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Vedo non
vedo
parentesi
l’abito
tra
Nella mise
total white
di Lacoste
lo stile sport
incontra la
trasparenze
impalpabili
dello chiffon.
Sporty
Elegante
Look
sportivo
anche per
l’uomo
Lacoste
in maglia e
pantaloni con
bande laterali
a contrasto.
Abbina la
canotta
sportiva e il
cappello con
visiera Moncler
Gamme Rouge
alla gonna
e alla pochette
animalier.
Il pantalone della tuta in
raso lucido è perfetto
anche di sera. Marc by
Marc Jacobs.
Riecco i classici dello stile sportivo
rivisti in chiave hi-tech e glam chic
LINDA D’ADDIO
È
uno stile senza tempo e senza stagioni,
quello sportivo che per la nuova stagione apre le porte agli sport all’aria aperta, dal tennis al baseball, senza dimenticare
il genere palestra. Dai pantaloni della tuta
alle maglie zippate. Dai minidress techno
alle gonnelline plissé. Dalla più classica delle
maglie sportive, la polo, alle canotte. Dai
bomberini alle maglie a rete. Dagli hot pants
da baseball o da boxeur ai pantaloni stile jogging. I classici dello stile vengono rivisitati in
chiave glam chic grazie alla rielaborazione
dei modelli e dei tagli, all’utilizzo di materiali
setosi o pregiati e di dettagli preziosi. Da qui
prende vita un guardaroba confortevole e
pratico, che varca i confini dello sportswear e
veste le diverse occasioni del citywear non
disdegnando, quando viene accostato a capi
eleganti, anche gli appuntamenti importanti. Il mood sporty chic conquista la passerella
di Marni grazie a modelli che coniugano lo
stile elegante con quello sportivo, immancabili i cappellini a visiera.
Mixa hi-tech e stile glam Gucci che fa sfilare
le modelle in jumpsuit illuminati da ricami
animalia
Uomo
di paillettes, tute, t-shirt e pantaloni da basket che contrastano gli abiti fluidi e trasparenti. Mostrano il lato sexy del vestire femminile con spacchi vertiginosi, scollature infinite e tacchi altissimi. Anche la lingerie, che si
intravede sotto la trasparenza dello chiffon, è
sporty chic. Punta su una nuova collezione
interamente dedicata allo sport il colosso
svedese di moda low cost H&M, una collezione dai colori vivaci e glamour fatta di capi
Tute, smanicati, reggiseni
tecnici per lei; athletic kit
polo e pantaloncini per lui
adatti a tutte le attività sportive: dallo yoga
alla palestra, dal running allo zumba. I colori
sono vivaci e glamour. Tute, smanicati leggeri, pantaloni elasticizzati, giacche idrorepellenti e antivento, top e pantaloni warm-up,
reggiseni tecnici, tenute da yoga per lei,
athletic kit con polo e pantaloncini da tennis
per lui. La linea sporty è stata realizzata grazie alla consulenza di alcuni membri della
squadra olimpica svedese, che hanno puntato su capi “alla moda” senza perdere di vista
la vestibilità e le performance.
Il marchio francese che vanta il merito di
aver inventato la polo punta su linee pulite
che coniugano comfort e seduzione, outfit
per il tempo libero ma anche per l’ufficio.
Per lei gonne in stile tennis a portafoglio, cortissime o lunghe fino ai piedi e abiti morbidi
con spacchi vertiginosi. Se le mise puntano
sul total white, la seduzione si gioca sul filo
delle trasparenze e del vedo non vedo. Ai
piedi ballerine in pieno stile Lacoste e per
completare il look il cappello con visiera.
I classici capi dal taglio maschile riletti in
chiave chic e sportiva riflettono in pieno il
carattere della donna viaggiatrice di Trussardi. Gli abiti sposano silhouette sportive con
gonne strette alla caviglia e spacchi laterali
vertiginosi, gli shorts in pelle richiamano lo
stile boxeur o i jogger pants con la coulisse.
In sintesi la vera sfida degli stilisti per la nuova stagione è mixare capi sportivi e tessuti
tecnici con mise eleganti e dettagli preziosi. I
pantaloni della tuta sono in raso lucido per
Marc Jacobs. La maglia sport si abbina alla
gonna animalier secondo Moncler Gamme
Rouge. Lo short da palestra diventa bon ton
nell’interpretazione di Balenciaga su tessuto
operato.
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cliccando sulla rubrica “Qua la zampa”
Solo la mamma insegna a Fido
a gestire reazioni e aggressività
La domanda
La risposta di Stefano Boltri
E
I
gregio dottore, sempre più spesso si sente parlare di cani che aggrediscono altri cani e purtoppo
di cani che aggrediscono uomini e soprattutto bambini; è anche vero che i
casi di uomini che aggrediscono altri
uomini o meglio soprattutto altre
donne sono molto più numerosi
(purtroppo). A parte queste mie riflessioni, vorrei chiederle come mai
nel cane esiste un tale eccesso di
aggressività, quali sono gli errori
che l’uomo commette nella
gestione del rapporto con il
cane. Secondo me, a prescindere dall’esistenza di squilibrati a
quattro zampe (ma anche a due), gli
errori sono soprattutto una scorretta
gestione delle prime fasi di vita. Lei
che ne pensa?
n natura, ad esempio tra i lupi, l’aggressività è una
componente essenziale per la sopravvivenza, del
singolo e dell’intera specie. Sono animali in grado di
trasformare le pulsioni aggressive in uno specifico rituale molto efficace che permette di non passare all’aggressività. Tale rituale è conosciuto da ogni membro del
branco. Il passaggio all’azione aggressiva è molto raro.
Il nostro cane è un diretto discendente del lupo e ne ha
ereditato alcune caratteristiche. Ad esempio, nelle razze da lavoro, come i cani da pastore, è molto presente
tale capacità di ritualizzare. Aggrediscono solo in presenza di una minaccia reale verso se stessi o la proprietà da difendere (greggi e mandrie) e per i bambini. Essendo la natura nelle sue leggi praticamente infallibile, in tutti i cani è presente questa capacità di ritualizzare, ovvero di lanciare segnali ben
specifici. Il ruolo chiave viene svolto dalla madre con azioni tali da imprimere al cucciolo in
modo indelebile le regole della vita sociale. In
tale modo la natura combina in modo mirabile
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genetica ed apprendimento, rendendo impossibile l’errore.
E allora, dov’è la falla per cui alcuni cani diventano di
difficile se non di impossibile gestione per un mancato
controllo degli impulsi aggressivi? La risposta è abbastanza semplice: un cucciolo di lupo ha a sua disposizione un certo numero di anni per trarre beneficio dalla
accoppiata genetica-apprendimento; un cucciolo di
cane ha solo 60 giorni (nelle più rosee condizioni) di
convivenza con i fratelli e soprattutto con la madre ed
in tale tempo deve imparare tutti i rudimenti della vita.
L’urbanizzazione dei nostri cani, impone loro nuove regole che mettono l’animale di fronte a situazioni nuove
nei confronti delle quali non ci sono strumenti di interpretazione. Tutto ciò conduce ad uno stress negativo
fonte di reazioni incontrollabili ed incontrollate.
Ecco che la permanenza con la madre per il maggior
tempo possibile e la socializzazione nei primi mesi, con
altri cani e con l’uomo, rappresentano quindi colonne
portanti per il futuro dei cuccioli.
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