Via Roma, 44 Bevilacqua (VR) - ITALIA ESEMPI DI PROGETTAZIONE IMPIANTISTICA ESEMPIO DI PROGETTAZIONE E3 IMPIANTO A VENTILCONVETTORI ED ARIA PRIMARIA INDICE GENERALE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Generalità Analisi dell’utenza ai fini delle scelte impiantistiche Parametri di progetto Calcolo dei carichi termici estivi ed invernali: analisi dei risultati Scelta della tipologia di impianto Individuazione dei trattamenti termofisici Selezione dei terminali d’impianto Sistema di distribuzione, ripresa ed espulsione dell’aria – dimensionamento dei canali 9. Selezione del condizionatore centrale 10. Dimensionamento delle reti idriche di alimentazione del circuito ventilconvettori, radiatori, batterie 11. Dimensionamento centrale termica e frigorifera 12. Sistema di regolazione dell’impianto Allegato 1 Allegato 2 : Trasmittanze delle strutture : Tabulati di calcolo tabulato 1 : Calcolo dei carichi invernali dell'edificio tabulato 2 : Calcoli dei carichi estivi dell'edificio pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. 4 5 6 9 10 13 19 pag. 27 pag. 35 pag. 44 pag. 52 pag. 60 pag. 63 pag. pag. 68 74 Indice delle tavole grafiche Tavola T0 Tavola T1 Tavola T2 Tavola T3 Tavola T4 Tavola T5 : schema funzionale generale : rete canalizzazioni e tubazioni piano interrato : rete tubazioni piano terra : rete tubazioni piano primo : rete canalizzazioni piano terra : rete canalizzazioni piano primo 2 Indice delle tabelle Tabella 1 Tabella 2 Tabella 3 Tabella 4 Tabella 5 Tabella 6 Tabella 7 Tabella 8 Tabella 9 Tabella 10 Tabella 11 Tabella 12 Tabella 13 Tabella 14 Tabella 15 Tabella 16 : portate di aria esterne (UNI10339) : ricambi d'aria in m3/h per persona : fattore di by-pass (BF) : potenza frigorifera e termica richiesta ai ventilconvettori : livelli di rumorosità accettabili in ambiente : prestazioni dei ventilconvettori (funzionamento estivo) : dimensionamento dei ventilconvettori : caratteristiche delle bocchette di immissione aria : perdite di carico nei canali di mandata : portata aria dei condizionatori serie NCT : caratteristiche delle batterie di scambio termico : prestazioni di ventilatori : caratteristiche dei componenti del condizionatore : dimensionamento di un circuito idrico dei ventilconvettori : selezione gruppo frigorifero : coefficiente (E) di espansione dell'acqua pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. 7 7 13 20 22 24 26 28 34 35 36 39 40 51 56 58 pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. 11 14 15 30 31 32 43 46 47 48 49 50 62 Indice delle figure Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 Figura 9 Figura 10 Figura 11 Figura 12 Figura 13 : diagramma delle temperature dei fluidi dell'impianto : trasformazioni estive sul diagramma psicrometrico : trasformazioni invernali sul diagramma psicrometrico : diagramma dimensionamento canali circolari : conversioni di canali circolari in rettangolari equivalenti : coefficiente di perdita di carico concentrata nei canali : dimensioni del condizionatore : diagramma perdite carico tubazioni : coefficiente di perdita di carico concentrata : coefficiente di perdita di carico concentrata : resistenza al passaggio dei fluidi : circuiti a iniezione : schema di regolazione condizionatore centrale 3 1 GENERALITÀ L'evoluzione della richiesta dell'utenza verso tipologie di impianto di climatizzazione che garantiscano condizioni microclimatiche di benessere soddisfacenti, ha comportato, particolarmente in edifici multipiano con elevato affollamento o comunque soggetti a presenza continua di persone, la necessità di garantire il raggiungimento di alcuni obiettivi altrimenti non conseguibili con tipologie di impianto più semplici quali quella a soli ventilconvettori. Si tratta in particolare di assicurare, le seguenti esigenze: - il rinnovo dell'aria negli ambienti senza necessità di aperture periodiche delle finestre, particolarmente fastidiose nella stagione invernale; - il controllo della purezza dell'aria immessa, tramite adeguata filtrazione dell'aria esterna, aspetto particolarmente importante nelle aree urbane a causa dell'inquinamento atmosferico presente; - la pressurizzazione dell'edificio per ridurre l'infiltrazione di aria esterna non trattata. D'altra parte si é continuato ad utilizzare, come terminale d'ambiente il ventilconvettore in relazione alle ampie possibilità di regolazione della temperatura ambiente che questo apparecchio consente, nonché alle caratteristiche di contenimento degli spazi tecnici occupati e di facilità di trasporto a distanza dei fluidi termovettori rispetto ad altre tipologie impiantistiche (impianti a tutta aria). Si é così assistito ad un notevole sviluppo delle applicazioni di impianti integrati a ventilconvettori con aria primaria; dove i due componenti non operano l'uno indipendente dall'altro, ma interagiscono, tramite opportune regolazioni, in modo da conseguire un controllo contemporaneo e continuo dei parametri rilevanti ai fini del benessere ambientale (temperatura, umidità relativa, velocità e purezza dell'aria, rumorosità). 4 2 ANALISI DELL'EDIFICIO AI FINI DELLE SCELTE IMPIANTISTICHE La scelta della soluzione impiantistica da proporre per garantire il raggiungimento di condizioni termico igrometriche di benessere all'interno di un edificio, si basa sull'analisi preliminare di una serie di caratteristiche dell'edificio; le principali sono: - localizzazione (latitudine, altitudine s.l.m.) - orientamento, forma, altezza e vicinanza ad altri edifici - destinazione/i d'uso L'edificio nel quale é previsto di realizzare l'impianto é situato in pianura in una località a 45 gradi di latitudine nord ed e caratterizzato da una forma ad L con il braccio verticale orientato a Nord. La costruzione si sviluppa su due piani fuori terra destinati ad uffici ed un piano seminterrato destinato ad autorimessa e locali tecnici. L'involucro edilizio é realizzato con struttura portante a pilastri e travi in calcestruzzo con pareti di tamponamento in muratura, tramezzature in laterizio e copertura piana. I serramenti sono di tipo metallico con vetro-camera. Il dettaglio delle caratteristiche termofisiche delle principali strutture edilizie impiegate per la realizzazione dell'edificio é riportato nell'allegato 1; i valori di trasmittanza unitaria ivi risultanti sono stati utilizzati nelle successive elaborazioni. La suddivisione dei locali ai vari piani e la relativa numerazione identificativa é riportata nelle tavole grafiche allegate. 5 3 PARAMETRI DI PROGETTO Condizioni termico igrometriche esterne Vengono assunte a base di calcolo le condizioni tipiche di Padova (in particolare riferite al mese di Luglio per la situazione estiva) e cioè: Estate: t = 32 °C u.r. = 50% Inverno: t = -5 °C u.r. = 90% Escursione termica giornaliera 11 °C. Condizioni termico igrometriche interne Le condizioni termico igrometriche da utilizzare come dati di progetto vanno fissate tenendo presenti tutta una serie di fattori che determinano, secondo quanto indicato dalle ricerche di Fanger la sensazione di benessere ambientale, quali il tipo di attività svolta mediamente nell'edificio (attività sedentaria d'ufficio), la temperatura media radiante (tmr) delle superfici che racchiudono i vari ambienti (nel caso in esame stante la tipologia delle murature e la non eccessiva quantità di superficie vetrata si può ritenere che la temperatura media radiante sia molto prossima alla temperatura ambiente), il tipo vestiario degli occupanti e la velocità dell'aria negli ambienti. Nella situazione estiva, si ritiene pertanto accettabile mantenere una temperatura interna di 26 °C con una umidità relativa variabile dal 40% al 60%, considerando che le persone abbiano vestiti leggeri (0,5 Clo) e la velocità dell'aria non superi i 0,15 m/s. Nella situazione invernale, in presenza di persone con un vestiario più pesante (1,2 Clo) la temperatura interna dovrebbe essere di circa 21 °C. Dato però che a termini di legge é imposto il valore di 20 °C, non é possibile superare questo limite e pertanto si é costretti consigliare, eventualmente un adeguamento del vestiario (1,5 Clo). Presenza di persone Nei singoli locali é prevista la presenza di persone in proporzione a circa 1 persona ogni 8 m² salvo specifiche esigenze per i locali di riunione. Ai fini delle considerazioni che si andranno ad effettuare di seguito e tenendo conto di quanto espresso riguardo al rinnovo dell'aria, si ricorda che una persona che svolga attività sedentaria produce, nelle condizioni termico-igrometriche estive previste circa 65 Watt di calore sensibile e 70 Watt di calore latente. Nella stagione invernale il carico latente prodotto da ciascuna persona é di circa 45 W, mentre quello sensibile è di 90 W. Il calore sensibile non è comunque considerato ai fini del calcolo. Tassi di ricambio e di infiltrazione dell'aria Il ricambio dell'aria nei locali adibiti ad ufficio o assimilabili, sarà garantito dall'impianto di aria primaria. 6 La quantità di aria di rinnovo immessa nei singoli locali può essere valutata in relazione al numero di persone presenti nei singoli ambienti e/o al loro volume e destinazione. Un supporto normativo specifico é dato dalla norma UNI 10339 da cui è tratta la tabella 1. Tabella 1 - Portate di aria esterna Volumetria disponibile V/n (m3/persona) < 15 15 – 45 > 45 Caso A Gs (m3/h persona) 25 30 - V/3n 15 Caso B Gs (m3/h persona) 50 2(30 - V/3n) 30 V = volume lordo del(i) locale(i) (m3); n = numero di persone presenti; Gs = portata volumica specifica di aria esterna. I valori riportati nella colonna "Caso A" si applicano ai locali nei quali é vietato fumare. I valori riportati nella colonna "Caso B" si applicano ai locali nei quali é consentito fumare e ai locali nei quali vengono svolte attività sportive o assimilabili. Per i locali in cui è consentito fumare, necessita fare riferimento alla legge 16/01/2003 n° 3 art. 51 (G.U. 20/01/2003) e successiva modifica nella legge n° 306 del 31/10/2003 e al D.P.C.M. 23/12/2003. Valori tipici di tassi di ricambio dell'aria derivati dalla pratica progettuale corrente sono raccolti nella tabella 2. Tabella 2 - Ricambi d'aria in m3/h per persona (o Volumi ambiente/h) Descrizione dei locali Appartamenti Stanze da bagno Cucine e gabinetti Banche Istituti di bellezza Laboratori Magazzini deposito Farmacia Magazzini di vendita dettaglio Negozio da barbiere Ospedali – sale operatorie Ospedali - stanze degenze Ospedali - infermerie per contagiosi Ospedali - infermerie per partorienti Ospedali – corsie Ristoranti - caffè Ristoranti - sale da pranzo Sale da cocktail Sale da riunione Stanze d'albergo Teatri Uffici generali Uffici privati Stabilimenti e bagni idroterapici valore ottimale (m3/h) 35 2 Vol/h 3-5 Vol/h 18 17 34 13 20 17 25 100% aria est. 50 60 65 34 30 30 68 60 40 30 25 30 2 vol/h valore minimo (m3/h) 17 1 Vol/h 1 Vol/h 12 13 25 8 15 13 20 40 17 20 20 42 30 30 20 15 20 2 vol/h 7 Si fa osservare che l'adozione di una portata di rinnovo pari a 25 m3/h per persona, in locali di altezza consueta (2,8 m) adibiti ad uffici e caratterizzati da indici di affollamento medio corrispondenti a 8 m² per persona, equivale ad un ricambio di 1,1 Vol/h. Con una tale portata, per controbilanciare i carichi sensibili e latenti generati dal singolo occupante, é necessario che questa aria sia immessa in ambiente con un differenziale di temperatura di circa 8 °C e con un differenziale di umidità specifica pari a circa 3,3 gr/kg a.s. Nei locali in cui é previsto esclusivamente il riscaldamento invernale ed in quelli in cui non viene immessa direttamente aria primaria, é stata considerata una infiltrazione naturale di aria dall'esterno pari a 0,5 Vol/h. Carichi di illuminazione e per apparati elettrici Per l'illuminazione degli uffici e la dotazione di apparecchiature elettriche é stato ipotizzato un carico elettrico medio distribuito di 15 W/m2; per corridoi ed atri tale carico é ridotto a 8 W/m2. Nei locali con presenza specifica di carichi elettrici é stata considerata la potenza dissipata dalle apparecchiature effettivamente installate. Schermi alla radiazione solare Per tutte le superfici vetrate é prevista la presenza di schermi interni (veneziane o tende) di colore chiaro, in grado di garantire un coefficiente di ombreggiamento (shading factor) pari a 0,54. Livello di rumorosità All'interno degli ambienti considerati il livello di pressione sonora valutato con filtro in banda A (Lp(A)) non dovrà superare il valore di 38-43 dB(A), in relazione al tipo di ufficio. 8 4 CALCOLO DEI CARICHI TERMICI ESTIVI ED INVERNALI : ANALISI DEI RISULTATI Carichi termici estivi Il calcolo dei carichi termici estivi (locale per locale e massimo contemporaneo dell'intero edificio) é stato effettuato mediante il programma MASTER di AERMEC basato sull'impiego delle differenze di temperatura equivalenti e dei fattori di accumulo dei carichi radiativi dovuti all'irraggiamento solare e all'illuminazione. I risultati riepilogativi dei calcoli sono raccolti nei tabulato 2 dell'allegato 2. (pag. 74) Analizzando questi risultati, congiuntamente alla pianta dell'edificio é possibile evidenziare come i locali sui lati ovest ed est dell'ala nord abbiano il massimo carico termico estivo rispettivamente alle ore 17 e alle ore 9. Per l'ala est dell'edificio invece i carichi massimi si verificano rispettivamente alle ore 15 per il lato nord e alle ore 14 per il lato sud. Come rilevabile dal tabulato 2 dell'allegato 2, nel suo complesso l'edificio ha il carico frigorifero massimo contemporaneo per dispersioni sensibili pari a 47613 W, che si verifica alle ore 16; alla medesima ora il carico latente risulta di 10052 Watt. La variabilità del carico é essenzialmente legata al modificarsi nell'arco della giornata del contributo della radiazione solare incidente sulle diverse pareti ed al progressivo cambiamento della temperatura esterna. L'effetto dei carichi dovuti alle persone ed alle dispersioni elettriche é invece considerato costante nell'arco della giornata. Il funzionamento dell'impianto é stato ipotizzato per 12 ore al giorno. Carichi termici invernali Il calcolo dei carichi termici invernali é stato effettuato mediante il programma MASTER di AERMEC basato sulla norma UNI 7357/74 per il calcolo delle dispersioni termiche con le verifiche previste dalla legge 10/91 (vedi legge 373/76 e successivi decreti di attuazione) per quanto riguarda i coefficienti volumici di dispersione dei singoli locali e dell'intero edificio. I risultati riepilogativi dei calcoli sono raccolti nel tabulato n. 1 dell'allegato 2. (pag. 68) 9 5 SCELTA DELLA TIPOLOGIA DI IMPIANTO Alla luce dei risultati dei calcoli si è tenuto conto: - della particolare conformazione dell'edificio caratterizzato da diverse esposizioni; - della non elevata quantità di superfici vetrate per cui non vengono a determinarsi, nelle varie stagioni, situazioni critiche nei riguardi delle dispersioni di calore o delle rientrate per irraggiamento solare; - che non sono disponibili nell'edificio spazi tecnici e passaggi sufficienti per la realizzazione di un impianto a tutta aria; - che la gran parte dell'edificio é adibita ad uffici individuali o collettivi; si indirizza perciò la scelta impiantistica verso un impianto a ventilconvettori a due tubi con aria primaria e inversione stagionale del ciclo di funzionamento. L'impianto di aria primaria svolge le funzioni di ricambio dell'aria negli ambienti, di filtrazione dell'aria esterna, di pressurizzazione dell'edificio e di controllo dell'umidità relativa media interna. Questo controllo é effettuato indirettamente, immettendo in ambiente aria con contenuto di umidità specifica inferiore, rispetto a quello dell'ambiente, di una quantità proporzionale ai carichi latenti interni generati. Naturalmente sarà compito dell'impianto di aria primaria, e specificamente del condizionatore centrale effettuare sull'aria esterna i trattamenti opportuni affinché ciò si possa verificare. Il controllo della temperatura interna nei singoli ambienti é demandato all'impianto a ventilconvettori anche se vi può essere una notevole interazione fra i due impianti in dipendenza della temperatura di immissione dell'aria primaria in ambiente nelle varie stagioni. A questo proposito si riporta in figura 1 il diagramma teorico delle temperature dell'acqua inviata ai ventilconvettori e dell'aria primaria al variare della temperatura esterna. Il concetto espresso da questo schema é quello di avere disponibili due fluidi antagonisti, in grado di poter raffreddare o riscaldare gli ambienti a seconda delle necessità. Nel ciclo invernale i ventilconvettori sono alimentati con acqua calda e dovranno essere in grado di far fronte, nei singoli locali, al carico di dispersione verso l'esterno maggiorato del carico di raffreddamento dovuto all'immissione di aria esterna in condizioni di temperatura inferiore a quella interna di progetto. Locali con carichi interni generati particolarmente rilevanti o caratterizzati da notevole irraggiamento solare, potranno usufruire, a ventilconvettore disattivato dalla termoregolazione ambiente, del potere raffreddante dell'aria primaria. 