sistema scheletrico sono: – i Tendini, – I Legamenti e – le Capsule dei Giunti. • Sebbene queste strutture siano passive e non possono contrarsi attivamente generando forze (cioè, non producono attivamente il moto come fanno invece i Muscoli, che sono tessuti attivi e possono produrre forze), ciascuna gioca un ruolo essenziale nel moto dei Giunti. • I Tendini e i Legamenti sono tessuti connettivi fibrosi, composti di fibre di Collagene arricciate circondate da sostanza fondamentale. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 81 Legamenti e Capsule dei Giunti, che connettono l’Osso con l’Osso, hanno il ruolo di: – – – – aumentare la stabilità meccanica dei Giunti, di guidare il loro moto, di prevenire spostamenti eccessivi, di trasmettere forze da un Osso all’altro. • Legamenti e Capsule dei Giunti agiscono come vincoli statici. • In confronto ai Tendini, i Legamenti spesso contengono una maggiore proporzione di fibre elastiche che giustifica la loro più elevata estensibilità ma più basse rigidezza e resistenza. • I Legamenti sono deformabili e flessibili, consentendo i movimenti naturali delle ossa alle quali sono attaccati. • Le proprietà meccaniche dei Legamenti sono qualitativamente simili a quelle dei Tendini. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 82 La funzione dei Tendini è quella di attaccare il muscolo all’Osso e di trasmettere forze di trazione dal Muscolo all’Osso stesso, aiutando così ad eseguire il moto del Giunto, e a mantenere la postura del Corpo. • I Tendini e i Muscoli formano l’unità Muscolo-Tendine, che agisce come un vincolo dinamico. Il Tendine fa sì che il Muscolo si trovi ad una distanza ottimale dal giunto sul quale esso agisce senza richiedere una eccessiva lunghezza di muscolo tra l’origine e l’inserzione. • Attorno a molti Giunti del Corpo umano, non c’è spazio sufficiente per attaccare più di uno o due Muscoli. Questo richiede che uno o più Muscoli devono sopportare forti carichi con intensità di sforzo anche maggiori in regioni più vicine agli innesti ossei dove le aree della sezione trasversale dei Muscoli sono piccole. • In confronto ai Muscoli, i Tendini sono più rigidi, hanno maggiore resistenza alla trazione, e quindi possono sopportare sforzi maggiori. Pertanto, intorno alle giunzioni dove lo spazio è limitato, gli innesti dei Muscoli alle Ossa sono fatti di Tendini. I Tendini sono capaci di sopportate carichi molto grandi con deformazioni molto piccole. Questa proprietà dei Tendini rende capaci i Muscoli di trasmettere forze alle Ossa senza sprecare energia per stirare i Tendini. • I Tendini sono abbastanza forti per sostenere le elevate forze di trazione che risultano dalla contrazione muscolare durante il moto del Giunto eppure sono sufficientemente flessibili per formare angoli intorno alla superficie dell’Osso e per piegarsi in modo da variare la direzione finale del tiro del Muscolo. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 83 Composizione strutturale di Tendini e Legamenti Componente Legamento [%] Tendine [%] 20 20 80 80 60 ÷ 80 60 ÷ 80 Solidi: 20 ÷ 40 20 ÷ 40 Collagene: 70 - 80 un po’ maggiore I tipo 90 95 ÷ 99 III tipo 10 1÷5 20 ÷ 30 un po’ minore Materiale cellulare: Fibroblasto Matrice extracellulare: Acqua Sostanza fondamentale Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 84 Struttura di Legamenti a base di Collagene e Tendini Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 85 Microarchitettura del Tendine Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 86 Orientazione strutturale delle fibre Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 87 Curva sforzo-deformazione a trazione di un Tendine Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 88 La curva sforzo-deformazione a trazione per tessuti ricchi di Collagene quali i Tendini ed i Legamenti è di tipo nonlineare come mostrato nella figura precedente. Tale comportamento è simile a quello delle fibre sintetiche, come si vedrà in Cap. VI BioMateriali artificiali. • La prima parte della curva rappresenta l’allineamento delle fibre di Collagene nella direzione di applicazione del carico. • Vi è poi una zona caratterizzata da un tratto abbastanza lineare in cui si ha il massimo valore della pendenza della curva; in quanto tratto la maggior parte delle fibre vengono deformate lungo il loro asse. • L’ultima parte della curva, caratterizzata da una progressiva riduzione di pendenza, rappresenta la rottura di singole fibre fino alla completa rottura del tendine. • Il valore massimo della pendenza della curva è di circa 1 GPa, valore che coincide con il modulo di elasticità di una fibra di Collagene. • Si consideri anche che a causa delle proprietà viscoelastiche del Collagene, il suo modulo di elasticità aumenta con la velocità di deformazione. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 89 Allungamento a velocità di deformazione costante su Tendine di Coniglio Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 90 Allungamento a velocità di deformazione costante su Tendine di Coniglio • La struttura e la composizione chimica di Tendini e Legamenti sono identici nell’essere umano ed in molte specie di animali, quali topi, conigli, cani, e scimmie. Pertanto, le estrapolazioni riguardanti queste strutture negli esseri umani possono essere effettuate dai risultati di studi su queste specie di animali. • La prima regione della curva carico-allungamento percentuale è rivelatrice di una risposta “soffice”. Si pensa che l’allungamento che i manifesta in questa regione sia dovuto a modificazioni nelle modalità di ondulazione delle fibre di Collagene disposte in una configurazione di rilassamento. In questa regione, il tessuto si stira facilmente, senza molta forza, e le fibre di Collagene diventano rettilinee e perdono la loro apparenza ondulata al crescere del carico. Qualche dato, tuttavia suggerisce che questo allungamento sia da attribuire principalmente allo scorrimento tra le fibrille e alla variazione angolare della Sostanza fondamentale tra le fibrille. