Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola I libri per ragazzi scritti dai ragazzi. Racconti che rendono i bambini e i giovani scrittori protagonisti di un’attività che coinvolge l’Italia e tanti altri Paesi europei ed extraeuropei in una fantastica avventura che grazie alla scrittura determina di volta in volta un filo che accomuna, unisce, coinvolge l’attorno … Bimed Edizioni Il racconto viene pubblicato all’interno della Collana annuale della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola, un format che guarda al racconto come a un “bene …” di fondamentale rilevanza per la formazione delle nuove generazioni in grado di determinare relazioni, contaminazioni, confronto, interazione, crescita comune e tanto altro ancora … IL CORAGGIO DI BRENNO Partendo dall’incipit di Domenico Barrilà e con il coordinamento dei propri docenti, hanno scritto il racconto gli studenti delle scuole e delle classi appresso indicate: Istituto Comprensivo “G. Marconi” Battipaglia (SA) - classe II A Istituto Comprensivo di La Loggia (TO) – classe II D Scuola Statale Italiana di Madrid – classe III A Istituto Comprensivo Statale di Casapesenna (CE) - classe III B II Circolo Didattico di Mercato San Severino (SA) plesso San Vincenzo - gruppo misto classi III A/B/C Istituto Comprensivo Sant’Angelo a Cupolo (BN) plesso Calvi – classe III A Istituto Comprensivo “Don L. Milani” Manocalzati Scuola Primaria plesso di Parolise - gruppo classi III/IV Istituto Comprensivo Statale di Casapesenna (CE) classe III D Direzione Didattica Michele Coppino Torino - classe III D Editing a cura di: Adele Spagnuolo Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura - Ente Formatore per Docenti Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all’Estero Direzione e progetto scientifico Andrea Iovino Responsabile di redazione e per le procedure Alberto Fienga Coordinamento organizzativo e didattico Ermelinda Garofano Responsabile per l’impianto editoriale Ermelinda Garofano Revisione editoriale Francesco Rossi, Shasa Buonino, Ilaria Mascolo, Maria Cristina Folino Gestione esecutiva del Format Angelo Di Maso, Adele Spagnuolo Grafica di Copertina : Bimed Station Impaginazione Tullio Rinaldi Piattaforma escriba UNISA, Dipartimento di Informatica – Progetto Prof. Vittorio Scarano, realizzazione Dott. Raffaele Spinelli Gennaro Coppola, webmaster BIMED Pubbliche Relazioni Nicoletta Antoniello Amministrazione Rosanna Crupi, Annarita Cuozzo I libretti della Staffetta non possono essere in alcun modo posti in distribuzione commerciale RINGRAZIAMENTI I racconti pubblicati nella Collana della Staffetta di Scrittura Bimed/ Exposcuola 2014/15 si realizzano anche grazie al contributo erogato in favore della Staffetta dai Comuni che finanziano l’azione intesa come esercizio di rilevante qualità per la formazione delle nuove generazioni. Tra gli Enti che contribuiscono alla pubblicazione della Collana Staffetta 2015 citiamo: Ambasciata d’Italia in Libano, Ascea, Atripalda, Bellosguardo, Borgaro Torinese, Castelletto Monferrato, Favignana, Ivrea, Moncalieri, Montemiletto, Osasco, Piaggine, Pinerolo, Saint-Vincent, Santena, Siano. La Staffetta di Scrittura riceve un rilevante contributo per l’organizzazione degli Eventi di presentazione dei Racconti 2015 dai Comuni di: Bellosguardo, Moncalieri, Pinerolo, Procida, Salerno, e dal Parco Nazionale del Gargano/Riserva Naturale Marina Isole Tremiti. Si coglie l’occasione per ringraziare i tantissimi uomini e donne che hanno operato per il buon esito della Staffetta 2015 e che nella scuola, nelle istituzioni e nel mondo delle associazioni promuovono l’interazione con i format che Bimed annualmente pone in essere in favore delle nuove generazioni. Ringraziamenti e tanta gratitudine per gli scrittori che annualmente redigono il proprio incipit per la Staffetta e lo donano a questa straordinaria azione qualificando lo start up dell’iniziativa. Un ringraziamento particolare alle Direzioni Regionali Scolastiche e agli Uffici Scolastici Provinciali che si sono prodigati in favore dell’iniziativa e a Legambiente per l’autorevole apporto tecnico reso alla Staffetta. Vivi ringraziamenti ad ALPEGA Fattoria Didattica che ci ha permesso di collegare la scrittura al mondo della natura e all’educazione verso il nostro Attorno. Infine, ringraziamenti ossequiosi vanno a S. E. l’On. Giorgio Napolitano che ha insignito la Staffetta 2014 con uno dei premi più ambiti per le istituzioni che operano in ambito alla cultura e al fare cultura, la Medaglia di Rappresentanza della Repubblica Italiana giusto dispositivo SGPR25/09/20140090057P del PROT SCA/GN/1047-2 By Bimed Edizioni Dipartimento tematico della Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo (Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura) Via della Quercia, 64 – 84080 Capezzano (SA), ITALY Tel. 089/2964302-3 fax 089/2751719 e-mail: [email protected] La Collana dei Raccontiadiecimilamani 2015 viene stampata in parte su carta riciclata. È questa una scelta importante cui giungiamo grazie al contributo di autorevoli partner (Sabox e Cartesar) che con noi condividono il rispetto della tutela ambientale come vision culturale imprescindibile per chi intende contribuire alla qualificazione e allo sviluppo della società contemporanea anche attraverso la preservazione delle risorse naturali. E gli alberi sono risorse ineludibili per il futuro di ognuno di noi… Parte della carta utilizzata per stampare i racconti proviene da station di recupero e riciclo di materiali di scarto. La Pubblicazione è inserita nella collana della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola 2014/2015 Riservati tutti i diritti, anche di traduzione, in Italia e all’estero. Nessuna parte può essere riprodotta (fotocopia, microfilm o altro mezzo) senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. La pubblicazione non è immessa nei circuiti di distribuzione e commercializzazione e rientra tra i prodotti formativi di Bimed destinati unicamente alle scuole partecipanti l’annuale Staffetta di Scrittura Bimed/ExpoScuola. La Staffetta 2014/15 riceve: l’adesione del Presidente della Repubblica e sua Medaglia di rappresentanza Patrocini: Senato della Repubblica, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero della Giustizia, Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. PRESENTAZIONE Con la Staffetta quest’anno tanti studenti hanno lavorato sul tema della volontà. È un tema complesso che, però, ci ha permesso di interloquire con i ragazzi sulle grandi questioni del nostro tempo. Lo abbiamo fatto con i bambini della primaria e dell’infanzia e lo abbiamo fatto con i ragazzi delle medie e i giovani delle superiori. È stato un viaggio bellissimo, per certi versi divertente, per altri, impegnativo… Ma ciò che maggiormente colpisce è che la comunità della scuola italiana nel suo insieme, ancora una volta, ha dato prova di straordinaria tenuta. Una tenuta di qualità che accomuna la nostra scuola dalla primaria alla secondaria superiore. Provare a organizzare un esercizio attorno alla volontà significa costringere le nuove generazioni a indicare il proprio volere, la propria visione, quello che “immagini …” ci sia davanti a te e quanto questa immaginazione accomuni l’individuo al proprio contesto. Alla fine della giostra troviamo dei racconti strepitosi, ricchi di fantasia, articolati in una dimensione letteraria molto variegata ma che nel suo insieme dimostra il valore del nostro corpo docente che in ogni livello d’istruzione è assolutamente capace di governare la narrazione e tutti i valori formativi che sono insiti nel progetto e nella costruzione di un racconto. Un racconto, ricordiamolo, che è il frutto di un confronto e di una scrittura di gruppo cioè, è frutto di un esercizio in cui una squadra, o una classe se preferite, unita attorno a un obiettivo riesce a dimensionare, con le parole, LA STORIA. Trasferite tutto questo nel sistema Paese e avrete un modello, il modello da seguire per qualificare il nostro tempo e i nostri spazi. Grazie alle maestre e ai maestri, in generale, ai docenti che si sono sobbarcati le difficoltà che sono insite nella Staffetta di scrittura, grazie ai dirigenti scolastici e agli scrittori, senza la