10 Fig. 1 Nel ciclo medio stagionale la temperatura dell'acqua di alimentazione dei ventilconvettori viene abbassata ad un valore di 13 °C; nelle condizioni di progetto normalmente previste, lo scambio di calore fra batteria del terminale ed aria ambiente avviene in forma esclusivamente sensibile, senza operare la deumidificazione, che rimane compito dell'aria primaria. Quest'ultima viene inviata in ambiente, possibilmente post-riscaldata, fino a temperatura ambiente. In effetti, anche se teoricamente possibili, situazioni di necessità di riscaldamento dei locali nelle medie stagioni sono piuttosto inconsuete, specialmente se si tiene conto della presenza di carichi interni dovuti alle persone ed alla presenza di apparecchiature elettriche che dissipano calore in ambiente. Fenomeni transitori caratterizzati da brusche diminuzioni di temperatura esterna, possono trovare una compensazione nell'inerzia termica dell'edificio sempre che questo non sia una costruzione estremamente leggera e disperdente (caso questo che contrasterebbe con le vigenti normative sul contenimento dei consumi energetici per il riscaldamento degli edifici). Privilegiando il risparmio energetico piuttosto che il conseguimento di rigorose condizioni termico igrometriche interne (specialmente nei riguardi dell'umidità relativa) si può addirittura pensare a rinunciare al post-riscaldamento medio stagionale dell'aria primaria prevedendo solo una compensazione della temperatura di mandata dell'aria in funzione della temperatura esterna. Tanto più che nei periodi medio stagionali che vanno da metà aprile alla fine di maggio e da Settembre a metà ottobre la temperatura interna può essere fatta variare fra i 20 °C e i 26 °C senza alcun pregiudizio per le condizioni di benessere ambientale ed a maggior ragione si possono accettare fluttuazioni dal 40% al 60% nel valore dell'umidità relativa. Conserva invece notevole importanza l'assicurare il ricambio e la purezza dell'aria immessa all'interno dell'edificio. Nel ciclo estivo sia l'aria primaria che l'acqua di alimentazione della batteria dei ventilconvettori sono caratterizzate da potere raffreddante e contribuiscono, assieme, a fare fronte al carico frigorifero dell'ambiente. Di questo fatto si deve opportunamente tenere conto nella selezione dei ventilconvettori. 11 Si osservi inoltre come l'aria primaria viene immessa costantemente a temperature inferiori a quelle dell'ambiente e questo fatto comporta la necessità, da parte del progettista, di una attenta valutazione del posizionamento e del tipo di dispositivo di immissione da adottare, al fine di evitare reclami da parte degli utenti causati da fastidiose correnti d'aria. Nei vari locali saranno installati terminali ventilconvettori del tipo verticale a pavimento alimentati con un impianto a due tubi e con regolazione di temperatura effettuata tramite termostato ambiente agente sul ventilatore del ventilconvettore e commutazione estiva/invernale. Nei servizi igienici saranno invece installati radiatori per funzionamento in solo riscaldamento, dotati di valvola termostatica di regolazione. Tra le funzioni affidate all'aria primaria, come già anticipato, vi é anche quella di assicurare un certo livello di pressurizzazione degli ambienti per evitare (o ridurre) così le infiltrazioni di aria esterna non trattata. Normalmente si utilizza l'aria ripresa dai locali permanentemente occupati per garantire anche la ventilazione di corridoi e servizi (in particolare se questi ultimi sono ciechi). Considerando che una parte della portata d'aria immessa, corrispondente a circa 0,5 Vol/h dell'intero edificio, venga utilizzata per la pressurizzazione, la rimanente sarà aspirata attraverso i gruppi dei servizi che, nel caso in esame, sono posti ai lati del vano scala centrale di ciascun piano. La ripresa dell'aria dei singoli ambienti avverrà facendo fluire per depressione l'aria verso i corridoi centrali e verso i servizi tramite griglie di transito applicate sulle porte o più semplicemente sollevando le medesime rispetto al pavimento. Nell'uno come nell'altro caso si consiglia di verificare che la velocità dell'aria in corrispondenza al transito non superi il valore di 1,0 m/s, riferita alla sezione netta di passaggio. La portata di aria estratta dai servizi verrà espulsa all'esterno mediante due ventilatori del tipo per installazione diretta su canale (uno per ciascuna colonna di servizi), aventi funzionamento indipendente da quello della centrale di trattamento dell'aria primaria, in modo da assicurare sempre la ventilazione di questi locali. La rimanente parte di aria verrà aspirata tramite apposite griglie installate nei corridoi e ad una rete di canalizzazioni facente capo a due ventilatori del tipo a torrino, installati in copertura ed adeguatamente afonizzati. 12 6 INDIVIDUAZIONE PRIMARIA DEI TRATTAMENTI TERMOFISICI DELL'ARIA Si tratta ora di individuare i trattamenti che l'aria esterna dovrà subire per poter essere inviata in ambiente alle condizioni previste e individuate dal diagramma di figura 2. Funzionamento estivo Nel funzionamento estivo, in corrispondenza alle condizioni di progetto, si prevede di inviare in ambiente aria primaria alla temperatura di 20 °C, con un contenuto di umidità specifica che assicuri il bilanciamento dei carichi latenti generati e coincidenti, in questo caso, con quelli dovuti alla presenza di persone. Per ottenere questo risultato é necessario disporre di uno scambiatore del tipo a batteria alettata, in grado di raffreddare e deumidificare l'aria esterna. A questo proposito é opportuno richiamare i concetti di "fattore di by-pass" e di "temperatura media superficiale" di una batteria. Il fattore di by-pass é definito come rapporto fra la massa di aria che attraversa la batteria senza subire alcuna trasformazione e la massa totale di aria transitata e dipende dalle caratteristiche costruttive della batteria (quali il numero di ranghi, il diametro e la disposizione dei tubi, il passo e la forma delle alette) e dalla velocità di attraversamento della batteria da parte dell'aria. Superfici molto estese e velocità di attraversamento molto basse consentono un intimo contatto dell'aria con la batteria e quindi maggiori probabilità che si possa ottenere aria uscente a condizioni corrispondenti a quelle medie della superficie della batteria. A titolo orientativo valga la tabella 3 qui di seguito riportata, valida per batterie con geometria sfalsata (quinconce) 60 x 30 mm, con tubazione da 5/8" di diametro e passo delle alette 2,5 mm. Tabella 3 - Fattore di by-pass (BF) Velocità aria frontale m/s 2,0 2,5 3,0 4 0,23 0,27 0,31 Numero di ranghi 6 0,09 0,12 0,15 8 0,04 0,06 0,09 La temperatura media superficiale di una batteria dipende essenzialmente dalle condizioni di ingresso e uscita del fluido termovettore e dell'aria, oltre che dalle caratteristiche costruttive della batteria stessa. Tale temperatura si individua sul diagramma psicrometrico all'intersezione della curva di saturazione con una qualsiasi retta passante per il punto di ingresso dell'aria nella batteria ed avente inclinazione variabile a seconda del tipo di trattamento effettuato sull'aria. 13 Fig. 2 14 Fig. 3 15 Detta inclinazione cresce man mano che si passa da trattamenti di solo raffreddamento sensibile, caratterizzati da modeste differenze entalpiche fra le condizioni di ingresso e uscita dell'aria dalla batteria, a trattamenti che comportano notevole deumidificazione, caratterizzati da rilevanti differenze entalpiche. Viene formulato qui di seguito un criterio di massima per valutare la fattibilità di determinati trattamenti, (in particolare quelli di raffreddamento e deumidificazione), in relazione alla temperatura dell'acqua refrigerata disponibile oppure per determinare quest'ultimo parametro in funzione delle condizioni che si vogliono ottenere in uscita dalla batteria: - per trattamenti con deumidificazione molto ridotta o nulla e pertanto con salti entalpici ridotti, (tipici dei trattamenti a tutto ricircolo di aria ambiente), la temperatura media della batteria di scambio sarà intermedia fra quelle di ingresso e uscita dell'acqua refrigerata; - per trattamenti con deumidificazioni non molto elevate caratterizzati da salti entalpici medi (tipici dei trattamenti con percentuali di aria esterna inferiori al 30%) la temperatura media della batteria di scambio sarà di 0,5 ÷ 1,5 °C inferiore a quella della temperatura di uscita dell'acqua refrigerata; - per trattamenti con elevata deumidificazione, caratterizzati da salti entalpici rilevanti (tipici dei trattamento con elevato tasso di aria esterna) la temperatura media della batteria di scambio sarà di 0,5 ÷ 1,5 °C superiore alla temperatura di uscita dell'acqua refrigerata. Il caso in esame si identifica proprio con quest'ultima situazione. Noto il calore latente da asportare (10052 Watt), si deve fissare un valore di umidità specifica dell'aria immessa in ambiente che sia ottenibile con il fluido refrigerante disponibile e nelle condizioni operative della batteria di raffreddamento e deumidificazione. Facendo riferimento al diagramma psicrometrico di figura 2, fissate quindi in 7 °C e 11 °C le temperature di entrata ed uscita dell'acqua dalla batteria ed in 12 °C la temperatura media superficiale della stessa (punto R) e in 0,06 il valore del fattore di by-pass (corrispondente ad una batteria a 8 ranghi operante con una velocità di attraversamento di 2,5 m/s), risulta che la temperatura di uscita dell'aria dalla batteria sarà di circa 13 °C, cui corrisponde un contenuto di umidità di 9,2 gr/kg a.s. e un contenuto entalpico di 8,4 kcal/kg a.s.. Noto il valore dell'umidità specifica del punto (A) ambiente (26 °C con 55% U.R.), che corrisponde a 11,7 gr/kg a.s., si determina immediatamente la portata di aria necessaria in funzione del differenziale di umidità specifica disponibile di 2,5 gr/kg a.s.: Waria = (10052 x 0,86)/[0,595 x 1,2 x 2,5] = 4843 m3/h In termini di ricambio aria complessivo tale portata d'aria, arrotondata a 4850 m3/h, corrisponde a circa 1,34 Vol/h mentre in termini di ricambio per persona, equivale a circa 35 m3/h per persona, superiore al valore minimo richiesto dalla normativa di 25 m3/h per persona. Noto il valore dell'entalpia corrispondente all'aria esterna nelle condizioni di progetto (E) si può calcolare inoltre la potenza frigorifera (Pf) massima necessaria in base alla relazione: Pf = Waria x 1,2 x (he - hu) = 4850 x 1,2 x (16,9 - 8,4)/0,86 = 57523 Watt 16 Fissato in 4 °C il salto termico dell'acqua refrigerata nella batteria, consegue una portata d'acqua necessaria di 12367 l/h (3,43 l/s). Avendo stabilito in 20 °C la temperatura di minima di immissione dell'aria primaria (punto I), si può agevolmente calcolare la potenza termica necessaria per il post-riscaldamento. Risulta così: Q (post-riscaldamento estivo) = 4850 x 0,35 x (20 - 13) = 11882 Watt Ai fini del calcolo di questa potenza non si é tenuto conto del contributo fornito dal calore generato dal motore elettrico del ventilatore della centrale di trattamento dell'aria. Funzionamento invernale Anche in questa situazione l'aria esterna oltre che a provvedere al ricambio, ha il compito di equilibrare il contenuto igrometrico dell'ambiente controbilanciando gli apporti di calore latente dovuto agli occupanti. Dato però che nelle condizioni di progetto il contenuto di umidità specifica dell'aria esterna é di molto inferiore a quello previsto in ambiente, sarà necessario comunque umidificare l'aria. A tal fine il sistema maggiormente utilizzato nelle applicazioni civili é quello dell'umidificazione per saturazione. Questo processo é assimilabile ad una trasformazione termodinamica di tipo adiabatico e comporta il raffreddamento sensibile dell'aria per compensare il calore latente di vaporizzazione dell'acqua assorbita dall'aria. Il sistema di umidificazione é caratterizzato inoltre da una ben precisa efficienza, definita come il rapporto fra l'incremento di umidità specifica effettivamente ottenuta e quello massimo teorico corrispondente a portare l'aria in condizioni di saturazione (sul diagramma psicrometrico tale efficienza può essere definita dal rapporto dei seguenti DC/DS di figura 3). La temperatura di uscita dell'aria da un sistema di saturazione adiabatico é quindi determinata dal valore della temperatura di ingresso e dall'efficienza del sistema di umidificazione. Quando, come nel caso in esame, si prevede già la presenza di una batteria di post-riscaldamento per il funzionamento estivo, si utilizza la medesima batteria posta a valle del sistema di umidificazione per effettuare anche il post-riscaldamento invernale dell'aria, al fine di immetterla in ambiente in condizioni tali da non dare luogo a fastidi agli occupanti a causa della temperatura eccessivamente bassa. Si fissa in 16 °C la temperatura di immissione dell'aria in ambiente. Nel caso in esame viene impiegato un sistema di umidificazione del tipo con superficie evaporante alveolare irrorata, caratterizzato da un efficienza del 60% e alimentazione di acqua mediante ricircolo con pompa e reintegro da acquedotto. 17 Note le condizioni di ingresso dell'aria esterna invernale (E) e dell'ambiente (A), si fissa il valore dell'umidità specifica dell'aria in uscita dall'umidificatore in base al differenziale di umidità specifica richiesta per bilanciare il carico latente generato dalla presenza delle persone che, in inverno, é stato calcolato in 6031 Watt e in base alla portata d'aria prevista di 4850 m3/h comporta un differenziale di 1,75 gr/kg a.s.. Stabilita l'efficienza del sistema di umidificazione, si può individuare dal diagramma psicrometrico la temperatura di uscita dell'aria dalla batteria di preriscaldamento, che é pari a 20,7 °C (punto D di figura 3). La potenza termica della batteria sarà perciò: P (pre-riscaldamento) = 4850 x 0,35 x (20,7 + 5) = 43626 Watt Fissata la temperatura dell'acqua entrante in batteria in 75 °C, la portata di acqua calda necessaria per il preriscaldamento si calcola considerando il salto termico nella batteria, che normalmente é di 15 °C (ma può variare da 10 °C a 20 °C in relazione a esigenze specifiche). Nel caso in esame risulta così: W (pre-riscaldamento) = (43626 x 0,86) / (75 - 60) = 2501 l/h (0,69 l/s) Si può così individuare sul diagramma psicrometrico il punto “C” di uscita dell'aria dal sistema di umidificazione, pari a 14 °C e calcolare la potenza per il post-riscaldamento dell'aria fino al valore di 16 °C, previsto per l'immissione in ambiente (punto I) : P (post-riscaldamento invernale) = 4850 x 0,35 x (16 – 14) = 3395 Watt La portata d'acqua necessaria per la batteria di post-riscaldamento invernale é pertanto pari a: W (post-riscaldamento invernale) = (3395 x 0,86) / (75 - 60) = 195 l/h (0,054 l/s) mentre per la situazione estiva si devono prevedere: W (post-riscaldamento estivo) (11882 x 0,86) / (75 - 60) = 681 l/h (0,19 l/s) Risulta pertanto confermato essere più vincolante, ai fini del dimensionamento della batteria di post-riscaldamento, il caso estivo. 18 7 SELEZIONE DEI TERMINALI DI IMPIANTO Per la selezione dei modelli di ventilconvettori da prevedere vanno tenute in considerazione esigenze ed aspetti a volte tra loro contrastanti e che comunque hanno sempre ripercussioni sul risultato tecnico ed economico dell'impianto; i più importanti parametri di scelta del ventilconvettore sono: a) - la potenzialità resa alle condizioni di progetto; b) - la temperatura dell'acqua di alimentazione; c) - la portata d'acqua di alimentazione; d) - la velocità di funzionamento del ventilatore; e) - la rumorosità; f) - le modalità di installazione. Tutti questi parametri sono fra loro più o meno strettamente collegati; analizziamoli uno ad uno. a) - Potenzialità Come già accennato, ai ventilconvettori di un impianto con aria primaria viene assegnato essenzialmente il compito di controbilanciare i carichi sensibili dispersi nell'ambiente o in esso generati. Nel selezionare i vari modelli si deve tenere in considerazione che l'aria primaria é immessa in condizioni di temperatura diverse da quelle ambientali e anch'essa può apportare o sottrarre carico sensibile all'ambiente. Pertanto, una volta individuato il carico termico sensibile di ogni ambiente, si procede ad identificare la quota di esso da attribuire ai ventilconvettori. Definita con "ta" la temperatura ambiente, "Wa" la portata di aria primaria immessa in ambiente, "tai" e "tae" le temperature di immissione dell'aria primaria nel ciclo invernale nel ciclo estivo, "Qd" e "Qs" i valori massimi del carico per dispersione invernale e del carico sensibile estivo, è possibile determinare i valori minimi di potenzialità termica invernale "Q'i" ed estiva "Q'e" dei ventilconvettori in base alle relazioni: Q'i = Qd + Wa x 0,35 x (ta - tai) Q'e = Qs - Wa x 0,35 x (ta - tae) La tabella 4 riassume i risultati di queste elaborazioni applicate al caso in esame. I valori di potenzialità così individuati vanno considerati come minimi; infatti se da un lato si possono considerare di norma sufficientemente cautelativi dal punto di vista della probabilità del verificarsi delle situazioni di carico termico di progetto, é opportuno comunque mantenere un certo margine di sicurezza, normalmente pari a al 15%, per tenere nel dovuto conto condizioni più gravose di quelle di progetto e la perdita di efficienza che il ventilconvettore subisce nel tempo a causa principalmente dello sporcamento della batteria di scambio termico e delle pale del ventilatore. 