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 91 Allungamento a velocità di deformazione costante su Tendine di Coniglio • Al crescere del carico, la rigidezza del tessuto aumenta e un forza progressivamente maggiore è richiesta per produrre un allungamento specifico d’eguale valore. • Al crescere della deformazione (1.5÷4%), al tratto “soffice” fa seguito una regione lineare più rigida, caratterizzata da un improvviso aumento della pendenza della curva. • Per grandi allungamenti specifici, la curva carico-allungamento percentuale può interrompersi bruscamente o puntare verso il basso, come risultato di cambiamenti irreversibili (rottura). Quando la curva diventa parallela all’asse dell’allungamento percentuale, il corrispondente valore del carico è indicato col simbolo Plin. • Il punto in corrispondenza del quale si raggiunge questo valore è il punto di plasticizzazione per il tessuto. L’energia immagazzinata fino a questo punto è rappresentata dall’area sottesa dalla curva dall’origine fino alla fine della regione lineare, individuata da Plin. • Una volta che sia stata superata la regione lineare, il collasso delle fascine di fibre avviene in maniera impredicibile. Con il raggiungimento del carico massimo che riflette la resistenza ultima a trazione del campione, il collasso completo si manifesta rapidamente, e la capacità del Tendine o Legamento si sostenere carichi è sostanzialmente ridotta. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 92 Micrografia elettronica di fibre di Collagene di Legamenti di ginocchio umano • Le fibre di Collagene hanno una forma – A, “ondosa”, a riposo – B, “stirata” sotto carico. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 93 Il Ligamentun flavum umano, che connette longitudinalmente due archi vertebrali adiacenti nella porzione posteriore della spina dorsale, presenta una curva carico-allungamento molto diversa da quelle tracciate nelle figure precedenti, che invece si applicano a Tendini e a Legamenti delle estremità. • Nella prova di trazione di un Ligamentum flavum umano, l’allungamento percentuale può raggiungere il 50% prima che la rigidezza aumenti apprezzabilmente. • Oltre questo punto, la rigidezza cresce vistosamente al crescere del carico ed il Legamento si rompe bruscamente, una volta raggiunto Pmax, con poca deformazione ulteriore. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 94 Prova a trazione monotonica su Ligamentum flavum umano Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 95 Isteresi nella prova di trazione ciclica su Legamenti del ginocchio Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 96 Isteresi nei Legamenti • La proporzione di proteine elastiche nel Legamenti e nelle Capsule è estremamente importante per la piccola deformazione elastica che essi devono sopportare durante gli allungamenti e per l’immagazzinamento e la perdita di energia. • Durante il carico e lo scarico di un Legamento tra due limiti di allungamento, le fibre elastiche consentono al materiale di ritornare alle sue forma e dimensione originali dopo essere stato deformato. • Nel frattempo, parte dell’energia spesa è immagazzinata; ciò che rimane rappresenta l’energia persa durante il ciclo, detto di isteresi: L’area racchiusa dal ciclo rappresenta l’energia dissipata. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 97 Carico fisiologico nei Tendini e nei Legamenti • In condizioni fisiologiche normali in vivo, Tendini e Legamenti sono soggette a sforzi la cui intensità è appena un terzo o addirittura un quarto del valore della resistenza ultima a trazione: σphys = 1/4 ÷ 1/3 σult • Il limite superiore per la deformazione fisiologica in Tendini e Legamenti (nella corsa e nel salto, per esempio) è da 2 a 5%: εphys = 2 ÷ 5 % • I Legamenti si deformano elasticamente fino a deformazioni di circa εy=0.25 (circa 5 volte la deformazione di plasticizzazione dei Tendini) e sforzi di circa σy=5 MPa: εy (Legamenti) = 25 % ≅ 5 (Tendini), σy = 5 MPa Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 98 Curve sforzo-deformazione idealizzate per Tendine o Legamento per differenti velocità di deformazione sotto carico monotonico Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 99 Le curve idealizzate sforzo-deformazione mostrate nella figura precedente illustrano la risposta idealizzata di un Legamento o Tendine ad un carico monotonamente crescente entro l’intervallo fisiologico di carico al variare della velocità di deformazione. • Si noti la peculiare forma nonlineare delle curve caratterizzate da una regione di bassa rigidezza vicino all’origine. • La regione suddetta è attribuita al raddrizzamento dallo stato di riposo delle fibre di collagene increspate. • Fuori dalla regione in questione la risposta è praticamente lineare. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 100 Comportamento viscoelastico di Legamenti e Tendini Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 101 Il comportamento viscoelastico di Legamenti e Tendini si manifesta nel fatto che una parte dell’energia fornita per stirarli si dissipa nel provocare il flusso della sostanza fondamentale, mentre la restante parte è immagazzinata nel tessuto stirato. • Quando Tendini e Legamenti sono soggetti al velocità di deformazione (o di carico) crescenti, la porzione lineare della curva sforzo-deformazione diventa più ripida, segnalando una maggiore rigidezza del tessuto alle più alte velocità di deformazione. Con più elevate velocità di deformazione, Legamenti e Tendini immagazzinano più energia, richiedono più forza per rompersi, e subiscono maggiori allungamenti. • Durante una prova di rilassamento dello sforzo, il carico è arrestato in condizioni di sicurezza al di sotto della regione lineare della curva sforzo-deformazione e la deformazione è mantenuta costante per un lungo periodo di tempo. Lo sforzo dapprima decresce rapidamente e poi più lentamente. Quando la prova di rilassamento dello sforzo è ripetuta ciclicamente, la diminuzione dello sforzo diventa meno pronunciata. • Durante una prova di creep, il carico è arrestato in condizioni di sicurezza al di sotto della regione lineare della curva sforzo-deformazione e lo sforzo è mantenuto costante per un lungo periodo di tempo. La deformazione dapprima aumenta rapidamente (in senso relativo) e poi sempre più lentamente. Quando questa prova è ripetuta ciclicamente, l’aumento della deformazione diventa meno pronunciato. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 102 Prova di trazione in vitro su Legamento crociato anteriore umano Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 103 I meccanismi di danno e collasso sono simili per Legamenti e Tendini, pertanto la descrizione seguente del danno e del collasso del Legamento è generalmente applicabile anche al Tendine. • Quando un Legamento è sottoposto in vivo ad un carico che supera il limite fisiologico, ha luogo un microcollasso anche prima che sia raggiunto il punto di plasticizzazione (Plin). Quando si supera Plin, il Legamento comincia a subire un collasso globale e contemporaneamente il giunto comincia a spostarsi in maniera abnorme. Questo spostamento può anche provocare il danno delle strutture limitrofe, come la Capsula del giunto, i Legamenti adiacenti, e i vasi sanguigni che riforniscono queste strutture. • La figura precedente mostra la curva carico-spostamento per il Legamento Crociato Anteriore del ginocchio umano; essa è stata divisa in tre regioni, corrispondenti rispettivamente a: – – – – (1) carico applicato durante prove cliniche, (2) carico agente durante l’attività fisiologica, e (3) carico provocante danno a partire dal microcollasso fino ad arrivare alla rottura completa. Il microcollasso comincia anche prima che il limite di carico fisiologico sia superato e può avvenire durante tutto l’intervallo fisiologico. • Il carico ultimo a trazione varia da 340 a 390 N. • I Legamenti si rompono ad uno sforzo di circa 20 MPa. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 104 Curve sforzo-deformazione di carco e scarico per Tendine o Legamento sotto carico ciclico Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 105 Durante prove cicliche di Legamenti e Tendini, nel caso in cui i carichi siano applicati e rimossi ad intervalli precisi, la curva sforzodeformazione è traslata verso destra lungo l’asse della deformazione con ciascun ciclo di carico, rivelando la presenza di una componente non elastica (plastica). • L’ammontare della deformazione permanente progressivamente maggiore con ogni ciclo di carico. • Al progredire del carico ciclico, il campione mostra anche un aumento nella rigidezza come risultato della deformazione plastica (dislocazione molecolare). • Microfratture possono manifestarsi entro l’intervallo fisiologico se si impone un carico frequente su una struttura già danneggiata dove la rigidezza è diminuita. • Il ciclo di isteresi nella figura precedente è una caratteristica chiave della risposta di un materiale viscoelastico e indica pure la capacità del materiale di dissipare l’energia immagazzinata. Questa dissipazione di energia si manifesta in vari modi, incluse la generazione di calore e l’accumulo di danno. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L (non recuperabile) è 106 Diagramma idealizzato sforzo-deformazione a trazione per un Tendine in condizioni fisiologiche Legamenti: Deformazione limite elastica 25 % = 5 volte quella dei Tendini, Sforzo limite elastico 5 MPa. Tendini e Legamenti: Sforzo fisiologico 1/4 - 1/3 sforzo ultimo. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 107 La curva sforzo-deformazione a trazione per un Tendine in condizioni fisiologiche è il risultato dell’interazione tra le fibre elastiche di fibrina e le fibre viscoelastiche di Collagene. • Per basse deformazioni (fino a circa 5 %), dominano le fibre elastiche meno rigide e l’arricciamento delle fibre di collagene viene stirato; pertanto, la forza richiesta per stirare il Tendine è molto modesta. • Il Tendine diventa più rigido allorché l’arricciamento è del tutto stirato. Allo stesso tempo, la sostanza fluida in cui sono immerse le fibre di Collagene tende a fluire. • Per deformazioni più alte, pertanto, la natura rigida e viscoleastica delle fibre di Collagene comincia a prendere una porzione crescente del carico applicato. • Si noti che la forma della curva sforzo-deformazione nella figura precedente è tale che l’area sottesa dalla curva è considerevolmente piccola. In altre parole, l’energia immagazzinata nel Tendine per stirare il Tendine stesso ad un certo livello di sforzo è molto minore dell’energia immagazzinata per stirare un materiale elastico lineare (con un diagramma sforzo-deformazione che è una linea retta) al medesimo livello di sforzo. Pertanto, il tendine ha una resilienza più alta rispetto ai materiali elastici lineari. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 108 Curve sforzo-deformazione per il Tendine per due diverse velocità di deformazione sotto carico monotonico Quando il Tendine è stirato rapidamente, c’è minore possibilità che la sostanza fondamentale fluisca, e di conseguenza il tendine diventa più rigido. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 109 Curve sforzo-deformazione di carico e scarico per il Tendine sotto carico ciclico Il ciclo di isteresi mostrato in figura attesta i comportamenti di carico e scarico dipendenti dal tempo del Tendine. Si noti che nello stiramento del Tendine è speso un lavoro maggiore di quello che si recupera quando al Tendine è concesso di rilassarsi, e, pertanto, nel processo è dissipata una quota parte di energia. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 110 I tessuti ricchi di elastina sono: – i Vasi sanguigni, – alcuni Legamenti, – i Muscoli. Essi subiscono grandi deformazioni quando sono sottoposti a relativamente piccoli carichi. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 111 Struttura di un Vaso arterioso 1) tunica intima; 2) tunica media; 3) tunica avventizia. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 112 Comportamento elastico delle grandi Arterie e loro ruolo nello smorzamento della pulsatilità del flusso di sangue in uscita dal ventricolo sinistro. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 113 Composizione di differenti tipi di Vaso sanguigno Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 114 Composizione di differenti tipi di Vaso sanguigno Diametro d e spessore s: 1) aorta; 2) arteria; 3) arterìola; 4) sfintere precapillare; 5) capillare; 6) venula; 7) vena; 8) vena cava; en) endotelio; el) tessuto elastico; mu) tessuto muscolare; fi) tessuto fibroso. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 115 Composizione di differenti tipi di Vaso sanguigno Resistenza dei BioMateriali • Le arterie di grosso calibro (aorta, succlavia, etc.) hanno una tunica media prevalentemente elastica; • le arterie di medio e piccolo calibro (omerale, radiale, femorale, poplitea, etc.) hanno una tunica media prevalentemente muscolare e • le arterìole, che hanno il ruolo di regolare la distribuzione di sangue nei differenti distretti restringendosi o dilatandosi, hanno una tunica media ad elevato contenuto muscolare. BioMateriali naturali L 116 Comportamento meccanico a trazione dell’aorta addominale (di cane) in direzione longitudinale (1) e radiale (2) Resistenza dei BioMateriali • Il comportamento meccanico dei vasi sanguigni è fortemente anisotropo In genere nei differenti punti del sistema arterioso, la quantità relativa di elastina diminuisce al diminuire del diametro del vaso. • Nelle arterie di diametro superiore a 1 mm lo strato più interno della parete è nutrito dal sangue che scorre nell’arteria stessa mentre gli strati più esterni hanno una loro rete vascolare costituita dai vasa vasorum. • Il comportamento meccanico dei vasi sanguigni è fortemente anisotropo. Infatti si nota un comportamento più rigido in direzione longitudinale rispetto alla direzione radiale come mostrato nella figura precedente nel caso di aorta addominale di cane. BioMateriali naturali L 117 Il sistema muscolare consiste di 3 tipi di Muscolo: 1. il Muscolo cardiaco, che compone il cuore, 2. il Muscolo liscio (non striato o involontario), che fodera gli organi interni cavi; 3. e il Muscolo scheletrico (striato o volontario), che si attacca allo scheletro per mezzo dei tendini. • Il Muscolo scheletrico è il tessuto più abbondante nel corpo umano, costituendo dal 40 al 45% del peso totale del corpo. • I Muscoli scheletrici compiono lavoro: – dinamico, che permette • • • la locomozione, il posizionamento e l’assetto dei segmenti del corpo nello spazio; – statico, che mantiene la postura del corpo. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 118 Composizione e struttura del Tessuto muscolare Resistenza dei BioMateriali • A. Una fascia di tessuto connettivo fibroso, lo epimisio, circonda il muscolo, che è composto di molti fascicoli. I fascicoli sono inglobati in un rivestimento costituito da un denso tessuto connettivo, il perimisio. • B. I fascicoli sono composti di fibre muscolari, che sono cellule multinucleate lunghe e cilindriche. Tra le singole fibre muscolari ci son i vasi sanguigni capillari. Ciascuna fibra muscolare è circondata da un tessuto connettivo lasco chiamato endomisio. • Appena dietro l’epimisio giace il sarcolemma, un sottile rivestimento elastico con avvolgimenti il quale incapsula l’interno della fibra. Ciascuna fibra muscolare è costituita da numerosi delicati filamenti – miofibrille, l’elemento contrattile del muscolo. BioMateriali naturali L 119 Composizione e struttura del Tessuto muscolare Resistenza dei BioMateriali • C. Le miofibrille consistono di filamenti più piccoli che formano un modulo a bande ripetitivo lungo la miofibrilla La singola unità di questo modulo che si ripete in serie è detto sarcomero. Il sarcomero è un’unità funzionale del sistema contrattile del muscolo • D. Il modulo a bande del sarcomero è formato dall’organizzazione di filamenti sia spessi sia sottili, composti delle proteine miosina e actina, rispettivamente. I filamenti di actina sono attaccati ad una estremità ma sono libere lungo la loro lunghezza di interlacciarsi con i filamenti di miosina. I filamenti spessi sono arrangiati in un modo esagonale. Una sezione trasversale attraverso la superficie di sovrapposizione mostra i filamenti spessi circondati da sei filamenti sottili equispaziati. BioMateriali naturali L 120 Composizione e struttura del Tessuto muscolare Resistenza dei BioMateriali • E. Le molecole a forma di “lecca-lecca” di ciascun filamento di miosina sono arrangiate in maniera tale che le