Abbiamo
intitolat o
que sta
via
-d ella
cro ce
“cammino d i spe ranza in atte sa della venuta d el Signore”: Fa parte d e lla r iscope rta d i “ Dio è Amo re” che
ci permette d i Rimane r e (stop and go), And ar e (tak e
aw ay) e G ioire (Love
and joy )!
alimentata da rifle ssioni sulla
immed iatame nte
questa ris co perta è
spe ranza che seguono
il brano d e lla scrittura,
completarl o e d arg li u n se nso, ma
per
non per
inca rnarlo e
attualizzarlo, con cre ta me nte e coe rentemente. I brani
d i G iovanni Paolo II e d i G iovanni XXIII, i pont efici d ei
nostri
d ella
gio rni, p ro clam ati santi insieme, ci
mistica
loro
pre se nza
e
ci
ono rano
impegnano
approf ond ire la via d e lla cro ce , via d ella speranza.
Don Amilcare
ad
I
S TAZIONE
La Condanna di Gesù
Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Marco (15,6-15)
Per la festa egli era solito rilasciare un
carcerato a loro richiesta. Un tale chiamato
Barabba si trovava in carcere insieme ai
ribelli che nel tumulto avevano commesso
un omicidio. La folla accorsa, cominciò a
chiedere ciò che sempre egli le concedeva.
Allora Pilato rispose loro: “Volete che vi
rilasci il re dei Giudei?”. Sapeva infatti
che i sommi sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i sommi sacerdoti
sobillarono la folla perché egli rilasciasse
loro piuttosto Barabba. Pilato replicò:
“Che farò dunque di quello che voi
chiamate re dei Giudei?”. Ed essi di nuovo
gridarono: Crocifiggilo!”. Ma Pilato diceva
loro: “Che male ha fatto?”.
Allora essi gridarono più forte:
“Crocifiggilo!”. E Pilato, volendo dar
soddisfazione alla moltitudine, rilasciò
loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare
Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

La Via Crucis
suppone un interlocutore - la comunità
cristiana nella sua
complessa configurazione - domanda
una lettura attenta,
sollecita un desiderio
di condividere un
medesimo cammino
spirituale,
stimola
tutti i credenti in
Cristo
ad
essere
pronti nell’accogliere
la voce del Signore
che si manifesta con
benevolenza
e
obbedienza, al fine
di favorire
la
conversione
del cuore, la santificazione
della
propria
vita,
l’appartenenza
al
Regno di Dio.
2
Non abbiate paura della croce di Cristo. E’ sorgente di gioia e pace.
Era l’unico modo per Gesù di arrivare alla resurrezione e al trionfo,
è l’unico modo per noi di partecipare alla vita sua e di salvarci.
(Giovanni Paolo II)
II
S TAZIONE
Per Gesù, la pena della croce
Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Marco
(15,16-20)
Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel
pretorio, e convocarono tutta
la corte. Lo rivestirono di
porpora e, dopo avere intrecciato una corona di spine,
gliela misero sul capo.
Cominciarono poi a salutarlo:
“Salve, re dei Giudei”. E gli
percuotevano il capo con
una canna, gli sputavano
addosso e, piegando le
ginocchia, si prostravano a
lui. Dopo averlo schernito,
lo spogliarono della porpora
e gli rimisero le sue vesti,
poi lo condussero fuori
per crocifiggerlo.
Il popolo di Dio,
costituito sul nostro territorio per la grazia della
fede, fa esperienza di
vera unità e di autentica
comunione nella nostra
Chiesa. Sono due fuochi
che non si possono
separare: io non posso
seguire Cristo
se non
nella Chiesa e con la
Chiesa.
(cfr. papa Francesco, 30
luglio 2013).
La mia fede in Cristo
nasce, cresce e si
irrobustisce nella Chiesa.

Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
3
Grande è l’insegnamento che ne discende. Noi siamo chiamati
alla disciplina costante, alla mortificazione quotidiana della
passione, e per questa strada vera via della croce, strada indispensabile per arrivare passo dopo passo alla somiglianza più
perfetta con Gesù. (Giovanni XXIII)
III
S TAZIONE
La croce pesante fa cadere Gesù
Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dalla Sacra Scrittura
(Is 53,5b; sal 37, 3b a.11-12. 18a)
Il castigo che ci dà la
salvezza si è abbattuto su
di lui: per le sue piaghe
noi
siamo
guariti.
“Signore, su di me è scesa
la tua mano. Sono curvo e
accasciato. Palpita il mio
cuore, la forza mi
abbandona, si spegne la
luce nei miei occhi.
Amici e compagni si
scostano dalle mie piaghe,
i miei vicini stanno a
distanza; poiché io sto per
cadere”.
Noi crediamo nella salvezza,
quale esaudimento da parte
di Dio
dell’intercessione
incessante di Gesù che ha
dato la vita per noi (cfr. Rm
8, 24-25) e noi speriamo nella
vita eterna, quale definitiva
dimora preparata da Gesù
per noi – “Vado a prepararvi
un posto”, ha detto Gesù
(Gv 14, 2) – quale condizione
di beatitudine della nostra
singolare esistenza apparsa
in questo mondo. Così la
promessa di Gesù, nonostante
il nostro peccato, ci rende
capaci di credere a lui,
alimentando la speranza.

La vita umana è un pellegrinare lungo e continuo, guai se per
ciascuno di noi non ci fosse la sua croce: noi tentati di egoismo, di insensibilità, prima o poi soccomberemo per via.
4
(Giovanni XXIII)
Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
IV S TAZIONE
Gesù non è solo: ha sempre sua Madre
Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo
Giovanni (19, 25-27)
Stavano presso la
croce di Gesù sua
madre, la sorella di sua
madre, Maria di Clèofa
e Maria di Màgdala.
Gesù allora vedendo la
madre e lì accanto a lei
il discepolo che egli
amava, disse alla madre:
“Donna, ecco il tuo
figlio!”. Poi disse al
discepolo: “Ecco la tua
madre!”.

Nella vita quotidiana è la famiglia che sviluppa dinamiche e
tensioni di speranza. Ha ricevuto
la missione di perpetuare le
generazioni e di trasmettere i
principi e i valori di una sana e
integrale educazione alla vita
piena e matura.
La relazione d’amore con i figli
i n c o m in c ia d a l r ic o n o s ce r e
l’amore di Dio per noi fin dagli
inizi della vita e dal mostrare
come Dio ha cura di noi,
sostenendo le nostre speranze di
vita a partire dalla concreta vita
familiare.
La speranza non si inventa in
famiglia, ma è la famiglia che la
coltiva e la custodisce.
Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
5
Non si è mai soli davanti al mistero della sofferenza: si è col Cristo
che da senso; tutta la vita con Lui, ha un senso, compresi il dolore
e la morte.
(Giovanni Paolo II)
V S TAZIONE
Simone di Cirene è costretto a portare
la Croce di Gesù
Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo
Marco
(15, 21-22)
Allora costrinsero un
tale che passava, un
certo Simone di Cirene
che
veniva
dalla
campagna, padre di
Alessandro e Rufo, a
portare la croce.
Condussero dunque
Gesù al luogo del
Golgota, che significa
luogo del cranio.