19 Tabella 4 - Potenza frigorifera e termica richiesta ai ventilconvettori. LoPortata Pot. frigorif. App. frigorif. Pot. frigorifera Potenza caaria sensibile Aria primaria sensibile termica le primaria locale (estate) ventilconvettori locale N° 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 m3/h 500 70 110 0 560 0 0 0 0 0 280 0 0 0 0 0 160 70 100 0 0 70 0 0 110 180 180 180 430 0 0 430 0 0 0 0 0 280 280 0 0 0 0 0 430 0 140 70 220 0 W 3320 1418 2256 2360 2047 0 0 0 0 1252 2799 1252 0 0 0 0 1993 1247 1700 647 579 1914 0 0 1094 2034 1270 1318 2705 176 2312 1809 0 0 0 0 864 2788 1195 901 0 0 0 0 3823 1220 1336 986 2299 176 W 1050 147 231 0 1176 0 0 0 0 0 588 0 0 0 0 0 336 147 210 0 0 147 0 0 231 378 378 378 903 0 0 903 0 0 0 0 0 588 588 0 0 0 0 0 903 0 294 147 462 0 W 2270 1271 2025 2360 871 0 0 0 0 1252 2211 1252 0 0 0 0 1657 1100 1490 647 579 1767 0 0 863 1656 892 940 1802 176 2312 906 0 0 0 0 864 2200 607 901 0 0 0 0 2920 1220 1042 839 1837 176 W 4494 721 704 1486 4646 217 221 52 52 1242 1737 1242 434 39 39 39 1572 862 1905 430 570 1614 145 219 869 1364 1306 1621 2706 359 1206 3956 181 304 72 72 944 1229 944 943 348 54 54 54 3892 1232 1693 559 2131 263 Apporto Potenza frigorifero termica aria primaria ventilconvettori (inverno) W W 700 5194 98 819 154 858 0 1486 784 5430 0 169 0 135 0 135 0 32 0 1242 392 2129 0 1242 0 300 0 24 0 24 0 24 154 1726 154 1016 154 2059 0 430 0 570 98 1712 0 89 0 165 154 1023 252 1616 252 1558 252 1873 602 3294 0 263 0 1206 602 4544 0 137 0 226 0 53 0 53 0 944 392 1621 392 1336 0 943 0 226 0 40 0 40 0 40 602 4480 0 1232 196 1889 98 657 308 2439 0 263 20 b) - Temperatura del fluido termovettore Naturalmente sia nel funzionamento estivo che in quello invernale si dovranno identificare le rispettive condizioni del fluido termovettore che alimenta il ventilconvettore. La temperatura di ingresso del fluido, é uno dei fattori determinanti per poter definire la potenza termica scambiata dal ventilconvettore. Dall'analisi delle tabelle di selezione si può in sintesi rilevare quanto segue: - un aumento della temperatura dell'acqua refrigerata riduce sia la potenza sensibile che quella latente scambiata dal ventilconvettore nel funzionamento estivo; in particolare, quando la temperatura di alimentazione dell'acqua, é tale che la temperatura media superficiale della batteria di scambio eguaglia o supera quella di rugiada dell'aria entrante, si annulla completamente la potenza scambiata sotto forma latente e non si verifica alcun fenomeno di deumidificazione. (Questa prerogativa viene sfruttata negli impianti con aria primaria per limitare al solo calore sensibile lo scambio di calore del ventilconvettore con l'ambiente); - un aumento della temperatura dell'acqua calda incrementa la potenzialità termica resa dal ventilconvettore nel funzionamento invernale; oltre certi valori (indicativamente di 60-65 °C) vengono tuttavia a determinarsi alcuni fenomeni negativi, quali la tostatura del pulviscolo dell'aria, la tendenza alla stratificazione dell'aria calda, l'umidità eccessivamente bassa dell'aria uscente dal ventilconvettore, la tendenza alla pendolazione della temperatura in ambiente, che sconsigliano il funzionamento in tali condizioni. c) - Portata di acqua di alimentazione Questo parametro determina, a parità di temperatura del fluido entrante, la temperatura media della batteria e quindi incrementi della portata sono sempre favorevoli all'aumento della potenza resa, fatti salvi i limiti di perdita di carico della batteria. É evidente infatti che l'incremento di portata ha una ripercussione immediata sul dimensionamento della rete delle tubazioni e su quello delle pompe di circolazione dell'impianto ed in definitiva sul costo finale dello stesso. In senso opposto invece diminuzioni della portata d'acqua possono essere vantaggiose ai fini della riduzione dei costi di impianto fin tanto che non comportino diminuzioni tali di resa da portare alla scelta di modelli di ventilconvettori di taglia superiore. Ovviamente queste situazioni vanno valutate caso per caso. d) - Velocità di funzionamento del ventilatore Questo parametro ha una influenza apprezzabile sull'entità della potenza termica resa e, nel funzionamento in fase di raffreddamento, anche sulla ripartizione fra le componenti sensibile e latente della potenza scambiata. Nel passaggio dalla velocità massima alla minima la resa termica si riduce indicativamente del 35%. 21 Molto rilevante é l'influenza di questo parametro sulla rumorosità di funzionamento del ventilconvettore, con variazioni del livello di potenza sonora emessa, nel passaggio dalla minima alla massima velocità, di 12 - 17 db(A) a seconda dei modelli. e) - Rumorosità Il livello di rumorosità del ventilconvettore deve essere compatibile con la destinazione d'uso dell'ambiente in cui esso va installato; si devono pertanto tenere presenti le indicazioni riportate in tabella 5 avendo cura di selezionare la velocità di rotazione nominale del ventilconvettore in funzione del risultato da ottenere, determinando così la portata d'aria dell'apparecchio e di conseguenza anche la sua resa. In molti casi il fattore determinante di scelta diviene proprio la rumorosità e da essa derivano di conseguenza tutte le successive scelte (si pensi ad esempio al dimensionamento di ventilconvettori per camere di albergo di lusso). Tabella 5 - Livelli di rumorosità ambientale accettabili per differenti ambienti DESTINAZIONE DEL LOCALE Studi radiofonici, televisivi e di registrazione Sale da concerto; teatri d'opera Cinematografi; sale per conferenze Residenze: camere da letto Soggiorni Uffici: ad occupazione singola a pianta aperta Aule scolastiche Biblioteche (sale di lettura) Ospedali: camere di degenza laboratori Centri meccanografici Piscine; palestre Grandi magazzini LIVELLI ACCETTABILI DI RUMORE RC-N NC NR dB(A) 20 25 20 - 25 25 - 30 25 - 30 30 - 35 25 - 30 30 - 35 30 - 35 35 - 40 25 - 35 30 - 40 35 - 40 40 - 45 25 - 35 30 - 40 30 - 35 35 - 40 25 - 30 30 - 35 30 - 35 35 - 40 40 - 45 45 - 50 35 - 45 40 - 50 35 - 45 40 - 50 f) - Modalità di installazione dei ventilconvettori Le diverse modalità di installazione dei ventilconvettori possono avere influenza sulle prestazioni finali dell'impianto oltre che sulla scelta di altri componenti, quali ad esempio quelli relativi al tipo di regolazione. Il ventilconvettore può infatti essere installato verticalmente a parete (in vista o mascherato, in versione da incasso), oppure orizzontalmente a soffitto (in vista o in versione da incasso). Con la prima modalità di installazione possono essere utilizzate indifferentemente, sia regolazioni di tipo termostatico ad azione ON/OFF (termostato agente sull'attacco e stacco del ventilatore), sia regolazioni con valvola servocomandata, ad azione ON/OFF o modulante, agente sulla portata di acqua entrante nella batteria del ventilconvettore. 22 Unica avvertenza é, nel caso di regolazione ON/OFF, di utilizzare sensori di temperatura posti in ambiente e non sonde installate in aspirazione al ventilconvettore al di sotto della batteria in modo che evitare che, a ventilatore fermo, l'aria a contatto della batteria attraversata dall'acqua refrigerata "cada" sopra il sensore impedendo la ripartenza del ventilconvettori. La seconda modalità di installazione é tipica di edifici ristrutturati, con zone centrali utilizzate per l'installazione in controsoffitto dei nuovi impianti e quindi con mandata e ripresa dell'aria effettuate a soffitto; in questo caso é comunque preferibile adottare la regolazione con valvola, ON/OFF o modulante, che assicura costantemente il flusso d'aria in ambiente, particolarmente importante nel funzionamento invernale per evitare fenomeni di stratificazione. In ogni caso é sempre consigliabile installare il sensore di temperatura in ambiente a quota di circa 1,4 m dal pavimento. Passando ora alla selezione dei singoli ventilconvettori, si farà riferimento alla documentazione tecnica degli apparecchi AERMEC serie FCX, disponibile anche su supporto magnetico, grazie alla quale é possibile individuare esattamente le rese dei vari modelli nelle varie possibili condizioni di funzionamento. La procedura di selezione dei singoli modelli destinati ai vari ambienti non segue quasi mai un andamento univoco ma procede con successivi aggiustamenti e talvolta modifiche delle ipotesi, in modo tale da conseguire la congruenza del risultato rispetto alle esigenze, mantenendo tuttavia uniformità di condizioni di alimentazione per i singoli ventilconvettori. In corrispondenza alle condizioni interne di riferimento, che sono fissate in una temperatura a bulbo secco di 26 °C con una umidità relativa del 55%, con una temperatura a bulbo umido di 19,6 °C ed una temperatura di rugiada di 16,2 °C é sufficiente alimentare il circuito ventilconvettori per ottenere uno scambio di calore praticamente solo sensibile. In ogni caso dovrà comunque essere predisposta una rete di scarico della condensa per fare fronte a situazioni, quali quelle di messa a regime dei locali o di momentaneo aumento dei carichi latenti interni, che potrebbero comunque determinare la formazione di condensa sulla batteria del ventilconvettore. Viene poi fissato il funzionamento dei ventilconvettori normalmente alla velocità media o minima, condizioni queste mediamente accettabili per quanto concerne i limiti imposti dalla rumorosità degli apparecchi e salvo verifica da effettuare caso per caso. Il dimensionamento alla media velocità é consigliabile inoltre in quanto, in situazioni di carico interno o esterno maggiore di quello di progetto, consente di avere a disposizione localmente una riserva di potenza frigorifera o termica, che può essere utile anche in fase di messa a regime della temperatura del locale. L'ultimo parametro che rimane da fissare per procedere alla selezione del modello di ventilconvettore da installare é la portata di acqua di alimentazione. Partendo dall'assunto che detta portata deve risultare la minore possibile compatibilmente con la potenza richiesta, un criterio di dimensionamento può essere quello di fissare portate tali da dare luogo ad un salto termico massimo fisso ed uguale per tutti i ventilconvettori, ove il termine fisso si intende riferito al funzionamento estivo a carico massimo. 23 Questa soluzione determina una diversificazione notevole delle portate di acqua da prevedere per i singoli mobiletti e quindi la necessità di effettuare, per ciascun locale una selezione differenziata per ciascuna diversa potenzialità richiesta. Dal punto di vista dell'impegno progettuale questa strada anche se formalmente corretta, raramente viene applicata; si preferisce per quanto possibile, fissare in partenza le portate di acqua per i singoli modelli di ventilconvettori, verificando poi le rese fornite ed intervenendo eventualmente ad aumentare la portata d'acqua in quelle situazioni in cui un tale incremento consente ad esempio di raggiungere la potenza richiesta senza necessità di selezionare un modello di ventilconvettori di taglia superiore. La portata d'acqua che possiamo definire di primo tentativo, può essere fissata in modo tale da dare luogo ad un salto termico dell'acqua, nelle condizioni di progetto, pari a circa 5-6 °C: questo valore corrisponde a quello normalmente adottato nella prassi progettuale di questo tipo di impianto. Operando con questo criterio si può innanzi tutto stabilire, per ciascun modello di ventilconvettore, la resa "nominale nelle condizioni di progetto" da confrontare con quella richiesta. A titolo esemplificativo si riporta la tabella 6 valida per il funzionamento estivo. Tabella 6 - Prestazioni dei ventilconvettori (funzionamento estivo) Modello Portata aria FCX 17 FCX 22 FCX 32 FCX 42 FCX 50 FCX 62 FCX 82 m3/h 160 220 350 460 600 720 930 Pot. frigorif. sensibile Watt 452 687 931 1294 1702 2245 2478 Portata acqua (l/h) 150 250 300 400 450 600 600 ∆p batteria kPa 2,17 5,78 8,66 6,73 7,18 3,30 3,10 Condizioni di riferimento: Temperatura aria a bulbo secco Temperatura aria a bulbo umido Temperatura ingresso acqua Velocità di funzionamento : 26,0 °C : 19,6 °C : 13,0 °C : media É possibile, a questo punto identificare con esattezza il modello ed il numero di terminali da installare in ciascun locale dell'edificio per fare fronte ai carichi estivi. Nella quasi totalità degli impianti di questo tipo per ovvie considerazioni di semplificazione e di costo si impiegano le medesime pompe di circolazione sia per il funzionamento estivo che per quello invernale e, trascurando l'incremento di portata dovuto alla minore densità e quindi alla minore perdita di carico del circuito idraulico funzionante con acqua calda, si può considerare che nelle due situazioni, estiva ed invernale, nella rete dei ventilconvettori sostanzialmente circoli la stessa portata di acqua. 24 Per poter stabilire quale debba essere la temperatura invernale dell'acqua di alimentazione del circuito ventilconvettori é necessario individuare, per ciascuna delle scelte di abbinamento modello ventilconvettore/portata acqua già effettuate, quale deve essere la temperatura minima dell'acqua che garantisce una potenza termica almeno pari a quella richiesta nel locale in cui l'apparecchio é installato. Fra tutti i valori di temperatura risultanti si sceglierà ovviamente quello massimo, lasciando alla regolazione termostatica il compito di modulare nel tempo, con l'attacco e stacco del ventilatore, la potenza erogata in ambiente. Risulta così che la temperatura minima necessaria é di 39 °C, come risulta dalla tabella 7 che sintetizza i dati di partenza ed i risultati delle selezioni effettuate. 25 Tabella 7 - Riepilogo dei risultati del dimensionamento dei ventilconvettori Lo- Terminale cale Pot. frigorif. Pot. frigorif. Portata Potenza Potenza Temperatura sensib. richiesta sensibile resa acqua termica richiesta termica resa acqua calda °C N° N° x Mod. W W l/h W W 1 6 x FCX21 2270 3918 6 x 200 5194 7464 37 2 1 x FCX41 1271 1252 1 x 350 819 2921 < 35 3 1 x FCX80 2025 2376 1 x 500 858 5560 < 35 4 1 x FCX80 2360 2376 1 x 500 1486 5560 < 35 5 5 x FCX21 871 3435 5 x 250 5430 6650 38 6 (#) - - - 217 (#) - 7 (#) - - - 221 (#) - 8 (#) - - - 52 (#) - 9 (#) - - - 52 (#) - 10 1 x FCX41 1252 1252 1 x 350 1242 2921 < 35 11 2 x FCX41 2211 2504 1 x 350 2129 5842 < 35 12 1 x FCX41 1252 1252 1 x 350 1242 2921 < 35 13 (#) - - - 434 (#) - 14 (#) - - - 39 (#) - 15 (#) - - - 39 (#) - 16 (#) - - - 39 (#) - 17 2 x FCX31 1657 1786 2 x 250 1726 3780 < 35 18 1 x FCX41 1100 1108 1 x 250 1016 2714 < 35 19 2 x FCX31 1490 1672 2 x 200 2059 3656 < 35 20 1 x FCX21 647 653 1 x 200 430 1244 < 35 21 1 x FCX21 579 653 1 x 200 570 1244 < 35 22 2 x FCX31 1767 1786 2 x 250 1712 3780 < 35 23 (#) - - - 145 (#) - 24 (#) - - - 219 (#) - 25 1 x FCX31 863 893 1 x 250 1023 1890 < 35 26 2 x FCX31 1656 1786 2 x 250 1616 2780 < 35 27 1 x FCX31 892 893 1 x 250 1558 1890 < 35 28 2 x FCX21 940 1306 2 x 200 1873 2488 38 29 3 x FCX21 1802 2679 3 x 250 3308 3990 39 30 @ 176 - 359 - - 31 1 x FCX80 2312 2478 1 x 600 1206 5766 < 35 32 5 x FCX21 906 3265 5 x 200 4558 6220 38 33 (#) - - - 181 (#) - 34 (#) - - - 304 (#) - 35 (#) - - - 72 (#) - 36 (#) - - - 72 (#) - 37 1x FCX31 864 893 1 x 250 944 1890 < 35 38 1x FCX60 2200 2157 1 x 650 1621 4345 < 35 39 1x FCX31 607 893 1 x 250 1336 1890 36 40 1x FCX31 901 893 1 x 250 943 1890 < 35 41 (#) - - - 348 (#) - 42 (#) - - - 54 (#) - 43 (#) - - - 54 (#) - 44 (#) - - - 54 (#) - 45 5 x FCX21 2920 3265 5 x 200 4494 6220 < 38 46 1 x FCX41 1220 1191 1 x 300 1232 2874 < 35 47 2 x FCX21 1042 1306 2 x 200 1889 2448 < 35 48 1 x FCX31 839 836 1 x 250 657 1828 < 35 49 3 x FCX21 1837 2061 3 x 250 2439 3990 < 35 50 1 x FCX21 176 653 1 x 200 263 (*) valore minimo necessario; (#) solo riscaldamento con radiatori; @ solo predisposizione. 1244 < 35 26 8 SISTEMA DI DISTRIBUZIONE, RIPRESA ED ESPULSIONE DELL'ARIA PRIMARIA - DIMENSIONAMENTO DELLA RETE DI CANALIZZAZIONI Tutti i trattamenti dell'aria precedentemente definiti verranno effettuati all'interno di una apparecchiatura, la centrale di trattamento aria, da localizzare in uno specifico vano tecnico la cui posizione, all'interno dell'edificio, deve essere per quanto possibile oggetto di una attenta valutazione preliminare. Da essa infatti dipende la definizione di molti aspetti tecnici dell'impianto, che a loro volta hanno riflessi tutt'altro che trascurabili sui costi di installazione e di gestione dell'impianto stesso. La scelta più ovvia, e cioè quella che minimizza i percorsi delle canalizzazioni, va ad esempio verificata rispetto i problemi di rumorosità degli impianti e dell'eventuale costo della insonorizzazione delle apparecchiature. L'aria primaria trattata centralmente deve essere immessa in ambiente in condizioni di temperatura differenti rispetto all'aria presente nel locale (normalmente più fredda sia in estate che in inverno) e con velocità tale da assicurare la distribuzione in tutte le zone dell'ambiente. Il sistema di distribuzione dell'aria é destinato a garantire l'immissione della portata d'aria prevista con una velocità adeguata e una direzione del flusso d'aria tale da ottenere una efficace miscelazione dell'aria immessa con l'aria ambiente, senza correnti e in maniera da conseguire la maggior uniformità di temperatura nelle zone occupate. La differenza di temperatura tra i vari punti di uno stesso ambiente non dovrebbe mai essere superiore a 1,5 °C mentre la differenza di temperatura tra vari ambienti condizionati dovrebbe essere inferiore a 2,5 °C. La velocità dell'aria ideale per il benessere delle persone negli ambienti condizionati é compresa tra 0,1 e 0,3 m/s (0,3 m/s é la velocità dell'aria che può sollevare un foglio di carta leggera posato su una scrivania). Una serie di esperienze condotte in merito ha poi rilevato che una variazione della velocità dell'aria di 0,07 m/s produce sulla sensazione di benessere lo stesso effetto di una variazione di 0,5 °C di temperatura. La sensazione di benessere é influenzata anche dalla direzione del flusso d'aria, infatti é confermato che un flusso d'aria diretto verso il viso é ben tollerato, se non gradito; i flussi d'aria diretti verso i lati della testa e verso la nuca sono considerati molto fastidiosi; un flusso d'aria moderatamente discendente risulta più tollerabile di un flusso moderatamente ascendente. Queste considerazioni di ordine qualitativo vanno tenute presenti nel momento in cui si passa alla selezione dei singoli dispositivi di distribuzione dell'aria. A tal fine si ricordano alcuni concetti specificamente legati a quest'ultimo aspetto e cioè: - il lancio o gittata: cioè la distanza radiale tra il diffusore e la zona, in ambiente, in cui la velocità del getto raggiunge un determinato valore (normalmente pari a 0,25 m/s); il lancio é direttamente proporzionale alla velocità di uscita dell'aria dal dispositivo; 27 - il coefficiente di induzione: un getto d'aria immesso con una certa velocità in ambiente determina il trascinamento in moto nella stessa direzione degli strati di aria, inizialmente ferma, che circondano il getto stesso. Il rapporto fra la portata totale di aria messa in movimento grazie a questo effetto e la quantità di aria uscente dal dispositivo di immissione é detto "coefficiente di induzione". Esso é essenzialmente funzione del valore assoluto della velocità e dipende anche dalla forma dell'organo di immissione. Elevato rapporto di induzione è sinonimo di rapida miscelazione dell'aria immessa con quella ambiente e quindi di differenziali di temperatura contenuti in prossimità delle zone occupate dalle persone e comporta peraltro, normalmente, un lancio più ridotto; - la caduta del getto: é definita come la distanza, in senso ortogonale a quello del lancio che il getto d'aria percorre tra il punto di uscita dal dispositivo e la fine del lancio. La caduta é una funzione quadratica inversa della velocità e dipende anche dalla differenza di temperatura fra il getto e l'aria circostante. Passando ad affrontare il caso in esame si può notare come la distribuzione degli uffici sui due lati di un corridoio centrale favorisca l'installazione delle condotte di mandata ai vari piani nel controsoffitto del corridoio, con immissione dell'aria mediante bocchette installate a parete. Per la loro scelta va considerata la distanza fra la parete del corridoio e la parete esterna, (sulla quale é normalmente installato il ventilconvettore), selezionando il lancio in modo tale che esso copra una distanza compresa fra il 50 ed il 75% di quella che separa le apposte pareti. La caduta del lancio in locali con altezza di circa 3 m, é opportuno che non superi 1 m; con una velocità dell'aria, alla fine del lancio di circa 0,15 m/s. Le bocchette vanno installate preferibilmente in modo da sfruttare l'"effetto soffitto" che tende a mantenere il getto d'aria aderente alla superficie sovrastante. É opportuno poi che il dispositivo di immissione sia in grado di operare una buona miscelazione (induzione) dell'aria immessa con quella dell'ambiente. Nel caso in esame, si seleziona una bocchetta del tipo a doppio ordine di alette caratterizzata dalle prestazioni indicate in tabella 8. Tabella 8 - Caratteristiche delle bocchette di immissione aria Portata aria Lancio Velocità Coefficiente Perdita di terminale di induzione carico m3/h m m/s Pa fino a 50-80 3,5 0,12 4,0 8 fino a 100 4,5 0,12 5,5 14 fino a 140 5,5 0,12 4,5 15 Rumorosità dB(A) 25 29 33 Dimensionamento delle canalizzazioni Per il dimensionamento delle canalizzazioni di distribuzione, ripresa ed espulsione dell'aria possono essere adottati diversi metodi, quali quello a perdita di carico unitaria costante, quello della riduzione di velocità o quello a recupero di pressione statica. 