lunghe code formano un fascio con le teste, o ponti trasversali, che si proiettano da esso. I ponti trasversali in una direzione lungo una metà del filamento e nell’altra direzione lungo l’altra metà. Nella figura à mostrata solo una porzione di una metà di un filamento. I ponti trasversali sono un elemento essenziale nel meccanismo di contrazione muscolare, estendendosi all’esterno per interlacciarsi con i siti ricettori sui filamenti di actina. • Ciascun filamento di actina è una doppia elica, che appare come due fili di perline che si avvolgono a spirale una sull’altra. Due proteine addizionali, tropomiosina e troponina, sono associate con l’elica di actina e giocano un ruolo importante nel regolate l’interlacciamento dei filamenti di actina e miosina. La tropomiosina è una lunga catena peptide che giace nei solchi tra le eliche di actina. La troponina è una molecola globulare attaccata ad intervalli regolari alla tropomiosina. BioMateriali naturali L 121 Struttura del Sarcomero Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 122 Modello strutturale del Sarcomero • • Resistenza dei BioMateriali L’unità Muscolo-Tendine può essere schematizzata come costituita da un componente contrattile (CC) in parallelo con un componente elastico (PEC) ed in serie con un altro componente elastico (SEC). Il componente contrattile è rappresentato dalle proteine contrattili della miofibrilla , actina e miosina. (I ponti trasversali di miosina possono presentare una certa elasticità.) Il componente elastico in parallelo comprende il tessuto connettivo che circonda le fibre muscolari (epimisio, perimisio, e endomisio) e il sarcolemma. Il componente elastico in serie è rappresentato da Tendini. BioMateriali naturali L 123 Curva sforzo attivo-lunghezza di una parte di una fibra muscolare Resistenza dei BioMateriali • Lo sforzo tetanico[1] isometrico[2] è strettamente collegato al numero di ponti trasversali sul filamento di miosina sovrapposto al filamento di actina. • Lo sforzo è massimo in corrispondenza della lunghezza di riposo del Sarcomero (2 µm), dove la sovrapposizione tra filamenti di actina e di miosina si sviluppa per l’intera loro lunghezza ed il numero di ponti trasversali è massimo, e cade a zero in corrispondenza della lunghezza per la quale non si ha più sovrapposizione (3.6 µm). BioMateriali naturali L 124 Curva sforzo attivo-lunghezza di una parte di una fibra muscolare Resistenza dei BioMateriali • Lo sforzo decresce anche quando la lunghezza del Sarcomero è ridotta al di sotto di quella di riposo, cadendo bruscamente a 1.65 µm e annullandosi del tutto a 1.27 µm, poiché l’estesa sovrapposizione interferisce con la formazione di ponti trasversali. • La relazione strutturale di filamenti di actina e miosina nelle varie fasi dell’accorciamento e dell’allungamento del Sarcomero è rappresentata sotto la curva. I filamenti di actina e di miosina sono indicati con i simboli A e M rispettivamente, mentre la lettera Z denota la già citata “linea Z”. BioMateriali naturali L 125 Sforzo • • • [1] tetanico: • Maggiore è la frequenza dello stimolo delle fibre muscolari, maggiore è lo sforzo prodotto globalmente dal muscolo Tuttavia, esiste una frequenza massima oltre la quale lo sforzo nel muscolo non aumenta ulteriormente. Quando questo sforzo limite è raggiunto come reazione alla somma di stimoli inviati in successione, allora si dice che il muscolo è contratto tetanicamente. Resistenza dei BioMateriali [2] isometrico: I Muscoli non sono sempre direttamente coinvolti nella produzione di movimenti dei Giunti. Essi possono esercitare azioni di restrizione o di mantenimento, come quelle necessarie per mantenere il Corpo in una posizione eretta opponendosi alla forza di gravità. Nella contrazione isometrica, il muscolo tende ad accorciarsi (cioè le miofibrille si accorciano e così facendo stirano il componente elastico in serie, producendo pertanto uno sforzo), ma esso non supera il carico e non causa movimento, invece, esso produce un momento che sostiene il carico in una posizione fissata (ad esempio, mantiene la postura) poiché non ha luogo alcuna variazione nella distanza tra i punti di attacco dei muscoli. BioMateriali naturali L 126 Sforzi attivo e passivo Resistenza dei BioMateriali • Gli sforzi attivo e passivo esercitati dall’intero muscolo mentre si contrae isometricamente e tetanicamente sono riportati in funzione della lunghezza del muscolo. • Lo sforzo attivo è prodotto dai componenti contrattili del Muscolo, mentre lo sforzo passivo è prodotto dai componenti elastici in serie e in parallelo, quando il muscolo è stirato oltre la sua lunghezza di riposo BioMateriali naturali L 127 Sforzi attivo e passivo Resistenza dei BioMateriali • Maggiore è l’entità dello stiramento, maggiore è il contributo del componente elastico allo sforzo totale. • La forma della curva attiva è generalmente la stessa in muscoli diversi e rispecchia la curva delle singole fibre, mentre la curva passiva, e quindi anche la curva totale, varia in funzione della quantità di tessuto connettivo (componente elastico) che il muscolo contiene. BioMateriali naturali L 128 Curva carico-velocità Resistenza dei BioMateriali • Nella figura precedente, la curva carico-velocità è generata tracciando la velocità del moto del braccio di leva del Muscolo in funzione del carico esterno. • Quando il carico esterno applicato al Muscolo è trascurabile, il Muscolo si contrae concentricamente[1] alla massima velocità. • Al crescere Muscolo si lentamente. BioMateriali naturali L del carico il accorcia più 129 Curva carico-velocità Resistenza dei BioMateriali • Quando il carico esterno eguaglia la forza massima che