loro “volontà” e la loro disponibilità non avremmo lo start up della Staffetta che si giova della generosità che è nelle parole di chi si dedica per professione alla scrittura e di chi de/tiene la responsabilità della nostra irrinunciabile scuola. Grazie agli sponsor, grazie agli amministratori comunali che investono sulla Staffetta e l’educational, grazie alla filiera dei tecnici e grazie a quanti lontani dai riflettori giorno dopo giorno si dedicano a questa straordinaria avventura di comunità. Un grazie particolare, all’On. Giorgio Napolitano che, ancora una volta, ha voluto premiare la Staffetta con la Medaglia di Rappresentanza della Presidenza della Repubblica Italiana, un encomio che ci gratifica e ci ripaga del lavoro che consente a ognuno di noi, oltretutto, di sentire l’orgoglio del cammino che ci tiene insieme e tiene insieme il passato, il presente e il futuro del mondo di cui siamo parte. Andrea Iovino L’imprescindibile per l’innovazione è nella scrittura È il terzo anno che in partnership con Bimed promuoviamo sul territorio nazionale la Staffetta di Scrittura Creativa e di Legalità che, oramai, ha valicato i confini nazionali coinvolgendo gli studenti di Paesi che vanno dall’America Latina al Medio Oriente e all’Europa. Per noi che abbiamo come mission quella di affermare i valori aggiunti della cultura digitale resta, quest’azione, un’opportunità imperdibile per la disseminazione di ciò che grazie all’innovazione cambierà in meglio la vita del contesto planetario. Grazie alla Staffetta le nuove tecnologie si vanno affermando sempre di più nella scuola italiana e anche nella didattica si determinano cambiamenti dei metodi di apprendimento e di insegnamento. L’interazione tra cultura digitale e Staffetta consente, inoltre, di incidere positivamente sullo sviluppo del pensiero critico e delle competenze digitali che, insieme all’alfabetizzazione, danno modo ai giovani di comprendere appieno i linguaggi e le determinanti positive dell’innovazione tecnologica. L’idea di organizzare attorno alla Staffetta la strategia di ingresso organico dell’informatica nella scuola è, tra l’altro, una modalità di relazione unica tra il contesto degli adulti e gli studenti che sono, oggi, nativi digitali di seconda generazione, dunque, entità che hanno dentro se stessi gli strumenti per poter governare la relazione con gli “oggetti…” che sono parte integrante dell’innovazione che utilizziamo giornalmente. Certipass è sempre più impegnata in favore della diffusione della cultura digitale e continua a operare in linea con le Raccomandazioni Comunitarie che indicano nell’innovazione e nell’acquisizione delle competenze digitali la possibilità evolutiva del contesto sociale contemporaneo. Poter raccontare a una comunità così vasta, com’è quella di Bimed, delle grandi opportunità che derivano dalla cultura digitale e dalla capacità di gestire in sicurezza la relazione con i contesti informatici, è di per sé una occasione imperdibile. Ci è apparso doveroso partecipare anche quest’anno con slancio alla Staffetta Bimed proprio perché siamo certi che attraverso la scrittura potremo determinare una cultura in grado di collegare la creatività e i saperi tradizionali alle moderne tecnologie e a un’idea di digitale in grado di affermare il valore del confronto, della contaminazione, dell’incontro e della sussidiarietà. I docenti chiamati a utilizzare una piattaforma telematica insieme ai giovani che scrivono, loro, una parte del racconto; la possibilità, poi, di vivere e condividere grazie al web con tanti altri studenti la storia che evolve grazie al contributo della scuola è una dimensione unica e… felice. Il libro che avete tra le mani è la prova tangibile di un lavoro unico nel suo genere, dai tantissimi valori aggiunti che racchiude in sé lo slancio nel liberare futuro collegando la nostra storia, le nostre tradizioni e la nostra civiltà all’innovazione tecnologica e alla cultura digitale. Certipass è ben lieta di essere parte integrante di questo percorso, perché l’innovazione è cultura, prima che procedimento tecnologico. Il Presidente Domenico PONTRANDOLFO INCIPIT DOMENICO BARRILà La carriera di Brenno Brenno indossava ancora il collare e una catena di ferro robusto. Anche se portava il nome di un condottiero conosciuto per la sua ferocia ed era grosso, come lo sono i pastori alsaziani, si trattava di un cane buono e affettuoso, leccava tutti, amici e nemici, senza distinzioni. Lo aveva trovato Andrea, anzi era Brenno ad aver trovato il custode della scuola primaria che frequentavamo. Una sera d’inverno si era acquattato sotto il portico, era ferito, sembrava avesse ricevuto delle percosse, poi aveva cominciato a muoversi nel buio travolgendo la pattumiera e tutto ciò che trovava sulla sua strada, fino a quando l’inquilino, attratto da tutto quel baccano, non si era affacciato alla finestra. Brenno gli aveva riservato lo stesso trattamento che riservava 17 a tutti, leccate e abbracci, così erano diventati inseparabili, anche perché nessuno, per diversi mesi, era venuto a reclamare l’animale. Da quel giorno Brenno era anche diventato uno di noi. Di solito se ne stava nel suo recinto, grande come una stanza, vicino alla casa di Andrea, e noi bambini circondavamo la recinzione, aspettando il nostro turno per potere scambiare una coccola. Lui, paziente, non deludeva nessuno. Poi, un giorno, arrivò un signore con delle guardie, sosteneva che Andrea avesse rapito Brenno, ma noi sapevamo che non era vero. CAPITOLO PRIMO Andrea in caserma Ora vi racconto cosa avvenne Antonio, che stava seduto all’ultimo banco vicino alla finestra, era molto alto e aveva la vista lunga a un tratto gridò: «Maestra, maestra, due poliziotti stanno portando via Andrea!» La maestra, allarmata, subito uscì nel corridoio, chiamò i colleghi e riferì loro quello che stava succedendo; frattanto, anche il direttore si era accorto di ciò che stava avvenendo. Tutti uscirono in cortile: maestre, alunni, bidelli, e anche qualche genitore che si trovava a scuola per delle richieste. Tutti circondarono le guardie, Andrea e quel signore sconosciuto. Il direttore chiese spiegazioni ai poliziotti e questi risposero che dovevano portarlo in caserma, perché doveva spiegare diverse cose a proposito di Brenno. Capitolo primo 19 20 Andrea cercò di difendersi dicendo che aveva trovato il cane diversi mesi prima nel cortile della scuola, ferito, maltrattato e infreddolito, con il collare e la catena; gli aveva curato le ferite e lo aveva portato dal veterinario per assicurarsi che stesse bene. Il signore, che era venuto con i poliziotti, disse: «Non è vero! Il cane è mio e stava bene nella cuccia del mio giardino!» Andrea gli gridò: «Ah, sì, stava bene, con la catena al collo, ferito? E come mai per tutti questi mesi nessuno lo ha cercato?» Il signore ribatté: «Non gliel’ho messa io la catena». Tutto il pubblico che si era radunato intorno allo strano gruppetto di bambini, maestri e bidelli gridava dando ragione ad Andrea, naturalmente, sapendo quanto il custode amasse il povero Brenno. «Basta, signor Andrea» disse uno dei poliziotti «ora andiamo in caserma perché, come vede, ci sono diverse cose che non sono chiare. E anche lei, signor Pironti, dovrà darci delle Andrea in caserma spiegazioni: il cane è dotato di microchip e poteva essere localizzato subito. Come mai non è stato possibile? Anche lei sta dicendo delle bugie. Il cane probabilmente non è nemmeno suo». Frattanto l’altro poliziotto, che si era allontanato un momento, ritornò dicendo che il cane non era nel suo recinto. Andrea si preoccupò e disse ai miei compagni e in particolare a me: «Luigi, ti prego, cerca di ritrovare Brenno perché ha tanto bisogno di affetto, è un cane che ha molto sofferto». Così Andrea, i due poliziotti e il signor Pironti si avviarono verso la caserma del paese e noi tutti, confusi, dispiaciuti e preoccupati, dopo la scuola, ci mettemmo alla ricerca di Brenno. Capitolo primo 21 CAPITOLO SECONDO Alla ricerca di Brenno Quel pomeriggio le ricerche furono vane, guardammo dappertutto ma di Brenno nessuna traccia. La sera era ormai calata e noi, stanchi e scoraggiati, tornammo a casa con la promessa che l’indomani avremmo continuato le ricerche. Quella notte fu