28 I primi due, che risultano in sostanza concettualmente equivalenti, sono comunemente i più utilizzati, per le loro relativa semplicità, in impianti a bassa velocità e/o pressione, mentre il terzo trova maggiore applicazione negli impianti ad alta velocità e/o pressione. La diversificazione tra impianti ad alta e quelli a media e bassa velocità é stabilita indicativamente dal limite dei 10 m/s mentre gli impianti ad alta pressione sono quelli che prevedono in partenza ai canali pressione statiche superiori di 1000 Pa. L'esempio di cui si tratta si riferisce ad un impianto a media/bassa velocità e pressione; si adotterà, quindi per il suo dimensionamento, il metodo a perdita di carico unitaria costante. Per fare ciò é necessario innanzitutto definire la struttura topologica della rete di canalizzazioni che, partendo dalla presa di aria esterna, arriva al condizionatore centrale e dal condizionatore centrale fino al dispositivo di immissione più distante. Il ventilatore della centrale di trattamento deve sopperire alle perdite di carico di tutta la rete. Si procede quindi attribuendo ai vari rami di canalizzazione la portata d'aria di competenza in base alla distribuzione dei dispositivi terminali di diffusione dell'aria, procedendo sempre a ritroso verso il ventilatore del condizionatore centrale. I singoli tratti di canalizzazione caratterizzati da portata d'aria costante vengono dimensionati utilizzando un apposito diagramma (figura 4), valido per canali di sezione circolare; é poi possibile ricondurre il canale di sezione circolare ad una sezione rettangolare, equivalente ai fini della perdita di carico, tramite un apposita tabella (figura 5). La perdita di carico che l'aria subisce nell'attraversamento delle canalizzazioni é da attribuire a due componenti e precisamente a: - resistenze distribuite (∆pd) rappresentate dal prodotto della perdita di carico specifica (per metro di lunghezza) per la lunghezza reale dei singoli tratti a portata costante; - resistenze concentrate (∆pc) dovute alla presenza, nei tratti di canalizzazioni, di curve, cambiamenti di sezione, derivazioni e confluenze di vario genere, organi di taratura, dispositivi di mandata e/o ripresa dell'aria, nonché ogni altro componente impiantistico inserito sul flusso dell'aria (batterie di scambio termico, filtri, ecc). Queste perdite sono proporzionali alla componente dinamica del moto dell'aria secondo la relazione: ∆pc = χ x C x ( v2/2g ) dove: χ = peso specifico dell'aria C = coefficiente di perdita v = velocità dell'aria g = accelerazione di gravità. Il coefficiente C é fornito da appositi diagrammi e tabelle del tipo di quelle riportate nella figura 6. 29 Figura 4 30 Figura 5 31 Figura 6 32 Altre volte, in alternativa al coefficiente di perdita C di un pezzo speciale, viene utilizzato il parametro "lunghezza equivalente" (Le), definito come quella lunghezza virtuale che determinerebbe in un condotto rettilineo a sezione costante attraversato dall'aria con una velocità fissata, la stessa perdita di carico prodotta dal componente specifico. É sempre possibile passare dall'una all'altra formulazione della perdita di carico concentrata mediante la relazione: Le x ∆pd = χ x C x ( v2/2g ) Dopo avere effettuato il dimensionamento di ciascun tronco di canalizzazione si può calcolare la perdita di carico dell'intero sistema di distribuzione sommando le perdite relative al percorso più favorito. Si identificano così anche le differenze di pressione, crescenti man mano che ci si avvicina al ventilatore, con i circuiti meno sfavoriti. Per equilibrare le varie diramazioni della rete di canali, queste differenze possono essere compensate in diversi modi e precisamente: - dissipando l'eccesso di pressione in uno specifico organo di taratura (serranda o setto forato); - aumentando la perdita di carico distribuita nel condotto derivato, il che comporta in pratica il suo ridimensionamento. A livello progettuale il bilanciamento di una rete di canalizzazioni é un processo piuttosto impegnativo ma assolutamente necessario per assicurare la voluta distribuzione dell'aria. L'affidare la taratura alle sole serrande normalmente a corredo dei dispositivi finali di distribuzione dell'aria in ambiente, può essere accettabile solo se le differenze di pressione disponibili fra i dispositivi più favoriti ed quelli meno favoriti é dell'ordine di 20 ÷ 30 Pa. Diversamente, per valori maggiori di differenza di perdita, lo strozzamento delle serrande determinerà senz'altro un aumento della rumorosità del dispositivo finale. La tabella 9 esemplifica la metodologia di dimensionamento riferita al percorso valutato come più sfavorito, (alimentazione del locale n. 22 al piano terra), con identificazione dei singoli tronchi (riportata anche sulle tavole grafiche) per il calcolo della pressione statica necessaria a valle del ventilatore di mandata della centrale di trattamento dell'aria primaria. Con analoghe considerazioni si procede anche per la valutazione della prevalenza del/i ventilatore/i di estrazione/espulsione dell'aria; nel caso in esame sono stati adottati per lo scopo due ventilatori centrifughi a torrino, appositamente silenziati, ciascuno dei quali a servizio di uno dei due bracci dell'edificio. Questi due ventilatori (TE1 e TE2) funzioneranno contemporaneamente alla centrale di trattamento dell'aria primaria. Per l'estrazione dell'aria dei blocchi servizi verranno invece adottati dei ventilatori indipendenti, a funzionamento continuo, in modo da garantire la ventilazione permanente di questi locali. 33 Tabella 9 Perdite di carico nei canali di mandata Tratto Portata n° m3/h 1* 4860 2* 4860 3* 2420 4* 2280 5* 2000 6* 1860 7* 1010 8* 750 9* 550 10 * 350 11 * 170 12 70 13* 100 14 110 15 70 16 120 17 80 18 120 19 80 20 260 21 140 22 140 23 120 ∆p/m Pa/m 0,59 0,59 0,64 0,59 0,59 0,59 0,59 0,59 0,59 0,59 0,59 0,35 0,30 0,38 0,35 0,40 0,45 0,40 0,45 0,59 0,59 0,39 0,39 Vel. m/s 5,6 5,6 4,8 4,5 4,4 4,2 3,3 3,2 3,1 2,75 2,3 1,6 1,7 1,8 1,6 1,9 1,8 1,9 1,8 2,5 2,2 2,1 2,1 L ∅ eq. Dimens. cm m m 0,57 70 x 40 3 0,57 100 x 30 2 0,43 85 x 20 7 0,43 85 x 20 1,5 0,40 75 x 20 1,5 0,40 75 x 20 5,5 0,32 45 x 20 10,5 0,27 35 x 20 1,5 0,25 25 x 20 4,5 0,215 25 x 15 3,5 0,165 15 x 15 2,0 0,125 1,5 0,150 1,0 0,15 1,0 0,125 1,0 0,15 1,5 0,125 1,5 0,15 1,5 0,125 1,5 0,195 20 x 15 1,0 0,15 15 x 15 2,5 0,155 2,0 0,15 1,5 ∆pd Pa 1,77 1,18 4,16 0,88 0,88 3,25 6,19 0,88 2,66 2,06 1,18 0,52 0,30 0,38 0,35 0,60 0,67 0,60 0,67 0,59 1,48 0,78 0,59 C 2,3 3,8 0,7 0,25 0,5 3,6 0,5 0,6 0,6 0,6 11,8 11,8 11,8 11,8 11,8 11,8 11,8 11,8 0,9 0,4 11,4 11,8 ∆pc ∆p tot. Pa Pa 44,15 45,92 73,58 74,76 9,81 13,97 0,88 2,94 3,82 5,39 8,64 37,28 43,47 3,14 4,02 3,53 6,19 2,75 4,81 1,96 3,14 18,5 19,02 20,90 21,20 23,40 23,78 18,50 18,85 26,10 26,70 23,40 24,07 26,10 26,70 23,40 24,07 3,45 4,05 1,18 2,66 30,80 31,58 31,90 32,49 * tratti del circuito più sfavorito (∆p totale = 231 Pa) Indice dei simboli: ∆p/m : perdita di carico specifica; ∅ eq. : diametro equivalente del canale; Dim. : dimensioni canale rettangolare; ∆pd : perdita di carico distribuita; C : coefficiente di perdita concentrata; ∆pc : perdita di carico concentrata; ∆p tot. : perdita di carico totale; 34 9 SELEZIONE DEL CONDIZIONATORE CENTRALE DI TRATTAMENTO DELL'ARIA PRIMARIA Nel condizionatore centrale vengono effettuati i trattamenti termofisici dell'aria necessari per immettere in ambiente aria alle condizioni previste dai diagrammi di figure 2 e 3; ad esso inoltre é demandato il compito di effettuare la filtrazione dell'aria e di fornirle, tramite il ventilatore, l'energia per percorrere la rete di canalizzazioni. Si tratta di una apparecchiatura modulare costituita da più sezioni componibili, in relazione alle specifiche esigenze, alla successione ed al tipo di trattamento da effettuare nonché allo spazio disponibile. Sono previste normalmente le seguenti sezioni: - sezione di presa aria esterna; - sezione di miscela; - sezione di miscela-ricircolo-espulsione; - sezioni di filtrazione dell'aria specifiche per i vari filtri impiegati; - sezioni di contenimento delle batterie di scambio termico; - sezioni di umidificazione di vario tipo; - sezione con plenum multizone o doppio condotto; - sezione di contenimento del gruppo motore-ventilatore. Risultano disponibili, per specifiche applicazioni, anche sezioni di contenimento di recuperatori di calore (statici o rotativi). Anche se sulla carta un tale tipo di apparecchiatura é realizzabile esattamente su misura della singola esigenza, evidenti motivi di standardizzazione produttiva, determinano la disponibilità di un numero di grandezze ben definito e caratteristico di ciascun costruttore. Facendo riferimento alla produzione AERMEC serie CAD, si riportano nella tabella 10 le portate d'aria nominali dei vari modelli di condizionatore centrale al variare della velocità frontale dell'aria nell'attraversamento delle batterie di scambio termico. Tabella 10- Portata aria dei condizionatori NCT (m3/h) Veloc. Modello NCT 2,5 m/s 3,0 m/s 3,5 m/s 1 1134 1361 1588 Veloc. Modello NCT 2,5 m/s 3,0 m/s 3,5 m/s 15 25761 30913 36065 2 1814 2177 2540 16 0772 36927 43081 3 2505 3006 3508 4 3132 3758 4384 5 3823 4588 5352 6 4514 5417 6320 7 5089 6107 7125 8 6230 7455 8698 9 7336 8803 10270 17 31739 44566 41994 18 43187 51824 60461 19 49235 59081 68928 20 55283 66339 77396 21 61330 73597 85863 22 67379 80854 91329 23 73427 88112 102797 10 9477 11372 13268 11 10722 12866 15010 12 13851 16621 19391 13 17496 20995 24495 14 21319 25583 29847 24 79475 95369 111264 Per la selezione della centrale per l’esempio in esame si è utilizzato il programma di selezione AerNCT di Aermec, i cui risultati sono rilevabili dalla tabella 13 (pag. 40), da cui si ricava che per la portata di aria primaria prevista di é adatto il modello NCT7 con velocità di attraversamento di 2,38 m/s. 35 L'adozione di velocità frontale dell'aria sulle batterie superiori a 3 m/s é da prevedersi solo per trattamenti di raffreddamento esclusivamente sensibile e per il riscaldamento; nel caso di raffreddamento con deumidificazione le velocità consigliate vanno dai 2,3 m/s ai 2,7 m/s, sia per favorire la deumidificazione che per evitare fenomeni di trascinamento di gocce a valle della batteria. Per il dimensionamento delle batterie di scambio termico, una volta note le potenzialità termiche richieste e le condizioni operative (vedi paragrafo precedente) si tratta in sostanza di individuarne il numero di ranghi, le perdite di carico dal lato del fluido termovettore, il contenuto di acqua e la perdita di carico lato aria. A tal fine si utilizza il programma di selezione per NCT di Aermec S.p.A. La tabella 11 riassume i risultati della selezione. Tabella 11 - Caratteristiche delle batterie di scambio termico Potenza richiesta kW Potenza resa kW Numero di ranghi Passo alette mm Perdita di carico lato acqua kPa Perdita di carico lato aria Pa Contenuto d'acqua l Preriscaldamento 43,6 59,2 2 2,5 8 38 4,4 Raffreddamento 57,5 59.1 8 2,5 12 187 17,5 Post-riscaldamento 11,9 22,6 1 2,5 2 23 1,8 Una particolare attenzione é necessario porre nella scelta dei filtri da installare all'interno del condizionatore centrale. Senza entrare nel dettaglio degli aspetti teorici della filtrazione dell'aria, si ritiene utile ricordare quali sono i più comuni tipi di filtri utilizzati nel settore della climatizzazione ambientale ed il campo di applicazione in relazione alla loro efficienza. Quest'ultima grandezza si definisce come il complemento dall'unità del rapporto fra la quantità di impurità che riesce ad attraversare il filtro e la quantità totale di impurità presente nel flusso d'aria. Questo parametro non é però da solo sufficiente a identificare la qualità della filtrazione in quanto si deve definire anche la dimensione delle particelle trattenute dal filtro. Esistono pertanto diversi metodi di misura e valutazione delle caratteristiche di un mezzo filtrante. I più conosciuti sono: 1) metodi ponderali o gravimetrici: adottano per le prove una polvere sintetica di composizione appropriata e si basano sul confronto fra i pesi di polvere trattenuta e totale. Si applicano ai filtri di media efficienza per particelle di granulometria 1 micron. Si ricordano fra questi metodi l'AFI gravimetrico, il metodo ASHRAE 52-76, il metodo EUROVENT 4/5; 2) metodi opacimetrici: adottano per la prova direttamente polvere atmosferica e si basano sul rilievo dell'opacità creata su due mezzi filtranti campione posti a monte e a valle del filtro in prova e attraversati dalla stessa quantità di aria. Il metodo si applica a polveri di dimensioni da 0,5 fino a 1 micron e si adotta per la valutazione di filtri ad elevata efficienza. 36 Si ricordano fra questi metodi ancora l'ASHRAE 52-76 e il metodo EUROVENT 4/5; 3) metodi alla fiamma di sodio e al D.O.P.: si tratta di metodi di misura fotometrici che impiegano come agente "inquinante" un aerosol di particelle aventi dimensione ben definita (circa 0,3 micron). Vengono adottati per la valutazione di filtri ad elevatissima efficienza. Si ricorda, fra questi metodi, quello EUROVENT 4/4. I più comuni filtri adottati nel capo della climatizzazione ambientale sono: - filtri metallici: caratterizzati da una efficienza ponderale variabile dal 60% all'80% (EU1/EU3 secondo EUROVENT 4/5); - filtri sintetici acrilici: caratterizzati da una efficienza ponderale dall'85% al 95% (EU3/EU5 secondo EUROVENT 4/5). Sono disponibili sia in celle che in rulli; - filtri in fibra di vetro: caratterizzati da un efficienza opacimetrica (colorimetrica) dal 40% al 95% (EU5/EU9 secondo EUROVENT 4/5). Sono disponibili nelle versioni a tasche, a tasche rigide e pieghettati; - filtri semiassoluti e assoluti: caratterizzati da efficienza di tipo fotometrico variabile dal 95% al 99,999% (EU10/EU14 secondo EUROVENT 4/4). Nel caso in esame si adotterà un doppio sistema di filtrazione costituito da un banco di filtri acrilici con funzione di prefiltrazione e protezione del successivo banco di filtrazione del tipo a tasche rigide. L'ultima caratteristica del condizionatore centrale da definire é quella riguardante i ventilatori di mandata e di ripresa/espulsione, per la cui selezione é necessario conoscere la prevalenza statica utile necessaria all'impianto, data dalla somma della prevalenza statica richiesta per le canalizzazioni (che é stata precedentemente quantificata) e da quella richiesta per l'attraversamento dei vari componenti del condizionatore centrale. Questo secondo termine viene a sua volta quantificato come somma delle perdite di carico dei singoli componenti che nel caso in esame sommano a 494 Pa: - perdita di carico distribuita per attraversamento - perdita di carico nella serranda - perdita di carico prefiltri (F5) - perdita di carico filtri a tasche (FT) - perdita di carico batteria raffreddamento (8R) - perdita di carico batteria di preriscaldamento (2R) - perdita di carico batteria di post-riscaldamento (1R) - perdita di carico sezione umidificazione - perdita di carico separatore di gocce Perdita di carico totale nel condizionatore : 16 Pa : 11 Pa : 36 Pa : 142 Pa : 187 Pa : 38 Pa : 23 Pa : 25 Pa : 32 Pa _______ 520 Pa A carico del ventilatore di mandata si deve pertanto considerare una prevalenza statica complessiva di 777 Pa, (dei quali 520 Pa dovuti alla perdite interne al condizionatore, 26 Pa di pressione dinamica e 231 Pa utili per le canalizzazioni). 