il Muscolo può esercitare, il Muscolo non riesce ad accorciarsi (cioè, ha velocità nulla) e si contrae isometricamente. • Quando il carico è ulteriormente aumentato, il Muscolo si allunga Questo eccentricamente[2]. allungamento è più rapido con carico maggiore. BioMateriali naturali L 130 Contrazione • [1] Concentrica: • [2] Eccentrica: • Quando il Muscolo sviluppa uno sforzo sufficiente a superare la resistenza del segmento di Corpo, il Muscolo si accorcia e provoca il movimento del Giunto. Il momento generato dal Muscolo ha lo stesso verso della variazione angolare del Giunto. Un esempio di contrazione concentrica è l’azione del Quadricipite nell’estensione del Ginocchio quando si salgono le scale. • Quando un Muscolo non può sviluppare sufficiente sforzo ed è soverchiato dal carico esterno, esso progressivamente si allunga invece di accorciarsi. Il momento del Muscolo ha verso opposto rispetto alla variazione angolare del Giunto. Uno scopo della contrazione eccentrica è quello di decelerare il moto Giunto. Per esempio, quando si scendono le scale, il Quadricipite lavora eccentricamente per decelerare la flessione del Ginocchio, decelerando pertanto l’arto. Lo sforzo che esso applica è minore della forza di gravità che tira il Corpo verso il basso, ma è sufficiente per consentire un abbassamento controllato del Corpo. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 131 Relazione forza-tempo Resistenza dei BioMateriali • Curva forza-tempo per un intero Muscolo che si contrae isometricamente. • La forza esercitata dal Muscolo è maggiore quando il tempo di contrazione è più lungo poiché è necessario del tempo affinché lo sforzo creato dai componenti contrattili sia trasferito al componente elastico in parallelo e quindi al componente elastico in serie, allorché l’unità MuscoloTendine è stirata. BioMateriali naturali L 132 Effetto dell’architettura di muscoli scheletrici isometrici e isotonici [1] • Relazione forza-lunghezza per fibre di diversa lunghezza. • Le fibre più corte hanno una maggiore area della sezione trasversale fisiologica (PCSA), mentre quelle più lunghe possiedono un’area minore. [1] La contrazione isotonica avviene quando lo sforzo nel Muscolo è costante durante un intervallo del moto del Giunto. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 133 Effetto dell’architettura di muscoli scheletrici isometrici e isotonici • Relazione forza-velocità per fibre di diversa lunghezza. • Le fibre più corte hanno una maggiore area della sezione trasversale fisiologica (PCSA), mentre quelle più lunghe possiedono un’area minore. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 134 Effetto della fatica Resistenza dei BioMateriali • Fatica in un Muscolo che si contrae isometricamente. • Quando la stimolazione prolungata avviene ad una frequenza che supera la capacità del Muscolo di produrre una quantità di ATP (Adenosina TriPhosfato) sufficiente per la contrazione, allora la produzione dello sforzo diminuisce ed alla fine cessa del tutto. BioMateriali naturali L 135 Nervi periferici e spinali • A fini puramente descrittivi, il sistema nervoso può essere diviso in due parti: – il sistema nervoso centrale, costituito da cervello e corda spinale, e – il sistema nervoso periferico composto da vari nervi che si estendono dal cervello e dalla corda spinale. • I nervi spinali si dividono in due rami principali: – dorsale e – ventrale. • Entrambi i sistemi contengono non solo fibre nervose ma anche elementi di tessuto connettivo e strutture vascolari che penetrano attraverso le fibre nervose. • I nervi possiedono alcune speciali proprietà anatomiche che possono servire a proteggerli dal danno meccanico, come ad esempio quello causato da stiramento o schiacciamento. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 136 Nervi periferici: cellula nervosa • Il termine fibra nervosa è riferito al processo allungato, detto assone, che si estende dal corpo della cellula nervosa. • La maggior parte degli assoni dei nervi periferici sono circondati da una guaina multistrato segmentata: la mielina, prodotta dalle cellule di Schwann. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 137 Nervi periferici: cellula nervosa • Tra i segmenti ricoperti di mielina ci sono restringimenti non rivestiti di mielina, detti nodi di Ranvier. Le fibre nervose sono strettamente impacchettate in fascicoli, i quali sono a loro volta organizzati in fascine che costituiscono il nervo stesso. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 138 Segmento di nervo periferico • Le singole fibre del nervo sono collocate all’interno del endoneurium. • Esse sono strettamente impacchettate in fascicoli, ciascuno dei quali è rivestito di una robusta guaina, il perineurium. • Una fascina di fascicoli è immersa in un tessuto connettivo lasco, lo epineurium. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 139 Segmento di nervo periferico • Vasi sanguigni sono presenti in tutti gli strati del nervo: – A, arterìole (ombreggiate); – V, venule (non ombreggiate). • Le frecce indicano la direzione del flusso sanguigno. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 140 Comportamento biomeccanico • I nervi non sono materiali omogenei isotropi ma, piuttosto, strutture composite, con ciascun tessuto componente avente le sue tipiche proprietà biomeccaniche. • I tessuti connettivi perineurium sono longitudinali. dello epineurium principalmente e dello strutture • Stati di sforzo: – Trazione, – Compressione radiale, – Compressione laterale. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 141 Curva sforzo-deformazione di un nervo della tibia di un coniglio Resistenza dei BioMateriali • Quando si applica una forza di trazione ad un nervo, un iniziale piccolo allungamento del nervo sotto un carico molto piccolo è seguito da un intervallo nel quale sforzo ed allungamento mostrano una relazione lineare caratteristica di un materiale elastico. • Quando si raggiunge il limite della regione lineare, le fibre del nervo cominciano a rompersi all’interno dei tubi dello endoneurium e all’interno del perinurium. Le guaine dello perineurium si rompono per un allungamento specifico compreso nell’intervallo 25÷30% (deformazione ultima) rispetto alla lunghezza in vivo. BioMateriali naturali S 142 Curva sforzo-deformazione di un nervo della tibia di un coniglio Resistenza dei BioMateriali • Dopo questo punto in poi, c’è una disintegrazione delle proprietà elastiche, e il nervo si comporta quasi come un materiale plastico (cioè, la sua risposta alla rimozione del carico è un recupero incompleto). • Sebbene esistano variazioni nella resistenza a trazione dei vari nervi, l’allungamento massimo al limite elastico è circa 20%, e il completo collasso strutturale sembra avvenire all’allungamento massimo compreso nell’intervallo 25÷30%. Questi valori si riferiscono a nervi sani; il danno ad un nervo può indurre cambiamenti nelle sue proprietà meccaniche, in particolare aumentare la rigidezza e ridurre la regione di elasticità. BioMateriali naturali L 143 Sutura delle due estremità di un nervo tagliato sotto moderata trazione Resistenza dei BioMateriali è una situazione di stiramento di considerevole interesse clinico. Questa situazione si presenta quando esiste uno iato importante nella continuità del tronco del nervo e il ripristino della continuità richiede di riportare le estremità del nervo a coincidere. • La moderata, graduale trazione applicata in questi casi al nervo può stirare e piegare i vasi sanguigni che apportano localmente il nutrimento. • Questa trazione può anche essere sufficiente a ridurre l’area della sezione trasversale dei fascicoli e a danneggiare il flusso capillare nutritivo intraneurale. BioMateriali naturali L 144 Sutura delle due estremità di un nervo tagliato sotto moderata trazione • La figura precedente mostra una rappresentazione schematica di un nervo periferico e del suo rifornimento sanguigno nelle tre fasi durante lo stiramento. – Fase I: I vasi sanguigni (S) sono normalmente avvolti per consentire il movimento fisiologico del nervo. – Fase II: per un allungamento gradualmente crescente, questi vasi diventano stirati e il flusso sanguigno in loro è danneggiato. – Fase III: L’area della sezione trasversale del nervo (rappresentata nel cerchietto) è ridotta durante lo stiramento e il flusso sanguigno intraneurale è ulteriormente danneggiato. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 145 Sutura delle due estremità di un nervo tagliato sotto moderata trazione • La completa cessazione di tutto il flusso sanguigno nel nervo solito avviene in corrispondenza di un allungamento specifico di circa il 15%. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 146 Compressione • Nel considerare gli effetti meccanici sulla compressione del nervo, occorre tenere ben a mente che l’effetto di una data pressione dipende dal modo nel quale è applicata, dalla sua intensità e dalla sua durata. • Sebbene la pressione possa essere applicata con una varietà di distribuzioni spaziali, nelle condizioni patologiche e negli apparati sperimentali si incontrano essenzialmente due tipi di applicazioni della pressione: – uniforme, e – laterale. Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 147 Deterioramento della funzione del nervo durante la compressione radiale Resistenza dei BioMateriali • La compressione radiale uniforme è applicata intorno all’intera circonferenza di un segmento longitudinale di un nervo dal comune tourniquet pneumatico, mostrato in figura. • Dal punto di vista clinico, questa condizione di carico su un nervo si presenta ad esempio quando la pressione sul nervo mediano è elevata nel tunnel carpale, producendo una sindrome caratteristica. BioMateriali naturali L 148 Deterioramento della funzione del nervo durante la compressione radiale • • Resistenza dei BioMateriali L’analisi al microscopio elettronico della deformazione di fibre nervose indotta dalla compressione ha dimostrato il cosiddetto “effetto bordo”, cioè una particolare lesione ad entrambi i bordi del segmento di nervo compresso: i nodi di Ranvier sono spostati verso le parti non compresse del nervo, mentre le fibre nervose al centro del segmento compresso, dove la pressione sferica è più alta, di solito non sono interessate in forma acuta. Le fibre nervose di grande diametro sono di solito più penalizzate, mentre le fibre più sottili sono risparmiate. BioMateriali naturali L 149 Deterioramento della funzione del nervo durante la compressione radiale Resistenza dei BioMateriali • Questa osservazione sperimentale concorda con il risultato teorico secondo il quale le fibre nervose più grandi subiscono una deformazione relativamente più grande di quella che affligge le fibre più sottili, a parità di compressione. • Le lesioni delle fibre nervose sembrano esser la conseguenza del gradiente di pressione, che è massimo proprio ai bordi del segmento compresso. BioMateriali naturali L 150 Compressione radiale uniforme: campo di spostamento Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 151 Nella compressione radiale uniforme come quella applicata da un tourniquet pneumatico nella figura precedente, la sezione trasversale del nervo e dell’estremità tende a rimanere circolare ma diminuisce in diametro nella regione caricata. • Resistenza dei BioMateriali Poiché