Laboratorio SaMPL del Conservatorio C.Pollini di Padova
Università di Padova Dipartimento di Ingegneria
dell'Informazione
LIVING LAB MUSIC
Concerto inaugurale del secondo anno di attività
Mercoledì 25 maggio 2011, 18:0019:30
Conservatorio C.Pollini Padova
Auditorium Pollini
Via Cassan, 17 Padova
Ingresso Gratuito
Amalia de Götzen
Conservatorio C. Pollini di Padova
SaMPL: secondo anno di attività
Bruno Maderna (1920 1973)
Musica su due dimensioni (1958)
Caterina Pavan, auto
Chiara de Joannon, Giulio Moro, regia del suono
Francesco Grani (1978)
(2011)
Giulia Bortelli, Caterina Buischio, Dario Campanaro, Stefano
Penazzi, voci
Emanuele Pasqualin, direttore
Francesco Grani, Michele Zuccarelli Gennasi, liveelectronics e
regia del suono
De Profundis (You Are Not A Gadget)
Prima esecuzione assoluta
Sergio Canazza
Università degli Studi di Padova
Un anno di ricerca in laboratorio
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Giacinto Scelsi (1905 1988)
Aitsi (1974)
Maria Laura Righetto, pianoforte
Vasco Fondra, Matteo Mancini, liveelectronics e regia del suono
Alberto Schiavo (1983)
Le jardin des mirages
(2011)
Carlo Maron, clarinetto
Arrigo Axia, Soa Garzotto, Alessandro Perissinotto, percussioni
Emanuele Pasqualin, direttore
Eric Guizzo e Alberto Schiavo, liveelectronics e regia del suono
Prima esecuzione assoluta
Federico Avanzini
Università degli Studi di Padova
La conferenza Sound and Music Computing a Padova
Luigi Nono (1924 1990)
La fabbrica illuminata
(1964)
Silvia Pollet, voce
Daniele Galante e Dario Khademi, regia del suono
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Il laboratorio SaMPL
Dal laboratorio all'auditorium: la ricerca scientica in ambito
musicale è inscindibile dalla produzione musicale stessa, perché
è da quest'ultima che la ricerca trae la sua linfa vitale (le motivazioni, gli obiettivi etc.). Allo stesso tempo la produzione musicale contemporanea ha bisogno degli strumenti e della tecnologia messi a punto dalla ricerca avanzata. Il programma di questi
tre concerti è la punta dell'iceberg di un ampio spettro di attività portate avanti dal laboratorio.
Creazione Musicale e Ricerca Scientica sono la stessa cosa: fat-
te le dovute ovvie differenze legate alle proprie specicità, quello che SaMPL mette immediatamente in luce anche con questi concerti è che creazione musicale e ricerca scientica di alto livello
sono permeate entrambe da un rigore metodologico che le contraddistingue. La scelta dei lavori, il rigore lologico con i quali
vengono prodotti, la qualità nale del tutto è molto vicina alla
rafnatezza degli strumenti concettuali della ricerca.
Riscoprire il piacere ed il divertimento di pensare la musica:
un'altra caratteristica saliente delle scelte del programma è che
si tratta di musica la cui funzione primaria è puramente speculativa: serve per riettere e far riettere. Afanco all'intrattenimento SaMPL vuole recuperare una caratteristica che la musica
ha sempre avuto, ma che ora sta perdendo, e cioè quella di essere un potente stimolo di riessione ed elaborazione culturale.
Recuperare cioè il piacere del pensare e del riettere tramite l'ascolto, la scoperta di nuovi suoni, di nuove forme, di nuove musiche, oltre il già sentito.
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Note di programma
Bruno Maderna, Musica su due dimensioni (1958) Bruno Maderna usa il titolo Musica su
due dimensioni per due diverse composizioni dall'organico simile: la versione che viene
eseguita in questo concerto è del 1958 e prevede un auto e nastro magnetico, mentre
la prima versione, del 1952, si avvale anche, curiosamente, dell'intervento di un singolo colpo di piatto. Maderna usò lo stesso titolo per due brani molto diversi fra loro, ma
che sono frutto di una stessa intuizione compositiva, che consiste nell'associare all'esecuzione dal vivo del auto un materiale elettronico memorizzato su nastro magnetico.
