CHIMICA DELLA DETERGENZA 1 Indice degli argomenti La solubilità Cenni di chimica organica dei tensioattivi Quali sono le fasi del lavaggio Quali sono i fattori che influenzano il lavaggio: detergente, substrato, ambiente, temperatura Cos’è un detergente: qual è la sua composizione chimica e qual è la funzione dei suoi componenti Quali sono le tipologie dei tessuti ( bianchi colorati, tipi di fibre) Quali sono i tipi di macchie Effetto dell’ambiente: durezza dell’acqua Corrosione esterna degli apparecchi. 2 LE SOLUZIONI: la solubilità (N.B. = si considerano solo solventi liquidi!) KMnO4 si scioglie in H2O I2 si scioglie in CCl4 H2O + CCl4 1) EFFETTO DELLA STRUTTURA SULLA SOLUBILITA’ SOLUZIONI: “simile scioglie simile” Solventi polari Esempio: H2O es: H2O + CH3OH Il metanolo è solubile in acqua L’acqua può partecipare a legami determinati : 4da interazioni dipolo-dipolo indotto (es. gas atmosferici) 4da interazioni dipolo-dipolo 4da interazioni ione-dipolo (composti ionici) 4da legami a H (è un fattore primario per sciogliere composti organici) interazioni ione-dipolo E’ richiesta molta energia per separare ioni Na+ e Cl-, ma essi possono formare legami relativamente forti con i dipoli di H2O (“compensando” così l’energia fornita) Solventi non polari Esempio: CCl4 Il solvente (CCl4) e il soluto (I2) sono legati da forze di dispersione relativamente deboli e di entità confrontabile: si possono quindi instaurare forze di attrazione tra le molecole di entrambi. 2) EFFETTO DELLA TEMPERATURA SULLA SOLUBILITA’ •La maggior parte dei solidi ionici e molecolari è più solubile all’aumentare della temperatura •I gas generalmente diventano meno solubili all’aumentare della temperatura 3) EFFETTO DELLA PRESSIONE SULLA SOLUBILITA’ A temperatura costante, la solubilità di un gas in un liquido è direttamente proporzionale alla pressione parziale esercitata dal gas sulla soluzione. In altre parole, se aumentiamo la pressione del gas, aumenterà la sua solubilità nel liquido Legge di Henry Sgas = KH x Pgas KH costante di Henry La soluzione (solvente + soluto) è in grado di condurre corrente elettrica? La corrente elettrica è un flusso di cariche elettriche, per cui può essere condotta solo da soluzioni contenenti ioni: SOLUZIONI ELETTROLITICHE elettroliti forti il soluto è presente tutto sotto forma di ioni elettroliti deboli il soluto è ionizzato in modo incompleto (presenza di molecole indissociate) Previsione della conducibilità elettrica di soluzioni - ioni •NaCl: sale tenuto insieme da forti interazioni elettrostatiche (legame ionico) •si formano interazioni ione-dipolo con le molecole di H2O •l’energia impiegata per vincere le interazioni elettrostatiche è “compensata “ dall’energia liberata dall’instaurarsi di interazioni ionedipolo •attorno a ogni ione si associano molecole di H2O (ioni idrati) •gli ioni idrati non riescono a ricostituire il solido •la corrente elettrica può essere condotta Previsione della conducibilità elettrica di soluzioni-molecole •Saccarosio: solido molecolare insieme da legami a H •si formano legami a H con le molecole di H2O •l’energia impiegata per vincere i legami a H nel saccarosio è “compensata “ dall’energia liberata dalla formazione di legami a H tra H2O e saccarosio •le molecole di saccarosio restano intatte, quindi la corrente elettrica non può essere condotta singole molecole di tenuto saccarosio SOLUBILITA’ DEI COMPOSTI IONICI composto ionico insolubile composto ionico poco solubile composto ionico solubile a temperatura ambiente (25°C) ALCUNI ESEMPI DI COMPOSTI SOLUBILI/INSOLUBILI Composti solubili •composti degli elementi del gruppo I •composti dell’ammonio •cloruri, bromuri, ioduri, eccetto quelli di Ag+, Hg22+, Pb2+ •nitrati, acetati, clorati, perclorati •solfati, eccetto quelli di Ca2+, Sr2+, Ba2+, Pb2+, Hg22+, Ag+ Composti insolubili •carbonati, cromati, ossalati, fosfati, eccetto quelli degli elementi del gruppo I e dell’ammonio •solfuri, eccetto quelli degli elementi dei gruppi I e II e dell’ammonio •idrossidi e ossidi, eccetto quelli degli elementi dei gruppi I e II Acqua e olio non sono miscibili. Perché? • 14 Cenni di chimica organica dei tensioattivi Principali elementi contenuti nei composti organici CARBONIO: è un elemento del quarto gruppo, quindi: La catene possono essere lineari o ramificate o cicliche Gli acidi grassi sono composti organici costituiti da catene contenenti da 16 a 26 atomi di carbonio •Acidi grassi si dissociano e formano Sali (di potassio e di sodio) •che in acqua formano micelle O ONa Stearato di sodio Ottadecanoato di sodio Non polare polare O – CH3(CH2)16CO Na+ Reazione di saponificazione Struttura di una micella Acqua e olio non sono miscibili. Perché? • 24 La durezza dell’acqua Già in tempi antichi era stato notato che alcune acque avevano la proprietà di sciogliere male il sapone e di non essere adatte alla cottura dei legumi. A metà del 1700 venne scoperto che tali proprietà erano causate dai sali di calcio e magnesio contenuti nell’acqua: le acque ricche di tali sali vennero chiamate acque crude o acque dure. La durezza dell'acqua è il contenuto di sali, in particolare bicarbonati di calcio, bicarbonati di magnesio. I bicarbonati di calcio e magnesio, Ca(HCO3)2 e Mg(HCO3)2 a temperatura ambiente, sono solubili in acqua ma, a temperature elevate, precipitano formando incrostazioni che comunemente vengono chiamate calcare. La durezza dovuta a questi sali di Ca e Mg è detta TEMPORANEA, perchè è eliminabile con l'ebollizione. La durezza dovuta invece agli altri sali, eliminabile solo tramite processi di addolcimento, è detta PERMANENTE. La somma delle due è la DUREZZA TOTALE. La durezza dell'acqua viene misurata in gradi francesi (°F) o tedeschi (°D). La durezza dell'acqua viene misurata in gradi francesi (°F) o tedeschi (°D). In pratica la durezza di un’acqua è definita come la somma del contenuto di Ca e Mg, espressi come carbonato di calcio o, in alternativa, come ossido di calcio; nel primo caso, 10 mg/l di CaCO3 corrispondono ad 1 grado di durezza francese, nel secondo 10 mg/l di CaO corrispondono ad 1 grado tedesco. Naturalmente le due unità di misura sono in diretto rapporto 1 grado di durezza francese (°F) uguale a 0,56 gradi di durezza tedesca (°D) Classificazione delle acque in base alla loro durezza • In genere, le acque vengono classificate in base alla loro durezza come segue • fino a 7 °f: molto dolci • da 7 °f a 14 °f: dolci • da 14 °f a 22 °f: mediamente dure • da 22 °f a 32 °f: discretamente dure • da 32 °f a 54 °f: dure • oltre 54 °f: molto dure Classificazione delle acque in base alla loro durezza DUREZZA IN GRADI FRANCESI DELL’ACQUA NELLE REGIONI ITALIANE Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Umbria QUASI DOLCE Da 0 a 15 °F Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Trentino, Veneto, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata. MEDIAMENTE DURA Da 15 a 30 °F Lombardia, Toscana, Lazio, Calabria, Sicilia DURA Da 30 a 40 °F Emilia Romagna, Marche MOLTO DURA Oltre 40 °F Effetto durezza dell’acqua Effetto durezza dell’acqua Le incrostazioni di