Uno dei veri Cirenei attuali è
il catechista, vero generatore e
promotore di speranza.
La sua testimonianza di servizio
ai ragazzi e ai giovani ci è
indispensabile per guardare il
futuro con sicura speranza.
Sovente si chiedono: Come
educare i ragazzi? Come essere
loro esempio di coerenza?
Come indirizzarli ai “valori” e
ai “principi” cristiani?
La risposta viene solo se stanno
davanti al Signore, se perseguono
fiduciosi e gioiosi il loro servizio, se, gettando il seme della
Parola, si affidano a Dio con
assoluto abbandono,
se
in
parrocchia imparano, con l’aiuto
del sacerdote, a condividere fatiche
e speranze, se insieme offrono un
esempio di comunione. Solo così
i catechisti acquistano un “ruolo”
forte nella comunità e rappresentano una vera e sicura speranza.
Vi sono milioni di poveri che condividono la croce di Cristo, perché
Cristo sulla croce, ha preso su di sé
6
(Giovanni Paolo II)
Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
VI S TAZIONE
C’è chi si commuove per Gesù:
una donna asciuga il suo volto
Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dalla Sacra Scrittura
(Is.53, 2-3)
Non ha apparenza
né bellezza per attirare i nostri sguardi
… come uno davanti
al quale ci si copre la
faccia, … non ne
avevano
alcuna
stima.

Chi è il cristiano?
E’ colui che avendo accolto
la fede in Gesù Cristo, la
vive investendo e scommettendo in essa tutta la sua
vita. Per lui, la vita vale e
conta nella misura in cui è
vissuta in Cristo, riproduce
le sembianze di Cristo,
realizzando la parola di
Paolo: “Sono stato crocifisso
con Cristo, e non vivo più io,
ma Cristo vive in me.
E questa vita, che io vivo
nel corpo, la vivo nella fede
del Figlio di Dio, che mi ha
amato e ha consegnato se
stesso per me”. (Gal 2,19-20).
Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
7
La croce della povertà, la croce della fame, la croce di ogni sofferenza, possono essere trasformate, perché la croce di Cristo è diventata luce del mondo. Essa è la luce di speranza e di salvezza.
Essa dà significato a tutte le sofferenze.
(Giovanni Paolo II)
VII S TAZIONE
La Croce troppo pesante fa ricadere Gesù
Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo
Marco (10, 17-21)
Mentre usciva per mettersi
in viaggio, un tale gli corse
incontro e, gettandosi in
ginocchio davanti a lui, gli
domandò: “Perché mi chiami
buono? Nessuno è buono, se
non Dio solo. Tu conosci i
comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire
falsa testimonianza, non
frodare, onora il padre e
la madre”. Egli allora disse:
“Maestro, tutte queste cose
le ho osservate fin dalla mia
giovinezza”. Allora Gesù,
fissatolo, lo amò e gli disse:
“Una cosa sola ti manca: và
prendi quello che hai e dallo
ai poveri e avrai un tesoro in
cielo; poi vieni e seguimi”.

La caduta ci fa pensare seriamente al bene dell’anima. Che
cos’è il bene dell’anima? Se al
bene del corpo si dedicano cure e
risorse – cosa del tutto buona–
altrettanto almeno
dovrebbe
e s s e r e d e d ica to a l “ b en e
dell’anima”. Tutto il nostro
“vissuto” interiore ha bisogno di
essere conosciuto e orientato al
bene dell’anima in modo ordinato,
guidato dallo Spirito, illuminato
dal padre spirituale. La spiritualità
si esprime come un compito del
tutto
quotidiano, lungo e
diuturno, tale da consolidare
“l’attività spirituale” propria di
ogni uomo, come fosse un patrimonio cui attingere le ragioni
della vita presente e futura.
In tale prospettiva va curato lo
spirito attraverso una nutrizione
adatta che lo corrobori, lo renda
idoneo ad affrontare le seduzioni
del mondo, l’accidia e
l’indifferenza che sono i peccati
più fastidiosi e micidiali contro la
speranza.
8
Immaginiamo davanti agli occhi i poveri tribolati; orfani, vecchi,
malati, prigionieri deboli, esiliati. Ripetiamo con tenerezza:
o Croce, Ave Spes Unica.
(Giovanni XXIII)
Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
VIII S TAZIONE
Sono sempre le donne a preoccuparsi di Gesù
Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Marco (15, 40-41)
C’erano alcune
donne, che stavano
ad osservare da lontano tra le quali
Maria di Magdala,
Maria madre di
Giacomo il minore
e di Joes e Salome,
che lo seguivano e
servivano quando
era ancora in Galilea,
e molte altre che
erano salite con lui
a Gerusalemme.