il materiale dei tessuti è relativamente incompressibile, questa compressione radiale richiede una protrusione del tessuto stesso sotto il tourniquet, spostandolo verso l’esterno dalla linea centrale verso ciascuna delle estremità libere. BioMateriali naturali L 152 Compressione radiale uniforme Resistenza dei BioMateriali • Lo spostamento del tessuto balza da zero nella linea centrale al valore massimo in corrispondenza dell’estremità del tourniquet. • Questo grande spostamento, con gli sforzi tangenziali che lo accompagnano, causa l’effetto di bordo prima menzionato, che è stato osservato in esperimenti in vivo. Questa regione sopporta sia il massimo gradiente di pressione sia il massimo spostamento. BioMateriali naturali L 153 Sciatalgia per compressione laterale Resistenza dei BioMateriali • L’immagine RM mostra un’ernia del disco al livello L4-L5 con protrusione posterolaterale, che comprime lateralmente la radice sinistra L5 del nervo. • La compressione del nervo lo deforma verso una forma più ellittica, aumentando la deformazione e lo sforzo locali. Gli effetti della pressione e dello schiacciamento dovuti al carico sollecitano il tessuto del nervo, la sua nutrizione, e la funzione di trasmissione. • L’infiammazione della radice del nervo, indotta dal nucleo polposo, può sensibilizzare la radice del nervo cosicché la deformazione meccanica della radice del nervo causa la sciatalgia. BioMateriali naturali L 154 Compressione laterale Resistenza dei BioMateriali BioMateriali naturali L 155 La compressione laterale avviene se un nervo o un’estremità sono posti tra due superfici piatte rigide mosse una verso l’altra, schiacciando il nervo o l’estremità. Resistenza dei BioMateriali • Questo tipo di deformazione si manifesta se un colpo improvviso da parte di un oggetto rigido schiaccia un nervo contro la superficie di un osso sottostante. • Esso può anche verificarsi quando un nervo spinale è compresso dall’ernia di un disco intervertebrale. BioMateriali naturali L 156 La compressione laterale non produce necessariamente un moto assiale del materiale, ma essa può semplicemente deformare la sezione trasversale trasformandola da quasi circolare a quasi ellittica, come mostrato nella figura precedente. • Resistenza dei BioMateriali In questo tipo di compressione, nella direzione ortogonale alla direzione di compressione (x), il nervo deve estendersi. Questa estensione è illustrata dal movimento del punto G in G’ durante la compressione. Nello stesso istante il punto A si muove in A’, indicando accorciamento o compressione. BioMateriali naturali L 157 Compressione laterale Resistenza dei BioMateriali • Il grado di compressione può essere misurato per mezzo del rapporto massimo di estensione (λ), che è definito come il diametro massimo diviso per il diametro iniziale del nervo. • Le forme calcolate teoricamente sono mostrate per valori di λ di 1.1, 1.3, e 1.5. I risultati teorici mostrati nella figura sono basati sulla teoria dell’elasticità. Il punto B si muove in B’, C si muove in C’, e così di seguito durante la deformazione. BioMateriali naturali L 158 Nervi spinali Resistenza dei BioMateriali • Le strutture intraspinali sono secondo il punto posteriore. • Gli archi vertebrali sono stati rimossi tagliando i peduncoli (1). • Una radice ventrale (2) ed una dorsale (3) del nervo si dipartono dalla corda spinale sottoforma di filamenti (4). BioMateriali naturali L nervose mostrate di vista 159 Nervi spinali Resistenza dei BioMateriali • Prima di lasciare il canale spinale, la radice dorsale forma un rigonfiamento detto ganglio (5), che contiene i corpi delle cellule sensoriali, prima di formare il nervo spinale (6) insieme alla radice del nervo ventrale. • Le radici dei nervi sono ricoperte da un sacco , detto teca (7) o con estensioni di questo sacco chiamate maniche della radice nervosa. BioMateriali naturali L 160 Carico ultimo di radici nervose spinali umane Resistenza dei BioMateriali • Il diagramma illustra i valori per il carico ultimo ottenuto per radici nervose spinali umane sotto carico di trazione • • INR, radici nervose intratecali; FNR, radice nervosa foraminale. • Si noti la marcata differenza nel carico ultimo per le porzioni intratecali e foraminali delle radici nervose. • Le barre di errore indicano la deviazione standard. BioMateriali naturali L 161 Deformazione ultima di radici nervose spinali umane Resistenza dei BioMateriali • Il diagramma illustra i valori per la deformazione ultima ottenuta per radici nervose spinali umane sotto carico di trazione • • INR, radici nervose intratecali; FNR, radice nervosa foraminale. • Le barre di errore indicano la deviazione standard. BioMateriali naturali L 162 Prova sperimentale Resistenza dei BioMateriali • La figura mostra un disegno schematico di una prova sperimentale. La cauda equina (A) è compressa da un palloncino gonfiabile (B) che è fissato alla spina da due puntine a forma di L (C) ed da un piatto di plexiglas (D). • Lo schiacciamento delle strutture nervose è osservato mediante un microscopio attraverso il palloncino trasparente. BioMateriali naturali L 163 Degradazione della velocità di conduzione del nervo dovuta a Resistenza dei BioMateriali • • • nucleo polposo (1), compressione (3) combinazione di nucleo polposo e compressione (2). • Il costrittore consiste di un guscio metallico esterno che sul lato interno è coperto di un materiale che espande nel tempo quando è in contatto con fluidi. • A causa del guscio metallico, il materiale espande verso l’interno, risultando in una compressione della radice del nervo posizionato nell’apertura centrale del costrittore. BioMateriali naturali L 164