calcare rappresentano un forte isolante che rallenta, diminuisce o, addirittura, impedisce lo scambio del calore., Lla formazione di incrostazioni rimpicciolisce le sezioni dei tubi e determina un'erogazione sempre più ridotta a scapito della richiesta di acqua della lavastoviglie. Le pompe incrostate nelle palette e sull'asse devono compiere uno sforzo maggiore per vincere il maggior peso e attrito, con rischi di rotture. Inoltre il calcare che aderisce alle superfici di plastica, plastificate o di acciaio inox , costituisce un ricettacolo per lo sporco che la normale dose di detergente non riesce a rimuovere completamente. Tutti i detergenti per lavastoviglie contengono sequestranti che sono in grado di eliminare gli inconvenienti dovuti alla durezza dell'acqua. Purtroppo esistono acque che possono raggiungere una durezza superiore a 40 - 45 GF; in questo caso, è consigliabile trattare l'acqua con un addolcitore. Effetto durezza dell’acqua • Un’acqua dura influisce negativamente sui processi di lavaggio: infatti le molecole che costituiscono il detergente si combinano con gli ioni calcio, formando composti insolubili che, oltre a far aumentare il quantitativo di detergente necessario. • Nei tessuti: si depositano dei tessuti facendole infeltrire. Nelle stoviglie lasciano depositi biancastri che rendono necessari. • Per indumenti l’acqua dolce permette di non avere infeltrimento e qdi evita l’utilizzo di ammorbidente e l’utilizzo di una minore quantità di detersivo con diminuzione uso fosfati • Per stoviglie evita l’utilizzo del brillantante. • Le istruzioni sulle etichetta dei contenitori forniscono ai consumatori le dosi corrette da utilizzare, anche in funzione della durezza dell'acqua. • Per poter seguire queste istruzioni è necessario conoscere il grado di durezza dell'acqua di cui si dispone. Determinazione durezza dell’acqua • Metodo complessometrico • La misura della durezza viene fatta in modo preciso titolando il campione di acqua con una soluzione di acido etilendiamminotetraacetico (EDTA) a concentrazione esattamente nota in presenza di nero eriocromo T (NET), un indicatore che forma un complesso di colore rosa con gli ioni di calcio e magnesio. l'EDTA forma con gli ioni calcio e magnesio un complesso molto stabile e molto più stabile di quello formato dal NTE. . Quando tutti gli ioni di calcio e magnesio risultano complessati dall'EDTA, il nero eriocromo T vira da rosa a blu scuro • • • • • • Lo schema delle reazioni è il seguente – Ca2+ + NET --> [Ca-NET]2+ (rosa) – [Ca-NET]2+ + EDTA --> [Ca-EDTA]2+ + NET (blu scuro) lo ione magnesio (Mg2+) si comporta allo stesso modo. . Come diminuire il grado di durezza dell’acqua? resine a scambio ionico Osmosi inversa COSA E’ UN ADDOLCITORE? Un addolcitore è uno strumento atto ad addolcire l'acqua, ovvero a diminuirne la durezza. La maggior parte degli addolcitori sfrutta lo scambio degli ioni di calcio e magnesio con ioni di sodio facendo fluire l'acqua da addolcire su un letto di resina a scambio ionico. Tale resina è spesso un polimero di stirene e divinilbenzene che reca dei gruppi solfonato SO3- sulla propria struttura. I gruppi solfonato sono legati a ioni di sodio Na+ che vengono scambiati con gli ioni calcio e magnesio presenti nell'acqua. Tali resine vengono successivamente rigenerate per trattamento con salamoia (ovvero acqua salata per cloruro di sodio) concentrata, che ripristina gli ioni sodio sulla superficie della resina. Come funziona Il cuore dell'impianto é composto da un cilindro contenente delle speciali resine impregnate di ioni di sodio (sale). Queste resine reagiscono al passaggio dell'acqua, trattengono gli ioni di calcio e magnesio presenti nell'acqua dura attraverso uno scambio chimico che scambia ioni sodio. Col passare del tempo il sale si esaurisce e le resine non hanno più modo di effettuare lo scambio chimico. E' questo il momento di rigenerarle. Questa operazione si effettua facendo scorrere una soluzione molto concentrata di acqua e sale attraverso le resine, in questo modo gli ioni di sodio vanno a sostituire gli ioni di calcio e magnesio che vengono trasportati dall'acqua fino allo scarico. A questo punto le resine rigenerate hanno di nuovo la capacità di produrre acqua dolce. Cos’è l’osmosi E’ il flusso di un solvente attraverso una membrana da una soluzione più concentrata, ad una meno concentrata La pressione osmotica è la pressione occorrente per porre fine al flusso netto del solvente attraverso una membrana semipermeabile. Esempio di pressione osmotica Il sangue è una soluzione isotonica perché la concentrazione dei sali è simile a quella all’interno delle cellule, ad esempio i globuli rossi Soluzione isotonica rispetto alla cellula Soluzione ipertonica Soluzione ipotonica PRESSIONE OSMOTICA π L'osmosi inversa è il processo in cui si forza il passaggio delle molecole di solvente dalla soluzione più concentrata alla soluzione meno concentrata ottenuto applicando alla soluzione più concentrata una pressione maggiore della pressione osmotica. In pratica, l'osmosi inversa viene realizzata con una membrana che trattiene il soluto da una parte impedendone il passaggio e permette di ricavare il solvente puro dall'altra. Questo fenomeno non è spontaneo e richiede il compimento di un lavoro meccanico pari a quello necessario per annullare l'effetto della pressione osmotica. membrane semipermeabili (permeabili a H2O e impermeabili a NaCl) • La tecnica dell’osmosi inversa può essere riassunta in stadi: Scegliere una membrana semipermeabile in grado di far passare solo le molecole del solvente. Pretrattare mediante filtraggio il solvente in modo da eliminare quelle particelle che possono recare danno alle membrane . Esercitare una pressione (opposta in direzione e maggiore in modulo di π) sulla soluzione più concentrata in modo che le molecole fluiscano dalla soluzione più concentrata a quella meno concentrata, invertendo così il processo spontaneo di osmosi. Dall’acqua salata all’acqua dolce: come avviene l’osmosi inversa. • La tecnica dell’osmosi inversa viene utilizzata maggiormente per la depurazione delle acque: • Solvente puro: acqua • Soluzione: soluzione acquosa contenente impurità (sali, ioni di metalli pesanti, composti organici, virus, batteri...) • Cosa sono gli "stadi" in un sistema ad osmosi inversa? • La membrana é il cuore del sistema e ha bisogno di essere protetta. Per questo esistono i pre-filtri che effettuano una prima pulizia dell'acqua prima che arrivi alla membrana. Ogni passaggio in cui l'acqua viene filtrata é chiamato stadio: • Primo stadio - Filtro in cotone fino a 5 micron Per rimuovere residui come sporcizia, sabbia e ruggine. • Secondo stadio - Filtro a carboni E' usato per rimuovere il cloro, alcuni metalli pesanti e altri contaminanti. • Terzo stadio - La membrana Come già menzionato questo é il cuore del sistema che riesce a trattenere il 92-98% di tutte le particelle solide disciolte nell'acqua. Per fare questo é di fondamentale importanza la qualità della membrana. Cosa sono gli "stadi" in un sistema ad osmosi inversa? La membrana é il