Con questa composizione, Maderna si contrappone a certe tendenze radicali dell'immediato secondo dopoguerra che vedevano nel mezzo elettronico un'alternativa alle prassi
esecutive tradizionali no a profetizzare la morte dell'interprete. Al contrario Maderna, proprio con questo brano, indica la strada per far dialogare la dimensione acustica,
ricca di storia, di tradizioni e di prassi esecutive con l'emergente dimensione elettronica, portatrice di nuovi mondi sonori e di diverse tecniche produttive della musica. La
sda è duplice, sia sul piano estetico sia su quello esecutivo. In particolare, nel lavoro
del 1958 Maderna affronta in modo originale il problema della convivenza tra la struttura rigida dei suoni elettronici ssati inesorabilmente nel tempo sul nastro magnetico
e le possibili libertà esecutive di cui può avvalersi il solista al auto e spinge l'esecutore elettronico a rendere più duttile il materiale sonoro presente su nastro. Infatti nelle
note introduttive alla partitura Maderna scrive: Tutta l'esecuzione di questa composizione deve
avvenire su una specie di interpretazione bilaterale del solista e del tecnico, interpretazione che si può
inventare di volta in volta.
Francesco Grani, De Profundis (You Are Not A Gadget) (2011)
Il motivo per cui mi sono rivolto a due testi lontani (il Salmo 129 De Profundis, ed il
Manifesto sull'era Web dei Social Network You Are Not A Gadget, di J. Lanier) mi è
chiaro solo nei fondamentali: nessuno a parte l'uomo stesso è artece della propria vita, e nessuno a parte l'uomo stesso potrà in qualche modo porre rimedio o dare forza
alle proprie azioni ed ai propri mutamenti. Il brano prende avvio da una polifonia di
tipo primitivo, utilizzando il testo in latino del Salmo 129. Un secondo testo si inserisce
però dopo poche strofe, inizialmente creando farsi senza signicato, ma connotandone
successivamente alcune in modo chiaro. Il secondo testo, in lingua inglese contemporanea, è tratto dal manifesto You Are Not A Gadget di Jaron Lanier (un saggio che
si interroga sugli effetti che ha avuto la comparsa del Web prima, e dei social networks
poi, sul modo di relazionarsi delle persone nella vita reale). All'arrivo del testo in lingua inglese il lo conduttore di stampo antico rapidamente si disgrega attraverso un
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procedimento atonale basato sul mantenimento di una serie di intervalli armonici. Da
qui le voci vengono strette in un movimento ascendente che culmina in un'improvvisa
verità Fragments are not people. Successivamente, la frammentazione avviene anche
a livello di segno di battuta e gli interventi dei cantanti diventano gradualmente casuali, terminando però in un ostinato che porta alla esortazione nale: get up! un'esortazione, questa, che melodicamente suona più che altro come l'affermazione di un dubbio will we get up?. Il nastro elettronico utilizzato è creato con suoni che appartengono a due livelli di signicato: un primo livello è dato dalla sintesi per moto retrogrado delle quattro voci dei cantanti in carne ed ossa e crea un lo conduttore su cui è innestato l'intervento a più riprese di forti e squassanti sibili e tuoni. Questi sono la registrazione del trafco dati di due strumenti che rappresentano simbolicamente la modalità di comunicazione della nostra era: una stazione wireless ed un iphone. Come per le
voci, anche il nastro subisce diversi stadi di perdita di signicato e di rottura, culminando all'unisono con i soprani nella sospensione del gesto nale delle voci.
Giacinto Scelsi, Aitsi (1974)
Aitsi, di Giacinto Scelsi, del 1974, invita all'ascolto dei nuovi mondi sonori germinati da
un unico suono di pianoforte, attorno al quale si agglomerano cluster sempre cangianti
in estensione e numero di altezze (i cluster si estendono no a 30 semitoni consecutivi) il cui sviluppo sonoro si articola in durate molto varie (da 1 a 15 secondi); l'esito
nale della risonanza pianistica conuisce sempre alla sola nota fa (proposta in varie
trasposizioni sulla tastiera): quasi ad esplorare le grandi possibilità espressive prodotte
dal continuum simultaneo delle altezze che si modica no a conquistare la purezza della sola nota fa. Come afferma Scelsi nelle istruzioni per l'esecuzione: il pianista
controlla la durata della risonanza mediante il pedale destro; un'altra persona controlla
la durata della distorsione mediante l'amplicazione. Per ottenere l'effetto di una nota che scompare, utilizzare il mezzo-pedale. La versione che presenteremo affronterà
il problema delle gestione della risonanza e della distorsione nello spazio scenico nel
pieno rispetto delle volontà dell'Autore ma attraverso sosticati metodi di controllo in
tempo reale.