la più lunga dei miei sette anni, mi girai e rigirai nel letto senza riuscire a prender sonno, pensavo a Brenno e a dove fosse mai finito. Aveva trovato un rifugio per la notte e qualcosa da mangiare o stava vagabondando senza una meta? Stavo ancora pensando a lui quando vidi della luce filtrare dalla finestra, mi alzai… finalmente era giorno. Mi lavai in fretta, feci colazione e corsi dai miei che stavano ancora dormendo. «Luigi, ma cosa...» mi disse mio padre «è prestissimo, stai male Capitolo secondo 23 24 figliolo?» «Non preoccuparti, babbo… va tutto bene, volevo solo dirvi che sto per uscire». «Uscire, ma dove vuoi andare a quest’ora, è prestissimo». «Ma devi andare a scuola!» disse mia madre. «Mamma, oggi è domenica!» replicai. «Vado a cercare Brenno con i miei compagni» dissi e, prima che potessero replicare, li salutai e corsi via. «Fate attenzione e non tornate tardi» sentii urlare mio padre. Sulla soglia della porta, trovai mia sorella Caterina già vestita, che mi disse: «Vengo con te, anch’io sono molto preoccupata per Brenno». L’appuntamento con Carlo, il mio migliore amico, e con gli altri della mia classe era alla fontana della piazza. Una volta arrivati, dopo un breve saluto, ci dividemmo in gruppi e tutti partimmo alla ricerca di Brenno. Io, Carlo, Caterina e Anna, una nostra compagna di classe, ci Alla ricerca di Brenno avviammo verso il sentiero che portava alla casa di riposo che mio padre dirigeva. Il sentiero era immerso nel verde, poteva essere un buon nascondiglio per un cane. «Brenno, Brenno!» Tutti a turno e a gran voce chiamavamo il suo nome, sperando di vederlo spuntare da dietro qualche albero. Arrivammo alla casa di riposo e lì, davanti ai cancelli, c’era Matteo che ci guardò con occhi meravigliati: «Ragazzi cosa fate quassù a quest’ora del mattino?» «Stiamo cercando un cane» rispondemmo in coro. «Un cane? E perché lo cercate proprio qui?» «È una lunga storia Matteo, dicci solo se l’hai visto perché potrebbe essere in pericolo» gli risposi. Conoscevo da sempre Matteo, e lui conosceva me e Caterina fin dalla nostra nascita; era un ospite della casa di riposo, ma avendo una piccola pensione e non potendosi permettere di stare lì, ricambiava l’ospitalità prendendosi cura del parco Capitolo secondo 25 che circondava la casa di riposo. Matteo si toccò il mento come era solito fare e poi, con fare misterioso, disse: «Venite con me, ragazzi». Lo seguimmo in mezzo al parco fino ad arrivare vicino a una baracca; Matteo si guardò intorno e poi aprì la porta che scricchiolò. «Su, coraggio, entrate!» ci disse. Entrammo un po’ timorosi e facemmo fatica ad abituarci alla poca luce che filtrava. A un tratto, dal fondo, sentimmo dei rumori, qualcosa stava venendo verso di noi… 26 Alla ricerca di Brenno CAPITOLO TERZO Il mistero del tempo Quella cosa era nientemeno che un’enorme aquila generosa, che si era avvicinata in volo facendoci cenno di seguirla. Volava lentamente, affinché potessimo vederla, guardando incuriositi il cielo. Arrivammo in un posto strano, molto strano, era… il passato! Per una magia inspiegabile, ci trovammo davanti uno specchio gigante, nel quale si rifletteva incredibilmente il passato di Brenno. Come in un film… Brenno era vissuto vicino a una scuola di Roma, circondato dal direttore e da tanti bambini, maestre, bidelli e custodi, che lo avevano sempre coccolato e portato anche in classe. Un giorno, durante una lezione di geografia, alla maestra, parlando della città di Madrid, in Spagna, venne in mente di organizzare una gita proprio in quella città. Capitolo terzo 27 28 I bambini, dopo tante insistenze, riuscirono a portare anche Brenno con loro. Durante una visita alla famosa Puerta del Sol, però, nel cuore della città, Brenno vide passare una bella cagnolina con un fiore rosso in testa e se ne innamorò al punto tale che, seguendola, si allontanò dalla maestra e dai bambini per correre a casa di Lola (questo il nome della cagnolina). Brenno così ebbe una metamorfosi e decise all’istante di cambiare nome in Ramòn, imparando subito le mosse del flamenco. Dopo qualche giorno, passeggiando allegramente per la Plaza Mayor di Madrid, Ramòn e Lola iniziarono a esibirsi facendo dei passetti di ballo e la gente li applaudiva entusiasta scorgendo, in quei balli gitani, grande armonia e grazia. La vita di Brenno stava dunque proprio cambiando. A un certo punto li scoprì un signore, direttore di un concorso di ballo canino, e li portò via, sicuro di presentare un numero straordinario. I due cani si allenarono con impegno e passione Il mistero del tempo pur di portare il premio a casa. Ci riuscirono! La coppia vinse e, tra gli applausi scroscianti, i bambini gridarono tutti insieme il nome di Brenno. Quando giunse l’ora di rientrare in Italia, la gita si concluse con grandi cambiamenti per Brenno: tutto il gruppo, compresa l’innamorata Lola, tornò a Roma. Trascorsero mesi e i due cagnolini, sposati, ebbero quattro figli: due femmine con il fiore in testa e due maschietti incravattati, anche loro ballerini. La loro vita scorreva tranquilla: un nuovo padrone e una casa vicino a una scuola piena di bambini, che amavano i cani e coccolavano tutta la famiglia di Brenno. Ma ecco, all’improvviso, il suo padrone decise di portare Lola e i figli a Madrid, per cercare la famiglia della cagnolina e Brenno rimase solo. La scuola divenne per lui la seconda casa… Avevamo le lacrime agli occhi… la storia di Brenno ci aveva emozionati ma… ora basta! Era arrivato il momento di capire Capitolo terzo 29 dove si trovasse. Matteo nel frattempo era rimasto in silenzio ma poi, toccandosi nuovamente il mento, con fare misterioso… 30 Il mistero del tempo CAPITOLO QUARTO Una nuova casa per Brenno «Ragazzi, su coraggio! Andate avanti senza timore. Dentro c’è qualcuno che vi aspetta!» La voce familiare di Matteo e una pacca affettuosa sulla spalla mi distolsero dai miei strani pensieri, riportandomi alla realtà. In pochi attimi, la mia mente aveva fatto un fantastico viaggio nel tempo e nello spazio della fantasia, strappandomi via da quei momenti di terrore e di ansia che stavamo vivendo: avevo immaginato il passato di Brenno che in realtà mi aveva sempre incuriosito, sin dal momento in cui aveva fatto la sua comparsa nelle nostre vite. «Vai Luigi, vai avanti tu!» Matteo mi incoraggiava di nuovo a proseguire. Il tono rassicurante di quelle parole pronunciate da quel vecCapitolo quarto 31 32 chietto, che mi considerava quasi un nipotino, mi spinse ad avanzare di qualche passo. Poi mi fermai. Mi voltai verso Matteo e ne scorsi i tratti del viso, come se lo vedessi per la prima volta. I capelli, ormai bianchi, erano ancora abbastanza folti e pettinati in modo ordinato in una serie di onde composte, divisi da una riga laterale. Il naso sottile e un po’ adunco gli conferiva un’aria severa, ma ne addolcivano l’espressione due occhietti vispi, mobili e azzurri, che spiccavano come due laghi sulla pelle, resa rugosa da lunghe ore trascorse tra salsedine e sale. Sì, perché il caro, vecchio Matteo, prima di approdare alla casa di riposo, era stato un marinaio. Dietro le facce dei miei amici, spaventate e al tempo stesso incuriosite, fece capolino Mr. Carter, un vecchio gentiluomo inglese che si era trasferito da poco alla casa di riposo e con il quale mi ero trattenuto qualche volta a giocare a scacchi. «Come on Luigi, don’t worry!» disse Mr. Carter con la sua Una nuova casa per Brenno simpatica pronuncia inglese. Avanzai ancora di qualche passo e i miei occhi cominciarono ad abituarsi al buio di quella spaventosa baracca, che un tempo era stata il magazzino degli attrezzi, del vecchio giardiniere. A poco a poco le immagini diventavano più chiare. Polvere e ragnatele ricoprivano ogni cosa. Vecchie cassette e assi di legno erano accatastate da un lato mentre un attempato tosaerba, cesoie arrugginite, pale, rastrelli e attrezzi di ogni genere erano accostati alla parete opposta, lasciando un angusto passaggio al centro della stanza. Mi feci spazio fra i vari oggetti avanzando verso il fondo mentre il cuore mi batteva all’impazzata. È vero, la paura era tanta, ma più forte era la volontà di scoprire cosa mi stesse aspettando. Fu in quel momento che scorsi due occhi che mi fissavano timorosi