Barca di clandestini africani arriva ai
Caraibi dopo 4 mesi nell’Atlantico
Una barca di sei metri, bianca,
senza nome, senza bandiera. È un
pescatore ad avvistarla alle cinque
del mattino del 29 Aprile a 76 miglia
di Regged Point, la punta più
orientale delle isole Barbados.
Dondola tra le onde, nessuno la
governa, anche se a bordo
s’intravedono degli uomini. Sono
sdraiati sul ponte, immobili. Il
pescatore chiama la guardia
costiera. Alle sei della sera, la
piccola barca bianca, trainata da
una motovedetta, entra nel porto di
Bridgetown. A bordo ci sono i corpi
quasi mummificati di undici uomini
neri.
Giovanni Maria Bellu
La Repubblica 4 giugno 2006
Tu vuoi che io racconti,
ora che non ho più nulla
in corpo da vomitare e la
bocca
è
una caverna dove le
parole camminano al
buio…
Che cosa vuoi farci fare, Sayoro? Obbligarci a
ricordare anche le foglie delle palme quando
schioccavano come frustate al vento e noi bambini
non riuscivamo ad addormentarci sapendo
certo che lo sapevamo
che quei rumori erano i ricordi che non muoiono
mai,mai, dei nostri antenati flagellati
Sono nato zoppo destro, con il
piede che non ha mai avuto cuore
e polmoni, e non si è goduto
quello che faceva il sinistro. Tutta
la vita è stato geloso dell’altro, ma
adesso, sono sicuro, se la gode:
lui almeno, già morto, non teme i
becchini
Ogni giorno, quando finivo la
scuola, andavo, tirandomi la
gamba appresso, dai
pescatori sulla riva. Un po’ in
disparte li guardavo caricare
le reti sulle barche e partire in
mare a lanciarle, e poi
tornare a riva a tirarle fuori…
quando avevo già compiuto
dodici anni un pescatore
cugino di mio padre gridò,
Baba, tira anche tu.
Non avevo mai sentito delle
parole così belle sino ad
allora
La barca dei pescatori fu
il mio piede nuovo
Penserai che è stato il mare alla fine a tradirmi,
Sayoro? Io non lo penso. Altri mi hanno
tradito:avevano gambe e piedi sani, ma hanno
rubato solo i miei soldi, non la mia vita
Quella …resterà alla deriva nell’Atlantico
Suona Sayoro, fai arrivare la tua musica fino a
Fatou, assieme alla lana dei capelli che mi sono
strappato per il dolore…
Diglielo che i suoi figli sono morti
affogati con gli occhi aperti e che io
non ce l’ho fatta a chiuderglieli
perché sono andati a fondo troppo
veloci
La mia città è Mbour, per chi
non lo sa; tutti lavoravamo
nello stabilimento ad
affumicare i pesci. La notte
l’odore mi entrava nei sogni.
Mi sentivo sempre addosso
l’odore del pesce
affumicato, nel sudore,
nell’alito. La prima volta che
ho baciato una ragazza ho
avuto paura che dentro i
denti mi sentisse un pesce
stecchito e salato.
Da quella volta ci ho
messo un po’ di tempo per
avvicinarmi alle ragazze,
ma alla fine ho pensato
che le loro lingue avevano
lo stesso sapore della
mia: perché tutti
abitavamo a Mbour…
Sentivo i loro denti affumicati e le labbra
grosse di sale
Volevo che i miei nipoti non dovessero morire
di sete baciando le ragazze…
Ora voglio bene a quell’odore, mi credete?
Voglio bene a mio padre che ha avuto coraggio
molte volte nella sua vita, ma adesso mi ricordo solo
quando aveva detto, Fatou non la faccio tagliare,
mettendosi contro tutti..
Fino a quando, prima di
maritarsi,è andata da una
vecchia e si è fatta fare il
lavoro. Così mi posso
sposare perfetta, aveva
detto…
Allah non ha mai creato
nessuna donna imperfetta, le
aveva risposto lui, amaro
… lui era contento quando gli ho detto
che saremmo partiti. Andate, dopo
tornerete a casa, con altre sapienze da
unire alle nostre. E’ giusto andare, da
uomini liberi per il mondo.