Alberto Schiavo, Le jardin des mirages (2011)
Immaginiamo un giardino orientale nel quale siamo immersi. Tutti gli elementi sono
qui importanti: ori, piante, acqua...i loro suoni silenziosi...la loro serenità...la nostra
pace dei sensi. Tutto è essenziale e ogni elemento sfuma nell'altro per ritornare poi alla condizione iniziale...anche per un solo istante. Ogni suono sfuma nell'altro per ritornare poi se stesso...trasgurato. La classica struttura ABA riette proprio questa idea di un materiale iniziale (A) che sfuma in un altro (B) per ritornare alla ne alla
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condizione iniziale, appunto trasgurato. In questo lavoro le prime due battute (dopo
l'iniziale Ur-klang del clarinetto) riassumono questo gesto, questa idea.
Luigi Nono, La fabbrica illuminata (1964)
L'accostarsi di Nono alla musica elettronica è relativamente posteriore alle ricerche compiute dai musicisti della sua generazione (Maderna, Berio, Pousseur, Stockhausen), a
parte lo sperimentale Omaggio a Vedova (1960) , il primo compiuto lavoro di Nono con
le nuove tecnologie è La fabbrica illuminata del 1964. Il compositore veneziano e Giuliano Scabia, autore delle prime due parti del testo, dal 1962 al 1964 avevano lavorato
assieme al progetto di un'opera intitolata Diario Italiano. Una nuova dimensione del
luogo teatrale (dopo Intolleranza 1960 con le scene di Svoboda), una nuova spazializzazione del suono (dopo Diario polacco n. 1 o le tre grandi cantate del triennio 1956-58),
una nuova lingua che poteva emergere dall'accostare i versi di Pavese alle inchieste sulla condizione operaia alla FIAT, le voci dei cortei alle dichiarazioni di Fidel Castro, e
un nuovo suono oltre i limiti degli strumenti tradizionali (dopo i risultati raggiunti con
i Cori di Didone dove prevalgono l'idea di fascia su quella di accordo, la percezione di
un continuum e su quella intervallare) avevano mosso il cammino di Nono, coadiuvato
dal giovane scrittore Scabia, nella progettazione di questo lavoro teatrale. Dallo sviluppo di un frammento di quest'opera incompiuta nacque La fabbrica illuminata. Il testo di
Scabia, per le prime due parti (la terza è su versi di Pavese) muove da una lucida e tesa
denuncia della condizione operaia in un altoforno (esalazioni nocive, elevatissime temperature, luci abbaglianti), ad una trasgurazione della angoscia e della alienazione in
icastiche strutture verbali. L'opera termina con la poetica evocazione dei versi di Pavese
passeranno i mattini / passeranno le angosce / non sarà così sempre / ritroverai qualcosa. I materiali sonori di questo lavoro sono essenzialmente: a) suoni e rumori registrati all'Italsider di Genova, b) musica elettronica appositamente preparata nello studio di Fonologia della RAI di Milano con l'aiuto di Mario Zuccheri, c) registrazioni più
o meno rielaborate di interpretazioni del testo da parte del soprano solo e del coro. La
ricchezza del materiale sonoro utilizzato da Nono, la sua polivocità semantica (rumori
di laminatoio, suoni elettronici, voci) dimostrano l'estraneità del musicista veneziano ad
ogni forma di purismo e la sua volontà di superare i conni tra musica elettronica,
musica concreta e musica acustica. Superamento che può avvenire solo in ragione
di una tensione espressiva, di una volontà di comunicazione, che Nono ha ininterrottamente posto come condizioni del suo essere musicista e che lo hanno portato a riutare ogni forma di feticismo compositivo. I risultati di questo lavoro, se oggi possono apparire politicamente ingenui, rivelano altresì una ricerca musicale continua ed
instancabile verso la scoperta di nuovi mondo sonori, di nuovi orizzonti d'ascolto.
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Biograe
Francesco Grani, si è laureato in Ingegneria Civile all'Università di Padova nel 2006
dove ha terminato nel 2011 il proprio PhD. Frequenta il Triennio di Musica Elettronica ad indirizzo compositivo del Conservatorio C. Pollini di Padova dov'è entrato nel
2008 dopo studi di pianoforte. Ha lavorato nella liveelectronics con la formazione EASilence del GRIM (Gruppo di Ricerca ed Improvvisazione Musicale) e con altre formazioni
musicali elettroacustiche in contesti improvvisativi e compositivi.