cuore del sistema e ha bisogno di essere protetta. Per questo esistono i pre-filtri che effettuano una prima pulizia dell'acqua prima che arrivi alla membrana. Ogni passaggio in cui l'acqua viene filtrata é chiamato stadio: Primo stadio - Filtro in cotone fino a 5 micron Per rimuovere residui come sporcizia, sabbia e ruggine. . Secondo stadio - Filtro a carboni E' usato per rimuovere il cloro, alcuni metalli pesanti e altri contaminanti. Terzo stadio - La membrana Come già menzionato questo é il cuore del sistema che riesce a trattenere il 92-98% di tutte le particelle solide disciolte nell'acqua. Per fare questo é di fondamentale importanza la qualità della membrana. Percentuale della riduzione delle sostanze mediante un impianto ad osmosi inversa: Elemento Percentuale di riduzione Elemento Percentuale di riduzione Calcio Sodio 93-98% 92-98% Piombo Uranio 95-98% 93-98% Magnesio Potassio 93-98% 92-96% Bromuro Silicato 90-95% 92-95% Manganese 96-98% Cloruro 92-95% Ferro 96-98% Nitrato 85-95% Alluminio 96-98% Fosfato 95-98% Rame 96-98% Solfato 96-98% Nickel 96-98% Iposolfito 96-98% Cadmio 93-97% Fluoruro 92-95% Argento 93-96% Polifosfato 96-98% Zinco 96-98% Ortofosfato 96-98% Mercurio 94-97% Cromato 85-95% Ammonio 80-90% Radioattività 93-97% Selenio 93-98% Durezza totale 93-97% Silice 80-90% Durezza carbonatica 90-95% Stronzio 96-98% Batteri 99+ Cianuro 85-95% Parti in sospensione 90-96% I dati sono indicativi e possono variare a seconda della pressione, temperatura, e contenuto salino dell’ acqua di alimento. E’ sicura anche dal punto di vista batteriologico, infatti la membrana osmotica riesce a trattenere le particelle con dimensioni superiori a 0,005 micron (un micron corrisponde ad un millesimo di millimetro). Si vengono cosi ad eliminare il 99,99% dei batteri e il 98,00% dei virus. • Dal punto di vista industriale i processi di osmosi utilizzano strutture base per il filtraggio chiamate moduli (modules); con questo termine si comprende: – – – – Involucro esterno e guarnizioni membrane struttura di supporto delle membrane resistente alla pressione. canale di alimentazione della soluzione e di uscita del prodotto depurato e del prodotto di scarto • I principali tipi di modulo sono: – tubolare – fibra cava – spirale avvolta Modulo • Materiali: per quanto riguarda il trattamento delle acque le membrane sono solitamente di tipo organico: – Polipropilene – Acetato di cellulosa (CTA) – Poliammidi aromatiche (TFC) – Fibre cave di Nylon • In tabella vengono riassunte le principali caratteristiche dell’osmosi inversa: Processo Pressione applicata Separazione Larghezza pori Osmosi inversa Pressione idrostatica Permeabilità selettiva <2nm Typical operating range (µm) 0,00010,001 Permeabilità Impurità Acqua, molecole e ioni molto piccoli Molecole molto piccole, coloranti, sali di calcio e di magnesio, solfati, carbonati, nitrati, sodio e ioni Tale processo rappresenta la più fine tecnica di filtrazione dell'acqua, in quanto non consiste semplicemente in un ostacolo fisico (determinato dalle dimensioni dei pori) al passaggio delle molecole, ma sfrutta la diversa affinità chimica delle specie con la membrana, permettendo infatti il passaggio delle molecole idrofile (o water-like), cioè chimicamente simili all'acqua (es. gli alcool a catena corta). Dal punto di vista impiantistico il metodo sfrutta il principio della filtrazione tangenziale, come anche altre tecniche separative mediante membrane quali la microfiltrazione, l'ultrafiltrazione e la nanofiltrazione. L'osmosi inversa è utilizzata nel trattamento dell'acqua, sia per la desalinizzazione, sia per la rimozione di tracce di fosfati, calcio e metalli pesanti, nonché pesticidi, materiali radioattivi e di quasi tutte le molecole inquinanti. Nel processo di osmosi inversa vengono usate membrane composite di sottili pellicole (TFC o TFM, Thin Film Composite Membrane). Queste membrane sono semipermeabili e fabbricate principalmente per l'uso nella depurazione delle acque o in sistemi di desalinizzazione. Hanno anche utilizzi in applicazioni chimiche come le batterie e le pile a combustibile. In sostanza un materiale TFC è un setaccio molecolare costruito nella forma di una pellicola di due o più materiali stratificati. Le membrane usate nell'osmosi sono generalmente fatte in poliammide, scelta principalmente per la sua permeabilità all'acqua e la relativa impermeabilità alle varie impurità disciolte, inclusi gli ioni salini e altre piccole molecole che non possono venire filtrate. ANTICALCARE MAGNETICO: funziona davvero???? Detergenti Definizione di detergente Un detergente è composto da una miscela di sostanze chimiche in polvere o liquide che servono per rimuovere lo sporco da una superficie. ... Quali sono le fasi chimicofisiche del lavaggio? La detergenza è un processo chimico fisico suddiviso in 7 fasi Variabili: Tipo di sporco Tipo di substrato FASE 1 bagnare le molecole non desiderate ( lo sporco) e le superfici da pulire ( tessuti per lavatrice e stoviglie per lavastoviglie) …… concetto di bagnabilità…….. FASE 2 deadsorbire lo sporco dalle diverse superfici, emulsionandole se oleose mantene rle in sospensi one acquosa ( formand o micelle) FASE 3 FASE 4 effettuare reazioni (bio) chimiche, a bassa temperatura, per ossidare le molecole recalcitranti ( sostanze colorate) e distruggere i substrati proteici ed i grassi, per ottenere molecole più piccole e più facilmente eliminabili . FASE 5 addolcire l'acqua, riducendo la concentrazione in soluzione dei cationi dei metalli alcalino terrosi che rendono inefficaci i tensioattivi presenti nel detergente, mediante complessazioni, scambio ionico e formazione di sali insolubili, e mantenere un pH ottimale . FASE 6 dare agli oggetti puliti proprietà accettabili di odore, colore e di tatto FASE 7 evitare la corrosione degli elettrodomestici Favorire la scorrevolezza delle polveri e l'omogeneità dei liquidi nei formulati finali. I Detergenti • I detergenti sono formulati costituiti da miscugli di tensioattivi e di additivi che aiutano la detergenza. • Le miscele hanno un potere detergente superiore a quello che si può avere dalla somma delle singole sostanze detergenti. Effetto sinergico potenziato. Ingredienti di un detergente E' possibile individuare detergente: gli ingredienti coinvolti direttamente ed indirettamente nell' eliminazione e distruzione dello sporco: tensioattivi, antirideponenti, agento sbiancanti – ossidanti e relativi attivatori, abrasivi, enzimi, agenti anticalcare e agenti complessanti per sequestrare gli ioni metallici e agenti per il controllo deol ph tre classi di ingredienti di un gli ingredienti che hanno la funzione di migliorare l'aspetto delle superfici pulite: Azzurranto ottici, fragranze, profumi, ammorbidenti e agenti protettivi dei colori gli ingredienti complementari utili per l'operazione di lavaggio come cariche ( solidi inerti o solventi), coloranti ( per identificare il prodotto), inibitori di corrosione, conservanti, agenti per il controllo della schiuma. Componenti di un detergente Tensioattivi Alcali “Builder” (sequestranti di