e dolcissimi e una coda che scodinzolava felice. Era Brenno! Sì, era proprio quel caro cucciolone! Capitolo quarto 33 34 Era giunto alla casa di riposo il pomeriggio precedente, dopo aver vagato a lungo in cerca di un rifugio e Matteo lo aveva messo lì in attesa di una sistemazione migliore. Riconoscendomi, Brenno mi balzò addosso facendomi barcollare. «Brenno, sei proprio tu!» esclamai. «Brenno, Brennooo!» urlarono in coro Anna, Caterina e Carlo che intanto ci avevano raggiunti, mentre i latrati del cane si univano al coro delle nostre voci. Fu un tripudio di abbracci, carezze e leccate. Passata l’euforia del felice ritrovamento di Brenno, si presentava un nuovo problema: quale sorte ora per Brenno? Sarebbe finito sicuramente in uno di quegli squallidi canili, rinchiuso tutto solo in una gabbia. Preoccupato esclamai: «No, bisogna trovare una soluzione! Brenno non può tornare in paese con noi». «Potrebbe restare qui, alla casa di riposo. Sarebbe un’ottima Una nuova casa per Brenno compagnia per noi vecchietti e penso che tuo padre non avrebbe nulla da ridire» propose Matteo. «Buona idea, così potrò venire a trovarlo ogni giorno!» conclusi. E fu così che il nostro Brenno fu accolto come ospite d’onore tra quei vecchietti, tanto desiderosi di coccole e affetto quanto lui. Per Brenno i giorni alla casa di riposo scorrevano lieti e spensierati. Bisognava solo non far sapere in giro che si trovasse lì. Faceva lunghe corse tra i prati, rincorrendo lucertole e farfalle. Spesso seguiva Matteo per il parco aiutandolo, come poteva, nei suoi lavoretti da giardiniere. Erano diventati inseparabili e il vecchio Matteo aveva ripreso a sorridere come non faceva da tempo. Brenno aveva trovato una nuova casa e, anche se gli mancavano tanto Andrea e i bambini, la sua nuova vita da clandestino alla casa di riposo cominciava a piacergli. Il momento più bello della giornata era la sera, quando si Capitolo quarto 35 36 accoccolava al calduccio davanti al camino, mentre qualche simpatica vecchietta gli accarezzava il pelo folto e morbido. Fu proprio in una di quelle notti che, dopo una tranquilla serata, Brenno, appisolato su un vecchio tappeto sistemato in fondo al corridoio, fu svegliato da qualcosa di strano. Un odore acre e pungente gli saliva su per le narici, provocandogli una strana sensazione, simile a una sorta di solletico. Aprì un occhio, poi l’altro, rizzò le orecchie sollevando il muso e si guardò intorno. Lo spettacolo che si presentò alla sua vista era davvero terribile: la casa di riposo era avvolta dalle fiamme e il fumo aveva invaso il corridoio! A Brenno bastò poco per capire che i suoi nuovi amici erano in pericolo e, da buon pastore alsaziano, si mise subito all’opera. Cominciò ad abbaiare con tutto il fiato che aveva in gola per svegliare quei vecchietti un po’ duri d’orecchio, considerata l’età. Vedendo che nessuno si svegliava, prese a correre lungo il corridoio picchiando con le zampe contro le porte. Furono attimi di panico per il povero Brenno che era ormai disperato quando… Una nuova casa per Brenno CAPITOLO QUINTO Un nuovo eroe Quando a un certo punto sentì le urla disperate di Matteo che stava per bruciare tra le fiamme; Brenno con un atto di coraggio si lanciò nel fuoco per tentare di salvarlo. «Aiuto! Aiuto! Aiuto!» gridò Matteo che, appena vide Brenno, continuò: «Brenno, amico mio, sei venuto a salvarmi! Non pensare a me, cerca Mr. Carter che è ancora chiuso in camera». Brenno, allora, cercò un passaggio tra il fumo e le ceneri causate dall’incendio, ma all’improvviso una lamiera cadde pesantemente dal soffitto bloccandogli una zampa. Sembrava che tutto fosse perso quando Brenno, preso dal pensiero di salvare a tutti i costi i suoi amici, facendo ricorso a tutte le sue forze, riuscì a liberarsi; cercò di raggiungere la camera di Mr. Carter che era rimasto intrappolato nel tentativo di salvare gli scacchi, l’unico ricordo che aveva di suo figlio morto in una Capitolo quinto 37 38 missione in Africa. Mr. Carter, sentendo Brenno raspare alla sua porta, gli urlò: «Go away! Go away! It’s dangerous! Go back, go back!» Intanto Matteo, soffocato dal fumo dell’incendio, era svenuto sul pavimento. Brenno con un balzo era riuscito a sbloccare la porta di Mr. Carter che gli disse: «Now help Matteo!» Impavido e senza timore Brenno ritornò tra le fiamme a soccorrere il suo caro amico, lo afferrò per la manica della giacca e a fatica lo tirò fuori, mettendolo in salvo seguito da Mr. Carter. Nel frattempo io, che ero appena tornato a casa, vedendo le fiamme urlai: «Papà, papà! Al fuoco! La casa di riposo è in fiamme!» Papà, correndo verso la finestra, mi disse: «Chiama subito i pompieri, gli anziani sono in grave pericolo, dobbiamo intervenire subito!» Senza perder tempo ci precipitammo lungo la collina che portava alla casa di riposo. «Papà, dove sarà Brenno? E gli anziani?» dissi preoccupato. Un nuovo eroe «Speriamo siano tutti in salvo! Ma cosa sarà accaduto? Cosa avrà mai provocato quest’incendio?» disse papà disperato. Mentre salivo per guardare da vicino cosa avesse provocato quella catastrofe, a un certo punto all’entrata del cancello vidi un’ombra sconosciuta. «Papà guarda laggiù, c’è un’ombra che si muove nel buio intorno alla casa… chi sarà? Non mi sembra che sia nessuno dei nostri ospiti!» chiesi perplesso. E aggiunsi: «Sembra che stia scappando!» «Hai ragione: il fatto non mi convince… pare che nella fretta abbia perso anche qualcosa! Andiamo a vedere!» rispose papà. «Guarda lì in terra, c’è un oggetto che luccica!» osservai. «Vediamo di cosa si tratta!» disse papà. Presi dal suolo bruciacchiato un accendino; spostandomi sotto la luce della luna lessi chiaramente l’incisione che riportava a grandi caratteri: GIANNI PIRONTI. Rimanemmo sbalorditi. Capitolo quinto 39 40 «Perché mai il Signor Pironti avrebbe appiccato un incendio alla casa di riposo?» chiese papà. «Forse perché ha scoperto il nascondiglio di Brenno e vuole riprenderselo» risposi. «Ma perché Pironti vuole a tutti i costi Brenno?» «Deve essere un cane speciale, papà!» Intanto i vigili del fuoco, arrivati con l’autobotte, con le pompe spensero l’incendio. Erano presenti anche le guardie, avvertite dagli abitanti del paese che da lontano avevano visto le fiamme. Papà, e cioè il signor Caruso, si avvicinò al Commissario della Polizia: «Signor Commissario, guardate cosa abbiamo trovato laggiù sull’erba intorno alla casa!» Il Commissario, che già aveva svolto delle indagini sul Signor Pironti, disse: «Caro Signor Caruso, il Pironti è ricercato da tempo dalla Polizia per il reato di furto». «Furto!? E di cosa?» chiese papà. «Furto di idee» affermò il Commissario. Un nuovo eroe «Di quali idee state parlando?» «Dovete sapere che il Signor Pironti aveva intenzione di rubare il brevetto del microchip che il dott. Giacomo Musto, grande scienziato, aveva impiantato nell’orecchio di Brenno, utilizzando una nuova tecnologia». «Commissario! Commissario! Commissario Foglia! Abbiamo acciuffato il Signor Pironti mentre tentava di scappare!» dissero due guardie mentre trascinavano a forza il malfattore. «Lasciatemi stare! Sono innocente! Non ho fatto niente! Lasciatemi stare vi dico!» urlava il signor Pironti, divincolandosi e cercando di liberarsi dalla presa delle guardie. Intanto tutti gli anziani erano in salvo grazie a Brenno che, zoppicante, scodinzolava sereno e felice. Pironti fu portato subito in caserma con l’accusa di incendio doloso. Il giorno dopo il Sindaco della città, con tutti gli abitanti, decise di premiare il coraggio di Brenno con un’alta onorificenza. «Per il coraggio dimostrato, la volontà e il sacrificio, la città è Capitolo quinto 41 lieta di premiare Brenno Un nuovo eroe». A Brenno fu consegnata una medaglia al valore e una ciotola piena di croccantini: i suoi preferiti. Andrea, che era stato scagionato, commosso, abbracciando Brenno, disse: «Brenno, amico mio, sei tornato da me! Finalmente!» Da quel giorno Brenno fu affidato ad Andrea ma cominciò anche a fare un addestramento speciale come cane pompiere. Iniziò, così, la carriera di Brenno. 