Abbiamo intitolat o que sta via -d ella cro ce “cammino d i spe ranza in atte sa della venuta d el Signore”: Fa parte d e lla r iscope rta d i “ Dio è Amo re” che ci permette d i Rimane r e (stop and go), And ar e (tak e aw ay) e G ioire (Love and joy )! alimentata da rifle ssioni sulla immed iatame nte questa ris co perta è spe ranza che seguono il brano d e lla scrittura, completarl o e d arg li u n se nso, ma per non per inca rnarlo e attualizzarlo, con cre ta me nte e coe rentemente. I brani d i G iovanni Paolo II e d i G iovanni XXIII, i pont efici d ei nostri d ella gio rni, p ro clam ati santi insieme, ci mistica loro pre se nza e ci ono rano impegnano approf ond ire la via d e lla cro ce , via d ella speranza. Don Amilcare ad I S TAZIONE La Condanna di Gesù Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo. Dal Vangelo secondo Marco (15,6-15) Per la festa egli era solito rilasciare un carcerato a loro richiesta. Un tale chiamato Barabba si trovava in carcere insieme ai ribelli che nel tumulto avevano commesso un omicidio. La folla accorsa, cominciò a chiedere ciò che sempre egli le concedeva. Allora Pilato rispose loro: “Volete che vi rilasci il re dei Giudei?”. Sapeva infatti che i sommi sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perché egli rilasciasse loro piuttosto Barabba. Pilato replicò: “Che farò dunque di quello che voi chiamate re dei Giudei?”. Ed essi di nuovo gridarono: Crocifiggilo!”. Ma Pilato diceva loro: “Che male ha fatto?”. Allora essi gridarono più forte: “Crocifiggilo!”. E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. La Via Crucis suppone un interlocutore - la comunità cristiana nella sua complessa configurazione - domanda una lettura attenta, sollecita un desiderio di condividere un medesimo cammino spirituale, stimola tutti i credenti in Cristo ad essere pronti nell’accogliere la voce del Signore che si manifesta con benevolenza e obbedienza, al fine di favorire la conversione del cuore, la santificazione della propria vita, l’appartenenza al Regno di Dio. 2 Non abbiate paura della croce di Cristo. E’ sorgente di gioia e pace. Era l’unico modo per Gesù di arrivare alla resurrezione e al trionfo, è l’unico modo per noi di partecipare alla vita sua e di salvarci. (Giovanni Paolo II) II S TAZIONE Per Gesù, la pena della croce Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo. Dal Vangelo secondo Marco (15,16-20) Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la corte. Lo rivestirono di porpora e, dopo avere intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo. Cominciarono poi a salutarlo: “Salve, re dei Giudei”. E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui. Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. Il popolo di Dio, costituito sul nostro territorio per la grazia della fede, fa esperienza di vera unità e di autentica comunione nella nostra Chiesa. Sono due fuochi che non si possono separare: io non posso seguire Cristo se non nella Chiesa e con la Chiesa. (cfr. papa Francesco, 30 luglio 2013). La mia fede in Cristo nasce, cresce e si irrobustisce nella Chiesa. Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore. 3 Grande è l’insegnamento che ne discende. Noi siamo chiamati alla disciplina costante, alla mortificazione quotidiana della passione, e per questa strada vera via della croce, strada indispensabile per arrivare passo dopo passo alla somiglianza più perfetta con Gesù. (Giovanni XXIII) III S TAZIONE La croce pesante fa cadere Gesù Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo. Dalla Sacra Scrittura (Is 53,5b; sal 37, 3b a.11-12. 18a) Il castigo che ci dà la salvezza si è abbattuto su di lui: per le sue piaghe noi siamo guariti. “Signore, su di me è scesa la tua mano. Sono curvo e accasciato. Palpita il mio cuore, la forza mi abbandona, si spegne la luce nei miei occhi. Amici e compagni si scostano dalle mie piaghe, i miei vicini stanno a distanza; poiché io sto per cadere”. Noi crediamo nella salvezza, quale esaudimento da parte di Dio dell’intercessione incessante di Gesù che ha dato la vita per noi (cfr. Rm 8, 24-25) e noi speriamo nella vita eterna, quale definitiva dimora preparata da Gesù per noi – “Vado a prepararvi un posto”, ha detto Gesù (Gv 14, 2) – quale condizione di beatitudine della nostra singolare esistenza apparsa in questo mondo. Così la promessa di Gesù, nonostante il nostro peccato, ci rende capaci di credere a lui, alimentando la speranza. La vita umana è un pellegrinare lungo e continuo, guai se per ciascuno di noi