durezza) Sbiancanti Enzimi Additivi Componenti e funzioni Componenti Fosfati Silicati Zeoliti Citrati Fosfonati Soda =Carbonato di sodio Tensioattivi anionici “Builder” (sequestranti di durezza) Ipoclorito di sodio Percarbonato di sodio Perossido di idrogeno Lipasi Amilasi Proteasi Cellulasi Anti-scoloranti Sbiancanti ottici Anti-ingrigimento Essenze profumate Builder (colonna dorsale dei detersivi) Alcali Azione saponificante, emulsiona lo sporco Tensioattivi Legano lo sporco e lo tengono in sospensione Tensioattivi anfoteri Tensioattivi non ionici Tensioattivi cationici Perborato di sodio Funzioni Sbiancanti Rimuovono macchie colorate e tenaci mediante ossidazione Enzimi Neutralizzano lo sporco degradandolo/frazionandolo Additivi Sostanze ausiliarie COMPOSITION OF A DETERGENT a) a surfactant (detergent) (8-18%) b) a builder (20-45%) e.g. phosphates or zeolites c) a bleach (15-30%) e.g. sodium perborate d) a fluorescer - 'whiter than white' (0.1%) e) a filler (5-45%) e.g. sodium sulphate It also contains 4-20% water and may contain up to 0.75% enzyme. Esempio di formulazione • • Schede dati degli ingredienti AQUA SODIUM DODECYLBENZENESULFON ATE SODIUM CITRATE SODIUM PALM KERNELATE C12-14 PARETH-7 SODIUM LAURETH SULFATE ALCOHOL DENAT. C14-15 PARETH-4 MEA-BORATE SULFATED ETHOXYLATED HEXAMETHYLENEDIAMINE QUATERNIZED PROPYLENE GLYCOL AQUA HYDROGENATED CASTOR OIL PARFUM PROTEASE SODIUM DIETHYLENETRIAMINE PENTAMETHYLENE PHOSPHONATE POLYSTYRENE C12-15 ALCOHOLS FLUORESCENT BRIGHTENER 28 GLYCOSIDASE POLYETHYLENE GLYCOL SODIUM CHLORIDE SODIUM SULFATE GLYCOSIDASE GLYCOSIDASE GLYCOSIDASE DIMETHICONE SILICA Benzyl Salicylate Butylphenyl Methylpropional Citronellol Hexyl Cinnamal Hydroxyisohexyl 3Cyclohexene Carboxaldehyde Linalool I tensioattivi Cosa sono? I tensioattivi I tensioattivi sono sostanze dotate di proprietà schiumogene, bagnanti, detergenti e solubilizzanti ed il potere di abbassare la “tensione superficiale” di un liquido, principalmente l’acqua. • Hanno questa proprietà le sostanze organiche nella cui molecola coesistono due zone:una idrofila (a cui piace l’acqua) e una lipofila ( a cui piace il grasso). 72 Tra le molecole di una sostanza ci sono delle forze di attrazione responsabili di alcune proprietà dei liquidi, tra queste proprietà vi è la tensione superficiale. Le molecole situate all'interno del liquido sono soggette a forze di attrazione agenti in tutte le direzioni, mentre quelle disposte sulla superficie sono attratte solo verso il centro della massa e di fianco. Tensione superficiale Tensione superficiale L'azione di tali forze fa si che lo strato delle molecole supeficiali si comporti come una “membrana” che avvolge la sostanza stessa e gli impedisce di aderire ad un altro corpo. Tale forza superficiale di coesione tra le molecole prende il nome di tensione superficiale l’acqua è il fluido avente il valore più alto di tensione superficiale a temperatura ambiente, salvo i metalli e certi silicati allo stato liquido. Effetti dovuti alla tensione superficiale • Ecco perché l’acqua in effetti “non bagna”, non aderisce cioè alle superfici con cui viene in contatto; ed ecco perché, se si vuole far si che l’acqua bagni il substrato (ad es. lo sporco, nella detergenza), occorre “abbassare” la tensione superficiale dell’acqua, cioè rompere in buona parte le forze coesive (i legami d’idrogeno) che tengono legate le sue molecole. A ciò servono i “tensio-attivi”, che sono cioè sostanze capaci di far si che l’acqua bagni il substrato. Effetti della tensione superficiale dell’acqua • Osservando da vicino si mette in evidenza come questi oggetti non stiano galleggiando sull'acqua ma vi sono proprio "appoggiati". 76 Effetti dovuti alla tensione superficiale • • • • • • pond skaters, gli insetti pattinatori, sfruttano la tensione superficiale per pattinare sull'acqua. Questi insetti che camminano sull'acqua. Sono provvisti di peli superficiali ricoperti di oli, cioé sostanze idrofobe che respingono l'acqua e permettono alla parte terminale delle zampe, di non forare la membrana superficiale dell'acqua. 77 Effetti dovuti alla tensione superficiale Scarsa, tra l'acqua e strato ceroso delle foglie (gocce di rugiada). Parziale film lacrimale su lente a contatto in PMMA. Bagnabilità massima: olio su vetro Bagnabilità Tensione superficiale Bagnabilità nulla: mercurio su acqua Acqua su vetro Galleggiamento di polveri o insetti, tra cui possiamo trovare i cosiddetti insetti pattinatori (pond skaters, water striders). Possiamo notare l’influenza dei tensioattivi sulla vita acquatica. La sequenza fotografica che segue,mostra come la Acqua distillata 0.001 M 0.002 M diminuzione della tensione superficiale renda impossibile agli insetti pattinatori di sostenersi sulla superficie dell’acqua addizionando sodio laurilsolfato (PM=288) 0.003 M 0.004 M 0.005 M Il tensioattivo è un composto organico caratterizzato da una parte lipofila e una parte idrofila. Parte lipofila: è generalmente costituita da una catena idrocarburica lunga da 10 a 20 atomi di carbonio, insolubile in acqua. Parte idrofila: può essere di vari tipi ma sempre solubile in acqua. Semplificando la rappresentazione possiamo immaginare il tensioattivo come un cerino, il gambo ha una struttura affine al grasso(apolare), mentre la testa rappresenta la testa polare. La testa si rivolgerà sempre verso l’acqua, mentre la coda si attaccherà sempre allo sporco(che generalmente è di natura lipidica). • Ecco perché vengono • chiamati anche… • • penetranti agenti bagnanti detergenti disperdenti emulsionanti 82 Funzioni di un tensioattivo • I tensioattivi hanno quattro proprietà fondamentali: • Potere distaccante: si “infilano” sotto lo sporco e lo staccano dalla superficie cui è attaccato; • · Funzioni di un tensioattivo • I tensioattivi hanno quattro proprietà fondamentali: • Potere bagnante: aumentano la superficie di contatto sulle superfici; • Funzioni di un tensioattivo • I tensioattivi hanno quattro proprietà fondamentali: • Potere emulsionante: avvolgono lo sporco formando delle minicelle che vengono poi Funzioni di un tensioattivo • I tensioattivi hanno quattro proprietà fondamentali: • Potere schiumogeno: avvolgono l‘aria formando delle micelle che vengono poi asportate dall’acqua di risciacquo. Funzioni di un tensioattivo Tensioattivi anionici • • • La zona idrofila è formata da un anione o gruppo carico negativamente. Sono in genere i più diffusi e sono costituiti la lunghe catene di atomi di carbonio terminanti con gruppi carbossilato solfonato o solfato. I tensioattivi anionici sono particolarmente efficaci nella pulizia di sporco unto e sospensioni di sporco olio/argilla e nell’eliminare residui di ammorbidente. Tuttavia, possono reagire nell'acqua del lavaggio con gli ioni positivi dell’ acqua (calcio e magnesio), con la conseguente disattivazione parziale. Per impedire questo fenomeno, è necessario l‘aggiunta di altri ingredienti come i builders (sequestranti di Ca/Mg); in ogni caso, l'acqua dura richiede un maggiore quantitativo di detersivo. Producono molta schiuma. I tensioattivi anionici più comunemente utilizzati sono gli alchilsolfati, gli alchileterisolfati ed i saponi. Sono biodegradabili quelli a catena lineare (molli). Tensioattivi cationici • • La zona idrofila è formata da un catione o gruppo carico positivamente.