42 Un nuovo eroe CAPITOLO SESTO Brenno, cane coraggioso L’addestramento di Brenno continuò per alcune settimane. Dal lunedì al venerdì Brenno trascorreva tutte le mattine e i pomeriggi alla caserma dei vigili del fuoco assieme agli addestratori Sam e Wandy e, di giorno in giorno, migliorava sempre più le sue prestazioni. La sera tornava a casa da Andrea che lo accudiva amorevolmente. Brenno ricambiava con saltelli acrobatici e leccate. Nei week-end, poi, Brenno e Andrea andavano a fare escursioni in montagna accompagnati spesso da una comitiva di bambini di cui facevamo parte io, Caterina e alcuni nostri compagni di classe. Passarono così due mesi e arrivò, per Brenno, il momento di prendere il brevetto da pompiere per il quale sarebbe stato chiamato a superare molte prove di coraggio, di forza e di Capitolo sesto 43 44 abilità, alcune delle quali molto difficili. La prova si tenne in caserma una domenica mattina, per dare la possibilità a tutti noi, amici di Brenno, di poter sostenere il nostro beniamino. Brenno superò le prove senza difficoltà insieme ad altri due cani, un pastore tedesco di nome Freccia e un pastore dei Pirenei di nome Fiuto. Si era ormai formata una vera e propria squadra di Fire-Dog. Dopo la consegna del brevetto tutti andammo a festeggiare in collina nei pressi della casa di riposo che ormai era stata ristrutturata dopo l’incendio. Al banchetto, preparato dalle cuoche più esperte, parteciparono anche tutti gli ospiti del Centro Anziani, molte famiglie del paese e il Sindaco. Fu ingaggiata una banda musicale che avrebbe suonato per tutta la giornata. Tutto il paese era orgoglioso di Brenno! Intanto nei giorni trascorsi era successo dell’altro. Brenno, cane coraggioso Il signor Pironti, nonostante fosse in carcere per scontare la sua pena, era riuscito a mettersi in contatto con un ex detenuto e aveva progettato la sua evasione. Il giorno stabilito per la fuga era lo stesso dell’esame di Brenno ma nessuno lo sapeva. Il carcere, che si trovava nella periferia della città, non era di massima sicurezza, per cui ci si poteva avvicinare facilmente alle sue mura. Così fecero i complici di Pironti. Avendo preparato una vecchia automobile carica di esplosivo, la portarono accanto alle mura del carcere, nei pressi della cella del Pironti e, dopo essersi allontanati, la fecero esplodere: BOOOMMM! Il boato dell’esplosione tuonò per tutta la vallata e, ovviamente, fu sentito anche da noi che stavamo festeggiando il successo di Brenno. Brenno scattò come un fulmine dirigendosi verso il carcere, mentre il Sindaco cominciò a fare tutta una serie di telefonate. Noi bambini eravamo spaventati ma i nostri genitori cercarono Capitolo sesto 45 46 di tranquillizzarci. Gli anziani tornarono nelle loro stanze. Io pensavo a Brenno mentre Andrea saltò sulla sua moto e si avviò anche lui verso il carcere. Mio padre mi prese per mano, salimmo in macchina e partimmo. Mentre attraversavamo il paese, vidi gli abitanti uscire dalle loro abitazioni preoccupati perché non capivano cosa stesse succedendo, a differenza di noi che avevamo visto tutto dalla collina. Si udivano suonare le sirene della polizia, dei carabinieri e dei vigili del fuoco per tutte le strade, e anche quelle delle ambulanze. Mi resi conto che ci stavamo dirigendo anche noi verso il carcere ma a un tratto fummo costretti a fermarci perché c’era un posto di blocco della polizia. Ecco sfrecciare due autopompe dei vigili del fuoco e pensai subito a Brenno. Allora scesi dall’automobile e cominciai a correre con tutte le mie forze, mentre la polizia urlava di fermarmi e mio padre mi chiamava disperato. Brenno, cane coraggioso Arrivai subito nei pressi dell’esplosione, ma rimasi nascosto dietro un cespuglio dal quale potevo vedere quello che stava succedendo. C’erano tanto fumo e polvere e un muro del carcere era crollato. C’erano le guardie armate e alcuni feriti. A un certo punto sentii abbaiare un cane: era Brenno. Aveva già trascinato fuori tre poliziotti e cinque detenuti feriti! Con i pompieri erano arrivati anche Freccia e Fiuto: la squadra dei Fire-Dog era al completo e questa era la loro prima vera missione di soccorso: individuare le persone sotto le macerie. A un tratto sentii urlare: «Il Pironti è fuggito!» E subito una squadra di poliziotti iniziò a correre verso la vallata. Mentre cominciavo a capire come erano andate le cose, mio padre mi raggiunse e, dopo avermi rimproverato, mi abbracciò stretto. Il direttore del carcere comunicò che nessuno mancava all’appello: erano tutti salvi. Ma Brenno continuava ad abbaiare. I pompieri Sam e Wandy cercarono di calmarlo. All’improvviso Capitolo sesto 47 48 corse verso una siepe e, con un enorme balzo, la superò. Poi si udì un urlo disperato: «Help! Help! Take me out of this dog off!» Sam si avvicinò e richiamò Brenno il quale smise di abbaiare e ringhiare ma non tolse le sue zampe da quell’uomo sconosciuto. «Who are you? What are you doing here?!» gli chiese Sam. L’uomo rispose: «My name is Conan Smith, I’m a secret agent and I helped Mr. Pironti escape!» Il direttore ordinò alle guardie di arrestarlo. A un certo punto giunse una macchina sportiva di colore grigio argento. Si aprì lo sportello e scese un giovane alto, con i capelli biondi e gli occhiali da scienziato e disse: «Sono il dott. Giacomo Musto e sono venuto a riprendere il mio cane Brenno!» Allora uscii fuori dal cespuglio ed esclamai: «Brenno non va da nessuna parte, ormai appartiene a noi!» Brenno, cane coraggioso CAPITOLO SETTIMO Rivelazioni importanti Brenno riconobbe il dott. Musto, ma corse verso di me e io lo abbracciai per rassicurarlo. Ormai il cane viveva con Andrea, che lo accudiva amorevolmente e non aveva nessuna intenzione di lasciarlo, ma soprattutto apparteneva alla squadra dei Fire-Dog, che non voleva assolutamente abbandonare. Anzi, ora più che mai, era indispensabile la sua collaborazione per catturare il signor Pironti. Così Brenno mi lanciò uno sguardo d’intesa e, con uno scatto veloce, corse verso l’auto della polizia: insieme alle guardie voleva mettersi alla ricerca dell’evaso. Il dott. Giacomo Musto tentò di inseguirlo, ma fu bloccato dagli addestratori Sam e Wandy, che gli chiesero: «Why do you want to take away Brenno?» Intanto, l’auto della polizia con a bordo Brenno partì a sirene Capitolo settimo 49 50 spiegate alla ricerca del Pironti. Io, in tutto quel trambusto avvenuto in pochi minuti, mi sentivo confuso e spaventato, ma mio padre mi strinse a sé per infondermi coraggio e, con tono deciso, si rivolse allo sconosciuto: «Cosa vuole ora lei da Brenno? Ci racconti la verità!» Lo scienziato capì che non restava altro da fare che confessare: «Sì, vi racconterò ciò che è accaduto, per il bene di Brenno e di tutti noi». «Che cosa significa signor Musto? Si spieghi meglio» ribatté mio papà. «Beh, se avete un po’ di pazienza vi racconterò tutta la storia fin dall’inizio… Io sono uno scienziato e, con un gruppo di miei validi colleghi inglesi, sto lavorando a un progetto di tutela dell’ambiente che potrebbe rivoluzionare il mondo intero, apportando a tutti noi notevoli benefici». «Di che si tratta?» intervenni con tono curioso. «Dovete sapere che quel microchip impiantato nell’orecchio di Brenno contiene informazioni segrete sul modo di produrre Rivelazioni importanti energia “pulita” attraverso il bene più prezioso appartenente al mondo intero, ossia l’acqua. Ebbene, il signor Pironti insieme ai suoi complici, tra cui Conan Smith, vuole a tutti i costi sottrarre e distruggere quel microchip». «Egli è a capo di una lobby formata da persone senza scrupolo che sfruttano giacimenti di petrolio per i loro interessi economici» continuò lo scienziato «pertanto le nostre preziose informazioni che stavano per essere divulgate avrebbero ostacolato i loro piani». «E cosa c’entra Brenno in tutto questo?» chiesi incredulo all’ascolto di quelle parole che non mi erano ancora chiare. Il dott. Musto spiegò: «Una notte c’è stata un’incursione al nostro laboratorio di scienze da parte di Pironti e dei suoi collaboratori per rubare il microchip. Io ero lì, ho sentito dei rumori strani, ho capito subito che erano entrati dei ladri, così prontamente sono riuscito a impiantare il microchip nell’orecchio di Brenno e gli ho urlato: “Vai, fuggi amico mio, non farti prendere!”» Capitolo settimo 51 52 «Brenno? E cosa ci faceva lì?» chiesi ancora una volta. «Brenno è un cane randagio