37 É opportuno evidenziare che, nella definizione della perdita di carico dei filtri collocati all'interno del condizionatore centrale, é buona norma tenere conto almeno di un grado di intasamento medio degli stessi; ciò al fine di evitare, da un lato un dimensionamento antieconomico del gruppo motoventilante, e dall'altro il pericolo di una drastica riduzione della portata trattata all'aumentare dell'intasamento dei filtri. Si può passare ora alla scelta del ventilatore e del relativo gruppo motore-trasmissione. I diagrammi di selezione dei ventilatori riportano normalmente in ordinata la pressione totale e che perciò si dovrà sommare ai valori di pressione statica precedentemente calcolati il valore di pressione dinamica riportato, in corrispondenza alla ascissa della portata d'aria, sul diagramma di funzionamento del ventilatore. In realtà una parte di questa pressione dinamica può essere riconvertita in pressione statica (tramite un adeguato raccordo tra la bocca del ventilatore ed il canale di mandata dell'aria); questa opportunità viene sfruttata valutando, caso per caso, la quantità di pressione statica ottenibile, e riducendo di altrettanto quella utile per le canalizzazioni, in modo da individuare più correttamente il punto di funzionamento del ventilatore. Nel caso in esame, per semplificazione, non si è tenuto conto di questo possibile recupero. I ventilatori normalmente impiegati nei condizionatori centrali sono del tipo centrifugo; in applicazioni specifiche, in particolare nel settore industriale e comunque per situazioni che prevedono portate d'aria molto elevate, si impiegano anche ventilatori di tipo assiale. Motivi di contenimento delle dimensioni in altezza delle sezioni ventilanti indirizzano la scelta della tipologia dei ventilatori centrifughi verso quelli a doppia aspirazione; fra questi una ulteriore differenziazione va fatta fra ventilatori dotati di pale rivolte in avanti oppure di ventilatori con pale rivolte all'indietro.. Il tipo a pale in avanti é adatto al funzionamento con portate fino a 90000 m3/h e pressioni massime dell'ordine di 800 ÷ 1000 Pa; in queste condizioni il rendimento di questi ventilatori si colloca, come valori massimi, attorno al 70%. I ventilatori a pale rovesce trovano la loro migliore utilizzazione in campi di pressione di funzionamento superiori ai 1000 Pa, fino ai 3000 ÷ 4000 Pa, e possono garantire rendimenti dell'ordine dell'80 ÷ 85% a seconda che si adottino pale rovesce piane oppure a profilo alare; sono caratterizzati da un regime di rotazione più elevato rispetto ai ventilatori a pale avanti, il che comporta necessità di trasmissioni maggiormente dimensionate. Per entrambi i tipi di ventilatore é comunque importante verificare che il punto di funzionamento sia il più prossimo possibile a quello di massimo rendimento e collocato in un tratto di curva caratteristica avente andamento discendente, al fine di ottenere un comportamento stabile del ventilatore. Facendo riferimento ai ventilatori disponibili per il condizionatore AERMEC mod. NCT 7, si può verificare che, nelle condizioni di funzionamento previste per la rete dei canali di mandata, il punto operativo determina, per i due tipi di ventilatore considerati, i parametri operativi riportati nella tabella 12: 38 Tabella 12 - Prestazioni di ventilatori Portata 4850 m3/h Pressione statica 754 Pa Numero di giri (g/1') Rendimento (%) Potenza sonora dB(A) Potenza assorbita (kW) Pale avanti Pale rovesce 1214 55 84.6 1,92 2045 79,5 80.8 1,37 La scelta ricade su un ventilatore a pale avanti. Una volta noti tutti i componenti della centrale trattamento aria é poi immediata l'individuazione delle dimensioni di ingombro dell'apparecchiatura. 39 Tabella 13 Caratteristiche dei componenti del condizionatore Data: 14/09/2004 Cliente: Lucio Progetto: Aria primaria uffici Riferimento: Aermec E.3 NCT-7 Portata aria = 4850 m3/h Centrale di Trattamento Aria serie NCT costruita con telaio portante,a ns. esclusivo disegno, in estruso di lega di alluminio (UNI 6060),angolari costruiti in nylon caricato con fibra di vetro, e pannelli di tamponamento fissati senza viti ma con eclusivi profili fermapannello. Le portine apribili su cerniere sono dotate di maniglie autoserranti e di elementi di tenuta incassati lungo tutto il perimetro. Il basamento dell'unità in robusto profilato di acciaio zincato conferisce la necessaria rigidità all'intera struttura. Allestimento : AAP Superficie esterna : peraluman protetto spessore 0.8 mm Superficie interna : peraluman spessore 0.8 mm Spessore pannelli : 50 mm (poliuretano iniettato 40 kg/m3) SE1F _ E1F SERRANDA FRONTALE A TUTTA SEZIONE posizionata all'esterno del tipo ad alette contrapposte a profilo alare completa di perno sporgente e motorizzabile. Dimensioni serranda : (mm) 930x930 SERRANDA FRONTALE A TUTTA SEZIONE posizionata all'esterno del tipo ad alette contrapposte a profilo alare completa di perno sporgente e motorizzabile. Dimensioni serranda : (mm) 930x930 SV2SP SEZIONE DISTANZIATRICE CON PORTA DI ISPEZIONE l=640 mm FPTR27 PREFILTRI PIANI in fibre di poliestere apprettate con resine sintetiche CLASSE G3 EFF. 80 % Numero e dimensioni delle celle : 1x490x592+2x287x592 Superficie frontale (m2) 0.63 FILTRI A TASCHE RIGIDE con celle in fibra di vetro submicronica montate su appositi controtelai dotati di guarnizione di tenuta e fissaggio a molla. Celle estraibili da apposita portina. CLASSE F7 EFF. 85 % Numero e dimensioni delle celle : 1x490x592+2x287x592 Superficie frontale (m2) 0.63 BC2.2 BATTERIA DI RISCALDAMENTO Costruita in tubi di rame ed alette di alluminio a pacco, con geometria P60/30 e passo alette 2.5 mm. Il robusto telaio in lamiera di acciaio zincata ne consente l'estraibilità su guide. Dimensioni della batteria (mm) 780x725 - Numero di ranghi 2 Potenza Termica (kW) 59.20 BF8.2S BATTERIA DI RAFFREDDAMENTO Costruita in tubi di rame ed alette di alluminio a pacco, con geometria P60/30 e passo alette 2.5 mm. Il robusto telaio in lamiera di acciaio zincata ne consente l'estraibilità su guide. Dimensioni della batteria (mm) 780x725 - Numero di ranghi 8 Potenza Termica (kW) 59.09 UCP100 UMIDIFICAZIONE CON POMPA DI RICIRCOLO sp. 100 mm efficienza circa 80% del tipo a pacco irrorato composto da una vaschetta in lega di alluminio forellata posta superiormente ad un pacco di carta impregnata di resine fenoliche. La vasca di raccolta dell'acqua in lega di alluminio è del tipo a drenaggio continuo in una piccola vasca costruita in materiale plastico e dotata di filtro, dispositivo di reintegro automatico a galleggiante, sistema per il BLED-OFF regolabile e raccorderie di troppo pieno e scarico. GZ SEPARATORE DI GOCCE a due facce e quattro pieghe a lamelle verticali costruite in acciaio zincato. 40 Cliente: Lucio Progetto: Aria primaria uffici Riferimento: Aermec E.3 NCT-7 Portata aria = 4850 m3/h BC1.2 BATTERIA DI RISCALDAMENTO Costruita in tubi di rame ed alette di alluminio a pacco, con geometria P60/30 e passo alette 2.5 mm. Il robusto telaio in lamiera di acciaio zincata ne consente l'estraibilità su guide. Dimensioni della batteria (mm) 780x725 - Numero di ranghi 1 Potenza Termica (kW) 22.56 V3MH2 VENTILATORE CENTRIFUGO A DOPPIA ASPIRAZIONE, costruito in lamiera di acciaio zincata e rinforzata con telaio portante, girante calettata su albero di acciaio e supportata da cuscinetti a sfere autoallineanti stagni lubrificati a vita. Il basamento del gruppo motore ventilatore è montato su supporti antivibranti ed il motore è dotato di slitte tendicinghie di facile accessibilità. La trasmissione è di tipo a diametro variabile. AV3MH2 ventilatore mod. ADN 355R M403,00 motore elettrico 4 poli da kW 3 Trasmissione con cinghie trapezoidali. LO24 OBLO’ E PUNTO LUCE su sezione filtri, umidificazione e ventilante. INVT4 Inverter per il comando del ventilatore. 41 42 Fig. 7 43 10 DIMENSIONAMENTO DELLE RETI IDRICHE DI ALIMENTAZIONE DEI CIRCUITI VENTILCONVETTORI, RADIATORI, CENTRALI DI TRATTAMENTO ARIA Si passa ora al dimensionamento delle reti idriche di alimentazione dei circuiti dei radiatori e dei ventilconvettori al fine di determinare le caratteristiche delle rispettive pompe di circolazione. Il criterio di dimensionamento adottato é quello che si basa sull'assegnazione, per i vari tronchi di rete attraversati da determinate portate di acqua, di diametri della tubazione tali da determinare, per quanto possibile, perdite di carico costanti per unità di lunghezza. A tal fine si utilizzano diagrammi del tipo riportato nella figura 17 dai quali é possibile ricavare il diametro della tubazione e la velocità dell'acqua, una volta fissata la portata in circolazione e la perdita di carico specifica. Circa quest'ultimo parametro la pratica progettuale e il confronto fra i costi di realizzazione delle reti e costi energetici di pompaggio, ha portato a individuare valori ottimali nel campo compreso fra i 200 ed i 300 Pa per metro. Il progetto della rete idrica inizia con la stesura del tracciato necessario per raggiungere tutti i terminali, e già in questa fase é opportuno, per quanto possibile, cercare di equilibrare i vari tratti di circuito anche, a volte, a costo di un maggior onere in termini di quantità di tubazione da installare, ricorrendo a soluzioni quali quelle del ritorno inverso o cercando di portare il punto di suddivisione dei vari circuiti il più possibile vicino al baricentro dei carichi. Il bilanciamento definitivo dell'impianto atto a garantire a ciascun terminale la portata d'acqua prevista, verrà effettuato agendo manualmente sugli organi di taratura (valvole a piattello o a doppio regolaggio e/o detentori) installati su ciascun elemento finale (radiatore, ventilconvettore o batteria). Individuato il percorso delle tubazioni, si riparte a ritroso verso la relativa pompa di circolazione, assegnando ai tratti finali le portate d'acqua precedentemente individuate (vedi capitolo 7) e cumulando via via le portate d'acqua risultanti dalla confluenza dei vari rami di circuito fino a individuare la portata totale di ciascun circuito. Per ogni tratto necessita quindi definire: - portata d'acqua; - diametro; - perdita di carico per metro; - velocità; - lunghezza; - numero e tipo di perdite di carico concentrate, presenti nelle tubazioni, quali curve, bruschi allargamenti o restringimenti, diramazioni o confluenze di flusso; - numero e tipo di perdite di carico dovuto a organi singolari, quali valvole di intercettazione o regolazione, accessori di impianto, batterie di scambio termico. Le perdite di carico in un circuito idraulico sono date dalla somma di due fattori: le perdite di carico distribuite e quelle concentrate. 44 Questi due fattori sono a loro volta proporzionali rispettivamente alla lunghezza reale del circuito (L) ed alla perdita di carico specifica (∆p/m) secondo la relazione: L x ∆p/m ed alla componente cinetica definita dalla relazione: Z x v2/2g dove: Z = coefficiente di perdita di carico concentrata v = velocità del fluido g = accelerazione di gravità (9,81 m/s2) É anche possibile valutare la perdita di carico di un circuito in termini di sole perdite distribuite introducendo il concetto di lunghezza equivalente (Le), cioè quella lunghezza virtuale di tubazione rettilinea, di pari diametro, che darebbe luogo alla medesima perdita di carico prodotta localmente da un accessorio della rete attraversato dalla portata d'acqua prevista. In letteratura esistono tabelle e diagrammi (figure 9, 10 e 11) che consentono di conoscere i coefficienti di perdita (Z) o la lunghezza equivalente (Le) risultando sempre possibile passare dall'una all'altra grandezza tramite la relazione: (∆p/m) x Le = Z x (v2/2g) Applicando i concetti e la metodologia sopra descritti si ricava, per i singoli rami di ogni circuito, il valore della perdita di carico; sommando le perdite di carico dei vari rami che compongono i circuiti di alimentazione dei vari elementi terminali, si individua la perdita di carico totale di ciascun circuito inteso come l'insieme di tratti di tubazione che, partendo dalle rispettive pompe di circolazione e tornando alla centrale, raggiungono le singole utenze. Fra tutti i rami di uno stesso circuito, quello più sfavorito determina la prevalenza della pompa di circolazione, mentre le singole differenze fra la perdita di carico del ramo più sfavorito e quella degli altri rami determina la perdita aggiuntiva di bilanciamento che deve essere imposta ai circuiti più favoriti, per essere certi che il regime di portata d'acqua nell'impianto considerato sia quello previsto. La tabella 14 seguente, esemplifica questi concetti e si riferisce al dimensionamento di un ramo dell'impianto (quello relativo al circuito ventilconvettori del piano terra dell'ala Est dell'edificio. In conclusione il circuito ventilconvettori, é caratterizzato da una portata complessiva di 15200 l/h e perdita di 53kPa. Per quanto riguarda il circuito radiatori risulta invece una portata d'acqua di 475 l/h con una perdita di 37 kPa. 45 Figura 8 46 Figura 9 47 Figura 10 . 48 Figura 11 49 Figura 12 Circuiti ad iniezione 50 Tabella 14 - Circuito ventilconvettori piano terra - lato est Tronco n° 1 MV1 2 MV1 4 A+B 17 A+B 18 C 25 C 19 C 20 C 21 C 24 C 24 C 64 C 65 C 22 C 23 C 5 A 16 A 62 A 63 A 6 A 15 A 60 A 61 A 7 A 14 A 58 A 59 A 8 A 13 A 56 A 57 A 9 A 12 A 10 A 11 A 26 B 67 B 40 B1 41 B1 27 B2 66 B2 42 B2 43 B2 28 B2 39 B2 44 B2 45 B2 29 B2 38 B2 46 B2 47 B2 30 B2 37 B2 48 B2 49 B2 31 B2 36 B2 50 B2 51 B2 32 B2 35 B2 52 B2 53 B2 33 B2 34 B2 Diametro ∅ 49/54 49/54 39/44 39/44 1" 1" 3/4 3/4 1" 1" 1" 3/4" 3/4" 3/4 3/4 1" 1" 1/2" 1/2" 1" 1" 1/2" 1/2" 1" 1" 1/2" 1/2" 3/4" 3/4" 1/2" 1/2" 1/2" 1/2" 1/2" 1/2" 1"1/4 1"1/4 3/4" 3/4" 33/38 33/38 3/4" 1/2" 33/38 33/38 1/2" 1/2" 1" 1" 1/2" 1/2" 1" 1" 1/2" 1/2" 1" 1" 1/2" 1/2" 3/4" 3/4" 1/2" 1/2" 3/4" 3/4" Portata l/h 4500 4500 3300 3300 1200 1200 350 350 850 850 850 350 350 500 500 1250 1250 250 250 1000 1000 250 250 750 750 250 250 500 500 250 250 250 250 250 250 2050 2050 350 350 1700 1700 200 200 1500 1500 200 200 1300 1300 200 200 1100 1100 200 200 900 900 200 200 700 700 200 200 500 500 Velocità m/s 0,67 0,67 0,76 0,76 0,55 0,55 0,25 0,25 0,39 0,39 0,39 0,25 0,25 0,36 0,36 0,57 0,57 0,32 0,32 0,46 0,46 0,32 0,32 0,5 0,35 0,32 0,32 0,37 0,37 0,32 0,32 0,33 0,33 0,32 0,32 0,54 0,54 0,25 0,25 0,56 0,56 0,26 0,26 0,49 0,49 0,26 0,26 0,59 0,59 0,26 0,26 0,50 0,50 0,26 0,26 0,41 0,41 0,26 0,26 0,50 0,50 0,26 0,26 0,36 0,36 ∆p/m kPa/m 0,12 0,12 0,20 0,20 0,17 0,17 0,06 0,06 0,17 0,09 0,09 0,06 0,06 0,11 0,11 0,19 0,19 0,13 0,13 0,12 0,12 0,13 0,13 0,08 0,08 0,13 0,13 0,11 0,11 0,13 0,13 0,14 0,14 0,13 0,13 0,12 0,12 0,06 0,06 0,14 0,14 0,09 0,09 0,12 0,12 0,09 0,09 0,20 0,20 0,09 0,09 0,14 0,14 0,09 0,09 0,10 0,10 0,09 0,09 0,20 0,20 0,09 0,09 0,11 0,11 ∆p kPa 0,74 0,73 0,96 0,96 1,60 1,37 5,77 0,86 1,32 1,54 1,54 5,51 0,60 2,13 1,24 0,78 0,30 2,99 0,98 0,42 0,42 2,99 0,98 0,26 0,26 2,99 0,98 0,45 0,38 2,99 0,98 0,62 0,62 3,14 1,25 1,92 1,80 4,68 0,84 0,23 0,54 1,36 0,65 0,50 0,51 1,65 0,65 0,67 0,84 1,65 0,65 0.49 0,62 1,65 0,65 0.23 0,1 1,79 0,78 0,75 0,58 1,93 0,88 2,42 1,53 Bilanciamento kPa 6,33 4,01 6,74 8,97 8,13 7,62 6,78 5,11 4,78 7,54 6,23 4,73 3,62 2,71 1,14 0,00 - 51 11 DIMENSIONAMENTO DELLA CENTRALE TERMICA E FRIGORIFERA Centrale termica Lo schema di centrale termica proposto prevede l'installazione di una caldaia collegata, mediante un circuito primario dotato di propria pompa di circolazione (P6), ad un collettore di distribuzione a cui saranno allacciati i circuiti radiatori e ventilconvettori con collegamento idraulico del tipo a iniezione ed il circuito di alimentazione delle batterie di riscaldamento e post-riscaldamento delle centrali di trattamento aria con alimentazione diretta. In pratica la pompa primaria (P6) provvederà alla circolazione in caldaia ed all'alimentazione delle portate di acqua calda necessarie a garantire, nelle condizioni di progetto, che l'alimentazione del circuito radiatori avvenga alla temperatura di 75 °C e quella del circuito ventilconvettori avvenga alla temperatura, cautelativamente aumentata dai 39 °C minimi richiesti a 40 °C e in condizione di massima apertura delle rispettive valvole di regolazione. La potenza termica invernale (Pv) richiesta dal circuito ventilconvettori risulta, in questo caso, dalla somma dei due termini e cioè la potenza dispersa dalla parte di edificio servita da questo impianto (calcolata in 50083 Watt) e la potenza per il riscaldamento dell'aria primaria della temperatura di immissione (16 °C) a quella ambiente (20 °C); ciò determina pertanto il seguente risultato: Pv = 50083 + 0,35 x 4850 x (20 - 16) = 56873 W il salto termico massimo (∆tv) in condizioni di progetto risulta pertanto di: ∆tv = (56873 x 0,86) / 15200 = 3,22 °C (ritorno impianto a 36,78 °C) La potenza termica Ptr richiesta dal circuito radiatori risulta: Ptr = 2596 W il salto termico (∆tr) in condizioni di progetto risulta di: ∆tr = (2596 x 0,86) / 475 = 4,7 °C (ritorno impianto a 70,3 °C). Avendo a disposizione acqua prodotta in caldaia a 75 °C, ciò significa che é necessario prevedere l'iniezione dal circuito primario delle seguenti quantità di acqua calda: circuito ventilconvettori: [(56873 x 0,86) / (75 - 36,78)] = 1279 l/h circuito radiatori (*): [(2596 x 0,86)/(75 - 70,3)] = 475 l/h Nota : poiché la temperatura di alimentazione del circuito secondario é pari a quella del primario la portata di iniezione coincide con quella in circolazione nel secondario. 