(saponi inversi). Sono meno efficaci degli altri tensioattivi. Vi sono tre diverse categorie di tensioattivi cationici, ognuna con la sua specifica applicazione. Negli ammorbidenti e nei detersivi con ammorbidente, i tensioattivi cationici apportano morbidezza. Nell'ambito dei prodotti per il bucato vengono principalmente utilizzati negli ammorbidenti per tessuti aggiunti in fase di risciacquo. Per esempio, l'esterquat è uno dei tensioattivi cationici più utilizzati negli ammorbidenti per tessuti aggiunti in fase di risciacquo. L'esterquat è un esempio di tensioattivo cationico. Tensioattivi cationici • Nei detersivi per bucato, i tensioattivi cationici migliorano l'azione delle molecole di tensioattivi anionici (a carica negativa) nell'interfaccia macchia/acqua. Questa combinazione contribuisce a ridurre la tensione interfacciale sporco/acqua, ottenendo un sistema di rimozione delle macchie più efficace, soprattutto in presenza di macchie di unto. Un esempio di tensioattivo cationico utilizzato in questa categoria è il sistema quaternario monoalchilico. Tensioattivi non ionici • Questi tensioattivi non hanno una carica elettrica, il che li rende resistenti alla disattivazione causata dalla durezza dell'acqua. Utilizzati nei prodotti per il bucato, la pulizia della casa ed i piatti, sono molto efficaci nella rimozione del grasso. La maggior parte dei detersivi per il bucato contengono sia tensioattivi non ionici che anionici, in quanto le loro azioni detergenti sono complementari . I tensioattivi non ionici contribuiscono a rendere il sistema del tensioattivo meno sensibile alla durezza dell'acqua. I tensioattivi non ionici più comunemente impiegati sono eteri o alcoli grassi In che modo i tensioattivi impediscono allo sporco di ridepositarsi sui capi? Interazioni elettrostatiche I tensioattivi anionici vengono adsorbiti sia sulla superficie dello sporco che viene disperso nella soluzione detergente che sulla superficie del tessuto. Questo crea una carica negativa su entrambe le superfici, con conseguente repulsione elettrostatica che impedisce allo sporco di ridepositarsi sul tessuto. In presenza di acqua dura, tuttavia, i cationi calcio e magnesio fungono da "ponte" tra lo sporco sospeso ed il tessuto ed annullano l’interazione elettrostatica. Questa è un'altra ragione per la quale i sequestranti di durezza sono spesso utilizzati nei detersivi. Impedimento sterico: Anche i tensioattivi non ionici come gli alcoli etossilati adsorbono sullo sporco. La loro lunghe catene di etossilati si estendono nella fase acquosa ed impediscono alle gocce o alla particelle di sporco di unirsi e di ridepositarsi sulla superficie del tessuto. Classificazione dei tensioattivi Categorie Tensioattivi anionici: Gruppi chimici Gruppo carbossilato •Saponi •Tensioattivi sintetici anionici Gruppo solfato Gruppo solfonato Proprietà Biodegradabili, poco costosi, basso potere detergente in acqua dura, possono aggregare sostanze per addolcire l’acqua, imprimono pH alcalino alle soluzioni acquose Elevato potere detergente; economici, poso sensibili alla durezza, molto aggressivi verso pelle e capelli Tensioattivi cationici Sali di ammonio Non sono buoni agenti lavanti, sono presenti nei cosmetici, hanno un elevato potere antimicrobico, si usano nelle soluzioni disinfettanti. Tensioattivi anfoteri Betaine Sono poco costosi, hanno maggiore affinità con la pelle, un moderato effetto detergente, sono usati per l’igiene delle pelli delicate, dei capelli sottili ed infantili e per l’igiene intima. Tensioattivi non ionici Gruppo con funzione non idrolizzabile ma con caratteristiche polari Solfobetaine Hanno buon potere detergente, producono poca schiuma, sono utilizzabili nelle lavatrici, sono poco influenzati dalla durezza dell’acqua. Nomi di alcuni tensioattivi Classificazione dei tensioattivi Tensioattivi anionici Potere Distaccante Potere Bagnante Potere Emulsionante Medio Ottimo Basso Tensioattivi non ionici Potere Distaccante Potere Bagnante Potere Emulsionante Ottimo Basso Ottimo Classificazione dei tensioattivi Tensioattivi cationici Potere Distaccante Potere Bagnante Potere Emulsionante Nullo Ottimo Nullo Tensioattivi anfoteri . Potere Distaccante Potere Bagnante Potere Emulsionante Basso Basso Basso enzimi • • ENZIMI Diversi detersivi contengono enzimi per velocizzare la degradazione delle proteine e dei lipidi che compongono le macchie. La papaina, enzima estratto dalla papaya, è invece utilizzato in numerosi prodotti per le sue caratteristiche proteolitiche. • PROTEASI Utilizzate nelle fasi di prelavaggio, con applicazione diretta sulle macchie di natura proteica. AMILASI Utilizzate per il lavaggio di stoviglie con macchie particolarmente resistenti di amido e derivati. LIPASI Utilizzate per ottimizzare la rimozione di macchie di unto e grassi di vario tipo. • • • Sono note anche molecole attivatrici dell'enzima, in grado di aumentarne l'attività. L'attività può essere anche influenzata dalla temperatura, dal pH e dalla concentrazione di substrato. Enzimi Gli enzimi dei detersivi rimuovono sporco (proteine, grasso, amido ecc.) frazionando le molecole grandi in frazioni più piccole in modo specifico. Le frazioni più piccole vengono poi rimosse dai piatti/ tessuti. Gli enzimi rimangono inalterati e quindi possono lavorare su macchie successive Fattori destabilizzanti sono l detergenti anionici gli agenti ossidanti e il pH elevato e la temperatura elevata. Substrato Prodotto Enzima Substrato+enzima Complesso enzimaSubstrato Prodotto+enzima Enzimi Caratteristiche degli enzimi: Lavorano a temperature più basse rispetto ai tensioattivi ( quindi la temperatura di lavaggio può non superare i 40°) Sono attivi a concentrazioni molto basse Sono biocatalizzatori che possono sostituire altri tensioattivi e sono molto specifici Sono completamente biodegradabili Enzimi Amilasi Amido Proteasi Proteine Lipasi Grassi Cellulasi Cellulosa Enzimi Gli enzimi hanno funzioni molto specifiche. Macchie contenenti proteine es polsini Macchie di unto e cibo Rompono le molecole di zucchero Es salse gelati sugo Minimizzano peluria su tessuti di cotone ripristinando colore e annullando ingrigimento cellulase Enzimi Influenza del pH sull’attività degli enzimi sbiancanti La loro funzione è simile a quella degli enzimi: eliminano le macchie di colore ossidando le molecole di pigmento e frammentandole in molecole più piccole che vengono poi eliminate. L’azione sbiancante permette di eliminare l’ingrigimento dei tessuti. • • Gli sbiancanti aggiunti normalmente in un detergente sono: Candeggina- ipoclorito di sodio • • • Perborato di sodio (problemi ambientali) Percarbonato di sodio Spesso utilizzati insieme con Peracidi attivatore TAED gli additivi in polvere Acqua ossigenata: comunemente contenute nei candeggianti liquidi • sbiancanti Candeggiare con ossigeno attivo: Perborato di sodio e