che da un po’ di tempo viveva con noi, nei pressi del laboratorio. È un cane buono e coraggioso che, in cerca di affetto e un posto dove stare, ricambiava stando tante notti nella sua cuccia all’ingresso del laboratorio, quasi a volerci fare da guardia. Così Brenno quella notte, senza alcun timore, cominciò la sua corsa verso la strada, mentre io mi nascondevo dai malfattori. Essi, però, si accorsero della fuga strana del cane e capirono subito che era importante catturarlo e così lo inseguirono ma, ahimè…» sospirò lo scienziato «da quel momento non ho più avuto notizie di lui, fino a quando, oggi, ho visto la sua foto sul giornale che riportava la notizia del suo brevetto da Fire-Dog». Immediatamente capii tutto ed esclamai: «Ecco perché quella notte Brenno era ferito sotto casa di Andrea!» «Chissà forse si è ferito durante la fuga… o magari saranno stati proprio il Pironti e i suoi uomini, anche se per fortuna non Rivelazioni importanti sono riusciti a prenderlo» aggiunse papà. “Certo! Sarà stato bravo a seminare quei furfanti!” pensai infine. Intanto, mentre noi eravamo lì intenti ad ascoltare le rivelazioni del dott. Musto, in questura l’agente segreto Conan Smith confessava le sue colpe e tutta la verità. «Why helped Mr. Pironti to escape? Who is Pironti?» chiese il commissario al colpevole. L’agente segreto fu sottoposto a un lungo interrogatorio dal quale emersero importanti rivelazioni, che trovarono riscontro con il racconto del dott. Musto. Egli era un collaboratore di Pironti e la loro intenzione era quella di rubare quelle informazioni segrete dello scienziato, perché avrebbero ostacolato i loro progetti. Pertanto Conan Smith era suo complice, perché il Pironti l’aveva corrotto con dei soldi per aiutarlo a evadere, perciò fu condannato ad alcuni anni di carcere. L’altro era ancora libero, certo... però, grazie al coraggio di Capitolo settimo 53 Brenno, il “furto di idee” era fallito! Si trattava adesso di trovare il signor Pironti e recuperare quel prezioso microchip che Brenno, con coraggio, aveva saputo custodire fino a quel momento. Era una notte buia e tempestosa, Brenno correva e dietro di lui i poliziotti. A un tratto echeggiò uno sparo… 54 Rivelazioni importanti CAPITOLO OTTAVO L’inseguimento Non si vedeva quasi niente e pioveva a dirotto: l’acqua abbondante copriva i passi del sig. Pironti, cancellandone completamente le tracce. Brenno e i poliziotti, però, non si fecero scoraggiare né dal buio, né dalla tempesta e continuarono a correre alle calcagna del sig. Pironti, bagnati fradici. Brenno, avanti, guidava i poliziotti: con il suo fiuto riusciva a rimanere sulle tracce dell’evaso e a scegliere i tratti da percorrere per non inciampare nei cespugli e tra i rametti caduti a causa della pioggia. Lo scroscio incessante era interrotto, ogni tanto, solo dal boato dei tuoni, mentre i lampi squarciavano il cielo, illuminando brevemente il sentiero e il sig. Pironti, che cominciava a sentire la stanchezza e a perdere velocità. Si dirigeva verso la collina, dove sorgeva la casa di riposo, cercando di attraversare Capitolo ottavo 55 56 il bosco. A un certo punto, esausto e ansimante, si nascose dietro il tronco di un albero per riprendere fiato. Poi, vedendo che i suoi inseguitori si stavano avvicinando, sfilò la pistola da dietro i pantaloni e colpì uno dei poliziotti a un braccio, ma questi non si fermò. Il sig. Pironti, riprendendo la fuga, sparò ancora e poi ancora. L’altro poliziotto cadde a terra, costretto a fermarsi, ferito alla gamba sinistra. Brenno subito tornò indietro per aiutarlo, ma l’uomo gli urlò: «Non ti preoccupare per me Brenno! Corri a prendere quel furfante assassino, non fartelo scappare!» Brenno gli leccò la ferita e poi, con uno slancio, ripartì all’inseguimento più agguerrito che mai, riuscendo quasi a raggiungerlo. Il signor Pironti si sentiva ormai in trappola; allora, disperato, si girò e sparò di nuovo tre colpi. Questa volta una pallottola trapassò l’orecchio destro di Brenno che, per alcuni istanti, L’inseguimento rallentò a causa del dolore. Andrea, che aveva sentito tutti quegli spari, preoccupato corse in salotto, aprì la cassaforte e afferrò il vecchio e impolverato fucile da caccia del nonno che conservava per ricordo. Con un gesto esperto e veloce, lo caricò con due colpi, prese le chiavi della moto e corse in garage. Andrea aveva la passione per le moto da corsa e quella che era riuscito a comprarsi era proprio quella che aveva sempre sognato: una Kawasaki nera e rossa fiammante, veloce come la luce. In quel momento, però, non la vedeva, come aveva sempre fatto, come l’amica di tanti viaggi e tante avventure, ma semplicemente come il mezzo ideale per correre quanto prima da Brenno. Tolse il telo e ci montò sopra, partendo come un fulmine verso il bosco. Andrea era preoccupato, seriamente preoccupato, temeva per la vita di Brenno: sapeva che il Pironti ormai non aveva niente da perdere e che non si sarebbe sicuramente fatto Capitolo ottavo 57 58 scrupoli per riuscire a fuggire e per recuperare il microchip dall’orecchio di Brenno. Intanto io, mio padre e il dottor Giacomo Musto ci eravamo recati in caserma: era opportuno che il dott. Musto raccontasse al commissario tutto ciò che aveva rivelato poco prima a noi. «How are you, dottor Musto?» chiese una voce da dietro le sbarre. «I’m fine, thank you! And you?» rispose Giacomo Musto. «I’m not well, here!» dichiarò con un’aria bastonata e un po’ pentita Conan Smith. «Perché avete aiutato il sig. Pironti a evadere?» chiesi infastidito «Lo sa cosa può significare? Quell’uomo non ha amore e rispetto per gli uomini e per la natura, figurarsi per gli animali!» «Io non conoscevo i suoi piani e non pensavo potesse arrivare a tanto…» farfugliò il signor Smith «noi eravamo amici d’infanzia e, quando mi ha contattato, mi ha detto che le informazioni nel microchip erano le sue e che volevano rubargliele». Poi continuò: «Io gli ho creduto: sapete, sono un ex agente L’inseguimento segreto e so come vanno certe cose…» «Sì, certo! Quando ti danno tanti soldi è ancora più facile credere a certa gente!» lo interruppi io, afferrando e tirando le sbarre che mi separavano da lui. «Luigi! Cosa ti prende?» mi chiese papà, sorpreso dalla mia reazione. Io abbassai la testa e scoppiai a piangere. Papà allora mi tirò a sé e mi abbracciò. «Stai tranquillo, Luigi, non preoccuparti. Brenno è un cane forte e intelligente» cercò di tranquillizzarmi. «È vero, Luigi» continuò il dott. Musto «Brenno è un cane in gamba, ce la farà!» «Io…io… quegli spari… cercai di spiegare quello che provavo, ma le lacrime me lo impedirono». «Sono sicuro che Brenno ce la farà!» disse il dott. Musto. Nel frattempo il sig. Pironti era riuscito ad attraversare il bosco e ad arrivare alla casa di riposo. Lì, sul retro, era parcheggiata la macchina di Matteo, un vecchio catorcio arrugginito. Capitolo ottavo 59 Pironti, fradicio e con il cuore in gola, salì e, dopo una serie di scoppiettii del motore, riuscì a partire. Il secondo poliziotto, ferito e stanco, fu costretto a fermarsi, mentre Brenno continuò l’inseguimento. La pioggia, però, non accennava a diminuire e la distanza tra il Pironti e Brenno aumentava sempre di più. Di nuovo un tuono rombò nel cielo, seguito da un lampo che, dopo un attimo di luce più intensa, si allungò su uno degli alberi che costeggiavano la strada. E, come se un taglialegna l’avesse segato precisamente a metà, il tronco cadde sulla parte anteriore della macchina che guidava il sig. Pironti. 