…faccio
piroghe,
io
facevo
piroghe
Mio nonno
stavamo bevendo
ha detto, Bilal deve
andare in Europa a
studiare nuovi disegni
per le piroghe,e a fare
barche più grandi.
Mio nonno ha detto.
Io ho pensato No e ho
detto Va bene
Non voglio, Sayoro, che
qualcuno dica a nonno
che la mia bara è una
barca bianca, senza
disegni e colori.
E senza odori. Senza
odori? No.No.
C’è l’odore dei ricordi
dei mezzi morti ma,
giura, Sayoro, che non
lo saprà, nonno cieco.
Nonno è buono. Nonno
è buono. E’ saggio. Non
ha colpe per la mia fine.
I turisti dicono, Noi abbiamo troppo,ma voi avete
il lago, viola, che noi non abbiamo. Siete
fortunati,dicono…
Si commuovono
Entravano a gruppi nel mio negozietto a
comprare artigianato e mi consigliavano Vieni nel
nostro Paese a vendere. Vanno di moda le tue
cose da noi, e costano molti soldi anche. Qui le
regalate, siete scemi.
Vieni e vendi nelle strade,come fanno gli altri.
Abusivo.
Abusivo? Vuol dire di nascosto? Si usa così nel
tuo Paese?
Guardami Allah
con i tuoi alisei e
stelle e pianeti e
con ogni acqua
di mare che hai
creato e che
certo non volevi
potesse fare del
male alle altre
tue creature.
Non volevi
sì
io ti so giusto,
porta la tua
attenzione su di
me, son pronto
per il rito,
guardami io non
dubito di te,
sono pronto per
il tuo amore
Buona o cattiva che possa essere Lei aspetterà a
prendersi la mia anima: perché io, che si sappia nella
nostra fossa comune, di anima e cuore non ne ho dal
giorno che ne ho fatto promessa a Safia
Morte puttana…
Mi ascolti Morte?...
Aveva quattro anni e io sei quando l’ho vista che
raccoglieva conchiglie sulla spiaggia. Le prendeva,
le puliva, le baciava e le infilava in un sacco.
… Le ho gridato, Perché la baci?
Si è tirata il sacco in spalla e se
n’è andata in piazza a vendere
conchiglie ai turisti, come fanno
tutti nella nostra isoletta.
Aveva diciotto anni e io venti
quando l’ho vista che raccoglieva
conchiglie sulla spiaggia…
Le ho gridato, Perché la baci?
Io ho studiato. Sono quasi
architetto, nella mia isola fatta
di conchiglie …
Gli occhi di Safia sempre più appassiti
a baciare conchiglie. E io, cosa potevo
costruire di nuovo, in un luogo nato così
e destinato a restare uguale a se stesso
in eterno?
Ho detto a Safia, C’è una barca
che parte domani. Andrò.
Andrò a fare case differenti dalle nostre.
Perché partire di nascosto, mi aveva detto.
E io, Perché il mondo ha frontiere.
Eravamo usciti in cinque da Gorée,
tutti sposati; qualcuno ha salutato i
figli. Ancora vivo sono rimasto io solo
della mia città, e la fame che mi aveva
fatto decidere all’impresa ora mi
sembra niente vicino a quella che ci
ha fatto diventare carcasse di cane.
Pensavo al Forte di Gorée e ai suoi cannoni, a tutta
la gente che piange lì sotto. Sapete cosa pensavo?
Che non avevo voglia di provare pietà per la nostra
razza. Non essere orgoglioso, Ibou, accetta ogni
crudeltà scritta per l’Africa dall’inizio del mondo.
Accetta e prega
A Gorée per il mio matrimonio, a pranzo
A metà pranzo è scoppiato un incendio in un mercato
vicino a casa. Mia moglie si chiama Awa
Quando ci hanno detto che il mercato
stava bruciando io aveva la mano piena
di riso e gli occhi pieni di Awa
Nulla si è salvato, neppure le galline
rinchiuse nelle gabbie.
Se solo questa notte finisse subito e
un sole grande, sì,
sì, lo vedo;
l’apparizione, l’illuminante
sole rosso come la lingua di mia
moglie quando parla da gelosa
Tutti noi possiamo bruciare contenti, in gola a
questa palla in fiamme…
Un rogo di negri in barca per far sparare i
cannoni di Gorèe.