percarbonato di sodio (detersivi in polvere) Perossido di idrogeno (detersivo liquido) => “candeggina delicata“ •Valore pH 10-11 •Temperature da 60°C •Buona capacità sbiancante •Effetto igienizzante Cosa fare a basse temperature ad es. in presenza di fibre sintetiche? => TAED (Tetra Acetil Etilene Diammina) è un attivatore degli sbiancanti a bassa temperatura ( reazione con sbiancanti e produziona acido peracetico) sbiancanti • • Schede dati degli ingredienti SODIUM SULFATE SODIUM CARBONATE PEROXIDE SODIUM SILICOALUMINATE SODIUM BICARBONATE AQUA TAED SODIUM CARBONATE SODIUM DODECYLBENZENESU LFONATE ETHOXYLATED HEXAMETHYLENEDIA MINE QUATERNIZED SODIUM ACRYLIC ACID/MA COPOLYMER CITRIC ACID CELLULOSE GUM SODIUM CHLORIDE C13-15 PARETH-7 GLYCOSIDASE GLYCOSIDASE PARFUM SODIUM SILICATE DISODIUM DISTYRYLBIPHENYL DISULFONATE NONE COLORANT Butylphenyl Methylpropional Limonene Schede dati degli ingredienti Aqua Dipropylene Glycol Butyl Ether Hydrogen Peroxide Sodium Lauryl Sulfate Alcohol Denat. Citric Acid Magnesium Sulfate Lauramine Oxide Trimethoxybenzoic Acid Sodium Hydroxide PARFUM Sodium Chloride Sodium Carbonate Silicon Sbiancanti ottici • .Sono sostanze che assorbono l'energia ultravioletta della radiazione solare e la rimettono sotto forma di luce blu. Hanno un duplice effetto: – Aumentano la luce riflessa ==== aumentano la luminosità – neutralizzano il colore giallo delle fibre, infatti il colore giallo è dovuto all'ossidazione delle fibre. Gli sbiancanti ottici NON sono candeggianti, quindi non rimuovono le macchie dai tessuti!!! Quindi…. …stilbenzene….cumarina… BUILDER • • • • • Hanno una percentuale che va dal 20 al 40% circa. Sono sostanze in grado di legare cationi ( soprattutto calcio, Ca2+ e magnesio Mg2+) con conseguente addolcimento dell’acqua. Questo permette ai tensioattivi di aumentare l’efficienza di lavaggio. Possono formare Sali insolubili che precipitano. Migliorano la rimozione delle macchie dai tessuti ( che spesso sono legate al substrato da ioni calcio). • Nella formulazione di un detergente normalmente sono presenti diversi tipi builder: STTP,zeoliti, citrati, silicati • SISTEM BUILDER Effetto durezza dell’acqua • Un’acqua dura influisce negativamente sui processi di lavaggio: infatti le molecole che costituiscono il detergente si combinano con gli ioni calcio, formando composti insolubili che, oltre a far aumentare il quantitativo di detergente necessario • 1- si depositano nelle fibre dei tessuti facendole infeltrire. E’ quindi necessario ricorrere all’uso di ammorbidenti che possono essere allergizzanti. • 2- Nelle stoviglie lasciano depositi biancastri e rendono necessario l’utilizzo del brillantante che può essere cancerogeno. • Per gli indumenti l’acqua dolce permette il non infeltrimento e quindi evita l’utilizzo dell’ ammorbidente e l’utilizzo di minor quantità di detersivo. • Per le stoviglie evita l’ utilizzo del brillantante. Inoltre, la presenza di sostanze incrostanti, è dannosa per gli impianti industriali,sia per la loro azione corrosiva, sia per le incrostazioni che formano.Per questo sono spesso utilizzate tecniche di addolcimento. BUILDER • . STPP ( trifosfato di Sodio) (polifosfati) è il Builder più efficace. E’ in grado di scambiare ioni sodio con i cationi calcio e magnesio dell’acqua formando un sale insolubile che precipita. È stato da anni sostituito per la tendenza eutrofizzante per la vita acquatica. Ca2+ Mg2+ BUILDER • Le Zeoliti • sono silicati di alluminio di sodio - o argille sintetiche - che vengono utilizzati nei detergenti per la loro capacità di scambio cationico. La loro peculiarità consiste nello scambiare cationi sodio e potassio contenuti nella loro struttura cristallina-con cationi calcio e magnesio presenti nell’acqua. La maggior parte dei moderni detersivi in polvere per bucato e compresse, che non contengono fosfati, contengono zeoliti. • Le Zeoliti, come le argille, sono insolubili in acqua e sono presenti come cristalli finemente dispersi (con un diametro di ca. 4 micron). Macroscopicamente, una particella zeolite consiste di migliaia di strati sovrapposti contenenti ioni sodio e potassio. • La Zeolite A è una forma di zeolite, che è ottimizzato per l'utilizzo nei detergenti, conosciuto anche con il nome commerciale di Sasil ®. La concentrazione di zeolite A utilizzata nei detersivi in genere varia dal 20 al 34%. • • . BUILDER • • Esempio di SISTEM BUILDER: Poliacrilato + Zeolite I Policarbossilati (PAA) sono polimeri idrosolubili che hanno una elevata capacità di assorbire cationi bivalenti come Ca2 + e Mg2 + quando sono accoppiati ad uno scambiatore di cationi come la zeolite. • PAA-Zeolite è un SISTEM BUILDER comunemente utilizzato al posto del trifosfato di sodio in fosfato di oggi, soprattutto in detersivi in polvere. • La molecola PAA funziona come un servizio navetta trasportando i cationi bivalenti dalla superficie del tessuto allo scambiatore di ioni ( zeolite). Oltre alla funzione di builder il PAA ha funzione di disperdente. Alcali • Un esempio di alcale è il Carbonato di Sodio Na2CO3. • La sua funzione è quella di aumentare il pH della soluzione migliorando le prestazioni dei tensioattivi anionici. • Inoltre è in grado di scambiare il catione sodio con i cationi calcio e magnesio formando Sali insolubili. • Viene attualmente limitato perché la formazione di Sali insolubili e la loro precipitazione sui tessuti e sulle pareti interne della lavatrice provoca incrostazioni e infeltrimento. • ALTRI ADDITIVI……. Profumi: vengono aggiunti per migliorare l’odore di un detergente/ ammorbidente e per mascherare l’odore di alcune materie prime. Nel caso degli ammorbidenti possono causare dermatiti. -> 26 componenti delle varie profumazioni, a causa del loro potere allergenico devono essere dichiarati se superano una determinata concentrazione. Sequestranti:o chelanti sono composti chimici in grado di formare “complessi” più o meno stabili con atomi. Un esempio è L’EDTA che è un composto in grado di combinarsi con lo ione calcio e magnesio diminuendo la durezza dell’acqua. Stabilizzatori: es glicoli servono per mantenere stabile la miscela Solventi: es acqua profumi Allergeni molto potenti Cinnamaldeide (fortemente allergenico), isoeugenolo, muschio quercino, pseudevernia furfuracea Allergeni potenti Cinnamil alcool, idrossicitronellale (profumo), HMPCC = Lyral = idrossimetilpentilcicloesene carbossaldeide Allergeni deboli Profumi non valutati con obbligo di dichiarazione Amile cinnamale, citrale, eugenolo, farnesolo, lilialo, butil-fenil-metil-proprionale , metil-eptil carbonato, alcool amile cinnamale, benzene, silcato di benzene, cumarine, geraniolo Alcool dell’anice, benzil cinnamato, linaloolo, benzil benzoato, citronellolo, esil cinnamale, d-Limonane alfa isometilionone • Lista di fragranze "allergizzanti" (con la terminologia usata in etichetta) BENZYL ALCOHOL AMYL CINNAMAL CINNAMYL ALCOHOL CITRAL EUGENOL HYDROXYCITRONELLAL ISOEUGENOL AMYLCINNAMYL ALCOHOL BENZYL SALICYLATE CINNAMAL COUMARIN GERANIOL HYDROXYISOHEXYL 3CYCLOHEXENE CARBOXALDEHYDE ANISE ALCOHOL BENZYL CINNAMATE FARNESOL BUTYLPHENYL