60 L’inseguimento CAPITOLO NONO Brenno felice Il Pironti capì che doveva fare qualcosa: aprì la portiera della macchina e incominciò a correre, ma inciampò su una grossa pietra; Brenno ormai lo aveva raggiunto, lo afferrò, ma lui riuscì a svincolarsi, riprese la corsa, scivolò in un dirupo, sbatté la testa e perse i sensi. Andrea intanto sulla sua moto e sotto la pioggia incessante li raggiunse. «Brenno, amico mio, ti ho trovato! Dov’è il Pironti?» chiese Andrea. Il cane iniziò ad abbaiare e a indicare ad Andrea dove fosse finito Pironti. «Brenno, controlla che non scappi, io nel frattempo avviso la polizia» disse Andrea. Intanto io, papà e Giacomo Musto, mentre eravamo in commissariato, ascoltando la telefonata, decidemmo di andare con la polizia: non ci saremmo mai persi l’occasione di vedere Capitolo nono 61 62 l’arresto di quel furfante! Arrivati sul posto, alcuni poliziotti scesero lungo il pendio che conduceva dal Pironti, lo aiutarono a riprendersi e lo arrestarono. Pironti venne portato in un carcere di massima sicurezza, dove avrebbe dovuto trascorrere molti anni. Brenno, esausto, svenne. Andrea e Giacomo Musto lo portarono dal veterinario, mentre io e papà portammo i poliziotti feriti all’ospedale. «Come sta?» chiese Andrea al veterinario. «Brenno sta bene, è solo molto stanco e ha una piccola ferita all’orecchio destro. Adesso sta dormendo» rispose il veterinario. «Come ha detto? Una piccola ferita all’orecchio destro? E il microchip? Glielo ha tolto?» chiese preoccupato Musto. «Non c’era nessun microchip all’orecchio di Brenno!» rispose il veterinario. «Questo è proprio un guaio!» esclamò Musto «Andrea, devi aiutarmi a ritrovarlo!» Brenno felice Andrea chiamò papà spiegando la situazione così si incontrarono davanti allo studio del veterinario e decisero di formare delle squadre per mettersi alla ricerca del microchip. Tutto il paese, compreso il Sindaco, partecipò alla ricerca: si formarono sei gruppi e ogni gruppo perlustrò una parte del bosco. Le ricerche continuarono per alcuni giorni, anche perché la pioggia aveva reso tutto molto complicato quando a un certo punto… Mr. Carter iniziò a urlare: «I found it, I found it!» Tutti quelli del suo gruppo si avvicinarono e chiesero in coro: «Ma dov’è?» «It’s there!» rispose Mr. Carter. Matteo alzò lo sguardo e vide qualcosa che luccicava. «Guardate, il microchip è sopra quell’albero!» disse Matteo. «Vado io a prenderlo!» dissi io. Così feci: mi arrampicai, ritrovai il microchip e lo consegnai nelle mani del dottor Musto. Tutti i dati furono recuperati e trasferiti su una chiavetta USB che il dottore conservò in un luogo sicuro, in modo da poter continuare e migliorare le Capitolo nono 63 64 sue ricerche. «Adesso che tutto è stato risolto, cosa ne sarà di Brenno?» chiesi al dottor Musto. «So che con voi Brenno sta bene, però per noi il suo aiuto è prezioso!» mi rispose. «La prego non ce lo porti via! Sarebbe un dolore per tutti noi e anche per Brenno! Se lo lascia qui potrà venire a trovarlo quando vuole» gli dissi. Dopo vari tentennamenti, Musto prese un’importante decisione, dicendo: «E va bene, Brenno resterà con voi, d’altronde non lo avevo mai visto così felice. Verrò a trovarlo tutte le volte che potrò». Brenno tornò a vivere nel cortile della scuola insieme ad Andrea, coccolato da tutti noi bambini, in particolar modo da me, che trascorrevo insieme a lui tutti i miei momenti liberi. Brenno era un cane molto impegnato: la mattina andava ad aiutare la squadra dei Fire-Dog nella caserma dei pompieri e il Brenno felice pomeriggio passava a trovare gli anziani della casa di riposo. Adesso era davvero felice, aveva trovato una casa e tante persone che gli volevano bene, perché LUI era un cane davvero molto SPECIALE! Capitolo nono 65 Andrea in caserma Alla ricerca di Brenno Il mistero del tempo Una nuova casa per Brenno Un nuovo eroe Brenno cane coraggioso Rivelazioni importanti L’inseguimento Brenno felice APPENDICE 1. Andrea in caserma Istituto Comprensivo “G. Marconi” Battipaglia (SA) - classe II A Dirigente Scolastico Michele Di Filippo Docente referente della Staffetta Virginia Palmieri Docente responsabile dell’Azione Formativa Virginia Palmieri Gli studenti/scrittori della classe II A Ginevra Boccuti, Priscilla Carlino, Anna Pia Di Palma, Stefania Di Palma, Gerardo Famularo, Aleandro Fiorillo, Giada Gammella, Sara Gargiulo, Christian Gonnella, Alessia Miceli, Maria Sofia Pagano, Sophia Pandolfo, Michele Paolino, Alessio Paraggio, Matilde Paraggio, Angelo Rispoli, Luca Siervo, Tullio Valentina Tullio, Gaia Venturiello, Fabio Vicedomini,Vittorio Vitale, Giovancamillo Viviani Il disegno è stato realizzato da Luca Siervo Hanno scritto dell’esperienza: “...Come al solito i bambini sono stati dei vulcani in eruzione. Durante la “tempesta delle idee”, specie il primo giorno, sono passate tre ore in un baleno e ci è sembrato di essere su di un altro pianeta. Alcuni volevano raccontare tutta la storia, altri, più timidi, li ho dovuti stimolare. Tutti hanno dato il loro contributo anche con il disegno”. APPENDICE 2. Alla ricerca di Brenno Istituto Comprensivo di La Loggia (TO) – classe II D Dirigente Scolastico Marina Sibona Docente referente della Staffetta Gaetanina Caputo Docenti responsabili dell’Azione Formativa Paola Claudia Alongi, Maria Teresa Caminiti Gli studenti/scrittori della classe II D Valentina Anselmo, Giada Bertoni, Chiara Bourlot, Cristian Calvano, Riccardo Cassinelli, Michelle Cece, Chiara Ferrulli, Le Hao Chen, Mattia Conte, Desiree Coppola, Noemi Colantuono, Tommaso De Giovanni, Martina Garibaldi, Angelica Giacomuzzo, Pier Sergio Giuffrè, Desirè Guarino, Andrea Locuratolo, Filippo Magno, Kevin Pipitone, Mattia Rizzitiello, Samuele Rossi, Alberto Russo, Noemi Tedone, Sara Trentin I disegni sono stati realizzati da tutta la classe Hanno scritto dell’esperienza: “…Tutti gli alunni (e i genitori) della classe sono stati entusiasti di partecipare a questa esperienza. I bambini sono stati conquistati fin dal primo momento dal personaggio di Brenno. L’incipit e il primo capitolo sono piaciuti moltissimo e aspettano curiosi di sapere come proseguirà la storia. Tutti hanno partecipato attivamente alla stesura del II capitolo con idee, spunti e parole. Da parte mia posso dire che è stato un lavoro interessante e utile dal punto di vista linguistico, un’altra occasione stimolante per scrivere confrontando le idee di tutta la classe. Ringraziamo per la bella opportunità che ci avete offerto e speriamo di poterla rifare l’anno prossimo”. APPENDICE 3. Il mistero del tempo Scuola Statale Italiana di Madrid – classe III A Dirigente Scolastico Cosimo Guarino Docente referente della Staffetta Marco Madaro Docente responsabile dell’Azione Formativa Laura Maria Zampardi Gli studenti/scrittori della classe III A Zoe Afonso, Octavio Bartolomei, Eros Bortolotti, Indro Casalini, Mario De La Sota, Daniela Del Varo, Luca Diazzi, Chiara Fracanzani, Roberto Franco, Livia Gomez, Martina Greppi, Daniel Guibelalde, Eva Jimenez, Laura Lopez-Linares, Pietro Mantovani, Alessandro Montoya, Ezekiel Novick, Joel Novick, Berta Paniego, Diana Penna, Chiara Perinotto, Sofia Pisciotti, Bruno Saad, Sofia Van Donk, Matilda Vecchi, Marta Vegetti, Erik Verona I disegni sono stati realizzati da tutta la classe Hanno scritto dell’esperienza: “…I bambini hanno ripetuto questa esperienza con grande gioia, hanno tentato di elaborare una storia coinvolgente che avesse del mistero ma che avesse un tocco di dolcezza e allegria. Si sono divertiti a cercare idee originali correggendosi tra di loro anche per non superare le 500 parole!. Abbiamo trascorso insieme dei bei momenti di creatività sia nei momenti della elaborazione della parte scritta che per la scelta dei disegni più significativi”. APPENDICE 4. Una nuova casa per Brenno Istituto Comprensivo Statale di Casapesenna (CE) - classe III B Dirigente Scolastico Angela Iaiunese Docente referente della Staffetta Adriana Reccia Docenti responsabili dell’Azione Formativa Maria Rosaria Noviello, Maria Grazia Russo Gli studenti/scrittori della classe III B Rosita Amato,Alberto Vittorio Cecoro, Paolo De Luca, Ferdinando Di Puorto, Benito Diana, Elisa Diana, Maria Teresa Diana, Antonio Fontana, Angelo Garofalo, Rosa Garofalo,Valeria Garofalo, Nunzia Guida, Sara Guida, Antonio Martino, Antonio Petrillo, Enza Piccolo, Elisa Pietroluongo, Mattia Rescigno, Giovanni Riccardo, Flavio Schiavone, Giovanni Severino, Emanuela Vicigrado, Martina Zara I disegni sono stati realizzati da: Flavio Schiavone, Giovanni Severino Hanno scritto dell’esperienza: “...La partecipazione alla Staffetta è stata quest’anno un’esperienza particolarmente avvincente e ricca di spunti didattici. La prospettiva di un lavoro a più mani in un contesto che va oltre i confini della classe ha suscitato negli alunni una scintilla di sana competizione e la voglia di esserci al meglio. Le varie fasi di lavoro sono state seguite con un entusiasmo ed un coinvolgimento