52 La schematizzazione del funzionamento del circuito di iniezione nelle varie situazioni di carico é illustrato nella figura 12. La potenza massima contemporanea richiesta dal circuito delle batterie di preriscaldamento e/o post-riscaldamento delle centrali di trattamento dell'aria (CTA1) a servizio della sala riunioni (vedi esempio impiantistico n. 2) e dell'aria primaria per gli uffici (CTA2), risulta pari a: - batteria di preriscaldamento CTA1 - batteria di post-riscaldamento invernale CTA1 - batteria di preriscaldamento CTA2 - batteria di post-riscaldamento invernale CTA2 Totale : 41002 Watt : 68958 Watt : 43626 Watt : 3395 Watt ___________ 156981 Watt La potenza termica complessiva per il funzionamento dell'impianto risulta pertanto : P termica totale = (56873 + 2596 + 156981) = 216450 Watt Ne consegue la necessità di installare un generatore di calore avente una potenza resa congruente con quella richiesta e comunque non superiore alla potenza massima ammessa dalla normativa. Si prevede pertanto un generatore da 220 kW. La portata d'acqua del circuito batterie delle centrali di trattamento dell'aria, dimensionate per un salto termico sull'acqua di 15 °C risulta di: W = (156910 x 0,86) / 15 = 9000 l/h (2,5 l/s) Lo schema idraulico proposto prevede l'installazione di una pompa (P5) a specifico servizio del circuito delle batterie calde della centrale. La temperatura di ritorno generale dell'acqua dell'impianto risulta essere, nelle condizioni di massimo assorbimento contemporaneo di calore da parte delle utenze, pertanto di: [(9000x60)+(1278x36,78)+(475x70,3)]/(9000+1278+475) = 58,69 °C Il salto termico complessivo caldaia é pertanto di 16,31°C; un tale valore appare elevato potendo dare luogo a tensione nella caldaia e a scarsa uniformità di raffreddamento della stessa. É infatti consigliabile fare funzionare i generatori di calore con salti termici compresi fra 10 °C e 15 °C. Stabilendo pari a 15 °C questo valore, risulta necessario avere a disposizione 12304 l/h di acqua nel circuito primario di caldaia. La differenza di portata rispetto ai 10753 l/h necessari ai circuiti di utenza e cioè 1551 l/h saranno by-passati fra collettore di mandata e collettore di ritorno attraverso un apposito ramo, dotato di valvola di taratura ed avente una perdita di carico pari a quella delle valvole di iniezione nei circuiti di utenza. 53 Per il dimensionamento della pompa calda (P6) si dovranno considerare le seguenti componenti del circuito idraulico: - m 20 di tubazioni di diametro ∅ = 64/70 mm; - n. 1 valvola di non ritorno; - n. 8 curve a 90 gradi; - n. 7 valvole a sfera ∅ = 2"1/2; - n. 1 separatore d'aria ∅ = 2"1/2 (∆p = 0.5 kPa); - n. 1 tronchetto misuratore di portata DN 65 (∆p = 4,5 kPa); - n. 2 giunti elastici; - n. 2 imbocchi in collettori; - n. 2 sbocchi dal collettore; - n. 1 valvola di iniezione a 3 vie ∅ = DN15 (∆p = 15 kPa); - perdita di carico in caldaia (∆p = 1,0 kPa). Utilizzando le tabelle con i coefficienti di perdita (Z) e individuate su cataloghi dei costruttori le perdite di carico di componenti specifici, quali le valvole di regolazione e la caldaia, si individua la prevalenza necessaria per la pompa di circolazione (P6) (33 kPa). Dal punto di vista del circuito idraulico é opportuno fare notare che la prevalenza della pompa (P5) di circolazione delle batterie calde, dovrà tenere conto, in detrazione, della prevalenza creata sul collettore di mandata della pompa primaria (P6), necessaria al funzionamento delle due valvole di iniezione (V1) e (V2); se quest'ultime poi non avessero perdite di carico uguali si dovrebbe inserire sul circuito di minore perdita una valvola di bilanciamento. Centrale frigorifera Per quanto riguarda questa centrale, la potenzialità frigorifera massima contemporanea dell'edificio risulta dalla somma dei seguenti contributi considerati contemporanei alle ore 16: a) carico frigorifero sensibile calcolato, pari a 47613 W, ridotto del valore corrispondente al carico frigorifero apportato in ambiente dall'aria primaria entrante a 20 °C, e cioè di: 4850 x 0,35 x (26 - 20) = 10185 Watt risulta pertanto un carico netto di : b) carico frigorifero per l'aria primaria: c) carico frigorifero per la centrale della sala riunioni: Totale 37428 W 57523 W 131350 W ________ 226301 W Anche i livelli di temperatura di utilizzo dell'acqua refrigerata da parte delle utenze non sono tutti eguali; infatti il circuito di cui al termine a) opera con acqua a 13 °C e salto termico di 2,1 °C (ritorno a 15,1 °C), risultante dal rapporto fra la potenza massima contemporanea richiesta e la portata d'acqua prevista di 15200 l/h (la schematizzazione del funzionamento di questo circuito é riportato in figura 12). Il circuito di cui al termine b) opera con acqua a temperatura di 7 °C e salto termico di 4 °C, con una portata d'acqua di 12367 l/h. 54 Il circuito di cui al punto c) opera con acqua a temperatura 7 °C e salto termico di 5 °C, con una portata d'acqua di 22592 l/h. La portata di acqua fredda a 7 °C da iniettare nel circuito ventilconvettori si calcola con la relazione: (37428 x 0,86) / (15,1 - 7) = 3974 l/h Nel circuito primario circolerà perciò una portata d'acqua di: 22592 + 12367 + 3974 = 38933 l/h (10,81 l/s). e la temperatura di ritorno al gruppo frigorifero sarà di 12 °C come si può verificare dalla media ponderata dei vari ritorni. La scelta del gruppo refrigeratore d'acqua va pertanto effettuata sulla base di questi valori tenendo presenti comunque anche le seguenti considerazioni: - la potenza calcolata considera la contemporaneità dei carichi massimi elettrici di illuminazione e dovuti alle persone, caso questo che raramente avviene; a rigore si potrebbe pertanto ridurre la potenza in base a cui selezionare il gruppo refrigeratore; - in antitesi al punto precedente va invece considerata la necessità di disporre di una riserva di potenza per fare fronte a situazioni particolari di carico esterno o di affollamento; - nel caso di selezione di gruppi frigoriferi a più circuiti indipendenti si privilegia a volte il fatto di poter avere a disposizione, in caso di manutenzione o di avaria di un circuito frigorifero del gruppo, una potenza frigorifera per fare fronte, almeno parzialmente, alle esigenze. Ovviamente la scelta definitiva va operata dal progettista in accordo con il committente, una volta valutati costi e benefici dalle varie soluzioni. Nel caso in esame, ritenendo non molto probabile il verificarsi del massimo affollamento nella sala riunioni nel periodo pomeridiano estivo si privilegia il risparmio nel costo di realizzazione dell'impianto selezionando un gruppo frigorifero tipo AERMEC mod. RV0901L, in grado di erogare una potenza di 217,3 kW, molto vicina al valore richiesto di 225 kW. Analizzando i dati di funzionamento di questo gruppo (tav. 15) si rileva che, nelle condizioni di progetto, alimentato da una portata di acqua di 38933 l/h (10,81 l/s) esso da luogo ad una perdita di carico all'evaporatore di circa 44,98 kPa. Si deve poi tenere in considerazione la perdita di carico del circuito idrico che collega la centrale frigorifera con la copertura dell'edificio, ove é installato il gruppo; detta perdita ammonta a circa 25 kPa dovuti a: - m 40 di tubazioni di diametro ∅ = 107/114 mm; - n. 14 curve a 90 gradi; - n. 2 TEE di imbocco e sbocco; - n. 2 giunti antivibranti DN 100; - n. 1 filtro a Y avente diametro DN 100; - n. 1 valvola di ritegno a disco di diametro DN 100; - n. 4 valvole a saracinesca di diametro DN 100. 55 Tabella 15 DATI TECNICI Modello: RV0901L Tipo di refrigerante Compressore Numero compressori Numero circuiti Gradini di parzializzazione Tipo di evaporatore Numero scambiatori Attacchi idraulici ingresso Attacchi idraulici uscita Contenuto acqua evaporatore Portata aria totale Pressione sonora in campo libero a 10 metri di distanza frontale con fattore di direzianalità 2 Potenza sonora Corrente massima Corrente di spunto Dimensioni Peso Tensione di alimentazione: 400V/3+N/50Hz Raffreddamento Potenzialità frogorifera resa Potenza elettrica assorbita totale Temperatura aria esterna b.s. Temperatura acqua in ingresso Salto termico acqua Temperatura acqua uscita Portata acqua Perdite di carico scambiatore n° n° n° n° pollici pollici l m3/s dB(A) dB(A) A mm mm mm kg 90,5 159 260 2310 2200 3250 1970 W W °C °C °C °C l/s kPa 217104 75132 32,00 11,79 4,79 7,00 10.81 44,98 A Altezza Larghezza Profondità R407C monovite 1 1 3 piastre 1 2 2 10,5 22,7778 62,5 La totale perdita del circuito risulta perciò di 70 kPa, cui deve aggiungersi la prevalenza necessaria per il funzionamento del circuito di iniezione, che dipende dalla scelta della valvola a tre vie di iniezione. Selezionando questo componente con una perdita di carico di circa 10 kPa in corrispondenza della portata massima iniettata di 3974 l/h si può fissare in 68 kPa la prevalenza della pompa primaria (P1). Il circuito idraulico di centrale sarà poi completato dalla pompa (P2) di alimentazione delle batterie di raffreddamento e deumidificazione delle centrali di trattamento dell'aria e dalla pompa (P3) di alimentazione del circuito dei ventilconvettori. La pompa (P2) avrà una prevalenza pari a quella corrispondente alle perdite di carico del circuito batterie fredde (87 kPa) diminuita della pressione disponibile sul collettore di mandata (10 kPa), necessaria per il funzionamento della valvola di iniezione. La pompa (P3) avrà una prevalenza pari a quella corrispondente alle perdite di carico del circuito generale dei ventilconvettori a valle della valvola di iniezione e fino al terminale più sfavorito (62 kPa). 56 In tutti quei casi nei quali, per ragioni di carattere normativo o di gestione degli impianti, non vi é la possibilità di fare funzionare la centrale termica nei periodi medio stagionali ed estivo, la produzione di acqua calda per l'alimentazione delle batterie di post-riscaldamento può essere effettuata utilizzando il calore disponibile al condensatore del gruppo frigorifero. Fra le varie possibilità di utilizzo dell'energia presente nel gas frigorifero uscente dal compressore ed inviato al condensatore, si segnalano: - l'utilizzo del solo calore sensibile del gas compresso, che subisce un raffreddamento da circa 100 ÷ 120 °C fino alla temperatura corrispondente alla saturazione, in un apposito scambiatore detto desurriscaldatore; la quantità di calore massima ottenibile da questo sistema é pari a circa il 18 ÷ 22% del totale calore disponibile al condensatore e la temperatura dell'acqua prodotta é normalmente dell'ordine di 50 °C; - l'utilizzo parziale o totale del calore di condensazione mediante veri e propri condensatori di recupero affiancati a quelli principali del gruppo frigorifero; in questo caso é però opportuno mantenere più bassa possibile la temperatura dell'acqua calda prodotta (40÷45 °C) onde evitare di penalizzare eccessivamente la resa del gruppo refrigeratore d'acqua costringendolo ad operare con pressioni di condensazione più elevate di quelle a cui opererebbe normalmente. La scelta fra queste due opzioni dipende innanzitutto dalla entità del carico di post-riscaldamento richiesto . Se il calore corrispondente al desurriscaldamento é sufficiente, la prima opzione é senza dubbio preferibile, sia in termini di costo dello scambiatore supplementare che di costo generale di impianto. Infatti l'impiego del calore di recupero dal condensatore (o dal desurriscaldatore) del gruppo frigorifero comporta la realizzazione di una rete indipendente di tubazioni, con relativa/e pompa/e di circolazione e accessori, per il collegamento delle batterie di post-riscaldamento con il gruppo refrigeratore d'acqua. L'utilizzo nelle batterie di post-riscaldamento di acqua calda a temperature inferiori a quelle usuali (75 °C) comporta inoltre la necessità di un loro ridimensionamento, in termini di numero di ranghi e di portata, dato che i salti termici impiegati nei circuiti di recupero del calore (5 ÷ 6 °C) sono di solito nettamente inferiori a quelli adottati (15 °C) nei circuiti operanti con acqua di caldaia. Naturalmente i gruppi frigoriferi previsti per questo tipo di funzionamento dovranno essere corredati di tutta una serie di organi di controllo della temperature e delle pressioni di funzionamento, atti a garantire la sicurezza della macchina ed il suo corretto funzionamento come refrigeratore d'acqua. Vasi di espansione chiusi Per la definizione completa dei componenti della centrale termica e frigorifera é necessario dimensionare ora i vasi di espansione chiusi e la valvola di sicurezza. É innanzi tutto necessario definire: 57 a) contenuti d'acqua delle varie parti costituenti l'impianto, sia per quanto attiene al funzionamento invernale che estivo. Risultano pertanto i seguenti contenuti: 1) rete radiatori 2) rete ventilconvettori 3) circuito primario caldo in centrale 4) radiatori 5) ventilconvettori 6) circuito batterie calde CTA 7) circuito batterie fredde CTA 8) caldaia 9) circuito primario refrigeratore d'acqua 10) evaporatore del refrigeratore d'acqua : 60 l : 790 l : 320 l : 25 l : 55 l : 254 l : 928 l : 250 l : 420 l : 61 l. La somma dei termini 1-2-3-4-5-6-8 fornisce il contenuto invernale d'acqua dell'impianto Ci = 1754 litri. La somma dei termini 2-5-7-9-10 fornisce il contenuto estivo d'acqua dell'impianto Ce = 2254 litri. b) La pressione iniziale assoluta dell'impianto, data dall'altezza idrostatica dello stesso in corrispondenza al punto di installazione del vaso di espansione, maggiorato di almeno 0,3 ÷ 0,5 bar per sicurezza. Nel caso in esame, l'altezza idrostatica dell'impianto é, nel caso invernale di 7,0 m (ventilconvettori del piano primo installati a quota +5,00 e vaso di espansione in centrale termica a quota -2,00) mentre nel caso estivo é di 10 m (gruppo frigorifero in copertura a quota +8,00 e vaso di espansione in centrale a quota -2,00). Risulta così che la pressione iniziale da considerare nel caso invernale é di 2 bar e nel caso estivo é di 2,3 bar. c) Si definisce la pressione finale assoluta (Pf) dell'impianto, coincidente con quella cui é tarata la valvola di sicurezza, dipendente dalla pressione massima di funzionamento dei terminali o della caldaia oltre che della pressione idrostatica; di solito questo valore é mantenuto nei limiti di 4-5 bar assoluti (si fissa P = 4,5 bar). d) Si definisce il coefficiente (E) di espansione dell'acqua nel campo delle temperature di funzionamento; a tale fine si può fare riferimento alla tabella 16. Tabella 16 - Coefficiente (E) di espansione dell'acqua Temperatura massima dell'acqua (°C) °C E 20 30 40 50 60 70 80 90 0,001 0,005 0,009 0,013 0,018 0,023 0,029 0,035 Per il caso in esame si possono adottare i valori: per il funzionamento invernale E = 0,035 per il funzionamento estivo E = 0,005. 58 Si calcola la capacità (V) dei vasi di espansione chiusi secondo la formula: V = (C x E)/(1 - Pi/Pf) risulta pertanto: Vi = (1754 x 0,035)/(1 - 2,0/4,5) = 110 l Ve = (2254 x 0,005)/(1 - 2,3/4,5) = 23 l La capacità dei vasi di espansione effettivamente installati dovrà eguagliare quella calcolata con una tolleranza del +/- 10%. Il calcolo del contenuto d'acqua del circuito estivo consente inoltre di valutare la necessità o meno di prevedere l'installazione di un serbatoio di accumulo, avente lo scopo di ridurre il numero di accensioni e spegnimenti del refrigeratore, assicurando così una temperatura dell'acqua di alimentazione all'impianto più costante e salvaguardando i compressori da un eccessivo numero di partenze orarie. Per evitare questo inconveniente, i costruttori di gruppi refrigeratori d'acqua equipaggiano le macchine con temporizzatori di avviamento che impediscono partenze ravvicinate con frequenze superiori a 6 minuti. Questo tempo é sufficiente per consentire l'equilibratura delle pressioni all'interno del circuito frigorifero, evitando così stress al motore elettrico del compressore, ma potrebbe essere troppo lungo per le utenze che, in situazione di carico vedrebbero aumentare la temperatura di mandata dell'acqua refrigerata. L'accumulo ha perciò anche una funzione di smorzamento di questo effetto, a vantaggio del mantenimento delle regolari condizioni di funzionamento dell'intero impianto; di ciò si deve tenere conto particolarmente nei casi in cui risulta molto ridotta l'estensione dei circuiti idraulici, come tipicamente avviene per quelli che alimentano solo condizionatori centrali. Uno dei criteri di verifica della adeguata capacità dell'impianto é quello che fissa un minimo di 20 litri (ottimale 25) di acqua per ogni kW di potenza frigorifera disponibile al gradino più basso di parzializzazione del refrigeratore d'acqua. Nel caso in esame il refrigeratore d'acqua é dotato di un compressore di tipo monovite, con di serie tre gradini di parzializzazione (40 – 71 – 100) rispettivamente con potenze di 88 – 154 – 217 kW; il contenuto di acqua minimo richiesto per l'impianto é dunque di 1760 litri a fronte di un valore calcolato di 2254 litri e non si rende perciò necessaria l'installazione di serbatoi di accumulo. Valvola di sicurezza Per la scelta della valvola di sicurezza é necessario ricorrere ai cataloghi di costruttori per selezionare un modello di diametro tale da scaricare, alla pressione relativa di intervento prevista di 3,5 bar, almeno la potenza termica prodotta in caldaia e cioè 220 kW. Nel caso in esame si prevede l'installazione di una valvola di diametro nominale 1/2". 