Le persone Consacrate nelle diverse
vocazioni, carismi e movimenti, ci
aprono alla speranza del tempo
futuro con la loro bella testimonianza di servizio spirituale ed
educativo, con la loro incessante
preghiera, con il loro costante
incoraggiamento
a
levare lo
sguardo verso la meta del cielo, in
un’attraente comunione col Signore.
Grazie alla loro presenza, ci
sentiamo meno soli, più solidali
con i poveri e i bisognosi, più
avvinti dal “giogo” del Signore,
che è “dolce e leggero” (cfr. Mt
11,30) perché condiviso con lui che
è “mite e umile di cuore” (Mt
11,29). Queste figure di consacrati
rappresentano una vera attrattiva
del Vangelo vissuto in pienezza di
cuore e di spirito. Verso di loro le
nostre comunità cristiane avvertono
il debito di una vera riconoscenza e
a loro si uniscono in un’incessante
preghiera perché il Signore faccia
fiorire sante vocazioni per il bene
di tutta la Chiesa.
Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
9
Il mio volto bruciato dal deserto delle vostre anime …
Perché non mi togliete la vostra croce, come io ve la tolsi?
(Giovanni Paolo II)
IX S TAZIONE
Per la terza volta Gesù cade
sotto il peso dei nostri peccati.
Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Libro delle
Lamentazioni
(Lam 1,12)
O voi tutti, che
passate per via,
osservate e mirate
se
c’è
dolore
uguale al mio!
Come
mi
ha
trattato e afflitto
il Signore! Egli,
tutti i peccati del
mio popolo li
caricò sul mio
collo, fiaccò le
mie forze, mi
condannò a un
languore da non
potermi rialzare.

Pensando alla terza caduta di Gesù, il
pensiero va ai sacerdoti, certo anche
essi non sono perfetti. La debolezza,
la delusione, la stanchezza vincono a
volte la resistenza.
Sovente sono
preoccupati delle loro chiese, le
vorrebbero vivaci, corresponsabili,
ricche di comunione e di unità di
intenti, fiorenti di ministeri, quasi
profetiche e dense di memoria. Si, le
sognano come le prime comunità
apostoliche che “avevano un cuore
solo e un’anima sola” (Atti, 4,32-35)
per essere vere sorgenti di speranza.
La realtà delle nostre comunità, si
presenta diversa. A rinsaldare la
speranza dei preti fa bene ascoltare
un’omelia di Papa Francesco che invita a
“uscire”. Egli esorta: “chi non esce da
se, invece di essere mediatore, diventa a
poco a poco un intermediario, un
gestore. Tutti conosciamo la differenza: l’intermediario e il gestore
“hanno già la loro paga” e siccome
non mettono in gioco la propria pelle
e il proprio cuore, non ricevono un
ringraziamento affettuoso, che nasce dal cuore.
10
Cristo come lievito divino penetra sempre più profondamente
nel presente dell’uomo, inoltre avvolge nel suo dominio salvifico tutto il
passato del genere umano cominciando da Adamo.
(Giovanni Paolo II)
Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
X S TAZIONE
Nudo senza vestiti, Gesù ama sino alla fine
Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Quando si è nudi occorre
vestirsi e così occorre vestirsi
delle Tre attese:
Dal Vangelo
secondo Marco
(15,24)
I soldati … si
divisero le sue
vesti, tirando a
sorte su di esse
quello che ciascuno dovesse
prendere.
- Attesa del Salvatore
- Attesa dello Spirito Santo
- Attesa del ritorno del Signore

Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
11
Anche oggi volgendo lo sguardo a colui che è stato trafitto, ogni
uomo minacciato nella sua esistenza, incontra la sicura speranza di
trovare liberazione e redenzione.
(Giovanni Paolo II)
XI S TAZIONE
I chiodi conficcano Gesù alla Croce
Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo
Marco (15,25-30)
Erano le nove del
mattino quando lo crocifissero. E
l’iscrizione
diceva: Il Re dei Giudei.
Con lui crocifissero anche i due ladroni, uno
alla sua destra e uno alla
sua sinistra. I passanti lo
insultavano e, scuotendo
il capo, esclamavano:
“Ehi, tu che distruggi il
tempio e lo riedifichi in
tre giorni, salva te stesso
scendendo dalla croce!”.
La speranza sta nella croce
Per noi cristiani, la speranza
passa attraverso la morte di
Gesù e dunque è una speranza
che ci inchioda sulla croce.
La croce esprime, nella
realtà e nel simbolo, la rappresentazione del paradosso più
drammatico e oscuro della
fede e nello stesso tempo si
rivela come la via necessaria
per passare alla luce, cioè alla
resurrezione di Gesù Cristo:
“per crucem ad lucem”,
insegnavano i padri della
Chiesa.

12
Gesù stende le sue braccia sulla croce per abbracciare i peccatori.
(Giovanni XXIII)
Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
XII S TAZIONE
Gesù muore in croce
Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Marco
(15, 33-39)
Venuto Mezzogiorno, si fece
buio su tutta la terra, fino alle tre
del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò
con voce forte: Eloi, lemà sabactani?, che significa: Dio mio, Dio
mio, perché mi hai abbandonato?
Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: “ecco chiama Elia”. Uno corse
a inzuppare di aceto una spugna e,
postala su una canna, gli dava da
bere, dicendo: “Aspettate, vediamo
se viene Elia a toglierlo dalla
croce”. Ma Gesù, dando un forte
grido, spirò.
Il velo del tempio si squarciò in
due, dall’alto in basso.
Allora il centurione che stava di
fronte, vistolo spirare in quel
mo do , disse: “Veramente
quest’uomo era Figlio di Dio!”.
Così,
sostando
davanti
alla croce e contemplandone il mistero
di un Dio che muore, noi piangiamo la
sorte in g iu sta
di
u n innocente crocifisso e siamo consolati dalla certezza
che il medesimo riprenderà
da Risorto la vita.

Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
13
Maria sta li accanto alla croce. Pregando questa Madre, preghiamo
che preghi anch’essa per noi, adesso e nell’ora della nostra morte.
(Giovanni XXIII)
XIII S TAZIONE
Gesù è deposto dalla croce
Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo
Marco (15, 42-45)
Sopraggiunta ormai la
sera, poiché era la
Parasceve, cioè la vigilia
del sabato,Giuseppe
d’Arimatea, membro
autorevole del sinedrio,
che aspettava anche lui
il Regno di Dio, andò
coraggiosamente
da
Pilato per chiedere il
corpo di Gesù. Pilato si
meravigliò che fosse
già morto e chiamato il
centurione, lo interrogò
se fosse morto da
tempo. Informato dal
centurione, concesse la
salma a Giuseppe.

Come è possibile affidarci alla
croce? Questa domanda sovente
ci trova impreparati. Gesù
stesso di fronte al dolore e alla
morte si è ribellato, ha chiesto
soccorso al Padre, ma non si è
arreso. Se la sapienza popolare
rassicura che la “speranza è
l’ultima a morire” e che “finché
c’è vita c’è speranza”, queste
forme del pensare comune
servono per rassicurare la
convinzione di non darsi per
vinti. Ma non rappresentano il
“pensiero” di Dio. In realtà la
luce vera sul morire umano e
sulla speranza cristiana nel
trapasso della morte viene dal
mistero della croce, dalla fede
nel Crocifisso: “Così la fede nel
Crocifisso è per noi la porta di
accesso alla vita e l’inizio della
futura gloria”
(Santa Teresa Benedetta della Croce)
14
Guardando il crocifisso sentirò sciogliersi ogni difficoltà: “Cristo è
la soluzione di ogni difficoltà”.
(Giovanni XXIII)
Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
XIV S TAZIONE
Gesù è messo nel sepolcro di Giuseppe di Arimatea
Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo
Marco (15,45-47)
Egli allora, comprato
un lenzuolo, lo calò
giù dalla croce e,
avvoltolo nel lenzuolo,
lo depose in un sepolcro scavato nella roccia.
Poi fece rotolare un
masso contro l’entrata
del sepolcro. Intanto
Maria di Magdala e
Maria madre di Joses
stavano ad osservare
dove veniva deposto.