non ci fosse la sua croce: noi tentati di egoismo, di insensibilità, prima o poi soccomberemo per via. 4 (Giovanni XXIII) Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore. IV S TAZIONE Gesù non è solo: ha sempre sua Madre Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo. Dal Vangelo secondo Giovanni (19, 25-27) Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”. Nella vita quotidiana è la famiglia che sviluppa dinamiche e tensioni di speranza. Ha ricevuto la missione di perpetuare le generazioni e di trasmettere i principi e i valori di una sana e integrale educazione alla vita piena e matura. La relazione d’amore con i figli i n c o m in c ia d a l r ic o n o s ce r e l’amore di Dio per noi fin dagli inizi della vita e dal mostrare come Dio ha cura di noi, sostenendo le nostre speranze di vita a partire dalla concreta vita familiare. La speranza non si inventa in famiglia, ma è la famiglia che la coltiva e la custodisce. Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore. 5 Non si è mai soli davanti al mistero della sofferenza: si è col Cristo che da senso; tutta la vita con Lui, ha un senso, compresi il dolore e la morte. (Giovanni Paolo II) V S TAZIONE Simone di Cirene è costretto a portare la Croce di Gesù Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo. Dal Vangelo secondo Marco (15, 21-22) Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce. Condussero dunque Gesù al luogo del Golgota, che significa luogo del cranio. Uno dei veri Cirenei attuali è il catechista, vero generatore e promotore di speranza. La sua testimonianza di servizio ai ragazzi e ai giovani ci è indispensabile per guardare il futuro con sicura speranza. Sovente si chiedono: Come educare i ragazzi? Come essere loro esempio di coerenza? Come indirizzarli ai “valori” e ai “principi” cristiani? La risposta viene solo se stanno davanti al Signore, se perseguono fiduciosi e gioiosi il loro servizio, se, gettando il seme della Parola, si affidano a Dio con assoluto abbandono, se in parrocchia imparano, con l’aiuto del sacerdote, a condividere fatiche e speranze, se insieme offrono un esempio di comunione. Solo così i catechisti acquistano un “ruolo” forte nella comunità e rappresentano una vera e sicura speranza. Vi sono milioni di poveri che condividono la croce di Cristo, perché Cristo sulla croce, ha preso su di sé 6 (Giovanni Paolo II) Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore. VI S TAZIONE C’è chi si commuove per Gesù: una donna asciuga il suo volto Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo. Dalla Sacra Scrittura (Is.53, 2-3) Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi … come uno davanti al quale ci si copre la faccia, … non ne avevano alcuna stima. Chi è il cristiano? E’ colui che avendo accolto la fede in Gesù Cristo, la vive investendo e scommettendo in essa tutta la sua vita. Per lui, la vita vale e conta nella misura in cui è vissuta in Cristo, riproduce le sembianze di Cristo, realizzando la parola di Paolo: “Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me”. (Gal 2,19-20). Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore. 7 La croce della povertà, la croce della fame, la croce di ogni sofferenza, possono essere trasformate, perché la croce di Cristo è diventata luce del mondo. Essa è la luce di speranza e di salvezza. Essa dà significato a tutte le sofferenze. (Giovanni Paolo II) VII S TAZIONE La Croce troppo pesante fa ricadere Gesù Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo. Dal Vangelo secondo Marco (10, 17-21) Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre”. Egli allora disse: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza”. Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: và prendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi”. La caduta ci fa pensare seriamente al bene dell’anima. Che cos’è il bene dell’anima? Se al bene del corpo si dedicano cure e risorse – cosa del tutto buona– altrettanto almeno dovrebbe e s s e r e d e d ica to a l “ b en e dell’anima”. Tutto il nostro “vissuto” interiore ha bisogno di essere conosciuto e orientato al bene dell’anima in modo ordinato, guidato dallo Spirito, illuminato dal padre spirituale. La spiritualità si esprime come un compito del tutto quotidiano, lungo e diuturno, tale da consolidare “l’attività spirituale” propria di ogni uomo, come fosse un patrimonio cui attingere le ragioni della vita presente e futura. In tale prospettiva va curato lo spirito attraverso una nutrizione adatta che lo corrobori, lo renda idoneo ad affrontare le seduzioni del mondo, l’accidia e l’indifferenza che sono i peccati più fastidiosi e micidiali contro la speranza. 