Bruno Maderna, nacque a Venezia nel 1920. Figura fondamentale per lo sviluppo e
la divulgazione della Nuova Musica, studiò con Gian Francesco Malipiero ed Hermann
Scherchen. Presente a Darmstadt n dal 1949, fu tra i primi ad accostarsi al serialismo
ma fu anche tra i primi ad aprirsi a una dimensione dell'arte più libera e fantasiosa, alle
nuove espressioni aleatorie, alle culture extraeuropee. Curioso verso ogni forma della
materia sonora, instancabile sperimentatore, fondò nel 1955, insieme con Luciano Berio lo Studio di Fonologia della RAI di Milano. Come direttore d'orchestra contribuì
in modo determinante a divulgare la musica moderna e contemporanea presso il pubblico di tutto il mondo. Morì precocemente a Darmstadt nel 1973 lasciando un vuoto
incolmabile nel mondo musicale contemporaneo.
Luigi Nono, nato nel 1924 a Venezia, ha studiato con Malipiero, Maderna e Scherchen.
Dal 1950 al 1959 partecipa ai Ferienkurse di Darmstadt e successivamente ai corsi della
Summer School di Dartington. Nel 1960 inizia la sua attività di studio, sperimentazione
e composizione con strumenti elettronici presso lo Studio di Fonologia Musicale della Radiotelevisione Italiana di Milano, attività che continua nello Experimentalstudio
Heinrich Strobel Stiftung della SWF a Friburgo di cui diviene anche consulente musicale. Qui, a partire dal 1980, realizzerà numerose opere sfruttando le possibilità del
liveelectronics grazie a un sosticato studio mobile che consente il trattamento elettronico dei suoni dal vivo. Muore a Venezia nel 1990. È uno dei maggiori compositori del Novecento. Di formazione non accademica, ha unito l'impegno eticopolitico
a quello tecnicocompositivo. Nell'ultima fase della sua musica ha espresso l'utopia di
altri ascolti e inniti possibili per mezzo di un impiego visionario delle tecnologie
elettroacustiche. Ha composto circa sessanta opere tra cui Il canto sospeso (195556), Al
gran sole carico d'amore (197274), Prometeo Tragedia dell'ascolto (198485).
Emanuele Pasqualin, didatta, direttore d'orchestra e musicologo, è docente titolare
presso il Conservatorio di Musica di Padova (Ear Training, Semiograa e Ritmica del-
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la Musica Contemporanea). Diplomi in Musica Corale e Direzione di Coro (Mastro
F. Della Ragione) e in Composizione (Maestro W. Dalla Vecchia) presso il medesimo
Conservatorio. Diploma in Direzione d'Orchestra all'Accademia Musicale Pescarese
col Maestro Donato Renzetti. Corsi di perfezionamento a Stoccolma ed Helsinki. Direttore preparatore in La Traviata (Bilbao 1994), Falstaff (Oviedo 1997), Lucia di Lammermoor e La Battaglia di Legnano (Verona 1998- 99). Debutto operistico con Adriana Lecouvreur (Palma de Mallorca 1998). Concerti con l'Orchestra Filarmonica di Timisoara,
l'Orchestra del Teatro dell'Opera di Tallinn, L'Orchestra di Stato di Estonia, Swedish
Chamber Orchestra, Tallinn Wind Orchestra. Direttore di cori e orchestre giovanili tra
cui: Orchestra Pietro d'Abano (1992-2000), Ottoni di Vicenza (2004-2008). Dirige
attualmente Elkom Ensemble con cui affronta anche il repertorio contemporaneo e
che ha diretto in un tour natalizio in Palestina (Teatro Nazionale Gerusalemme Est,
The Sheperds' Nights Festival 2010 - Beit Sahour, Peace Center e Campo Profughi di
Dheisheh Betlemme). Visiting Professor della Georg Ots High School of Music di
Tallinn e dell'Edward Said National Conservatory of Music of Palestine. Autore delle
edizioni critiche de L'ultimo giorno di Pompei di Giovanni Pacini (1996), Robert Bruce
di Rossini/Niedermeyer (2002) e della performing edition di Caritea regina di Spagna
di Saverio Mercadante (1995) per il Festival della Valle d'Itria di Martina Franca.
Giacinto Scelsi, nato a La Spezia nel 1905, è un compositore di culto nel panorama
della musica contemporanea. Inizia a frequentare sin dagli anni Venti il mondo artistico, musicale e letterario internazionale, stabilendo amicizie che lo introducono ai movimenti culturali dell'epoca. Interessato negli anni Trenta ai linguaggi e alle tecniche compositive quali la dodecafonia, le teorie di Skrjabin e di Steiner, dalla metà degli anni Quaranta è fortemente inuenzato dal pensiero orientale. Scelsi ha utilizzato tecniche compositive tradizionali, suscitando ed esplorando problematiche oggi molto attuali: la centralità del suono, lo spiritualismo, il rapporto con le tematiche dell'esoterismo, le nuove
tecniche di produzione sonora, il superamento della scrittura musicale tradizionale, la
virtualità, il rapporto con lo spazio, le improvvisazioni all'ondiola in uno stato privo di
condizionamenti molto vicino al vuoto Zen. Dedito anche alla produzione letteraria, si
è intensamente interessato alle arti visive, in particolar modo all'arte informale, che ha
attivamente sostenuto attraverso la creazione della RomeNew York Art Foundation.