totali,mostrando capacità di ascolto,di ricerca e di rielaborazione nonché di creatività e di cooperazione che non sempre si sono registrate nelle comuni attività di scrittura creativa ”. APPENDICE 5. Un nuovo eroe II Circolo Didattico di Mercato San Severino (SA) plesso San Vincenzo - gruppo misto classi III A/B/C Dirigente Scolastico Laura Teodosio Docente referente della Staffetta Stefania Schiavi Docente responsabile dell’Azione Formativa Stefania Schiavi Gli studenti/scrittori gruppo misto classi III A/B/C Annapaola Alfano, Ylenia Bruno, Michele Citro, Elio Coda, Maria Pia Coda, Francesco Pio Forestiero, Gabriel Fiume, Margherita Giordano, Alessia Minoliti, Clara Toriello, Sara Pendenza, Francesco Pio Polli, Alice Sorgente, Flavio D’Urso, Alfonso De Luca, Graziana Marinelli, Pietro Corvino, Emma Varuni, Fabio Giannattasio, Giada Gallo, Iannone Antimo, Iannone Isabella, Pecoraro Antonio, Sarno Francesca, Scala Annapia, Tripepi Simona Il disegno è stato realizzato da Graziana Marinelli Hanno scritto dell’esperienza: “…A me la Staffetta è piaciuta perché mi ha fatto conoscere nuovi amici e insegnato a tirare fuori nuove idee…” “…Mi è piaciuta perché insieme credo che abbiamo fatto proprio un bel lavoro di squadra…” “…800 parole!!! whaaaa… non pensavo che sapevamo scriverne tante...” “…Alla fine del nostro capitolo è stato bello festeggiare tutti insieme il nostro lavoro…” “…All’inizio pensavo fosse una cosa noiosa, invece quando è arrivato il nostro turno di Staffetta , mi son divertita moltissimo!!! Tutte le idee sulla LIM, noi che sceglievamo come continuare, la discussione al tavolo rotondo… bello… vorrei rifarla…” “…Quando è cominciata la mia testa ruotava, alla ricerca di idee nella mente: quante idee che ho!...” “…800 parole che faticaccia! Però divertentissima…” “…Io vorrei essere uno scrittore: questa Staffetta mi è proprio piaciuta…” “…Bello scrivere per la Staffetta, mi ha aiutata a pensare…” APPENDICE 6. Brenno cane coraggioso Istituto Comprensivo Sant’Angelo a Cupolo (BN) plesso Calvi – classe III A Dirigente Scolastico: Maria Luisa Fusco Docente referente della Staffetta: Angelina Zampelli Docente responsabile dell’Azione Formativa: Angelina Zampelli Gli studenti/scrittori della classe III A Corrado Maria Bocchino, Sofia Castaldi, Leonardo Ciarla, Asia Colarusso, Fabio De Masa, Antonio De Spirito, Antonio Manganiello, Giorgia Paola Mazzeo, Giuseppe Medici, Alberto Molinaro, Rebecca Paglia, Roberta Raffa, Elisa Salerno, Luisa Sangiorgio, Nadia Serino, Sofia Serino Il disegno è stato realizzato da Giuseppe Medici Hanno scritto dell’esperienza: “…E’ stata un’esperienza bellissima ed emozionante. Abbiamo letto di volta in volta i capitoli redatti dalle varie scuole aspettando con ansia la “puntata” successiva. Ci siamo divertiti a scrivere il nostro capitolo anche se non abbiamo potuto inserire alcune nostre idee, adatte più ad un racconto fantastico. Ci siamo affezionati al protagonista principale e sarebbe bello avere un cane come Brenno nel giardino della nostra scuola. Sapere che alla fine del confronto delle idee di noi bambini si avrà un nuovo libro, ci fa sentire grandi!“ APPENDICE 7. Rivelazioni importanti Istituto Comprensivo “Don L. Milani” Manocalzati Scuola Primaria plesso di Parolise - gruppo classi III/IV Dirigente Scolastico Flora Carpentiero Docente referente della Staffetta Annamaria Acierno Docente responsabile dell’Azione Formativa Annamaria Acierno Gli studenti/scrittori delle classi III/IV Annarita Caporale, Manuel Caruso, Michele Cella, Giulio De Cicco, Giuseppe De Cicco, Angelo Di Noia, Maurizio Iannaccone, Andrea Picariello, Maria Pironti, Marvin Poka, Antonio Bilotta, Raffaele Fabrizio, Maria Lerro I disegni sono stati realizzati da tutta la classe Hanno scritto dell’esperienza: “…Mi è piaciuto molto partecipare a questa staffetta perché soprattutto abbiamo imparato ad utilizzare parole nuove… …E’stato bello partecipare alla realizzazione della storia di Brenno, mi sono sentito curioso ed emozionato; è stato bello perché in ogni capitolo c’era un colpo di scena. …Questo racconto mi è piaciuto perché ha trattato la storia di un cane che ancora una volta ha dimostrato di essere il migliore amico dell’uomo. Vorrei tanto avere un cane come Brenno: coraggioso,ballerino e coccolone. …Anch’io ho dato un contributo scrivendo delle idee per il nostro capitolo. …Ci è piaciuto il nostro capitolo perché finalmente si è parlato dell’importanza del microchip, della bontà dello scienziato e della cattiveria di Pironti e l’arresto del complice. E’ stato bello partecipare perché negli anni precedenti non era mai successo di poter scrivere un libro insieme”. APPENDICE 8. L’inseguimento Istituto Comprensivo Statale di Casapesenna (CE) – classe III D Dirigente Scolastico Angelina Iaiunese Docente referente della Staffetta Adriana Reccia Docente responsabile dell’Azione Formativa Adriana Reccia Gli studenti/scrittori della classe III D Concetta Acocella, Marika Amato, Samuel Badea, Attilio Carano, Pasquale Caterino, Giuseppe Conte, Paul Croitoru, Maria Di Finizio, Gaetano Diana, Martina Ferro, Raffaele Forgione, Maikol Frondella, Raffaella Garofalo, Desirè Marzano, Michelangelo Natale, Francesco Palma, Carmela Pellegrino, Giacomo Pellegrino, Davide Petrillo, Teresa Zara I disegni sono stati realizzati da Michelangelo Natale, Concetta Acocella Hanno scritto dell’esperienza: “…Scrivere l’ottavo capitolo di questo libro è stata un’esperienza meravigliosa e divertente. È stata una gara fra tutti noi: ognuno voleva far scrivere le proprie idee. Ci sarebbe piaciuto scrivere anche il finale perché la storia di Brenno ci è piaciuta e ci ha commossi. Vorremmo anche noi un cane così nella nostra scuola”. APPENDICE 9. Brenno felice Direzione Didattica Michele Coppino Torino - classe III D Dirigente Scolastico Claudia Enrico Docente referente della Staffetta Ermelinda Garofano Docenti responsabili dell’Azione Formativa Maria Mantegna, Maria Antonietta Crea Gli studenti/scrittori della classe III D Giulia Baldini, Giovanni Emanuele Begni, Robert Julian Benchea, Cecilia Bertagnolio Licio, Matilde Bertini, Francesco Bertolino, Federico Biancone, Giulia Bolognesi, Sara Bolognesi, Benedetta Brenco, Emma Burzio, Simone Caggiano, Giorgia Corinto, Lorenzo Costa, Alice De Carlo, Anita Galli, Giorgio Gola, Luca Malerba, Francesco Monni, Aurora Persico, Francesco Poli, Andrea Sarboraria, Matilda Valenti Il disegno è stato realizzato da Simone Caggiano Hanno scritto dell’esperienza: “…Gli alunni hanno dimostrato grande interesse per questa nuova Staffetta di scrittura creativa. È stato molto entusiasmante per i bambini concludere una storia così avvincente e piena di colpi di scena. Ha colpito molto la forza e la bontà di Brenno. Come ogni anno partecipare alla Staffetta ha stimolato l’interesse e la curiosità per la lettura e la scrittura. Esperienza da ripetere”. NOTE INDICE Incipit di DOMENICO BARRILA’ ................................................................. pag 17 Cap. 1 Andrea in caserma .................................................................................» 19 Cap. 2 Alla ricerca di Brenno ..........................................................................» 23 Cap. 3 Il mistero del tempo ...............................................................................» 27 Cap. 4 Una nuova casa per Brenno .............................................................» 31 Cap. 5 Un nuovo eroe ........................................................................................» 37 Cap. 6 Brenno, cane coraggioso ..................................................................» 43 Cap. 7 Rivelazioni importanti ..........................................................................» 49 Cap. 8 L’inseguimento ..........................................................................................» 55 Cap. 9 Brenno felice .............................................................................................» 61 Appendici ..................................................................................................................» 76 Finito di stampare nel mese di aprile 2015 dalla Tipografia Gutenberg di Fisciano (SA), Italy ISBN 978-88-6908-061-6