METHYLPROPIONAL LINALOOL BENZYL BENZOATE CITRONELLOL HEXYL CINNAMAL LIMONENE METHYL 2-OCTYNOATE ALPHA-ISOMETHYL IONONE EVERNIA PRUNASTRI EXTRACT EVERNIA FURFURACEA EXTRACT ammorbidenti Gli ammorbidenti sono coadiuvanti di lavaggio, nel senso che accompagnano il lavaggio dei tessuti, quindi integrano l’utilizzo di detersivi o prodotti per la pulizia. La composizione degli ammorbidenti include in prevalenza l’esterquat, tensioattivo cationico, la cui origine può essere vegetale o animale. Gli altri componenti sono quasi sempre additivi, profumi, addensanti o perlanti, coloranti ed altre sostanze spesso non biodegradabili. L’azione di queste sostante è lisciante rispetto alle fibre dei tessuti. In un certo senso l’ammorbidente forma una specie di pellicola che aderisce ai tessuti. Ecco perché bisogna usarlo con parsimonia e secondo le dosi suggerite. L’operazione che un ammorbidente compie è la seguente: il prodotto agisce sull’elettricità statica dei capi appena lavati, eliminandola. Le molecole del prodotto hanno cariche positive che gli permettono di unirsi elettrostaticamente alle fibre dei tessuti che rimangono caricate negativamente, creando una sottile patina. L’effetto finale sarà una maggiore morbidezza del capo, unita all’eventuale profumo caratteristico del prodotto. Detergenti per capi scuri La principale differenza fra i normali detersivi e questa tipologia sta nella composizione: in questi ultimi normalmente non sono presenti agenti sbiancanti, come perborato o sodio percarbonato, che decolorano i tessuti. Detergente per lavastoviglie • • • • Un detergente per lavastoviglie contiene: Fosfati (30 %) per dissolvere cationi calcio e magnesio Agenti sbiancanti (1-5 %) a base di cloro che ossidano i depositi organici e sbiancano Tensioattivi non ionici (5%) abbassano la tensione superficiale dell’acqua migliorando la bagnabilità, emulsificando gli oli e i depositi di grasso. Enzimi: a secondo della loro funzione trasformano amidi proteineecc in molecole più semplici che vengono lavate Agenti anticorrosivi: spesso viene utilizzato il silicato di sodio per prevenire la corrosione dei componenti interni della lavastoviglie. Agenti antischiuma Profumi • • • • • Anti-caking agents (in granular detergent) Starches (in tablet based detergents) Gelling agents (in liquid/gel based detergents) Sand (inexpensive powdered detergents) Dishwasher detergents are strongly alkaline (basic). • • brillantante Sono prodotti particolari ad effetto tensoriduttore che vengono impiegati quali additivi dell'acqua di risciacquo sia nelle lavastoviglie a ciclo discontinuo che in quelle a nastro. Presentano due proprietà: effetto tensoriduttore, abbassa la tensione superficiale dell'acqua riducendola a meno della meta, evitando cosi la formazione di gocce grossolane; l'acqua scola uniformemente sulla superficie e viene eliminata con facilita. Effetto autoasciugante, è una conseguenza dell'effetto tensoriduttore che si ottiene incorporando negli additivi di risciacquo sostanze ad alta volatilità che, a caldo, consentono una rapida asciugatura delle stoviglie. I brillantanti sono essenzialmente costituiti da quantità di sostanze tensioattive in abbinamento ad alcoli che facilitano l'effetto asciugante a caldo, data la loro tendenza all'evaporazione. II brillantante di risciacquo dà i risultati migliori a temperature intorno ai 78 - 82°C. 5-15% propanolo 5-15% alccol grasso etossilato propossilato 2-5% acido propan bicarbossilico Ora che abbiamo capito l’effetto del detergente analizziamo…. •Effetto del substrato da lavare • . L'energia meccanica rappresenta • lo sbattimento della lavatrice, ha dei parametri fissi; numero di giri al minuto, velocità periferica del cestello, nervature del cestello sterro, e dei Parametri modificabili; carico della biancheria (peso e pezzatura dei capi), volumi dell acqua e quindi altezza di caduta della biancheria al pelo libero del bagno;si è visto che la biancheria si lava al meglio quando ha a disposizione dieci decimetri cubici di cestello per ogni chilo di peso (asciutta); nel caso di fibre sintetiche miste il volume cambia, lo stesso per cotone lavorato in un certo modo es. spugna. Ovviamente per biancheria molto sporca conviene ridurre la quantità introdotta in lavatrice come per capi particolari molto grandi. La Quantità d'acqua necessaria al "lavaggio" dei cotoni risulta composta dall'acqua assorbita dalla fibra e da quella libera del bagno circolante, che ha il compito dì mantenere in sospensione lo sporco, far circolare il detersivo, veicolare il calore ecc. Questo rapporto peso biancheria - acqua totale si chiama rapporto di bagno ( 1 : 4 solitamente per prelavaggio e lavaggio, 1 : 6 per ammolli e risciacqui) ed è particolarmente elevato per la lana, in quanto questa richiede ridotta energia meccanica per non infeltrire. Fattori che influenzano il lavaggio: tessuti e tipo di sporco lavatrice Tessuti Tipi di tessuto Fibre naturali vegetali Cotone Lino Ramie Sisal Cocco Juta Sono fibre naturali ricavate da fiori o dal fusto di piante verdi. Sono fibre molto resistenti, robuste, versatili. Assorbono molto l’acqua, (cellulosa) lasciano traspirare l’umidità e possono essere lavate fino a 90°C e stirate a temperatura alte. Tipi di tessuto Sono fibre naturali costituite da proteine simili a quelle dei capelli prodotte dagli animali a propria protezione dal caldo e dal freddo (come il pelo o il bozzolo della seta). Sono resistenti, calde ma molto delicate da trattare. Richiedono lavaggio e stiratura a temperatura molto bassa. animali Peli Lana Lana vergine Cachmere Angora Lama Seta Fibre sintetiche Cellulosa Viscosa Modal Lyocell Acetato Triacetato Cupro Petrolio Poliestere (PES) Poliammide (PA) Poliacrilato (PAN) Elastan Poliuretano Polipropilene Polivinil cloruro Sono fibre normalmente lavabili a temperature basse. Come sono cambiati i nostri capi di abbigliamento nel tempo L’evoluzione dei tessuti rende sempre più complesso il processo di lavaggio Lavaggio + trattamento adeguato delle fibre TESSUTI TECNICI es GORETEX Tessuti Trattamento delicato dei capi E le macchie ???? Tipi di sporco Lo sporco altro non è che la presenza di determinati materiali “al posto sbagliato“ Idrosolubile (ca. 25%) Sali inorganici zucchero urea sudore Non idrosolubile (ca. 75%) Grassi Pigmenti Proteine Polvere terriccio ossidi metallici Sangue uovo latte cioccolato Carboidrati Sporco candeggiabile Esempi Grasso della pelle oli alimentari oli minerali Amido Frutta vino rosso tè/caffè http://www.casahenkel.it/rubriche/il-risolvimacchia Grado di sporco Simboli per il trattamento dei tessuti Lavaggio Lava/indossa Cotone 95 °C, 60 °C, 50 °C, 40 °C, 30 °C Temperatura normale 95 °C , 70 °C, 60 °C, 50 °C, 40 °C, 30 °C Asciugatura in asciugabiancheria Stiro Lavaggio a secco Candeggio Lino, cotone Sintetici Lana/Seta 40 °C, 30 °C 40 °C - 30 °C acqua fredda Temperatura ridotta Lana, Seta Sintetici Indicazioni per le lavanderie P P F F Candeggiare con cloro o ossigeno W W W Candeggiare solo con ossigeno/ Evitare cloro Non lavare Non asciugare in macchina Non stirare