Muore a Roma nel 1988.
Alberto Schiavo, diplomato in clarinetto a pieni voti e laureato in Musicologia presso
l'Università degli studi di Padova con il punteggio di 110 e lode, svolge attività compositiva, concertistica e didattica. Vincitore e selezionato in Concorsi internazionali e
nazionali di composizione (Musici mojanesi 2005, Opera prima 2006, Premio delle
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arti 2009- giuria: A.Corghi, A.Trovajoli Concorso europeo Galleria d'arte moderna di Milano 2010 M.Abbado, L.Francesconi, I.Fedele - Premio AGIMUS 2010
A.Gentile Pomeriggio tra le muse 2010 A.Solbiati Paderewsky composition
competition 2011 Premio di composizione Giovanni Colombo Flores D'Arcais 2011
C.Ambrosini, G.Bonato, P.Valtinoni), ha partecipato a corsi con A.Guarnieri, R.De
Saram, G.Knox , A.Bressan, D.Renzetti e R.Gessi. Selezionato da G.Battistelli nel 2006
e 2007 per partecipare ai masterclass per compositori della Biennale musica di Venezia,
ha partecipato ai corsi di C.Walder, L.Dowling, B.Leitner, L.Schiske, B.Wilker, D.Polisoidis,
M.Formenti, A.Nyqvist e E.Furrer. Il suo pezzo Flowers entes è citato in Il Saxofono
di M.Marzi. Pubblica per ArsPublica e Armellin ed. È composer in residence presso
l'Orchestra Accademia del Concerto di Vicenza.
Ringraziamenti
Questo concerto è stato realizzato grazie alla collaborazione tra le classi di canto, composizione, auto, pianoforte e la classe di tecnico di sala di registrazione del Conservatorio. Un sentito ringraziamento:
ai professori Nicola Bernardini, Giovanni Bonato, Matteo Costa, Pamela Hebert, Aldo
Orvieto, Emanuele Pasqualin, Massimo Pastore, Daniele Ruggieri, Alvise Vidolin;
agli studenti Matteo Castellazzo, Umberto Furlan, Marco Tisi per le registrazioni;
agli studenti Marco Badini, Diego Basso, Tommaso Bonfanti, Matteo Castellazzo, Emanuele
Chiericato, Mirko Di Cataldo, Vasco Fondra, Daniele Scarano, Stefano Trimarco, Riccardo Vanin, per l'impianto audio;
alla segreteria amministrativa ed in particolare a Patrizia Lionetti e a Marilina Baratella.
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Prossimi appuntamenti con il laboratorio SaMPL:
8 Giugno ore 18: Musica e tecnologia, il circolo virtuoso della creatività. Centro Culturale San Gaetano, Via Altinate, 71 Padova.
8 Giugno ore 21, Concerto della Classe di Composizione del Con-
servatorio C. Pollini. Auditorium del Conservatorio C. Pollini,
Via Cassan, 17 Padova.
9 Giugno ore 15, Incontro con l'autore: Giovanni De Poli. Conservatorio C. Pollini, Sede di Via Bertacchi, 15 Padova.
21 Giugno ore 9 -18, Convegno su Teresa Rampazzi e la musica
ben calcolata, Auditorium del Conservatorio C. Pollini, Via Eremitani, 18 Padova.
2-5 Luglio ore 9-18, Scuola estiva della Conferenza Sound and
Music Computing, Dipartimento di Ingegneria dell'informazione,
Via Gradenigo, 6/b Padova
6 Luglio ore 9-18, Rencon Rendering Contest, Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione, Via Gradenigo, 6/b Padova
6-7-8 Luglio ore 19, Concerti della Conferenza Sound And Music
Computing, Auditorium del Conservatorio C. Pollini, Via Cassan, 17 Padova.
9 Luglio ore 18, Concerto della Conferenza Sound And Music Computing, Auditorium del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia,
Palazzo Pisani, San Marco 2810 Venezia.
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Living Lab Music
Mercoledì 25 Maggio 2011, ore 18:0019:30
Conservatorio C. Pollini di Padova
Auditorium Pollini,
Via Cassan, 17 Padova
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