8 Immaginiamo davanti agli occhi i poveri tribolati; orfani, vecchi, malati, prigionieri deboli, esiliati. Ripetiamo con tenerezza: o Croce, Ave Spes Unica. (Giovanni XXIII) Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore. VIII S TAZIONE Sono sempre le donne a preoccuparsi di Gesù Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo. Dal Vangelo secondo Marco (15, 40-41) C’erano alcune donne, che stavano ad osservare da lontano tra le quali Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Joes e Salome, che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme. Le persone Consacrate nelle diverse vocazioni, carismi e movimenti, ci aprono alla speranza del tempo futuro con la loro bella testimonianza di servizio spirituale ed educativo, con la loro incessante preghiera, con il loro costante incoraggiamento a levare lo sguardo verso la meta del cielo, in un’attraente comunione col Signore. Grazie alla loro presenza, ci sentiamo meno soli, più solidali con i poveri e i bisognosi, più avvinti dal “giogo” del Signore, che è “dolce e leggero” (cfr. Mt 11,30) perché condiviso con lui che è “mite e umile di cuore” (Mt 11,29). Queste figure di consacrati rappresentano una vera attrattiva del Vangelo vissuto in pienezza di cuore e di spirito. Verso di loro le nostre comunità cristiane avvertono il debito di una vera riconoscenza e a loro si uniscono in un’incessante preghiera perché il Signore faccia fiorire sante vocazioni per il bene di tutta la Chiesa. Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore. 9 Il mio volto bruciato dal deserto delle vostre anime … Perché non mi togliete la vostra croce, come io ve la tolsi? (Giovanni Paolo II) IX S TAZIONE Per la terza volta Gesù cade sotto il peso dei nostri peccati. Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo. Dal Libro delle Lamentazioni (Lam 1,12) O voi tutti, che passate per via, osservate e mirate se c’è dolore uguale al mio! Come mi ha trattato e afflitto il Signore! Egli, tutti i peccati del mio popolo li caricò sul mio collo, fiaccò le mie forze, mi condannò a un languore da non potermi rialzare. Pensando alla terza caduta di Gesù, il pensiero va ai sacerdoti, certo anche essi non sono perfetti. La debolezza, la delusione, la stanchezza vincono a volte la resistenza. Sovente sono preoccupati delle loro chiese, le vorrebbero vivaci, corresponsabili, ricche di comunione e di unità di intenti, fiorenti di ministeri, quasi profetiche e dense di memoria. Si, le sognano come le prime comunità apostoliche che “avevano un cuore solo e un’anima sola” (Atti, 4,32-35) per essere vere sorgenti di speranza. La realtà delle nostre comunità, si presenta diversa. A rinsaldare la speranza dei preti fa bene ascoltare un’omelia di Papa Francesco che invita a “uscire”. Egli esorta: “chi non esce da se, invece di essere mediatore, diventa a poco a poco un intermediario, un gestore. Tutti conosciamo la differenza: l’intermediario e il gestore “hanno già la loro paga” e siccome non mettono in gioco la propria pelle e il proprio cuore, non ricevono un ringraziamento affettuoso, che nasce dal cuore. 10 Cristo come lievito divino penetra sempre più profondamente nel presente dell’uomo, inoltre avvolge nel suo dominio salvifico tutto il passato del genere umano cominciando da Adamo. (Giovanni Paolo II) Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore. X S TAZIONE Nudo senza vestiti, Gesù ama sino alla fine Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo. Quando si è nudi occorre vestirsi e così occorre vestirsi delle Tre attese: Dal Vangelo secondo Marco (15,24) I soldati … si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere. - Attesa del Salvatore - Attesa dello Spirito Santo - Attesa del ritorno del Signore Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore. 11 Anche oggi volgendo lo sguardo a colui che è stato trafitto, ogni uomo minacciato nella sua esistenza, incontra la sicura speranza di trovare liberazione e redenzione. (Giovanni Paolo II) XI S TAZIONE I chiodi conficcano Gesù alla Croce Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo. Dal Vangelo secondo Marco (15,25-30) Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. E l’iscrizione diceva: Il Re dei Giudei. Con lui crocifissero anche i due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sua sinistra. I passanti lo insultavano e, scuotendo il capo, esclamavano: “Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!”