Ho ricordi di denti che ridono, e sono i tuoi
Sayoro, e i miei e quelli di baay
…disse
La memoria del mondo la conserva solo
Maria Maddalena
Lo diceva specialmente a te, l’erede primo
Io restavo ad ammirarle la schiena, che aveva
bellissima
già
proprio bella
la schiena scura e tatuata di Maria Maddalena
Per la prima volta in vita mia non ti invidio il posto
Non ti invidio il posto quando resterai ultimo a
suonarti la vita, da mortale come tutti gli altri, povero
Sayoro figlio di re
Molti ci piangeranno. Nessuno
potrà fare a meno di piangere te.
Anch’io avrei fatto onore alla morte
del re. Ma è meglio che sia andata
così
Ci hanno agganciato con una fune e
ci hanno trainato per un po’. Me ne
ricordo bene.
Sono tornati a prenderci quando si
sono accorti della tosse del motore e
che l’albero della barca si era rotto
Ho aiutato a legare, so fare i nodi bene.
Ho aiutato a legare, mi avete visto tutti. Ho
stretto la fune così forte che le mani
Si sono scorticate
Le avete viste tutti.
L’altra barca con noi attaccati
non è tornata verso terra. Io
ho gridato più forte,lo sapete
tutti.
Un coltello che tagliava la
corda;
schiene sopra la loro barca.
Il nodo è a prua, con ancora un pezzo di fune…
Non ho sbagliato a fare il nodo, ma voi non mi
avete perdonato lo stesso
Vengo da una famiglia onesta, cosa credete!
Mio padre fa il barbiere in centro, non scherzo.
Un anno fa da una disgrazia
è arrivata una fortuna
quando mio zio Massamba
l’ha schiacciato nel muro il
suo autobus senza freno a
mano tirato, che mi è
rimasto in eredità.
Non era un turista, si capiva. I
turisti ascoltano felici il chiasso
degli autobus, non rompono le
palle all’autista…
Ogni notte tornavo a casa
stanco, la testa con ancora
dentro parole e figure che non
mi lasciavano solo. E lo
spagnolo. Eravamo all’inizio di
dicembre.
Lo spagnolo mi aveva proposto
un affare,Trovami una
cinquantina di maschi giovani
con milletrecento euro appresso
e io vi porto a pascolare dove c’è
erba migliore di qui. Tu non
pagherai il biglietto e avrai anche
un premio. Pensaci qualche
giorno
Questa è la mia fine nel grande mare del Marocco, così
dico.
Il nodo, ve lo giuro, era stretto forte.
Non avrei tirato con la stessa forza il freno a mano
La mia pazzia è certificata
ufficialmente: sono un matto
diplomato, sono pieno di attestati.
Che bella parola è Matto, mi piace tanto…
Matto, meglio che dire amato. Sayoro
l’amato e Mor il matto
Suor Ilaria, Dorotea:
Chi sposerà il piccolo Mor?
Mi comprò dei guanti bianchi per la Prima Comunione
libere farfalle
mi spalancò libri per terra,
Ninna nanna mio bambino
allevato da una sposa di Dio.
Fillu nieddu ‘e su coru
fillu nieddu po sa vida mia sbuida
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, diceva yaay Ilaria,
Dorotea, gli occhi verdi zuppi di colore di un mare da
cui si salpa con in mano fazzoletti
zuppi
di lacrime di padre e di madre. E di Così sia.
Sono rimasto ore con il naso dentro la sabbia, ad
aspettare che la recuperassero.
Ci è dovuto il ricordo di ciò
che siamo stati,dei nostri
nomi, almeno.. Ti prego,
kora, impedisci che
qualcuno dica, Una barca
con undici clandestini
mummificati a bordo è stata
recuperata al largo di
accanto alla costa di
a cento miglia dalla costa di
al centro dell’oceano, non
so più quale
Erano partiti in quarantasette
clandestini, della speranza.
Tu dirai, Non clandestini senza forma: erano Baba,
Bilal, Amdy, e gli altri
Hanno preso milioni dei
nostri antenati ed ora ci
dicono Non c’è posto
per voi.
Ma come non c’è posto,
se prima ci stavamo.
Ora dobbiamo chiedere
permesso per vivere
con voi?
Man djoina, gnom djoi nan
Io ho pianto, loro hanno pianto:
questo è tutto, kora. Non perderti
in chiacchiere.
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