59 12 SISTEMA DI REGOLAZIONE DELL'IMPIANTO I sistemi di regolazione dovranno essere in grado di mantenere i parametri di funzionamento degli impianti nel campo di variazione delle tolleranze previste, al variare delle condizioni di carico termico e frigorifero. Alcuni di questi sistemi di regolazione sono già installati a bordo di apparecchiature come il generatore di calore ed il gruppo frigorifero per il controllo della temperatura dei fluidi primari termovettori. La regolazione della temperatura ambiente come già detto sarà effettuata mediante termostato agente sull'attacco e stacco del ventilatore dei ventilconvettori. Nei locali dotati di radiatori la temperatura invernale sarà controllata dalle valvole termostatiche installate su ciascun corpo scaldante. La regolazione invernale della temperatura di mandata dell'acqua calda ai ventilconvettori sarà effettuata mediante la valvola a tre vie V2 comandata, tramite il regolatore elettronico RET2 ad azione proporzionale, su comando della sonda di temperatura T2 e dotato di compensazione in funzione della temperatura esterna. Quest'ultima prerogativa si rende necessaria per evitare che si possa avere surriscaldamento dei locali a causa dell'effetto convettivo creato dal passaggio di acqua calda nella batteria anche a ventilatore fermo. Questo effetto risulta particolarmente sensibile nelle mezze stagioni quando il carico termico in ambiente si riduce notevolmente. É perciò opportuno, in questa situazione diminuire proporzionalmente anche la temperatura di mandata dell'acqua ai ventilconvettori con una apposita compensazione, ad esempio la seguente: T esterna T di mandata -5 °C 40 °C 15 °C 30 °C Per evitare agli utenti sensazioni di freddo specialmente nelle fasi di avviamento dell'impianto é buona norma prevedere sulla tubazione generale di alimentazione dell'acqua ai ventilconvettori una sonda di limite di minima temperatura, che inibisce il funzionamento dei terminali al di sotto del valore impostato (normalmente 25°C); tale sonda andrà disattivata nel funzionamento estivo. La regolazione estiva della temperatura di mandata dell'acqua temperata fredda ai ventilconvettori sarà effettuata mediante la valvola a tre vie V1 comandata, tramite il regolatore elettronico RET1 ad acqua proporzionale, a punto fisso, con valore di taratura di 13 °C misurata dalla sonda di temperatura T1. Analogamente, si prevede la regolazione a punto fisso con compensazione in funzione della temperatura esterna per l'acqua del circuito radiatori, mediante l'impiego della sonda T3 ad immersione del regolatore elettronico RET3 e della valvola V3; in questo caso i valori di compensazione potranno essere i seguenti: T esterna T di mandata -5 °C 75 °C 15 °C 30 °C 60 Lo schema di regolazione della centrale di trattamento dell'aria primaria é illustrato nella figura 13 che ipotizza l'impiego di regolazione di tipo elettrico o elettronico. Funzionamento invernale Il condizionatore centrale opera con l'intera portata di aria esterna previa serranda di presa tramite il servocomando (S1), in base ad un programma a tempo. La temperatura dell'aria a valle del dispositivo umidificatore é controllata dalla sonda di temperatura T1 che, per mezzo del regolatore (RE1) agisce sulla valvola (V1) di alimentazione della batteria di preriscaldamento. La temperatura dell'aria in mandata é controllata dalla sonda (T2) posta sulla canalizzazione di mandata dell'aria ed agente, tramite il regolatore (RE3) sulla valvola (V4) della batteria di postriscaldamento; Il termostato antigelo protegge le batterie dal pericolo di gelo intercettando l'alimentazione elettrica al servocomando (S1) (dotato di ritorno a molla in posizione di chiusura) al ventilatore di mandata (VM) ed al torrino di estrazione (TE). L'umidità relativa é controllata dalla sonda (U1) installato su uno dei condotti di espulsione dell'aria a monte del torrino di estrazione (TE), agente, tramite il regolatore (RE2) ad azione onoff sulla pompa del dispositivo di umidificazione. Punti di taratura invernali T1 14 °C T2 15,7 °C U1 46%55% TA - ∆P 200 Pa Funzionamento estivo Il condizionatore centrale opera con l'intera portata di aria esterna, previa apertura della serranda di presa tramite il servocomando (S1), in base ad un programma a tempo. La temperatura di mandata é controllata dalla sonda (T2) ed agente, tramite il regolatore (RE3), sulla valvola (V4) di regolazione della batteria di post- riscaldamento. La temperatura di saturazione é controllata dalla sonda (T1) agente, mediante il regolare (RE2) sulla valvola di regolazione (V2) della batteria di raffreddamento e deumidificazione. L'umidità relativa é controllata dalla sonda (U1) posta sulla canalizzazione di espulsione dell'aria ed agente, tramite il regolatore (RE2), sulla valvola di regolazione (V2) della batteria di raffreddamento e deumidificazione. Punti di taratura estivi T1 13 °C T2 20 °C U1 55% TA - DP 200 Pa 61 Figura 13 62 ALLEGATO 1 TRASMITTANZA DELLE STRUTTURE 63 Sigla della struttura n° 1: STR 101 Descrizione: parete verticale esterna Parete verticale esterna con isolamento e barriera al vapore Giacitura: VE struttura verticale rivolta verso l’esterno Materiali 1 2 3 4 5 6 INT17 MUR19 ISO58 BVA9 MUR19 INT6 Spessore (m) Intonaco plastico Mattoni medi (forati) Stiferite Barriera vapore Mattoni medi (forati) Int. Calce-sabbia (int.) 0,030 0,130 0,040 0,002 0,130 0,020 Spessore della struttura (m) : 0.352 Peso per m2 della struttura (kg/m2) : 549 Coefficiente di assorbimento est. Densità (kg/m3) 1400,00 1800,00 30,00 1100,00 1800,00 1800,00 Conduttività (kcal/hm°C) 0,260 0,420 0,033 0,200 0,420 0,600 Conduttività (W/m°C) 0,302 0,488 0,038 0,233 0,488 0,698 Conduttanza (kcal/hm2°C) 8,667 3,231 0,825 100,000 3,231 30,000 Conduttanza (W/m2°C) 10,077 3,757 0,959 116,279 3,757 34,884 : 0.5 Coefficiente liminare esterno (W/m2°C) : 23.255 Coefficiente liminare interno (W/m2°C) : 8.139 Resistenza unitaria struttura R (m2°C/W) : 1.711 Trasmittanza totale K (W/m°C) : 0.532 Sigla della struttura n° 2: STR 102 Descrizione: parete verticale esterna Parete verticale esterna con isolamento e barriera al vapore Giacitura: VE struttura verticale rivolta verso l’esterno Materiali 1 2 3 4 5 INT17 CLS1 ISO58 BVA9 INT6 Spessore (m) Intonaco plastico Calcestruzzo armato Stiferite Barriera vapore Int. Calce-sabbia (int.) 0,020 0.300 0,010 0,002 0,020 Spessore della struttura (m) : 0.352 Peso per m2 della struttura (kg/m2) : 787 Coefficiente di assorbimento est. Densità (kg/m3) 1400,00 2400.00 30,00 1100,00 1800,00 Conduttività (kcal/hm°C) 0,260 1.300 0,033 0,200 0,600 Conduttività (W/m°C) 0,302 1.512 0,038 0,233 0,698 Conduttanza (kcal/hm2°C) 13.000 4.333 3.300 100,000 30,000 Conduttanza (W/m2°C) 15.116 5.039 3.837 116,279 34,884 : 0.5 Coefficiente liminare esterno (W/m2°C) : 23.255 Coefficiente liminare interno (W/m2°C) : 8.139 Resistenza unitaria struttura R (m2°C/W) : 0.562 Trasmittanza totale K (W/m°C) : 1.373 64 Sigla della struttura n° 3: PAV 100 Descrizione: pavimento Pavimento con flusso discendente Giacitura: PE pavimento rivolto verso l’esterno Materiali 1 2 3 4 5 6 INT6 SOL3 CLS1 CLS30 SOT1 PAV2 Spessore (m) Int. Calce-sabbia (int.) Soletta in laterizio Calcestruzzo armato CLS di argilla espansa Sottofondo sabbia-cemento Piastrelle in cotto Spessore della struttura (m) Peso per m2 della struttura (kg/m2) Coefficiente di assorbimento est. 0,020 0.280 0.400 0.100 0.030 0.010 Densità (kg/m3) 1800,00 1800.00 2400.00 1300.00 2200.00 1800,00 Conduttività (kcal/hm°C) Conduttività (W/m°C) 0,600 0.710 1.300 1.120 1.200 0,800 0,698 0.826 1.512 1.302 1.395 0,930 Conduttanza (kcal/hm2°C) 30,000 2.536 32.500 11.200 40.000 80,000 Conduttanza (W/m2°C) 34,884 2.948 37.791 13.023 46.512 93.023 : 0.48 : 850 : 0.7 Coefficiente liminare esterno (W/m2°C) : 16.279 Coefficiente liminare interno (W/m2°C) : 5.813 Resistenza unitaria struttura R (m2°C/W) : 0.503 Trasmittanza totale K (W/m°C) : 1.357 Sigla della struttura n° 4: FIN 2 Descrizione: finestra esterna Finestra esterna con retrocamera e telaio in legno Giacitura: VE struttura verticale rivolta verso l’esterno Materiali 1 VET1 2 INA6 3 VET1 Spessore (m) Vetro monolitico Intercapedine aria V. 20mm Vetro monolitico Spessore della struttura (m) : 0.026 Peso per m2 della struttura (kg/m2) : 15 Coefficiente di assorbimento est. 0.003 0.020 0.003 Densità (kg/m3) 2500,00 1.200 2500.00 Conduttività (kcal/hm°C) 0,800 0.110 0.800 Conduttività (W/m°C) 0,930 0.128 0.930 Conduttanza (kcal/hm2°C) 266.660 5.500 266.660 Conduttanza (W/m2°C) 310.070 6.395 310.070 : 0.5 Coefficiente liminare esterno (W/m2°C) : 23.255 Coefficiente liminare interno (W/m2°C) : 8.139 Resistenza unitaria struttura R (m2°C/W) : 0.162 Trasmittanza totale K (W/m°C) : 3.042 65 Sigla della struttura n° 5 SOL 100 Descrizione: solaio interno Solaio interno isolato con barriera al vapore Giacitura: SI solaio rivolto verso un locale interno Materiali 1 2 3 4 5 ISO58 BVA10 CLS1 SOL3 INT6 Spessore (m) Stiferite Barriera al vapore Calcestruzzo armato Soletta in laterizio Int. Calce-sabbia (int.) 0.040 0.005 0.040 0.240 0,020 Spessore della struttura (m) : 0.345 Peso per m2 della struttura (kg/m2) : 571 Coefficiente di assorbimento est. Densità (kg/m3) 30,00 1200.00 2400.00 1800.00 1800,00 Conduttività (kcal/hm°C) 0.033 0.200 1.300 0.710 0,600 Conduttività (W/m°C) 0.038 0.233 1.512 0.826 0,698 Conduttanza (kcal/hm2°C) 0.825 40.000 32.500 2.958 30,000 Conduttanza (W/m2°C) 0.959 46.512 37.791 3.440 34,884 : 0.5 Coefficiente liminare esterno (W/m2°C) : 9.302 Coefficiente liminare interno (W/m2°C) : 9.302 Resistenza unitaria struttura R (m2°C/W) : 1.409 Trasmittanza totale K (W/m°C) : 0.615 Sigla della struttura n° 6 SOL 101 Descrizione: solaio esterno Solaio esterno con isolatamente e con barriera al vapore Giacitura: SE solaio rivolto verso l’esterno Materiali 1 2 3 4 ISO58 SOL1 BVA9 ISO23 Spessore (m) Stiferite Soletta in latezio Barriera al vapore Polistirolo espanso 0.040 0.160 0.002 0.040 Spessore della struttura (m) : 0.242 Peso per m2 della struttura (kg/m2) : 180 Coefficiente di assorbimento est. Densità (kg/m3) 30,00 1100.00 1100.00 25.00 Conduttività (kcal/hm°C) 0.033 0.460 0.200 0.030 Conduttività (W/m°C) 0.038 0.535 0.233 0.035 Conduttanza (kcal/hm2°C) 0.825 2.875 100.000 0.750 Conduttanza (W/m2°C) 0.959 3.343 116.279 0.872 : 0.5 Coefficiente liminare esterno (W/m2°C) : 23.255 Coefficiente liminare interno (W/m2°C) : 9.302 Resistenza unitaria struttura R (m2°C/W) : 2.496 Trasmittanza totale K (W/m°C) : 0.377 66 Sigla della struttura n° 7 FIN 4 Descrizione: porta in legno Porta esterna in legno Giacitura: VE struttura verticale rivolta verso l’esterno Materiali 1 LEG4 Spessore (m) Legno di pino 0.050 Spessore della struttura (m) Peso per m2 della struttura (kg/m2) Coefficiente di assorbimento est. Densità (kg/m3) 545.00 Conduttività (kcal/hm°C) 0.130 Conduttività (W/m°C) 0.151 Conduttanza (kcal/hm2°C) 2.600 Conduttanza (W/m2°C) 3.023 : 0.05 : 27 : 0.7 Coefficiente liminare esterno (W/m2°C) : 23.255 Coefficiente liminare interno (W/m2°C) : 8.139 Resistenza unitaria struttura R (m2°C/W) : 0.330 Trasmittanza totale K (W/m°C) : 2.013 Sigla della struttura n° 8 FIN 10 Descrizione: finestra in vetrocemento Finestra esterna in vetrocemento Giacitura: VE struttura verticale rivolta verso l’esterno Materiali 1 VET8 Spessore (m) Vetrocemento 0.150 Spessore della struttura (m) Peso per m2 della struttura (kg/m2) Coefficiente di assorbimento est. Densità (kg/m3) 1000.00 Conduttività (kcal/hm°C) 0.390 Conduttività (W/m°C) 0.453 Conduttanza (kcal/hm2°C) 2.600 Conduttanza (W/m2°C) 3.023 : 0.15 : 150 : 0.5 Coefficiente liminare esterno (W/m2°C) : 23.255 Coefficiente liminare interno (W/m2°C) : 8.139 Resistenza unitaria struttura R (m2°C/W) : 0.330 Trasmittanza totale K (W/m°C) : 2.013 67 ALLEGATO 2 TABULATI DI CALCOLO Tabulato 1 calcolo dei carichi invernali dell'edificio 68 DATI DI PROGETTO Dati generali Sigla identificazione progetto Descrizione progetto Ubicazione progetto Committente Progettista edile Consulente termotecnico Impresa costruttrice Installatore impianti Data di progetto Data ultima revisione : LUCIO3 : Palazzo municipale : Provincia di Padova : Ente comunale : : : : : 31/01/1992 : 30/09/2004 Classe edificio Ubicazione edificio Altezza sul livello del mare (m) Gradi giorno (°Cgg) Zona climatica : E.2 E.4(1) : Ponte S. Nicolò : 12 : 2383 :E Dati geoclimatici Località climatica di riferimento Temperatura di progetto invernale (°C) Conduttività termica del terreno (W/m°C) Temperatura acqua di falda (°C) Durata periodo di riscaldamento (gg) Temperatura media del mese più freddo (°C) Velocità del vento (m/s) : Padova : -5 : 2.90 : 12 : 180 : 1.5 : 1.5 Situazione ambientale Correzione della temperatura esterna (°C) : edificio in piccolo agglomerato : -1.0 Altezza s.l.m. località riferimento Differenza di quota Correz. temperatura est. per diff. quota (m) (m) (°C) : 12 :0 :0 Temperatura esterna di progetto proposta Temperatura esterna di progetto adottata (°C) (°C) : -6.0 : -5.0 69 N° progressivo locale N° locale di riferimento Descrizione del locale : 001 : 001 : Ufficio ai servizi sociali Piano di appartenenza: T Categoria di destinazione d’uso : E..2 Impianto di riscaldamento :1 Impianto di ventilazione meccanica : Area della superficie (m2) : 79,055 Altezza del locale (m) Temperatura interna locale (°C) : 20 N° ricambi orari d’aria naturali (vol/h) :0 Zona di appartenenza : 1 Vol. netto locale (m3) : 268,787 : 3.4 N° ricambi orari d’aria forzati (vol/h) : Dispersioni (W) del locale ripartite per struttura disperdente Struttura K Sup. (W/m2°C) M2 STR101 PAV100 FIN2 0.533 1,357 3.043 Totale Esterno W Q trasm. Loc. n.r. Loc. adiac. W W Totale W 80.8 79.1 13.2 1131 0 1004 0 1610 0 0 0 0 1131 1610 1004 173.0 2135 1610 0 3475 Area della superficie disperdente: esterno Esterno Potenza totale dispersa m2 m2 94.0 79.1 conduzione W .4493.7 Potenza totale max. disperdibile per legge (W) altri locali Totale Loc. non risc. m2 m2 0.0 ventilazione 173.0 recupero totale W W W 0.0 0.0 4493.7 : 6460.346 Rapporto Area sup. int. Verso est./Vol netto del locale : 0.643 CD max ammesso dalla legge per il locale (W/m3°C) : 0.961 CD effettivi del locale (W/m3°C) : 0.668 Non è stato superato il valore max del coeff. di disp. 70 N° progressivo locale N° locale di riferimento : 002 : 002 Descrizione del locale : Copie + archivio Piano di appartenenza: T Categoria di destinazione d’uso : E..2 Impianto di riscaldamento :1 Impianto di ventilazione meccanica : Area della superficie (m2) : 15.52 Altezza del locale (m) Temperatura interna locale (°C) : 20 N° ricambi orari d’aria naturali (vol/h) :0 Zona di appartenenza : 1 Vol. netto locale (m3) : 52.798 : 3.4 N° ricambi orari d’aria forzati (vol/h) : Dispersioni (W) del locale ripartite per struttura disperdente Struttura K (W/m2°C) STR101 PAV100 FIN2 Sup. M2 0.533 1,357 3.043 Totale Esterno W Q trasm. Loc. n.r. Loc. adiac. W W Totale W 8.2 15.5 2.6 110 0 201 0 316 0 0 0 0 110 316 201 26.4 311 316 0 627 Area della superficie disperdente: Potenza totale dispersa esterno Totale Loc. non risc. m2 m2 m2 m2 10.9 15.5 0.0 26.4 conduzione Potenza totale max. disperdibile per legge (W) altri locali Esterno ventilazione recupero totale W W W W 720.5 0.0 0.0 720.5 : 982.32 Rapporto Area sup. int. Verso est./Vol netto del locale : 0.500 CD max ammesso dalla legge per il locale (W/m3°C) : 0.744 CD effettivi del locale (W/m3°C) : 0.546 Non è stato superato il valore max del coeff. di disp. 71 N° progressivo locale N° locale di riferimento : 051 : 051 Descrizione del locale : sala consiliare Piano di appartenenza: T Categoria di destinazione d’uso : E.4(1) Impianto di riscaldamento :1 Impianto di ventilazione meccanica : Area della superficie (m2) : 289 Altezza del locale (m) Temperatura interna locale (°C) : 20 N° ricambi orari d’aria naturali (vol/h) : 0.5 Zona di appartenenza : 3 Vol. netto locale (m3) : 2861.1 : 9.9 N° ricambi orari d’aria forzati (vol/h) : Dispersioni (W) del locale ripartite per struttura disperdente Struttura K (W/m2°C) STR101 PAV100 FIN2 SOL101 Totale 1,533 1,357 3.043 0.378 Sup. Esterno W m2 558.6 100.0 66.5 294.0 1019.1 21115 0 5365 2776 29256 Area della superficie disperdente: Potenza totale dispersa 0 2036 0 0 0 0 2036 0 esterno altri locali Esterno Loc. non risc. m2 m2 919.1 100 conduzione W .4 Potenza totale max. disperdibile per legge (W) Q trasm. Loc. n.r. Loc. adiac. W W m2 21115 2036 5365 2776 31292 Totale m2 0.0 ventilazione Totale W 1019.1 recupero totale W W W 0.0 0.0 42244.4 : 42417.46 Rapporto Area sup. int. Verso est./Vol netto del locale : 0.356 CD max ammesso dalla legge per il locale (W/m3°C) : 0.593 CD effettivi del locale (W/m3°C) : 0.590 Non è stato superato il valore max del coeff. di disp. 72 Riepilogo delle dispersioni N° loc. Q conduz. W 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 4494 721 704 1486 4646 169 135 32 32 1242 1737 1242 300 24 24 24 1572 862 1905 430 570 1614 89 165 869 1364 1306 1621 2706 263 1206 3956 137 226 53 53 944 1229 944 943 226 40 40 40 3892 1232 1693 559 2131 262 42244 Totale 94398 N° ric. V/h 0 0 0 0 0 0,5 0,5 0,5 0,5 0 0 0 0,5 0,5 0,5 0,5 0 0 0 0 0 0 0,5 0,5 0 0 0 0 0 0,5 0 0 0,5 0,5 0,5 0,5 0 0 0 0 0,5 0,5 0,5 0,5 0 0 0 0 0 0 0 Q Ventilaz W Q totale W Superficie m2 Vol. netto m3 0 0 0 0 0 48 86 20 20 0 0 0 134 15 15 15 0 0 0 0 0 0 56 54 0 0 0 0 0 96 0 0 44 78 18 18 0 0 0 0 122 14 14 14 0 0 0 0 0 0 0 4494 721 704 1486 4646 217 221 52 52 1242 1737 1242 434 39 39 39 1572 862 1905 430 570 1614 145 219 869 1364 1306 1621 2706 359 1206 3956 181 304 72 72 944 1229 944 943 348 54 54 54 3892 1232 1693 559 2131 262 42244 173,0 26,4 24,5 51,8 158,8 5,0 5,8 1,4 1,4 54,3 68,1 54,3 10,7 1,0 1,0 1,0 50,8 28,7 52,0 14,7 24,4 44,1 3,8 8,4 29,8 42,9 51,1 73,5 111,3 15,8 50,8 151,7 4,8 5,8 1,4 1,4 48,5 35,0 35,9 48,5 10,6 1,0 1,0 1,0 151,7 50,8 73,5 20,7 83,1 15,8 1019.1 268,8 52,8 52,1 147,1 267,1 11,1 19,7 4,6 4,6 139,5 178,5 139,5 30,7 3,5 3,5 3,5 101,2 59,8 71,1 33,7 83,7 59,8 12,9 12,4 62,6 85,7 106,3 96,3 210,5 22,0 133,3 243,6 10,1 17,9 4,2 4,2 127,1 108,5 67,0 127,1 28,0 3,2 3,2 3,2 243,6 133,6 96,2 35,0 157,1 22,0 2861.1 17057 111455 3001.9 6773.8 73 ALLEGATO 2 TABULATI DI CALCOLO Tabulato 2 calcolo dei carichi estivi dell'edificio 74 DATI DI PROGETTO Dati generali Edificio Ubicazione : palazzo municipale : provincia di Padova Committente Progettista edile Progettista termotecnico Impresa costruttrice Installatore impianti : Ente comunale : : : : Data del progetto Data ultima revisione : 31/01/1992 : 30/09/2004 Caratteristiche geografiche del luogo di edificazione Località Altezza s.l.m. (m) Località climatica di riferimento : Ponte San Nicolò : 12 : Padova Dati caratteristici fisici e geoclimatici della località effettiva Temperatura b.s. esterna (ore 15) Temperatura b.u. esterna (ore 15) Latitudine Escursione termica giornaliera Escursione termica annua Velocità del vento (°C) (°C) (°) (°C) (°C) (m/s) : 34 : 23.7 : 45 : 11 : 39 : 1.5 Temperature ed umidità esterne Ora 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 T °C b.s. 26.1 8 27.3 28.5 29.8 31.0 32.3 33.5 34.0 33.5 33.0 32.5 31.4 T °C b.u. 22.0 22.3 22.5 23.0 23.5 23.8 24.0 24.0 24.0 23.8 23.5 23.3 U.R.