. La speranza sta nella croce Per noi cristiani, la speranza passa attraverso la morte di Gesù e dunque è una speranza che ci inchioda sulla croce. La croce esprime, nella realtà e nel simbolo, la rappresentazione del paradosso più drammatico e oscuro della fede e nello stesso tempo si rivela come la via necessaria per passare alla luce, cioè alla resurrezione di Gesù Cristo: “per crucem ad lucem”, insegnavano i padri della Chiesa. 12 Gesù stende le sue braccia sulla croce per abbracciare i peccatori. (Giovanni XXIII) Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore. XII S TAZIONE Gesù muore in croce Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo. Dal Vangelo secondo Marco (15, 33-39) Venuto Mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloi, lemà sabactani?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: “ecco chiama Elia”. Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: “Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce”. Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. Il velo del tempio si squarciò in due, dall’alto in basso. Allora il centurione che stava di fronte, vistolo spirare in quel mo do , disse: “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!”. Così, sostando davanti alla croce e contemplandone il mistero di un Dio che muore, noi piangiamo la sorte in g iu sta di u n innocente crocifisso e siamo consolati dalla certezza che il medesimo riprenderà da Risorto la vita. Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore. 13 Maria sta li accanto alla croce. Pregando questa Madre, preghiamo che preghi anch’essa per noi, adesso e nell’ora della nostra morte. (Giovanni XXIII) XIII S TAZIONE Gesù è deposto dalla croce Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo. Dal Vangelo secondo Marco (15, 42-45) Sopraggiunta ormai la sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato,Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il Regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Come è possibile affidarci alla croce? Questa domanda sovente ci trova impreparati. Gesù stesso di fronte al dolore e alla morte si è ribellato, ha chiesto soccorso al Padre, ma non si è arreso. Se la sapienza popolare rassicura che la “speranza è l’ultima a morire” e che “finché c’è vita c’è speranza”, queste forme del pensare comune servono per rassicurare la convinzione di non darsi per vinti. Ma non rappresentano il “pensiero” di Dio. In realtà la luce vera sul morire umano e sulla speranza cristiana nel trapasso della morte viene dal mistero della croce, dalla fede nel Crocifisso: “Così la fede nel Crocifisso è per noi la porta di accesso alla vita e l’inizio della futura gloria” (Santa Teresa Benedetta della Croce) 14 Guardando il crocifisso sentirò sciogliersi ogni difficoltà: “Cristo è la soluzione di ogni difficoltà”. (Giovanni XXIII) Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore. XIV S TAZIONE Gesù è messo nel sepolcro di Giuseppe di Arimatea Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo. Dal Vangelo secondo Marco (15,45-47) Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l’entrata del sepolcro. Intanto Maria di Magdala e Maria madre di Joses stavano ad osservare dove veniva deposto. Proprio ora e qui diventa necessario riprendere quel “Vangelo della speranza”. Ad esso si ricorre soprattutto quando si abbassa il sipario della vita. Il cristiano non può non ricordare la parola che intercorre nel dialogo tra Gesù e Marta: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà”. Gesù le disse: “Tuo fratello risorgerà”. Gli rispose Marta: “So che risorgerà nella resurrezione dell’ultimo giorno”. Gesù le disse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, non morirà in eterno. Credi questo? “Gli rispose: “Si, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo”. (Gv 11,21-27) Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore. 15 La ragione non può svuotare il mistero dell’amore che la croce rappresenta, mentre la croce può dare alla ragione la risposta ultima che essa cerca. (Giovanni Paolo II) XV S TAZIONE Gesù Risorge Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo. Dal Vangelo secondo Marco (16, 1-8) Passato il sabato , Maria di Magdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono gli oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro: “Chi rotolerà via il masso dall’ingresso del sepolcro?”. Ma, guardandolo, videro che il masso dell’ingresso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande. Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito di una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E’ risorto, non è qui”. La lezione dell’apostolo Paolo giunse a proposito: “Non siate tristi come quelli che non hanno speranza” (1Ts 4,13). A questa convinzione si matura se, in realtà, sperimentiamo quella logica della resurrezione che inizia con il “Vangelo di Pasqua”. Da morto, Gesù si riprende la vita. Se ascolti la Parola di Dio, se la preghi nel cuore, se la tieni in custodia, e se la vivi come luce nel cammino dei giorni, allora sperimenterai la tenerezza di Dio e vedrai nascere in te lo slancio che produce speranza di vita eterna. “Maestro che devo fare per ereditare la vita eterna ?” (Lc 10,25). E’ questa la domanda fondamentale della vita di fede che sta all’inizio del cammino dietro a Gesù e che corrisponde al desiderio di ogni essere umano di vivere in modo pieno e felice, oggi e domani. Qui si va dritto al nocciolo della questione: avere la vita eterna come Dio ha promesso ai suoi figli. 16 La morte è affrontata e vinta. Il trionfo di Cristo è l’assicurazione del trionfo della Chiesa, di ciascuno di noi. Saper aspettare, confidare sempre nella promessa della resurrezione di ciascuno è già pregustare il cielo. (Giovanni XXIII) Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore. S TABAT M ATER 1. Stabat Mater dolorosa Jiuxta crucem lacrimosa, dum pendebat Filius. 1. Stavi, o Madre dolorosa, alla croce lacrimosa, con il Figlio vittima. 2. Cujus anima gementem contristatam et dolentem pertransivit glàdius. 2. Una spada a te gemente, tenerissima e dolente, trapassava l’anima. 3. O quam tristis ef afflicta fuit illa benedicta Mater unigéniti! 3. Quanto triste, quanto afflitta eri, o Madre derelitta, presso l’Unigenito. 4. Quae moerebat et dolebat pia Mater, dum videbat nati poenas incliti. 4. Ti accoravi, ti affliggevi, pia Madre, che vedevi il tuo Figlio martire. 5. Quis est homo qui not fleret, Matrem Christi si videret in tanto supplicio? 5. Chi alle lacrime non cede, Madre Santa, se ti vede in supplizio gemere. 6. Quis non posset contristari, Christi Matrem contemplari dolentem cum Filio? 6. Chi non soffre a contemplare te in Cristo spasimare nello strazio unanime? 7. Pro peccatis suae gentis vidit Jesum in tormentis et flagellis sùbditum. 7. Per le colpe delle genti tu vedevi nei tormenti il Figliuol percuotere. 8. Vidit suum sulcem natum, moriendo desolatum, dum emisit spiritum. 8. Tu vedevi il dolce nato, il morimondo desolato, esalar lo spirito. 9. Eja, Mater, fons amoris, me sentire vim doloris, fac, ut tecum lugeam. 9. Madre, fonte dell’amore, fà ch’io senta il tuo dolore, ed insieme lacrimi. 10. Fac, ut àrdeat cor meum in amando Christum deum, ut sibi complàceam. 10. Fà che avvampi il cuore mio nell’amare Cristo Dio si che a Lui mi assimili. 11. Sancta Mater, istud agas, Crucifixi fige plagas cordi meo valide. 11. Santa Madre del Signore, fortemente dentro il cuore Le sue piaghe infliggimi. 12. Tui nati vulnerati, tam dignati pro me pati, poenas mecum divide. 12. Con il Figlio tuo ferito, che per me tanto ha patito, dividiam gli spasimi. 13. Fac me tecum pie flere, crucifixo condolere, donec ego vixero. 13. Fin che vita in me rimanga, con te, Madre fa ch’io pianga, Di Gesù il patibolo. 14. Juxta Crucem tecum stare, et me tibi sociare, in planctu desidero 14. Alla Croce insieme stare, nel tuo pianto me associare, Madre mia desidero. 17 S TABAT M ATER NOTE OPERATIVE Dopo un canto introduttivo adatto, è opportuno iniziare la celebrazione della Via della Croce con un atto penitenziale. Ogni stazione conviene concluderla con il Padre Nostro, o con il Gloria, o con uno dei versetti tradizionali seguenti: Stabat Mater … Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore. Ti saluto o croce santa, che portasti il Redentor, gloria, lode onor ti canta ogni lingua e ogni cuor. Miserere nostri Domini, Miserere nostri. Chi la croce accoglierà, come te Maria, Cristo Redentor lo salverà o Maria Madre dei dolori prega per noi il tuo Gesù. Gesù ha dato la Sua vita per noi, anche noi doniamola ai nostri fratelli. Per la sua dolorosa Passione abbi misericordia di noi e del mondo intero. In conclusione, dopo aver pregato secondo le intenzioni del Sommo Pontefice (Pater, Ave, Gloria) e per i defunti, si impartisce la Benedizione e si canta o lo Stabat Mater o altro canto adatto. 18 Il silenzio e la serenità senza fretta favoriranno la meditazione e l’impegno per migliorare la via.