Non lavare a secco Non candeggiare Come sono cambiati i nostri capi di abbigliamento nel tempo L’evoluzione dei tessuti rende sempre più complesso il processo di lavaggio Lavaggio + trattamento adeguato delle fibre Il futuro: Tessuti con microcapsule Tessuti con nanotecnologia Tessuti con elettronica Esempio: il pile La fibra di partenza è il poliestere, che può essere lavorato in modi diversi. In alcuni casi vengono aggiunte altre fibre sintetiche, come poliammide, acrilico, elastane. Il pile è il risultato di una lavorazione a maglia particolare, che è in grado di rendere il tessuto soffice e voluminoso. Il tessuto pile si può lavare a 30 o 40°C. Si asciuga in fretta e non deve essere stirato. Il tessuto non va candeggiato e alcune marche consigliano di non usare ammorbidenti, perché sfibrerebbero il tessuto Esempio: il goretex COME LAVARE I CAPI IN Gore-Tex® ? A meno che l’etichetta del capo non dia istruzioni diverse, Gore consiglia di lavarli in lavatrice a temperatura di 30°. Il lavaggio e l’asciugatura aiutano a conservare il trattamento idrorepellente e traspirante presente sulla superficie esterna del capo. Chiudere tutte le zip e i velcro. Lavare a macchina, in acqua tiepida, ciclo delicato. Usare un detersivo delicato. Non usare ammorbidenti o detergenti contenenti oli o candeggina. Asciugare all'aria. Esempio: il piumino • Il lavaggio va fatto il meno possibile, in lavatrice a temperature basse (35°), con pochissimo detersivo per capi delicati (senza fosfati e sbiancanti) o specifico per piumino. Non usare ammorbidenti. Il capo deve essere risciacquato molto bene. La centrifuga deve essere breve e non troppo veloce. • Per assicurare le massime prestazioni del piumino è estremamente importante comprimerlo solo all'occorrenza. Arieggiatelo dopo ogni uso e pulite con acqua eventuali macchie. • NON LAVARE • a secco posate Le posate in acciaio inox e argento vengono generalmente ben lavate in lavastoviglie, ma bisogna adottare le seguenti precauzioni: - Sciacquate via i residui di cibi acidi, quali ad esempio i condimenti per l'insalata o la frutta, e di sale dagli oggetti prima di caricarli in macchina, dato che il contatto diretto e prolungato con essi può ossidare le posate. - Quando caricate il cestello delle posate, evitate di addossare troppo gli oggetti l'uno all'altro, per permettere all'acqua di risciacquare tutte le superfici. Ciò garantisce che ogni oggetto venga lavato, sciacquato e asciugato in modo corretto. - Evitate di versare il detersivo per lavastoviglie direttamente sulle posate, in quanto ciò ne potrebbe causare la corrosione. - Togliere le posate subito dopo la fine del ciclo di lavaggio, per evitare di lasciarle in ambiente umido che potrebbe causare corrosione o ruggine. Ciò è particolarmente valido per le posate in argento. - Non mescolate posate in argento e in acciaio inox nello stesso cestello, dato che ciò può causare ossidazione e macchie di ruggine. Corrosione delle posate • Le posate sono normalmente in acciaio inox AISI 304. • Possono essere suscettibili a corrosione per pitting ( vedi corrosione). Costi della manutenzione: Corrosione puntiforme segni di corrosione puntiforme iniziale • • • • • • media avanzata Cause frequenti: effetto degli alogenuri (Cl-, Br-, I-) (cloruri, bromuri,ioduri) bagni decontaminanti spazzolatura / abrasione Alcalinità e scarsa neutralizzaz. lavaggio / risciacquo inadeguati vetreria • La vetreria lavata dalla lavastoviglie può presentare delle macchie biancastre nel tempo. Le cause possono essere: • • Deposito di calcare Se la lavastoviglie ha esaurito il sale della resine a scambio ionico che addolcisce l'acqua, e l'approvvigionamento di acqua è "dura", possono apparire depositi di calcare su tutte le stoviglie, ma sono particolarmente visibili sul vetro. La lavastoviglie o dovrebbe essere ricaricata con sale, opportunamente dosato alla durezza delle acque di approvvigionamento, o può essere dovuto al malfunzionamento della resina a scambio ionico dell’ addolcitore. Le resine possono essere rese inattive ( avvelenate) da sali di ferro o di manganese presenti nelle acque di approvvigionamento. Corrosione del vetro l’aspetto della chiazza è lattiginoso e non può essere asportato, come nel caso del deposito di calcare. E dovuto alla dissoluzione del vetro, perché il detersivo è fortemente e il vetro “si scioglie” lentamente in soluzione acquosa alcalina. Diventa meno solubile in presenza di silicati in acqua (aggiunti come agenti anticorrosione nel detergente della lavastoviglie). Per limitare la corrosione del vetro è imposrtante controllare il livello di durezza dell’acqua e la quantità di detergente.e la temperatura. • • • • I cristalli ( vetri al piombo) non possono essere lavati in lavastoviglie perché per essi il fenomeno corrosivo è più marcato e il piombo può essere convertito in una forma solubile, che potrebbero mettere a repentaglio la salute degli utilizzatori successivi. Corrosione del vetro • Il vetro è resistente alla maggior parte degli acidi, ma è altamente suscettibile di attacco da parte di sostanze alcaline, in particolare una concentrazione di ioni OH- (pH superiore a 9.0). Il risultato è un attacco del reticolo di silice-ossigeno (Si-O), con conseguente scioglimento della superficie di vetro. Tossicità dei brillantanti Pericolo dei detersivi e del brillantante: L'assorbimento di detersivi da parte dei piatti, normalmente impiegati ad uso domestico per il consumo dei cibi, avviene a causa di incrinature nella ceramica o nella porcellana: per fenomeno osmotico si ha una penetrazione dei prodotti chimico-tossici derivanti da detersivi e brillantanti all'interno del vasellame durante il lavaggio a mano in acqua calda o in lavastoviglie. Durante il successivo raffreddamento ed asciugatura del vasellame, i pori presenti nella ceramica dei piatti tendono a richiudersi, intrappolando così al loro interno le sostanze tossiche dei detersivi. All'atto dell'aggiunta del cibo caldo sul fondo del piatto (es: pastasciutta, brodo, etcc), il riscaldamento della ceramica determina la riapertura dei pori, con dismissione quindi delle sostanze tossiche all'esterno della ceramica, che entrano così a contatto con il cibo. Tossicità dei brillantanti Il rischio di contaminazione chimica da parte dei piatti da cucine normalmente impiegati da tutti, può essere facilmente evidenziato sottoponendo tali piatti ad un trattamento di micro-onde, allo scopo di dimostrare la possibile penetrazione di liquidi (in questo caso solo acqua) all'interno dei piatti da cucina. Il fondo dei piatti viene infatti parzialmente riempito con acqua distillata e posto nel forno a microonde. L'acqua presente nel piatto si riscalderà subito. I piatti, invece, tenderanno a restare freddi soltanto se l'acqua non sarà penetrata al loro interno attraverso gli eventuali pori presenti nella loro ceramica o porcellana. Se vi sarà presenza di pori, l'acqua penetrerà all'interno dei piatti, e le micro-onde, riscaldando anche quest'acqua interna, renderanno calda la superficie del piatto da cucina. Tossicità dei brillantanti 156