Proprio ora e qui diventa necessario riprendere quel “Vangelo
della speranza”. Ad esso si ricorre soprattutto quando si abbassa
il sipario della vita. Il cristiano
non può non ricordare la parola
che intercorre nel dialogo tra
Gesù e Marta: “Signore, se tu
fossi stato qui, mio fratello non
sarebbe morto! Ma anche ora so
che qualunque cosa tu chiederai
a Dio, Dio te la concederà”.
Gesù le disse: “Tuo fratello
risorgerà”. Gli rispose Marta:
“So che risorgerà nella resurrezione dell’ultimo giorno”. Gesù
le disse: “Io sono la risurrezione
e la vita; chi crede in me, non
morirà in eterno. Credi questo?
“Gli rispose: “Si, o Signore, io
credo che tu sei il Cristo, il Figlio
di Dio, colui che
viene nel
mondo”. (Gv 11,21-27)
Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
15
La ragione non può svuotare il mistero dell’amore che la croce
rappresenta, mentre la croce può dare alla ragione la risposta
ultima che essa cerca.
(Giovanni Paolo II)
XV S TAZIONE
Gesù Risorge
Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Marco
(16, 1-8)
Passato il sabato , Maria di
Magdala, Maria di Giacomo e
Salome comprarono gli oli
aromatici
per
andare
a
imbalsamare Gesù. Di buon
mattino, il primo giorno dopo
il sabato, vennero al sepolcro
al levar del sole. Esse dicevano
tra loro: “Chi rotolerà via il
masso dall’ingresso del sepolcro?”. Ma, guardandolo, videro che il masso dell’ingresso
era già stato rotolato via, benché fosse molto grande.
Entrando nel sepolcro, videro un
giovane, seduto sulla destra,
vestito di una veste bianca, ed
ebbero paura. Ma egli disse
loro: “Non abbiate paura!
Voi cercate Gesù Nazareno, il
crocifisso. E’ risorto, non è
qui”.