% 64.9 60.0 56.6 53.6 49.4 45.7 43.8 45.7 46.4 47.2 50.5 70.3 Condizioni di progetto Ore di funzionamento dell’impianto : 12 Mese di riferimento del progetto : 7 (luglio) 75 N° progressivo locale :1 N° locale di riferimento Descrizione locale Piano di appartenenza Zona di utilizzazione Superficie in pianta del locale Altezza del locale Superficie disperdente totale Peso del pavimento Volume netto del locale m2) (m) (m2) (kg/(m2) m3) 1 : ufficio ai servizi sociali : terra :1 : 79.055 : 3.4 : 93.96 : 450 : 268.8 Dati termoigrometrici di progetto Temperatura estiva interna del locale Umidità relativa interna del locale N° di ricambi orari d’aria (°C) : 26 (%) : 50 (vol/h) : 0.5 Carichi interni N° di persone mediamente presenti Grado di attività (1 – 11) Carichi interni Carico dovuto alle persone Riscaldamento elettrico Illuminazione ad incandescenza Illuminazione a fluorescenza Presenza di motori elettrici Altri carichi sensibili Altri carichi latenti Carichi interni totali :8 :4 sensibili frig/h W 440 512 0 0 860 1000 0 0 0 0 latenti frig/h W 480 558 0 0 0 1300 1512 480 0 558 76 N° progressivo del locale: 1 Rientrate di calore alle varie ore del giorno Ora 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 Q trasm. Q irragg. Q infiltrazione W -124 -77 -28 42 115 218 316 379 375 388 368 299 W 784 1058 1316 1496 1604 1590 1491 1265 957 585 394 0 Sens. W Lat. W 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Altri carichi Sens. W 1512 1512 1512 1512 1512 1512 1512 1512 1512 1512 1512 1512 Q totale Lat. Sens. W W 558 2172 558 2493 558 2799 558 3050 558 3231 558 3320 558 3319 558 3156 558 2844 558 2484 558 2274 558 1811 Lat. W 558 558 558 558 558 558 558 558 558 558 558 558 Totale W 2730 3051 3357 3608 3789 3878 3877 3714 3402 3042 2832 2369 Rientrate di calore alle varie ore del giorno suddivise in calore sensibile e latente 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 Ora Q tot. Q tot. Q sens. Q sens. Q lat. Q lat. R=Qs/Qt (frig/h) W (frig/h) W (frig/h) W 2348 2730 1868 2172 480 558 0.795 2624 3051 2144 2493 480 558 0.817 2887 3357 2407 2799 480 558 0.833 3103 3608 2623 3050 480 558 0.845 3258 3789 2778 3231 480 558 0.852 3335 3878 2855 3320 480 558 0.856 3334 3877 2854 3319 480 558 0.856 3194 3714 2714 3156 480 558 0.849 2926 3402 2446 2844 480 558 0.835 2617 3042 2137 2484 480 558 0.816 2435 2832 1955 2274 480 558 0.802 2037 2369 1557 1811 480 558 0.764 Riepilogo della condizioni di massimo carico Ora di massimo carico Rientrate di calore max. per trasmissione (W) Rientrate di calore max per irraggiamento (W) Rientrate di calore max per ventilazione (W) Carichi interni (W) : 13 : 218 : 1590 : : 2070 Rientrate di calore totali : 3878 (W) 77 N° progressivo locale :2 N° locale di riferimento Descrizione locale Piano di appartenenza Zona di utilizzazione Superficie in pianta del locale Altezza del locale Superficie disperdente totale Peso del pavimento Volume netto del locale (m2) (m) (m2) (kg/(m2) m3) :2 : Copie + archivio : terra :1 : 15.52 : 3.4 : 10.88 : 450 : 52.768 Dati termoigrometrici di progetto Temperatura estiva interna del locale Umidità relativa interna del locale N° di ricambi orari d’aria (°C) : 26 (%) : 50 (vol/h) : 0 Carichi interni N° di persone mediamente presenti Grado di attività (1 – 11) Carichi interni Carico dovuto alle persone Riscaldamento elettrico Illuminazione ad incandescenza Illuminazione a fluorescenza Presenza di motori elettrici Altri carichi sensibili Altri carichi latenti Carichi interni totali :1 :6 sensibili frig/h W 55 64 645 750 0 0 214 250 0 0 0 0 915 1064 latenti frig/h W 70 81 0 70 0 81 78 N° progressivo del locale: 2 Rientrate di calore alle varie ore del giorno Ora 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 Q trasm. Q irragg. Q infiltrazione W -20 -11 -2 9 21 36 52 62 61 62 59 57 W 157 212 263 299 321 318 298 253 191 117 79 0 Sens. W Lat. W 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Altri carichi Sens. W 1064 1064 1064 1064 1064 1064 1064 1064 1064 1064 1064 1064 Q totale Lat. Sens. W W 81 1200 81 1265 81 1325 81 1372 81 1406 81 1418 81 1415 81 1379 81 1317 81 1243 81 1201 81 1111 Lat. W 81 81 81 81 81 81 81 81 81 81 81 81 Totale W 1282 1346 1407 1454 1487 1500 1496 1461 1398 1324 1283 1192 Rientrate di calore alle varie ore del giorno suddivise in calore sensibile e latente 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 Ora Q tot. Q tot. Q sens. Q sens. Q lat. Q lat. R=Qs/Qt (frig/h) W (frig/h) W (frig/h) W 1102 1282 1032 1200 70 81 0.936 1158 1346 1088 1265 70 81 0.939 1210 1407 1140 135 70 81 0.942 1250 1454 1180 1372 70 81 0.944 1279 1487 1209 1406 70 81 0.945 1290 1500 1220 1418 70 81 0.945 1287 1496 1217 1415 70 81 0.945 1256 1461 1186 1379 70 81 0.944 1202 1398 1132 1317 70 81 0.941 1139 1324 1069 1243 70 81 0.938 1103 1283 1033 1201 70 81 0.936 1025 1193 955 1111 70 81 0.931 Riepilogo della condizioni di massimo carico Ora di massimo carico Rientrate di calore max. per trasmissione (W) Rientrate di calore max per irraggiamento (W) Rientrate di calore max per ventilazione (W) Carichi interni (W) : 13 : 36 : 318 : 0 : 1145 Rientrate di calore totali : 1500 (W) 79 N° progressivo locale : 51 N° locale di riferimento Descrizione locale Piano di appartenenza Zona di utilizzazione Superficie in pianta del locale Altezza del locale Superficie disperdente totale Peso del pavimento Volume netto del locale (m2) (m) (m2) (kg/(m2) (m3) : 51 : sala consiliare : terra :2 : 289 : 9.9 : 932.15 : 450 : 2861.1 Dati termoigrometrici di progetto Temperatura estiva interna del locale Umidità relativa interna del locale N° di ricambi orari d’aria Carichi interni N° di persone mediamente presenti Grado di attività (1 – 11) Carichi interni Carico dovuto alle persone Riscaldamento elettrico Illuminazione ad incandescenza Illuminazione a fluorescenza Presenza di motori elettrici Altri carichi sensibili Altri carichi latenti Carichi interni totali (°C) : 26 (%) : 50 (vol/h) : : 250 :4 sensibili frig/h W 13750 15988 0 0 2580 3000 5375 6250 0 0 0 0 21705 25238 latenti frig/h W 15000 17442 0 15000 0 17442 80 N° progressivo del locale: 51 Rientrate di calore alle varie ore del giorno Ora 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 Q trasm. Q irragg. Q infiltrazione Altri carichi Q totale Totale Sens. Lat. Sens. Lat. Sens. Lat. W W W W W W W W W 1449 3136 0 0 25238 17442 29844 17442 47286 1639 3349 0 0 25238 17442 30227 17442 47668 1820 3558 0 0 25238 17442 30617 17442 48059 2081 4099 0 0 25238 17442 31418 17442 48860 2346 4681 0 0 25238 17442 32265 17442 49707 3331 5439 0 0 25238 17442 34009 17442 51451 4101 6274 0 0 25238 17442 35614 17442 53056 4960 6809 0 0 25238 17442 37008 17442 54450 5382 6649 0 0 25238 17442 37270 17442 54712 5984 5706 0 0 25238 17442 36929 17442 54371 6287 4613 0 0 25238 17442 36139 17442 53581 6582 0 0 0 25238 17442 31820 17442 49262 Rientrate di calore alle varie ore del giorno suddivise in calore sensibile e latente Ora Q tot. (frig/h) 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 40666 40995 41330 42020 42748 44248 45628 46827 47052 46759 49079 42365 Q tot. Q sens. Q sens. Q lat. Q lat. R=Qs/Qt (frig/h) (frig/h) W W W 47286 25666 29844 15000 17442 0.631 47668 25995 30227 15000 17442 0.634 48059 26330 30617 15000 17442 0.63 48860 27020 31418 15000 17442 0.643 49707 27748 32265 15000 17442 0.649 51451 29248 34009 15000 17442 0.660 53056 30628 35614 15000 17442 0.671 54450 31827 37008 15000 17442 0.679 54712 32052 37270 15000 17442 0.981 54371 31759 36929 15000 17442 0.679 53581 31079 36139 15000 17442 0.674 49262 27365 31820 15000 17442 0.645 Riepilogo della condizioni di massimo carico Ora di massimo carico Rientrate di calore max. per trasmissione (W) Rientrate di calore max per irraggiamento (W) Rientrate di calore max per ventilazione (W) Carichi interni (W) : 16 : 5382 : 6649 : 0 : 42680 Rientrate di calore totali : 54712 (W) 81 Riepilogo rientrate estive N° loc. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 Totale Vol. netto Ora max. carico m3 268,8 13 52,8 13 52,1 15 147,1 9 267,1 15 11,1 14 19,7 14 4,6 14 4,6 14 139,5 8 178,5 8 139,5 8 30,7 14 3,5 14 3,5 14 3,5 14 101,2 8 59,8 8 71,1 9 33,7 15 83,7 14 59,8 17 12,9 14 12,4 14 62,6 17 85,7 17 106,3 15 96,3 14 210,5 13 22,0 19 133,3 9 243,6 18 10,1 14 17,9 14 4,2 14 4,2 14 127,1 19 108,5 18 67,0 8 127,1 19 28,0 14 3,2 14 3,2 14 3,2 14 243,6 8 133,6 16 96,2 17 35,0 17 157,1 17 22,0 19 3912,7 Q sens. (W) 3320 1418 2656 2360 2047 10 17 4 4 1252 2799 1352 27 3 3 3 1993 1355 1700 647 579 2014 11 11 1094 2034 1270 1318 2705 176 2612 1809 9 16 4 4 964 2864 1195 1089 24 3 3 3 3823 1220 1336 1181 2299 176 Q lat. (W) 558 81 407 326 349 21 38 9 9 407 244 407 59 7 7 7 326 326 279 387 486 326 25 24 209 209 140 0 488 40 576 558 19 34 8 8 407 140 209 407 54 6 6 6 814 396 0 70 81 40 54816 10040 Q tot. R = Qs/Qt (W) 3878 0.856 1499 0.946 3063 0.867 2686 0.879 2396 0.854 31 0.311 55 0.311 13 0.311 13 0.311 1659 0.755 3043 0.920 1759 0.768 86 0.311 10 0.311 10 0.311 10 0.311 2319 0.860 1681 0.806 1979 0.859 1034 0.625 1065 0.543 2340 0.861 36 0.311 35 0.311 1303 0.839 2243 0.907 1410 0.901 1318 1.000 3193 0.847 216 0.816 3188 0.819 2367 0.764 28 0.311 50 0.311 12 0.311 12 0.311 1371 0.703 3004 0.954 1404 0.851 1496 0.728 78 0.311 9 0.311 9 0.311 9 0.311 4637 0.824 1616 0.755 1336 1.000 1251 0.944 2380 0.966 216 0.816 64856 82 Rientrate di calore complessive dell’edificio alle varie ore del giorno, suddivise in calore sensibile e latente Ora Q tot. (frig/h) 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 45419 46246 46194 45835 45662 46620 48107 49413 49592 48832 47761 36217 Q tot. Q sens. Q sens. Q lat. Q lat. R=Qs/Qt (frig/h) (frig/h) W W W 52813 36768 42753 8652 10060 0.809 53775 37625 43750 8621 10024 0.813 53714 37596 43717 5897 9997 0.813 53297 37190 43244 8645 10052 0.811 53095 36967 42985 8695 10110 0.809 54209 37947 44124 8673 10085 0.813 55939 39463 45887 8645 10052 0.820 57457 40815 47459 8599 9998 0.825 57665 40947 47613 8645 10052 0.825 56782 40226 46774 8607 10008 0.823 55536 39194 45574 8568 9962 0.820 42113 27631 32130 8585 9983 0.762 Dati relativi al carico massimo contemporaneo Ora di massimo carico complessino Potenza sensibile richiesta Potenza latente richiesta Potenza totale richiesta Rapporto Qs/Qt : 16 : 47613 : 10052 : 57665 : 0.826 83 LEGENDA SIMBOLI CARATTERISTICHE DELLE POMPE VALVOLA DI REGOLAZIONE A DUE VIE PORTATA (m3/h) PREVALENZA (kPa) P1 38.93 68 P2 34.96 77 P3 15.2 70 TERMOMETRO A COLONNA ESEMPI DI CALCOLO IMPIANTISTICO Esempio n. P VALVOLA DI REGOLAZIONE A TRE VIE MANOMETRO A QUADRANTE CON RICCIOLO VALVOLA DI TARATURA CON ATTACCHI PIEZOMETRICI P MANOMETRO A QUADRANTE PER MISURE DIFFERENZIALI VALVOLA DI RITEGNO A BATTENTE VALVOLA DI RITEGNO A DISCO T TERMOSTATO DI REGOLAZIONE P PRESSOSTATO F FLUSSOSTATO 0.5 50 P5 9 72 P6 12.3 33 P4 VALVOLA DI INTERCETTAZIONE A SFERA Denominazione Edificio per uffici Impianto a ventilconvettori con aria primaria Tavola Schema funzionale generale GIUNTO ANTIVIBRANTE RUBINETTO A SFERA DI SCARICO CON PORTA GOMMA MODULO DI REGOLAZIONE REX VALVOLA DI INTERCETTAZIONE DEL COMBUSTIBILE X CARATTERISTICHE DELLE VALVOLE X = H : DI ENTALPIA X = P : DI PRESSIONE X = T : DI TEMPERATURA X = U : DI UMIDITA' SONDA RIDUTTORE STABILIZZATORE DI PRESSIONE POZZETTO PER ORGANI DI CONTROLLO MANICOTTO ANTIVIBRANTE TERMOMETRO A QUADRANTE T FILTRO PER GAS Kv DN p (kPa) V1 32 12 10 V2 20 5.0 15 V3 10 1.5 15 Servizio Tecnico Commerciale - Aermec sede Consulenza impiantistica: E3 T0 08/09/04 ELETTROPOMPA A TUBAZIONE CONTROLLO TENUTA VALVOLE ELETTROPOMPA A BASAMENTO VALVOLA DI SICUREZZA P GRUPPO DI CARICAMENTO FILTRO A Y GF - mod. RV 0901L VALVOLA DIFFERENZIALE DI BY-PASS P = 217,3 kW P LEGENDA TUBAZIONI ACQUA CALDA PRIMARIA ACQUA CIRCUITO BATTERIE ACQUA REFRIGERATA GAS METANO ACQUA FREDDA SANITARIA LINEE E SEGNALI ELETTRICI DN (39503 l/h) DN (39503 l/h) 107/114 CIRCUITO VENTILCONVETTORI COPERTURA DELL'EDIFICIO BASAMENTO INERZIALE CIRCUITO BATTERIE FREDDE (34755 l/h) 101/108 CIRCUITO VENTILCONVETTORI (15200 l/h) 70/76 CIRCUITO RADIATORI (475 l/h) 3/4" CIRCUITO BATTERIE CALDE (8904 l/h) 54/60 101/108 T2 SONDA ESTERNA SEPARATORE D'ARIA 101/108 RET3 107/114 RET2 RET1 2"1/2 64/70 T TRONCHETTO FLANGIATO DN65 T3 P5 P P COMMUTAZIONE STAGIONALE DI FUNZIONAMENTO T 3/4" A ESTATE : CHIUSO INVERNO : APERTO B ESTATE : APERTO INVERNO : CHIUSO T P6 F 2"1/2 P4 1"1/2 T2 V2 V3 (12216 l/h) P 3/4" IC 1/2" 2"1/2 2"1/2 A E 3/4" E P 1¼" B A B E 3/4" INTERCETTAZIONE GAS FUORI PORTA TL RET ALTRE UTENZE 3/4" A TS 3/4" 3/4" 1¼" 2" AL CONTATORE DEL GAS T DISCONNETTORE IDRAULICO DALLA RETE ACQUEDOTTO 2"1/2 p=3.5 bar F V1 T1 GC B 1¼" T 1/2" AL CARICAMENTO IMPIANTI 1" A 1/2" 1/2" 3/4" 3/4" P 1/2" P P P p = 15 kPa P3 DN 100 DN 100 P2 DN 2"1/2 2"1/2 VASO DI ESPANSIONE C = 24 l DN 100 DN 100 1/2" P1 DOSATORE PROPORZIONALE DI PRODOTTO FILMANTE ANTICORROSIVO GA C = 24 l PIANO INTERRATO RAMPA GAS A NORMA UNI 8041-8042 GRUPPO ADDOLCITORE LOCALE CALDAIA SOTTOCENTRALE IMPIANTI 3/4" FILTRO MICROMETRICO P = 220 kWt VASO DI ESPANSIONE C = 100 l 3/4" 1/2" ESEMPI DI CALCOLO IMPIANTISTICO Edificio per uffici Impianto a ventilconvettori con aria primaria Schema funzionale generale Servizio Tecnico Commerciale - Aermec sede E3 T1 08/09/04 Schema altimetrico circuito ventilconvettori (fuori scala) Montanti alla CTA2 ESEMPI DI CALCOLO IMPIANTISTICO Edificio per uffici Impianto a ventilconvettori con aria primaria Rete tubazioni - piano terra Servizio Tecnico Commerciale - Aermec sede 1/2" 250 l/h (250 l/h) E3 T2 (200 l/h) 1/2" 200 l/h (250 l/h) 3/4" 400 l/h 08/09/04 (200 l/h) (200 l/h) LEGENDA 3/4" 600 l/h Rete alimentazione ventilconvetori (250 l/h) 3/4" 500 l/h Rete alimentazione radiatori a,b,...= nodi 1" 850 l/h , Rete scarico condensa ,...= tratti (250 l/h) Venrilconvettore ( identificativo del modello) (250 l/h) Radiatore 1" 750 l/h potenza termica secondo UNI 6514/69 numero identificativo del locale 950 l/h (200 l/h) 1" 1100 l/h 1" 950 l/h numero identificativo del tratto di tubazione 3650 l/h 39/34 2750 l/h (250 l/h) 1150 l/h a 250 l/h 33/38 1400 l/h 33/38 1350 l/h 1" 900 l/h (200 l/h) b 1/2" 1400 l/h 1/2" 250 l/h 1200 l/h 1" 900 l/h MR1 (250 l/h) 1/2" 200 l/h MV1 49/54 4500 l/h 3300 l/h 3/4" 350 l/h 3/4" 350 l/h 1/2" C A4 A3 A2 A1 (250 l/h) (250 l/h) (250 l/h) (250 l/h) (350 l/h) (350 l/h) 1" 1250 l/h (350 l/h) 1" 750 l/h 1" 1000 l/h 3/4" 50 l/h A 1/2" 250 l/h B 3/4" 350 l/h 1" 1200 l/h (250 l/h) C PARTE DI EDIFICIO A DIVERSA DESTINAZIONE 1 1/4" 2050 l/h (500 l/h) 1" 850 l/h 3/4" 500 l/h (200 l/h) (350 l/h) 1" 500 l/h B1 B2 (350 l/h) VIII 33/38 1700 l/h (200 l/h) VII 3/4" 700 l/h 1" 1350 l/h 33/38 1500 l/h 1/2" 350 l/h (500 l/h) 1/2" (200 l/h) (200 l/h) VI 1" 1100 l/h (200 l/h) V 1" 900 l/h (200 l/h) IV 1/2" (200 l/h) (200 l/h) III ESEMPI DI CALCOLO IMPIANTISTICO Edificio per uffici Impianto a ventilconvettori con aria primaria Rete tubazioni - piano primo montante tubazioni alla copertura camini Servizio Tecnico Commerciale - Aermec sede ( 200 l/h) 1/2" 200 l/h Ø25 Ø25 E3 T3 (200 l/h) 300 l/h 1/2" 200 l/h 09/09/04 Ø25 1/2" 300 l/h LEGENDA 3/4" (200 l/h) (200 l/h) 500 l/h Ø32 Rete alimentazione batterie calde Rete alimentazione batterie fredde 3/4" 400 l/h Ø32 a,b,...= nodi 1" 700 l/h , Rete alimentazione ventilconvetori ,...= tratti Rete alimentazione radiatori Rete scarico condensa (200 l/h) ( 250 l/h) Venrilconvettore 1" 900 l/h 1" 650 l/h Radiatore ( identificativo del modello) potenza termica secondo UNI 6514/69 numero identificativo del locale (200 l/h) (250 l/h) 3800 l/h 1 1/2" 3500 l/h numero identificativo del tratto di tubazione a 1" 1100 l/h Ø32 1" 900 l/h Ø32 1" 1300 l/h 33/38 1150 l/h (250 l/h) b 33/38 1600 l/h 1/2" 300 l/h ( 200 l/h) 1/2" 3/4" 450 l/h ( 250 l/h) 1/2" 200 l/h 1/2" 250 l/h ( ) Ø32 Ø25 predisposizione attacchi ventilconvettore ( 250 l/h) (200 l/h ) (250 l/h ) 1/2" 300 l/h Ø25 1/2" 1" 1150 l/h 39/44 2750 l/h MV1 1 1/2" 1" 1150 l/h 3900 l/h Ø32 ( 200 l/h) (200 l/h) (200 l/h ) Ø25 ( 200 l/h) (200 l/h) (650 l/h) 33/38 1600 l/h 3/4" 650 l/h 1" 1400 l/h 1" 1200 l/h 1" 1000 l/h 1" 800 l/h 200 l/h 1" 900 l/h 3/4" 600 l/h (250 l/h) Ø25 1/2" 250 l/h (600 l/h) 1" 1150 l/h TUBAZIONI IN CONTROSOFFITTO 1" 900 l/h 3/4" 250 l/h Ø32 (250 l/h) predisposizione attacchi ventilconvettore 1" 900 l/h 3/4" 650 l/h (250 l/h) 3/4" 400 l/h Ø25 Ø32 (250 l/h) 1/2" 200 l/h (200 l/h) (200 l/h) LEGENDA Registro di taratura a farfalla o a bandiera ESEMPI DI CALCOLO IMPIANTISTICO Serranda di taratura ad alette Diffusore a soffitto Edificio per uffici Impianto a ventilconvettori con aria primaria Ugello Mod.... Canale flessibile (coibentato solo per la mandata) Griglia di tansito Tipo a = 4 dmq di sezione netta b = 6 dmq di sezione netta c = 10 dmq di sezione netta Rete canalizzazioni piano terra Salvo diversamente indicato i canali di mandata saranno isolati esternamente con materassino di lana di vetro dello spessore di mm 25, protetto con carta KRAFT alluminata. Per i canali di espulsione e di ripresa non è previsto alcun isolamento. Servizio Tecnico Commerciale - Aermec sede E3 T4 Particolare condotte di espulsione Ventilatore di estrazione da: 150 m3/h Valvola di ventilazione Valvola di ventilazione Particolare condotte di espulsione Valvola di ventilazione Valvola di ventilazione Griglia di ripresa Valvola di ventilazione Pannello comando CTA 1 Griglia di ripresa n° 2 griglie di ripresa a parete 500 * 1000 - 3200 m3/h cad. n° 2 griglie di ripresa a parete 500 * 1000 - 3200 m3/h cad. 09/09/04 ESEMPI DI CALCOLO IMPIANTISTICO Edificio per uffici Impianto a ventilconvettori con aria primaria Rete canalizzazioni piano primo Servizio Tecnico Commerciale - Aermec sede E3 T5 Particolare condotte di espulsione Valvola di ventilazione 09/09/04 Valvola di ventilazione LEGENDA Registro di taratura a farfalla o a bandiera Serranda di taratura ad alette Diffusore a soffitto Ugello Mod.... Canale flessibile (coibentato solo per la mandata) Griglia di tansito Particolare condotte di espulsione Tipo a = 4 dmq di sezione netta b = 6 dmq di sezione netta c = 10 dmq di sezione netta Salvo diversamente indicato i canali di mandata saranno isolati esternamente con materassino di lana di vetro dello spessore di mm 25, protetto con carta KRAFT alluminata. Per i canali di espulsione e di ripresa non è previsto alcun isolamento. Valvola di ventilazione Valvola di ventilazione Griglia di ripresa Griglia di ripresa Valvola di ventilazione Montante di ripresa Griglia di ripresa