La lezione dell’apostolo Paolo
giunse a proposito: “Non siate
tristi come quelli che non hanno speranza” (1Ts 4,13). A questa
convinzione si matura se, in
realtà, sperimentiamo quella
logica della resurrezione che
inizia con il “Vangelo di
Pasqua”. Da morto, Gesù si
riprende la vita. Se ascolti la
Parola di Dio, se la preghi nel
cuore, se la tieni in custodia, e
se la vivi come luce nel cammino
dei giorni, allora sperimenterai
la tenerezza di Dio e vedrai
nascere in te lo slancio che
produce speranza di vita eterna.
“Maestro che devo fare per
ereditare la vita eterna ?” (Lc
10,25). E’ questa la domanda
fondamentale della vita di fede
che sta all’inizio del cammino
dietro a Gesù e che corrisponde
al desiderio di ogni essere
umano di vivere in modo pieno
e felice, oggi e domani. Qui si
va dritto al nocciolo della
questione: avere la vita eterna
come Dio ha promesso ai suoi figli.
16
La morte è affrontata e vinta. Il trionfo di Cristo è l’assicurazione del trionfo della Chiesa, di
ciascuno di noi. Saper aspettare, confidare sempre nella promessa della resurrezione di
ciascuno è già pregustare il cielo.
(Giovanni XXIII)
Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
S TABAT M ATER
1. Stabat Mater dolorosa
Jiuxta crucem lacrimosa,
dum pendebat Filius.
1.
Stavi, o Madre dolorosa,
alla croce lacrimosa,
con il Figlio vittima.
2. Cujus anima gementem
contristatam et dolentem
pertransivit glàdius.
2. Una spada a te gemente,
tenerissima e dolente,
trapassava l’anima.
3. O quam tristis ef afflicta
fuit illa benedicta
Mater unigéniti!
3. Quanto triste, quanto afflitta
eri, o Madre derelitta,
presso l’Unigenito.
4. Quae moerebat et dolebat
pia Mater, dum videbat
nati poenas incliti.
4. Ti accoravi, ti affliggevi,
pia Madre, che vedevi
il tuo Figlio martire.
5. Quis est homo qui not fleret,
Matrem Christi si videret
in tanto supplicio?
5. Chi alle lacrime non cede,
Madre Santa, se ti vede
in supplizio gemere.
6. Quis non posset contristari,
Christi Matrem contemplari
dolentem cum Filio?
6. Chi non soffre a contemplare
te in Cristo spasimare
nello strazio unanime?
7. Pro peccatis suae gentis
vidit Jesum in tormentis
et flagellis sùbditum.
7. Per le colpe delle genti
tu vedevi nei tormenti
il Figliuol percuotere.
8. Vidit suum sulcem natum,
moriendo desolatum,
dum emisit spiritum.
8. Tu vedevi il dolce nato,
il morimondo desolato,
esalar lo spirito.
9. Eja, Mater, fons amoris,
me sentire vim doloris,
fac, ut tecum lugeam.
9. Madre, fonte dell’amore,
fà ch’io senta il tuo dolore,
ed insieme lacrimi.
10. Fac, ut àrdeat cor meum
in amando Christum deum,
ut sibi complàceam.
10. Fà che avvampi il cuore mio
nell’amare Cristo Dio
si che a Lui mi assimili.
11. Sancta Mater, istud agas,
Crucifixi fige plagas
cordi meo valide.
11. Santa Madre del Signore,
fortemente dentro il cuore
Le sue piaghe infliggimi.
12. Tui nati vulnerati,
tam dignati pro me pati,
poenas mecum divide.
12. Con il Figlio tuo ferito,
che per me tanto ha patito,
dividiam gli spasimi.
13. Fac me tecum pie flere,
crucifixo condolere,
donec ego vixero.
13. Fin che vita in me rimanga,
con te, Madre fa ch’io pianga,
Di Gesù il patibolo.
14. Juxta Crucem tecum stare,
et me tibi sociare,
in planctu desidero
14. Alla Croce insieme stare,
nel tuo pianto me associare,
Madre mia desidero.
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S TABAT M ATER
NOTE OPERATIVE
Dopo un canto introduttivo adatto, è opportuno
iniziare la celebrazione della Via della Croce con un
atto penitenziale.
Ogni stazione conviene concluderla con il Padre
Nostro, o con il Gloria, o con uno dei versetti
tradizionali seguenti:
Stabat Mater …
Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
Ti saluto o croce santa, che portasti il Redentor,
gloria, lode onor ti canta ogni lingua e ogni cuor.
Miserere nostri Domini, Miserere nostri.
Chi la croce accoglierà, come te Maria, Cristo
Redentor lo salverà o Maria Madre dei dolori
prega per noi il tuo Gesù.
Gesù ha dato la Sua vita per noi, anche noi
doniamola ai nostri fratelli.
Per la sua dolorosa Passione abbi misericordia di
noi e del mondo intero.
In conclusione, dopo aver pregato secondo le intenzioni del Sommo Pontefice (Pater, Ave, Gloria)
e per i defunti, si impartisce la Benedizione e si
canta o lo Stabat Mater o altro canto adatto.
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Il silenzio e la serenità senza fretta favoriranno la
meditazione e l’impegno per migliorare la via.
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Don Amilcare - S. Ponziano Pontefice Martire